Informazione

What's Left, 8 Novembre 2002

Guerra segreta: l'intervento USA e UE in Jugoslavia

di Gregory Elich

(SECONDA ED ULTIMA PARTE)


La settimana prima delle elezioni, l'Unione Europea inviò un
"Messaggio al popolo serbo" in cui si annunciava che una vittoria per
il candidato dell'opposizione Vojislav Kostunica avrebbe portato
all'eliminazione delle sanzioni. "Perfino se Milosevic fosse rieletto
democraticamente", affermava un funzionario dell'UE, le sanzioni
sarebbero rimaste. Questa era una potente pressione verso un popolo
impoverito e devastato da anni di sanzioni occidentali. (35)
Il funzionario del Dipartimento di Stato USA William Montgomery
notava: "Raramente si è impiegato tanto fuoco, energia, entusiasmo,
denaro – ogni cosa - quanto ne è stato impiegato in Serbia nei mesi
prima della caduta di Milosevic." (36)
Ancor prima delle elezioni, funzionari occidentali accusavano il
governo jugoslavo di frode elettorale, piantando i semi della distruzione.

Nei giorni delle elezioni ed in seguito, la coalizione detta
Opposizione Democratica della Serbia (DOS) proclamò la vittoria del
proprio candidato. Funzionari USA incoraggiavano l'opposizione ad
indire delle dimostrazioni di massa, perfino prima che fossero
annunciati i risultati ufficiali. In pratica ogni giorno la DOS
dichiarava differenti percentuali per il proprio candidato. A un certo
punto parlarono del 57 per cento. Due giorni dopo le elezioni, il 26
settembre, la DOS dichiarava che Kostunica aveva avuto il 54.66
percento dei voti, sulla base del 97.5 per cento dei voti scrutinati,
ma che 130.000 voti "e i voti dal Kosovo e Montenegro" non erano stati
considerati dalla DOS. Il giorno dopo, la DOS annunciò che Kostunica
aveva il 52.54 percento dei voti. Il dato era basato, dissero, sul
98.72 per cento degli scrutini. Stavolta, il portavoce dello Staff
Elettorale della DOS, Cedomir Jovanovic, cambiò di tono, dichiarando
che gli scrutini da fare erano quelli dei militari e quelli postali.
Secondo Jovanovic, il 26 settembre, 5.093.038 voti su un totale di
5.223.629 voti erano stati scrutinati, per un totale del 97.5%. Sulla
base del totale fornito da Jovanovic, ciò avrebbe significato che meno
di 64.000 schede sarebbero state scrutinate il giorno seguente, quando
fu dichiarato un conteggio pari al 98.72 percento. Assumendo che
Kostunica abbia perso tutti questi voti, la sua percentuale sarebbe
dovuta scendere a 52.75, comunque più alta dell'annunciato 52.54%.
Il DOS si avvantaggiò della confusione proveniente da tali
significative differenze sui totali. Il 26 settembre, Jovanovic
annunciò che Kostunica aveva avuto 2.783.870 voti, ed il giorno
seguente dichiarò che, quando tutti i voti sarebbero stati contati,
"Kostunica avrebbe avuto 2.649.000 voti." Quattro giorni dopo,
Jovanovic dichiarò 2.424.187 voti per Kostunica, e poi il 2 ottobre il
portavoce dell'opposizione Zoran Sami abbassò ulteriormente il totale
a 2.414.876, con una percentuale del 51.34%. In seguito, Sami disse
che il risultato finale mostrava 2.377.440 voti e una percentuale del
50.35% per Kostunica. Esclusi da tali conteggi erano i voti dal Kosovo
e dei rifugiati dal Kosovo.
I media occidentali accettarono acriticamente le dichiarazioni della
DOS, proclamandole precise e risultanti da meticolosi scrutini, e
grida di frode si alzarono invece contro il Governo jugoslavo.
Chiaramente c'erano state delle frodi. I dati forniti dalla stessa DOS
indicano chi stesse commettendo la frode. (37)

Nonostante le dichiarazioni in senso contrario dei media occidentali,
il conteggio ufficiale dei voti fu ampiamente pubblicizzato in
Jugoslavia. Vojislav Kostunica ottenne il 48.96 percento dei voti,
mancando di poco il 50% richiesto per la vittoria al primo turno. Il
Presidente Milosevic ottenne il 38.62 percento. Un secondo turno
elettorale per i due maggiori candidati venne indetto l'8 ottobre.
(38) Appoggiati dai funzionari occidentali, Kostunica e la DOS si
rifiutarono di partecipare al secondo turno, dichiarando che avevano
già vinto. La DOS presentò proteste prima alla Commissione Elettorale
Federale, e poi alla Corte Costituzionale. Chiedevano, tra l'altro,
l'annullamento dei voti dei rifugiati dal Kosovo, e quelli dal Kosovo
stesso, dove il Presidente Milosevic aveva ottenuto un vantaggio
ampio. La Corte Costituzionale sostenne la proposta di Milovan
Zivkovic, membro della Commissione Elettorale Federale, per
riesaminare il voto di tutti i distretti per eliminare i dubbi. (39)
Fu la minaccia del riconteggio dei voti a motivare la riduzione
quotidiana dei voti e delle percentuali dichiarate dalla DOS per i
suoi candidati. La percentuale finale che la DOS annunciò era vicina a
quella dei risultati ufficiali. Tuttavia, la DOS si rifiutò di
includere i voti dal Kosovo e quelli dei molti rifugiati dal Kosovo,
con il pretesto che il voto in Kosovo chiudeva alle 16:00 invece che
alle 20:00. Secondo la DOS, la chiusura anticipata dei seggi avrebbe
invalidato tutte le schede di questi votanti. Solo eliminando i voti
dei residenti e rifugiati del Kosovo la DOS potè proclamare una
vittoria attorno al 50 per cento per Kostunica.

Più di 200 osservatori internazionali di 54 paesi monitoravano le
elezioni. Gli osservatori seguirono
ogni stadio delle elezioni, incluso il conteggio del voto e la
correlazione dei risultati. Uno degli osservatori, il Ministro degli
esteri greco Carolos Papoulias, concluse: "Tutti quelli che hanno
annunciato ampie frodi, come [il commissario agli esteri dell'UE]
Javier Solana, hanno sbagliato" e il voto si è svolto in "modo
impeccabile."
Atila Volnay, un osservatore ungherese, disse che la sua delegazione
aveva visitato molte sezioni elettorali e confermava la presenza dei
rappresentanti dell'opposizione nelle commissioni elettorali, e che
"non ci potevano essere anomalie." Una delegazione di tre persone del
Socialist Labour Party del Regno Unito dichiarò che la Commissione
Elettorale Federale "ha fatto di tutto per assicurare che la gente
potesse votare senza intimidazioni ed in modo normale," ma che delle
irregolarità erano state rilevate in Montenegro. "Abbiamo ricevuto
molti rapporti di prima mano da persone che dichiarano di essere state
minacciate [dai sostenitori di Djukanovic] che avrebbero perso il
lavoro se fossero andate a votare." La delegazione notò anche che
"molti rifugiati dal Kosovo sono stati deliberatamente esclusi dalle
liste elettorali del Montenegro" e che la delegazione "può solo
concludere che tali tattiche di intimidazione e condizionamento erano
destinate ad avvantaggiare la cosiddetta Opposizione Democratica." Il
capo della delegazione russa, Konstantin Kosachev, disse che "erano
soddisfatti perchè non era stata possibile in pratica alcuna
falsificazione su larga scala delle elezioni in Jugoslavia."
Una dichiarazione finale degli osservatori afferma che "Il voto si è
svolto in modo ordinato e tranquillo" e che, "nell'opinione di molti
era eguale o superiore a quelli dei loro paesi." (40)

Dato il vantaggio elettorale al primo turno, una vittoria di Kostunica
era certa per l'8 ottobre. Quindi, perché Kostunica rifiutò di
partecipare al secondo turno? Come risultato delle elezioni del 24
settembre, la coalizione di sinistra aveva ottenuto 74 dei 137 seggi
nella Camera dei cittadini e 26 dei 40 seggi nella Camera delle
Repubbliche. La coalizione di sinistra aveva già la maggioranza nel
Parlamento serbo, la cui rielezione era prevista l'anno dopo. Sarebbe
stato dunque impossibile per la DOS attuare il proprio programma,
visto che i poteri del Presidente soro piuttosto limitati. Solo un
golpe avrebbe permesso alla DOS di superare i limiti legali e di
giungere al governo per regnare senza opposizioni. Il direttore
elettorale di Kostunica, Zoran Djindjic, chiamò allo sciopero
generale. "Noi dovremo paralizzare ogni istituto, scuola, teatro,
cinema, ufficio" e "far scendere in piazza tutti." (41) I sostenitori
della DOS ovunque nel paese seguirono la sua chiamata, fermando alcuni
settori dell'economia, mentre dimostrazioni di massa si avevano in
tutta la Serbia. Lo scenario di Madeleine Albright divenne realtà, nel
momento in cui i dimostranti si misero a chiedere la rimozione del
governo.

Secondo l'opposizione, almeno 10.000 sostenitori armati della DOS si
unirono alla manifestazione finale a Belgrado. L'assalto al Parlamento
Federale e alla Radio-Televisione della Serbia fu guidato da gruppi e
da squadre speciali di ex-soldati. Velimir Ilic, sindaco
dell'opposizione di Cacak, guidò gli assalti. "La nostra azione era
stata pianificata in precedenza" spiegò in seguito. "I nostri scopi
erano assai chiari; prendere il controllo delle istituzioni chiave del
regime, incluso il parlamento e la televisione." Ilic stabilì anche
precedenti contatti con poliziotti rinnegati che assistettero i
miliziani di Ilic. (42) E' probabile che la CIA fosse coinvolta nella
pianificazione dei ben coordinati attacchi. Dopo che forze speciali
armate ebbero aperto la strada verso il Parlamento Federale, ad esse
fecero seguito una massa di ubriachi, supporter della DOS, che
irruppero nell'edificio, distruggendo suppellettili e computer e
devastando il Parlamento. I poliziotti vennero attaccati e bande di
ubriachi, spesso armati di pistole, sciamarono nelle strade.
Le ambulanze, che portavano i poliziotti feriti negli ospedali,
venivano fermate dagli attivisti della DOS, che chiedevano di
consegnargli i poliziotti feriti. Dopo che la Radio Televisione della
Serbia a Belgrado venne occupata, essa pure fu incendiata. In tutta la
Serbia, gli uffici del Partito Socialista di Serbia (SPS) e della
Sinistra Unita Jugoslava (JUL) vennero demoliti. I socialisti vennero
minacciati e picchiati, molti furono minacciati per telefono. A
Kragujevac, dieci socialisti vennero legati e picchiati per ore. Gli
sgherri della DOS si spinsero fino a casa di Zivojin Stefanovic, il
presidente del Partito Socialista di Leskovac. Dopo aver saccheggiato
e distrutto le proprietà di Stefanovic, diedero fuoco alla sua casa. (43)

Mentre la teppaglia capovolgeva e bruciava le auto della polizia,
vandalizzando case e picchiando la gente, Kostunica annunciava: "La
Democrazia è arrivata in Serbia. Il Comunismo è caduto. Era proprio
ora." (44)
Stabilendo le loro credenziali democratiche, gli attivisti della DOS
occupavano sistematicamente i media di sinistra della Jugoslavia. I
giornali di sinistra, stazioni radio e televisioni vennero
riconvertite in strumenti della destra. Una cultura dei media già
ricca e diversificata, rappresentante l'intero spettro politico,
venne sottoposta alla cappa dell'uniformità e della propaganda per la
DOS. Bande di sgherri della DOS rimossero con la forza il management
delle imprese statali, delle università, di banche ed ospedali delle
città di tutta la Serbia. I ministri del governo vennero spinti alle
dimissioni, e la DOS creò un comitato di crisi per svolgere le
funzioni del governo, scavalcando il Parlamento Federale e i ministeri
governativi. Gli agenti della DOS minacciarono apertamente di
aumentare le violenza di strada come mezzo per spingere il Parlamento
Serbo ad accordare nuove elezioni, un anno in anticipo rispetto alla
scadenza.

I funzionari occidentali non potevano nascondere la loro
soddisfazione. Imprese statunitensi ed europee aspettavano il momento
per impadronirsi delle imprese di Stato. Il programma economico della
DOS era tracciato da una organizzazione denominata Gruppo 17+.
Il loro piano, Progetto per la Serbia, chiedeva una rapida transizione
a una piena economia di mercato.
Immediatamente dopo il golpe, la European Bank for Reconstruction and
Development subito annunciò piani per aprire un ufficio a Belgrado.
"E' importante che siamo sul posto subito" spiegava il portavoce della
banca Jeff Hiday. "Sospettiamo che ci saranno parecchie
privatizzazioni e ristrutturazioni." (45)

Giorni prima del golpe, il Presidente Milosevic aveva avvertito che la
DOS era uno strumento della campagna della NATO per imporre un
controllo neocoloniale sulla Jugoslavia. Milosevic indicava che i
paesi vicini, che erano già vittime dei diktat dell'Occidente, "si
sono rapidamente impoveriti in modo tale da distruggere ogni speranza
di una società più giusta ed umana" e che l'Europa Orientale vede "una
grande divisione tra una maggioranza povera e una ricca minoranza."
Inevitabilmente, disse, "tale quadro includerebbe anche noi." (46)

Sola e isolata, la Jugoslavia aveva resistito alla dominazione
imperiale, opponendosi alle secessioni, alle sanzioni, alle guerre, ed
alle operazioni coperte [cioè: attuate dai servizi segreti, ndt]
volute dall'Occidente. Viceversa, essa rimase indipendente e mantenne
una economia a carattere prevalentemente sociale. Le più potenti forze
del pianeta si schierarono contro di essa, e per un decennio la
Jugoslavia resistette. Il golpe della NATO ha spazzato via tutto. In
uno dei suoi primi atti da presidente, Kostunica si è unito al Patto
di Stabilità dei Balcani. Il suo ministro delle privatizzazioni,
Aleksandar Vlahovic, ha annunciato un piano per la privatizzazione di
7.000 aziende... "Mi aspetto che in quattro anni da oggi, le proprietà
sociali saranno totalmente eliminate", spiegava Vlahovic, chiarendo
che la privatizzazione delle aziende maggiori era appena iniziata.
(47) I milioni di dollari con cui l'Occidente aveva riempito le
tasche degli agenti della DOS avrebbero fruttato elevati dividendi.


NOTE

1) Paul Beaver, "Clinton Tells CIA to Oust Milosevic," The Observer,
November 29, 1998.
Fran Visnar, "Clinton and the CIA Have Created a Scenario to Overthrow
Milosevic," Vijesnik (Zagreb), November 30, 1998.

2) Douglas Waller, "Tearing Down Milosevic," Time Magazine, July 12, 1999.

3) Michael Moran, "A Threat to 'Snatch' Milosevic," MSNBC, July 8, 1999.

4) "Yugoslav Official Accuses CIA of Being Behind Montenegro Murder,"
Agence France-Presse, June 6, 2000.
Aleksandar Vasovic, "Serb Aide Says CIA Behind Slaying," Associated
Press, June 6, 2000.
"Yugoslav Information Minister Accuses CIA of Complicity in Zugic
Murder," Borba (Belgrade), June 6, 2000.

5) Statement by Richard Tomlinson, addressed to John Wadham, September
11, 1998.

6) "Serb Consensus: Draskovic Crash Was No Accident," Seattle Times
News Services, October 13, 1999.

7) "NATO: Milosevic Not Target," BBC News, April 22, 1999.

8) "Serbs Allege Milosevic Assassination Plot," Reuters, November 25,
1999.
"France Plots to Murder Milosevic," Agence France-Presse, November 26,
1999.
"SFOR Units Involved in a Plot to Kill Milosevic," Agence
France-Presse, December 1, 1999.
Gordana Igric, "Alleged 'Assassins' Were No Stranger to France," IWPR
Balkan Crisis Report (London), November 26, 1999.
Milenko Vasovic, "Belgrade's French Connection," IWPR Balkan Crisis
Report (London), November 26, 1999.

9) "Lt. Testifies at Milosevic Trial," Associated Press, April 26, 2000.

10) Aleksandar Vasovic, "4 Accused of Milosevic Death Plot,"
Associated Press, July 31, 2000.
"Dutchmen Arrested, Accused of Plotting Against Milosevic," Agence
France-Presse, July 31, 2000.
Email correspondence from Herman de Tollenaere, quoting from
NRC-Business Paper of August 1
"Arrested Dutchmen Admitted Plans to Kill, Kidnap Milosevic," BETA
(Belgrade), August 17, 2000.
"Dutch Espionage Terrorist Gang Arrested in Yugoslavia - Minister,"
Tanjug (Belgrade), July 31, 2000
"Yugoslav Information Minister Says U.S. Behind Dutch 'Mercenaries',"
BBC Monitoring Service, August 1, 2000.

11) "NDI Activities in the Federal Republic of Yugoslavia
(Serbia-Montenegro)," NDI Worldwide Activities, www.ndi.org

12) "Britain Trains New Elite for Post-Milosevic Era," The Independent
(London), May 3, 2000.
The New Serbia Forum, http://ds.dial.pipex.com/town/way/glj77/Serbia.htm

13) "Final Text of Stability Pact for Southeast Europe," June 10, 1999.
"Southeast Europe Equity Fund Launched July 26," U.S. Embassy, Skopje,
Macedonia, July 27, 2000.
"The Stability Pact for Southeast Europe: One Year Later," White House
Fact Sheet, July 27, 2000.

14) Michael Dobbs, "U.S. Advice Guided Milosevic Opposition,"
Washington Post, December 11, 2000.

15) "Federal Foreign Ministry Sends Memorandum to UN Security
Council," Tanjug (Belgrade), October 4, 2000.
"US Anti-Yugoslav Office Opens in Budapest," Tanjug (Belgrade), August
21, 2000.

16) "CIA Training Resistance Members in Sofia, Bucharest," Tanjug
(Belgrade), August 25, 2000.

17) Elena Staridolska, "Daynov Academy Trains Serbian Opposition,"
Standart News (Sofia), August 29, 2000.
Konstantin Chugunov, "We Report the Details: Our Little Brothers Have
Bent in the Face of NATO," Rossiyskaya Gazeta (Moscow), August 23, 2000.

18) "Bulgaria - Press Review" BTA (Sofia), August 12, 2000
"Bulgaria - Us CIA Director's Visit," BTA (Sofia), August 15, 2000
"CIA Did Not Tell Us the Most Important Thing," Trud (Sofia), August
16, 2000
"Bulgaria - Press Review," BTA (Sofia), August 14, 2000
"Bulgaria - Press Review," BTA (Sofia), August 16, 2000

19) Mila Avramova, "Italians Lease Training Ground for 400,000 Leva,"
Trud (Sofia), August 9, 2000
Michael Evans, "Balkans Watch for 'Invincible'," The Times (London),
August 26, 2000.

20) "U.S. Forces Travel to Croatia for Amphibious Exercise," Office of
the Assistant Secretary of Defense (Public Affairs), September 12, 2000.
"U.S. War Game in Adriatic, U.K. Navy in Mediterranean," Reuters,
September 16, 2000.

21) Ljubinka Cagorovic, "Montenegro Assembly Scraps Socially-Owned
Property," Reuters, November 13, 1999.
"Montenegrin Government Prepares to Privatise Economy," Tanjug
(Belgrade), December 25, 1999.

22) Central and Eastern Europe Business Information Center,
"Southeastern Europe Business Brief," February 3, 2000.
Central and Eastern Europe Business Information Center, "Southeastern
Europe Business Brief," April 27, 2000.
Anne Swardson, "West Grows Close to Montenegro," Washington Post, May
24, 2000.

23) Petar Ivanovic, "Montenegro: Laying the Foundation of
Entrepreneurship," Center for International Private Enterprise.

24) Statement by Montenegrin President Milo Djukanovic, "Important
Step in Opening New Perspectives For Montenegrin State Policy,"
Pobjeda (Podgorica), June 22, 1999.

25) "Albright Renews Montenegro Support," Associated Press, July 13, 2000.
"Montenegro Wants to Join NATO and the EU," Agence France-Presse, July
10, 2000.
Office of the Spokesman, U.S. Department of State, "Secretary of State
Madeleine K. Albright and Montenegrin President Milo Djukanovic,"
Press Stakeout at Excelsior Hotel, Rome, Italy, August 1, 2000.

26) "Montenegro Ahead of Elections: Boycott and Threats," BETA
(Belgrade), August 9, 2000.
"Montenegro and Elections - Boycott Becomes Official," BETA
(Belgrade), August 17, 2000.
Phil Reese, "We Have the Heart for Battle, Says Montenegrin Trained by
SAS," The Independent (London), July 30, 2000.
"Yugoslav Information Minister Says U.S. Behind Dutch 'Mercenaries',"
BBC Monitoring Service, August 1, 2000.
"Yugoslavia Says British SAS Trains Montenegrins," Reuters, August 1,
2000.
"Information Minister Sees Montenegrin Arms Purchases, Croatian
Assistance," BETA (Belgrade), July 31, 2000.
"Foreign 'Dogs of War' Training Montenegrin Police to Attack Army,"
Tanjug (Belgrade), August 9, 2000.
"Montenegro: Camouflaged Military Vehicles Seized in Ancona," ANSA
(Rome), August 21, 2000.
"Montenegro: Traffic in Camouflaged Armored Vehicles: Investigation
into Documentation," ANSA (Rome), August 22, 2000.
"SAS Training Montenegrin Police," The Sunday Times (London), October
1, 2000.

27) Richard J. Newman, "Balkan Brinkmanship," US News and World
Report, November 15, 1999.

28) "Clinton Warns Milosevic 'Remains a Threat to Peace," Agence
France-Presse, July 29, 2000.

29) "NATO's Robertson Warns Milosevic on Montenegro," Reuters, July
27, 2000.

30) Borislav Komad, "At Albright's Signal," Vecernje Novosti
(Belgrade), May 18, 2000.

31) George Jahn, "U.S. Funding Yugoslavian Reformers," Associated
Press, September 29, 2000.
Jane Perlez, "U.S. Anti-Milosevic Plan Faces Major Test at Polls," New
York Times, September 23, 2000.
"U.S., EU Generous to Foes of Milosevic," Associated Press, October 1,
2000.

32) Steven Erlanger, "Milosevic, Trailing in Polls, Rails Against
NATO," New York Times, September 20, 2000.

33) "U.S. House Votes to Fund Yugoslavia's Opposition Movement," CNN,
September 25, 2000.

34) Roger Cohen, "Who Really Brought Down Milosevic?" New York Times
Magazine, November 26, 2000.

35) Geoff Meade, "Cook Backs EU Over Oust Milosevic Message," London
Press Association, September 18, 2000.

36) Roger Cohen, "Who Really Brought Down Milosevic?" New York Times
Magazine, November 26, 2000.

37) "DOS Claims Kostunica Leading Milosevic with 54.66 to 35.01
Percent of Vote," BETA (Belgrade), September 26, 2000.
"DOS Announces Kostunica Clear Winner with 98.72 Percent Data
Processed," BETA (Belgrade), September 27, 2000.
"Federal Electoral Commission - DOS Election Staff Misinformed
Public," Tanjug (Belgrade), October 3, 2000.
"Who Lies Kostunica?" statement by the Socialist Party of Serbia,
October 11, 2000.

38) Federal Republic of Yugoslavia web site, www.gov.yu "Total
Election Results," and "The Federal Elections Commission Statement."
Both statements were removed following the coup.
"Final Results of FRY Presidential Election," Tanjug (Belgrade),
September 28, 2000.

39) "Yugoslav Constitutional Court Holds Public Debate on DOS Appeal,"
Tanjug (Belgrade), October 4, 2000.
"DOS Requests Annulment of 142,000 Kosovo Votes," BETA (Belgrade),
September 29, 2000.

40) "Contrary to EU Claims, Yugoslav Elections a Success: Greece,"
Agence France-Presse, September 26, 2000.
"210 Observers from 53 States Commend FRY Elections," Tanjug
(Belgrade), September 27, 2000.
"Foreign Observers Say Elections Democratic and Regular," Tanjug
(Belgrade), September 25, 2000.
"Yugoslav Elections - a Lesson in Outside Interference," Socialist
Labour Party statement.
Broadcast, Mayak Radio (Moscow), October 2, 2000.
"'A Fair and Free Election,' International Observers Say," statement
by international observers.

41) Misha Savic, "Milosevic Will Take Part in Runoff," Associated
Press, October 5, 2000.

42) Richard Boudreaux, "A Mayor's Conspiracy Helped Topple Milosevic,"
Los Angeles Times, October 10, 2000.
"Cacak Mayor Says He Led Assault on Yugoslav Parliament," Agence
France-Presse, October 8, 2000.
Jonathan Steele, Tim Judah, John Sweeney, Gillian Sandford, Rory
Carroll, Peter Beaumont, "An Outrage Too Far," The Observer (London),
October 8, 2000.
Gillian Sandford, "Army Units Claim Credit for Uprising," The Guardian
(London), October 9, 2000.

43) "Information for the Public," statement by the Socialist Party of
Serbia, October 7, 2000.
"Group of Demonstrators Demolished the House of the District Head,"
BETA (Belgrade), October 6, 2000.

44) "Protesters Storm Yugoslav Parliament," Associated Press, October
5, 2000.
"Good Evening, Liberated Serbia," The Times (London), October 6, 2000.
"Milosevic's Party HQ Ransacked by Protesters," Agence France-Presse,
October 5, 2000.

45) Jelena Radulovic, "Yugoslavia's Kostunica Sets Economic Goals for
New Government," Bloomberg, October 7, 2000.
"Brains Behind Kostunica Have a Plan," Sydney Morning Herald, October
2, 2000.
Stefan Racin, "Yugoslavia's Opposition Outlines Economic Plans," UPI,
September 27, 2000.

46) "Yugoslav President Milosevic Addresses the Nation," Tanjug
(Belgrade), October 3, 2000.

47) Beti Bilandzic, "Serbia Eyes New Privatization Law by April,"
Reuters, January 28, 2001.


Gregory Elich ha pubblicato decine di articoli sui Balcani e l'Asia
negli USA, in Canada ed Europa, in pubblicazioni come Covert Action
Quarterly, Politika, Junge Welt, Dagbladet Arbejderen,
Science&Society, Swans, e altre. Le sue ricerche sugli interventi
della CIA in Jugoslavia sono state il soggetto di articoli dei
giornali della Germania, Norvegia e Italia, incluso Il Manifesto. È
stato coinvolto nelle attività per la pace fin dalla guerra del
Vietnam, ed è stato coordinatore del Committee for Peace in Yugoslavia.
È stato membro della delegazione USA in visita in Jugoslavia dopo la
guerra della NATO, e membro della delegazione di Margarita Papandreou,
la prima occidentale a volare con la compagnia aerea nazionale
irachena a Baghdad in sfida alle sanzioni.


(Adattamento del testo a cura del CNJ, sulla base di una traduzione
pervenutaci da A. Lattanzio)

[ The original text in english can be found at:
http://www.artel.co.yu/en/izbor/yu_kriza/2003-10-02.html
or http://www3.sympatico.ca/sr.gowans/elich1.html ]

http://www.lernesto.it//index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=5561

Il Consiglio d'Europa respinge la risoluzione contro il comunismo

di Fausto Sorini

su redazione del 24/09/2005

Dichiarazione di Fausto Sorini

"Grazie anche ai numerosi messaggi di protesta (tra cui il nostro
dell'area di "Essere comunisti", pubblicato nel sito della mozione),
la Commissione politica del Consiglio d'Europa, riunitasi a Parigi il
13 settembre scorso, non ha accolto la proposta di "risoluzione
internazionale contro i crimini del comunismo" che avrebbe dovuto
essere sottoposta all'approvazione dell'Assemblea parlamentare del
Consiglio nella sessione di ottobre e ha deciso di rinviarne l'esame a
data da destinarsi.

La proposta di risoluzione ha avuto il consenso di 5 membri della
Commissione ed il parere contrario di oltre una ventina. La questione
non è certo risolta una volta per tutte, ma solo rinviata (rinviata è
stata pure la contestuale risoluzione contro ogni "apologia del
nazismo"); è però indubbio che si tratta di un risultato positivo e
significativo, dovuto alla mobilitazione congiunta di numerose forze
comuniste, progressiste e democratiche europee, che va tenuta ferma ed
estesa".

---

http://it.groups.yahoo.com/group/jugoinfo/message/138

--- In jugoinfo "Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia" ha scritto:

"Essere comunisti" sul progetto di risoluzione del Consiglio d'Europa
"contro i crimini del comunismo"

di Essere comunisti

su www.lernesto.it


Sul progetto di risoluzione del Consiglio d'Europa "contro i crimini
del comunismo"

Al Presidente dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa
Sig. Renè van der Linden

Spett. Sig. Presidente,

siamo venuti a conoscenza in questi giorni che il 13 settembre 2005 il
Bureau dell'Assemblea discuterà un progetto di risoluzione sulla
"necessità di una condanna internazionale dei crimini del comunismo",
elaborato dalla Commissione politica del Consiglio, da sottoporre
all'approvazione dell'Assemblea nella sua sessione dell' ottobre 2005.
Nella stessa seduta verrà discussa contestualmente anche una
risoluzione di "condanna di ogni apologia e giustificazione del nazismo".

Consideriamo grave e apertamente reazionaria tale iniziativa, resa
ancora più indegna da tale contestualità. Protestiamo contro di essa,
chiediamo che essa venga ritirata. Tanto più che essa si sviluppa in
occasione del 60° anniversario della Liberazione dell'Europa e del
mondo dal nazi-fascismo, resa possibile da una coalizione di forze di
cui i comunisti furono componente essenziale.

Nel progetto di risoluzione si giunge ad affermare che "i crimini
compiuti in nome del comunismo" furono anche "la conseguenza diretta
della teoria della lotta di classe", "parte integrante di un'ideologia
comunista che imponeva l'eliminazione delle persone considerate
dannose per la costruzione di una nuova società"; che la "caduta dei
regimi comunisti in Europa non è stata seguita da adeguate ricerche e
dibattiti internazionali sui crimini commessi in nome dell'ideologia
comunista" e che "tali crimini non sono stati condannati dalla
comunità internazionale così come è stato fatto per gli orribili
crimini commessi in nome del Nazismo". Per cui "ne è conseguito che
l'ostilità verso i crimini del comunismo è assai debole", al punto che
vi sono "partiti comunisti che sono legali e operano in alcuni paesi
nonostante essi non abbiano preso apertamente le distanze" da quei
crimini. Ed esistono pure "regimi comunisti tuttora operanti dove tali
crimini continuano a compiersi".

La principale fonte citata dagli allegati al progetto di risoluzione è
il "Libro nero del comunismo", il cui principale autore e curatore,
Stéphane Courtois, è uno dei tre relatori alla Commissione che ha
elaborato il progetto di risoluzione, insieme all'ex dissidente
sovietico Vladimir Bukovsky e al Sig. Toomas Hiio, Presidente estone
di una "Fondazione per la ricerca dei crimini contro l'umanità".

Al progetto di risoluzione viene allegato un memorandum che, citando
il "libro nero del comunismo", giunge tra l'altro a conteggiare in "un
milione" le persone "uccise dal regime comunista in Vietnam" (sic),
considera "similari" i crimini compiuti da comunismo e nazismo,
esprime preoccupazione per "una sorta di nostalgia del comunismo
ancora viva in alcuni paesi, il che crea il pericolo che i comunisti
possano prendere il potere in questo o quel Paese".

Al progetto di risoluzione viene pure allegato un significativo testo
di "raccomandazioni" in cui si auspica – tra l'altro - che il
Consiglio d'Europa "promuova una campagna pubblica europea sui crimini
del comunismo, che comporti anche una revisione dei libri di scuola";
e chiede che "vengano rimossi, dove ancora non è stato fatto,
monumenti, nomi di vie e ogni altro simbolo che possa avere una
qualche connessione coi crimini commessi in nome del comunismo".

Respingiamo tale approccio, che suscita in noi indignazione politica e
morale. Sappiamo che essere comunisti oggi è difficile, anche perché
più che mai violento è l'attacco alle nostre idee, alle nostre
aspirazioni, alla nostra storia. Il revisionismo storico, che punta a
criminalizzare l'idea stessa della lotta di classe, stravolge l'intera
esperienza del movimento rivoluzionario operaio e comunista
presentandola come una sequenza di violenze e di fallimenti, come un
cumulo di macerie. Contro le rivoluzioni proletarie e la stessa
Resistenza antifascista vengono intentati processi sommari con
condanne senza appello.

Non ci riconosciamo in questi bilanci, che riteniamo storicamente e
politicamente errati. Il movimento comunista ha dato forza alla
rivendicazione dei diritti fondamentali delle masse lavoratrici e si è
sempre schierato contro la guerra, per la pace e per la giustizia
sociale. L'insegnamento dei suoi più grandi dirigenti del Novecento –
da Lenin a Gramsci – è ancora un contributo prezioso per l'analisi
critica della società capitalistica. Le grandi rivoluzioni che si sono
susseguite dopo il 1917, hanno liberato sterminate masse di popolo e
inaugurato una nuova epoca storica, nella quale si colloca la nostra
esperienza di comunisti. La Resistenza antifascista – nella quale
furono in prima fila i partigiani comunisti – ha permesso al nostro
paese di riconquistare dignità e democrazia dopo l'infame vicenda del
fascismo, delle sue leggi razziste e della guerra al fianco di Hitler.

Di questa storia siamo orgogliosi. Non ne dimentichiamo limiti e
pagine buie. Pensiamo che occorra, certo, procedere nella ricerca e
nella riflessione. Ma rivisitare la storia non significa rimuoverla.
Occorre evitare tanto difese acritiche quanto atteggiamenti liquidatori.

È necessario porre un argine al revisionismo storico che cancella o
riduce le colpe della borghesia e del capitalismo e criminalizza la
storia del movimento operaio e comunista. Finché il revisionismo
storico sarà egemone, il capitalismo riuscirà a nascondere le proprie
responsabilità per la maggior parte delle pagine più oscure della
storia moderna e contemporanea (la tratta degli schiavi, la miseria
delle masse proletarizzate, i genocidi del colonialismo, le guerre
mondiali, il nazifascismo e – oggi – la guerra preventiva e permanente).

Ciò di cui abbiamo bisogno è un bilancio critico della storia del
movimento operaio in 150 anni di lotta di classe. La critica netta
degli errori e dei processi degenerativi che hanno macchiato alcuni
momenti della storia del movimento comunista e del «socialismo reale»
fa irreversibilmente parte del nostro patrimonio culturale, politico e
morale. Siamo consapevoli della loro portata e delle gravi conseguenze
che ne sono derivate anche per chi non ha disertato la lotta nel nome
del comunismo. Avvertiamo ogni giorno l'esigenza di capire meglio ciò
che è avvenuto, ciò che non ha funzionato, ciò che ha infine
determinato la sconfitta di grandi esperienze storiche. Ma il
necessario riconoscimento delle pagine buie della storia del movimento
operaio e comunista non ci impedisce di comprendere che oggi il
pericolo maggiore è di fuoriuscire da questa storia.

A tale rischio rispondiamo rivendicando la storia del movimento
operaio e comunista, riconoscendola come la nostra storia. Ricordarne
i limiti non implica negarne i successi. L'Ottobre bolscevico e la
costruzione dell'Urss, la rivoluzione cinese, quella vietnamita e
quella cubana – per limitarci ad alcune tra le più importanti
esperienze del movimento comunista – hanno consentito la liberazione
di sterminate masse di donne e di uomini da condizioni di fame e di
miseria, e hanno rappresentato il tentativo di costruire società
alternative al capitalismo e orientate verso il socialismo.
L'importanza di queste esperienze non si è peraltro esaurita
all'interno dei Paesi che furono teatro di processi rivoluzionari.

Del resto, a chi nutrisse dubbi sull'aspetto prevalente
dell'esperienza rivoluzionaria del movimento comunista dovrebbe
bastare riflettere sulle conseguenze mondiali della scomparsa
dell'Unione sovietica. Nei quindici anni che ci separano dalla caduta
del Muro di Berlino, il mondo ha conosciuto un continuo radicalizzarsi
dei conflitti internazionali e interetnici, e ha assistito al ritorno
della guerra nella cronaca quotidiana, alla ricolonizzazione di interi
Paesi, al dilagare delle devastanti conseguenze sociali (povertà,
schiavitù, lavoro minorile, precarietà, epidemie) di un capitalismo
selvaggio e senza regole, al pesante arretramento del movimento
operaio in tutto il mondo occidentale e al peggioramento della
condizione di vita e di lavoro delle donne. La storia dell'umanità si
troverebbe oggi a uno stadio ben più arretrato se le rivoluzioni
socialiste del Novecento non avessero segnato vaste aree del mondo.

"Essere comunisti"
Area politica del Partito della Rifondazione Comunista
(Italia)

10 settembre 2005

--- Fine messaggio inoltrato ---

Voce jugoslava - Jugoslavenski glas


Svakog utorka, od 14,00 do 14,30 sati, na Radio Città Aperta, i valu FM 88.9
za regiju Lazio, emisija:
JUGOSLAVENSKI GLAS
Emisija je u direktnom prijenosu. Moze se pratiti i preko Interneta: http://www.radiocittaperta.it/
Kratke intervencije na telefon +39-06-4393512.
Pisite nam na jugocoord(a)tiscali.it, ili fax +39-06-4828957.
Trazimo zainteresirane za usvajanje djece na daljinu, t.j. djacke stipendije
za djecu prognanika. Odazovite se.


Ogni martedì dalle ore 14,00 alle 14,30:
VOCE JUGOSLAVA
su Radio Città Aperta, FM 88.9 per il Lazio. Si può seguire, come del resto
anche le altre trasmissioni della Radio, via Internet: http://www.radiocittaperta.it/
La trasmissione è bilingue (a seconda del tempo disponibile e della necessità)
ed in diretta. Brevi interventi telefonico allo 06-4393512.
Sostenete questa voce libera e indipendente acquistando video cassette, libri,
bollettini a nostra disposizione.
Cerchiamo anche interessati ad adozioni a distanza (borse di studio).
Scriveteci all'indirizzo email: jugocoord(a)tiscali.it, tel/fax 06-4828957.
Contattateci.


Program - programma 27. IX. 2005


1. Jucer, danas, sutra, datumi ... da se ne zaboravi;
2. "Od Triglava do Vardara..."

1. Ieri, oggi, domani, date ... da non dimenticare;
2. "Dal monte Triglav al fiume Vardar, dal Danubio al Mare Adriatico..."

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https://www.cnj.it/INIZIATIVE/zafranovic.htm


COMUNICATO STAMPA


Mercoledì 5, giovedì 6 e venerdì 7 ottobre 2005, presso la Sala
Proiezioni del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione,
della Guerra, dei Diritti e della Libertà, in corso Valdocco 4/A
(Torino), si terrà una retrospettiva dedicata al regista croato Lordan
Zafranovic.

L'iniziativa, organizzata dall'Archivio Nazionale Cinematografico
della Resistenza insieme al Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia,
prevede la proiezione di tre film (Occupazione in 26 immagini, La
caduta dell'Italia, Il tramonto del secolo/Testamento) inediti in
Italia, centrati sui temi dell'occupazione italiana nei paesi dell'ex
Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale.

Occupazione in 26 immagini (1978, Arena d'oro a Pola, in concorso a
Cannes) fu il film più visto in Jugoslavia e in Cecoslovacchia nella
stagione 1978/79. Il racconto delle atrocità commesse dai
collaborazionisti ustasa durante l'occupazione italiana e tedesca
della città di Dubrovnik nel 1941 è famoso per una memorabile scena su
un autobus in cui si scatena la ferocia degli assassini.

La caduta dell'Italia (1981, Arena d'oro a Pola, premio Jelen sempre a
Pola, e Grand Prix a Valencia, presentato a Venezia) analizza la
brutalità fascista attraverso le imprese compiute dalle truppe
d'occupazione italiane e tedesche e dai collaborazionisti ustasa e
cetnici in un'isola della Dalmazia.

Il tramonto del secolo/Testamento (1994) appartiene invece al genere
documentario, e può essere considerato la sintesi della sua opera
nell'ambito del filone storico-politico dedicato alla Seconda Guerra
Mondiale.

Il regista, presente in sala, introdurrà personalmente i film. Tutte
le proiezioni avranno inizio alle ore 17.00.

Per informazioni:
011/4380111
011/4357853
redazione@...

Torino, 22 settembre 2005

---

LORDAN ZAFRANOVIC - Maslinica, isola di Solta (Croazia), 1944

Cineasta controverso e scomodo, il suo tema o la sua ossessione è
l'analisi del male e del delitto, individuale e collettivo, a cui si
contrappone spesso il potere dell'eros.
Laureato in Lettere e Belle Arti a Spalato, pittore, completa gli
studi di regia all'Accademia di Cinema di Praga (FAMU), dove in
seguito insegna. Inizia con film amatoriali e sperimentali nel 1961
(ne realizza una sessantina), e nel 1965 entra nel mondo della
produzione professionale di cortometraggi, con una serie di lavori
(Pomeriggio, Ave Maria) in cui già sono presenti i temi del male e
della violenza nell'animo umano.
Al lungometraggio si era già avvicinato come studente (La domenica,
1969), ma il suo primo lungometraggio importante è Muke po Mati (La
passione secondo Matteo) del 1975, premiato a Pola con il premio della
critica.
La sua opera si può dividere secondo due filoni: quello
esistenziale-metafisico-erotico – che include il già citato Muke po
Mati, Ujed andjela (1984), Haloa-praznik kurvi (1988), basato sul tema
del triangolo erotico, e Lacrimosa (1995), caratterizzato dal tema
della vendetta - e quello storico-politico, dedicato alla Seconda
Guerra Mondiale e compiuto ne La Trilogia : Okupacija u 26 slika
(L'occupazione in 26 immagini), Pad Italije (La caduta dell'Italia),
Vecernja zvona (Le campane a sera).
Okupacija u 26 slika (1978, Arena d'oro a Pola, in concorso a Cannes)
fu il film più visto in Jugoslavia e in Cecoslovacchia nella stagione
1978/79. Il racconto delle atrocità commesse dai collaborazionisti
ustasa durante l'occupazione italiana e tedesca della città di
Dubrovnik nel 1941 fu reso famoso da una memorabile scena su un
autobus in cui si scatena la ferocia degli assassini. Pad Italije
(1981, Arena d'oro a Pola, premio Jelen sempre a Pola, Grand Prix a
Valenzia, presentato a Venezia) continua ad analizzare la brutalità
fascista attraverso le imprese delle truppe d'occupazione italiane e
tedesche e dei collaborazionisti ustasa e cetnici in un'isola della
Dalmazia.
La Trilogia di guerra termina con il film Vecernja zvona (1986, premio
per la regia, premio Jelen a Pola), che affronta le contraddizioni e
le tragedie di un'epoca significativa nella storia della Jugoslavia, e
del movimento comunista, quella del contrasto Tito-Stalin. Ma anche
nei due film precedenti vengono posti i temi della disuguaglianza tra
gli uomini, della ricchezza e della povertà, della consapevolezza e
della libertà, temi aperti a cui il regista non dà risposte predefinite.
Una caratteristica dei film di Zafranovic è il continuo indugiare
sulla bellezza dei paesaggi, quasi a indicare una contraddizione tra
la bellezza del mondo e la ferocia della specie umana.
La sua opera include anche la realizzazione di molti documentari, tra
i quali spiccano Antika (1972), Rad zida grad (1975) e Krv i pepeo
Jasenovca (1983), premiati al Festival del Documentario di Belgrado.
Una sintesi un po' particolare della sua opera è il film Zalazak
stoljeca/Testament - Il tramonto del secolo/Testamento (1994): un
documentario della durata di più di tre ore, in cui si intrecciano
spezzoni di provenienza nazista e ustasa.
Si è anche dedicato a regie televisive per le televisioni di Zagabria
e Belgrado.
Dopo i cambiamenti politici degli anni '90 e la disgregazione della
Jugoslavia, si allontana dalla Croazia; a Praga, dove vive
attualmente, si dedica a nuovi progetti, spesso comunque legati alle
tematiche del territorio della ex- Jugoslavia.
Un' interessante realizzazione è il recente documentario,
commissionato dal governo della Repubblica Popolare Cinese, sulla
città di Shangai (Simfonija nebeskog grada/The Symphony of the
Heavenly City) e realizzato dalla Radio-televisione serba.

Pubblichiamo di seguito il resoconto del viaggio a Kragujevac del
23-26 settembre 2005 a cura di Gilberto Vlaic del gruppo ZASTAVA
Trieste.

In fondo alle relazione trovate, al paragrafo 7, i REALI dati riguardo
al possibile accordo Zastava-FIAT.

Allegato trovate inoltre l'intervento letto nell'assemblea con i
lavoratori e le loro famiglie.

a cura di Gilberto Vlaic
(gruppo Zastava Trieste)

---

RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
Viaggio del 23-26 settembre 2005
(resoconto di viaggio a cura di Gilberto Vlaic del gruppo ZASTAVA
Trieste)

Questa relazione e' suddivisa in otto parti:
1) Introduzione
2) Il materiale spedito a luglio
3) Delegazione in visita e materiale trasportato
4) Cronaca del viaggio
5) Il microprogetto artigianato
6) I progetti in corso
7) Informazioni generali sulla Serbia e sulla Zastava (il progetto con
la FIAT)
8) Conclusioni


1 - Introduzione

Vi invio un resoconto del viaggio appena concluso alla Zastava di
Kragujevac per la consegna delle adozioni a distanza che fanno capo al
Gruppo Zastava di Trieste, alla sezione del Veneto e al Coordinamento
Nazionale RSU CGIL e per il finanziamento dei progetti in corso a
Kragujevac.
Questo resoconto si lega alle altre relazioni scritte con cadenza
praticamente trimestrale.
Sono tutte reperibili su diversi siti, tra i quali
- il sito del coordinamento RSU, all'indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo il link: Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.ecn.org/coord.rsu/guerra.htm
dove sono anche descritte in dettaglio tutte le iniziative in corso,
sia nostre che di altre organizzazioni.
L'ultima relazione relativa al nostro viaggio di luglio 2005 si trova
all'indrizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0709_zastava_relazione.htm

Tutti i nostri resoconti sono presenti anche sul sito del
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
che contiene inoltre centinaia di articoli sulla situazione nei
Balcani difficilmente reperibili sulla stampa nazionale.


2 - Il materiale spedito a luglio

Prima di iniziare questa relazione ricordo che a meta' luglio scorso
era partito via camion da Trieste (con destinazione il centro medico
della Zastava) un carico costituito da due poltrone dentistiche ed
accessori (autoclavi, lampade polimerizzatrici, sterilizzatrici di
strumenti chirurgici, un apparecchio radiologico); questo materiale ci
era stato fornito gratuitamente dalla sezione del Friuli-Venezia
Giulia della associazione Cooperazione Odontoiatrica Internazionale e
da Slobodanka (detta Boba) di Napoli, che avevamo conosciuto a
Kragujevac, quando ci aveva assistito come interprete durante i due
viaggi di marzo scorso. Da quel momento Boba e' entrata a far parte
della nostra associazione.
Con lo stesso camion avevamo spedito 20 quintali di vestiario (in gran
parte nuovo) contenuto in cento casse raccolto dai nostri
sottoscrittori di Sacile e dintorni, e che e' stato consegnato
all'ufficio adozioni del sindacato Samostanli.
Il tutto e' arrivato a destinazione senza problemi.

Per questa spedizione abbiamo speso 173,39 euro per il trasporto del
materiale da Napoli a Trieste e 670 euro per la spedizione da Trieste
a Kragujevac, per un totale di 840,39 euro.
Per fare fronte a questa spesa abbiamo impiegato 210 euro arrivati per
questo scopo da Sacile e parte dei 2500 euro che la Banca di Credito
Cooperativo del Carso (presso la quale abbiamo un conto corrente) ci
aveva sottoscritto proprio per aiutarci in queste spedizioni.


3 - Delegazione in visita e materiale trasportato

Ricordo prima di tutto che le spese di viaggio sono sempre
direttamente sostenute dai partecipanti, senza alcuno storno dai fondi
ricevuti per le quote di adozione a distanza da distribuire.
La delegazione che ha effettuato il viaggio era costituita da Adriano,
Arianna,Gilberto, Linda e Rossana da Trieste, Luisa e Mario da Padova
e Alessandra e Giandomenico da Conegliano. Per il viaggio abbiamo
utilizzato un pulmino fornitoci gratuitamente dalla Associazione di
Solidarieta' Internazionale Triestina.
Da Milano sono arrivati a Kragujevac in macchina Dora e Renato
dell'associazione Fabio Sormanni insieme a Riccardo della associazione
Zastava Brescia per partecipare alla inaugurazione dei locali della
Scuola Tecnica Za Masinstovo I Saobracaj (vedi piu' sotto al paragrafo
6 "Progetti in corso").
Da Trieste e' partita un'altra auto con Gina di Pordenone, Paolo e
Tiziana di Trieste in rappresentanza della associazione Cooperazione
Odiontoiatraca Internazionale (vedi piu' sotto al paragrafo 6
"Progetti in corso").
Infine Boba ci ha raggiunti da Napoli.

Avevamo con noi medicinali per circa 7000 euro, e inoltre
fitostimoline e garze per Lazar e Vasilje, due fratelli di sei e due
anni, colpiti da una malattia assai rara alla pelle (epidermiolisi
bollosa); e' da marzo 2004 che ad ogni viaggio sosteniamo questi due
sfortunati bambini, grazie all'aiuto di una ONLUS di Catania che ci
fornisce il materiale necessario.
Abbiamo caricato anche una decina di colli di vestiario usato, circa
80 paia di scarpe e una dozzina di pacchi di regali alle famiglie
jugoslave da parte delle famiglie adottanti italiane.

Le adozioni da distribuire erano 168, di cui 4 nuove, per un valore
complessivo di 14135 euro, per la maggior parte in quote trimestrali
da 75 euro.

Avevamo poi 750 euro da consegnare al preside della Scuola Tecnica di
Kragujevac, quale nostro contributo per la costruzione della mensa
della scuola (vedi piu' sotto al paragrafo 6 "Progetti in corso").

Avevamo infine 342 euro, inviati da Filippo e Marco dal Piemonte,
frutto della vendita dei prodotti di uncinetto delle donne che hanno
partecipato al progetto microartigianato (paragrafo 5 "Il
microprogetto artigianato").


4 - Cronaca del viaggio

Rajka Veljovic, la nostra interprete e nostro punto di riferimento a
Kragujevac e' purtroppo ancora malata e subisce continui ricoveri in
ospedale. Sono ormai sette mesi che le sue condizioni di salute non le
permettono di partecipare alle nostre attivita'. A lei il nostro piu'
affettuoso saluto, con la speranza di vederla in attivita' durante il
prossimo viaggio di dicembre. Milja e Dragan dell'ufficio adozioni del
Samostanli comunque riescono ad organizzare al meglio le nostre
visite, anche se le difficolta' legate alla lingua si fanno sentire.

Siamo partiti da Trieste verso le 9 e 30 del mattino del venerdi' 23
settembre e siamo arrivati a Kragujevac alle 8 di sera, senza alcun
problema durante il viaggio. Traffico scarso, ad esclusione
dell'attraversamento di Belgrado. Passaggio di frontiere rapido e
senza alcun problema.
Dopo lo scarico del furgone, abbiamo verificato le liste delle
adozioni e preparato le buste con il denaro per l'assemblea che
abbiamo tenuto la domenica 25.
Sabato mattina 24 settembre abbiamo avuto tre incontri: con il Centro
medico, con il Direttore della Scuola Tecnica di Kragujevac e con una
delegazione della municipalita' di Kragujevac.
Sui perche' e i risultati di questi due incontri scrivero'
diffusamente nel paragrafo "I nuovi progetti".

L'assemblea per la consegna delle quote si e' tenuta come sempre
nella la grande sala della direzione in una atmosfera festosa. Siamo
stati sommersi di bottiglie di rakja fatta in casa, di marmellate, di
miele, di prodotti tessili, doni che abbiamo portato con noi in Italia
e che, pur con qualche difficolta' di tipo geografico, consegneremo
alle famiglie italiane.
I pomeriggi sono stati dedicati alla visita di varie famiglie con
figli adottati dai membri della delegazione; le condizioni di queste
famiglie sono sempre estremamente difficili, e non si vedono
prospettive per il futuro, ma questi incontri si svolgono sempre in un
clima di grande dignita', di festa e di vera amicizia. Dobbiamo sempre
stare attenti a non esagerare con gli squisiti dolci che ci offrono.

La sorella di una bambina dai noi adottata si e' uccisa alcuni mesi
fa, a 16 anni, e la madre a luglio ci aveva chiesto di andare a
trovarla al cimitero. E' stato un incontro straziante, che ci ha
lasciato profondamente amareggiati e scossi. I suicidi tra i giovani
sono purtroppo tragicamente diffusi.

Il lunedi', durante il viaggio di ritorno, ci siamo fermati un'ora a
Belgrado.
Abbiamo attraversato il viale delle ambasciate, che ospita tutta una
serie di edifici pubblici completamente distrutti dai bombardamenti
del 1999, e poi visitato il parco di Tasmajdan, dove sorgono due
monumenti simbolo: quello ai giornalisti morti nel bombardamento della
sede della televisione e quello, struggente, dedicato ai bambini
uccisi dalle bombe della NATO, che sue due semplicissimi ovali in
marmo nero riporta in Serbo e in Inglese la scritta "Eravamo solo
bambini".


5 - Il microprogetto artigianato

Questo progetto e' iniziato nel maggio 2003; il numero di donne
coinvolte (operaie licenziate o casalinghe) e' stato di circa 20.
Esse ci hanno fornito ad ogni viaggio prodotti di ricamo e di
uncinetto che sono stati posti in vendita in Italia.
Si e' trattato di un salto di qualita' all'interno della campagna di
solidarieta'. Nel campo delle adozioni infatti c'e' inevitabilmente la
differenza tra chi da' e chi riceve; qui invece c'e' stato un rapporto
assolutamente paritario tra chi produce una merce e chi la compra.
Purtoppo il progetto e' praticamente concluso; malgrado l'allargamento
del numero delle persone coinvolte abbiamo in pratica esaurito le
nostre possibilita' di vendita e non siamo riusciti ad inventare nuovi
meccanismi che ci permettessero la vendita di questi prodotti, fatto
salvo il principio dell'assenza di intermediari.
Per questi motivi non abbiamo preso ulteriore materiale nei viaggi del
2005 e ci siamo limitati a vendere gli ultimi lavori in nostro possesso.
In questo viaggio abbiamo consegnato a cinque donne 342 euro.
Il totale generale del denaro consegnato è stato quindi di 7345,5 euro.


6 - I progetti in corso

Visto che periodicamente riceviamo sottoscrizioni significative non
legate alle adozioni, era stata presa la decisione di finanziare
progetti che vadano incontro a reali bisogni sociali.

Descrivo ora brevemente lo stato dei progetti in corso.

A) Due laboratori dentistici dati in comodato d'uso al Sindacato

Trovate una descrizione assai articolata di questo progetto nelle
relazioni dei viaggi di marzo e luglio 2005, reperibili agli indirizzi
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0328_zastava_rel.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0709_zastava_relazione.htm

Ricordo che la Zastava possiede un centro medico (Zavod Za Zdravsvenu
Zastitu Radnika) di ragguardevoli dimensioni: vi lavorano 326 persone,
due terzi dei quali operatori sanitari (piu' di 60 sono i medici) ed
un terzo di amministrativi.
Il suo bacino di utenza e' rappresentato attualmente da circa 50.000
lavoratori e da circa 7.000 pensionati.
In questo centro si effettuano ogni anno circa 1 milione di
prestazioni sanitarie di cui 65.000 nel campo dentistico. Nel reparto
dentistico lavorano 25 persone, tra cui sette medici dentisti.
Il problema del Centro Medico e' che la strumentazione in uso ha
un'eta' media di circa 20 anni, ed e' quindi fortemente inadeguata.
I due laboratori dentistici sono stati sdoganati verso la fine di
luglio, tra l'altro in esenzione dal pagamento dell'IVA.

Sabato 24 mattina la delegazione del COI (Gina, Paolo e Tiziana) si e'
incontrata con la dirigenza ed il personale del centro medico, per
verificare lo stato della strumentazione arrivata; tutto in ordine,
mancano solo alcuni cavi di alimentazione.
Hanno discusso inoltre lo sviluppo futuro del progetto, tenuto conto
che la nostra associazione insieme al COI ha chiesto un significativo
finanziamento alla regione Friuli Venezia Giulia sui fondi a
disposizione per la cooperazione internazionale.
Da segnalare che l'arrivo di questi due laboratori ha determinato
l'assunzione di un nuovo medico.

B) Realizzazione di un centro di accoglienza diurno per ragazzi con
sindrome Down e autistici

Anche per questo progetto trovate una descrizione assai dettagliata
progetto nelle relazioni dei viaggi di marzo e luglio 2005, reperibili
agli indirizzi
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0328_zastava_rel.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0709_zastava_relazione.htm

La mattina di sabato 24 abbiamo incontrato il presidente del consiglio
municipale Dobrica Milovanovic, che ci ha informato sullo stato di
funzionamento del centro, che e' frequentato attualmente da circa 12
utenti. Le madri di questi ragazzi ci hanno confermato la loro piena
soddisfazione su come stanno andando le cose.
Non c'e' stato assolutamente il tempo per visitare il centro; nel
prossimo viaggio di dicembre avremo un incontro approfondito con le
famiglie e verificheremo come e' stata spesa la seconda parte del
denaro (3000 euro) che avevamo consegnato a luglio.
In totale il nostro impegno nella realizzazione di questo centro e'
stato di 10000 euro, a cui si sommano 920 euro spesi dal Comune per
rimettere in sesto l'impianto elettrico e per le tinteggiature.

C) La Scuola Tecnica Za Masinstovo I Saobracaj di Kragujevac

Ricordo che si tratta di una Scuola di meccanica fondata nel 1854,
dunque pressoche' contemporanea alla fondazione della Zastava, nella
quale si e' formato il nucleo dei tecnici del Paese. Attualmente conta
piu' di 1800 studenti.
Gli edifici della scuola coprono 30.000 metri quadri, con un grande
parco all'interno.

Potete trovare i dettagli relativi a questo progetto nella relazione
di luglio scorso all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0709_zastava_relazione.htm

La spesa prevista per rimettere in sesto i locali da utilizzare come
mensa per la scuola era di circa 9000 euro.
Si era giunti ad un accordo tra tre associazioni per finanziare
questo progetto con le seguenti cifre:
Associazione Fabio Sormanni di Milano 4500 euro
Associazione Zastava Brescia 2250 euro
Gruppo Zastava Trieste 2250 euro
e durante l'incontro con il Preside e alcuni insegnanti il 9 luglio
scorso avevamo consegnato i primi 6000 euro (ed una bandiera della pace).

La mattina del sabato 24 settembre tutta la delegazione si e'
ritrovata nella sede della scuola (ad eccezione della delegazione del
COI che nello stesso momento era al centro medico) per la consegna
dell'ultima parte dei fondi ma soprattutto per inaugurare i nuovi locali.
Il lavoro fatto e' veramente pregevole! Quelli che prima erano due
stanzoni fatiscenti di circa 200 metri quadrati nel semi-interrato
della scuola si presentano oggi totalmente trasformati. E' stata
rifatta la scala di accesso, gli intonaci, i pavimenti, i serramenti e
l'impianto di riscaldamento. Sono stati costruiti anche due ampi bagni.
Poiche' il denaro non bastava a tutto, l'impianto elettrico e' stato
costruito con lavoro volontario dei professori della scuola.
A ricordo del nostro contributo sono state apposte due grandi targhe,
una all'ingresso ed una all'interno delle sale, con i nomi delle
nostre associazioni, in Italiano e in Serbo.
Durante l'incontro abbiamo consegnato la seconda parte del denaro pari
a 3000 euro.
Il preside della scuola ci ha consegnato la copia di tutti i
giustificativi di spesa.
La Scuola ha prodotto in power point un CD con 43 foto relative a
questo progetto, dai primi contatti con noi fino alla fine dei lavori.
Chi fosse interessato a riceverne una copia puo' chiedermela.


7 - Informazioni generali sulla Serbia e sulla Zastava (il progetto
con la FIAT)

Come ad ogni viaggio, abbiamo raccolto dati sulla condizione generale
del Paese e sulla citta' di Kragujevac. Riporto i piu' significativi.

Informazioni generali sulla Serbia

Il cambio attuale dinaro/euro e' salito a 84.5 (era di 80.4 a marzo
2005, 83.3 a luglio 2005).
L'inflazione nel nei primi 9 mesi del 2005 e' stata di 11%.
Noi consegnamo le nostre quote in euro, e quindi mantengono pressoche'
inalterato il loro potere di acquisto.

Il numero ufficiale dei disoccupati era di 884.000 a inizio luglio; si
attesta ora a 880.000, pari al 26.2% della popolazione potenzialmente
attiva. Dobbiamo ricordare che vengono considerati attivi anche i
lavoratori in cassa integrazione.

Salario medio nel Paese a agosto 2005:
Industria 16533 dinari (196 euro)
Settore servizi 19543 dinari (230 euro)
Media pesata su tutte le categorie 17441 dinari (206 euro)

Informazioni sulla Zastava

Il salario medio a Kragujevac citta' e' di 14826 dinari (175 euro),
del 15% inferiore che nel resto del Paese.

I disoccupati sono 22610, senza contare in questa cifra i lavoratori
in cassa integrazione.

Gli operai in cassa integrazione alla Zastava erano 6.218 alla fine di
giugno; al momento attuale sono scesi a 5200; ci sono stati circa 1000
lavoratori che hanno accettato il licenziamento e che vanno via dal
gruppo con una indennita' pari a 100 euro per anno lavorato.

La produzione di automobili nei primi 7 mesi dell'anno e' stata di
7900 vetture; 280 sono invece i camion prodotti.

Non vi sono state negli ultimi tre mesi nuove privatizzazioni di imprese.

Nella relazione di luglio scorso avevo riportato l'ipotesi in
discussione con la FIAT di assemblare la vecchia Punto a Kragujevac
con componentistica prodotta a Mirafiori, a patto che il Governo serbo
garantisca entro fine 2005 il pagamento di circa il 25% del debito
Zastava verso la Fiat pari a 11.5 milioni di Euro (su un totale di
poco piu' di 40 milioni, ed il resto sarebbe cancellato).

Sembra che questa proposta sia piu' realistica delle altre che di
volta in volta hanno interessato con grande clamore il settore auto
della Zastava (ricordo i piu' famosi: il faccendiere Briklin che nel
2002 si era impegnato ad acquistare la Zastava auto e la Peugeot nel
2003 che aveva proposto la vendita di motori Eurocat4).

Questa progetto con la FIAT e' presente in vari comunicati reperibili
in rete, ad esempio nel notiziario ANSA al seguente indirizzo:
http://www.ansamed.info/ansamed/notizie/stati/italia/20050921164633636395.html
oppure su un altro notiziario economico:
http://economia.virgilio.it/news/foglia.html?t=2&id=2&codNotizia=11738712

Il progetto riguarda l'assemblaggio con marchio Zastava (nome della
vettura Zastava 10) di circa 78500 Punto in 6 anni (dunque una media
di circa 13000 all'anno), da destinare al mercato balcanico: Croazia,
Bosnia, Serbia e Montenegro, Macedonia, Albania, Bulgaria e Romania.
L'accordo impallidisce se paragonato alle oltre 200.000 automobili
all'anno che la Zastava fabbricava alla fine degli anni '80.

L'accordo prevede che per il 2006 verranno prodotte A MIRAFIORI le
prime circa 7000 vetture, in quanto a Kragujevac le tecnologie da
adoperare al momento non ci sono, ad esempio la verniciatura
automatizzata, i cui reparti furono distrutti dai bombardamenti della
NATO il 9 aprile 1999.
Anche la linea di saldatura della scocca dovrà probabilmente essere
automatizzata in un futuro più o meno prossimo, ma non c'è bisogno per
ora di altri costosi robot, quando gli addetti alla produzione
guadagnano meno di 200 euro al mese.

Da ottobre 2005 un primo gruppo di 30 tecnici della Zastava dovrebbe
recarsi a Torino per apprendere le tecnologie connesse a questa
produzione.
L'assemblaggio dovrebbe proseguire poi a Kragujevac dal 2007, con il
progressivo reintegro in produzione di circa 600 operai in cassa
integrazione.

Non e' quindi una soluzione dei problemi occupazionali, ma solo una
speranza che altri investitori possano arrivare (secondo le esatte
parole di un dirigente del Sindacato Samostanli).

Secondo alcuni il vero interesse della FIAT, oltre a poter vuotare i
magazzini, sarebbe quello di impadronirsi attraverso questo accordo
della rete delle concessionarie Zastava, che e' probabilmente la piu'
estesa dei Balcani.
Vi terremo costantemente informati sull'evoluzione della situazione.


8 - Conclusioni

Sono costretto a scrivere sempre le stesse conclusioni di ogni
relazione, poiche' non sembra di vedere spiragli di luce significativi
sul futuro di questo martoriato Paese.
In modo generale possiamo dire che lavoratori jugoslavi continuano ad
essere in condizioni di oggettiva debolezza e devono fare i conti con
la necessità di una ricostruzione post-bombardamenti che ha ormai da
sei anni assunto una chiara direttrice iper-liberista.
Lo Stato, fortemente allettato e subordinato alle promesse di aiuto
occidentali, ha lasciato al libero mercato ogni decisione. Così i
prezzi aumentano, le scuole e la sanità diventano prestazioni
disponibili solo per i più ricchi, le fabbriche, le zone industriali
sono all'asta di profittatori occidentali che comprano tutto a prezzi
bassi e ponendo condizioni di lavoro inaccettabili. Sono evidenti e
stridenti le contraddizioni tra una estrema poverta' diffusa nella
quasi totalita' della popolazione e una ricchezza esibita attraverso i
suoi tipici simboli, soprattutto le auto di lusso.

Le famiglie che aiutiamo materialmente esprimono la loro gratitudine
per questi aiuti che sono indispensabili per la loro sopravvivenza;
una delle loro grandi preoccupazioni e' di non rimanere soli,
abbandonati ed invisibili al resto del mondo, il che giustifica
pienamente la frequenza dei nostri viaggi.
Dobbiamo continuare i nostri sforzi affinche' giunga a loro la nostra
solidarieta' e fratellanza

---

Intervento,
a nome del gruppo ZASTAVA Trieste, dell'Associazione "Non
bombe ma solo Caramelle" –ONLUS e del coordinamento RSU-CGIL,

svolto da Gilberto Vlaic all'assemblea dei lavoratori della Zastava di
Kragujevac il 25-9-2005 in occasione della consegna delle adozioni a
distanza

Carissime ragazze, carissimi ragazzi,
care lavoratrici e cari lavoratori,
care compagne e cari compagni,

prima di tutto vorrei inviare il piu' affettuoso e fraterno saluto a
Rajka Veljovic, augurandole di tornare presto tra noi. Lei ha dato un
grande contributo nella realizzazione dei ponti di solidarieta' tra
lavoratori italiani e lavoratori jugoslavi.
Voglio anchre ringraziare calorosamente Milja e Dragan per il prezioso
lavoro che svolgono pur tra le tante difficolta' dovute al fatto che
noi purtroppo non parliamo Serbo.

A voi porto il piu' caro saluto delle associazioni che qui rappresentiamo:
il gruppo Zastava Trieste
Associazione ZASTAVA Brescia
l'Associazione Fabio Sormanni
il coordinamento delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della CGIL
l'associazione Non bombe ma solo Caramelle
la COOP consumatori nord-est
l'associazione cooperazione odontoiatrica internazionale

e anche il saluto e dei lavoratori e delle famiglie italiane che
partecipano a questa campagna di solidarieta' materiale e politica con
voi.

In questa occasione abbiamo con noi 168 quote di adozioni, di cui 4
nuove, facenti capo a Zastava Trieste; le adozioni nuove dall'inizio
del 2005 sono 21.
Il costante aumento delle adozioni ad ogni viaggio e' dovuto al fatto
che molti lavoratori, molte famiglie italiane non hanno dimenticato, e
non dimenticheranno mai, quello che la NATO e l'italia hanno fatto al
vostro Paese, alle vostre citta', alle vostre fabbriche ed esprimono
in questo modo la loro amicizia e la loro soliodarieta' materiale a voi.
Ma e' anche dovuto alla stima e alla fiducia che esiste tra noi, i
vostri delegati e la dirigenza del nostro Sindacato.
Dico nostro sindacato perche' sono fiero ed orgoglioso di avere in
tasca la tessera di iscritto al Samostalni.

Oltre a portare avanti le adozioni abbiamo deciso di sviluppare
progetti che riescano a venire incontro a reali bisogni sociali
esistenti a Kragujevac.
Ieri mattina ci siamo incontrati con il Direttore della Scuola Tecnica
ZA MASINSTVO I SAOBRACAJ, al quale abbiamo consegnato la seconda parte
del denaro per la costruzione della della sala ristoro per gli
studenti, usando fondi provenienti dall'Associazione Fabio Sormanni di
Milano, di Zastava Trieste e dell'associazione Zastava Brescia.
Abbiamo anche incontrato laa municipalita' di Kragujevac, insiema alla
quale abbiamo realizzato il centro di sostegno per disabili.
Abbiamo inoltre portato al centro medico una notevole quantita' di
medicinali; i dentisti del COI hanno iniziato ieri a collaborare con i
loro colleghi del Centro medico

Sei anni fa chi si e' proclamato padrone del mondo bombardava il
vostro Paese; e da quel momento non si e' fermato mai; inventando
sempre nuove giustificazioni basate sulla menzogna (l'ingerenza
umanitaria, la guerra infinita al terrorismo, le armi di distruzione
di massa) ha continuato ad aggredire popoli per conquistare le risorse
del pianeta, per conquistare la nostra capacita' di lavorare, e cosi'
riducono alla miseria e alla fame interi popoli, interi continenti.
I popoli del mondo devono essere in questo momento grati alla
Resistenza irakena, perche' ha costretto gli Stati Uniti e i loro
alleati ad impantanarsi in una guerra che non vinceranno mai.
Se cosi' non fosse stato, gia' oggi altri popoli sarebbero stati
aggrediti e sappiamo bene che gli Stati Uniti hanno sempre pronta la
lista di chi aggredire per primo.
Ma il futuro che essi vogliono non e' il nostro, noi vogliamo un mondo
basato sui diritti dell'uomo e sulla solidarieta' internazionale tra i
lavoratori, che garantisca a queste ragazze, a questi ragazzi a noi e
ai nostri figli un avvenire di pace, lavoro, liberta'.
Benche' sia difficile, dobbiamo avere fiducia in noi stessi e nella
nostra forza; solo l'unita' e la fratellanza dei lavoratori, al di la'
di differenze di lingua, paese, religione ci permettera' di avere un
mondo nuovo.

Termino con un saluto a tutti i ragazzi presenti.
So che molti di voi si scambiano lettere con i loro amici italiani. E'
una cosa molto importante perche' oltre a rafforzare i vincoli di
amicizia, permette di mantenere la conoscenza reale della vostra
situazione.
Infatti nel mio Paese si parla poco di voi, molti sono convinti che vi
abbiamo portato democrazia, liberta' e benessere e che comunque la
vostra situazione e' migliorata dalla fine dell'aggressione; le vostre
parole a questo riguardo valgono piu' di mille dei nostri discorsi e
dibattiti.
Vogliate sempre bene ai vostri amici Italiani, come noi vogliamo bene
a voi.

SVE VAS VOLIM

Kragujevac, 25-9-2005

A CHE COSA SERVE LA REPUBBLICA CECA


Cuba confuta l'allegato della Repubblica Ceca sui diritti umani

22.9 – Alle Nazioni Unite, Cuba ha raccomandato alla Repubblica Ceca
di preoccuparsi dei suoi gravi problemi politici, economici e
sociali, invece di mantenersi come portavoce delle grandi potenze,
in particolare degli Stati Uniti, per attaccarla. In una replica
durante l'Assemblea Generale, la delegazione cubana ha confutato la
citazione fatta dal Ministro degli Esteri ceco sulla non
collaborazione di Cuba con la Commissione dei Diritti Umani (CDH).
Ha definito un miserabile show, quello che ogni anno viene montato
dalla Repubblica Ceca contro Cuba nelle sale di conferenza della
sede della CDH a Ginevra, come portavoce degli Stati Uniti e come
alleata dell'estrema destra cubana residente a Miami. La CDH deve
essere rifondata per eliminare gli squallidi spettacoli circensi che
delegazioni come quella della Repubblica Ceca montano ogni anno, ha
indicato Jorge Cumberbactch, funzionario della missione cubana
all'ONU.

(Fonte: Agencia Informativa Latinoamericana Prensa Latina S.A. -
www.prensa-latina.cu/ )

(srpskohrvatski/italiano)

1998, Paddy Ashdown all'UCK: Le vostre armi sono obsolete


Paddy Ashdown oggi svolge il ruolo di Alto Rappresentante
(commissario-governatore) del protettorato di Bosnia-Erzegovina, uno
dei nuovi feudi occidentali. Ashdown si è reso noto in questa veste
soprattutto perché ripetutamente ammonisce la Republika Srpska che
"rischiano grosso", che "perderanno tutto", e cosi' via, se non si
adegueranno ai suoi diktat.

Meno noto è il ruolo di Ashdown in passato, come inviato di Blair nei
Balcani. Di seguito la notizia di come questo signore appare in un
filmato, ripreso in Kosovo nel 1998, proiettato all'Aia nel corso del
"processo di difesa" di Slobodan Milosevic.
Sulla stessa vicenda si vedano anche i report di Andy Wilcoxson in
lingua inglese:
http://www.slobodan-milosevic.org/news/smorg092805.htm
http://www.slobodan-milosevic.org/news/smorg092905.htm
http://www.slobodan-milosevic.org/news/smorg093005.htm
Notiamo per inciso che la notizia non è stata ripresa da nessun organo
di informazione italiano... D'altronde, ci saremmo sorpresi del contrario.

(segnalazioni e traduzioni a cura di DK, che ringraziamo; adattamento
per JUGOINFO a cura di AM)


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Prima puntata:
Ashdown all'UCK: "Le vostre armi sono obsolete"
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29. settembre 2005. | 16:07 -> 18:31 | Fonte: Beta
http://www.b92.net/info/vesti/index.php?yyyy=2005&mm=09&dd=29&nav_id=177553

L'Aia -- Durante il processo contro Milosevic è stato presentato
il filmato dell'incontro tra Paddy Ashdown, i membri dell'UCK e
cittadini in borghese, albanesi, nell'autunno del 1998.


Nella prima parte del filmato, realizzato il 28 settembre 1998, si
vede Ashdown, che in quella occasione visitava il Kosovo, quale
delegato rappresentante del Premier Tony Blair, in piedi con due
membri dell'UCK in divisa, mentre esamina il fucile automatico
che gli hanno consegnato nelle mani, togliendo il caricatore pieno
di munizioni.

In seguito, Ashdown viene ripreso mentre sta esaminando una decina
di fucili in una casa, di cui alcuni automatici, portati davanti a
lui da persone albanesi in abiti civili. Il politico britannico
nel filmato aziona il fucile, dopo aver tolto il caricatore, facendo
dei commenti non ben udibili.

Dopo che hanno portato dinanzi a lui un grande sacco pieno di bombe
a mano, egli li avverte che devono essere cauti visto che le
bombe risalivano probabilmente alla II Guerra mondiale.

Si sente nel filmato come Ashdown dica di avere visto tutto, e che
avrebbe informato il premier Blair, e che è uno "scandalo che la
comunità internazionale non abbia fatto nulla" promettendo che
"avrebbe fatto il tutto il possibile".

Milosevic nell'aula del tribunale ha affermato che Ashdown "stava
esaminando le armi di una
organizzazione terroristica, cui dava istruzioni su come dovessero
usarle, e che dovevano essere cauti, e che l'aveva mandato Blair."
I giudici Ian Bonomi e Gon Kwon hanno risposto che dal filmato non si
sentirebbe che Ashdown abbia detto qualcosa del genere.
Il Consiglio del Tribunale, nel seguito del processo, dovrà decidere
se questo nastro debba far parte del materiale probatorio.

---

http://www.b92.net/info/vesti/index.php?yyyy=2005&mm=09&dd=29&nav_id=177553

"Ešdaun i OVK: Staro vam oružje

29. septembar 2005. | 16:07 -> 18:31 | Izvor: Beta

Hag -- Na sudenju Miloševcu prikazan je snimak susreta Pedija Ešdauna
i pripadnika OVK i albanskih civila ujesen 1998.

U prvom delu snimka nacinjenog 28. septembra 1998. vidi se Ešdaun,
koji je tada Kosovo posetio kao izaslanik britanskog premijera Tonija
Blera, kako stoji sa dva uniformisana pripadnika OVK i pregleda
automatsku pušku koju su mu on dali, skidajuci pun okvir sa municijom.

Ešdaun je zatim prikazan kako u jednoj kuci pregleda desetak pušaka,
od kojih su neke automatske, koje pred njega iznose albanski civili.
Britanski politicar puške na snimku repetira pošto je sa njih uklonio
Pune okvire za municiju, komentarisuci nerazgovetno.

Nakon što su domacini pred njega izneli punu kesu rucnih bombi, on ih
upozorava da budu izuzetno oprezni jer su bombe verovatno iz Drugog
svetskog rata.

Ešdaun im na snimku kaže i da ce o svemu što je video izvestiti
premijera Blera, da je "skandal što medjunarodna zajednica nije ništa
ucinila" i obecava da ce "uraditi sve što može". Milosevic je u
sudnici tvrdio da je Ešdaun "pregledao oružje teroristicke
organizacije i davao uputstva kako da ga upotrebe, da budu oprezni i
da ga je poslao Bler".

Sudije Ijan Bonomi i O Gon Kvon uzvratile su da se na snimku ne cuje
da je Esdaun rekao tako nešto.

U nastavku procesa Sudsko vece bi trebalo da odluci da li ce ova traka
uci u dokazni materijal.


---
Seconda puntata:
Il governatore-commissario del feudo bosniaco, Paddy Ashdown,
protesta per il filmato del 1998
---

30. settembre 2005. | 15:11 -> 16:20 | Fonte: B92, FoNet
http://www.b92.net/info/vesti/index.php?yyyy=2005&mm=09&dd=30&nav_id=177614

L'Aia -- "Mi ha chiamato Lord Ashdown, che è dell'opinione che
l'azione dell'imputato (ndt: Milosevic) crei degli effetti negativi
sul terreno", ha detto oggi Geoffrey Nice.


Il video filmato in cui si vede Lord Ashdown in Kosovo con
albanesi kosovari mentre esamina le loro armi, che Slobodan
Milosevic ha mostrato ieri nel processo davanti al Tribunale
dell'Aia, "rappresenta un abuso e potrebbe creare una pubblicità
negativa," ha dichiarato oggi il pubblico ministero Geoffrey Nice.

Egli ha fatto riferimento alla funzione importante che starebbe
svolgendo oggi Ashdown (quale Alto Rappresentante della comunità
internazionale per la Bosnia-Erzegovina), già teste dell'Accusa nel
processo a Milosevic.

"Questo gesto, la presentazione di questo videofilm, non sarebbe
stato possibile, se l'imputato avesse avuto l'avvocato. Non si può'
permettere che le cose vadano avanti così", ha detto Nice. Secondo le
sue spiegazioni, "Lord Ashdown stava soltanto accennando alla scarsa
qualità delle armi, e dal film non si è potuto discernere se gli
uomini con i quali ha parlato fossero membri dell'UCK".

Nice ha annunciato anche che Lord Ashdown è pronto a presentarsi
nuovamente dinanzi al Tribunale in questo processo, per sottoporre una
dichiarazione riguardo a queste circostanze. Il Consiglio del
Tribunale ha accettato la formulazione di Nice, mentre Milosevic si
è opposto, asserendo che nel film era possibile vedere gli uomini
nelle divise dell'UCK, attorno ad Ashdown, ed il modo in cui egli
abbia assortito le armi.

---

http://www.b92.net/info/vesti/index.php?yyyy=2005&mm=09&dd=30&nav_id=177614

Ešdaun se buni zbog snimka

30. septembar 2005. | 15:11 -> 16:20 | Izvor: B92, FoNet Hag

"Pozvao me je lord Ešdaun koji smatra da ovo što je optuženi ucinio
izaziva nepovoljne efekte na terenu", kazao je danas Džefri Najs.


Video snimak na kojem lord Pedi Ešdaun na Kosovu s kosovskim Albancima
pregleda oružje, koji je Slobodan Miloševic juce prikazao na sudenju
pred Haškim tribunalom predstavlja zloupotrebu i može da ima negativan
publicitet, izjavio je danas tužilac Dzefri Najs.

On je ukazao na znacajnu funkciju koju danas obavlja Ešdaun (visoki
predstavnik medunarodne zajednice za BiH), svojevremeno svedok
Tužilaštva na sudenju Miloševicu.

"Tako nešto, kao što je prikazivanje ovog video snimka ne bi bilo
dozvoljeno da optuženi ima advokata. Ne može se dozvoliti da to ide
tek tako", kazao je Najs. Prema njegovom objašnjenju, "lord Ešdaun je
s'amo ukazivao na loš kvalitet oružja, a nije se moglo uociti na
snimku da su ljudi s kojima je razgovarao pripadnici Oslobodilacke
vojske Kosova".

Najs je nagovestio i da je lord Pedi Ešdaun spreman da se ponovo
pojavi pred Haškim tribunalom u ovom procesu kako bi dao iskaz povodom
ovih okolnosti. Sudsko vece prihvatilo je Najsovo objašnjenje cemu se
suprotstavio Miloševic tvrdeci kako se na snimku moglo videti da su
ljudi oko Ešdauna u uniformama OVK, kao i da on razvrstava oružje.

U Racku nije ubijen nijedan civil

Bivši šef policije u Uroševcu, Bogoljub Janicevic, rekao je da tokom
sukoba u Racku januara 1999. godine nije ubijen ni jedan civil.

Janicevic, svedok odbrane na sudenju Slobodanu Miloševicu, predstavio
je sudskom vecu uz pomoc mapa, kako je rekao, detaljan tok
antiteroristicke akcije u Racku. Svedok je potvrdio da su pripadnici
OEBS-ove verifikacione misije na Kosovu posmatrali celu akciju i da su
sa mesta na kome su se nalazili mogli da vide i jarugu na brdu iznad
Racka u kojoj su, dan kasnije, pronadeni leševi ubijenih Albanca,
posle cega je šef misije, Vilijem Voker, izjavio da je rec o masakru
civila.

Po recima Janicevica, policija se odlucila na akciju u Racku zbog toga
što je tada OVK u tom kraju izvela veci broj napada na policiju i
vojsku. Antiteroristicku akciju je vodio Goran Radosavljevic - Guri,
precizirao je svedok. Iako su sudije to sugerisale Miloševicu,
optuženi je rekao da ne namerava da Radosavljevica pozove da svedoci.

Da LIBERAZIONE, 28 settembre 2005 - http://www.liberazione.it


Croazia, sui banchi la genetica si fa "razzismo"

"Nature", gli scienziati contro il ministro dell'istruzione che
dice: la differenza tra serbi e croati sta nei geni

Luka Bogdanic - Luca Tancredi Barone


In Croazia anche la genetica entra in politica. In un allarmato
articolo pubblicato fra le notizie dell'ultimo numero della rivista
scientifica Nature, Alison Abbott racconta di una rovente polemica che
sta attraversando i media del paese balcanico.
Gli scienziati croati sarebbero "arrabbiati" poiché il loro
ministro dell'istruzione, università, ricerca scientifica e sport
starebbe "incoraggiando gli insegnanti a promovuore l'idea che i
croati siano legati solo in maniera remota agli altri popoli slavi,
come i serbi", scrive la rivista internazionale.

Tutto nasce dalla riforma dei curricula scolastici in atto nel
paese. Protagonisti della vicenda sono il fisico Vladimir Paar, capo
della commissione per il curriculum scolastico, e il medico Dragan
Primorac, ministro in carica dal 2003 (in forze nel partito
ultranazionalista Hdz) e in particolare coature (insieme al genetista
Luca Cavalli Sforza) di un articolo pubblicato sulla rivista Science
nel 2000.

L'articolo, come spiega la prima autrice, Ornella Semino,
dell'universitá di Pavia, è semplicemente "uno studio pilota condotto
sui marcatori genetici stabili del cromosoma maschile Y, di un piccolo
campione proveniente da diverse popolazioni europee (fra cui 58 croati
forniti proprio da Primorac). Lo scopo è studiare la genetica delle
popolazioni europee: studiamo i popoli odierni per cercare di
ricostruire la loro storia. Il risultato mostra che le differenze sono
solo quantitative e non qualitative - e cioè anche i popoli lontani
hanno gli stessi marker degli altri - ma non ci può dire nulla della
storia recente dei popoli".

Paar ha proposto che i presunti risultati della ricerca - che
lui chiama arbitrariamente - "la teoria di Primorac" vengano insegnati
in terza media, nell'ambito del corso di storia. In particolare, in
una intervista del 16 settembre al notissimo quotidiano di Zagabria
Jutarnji list, Paar spiega che «all'interno del programma di storia
bisogna inserire le nuove scoperte genetiche. E' bene che i bambini
comprendano lo spirito dell'interdisciplinarità e imparino come le
ricerche delle scienze naturali possano contribuire fortemente allo
studio della storia umana. Molto presto verrà confermato che i croati
sono uno dei popoli più antichi d'Europa, e che gli ungheresi hanno il
marker genetico slavo piú dei croati».

Fermo restando che gli scienziati - Primorac compreso - si
guardano bene dal parlare di "marker genetico croato", dalle parole di
Paar è chiaro che il vero scopo dell'introduzione della presunte
scoperte genetiche nelle scuole è di mostrare che i croati non sono
slavi, ma radicalmente diversi dai loro ex-compatrioti serbi e
musulmani di Bosnia.

Il ministro non ha mai smentito pubblicamente le semplificazioni
di Paar, benché abbia inviato una lettera a Nature spiegando che
naturalmente "le evidenze scientifiche in nostro possesso non sono
sufficientemente forti da poter trarre conclusioni su origini diverse
di croati e slavi", aggiungendo che "purtroppo anche sui giornali
gruppi diversi stanno tentando di interpretare i nostri dati per pure
ragioni politiche. Noi semplicemente non lo consentiremo", conclude,
evidentemente nel timore che la sua brillante carriera scientifica
possa essere rovinata da una manipolazione politica della scienza
tanto rozza.

Il tentativo, mascherato da pseduo-scienza, di provare la
presunta origine non slava dei croati non è un affare recente. La
prima teorizazzione risale all'epoca dello Stato nazi-fascista croato
(Ndh), durante la seconda guerra mondiale. Fu in quel periodo che si
cominciò a parlare per la prima volta di un'origine persiana dei
croati. Allo stesso tempo, i nazionalisti cercarono di dimostrare la
radicale differenza tra la lingua serba e quella croata, tentando di
introdurre artificialmente elementi che le diversificassero.

A seconda dei venti politici, i nazionalisti hanno cercato di
utilizzare tutte le scienze a disposizione, dalla linguistica alla
storia, per sostenere l'estraneità croata rispetto ai propri vicini.
Ma nessuna ricerca potrà mai smentire il fatto che i serbi e croati si
capiscono alla perfezione e che l'unica differenza fra di loro è
quella religiosa. Per non parlare del fatto che molti serbi hanno per
secoli vissuto in quello che oggi è territorio della repubblica di
Croazia e molti croati in quella che è oggi la Bosnia.

La riprova che serbi e croati si capiscono perfettamente e che i
loro immaginari culturali non sono poi così diversi, è che ultimamente
sempre più gruppi teatrali e scrittori di Belgrado vengono ospitati a
Zagabria e viceversa. Al recente Queer festival di Zagabria è stato
bandito un concorso per la composizione delle fiabe sulla diversità.
Delle quattro vincitrici, due erano state scritte da autori di Serbia
e Montenegro. Chissà che ne penseranno i fautori della pura linfa
"ariana" croata.


[Nota di IS per il CNJ: Questo articolo andrebbe dedicato alla classe
dirigente dell'Austria, che proprio oggi chiede la inclusione della
sua "provincia" croata nella Unione Europea, a tutti i costi, proprio
come nel 1991 impose il riconoscimento internazionale di questa entità
politica revisionista e reazionaria ab principio]

[Il Kosovo e' completamente in mano alla criminalita' mafiosa ed
etno-razzista: questo, in sostanza, il bilancio che trae Thomas
Gambill, gia' responsabile dell'OSCE per la sicurezza nell'area di
Gnjilane tra il 1999 ed il 2004, ed oggi passato ad altri incarichi
dopo avere sperimentato con mano la gestione peggio che fallimentare
di OSCE, UNMIK e KFOR. Una voce onesta in un contesto di scandalose
ipocrisie. (segnalato da OJ)]

http://www.newsmax.com/archives/articles/2005/9/27/101219.shtml

NEWSMAX (USA)

Whistleblower: Kosovo 'Owned' By Albanian Mafia

Sherrie Gossett, CNSNews.com

Tuesday, Sept. 27, 2005

Following five years of United Nations control and billions of dollars
of international aid, Kosovo is a lawless region "owned" by the
Albanian mafia.

It is characterized by continuing ethnic cleansing and subject to
increasing infiltration by al-Qaida-linked Muslim jihadists, according
to a whistleblower interviewed by Cybercast News Service.

The U.N.'s repeated failure to act on received intelligence has
allowed illegal paramilitary groups to flourish and engage in
terrorist attacks aimed at destabilizing regional governments in the
Balkans, said Thomas Gambill, a former security chief with the
Organization for Security and Cooperation in Europe (OSCE),
self-described as the world's largest regional security agency.

Gambill was responsible for overseeing the eastern region of Gjilane
in Kosovo from 1999 until 2004 under the authority of the U.N. His
criticism comes as the United Nations prepares to launch final status
talks on the troubled province of Kosovo. It has been a U.N.
protectorate since North Atlantic Treaty Organization (NATO) forces
bombed Yugoslavia between March and May of 1999 to compel the
Serb-dominated government of Slobodan Milosevic to withdraw its forces
from Kosovo.

The U.S. mission in Kosovo alone cost $5.2 billion between June 1999
and the end of 2001, according to a report from the U.S. Government
Accountability Office.

NATO Bombing Leads to Muslim Retaliation

The NATO bombings were also launched in response to reports of
large-scale ethnic cleansing of Kosovar Albanians by the Serbs. But as
soon as the bombing campaign ended, ferocious retaliatory ethnic
cleansing allegedly took place with Albanians, who are predominantly
Muslim, targeting Christian Serbs. The violence was witnessed and
documented by the U.N. and OSCE.

Gambill shared hundreds of pages of U.N. and OSCE documents with
Cybercast News Service, showing how the Serbs and other minorities
were systematically and successfully targeted for removal from Kosovo.

Following the NATO bombing of Kosovo, American troops under NATO
command were stationed in neighboring Macedonia and Albania while
then-President Bill Clinton decided on the size of the U.S. contingent
to be deployed in Kosovo. When U.S. troops entered the province in
June 1999, the alleged retaliatory ethnic cleansing was already under way.

Incidents of sexual violence, torture, arson, murder, kidnapping, and
verbal threats were allegedly widespread as part of an organized and
successful campaign conducted "right under the U.N.'s nose," said Gambill.

Minorities targeted by Albanian extremists for expulsion or death
included Serbs, Roma, Muslim Slavs, Turks and Croats.

Reports filed by the OSCE indicate that the Kosovo Liberation Army
(KLA), which had been trained and supported by the Clinton
administration, was predominantly responsible for the ethnic
cleansing. In April 1999, congressional Republicans also promoted
legislation seeking U.S. military aid for the KLA, causing Michael
Radu of the Foreign Policy Institute to warn of the consequences of
such a move.

Other armed extremist groups also participated in the ethnic
cleansing, said Gambill.

The overall goal of the groups was the creation of an ethnically pure
state that included Albania, Kosovo and parts of Serbia, Montenegro
and Macedonia.
"They will push for more. That is the plan. It's called Greater
Albania," said Gambill.

OSCE documents reveal that elderly Serbs who were unable to flee were
threatened, and women were thrown down staircases. Others were
tortured, beaten and murdered. Some elderly Serbs fled to monasteries
for protection, but the monasteries were later attacked as well - as
recently as March of 2004, according to the OSCE documents

Entire villages emptied in the wake of large-scale arson and looting.
OSCE documents describe "massive population movements" by displaced
minorities. So many of their homes were set on fire that one region of
Kosovo resembled "a war zone."

An OSCE report notes that in one particular month of 1999,
ethnic-related crimes dipped; but the report adds that it is unclear
if that was due to the success of NATO's KFOR (Kosovo Force) or simply
because there were relatively few Serbs left.

After six months of NATO presence, the violence aimed at the Serbs
became less frequent, though grenade attacks, drive-by shootings and
abductions continued as weekly occurrences for the next five years,
according to Gambill. "Even as of a couple of weeks ago, it hasn't
stopped," he added.

The perpetrators of ethnic violence were emboldened by a lack of
functioning local police or a judiciary system, Gambill said. Even
now, the "good cops" are threatened by former KLA members who are also
on the police force. "One female cop, she was a real Serpico," recalls
Gambill. "She wouldn't give up an investigation after being
threatened. She was killed soon after being warned."

Minorities are still denied health care by Albanian medical
professionals, who quickly dominated the health care profession
following the NATO bombing, Gambill said. He recounted an incident in
which a Serb doctor was taken behind a building and shot in the back
of the head. "Sometimes they had to take wounded Kosovar Serbs all the
way to Serbia for medical aid," said Gambill.

'Don't Rock the Boat'

Gambill told Cybercast News Service that he was most frustrated by
what he saw as apathy on the part of the U.N. Mission in Kosovo and
OSCE, despite what he described as lower-level officials who "worked
really hard and cared about the mission.

"There was a 'don't-rock-the-boat' atmosphere," Gambill explained.
"Many people deployed to the region simply wanted to make their hefty
pay and have a good time vacationing in Greece. They didn't want any
'problems' on their watch."

Aggressive patrols were discouraged, Gambill said, for fear that any
ensuing firefights would give the appearance that OSCE forces did not
have control of the area.

"It was all P.C. (politically correct). People were afraid to say
anything," said Gambill, adding that those who spoke out on serious
issues were subject to transfers or other reprisals. "No one seems to
want to listen or make waves. They said, 'I can't do anything to
change the system, so why speak out?'"

The result of such an attitude, Gambill said, is that "every time
there is an attack against a Serb, it's always described as an
'isolated case' - an event swept under the rug, so to speak."

Gambill said his warnings and reports on grave security threats were
often met with a condescending attitude and even laughter.

During a briefing given at the end of 2000 to OSCE delegates from
Vienna, Austria, Gambill identified illegal paramilitary groups
operating in the Balkans in violation of U.N. Security Council
resolution 1244.

Albanian Mafia Flourishes

At the same briefing, Gambill said he tried to explain the regional
mafia structure; however, U.S. and Russian delegates in the audience
complained about the content of Gambill's speech. As a result, he
said, OSCE headquarters in Pristina sent a message to Gambill's
regional superiors with the message, "Shut Tom up."

"You couldn't get up in front of meetings and say, 'We've lost control
of [Kosovo], the mafia controls it,'" said Gambill. "But they do. They
run the damn place."

Gambill cited OSCE data that showed 42 mafia leaders had moved into
Kosovo in the wake of the NATO bombing in order to set up criminal
organizations. They continued to thrive despite efforts to establish
mature law enforcement operations in the province, he said.

"Drug smuggling, counterfeiting, weapons and human trafficking were
all booming when I was there," said Gambill. He also alleged that
high-level mafia leaders are in senior political positions.

"Good cops," who want to target the corruption are "under threat,"
said Gambill, adding that the Albanian mafia maintains ties with
Russian, Serbian, Croatian and Italian mafia organizations to further
their common agendas.

Gambill also warned his U.N. superiors that the newly formed
paramilitary group, the Albanian National Army, was "highly dangerous
and skilled" and operating in Kosovo as well as northwestern
Macedonia. But those warnings, he said, were also met with disbelief.

Within months, the Albanian National Army was taking credit for
terrorist attacks, prompting the U.N. to acknowledge the group's
existence.

Now Kosovo has entered what Gambill calls "The Fifth Phase,"
characterized by attacks against the United Nations mission in Kosovo
(UNMIK) itself. A September warning from UNMIK to staff members warns,
"Before you turn on your vehicle, inspect it all around, to see if
anything is unusual or suspicious." The warning followed the blowing
up of an UNMIK vehicle.

"UNMIK Out!" reads the graffiti seen on many buildings in Kosovo.

A field officer currently working with the U.N. Mission in the Kosovo
area spoke with Cybercast News Service on condition of anonymity.
After noting that the explosives used by al-Qaida terrorists in the
March 2004 Madrid bombing attacks had come from the Balkans, he
stated: "I sit here watching special patrol groups surveying and doing
nothing. How many more people will die whilst terrorists rest and
recuperate here in the not-so moderate-Muslim regions of the Balkans
theatre?"

"The cat and mouse game is coming to an end," the field officer noted.
"Kosovo is saturated with extremists so NATO [may] pull out before it
all blows up in their faces. War on Terror! [It's] more like support
[of] terror!"

"My biggest concern has always been the incursion of radical Islam
into the area," said Gambill. "They're making preparations in
Macedonia for terrorist attacks against internationals if Kosovo is
not granted independence."

If the United Nations recommends against independence, Gambill said,
it will spur the Saudis to increase their involvement in the region.
"They've got the money, they've got the power. They'll remind Kosovars
that they are their true friends. And they'll help the extremists
fight and prepare terrorist attacks against internationals and even
NATO troops stationed there," Gambill told Cybercast News Service.

http://www.uryd.com/
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Pourquoi l' U.R.Y.D. ?

Retour sur l'Histoire.... suite aux évènements survenus sur le
territoire du Kosovo depuis 1999, une population rom importante
(évaluée à 140000 individus) s'est retrouvée dans l'obligation de
quitter ce même territoire, là même où elle était établie et vivait
depuis plus de 4 siècles. Cette population, outre les dommages moraux
endurés, à perdu habitations, mobilier, biens personnels, richesses
patrimoniales et parfois même des vies. L'exil a également entraîné
une dévalorisation des personnes, par la perte du travail, du niveau
d'étude, l'obligation d'intégrer nouvelle société, une nouvelle
langue, etc, en somme tous les problèmes liés à l'exil.

A l'heure actuelle, plus de 80 % de la population rom qui vivait au
Kosovo a quitté ce territoire et se retrouve aujourd'hui disséminée à
travers toute l'Europe - principalement en France, en Allemagne, en
Belgique, en Italie et dans la plupart des autres pays de la
Communauté Européenne. Certains ont également quitter l'Europe pour se
réfugier au Canada. Beaucoup ont été reconnus comme réfugiés en France
et ont vu leurs papiers régularisés, ce qui n'est pas le cas dans la
plupart des autres pays européens, notamment en Allemagne.

Les Roms n'ont pas choisi l'exil, celui-ci leur a été imposé, sous la
pression de groupes extrémistes et terroristes albanais. Ni la KFOR,
ni les Nations Unies, pourtant témoins de ces actions racistes, ne
sont intervenues. Aucun médias n'a reporté ces faits aux yeux de la
communauté internationale. Rien n'a été fait pour empêché cette
catastrophe humaine.

L'U.R.Y.D. a été crée sous l'impulsion des associations IBAR, ROMANO
DZUVDIPE et ROMANO PHRALIPE afin d'unir cette population rom
aujourd'hui disséminée afin notemment de faire valoir ses droits sans
cesse bafoués, de se protéger, de venir en aide à ses individus les
plus démunis et de construire lun avenir. Dans ce cadre, l'U.R.Y.D.
dévelloppe aujourd'hui de nombreuses actions détaillées dans la
rubrique activités. [http://www.uryd.com/activites.htm%5d

L'U.R.Y.D. se pose ainsi comme un relai pour de nombreuses
associations et structures à travers l'Europe et le monde travaillant
sur les questions des Roms et plus particulièrement des Roms exilés
d'ex-Yougoslavie.

L'U.R.Y.D. France se concentre essentiellement sur la population
exilée du Kosovo. Elle représente aujourd'hui le plus important
regroupement des Roms exilés du Kosovo, et se pose ainsi comme le
véritable représentant de sa population.

Pour plus d'informations sur les autres populations roms exilées
d'ex-Yougoslavie, reportez-vous à la page partenaires.
[http://www.uryd.com/partenaires.htm%5d

Aujourd'hui, de nombreuses questions se posent au regard de cette
population encore meurtrie par cette expérience douloureuse. Voilà
maintenant 6 ans qu'elle à quitté le territoire du Kosovo et à l'heure
actuelle, aucune démarche et aucune action sérieuse n'ont encore été
mise en œuvre pour lui venir en aide aussi bien niveau au niveau des
institutions européennes qu'au niveau des associations. La majorité
des rapports constitués autour de cette question sont non seulement
superficiels mais également bourrés d'erreurs, d'amalgames et de
confusions.

Il faut prendre également en compte l'aspect sécuritaire pour cette
population exilée - comme pour ceux qui n'ont pas quitté le pays. Les
groupes terroristes responsables sont toujours très actifs et
actuellement rien ni personne ne s'oppose à eux. Le territoire du
Kosovo se révèle encore très dangereux pour les Roms – comme
d'ailleurs pour les autres minorités ethniques présentes sur ce
territoire.

Certes, des fonds ont déjà été débloqués mais aucun résultat n'a été
constaté et nous ne savons pas comment et par qui ils ont été
utilisés. Où sont passés ces fonds, à quoi ont-ils servis ? Nous
n'avons pas de réponses. Nous savons seulement que les Roms n'ont
bénéficier directement que d'une très faible partie de ces fonds qui
leur étaient destinés. Aujourd'hui, à notre niveau, les questions des
dommages de guerre ou de reconstruction des habitations détruites sont
enterrées. Nous, les premiers concernés ne sommes pas au courrant des
procédures en cours sur cette question.

A l'heure actuelle, aucune démarche sérieuse et concrète n'est en
cours, ni au niveau des ONGs non-rroms, ni au niveau des Associations
rroms internationales. Quelques actions sont dignes d'intérêt mais
n'ont pas été dévelloppées. La plupart des actions sont isolées et se
déroule sans véritable inter-communication à l'échelle de l'Europe,
pourtant indispensable.

Toutes les propositions de projets, de collaboration et d'aides
soumises à l'OSCE depuis 1999 n'ont trouvé aucune réponse.

Parallèlement, aucun résultat concret n'est constaté en comparaison
des nombreux rapports publiés, pourtant prometteurs. Aucune véritable
action sur le terrain n'a été engagée par la ROMANI CRISS qui de plus
détient à l'heure actuelle le monopole des débats sur les questions de
la population rom exilée du Kosovo.

www.uryd.fr © tous droits résevés


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http://www.uryd.com/actualites.htm


QUARTIER ROM DE MITROVICA - KOSOVO

La destruction continue, les droits des Roms continuent d'être
bafoués, et toujours aucune réaction des institutions !


Suite à la dernière inspection au Kosovo et particulièrement au
quartier rom de Kosovska Mitrovica en août 2005, nous ne pouvons que
nous désoler de voir la situation empirer. Malgré nos appels et les
mises en garde incessants depuis 5 ans à l'ensemble des institutions
responsables au niveau européen, la tragédie des Roms de Kosovska
Mitrovica vient de faire un nouveau pas dans l'horreur suite au
lancement des travaux de réaménagement du quartier rom (pour plus
d'information sur l'histoire du quartier rom de Mitrovica voir nos
dossiers).

Après avoir connu la destruction et le pillage par les terroristes,
après l'abandon du quartier de toute surveillance et entretient de la
part des institutions internationales, voici maitenant que débute une
destruction "officielle" du quartier, approuvée par l'ensemble des
responsables locaux et internationaux en place à Mitrovica.

Voici ci-joint - format pdf, en anglais et en serbe
[http://www.uryd.com/dossiers_pdf/URYD_Povratak_u_Romsku_Mahalu.pdf%5d -
le document officiel sur le réaménagement du quartier rom de
Mitrovica, signé le 18 avril 2005 par le maire de Mitrovica-Sud et les
représentants de l'UNMIK, l'UNHCR, l'OSCE et l'ORC - notons déjà
qu'aucun représentant rom n'a été convié. Ce document propose purement
et simplement de raser le quartier afin de le réaménager en espace public.

Ce document fruit d'ententes intéressées et de diverses manipulations
est un non-sens et une atteinte aux droits des Roms. Pour les Roms de
Mitrovica - qui ne l'oublions pas vivaient sur ces terres depuis plus
de cinq siècles - la signature de ce document se pose comme un acte
criminel grave et comme l'approbation des destructions terroristes
envers les Roms du Kosovo ayant débuté en 1999.

L'attitude des responsables se résume ainsi à "Les Roms ne sont plus
là et tant mieux !". Pendant ce temps, les institutions
internationales et les organisations les plus concernées regardent
dans un silence pathétique la tragédie qui se déroule sous leurs yeux
depuis bientôt 6 ans.

[PHOTO: Photos du quartier rom de Mitrovica prises en août 2005. On
voit nettement les parcelles qui ont déjà été rasées.]

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Da: "Iniziativa PARTIGIANI! Roma"
Data: Lun 3 ott 2005 15:11:29 Europe/Rome
A: ita-jug
Oggetto: da Associazione Promemoria Trieste riceviamo e giriamo


APPELLO A TUTTI I PARTITI, I MOVIMENTI, I SINGOLI CHE SI RICONOSCONO
NEI VALORI DELL'ANTIFASCISMO

Mercoledì 17 Agosto è stata notificato ad un associato
dell'Associazione Promemoria – per la difesa dei valori
dell'antifascismo e dell'antinazismo- un avviso di fissazione
d'udienza preliminare per il reato di vilipendio al tricolore (art.
292 c.p.). Tale illecito sarebbe stato commesso durante la
manifestazione di protesta indetta dall'Associazione Promemoria nel
febbraio scorso davanti al palazzo della Rai di Trieste, in
contemporanea alla messa in onda dello sceneggiato "Il cuore nel
pozzo", il cui contenuto era chiaramente apologetico del fascismo e
del razzismo antislavo. In quell'occasione, la persona che oggi si
trova accusata dalla magistratura aveva sventolato una bandiera
tricolore con al centro la stella rossa, vessillo delle Brigate
Garibaldi che sessant'anni fa combatterono l'occupatore nazista e i
collaborazionisti della Repubblica Sociale. Ebbene, tale simbolo è
stato ritenuto dalla Procura della Repubblica un'offesa alla bandiera
nazionale e oggi essa richiede il rinvio a giudizio del nostro
associato, avvalendosi delle segnalazioni di "reato" giunte dagli
agenti della Digos e dalla prova testimoniale del signor Franco
Bandelli, esponente di Alleanza Nazionale e assessore del Comune di
Trieste, che, come risulta dal verbale della Questura, transitando per
caso nelle vicinanze del presidio, si avvicinava agli uomini delle
forze dell'ordine presenti sul posto per chiedere insistentemente un
intervento coattivo immediato al fine di rimuovere la bandiera.
Questa ennesimo episodio di repressione verso gli antifascisti a
Trieste, e in particolare verso la nostra Associazione, supera
probabilmente in gravità altri attacchi già subiti dalla nostra
attività in difesa dei valori dell'antifascismo. Evidentemente vi è
chi, nelle istituzioni, punta a mettere al bando l'espressione degli
ideali della Resistenza partigiana; tutto ciò perdipiù accade in una
repubblica che dovrebbe essere fondata sul ripudio del fascismo. Così,
mentre sempre più spesso nella nostra città dobbiamo assistere a
manifestazioni (vedasi ad esempio presso la foiba di Basovizza) di
organizzazioni che si richiamano esplicitamente alla Rsi e al Terzo
Reich e dunque all'esibizione, del tutto tollerata dalla magistratura
e dalla polizia, di stendardi fascisti e nazisti, le bandiere simbolo
della Liberazione vengono criminalizzate.
Diamo perciò la nostra solidarietà all'antifascista inquisito e
ribadiamo la nostra volontà nel continuare a portare avanti la
battaglia in nome degli ideali di giustizia, pace e eguaglianza che
sentiamo peraltro pienamente rappresentati dalla bandiera delle
Brigate Garibaldi. In particolare continuerà la nostra opposizione
alla campagna politica e ideologica di equiparazione delle vittime del
nazifascimo ai loro carnefici. Una campagna che ha nel monumento di
Piazza Goldoni, ambiguamente dedicato alle "vittime dei regimi
totalitari", un suo degno (vista anche la bruttezza estetica) simbolo
materiale.
La nostra Associazionesi muoverà con iniziative concrete in appoggio
all'inquisito e in difesa della libertà di manifestare le idee e i
valori della lotta partigiana. In particolare convocheremo nella
giornata dell'udienza che deciderà sul rinvio a giudizio (10 Gennaio
2006) una manifestazione di protesta davanti al tribunale di Trieste.
Chiediamo pertanto ai movimenti, ai partiti, ai singoli che si
riconoscono nei valori e negli ideali della lotta partigiana e della
Resistenza al nazifascismo di prendere una chiara posizione su questa
gravissima intimidazione giudiziaria e ad aiutarci nella battaglia di
solidarietà con l'antifascista sotto processo, per dimostrare che la
mobilitazione delle forze e dei cittadini democratici può ancora far
da argine a questi tentativi di criminalizzare l'antifascismo e di
riabilitare il fascismo.

TRIESTE, 26 SETTEMBRE 2005

Promemoria
Associazione per la difesa dei valori dell'antifascismo e dell'antinazismo
Drustvo za zascito vrednot protifasizma in protinacizma
e-mail: promemoriats @ virgilio.it - tel. 3495015941
F.i.p. p.le Europa, 1


=== * ===

P A R T I G I A N I !
Una iniziativa internazionale ed internazionalista
nel 60.esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo

https://www.cnj.it/PARTIGIANI/index.htm

Per contatti: PARTIGIANI! c/o RCA/CNJ,
Via di Casal Bruciato 27, I-00159 Roma
partigiani7maggio @ tiscali.it
FAX +39-06-43589503

=== * ===

From : "P.R.C. - area ESSERE COMUNISTI" prc.esserecomunisti @
tiscali.it
To : prc.esserecomunisti @ tiscali.it
Cc :
Date : Tue, 27 Sep 2005 17:02:03 +0200
Subject : comunicato stampa GRASSI


COMUNICATO STAMPA

Dichiarazione di Claudio GRASSI

NELL' UNIONE URGE UN CHIARIMENTO SULLA POLITICA ESTERA

Mentre il governo Zapatero, coerentemente con quanto promesso in
campagna elettorale, dopo aver ritirato le truppe dall'Iraq ora si
appresta a ritirarle dall'Afghanistan, in Italia una parte dell'Unione
va nella direzione opposta.
Oggi Marco Minniti (Ds) sul Corriere della Sera sostiene che in
Afghanistan bisogna rimanervi, così come in Kosovo e che su ciò vi
sarebbe una larga convergenza nel centro sinistra.
Noi, al contrario, riteniamo che, tra i primi atti del futuro governo
dell'Unione, debba esservi l'immediato ritiro dei militari italiani
dall'Iraq, così come dall'Afghanistan e dal Kosovo.
Il forte movimento per la pace che è cresciuto in questi anni, in Italia
e nel mondo, contro tutte le guerre e contro tutte le occupazioni (anche
quelle avvallate dall'Onu), deve essere tenuto in considerazione dalle
forze che si riconoscono nell'Unione.
E' quindi essenziale che, a partire dalla politica estera, ci si doti di
un programma realmente alternativo a quello di Berlusconi e dei suoi
alleati Bush e Blair.
A partire da un no "senza se e senza ma" a tutte le guerre, al ritiro
immediato dei militari italiani dall'Iraq, dall'Afghanistan e dal Kosovo
e dalle riduzioni delle spese militari.

Claudio Grassi
Coordinatore nazionale Essere Comunisti
Roma, 27 settembre