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From: icdsm-italia@...
Subject: [icdsm-italia] I boia di Scheveningen
Date: March 13, 2006 5:13:06 PM GMT+01:00
To: icdsm-italia @yahoogroups.com, aa-info @yahoogroups.com
Cc: info @...


I boia di Scheveningen


# MESSAGGI DI CORDOGLIO PERVENUTI AD ICDSM-ITALIA:

Serena: "Il 18 marzo in piazza ricorderemo Slobo e chiederemo la fine
del Tribunale dell'Aja, la chiusura di Sheveningen, di Abu Graib, di
Guantanamo e di tutti i luoghi di morte"

Curzio: "il mio profondo cordoglio per la morte del Presidente della
Jugoslavia Slobodan Milosevic e la mia indignazione e tutto il
disprezzo per i carnefici che si sono sono arrogati il diritto di
definirsi suoi giudici"

Paolo: "Anch'io avevo firmato l'appello per la liberazione di Slobodan
Milosevic, perche' questa non era una battaglia solamente per l'uomo
che comunque al pari di ogni altro doveva avere i suoi diritti
garantiti, ma anche e soprattutto perche' con Slobodan Milosevic
avevano messo in carcere la verita'"

Barbara: "Mi sento triste per la famiglia del S.Milosevic, che in
tutti questi anni di prigonia illegale del proprio congiunto, non ha
avuto la possibilita' di confortare, con qualche visita, il marito, il
padre"


# NOTIZIE IN MERITO ALL'ASSASSINIO DI MILOSEVIC:

...L'ex presidente della Serbia e della Jugoslavia Slobodan Milosevic
un giorno prima della morte ha scritto una lettera al capo della
diplomazia della Russia Sergej Lavrov nella quale chiedeva aiuto,
sostenendo che qualcuno nel Tribunale dell'Aia cercava di avvelenarlo
con il medicamento contro la lebbra, ha dichiarato all'Aia il suo
legale Zdenko Tomanovic...

Milosevic: fratello da Mosca, responsabilità ricade su Tpi
Altre reazioni dalla Russia - Fonte RIA Novosti
MILOSEVIC: CONSIGLIERE, MI PARLO' DI TENTATIVI AVVELENAMENTO
ESAME TOSSICOLOGICO NON ATTESO PER OGGI
SLITTA RISULTATO ESAME TOSSICOLOGICO
COMUNISTI RUSSI PROTESTANO A MOSCA
RUSSIA MANDERA' PROPRI MEDICI ALL'AJA
TPI; DOMANI MATTINA UDIENZA (sic)
SOCIALISTI SERBI: FUNERALE A BELGRADO O CADE GOVERNO


=== MESSAGGI PERVENUTI ===

In aa-info @yahoogroups.com, "soggettario" <hirina@l...> ha scritto:

Questa lista nacque nel giugno 2000 come strumento di comunicazione
del Coordinamento Nazionale La Jugoslavia vivra'.
L'intento dei compagni e delle compagne che si unirono in quel
coordinamento era quello di dare voce e di sostenere la resistenza del
popolo jugoslavo, massacrato da dieci anni di guerre imperialiste,
embarghi, menzogne. Alle violenze dei bravacci di Djindjic, dei
terroristi dell'Uck e alle falsita' dei media imperialisti le realtà
che diedero vita al coordinamento hanno risposto, in questi anni, con
decine di convegni, assemblee, autoproduzioni di video e libri,
manifestazioni, iniziative di solidarieta' militante con gli operai
della Zastava, banchetti informativi alle feste di Liberazione, eccetera.
Oggi nel carcere di Sheveninghen, che assomiglia sempre di piu' a
quello di Abu Graib, e' stato ammazzato l'uomo che piu' di tutti
rappresenta la lotta combattuta dagli jugoslavi per la propria
liberta', sovranita', indipendenza.
L'imperialismo non ha pieta' dei propri nemici.
L'imperialismo teme la verita', la sete di giustizia di tutti quei
popoli che per causa sua hanno sofferto l'esilio, la barbarie, la
morte e la sopraffazione, e per questo non fa sconti a nessuno - che
si tratti delle donne e dei bambini uccisi sui ponti di Nassyria, dei
civili inermi ammazzati dal fosforo bianco a Falluja, dei patrioti
cubani che marciscono nella carceri americane, dei ragazzi massacrati
nei territori palestinesi, di quelli uccisi in Kosovo negli ultimi 6
anni solo perchè serbi, di Slobodan Milosevic malato di cuore fatto
crepare tra le mura di una galera degna di Videla nel silenzio e nel
disinteresse di giornalisti ed "anime belle dei diritti umani".
Ma l'imperialismo non vincera', la resistenza dei popoli dall'Iraq
alla Palestina a Cuba al Venezuela lo spazzera' via.
Il 18 marzo in piazza ricorderemo Slobo e chiederemo la fine del
Tribunale dell'Aja, la chiusura di Sheveningen, di Abu Graib, di
Guantanamo e di tutti i luoghi di morte creati dagli imperialisti
americani e dai loro sodali europeri.

Onore a Milosevic, combattente antimperialista!

Serena, moderatrice AA-INFO

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Date: Sat, 11 Mar 2006 18:45:56 +0100 (CET)
From: Curzio Bettio
Subject: cordoglio per Slobodan

voglio comunicare il mio profondo cordoglio per la morte del
Presidente della Jugoslavia Slobodan Milosevic e la mia indignazione e
tutto il disprezzo per i carnefici che si sono sono arrogati il
diritto di definirsi suoi giudici.
Sono desolato di essere stato, nel mio ultimo documento-traduzione
sugli eventi di quella farsa di processo, profeta di sventura.

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Date: Sat, 11 Mar 2006 20:27:09 +0100 (CET)
De: Paolo Teobaldelli

LA MORTE DI MILOSEVIC: HANNO UCCISO LA VERITA'

Slobodan Milosevic e' morto, e' questa la sconvolgente notizia del
giorno e con lui e' morta la verita'.
Milosevic stava smontando una per una tutte le accuse montate
malamente e frettolosamente contro di lui e contro la Jugoslavia, e
stava mettendo in imbarazzo i poteri forti del mondo occidentale,
quegli stessi poteri che avevano inscenato un teatro di guerra civile
armando i fascisti croati e bosniaci prima e kosovari poi per
distruggere un esempio di democrazia e di civilta', la Jugoslavia.
Le stesse squadraccie armate dai servizi segreti occidentali e dalle
varie mafie, nonche' da quelle strutture clandestine che rappresentano
la longa mano imperialista e fascista sull'Europa, cioe' lo Stay
Behind, venivano rappresentate nei media patinati della democrazia
rappresentata come societa' civile, mentre altro non erano che
mercenari, barbari assassini e stupratori, che non si facevano
scrupoli neanche di assassinare il proprio popolo pur di dare alla
propaganda atlantica materiale da strombazzare su media e giornali per
lavare le coscienze e preparare l'isolamento prima e lo smembramento
poi della Jugoslavia, rea di volere resistere.
E' morto Milosevic e con lui la possibilita' di fare luce su una delle
piu' inquietanti pagine della storia europea dopo la II guerra
mondiale. La morte sovviene in un momento chiave ed e'alquanto
sospetta, prima di tutto perche' la malattia di Milsoevic era ben
nota, gli stessi medici del carcere gli avevano somministrato nel 2003
falsi farmaci che per poco non lo avevano ucciso. E giunge pochi
giorni dopo la morte nello stesso carcere di Milan Babic leader della
ex-repubblica serba di Krajna aggredita dalle armate croate con
consulenza ed aiuto tedesco e americano. La versione della morte di
Babic e' un mero racconto per bambini, si sarebbe impiccato in un
supercarcere politico dove la sorverglianza e' continua e dove non ci
sono cavi o fili o corde da poter usare per impiccarsi, se non come
gia' successe altrove, ricordate i brigatisti rossi tedeschi suicidati
anch'essi in carcere? E gli anarchici italiani negli anni 90'?
Insomma il sucidio forzato e' una pratica assai nota, ha sostituito il
tristemente famoso S.Antonio applicato dai fascisti mussoliniani ai
detenuti politici.
Anch'io avevo firmato l'appello per la liberazione di Slobodan
Milosevic, perche' questa non era una battaglia solamente per l'uomo
che comunque al pari di ogni altro doveva avere i suoi diritti
garantiti, ma anche e soprattutto perche' con Slobodan Miloosevic
avevano messo in carcere la verita'. E anch'essa e' morta in carcere
insieme a Milosevic.
Ma tutto cio' getta un'ombra piu' che sinistra sull'attivita' del
Tribunale che ormai da tempo si e' capito essere niente piu' che una
ridicola farsa inscenata per mettere il cappuccio a chi ancora trova
la forza di parlare e di gridare per svegliare la coscienza degli
uomini troppo intorpidita dalla pappetta mass mediatica
dell'imperialismo cap-fascista. Ma ancora di piu' getta un'ombra
sinistra sulla stessa Europa che sembra ormai aver buttato a mare la
sua storia e la sua tradizione, i suoi principi, quelli usciti dalla
rivoluzione francese che hanno scosso il mondo intero per piu' di due
secoli, la Liberta', l'uguaglianza e la fraternita', e pure ha buttato
a mare quei principi del diritto riaffermati dalla grande guerra
popolare di liberazione dal nazifascismo, quali il rispetto
dell'autodeterminazione dei popoli, il rifiuto del mezzo delle
sanzioni come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali,
e la liberta' di espressione come cardine base della democrazia.
Tutti questi principi sono oggi ormai ridotti ai minimi termini e
l'Europa intera si trova sotto la falce dei fautori del Nuovo Ordine
che di nuovo ha soltanto le facce ma nella sostanza assomiglia
terribilmente al vecchio, all'oppressione piu' bieca e barbara.
In carcere ci sono ancora tanti uomini. Non aspettiamo che uccidano
anche loro.
FUORI SESELJ E TUTTI GLI ALTRI SUBITO, CHIEDIAMOLO A GRAN VOCE,
Con loro libereremo anche la speranza, prima che sia troppo tardi.

Paolo Teobaldelli

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From : "barbara strad"
Date : Sat, 11 Mar 2006 09:44:54 -0800 (PST)

(...) Mi sento proprio triste per la morte, e chi sa in quali
circostanze, del Signor Milosevic. Mi sento sempre una gran tristezza
per quello che e' successo alla Jugoslavia. Mi sento triste che non se
ne possa parlare con quasi nessuno, "grazie" alla propaganda che ha
lavato il cervello a tanta gente. Mi sento triste per la famiglia del
S.Milosevic, che in tutti questi anni di prigonia illegale del proprio
congiunto, non ha avuto la possibilita' di confortare, con qualche
visita, il marito, il padre...


=== NOTIZIE IN MERITO ALL'ASSASSINIO DI MILOSEVIC ===

www.radioyu.org

12.03.2006. 15:11

L'ex presidente della Serbia e della Jugoslavia Slobodan Milosevic un
giorno prima della morte ha scritto una lettera al capo della
diplomazia della Russia Sergej Lavrov nella quale chiedeva aiuto,
sostenendo che qualcuno nel Tribunale dell'Aia cercava di avvelenarlo
con il medicamento contro la lebbra, ha dichiarato all'Aia il suo
legale Zdenko Tomanovic. Tomanovic ai giornalisti ha dimostrato la
lettera in quattro pagine scritta a mano da Milosevic, che ha
consegnato all'ambasciata della Russia in Olanda. Tomanovic ha citato
le parole della lettera nella quale Milosevic sosteneva che «dai
documenti che mi sono stati recapitati il 7 marzo risulta che il 12
gennaio nel mio sangue sono state ritrovate le tracce di un
medicamento estremamente forte che si usa, come hanno precisato,
contro la lebbre e la tubercolosi, sebbene non usassi mai nessun
antibiotico nel periodo di questi cinque anni, da quando mi trovo
nella loro prigione».

12.03.2006. 16:03

Il presidente del Consiglio esecutivo del Partito socialista della
Serbia Ivica Dacic ha valutato che prima o poi saranno chiamate in
causa le persone che hanno consegnato Slobodan Milosevic al Tribunale
dell'Aia. Alla riunione commemorativa, organizzata dal Consiglio
esecutivo del Partito socialista della Serbia, in occasione della mote
dell'ex presidente della Serbia e della Jugoslavia, Dacic ha chiesto
alle autorita' serbe di assicurare le condizioni necessarie perche' la
Serbia possa' congedarsi in modo decente da Slobodan Milosevic, e
perche' i suoi funerali possano passare all'insegna dell'appoggio
della politica condotta da lui. Dacic ha ripetuto ancora una volta che
Milosevic e' stato ucciso dalla decisione del Tribunale dell'Aia di
impedirgli di essere curato nel policlinico di Mosca.

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Milosevic: fratello da Mosca, responsabilità ricade su Tpi

MOSCA - Il fratello di Slobodan Milosevic, Borislav, ha detto da
Mosca, dove vive da tempo, di non aver ricevuto "nessuna informazione
ufficiale" sulla morte del congiunto. "Se è vero - ha aggiunto in una
dichiarazione all'agenzia Interfax - tutta la responsabilità ricade
sul Tribunale penale internazionale".
Qualche giorno fa il Tribunale internazionale dell'Aja aveva rifiutato
una richiesta fatta da Slobodan Milosevic per recarsi a Mosca per cure
mediche, in relazione ai suoi problemi cardiaci.
In quell'occasione i giudici avevano ritenuto che i legali di
Milosevic non fossero riusciti a dimostrare che "le necessità mediche
dell'ex presidente non potessero essere affrontate in Olanda".
Milosevic soffriva da tempo di problemi cardiaci che avevano
rallentato sensibilmente lo svolgimento del processo. La richiesta di
andare a Mosca era stata presentata diverso tempo fa e ribadita più volte.

SDA-ATS, 11 marzo 2006
http://www.swissinfo.org/sit/swissinfo.html?siteSect=143&sid=6540949&cKey=1142084776000

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From: Mark Bernardini
Sent: Saturday, March 11, 2006 11:32 PM
RIA Novosti (traduzione di Mark Bernardini, http://www.bernardini.com )

La notizia della morte di Milosevic ha scosso tutto il mondo.
Avendo negato all'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic il
diritto di curarsi in Russia, i rappresentanti del tribunale dell'Aja
gli hanno di fatto "negato il diritto alla vita", ritiene la prima
vicepresidente della Duma (la Camera dei Deputati) Ljubov' Sliska, del
Partito Russia Unita. La morte di Milosevic resterà sulla coscienza di
coloro che gli hanno rifiutato le cure, ha sottolineato Ljubov' Sliska.
La Sliska ritiene che la morte dell'ex presidente jugoslavo
abbia minato seriamente l'autorevolezza di questa suprema istanza
giudiziaria. "Coloro che hanno rifiutato le cure a Milosevic debbono
dare le dimissioni", - ritiene la parlamentare russa. La Sliska ha
anche stigmatizzato che in questo caso in particolare non è tanto
questione di criminale negligenza, quanto di atteggiamento disumano
nei confronti di un imputato.
Una chiave di lettura simile è stata espressa dal capo del
gruppo parlamentare "Rodina" ("Patria") Sergej Baburin. Egli ha
definito la morte di Milosevic un crimine ed un delitto contro i
diritti dell'uomo. Secondo il suo parere, i giudici del tribunale
dell'Aja non erano interessati a portare l'indagine giudiziaria nei
confronti di Milosevic fino al suo termine logico. Probabilmente, ha
supposto Baburin, anche il rifiuto del tribunale dell'Aja di recarsi a
Mosca per curarsi era legato a questo.
Secondo il leader del Partito Liberal-Democratico Vladimir
Žirinovskij, bisogna procedere contro i giudici del tribunale
dell'Aja, che hanno negato all'ex presidente jugoslavo le cure
necessarie. Ha intenzione di presentare una risoluzione conforme alla
prossima riunione plenaria della Duma, che si terrà il 15 marzo.
Ha anche sottolineato che i deputati esigeranno la
liquidazione del tribunale dell'Aja come tale, che non ha alcuno
status giuridico "ed è una farsa". Secondo Žirinovskij i
rappresentanti del tribunale dell'Aja debbono rispondere del fatto che
abbiano preso per sfinimento e fino alla morte il proprio imputato.
Una valutazione più posata è stata quella del capo della
commissione parlamentare per gli affari esteri Konstantin Kosacëv.
Secondo la sua opinione, i frangenti della morte dell'ex presidente
jugoslavo Slobodan Milosevic nella prigione dell'Aja debbono essere
oggetto di una serissima indagine.
Milosevic, ha constatato il parlamentare, ha commesso molti
errori, e forse anche crimini, ma in ultima analisi "è rimasto
ostaggio di quegli errori e forse crimini che hanno commesso i Paesi
occidentali nel contesto della crisi jugoslava, che sono ancora di là
da valutare".

Nota. Il tribunale internazionale dell'Aja non prevede la pena di
morte, se quindi Milosevic fosse stato riconosciuto colpevole
rischiava l'ergastolo.

Le altre morti nel carcere dell'Aja

Giova ricordare che domenica scorsa in cella all'Aja nel
carcere Ševeningen si è suicidato l'ex presidente dell'autoproclamata
repubblica Srpska Krajna in Croazia, il cinquantenne Milan Babic, che
si era volontariamente consegnato al tribunale nel 2003. E' stato
riconosciuto colpevole di crimini di guerra contro la popolazione non
serba e di crimini contro l'umanità, e condannato a 13 anni di galera.
Il suicidio di Milan Babic non è il primo caso in cui nel
carcere dell'Aja gli imputati di crimini di guerra si sono suicidati.
Sette anni fa si era suicidato Slavko Dokmanovic, ex sindaco di Vukovar.

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MILOSEVIC: CONSIGLIERE, MI PARLO' DI TENTATIVI AVVELENAMENTO(2)

(ANSA-AFP) - L'AJA, 11 MAR - ''Insisto su questa richiesta. Ne ho
anche informato l'ambasciata di Russia'', ha aggiunto Tomanovic, a
proposito della domanda per far fare l'autopsia a Mosca. La salma di
Slobodan Milosevic e' stata trasportata a fine giornata all'Istituto
medico-legale olandese (Nfi) all'Aja, dove l'esame autoptico dovrebbe
cominciare domattina. All'autopsia - ha annunciato stasera il Tpi -
partecipera' un medico serbo, nella fattispecie il medico-capo del
Consiglio nazionale serbo di cooperazione con il Tribunale penale
internazionale sulla ex Jugoslavia. Il Tpi, per contro, non si e'
pronunciato sulla richiesta di Tomanovic di eseguire l'autopsia a
Mosca. Annunciando l'autopsia e l'esame tossicologico, una portavoce
del Tribunale ha detto che ''non vi sono segni che (Milosevic) si sia
suicidato''. Per conoscere le cause della morte - ha aggiunto -
occorre attendere i risultati dell'esame autoptico. (ANSA-AFP). DIG
11/03/2006 22:17

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Repubblica online 11/3/2006 - Belgrado, 20:33

MILOSEVIC TPI AUTORIZZA PRESENZA MEDICI SERBI AD AUTOPSIA

Medici forensi serbi potranno assistere all'autopsia sul cadavere
dell'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, che sara' condotta
all'Istituto nazionale di medicina legale all'Aja. L'autorizzazione e'
stata data dal Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia.
Lo ha riferito il ministro di Serbia e Montenegro per i Diritti umani,
Rasim Ljajic. "Sono stato informato che il tribunale ha acconsentito a
che nostri patologi assistano all'autopsia", ha detto il ministro che
e' anche responsabile della cooperazione della regione con il
Tribunale dell'Aja. "Avro' colloqui per conoscere altri particolari
sull'accaduto e per rilevare il cadavere", ha aggiunto Ljajic.

---

MILOSEVIC: TV, IN PASSATO TRACCE SOSTANZE INSOLITE IN SANGUE

(ANSA) - L'AJA, 12 MAR - Da un'analisi del sangue realizzata su
Slobodan Milosevic tra novembre e gennaio e' risultata la presenza di
tracce di sostanze inconsuete. Lo ha detto la tv statale olandese Nos,
citando fonti non identificate. Nel sangue c'erano tracce di sostanze
spesso utilizzate per pazienti malati di lebbra o tubercolosi, ha
aggiunto l'emittente tv olandese. Oggi uno dei consiglieri giuridici
di Slobo Zdenko Tomanovic aveva detto alla stampa che Milosevic aveva
venerdi' denunciato, con una lettera inviata all'ambasciata russa
all'Aja, che c'erano stati tentativi di avvelenarlo facendogli
assumere forti farmaci contro queste due malattie. La fonte della tv
potrebbe essere lo stesso Tomanovic. (ANSA). RIG
12/03/2006 19:41

MILOSEVIC: VEDOVA, SLOBODAN ERA TERRIBILMENTE DEBILITATO
(ANSA-AFP) - BELGRADO, 13 MAR - Mira Markovic, vedova di Slobodan
Milosevic, ha affermato che suo marito, negli ultimi tempi, era
''terribilmente debilitato'', sembrando cosi' accreditare la tesi di
una morte naturale per arresto cardiaco. In una intervista al
quotidiano belgradese Vecernje novosti, oggi in edicola, la Markovic
ha affermato che il Tribunale Penale Internazionale ''non gli ha
permesso di ricevere il trattamento di cui aveva bisogno, né si e'
pensato di fare una pausa al processo per permettergli di
riprendersi''. Secondo la vedova ''non sono state prese adeguate
misure e percio' gli e' stata accorciata la vita''. Una equipe
internazionale di medici ''aveva constatato che Slobodan soffriva di
guai vascolari alla testa che avrebbero consigliato un arresto di
tutte le attivita' e una ospedalizzazione. Ma non e' stato
consentito'', ha aggiunto la Markovic. ''Si e' trattato -ha dichiarato
ancora la vedova- di una liquidazione fisica pianificata'',
organizzata ''perché non potevano rilasciarlo pur non avendo trovato
prove per condannarlo''. Intanto gli esperti serbi che hanno
supervisionato l'autopsia di Slobodan Milosevic a L'Aja si sono
dichiarati soddisfatti dell'''alta professionalita''' dei medici
legali olandesi. Lo hanno annunciato nella tarda serata di ieri le
autorita' di Belgrado. Secondo un comunicato del Consiglio Nazionale
per la cooperazione con il Tpi ''gli esperti serbi che hanno
supervisionato l'autopsia hanno ritenuto che l'intera procedura e'
stata realizzata in maniera molto professionale''.(ANSA-AFP). KTA
13/03/2006 00:36

MILOSEVIC: ESAME TOSSICOLOGICO NON ATTESO PER OGGI
(ANSA) - BRUXELLES, 13 MAR - I risultati dell'esame tossicologico
realizzati sul corpo di Slobodan Milosevic non saranno resi noti nella
giornata di oggi: lo precisano fonti della Corte dell'Aja, senza dire
quando i risultati potranno essere conosciuti. Ieri in nottata il Tpi
aveva diffuso un rapporto preliminare sull'autopsia compiuta nel
pomeriggio, precisando che i risultati della parte tossicologica non
erano ancora pronti. Ieri uno dei consiglieri giuridici dell'ex
presidente jugoslavo Ztemko Tomanovic aveva riferito alla stampa di
una lettera scritta venerdi' da Slobo che denunciava le sue
''preoccupazioni di essere avvelenato'' in carcere, a causa dei
''forti farmaci usati per curare lebbra e tubercolosi'' che non aveva
pero' assunto. (ANSA). RIG-PUC
13/03/2006 10:38

MILOSEVIC: SLITTA RISULTATO ESAME TOSSICOLOGICO /ANSA
(ANSA) - L'AJA, 13 MAR - Slitta ad una data ancora non precisata la
pubblicazione dei risultati dell'esame tossicologico realizzato sul
corpo di Slobodan Milosevic, mentre medici olandesi affermano che l'ex
presidente jugoslavo assumeva farmaci controindicati per la sua
patologia. Lo slittamento dei risultati e' stato reso noto stamani da
fonti della Corte dell' Aja, che hanno d'altra parte informato di aver
messo a disposizione dei familiari di Slobo la salma dell'ex
presidente jugoslavo. La consegna del corpo - che si trova
all'Istituto medico legale olandese dell'Aja - ai familiari era stata
annunciata ieri dal Tpi. Gli accertamenti tossicologici condotti nel
corso dell' autopsia rappresentano un passaggio chiave per conoscere
la verita' sulle cause del decesso dell'ex leader jugoslavo, che
sabato mattina e' stato trovato senza vita nella sua cella al carcere
dell'Onu di Scheveningen, vicino L'Aja. Ieri in nottata, il Tpi ha
confermato che, sulla base del rapporto preliminare dell'autopsia,
Milosevic e' morto per ''un infarto del miocardio''. Sempre nella
giornata di ieri, il suo consigliere legale, Zdenko Tomanovic, ha
mostrato alla stampa una lettera scritta da Slobo, e inviata
all'ambasciata russa venerdi', nella quale denunciava che la Corte
dell'Aja cercava di ''avvelenarmi'' somministrando ''pesanti farmaci
contro la lebbra e la tubercolosi''. Tossicologi olandesi hanno
stamani avanzato l'ipotesi dell' assunzione da parte di Milosevic di
farmaci controindicati per la sua patologia, che potrebbero aver
annullato l'effetto del trattamento contro l'ipertensione ed i
problemi cardiaci, sulla base dei risultati di esami del sangue
dell'ex presidente fatti qualche settimana fa. Secondo l'agenzia
olandese Anp, la Corte dell'Aja aveva chiesto ad un tossicologo
dell'Universita' di Groningen, Donald Urges, di realizzare accurati
esami clinici per cercare di scoprire perche' la pressione di Slobo
rimaneva cosi' alta nonostante le medicine che prendeva per i problemi
cardiaci. Nel sangue di Slobo sarebbero quindi state trovate tracce di
rifampicin, una sostanza utilizzata contro la lebbra e la tubercolosi.
(ANSA) RIG
13/03/2006 12:48

MILOSEVIC: COMUNISTI RUSSI PROTESTANO A MOSCA
(ANSA) - MOSCA, 13 MAR -Il partito comunista, principale forza di
opposizione al regime del presidente Vladimir Putin, ha definito la
morte di Slobodan Milosevic ''un crimine dell'imperialismo'' e ha
deciso picchetti protesta davanti alle ambasciate moscovite di Olanda
e Stati Uniti. ''Siamo sicuri - ha dichiarato il leader del Pc
Ghennadi Ziuganov - che gli americani, autori dell'aggressione della
Nato contro la Jugoslavia alla fine del secolo scorso, e il tribunale
internazionale dell'Aja sono responsabili della morte di Milosevic''.
Per Ziuganov, che alle presidenziali del 1996 e' stato battuto per
poco da Boris Ieltsin, l'ex uomo forte di Belgrado non e'
assolutamente morto di morte naturale ma ''e' stato ucciso in
prigione'': gli hanno infatti impedito l'accesso ad un'adeguata
assistenza medica, come dimostrerebbe - ha detto - il fatto che di
recente gli hanno negato un viaggio a Mosca per esami e cure. Ziuganov
propone che i giudici del tribunale dell'Aja e gli avvocati
dell'accusa siano incriminati per ''deliberato diniego di assistenza
medica a persona bisognosa'' e radiati dalla professione. (ANSA). LQ
13/03/2006 12:55

MILOSEVIC: RUSSIA PRONTA A MANDARE ALL'AJA PROPRI MEDICI
(ANSA) - MOSCA, 13 MAR - La Russia e' pronta ad inviare un gruppo di
suoi medici all'Aja per prendere parte agli accertamenti sulla morte
di Slobodan Milosevic. Lo ha detto oggi il portavoce del ministero
degli Esteri Mikhail Kaminin quando ha confermato la ricezione di una
lettera scritta da Milosevic e recapitata sabato all'ambasciata russa
in Olanda. Scritta a mano e indirizzata al ministro degli Esteri
Serghei Lavrov, la lettera ''fa menzione di terapie inadeguate da
parte dei dottori del tribunale dell'Aja e ancora una volta chiede
l'aiuto della Russia per ottenere il permesso di farsi curare in un
ospedale di Mosca''. Kaminin ha affermato che a chiedere il
coinvolgimento dei medici russi negli accertamenti sul perche' del
decesso e' stata la famiglia dello scomparso, in particolare il
fratello Borislav. (ANSA). LQ
13/03/2006 13:17

MILOSEVIC: RUSSIA MANDERA' PROPRI MEDICI ALL'AJA
(ANSA) - OSCA, 13 MAR - La Russia mandera' un gruppo di medici all'Aja
per partecipare agli accertamenti sulla morte di Slobodan Milosevic.
Lo ha annunciato oggi il ministro degli Esteri Serghei Lavrov. ''Non
ci hanno creduto e anche noi abbiamo il diritto di non credere a
quanti fanno l'autopsia'', ha dichiarato Lavrov con un polemico
riferimento al fatto che malgrado le garanzie date dalla Russia il
tribunale dell'Aja non ha permesso nelle scorse settimane a Milosevic
di venire a Mosca per una serie di esami e cure. (ANSA). LQ
13/03/2006 14:04

MILOSEVIC: RUSSIA MANDERA' PROPRI MEDICI ALL'AJA (2)
(ANSA) - MOSCA, 13 MAR - Il ministero della Sanita' ha precisato che
la delegazione medica russa partira' per l'Aja ''domani mattina
presto'' con l'obiettivo di ''studiare i risultati dell'autopsia di
Milosevic''. (ANSA). LQ
13/03/2006 15:14

MILOSEVIC: TPI; DOMANI MATTINA UDIENZA, FORSE FINE PROCESSO
(ANSA) - L'AJA, 13 MAR - ''Domani mattina alle 9 ci sara' un'udienza''
sul processo contro Slobodan Milosevic: lo ha annunciato in un
comunicato distribuito alla Corte dell'Aja lo stesso tribunale penale
sull'ex Jugoslavia. Fonti vicine alla Corte spiegano che l'udienza
dovrebbe presumibilmente porre fine al processo, dopo la morte sabato
scorso dell'ex presidente jugoslavo.(ANSA). RIG-PUC
13/03/2006 14:37

MILOSEVIC: SOCIALISTI, FUNERALE A BELGRADO O CADE GOVERNO
(ANSA) - BELGRADO, 13 MAR - Il partito socialista serbo (Sps), casa
madre dello scomparso ex leader jugoslavo Slobodan Milosevic, ha
minacciato oggi di far cadere l'attuale governo del premier Vojislav
Kostunica se questo non autorizzera' lo svolgimento a Belgrado, ''in
condizioni normali'', dei funerali dello stesso Milosevic. Lo ha detto
il vicepresidente dello Sps, Milorad Vucevic. (ANSA). LR
13/03/2006 13:25

MILOSEVIC: SOCIALISTI, FUNERALE A BELGRADO O CADE GOVERNO (2)
(ANSA) - BELGRADO, 13 MAR - Vucevic non ha precisato cosa intenda
esattamente per ''condizioni normali'', ma ha sottolineato comunque
che il suo partito e' pronto ad abbandonare anche il parlamento se non
si riterra' soddisfatto. Una riunione dei vertici dello Sps e'
prevista per il pomeriggio e sembra intenzionata a riproporre in
particolare la richiesta di funerali di Stato, malgrado il diniego
gia' opposto dai vertici del Paese. I socialisti avevano sollecitato
ieri anche la concessione di un provvedimento di clemenza per la
vedova di Milosevic, Mira Markovic, ricercata in Serbia per
malversazione, in modo da consentire la sua presenza alle esequie. Ma
la proposta e' stata respinta sia a livello politico dal presidente
Boris Tadic, sia a livello giudiziario dalla Procura generale di
Belgrado. Lo Sps - crollato ormai a un 7% di consensi - garantisce
tuttavia l'appoggio esterno e la sopravvivenza al governo Kostunica,
malgrado l'opposizione degli ultranazionalisti che hanno la
maggioranza relativa in parlamento. Un sostegno che e' numericamente
decisivo fin da quando si e' consumata la rottura definitiva in seno
al fronte democratico serbo - quello che nel 2000 fece cadere il
regime di Milosevic - fra il partito moderato di Kostunica e quello
liberale di Tadic. (ANSA). LR
13/03/2006 13:27





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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)

Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204

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ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27 -- 00043 Ciampino (Roma)
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*** Conto Corrente Postale numero 86557006, intestato ad
Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)

From: icdsm-italia @...
Subject: [icdsm-italia] Saopstenje/Dichiarazione/Statement of
Sloboda and ICDSM
Date: March 11, 2006 7:49:31 PM GMT+01:00
To: icdsm-italia @yahoogroups.com


Dichiarazione

Il presidente Slobodan Milosevic, il più grande combattente per la
libertà e la dignità della gente della Serbia ed il maggiore simbolo
internazionale della lotta per i diritti dei popoli, è stato
assassinato questa mattina nell'unità di detenzione in Scheveningen.

Di questo crimine, il "Tribunale dell'Aia" è direttamente
responsabile, attraverso il diniego di permettere il suo trattamento
medico a Mosca, nonostante il suo stato di salute critico.

Richiediamo al Segretario Generale dell' ONU di sospendere
immediatamente i lavori di questa istituzione criminale, ed al
Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiediamo di abolirla.

Richiediamo alle autorità della Serbia di tagliare immediatamente ogni
cooperazione con il "Tribunale" e di rendere possibile alla gente di
esprimere cordoglio al presidente Milosevic. Se rifiuteranno, ne
risponderanno davanti al popolo.

Chi era, e perchè lottare per Slobodan Milosevic, lo sanno meglio di
chiunque altro la gente della Serbia e quelli che nel mondo amano la
libertà. La sua morte deve contrassegnare la fine delle politiche
perfide e servili che conducono il paese ed il popolo alla rovina.

Invitiamo la gente ad unirsi in difesa della propria libertà e
dignità, come ha sempre fatto Slobodan Milosevic.

Il libro delle condoglianze sarà aperto domenica, il 12 marzo, a
partire dalle ore 9 nei locali dell'associazione Sloboda/Libertà, in
Via Rajiceva 16 a Belgrado.


Associazione Sloboda/Libertà
Comitato nazionale di per la liberazione di Slobodan Milosevic


**************************************************************
INTERNATIONAL COMMITTEE TO DEFEND SLOBODAN MILOSEVIC
ICDSM Sofia-New York-Moscow www.icdsm.org
**************************************************************
Velko Valkanov, Ramsey Clark, Alexander Zinoviev (Co-Chairmen),
Klaus Hartmann (Chairman of the Board), Vladimir Krsljanin (Secretary),
Christopher Black (Chair, Legal Committee), Tiphaine Dickson (Legal
Spokesperson)
**************************************************************
11 March 2006 Special Circular
**************************************************************
slobodavk@... tel: +381 63 8862 301 fax: +318 11
630 549
**************************************************************


Statement

President Slobodan Milosevic, the biggest fighter for freedom and
dignity of the Serbian people and the greatest international symbol of
the struggle for peoples' rights, has been murdered this morning in
the detention unit in Scheveningen.

For this crime, the Hague tribunal is directly responsible, by its
denial to allow his medical treatment in Moscow, in spite of his
critical medical condition.

We demand from the UN General Secretary to immediately suspend the
works of this criminal institution, and from the UN Security Council
we demand to abolish it.

We demand from Serbian authorities to immediately cut any cooperation
with the tribunal and to make possible to the people to express the
honor to President Milosevic. If they decline to do that, they will
respond before the people.

Who was and what for was struggling Slobodan Milosevic, the Serbian
people and the whole freedom-loving world knows best. His death has to
mark the end of the treacherous and servile policies that lead the
country and the people into disaster.

We call upon the people to unite in defense of its freedom and
dignity, as it was always done by Slobodan Milosevic.

The book of condolences will be open on Sunday, 12 March at 9 am in
the premises of Sloboda/Freedom Association, 16 Rajiceva street in
Belgrade.

Sloboda/Freedom Association
National Committee for the Liberation of Slobodan Milosevic

***************************************************************


SAOPSTENJE

Predsednik Slobodan Milosevic, najveci borac za slobodu i
dostojanstvo srpskog naroda i najveci simbol borbe za prava naroda u
svetu, ubijen je jutros u pritvorskoj jedinici u Seveningenu.

Za ovaj zlocin direktno je odgovoran haski tribunal koji je,
uprkos kriticnom zdravstvenom stanju predsednika Slobodana Milosevica,
odbio da omoguci njegovo lecenje u Moskvi.

Zahtevamo od generalnog sekretara UN da odmah obustavi rad
ove zlocinacke institucije, a od Saveta bezbednosti UN da je ukine.

Zahtevamo od srpskih vlasti da odmah prekinu svaku saradnju
sa tribunalom i da omoguce narodu da oda du`nu postu predsedniku
Milosevicu. Ukoliko to ne ucine, odgovarace pred sudom naroda.

Ko je bio i za sta se borio Slobodan Milosevic, najbolje zna
srpski narod, ali i citav slobodoljubivi svet. Njegova smrt mora oznaciti
kraj izdajnicke i udvoricke politike koja zemlju i narod vodi u propast.

Pozivamo narod da se ujedini u odbrani svoje slobode i
dostojanstva, kao sto je to uvek cinio Slobodan Milosevic.

Knjiga zalosti bice otvorena u nedelju, 12. marta u 9 casova
u prostorijama Udruzenja SLOBODA, ul. Rajiceva br. 16 u Beogradu.

Udruzenje SLOBODA
Nacionalni komitet za oslobo|enje Slobodana Milosevica

**********************************************************************

The International Committee For the Defence of Slobodan Milosevic
condemns the deliberate refusal of the fascist Hague tribunal to
honour all civilized codes of decency and law which have resulted in
the death of President Slobodan Milosevic in their hands today, March
11, 2006. Their actions are tantamount to the murder of a man who
stood as a symbol of resistance to the New World Order and a symbol of
and fighter for the independence and sovereignty of the peoples of
Yugoslavia and for social justice in the world. This was his only crime.

We demand that there be an international, independent enquiry into the
circumstances and cause of his death and that his family, his party
and his supporters be party to that enquiry.

We also demand the right of his wife and family to attend his funeral
without fear of persecution, arrest or any other impediment to their
right to honour their beloved husband, comrade and father.

To the people of Yugoslavia we offer our profound sympathies. Yet,
though he is no longer with us in body, his ceaseless courage, his
determination to show the world the truth about the aggression by the
western powers against Yugoslavia, his spirit of resistance to the new
fascism, and his constant belief in the strength and spirit of the
people, will forever light the darkness into which the world has
descended. We salute him and will forever thank and honour him.

Christopher Black
Chair, Legal Committee
and Vice-Chair ICDSM
255-744-666-972
bar @ idirect.com

*************************************************************
YESTERDAY, THE FOLLOWING LETTER WAS SENT TO THE UN
SECURITY COUNCIL MEMBERS AND TO THE PRESIDENT AND
THE APPEALS CHAMBER OF THE HAGUE TRIBUNAL:
**************************************************************

We are dismayed and deeply distressed at the cavalier and dilatory
dismissal by the ICTY Trial Chamber of former President Slobodan
Milosevic's request that, as recommended by the internationally
respected Bakoulev Center for Cardiovascular Surgery in Moscow, he be
transferred there for further testing and possible treatment for a
life threatening cardiovascular condition. Based on medical
examinations of President Milosevic by three doctors on November 4,
2005, including Dr. M.V. Shumilina, an angiologist from the Bakoulev
Center, Dr. L.A. Bockeria, Director and Chairman of the Bakoulev
Center found President Milosevic condition to be "critical". The
Trial Chamber received these medical evaluations on November 15, 2005.

Most dismaying and distressing is the total failure of the Trial
Chamber to address and acknowledge the medical condition of President
Milosevic and order needed testing and medical treatment as is the
right of every prisoner. International law-and in particular, the
International Covenant for Civil and Political Rights-- prescribes,
and the ICTY's own Rules of detention guarantee, the rights of
prisoners to be " treated with humanity and with respect for the
inherent dignity of the human person". Throughout the course of legal
proceedings, accused are presumed innocent, and those deprived of
their liberty are to be treated in a manner "appropriate to their
status as unconvicted persons". President Milosevic remains untreated
in the face of Dr. Shumilina's conclusion that his medical treatment
at the United Nations Detention Unit is "inadequate". Incredibly,
despite his history of heart problems and high blood pressure, no
vascular diagnoses had been made before November 4, 2004. Yet
President Milosevic's health has been a major concern in the
proceedings for the past three years. The stress of the proceedings,
the inadequate medical care and the prison conditions have severely
worsened his prior health problems endangering his life.

The Trial Chamber has taken no action to protect the life of a
prisoner whose physical condition has been found to be critical. Instead
it has trivialized its duty to assure adequate and necessary medical
care for a person being tried before it. Detainees who require special
treatment, as does President Milosevic, must be transferred to
specialized institutions for that treatment, as set out by the.
Standard Minimum Rules for the Treatment of Prisoners, adopted by the
First United Nations Congress on the Prevention of Crime and the
Treatment of Offenders.

The Trial Chamber astonishingly proclaims:

1. "That neither Dr. Shumilina nor Dr. Bockeria states that the
Bakoulev Center is the only possible location for appropriate
diagnosis and treatment of the accused's condition." What conceit
could lead them to such a boast? They doubtless believe their Center
is the best and such a conclusion is justified. No confidence can be
placed in the medical choices of the Court authorities after their
years of neglect and selection in December 2005 of Dr. Aarts, a Dutch
neurological radiologist, who found no pathological condition in
President Milosevic and made no recommendations for treatment.

2. That it "...accepts the submission of the Prosecution that if the
Accused wishes to be treated by specialists who are not from the
Netherlands, such physicians may come here to treat him." Rich and
famous people travel from all parts of the world to leading medical
centers like Bakoulev, often when their very travel is a risk. No one
believes the same quality service could be provided by roving medical
teams of the world's best doctors and if it could be, the number of
patients they serve would be drastically reduced.

Both propositions are absurd in a proceeding where life and
fundamental rights are at stake. And how does the panel explain its
authorizing Pavle Strugar to be repeatedly released to travel to
Montenegro, an entity which is not a UN member, for hip replacement
surgery, a relatively safe, simple and a minor procedure?
Prosecutor v. Pavle Strugar, IT-01-42-A, 3 December 2001, 16 December
2005.

The final conclusion of the Trial Chamber proclaims that it is "not
satisfied ... that it is more likely than not that the Accused, if
released,
would return for the continuation of his trial". Why it has more
trust in the government of Montenegro or interim administration of
Kosovo than the Russian Federation, which has given its word to return
President Milosevic, is not explained, but the insult to a permanent
member of the Security Council is inescapable.

The Trial Chamber's reliance in denying President Milosevic needed
medical care, on the proceedings being in "its latter stages ... at
the end of which... he may face the possibility of life imprisonment"
is irrational at best. Does it mean under such circumstances, a
prisoner may just have to die? Is it too late for urgently needed
medical treatment? Does it mean "the possibility of life imprisonment
is greater in the latter stages of a trial than in the beginning?
Then it is commenting on the weight of the evidence which it will
judge. Would a defendant who believes he would be convicted and
sentenced to life in prison wait until the latter stages of
proceedings to seek a means of escape? Would an impartial Court
obligated to hear all the evidence before reaching a decision believe
in the latter stages of a trial it was hearing that the defendant was
more likely to flee then than he was at the beginning, unless the
Court believed the evidence supported a severe sentence? Has the
Court revealed its bias by its bizarre reliance on a presumed fear of
a life sentence by the accused in the latter stages of these proceedings?

The decision of the Trial Chamber is unsupportable in fact and in law.
It exposes the Court's strategy of feeble excuses to support its
prejudice and reveals its own failures to protect the health of this
prisoner.

The decision is so unreasonable and plainly unjust as to demonstrate
the appearance and the fact of judicial prejudice.

The Court has determined that President Milosevic must face the
possibility of death because it sees the possibility of a life
sentence as the cause for his seeking emergency medical care.

The decision alone, affirmed by the Appeals Chamber, will do great
injury to the ICTY and international humanitarian law. The death, or
serious impairment of President Milosevic for want of medical care
will impose the same sentence on the ICTY and international law as a
means to peace.

We urge you to reverse the Trial Chamber's decision and order the
immediate transfer of President Milosevic to the Bakoulev Center for
testing and treatment under the conditions proposed.


(Ending for the Security Council)

We urge you to direct the ICTY to order the immediate transfer of
President Milosevic to the Bakoulev Center for testing and treatment
under the conditions proposed.


Respectfully submitted,

Ramsey Clark,
Former US Attorney General, USA

Professor Velko Valkanov,
doctor of law, President of the Bulgarian Committee for Human Rights,
former MP, Bulgaria

Professor Alexander Zinoviev,
philosopher, writer, Russian Federation

Professor Sergei Baburin,
doctor of law, Vice-Chairman of the State Duma of the Parliamentary
Assembly of the Russian Federation

JUDr Vojtech Filip,
Vice-Chairman of the Chamber of Deputies of the Parliament of the
Czech Republic

Thanassis Pafilis,
Member of the European Parliament, General Secretary of the World
Peace Council, Greece

Tiphaine Dickson,
international criminal lawyer, Quebec

Professor Aldo Bernardini,
doctor of international law, Italy

Christopher Black,
international criminal lawyer, Canada

Klaus Hartmann,
Vice-Chairman of the World Union of Freethinkers, Germany






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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)

Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
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Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
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UN TERRENO DI CONFRONTO CON LA DESTRA AMERICANA


http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/esteri/niccal4/giustoespa/giustoespa.html

D'Alema: "Giusto espandere la democrazia, anche con la forza"

di GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA - Tema "delicato", soprattutto quando si parla del programma del
centrosinistra per il 2006. Si può esportare la democrazia? E se sì,
con quali mezzi? Massimo D'Alema indica la sua strada sapendo che
quando arriverà sul tavolo di tutta l'Unione sarà un problema.
"Esportare la democrazia con successo vuol dire non escludere a priori
il tema dell'uso della forza", dice il presidente dei Ds al seminario
della fondazione Italianeuropei che ruota intorno al progetto riformista.

Il suo è un discorso tutto incentrato sulla politica estera e oggi
politica estera significa anche come stare nel dibattito guerra-pace.
Platea abbastanza amica, a parte, in prima fila, il comunista Armando
Cossutta che scuote la testa: "Simpatici, questi riformisti, ma dicono
molte cose sbagliate... ".

Il punto di partenza di D'Alema è: "L'idea neocon di esportare la
democrazia è giusta, è un grande obbiettivo", "la sicurezza è
nell'espansione della democrazia" e la questione dovrà essere assunta
dal centrosinistra. Sicurezza e ordine dovranno essere basati "sul
diritto internazionale e non sull'uso della forza", aggiunge l'ex
premier e più tardi, a margine del seminario, D'Alema spiegherà che il
suo riferimento è alle emergenze umanitarie e in un ambito,
naturalmente, multilaterale. Quello che è già avvenuto in Kosovo, in
sostanza. Ma oggi bisogna guardare oltre. "Il multilateralismo -
spiega D'Alema - non deve essere interpretato come condivisione di
impotenze o accettazione dello status quo, ma come un sistema in grado
di intervenire efficacemente, superando la visione ottocentesca della
sovranità nazionale".
È evidente che il presidente della Quercia ha già lo sguardo rivolto
agli impegni di governo del centrosinistra, parla di "un terreno di
confronto con la destra americana".

E che il tema sia all'ordine del giorno, non solo guerra e pace ma
anche Italia e Stati uniti e Europa-Usa, lo testimoniano tutti gli
altri interventi. Sull'uso della forza Piero Fassino ha fatto da
apripista e oggi dice a D'Alema: "È un tema impopolare ma giusto".
Semmai qualche differenza tra segretario e presidente ds emerge quando
si affronta il tema del rilancio europeo. Fassino avverte: "Ripartire
dai Paese fondatori, come dice Massimo, ma coinvolgendo anche gli
altri e soprattutto i protagonisti dell'allargamento. Guai a
immaginare un'iniziativa solo nell'ambito dei Quindici". Sulla
democrazia da espandere Francesco Rutelli osserva: "Qualcuno dice che
gli Usa di Cheney, il Cheney che considera giusta la prigione per
Nelson Mandela, non possono essere paladini della democrazia. Ma loro
una politica ce l'hanno...".

È Giuliano Amato a calare nella realtà prossima ventura la discussione
sull'uso della forza, rispondendo alle domande del direttore di
Repubblica Ezio Mauro che modera il confronto con Prodi e D'Alema. "Il
caso iraniano è davanti a tutti. Ecco, io penso che dobbiamo usare il
soft power, l'Iran ha tutte le risorse per passare da solo
dall'autoritarismo alla democrazia. Se mi chiedete cosa penso dell'uso
della forza per estendere la democrazia dico no, la forza serve a
difendere la democrazia se qualcuno la mette a repentaglio".

È la ferita irachena a pesare su un dibattito che non può essere solo
teorico. Ferita che significa: quale rapporto con gli Stati uniti. E
Romano Prodi è chiarissimo: "Con gli Usa, da presidente della Ue, ho
lavorato benissimo. Ma con loro ho sempre litigato sull'Iraq". Si può
ricucire il legame? "La guerra irachena - risponde Prodi - è stato un
errore storico e su questo punto non voglio aggiustare nulla con gli
Stati Uniti". Dal vertice della commissione Ue la crisi tra Vecchio
continente e Washington deve avere lasciato strascichi più profondi.
Il Professore infatti si scalda: "Sui libri di storia c'è scritto che
ha esportato più democrazia l'Europa o gli Stati uniti?". Domanda
retorica, ovviamente. Ma che dice come uno temi del confronto sul
programma nell'Unione sarà proprio la relazione con l'America, dopo
gli anni dell'opposizione alla guerra e alle politiche di George Bush.

(4 maggio 2005)

segnalato da R. Caputo

From: goran vlajkovic

Subject: League of Yugoslav Communist Youth statement about situation
in Serbia and Montenegro


For four and a half decades, we have lived in socialism which has had
hundreds of faults and thousands of virtues.
Now we were forced into wild capitalism with thousands of faults and
no virtues whatsoever.

Socialism in our country was a nascent social order. It has had to
overcome burden some consequences of the first and second World Wars,
countless inherited problems and capitalist blockade. It has had to
set aside great resources for the defense. Consequently, and
naturally, there was no abundance. Nevertheless, there always was
money forall the necessities, for every individual in the society.
Now, an overwhelming majority of the population has no employment and
will not have it while the vassal bourgeoisie is in power, installed
by NATO bayonets and dollars.
By this vassal regime and NATO countries, Yugoslavia has ceased to
exist. As a result of NATO aggression, Kosovo and Metohija are
occupied and transformed into the largest military base of the NATO
Pact in Europe. With the adoption of the unconstitutional law of
co-operation with the Hague Tribunal, the vassal regime has in fact
legalized NATO aggression against the FR Yugoslavia.
In nearly six years of DOS regime and the current triumvirate,
DSS/SPO/NS, more people have lost their lives than in all the
misfortunes of the 45 years of socialism. Under the rule of the vassal
regime, our country has become the most impoverished country in
Europe. Foreign debt has reached nearly 16 billion dollars. An average
Yugoslav four member family, now owes more than $8,500. Imports are
covered by only 20% (of exports) and foreign trade deficit amounts to
over 6 billion dollars. More than 60% of industrial capacity is not
utilized, partially utilized or is shut down. Close to 40.000
companies are in receivership or close to it. All large companies (or
practically all) were sold for pittance to foreign capital or the
emerging domestic bourgeoisie and during this whole time, not a single
large industrial object had been built.
All that we have was built during socialism.
The number of unemployed exceeds 2 million people. The average wage of
those employed, amounts to considerably less than $2 per day. The
working class is deprived of rights and converted to day labourers of
foreign capitalists and the domestic mafia. With the support of
corrupted union leaders, Europe's most reactionary labour laws were
enacted. By the privatization of state, societal and co-operative
property, foreign and newly emerged domestic capitalists, have stolen
from our people that what was created over decades by the sweat and
blood of our ancestors, our fathers and mothers and us ourselves.
Previous regime has adopted the law, by which participation in the
election is being paid by several tens of thousands of euros.

CC League of Yugoslav Communist Youth-SKOJ
March 2006

( Per le puntate precedenti della serie
"Intellettuali di servizio: Bernard Henri LEVY"
si veda:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1434
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1500
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1538
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2564
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3033
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4739 )


Bernard-Henri Lévy : de Kant aux surgelés Picard

Saïd Branine

Au rayon des livres ostracisés par des médias devenus des succursales
de trusts industriels, l'ouvrage « Une imposture française », de
Nicolas Beau (journaliste au Canard Enchaîné) et Olivier Toscer (du
Nouvel Observateur) paru récemment aux éditions Les Arènes, sera
disposé en tête de gondole. Dans ce pays où une caste de journalistes
psalmodie en boucle la ritournelle de la liberté d'expression, le fait
même de dévoiler quelques vérités ornées de savoureuses vilénies sur
l'écrivassier Bernard-Henri Lévy, suffit à vous rendre aussi
infréquentable qu'un poulet atteint du virus H5N1, auprès de ces
courtisans de basse-cour médiatique.

jeudi 9 mars 2006
Oumma.com


Ne touchez surtout pas aux idoles, la malédiction médiatique s'abattra
sur vous : « Ses innombrables relations dans le monde des affaires ont
fait de lui un intouchable. Plus grave l'écrivain est devenu l'arbitre
des élégances de la presse et des médias en France, distribuant les
bons points et écartant les mal-pensants. Face à lui, des patrons de
rédaction parfois complaisants ou simplement conformistes acceptent
ses diktats ».

Les médias ont donc leur sanctuaire avec leurs idoles, érigées sur les
cimes de leur temple par la pratique du renvoi d'ascenseur, dont BHL
maîtrise tous les rouages techniques. Ses adulateurs se sont adjugés
un monopole sur ces émissions mêlant people et « littérature », qui
accueillent notamment des incultes du showbiz qui n'ont rien à dire,
si ce n'est de communiquer à des téléspectateurs dénués de sens
critique, le titre et le prix de leur livre écrit par d'autres.

Objet d'une vénération vénale par ces flagorneurs journalistiques, la
statuette BHL sait combien cette fidélité mercantile que lui vouent
ces plumitifs d'holding industriels est le meilleur gage de son
invulnérabilité. « Il suffit de trouver dans chaque rédaction des
affidés qui lui doivent tous quelque chose (complément de salaire,
position sociale, honneur quelconque)... et de les activer au gré de
ses besoins promotionnels. Du clientélisme classique appliqué à la
gent intellectuelle. »

Entre deux grattements du torse, l'homme à la chemise débraillée qui
entonne son homélie moralisatrice aux quatre coins du monde refuse la
contradiction, et se révèle un maître-censeur : « Bernard-Henri Lévy
contrôle tout ce qui s'écrit sur lui ou sur ses proches (...) La
censure béachélienne dans la presse française ne passe pas toujours
par les liens d'argent. Dans les médias, Bernard- Henri Lévy passe- à
tort ou à raison- pour une vache sacrée que peu de patrons de
rédaction, de gauche comme de droite , osent défier. »

Depuis des palaces parisiens, le magnat de la philosophie somme avec
une solennité condescendante les musulmans à accepter le droit à la
critique de leur religion, mais ne tolère aucune observation sur sa
personne qu'il a littéralement sacralisée au point d'exiger le
licenciement d'une journaliste du magazine Elle qui a osé égratigner
l'icône. Devant les pratiques staliniennes de notre penseur hexagonal,
le plus hirsute et le plus rustre des talibans fait figure de
référence démocratique. Il est plus périlleux en France de caricaturer
BHL que le prophète Mohammed. : « Le jour même de la publication, le
responsable des pages livre du magazine féminin entre dans le bureau
de Serge Raffy, alors directeur de la rédaction de l'hebdomadaire. Il
est embêté : « On me demande de virer Céline »

La saga du muscadin de la philosophie quelque peu défraîchi peut se
poursuivre. Elle est libellée à grands coups de critiques obséquieuses
commandées en colissimo avant chaque parution de ses opuscules, où il
badigeonne laborieusement sa pensée fluette, vendue comme un sommet de
la réflexion grâce au miracle du marketing littéraire. Parmi les
nombreuses révélations du livre de Nicolas Beau et Olivier Toscer, on
apprend que BHL détient une partie du capital des surgelés Picard.
L'implication de BHL dans la congélation peut surprendre, mais elle
n'est en rien antinomique avec sa démarche philosophique. On peut même
y déceler un point commun. Peut-être est-ce au sein du groupe Picard
que réside le secret de sa réflexion chétive. S'inspirant des recettes
de l'industrie agro-alimentaire, la philosophie de BHL
particulièrement allégée en concept est sans doute calquée sur le mode
de production des surgelés Picard allégés en calories.

Mais l'écrivain-affairiste qui a contribué à la désertification
conceptuelle de la philosophie, a entrepris auparavant la
déforestation du Bénin selon le témoignage du chroniqueur Guy Carlier
rapporté par les auteurs. Ce dernier « a été plusieurs années durant
un collaborateur très proche d'André, le père de Bernard-Henri Lévy.
Il exerçait alors la profession de directeur financier de la BECOB, la
société de la famille Lévy spécialisée dans le commerce de bois. »

Selon Nicolas Beau et Olivier Toscer, Bernard-Henri Lévy est très
impliqué dans la Becob depuis le début des années 1980. Il s'occupe
d'abord de communication interne, puis siège très officiellement comme
vice-président du conseil de surveillance quelques années plus tard.
Guy Carlier souligne à ce sujet : « A ceux qui pourraient penser que
nous vivons une époque étrange, ou un philosophe procède à l'oraison
d'un marchand d'armes, je répondrai que Bernard- Henri Lévy n'est pas
un philosophe. C'est également un mondain, un pilleur de forêt
africaine, un opportuniste... ».

Quant aux conditions de travail des employés gabonais de la BECOB, une
ONG britannique, le Comité Inter-Association Jeunesse et Environnement
(CIAJE) a établi un rapport accablant pour notre amateur de surgelés :
« Les travailleurs (...) se contentent des ruisseaux et rivières pour
s'alimenter en eau (...) Ces travailleurs sont exposées aux maladies
car cette eau est polluée par des poussières d'une autre substance
(...) Les travailleurs sont logés dans des niches mal aérées (...) Les
travailleurs étant considérés comme des semi-esclaves, rien n'a été
organisé dans le sens de leur épanouissement (...) »

Le boursicoteur est-il un philosophe du néant ? Voilà une question
métaphysique qui mettrait en panique tout candidat à l'épreuve de
philosophie du BAC, mais à laquelle Bernard-Henri Lévy peut répondre
en barbouillant une dissertation en un temps record, avec en guise de
conclusion des conseils en placement sur le marché monétaire destinés
au correcteur. Ce philosophe-actionnaire est en effet un squale de la
finance, réécrivant à sa manière une nouvelle version du Capital de
Karl Marx. Notre vendeur de surgelés amoureux des arts, des chiffres
et lettres est un redoutable boursicoteur qui ne semble pas soumis aux
aléas de la spéculation financière.

Un chapitre du livre relate cet épisode au cours duquel l'écrivaillon
du CAC 40 perd plus de 2 millions d'euros après avoir confié cette
somme à la société Etna Finance : « Dans la débâcle, Bernard-Henri
Lévy perd plus de 2 millions d'euros ; Il est fou furieux : Derrière
sa façade d'intello, explique Parent, le patron d'Etna Finance, c'est
un allumé de l'argent, totalement obsédé par cela. » Quand les pertes
commencent à s'accumuler, toujours selon le patron d'Etna Fiance, le
boursicoteur affolé appelle « dix à quinze fois par jour, et de
partout. Il passe des coups de fils d'Afghanistan ou de Marrakech,
argumentant marchés à terme avec une aisance déconcertante ».

Et lorsque le golden boy BHL dilapide ses petites économies, il exige
aussitôt d'être remboursé en recourant à son arme favorite : la menace
au licenciement. Claire Arfi gestionnaire de ses fonds témoigne : « Je
gérais le compte Finaquatre de M. Bernard- Henri Lévy et j'avais pris
des positions sur le marché obligataire américain dont les cours ont
chuté brutalement » dira-elle au juge. Mais devant les menaces
verbales de Bernard-Henri Lévy de me faire perdre mon emploi et malgré
l'avis contraire de mon patron, j'ai préféré le rembourser. »

« Une imposture française » déboutonne un peu plus la chemisette
blanche de BHL achetée à 350 euros l'unité. Un costume de scène
indispensable à l'entretien de sa légende de bohème emphatique. Mais
tout en déboutonnant sa tenue mystificatrice, la succulente estocade
de Nicolas Beau et Olivier Toscer le rhabille chaudement pour
plusieurs hivers, ce qui est particulièrement utile quand on navigue
comme BHL dans le secteur de la congélation.

(français / english / deutsch
+ TELEGRAFICI SUNTI IN LINGUA ITALIANA)

Deutsche Deutsche ueber alle ueber alle in EU ropa

SOURCE: http://www.german-foreign-policy.com/


=== FRANCAIS ===


Démarches concrètes (SUL "MUSEO DEI TEDESCHI" IN BOEMIA)
01/06/2005

PRAGUE/USTI NAD LABEM (Compte-rendu de la rédaction) - Le parlement
européen doit, à l'occasion du soixantième anniversaire de la
capitulation de l'Allemagne nazie, tirer un trait sur le passé et
reléguer "la culpabilité passée définitivement aux oubliettes du
passé". C'est ce que réclament dans une lettre ouverte des
politiciens, des évêques et des journalistes issus de plusieurs Etats
européens, dont le porte-parole de l'opposition pour les affaires
étrangères. Ce document, censément dû à l'initiative de plusieurs
intellectuels pragois, s'inscrit dans la série de tentatives
inlassables de faire passer en force l'interprétation allemande des
péripéties de l'immédiat après-guerre. Parallèlement, la ville d'Usti
nad Labem qui escompte des retombées économiques de l'implantation
d'un "Musée des Allemands en Bohême", a décidé d'apposer une plaque
commémorative pour les "Allemands des Sudètes" qui ont péri pendant la
libération du pays.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/news/art/2005/52580.php


Espace élargi (LA TRANSCARPAZIA TRA INTERESSI STRATEGICI E PRESENZA
ETNICA GERMANICA)
16/09/2005

BERLIN/LEIPZIG/OUJGOROD (Compte-rendu de la rédaction) - Des parties
de territoire de l'Ukraine, de la Slovaquie, de la Roumanie et de la
Hongrie devraient devenir plus indépendantes et soigner leur "culture
pastorale valachienne prénationale". C'est ce que conseille une
organisation de "chercheurs géographiques" proche du ministère des
transports et du logement. Leur centre de préoccupation en ce moment
est surtout la "Transcarpartie", une région frontalière du sud-ouest
de l'Ukraine. Cette région est traversée par des pipe-lines de
pétrole, de gaz et d'éthylène ainsi que par des "corridors de
transports paneuropéens" conçus par l'Union européenne (UE). En
"Transcarpatie" (officiellement "Karpatska Ukraina") les "chercheurs"
de Leipzig ont même trouvé des "Allemands", dont ils veulent sauver
"l'identité" et "l'espace vital". Cette archaïsaton des traits sociaux
et des intérêts économiques par la surenchêre ethnographique est
caractéristique de la politique étrangère allemande. Avec sa tendance
expansionniste elle se trouve à la recherche d'une conception de la
"géographie" et de l' "espace" élargi.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55779


Chasseurs allemands (SULLA F.U.E.V. - vedi anche:
https://www.cnj.it/documentazione/europaquemada.htm )
16/10/2005

BERLIN/TALLINN/MOSCOU (Compte-rendu de la rédaction) -- A l'occasion
d'une rencontre entre les fonctionnaires de l'Union Fédéraliste des
Communautés Ethniques Européennes (UFCE, dont le siège est à
Flensburg, ndt) en Estonie, cette organisation qui est l'avant-poste
de la politique extérieure allemande a rendu plus intense son action
auprès des minorités baltes. Ses activités, définies comme une
"reconnaissance des lieux", se sont déroulées fin septembre et ont
permis aux spécialistes allemands d'élargir leur vision des conflits
de minorités dans les anciens territoires de l'URSS. La population de
langue russe restée sur place est l'objet d'une forte hostilité et
peut ainsi servir les stratégies de tension défavorables à Moscou. En
accord avec le gouvernement de Tallinn, les partenaires de l'Estonie
au sein de l'UFCE menacent le voisin russe de requêtes en réparations
pour les "dommages subis". La propagande ethnico nationaliste des
prétendus baltes allemands ("groupe ethnique") dépasse les "frontières
vers Kaliningrad et la Biélorussie".

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55804


Obtenir plus ensemble! (SUL CONGRESSO MONDIALE DEI MEDIA GERMANOFONI)
30/10/2005

BRUXELLES/COLOGNE (Comte-rendu de la rédaction) - A l'occasion du
troisième "congrès mondial des médias étrangers germanophones"
(thématique: "obtenir plus ensemble!"), sont attendus ce week-end plus
de 3.000 participants. Le but de cette manifestation, organisée par
l'organisation "Internationale Medienhilfe" (IMH, aide internationale
aux médias) est le renforcement des médias germanophones à l'échelle
mondiale, ainsi que leur mise en réseau. Le principal partenaire du
congrès cette année est la communauté autogérée de la population
germanophone de Belgique de l'Est, la Communauté Germanophone
(Deutschsprachige Gemeinschaft, DG). Elle milite depuis des décennies
pour une autonomie toujours plus large, il est reproché aux
politiciens du DG de mettre en oeuvre une politique visant la
fragilisation du lien avec Bruxelles, et le rapprochement avec
l'Allemagne. L'IMH, basée a Hennef (Rhénanie Westphalie), coopère
étroitement avec des instances gouvernementales de la république
fédérale, et a proposé dans le passé un stand aux services de guerre
psychologique des forces armées allemandes.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55801


Dans l'immensité de l'espace (REVISIONISMO STORICO SULLA TV DI STATO
TEDESCA)
11/12/2005

BERLIN/DRESDE (Compte-rendu de la rédaction) - Les stations de
télévision appartenant à l'Etat ont commencé la saison de Noël avec
une vague de téléfilms révisionnistes. Samedi dernier, en première
soirée, le programme ARD a présenté l'épopée des soldats nazis
montrant la lutte héroïque des prisonniers de guerre allemands contre
leurs oppresseurs soviétiques et l'immensité du territoire russe ("So
weit die Füße tragen", soit "Aussi loin que portent les pas"). Déjà
fin novembre l'ARD avait diffusé une série sur le dur sort des
fermiers allemands qui traitaient avec bienveillance leurs serviteurs
noirs dans l'ancienne colonie africaine du Kaiser allemand ("Endloser
Horizont", soit "Horizon infini"). Suivent des grandes productions
cinématographiques sur la passion exploratrice des géologues
allemands, qui les poussent dans un élan scientifique sur tous les
continents. Ce qui est commun à toutes ces productions télévisées qui
ont coûté des millions, c'est qu'elles visent une transposition
schématique de la politique d'expansion allemande et de ses
conséquences. Ce mélange pséudo-historique transmis samedi dernier a
obtenu une audience élevée, emblématique de l'autoreprésentation
allemande.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55829


La perspective de l'auteur (SUL PROGETTO DI "CENTRO CONTRO LE ESPULSIONI")
08/02/2006

BONN/BERLIN/PRAGUE (gfp.com) - Un mécène en vue du "Centre contre les
expulsions" en préparation a été appelé à la tête de l'administration
centrale culturelle allemande. De là-bas, Hermann Schäfer, nouveau
directeur de la culture au sein de la chancellerie, coordonne
également les affaires relatives aux "expulsés". Le "Centre contre les
expulsions", soutenu par Schäfer, est un projet des associations
allemandes "expulsés" (Bund der Vertiebenen, BdV), qui est suspecté de
poussées révisionnistes pangermanistes. Schäfer est un conseiller
scientifique du projet du BdV, et était jusqu'alors président de la
"Maison de l'histoire", appartenant à l'état fédéral. Il a été
responsable de l'exposition "Fuite, Expulsion, Intégration", qui y est
visible depuis fin 2005. Elle comporte de profondes ressemblances avec
une autre exposition, organisée par le "Centre contre les expulsions",
qui doit s'ouvrir courant été prochain au Kronprinzenpalais de Berlin,
propriété de l'état fédéral. A l'occasion de cette manifestation des
"expulsés" ("Chemins imposés"), le commissaire de l'exposition,
Wilfried Rogasch, explique dans un interview radiophonique: "De la
perspective de la victime, il est complètement sans importance (...)
qu'une femme de Prusse orientale de 1944/45 ait été violée puis
assassinée ou qu'une femme juive ait été conduite par des allemandes
en camps de concentration à Auschwitz puis assassinée." Ces propos ne
suscitent aucune critique visible de la part du nouveau chef de
cabinet du ministre délégué à la culture, et donnent le sens dans
lequel s'exerce la nouvelle offensive révisionniste.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55845


Clause de puissance protectrice (L'AUSTRIA "PROTETTRICE" DEL
SUDTIROLO, E LA F.U.E.V.)
19/02/2006

VIENNE/BOLZANO/ROME/FLENSBURG (Compte-rendu de la rédaction) - Une
organisation "ethnique" notoire demande l'inscription d'une clause de
"puissance protectrice" dans la constitution autrichienne et veut
soumettre la population germanophone d'Italie du Nord ("Tyrol du Sud")
à une souveraineté étrangère. Il s'agit plus précisément de militants
de l'"Union Fédéraliste des Communautés Ethniques Européennes" (UFCE),
dont le siège se trouve à Flensburg en Allemagne et qui bénéficie du
soutien actif de plusieurs administrations du gouvernement fédéral
allemand. D'autres organisations germanophones étrangères qui
travaillent avec la UFCE se sont ralliées à cette idée. Tandis que des
hommes politiques italiens protestent contre cette tentative de mettre
une partie de la population de leur pays sous tutelle allemande, le
"parti populaire du Tyrol du Sud" (SVP) membre de la UFCE, accentue le
conflit avec Rome. Le président du SVP, Elmar Pichler Rolle vient
d'initier une pétition de maires d'Italie du Nord au parlement
autrichien, qui reprend la demande de puissance protectrice de la UFCE
et provoque de fortes tensions avec l'Italie. L'Haut Adige, situé dans
le Nord de l'Italie est depuis plusieurs décennies un terrain
d'expérimentation pour une politique ethnique allemande, qui a même eu
recours à des actions terroristes.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55851


Marche commune (TRATTATIVE CON I POLACCHI AI DANNI DELLA BIELORUSSIA)
10/03/2006

BERLIN/VARSOVIE/MINSK (Compte-rendu de la rédaction) - Après la visite
d'état du président de la république polonaise Lech Kaczynski, Berlin
propose à son voisin le contrôle commun de l'Est, et estime les
réticences polonaises comme surmontables. Les cibles de cet
expansionnisme voulu sont l'Ukraine et le Belarus. Pour les élections
présidentielles à venir en Belarus, les allemands tout comme leurs
homologues polonais misent sur une alternance politique, et
encouragent autant que faire se peut l'opposition. Les plans de
renversements à Minsk poursuivis par le duo, sont à l'ordre du jour
suite aux intérêts géostratégiques et éminemment économiques - tout
comme à l'époque des désordres à Kiev à la fin 2004. De plus, une
expansion commune avec la Pologne à l'Est est jugé comme étant un bon
moyen pour se soustraire aux critiques polonaises quant à
l'édification du Centre Berlinois contre l'Exode. La décision quant à
ce centre pourrait être prise à l'occasion des manifestations
principales ("Jour de la patrie") de l'Union des Victimes de l'Exode
(Bund der Vertiebenen, BdV), celui-ci tombant à la fin du printemps.
On annonce qu'à l'occasion de cette manifestation, le président de la
république fédérale Horst Köhler fera partie des orateurs.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55856


=== DEUTSCH ===


Deutsch-dänische Minderheitenvereinbarungen - Gemeinsam (SUI "TEDESCHI
DI DANIMARCA")
05.03.2005

BERLIN/KOPENHAGEN/BOLZANO (Eigener Bericht) - Anlässlich des 50.
Jahrestages der Minderheitenvereinbarungen zwischen der Bundesrepublik
Deutschland und dem Königreich Dänemark entsendet das Auswärtige Amt
den NATO-Politiker Karsten Voigt nach Flensburg. Voigt ist
,,Koordinator für deutsch-amerikanische Zusammenarbeit" und war
langjähriger Vorsitzender des Parlamentarischen Ausschusses für
,,Verteidigung und Sicherheit" der NATO. Die deutsch-dänischen
Minderheitenvereinbarungen von 1955 kamen wegen des deutschen
NATO-Beitritts zustande und eröffneten der Bundesrepublik ein
weltweites Wirkungsfeld für ethnizistische Propaganda. Die
entsprechenden Vorfeldorganisationen der deutschen Außenpolitik
arbeiten mit Wissen und Unterstützung des Kopenhagener Außenamtes. In
die Berliner Minderheitenaktivitäten werden auch die dänischsprachigen
Verbände im Grenzgebiet eingebunden und dafür mit deutschen
Staatsgeldern in Millionenhöhe belohnt. Teil des überparteilichen
Ethno-Bündnisses ist der Südschleswigsche Wählerverband (SSW).

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1109981734.php


Grenzfragen mit Polen (SULLE RIVENDICAZIONI TERRITORIALI AI DANNI
DELLA POLONIA)
10.04.2005

BERLIN (Eigener Bericht) - Der Deutsche Bundestag soll die Grenze
zwischen Deutschland und Polen ,,vorbehaltlos und völkerrechtlich
verbindlich" anerkennen. Dies fordert die ,,Deutsch-Polnische
Gesellschaft der Bundesrepublik Deutschland" in einem Appell zum 8.
Mai 2005. Wie der Präsident der Gesellschaft, Prof. Dr. Christoph
Koch, im Interview mit german-foreign-policy.com bestätigt, hat die
Bundesrepublik sich im deutsch-polnischen Grenzbestätigungsvertrag vom
14. November 1990 lediglich zum Gewaltverzicht gegenüber dem
Nachbarstaat bereit gefunden. Polen habe damals ,,die
unwiederbringliche historische Chance" gehabt, die vorbehaltlose
Anerkennung seiner Grenzen gemeinsam mit den Siegermächten der
Anti-Hitler-Koalition durchzusetzen, erklärt Koch. Bonn habe
Unstimmigkeiten zwischen Warszawa und den Alliierten ,,kaltblütig
ausgenutzt".

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1113170401.php

Interview mit Christoph Koch
KÖLN - Über die polnische Westgrenze sprach german-foreign-policy.com
mit Prof. Dr. Christoph Koch. Koch ist Vorsitzender der
Deutsch-Polnischen Gesellschaft der Bundesrepublik Deutschland, die
vor wenigen Tagen einen Appell an den Deutschen Bundestag
veröffentlicht hat.

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1113170400.php


Ehrung für Sudetendeutsche - Praktische Schritte (SULLE ONORANZE PER I
TEDESCHI DEI SUDETI)
18.04.2005

PRAHA/USTI NAD LABEM (Eigener Bericht) - Das Europäische Parlament
soll anlässlich des 60. Jahrestages der Kapitulation Nazideutschlands
einen Schlussstrich ziehen und ,,die Schuld an der Vergangenheit
endgültig der Vergangenheit" überantworten. Dies fordern Politiker,
Bischöfe und Publizisten aus mehreren europäischen Staaten, darunter
der außenpolitische Sprecher der Berliner Opposition, in einem Offenen
Brief. Das Schreiben, das von mehreren Prager Intellektuellen
initiiert worden sein soll, reiht sich ein in die unablässigen
Versuche, die deutsche Bewertung des unmittelbaren
Nachkriegsgeschehens (,,Vertreibung") europaweit durchzusetzen.
Unterdessen hat die Stadt Usti nad Labem, die sich von der Errichtung
eines ,,Museums der Deutschen in Böhmen" wirtschaftliche Vorteile
erhofft, die Aufstellung einer Gedenktafel für ,,Sudetendeutsche"
beschlossen, die während der Befreiung ums Leben kamen.

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1113775200.php


Sudetendeutscher Tag - Großer Irrtum (SULLA GIORNATA DEI SUDETI)
16.05.2005

AUGSBURG (Eigener Bericht) - Die Garantiemächte des Potsdamer
Abkommens sollen Bestimmungen des Vertrages zum ,,großen Irrtum''
erklären und die Umsiedlung der Deutschen aus der Tschechoslowakei als
,,fortwirkendes Unrecht'' einstufen. Dies forderte der Sprecher der
,,Sudetendeutschen Landsmannschaft'', der ehemalige bayerische
Landtagspräsident Johann Böhm, am Wochenende in Augsburg. Wie Böhm
erklärt, sei für die ,,Sudetendeutschen'' der 8. Mai 1945 der ,,Tag,
an dem in Böhmen, Mähren und Sudetenschlesien ein neuer Krieg
begann''. Die ,,Deutschen im Osten'' hätten ,,nach Kriegsende
insgesamt am schwersten'' an den Kriegsfolgen tragen müssen, behauptet
der bayerische Ministerpräsident Edmund Stoiber. Die Äußerungen fielen
auf dem alljährlichen ,,Sudetendeutschen Tag'' und knüpfen
ausdrücklich an die Revisionsdebatte der vergangenen Monate an.
Politiker aus Deutschland, Polen, Estland, Lettland und Litauen
versuchen gemeinsam, die Völkerrechtsbeschlüsse von Jalta (Februar
1945) umzustoßen.

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/art/2005/53252.php


Sudetendeutsche Landsmannschaft - Gefährlicher Druck (SUL "MUSEO DEI
TEDESCHI" IN BOEMIA E LE PRESSIONI AI DANNI DI PRAGA)
08.08.2005

USTI NAD LABEM/PRAG/BERLIN (Eigener Bericht) - Deutsche Revisionisten
beteiligen sich an Planungen tschechischer Institutionen zur
Errichtung eines "Museums der Deutschen in Böhmen". Dies geht aus
Presseberichten der Sudetendeutschen Landsmannschaft (SL) hervor.
Damit hängt sich die SL an ein Vorhaben des tschechischen
Ministerpräsidenten Jiri Paroubek, der den sudetendeutschen Widerstand
gegen die NS-Okkupation ehren will. Der moralisch begründete Vorstoß
wird von den politischen Revisionsverbänden in der Bundesrepublik
begrüßt und gilt als Einfallstor für weitergehende Opferforderungen.
Paroubek, der spätestens im September einen Kabinettsbeschluss über
seine Initiative herbeiführen will, bringe damit die Tschechische
Republik "unter gefährlichen Druck", warnt der Europaparlamentarier
Jan Zahradil von der konservativen Oppositionspartei ODS...

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/art/2005/55268.php


Gegen Prag (PESANTI PRESSIONI CONTRO PRAGA)
22.08.2005

BERLIN/WARSZAWA/PRAHA (Eigener Bericht) Der Vorsitzende der deutschen
Linkspartei (ehemals PDS), Lothar Bisky, befürwortet die Errichtung
eines "Zentrums gegen Vertreibungen" und zieht als Standort das
Grenzgebiet zu Polen oder zur Tschechischen Republik in Betracht.
Damit unterstützen alle im Reichstag vertretenen Parteien ein
Revisionsprojekt, das auf Planungen des "Bundes der Vertriebenen"
(BdV) zurückgeht. Nur die konkrete Gestaltung des Zentrums ist noch
umstritten. Während die CDU das Vorhaben nach wie vor gemeinsam mit
dem BdV in Berlin verwirklichen will, sucht es die Bundesregierung
unter einem verschleiernden Namen ("Europäisches Netzwerk Erinnerung
und Solidarität") in Kooperation mit Polen zu errichten. Beide
Varianten zielen auf die weitere Delegitimierung zentraler
Bestimmungen des Potsdamer Abkommens...

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/art/2005/55604.php


Räumliche Progression (LA TRANSCARPAZIA TRA INTERESSI STRATEGICI E
PRESENZA ETNICA GERMANICA)
16.09.2005

BERLIN/LEIPZIG/UZGOROD (Eigener Bericht) - Gebietsteile der Ukraine,
der Slowakei, Rumäniens und Ungarns sollen ihre staatlichen Bindungen
lockern und die "vornationale walachische Hirtenkultur" pflegen. Dies
empfiehlt eine beim Bundesministerium für Verkehr, Bau- und
Wohnungswesen ressortierende Organisation deutscher "Raum"-Forscher.
Ihr Interesse zielt u.a. auf "Transkarpatien", den südwestlichen
Grenzbezirk der Ukraine. Durch das Gebiet führen Öl-, Gas- und
Äthylen-Leitungen sowie ein von der EU postulierter "Paneuropäischer
Verkehrskorridor". In "Transkarpatien" (tatsächlich Karpats'ka
Ukraina) haben die Leipziger "Raum"-Forscher auch "Deutsche" ausfindig
gemacht, denen sie "Identität" und "Lebensraum" sichern wollen. Die
Archaisierung sozialer Merkmale und wirtschaftlicher Interessen durch
ethno-graphische Überhöhung gehört zu den Spezialitäten der deutschen
Außenpolitik. Angesichts ihrer expansiven Tendenzen ist sie auf der
Suche nach einem erweiterten "Raum"-Konzept.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56020


Politische Zukunftsaufgaben (CONGRESSO DEI PRUSSIANI ORIENTALI)
30.09.2005

DRESDEN/OLSZTYN (Eigener Bericht) - Am kommenden Wochenende hält die
deutsche Landsmannschaft Ostpreußen ihren fünften "Kommunalpolitischen
Kongress" ab und kündigt die Durchsetzung einer "gleichberechtigt(n)
Position der deutschen Heimatvertriebenen" bei der "Bewältigung
politischer Zukunftsaufgaben" in Polen an. Die Bemühungen um Einfluss
auf die Innenpolitik des Nachbarlandes gelten polnischen
Gebietskörperschaften, an denen die Berliner Passbürger beteiligt
werden wollen - gegen jedes internationale Recht. Die Nachkommen der
vor 60 Jahren umgesiedelten Deutschen verlangen, ihre "historischen
Ostprovinzen" müssten "als geistiger Begriff im öffentlichen
Bewußtsein in der Bundesrepublik Deutschland und in der Republik Polen
(...) weiterleben". Als Redner soll bei der Ostpreußen-Veranstaltung
der außenpolitische Beauftragte der zukünftigen deutschen
Regierungspartei CDU, Wolfgang Schäuble, auftreten. Schäuble hatte
kürzlich sowohl in Washington wie in Moskau konferiert und Korrekturen
der deutschen Außenpolitik angekündigt.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56049


Deutsche Jäger (SULLA F.U.E.V. - vedi anche:
https://www.cnj.it/documentazione/europaquemada.htm )
16.10.2005

BERLIN/TALLINN/MOSKAU (Eigener Bericht) - Bei einem Funktionärstreffen
der Föderalistischen Union Europäischer Volksgruppen (FUEV) in Estland
hat die Vorfeldorganisation der deutschen Außenpolitik ihre baltische
Minderheitenarbeit intensiviert. Die als "Lageerkundung" bezeichneten
Aktivitäten fanden Ende September statt und erweitern das
Konflikttableau der deutschen Minderheitenspezialisten in den
ehemaligen Gebieten der UdSSR. Die dort verbliebene Bevölkerung
russischer Sprache ist starken Anfeindungen ausgesetzt und eignet sich
für Spannungsstrategien zum Nachteil Moskaus. Gemeinsam mit der
Regierung in Tallinn drohen die FUEV-Partner Estlands dem russischen
Nachbarn "Schadensersatz"-Forderungen an. Die völkische
Ethno-Propaganda der sogenannten Deutsch-Balten ("Volksgruppe") reicht
"über die Grenzen
nach Kaliningrad und Weißrussland".

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/55557


In den Weiten des Raums (REVISIONISMO STORICO SULLA TV DI STATO TEDESCA)
11.12.2005

BERLIN/DRESDEN (Eigener Bericht) - Mit einer Welle revisionistischer
Fernsehfilme läuten die öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten der
Bundesrepublik die Weihnachtssaison ein. Zur Prime-Time präsentierte
das 1. TV-Programm (ARD) am gestrigen Samstag ein NS-Soldaten-Epos,
das den heldenhaften Kampf deutscher Kriegsgefangener gegen ihre
sowjetischen Unterdrücker und die russische Weite zeigt ("So weit die
Füße tragen"). Bereits Ende November hatte die ARD einen Mehrteiler
über das harte Schicksal deutscher Farmbesitzer ausgestrahlt, die in
der früheren Afrika-Kolonie des deutschen Kaisers ihren schwarzen
Lakaien mit Wohlwollen begegnen ("Endloser Horizont"). Es folgen
Spielfilm-Großproduktionen über den historischen Entdeckerdrang
deutscher Geologen, die es aus Wissenschaftsfreude auf sämtliche
Kontinente zieht. Den mit Millionenbeträgen realisierten TV-Stoffen
ist gemeinsam, dass sie eine schematische Umdeutung der deutschen
Expansionspolitik und ihrer Konsequenzen betreiben. Der gestrige
Historienverschnitt hat hohe Einschaltquoten erzielt und ist für das
deutsche Selbstbild emblematisch.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56156


Drehscheibe Berlin (GLI INTERESSI ECONOMICI SU KALININGRAD)
10.02.2006

BERLIN/KALININGRAD (gfp.com) - Das neue russische Gesetz über die
Umwandlung von Kaliningrad in eine Sonderwirtschaftszone wird von der
Berliner Außenpolitik begrüßt und von deutschen Unternehmen als
"Brückenschlag" bezeichnet. Die in Kaliningrad winkenden
Steuervergünstigungen und billigen Energiepreise werde man zu nutzen
wissen, heißt es bei mehreren Unternehmen der Ruhr-Industrie. Berlin
hofft, als "Drehscheibe" für europäische Kaliningrad-Aktivitäten
fungieren zu können und seine Sonderbeziehungen mit Moskau zu
stabilisieren. Das unmittelbar vor der Realisierung stehende
Sonderwirtschaftsprojekt entspricht deutschen Plänen, die bereits Ende
der 1980er Jahre vorsahen, Kaliningrad zum Freihandelsgebiet zu
erklären. Nach der deutschen Vereinigung wurde die Forderung laut, in
dem früheren Königsberg eine "deutsche Teilidentität" zu
verwirklichen. Die tatsächliche Entwicklung der vergangenen Jahre
verhilft den damals als abseitig beurteilten Vorstellungen zu weiterer
Akzeptanz. Selbst die Rückbenennung Kaliningrads in "Königsberg"
findet in der Ostseestadt neue Zustimmung.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56239


Schutzmacht-Klausel (L'AUSTRIA "PROTETTRICE" DEL SUDTIROLO, E LA F.U.E.V.)
19.02.2006

WIEN/BOLZANO/ROM/FLENSBURG (Eigener Bericht) - Eine berüchtigte
Ethno-Organisation verlangt die Einfügung einer "Schutzmacht"-Klausel
in die österreichische Verfassung und will die deutschsprachige
Bevölkerung Norditaliens ("Südtirol") ausländischer Hoheitsgewalt
unterstellen. Bei den Ethno-Aktivisten handelt es sich um Funktionäre
der "Föderalistischen Union Europäischer Volksgruppen" (FUEV), die im
deutschen Flensburg beheimatet ist und sich tatkräftiger Unterstützung
diverser deutscher Regierungsstellen erfreut. Auch deutschsprachige
Körperschaften, die der FUEV im Ausland zuarbeiten, haben sich dem
Ansinnen angeschlossen. Während italienische Politiker gegen den
Versuch protestieren, Teile der Bevölkerung ihres Landes unter
deutsche Kuratel zu stellen, treibt die FUEV-Mitgliedsorganisation
"Südtiroler Volkspartei" (SVP) den Konflikt mit Rom voran.
SVP-Parteiobmann Elmar Pichler Rolle hat eine Petition
norditalienischer Bürgermeister an den österreichischen Nationalrat
initiiert, die die Schutzmacht-Forderung der FUEV aufnimmt und zu
ernsten Spannungen in Italien führt. Das norditalienische Alto Adige
gilt seit Jahrzehnten als Experimentiergebiet deutscher
"Volksgruppen"-Politik, der auch terroristische Aktivitäten nicht
fremd sind.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56249


"Zur Relativierung führen" (CONTRADDIZIONI E PROTESTE SULLA
ISTITUZIONE DI UN "CENTRO CONTRO LE ESPULSIONI"; ALLEANZA DI FATTO CON
GLI "ESULI" ISTRODALMATI)
26.02.2006

BERLIN/ROMA/ZAGREB (Eigener Bericht) - Unter scharfem Protest erklärt
der israelische Historiker Prof. Dr. Moshe Zimmermann seine
Unterstützung für die Stiftung "Zentrum gegen Vertreibungen" für
beendet. Die von der "Vertriebenen"-Initiative geplante Ausstellung
werde "zur Relativierung führen", urteilt der Wissenschaftler in einem
Brief an die Stiftungs-Vorsitzende, die CDU-Bundestagsabgeordnete
Erika Steinbach. Darüber hinaus seien Äußerungen des
Ausstellungs-Kurators Wilfried Rogasch, der deutsche Kriegstote und im
KZ ermordete Juden auf eine Stufe gestellt hatte, "mehr als eine
Provokation". Zu den Themen der Ausstellung, die Rogasch im Sommer im
bundeseigenen Berliner Kronprinzenpalais eröffnen will, gehört die
Nachkriegs-Umsiedlung der italienischsprachigen Bevölkerung aus dem
damaligen Jugoslawien. Verbände der italienischen Umgesiedelten, die
mit dem deutschen "Bund der Vertriebenen" (BdV) kooperieren, nutzen
die deutsche Polit-PR und treiben ihre Entschädigungsforderungen gegen
Kroatien voran. Die deutsch inspirierte Revisionspolitik führt zu
zwischenstaatlichen Spannungen.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56259


Gemeinsamer Marsch (TRATTATIVE CON I POLACCHI AI DANNI DELLA BIELORUSSIA)
10.03.2006

BERLIN/WARSZAWA/MINSK (Eigener Bericht) - Nach dem Besuch von
Staatspräsident Lech Kaczynski bietet Berlin dem polnischen Nachbarn
die gemeinsame Kontrolle des Ostens an und hält Widerstände Warszawas
für überwindbar. Zielgebiete beidseitiger Expansionsinteresssen sind
die Ukraine und Belarus. Bei den bevorstehenden Präsidentschaftswahlen
in Belarus setzen deutsche wie polnische Regierungskreise auf einen
Machtwechsel und unterstützen die Opposition nach Kräften. Die
Umsturzplanungen in Minsk werden vom deutsch-polnischen Duo wegen
geostrategischer und unmittelbar wirtschaftlicher Ziele verfolgt -
ähnlich wie bei den Kiewer Unruhen Ende 2004. Eine gemeinsame
Ostexpansion gilt in deutschen Regierungskreisen außerdem als Mittel,
um polnische Proteste gegen die Errichtung eines Berliner Zentrums
gegen Vertreibungen abzulenken. Die Entscheidung über das Zentrum
könnte bei der diesjährigen Hauptveranstaltung ("Tag der Heimat") des
Bundes der Vertriebenen (BdV) im Spätsommer fallen. Dort ist
Bundespräsident Horst Köhler als Festredner angekündigt.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56277

Elite der Nation (SUL PAN-GERMANESIMO REVANSCISTA DELLA CLASSE
ACCADEMICA TEDESCA)
12.03.2006

SAARBRÜCKEN/WIEN (Eigener Bericht) - Einer der mitgliederstärksten
Akademikerverbände Deutschlands, die Deutsche Burschenschaft (DB),
erhebt in einer aktuellen Publikation territoriale Ansprüche gegenüber
Polen und Russland ("deutsche Ostgebiete"). Auch Österreich sowie
Teile der Tschechischen Republik ("Sudetenland"), Belgiens, Italiens
und Dänemarks seien "deutsch". Außerdem fordert der Verband in der
kürzlich veröffentlichten Sammlung seiner Grundlagentexte die Stärkung
der verstreut lebenden deutschsprachigen Minderheiten in ganz Europa.
Für diese Aufgabe hält der Bundeshaushalt 2006 rund 16 Millionen Euro
bereit. Die mit staatlichen Mitteln geförderte DB zählt etwa 15.000
Mitglieder; viele von ihnen arbeiten in gesellschaftlichen
Schlüsselpositionen. Die Regierungspartei SPD lehnt es ab, sich von
dem völkisch orientierten Akademikerbund grundsätzlich zu
distanzieren. Dessen radikaler Flügel verfügt über enge Kontakte zu
rechtsextremen Kreisen.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56278

=== ENGLISH ===


The Culprits' Perspective (SULLA ISPIRAZIONE REVISIONISTA DEL "CENTRO
CONTRO LE ESPULSIONI")
2006/02/08

BONN/BERLIN/PRAGUE (Own report) - A prominent promoter of the planned
"Center Against Expulsions" has been appointed to head the federal
government's administration for German culture. Hermann Schaefer, the
new director of the Cultural Affairs Department in the Federal
Chancellery, coordinates also the interests of the "Expellees". The
"Center Against Expulsions," which is promoted by Schaefer, is a
project of the German "Vertriebenen" federations (BdV, Federation of
Expellees), which stands under suspicion of having "Great German"
revisionist tendencies. Schaefer is a scientific advisor to the BdV
project and had been president of the federal government's "House of
History" in Bonn. He is responsible for the exhibit "Flight,
Banishment, Integration", on display there since at the end of 2005.
It has close similarities to plans for an exhibition, to be opened
this summer by the "Federation of Expellees" in the federal
government's Kronprinzenpalais in Berlin. Explaining the basic
approach to the "Expellees" event ("Compulsory Paths"), the curator
responsible for the event, Wilfried Rogasch, explained in a radio
interview: "From the perspective of the victim, it is totally
unimportant (...) whether it is an East Prussian woman 1944/45, who
was raped and murdered or whether it was a Jewish woman who was taken
to the Auschwitz Concentration Camp by Germans and then murdered."
This statement encountered no recognizable criticism from the new
director in the office of the Minister of State for Cultural Affairs
and indicates the thrust of the revisionist offensive.

http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/55973


Border Treaty (SULLE RIVENDICAZIONI TERRITORIALI AI DANNI DELLA POLONIA)
21.05.2005

BERLIN (Own report) - The German Polish Society of Germany demands
that the German Parliament should "unconditionally and in a legally
binding form" recognise the border between Germany and Poland. In an
interview with German Foreign Policy the President of the society,
Professor Christoph Koch confirmed that in the German Polish Border
Treaty of 14th November 1990 Germany merely agreed to forego violence
in its relations with Poland. Poland had had the "unique historical
opportunity" at that time with the support of the anti-Hitler Allies,
to enforce the unconditional recognition of its borders but the German
Government in Bonn had "cold bloodedly" exploited differences between
Warsaw and the Allies.

http://www.german-foreign-policy.com/en/news/art/2005/53372.php

Dagli addosso alla Bielorussia (2)


===
ALCUNI TESTI SELEZIONATI - IN ORDINE CRONOLOGICO:
===

LA BIELORUSSIA NON CEDERA' LA SUA INDUSTRIA

Le vere ragioni dei forsennati attacchi delle "democrazie" occidentali
a Lukashenko

a cura del C.C.D.P.

Nei giorni scorsi, alcuni giornali della CSI hanno diffuso la notizia
(noi lo abbiamo letto su "Krimskaja Pravda", http://www.kp.crimea.ua),
secondo cui il presidente bielorusso Lukashenko ha escluso qualsiasi
possibilità che si possa procedere alla privatizzazione delle imprese
strategiche nazionali.
"Dobbiamo difendere i nostri giganti, preoccupandoci che funzionino e
prosperino. La Bielorussia sostiene questa posizione di fronte alle
ripetute richieste che ci vengono dall'estero di procedere a
ristrutturazioni, liberalizzazioni, privatizzazioni riguardanti MAZ,
BelAZ e le altre grandi imprese, su cui si basa tutta la nostra economia".
Lukashenko ha voluto anche sottolineare che è proprio grazie al
rifiuto della Bielorussia di obbedire a queste raccomandazioni, che il
popolo bielorusso è riuscito a sottrarsi al flagello della disoccupazione.

---

www.resistenze.org - popoli resistenti - bielorussia - 28-03-05

Bielorussia: Gli industriali privati, "Avanguardia" della
"rivoluzione" anti-Lukashenko

Nel momento in cui al Parlamento Europeo, con un proprio documento (7
marzo 2005, primo firmatario Vittorio Agnoletto, eletto nelle liste di
"Rifondazione comunista"), anche parte della sinistra "alternativa"
occidentale si unisce al coro degli aggressori della Bielorussia, gli
imprenditori privati della repubblica ex sovietica coltivano la
speranza di prendere presto il potere, assumendo la direzione del
"movimento" (300 persone) che intende rovesciare il legittimo
presidente Lukashenko. La cosa non è sfuggita al quotidiano della
Confindustria italiana.

"BIELORUSSIA, L'OPPOSIZIONE SPERA"

"Il Sole-24 Ore", 26 marzo 2005

Minsk. Prende coraggio l'opposizione in Bielorussia, repubblica ex
sovietica che normalmente non è neppure considerata tra le possibili
candidate al contagio da febbre democratica. E tuttavia nella capitale
Minsk, il partito del dissenso ha come base politica la classe
imprenditoriale, innervosita dalle tasse imposte dal regime di
Aleksander Lukashenko. "Noi cambieremo la forma della lotta – ha
annunciato Viktor Gorbaciov, rappresentante degli industriali
bielorussi -. Abbiamo deciso di creare un nostro partito per
proteggere gli interessi civili ed economici degli imprenditori. La
manifestazione di Minsk, cui hanno preso parte 300 persone, è stata
presto dispersa dalla polizia che ha arrestato 30 persone. "La
rivoluzione non è che all'inizio. Faremo il possibile perché le
prossime elezioni del 2006 si svolgano senza la partecipazione del
dittatore", aveva affermato uno degli organizzatori.

---

www.resistenze.org - popoli resistenti - bielorussia - 16-05-05

Dall'Ambasciata della Repubblica di Belaraus - www.belembassy.it
http://www.belembassy.it/news.aspx?lang=it

Il testo della lettera dell'Ambasciatore della Bielorussia Aleksei
Skripko al Direttore del quotidiano La Stampa Marcello Sorgi

29/04/2005


Gentile signor Direttore,

Sono costretto a rivolgermi al Suo quotidiano a causa dell'avvenuta
pubblicazione sulle pagine de "La Stampa" in data 24 aprile 2005 di un
materiale, firmato da Francesca Sforza, in cui veniva esplicitamente
travisata ed oscurata la situazione in Bielorussia.
Per alimentare, dunque, una sana polemica sul tema in oggetto ed
essere possibilmente obbiettivi, vorrei ribadire quanto segue.

Facendo riferimento a Condoleezza Rice ed ignorando i fatti ben
evidenti, l'autore dell'articolo citato sta reiterando i cliché sulla
Bielorussia e il suo Presidente, del quali se ne ha già fin sopra i
capelli, in quanto essi stanno continuamente migrando tra un giornale
e l'altro. Si trascura di ricordare, allo stesso tempo, che secondo i
dati dell'ONU, la Bielorussia rimane tra i primi nella CSI per
l'indice di sviluppo umano, che la crescita economica nel paese nel
2004 ha superato il 10 %, mentre i guadagni della popolazione – il
12,5 %. Forse alla giornalista valeva la pena analizzare anche le
ragioni dell'ampia popolarità del Presidente presso la popolazione del
paese?

Per ciò che riguarda i dubbi dell'autore sulla legittimità delle
scorse elezioni politiche e del referendum in Bielorussia, vorrei
sottolineare che a monitorare il loro svolgimento sono stati
accreditati circa 700 osservatori internazionali di 53 paesi del
mondo, nonché una missione dell'OSCE, la quale, malgrado la loro
valutazione generalmente negativa, non è riuscita comunque ad
evidenziare nemmeno un singolo caso di manipolazioni.

Con riferimento alla libertà della stampa vorrei ricordare che su 1300
testate della stampa bielorussa più di 900 sono private. I
rappresentanti dell'opposizione hanno, quindi, tutte le possibilità
per esprimere il loro punto di vista.
Senza dubbi, in un paese che abbia un'ancor breve esperienza di
indipendenza si possono verificare anche le carenze di libertà e
democrazia. Non intendiamo occultarli. Bisogna, però, tenere conto del
fatto che in Bielorussia non ci sono dei problemi politici, militari,
sociali ed umanitari che sono tipici per alcuni paesi europei ed altri
stati della CSI.

Purtroppo, l'articolo è privo di un'analisi obbiettiva della
situazione nel nostro paese, mentre sta calcando la mano
sull'accentuare dei fatti negativi, alcuni dei quali non hanno niente
a che fare con la realtà. Riferisco agli spettabili lettori che
secondo i dati della CIA a cui fa cenno l'autore, la mortalità
infantile in Bielorussia è pari al 1,3 %, e non invece al 13 % come si
sostiene nell'articolo. È triste che ai fini di rinforzare con degli
"argomenti" una tonalità già precondizionata si lasciano apparire
nella pubblicazione tali "errori".

Le sarò riconoscente, signor Direttore, se volesse pubblicare questa
mia lettera in uno dei prossimi numeri del Suo quotidiano.

Con stima,

Aleksei Skripko

Roma, 27 aprile 2005

---

Polonia. 29 luglio 2005. Il governo polacco ha ritirato ieri il suo
ambasciatore a Minsk in risposta alle misure di pressione della
Bielorussia contro la minoranza polacca. Questa è accusata dal
presidente Aleksander Lukashenko di cospirare contro il suo governo.
Minsk teme che l'Unione dei Polacchi giochi un ruolo destabilizzatore
nel paese, vista l'esperienza dell'Ucraina.

---

http://www.contropiano.org/doc_europa&russia.asp
23.09.2005 - Bielorussia: esplosione bomba, 40 feriti

Bielorussia: esplosione bomba, 40 feriti

MINSK - È di 40 feriti il bilancio dell'esplosione di una bomba ieri
sera presso un ristorante (non un negozio come detto precedetemente)
del centro di Vitebsk, nella parte orientale della Bielorussia: lo ha
reso noto oggi il ministero per le situazioni di emergenza. L'ordigno
è esploso presso il ristorante Eridan e molte delle persone ferite -
36 delle quali hanno dovuto essere ricoverate - sono state colpite da
oggetti metallici e vetri. Quello di ieri sera è il secondo attentato
di questo genere nel giro di pochi giorni a Vitebsk: una settimana fa
l'esplosione di una bomba aveva causato due feriti. E' cominciata
l'escalation per "l'esportazione della democrazia USA" in Bielorussia?

---

http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi6c07.htm
www.resistenze.org - popoli resistenti - bielorussia - 07-03-06

da
http://www.belta.by/EngNews.nsf/LastNews/97E2FC51321EFC1842257129005A493B?OpenDocument

Belarusian Telegraph Agency, 6 marzo 2006

Lukashenko: vincere le elezioni non è l'obiettivo principale
dell'opposizione


"Cosa c'è di sbagliato in Bielorussia? È solo che i paesi occidentali
non sono contenti della politica che Lukashenko sta perseguendo.
Lukashenko ha rovinato tutti i piani di un nuovo ordine europeo ed ha
favorito un'unione con la Russia. Queste sono le cose che distinguono
il modello bielorusso da quello della grande democrazia che esiste nei
paesi occidentali."

Il 6 marzo il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha
rilasciato a Gleb Pavlovskiy un'intervista nel programma "Real
Politics" (canale NTV ).

Il noto politologo Gleb Pavlovskiy è un eminente consulente
dell'amministrazione presidenziale della Federazione Russa, presidente
della Fondazione Politica Attiva.

L'intervista si concentrata sulle caratteristiche particolari del
modello di governo bielorusso, la forte politica sociale, lo sviluppo
socio-economico del paese nei prossimi cinque anni, il sostengo
all'imprenditorialità, le prospettive dell'Unione Statale, le
imminenti elezioni presidenziali e l'attività della così detta
opposizione.

Come ha sottolineato Alexander Lukashenko, la caratteristica
particolare principale del modello di sviluppo bielorusso è l'elevata
sicurezza sociale dei cittadini. "Noi non abbiamo mai trascurato le
necessità della popolazione. Il fatto principale che attesta ciò è che
65% del bilancio è speso per i bisogni sociali", ha detto il presidente.

Il capo di stato ha aggiunto "Difendo un'equa politica economica. Noi
non vorremmo assistere al verificarsi in Bielorussia di una grande
estensione dell'ineguaglianza di reddito. Ciò non significa che non
vorremmo avere tante persone ricche. Sarei felice se ci fossero tante
famiglie benestanti. Intendo dire che noi non vorremmo che alcune
persone facessero delle fortune con la vendita di proprietà di stato,
come raffinerie di petrolio, fertilizzante di potassa e produzioni
metallurgiche."

Alesxander Lukashenko ha sottolineato di essere venuto al potere
dall'opposizione e che, quelli che una volta erano con il presidente,
oggi stanno lottando contro il governo della repubblica.
"L'opposizione dovrebbe maturare e proporre alla società qualche cosa
di positivo piuttosto che limitarsi ad `urlare' di imporre sanzioni
contro Lukashenko. Quali sanzioni economiche possono essere imposte
contro Lukashenko? Contro il paese e la nazione?"

Secondo il leader della Bielorussia, vincere le elezioni presidenziali
non è il principale obiettivo dell'opposizione. "Loro non pensano a
sconfiggere Lukashenko. L'opposizione bielorussa considera la politica
come un affare. Un grosso affare."

"Oggi in Bielorussia non c'è nessun dissenso nazionale e
inter-confessionale. Nessuno sta combattendo. Cose c'è che non va in
Bielorussia? È solo che i paesi occidentali non sono contenti della
politica che Lukashenko sta perseguendo. Lukashenko ha rovinato tutti
i piani di un nuovo ordine europeo ed è favorevole ad un'unione con la
Russia. Queste sono le cose che distinguono il modello bielorusso da
quello della grande democrazia che esiste nei paesi occidentali", ha
aggiunto il capo di stato.

(BelTA è stata informata dal servizio stampa presidenziale che
l'intervista di Gleb Pavlovskiy al leader della Bielorussia sarà
diffusa nel prossimo programma "Real Politics").

Traduzione dall'inglese Bf

---

Da: Giuseppe Catapano, 10/3/2006

Mercoledì scorso il Congresso USA ha approvato la risoluzione H. Res.
673 con 419 voti a favore, 1 contrario e 2 astenuti (quando si dice il
dibattito democratico!) "in supporto allo sforzo del popolo bielorusso
nello stabilire una piena democrazia, il rispetto dei diritti umani,
eccetera".

Nella risoluzione si auspica la collaborazione del governo con l'OSCE
e le ONG finanziate dalla NED (la versione politically correct della
CIA) per condurre "delle elezioni giuste e libere" (dal punto di vista
occidentale ovviamente). Si auspica anche la creazione in Bielorussia
di un "sistema democratico completamente libero e aperto" (alle
multinazionali), la "creazione di una prospera economia di mercato"
(sic!), uniche condizioni che permetterebbero al paese di entrare
nella "comunità delle democrazie occidentali".

Fonte: http://www.jbanc.org/bella8.html (lobby baltica anticomunista
americana)


===
LINK:
===

La Russia collabora alla difesa contraerea della Bielorussia
http://www.resistenze.org/sito/te/po/ru/poru5i15.htm

L'atmosfera si sta scaldando, i contorni sono pressochè definiti
(Minsk 01/07/2005)
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi5g18.htm

Il dibattito tra i marxisti russi sull'esperienza della Bielorussia:
Il giudizio di Aleksey Prigarin
http://www.resistenze.org/sito/te/po/ru/poru5l07.htm

I partiti comunisti dell'ex URSS a fianco della Repubblica di Belarus
(ottobre 2005)
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi5l15.htm

Siria e Bielorussia, sostegno reciproco
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi5l18.htm

Gryzlov: i risultati dell'integrazione tra Russia e Bielorussia sono
evidenti (20 ottobre 2005)
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi5l24.htm

Incontro tra il presidente bielorusso e il ministro degli esteri
venezuelano, 22 ottobre 2005
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi5l25.htm

Boris Gryzlov: "Respingeremo gli attacchi contro la Bielorussia e la
Russia"
Dichiarazione dello speaker della Duma russa in merito alle imminenti
elezioni in Bielorussia (gennaio 2006)
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi6a25.htm

Resoconto visita di Alexander Lukashenko in Cina (gennaio 2006)
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi6a24.htm

Dure critiche dei comunisti russi all'Assemblea Parlamentare del
Consiglio d'Europa (31 gennaio 2006)
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi6b06.htm

Lettera dell'Ambasciatore Skripko al Direttore del Sole 24 Ore
(31.01.2006)
http://www.belembassy.it/news.aspx?lang=it&news_id=63
http://www.sardegnabelarus.it/notizie.asp?n=166

Gli USA spendono milioni in Bielorussia (W.C. Mann, Associated Press
9/2/2006)
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi6b15.htm

La Bielorussia denuncia ancora una volta un piano di destabilizzazione
Chiamate in causa le ambasciate occidentali (2 marzo 2006)
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bi/pobi6c05.htm

Da ICDSM-Italia riceviamo e giriamo:

GRAVE LUTTO PER I SINCERI DEMOCRATICI, PER I COMPAGNI, PER I PROGRESSISTI, PER GLI ANTIFASCISTI


In veste di Presidente dell' ICDSM sezione Italia ed altresì come già partigiana nella Lotta di Resistenza contro il nazifascismo esprimo profondo cordoglio per la perdita del Presidente Slobodan Milosevic più volte eletto dal suo popolo al quale ha dedicato intelligenza, affetto, difesa. Le oscure ragioni della sua drammatica fine ci inducono a richiamare l'attenzione sull' atroce comportamento del cosiddetto civile mondo occidentale che non ha né limiti né scrupoli ad impegnarsi per la salvaguardia dell'imperialismo monopolare per il quale troppi popoli pagano prezzi altissimi. In carcere si muore solo per assassinio.

Miriam Pellegrini Ferri

==========================

IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)

Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204

==========================
ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci  27 -- 00043 Ciampino (Roma)
tel/fax +39-06-7915200 -- email: icdsm-italia @ libero.it
http://www.pasti.org/linkmilo.html
  *** Conto Corrente Postale numero 86557006, intestato ad
  Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)


NON CI SI PUÒ PIÙ MERAVIGLIARE DI NULLA


Data: Thu, 9 Mar 2006 16:27:25 +0100
Da: "CONTROPIANO"
Oggetto: Uno sciopero della fame per "la libertà a Cuba" di cui
neanche gli anticastristi sono a conoscenza.

Il Corriere della Sera e Repubblica ne sanno più degli anticastristi
cubani.

Uno sciopero della fame per "la libertà a Cuba" di cui neanche gli
anticastristi sono a conoscenza. O lo saranno nelle prossime ore?

Il Corriere della Sera e la Repubblica di oggi riportano in
evidenza e con l'ausilio di una fotografia obiettivamente inquietante
che "Guillermo Farinas, psicologo, da 38 giorni non mangia per
ottenere la possibilità di accedere liberamente ad internet: è grave"
I due quotidiani aggiungono che "Il primo marzo, nel trentesimo
giorno di sciopero, aveva annunciato che sarebbe andato avanti «fino
alle ultime conseguenze». Niurbis Diaz, direttrice dell'agenzia
indipendente Cubanapress per cui lavora Farinas, raccontava nei giorni
scorsi che parenti e amici lo possono vedere solo per alcuni minuti,
attraverso una parete di vetro".
Una notizia così drammatica sulle pagine di due importante
quotidiano italiano, dovrebbe in qualche modo risultare anche e
soprattutto sui siti internet dei gruppi anticastristi. Ma da una
ricognizione effettuata sui siti di tutte le agenzie "indipendenti"
(incluso quello inesistente dell'agenzia citata dal Corriere della
Sera e Repubblica, la Cubanapress), sia sugli altri siti anticastristi
(es: Cubanet o Solidaridadconcuba, Payolibre ed altri), del lungo
sciopero della fame di Guillermo Farinas (trentotto giorni) non si
parla affatto, nè sulle home page nè sulle pagine interne. Dunque sui
principali siti anticastristi di questa vicenda non si sa nulla.
Possibile che il Corriere della Sera e Repubblica ne sappiano di più
di quanti operano a Cuba o a Miami? Oppure - ed è probabile - non sarà
che il Corriere della Sera e la Repubblica i loro sponsor oltreoceano
stanno indicando a quelli che agiscono a Cuba e Miami quello che
dovranno fare nei prossimi giorni? E' un modo di fare informazione
piuttosto curioso quello che informa senza che i protagonisti ne
sappiano nulla. Del resto dopo la "gaffe" della falsa intervista di
Battistini del Corriere alla Sera al dissidente Osvaldo Payà non ci
può più meravigliare di nulla... quando parlano di Cuba i quotidiani e
la gran parte dei giornalisti italiani riescono a dare il peggio di sè.

La redazione di Contropiano (aderente al Comitato 28 giugno)
www.contropiano.org

Milosevic's political killing

(news in reverse chronological order)

1. Russian general calls Milosevic's death political assassination
(Interfax - March 11, 2006)

IL GENERALE IVASHOV DEFINISCE "OMICIDIO POLITICO" L'ASSASSINIO DI
MILOSEVIC

2. Spokesman of Russia's Ministry of Foreign Affairs Answers Media
Regarding Decision of ITFY Concerning Slobodan Milosevic's Request
(February 25, 2006)

IL MINISTERO DEGLI ESTERI DELLA FED. RUSSA AVEVA DEPLORATO LA
DECISIONE DEL "TRIBUNALE DELL'AIA DI IMPEDIRE A MILOSEVIC DI CURARSI
PRESSO UN CENTRO DI SUA FIDUCIA

3. Milosevic's brother says Slobodan's life in jeopardy - Russian
radio (Feb 24, 2006)

IL FRATELLO DI MILOSEVIC AVEVA AVVERTITO CHE LA VITA DI MILOSEVIC ERA
IN PERICOLO

4. Milosevic seeks subpoena for Clinton to testify (February 28, 2006)

MILOSEVIC AVEVA RECENTEMENTE RIBADITO DI VOLER ASCOLTARE BILL CLINTON
NELL'AMBITO DEL DIBATTIMENTO.
CON LA UCCISIONE DI MILOSEVIC A CLINTON E' STATO RISPARMIATO L'IMBARAZZO.

5. [icdsm-italia] ICDSM: UN "Tribunal" against the UN (February 25)

DICHIARAZIONE DI V. KRSLJANIN SULLA DECISIONE DEL "TRIBUNALE" DELL'AIA
DI IMPEDIRE A MILOSEVIC DI CURARSI


--- 1 ---

http://www.interfax.com/3/137565/news.aspx

Interfax - March 11, 2006

Russian general calls Milosevic's death political assassination

MOSCOW - Gen. Leonid Ivashov who acted as a
witness for the defense in the trail of the former
Yugoslav president regards the death of Slobodan
Milosevic as a political assassination.
"I regard it as a contract political killing because
the court proved incapable of proving his guilt and
acquitting Slobodan Milosevic would amount to
denouncing NATO for the aggression against
Yugoslavia," Ivashov, vice president of the Russian
Academy for Geopolitical Problems, told Interfax on
Saturday.
In the recent past Ivashov headed the Defense
Ministry international cooperation department.
"It is a murder. The doctors whom Slobodan Milosevic
trusted were not allowed to see him. Besides, he was
not allowed to travel to Russia for treatment even
though he asked. He was deliberately placed in a
situation that caused his death," Ivashov said.


--- 2 ---

RUSSIAN REACTION TO HAGUE TRIBUNAL'S DENIAL OF MEDICAL TREATMENT

Russian Ministry of Foreign Affairs / Russian Press - February 25, 2006

MINISTRY OF FOREIGN AFFAIRS OF THE RUSSIAN FEDERATION
INFORMATION AND PRESS DEPARTMENT
32/34 Smolenskaya-Sennaya pl., 119200, Moscow G-200; tel.: (095) 244
4119, fax: 244 4112
e-mail: dip @..., web-address: www.mid.ru

Unofficial translation from Russian

Mikhail Kamynin, the Spokesman of Russia's Ministry of Foreign
Affairs, Answers a Media Question Regarding Decision of International
Tribunal for the Former Yugoslavia (ITFY) Concerning Slobodan
Milosevic's Request

258-25-02-2006

The Russian side was a few days ago officially informed that the Trial
Chamber of ITFY had rejected former President of Yugoslavia Slobodan
Milosevic's request for provisional release from ITFY's jurisdiction
to travel to Moscow for medical treatment at the Bakulev Scientific
Center of Cardiovascular Surgery.

Guided by considerations of humanity, the Russian Federation had as
early as January 17 sent ITFY the necessary guarantees envisaged by
the Tribunal's Rules of Procedure and Proof, including, in particular,
guarantees of Milosevic's personal security, his timely return to The
Hague and the observance of all the conditions that might be laid down
by ITFY regarding the ex-Yugoslav president's delivery to Russia and
stay in our country. Milosevic also assumed necessary personal
commitments.

Yet the Trial Chamber notes in its decision that the legal advisers of
Milosevic failed to convince the judges that the treatment of the
ex-Yugoslav president cannot be provided in the Netherlands. The ITFY
judges also stressed that Milosevic is in the concluding stage of a
very long trial, is charged with committing many serious crimes and,
if found guilty, may be sentenced to life imprisonment. In these
conditions, says the decision, the Trial Chamber is not convinced that
that the accused, if released, would return for the continuation of
the trial.

The Russian side takes note of the ITFY's decision. At the same time,
that decision cannot but evoke regret in Moscow, especially as the
Tribunal left the necessary guarantees given by the Russian Federation
without attention.

February 25, 2006


--- 3 ---

Milosevic's brother says Slobodan's life in jeopardy - Russian radio

BBC Monitoring Newsfile. London: Feb 24, 2006. pg. 1

Ekho Moskvy radio, Moscow, in Russian 1900 24 Feb 06/BBC
Monitoring/(c) BBC
Text of report by Russian Ekho Moskvy radio on 24 February
Credit: Radio Mayak, Moscow, in Russian 1200 24 Feb 06 (Posted for
Fair Use only)

[Presenter] The life of the former president of Yugoslavia, Slobodan
Milosevic, is in jeopardy, his brother Borislav Milosevic, a former
Yugoslav ambassador to Moscow, believes. He expressed indignation over
today's decision by the Hague Tribunal to refuse his brother going to
Russia for medical treatment. He said this in an interview with our
radio station.

[Borislav Milosevic] I do not know whether or not they will poison him
but I do not rule this out altogether. I do not rule out that he might
be even secretly liquidated. As far as his medical treatment is
concerned, their moves do not give any grounds to believe that he is
being treated in a fair and humane way. Their decision is negative.
Incidentally, as I see the reasons behind the decision, I believe that
it is not just inhumane, it simply violates human rights. At issue is
an ailing man, a man aged 65. Despite the immaculate validity of the
various components of this appeal, of this request, they turned it down.

[Presenter] I would like to remind you that Milosevic has more than
once complained about the bad state of his health and this is why the
court hearings, which have been in progress for several years now,
have been interrupted several times. In January, Milosevic's defence
passed documents to the International Tribunal on the basis of which
the tribunal was expected to take the decision to temporarily release
the former president of Yugoslavia.


Credit: Ekho Moskvy radio, Moscow, in Russian 1900 24 Feb 06

Milosevic rights breached his brother tells Russian radio
BBC Monitoring Newsfile. London: Feb 24, 2006. pg. 1

Radio Mayak, Moscow, in Russian 1200 24 Feb 06/BBC Monitoring/(c)BBC
Excerpt from report by Russian Mayak radio on 24 February

[Presenter] The Hague [International Criminal] Tribunal has ruled that
Slobodan Milosevic cannot be temporarily released for a course of
medical treatment in Moscow. The judges turned down the application
despite the fact that Russia had guaranteed the observance of all the
conditions of release that might be set by the tribunal. [Passage omitted]

[Presenter] Here is how Slobodan's brother, Borislav Milosevic, who
was the Yugoslav ambassador to Russia from 1998 to 2001, commented on
the news for Mayak.

[Borislav Milosevic] I believe it inhumane to use every means to
prevent a sick man in his 65th year from getting medical treatment. It
is a violation of his rights - and a crude one at that. The arguments
used to justify the decision - that the prosecution fears he will not
return from Russia and that he can get treatment elsewhere, including
Holland - are also quite unacceptable. They are even hurtful to Russia
because they mean that Russian guarantees are seen as unreliable. And
the second and most important thing is that Slobodan Milosevic does
not trust the doctors there, while he does trust Russian doctors.
[Passage omitted]

--- 4 ---


http://today.reuters.com/News/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2006-02-28T191027Z_01_L28172249_RTRUKOC_0_US-WARCRIMES-MILOSEVIC-CLINTON.xml

Reuters - February 28, 2006

Milosevic seeks subpoena for Clinton to testify

THE HAGUE - Lawyers representing Slobodan Milosevic
have asked the U.N. war crimes tribunal to issue a
subpoena to force former U.S. President Bill Clinton
to testify at his trial, documents showed on Tuesday.
"In his position as former president of the United
States, Mr Clinton had a continuous role and unique
knowledge of events relevant to the indictment," the
lawyers said in a written request filed last week but
only made public on Tuesday.
Lawyers Steven Kay and Gillian Higgins said his
evidence was needed to make sure the trial was
"informed and fair".
They said Milosevic had written a personal letter to
Clinton asking him to testify but had not received a
response.
They added the U.S. embassy in The Hague had written
to them last year explaining the opposition of the
U.S. government to the request.
Milosevic, who has argued that he was a peacemaker in
the 1999 Kosovo conflict and that the West committed
war crimes, has also asked the court to subpoena
retired U.S. general Wesley Clark to appear as a
witness in his defense.
Clark directed NATO's bombing of Kosovo in an 11-week
campaign led by Clinton and British Prime Minister
Tony Blair....
Judges decided last year not to call Blair and Gerhard
Schroeder, German Chancellor at the time of the
bombing, as witnesses.
....

http://www.b92.net/english/news/index.php?nav_id=33937&style=headlines

B92 (Serbia and Montenegro) - February 28, 2006

Clinton may be called on to testify

-Clinton would be questioned regarding the claims that
the US directly and indirectly helped the Croatian
military in attacks against the Serbs and offered
military and material help to the Bosnia-Herzegovina
Government in between 1991 and 1995.
-The defence also states that Clinton can potentially
be questioned regarding "the help which the US offered
to the Kosovo Liberation Army in the attacks on
security forces in Kosovo."

THE HAGUE - Slobodan Milosevic's assigned defence
counsel Steven Kay has asked the Hague Tribunal to
call on former US president Bill Clinton to appear as
a witness in Milosevic's defence case.
Kay said that the defence would like to question
Clinton regarding some of things he wrote in his book
"My Life," particularly the parts that deal with the
US role in the Yugoslav conflict, and to give a
personal point-of-view regarding Milosevic and Serbia,
which can only be described as "unfriendly."
Kay continued, adding that the consequences of this
relationship were an unjustly negative portrayal of
Serbia and Yugoslavia as the main perpetrators of
crimes in the regional conflicts.
The former American president communicated with
Milosevic directly and through advisors, which makes
him very capable of discussing these topics, Kay said.
According to Milosevic's intentions, Clinton would be
questioned regarding the claims that the US directly
and indirectly helped the Croatian military in attacks
against the Serbs and offered military and material
help to the Bosnia-Herzegovina Government in between
1991 and 1995.
Clinton would also be questioned about "the
involvement of the US Government in enabling Islamic
countries, such as Iran, and organisations close to
the al-Qaeda to offer the Bosnian Government soldiers
and weapons," as well as Washington's involvement in
the NATO attacks on Bosnian Serbs.
The defence also states that Clinton can potentially
be questioned regarding "the help which the US offered
to the Kosovo Liberation Army in the attacks on
security forces in Kosovo."
If the Hague Tribunal grants Milosevic's demand to
question Bill Clinton, he would receive a court order
obligating him to testify.


--- 5 ---

From: icdsm-italia
Subject: [icdsm-italia] ICDSM: UN "Tribunal" against the UN
Date: February 25, 2006 10:02:32 AM GMT+01:00
To: icdsm-italia @yahoogroups.com


(Dichiarazione di V. Krsljanin, segretario dell'ICDSM, in merito al
rifiuto da parte del "Tribunale" dell'Aia di concedere a Milosevic di
curarsi presso un istituto di sua fiducia a Mosca)


**************************************************************
INTERNATIONAL COMMITTEE TO DEFEND SLOBODAN MILOSEVIC
ICDSM Sofia-New York-Moscow www.icdsm.org
**************************************************************
Velko Valkanov, Ramsey Clark, Alexander Zinoviev (Co-Chairmen),
Klaus Hartmann (Chairman of the Board), Vladimir Krsljanin (Secretary),
Christopher Black (Chair, Legal Committee), Tiphaine Dickson (Legal
Spokesperson)
**************************************************************
24 February 2006 Special
Circular
**************************************************************

"UN TRIBUNAL" AGAINST THE UN

On the occasion of today's decision of the Hague Tribunal Trial
Chamber not to allow the urgently needed medical treatment of
President Milosevic in Moscow, Vladimir Krsljanin, foreign relations
assistant of President Milosevic and secretary of the ICDSM and
Sloboda, made the following statement for the press:

"By this decision, the Hague Tribunal has shown clearer than ever
that it does not take care about law and human rights. President
Milosevic is denied his right to get medical treatment in the
institution of his choice in spite of the guarantees of one of the
most serious and most powerful countries in the world, a member of
the UN Security Council.

This decision has criminal character and at the same time it further
shakes the UN system. We expect this decision to be changed and call
upon all who care about justice and human rights to contribute to
that end."

***********************************************************************

URGENT FUNDRAISING APPEAL

******************************

President Milosevic has the truth and law on his side. In order to
use that advantage to achieve his freedom, we must fight this totally
discredited tribunal and its patrons through professionally conducted
actions.

The funds secured in Serbia are still enough only to cover the
expenses of the stay and work of President Milosevic's legal
associates at The Hague (one at the time).

After the unlawful attack of the German financial authorities on the
ICDSM fundraisning in Germany, that lead to freezing of the ICDSM
account in Germany, the simmilar attack took place recently in
Austria, where the account of the Yugoslav-Austrian Solidarity was
frozen. These unlawful acts, aiming to undermine and block the
President Milosevic's defence, will be fought back legally.

***********************************************************
To carry on the normal defence work - 3000-5000 EUR per month is our
imminent need.

Please send your donations to the following account:

Committee Intersol
Postbank N.V., Amsterdam, The Netherlands
Accountnumber 4766774
IBAN NL07 PSTB 0004766774
BIC/Swiftcode: PSTBNL21

***************************************************************

For truth and human rights against aggression!
Freedom for Slobodan Milosevic!
Freedom and equality for people!

************************************************************

SLOBODA urgently needs your donation.
Please find the detailed instructions at:
http://www.sloboda.org.yu/pomoc.htm

To join or help this struggle, visit:
http://www.sloboda.org.yu/ (Sloboda/Freedom association)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend Slobodan
Milosevic)
http://www.free-slobo.de/ (German section of ICDSM)
http://www.free-slobo-uk.org/ (CDSM UK)
http://www.icdsm-us.org/ (US section of ICDSM)
http://www.icdsmireland.org/ (ICDSM Ireland)
http://www.pasti.org/milodif.htm (ICDSM Italy)
http://www.wpc-in.org/ (world peace council)
http://www.geocities.com/b_antinato/ (Balkan antiNATO center)


==========================

IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)

Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204

==========================
ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27 -- 00043 Ciampino (Roma)
tel/fax +39-06-4828957 -- email: icdsm-italia @ libero.it
http://www.pasti.org/linkmilo.html
*** Conto Corrente Postale numero 86557006, intestato ad
Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)

From: icdsm-italia @...
Subject: [icdsm-italia] PROCESSO MILOSEVIC: UN "PROCESSO ALLE INTENZIONI"
Date: March 11, 2006 8:46:01 PM GMT+01:00


Riportiamo di seguito un saggio pubblicato nel libro:

IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA.
IL J'ACCUSE DI SLOBODAN MILOSEVIC DI FRONTE AL "TRIBUNALE AD HOC" DELL'AIA
Zambon Editore (Frankfurt, 2005)
240 pagine, 10 euro, ISBN 88-87826-33-1
(VEDI IN FONDO PER L'INDICE ED ALTRE INFORMAZIONI)

Il testo risale alla scorsa estate.


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Processo Milosevic: un "processo alle intenzioni"

a cura di ICDSM-Italia (Sezione Italiana del Comitato Internazionale
per la Difesa di Slobodan Milosevic)


Con il discorso che in questo libro riproduciamo, il 31 agosto 2004 ha
avuto inizio la fase detta della "difesa" nel "processo" intentato
contro Slobodan Milosevic (1) presso il "Tribunale ad hoc per i
crimini commessi sul territorio della ex Jugoslavia" dell'Aia, in
Olanda - abbreviato: TPIJ. (2)

Al Presidente Milosevic sono stati concessi solo 150 giorni "netti"
per la presentazione della sua difesa: solo la metà del tempo usato
dalla "accusa" per i tre "capi di imputazione" - per le guerre in
Croazia, in Bosnia ed in Kosovo. Mentre scriviamo, il "processo di
difesa" è in pieno svolgimento; la sua conclusione è all'incirca
prevista per la primavera 2006; il "verdetto" dovrebbe seguire di
alcuni mesi.
Già nel corso della fase "della accusa", comunque, è risultato
evidente come, il "processo", non riuscendo di fatto a dimostrare la
colpevolezza dell'ex presidente, sia un clamoroso fallimento e dunque
motivo di estremo imbarazzo e preoccupazione per gli sponsor del TPIJ.
Contro Milosevic il "tribunale" ha infatti usato ogni mezzo di
pressione politica, mediatica e fisica (a causa del suo stato di
salute e di cure inappropriate): malgrado tutto ciò, gli accusatori ed
i giudici non sono riusciti spezzare la difesa di Milosevic.


La natura del "Tribunale ad hoc"

Il caso del TPIJ chiarisce molto bene la collateralità di certe
neonate istituzioni penali internazionali ai progetti egemonici dei
paesi imperialisti. Il TPIJ è stato fondato nel 1993 dal Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite per l'insistenza di Madeleine Albright
(3). Il normale canale per creare un Tribunale come questo, come a suo
tempo ha puntualizzato lo stesso Segretario Generale dell'ONU, avrebbe
dovuto essere "un Trattato Internazionale stabilito ed approvato dagli
Stati Membri che avrebbero permesso al Tribunale di esercitare in
pieno nell'ambito della loro sovranità". (4) Tuttavia, Washington ha
imposto un'interpretazione arbitraria del Cap.VII della Carta delle
Nazioni Unite, che consente al Consiglio di Sicurezza di prendere
"misure speciali" per restaurare la pace in sede internazionale.
Perciò il "Tribunale ad hoc" è una struttura illegittima e para-legale.

Esso è finanziato dai paesi della NATO, e soprattutto dagli USA (5),
in maniera diretta oltreché attraverso l'ONU, ma anche da altri paesi
non proprio neutrali nella problematica jugoslava, come l'Arabia
Saudita, nonché da enti "non-governativi" e personaggi "privati", come
George Soros. Per farsi una idea di quali forze muovano questa
istituzione para-legale da dietro le quinte, è forse sufficiente
guardare ai curricola di alcuni dei protagonisti. L'attuale presidente
del "Tribunale ad hoc", Theodor Meron, già ambasciatore di Israele in
Canada (sic), era stato nient'altro che l'inviato di Bill Clinton
alla Conferenza di Roma per la istituzione del Tribunale Penale
Internazionale (TPI), nel 1998: fu cioè il principale responsabile del
sabotaggio, da parte USA, della istituzione di un TPI che fosse
realmente super partes ed avesse competenze generali - non solo "ad
hoc" per la Jugoslavia o per il Ruanda... La "procuratrice" Carla Del
Ponte, dal canto suo, è da tempo al centro di polemiche in Svizzera
per lo strano modo con cui ha condotto importanti inchieste, ad
esempio quella sul narcotrafficante Escobar junior; si veda anche la
clamorosa intervista rilasciata a Jürgen Elsässer dal testimone-chiave
nella vicenda Mabetex/Pacolli, Felipe Turover, che ha accusato la Del
Ponte di avere insabbiato l'inchiesta e di aver messo a repentaglio la
vita dei testimoni. (6)

Il sostegno della NATO al TPIJ è particolarmente indicativo delle vere
finalità di questa struttura para-giudiziaria. Secondo Jamie Shea,
portavoce della NATO durante la aggressione di questa contro la
Repubblica Federale di Jugoslavia (RFJ) nel 1999, "la NATO è amica del
Tribunale, è la NATO che detiene per conto del Tribunale i criminali
di guerra sotto accusa... Sono i paesi della NATO che hanno procurato
i fondi per istituire il Tribunale, noi siamo tra i più grandi
finanziatori." (7) Oltre ad attestare il sostegno finanziario e la
"amicizia" della NATO - proprio mentre questa bombardava i convogli di
profughi ed il petrolchimico di Pancevo - Jamie Shea rivendica dunque
ad essa il ruolo di "polizia giudiziaria". La quale, come s'è visto in
decine di occasioni, specialmente in Bosnia ma anche nel caso di
Milosevic, opera attraverso colpi di mano e rapimenti, nel corso dei
quali alcuni "sospetti" sono stati persino uccisi - mentre diversi
serbi-bosniaci detenuti all'Aja sono deceduti per presunti infarti e
suicidi.
Il "Tribunale ad hoc" dell'Aja ha sistematicamente dichiarato il non
luogo a procedere per le documentate accuse di crimini di guerra mosse
da varie parti alla NATO.

La sproporzione tra le incriminazioni nei confronti di esponenti serbi
rispetto a quelle di croati, kosovari albanesi e bosniaci musulmani,
responsabili di gravi crimini, è resa evidente dai numeri. (8) Ancor
più evidente è il fatto che dei tanti "imputati", gli unici con
responsabilità eminentemente politiche siano appartenenti alla parte
serba - Milosevic, Milutinovic, Karadzic - mentre i leader delle
fazioni secessioniste sono stati tutti indistintamente "risparmiati"
nonostante (ad esempio) i loro torbidissimi trascorsi. (9)

La "giustizia" del "Tribunale ad hoc" è dunque quella di una parte in
causa contro l'altra: il contrario esatto del super partes. Il TPIJ,
analogamente al famigerato Tribunale Speciale dell'Italia fascista, è
uno strumento politico totalmente sotto controllo dei vincitori, cioè
degli aggressori, devastatori ed invasori della Jugoslavia.

Noti giuristi e commentatori hanno spiegato come, nel suo
funzionamento, il TPIJ violi tutti i principi del diritto
internazionale. In sostanza, esso non rispetta la separazione dei
poteri, né la parità fra accusa e difesa, né tantomeno la presunzione
di innocenza finché non si giunge ad una condanna: la regola 92 del
TPIJ stabilisce che le confessioni siano ritenute credibili, a meno
che l'accusato possa provare il contrario, mentre in qualsiasi altra
parte del mondo l'accusato è ritenuto innocente fino a quando non sia
provata la sua colpevolezza. Il TPIJ formula i propri regolamenti e li
modifica su ordine del Presidente o del Procuratore, assegnando ad
essi carattere retroattivo: attraverso una procedura totalmente
ridicola, il Presidente può apportare variazioni di sua propria
iniziativa e ratificarle via fax ad altri giudici (regola 6). Il
regolamento stesso non contempla un giudice per le indagini
preliminari che investighi sulle accuse. Il "Tribunale ad hoc"
utilizza testimoni anonimi, che si possono dunque sottrarre a
verifiche da parte della difesa; secreta le fonti testimoniali, che
possono essere anche servizi segreti di paesi coinvolti nei fatti.
Esso usa la segretezza anche sui procedimenti aperti (regola 53);
ricusa o rifiuta a proprio arbitrio di ascoltare gli avvocati della
difesa (regola 46), allo stesso modo dei tribunali dell'Inquisizione;
può rifiutare agli avvocati di consultare documentazione probatoria
(regola 66); può detenere sospetti per novanta giorni prima di
formulare imputazioni, con l'evidente scopo di estorcere confessioni.
Dulcis in fundo, i giudici si arrogano persino il diritto, d'accordo
con la "pubblica accusa", di revisionare la trascrizione del
dibattimento, censurandola allo scopo di impedire la divulgazione di
quegli interventi di Milosevic considerati "ad uso esterno" e dunque
irrilevanti o inopportuni per gli Atti del "processo".

L'imputazione contro l'allora Presidente della Repubblica Federale di
Jugoslavia Slobodan Milosevic veniva resa pubblica dall'allora
"procuratrice" Arbour su pressione di Madeleine Albright, proprio
durante i bombardamenti della NATO nella primavera del 1999,
nell'ambito della campagna mediatica di demonizzazione della
Jugoslavia e dei suoi dirigenti che ha accompagnato la aggressione
militare. Un tassello, insomma, della più ampia operazione di
disinformazione strategica e guerra psicologica. (10)
Per la effettiva cattura di Milosevic, però, dovevano maturare le
condizioni politiche in Jugoslavia.

Questo cambiamento è avvenuto solo nell'autunno del 2000, quando a
Belgrado si è instaurato il regime-fantoccio filo-occidentale. Tra gli
Allegati di questo libro riproduciamo il discorso tenuto dall'allora
presidente jugoslavo in vista del turno di ballottaggio alle elezioni
presidenziali, tre giorni prima del colpo di Stato che, il 5 ottobre
del 2000, portò al potere le destre filo-occidentali. Il ballottaggio
non si potè svolgere, visto che, tra l'altro, le schede elettorali del
primo turno vennero "opportunamente" distrutte nell'assalto e
nell'incendio dei locali del Parlamento da parte di alcune decine di
teppisti. Nei giorni successivi furono attaccate le sedi dei partiti
della sinistra e dei sindacati, e molti militanti verranno fatti
oggetto di vigliacche aggressioni. (11) Nel discorso che riproduciamo
nell'Allegato 2, Milosevic pronosticava, nel caso di un passaggio dei
poteri alla coalizione liberista DOS, gravi conseguenze per il paese
sia dal punto di vista politico-istituzionale, sia da quello
economico sociale. Ad anni di distanza, tutte le previsioni di
Milosevic risultano purtroppo verificate: lo Stato jugoslavo non
esiste più, essendo stato trasformato in una precaria "Unione di
Serbia e Montenegro" destinata ad ulteriormente disgregarsi, e
l'economia versa tuttora in una crisi profonda, poichè l'apertura al
capitale straniero non ha portato alcun beneficio alla produzione
bensí solo dismissioni e decomposizione. La disoccupazione e la
povertà in Serbia e Montenegro sono oggi generalizzate.


Il rapimento di Milosevic

La rocambolesca cattura di Milosevic è avvenuta mesi dopo il golpe, il
31 marzo 2001: in cambio, al nuovo governo sono stati accordati 50
milioni di dollari dagli USA. I dirigenti belgradesi, per ottemperare
ai ricatti militari ed economici degli USA, della Nato e del Tribunale
dell'Aja, hanno commesso una serie di macroscopiche illegalità.
Milosevic è stato detenuto per tre mesi senza che nessuno delle
centinaia di testimoni ascoltati avesse fornito prove a sostegno della
pretestuosa imputazione di "abuso di potere" (diversa da quella di
"crimini di guerra" usata all'Aia). Al termine delle due proroghe
della detenzione preventiva, Milosevic avrebbe dovuto essere
scarcerato; invece, un ulteriore scandalo è stata la modalità della
sua "estradizione" da Belgrado in Olanda, tramite una operazione-lampo
illegale ed anticostituzionale curata dai settori più filo-americani
del governo di Zoran Djindjic (12). Il sequestro ed il trasporto
all'Aia su velivoli della RAF inglese avveniva in base a un decreto
del solo premier e del ministro degli interni, con un governo
dimezzato dal ritiro dei ministri montenegrini; un decreto che
violava, insieme alle Costituzioni jugoslava e serba (13), la
posizione del Parlamento Federale nonché l'orientamento dei partner di
maggioranza e dello stesso presidente jugoslavo Kostunica. Il giorno
dopo il trasferimento di Milosevic, i governanti jugoslavi ottenevano
il loro ulteriore premio: la promessa (sic) di 1.360 milioni di
dollari, stanziati dalla "Conferenza dei donatori" alla condizione
della totale privatizzazione dell'economia nazionale.

All'Aia, Milosevic ha da subito tenuto un atteggiamento fermo ed
inequivocabile: si dichiara prigioniero politico, non riconosce
legittimità al "Tribunale ad hoc" (14) e rifiuta di essere assistito
da avvocati, compresi quelli designati "d'ufficio" dal "Tribunale"
stesso (15). Le prime udienze - tra luglio 2001 e gennaio 2002 - sono
state dedicate a problemi procedurali, ma Milosevic non ha mancato di
dire la sua ogni volta che gli è stato concesso di parlare, e
fintantoché il microfono non gli è stato spento in malo modo.
Il 29 ottobre 2001, ad esempio, dopo la lettura della "imputazione
sulla Croazia" ha detto testualmente:

"È assurdo accusare la Serbia ed i serbi per la secessione armata
della Croazia, che ha causato una guerra civile, conflitti e
sofferenze per la popolazione civile."
Il giorno dopo, commentando "l'imputazione sul Kosovo", egli ha fatto
notare che essa "riguarda solamente fatti avvenuti dal 24 marzo alla
fine della prima settimana di giugno [1999], laddove (...) tutto il
pianeta sa che è proprio dal 24 marzo fino alla prima settimana di
giugno compresa che la Nato ha commesso la sua criminale aggressione
contro la Jugoslavia. (...) Se la corte non vuole prendere in
considerazione questi fatti, allora è ovvio che questa non è una corte
ma solamente una parte del meccanismo atto ad eseguire crimini contro
il mio paese e la mia gente. Se quest'ultimo è il caso (...) e dunque
se la corte è parte dell'ingranaggio, allora per piacere, date lettura
ai verdetti che vi è stato detto di formulare e smettetela di annoiarmi."

Dopo la lettura del "capo d'imputazione" sulla Bosnia-Erzegovina,
Milosevic dichiarava invece: "Questo testo miserabile che abbiamo qui
ascoltato è l'apice dell'assurdità. Devono darmi credito per la pace
in Bosnia, e non per la guerra. La responsabilità per la guerra in
Bosnia è delle potenze che hanno distrutto la Jugoslavia e dei loro
satrapi in Jugoslavia, e non della Serbia, né del suo popolo, né della
sua politica. Questo è un tentativo..." Qui il microfono veniva spento.

Ancora, in dicembre, Milosevic si richiamava a fatti di estrema attualità:

"Per me è assolutamente chiaro il motivo per cui questo falso pubblico
ministero insiste sulla unificazione [dei tre "capi d'accusa"]. La
causa di questo è l'11 Settembre. Loro vogliono mettere in secondo
piano le accuse contro di me sul Kosovo perché queste inevitabilmente
aprono la questione della collaborazione della amministrazione Clinton
con i terroristi nel Kosovo, compresa la organizzazione di Bin Laden.
(...) Quello che si può trovare sotto la superficie di questi "capi
d'imputazione" non sono altro che i detriti ed il fango di dieci anni
di guerra mediatica, condotta con l'obiettivo di demonizzare sia la
Serbia, sia il popolo serbo e la sua dirigenza, ed anche me
personalmente, e addirittura la mia famiglia. Perché la guerra
mediatica ha preceduto quella reale, ed ha avuto come obiettivo quello
di convincere l'opinione pubblica occidentale che siamo delinquenti,
anche se non abbiamo mai dato argomenti per avvalorare questo. Voi
oggi avete letto qui che il 6 Aprile 1992 l'Unione Europea riconobbe
la Bosnia-Erzegovina. Questo è stato fatto sotto l'influenza
dell'allora Ministro degli Esteri tedesco Hans Dietrich Genscher,
perchè il 6 Aprile era il giorno in cui nel 1941 Hitler attaccò la
Jugoslavia bombardando Belgrado. C'era un desiderio di simboleggiare,
in questo modo, il capovolgimento degli esiti della II Guerra Mondiale."

Il 30 gennaio 2002, Slobodan Milosevic aveva nuovamente l'occasione di
parlare dinanzi alla "corte" dell'Aia:

"In realtà c'era un piano evidente contro quello Stato di allora che
era, direi, un modello per il futuro federalismo europeo. Quello Stato
era la Jugoslavia, dove più nazionalità erano comprese in un sistema
federativo che realizzava la possibilità di vivere con pari diritti,
con successo, con la possibilità di prosperare, svilupparsi e, direi,
di essere d'esempio al mondo intero di come si può vivere insieme. Per
tutto il tempo abbiamo lottato per la Jugoslavia, per conservare la
Jugoslavia. In fondo, tutti i fatti comprovano soltanto quello che sto
dicendo. E soltanto la Repubblica Federale di Jugoslavia tuttora
esistente ha conservato la sua struttura dal punto di vista delle
nazionalità.
(...) Con ciò che sta avvenendo li' [in Kosovo] si sta in pratica
riabilitando la politica del periodo nazista, di Hitler e Mussolini.
Questo grande parlare di "Grande Serbia", di questa presunta idea che
non è mai esistita, non serve altro che a mascherare la creazione di
una "Grande Albania" - quella stessa che crearono Hitler e Mussolini
durante la Seconda Guerra Mondiale. Guardate soltanto quello schema, e
guardate che cosa si sta facendo adesso, quello che vogliono sottrarre
alla Serbia, al Montenegro ed alla Macedonia - e un domani forse anche
alla Grecia del Nord, quando le relazioni greco-turche saranno messe
alla prova di nuovo per ordine del comune padrone, ed anche quella
sarà per loro una questione da risolvere."

Milosevic, uomo politico di orientamento socialista riformatore, parla
qui chiaramente della Jugoslavia di Tito... e la difende! Parla di un
paese nel quale si rifuggiva sia da uno jugoslavismo sovranazionale
"artificiale", sia dal nazionalismo separatista, a favore di una
cultura di sintesi, pluralista, propriamente jugoslava, in grado di
riunire le preesistenti culture in una nuova, dinamica identità,
adatta ad uno Stato fondato sui diritti di cittadinanza e non - come è
purtroppo oggi - sulle identità etniche o religiose. (16)


Il dibattimento e la sua "rimozione" mediatica

Dopo alcune incertezze legate alla intenzione della "procuratrice" Del
Ponte di unificare i tre procedimenti sul Kosovo, sulla Croazia e
sulla Bosnia, il "processo" a Milosevic è stato effettivamente
unificato ed è iniziato il 12 febbraio 2002. Da allora i mass-media,
dopo le prime giornate-shock, hanno abbassato il sipario -
gradualmente, ma completamente. In Jugoslavia, le autorità hanno
dapprima impedito il proseguimento della diretta televisiva, poi hanno
operato per isolare Milosevic in ogni maniera.

Di fatto, l'ondata repressiva scatenata con lo "stato d'emergenza"
("Operazione Sciabola") proclamato in Serbia dopo il misterioso
omicidio Djindjic (primavera 2003, nel pieno della "fase della accusa"
nel TPIJ) è servita anche ad impedire l'opera dei collaboratori di
Milosevic, vicini alla Associazione Sloboda (17) che lo assiste; e per
questo molti osservatori ritengono che lo "stato d'emergenza" sia
stato deciso di comune accordo con il governo DOS da chi "muove i
fili" all'Aia.
Per tutto il tempo, inoltre, in Serbia è proseguito un vero e proprio
linciaggio mediatico ai danni di Milosevic e della sua famiglia, da
parte dei mezzi di informazione, oramai tutti in mano al capitale
straniero (anglosassone-sorosiano, ma anche e soprattutto tedesco: ad
esempio il maggiore quotidiano, Politika, è adesso in mano alla
cordata Westdeutsche Allgemeine Zeitung di Bodo Hombach). La campagna
diffamatoria è basata su accuse, pettegolezzi ed allusioni di tutti i
tipi; i famigliari di Milosevic, temendo il peggio (in Serbia dal 2000
si susseguono gli omicidi politici), sono stati costretti ad
abbandonare il paese. (18)

In aula, nella "fase della accusa" l'atmosfera era surreale. Nel
confronto con i testimoni dell`"accusa", Milosevic agevolmente
rovesciava le imputazioni, spesso mettendo i testimoni stessi in
contraddizione: tanto che qualcuno di questi ritrattava, qualcun altro
rinunciava a deporre, qualcuno si sentiva male, qualcuno si rendeva
conto che la sua deposizione in fase istruttoria era stata
falsificata... In tutti questi mesi ed anni di dibattimento, giorno
dopo giorno, battuta dopo battuta, la "triplice accusa" a Milosevic -
pomposamente riassunta nella formula: "impresa criminale congiunta"
(joint criminal enterprise) - si è dimostrata essere un vero e proprio
"processo alle intenzioni", come recita una felice locuzione della
lingua italiana: nient'altro che un teorema, cioè, basato su ipotesi
iniziali non dimostrate, frutto di falsificazioni macroscopiche e/o di
elucubrazioni su di una presunta "catena di comando" con Milosevic al
vertice.

Ribaltando completamente il "tavolo da gioco", Milosevic ha però messo
la stessa NATO sul banco degli imputati come prima responsabile non
solo dei bombardamenti, ma proprio dell'infame squartamento della RFS
di Jugoslavia, ripercorrendo gli atti diplomatici, politici e militari
a vari livelli compiuti dai paesi dell'Alleanza. I fatti in proposito
citati da Milosevic nel corso del dibattimento, e rielencati in forma
organica nel testo centrale di questo libro, sono tutti fatti storici,
ormai, benché vengano sostanzialmente ignorati o minimizzati dai
commentatori occidentali e filo-occidentali. Sono fatti
incontrovertibili, e Milosevic, mentre ripercorre pagine e pagine di
storia balcanica e mondiale, dinanzi alla "Corte" ne scrive a tutti
gli effetti una nuova, con grande dignità, pur nel completo
isolamento, con troppi avversari e solo pochi amici attorno, e nella
astiosa disattenzione dei "balcanologi" di ogni sorta.

L'obiettivo degli sponsor del "Tribunale ad hoc" - cioè fare di
Milosevic il capro espiatorio esclusivo e "conclusivo" per le tragedie
jugoslave a cavallo dei due millenni - può essere conseguito solamente
nella misura in cui le opinioni pubbliche restino ignare di ciò che
viene effettivamente detto nell'aula dell'Aia. L'operazione di
"scaricamento" delle responsabilità in toto sulla figura di Milosevic,
attraverso l'intera costruzione del processo-farsa, rappresenta di per
se stessa un enorme tentativo di rimozione: essa vuole offrire ai veri
responsabili del magnum crimen (la distruzione della Jugoslavia e la
guerra) l`opportunità di risciacquarsi la coscienza, autoassolversi,
financo sottrarsi al pagamento dei danni dei bombardamenti. Ma tale
abnorme, disonesta operazione può avere successo solamente se, a sua
volta, sul dibattimento dell`Aia sia fatto sostanzialmente calare il
sipario, non ne sia data cioè alcuna cronaca, cosicchè tanto ostentato
sforzo di ricerca "della verità sui crimini della guerra in
Jugoslavia", tanto materiale accumulato, rimanga inutilizzato da
giornalisti, commentatori, studiosi, storici... È una rimozione dentro
l'altra, in un gioco di scatole cinesi: come la cancellazione della
Jugoslavia dalle cartine geografiche, ed analogamente all`oblio
imposto sui bombardamenti NATO e su tanti altri episodi-chiave, così
pure i momenti salienti del "processo" a Milosevic vengono ignorati
dai media. Questo silenzio giornalistico, in quanto ulteriore momento
della campagna strategica di disinformazione che ha accompagnato la
guerra di squartamento della Jugoslavia, è il peggiore nemico di
questo paese e delle popolazioni che la abitano, ed è, con tutta
evidenza, l'arma più micidiale adoperata in questa triste fase storica
contro di esse.

Perciò nessuno ha riportato i dettagli del confronto in aula tra
Milosevic e Stipe Mesic, attuale presidente croato ed ex uomo di
Tudjman, né quelli del confronto con l'ex presidente della Slovenia
Milan Kucan, benché riguardassero i momenti cruciali e drammatici
dello scoppio della guerra fratricida nel 1991. Nessuna cronaca è
stata fatta della testimonianza di Zoran Lilic, probabilmente la più
importante nel "processo" visto che Lilic fu addirittura presidente
della RF di Jugoslavia mentre Milosevic era presidente della Serbia;
non si è parlato della deposizione di un uomo dei servizi, Rade
Markovic, chiamato come testimone dell'accusa ma che poi, in aula, ha
dato ragione a Milosevic ed ha dichiarato di essere stato sottoposto a
pesanti pressioni dal governo serbo attuale affinché dichiarasse il
falso; nessuno ha commentato nemmeno il confronto con il "nonviolento
kosovaro" (19) Ibrahim Rugova; per non parlare poi degli interventi in
aula di diplomatici e politici occidentali, o dei ridicoli spettacoli
offerti da falsi esperti di storia, facilmente sbugiardati da
Milosevic nel corso di tutta la "fase dell'accusa".

Negli ultimi mesi, dedicati alla replica dell'accusato, si sono svolte
numerose importantissime sedute: come ci aspettavamo, purtroppo, i
nostri media non ne hanno riportato neanche l'eco.


La fase della "autodifesa"

Il 5 luglio 2004, l'ex Segretario di Stato USA Madeleine Albright
faceva visita al "Tribunale". Da quel momento, la dirigenza della
politica estera USA dava inizio in modo pesante ad una campagna
mediatica mirata ad imporre restrizioni al diritto del Presidente
Milosevic all'autodifesa personale.

Il 31 agosto ed il 1 settembre 2004, il Presidente Milosevic ha
presentato la sua dichiarazione in apertura del "processo di difesa" -
che qui riproduciamo per la prima volta in lingua italiana.
In seguito, prima che il Presidente Milosevic fosse in grado di
produrre il suo primo testimone (di circa 1600 da lui citati), il 2
settembre 2004 la "Corte" prendeva una decisione senza precedenti
sottraendo al Presidente Milosevic il diritto a difendersi in prima
persona ed imponendogli un "avvocato difensore" contro la sua volontà.
I britannici ex "amici curiae" (collaboratori del Tribunale), Stephen
Kay e Gillian Higgins, venivano "imposti d'ufficio" dalla "Corte" come
difensori del Presidente Milosevic, (20) in modo da tenere sotto
controllo la conduzione del "processo di difesa", a partire dalle
deposizioni dei testimoni. La partecipazione del Presidente Milosevic
al suo stesso "processo" veniva ridotta alla possibilità di presentare
ai testimoni domande "addizionali", dopo la loro deposizione e solo
dopo avere ricevuto il permesso dai "giudici". (21)

Il 29 settembre 2004, Kay ed Higgins – solo dopo aver affrontato
l'opposizione più energica possibile da parte del Presidente Milosevic
– presentavano appello davanti alla "Corte d'Appello" del Tribunale
contro il loro essere stati imposti, fingendo dunque di condividere la
posizione del Presidente Milosevic. Ma il loro comportamento concreto
rendeva evidente il contrario: tanto che essi prendevano contatto, di
propria iniziativa, con le persone indicate come testimoni nell'elenco
predisposto da Milosevic. Contemporaneamente, più di un centinaio di
questi possibili testimoni dichiaravano di non essere disposti a
testimoniare, a meno che non venisse ripristinato il diritto del
Presidente Milosevic all'autodifesa personale. Il 18 ottobre 2004,
l'avvocato Kay dichiarava alla "corte" che più di 90 dei testimoni
che egli aveva cercato di contattare, avevano rifiutato di
testimoniare, date le attuali circostanze. Inoltre, Kay aggiungeva che
era stato fatto ogni sforzo per convincere i testimoni a venire in
"Tribunale", e non obiettava nulla al "Giudice Presidente" Robinson
che notificava l'ordine di comparizione davanti alla Corte ai
testimoni "reticenti": si dimostrava così una volta di più che Kay ed
Higgins sono completamente dalla parte del Tribunale, e che il loro
atteggiamento è del tutto ostile a Milosevic.

Tra i tanti testimoni che hanno boicottato questa "corte" illegale, va
ricordata la posizione netta di Peter Handke - uno dei più grandi
scrittori tedeschi contemporanei, che conosce benissimo la situazione
jugoslava tanto da avere scritto numerosi testi in proposito negli
ultimi anni. Handke ha rinunciato a comparire come testimone perchè
non riconosce la legittimità di quello che egli chiama il "Grande
Tribunale":

<<La Giustizia è la Giustizia, è stata la dichiarazione di uno degli
attuali, episodici, fittizi detentori del potere in Serbia,
dichiarazione con la quale egli ha salutato il Tribunale
Internazionale e lo ha sostenuto. No, la Giustizia non è la Giustizia.
Ed "un testimone è un testimone?" No, un testimone non è un testimone.
Al limite, io mi considero un testimone di passaggio. Ed uno così -
forse non è il niente, ma certo è niente per il Tribunale. (...) La
mia "intima convinzione" mi porta non solo a ritenere che Slobodan
Milosevic sia di fronte alla corte sbagliata, ma anche che egli sia -
"innocente" proprio no (questa, come ho già detto, non è cosa che mi
riguardi), ma sicuramente: "non colpevole nel senso dell'accusa", e
neanche nel senso dell'organizzazione del processo.>> (22)

Probabilmente a causa di questa eclatante forma di boicottaggio dei
testimoni, e per la intransigenza del Presidente Milosevic, il 1
novembre 2004 la "Corte di Appello" emetteva una sentenza in base alla
quale bisognava modificare le modalità di conduzione del "processo di
difesa". Milosevic avrebbe potuto condurre da solo la propria difesa,
ma "la presenza di un Collegio di Difesa Assegnato consentirebbe al
processo di continuare anche nel caso in cui Milosevic si trovasse
temporaneamente non in grado di parteciparvi." Ad un più attento
esame, questa sentenza della "Corte di Appello", che a prima vista
sembra una quasi-vittoria per Milosevic, consente in effetti una
violazione ancora peggiore dei diritti dell'"imputato", in quanto pone
le fondamenta del dibattimento in absentia (il processo può cioè
continuare anche in assenza dell'imputato).

Prima che venisse ripristinato il diritto del Presidente Milosevic a
condurre direttamente la sua difesa, il "Collegio di Difesa Assegnato"
(cioè la coppia Kay-Higgins) aveva già condotto in aula cinque
testimoni tra quelli dell'elenco: Smilja Avramov, ex docente di
giurisprudenza; James Jatras, ex consigliere della Commissione
Repubblicana per la Politica Estera del Senato USA; Roland Keith, già
comandante Canadese dell'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la
Cooperazione in Europa) in Kosovo; il giornalista tedesco Franz Josef
Hutsch; ed infine Liana Kanelli, una parlamentare greca.

In seguito alla decisione della "Corte d'Appello" del 1 novembre 2004,
il Presidente Milosevic ha incominciato ad ascoltare direttamente i
suoi testimoni. Fino alla pausa estiva (2005), e dunque fino alla
pubblicazione di questo libro, dinanzi al Presidente Milosevic sono
stati convocati una cinquantina di teste: intellettuali di chiara
fama, storici e studiosi, politici di rango elevato, dalla Jugoslavia
e dall'estero, hanno prodotto le loro testimonianze sulla posizione
storica, politica e legale della Serbia, informando sul contesto della
crisi jugoslava, completamente ignorato dall'"atto di accusa", come
pure sulle prese di posizione e sulle azioni personali del Presidente
Milosevic durante il disfacimento della Jugoslavia, che sono sempre
state orientate a prevenire un bagno di sangue.

I giudici hanno costantemente interferito con la conduzione degli
interrogatori, rimproverando a Milosevic di porre ai testimoni domande
"presumibilmente concordate", di presentare prove ritenute non
pertinenti con le specifiche accuse, di introdurre documenti in
maniera non opportuna, ed altri pretesti di natura tecnica. Di fatto,
i giudici non avevano mai applicato tali restrizioni durante la fase
processuale precedente. La "Corte" e l'"Accusa", adesso, fanno a gara
a porre obiezioni di tipo puramente "tecnico", con l'ovvio intento di
sprecare il più possibile dei 150 giorni messi a disposizione per la
presentazione del "processo di difesa".

Durante l'interrogatorio incrociato dei testi a difesa da parte
dell'"accusa", il presidente Milosevic ha spesso dovuto far notare
come le traduzioni di documenti in serbocroato e di altro materiale
fossero scorrette e tendenziose. Ad esempio, Milosevic ha dimostrato,
con la conferma degli interpreti del "tribunale", che in un
documentario della BBC il "Pubblico Accusatore" , avvocato Nice,
deliberatamente traduceva in modo errato alcune frasi pronunciate in
serbocroato.
I "giudici" – in particolar modo Ian Bonomy, che ha sostituito Richard
May, malato, proprio alla fine del "processo d'accusa", nel 2004,
senza avere però avuto il tempo di aggiornarsi sul dibattimento
precedente – usano trattare i testimoni a difesa senza il dovuto
rispetto. Il "Pubblico Accusatore" durante i suoi controinterrogatori
si rivolge a loro con toni veramente aggressivi, senza tener conto
della loro età, della loro posizione o dei meriti professionali –
contrariamente al Presidente Milosevic, che aveva trattato tutti i
testimoni dell'accusa in un modo rispettoso.

Dalla fine di gennaio 2005, le testimonianze a difesa hanno riguardato
il Kosovo.
Una delle più importanti testimonianze è stata prodotta da Dietmar
Hartwig, capo della Missione di Osservatori in Kosovo dell'Unione
Europea (la controparte europea di William Walker). Secondo Hartwig,
le forze serbe di polizia non commisero alcuna aggressione contro i
civili, ma risposero solo alle provocazioni dell'UCK (la guerriglia
dei secessionisti pan-albanesi, appoggiati dalla NATO) in una maniera
"disciplinata". L'UCK è stato descritto come una "organizzazione
terroristica", e Hartwig ha dato rilievo alla netta discrepanza tra i
rapporti che lui inviava ai governi occidentali e la versione pubblica
che questi governi davano sugli avvenimenti in Kosovo.

Una parte importante della autodifesa del Presidente Milosevic è stata
dedicata a ristabilire la verità intorno al tristemente famoso
incidente di Racak del 15 gennaio 1999, che fu dipinto all'epoca come
un massacro effettuato a sangue freddo dalla polizia serba su civili
albanesi disarmati. Il presunto massacro servì da pretesto per
l'aggressione NATO; questo è peraltro il solo incidente, menzionato
nel "procedimento formale di accusa" relativo al Kosovo, che risalga a
prima dell'aggressione NATO.
Milosevic ha convocato importanti testimoni, quali: il perito medico
legale Slavisa Dobricanin (che aveva eseguito le autopsie sui cadaveri
trovati a Racak, ed ha confermato che molti di questi avevano tracce
di polvere da sparo sulle mani); l'investigatore di polizia Dragan
Jasovic (che ha presentato prove che 30 delle persone ammazzate a
Racak erano note come membri dell'UCK); Danica Marinkovic (Giudice
Istruttore dell'inchiesta sull'incidente, che ha testimoniato che il
capo della missione OSCE, William Walker, subito dopo i fatti cercò di
impedirle di visitare il teatro degli avvenimenti, e che i suoi
collaboratori per due giorni furono sottoposti al fuoco dell'UCK
quando cercavano di avvicinarsi ai luoghi, mentre all'OSCE era
consentito di farlo); nonché il giornalista tedesco Bo Adam (che aveva
condotto per proprio conto un'inchiesta sul terreno).

Il 19 aprile 2005, lo stato precario di salute di Milosevic non gli
consentiva di presenziare al "dibattimento processuale". Il "giudice"
Robinson ordinava allora che il processo dovesse continuare in assenza
del Presidente Milosevic, malgrado tutte le Convenzioni Internazionali
(financo lo stesso Statuto del "Tribunale ad hoc") proibiscano
procedimenti in absentia. Robinson ha ovviamente basato la sua
decisione sulla Sentenza della "Corte d'Appello" del 1 novembre 2004.
Il testimone del momento, il serbo profugo dal Kosovo Kosta Bulatovic,
veniva a questo punto citato per essere controinterrogato dalla
"Pubblica Accusa". Bulatovic si rifiutava di rispondere a qualsiasi
domanda in assenza del Presidente Milosevic. La "Corte" allora
stabiliva di ascoltarlo il giorno dopo, e contestualmente lo accusava
di "oltraggio alla Corte". Il 20 aprile, il "Tribunale" sottoponeva a
giudizio Bulatovic per "oltraggio alla Corte"; il 13 maggio 2005, la
"Camera Penale" dichiarava Bulatovic "colpevole di oltraggio alla
Corte", ed emetteva una sentenza di condanna a quattro mesi di carcere
- con la sospensione di due anni, dato il suo stato precario di salute.
Questa "sentenza" vergognosa contro un anziano, che si è opposto alla
violazione di un diritto civile fondamentale di Slobodan Milosevic -
il diritto ad essere presente al proprio processo - esemplifica il
carattere arbitrario e fuori-legge di questo "tribunale", e tradisce
la volontà della "Corte" di intimidire tutti gli altri testimoni "a
difesa". È solo una questione di tempo: la "Corte" creerà ancora
situazioni analoghe - dichiarando che Milosevic "non è in condizioni
fisiche tali da poter essere presente in Aula" - ed altri testimoni
saranno costretti a deporre in absentia dell'imputato!

Subito dopo la pausa estiva, il dibattimento sarà dedicato a
controbattere alla "accusa" per i fatti della Croazia.


La campagna di solidarietà

La preparazione del "processo di difesa" è uno dei compiti per i quali
il lavoro degli assistenti legali di Milosevic (da non confondere con
gli "avvocati d'ufficio", di fatto imposti dall'accusa) e dell'ICDSM
è assolutamente indispensabile. Si tratta di raccogliere una enorme
mole di documentazione e di prendere contatto con tutti i potenziali
testimoni ed altre persone eventualmente a conoscenza di fatti o in
possesso di materiali importanti. Senza mezzi finanziari, logicamente,
questo tipo di attività, e dunque anche la autodifesa di Milosevic
dinanzi al "Tribunale ad hoc", non hanno alcuna chance.

Il "Tribunale" garantisce solamente le spese essenziali per il viaggio
dei "testimoni" in occasione delle udienze; ma tutte le altre spese di
viaggio, di documentazione e di comunicazione vanno autofinanziate. Si
valuta che sia indispensabile raccogliere almeno 10mila euro al mese
per far fronte a tutte le necessità. Le sottoscrizioni più regolari e
consistenti finora sono arrivate dalla Germania, per un ammontare
mensile di poche centinaia di euro in tutto.

Si badi bene: non esistono altre fonti di finanziamento. Una legge
passata dal Parlamento serbo nella primavera 2004 - che in linea di
principio avrebbe garantito una parziale copertura delle spese - è
stata subito "congelata" in seguito alle minacce occidentali. Una
qualsivoglia campagna di finanziamento su basi volontarie a Belgrado è
praticamente irrealizzabile. A causa delle scelte estremistiche, in
senso neoliberista, del regime instaurato il 5 ottobre 2000, la
situazione sociale è disastrosa, la disoccupazione dilaga, i salari
sono da fame, chi ha i soldi per mangiare li tiene ben stretti e solo
in pochi casi è disposto a rischiare la galera (o peggio: vedi le
torture in carcere nella primavera 2003, durante la cosiddetta
"Operazione Sciabola") in attività politiche o di solidarietà a favore
di Milosevic: il quale viene tuttora demonizzato dai media locali
esattamente come da noi. A tutti deve essere inoltre chiaro - se
ancora ci fosse bisogno di ripeterlo - che, al di là delle menzogne
giornalistiche, non esiste alcun "tesoro nascosto" di Milosevic, e che
l'impegno di simpatizzanti e sostenitori per la sua difesa è
insostituibile ed indispensabile.

Ecco perchè, il 20 luglio 2005, la polizia fiscale tedesca è entrata
in casa del tesoriere dell'ICDSM, Peter Betscher, sottraendogli il
computer e tutto quanto ritenuto utile per "investigare sulle modalità
della campagna di finanziamento della difesa di Milosevic". Inoltre,
con un atto gravissimo, che lede i diritti fondamentali della persona,
la polizia tedesca ha bloccato il conto bancario personale di Betscher.

Altri conti, aperti appositamente per la campagna di autofinanziamento
dell'ICDSM, erano stati bloccati un anno e mezzo prima, nell'ambito
di una analoga operazione mirata a "bloccare ogni forma di
finanziamento a Milosevic ed ai suoi famigliari" in base a quanto
previsto da certe persecutorie disposizioni UE; tuttavia, la
magistratura tedesca aveva quasi subito decretato l'illegittimità di
simili provvedimenti, che ledono tra l'altro il diritto inalienabile
alla difesa legale, disponendo lo sblocco di tutti i conti bloccati.
Adesso, invece, nel pieno della fase della "autodifesa" di Milosevic -
che sta causando pesantissimo imbarazzo in Occidente e che viene
dunque sottoposta a rigido silenzio-stampa -, i servizi segreti
tedeschi ripartono all'attacco del comitato di solidarietà a
Milosevic, nel tentativo di intimorirlo, di scoraggiare i donatori, di
isolare Milosevic nella galera dell'Aia.

Noi dell'ICDSM non ci faremo intimorire e continueremo fino in fondo
la battaglia per la verità e la giustizia, e per il perseguimento dei
veri responsabili della distruzione della Jugoslavia; una battaglia
che vede, nella pubblicazione e nella ampia diffusione di questo
libro, uno dei suoi momenti principali. Terminiamo dunque rivolgendo a
tutti, con vigore, un appello a contribuire ed a far contribuire anche
finanziariamente a questa battaglia:

Conto Corrente Postale numero 86557006
intestato ad Adolfo Amoroso, ROMA
causale: DIFESA MILOSEVIC


NOTE:

(1) Slobodan Milosevic è stato prima presidente della Serbia, dal 1989
al 1997, poi presidente della "terza" Jugoslavia (la federazione di
Serbia e Montenegro) fino al colpo di mano dell'ottobre 2001. Come
uomo di partito, nel 1987 è stato eletto presidente della Lega dei
Comunisti della Serbia, ed ha diretto la trasformazione di questa in
Partito Socialista della Serbia (SPS) nel 1990.

(2) Questo "Tribunale ad hoc" non va confuso con la preesistente Corte
Internazionale atta a dirimere le controversie tra gli Stati, che ha
sempre sede all'Aia ma è organismo ben più legittimato.

(3) La ex presidentessa del Tribunale, Gabrielle Kirk McDonald, il 5
aprile 1999 veniva insignita di una onoreficenza dalla Corte Suprema
degli USA. In quella occasione essa spiegava senza alcun imbarazzo:
<<Abbiamo beneficiato del forte sostegno dei governi interessati e
degli individui che si sono adoperati, come il Segretario Albright.
[Si noti che i bombardamenti sulla Jugoslavia erano iniziati da pochi
giorni] Come rappresentante permanente alle Nazioni Unite, essa ha
lavorato incessantemente per creare il Tribunale. In effetti, noi
spesso ci riferiamo a lei come alla "madre del Tribunale".>>
Dunque la "mamma" del Tribunale dell'Aia non è Emma Bonino!

(4) Rapporto ONU n. X S/25704, sez. 18.

(5) In un comunicato stampa diramato all'Aia il 19 aprile 1999
(JL/PIU/397-E) si legge: <<Per conto del Tribunale
PenaleInternazionale per la ex Jugoslavia la ex presidentessa del
Tribunale, giudice Gabrielle Kirk McDonald, ha espresso il suo grande
apprezzamento al governo degli Stati Uniti per la sua concessione di
500mila dollari USA destinati al Progetto Outreach del Tribunale.
Harold Koh, Vice segretario di Stato USA per la democrazia, i diritti
umani ed il lavoro, ha annunciato la donazione in una conferenza
stampa presso il Tribunale venerdì 16 aprile 1999. Questa generosa
contribuzione, che ammonta a più di un terzo del budget complessivo di
Outreach, "consentirà al Tribunale" - come nota lo stesso Vice
Segretario di Stato Harold Koh - "di portare il suo messaggio di
giustizia imparziale non solamente ai governi ed ai rappresentanti
legali dell'ex Jugoslavia, ma, soprattutto, alle famiglie delle
vittime".>> Una dichiarazione tanto nobile da far venire le lacrime
agli occhi, soprattutto se si pensa che questo signore mentre parlava
rappresentava uno Stato - gli USA - che proprio in quei giorni stava
causando dolori enormi e disgrazie a quelle stesse famiglie tramite i
bombardamenti.

(6) L'intervista a Turover è apparsa su KONKRET, dicembre 2002 (in
italiano su:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2137 ). Per
quanto riguarda il caso Escobar junior, vedi: Fausto Cattaneo,
Deckname Tato (Nome in codice: Tato), Zurigo 2001. A pag. 197: "Il
conflitto con Carla Del Ponte è inevitabile. Lei non vuole
assolutamente veder Escobar Junior (noto narcotrafficante, NdT) in un
carcere svizzero." E, a pagina 366, aggiunge: "La nomina di Carla Del
Ponte a Pubblico Ministero presso il Tribunale dell'Aia nell'agosto
1999 rappresentò il coronamento di una carriera che si è sempre
realizzata nel segno della politica."

(7) Conferenza stampa tenuta il 17 maggio 1999.

(8) Le recenti incriminazioni ed arresti contro alcuni esponenti
minori della "manovalanza" UCK non mutano questo quadro complessivo;
lo stesso vale per l'arresto di Nasir Oric, musulmano della Bosnia
responsabile di micidiali "sortite" delle sue truppe dalla "enclave
protetta" di Srebrenica a danno dei serbi dei villaggi circostanti nel
1992-1993 - e dunque ben prima dei fatti del 1995 sui quali la stampa
internazionale ha tanto insistito, benché la loro vera dinamica ed
entità sia tuttora da chiarire. Nel caso dei croati, mentre nessun
leader politico è stato "incriminato" dall'Aia, lo Stato croato ha
finora negato ogni tipo di collaborazione anche per i militari
responsabili della eliminazione fisica degli abitanti serbi della
Slavonia e delle Krajine.

(9) Franjo Tudjman, oggi defunto, è stato l'autore di testi
revisionisti sul genocidio nazista; Alija Izetbegovic, autore della
"Dichiarazione Islamica" e legato all'Arabia Saudita, all'Iran, al
Pakistan ed a Bin Laden, fu a capo dei filonazisti "Giovani Musulmani"
durante la II Guerra Mondiale; i leader dell'UCK, anche macedone, sono
personaggi ricercati dalle polizie di mezzo mondo per le loro
frequentazioni criminali. Tutti costoro subirono condanne e spesso
scontarono pene nella RFSJ per reati quale l'"istigazione all'odio tra
le nazionalità".

(10) La "necessità" di una indagine contro Milosevic veniva annunciata
alla conferenza stampa congiunta tenuta dalla "madre del Tribunale ad
hoc", Albright, e dall'ex-procuratore Louise Arbour (successivamente
sostituita dalla Del Ponte) a Washington D.C. il 30 aprile del 1999:
si veda il documento ufficiale dell'ufficio del portavoce del
Dipartimento di Stato USA:
http://secretary.state.gov/www/statements/1999/990430a.html .

(11) Notiamo, per inciso, che tutte le forze politiche italiane
festeggiarono quegli avvenimenti, stravolgendone completamente il
significato grazie all'opera disinformatrice dei media. Negli anni
successivi gli eventi politici di Serbia e Montenegro sono stati messi
in sordina da giornali e TV occidentali, impedendo la conoscenza della
situazione reale, soprattutto nei suoi risvolti sociali, da parte
della nostra opinione pubblica.

(12) A sottolineare il vero e proprio affronto operato da questi
agenti della NATO nel governo serbo, ai danni del paese e della sua
stessa dignità e memoria storica, basti guardare al giorno in cui il
sequestro è avvenuto: 28 giugno, una data altamente simbolica per la
nazione serba. Quel giorno, nel 1389 si concludeva la nota battaglia
contro i Turchi; nel 1914 avveniva l'attentato di Sarajevo; nel 1989
Milosevic teneva il famoso discorso a Kosovo Polje (riprodotto in
questo libro, vedi Allegati). Non è perciò un caso se alcune
manifestazioni internazionali contro il "Tribunale" dell'Aia siano
state convocate dall'ICDSM il 28 giugno, ripetutamente dal 2003 ad oggi.

(13) La opinione contraria della Corte Costituzionale è stata
formalizzata il 6 novembre 2001; il testo è stato pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale della RF di Jugoslavia N.70/01 il 28 dicembre 2001.

(14) ''Considero questo tribunale falso, così come le accuse a mio
carico. Questo tribunale è illegale in quanto non è stato designato
dall'Assemblea Generale della Nazioni Unite, quindi non ho alcuna
necessità di nominare un avvocato di fronte
ad un organo illegale''. Queste le parole di Milosevic nel corso
dell'udienza del 3 luglio 2001. Si veda anche la dettagliata memoria
scritta di Milosevic, datata 30 agosto 2001:
http://www.icdsm.org/more/aug30.htm .

(15) I cosiddetti "Amici curiae", la cui scarsa serietà è dimostrata
dal fatto che dopo pochi mesi uno di loro ha rilasciato alla stampa
una intervista dicendosi convinto che Milosevic sarà condannato, e per
questo è stato sostituito nell'incarico in seguito alle proteste di
Milosevic.

(16) Di questa straordinaria identità jugoslava, non a caso largamente
rimossa dal dibattito nostrano sui Balcani, ha parlato ad esempio Neil
Clark recensendo a sua volta un libro sul tema dello jugoslavismo:
"Negli anni Sessanta questi tentativi di formare una comune identità
jugoslava parevano aver avuto successo. I matrimoni misti indicavano
che un numero sempre maggiore di cittadini si facevano registrare nei
censimenti come jugoslavi. (...) Nel capitolo conclusivo, un'"orazione
funebre" personale per la Jugoslavia, Aleksa Djilas afferma che se
l'Occidente potesse tornare indietro all'inizio degli anni Novanta, le
cose andrebbero diversamente. Io non ne sono certo. La distruzione di
una nazione militarmente forte e non allineata, sostituita da una
serie di protettorati deboli della NATO e del FMI, conviene
perfettamente a chi governa il nuovo mondo. La verità, come lo stesso
Djilas riconosce, è che fin quando è esistita l'Unione Sovietica, la
Jugoslavia aveva una funzione rispetto all'Occidente, ma una volta
abbattuto il muro di Berlino, essa era solo d'impaccio. (...) La
Jugoslavia, secondo Djilas, "rimane la più pratica e sensibile, la
più anti-distruttiva risposta alla questione nazionale degli Slavi del
Sud". Essa è, come affermato da Slobodan Jovanovic all'epoca
dell'attacco delle potenze dell'Asse nel '41, il modo migliore in cui
il popolo balcanico può garantirsi l'indipendenza e proteggersi dal
dominio straniero."
(Neil Clark sul "New Statesman" del 28 aprile 2003, a proposito del
libro: "Yugoslavism: histories of a failed idea (1918-1992)" di Dejan
Djokic (editor), Hurst & co., 369 pagine, ISBN 1850656630)

(17) Sloboda vuol dire "Libertà", ma anche "Slobo-si": attualmente
questa associazione non è altro che la sezione centrale, belgradese,
dell'ICDSM (Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic).

(18) Una "autodifesa" di Milosevic da alcune di queste accuse è la
Lettera Aperta che in questo libro riportiamo (Allegato 3). Segnaliamo
anche, sul caso "Telekom Serbia", la presa di posizione di
ICDSM-Italia datata 5 ottobre 2003 (e 4 marzo 2004:
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/ )

(19) ''Hussein e Milosevic ... in quanto dittatori si assomigliano. Il
problema che si pone il mondo civile è quello di annullare le
potenzialità dei dittatori, per andare sempre più verso la democrazia
(...) Noi kosovari dobbiamo ringraziare Dio per l'intervento della
Nato che è servito a salvare un popolo e una civiltà'' (ANSA 13/02/2003).

(20) In precedenza, la Cancelleria del Tribunale aveva richiesto a
diversi uomini di legge la loro disponibilità ad assumere questo
ruolo, fin dall'inizio dell'agosto 2004. Fra questi avvocati vi era
l'ex amicus curiae Branislav Tapuskovic, che però aveva dichiarato in
un'intervista al quotidiano Serbo "Blic" del 7 agosto 2004 che si
rifiutava di agire come difensore di ufficio contro la volontà del
Presidente Milosevic. In una lettera alla Cancelleria dell'ICTY, Mr.
Tapuskovic ribadiva: "Secondo l'Articolo 21 (4)(d) dello Statuto del
Tribunale Internazionale per la ex Jugoslavia, viene garantito
all'accusato il diritto AD ESSERE PROCESSATO IN SUA PRESENZA E DI
DIFENDERSI DA SOLO PERSONALMENTE." Viceversa, i signori Kay ed Higgins
hanno immediatamente espresso la loro disponibilità ad assumere
l'incarico, fin dall'inizio.

(21) La giustificazione addotta dal "Tribunale" (come pure dalla
"Pubblica Accusa") era che nella conduzione della propria difesa lo
stato di salute di Milosevic avrebbe potuto ulteriormente
deteriorarsi. (Non è necessario sottolineare che questa era la prima
volta che si interessavano per la sua salute). In realtà, l'"Accusa"
già da molto tempo aveva richiesto l'imposizione di un avvocato
difensore d'ufficio, la prima volta nell'agosto del 2001.

(22) Il testo "Le Tablas di Daimiel - relazione di un testimone di
passaggio sul processo contro Slobodan Milosevic", risale al gennaio
2005, ed è apparso nel fascicolo estivo 2005 del bimestrale tedesco
"Literaturen".



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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
IL J'ACCUSE DI SLOBODAN MILOSEVIC DI FRONTE AL "TRIBUNALE AD HOC" DELL'AIA

Zambon Editore (Frankfurt, 2005)
240 pagine, 10 euro, ISBN 88-87826-33-1

Il testo integrale, in lingua italiana, della dichiarazione di
Slobodan Milosevic in apertura del "processo di difesa" dinanzi al
"Tribunale ad hoc per i crimini commessi sul territorio della ex
Jugoslavia" dell'Aia (31 agosto - 2 settembre 2004), ed altri testi
inediti di Slobodan Milosevic.

A cura della Sezione Italiana del Comitato Internazionale per la
Difesa di Slobodan Milosevic (ICDSM Italia)

Da capro espiatorio ad accusatore: Milosevic punta il dito sulle
potenze che hanno voluto la distruzione della Jugoslavia – vera prima
tappa della "guerra permanente" per il Nuovo Ordine Mondiale.

Distribuzione:



- per l'Italia

# distribuzione militante: rivolgersi ad
ICDSM-Italia
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27
00043 Ciampino (Roma)
tel. +39-339-3873909 fax +39-06-4828957
email: icdsm-italia @ libero.it

+++ ICDSM-Italia è contattabile anche per organizzare
iniziative-dibattito e presentazioni del libro +++

# nelle librerie:
CDA – Bologna
# altri:
Achab
Via Caroto 2/a – 37131 Verona
Tel.: 045 8489196 – Fax: 045 8403149
info @ edizioni-achab.it – www.edizioni-achab.it

- per l'estero

rivolgersi a Zambon Editore, Francoforte sul Meno (Germania)
zambon @ zambon.net - Tel. 069/779223 Fax 069/773054


"Tra le idiozie e le infamie messe in circolazione dall'ideologia che
ha accompagnato la guerra contro la Jugoslavia, una spicca in modo
particolare: il processo all'Aia contro Milo?sevi´c [...] A
pronunciare tale requisitoria è in primo luogo un paese che, ancora
nel secondo dopoguerra, non è indietreggiato dinanzi ad alcuna infamia
nel tentativo (fallito) di assogettare i popoli dell'Indocina: qui,
ancora ai giorni nostri, innumerevoli bambini, donne e uomini
continuano a portare nel loro corpo martoriato i segni
dell'indscriminata guerra chimica condotta dagli aspiranti padroni del
pianeta. D'altro canto, per ironia della storia, la farsa giudiziaria
contro Milo?sevi´c va avanti mentre, nonostante la censura, trapelano
particolari agghiaccianti su Guantanamo e Abu Ghraib..." (Domenico
Losurdo)

"...Determinanti per la istituzione del Tribunale Internazionale per i
Crimini in Jugoslavia (in sigla: ICTY) le pressioni esercitate da
Madeleine Albright quale ambasciatore USA alle Nazioni Unite. Quegli
stessi USA che si sono sempre opposti alla costituzione del Tribunale
Penale Internazionale (in sigla: TPI), non consentendo che i cittadini
degli Stati Uniti vengano sottoposti al giudizio di autorità
giudiziarie diverse dalle loro, in ossequio alle ambizioni
imperialistiche degli USA. In Italia ne abbiamo avuto (fra gli altri)
un doloroso esempio per l'eccidio del Cermis ad opera di piloti USA
sottratti al giudizio dell'autorità giudiziaria italiana e
sostanzialmente assolti negli USA.
Per quanto riguarda la costituzione dell'ICTY va osservato che la
Carta dell'ONU non consente la possibilità, per il Consiglio di
Sicurezza, di creare "tribunali ad hoc" da ritenere discriminatori ed
organizzati per colpire i nemici USA..." (Giuseppe Mattina)


INDICE:

Introduzione: Domenico
Losurdo........................................................3
Processo Milosevic: un "processo alle
intenzioni"..........................9
(a cura di ICDSM-Italia)
Lettera al Presidente
Milosevic.......................................................37
di Miriam Pellegrini Ferri e Spartaco Ferri
Sulle illegalità del processo contro Slobodan Milosevic:
Giuseppe
Mattina.................................................................................39
DICHIARAZIONE DI SLOBODAN MILOSEVIC......................45
in apertura del "processo di difesa" dinanzi
al "Tribunale ad hoc per i crimini commessi
sul territorio della ex-Jugoslavia" dell'Aia (Olanda)
31 agosto-2 settembre 2004
Legenda: nomenclatura ed acronimi:
............................................199
Allegato 1:
Discorso di Milosevic a Campo dei Merli, 28 giugno 1989........211
Allegato 2:
Slobodan Milosevic si rivolge alla nazione, 2 ottobre 2000........219
Allegato 3:
Lettera di Milosevic all'opinione pubblica, agosto 2003.............229
SCHEDA: ICDSM
..............................................................................239


Questo testo è stato realizzato interamente grazie al lavoro
volontario dei membri e dei simpatizzanti dell'ICDSM e grazie ai
proventi della sottoscrizione popolare per la difesa di Slobodan
Milosevic. Il ricavato della vendita di questo libro va a copertura
delle spese dell'ICDSM e della difesa legale di Milosevic.

Per il contributo prezioso, fornito per la realizzazione di questo
libro, ringraziamo tra gli altri: A. Amoroso, C. Bettio, O. Daric , C.
Ferretti, S. Ferri, D. Losurdo, M. Marianetti, A. Martocchia, G.
Mattina, I. Pavicevac, B. Stradcutter, F. Zuddas.

La traduzione è basata sulle trascrizioni "ufficiali" in lingua
inglese e francese, che si possono reperire al sito internet del
"Tribunale ad hoc":
31 agosto 2004: http://www.un.org/icty/transe54/040831ED.htm
1 settembre 2004: http://www.un.org/icty/transe54/040901IT.htm
2 settembre 2004: http://www.un.org/icty/transe54/040902IT.htm
In lingua francese: http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm

Uvodna rec Predsednika Milosevica u Hagu 31. avgusta i 1. septembra 2004.:
http://www.sloboda.org.yu/uvodnarecC.htm - cirilica;
http://www.sloboda.org.yu/uvodnarecL.htm - latinica.

Invitiamo il lettore a seguire le udienze del "Tribunale ad hoc" anche
via internet sui siti:
http://www.domovina.net/Icty/eng/room1.ram
http://hague.bard.edu/video.html
http://tribunal.freeserbia.com
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)

Ulteriori informazioni ed aggiornamenti ai siti internet:

http://www.sloboda.org.yu/ (Associazione Libertà/Sloboda)
http://www.icdsm.org/ (Comitato internazionale per la difesa di
Slobodan Milosevic)
http://www.pasti.org/milodif.html (sezione italiana dell'ICDSM)
http://www.free-slobo.de/ (sezione tedesca dell'ICDSM)
http://www.free-slobo-uk.org/ (sezione britannica dell'ICDSM)
http://www.icdsm-us.org/ (sezione statunitense dell'ICDSM)
http://www.icdsmireland.org/ (sezione irlandese dell'ICDSM)
http://www.wpc-in.org/ (Consiglio mondiale per la pace/World Peace
Council)
http://www.geocities.com/b_antinato/ (Centro antiNATO dei Balcani)
http://it.groups.yahoo.com/group/jugoinfo (Notiziario JUGOINFO del
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, Italia)

---

COMITATO INTERNAZIONALE PER LA DIFESA DI SLOBODAN MILOSEVIC
ICDSM Sofia - New York - Mosca www.icdsm.org

* * *
Velko Valkanov, Ramsey Clark, Alexander Zinoviev (Co-Presidente),
Klaus Hartmann (Presidente del Comitato), Vladimir Krsljanin
(Segretario), Christopher Black (Presidente, Comitato Giuridico),
Tiphaine Dickson (Portavoce Legale)
* * *

ICDSM - Sezione Italiana
presidente ad interim: Miriam Pellegrini Ferri

c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27
00043 Ciampino (Roma)
SITO INTERNET: http://www.pasti.org/linkmilo.html


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http://www.voltairenet.org/article136429.html

Tribunes et décryptages - 9 mars 2006

Comment optimiser la propagande ?

Le cabinet de relations publiques Project Syndicate a très largement
diffusé un texte du secrétaire à la Défense états-unien, Donald
Rumsfeld, appelant à une réforme des moyens de propagande de
Washington. Compte tenu de sa diffusion, ce texte a suscité un grand
nombre de commentaires dans la presse internationale et a remis à
l'ordre du jour la question de la guerre psychologique et de la
fabrique du consentement. Mais, dans la presse occidentale mainstream,
le débat n'a pas porté sur les moyens à mettre en œuvre pour résister
à cette propagande et discerner le vrai du faux. Ce débat a porté sur
les moyens à mettre en œuvre pour rendre cette propagande plus efficace !
C'est un étrange spectacle que de voir, dans des médias se targuant
d'indépendance, d'objectivité et tirant leur légitimité de cette
auto-désignation, un débat sur le meilleur moyen d'influencer la
presse et l'opinion. Une tribune émanant d'un membre important d'un
gouvernement appelle à la reprise en main de l'information pour servir
des intérêts politiques, elle bénéficie d'une audience mondiale, elle
peut être lue par les lecteurs du monde entier sans que cela ne
provoque la moindre remise en cause des médias dominants de la
crédibilité des sources officielles états-uniennes.

Comme toujours pour un texte diffusé par Project Syndicate, la tribune
de Donald Rumsfeld bénéficie d'une diffusion considérable. Nous
l'avons trouvée publiée dans le Los Angeles Times (États-Unis), le
Korea Herald (Corée du Sud), Le Figaro (France), le Daily Star
(Liban), le Jerusalem Post (Israël), El Tiempo (Colombie), Die Welt
(Allemagne) et La Libre Belgique (Belgique), mais d'autres
publications ont dû nous échapper. Cette diffusion planétaire prend
dans le cas de ce texte une dimension comique puisque le propos de
Donald Rumsfeld est essentiellement de se lamenter sur l'incapacité
des États-Unis à se faire entendre. Il assure que les États-Unis et
leurs alliés sont systématiquement dénigrés dans certains médias
manipulés par les « terroristes » qui, eux, ont bien compris l'usage
des médias. À titre d'exemple, il déplore qu'on ait davantage parlé
des tortures contre les prisonniers à Abu Ghraib que des charniers de
Saddam Hussein, oubliant de ce fait la propagande belliqueuse ayant
précédé le conflit. Il regrette également que la diffusion d'articles
favorables à l'occupant en Irak grâce aux moyens du Lincoln Group ait
été révélée et présentée comme un « achat d'information ».
Implicitement, le secrétaire à la Défense assimile donc toute
dénonciation des manipulations médiatiques de son administration ou
des crimes commis par l'armée états-unienne à une action favorable aux
« terroristes », voire à une opération orchestrée par eux.
Le secrétaire à la Défense ne précise pas quels moyens le Pentagone ou
l'administration Bush mettra en œuvre pour soutenir médiatiquement la
guerre au terrorisme. On peut donc déduire que le principal intérêt de
ce texte est de présenter une vision du monde médiatique manichéenne
qui définit toute critique des États-Unis comme partisane du
terrorisme islamiste. Il désamorce également par anticipation toute
critique dans des scandales à venir révélant les manipulations
médiatiques de son gouvernement en les présentant à l'avance comme
relevant de l'intérêt et de la sécurité du « monde libre ». Enfin,
l'auteur insiste également énormément sur le fait que les moyens à
mettre en œuvre doivent être nouveaux, ce qui nécessite de nouveaux
crédits.

Sans surprise, le chroniqueur du Los Angeles Times et chercheur au
Council on Foreign Relations, Max Boot, applaudit l'investissement du
Pentagone dans la propagande. Il déplore en revanche que le
département d'État n'en fasse pas plus. Il souligne que Condoleezza
Rice a fait faire des progrès à son administration en apportant plus
de moyens à la « diplomatie publique » (le terme politiquement correct
pour désigner la propagande), notamment au Moyen-Orient. Mais l'auteur
trouve qu'il est possible de faire davantage en restaurant l'US
Information Agency et en lui donnant plus de moyens. Il demande aussi,
dans un troublant accès de sincérité, une réforme de l'USAID qui la
fera ressembler au ministère des Colonies britannique du temps de
l'empire. L'auteur, tout en réclamant la mise en place d'une meilleure
propagande, ne cache même plus l'inspiration des actions militaires
états-uniennes.

Le doyen de la School of Communication de l'université de Boston, John
J. Schulz, se montre pour sa part beaucoup plus critique sur la
politique de propagande de l'administration Bush dans le Boston Globe.
Toutefois, ce qui le choque, ce n'est pas l'intention, ce sont les
moyens mis en œuvre et surtout le fait que Washington se désengage de
la station de radio internationale officielle Voice of America (VOA),
radio dont il a été le collaborateur pendant 21 ans. M. Schulz est
ulcéré par l'appel à la nouveauté de Donald Rumsfeld. Pour lui, rien
ne sert de construire un nouvel outil de propagande à coup de millions
; VOA est un outil efficace et rentable qui a fait ses preuves. Au
contraire, les experts actuels de l'administration Bush n'ont abouti
qu'à des dépenses inconsidérées ou à de nouveaux scandales.

La presse arabe est bien entendu bien plus critique.
Soussan Al-abtah, universitaire et journaliste libanaise, se moque
dans Asharq Al Awsat de la complainte de Donald Rumsfeld. Elle
rappelle que ce n'est pas « Al Qaïda » qui possède les médias et que
ce n'est pas non plus cette organisation qui propose à des
journalistes arabes de rédiger des articles pro-états-uniens contre
rémunération. L'auteur parle ouvertement de la corruption des
journalistes dans son article, un sujet tabou dans la presse
occidentale bien qu'il s'agisse d'une pratique avérée historiquement.
Elle estime que le texte de Rumsfeld est en fait la marque que
l'administration Bush se retrouve face à une opposition interne de
plus en plus importante et a terni son image dans le monde arabe.
Washington a donc besoin de remobiliser ses troupes et stigmatiser ses
adversaires.
Même écho du côté de Faissal Al-azel, journaliste ba'asiste syrien,
dans Rezgar, journal de la gauche laïque arabe. L'auteur lance un
appel aux médias arabes : les organes de presse doivent se
re-mobiliser et surtout se réformer eux aussi. Si l'ennemi transforme
ses méthodes de propagande, il faut s'adapter.

La propagande a un double objectif : diffuser des informations
favorables, mais aussi empêcher la diffusion d'informations gênantes.
L'administration Bush a ainsi développé une obsession du secret quant
à ses activités, obsession proportionnelle à son usage du mensonge.
Elle s'est également spécialisée dans la décrédibilisation médiatique
de ses adversaires.
L'ancien représentant démocrate de l'Indiana, membre de la commission
d'enquête sur l'Irangate et ancien vice-président de la Commission
d'enquête sur le 11 septembre, Lee H. Hamilton, dénonce l'obsession du
secret dans le Christian Science Monitor et appelle à une réforme des
procédés de classification des documents officiels. Toutefois, les
motivations de l'auteur ne sont pas prioritairement l'information des
citoyens et la possibilité de développer un débat critique à partir de
documents officiels. Il estime plutôt que cette classification
alourdit l'échange d'informations entre les agences de renseignement
US et que la surcharge de documents « secrets » ne permet pas de les
contrôler tous et donc favorise les fuites. Ainsi, c'est au nom de
l'efficacité des organes policiers qu'il plaide pour un ralentissement
des processus de classification.
Dans le Los Angeles Times, l'analyste néoconservatrice de l'American
Entreprise Institute http://www.voltairenet.org/article14285.html,
Danielle Pletka, dénonce l'action médiatique de la CIA qui organise
des fuites opportunes de documents secrets pour saper l'action de
l'administration Bush. L'auteur rappelle que l'agence a une
orientation politique et qu'il faut se méfier de ce qu'elle diffuse.
Cette tribune n'est qu'un épisode de plus dans la guerre qui oppose
les néo-conservateurs à une partie du personnel de la CIA. Ces
derniers, soutenant sur le principe la politique impériale
états-unienne, mais s'opposant aux cibles et aux méthodes choisies par
l'administration Bush, ont organisé toute une série de fuites dans la
presse qui ont fragilisé les positions de la Maison-Blanche. La
nomination de Porter Goss à la tête de la CIA, puis de John Negroponte
à la tête de tout le renseignement états-unien, visait à purger les
services de renseignement états-unien de ces éléments adverses.

Réseau Voltaire

---

« La guerre contre le terrorisme est aussi médiatique »

Auteur Donald Rumsfeld

Membre des administrations Nixon, Ford et Reagan, Donald Rumsfeld est
l'architecte de la grandeur militaire des États-unis. Il est
secrétaire à la Défense de l'administration George W. Bush.
Voir notre dossier spécial http://www.voltairenet.org/rumsfeld.html à
son sujet.

Sources Jerusalem Post (Israël), Daily Star (Liban), Le Figaro
(France), Los Angeles Times (États-Unis), La Libre Belgique
(Belgique), Korea Herald (Corée du Sud), Die Welt (Allemagne), El
Tiempo (Colombie)
Référence « War in the Information Age », par Donald Rumsfeld, Los
Angeles Times, 23 février 2006.
« Fighting wars in today's media age », Korea Herald, 24 février 2006.
« La guerre contre le terrorisme est aussi médiatique », Le Figaro, 24
février 2006.
« How to fight terrorism in the media », Daily Star, 24 février 2006.
« The media war on terror », Jerusalem Post, 26 février 2006.
« La guerra de los medios contra el terror », El Tiempo, 26 février 2006
« Warum Nachrichten Waffen sind », Die Welt, 6 mars 2006.
« Guerre médiatique », La Libre Belgique, 6 mars 2006.


Les terroristes ont bien compris après le 11 septembre 2001 qu'ils
devaient utiliser les médias et ils se sont bien adaptés à l'ère
médiatique, contrairement à l'Amérique et aux autres démocraties. Les
extrémistes violents ont leurs experts en médias et ils conçoivent des
attaques qui vont faire la une des journaux en utilisant tous les
moyens de communication possibles pour en maximiser l'impact. Ils
savent qu'une attaque médiatique peut nous causer autant de tort
qu'une attaque militaire.
Nous menons aujourd'hui la première guerre de l'ère des e-mails,
blogs, blackberry, messageries, appareils photos numériques,
portables, émissions radio et de l'information en continu. En Tunisie,
le principal journal a une diffusion de 50 000 exemplaires pour 10
millions d'habitants, mais les antennes paraboliques fleurissent.
Saddam Hussein ne s'y était pas trompé puisqu'il les avait interdites
en Irak. Malheureusement, nombre de chaînes d'information manifestent
une hostilité ouverte à l'égard de l'Occident. Les médias dans
certaines régions du monde ne servent qu'à enflammer et à déformer,
plutôt qu'à expliquer et informer. Al Qaïda les utilise comme des
tribunes et nous n'avons pris que tardivement la mesure du problème.
Nous commençons à nous adapter. En Irak, l'armée américaine et le
gouvernement irakien ont travaillé ensemble pour fournir des
informations exactes, mais cette démarche a été qualifiée d'« achat
d'informations ». L'explosion d'articles critiques qui en a résulté a
bloqué toute initiative.
Il faut comparer le nombre d'articles consacrés aux abus à Abu Ghraib
par rapport à ceux sur les charniers de Saddam Hussein. Les
gouvernements libres doivent placer la communication au centre de
chaque aspect de la lutte. Plus il faut de temps pour mettre en place
un cadre de communications stratégiques, plus l'ennemi pourra occuper
l'espace. Nous faisons toutefois des progrès. L'écho médiatique autour
de l'action des États-Unis après le tremblement de terre au Pakistan a
amélioré notre image dans ce pays.
Le gouvernement doit développer sa capacité d'anticipation et de
réaction en matière d'information. Nous devons également trouver de
nouvelles méthodes pour toucher les peuples du monde. Pendant la
Guerre froide, Radio Free Europe a été très efficace, nous devons
envisager la création de nouvelles organisations et de nouveaux
programmes susceptibles de jouer un rôle tout aussi utile dans notre
guerre contre la terreur. Certes l'ennemi est habile dans la
manipulation des médias et l'utilisation des outils de communication
modernes à son profit, mais nous avons un avantage : la vérité est de
notre côté, et elle finit toujours par triompher.


COMMENTAIRES: http://www.voltairenet.org/article136429.html

« La diplomatie pour le monde réel »
Auteur Max Boot

Max Boot est membre du Council on Foreign Relations. Journaliste
réputé dans les milieux économiques, il dirige la page éditoriale du
Wall Street Journal. Il a publié The Savage Wars of Peace : Small Wars
and the Rise of American Power. Il est expert du cabinet de relations
publiques Benador Associates.
Référence « Diplomacy for the real world », par Max Boot, Los Angeles
Times, 22 février 2006.

« Faire taire la Voix de l'Amérique »
Auteur John J. Schulz

Ancien pilote de l'US Air Force, professeur à l'Army War College,
journaliste et responsable de Voice of America, John J. Schulz est
doyen du College of Communication de l'université de Boston.
Référence « Muffling the Voice of America, par John J. Schulz, Boston
Globe, 24 février 2006.

« Rumsfeld… activiste médiatique.. ?! »
Auteur Soussan Al-abtah

Soussan Al-abtah est écrivain et universitaire libanaise. Elle est
également journaliste dans le quotidien Asharq Al Awsat.
Source Asharq Al Awsat, 21 février 2006.

« Les médias et leur rôle dans la politique et la guerre »
Auteur Faissal Al-azel

Faissal Al-azel est journaliste et écrivain syrien. Il est également
membre du parti Ba'as en Syrie.
Source Rezgar, 31 janvier 2006.

« Quand le trop-plein de " secrets " va trop loin »
Auteur Lee H. Hamilton

Ancien représentant démocrate de l'Indiana et membre de la commission
d'enquête sur l'Irangate et de la U.S. Commission on National
Security/21st Century, Lee H. Hamilton a été vice-président de la
Commission d'enquête sur le 11 septembre.
Référence « When stamping 'secret' goes too far », par Lee H.
Hamilton, Christian Science Monitor, 22 février 2006.

« Ce n'est pas un secret, la CIA fait de la politique »
Auteur Danielle Pletka

Danielle Pletka est vice-présidente chargée des questions d'affaires
étrangères et de défense de l'American Enterprise Institute.Elle fut
administratrice du Committee for the Liberation of Iraq. Elle a été
signataire de l'appel des 115 atlantistes contre Vladimir Poutine.
Référence « It's no secret : The CIA plays politics », par Danielle
Pletka, Los Angeles Times, 21 février 2006.

http://www.voltairenet.org/article136429.html