Informazione


IL POLIGRAFICO DI STATO OLTRAGGIA LE VITTIME DELLE GUERRE EUROPEE


Da: "donbass @ libero.it
Oggetto: Il Poligrafico di Stato oltraggia le vittime delle guerre europee
Data: 6 febbraio 2017 18:18:45 CET

Apprendiamo dalla stampa che il Poligrafico di Stato ha ricevuto un riconoscimento internazionale per le monete celebrative dei "70 anni di pace in Europa", un progetto vergognoso e oltremodo offensivo per tutte le vittime dei conflitti che hanno insanguinato questo continente da dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Come si può parlare di 70 anni di pace agli jugoslavi che hanno visto il loro paese distrutto anche grazie ad alcuni stati europei? Ai greci che ancora pagano il prezzo di una infinita guerra contro la Turchia? Agli spagnoli che solo grazie ad un eroica resistenza sono riusciti a porre fine alla dittatura franchista?


Questa iniziativa ci porta a pensare che lo Stato italiano abbia un'idea alquanto malsana di pace: sicuramente la intende come "nessuna scocciatura in casa propria". Ma anche un bambino sa bene che pace significa "non fare la guerra". Eppure gli stati europei ne hanno fatte moltissime di guerre negli ultimi 70 anni, ma sempre in altri stati. Per l'Italia basti ricordare: Somalia, 2 volte in Iraq, Yugoslavia, Afganistan, Libia, ecc.

Se guardiamo ad altri partner europei lo scenario è ancora peggiore, ad esempio la Croazia ha attuato una feroce pulizia etnica di matrice fascista massacrando migliaia di persone.

Invece la Francia oltre alle guerre a cui ha partecipato insieme all'Italia ha fatto: l'intervento in Indocina, la criminale permanenza in Algeria, la guerra in Siria, la guerra in Mali e tanti altri interventi in Africa.

Analogo discorso vale per tutti gli altri stati europei con un passato coloniale che si è trascinato (più o meno esplicitamente) oltre il secondo conflitto mondiale: Regno Unito, Belgio, Portogallo, ecc.

Se si fa la guerra in altri paesi e si sostiene di stare in un periodo di pace, si è degli ipocriti.


Le guerre europee non sono tutte finite. L'eurocentrismo porta a pensare che l'Europa sia solo l'Unione Europea, ma ovviamente non è così, quindi nella lista dei conflitti del vecchio continente va inserito anche quello attualmente in corso nell'ex-Ucraina. Proprio in questi giorni l'artiglieria di Kiev ha ripreso a bombardare insistentemente i civili delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, un bagno di sangue che si sta consumando in un assordante silenzio.


Pertanto chiediamo al Ministero delle Finanze di presentare delle pubbliche scuse per l'emissione di queste oltraggiose monete.


Se si deve fare una moneta celebrativa di qualcosa, si scelga un altro tema. La si può dedicare al popolo del Donbass che da tre anni eroicamente resiste alla violenza fascista, oppure a tutte le vittime delle guerre sferrate dagli stati europei negli ultimi 70 anni.



Comitato Donbass Antinazista




VOCE JUGOSLAVA ★ JUGOSLAVENSKI GLAS / "Od Vardara do Triglava - Dal fiume Vardar al monte Triglav"
La nuova puntata del 7.2.2017, interamente dedicata al "Giorno del Ricordo", è ascoltabile online alla pagina: 


Roma giovedì 9 febbraio 2017 
alle 11:30 alla SALA STAMPA della Camera dei Deputati
CONFERENZA STAMPA: IL GIORNO DEL RICORDO
L’INSUFFICIENZA STORICA E CULTURALE DELLE PAROLE CHE LO ISTITUISCONO E LO CELEBRANO
iniziativa organizzata dalla deputata Serena Pellegrino (S.I.). Intervengono:
dott.ssa Alessandra Kersevan, studiosa e coordinatrice del Gruppo di lavoro Resistenza Storica
dott.  Davide Conti, ricercatore e consulente presso l'Archivio Storico del Senato della Repubblica
http://www.serenapellegrino.it/conferenza-stampa-9-febbraio-il-giorno-del-ricordo-linsufficienza-storica-culturale-delle-parole-che-lo-istituiscono-lo-celebrano/
I dettagli per l'accesso non sono ancora noti, sarà probabilmente necessario accreditarsi come giornalisti; agli ambienti della Camera si accede con abbigliamento adeguato (giacca cravatta ecc.).


Parma, giovedì 9 febbraio 2017
alle ore 21 presso il Cinema Astra – Piazzale Volta 3
FOIBE E FASCISMO: manifestazione antifascista alternativa al "giorno del ricordo" del 10 febbraio (XII ed. – 2017)
ore 21:00 conferenza: Crimini e criminali fascisti nei Balcani e in Jugoslavia
con DAVIDE CONTI, storico, consulente Archivio Storico Senato della Repubblica
ore 22:00 filmato: sequenze dal documentario della BBC "FASCIST LEGACY" sui crimini dell'Italia fascista in Jugoslavia
ingresso gratuito – promuovono: ANPI, ANPPIA, Comitato Antifascista Antimperialista e per la Memoria Storica
evento FB: https://www.facebook.com/events/1190804784369909/
scarica la locandina: https://www.cnj.it//INIZIATIVE/PARMA/controm2017.pdf


Pavia, giovedì 9 febbraio 2017 
alle ore 21.00 presso l'Aula Magna dell'Università degli Studi
GIORNO DEL RICORDO: GENESI DI UNA RICORRENZA E USI POLITICI DELLA STORIA
interventi di Piero Purini e Federico Tenca Montini


Pordenone, venerdì 10 febbraio 2017
alle ore 20.30 alla Casa del Popolo di Torre, via Carnaro 10
I GIORNI DEI RICORDI: STORIA, STORIOGRAFIA E MANIPOLAZIONI SULLE FOIBE E IL CONFINE ORIENTALE
intervento di Federico Tenca Montini
sulle polemiche attorno all'iniziativa si vedano anche: 
L'iniziativa si svolgerà alla Casa del Popolo di Torre
PORDENONE: CHI HA PAURA DELLE FOIBE ? (PNREBEL e NEA, 6/2/2017)
... Maldestro tentativo di censura a Pordenone, dove il Comune sta pesantemente sabotando l’incontro... Gli organizzatori ... dopo il diniego del Comune si erano indirizzati verso il ridotto del vicino Teatro Verdi (regolarmente concesso pagando l’affitto della sala in anticipo) ma il 5 febbraio ecco arrivare la revoca della concessione della sala anche da parte del Teatro...


Orvieto (TR), sabato 11 febbraio 2017
alle ore 16.30 nella Sala consiliare del Comune
FOIBE E CONFINE ORIENTALE (titolo provvisorio)
interventi di Alessandra Kersevan
e Angelo Bitti, ricercatore I.S.U.C. 
letture di Laura Ricci 
introduzione a cura del Centro di Documentazione Popolare


Vittorio Veneto (TV), sabato 11 febbraio 2017
dalle ore 16.00 presso la Biblioteca Civica
I GIORNI DEI RICORDI: STORIA, STORIOGRAFIA E MANIPOLAZIONI SULLE FOIBE E IL CONFINE ORIENTALE
intervento di Federico Tenca Montini


Genzano (RM), sabato 11 febbraio 2017
dalle ore 17 presso l'ex Enoteca Comunale
ore 17:00 presentazione del libro di Davide Conti: CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI
ore 18:30 spettacolo teatrale: DRUG GOJKO di e con Pietro Benedetti
promuove: ANPI


Arcore (MI), domenica 12 febbraio 2017
alle ore 10.30 nella sede A.N.P.I.
OPERAZIONE FOIBE TRA STORIA E MITO
intervento di Claudia Cernigoi


Modena, domenica 19 febbraio 2017
alle ore 15.30 nella Sala Ulivi dell'Archivio Storico della Resistenza, Viale Ciro Menotti 137
FOIBE E CONFINI ORIENTALI: LE AMNESIE DELLA REPUBBLICA
intervento di Alessandra Kersevan
organizza: Rete Antifascista Modenese





INIZIATIVE SEGNALATE

Roma 3/2: I SOLDATI ITALIANI IN ALBANIA
Padova 4/2: NOI RICORDIAMO TUTTO
Portogruaro 4/2: I GIORNI DEI RICORDI
Bologna 5/2: PRESIDIO in solidarietà alla popolazione del Donbass colpita dalla guerra
Parma 9/2: FOIBE E FASCISMO


=== Roma, venerdì 3 febbraio 2017
dalle ore 9:30 alle 18:00 presso la Fondazione Gramsci, Via Sebino 43a

Convegno
I SOLDATI ITALIANI IN ALBANIA: DA OCCUPATORI A COMBATTENTI PER LA LIBERTÀ

organizzano:
Ambasciata d'Albania
Istituto del Nastro Azzurro - CESVAM
Ass. "Occhio Blu"
Fondazione Gramsci



=== Padova, sabato 4 febbraio 2017
alle ore 16 alla Marzolo Occupata, Via Marzolo 4 (rione Portello)

NOI RICORDIAMO TUTTO
Foibe, revisionismo, Resistenza

incontro-dibattito con lo storico Sandi Volk 

Inoltre dal 1 febbraio alla Marzolo Occupata è allestita la mostra 
TESTA PER DENTE: crimini fascisti in Jugoslavia 1941-1945
a cura di Pol Vice


=== Bologna, domenica 5 febbraio 2017
dalle ore 15 in Piazza del Nettuno

PRESIDIO 
in solidarietà alla popolazione del Donbass colpita dalla guerra

Dal gennaio 2017 la situazione in Donbass si è aggravata. La guerra infuria con morti e feriti, case distrutte, danni ingenti alle infrastrutture con persone al freddo a 25 gradi sotto zero: i bombardamenti hanno distrutto acquedotti, fabbriche, infrastrutture civili, scuole e ospedali. Mentre in Ucraina si celebrano gli “eroi” collaborazionisti dei nazisti come Bandera, mentre le burocrazie europee si voltano dall’altra parte, il martellamento ucraino colpisce Makeevka, Jasinovataja e Gorlovka. IL COORDINAMENTO UCRAINA ANTIFASCISTA INVITA TUTTI GLI ANTIFASCISTI AD ESPRIMERE SOLIDARIETA' AL DONBASS.
PACE NELL'UCRAINA COLPITA DALLE BOMBE DI UN GOVERNO NATO DA UN GOLPE SOSTENUTO DA FORZE FASCISTE E NAZIONALISTE CON L'AVALLO DELLA NATO

Comitato Ucraina Antifascista Bologna
(aderente al Coordinamento Ucraina Antifascista)

per adesioni e contatti: ucraina.antifascista.bo@...
evento FB: https://www.facebook.com/events/243817632731380/


=== Portogruaro (VE), sabato 4 febbraio 2017
ore 17:30, Villa Comunale

I GIORNI DEI RICORDI
storia, storiografia e manipolazioni sulle foibe e il confine orientale

Quali processi comunicativi costruiscono una «narrazione» sostitutiva della storia? Quale finalità politica sottende a una operazione di questa natura? A queste domande proviamo a rispondere grazie al lavoro di Piero Purini, e al suo libro "Metamorfosi etniche: i cambiamenti di popolazione a Trieste, Gorizia, Fiume e in Istria, 1914-1975", (Edizioni Kappa VU), un testo che affronta le cause politiche e le implicazioni sociologiche delle memorie e degli esodi del confine orientale.
Grazie agli studi di Piero Purini tutto diventa più comprensibile: partiremo dell'annessione dei territori del confine orientale avvenuta tra le due guerre mondiali, della successiva espulsione delle moniranze, del dominio di questi territori da parte dell'Italia fascista e delle conseguenze a cui questi eventi hanno portato. Lo sguardo sarà rivolto anche alla contemporenaità: alla propaganda revisionista sempre più intensa e portata a tutti i livelli da organizzazioni neofasciste e dalle istituzioni - come la recente vicenda della "foiba volante"di Rosazzo, archiviata con un nulla di fatto dalla Procura di Udine - ha evidenziato.

IL PROGRAMMA:

incontro con
- Piero Purini/storico
Autore di "Metamorfosi etniche: i cambiamenti di popolazione a Trieste, Gorizia, Fiume e in Istria, 1914-1975"

seguirà dibattito

sarà presente un banchetto con libri e dossier sul tema

Organizzano
NEA (Osservatorio Antifascista del Nord-Est)
Collettivo Stella Rossa - Nordest



=== Parma, giovedì 9 febbraio 2017
alle ore 21 presso il Cinema Astra – Piazzale Volta 3

FOIBE E FASCISMO
manifestazione antifascista alternativa al "giorno del ricordo" del 10 febbraio
dodicesima edizione – 2017

ore 21:00 conferenza
Crimini e criminali fascisti nei Balcani e in Jugoslavia
DAVIDE CONTI
storico, consulente Archivio Storico Senato della Repubblica

ore 22:00 filmato
sequenze dal documentario della BBC
FASCIST LEGACY
sui crimini dell'Italia fascista in Jugoslavia

ingresso gratuito
promuovono: ANPI, ANPPIA, Comitato Antifascista Antimperialista e per la Memoria Storica

evento FB: https://www.facebook.com/events/1190804784369909/
scarica la locandina: https://www.cnj.it//INIZIATIVE/PARMA/controm2017.pdf





Il velo “umanitario” sulle missioni militari all’estero va strappato


di Sergio Cararo

Il vice presidente della Commissione Difesa, on. Massimo Artini (ex M5S), ha replicato con un lungo e articolato commento al nostro articolo di venerdi – ovviamente e fortemente critico – verso la legge approvata a luglio 2016 ed entrata in vigore il 31 dicembre 2016. Ci contesta una lettura negativa di un impianto legislativo a suo dire positivo. A noi così non sembra affatto, e non sembra esserlo stato neanche per 41 senatori che si sono astenuti o votato direttamente contro (al Senato l'astensione vale come voto contrario, ndr).

La legge quadro sulle missioni militari all'estero, infatti è stata approvata al Senato con 194 sì, un no e 40 astenuti, tra questi ultimi i senatori del M5S e alcuni del gruppo misto. Il voto contrario alla legge e' stato della senatrice Paola De Pin (anche lei ex M5S).

La legge disciplina (art. 1) «la partecipazione delle forze armate, delle forze di polizia … e dei corpi civili di pace a missioni internazionali istituite nell'ambito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) o di altre organizzazioni internazionali cui l'Italia appartiene» (in particolare, come ben si comprende, la NATO e la Ue), toglie (art. 2) al Parlamento, che può intervenire solo con generici “atti d'indirizzo”, la facoltà di approvare o respingere, in modo vincolante, le missioni militari, e dà, viceversa, al Governo (art. 2 e art. 3), pieni poteri nella realizzazione e nella conduzione delle missioni di guerra del nostro Paese. 

All'apparenza la Legge prevede che la decisione di spedire militari in teatri di guerra adottata dal governo, vada inviata al Parlamento, il quale con appropriati atti di indirizzo, può dare luce verde o meno alla missione. Tale autorizzazione può essere sottoposta a condizioni. Dal momento che si è in presenza del totale coinvolgimento dei due rami del Parlamento, se non venisse dato l’assenso dai deputati e senatori, la missione internazionale non si potrebbe realizzare. Probabilmente, su questo impianto, a luglio 2016, quando la legge è stata approvata, il governo già riteneva che il Senato non ci sarebbe più stato in base alla controriforma costituzionale che il paese ha respinto a maggioranza il 4 dicembre con il referendum. Avevano insomma fatto i conti senza l'oste e venduto la pelle dell'orso prima di averlo ucciso.

Un risultato è stato comunque raggiunto dal governo. Le missioni militari all'estero non dovranno essere rinnovate (anche economicamente) ogni sei mesi ma saranno una decisione strategica che può essere revocata solo con un atto politico del governo. Nè ci sembra che la gravità della Legge sulle missioni militari possa essere attenuata da una delle operazioni più insidiose che abbiamo denunciato negli anni scorsi: i cosiddetti Corpi civili di pace che potranno affiancare le missioni militari vere e proprie. Su questo vedi un articolo pubblicato tempo addietro.

E' una lettura catastrofista e pregiudiziale della legge? Per dimostrare che su questo pesano e fanno la differenza i presupposti di partenza, è interessante vedere come invece i “laboratori” legati agli apparati di potere hanno dato la loro lettura delle legge stessa.

Ad esempio secondo la fondazione Astrid:“La legge quadro in questo senso costituisce un vero e proprio salto di qualità nella governance della nostra politica estera e di difesa”. Prendiamo ancora a prestito le valutazioni positive espresse dall'Astrid che, come noi coglie il dato secondo cui questa legge cerca di sanare le molteplici contraddizioni manifestatesi nella politica militare italiana dalla prima guerra del Golfo nel 1991. “L’importanza della cooperazione internazionale nelle missioni di peace-keeping, peace-making e peace-enforcement si è andata affermando soprattutto negli ultimi venti anni. Lo spartiacque può essere considerato la prima guerra del Golfo chevide operare, sotto l’egida di una risoluzione Onu, una coalizione di 34 nazioni, tra cui l’Italia, guidata dagli Stati Uniti”. Non solo. Lo stesso think thank ammette che quelle contraddizioni andavano sanate con un apparato legislativo che adeguasse la proiezione militare dell'Italia al nuovo scenario nelle relazioni internazionali: “Da allora, a causa di contesti internazionali sempre più complessi e di vincoli costituzionali molto stringenti, tale paradigma cooperativo si è rapidamente imposto come la principale modalità di intervento delle nostre Forze armate all’estero. Di fronte al moltiplicarsi degli eventi che hanno richiesto una partecipazione dell’Italia a missioni internazionali si è dunque reso necessario il rinnovamento di un quadro normativo che rimaneva troppo legato alle logiche rigide e bipolari della guerra fredda”.

L'on. Artini, di cui apprezziamo l'attenzione per il nostro articolo, ragiona su un presupposto diverso e distante dal nostro. In questa legge vede una razionalizzazione dell'impianto legislativo sulle missioni militari all'estero, noi ci siamo battuti sistematicamente contro l'idea e le decisioni di partecipare alle missioni militari italiane nei teatri di guerra. Perchè di questo si è trattato. Adesso ci sono 300 militari in Libia “per proteggere la costruzione di un ospedale a Misurata” e 1300 militari in Iraq “per proteggere la ristrutturazione della diga a Mosul”. Tremiamo all'idea che una azienda italiana vinca l'appalto per la costruzione di una autostrada in Siria o in qualche altro paese in guerra.

Negli anni scorsi, la cortina fumogena “umanitaria” in Jugoslavia, Libia, ha nascosto orrori e decisioni politicamente vergognose dei nostri governi. Quella poi dell'intervento militare in Afghanistan e Iraq è quanto ha somigliato di più ad una partecipazione vera e propria ad una guerra di aggressione ad altri Stati. E su questo non c'è alcuna mediazione possibile, né in parlamento né fuori. Su questo presupposto, e proprio per questo, abbiamo fatto a sportellate e poi rotto con i senatori e i deputati della sinistra al tempo del secondo governo Prodi. Purtroppo e per fortuna abbiamo buona memoria e senso della coerenza.

18 gennaio 2017



Il giorno 13 gen 2017, alle ore 18:00, 'Coord. Naz. per la Jugoslavia' ha scritto:

http://contropiano.org/news/politica-news/2017/01/13/litalia-si-dota-della-legge-la-guerra-087877

L’Italia si dota della Legge per la guerra


di Sergio Cararo

Piuttosto in sordina, il 31 dicembre scorso è entrata in vigore la Legge quadro sulle missioni militari all'estero. La legge era già stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale fin dal 1̊ agosto; ma ne era stata rimandata l'attuazione a fine anno, tranne che per la disposizione all'integrazione del Copasir, cioè dell'organismo di controllo sulle attività dei servizi segreti (venuto fuori come problema in occasione delle “missioni coperte” in Libia), anche se valido solo per la legislatura in corso.
L'Italia si è così dotata di una legge organica dello Stato per l'invio di contingenti militari all'estero che dovrebbe azzerare le contraddizioni di incostituzionalità sul ricorso alle azioni militari contro, verso o in altri paesi vincolate al rispetto dell'art.11. Infatti il nostro ordinamento fino ad oggi prevedeva solo la disciplina della "guerra". Ma lo stato di guerra deve essere deliberato dalle Camere, che conferiscono al Governo i poteri necessari (art. 78 Cost.), mentre la dichiarazione di guerra è prerogativa del Presidente della Repubblica (art. 87, 9° comma). ll tutto nei limiti sanciti dall'art. 11 Cost., che vieta la guerra di aggressione e consente l'uso della violenza bellica solo in ipotesi ben determinate (la difesa).
La storia di questi ultimi venticinque anni, con numerose operazioni militari all'estero e il coinvolgimento dell'Italia in teatri di guerra (Iraq, Afghanistan, Jugoslavia ma anche Somalia, Libano etc.), ha reso inevitabile una legge organica che legittimasse sul piano legale la partecipazione dei militari italiani a guerre e operazioni militari in altri paesi.
La Legge individua la tipologia di missioni, i principi generali da osservare e detta disposizioni circa il procedimento da seguire. La newsletter Affari Internazionali ne offre una sintesi molto utile:


a) Le missioni militari all'estero, sia di peace-keeping che di peace-emforcement, sono in primo luogo quelle con il mandato delle Nazioni Unite, ma aadesso lo sono anche quelle istituite nell'ambito delle organizzazioni internazionali di cui l'Italia è membro, comprese quelle dell'Unione Europea;


2) La Nato non è menzionata espressamente, ma è automaticamente inclusa. La Legge poi si riferisce anche alle missioni istituite nelle coalition of willing, cioè coalizione create su una crisi specifica sulla base di decisioni unilaterali dei paesi che vi aderiscono, infine si riferisce alle missioni "finalizzate ad eccezionali interventi umanitari".


3) La Legge specifica che l'invio di militari fuori dal territorio nazionale può avvenire in ottemperanza di obblighi di alleanze, o in base ad accordi internazionali o intergovernativi, o per eccezionali interventi umanitari, purché l'impiego avvenga nel rispetto della legalità internazionale e delle disposizioni e finalità costituzionali (che a questo punto vengono aggirate dalla legge stessa)


“Resterebbe da chiarire il significato di accordi intergovernativi e come questi si differenzino dagli accordi internazionali. Si tratta di accordi sottoscritti dall'esecutivo o addirittura di accordi segreti?” si interroga Affari Internazionali. “In parte tali dubbi dovrebbero essere fugati dai paletti volti a scongiurare una deriva interventista. Le missioni devono avvenire nel quadro del rispetto: a) dei principi stabiliti dall'art. 11 Cost., b) del diritto internazionale generale, c) del diritto internazionale umanitario, d) del diritto penale internazionale”.
Quanto al procedimento per la partecipazione alle missioni internazionali, viene reso centrale il ruolo del Parlamento, razionalizzando una prassi, qualche volta in verità disattesa, che faceva precedere l'invio del contingente militare all'estero da una discussione parlamentare. Ma spesso la ratifica parlamentare avveniva a posteriori, in occasione della conversione in legge del decreto-legge (DL) di finanziamento della missione.
L'iter disegnato dalla L. 145/2016 è il seguente: la partecipazione alle missioni militari è deliberata dal Consiglio dei ministri, Cdm, previa comunicazione al Presidente della Repubblica ed eventuale convocazione del Consiglio supremo di difesa.
La Legge quadro mette mano anche ad un'altra spinosa questione, ossia se ai militari impegnati nelle missioni debba essere applicato il codice penale militare di pace o il codice penale militare di guerra. Anche la soluzione indicata lascia aperta tutte le strade. La nuova legge dispone che sia applicabile il codice penale militare di pace, ma il governo potrebbe deliberare l'applicabilità di quello di guerra per una specifica missione. In tal caso è però necessario un provvedimento legislativo e il governo deve presentare al Parlamento un apposito disegno di legge. 

 

E' dalla partecipazione alla prima Guerra del Golfo (1991) che si pone il problema di conformare la legislazione italiana al ripetuto ricorso alla guerra "nella risoluzione delle controversie internazionali" che di volta in volta è stata mascherata con acronimi sempre più improbabili: operazione di polizia internazionale, guerra umanitaria, protezione di civili, difesa preventiva etc. etc. Operazioni militari che hanno visto negli anni migliaia e migliaia di soldati italiani prendere parte a guerre in altri paesi e miliardi di euro spesi per parteciparvi. Quando le furberie sulla guerra diventano una Legge organica dello Stato, vuole dire che il punto di non ritorno si è avvicinato ancora di un altra spanna.
 

13 gennaio 2017