Informazione


Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS aderisce ed incita ad aderire alla manifestazione indetta per il 24 ottobre 2015 a Napoli, contro la NATO e la sua colossale esercitazione "Trident Juncture", contro le spese militari e le spinte verso una nuova guerra mondiale.

Si veda il testo di convocazione riportato di seguito. Per info, adesioni e contatti: assembleanowar.na@...

( Sulla necessità di opporsi risolutamente alla deriva di guerra impressa dalla NATO vedi anche:

"NATO MORTA" (maal52tv, 25 set 2015)
La Nato, da organizzazione-parafulmine per gli Stati Uniti, dopo la caduta del Muro di Berlino si è poco per volta trasformata in una entità aggressiva alla ricerca di nemici ad ogni costo per giustificare la sua presenza...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=KEJC-O9tj74 

IL PENTAGONO PREPARA LE GUERRE (EVITABILI) DEL DOPO-OBAMA (di Fabio Mini, 24/9/2015)
Non è strano che il Dipartimento della Difesa statunitense pianifichi operazioni a livello globale. Ma i militari Usa, ossessionati dal Grande Nemico, potrebbero far precipitare l’Europa in un conflitto non necessario con la Russia...
http://www.limesonline.com/il-pentagono-prepara-le-guerre-evitabili-del-dopo-obama/86611 )


OPPONIAMOCI ALL’ESERCITAZIONE TRIDENT JUNCTURE 2015

NO ALLA NATO, ALLE AGGRESSIONI IMPERIALISTE 
E ALLE SPINTE VERSO UN NUOVO SCONTRO MONDIALE 

 

Le contraddizioni causate dal dominio capitalistico ancora una volta stanno producendo crisi economica, rafforzamento della competizione tra le grandi potenze, aggressioni dirette ed indirette ai popoli dei Paesi più deboli e rafforzamento del militarismo. Ancora una volta si stanno creando le condizioni per un nuovo conflitto mondiale che tutte le classi dirigenti dicono di non volere ma che rafforzano ogni giorno di più con le loro scelte economiche, politiche e militari. 

Le potenze occidentali, con capofila gli USA, per quanto in competizione anche tra di loro, perseguono al momento una politica unitaria nei confronti delle potenze emergenti di Russia e Cina ma soprattutto nella manomissione e aggressione verso i Paesi più deboli. Di tale politica unitaria la NATO è il dispositivo principale: uno strumento di convergenza e di coordinamento degli interessi dominanti dell'imperialismo euro-atlantico, uno strumento offensivo al servizio delle mire espansionistiche ed interventistiche delle grandi potenze occidentali, a scala planetaria, che tanti disastri stanno provocando in giro per il mondo. Dalla ex Jugoslavia all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia, passando per il sostegno ai cosiddetti “rivoltosi” di Ucraina e Siria, la Nato ha seminato morte e distruzione contro popolazioni e Paesi che non rappresentavano nessuna minaccia per l’Europa e per gli USA.  

Ma il crescente militarismo, la corsa agli armamenti da esso indotto e la militarizzazione dei territori degli stessi Paesi facenti parte della NATO si rivela essere un potente strumento in mano ai governanti e alle classi dirigenti per disciplinare anche le proprie popolazioni, per imporre una gestione sempre più autoritaria delle istituzioni, per ridurre le possibilità di ribellarsi alle conseguenze della crisi ed alle politiche che l’accompagnano a difesa dei grandi poteri economici finanziari ed industriali.

Per tale motivo la lotta contro la NATO rappresenta uno dei nodi principali per contrastare il crescente militarismo, la politica di aggressione e le spinte verso una Terza guerra mondiale. 

Dal 3 ottobre fino al 6 novembre si svolgerà in Italia, Spagna e Portogallo la «Trident Juncture 2015» (TJ15), definita dallo U.S. Army Europe «la più grande esercitazione Nato dalla caduta del Muro di Berlino». Con 36 mila uomini, oltre 60 navi e 200 aerei da guerra di 33 paesi (28 Nato più 5 alleati), questa esercitazione servirà a testare la forza di rapido intervento  - Nato Response Force (NRF) - (circa 40mila effettivi) e soprattutto il suo corpo d’élite (5mila effettivi), la Very High Readiness Joint Task Force (VJTF), enfaticamente soprannominata “Spearhead” (punta di lancia), in grado di essere schierata in meno di 48 ore per rispondere “alle sfide alla sicurezza sui nostri fianchi meridionale e orientale.  In altre parole ad intervenire rapidamente, portando la “guerra preventiva”,  ovunque si ritengono minacciati gli interessi occidentali estendendo, quindi, l’azione della Nato ad ogni angolo del mondo. 

Parteciperanno all’esercitazione, oltre ad alcune tra le maggiori organizzazioni internazionali e governative, anche varie associazioni cosiddette umanitarie e diverse ONG, a dimostrazione della funzione collaterale alle politiche interventiste delle grandi potenze che molte di esse svolgono. Soprattutto vi parteciperanno le industrie militari di 15 paesi pronte a fare altri profitti fornendo le nuove armi di cui la Nato avrà bisogno. 

Sebbene rappresenti un appuntamento decisivo per certificare le nuove strategie interventiste, Trident Juncture 2015 non è la sola grande esercitazione militare messa in campo dalla Nato. 

Dall’“esplosione” della crisi ucraina le esercitazioni a ridosso dei confini russi sono più che raddoppiate. Decine di migliaia di uomini e centinaia di mezzi hanno partecipato alle manovre aereo-navali nel mar Nero,  al largo delle coste sia di Romania e Bulgaria che della Georgia, nel mar Baltico, al largo della Norvegia e delle Repubbliche baltiche, rafforzando di fatto la presenza navale Nato. E ancora, esercitazioni terrestri in Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e nei Paesi baltici cui si sta accompagnando un crescente processo di riarmo con il trasferimento in questi Paesi di centinaia di carri armati, pezzi di artiglieria ed altri mezzi militari e l'avvio del programma di dispiegamento della cosiddetta “Difesa antimissile” in Polonia.

Una provocatoria stretta  militare sulla Russia che,  insieme alle pressioni sulla Cina con il dispiegarsi di mezzi militari nel Mar Cinese, aumenta il rischio di uno scontro diretto tra grandi potenze, portandoci dritti ad un nuovo conflitto militare internazionale. 

Ma l’esercitazione è anche una prova di forza diretta a quei Paesi o pezzi di Paesi (ormai) riluttanti ad accettare supinamente il dominio dell’imperialismo.  E’ di appena qualche giorno fa il minaccioso appello che i principali membri della Nato, Italia in primis, hanno indirizzato “a tutte le fazioni libiche” perché arrivino ad un “governo di concordia nazionale che, in cooperazione con la comunità internazionale, possa garantire la sicurezza al Paese (alias  agli affari dei “nostri” imprenditori, al “nostro” petrolio, alle “nostre” coste) contro i gruppi di estremisti violenti che cercano di destabilizzarlo”.  

Un pretesto, quello del terrorismo e dell’ISIS, che, insieme alla lotta contro i trafficanti di esseri umani, serve a legittimare le guerre e le occupazioni militari in corso in alcuni Paesi e le nuove aggressioni, al Medio e Vicino Oriente come ai Paesi dell’Africa Nord e sub-sahariana. Il via libera alla missione navale EuNavForMed con cinque navi militari, due sottomarini, l’uso dei droni, tre elicotteri e un migliaio di soldati per bloccare la partenza dei migranti dalle coste libiche, è solo la fase preparatoria di un nuovo intervento in Libia di cui l’Italia si candida ad essere capofila. Così come l’annuncio da parte di Francia e Gran Bretagna dell’invio di aerei in Siria per bombardare ufficialmente le postazioni dell’ISIS, ma di fatto l’esercito siriano, è un salto di qualità in direzione di un’aggressione diretta alla Siria.

Come al solito le diplomazie dei governi occidentali si vestono da (presunti) pompieri dopo che hanno provveduto essi stessi ad appiccare l’incendio. Così ora si crea un allarme per l’arrivo di tanti immigrati come se le politiche di strozzinaggio e di rapina prima e di aggressione militare diretta ed indiretta poi, di cui sono stati artefici, non fossero la causa scatenante di questo enorme afflusso di immigrati. Così l’emergenza immigrati viene strumentalizzata per giustificare un ulteriore livello di militarizzazione e per creare consenso alle politiche interventiste facendo leva sulla più bieca propaganda razzista di cui in Italia è capofila la Lega di Salvini. Le orribili scene di morte, che, data la presenza dei  barconi, l’esercitazione nel Mediterraneo rischia di moltiplicare,  e la repressione di questi giorni verso chi fugge da guerra, fame e devastazione ambientale rendono ancora più doveroso uno schieramento netto al fianco degli immigrati ed una mobilitazione forte contro queste odiose campagne xenofobe.  

Opporsi alle esercitazioni per dire no alla politica di aggressione della Nato ed alla politica militarista del nostro governo è necessario. 

Non possiamo essere complici della politica imperialista di distruzione e sfruttamento. Non possiamo più accettare che mentre ci chiedono continui sacrifici per “uscire dalla crisi economica”, mentre tagliano salari e pensioni, la sanità, la scuola, i trasporti, rendendo precaria la nostra stessa sopravvivenza, continuano a spendere miliardi per le spese militari che hanno ormai raggiunto cifre spaventose (la spesa militare italiana, secondo il SIPRI, nel 2014, è stata di circa 30 miliardi di dollari). 

Non possiamo permettere che mentre si strozzano Paesi come la Grecia e si spendono centinaia di milioni per impedire l’arrivo dei migranti o per tenerli in lager come i CIE, ogni minuto si spendono nel mondo, con scopi militari, 3,4 milioni di dollari, 204 milioni ogni ora, 4,9 miliardi al giorno con il solo obiettivo di accrescere i profitti e difendere i privilegi delle classi dominanti.

L’esercitazione Trident Juncture 2015 sarà guidata dal Jfc Naples, comando Nato (con quartier generale a Lago Patria, Napoli) agli ordini dell’ammiraglio USA Ferguson, che è a capo delle Forze navali USA in Europa e delle Forze navali del Comando Africa. Non è occasionale: il Jfc Naples, infatti, si alternerà annualmente con Brunssum (Olanda) nel  comando operativo della Nato Response Force, confermando il ruolo decisivo di Napoli nelle strategie dei comandi militari.

E’ per questo che, a partire dalla Sicilia, dalla Sardegna, da Poggio Renatico (Ferrara), da Pratica di Mare e Pisa, tutti coinvolti nell’esercitazione, proponiamo di costruire insieme una forte mobilitazione contro la Trident Juncture, la militarizzazione dei territori e le politiche di guerra, su tutto il territorio nazionale da far confluire in una manifestazione nazionale a Napoli il 24 ottobre.

Anche negli altri Paesi coinvolti dall’esercitazione - ad es., a Saragoza e Barbate, in Spagna -  gli attivisti antimilitaristi hanno avviato una campagna di opposizione alle manovre Nato e stanno preparando mobilitazioni.

Lavoriamo sin da ora a coordinare le tante opposizioni che si daranno dentro e fuori dall’Italia per allargare e dare continuità ad un movimento contro la Nato e la guerra. 

 

Napoli 24 ottobre 2015 Manifestazione Nazionale per dire:

1.     No all’esercitazione militare NATO “Trident Juncture 2015”

2.     No alle aggressioni militari e a qualsiasi ingerenza e manomissione portata avanti dalle potenze imperialiste

3.     No alla militarizzazione dei territori, alle servitù militari e alla devastazione ambientale

4.     No alle campagne razziste e xenofobe

5.     Si al diritto d’asilo europeo per tutti i profughi ed al diritto alla libera circolazione per tutti gli immigrati;

6.     Si al taglio delle spese militari e l’incremento delle spese sociali per: casa, lavoro, servizi sociali, reddito garantito, provvedimenti a difesa del territorio e dell’ambiente... 

 

Napoli 16/09/15                                            Per info, adesioni e contatti: assembleanowar.na@gmail.com

 

Promotori:
Alex Zanotelli Padre missionario comboniano
Comitato napoletano “Pace e disarmo”
Rete Napoli No War 
 
Prime adesioni:
Assadakah
Alba informazione
Centro sociale ex Canapificio di Caserta
Circolo Vegetariano VV.TT.
Cobas Napoli 
Comitato BDS Campania 
Comitato NO Base NATO Lago Patria
Coordinamento campano per la gestione pubblica dell'Acqua 
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS
Coordinamento NoTriv Terra di Bari
C.S.O.A. Officina99-Lab.Occ.Ska 
E la caserma crollò
Esseblog
L’amico dolce – gruppo di volontariato
Laboratorio Politico Iskra
Movimento di lotta per il lavoro Banchi Nuovi
Movimento immigrati e rifugiati di Caserta
Pax Christi Napoli
Partito della Rifondazione Comunista 
Redazione www.ildialogo.org (Giovanni Sarubbi – direttore)
Red Link
Rete campana salute e ambiente
Rete dei Comunisti
Rete No War - Roma
Ross@
Scuola di Pace - Napoli
Si Cobas Napoli
Si Cobas Caserta
Sinistra anticapitalista Napoli
VAS (Verdi Ambiente e Società) NAPOLI  
 



LINGUA BIFORCUTA


Sul sito Osservatorio Balcani Caucaso, finanziato dalla Commissione Europea, Rodolfo Toè ci spiega che agli << studenti bosgnacchi (bosniaco musulmani) della Republika Srpska (RS) >> sarebbe negato il "diritto" di riferirsi alla propria lingua come "lingua bosniaca" anziché, per l'appunto, "bosgnacca". << Parlare di "lingua bosgnacca" ... significa in un certo senso negare l'esistenza di un territorio culturale e linguistico comune a tutta la Bosnia Erzegovina per limitarlo a un solo gruppo etnico, quello appunto bosgnacco e musulmano. >> 

Rodolfo Toè vuole dare a intendere che quel "territorio culturale e linguistico comune" termina ai confini della Bosnia.
E come chiamare allora la lingua parlata dai bosgnacchi del Sangiaccato? O del Kosovo?
Noi la chiamiamo SERBOCROATO. Desolé, direbbero i francesi.

Fatto sta che, con questa paradossale motivazione sul nome della lingua, viene giustificata la politica di apartheid etnico a scuola ("boicottaggio"), promossa dalle famiglie dei bosgnacchi più oltranzisti con il sostegno dalla Comunità islamica di Nova Kasaba e sulla base di un memorandum sull'educazione stipulato a maggio tra Bosnia Erzegovina e... Turchia (sic!). Questa auto-segregazione scolastica in senso confessionale, che è finanziata dal ministero dell'Istruzione della Federacija e dal Fondo della diaspora bosgnacca in Australia "Bošnjaci", assomiglia drammaticamente a quella promossa negli anni Novanta dai nazionalisti pan-albanesi di Ibrahim Rugova in Kosovo, che tante tragedie causò per la pacifica convivenza su quel territorio.

Il demenziale articolo di Rodolfo Toè è leggibile qui:

(a cura di Italo Slavo)


(english / italiano)

La UE promuove fascismo anche in Moldavia

1) In Moldavia incombe la minaccia del fascismo
2) IAC: Stop repression against antifascist leaders in Moldova! Sign the petition!


Vedi anche:

I comunisti moldavi contro gli accordi con l'Unione Europea (11 dicembre 2013)
Dichiarazione del Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldova: “Vogliono trasformare la Moldavia in un cane che abbai contro la Russia, legato alla catena europea”
http://www.marx21.it/internazionale/area-ex-urss/23381-i-comunisti-moldavi-contro-gli-accordi-con-lunione-europea.html 


=== 1 ===


In Moldavia incombe la minaccia del fascismo

15 Settembre 2015

da kprf.ru

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

L'organizzazione sovranazionale che riunisce i principali partiti comunisti dell'ex Unione Sovietica interviene contro la brutale ondata repressiva che ha investito la Repubblica di Moldova, con la violenta reazione poliziesca nei confronti delle recenti manifestazioni contro la politica economica attuata dall'attuale governo del paese (che, ricordiamo, è legato da un trattato capestro di associazione con l'Unione Europea, simile a quello sottoscritto dal regime nazional-fascista dell'Ucraina) e l'arresto di esponenti dell'opposizione, tra cui il leader di “Blocco Rosso” Grigory Petrenko, membro onorario dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio di Europa (solidnet). Secondo i partiti comunisti dell'ex URSS sulla Moldavia incombe ora la minaccia di un'aperta dittatura di stampo fascista che, sull'esempio della vicina Ucraina, liquidi la presenza legale di un'opposizione politica e sociale nel paese.

Per parte nostra, esprimiamo l'augurio che quanto sta avvenendo in Moldavia scuota le coscienze dell'opinione pubblica del nostro paese e delle forze democratiche che la rappresentano, che (a parte qualche sporadica eccezione) su alcune derive di carattere fascista presenti in Europa (oltre alla Moldavia, in Ucraina e nei paesi baltici) continuano a conservare un rigoroso e inspiegabile silenzio. (MG)

Dichiarazione dell'Unione dei Partiti Comunisti-PCUS

Il Segretariato del Consiglio Centrale dell'Unione dei Partiti Comunisti-PCUS (UPC-PCUS) denuncia il comportamento del regime oligarchico instaurato nella Repubblica di Moldova che ha costretto il popolo moldavo a interrompere e invertire il cammino del proprio sviluppo storico. I tentativi di ripristinare il capitalismo agonizzante nella Repubblica si sono tradotti nella distruzione delle sue forze produttive, nel degrado sociale e morale della società, nell'impoverimento di massa dei lavoratori, nel dilagare di disuguaglianza e ingiustizia sociale.

Le masse popolari della Moldavia non possono certo approvare la politica controrivoluzionaria delle autorità della Repubblica. Dall'inizio di settembre, nella Repubblica si sono svolte molte affollate proteste pacifiche contro gli attacchi antipopolari del governo oligarchico. In un'operazione diretta a interrompere la protesta di massa dei lavoratori, le autorità moldave hanno fatto ricorso alla repressione contro i leader politici e gli attivisti dell'opposizione. La repressione della protesta popolare sta spingendo il governo moldavo a reazioni estreme: all'instaurazione di un regime fascista, di un'aperta dittatura terrorista.

A nome dei 17 partiti comunisti che operano sul territorio dell'Unione Sovietica distrutta in modo criminale, il Segretariato del Consiglio Centrale dell'UPC-PCUS dichiara: le azioni del regime antipopolare in Moldavia, orientato alla dittatura fascista e indirizzato alla soppressione della protesta popolare, non potranno salvarlo dal crollo imminente. Le aspirazioni controrivoluzionarie dell'oligarchia compradora all'intensificazione dello sfruttamento e dell'oppressione delle masse lavoratrici si scontrano con le leggi oggettive dello sviluppo sociale, generano conseguenze distruttive e, in ultima analisi, sono destinate al completo fallimento.

Il Segretariato del Consiglio Centrale dell'UPC-PCUS


=== 2 ===

Da: International Action Center <internationalactioncenter.nyc @ organizerweb.org>
Oggetto: Stop repression against antifascist leaders in Moldova! Sign the petition!
Data: 18 settembre 2015 01:36:50 CEST
A: jugocoord @ tiscali.it

Sign the petition:

Tell Moldovan officials,
President Obama and European Union:

Free Grigory Petrenko 
& Anti-Oligarchy Protesters

https://goo.gl/tNrBg1

 Emergency picket and press conference 
NEW YORK CITY

Monday, Sept. 21
5pm to 6pm

Moldovan Mission to the UN
35 East 29th Street, New York, NY 10016
Called by Solidarity with Ukraine Antifascists Committee
Facebook event page:
facebook.com/events/1624868801102896/

On Sept. 6, police in Chisinau, Moldova, brutally attacked a protest against oligarchy and austerity. Several hundred people had marched to the Prosecutor General's Office (similar to the Department of Justice) demanding the resignation of the country's attorney general over growing repression of the popular movement, and calling for the arrest of oligarch and political kingmaker Vlad Plahotniuc. Dozens were injured in the ensuing police riot.

Seven protest leaders were arrested, and some were beaten in custody. At first officials said they would be held for 72 hours. But a judge extended their imprisonment to 30 days. This decision was upheld by the appeals court on Sept. 14-15.


Who are the political prisoners? Grigory Petrenko, initiator of the march, leads the socialist and antifascist Red Bloc party. He is a former parliamentary deputy well known throughout Moldova. His fellow detainees, known as the "Petrenko Group," include Pavel Grigorchuk and Mikhail Amerberg, antifascist youth leaders who spent several months in jail in late 2014 - early 2015 on frame-up charges. Alexander Roshko, Oleg Buzni, Voya Jurat and Andrew Druz are all Red Bloc organizers.

Petrenko's party has been building a movement of workers, farmers and pensioners against austerity measures imposed by the ruling Alliance for European Integration. This summer, protests initiated by Red Bloc against planned hikes in utility rates and fuel prices succeeded in stopping some of these attacks. Red Bloc has made headway with its program of solidarity among all nationalities and language groups and upholds Moldova's proud antifascist traditions. That's why Grigory Petrenko and his comrades were targeted for arrest.

On Sept. 15, Petrenko's spouse, Lilia Petrenko, was harassed by dozens of police carrying machine guns, who planted "evidence" in her vehicle. The frame-up attempt was caught on amateur video (view here: http://goo.gl/iHpVMB). Red Bloc reports growing intimidation and repression across the country, including illegal raids of offices and members' homes.

What's going on in Moldova? Moldova is a country of 3.6 million people sandwiched between Ukraine and Romania. Since 2007, the country's government has been dominated by politicians representing local oligarchs who want to join the European Union and NATO. To do this, they have privatized and sold off local industry, cracked down on agricultural trade with Russia, and adopted increasingly repressive, anti-communist measures. The regime headed by Moldovan Prime Minister Valeriu Strele? and President Nicolae Timofti is allied with the far-right junta in Ukraine, which jails oppositionists, celebrates Nazi collaborators and wages war against the people of Donbass with U.S.-NATO support.


Today there is growing dissatisfaction in Moldova, which has seen thousands take to Chisinau's central square. However, this movement, headed by a coalition called the "Yes Platform," is dominated by right-wing proponents of Euro-integration, just like the government. The leaders of this movement are mostly angry about being shut out of the spoils by Plahotniuc.

Under pressure from the EU, Washington and NATO member Romania, Moldova could follow Ukraine into the abyss of fascism and civil war - whether under the current regime or a "pro-European" replacement. Petrenko and his Red Bloc comrades recognize this and are trying to build a genuine people's movement to counter this trend. They demand an end to the political domination of the oligarchs, an end to austerity and selling off of the country's industry and resources, peace with neighboring Transnistria, and restoration of friendly relations and trade with Russia.

Why should people in the U.S. care? In 2014, the anti-war and progressive movement was caught off guard by the right-wing coup in Ukraine. As a result, Washington had a free hand to push its agenda of NATO expansion and engage in provocative threats against Russia.

Some 7,000 people have died in Ukraine's "Anti-Terrorist Operation" against the Donetsk and Lugansk People's Republics. Nearly a million people have been made refugees by the war in Donbass and thousands of Ukrainians have fled political repression and the military draft. Billions of dollars that should have been spent on food assistance, schools and jobs here at home has been siphoned off to bail out the bankrupt Kiev regime and arm it for more war.

The current Moldovan government and many of its opponents in the "official" opposition seem determined to follow a similar path. The war-makers of both parties in Washington would be happy with this development, because it would mean another foothold for NATO expansion and war against Russia. But for people in the U.S. and all over the world, it would mean more cutbacks and even greater danger of a wider war that could engulf all of Europe.

What can I do? Sign the petition (https://goo.gl/tNrBg1) and share it with your friends, family and co-workers.

Take a photo of yourself holding a sign with the hashtag #FreePetrenko and post it on social media. Don't forget to include a link to the petition!

In New York, join us Monday, Sept. 21 from 5-6 pm for a picket and press conference outside the Moldovan Mission to the UN. Happening during the opening of the 70th General Assembly of the United Nations, this will help bring national and international attention to the case.

Follow IACenter.org and No2NATO.org  and for updates.





(russkij / italiano)

Serbia: una terra avvelenata
Un documentario russo illustra le conseguenze dei bombardamenti del 1999

1) Daria Aslamova: Serbia: una terra avvelenata
2) Дарья Асламова: Сербия, Отравленная земля


DOCU-FILM: сербия. отравленная земля
http://s5.stc.all.kpcdn.net/images/serbia-2014/video/505934.mp4

Vedi anche: 
La Serbia: avvelenata e occupata dalla NATO, asservita e immiserita dal FMI e dalla UE (di Enrico Vigna, settembre 2015)
http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=738:la-serbia-avvelenata-e-occupata-dalla-nato-asservita-e-immiserita-dal-fmi-e-dalla-ue&catid=2:non-categorizzato


=== 1 ===


15 anni dopo i bombardamenti NATO della Serbia la corrispondente del giornale russo Komsolvskaja Pravda Daria Aslamova è andata in questo paese per vedere
che segno ha lasciato li' la guerra
.  


Quella primavera di quindici anni fa a Belgrado anche i non fumatori chiedevano sigarette.
Spopolava un tabacco di contrabbando a basso costo, che faceva diventare la gola secca e i polmoni scoppiavano dalla tosse mattutina, ma all'infelice città non importava. Fumavano ragazzini di dieci anni che hanno smesso di giocare alla guerra, fumavano studentesse in minigonne, rispettabili madri di famiglia e le vecchiette con occhi morti e vuoti. Fumavano persino i soccorritori quando trascinavano dal bombardato e ardente centro televisivo i corpi di sedici giornalisti.

Mi ricordo le loro facce, illuminate nel buio dal bagliore dell’incendio. La mattina iniziava con una sensazione di nausea, bicchieri di grappa che bruciavano lo stomaco vuoto, e "domacia kafa", un caffe casalingo (un caffè turco molto forte, patrimonio dell'Impero Ottomano). Non mi ricordo nemmeno quello che abbiamo mangiato. E non mi ricordo di aver dormito. La sirena nell'aria cominciava a lavorare alle 2 di notte, e nelle stanze bluastre per il fumo la gente balzava in piedi dalla sedia e correva alla finestra. Mi addormentai solo una volta, nella casa dei miei amici in Batajnica, un sobborgo di Belgrado, dove si trovava l'aeroporto militare. Mi hanno dato una bottiglia e mi hanno detto di bere fino a quando il soffitto non avrebbe girato come una trottola. È impossibile non dormire sempre. Alle due di notte nella mia camera esplosero le finestre, e io rotolai sul pavimento. Stavo a quattro zampe in mutande, sconvolta dalla paura, fino a quando mi ha tirata fuori sulla scala la padrona di casa di nome Melania. "Stai qui, disse. Se la casa crollerà, la scala resisterà. E di cemento armato. Vuoi una sigaretta? " Quella notte a Batajnica è morta una bambina di tre anni: Milica Rakic.

78 notti insonni si conclusero con la resa della Jugoslavia nel giugno 1999. La mostruosa macchina militare della NATO, unita alla forza ferrea anglosassone, ha spedito nel Medioevo un paese fiorente dei Balcani. I serbi scossi hanno pianto i morti e si sono detti: gli orrori della guerra sono alle spalle. Non sapevano ancora che il peggio stava solo iniziando.

"Sono tutti condannati!"

E' successo a Baghdad nel 2003, pochi giorni prima dell'inizio della guerra. Un interprete iracheno mi portò in ospedale, dove erano ricoverati i bambini da Bassora. Donne in hijab con facce pietrificate stavano vicino ai letti dei loro neonati che stavano morendo di leucemia e tumori linfatici, erano bambini di due e tre anni. Molti di loro muovevano a malapena il collo, li bloccava il gonfiore dei linfonodi. Questi erano dei bambini molto seri e silenziosi. Essi non piangevano. " Perché mi ha portato qui?" - Mormorai, sbalordita da ciò che vedevo. "Sono le vittime della guerra del Golfo", mi spiegarono. "Le vittime?! Ma gli americani hanno bombardato Bassora nel 1991!”.

A quel tempo questi bambini non erano ancora in questo mondo!". "E' stata una mini guerra nucleare – raccontava il medico. Per l'operazione "Desert Storm" gli americani utilizzarono munizioni con uranio impoverito. In tutto sono state scaricate 320 tonnellate di uranio. Le madri di questi bambini hanno ricevuto una dose di radiazioni grave, ed i loro bambini sono stati condannati già nel grembo materno. Ma questa non è la cosa peggiore che vedete. A Bassora nascono bambini senza occhi e naso, senza braccia e gambe, senza cervello, con due teste. Le malformazioni congenite sono presenti in più della metà dei bambini. Solo che a nessuno importa."

Dopo pochi giorni guardavo dal balcone dell’hotel "Palestina" come di nuovo bombardavano la città di Baghdad. Allora il peggio mi sembrava la morte istantanea sotto le bombe. Dopo tutto, ero giovane e ingenua.

Insieme  al Dott Radan Dzhodich, direttore dell'Istituto di Oncologia e il miglior chirurgo della Serbia, vado in sala operatoria.
"Il ragazzo ha solo 15 anni mi spiega il dottor Dzhodich.  Cancro alla tiroide in forma grave". 15 anni. Quindi è nato l'anno dei bombardamenti della NATO, mi dicevo io facendo i conti.

Due ore dopo il medico Dzhodich tiene tra le mani di un pezzo di carne umana e mi spiega: ecco la metà della ghiandola tiroidea, in cui c'è il tumore. "Ora dobbiamo scoprire se ci sono metastasi". Pochi minuti agonizzanti, e diventa chiaro: il corpo delicato del ragazzo è pieno di metastasi. "Quello che riusciremo a rimuovere rimuoveremo. Poi cuciremo, dice con ottimismo il Dott Dzhodich.  Il ragazzo avrà ancora una operazione, e probabilmente la chemioterapia. Lei deve essere stanca, vada via. Noi dobbiamo finire il lavoro. "

Cammino lungo il corridoio dell'ospedale, bagnata di sudore freddo, e appesantita dal dolore umano. Davanti ai miei occhi sta la stanza dove il medico Dzhodich esamina giovani donne. Alcune piangono amaramente. La maggior parte di loro hanno il tumore alla tiroide in forma disperata.
"La tiroide è la prima a reagire alle radiazioni radioattive, mi spiegava il dott. Dzhodich. Negli ultimi dieci anni in Serbia, il cancro alla tiroide è aumentato del 300 per cento. Il sarcoma è in rapida crescita e così la leucemia. La verità è che la NATO ha usato la nostra regione come una discarica per i rifiuti nucleari. Noi ancora non sappiamo quante bombe con uranio impoverito sono cadute sulla nostra terra. Negli ultimi dieci anni non abbiamo visto alcuna indagine governativa seria sulle conseguenze del bombardamento. Siamo solo medici. Il nostro lavoro è curare. Io lavoro in oncologia come chirurgo da 40 anni. E parlo come medico: il cancro sta diventando sempre più precoce, aggressivo e inoperabile."

Che cos'è l'uranio impoverito
Sono semplicemente scorie nucleari, il cui smaltimento ha sempre avuto costi inimmaginabilmente cari.

E' stato difficile trovare un paese dove si può tranquillamente, senza problemi con la stampa, seppellire le scorie nucleari. L’uranio impoverito 238 è un sottoprodotto della produzione di uranio arricchito 235. Il minerale di uranio attraversa centinaia di centrifughe, e all'uscita risulta 11% di uranio arricchito e 89% di uranio impoverito, che deve essere in qualche modo smaltito.

Nel 1970 agli americani è venuta un'idea brillantemente cinica su come utilizzare i rifiuti nucleari. L’uranio 238 è un pesante metallo radioattivo con una densità molto elevata (due volte superiore a quella del piombo, e leggermente inferiore a quella del tungsteno, un metallo molto costoso). E quindi può essere utilizzato con successo ed in modo economico per la produzione di proiettili perforanti con nuclei di uranio e proiettili, nonché per rafforzare i carri armati (il cosiddetto "uranokeramika", uno strato di uranio schiacciato tra piastre di acciaio).
Nel Pentagono non si pensava alle conseguenze dell'uso di piccole armi nucleari. Chi se ne frega dei bambini iracheni? O Albanesi? O serbi? Sì, gli scienziati avvertivano con tutta la responsabilità che l'uranio non è solo radioattivo, ma, soprattutto, chimicamente tossico. Esistono tre modalità di avvelenamento con uranio. Contatto diretto con la pelle (schegge di uranio nell'esplosione di un proiettile o carro armato). L'inalazione di polveri di uranio che vengono prodotte dalle esplosioni di bombe. E la terza via: l'acqua e la terra contaminate, che danno frutti avvelenati. Per realizzare tutto l'orrore di questi fatti, è sufficiente dire i tempi del suo dissolvimento. La longevità dell'uranio è di 4,5 miliardi di anni.

"Dopo i bombardamenti della ex Jugoslavia, abbiamo chiesto alla Nato le mappe che mostrano i luoghi in cui sono caduti i proiettili all'uranio, dice il famoso tossicologo serbo Radovan Kovacevic. La NATO ha fornito le mappe, ma ha cercato di minimizzare il danno. Ad esempio, hanno segnalato 112 posizioni. Personalmente ho trovato la posizione di una 113°, quando insieme ai volontari siamo saliti su una montagna vicino alla città di Vranje, dove c'era una torre della televisione. I rilevatori di radiazioni si sono quasi inceppati. I ragazzi mi hanno chiesto: "Capo, cosa facciamo? Non abbiamo nemmeno le tute protettive. "Ho risposto: "Prendiamo un campione del terreno e corriamo via." Ora questo luogo è circondato da filo spinato. Se solo io ho trovato un altro posto infetto non menzionato nelle mappe, chissà quanti sono in realtà ?! Quante erano le bombe? La NATO afferma che erano 31.000, i serbi 50 mila, e invece gli esperti russi sostengono che erano almeno 90 mila.".

Nel 1997, Radovan Kovacevic era il capo del Centro per la protezione dalle radiazioni. Già allora, in base all'esperienza della guerra del Golfo e i bombardamenti della NATO in Bosnia nel 1995, la Jugoslavia aveva messo in guardia la comunità internazionale, che la NATO utilizzava bombe con nuclei di uranio. La comunità internazionale rimase in silenzio, anche se l'allegato II della Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 1980, classifica l'uranio impoverito come materiali nucleari della seconda categoria.

Dopo l'aggressione dell'Occidente contro la Jugoslavia il tossicologo Dr. Kovacevic ha lavorato come medico in una squadra che era impegnata nella decontaminazione delle aree in Montenegro e a Lustica (allora parte della Jugoslavia). In pratica, avviene che si ispeziona uno strato di terra di diversi metri. Ma il fatto è che una parte dei proiettili penetrano più in profondità, e l'uranio così penetra nele falde acquifere sotterranee, ma le autorità hanno sempre preferito restare in silenzio.

"Ho lavorato con gli ufficiali, che sono stati coinvolti nella pulizia dei territori in Montenegro -  dice il dottor Kovacevic. Quando si operava tutti avevano distintivi e indossavano tute speciali di protezione. Allo stesso tempo, quando abbiamo analizzato il loro materiale genetico, il 75 per cento di loro avevano anomalie tipiche delle persone esposte alle radiazioni. In quel momento tra gli ufficiali si è diffuso un focolaio di influenza, e abbiamo scoperto che anche il virus dell'influenza era mutato. Abbiamo anche controllato parte dei civili. L'uomo che portava il cibo agli ufficiali, è morto in tempi brevi di cancro linfatico. I primi a lanciare l'allarme sono stati i caschi blu italiani in servizio in Kosovo (e sul Kosovo sono stati buttati tre volte più proiettili all'uranio che nel sud della Serbia). Diverse migliaia di loro hanno sviluppato il cancro, ragazzi giovani e forti, e circa trecento di loro sono morti durante la missione.
In America i medici militari si sono preoccupati solo quando centinaia di allegri ragazzi americani, con spalle larghe e con denti bianchi, dopo la guerra in Iraq, sono diventati pazienti permanenti delle cliniche oncologiche
"

“La mia opinione personale come medico è che l'uso di uranio impoverito nei bombardamenti comporta gravi conseguenze per la salute". Così parla l'ex ministro della Difesa e della salute della Jugoslavia, il famoso patologo, Dottor Zoran Stankovic.                                                          

"Con l'esplosione di una bomba, l'80 per cento si trasforma in polvere e il vento porta l'ossido di uranio a quaranta chilometri.  L'uranio inalato entra nei polmoni e reni. Questo metallo pesante si deposita nel corpo, nelle ossa. Gli americani hanno fatto studi su soldati dopo la guerra nel Golfo Persico. Il 70 per cento degli uomini ha avuto bambini con difetti genetici, con anomalie. Abbiamo avuto un ufficiale che è stato coinvolto nella pulizia delle terre dopo il bombardamento. Sua moglie dopo è rimasta incinta e il bambino è nato senza una gamba, senza un occhio, una mano deforme con problemi cardiaci. E pensate: l'ufficiale era completamente attrezzato contro le contaminazioni. Ma questo non ha salvato suo figlio. Che cosa succede alle persone che semplicemente vivono lì, non sapendo del pericolo?"

La morte invisibile

Sotto l'erba di seta verde delle terre serbe e bosniache c'è un suolo avvelenato e acque che portano una morte lenta. La purezza pastorale dei paesaggi rurali sembra un'amara ironia sullo sfondo di un pericolo invisibile, affrontato dalla gente del posto.
"La cosa peggiore è che l'uranio attraverso la terra e le acque sotterranee, e penetra nella catena alimentare, dice il tossicologo Radovan Kovacevic. I nostri colleghi in Croazia, hanno trovato degli animali selvatici, contaminati con uranio. Dopo tutto, gli animali e gli uccelli non conoscono confini e si muovono liberamente nella regione. Qui in Serbia, abbiamo trovato tracce di uranio in cervi e fagiani. I nostri veterinari provenienti da Vranje hanno notato una forte crescita di leucemia in capre, pecore e mucche. A volte i proiettili all'uranio cadevano nei fiumi, uno è anche finito in un pozzo, nel sud della Serbia. Abbiamo esaminato il contadino che stava cercando di ripulire il pozzo. 3759 nanogrammi di uranio 238 per litro di urina! (Ai caschi blu in servizio in Kosovo ammalati di cancro, in un litro di urina trovavano fino a 231 nanogrammi, e nelle urine dei soldati americani dopo l'Iraq - 150 nanogrammi). Naturalmente, l'agricoltore è morto in poco tempo. In Serbia oggi il cancro è diagnosticato ogni giorno ad almeno un bambino. La NATO ci uccideva, non solo durante i bombardamenti. La NATO continua ad ucciderci come nazione da quindici anni, e il numero delle vittime è sempre in aumento. Un generale americano della NATO una volta disse: "Ancora 10 di queste guerre come in Iraq, e ci sbarazziamo totalmente delle scorie nucleari"
"La questione dell'uranio impoverito è da tempo diventata una questione politica, dice l'ex ministro della Sanità Zoran Stankovic. La Serbia stava cercando di presentare una denuncia al Tribunale dell'Aja contro i paesi che hanno bombardato l'ex Jugoslavia. Ma il procuratore Carla del Ponte ce l'ha negato per il fatto che i cambiamenti nei cromosomi delle persone esposte alle radiazioni, possono essere visti al microscopio elettronico entro un anno. Come dire: siete in ritardo. Ora è necessario effettuare l'esumazione dei cadaveri. Ma non ci sono né soldi né volontà politica. Quando i soldati italiani tornati dal Kosovo hanno cominciato a morire di cancro linfatico il governo italiano non ha voluto pagare risarcimenti alle famiglie e agli ammalati, e ha interrotto lo studio. Se le conseguenze dei bombardamenti con uranio per la salute umana sarano provate, è difficile immaginare quante compensazioni la NATO, dovrà pagare alle vittime (e in particolare agli americani), ai loro familiari e ai paesi infetti. Pertanto, nessuno è interessato alla verità. 
"Preferiscono dimenticare".

La piccola città di Vranje nel sud della Serbia, il cuore della regione, è la più colpita dal bombardamento dell'uranio. Una tradizione locale: attaccare sugli alberi gli annunci dei funerali.
Sto in piedi sotto la pioggia fredda che piange i morti, e guardo i loro volti molto giovani. Il motivo principale: il cancro. Come la bambina di cinque anni, appena morta.
Ma la città vorrebbe grattare via dalla memoria l'anno 1999. Nessuno vuole ricordare i bombardamenti. Tutti sono tormentati dalla paura di essere espulsi di nuovo dal branco europeo. I serbi hanno bevuto fino al fondo il veleno dell'umiliazione, e il silenzio stabilitosi è colmo di sconfitta amara.

"Perché stai torturando la gente con i ricordi?  Mi dice la anziana dottoressa V. Non possiamo aiutarli ormai. Penseranno che in ogni sorso d'acqua e in ogni pezzo di pane li aspetta la morte. Sì, è vero, il cancro è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Ma se noi, medici, cominceremo da soli a raccogliere fatti e testimonianze per l'accusa contro questi criminali della NATO, ci uccideranno tutti uno per uno. Non potete neanche immaginare, di quanti soldi si potrebbe parlare! Io, come testimone, non voglio finire la mia vita in qualche "casuale" incidente d'auto"

"L' Istituto di Sanità Pubblica a Vranje ha preparato un piano: come studiare in dettaglio gli effetti dell'uso di uranio nella nostra regione, dice un giornalista locale Nikola Lazic. Per le ricerche sono necessari 250 mila euro, ma nessuno vuole pagare. C'è una legge del silenzio, come scelta della politica statale. Il governo della Serbia vuole aderire all'UE e alla NATO, e il prezzo per questo, è nascondere fatti circa il bombardamento. I medici in Vranje non amano parlare della crescita del cancro. Neanche noi, giornalisti, non riusciamo ad ottenere informazioni sulle persone malate".

L'operazione della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia è la seconda di una serie di cosiddetti "interventi umanitari".

La prima è stata l'operazione "Deliberate Force" contro i serbo-bosniaci nel 1995. Entrambe le operazioni sono state effettuate senza un mandato delle Nazioni Unite e rientrano nella definizione di "aggressione militare illegale."

Anche se il motivo principale per l'intervento sono stati considerati la pulizia etnica degli albanesi nella regione del Kosovo e Metohija (dal punto di vista di Belgrado, separatisti e terroristi), la causa segreta della "guerra immediata" dicono che è stato uno scandalo sessuale in cui era stato coinvolto il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton scoperto in una relazione frivola con la stagista Monica Lewinsky. La situazione era stata prevista nel famoso tragicomico film «Sesso & potere» (Wag the Dog), uscito nel 1997, due anni prima della guerra contro la Jugoslavia. La trama del film è addirittura profetica: il presidente degli Stati Uniti, che è stato coinvolto in uno scandalo sessuale, inizia una guerra virtuale contro l'Albania per distrarre l'attenzione del pubblico.

Ma a differenza del film, la guerra contro la Jugoslavia non è stata un'immagine televisiva, ma una realtà sanguinosa.

Amnesia pubblica

Nessuna pietà per i vinti. I serbi l'hanno capito da tanto tempo. Rughe amare intorno alla bocca e occhi spenti con l'espressione “non m'importa", tutti questi sono segni di sconfitta.                                                                                                                  

Invece di gettare in faccia a tutto il mondo la sana rabbia slava, i serbi la ingoiano e la soffocano.

Per Belgrado, molto tranquillamente, passeggiano turisti americani, britannici, italiani e francesi, con interesse guardano gli edifici distrutti dalla guerra, si fotografano sul loro sfondo. Come se fosse solo un tour divertente per i luoghi di una guerra dimenticata, ma in cui il loro paese ha avuto un ruolo diretto.

"Parlare di bombardamenti ora è "politicamente scorretto"osserva con ironia il politologo Giorgio Vukadinovich.  La nostra elite politica esita a parlare con persone provenienti da Occidente e ricordare loro la guerra, per non imbarazzarli casualmente. E’ un paradosso: in Serbia, abbiamo un elite pro-NATO, filo-europea e russo-scettica e il popolo pro-russo ed euro-scettico. Emotivamente, storicamente la gente qui è vicina ai russi. La Serbia è probabilmente l'unico paese al mondo in cui il presidente russo non è solo il leader straniero più popolare, ma ancor più popolare del presidente serbo. Putin porebbe facilmente vincere le elezioni in Serbia.

In ogni paese, per avere una certa influenza, si deve pagare. Qui amano la Russia gratuitamente. Ma ecco un altro paradosso: tutti i media locali sono completamente filo-occidentali e poco a poco stanno cercando di cambiare il filo-russismo del popolo. Che cosa ha fatto l'Occidente? Ha comprato l'elite politica, gli intellettuali e i media. Ci sono due modi per controllare i media: il loro acquisto oppure il ricatto con la pubblicità. Se scrivete in difesa della Russia, non avrete la pubblicità. Semplicemente.

Mosca gioca lealmente, contribuendo economicamente. La Russia ha aperto per i prodotti serbi una zona di libero scambio, e per questo motivo, molte aziende europee stanno costruendo fabbriche in Serbia, per vendere le loro merci in Russia con il marchio "made in Serbia". Ma la gente comune conosce queste cose? No! Nessun giornale non pubblicherà una cosa del genere. Però siamo costantemente bombardati dalla NATO con la propaganda europea: che dice che senza Europa la Serbia morirà. I media creano una "reltà mediatica" che non ha niente a che fare con la realtà. Per esempio, il nostro istituto "Nuovo Pensiero politico serbo" ha fatto un sondaggio nella popolazione e si è scoperto che il 70% si oppongono alla NATO e il 67,5% sono per l'alleanza con la Russia. Nessuno dei media ha avuto il coraggio di pubblicare i risultati del sondaggio.
I tempi dei giochi franchi è passato. Sì, Mosca ha creato la TV «Russia Today», molto bene, ma non è in serbo. Invece "Al Jazeera", per esempio, ha aperto una televisione balcanica speciale, in quanto questa è una zona enorme: Serbia, Croazia, Montenegro, Macedonia, Bosnia, Slovenia. Voi avete perso la guerra fredda, sottovalutando la "forza soffice, sottile(soft power), e ora potreste perdere il mondo freddo. State esagerando con il fattore economico come lo avete sottovalutato durante l'era sovietica. Tutte le grandi società russe, come "Lukoil" e "Gazprom" stanno prendendo posizioni difensive nei Balcani. Sembra come la loro protezione dal racket. Essi sono disposti a pagare i media solo perché non si scaglino addosso. Si preoccupano di interessi corporativi ristretti. Ma per sostenere i blogger pro-russi e i siti web costa pochissimo. Alle aziende russe nemmeno gli viene in mente questa cosa! E questo nonostante il fatto che i loro progetti siano largamente dipendenti dal sostegno dell'opinione pubblica.
  
A Mosca, guardano sorpresi  il fatto che la nave serba gira verso l'Occidente. Come mai? Vi hanno bastonati e voi andate dalla NATO? Da fuori sembra che i serbi siano masochisti. Ma siamo stati picchiati in parte per causa vostra, perché la Serbia è l'unico alleato della Russia in Europa. I politici russi dicono spesso: non possiamo essere più serbi dei serbi stessi. Ma anche i serbi stanno pensando: non possiamo essere più russi noi dei russi stessi"

Come Eltsin ha venduto la Jugoslavia

Il 12 aprile 1999 il Parlamento della Repubblica Federale di Jugoslavia, che era già stata "spianata"per bene dagli aerei della NATO, in preda alla disperazione ha votato per l'adesione della Repubblica all'Unione con Russia e Bielorussia.
Il parlamento russo ha appoggiato immediatamente la richiesta dei serbi agonizzanti e ha vivamente consigliato il presidente russo Boris Eltsin di avviare il processo di unificazione. Eltsin non ha detto nulla. Egli ha anche ignorato l'appello della Duma di inviare subito in aiuto ai Serbi dei consiglieri militari e armi.

"A quel tempo io conducevo le consultazioni con i partner russi dell'entourage di Eltsin e dissi loro: Difendeteci! Proteggendo noi, difenderete voi!"Ricorda l'ex Ministro degli Affari Esteri della Jugoslavia Zivadin Jovanovic.        

Tutto questo era visto con grande scetticismo. Per la Russia del periodo di Eltsin l'unico partner "era Washington. Volevamo comprare armi. Ci hanno risposto: non avete soldi. Perché no? C'è il debito dell'URSS verso la Jugoslavia per un valore di quasi due miliardi di dollari. Prendete quei soldi e dateci missili e aerei. I russi hanno dichiarato che la Jugoslavia era grande, ma è diventata piccola. Quindi, la restituzione del debito dovrebbe essere discussa con le altre repubbliche. Ma voi avete la struttura del commercio, abbiamo contestato, secondo la quale il 70% dei beni sono stati acquistati dalla Serbia. Prendete quei soldi. Se non bastano, aggiungiamo noi.

Sono stato testimone della conversazione del Presidente della Jugoslavia Milosevic, poi morto nel carcere dell'Aja, con il vostro ministro degli Esteri Kozyrev, pochi anni prima dell'inizio della guerra. Noi non chiediamo la carità, diceva Milosevic. Abbiamo un milione di tonnellate di grano, conserve, mais. Siamo disposti a indebitarci, ma in qualche modo li restituiremo. Abbiamo chiesto di poter comprare l'ultima generazione di aerei da combattimento e petrolio, che potevano essere trasportati sul Danubio. Ma Kozyrev era talmente innamorato di Washington che guardava tutto attraverso gli occhi americani. Non è che non avrebbe fatto nulla per la Jugoslavia, non avrebbe fatto nulla neanche per la Russia. Tale era il pensiero politico e psicologico generale della leadership russa di allora. Abbiamo anche inviato i nostri piloti per allenarsi in Russia. Dopo di che, la Russia ha detto che anche se vi vendiamo gli aerei, come faranno i vostri piloti a volare sopra Ucraina, Ungheria, Bulgaria, Romania. Essi verranno abbattuti! Non è una vostra preoccupazione, abbiamo risposto. Voleranno a proprio rischio. La risposta della Russia è stata: no. Questa non è la nostra guerra. E noi abbiamo dovuto resistere in solitudine per 78 giorni alla più grande macchina militare dell'umanità".

Ma è possibile che nessuno allora a Mosca non avesse capito che quella era in primo luogo una prova generale per la guerra contro la Russia? Mi chiedo io.

"Nessuno. I russi non capivano che la distruzione della Jugoslavia era il primo passo verso la Russia. Ho chiesto loro: meglio proteggere la Russia cominciando dai Balcani o dagli Urali? Aiutateci, e aiuterete voi stessi. Fermiamola insieme l'espansione della NATO verso l'Est. I russi ci respingevano: state cercando di spostare i vostri problemi sulle nostre spalle, dicevano.
Allo stesso tempo io insistevo con i partener europei: se state pianificando una guerra contro la Jugoslavia, questa sarà una guerra anche contro l'Europa. Vi troverete in una tale morsa soffocante statunitense, che non sfuggirete più ai loro dettami. E qual è stato il risultato? L'Europa si è impegnata a combattere in Afghanistan, in Iraq, poi in Libia, Mali, Siria, e ora di fatto anche in Ucraina. Gli Stati Uniti spiano senza esitare e controllano milioni di europei. Quelli piangono e si lamentano. Ma tutto è logico. Dopo tutto, hanno accettato di ballare con il diavolo".

Nuovo Drang nach Osten

La strategia di Hitler di "Drang nach Osten", "Assalto all’Oriente" ha acquisito un nuovo significato alla fine del ventesimo secolo. Nonostante il fatto che Hitler abbia fallito, il piano, in generale, è stato adottato dalla NATO.
"Il nuovo assalto all’Oriente è iniziato proprio nel 1999 con il bombardamento della Jugoslavia" argomenta l'ex-Ministro degli Esteri Jovanovic Zivadin.  "Il vero obiettivo geopolitico è l'espansione verso i confini russi. Dal 1999, l'America ha cominciato a creare la più grande base americana fuori dal suolo americano: Camp Bondsteel in Kosovo. Perchè in un cosi piccolo Kosovo una base cosi grande? Le serve per la Serbia? No.                                                                         

Anche per i Balcani la base è troppo ampia. Qual è la ragione? Bacino del Caspio, bacino Caucasico, l'Asia centrale e la Siberia, ecco cosa giustifica l'esistenza di una simile base. Proprio con Bondsteel è iniziato l'aumento delle basi militari statunitensi in Europa, in Bulgaria, Romania, Polonia, Stati baltici, Repubblica Ceca. Ora in Europa, ci sono più basi militari degli Stati Uniti che al culmine della Guerra Fredda! Oggi il continente europeo è completamente militarizzato. Tutto questo è la preparazione per un assalto ai confini russi. Questo spiega la guerra in Georgia nel 2008 e il Maidan ucraino nel 2014. L'aggressione contro la Jugoslavia è stato un punto di svolta per l'intervento di globalizzazione. Lo scopo principale è prendere la Siberia, il più grande serbaroio terrestre di riserve naturali.

Nel 1999 alla Russia sembrava che si potesse a cuor leggero consegnare i serbi. "Basta che non scoppi la guerra, ripetevano i russi. Con gli americani ci metteremo d'accordo". Beh, ci sono riusciti? Le nuove autorità ucraine sono fermamente intenzionate ad aderire alla NATO.
Ora a Belgrado, per un'amara ironia della storia, nell’ex palazzo del Ministero della Difesa della Jugoslavia è stato aperto un ufficio della NATO, e l'esercito serbo è riformato da un generale americano. L'operazione contro la Jugoslavia nel 1999 è stata chiamata "Angelo Misericordioso ". Sapete cosa vi dico: L'Angelo Misericordioso sta già volando verso la Russia
."

Post scriptum: nel 1938, dopo la firma dell'accordo di Monaco sul trasferimento della regione dei Sudeti alla Germania, Churchill disse grandi parole [contro questo accordo, ndt]: «Avete avuto la scelta tra la guerra e il disonore. Avete scelto il disonore, e ora otterrete una guerra". Un anno dopo è cominciata la seconda guerra mondiale. Allora, nel 1999, la Russia ha scelto il disonore, cedendo la Serbia, e già nel 2003 ha ricevuto la rivoluzione delle rose in Georgia, nel 2004 la rivoluzione arancione in Ucraina, nel 2008 la guerra con la Georgia, e nel 2014, alle proprie frontiere, una guerra civile in un'Ucraina (una volta fraterna). La logica della storia rimane la stessa: il tradimento e la vergogna vanno lavati via solo con sangue. Purtroppo, soprattutto il proprio.

 

Traduzione a cura del Forum Belgrado Italia/CIVG.it


=== 2 ===

http://www.beoforum.rs/en/comments-belgrade-forum-for-the-world-of-equals/433-2015-08-13-23-38-38.html

Спустя 15 лет после натовских бомбардировок Сербии спецкор
«KP» Дарья Асламова отправилась в эту страну, чтобы посмотреть,
какой след оставила там война.Текст: Дарья Асламова


Той весной в Белграде пятнадцать лет назад даже некурящие просили сигарет.

В ход шел дешевый контрабандный табак, от которого саднило горло и разрывало легкие от утреннего кашля, но несчастному городу было наплевать. Курили десятилетние пацаны, переставшие играть в войну, дымили гимназистки в коротких юбочках, смолили почтенные матери семейств и старухи с пустыми мертвыми глазами. Курили даже спасатели, когда вытаскивали из разбомбленного горящего телецентра тела шестнадцати журналистов.

Я помню их лица, выхваченные из тьмы багровым заревом пожара. Утро начиналось с чувства тошноты, рюмки ракии, обжигавшей голодный желудок, и «домачей кафы» (крепчайшего турецкого кофе, наследия времен Османской империи). Я даже не помню, что мы ели. И не помню, чтобы мы спали. Воздушная сирена начинала работать в два часа ночи, и в сизых от дыма комнатах люди вскакивали со стульев и бежали к окну. Уснула я лишь однажды, в доме моих друзей в Батайнице, пригороде Белграда, где находился военный аэродром. Мне дали бутылку и сказали пей, пока потолок не закрутится, как волчок. Нельзя же все время не спать. А в два часа ночи в моей комнате взрывной волной вышибло окна, и я скатилась на пол. И стояла на четвереньках в трусах, обезумевшая от страха, пока меня не вытащила на лестницу хозяйка дома по имени Мелани. «Сиди здесь, — сказала она. — Если дом рухнет, то лестница останется. Она железобетонная. Хочешь сигарету?» В ту ночь в Батайнице погибла трехлетняя девочка Милица Ракич.

78 бессонных белградских ночей закончились капитуляцией Югославии в июне 1999. Чудовищная военная машина НАТО с железной англосаксонской энергией вбомбила в средневековье цветущую балканскую страну. Потрясенные сербы оплакали мертвых и сказали себе: ужасы войны позади. Они еще не знали, что самое страшное только начинается.

«Они все обречены!»

Это было в Багдаде в 2003 за несколько дней до начала войны. Иракский переводчик привел меня в госпиталь, где лежали дети из Басры. Женщины в хиджабах с окаменевшими лицами сидели у кроваток своих умирающих от лейкемии и рака лимфы младенцев и двух- и трех-летних детей. Многие из них с трудом ворочали шеей, им мешали раздутые лимфатические узлы. Это были очень серьезные, тихие дети. Они совсем не плакали. «Почему вы привели меня сюда?» — лепетала я, ошеломленная увиденным. «Это жертвы той войны в Персидском Заливе», — объяснили мне. «Жертвы?! Но американцы бомбили Басру в 1991 году! Тогда этих детей на свете не было!» «Это была мини-ядерная война, — рассказывал доктор. — При операции „Буря в пустыне“ американцы использовали боеприпасы с обедненным ураном. Всего было сброшено 320 тонн урана. Матери этих детей получили серьезную дозу радиации, а их дети были обречены еще в материнской утробе. Это не самое страшное, что вы видите. В Басре рождаются дети без глаз
и носа, без рук и ног, без мозга, с двумя головами. Врожденные уродства обнаруживаются у более, чем половины новорожденных. Только никому до этого нет дела».

Спустя несколько суток я наблюдала с балкона отеля «Палестина», как снова бомбят город Багдад. Тогда самой страшной мне казалась мгновенная смерть под бомбами. Ведь я была еще молодой и наивной.


Вслед за доктором Раданом Джодичем, директором Института онкологии и лучшим хирургом Сербии, я иду в операционную.

«Мальчику всего 15 лет, — объясняет доктор Джодич. — Рак щитовидки в тяжелой форме». 15 лет. Значит, он родился в год натовских бомбардировок, мысленно подсчитываю я.

Спустя два часа доктор Джодич держит в руках кусок человеческого мяса и объясняет: вот половина щитовидки, внутри которой опухоль. «Сейчас мы узнаем, есть ли метастазы». Несколько мучительных минут, и становится ясно: хрупкое мальчишеское тело насквозь прошито метастазами. «Что сможем, удалим. Потом зашьем, — с дежурным оптимизмом говорит доктор Джодич. — Мальчику предстоит еще одна операция и, возможно, химиотерапия. Вы, наверное, устали, идите. А нам нужно закончить работу».

Я иду по коридору больницы, мокрая от холодного пота и придавленная человеческим горем. Перед моими глазами стоит комната, где доктор Джодич осматривает молодых женщин. Некоторые из них рыдают навзрыд. У большинства — рак щитовидки в безнадежной форме.

«Щитовидная железа первой реагирует на радиоктивное излучение, — объяснял мне доктор Джодич. — За последние десять лет рак щитовидки в Сербии вырос на 300 процентов. Стремительно растет саркома и лейкемия. Правда состоит в том, что НАТО использовало наш регион как свалку для ядерных отходов. Мы до сих пор не знаем, сколько бомб с обедненным ураном обрушилось на нашу землю. За прошедшие десять лет мы не видели ни одного серьезного правительственного исследования последствий бомбардировок. Мы лишь врачи. Наше дело — лечить. Я работаю в онкологии хирургом 40 лет. И говорю как врач: рак становится все более молодым, агрессивным и неоперабельным».

что же такое обедненный уран?

Это просто ядерный мусор,
чье захоронение всегда стоило немыслимо дорого.

Непросто было найти страну, где можно тихо, без шумихи в прессе похоронить ядерные отходы. Обедненный уран-238 — побочный продукт производства обогащенного урана-235. Урановая руда проходит через сотни центрифуг, и на выходе получается 11% обогащенного урана и 89% обедненного, с которым надо что-то делать.

В 1970 году американцам пришла в голову гениально-циничная мысль, как использовать ядерный мусор. Уран-238 — тяжелый радиоактивный метал с очень высокой плотностью (в два раза выше, чем у свинца, и чуть ниже, чем у вольфрама, очень дорогого металла). А значит его успешно и дешево можно использовать для производства бронебойных снарядов с урановыми сердечниками и пуль, а также для укрепления танковой брони (так называемая «уранокерамика» — слой урана, зажатый между стальными листами).

О последствиях применения малых ядерных боеприпасов в Пентагоне не думали. Кого волнуют иракские дети? Или албанские? Или сербские? Да, ученые предупреждали со всей ответственностью, что уран не просто радиоактивен, но, главным образом, химически токсичен. Есть три пути отравления ураном. Прямой контакт с кожей (урановая шрапнель при взрыве снаряда или танка). Вдыхание урановой пыли, которая образуется при горении снарядов. И третий путь: зараженная вода и земля, дающая отравленные плоды. Чтобы осознать весь ужас этих фактов, достаточно сказать: период полураспада урана составляет 4,5 миллиарда лет.
Ковачевич

«После бомбардировок бывшей Югославии мы потребовали от НАТО карты с указанием мест, где упали урановые снаряды, — говорит знаменитый сербский токсиколог Радован Ковачевич. — НАТО представило карты, но постаралось преуменьшить ущерб. К примеру, они указали 112 локаций. Я сам лично нашел 113 локацию, когда вместе с добровольцами поднялся на гору рядом с городом Вранье, где стояла телевышка. Детекторы радиации чуть не заклинило. Ребята спросили меня: „Босс, что будем делать? На нас даже нет защитных костюмов“. Я ответил: „Берем пробу земли и бежим“. Теперь это место обнесли колючей проволокой. Если только я нашел еще одно зараженное место, не указанное в картах, сколько же их на самом деле?! Сколько вообще было снарядов? НАТО утверждает, что 31 тысяча, сербы — 50 тысяч, а русс�

(Message over 64 KB, truncated)