Informazione
Communiqué de Presse Diffusion immédiate
Procès en appel des civils syriens contre Fabius
Attiser la guerre civile, la politique de la France ?
De même que les récentes déclarations de François Hollande, les propos tenus par Laurent Fabius depuis sa prise de fonction au ministère des affaires étrangères ont eu pour effet, sur le terrain en Syrie, de relancer l’agression dont les civils de toutes religions et confessions sont les premières victimes.
Quatorze civils syriens demandent à l’ État français la réparation du dommage dont elles souffrent à cause des fautes graves commises par l’agent Fabius à l’occasion de l’exercice de ses fonctions.
Le Tribunal Administratif de Paris, le 19 décembre 2014, tout en reconnaissant que les déclarations et les prises de position du ministre ont « attisé la guerre civile en Syrie et encouragé la lutte armée contre le pouvoir en place », a pu néanmoins rejeter les requêtes au motif que ces déclarations et prises de position « se rattachent à la conduite de la politique extérieure de la France ».
La question qui se pose en appel est de savoir si l’on peut rejeter sur l’ État la responsabilité d’agissements qui consistent à soutenir le terrorisme, si l’on peut imputer à la France pareille politique, alors que la population française en est aussi bien la victime.
Audience publique
Lundi 7 Septembre 2015 à 10h00
Cour administrative d’appel de Paris
68 rue François Miron - Paris IVème
Ferney, 26 août 2015
BARDECHE – CHAMY – JUNOD - – STENNLER – VIGUIER –YON
RAPPEL des déclarations du ministre
29 mai 2012, la France interviendra contre le régime syrien.
17 août 2012, Bachar El Assad ne méritait pas d’être sur terre.
14 décembre 2012, le front Al-Nosra fait du bon boulot.
13 mars 2013, France et Grande Bretagne vont livrer des armes aux rebelles.
22 août 2013, appel à réaction de force, sous prétexte du coup monté de l’attaque chimique.
http://it.sputniknews.com/mondo/20150504/339043.html
Ignorando il nome ufficiale del documento, i politici e gli storici occidentali lo chiamano "il Patto Molotov-Ribbentrop". Hanno accusato l'Unione Sovietica ed oggi se la prendono con la Russia, sostenendo che stipulando un accordo con la Germania nazista, il Cremlino ha reso il nostro Paese complice dei nazisti nello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Questa tesi è una bugia sfacciata e cinica, ideata per scaricare la responsabilità della Seconda Guerra Mondiale da sé stessi su di noi, da una testa malata ad una sana.
Chi ha liberato Hitler dalle "catene di Versailles"
Le prime tracce del cammino verso una nuova guerra sono state lasciate dagli inglesi e francesi subito dopo che i nazisti salirono al potere in Germania. In meno di sei mesi, il 15 luglio 1933 a Roma, la Gran Bretagna, la Francia, l'Italia fascista e la Germania nazista firmarono il "Patto a quattro." Se i leader della Repubblica di Weimar Londra e Parigi li tenevano al "guinzaglio", la Germania di Hitler è subito entrata nel circolo delle grandi potenze ed hanno iniziato a parlare con essa da pari a pari!
Le democrazie occidentali non avevano trascurato il fatto che Hitler aveva da molto tempo sollecitato i tedeschi a marciare verso Est per conquistare le risorse e lo "spazio vitale." Con la firma del "Patto a quattro", il fuhrer del Terzo Reich non solo ottenne un grande successo diplomatico, ma guadagnò il "Drang nach Osten" ("Spinta verso Est") verso "le vaste distese della Russia", piano coerente con gli interessi di Londra e Parigi. Proprio loro spinsero i nazisti in questa direzione! È interessante notare che, demonizzando il "Patto Molotov-Ribbentrop", l'Occidente mette in secondo piano il "Patto a quattro", che ha dato il via alla politica di "appeasement" ("accomodamento dell'aggressore") a scapito dei territori e degli interessi di Paesi terzi.
E' finito nell'oblio l'accordo navale anglo-tedesco — estremamente vantaggioso per Berlino- firmato il 18 giugno 1935 dai ministri degli Esteri di Gran Bretagna e Germania Samuel Choir e Joachim von Ribbentrop con uno scambio di note. Questa firma concesse alla Germania l'opportunità di creare una flotta tedesca pari al 35% delle forze navali del Regno Unito e dei Paesi del Commonwealth britannico e il diritto di intraprendere un ambizioso programma di costruzione di sottomarini, sconfessando di fatto il Trattato di Versailles.
Il successivo colpo alle "catene di Versailles" Hitler lo inflisse nel 1936, occupando militarmente la Renania, lasciata dalla Germania nel 1919. Londra e Parigi non reagirono. Dopodichè con la Guerra Civile Spagnola, in cui la Germania e l'Italia diedero il loro sostegno al generale Franco, la Spagna divenne il terreno dove i "superuomini" tedeschi acquisirono una preziosa esperienza di combattimento.
Chamberlain e Daladier non si sono preoccupati di aver fatto spartire a dittatori sanguinari il territorio di una democratica e pacifica Cecoslovacchia, in assenza dei capi di Stato ed in violazione della Costituzione della Repubblica Cecoslovacca. Li rendeva felici che l'Unione Sovietica non potesse venire in soccorso della Cecoslovacchia, sebbene ci avesse provato, e che in campo internazionale Mosca rimase isolata.
Giunto euforico, Chamberlain si era "dimenticato" che prima di partire per Monaco di Baviera aveva promesso alle autorità della Cecoslovacchia di tenere conto dei loro interessi. In realtà ha ricordato né più né meno come avevano ricordato le loro promesse al presidente ucraino Viktor Yanukovych i ministri degli Esteri di Germania, Francia e Polonia nel mese di febbraio 2014. Dopodichè Chamberlain non si dimenticò il 30 settembre di firmare con Hitler un patto di non aggressione. Secondo lo storico Oleg Rzheshevsky, come l'accordo analogo tra Parigi e Berlino del 6 dicembre 1938, entrambi "erano essenzialmente dei patti di non aggressione."
Dopo le grandi potenze, hanno firmato con la Germania patti di non aggressione anche Danimarca, Lituania, Lettonia ed Estonia. È interessante notare che gli stessi paesi baltici non rinnegano di aver firmato patti di non belligeranza con la Germania nazista.
Nel settembre 2013 i patti di Monaco e l'accordo "Chamberlain-Hitler" hanno compiuto 75 anni. I motivi per cui la ricorrenza è stata ignorata dall'Occidente e dalla sua "quinta colonna" in Russia sono chiari. Più difficile da capire, perché l'evento più determinante nel cammino verso la Seconda Guerra Mondiale sia stato ignorato da quasi tutti i media nazionali… Ai colleghi smemorati ricordo che contro la Russia si conduce una guerra psicologica di massa e implacabile e continuare a fare concessioni all'Occidente nel terreno storico del fronte dell'informazione è più che un errore.
La trave e il fuscello
E' importante capire che nell'agosto 1939, il discorso non riguardava la spartizione della Polonia, dell'Europa o del mondo tra l'Urss e la Germania, ma piuttosto dove dopo l'inevitabile sconfitta della Polonia Hitler avesse mosso le sue orde: ad Est o ad Ovest. Si può avere qualsiasi giudizio su Stalin e sulla sua politica interna, ma non si può non ammettere che sia stato spinto in un angolo ed abbia fatto la scelta giusta. Inoltre ha battuto gli arroganti e troppo sicuri di sé inglesi, vincitori più volte di battaglie diplomatiche. Concludendo l'accordo con la Germania, Stalin ha fatto assaggiare a Parigi e Londra il frutto amaro della politica di "appeasement", ha guadagnato tempo per prepararsi alla resa dei conti finale con la Germania ed ha evitato al Paese la minaccia di una guerra su due fronti: era appena scoppiato il conflitto di confine sovietico-giapponese ed era in corso la battaglia di Khalkhin Gol.
"Il patto sovietico- tedesco non era un'alleanza, è stato solo un reciproco scambio di promesse di non aggressione e neutralità… In Occidente è stato fatto clamore sui crimini della Russia sovietica, che ha firmato un patto con la potenza fascista. E' stato difficile capire al contrario le accuse dei politici britannici e francesi che attivamente avevano contribuito alla divisione della Cecoslovacchia ed avevano anche cercato un nuovo accordo con la Germania a spese della Polonia,"- osserva lo storico britannico Alan John Percivale Taylor.
Il 31 agosto 1939 si svolse la sessione straordinaria del Soviet Supremo dell'Urss. Nel suo intervento il presidente dei Commissari del Popolo dell'Urss e Commissario del Popolo per gli Affari Esteri Vyacheslav Molotov disse:
"Il patto di non aggressione tra la Germania e l'URSS è un punto di svolta nella storia d'Europa, e non solo in Europa… Questo accordo, così come i naufragati negoziati anglo-franco-sovietici, dimostrano che è ormai impossibile affrontare le questioni importanti in Europa orientale senza il coinvolgimento attivo dell'Unione Sovietica e che qualsiasi tentativo di aggirare l'Unione Sovietica e di risolvere tali questioni dietro l'Unione Sovietica è destinato al fallimento."
L'Urss, emarginata dall'Occidente nella soluzione della crisi cecoslovacca, un anno dopo tornò sulla scena mondiale, diventando uno dei principali protagonisti. Fu un successo sensazionale della diplomazia sovietica. C'è ragione di pensare che non valga la pena ricordare il 23 agosto nel calendario storico della Russia. Naturalmente, questa idea provocherà un acceso dibattito. Indiscutibilmente si tratta di altro: 75 anni fa le autorità sovietiche non hanno fatto nulla di cui dovremmo vergognarci o pentirci.
Oleg Nazarov, Dottore in Scienze Storiche e membro del Club Zinoviev per l'agenzia russa di stampa internazionale "Rossiya Segodnya"
“Miniature dal mondo. A Venezia il mecenatismo alla Benetton”. Troneggia così sulla Home Page di Repubblica l’ennesima marchetta dedicata alle iniziative filantropiche di questa famiglia di “imprenditori illuminati”, già padroni di autostrade e aeroporti (ad essi regalati, anzi “privatizzati”, dal PD) e, quindi, padroni del Gruppo editoriale Espresso-La Repubblica. Della mostra e del servilismo dei Maître à penser del PD verso i Benetton non credo valga la pena di parlarne, non così di un’altra notizia riguardante (passata quasi sotto silenzio): Benetton è l’unico dei grandi marchi a non aver ancora versato nemmeno un dollaro al fondo ONU per risarcire le vittime del Rana Plaza. Rana Plaza? Chi se lo ricorda più? Nell’aprile 2013 morirono 1.100 operai, seppelliti nel crollo di una fabbrica. Una fabbrica, come tante, fatiscente posta nel Bangla Desh. Dove, per un dollaro l’ora realizzavano magliette per conto dei Benetton. Ricordatelo la prossima volta che vi comprate una maglietta, o Repubblica.
Francesco Santoianni
http://pecorarossa.tumblr.com/post/127800141934/la-prossima-volta-che-vi-comprate-una-maglietta
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58980
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/59178
www.resistenze.org - popoli resistenti - spagna - 30-09-14 - n. 513
Partito Comunista del Popolo di Catalogna (PCPC) | pcpc.cat
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
27/09/2014
Il Partito Comunista del Popolo di Catalogna, nel quadro della Conferenza Nazionale sulla questione nazionale e del cosiddetto processo "sovranista", prende posizione davanti alla consultazione convocata per il prossimo 9 novembre dalla maggioranza delle forze politiche del Parlamento catalano.
In primo luogo, il PCPC ribadisce che ha sempre difeso e sempre difenderà il diritto del popolo di Catalogna all'autodeterminazione, in virtù del carattere nazionale della Catalogna e pertanto del carattere di soggetto politico del popolo catalano.
In secondo luogo, il PCPC intende che il diritto all'autodeterminazione della Catalogna non è un diritto meramente formale, e che il suo esercizio non deve avere restrizioni politiche e temporali, e che pertanto, questo diritto include la capacità del popolo di Catalogna a rendersi indipendente dallo Stato spagnolo.
In terzo luogo, il PCPC chiama la classe operaia catalana a partecipare alla consultazione.
Infine, il PCPC, davanti al doppio quesito referendario e in generale davanti a tutto il processo sovranista, considera che esso sia funzione degli interessi della borghesia catalana al fine di far partecipare la Catalogna al polo imperialista europeo e alla NATO. La classe operaia catalana non ha nulla da guadagnare sotto il progetto della borghesia e dell'imperialismo, e pertanto chiama durante l'esercizio di voto in segno di protesta a introdurre schede che manifestino il rifiuto all'UE e alla NATO.
Nel capitalismo, all'interno delle strutture economiche, politiche e militari dell'imperialismo europeo e nord-americano non c'è sovranità. Non possiamo parlare di una Catalogna sovrana sotto lo stivale dell'imperialismo.
La classe operaia catalana dietro le bandiere della borghesia, non troverà altro che miseria, guerra e sfruttamento.
Il Partito Comunista del Popolo di Catalogna chiama tutti i lavoratori e lavoratrici della Catalogna a non lasciarsi ingannare dal nazionalismo spagnolo e catalano. C'è solo una classe internazionale e la classe operaia catalana troverà la libertà e la sovranità solo nel Socialismo ed esercitando l'internazionalismo proletario, archiviando il capitalismo nel passato.