Informazione

(francais / russkij / italiano)

La Serbia con i piedi in più staffe

1) 5/9/2014: La Serbie participe pour la première fois à un sommet de l’OTAN
2) 10/9/2014: Vucic e Li: Summit di 15 leaders dei Paesi dell’Europa centrale e orientale sarà tenuto a Belgrado
3) 10/9/2014: Depardieu elogia il “no” della Serbia alle sanzioni contro Russia
4) 10/9/2014: AMBASCIATORE U.S.A. CONTESTA DURAMENTE EVENTUALE INVITO DI PUTIN A BELGRADO
5) 19/9/2014: Gasic e Cepurin: legami tra Serbia e Russia si stanno rafforzando


Vedi anche:

Volontari serbi in Ucraina: chi sono? (Dragan Janjić | Belgrado 22 agosto 2014)

Посол США в Сербии не хочет видеть Путина в Белграде (18.09.2014 | Источник: Правда.Ру)


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http://balkans.courriers.info/article25504.html

Newport : la Serbie participe pour la première fois à un sommet de l’OTAN

B92, vendredi 5 septembre 2014
Traduit par Jacqueline Dérens

C’est une grande première : la Serbie sera représentée par son ministre de la Défense au Sommet de l’Otan qui s’ouvre ce vendredi à Newport, au Pays de Galles. Enjeu officiel : la participation de la Serbie aux missions de paix internationales, mais la question des relations avec la Russie est bien sûr dans tous les esprits...

Le ministre serbe de la Défense Bratislav Gašić dirigera la délégation serbe au sommet de l’Otan, qui se tient ces 5 et 6 septembre à Newport, au Pays de Galles. La Serbie sera représentée au même titre que les 24 pays « partenaires » qui se consacreront à l’examen des capacités et initiatives inter-opérationnelles pour les années 2014-2015.
Selon le ministre, cette participation est très importante car l’armée serbe est activement engagée dans une réflexion sur ses capacités opérationnelles, mécanisme fondamental de l’interopérabilité pour participer aux opérations de maintien de la paix des Nations unies et de l’Union européenne. Cette participation sera également utile pour une meilleure compréhension de la future coopération entre l’Otan et ses partenaires, particulièrement de la coopération future de la Serbie et de l’Otan.
Bratislav Gašić sera le premier ministre de la Défense de Serbie à participer à un tel sommet. Parmi les questions qui seront abordées, figurent la crise en Ukraine et les relations avec la Russie, ainsi que la situation et les conflits liés au terrorisme islamiste en Irak, Syrie, en Afrique du Nord et de l’Ouest.
Bratislav Gašić a déclaré au quotidien Danas que « les discussions tournent autour de la Russie et d’une possible intervention de l’Otan ne gênent pas la Serbie », même si celle-ci a fait le choix de ne pas appliquer de sanctions à la Russie.
Le sommet accueille les dirigeants des pays membres de l’Alliance atlantique ainsi que les représentants des pays qui souhaitent rejoindre l’OTAN, et les pays membres du Partenariat pour la Paix.


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da www.glassrbije/italiano

Vucic e Li: Summit di 15 leaders dei Paesi dell’Europa centrale e orientale sarà tenuto a Belgrado

10. 09. 2014. – Il summit di 16 leaders dei Paesi dell’Europa centrale e orientale sarà tenuto a dicembre a Belgrado. La riunione sarà organizzata dalla Serbia e la Cina, hanno annunciato i premier serbo e cinese Aleksandar Vucic e Li Keciang a Tjendjin, dove il premier serbo partecipa al forum economico mondiale. Vucic ha detto che durante il summit sarà inaugurato il ponte Zemun-Borca sul Danubio. La visita di Li Keciang sarà la prima visita di un premier cinese in Serbia dall’anno 1986. La Serbia sta diventando un Paese importante. Grazie alla sua politica indipendente e responsabile Belgrado ha rafforzato i rapporti con i Paesi più grandi, come la Cina, ha detto Vucic. Questo vuol dire che la Serbia si trova su una strada migliore rispetto a quella che seguiva nel periodo precedente. La nostra amicizia con la Cina è più forte che mai. Nel nostro Paese saranno ottenuti risultati importanti nel periodo futuro, ha detto Vucic. Il premier cinese Li Keciang ha accettato l’invito dell’omologo serbo di visitare Belgrado. Egli ha sottolineato che la Cina e la Serbia sono buoni amici e i partners strategici. La Serbia è il primo Paese nell’Europa sud-orientale con il quale la Cina ha siglato l’accordo sull’instaurazione della partnership strategica, ha ricordato Li Keciang. I due premier hano parlato a Tjendjin dell’approfondimento dei rapporti bilaterali tra i due Stati, la realizzazione dei progetti comuni nelle infrastrutture e gli investimenti delle compagnie cinesi in Serbia. Vucic e Keciang hanno raggiunto l’accoro che a dicembre sigleranno l’accordo con l’omologo ungherese Viktor Orban sulla costruzione della via ferroviaria ad alta velocità Belgrado – Budapest. Il premier serbo Aleksandar Vucic ha iniziato la sua visita ufficiale in Cina con i colloqui con i rappresentanti delle compagnie e le banche cinesi che hanno dimostrato l’interesse per gli investimenti in Serbia. Il premier e la delegazine serba hanno parlato con gli imprenditori cinesi dello sviluppo delle telecomunicazioni in Serbia, l’eventuale collaborazione delle compagnie cinesi con la Telekom Serbia, i progetti e gli investimenti nel settore dell’energia, la zona industriale Stublenica vicino Ub e la centrale termolettrica Kolubara. Dopo i colloqui il premier Aleksandar Vucic ha detto che le ditte cinesi costruiscono la maggior parte delle strade in Serbia. Abbiamo parlato della costruzione della via ferroviaria per la velocità di 300 chilometri all’ora. Quella via ferroviaria sarà costruita in meno di tre anni. Abbiamo chiesto che siano esaminate molte possibilità, includendo la partnership pubblica delle aziende private e le concessioni, ha detto Vucic.


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da www.viedellest

Russia, Europa - 10 settembre 2014

Depardieu elogia il “no” della Serbia alle sanzioni contro Russia

Gerard Depardieu, l'attore francese che da un anno e mezzo ha la cittadinanza russa, durante una visita a Belgrado nei giorni scorsi si è detto orgoglioso che la Serbia non abbia imposto le sanzioni alla Russia sulla crisi ucraina, affermando che la vita è troppo bella per sprecarla in conflitti. "Sono fiero che la Serbia non abbia seguito l'Unione europea sul blocco della Russia e sull'imposizione di sanzioni. Una decisione che mi ha impressionato, poiché con essa voi avete dato prova di saggezza ma anche di risolutezza e umanità", ha detto Depardieu ai giornalisti al termine di un colloquio con il premier serbo Aleksandar Vucic. Belgrado, che negozia con Bruxelles l'adesione all'Unione ma che è storicamente una stretta alleata di Mosca, ha resistito finora alle crescenti pressioni della Ue per l'imposizione di sanzioni alla Federazione russa, accusata dall'Occidente della crisi in Ucraina. E sul conflitto fra Mosca e Kiev, l'attore ha preso chiaramente le difese di Vladimir Putin, un politico a suo avviso "estremamente intelligente e umano", che "mai si è detto favorevole alla guerra". Alla domanda sui motivi della sua visita a Belgrado, Gerard Depardieu ha detto di essere interessato a conoscere la cultura della Serbia", da lui definita "un piccolo grande Paese". "Io sono un artista e sono interessato alla cultura, a tutte le culture del mondo. Non sono venuto qui a chiedere alcunché, ad eccezione di conoscere la gente", ha detto l'attore, che si è definito un "cittadino del mondo". "La vita è troppo bella. Non sono obbligato a essere cittadino francese, sono felice di essere cittadino russo, ma sono ancora più felice di essere cittadino del mondo", ha aggiunto. Depardieu ottenne il passaporto russo all'inizio del 2013 dopo una polemica con Parigi seguita alla sua decisione di lasciare la Francia per protestare contro un progetto del presidente Francois Hollande di tassare al 75% i redditi più alti. Depardieu, che lo scorso anno aveva visitato il Montenegro divenendo ambasciatore della cultura montenegrina, ha incontrato a Belgrado anche il ministro della cultura Ivan Tasovac e il sindaco della capitale Sinisa Mali, in compagnia dei quali ha visitato la Cineteca Jugoslava, la Filarmonica di Belgrado e il quartiere bohemien di Skadarlja. Alla Cineteca ha ricevuto il “Sigillo d'oro”, un’onorificenza che l'istituzione belgradese conferisce alle celebrità del cinema che si recano a visitarla.


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Vucic: aspettiamo Putin, Kirby e’ un amico della Serbia

19. 09. 2014. – Il premier serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato che non e’ stato ancora confermato che il Presidente della Russia Vladimir Putin arrivera’ in Serbia. Belgrado non cambiera’ la sua decisione che non imporra’ le sanzioni economiche contro la Russia. Supponiamo che il Presidente russo arrivera’ in Serbia, ha dichiarato Vucic alla TV di Stato. Alla domanda del giornalista di commentare la dichiarazione dell’ambasciatore statunitense a Belgrado Michael Kirby che non sono chiari i motivi della visita di Putin a Belgrado, Vucic ha detto che Kirby e’ un uomo educato e responsabile e un amico della Serbia. Penso che Kirby avesse buone intenzioni, ha detto Vucic. Michael Kirby ha detto ieri, nell’intervista rilasciata al quotidiano Vecernje novosti che i rapporti tra la Serbia e gli Stati Uniti sono molto buoni, ed ha posto la questione: Perche’ il Presidente della Russia Vladimir Putin arrivera’ in Serbia? Potete avere buoni rapporti con la Russia, la Cina e gli Stati Uniti. La posizione statunitense sulle visite dei rappresentanti della Cina e la Russia non e’ uguale. I cinesi, a differenza dei russi, non hanno attaccato nessuno, ha detto Kirby

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L'Ambasciatore degli Stati Uniti ha provocato uno scandalo a Belgrado


21 settembre 2014

L’Ambasciatore degli Stati Uniti a Belgrado Michael Kirby ha causato uno scandalo politico in un'intervista con i media locali, praticamente ha affermato chi e quando la leadership di Serbia possa invitare nel proprio paese. L’irritazione del diplomatico è stata provocata da una possibile visita in Serbia del Presidente russo Vladimir Putin. Il Capo di stato russo ha programmato una visita ufficiale per la celebrazione del 70° anniversario della liberazione di Belgrado. Kirby ha dichiarato che la Serbia farebbe meglio ad invitare il leader ucraino.

Tutto è iniziato con un'intervista all’Ambasciatore americano in Serbia Michael Kirby da parte di uno dei giornali più influenti di Belgrado. Il corrispondente di "Vechernij Novostej" Daniela Milinkovic ha in merito alla pressione dei paesi occidentali a causa della riluttanza della Serbija a imporre sanzioni contro la Russia e l'entrata nella NATO e, casualmente, ha chiesto ciò che pensava l'ambasciatore di una possibile visita a Belgrado del Presidente russo.
"Se è programmato per il 70° anniversario della liberazione della Serbia dai nazisti, perché viene lui e non viene invitata l'Ucraina?" ha detto l'ambasciatore.
“Se volete il mio parere questo è in contrasto con i principi della diplomazia" ha detto il vice direttore del quotidiano "Vechernij Novostej” Milan Babovic.
Così è sembrato anche ai lettori del giornale. 600 commenti arrabbiati in una notte: gli Stati Uniti ancora una volta decidono ciò che per la Serbia è buono e ciò che non lo è.
I belgradesi si rammaricano che lo storico di formazione, laureato alla University of Pennsylvania, signor Kirby, a quanto pare abbi saltato le lezioni di storia sulla Seconda Guerra Mondiale: per questo non sa che non è mai esistita una terza armata ucraina alla quale ha attribuito il merito della liberazione di Belgrado.
"Il signor Kirby è un vero amico della Serbia, non ha fatto nulla di male. Ha avuto torto in una sola cosa quando ha citato il fronte della terza armata ucraina. L’errore è che la parola "Ucraina" non implica la composizione etnica dei soldati ma la posizione geografica. E noi sappiamo che Tolbuchin, uno dei primi ad entrare in Belgrado, era un maresciallo russo" ha detto il Primo Ministro della Serbia Aleksander Vucic.
E Vucic ha aggiunto: la Serbia non ha a che fare con la dichiarazione di Kirby - ovviamente, il messaggio era per la Russia. Nell’intervista abbiamo appreso la necessità di invitare i leader di alcuni dei leader delle "12 ex repubbliche sovietiche" ha detto l'ambasciatore e non abbiamo appurato quali e non abbiamo tratto alcuna conclusione.
Ufficialmente sulla possibile visita in Serbia della leadership russa il 20 ottobre, sinora, tra l'altro, non è stata confermata. Ma sulla strada principale pedonale di Belgrado i preparativi sembrano iniziati.
Una nativa del Kosovo occidentale Mileva Spasic racconta: le magliette vanno a 50 pezzi la settimana, ma se il tanto atteso ospite arriva la vendita potrà essere facilmente aumentata.
Al centro di Belgrado, vicino al palazzo presidenziale, al Parlamento e al Municipio, nel luogo dove un tempo ospitava l'Ambasciata dell'Impero russo, si stanno preparando ad erigere un monumento in Serbia al più amato imperatore russo - Nicola II. E il completamento è programmato per metà ottobre.

 



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Gasic e Cepurin: legami tra Serbia e Russia si stanno rafforzando

19. 09. 2014. - 19:33 -- MRS

Il Ministrro della Difesa della Serbia Bratislav Gasic e l’ambasciatore della Russia a Belgrado Aleksandar Cepurin hanno detto a Belgrado che i rapporti tra i due Stati sono amichevoli e che la loro collaborazione nel settore della difesa si sta allargando. Gasic e Cepurin hanno parlato delle questioni politiche regionali e globali. Il ministro serbo ha ribadito che la posizione di principio di Belgrado è che l’integrità territoriale di ogni Paese membro delle Nazioni Unite deve essere rispettato, ed ha ringraziato le autorità russe della difesa dell’integrità territoriale della Serbia e la sua sovranità in Kosovo e della loro opinione che tutte le questioni che riguardano il Kosovo devono essere risolte in modo pacifico, tramite dialogo di tutte le parti interessate. La Serbia continuerà a condurre la politica della neutralità militare e a collaborare con i Paesi dell’Oriente e l’Occidente. L’esercito serbo si sta preparando per la visita del capo di Stato maggiore delle forze militari della Russia il generale dell’armata Valerij Gerasimov, il quale parteciperà alla celebrazione del settantesimo anniversario della liberazione di Belgrado nella Seconda guerra mondiale, ha dichiarato il Ministrro della Difesa della Serbia Bratislav Gasic



(english / francais / srpskohrvatski / italiano)

Handzar and Skanderbeg reloaded

1) HAIL ISLAM! In Sangiaccato sfilano una trentina di giovani con le uniformi ed il "fez" dei reparti musulmani delle "SS" (9 settembre 2014)
2) Ennio Remondino: I ‘nazi-islamisti’, eredità sporca dei Balcani  (10 settembre 2014)
3) Kosovo: ARRESTATO IL CAPO RELIGIOSO DELLA GRANDE MOSCHEA DI PRISTINA. Reclutava per l'ISIS  (19 settembre 2014)
4) FLASHBACKS 2005--2010: 
- 2005: Ex uomo di Al Qaida denuncia crimini di guerra musulmani in Bosnia 
- 2007: Sgominato in Sangiaccato il gruppo terroristico dei Vehabija / Révélations au TPIY : en Bosnie les Mujahedins étaient bien sous les ordres de Sarajevo
- 2008: 'Militant Islam' trial in Serbia
- 2010: Ambasadorka SAD u Novom Pazaru [Finanziamenti degli USA ai sangiacchesi per tramite USAID]


Vedi anche: 

INCHIESTA SULL'ISIS di Redazione Sibialiria
i. Siria: ribelle “buono”, ribelle “cattivo” (29/8/2014)
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2668
ii. La coalizione dei colpevoli. La madre (e i padrini) di tutte le Al Qaede – e alleati di ferro dell’Italia… (19/9/2014)
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2687

LA "TRASVERSALE VERDE": UN PO' DI STORIA
A cura del Coordinamento Romano per la Jugoslavia, 1998
http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra/CRJ/GEOPO/storia_zetra.html

I CROCIATI E GLI ASSASSINI
Evidentemente il terrorismo islamista nei Balcani andava bene finché tagliavano le teste ai Serbi, adesso non va più bene…
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8102


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http://italintermedia.globalist.it/Detail_News_Display?ID=73974&typeb=0

Hail Islam

Novi Pazar, nel Sangiaccato, un "imam" estremista fa sfilare una trentina di giovani con le uniformi ed il "fez" dei reparti musulmani delle "SS" che seminarono morte in Bosnia e Kosovo

martedì 9 settembre 2014

Nel capoluogo del Sangiaccato, regione del Sud della Serbia a maggioranza musulmana, la ricorrenza dell' "Hadzet", ovvero dei processi e delle fucilazioni avvenute settant'anni fa nei riguardi dei musulmani che avevano collaborato con i nazisti ha dato vita ad una esibizione sconcertante: nel centro di Novi Pazar ha sfilato nel gelo generale una trentina di giovani che indossavano la divisa grigia il ed "fez" rosso dei reparti musulmani delle "SS".

La vergognosa iniziativa si deve ancora una volta a Muamer Zukorlic, discusso leader di un gruppo islamico di minoranza. la comunità islamica di Serbia (Izus) che da anni tenta di farsi spazio con posizioni sempre più estremiste.

Quella dei battaglioni musulmani delle "SS" è una delle pagine più buie della seconda guerra mondiale nei Balcani: a seguire la via della collaborazione con nazismo in chiave anti ebraica indicata per primo dal "Muftì" di Gerusalemme, dopo diverse migliaia di palestinesi furono i musulmani bosniaci ed infine quelli kosovari. I primi si aggregarono ai resti della divisione "Prinz Eugen" reduce dalla Russia formando la divisione "Hamdja", che per un anno e mezzo semino' morte. I kosovari riuscirono a massacrare solo per otto mesi, durante i quali la divisione "Skanderbeg" uccise però quasi 60mila fra serbi e "rom".

Questa storia di eccidi per gli estremisti islamici di Zukorlic oggi è qualcosa di cui gloriarsi, anche se la manifestazione di Novi Pazar finora é riuscita a creare soltanto stupore. Meho Omerovic, deputato al Parlamento bosniaco e presidente cel comitato per i diritti umani oltre che della commissione per la sicurezza, si dice "scioccato dall'assenza di reazioni da parte del governo di Sarajevo: non si può accettare il fatto che tutti restino in silenzio di fronte al riapparire delle divise delle "SS",che collaborarono con gli occupanti in imprese cos' sanguinose". La critica coinvolge anche Rasim Ljajic, ministro di Serbie e massimo esponente del partito islamico che fa parte del governo (SDPS).

Quest'ultimo si limita a definirsi stupefatto: " Organizzando gli eventi come la celebrazione dell "Hadzet " portando giovani in uniforme nazista nel centro di Novi Pazar, Zukorlic sta cercando soltanto di attirare l'attenzione dei media e di imporsi come negoziatore nei confronti del governo. Il suo messaggio equivale a un ricatto: Zukorlic manda a dire che non creerà problemi se ottiene certe concessionie la cosa peggiore é che per fare questo coinvolge giovani musulmani abusando delle loro coscienze. Dopo manifestazioni simili che avrà il coraggio di investire nel Sangiaccato?".


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http://www.remocontro.it/2014/09/10/i-nazi-islamisti-eredita-sporca-dei-balcani/

10 settembre 2014

I ‘nazi-islamisti’ eredità sporca dei Balcani

Sangiaccato, terra di popolazione slavo musulmana tra Serbia e Montenegro, eredità dell'Impero Ottomano

Novi Pazar, nel Sangiaccato serbo, un Imam estremista fa sfilare una trentina di giovani con le uniformi ed il ‘fez’ dei reparti musulmani delle ‘SS’ che seminarono morte in Bosnia e in Kosovo. Memorie dimenticate della ‘Hamdja division SS’ bosniaca, e della ‘Skanderbeg SS’ kosovaro albanese


Novi Pazar, capoluogo del Sangiaccato, Sud della Serbia che raggiunge il Montenegro, regione a maggioranza musulmana. Nella ricorrenza dell’ «Hadzet», la data dei processi e delle fucilazioni, settant’anni fa, dei musulmani che avevano collaborato con i nazisti s’è scatenata una esibizione sconcertante di Nazi-islamismo. Nel centro della città serba hanno sfilato una trentina di giovani che indossavano la divisa grigia il fez rosso dei reparti musulmani delle ‘SS’. Nuova iniziativa di Muamer Zukorlic, discusso leader di un gruppo islamico estremista che guarda al Califfato di IS.

Quella dei battaglioni musulmani delle ‘SS’ è una delle pagine più buie della seconda guerra mondiale nei Balcani. A seguire la via della collaborazione con nazismo in chiave anti ebraica indicata dal ‘Muftì’ di Gerusalemme, furono una parte dei musulmani bosniaci ed infine di quelli kosovari. I primi si aggregarono ai resti della divisione “Prinz Eugen” reduce dalla Russia formando la divisione “Hamdja”, che per un anno e mezzo seminò morte. Kosovari e albanesi si Albania furono operativi solo per otto mesi ma riuscirono a dar memoria truce al reparto di collaborazionisti.
 
La ‘Waffen-Gebirgs-Division der SS Skanderbeg’ fu costituita nel 1944 soprattutto con volontari albanesi dal Kosovo e dall’Albania a cui furono aggregati qualche centinaia di marinai provenienti dagli esuberi della Kriegsmarine. Una avventura poco gloriosa da tutti i punti di vista. Costituita come forza da impegnare nella lotta contro i partigiani, la ‘Division der Skanderbeg’ fu rapidamente sciolta per il gran numero di diserzioni: più di 3.500 soldati in soli due mesi, sui 6.500 arruolati. ne decretarono lo scioglimento. Non prima di aver massacrato quasi 60 mila fra serbi  e rom.

Una storia quasi rimossa di eccidi -riporta Italintermedia- che per alcuni estremisti islamici dei Balcani è oggi qualcosa di cui gloriarsi, anche se la manifestazione di Novi Pazar finora é riuscita a creare solo stupore. Come l’assenza di reazioni all’episodio da parte del governo di Sarajevo, dove le prime milizie jihadiste vicine ad al Qaeda arrivarono nel 1992 a sostenere la guerra civile interna. Memoria labile ed episodi di adesione all’estremismo jihadista del Califfato che si ripetono, senza che le autorità locali oltre il territorio di Serbia e Montenegro, diano segnale di seria attenzione.
 
Altre Fonti : Italintermedia

Ennio Remondino
giornalista, già corrispondente estero Rai e inviato di guerra


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http://www.lastampa.it/2014/09/19/esteri/kosovo-arrestato-limam-che-reclutava-jihadisti-wNa123zPGt7QiVrIjWlEFO/pagina.html

19/09/2014

Kosovo, arrestato l’imam che reclutava jihadisti


Blitz a Pristina contro i seguaci del Califfo Ibrahim dello Stato islamico (Isis). A finire in manette sono stati 15 militanti di Isis: 9 di loro sono imam delle moschee della città

MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME
Blitz a Pristina contro i jihadisti kosovari seguaci del Califfo Ibrahim dello Stato islamico (Isis). A finire in manette nella capitale del piccolo Stato balcanico sono stati 15 militanti di Isis e la maggiore sorpresa è che 9 di loro sono imam delle moschee della città. Costituivano la spina dorsale di un network che ha fatto arrivare in Siria e Iraq almeno 200 volontari locali per Isis, circa 20 dei quali sono morti in combattimento.  

 

Fra i personaggi più noti accusati di “terrorismo” c’è Shefqet Krasniqi, capo religioso della Grande Moschea di Pristina, accusato di aver sfruttato la propria autorità religiosa per aver attirato “centinaia di reclute da più Paesi europei per spingerle a trasferirsi in Siria ed Iraq al fine di battersi a favore del Califfato”. In manette anche Fuad Raqimi, leader islamico del Kosovo, catturato mentre era nella sua casa.  

 

Lo scorso mese le forze di sicurezza di Pristina avevano già catturato 40 seguaci e fiancheggiatori dello “Stato Islamico” in Kosovo e gli arresti avvenuti ora disegnano la presenza di un network assai vasto sul territorio del Kosovo, che deve la propria indipendenza alla campagna aerea condotta dalla Nato nel 1999 contro l’ex Federazione Jugoslava guidata da Slobodan Milosevic.


=== 4: FLASHBACKS ===

Fonte: LA   NEWSLETTER   DI   MISTERI   D'ITALIA
Anno 6 - n. 99    13 aprile 2005

EX JUGOSLAVIA: EX UOMO DI AL QAIDA
DENUNCIA CRIMINI DI GUERRA MUSULMANI

Ali Hammad, un ex membro della rete terroristica di Al-Qaeda, che ha combattuto a fianco dei musulmani in Bosnia durante la guerra civile del 1992-1995, ha descritto in una lettera aperta al quotidiano serbo-bosniaco Glas Srpske i crimini contro i civili commessi dalla sua unità di mujahedin.

Hammad, che sta scontando 12 anni di prigione nella città bosniaca di Zenica, ha tra l'altro descritto l'attacco al villaggio croato di Guca Gora, dove la sua unità ha combattuto contro le forze internazionali (UNPROFOR): "Quando le forze internazionali si sono rese conto di trovarsi di fronte a dei mujahedin si sono ritirate, lasciando i civili alla mercè di soldati giunti in Bosnia per combattere una guerra santa, una jihad", ha ricordato Hammad, raccontando inoltre che 20 civili croati di Guca Gora sono stati prelevati ed uccisi e tra di loro c'era un ragazzino di 14 anni.

Hammad ha descritto il modo in cui i mujahedin hanno ucciso un civile serbo nel loro campo di Orasac, tagliandogli la testa con un coltello da cucina. Hanno assistito alla scena anche quattro civili serbi che sono riusciti a salvarsi.

Nella sua lettera, Hammad ha detto di essere pronto a testimoniare di fronte al Tribunale dell'Aja per i crimini di Guerra nell'ex Jugoslavia, al processo all'ex comandante dell'esercito bosniaco Rasim Delic il quale, annunciando che si consegnerà al Tribunale la prossima settimana, ha negato qualunque suo coinvolgimento nei crimini commessi dai mujahedin, dicendo che non erano sotto il suo diretto controllo.

I bosniaci serbi e croati, inclusi alcuni servizi di intelligence stranieri, hanno sostenuto per anni che migliaia di mercenari stranieri provenienti dai paesi islamici avevano combattuto a fianco dei musulmani locali, ma le autorità bosniache avevano sempre smentito queste informazioni.

Nella lettera Hammad ha spiegato di essere stato mandato in Bosnia come funzionario di Al-Qaeda, "dopo aver fatto esperienza" in Afghanistan, ma di essere diventato uno strenuo oppositore del terrorismo dopo aver assistito agli orrendi crimini perpetrati in Bosnia e dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Ha rivelato che il suo quartier generale si trovava vicino al villaggio di Bijela Buca, vicino la città di Travnik, dove i mujahedin hanno rapito e ucciso due stranieri che credevano giornalisti britannici.

Nella lettera Hammad ha indicato le iniziali di sei combattenti mujahedin che avrebbero commesso questo crimine: due algerini, un saudita, un libico, un tunisino e un egiziano.

Fonte: AKI

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Serbie : sanglant affrontement entre la police et les wahhabites dans le Sandjak (B92, 20 avril 2007)

Des affrontements entre la police et des militants wahhabites ont éclaté très tôt ce matin dans le village de Donja Trnova, près de Novi Pazar. Le chef supposé du groupe wahhabite a été tué, deux autres personnes blessées, dont un policier. Il y a un mois, un camp d’entraînement du groupe wahhabite avait été démantelé par la police et cinq personnes arrêtées… 

http://balkans.courriers.info/article8147.html

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Vesti Radio Beograda, 21.april 2007. sa www.radioyu.org

A Novi Pazar oggi si sono svolti i funerali di Ismail Prentic, ucciso ieri negli scontri con i membri dell’unità speciale del Ministero dell’interno della Serbia. Secondo il comunicato del Ministero dell’interno della Serbia, ieri mattina, alle 4 e 50, la polizia ha tentato di arrestare Prentic, identificato con “il leader del gruppo terroristico dei vehabia”. “Quando la polizia si è avvicinata alla casa, contro di loro sono stati lasciati una decina di cani, e quando i membri di polizia sono entrati nella casa sono state lanciate delle bombe ed è stato aperto il fuoco, contro di loro. Un poliziotto è rimasto ferito, ha comunicato la polizia. Rispondendo all’attacco, la polizia ha aperto il fuoco, e in quell’occasione è stato ucciso Ismail Prentic, ed è stato ferito Senad Ramovic, mentre l’illeso Safet Becirovic è stato arrestato.

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Nouvelles révélations au TPIY : les mujahedins étaient bien sous les ordres de Sarajevo

BIRN, 7 septembre 2007 - Un ancien membre d’al-Qaïda ayant combattu pendant la guerre en Bosnie aux côtés de l’armée de Bosnie-Herzégovine affirme que le commandement bosnien n’a pas seulement fermé les yeux sur les opérations de nettoyage et autres crimes commis par les mujahedins, mais les auraient en fait commandées et activement soutenues…

http://balkans.courriers.info/article8815.html

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http://news.bbc.co.uk/go/pr/fr/-/2/hi/europe/7188190.stm

'Militant Islam' trial in Serbia

BBC World, 2008/01/14 - A group of alleged [SIC] militant Islamists has gone on trial in Belgrade, Serbia, accused of terrorism offences.
The 15 men are charged with running terrorist training camps and plotting assassinations inside Serbia.
Most of them were arrested last year near Novi Pazar, the main town in the southern region of Sandzak, where there is a Muslim majority.
Prosecutors say the group was planning to attack a police station and murder a Muslim cleric.
Prosecutor Jovica Jovanovic said the defendants had close ties with fellow Islamists in neighbouring countries, as well as Saudi Arabia and Austria.
It is alleged that the men were planning to kill Muarem Zukorlic, a local Muslim cleric, who they believed was an American spy.
So far, the only defendant asked to plead has denied the charges.
Police said that in raids carried out last year they discovered a mountain cave, used as a terrorist training ground, that was packed with plastic explosives, masks and machine guns.
The defendants are believed to be followers of the radical Wahhabite sect of Islam.

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Ambasadorka SAD u Novom Pazaru [Finanziamenti degli USA ai sangiacchesi per tramite USAID]

09. jul 2010. 11:43 (Izvor: Beta / Glassrbije.org)

Ambasadorka SAD u Srbiji Meri Vorlik razgovarala je u Novom Pazaru sa predstavnicima poslovne zajednice i privrednicima koji uc(estvuju u USAID Programu jac(anja ekonomske sigurnosti (PPES). Vorlik se sa novopazarskim privrednicima sastala sa ciljem da se upozna sa rezultatima podrške koju USAID pruža preduzetnicima u tom kraju. Na sastanku je bilo rec(i i o modalitetima buduc'e saradnje na bržem ekonomskom oporavku Novog Pazara i regiona. Prema planu njenog boravka u Novom Pazaru, Vorlik c'e danas sa gradonac(elnikom Mehom Mahmutovic'em otvoriti centralnu pešac(ki zonu c(iju je izgradnju sa oko 100.000 dolara finansijski pomogao USAID.



(english / deutsch / italiano)

Pro e contro dell'indipendenza della Scozia

1) Repubblica di Crimea esprime il suo caloroso sostegno al popolo scozzese (12.9.2014)
2) La scelta della Scozia (The New Worker, 29/08/2014)
3) Das schottische Referendum (GFP, 17.09.2014)
4) The rise of separatist agitation in Europe (GFP, 30 October 2012)
5) FLASHBACK: Borderland Networks (GFP, 2010/03/19)


Also to read:

Vote No in the Scottish referendum: Fight for a Socialist Britain! (Socialist Equality Party - UK, 18 September 2014)

FLASHBACK: Separatist parties dominate Catalan election results (By Paul Mitchell / WSWS. 27 November 2012)

FLASHBACK: Catalan separatism. The Federal State - A Loss-Making Business (II - GFP, 2012/10/17)
Europa: Unione e disgregazione (DOSSIER)


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DICHIARAZIONE DEL PRESIDIUM DEL CONSIGLIO STATO DELLA REPUBBLICA DI CRIMEA



Il Presidium del Consiglio statale della Repubblica di Crimea esprime il suo caloroso sostegno al popolo scozzese alla vigilia del referendum sull'indipendenza. Si tratta di un evento significativo nella vita della Scozia da molti secoli in lotta per un proprio Stato.
 
Il 18 settembre 2014 gli scozzesi determineranno il loro destino. A poco più di un mese dall'inizio di agosto di quest'anno, secondo i sondaggi, il numero di sostenitori dell'indipendenza della Scozia è aumentato dal 35% al 51%.
 
I crimeani sostengono il diritto degli scozzesi di decidere del proprio destino, di stabilire le priorità per lo sviluppo economico e sociale del paese, a condurre una propria politica estera, ad essere un'entità indipendente sulla mappa del mondo.
 
Il referendum chiesto dai cittadini della Scozia è un diritto incontestabile della democrazia, l'unico modo legale di autodeterminazione che nessuno ha il diritto di mettere in discussione.
 
A tutt'oggi oggi ascoltiamo dai politici affermazioni irresponsabili sul separatismo della Crimea. Anche gli scozzesi hanno familiarità con questo termine - la loro strada verso il referendum vengono definite da singole personalità politiche britanniche "nazionalismo e separatismo scozzese".
 
I crimeani hanno ben compreso le parole del Primo Ministro del governo autonomo della Scozia, Alex Salmond, "Nessuno, assolutamente nessuno può governare la Scozia meglio del suo popolo che vive e lavora nella Scozia stessa".
 
Oggi nel mondo sono in atto processi di autodeterminazione da parte di molti popoli che non sono d'accordo con la politica del centro nei confronti delle regioni. La "Parata delle sovranità" in un tempo molto breve in grado di ammantare l'Europa. Questo si riferisce alla Catalogna e ai Paesi Baschi in Spagna, alla Corsica e alla Bretagna in Francia, all'Alto Adige in Italia, alla Vallonia e alle Fiandre in Belgio, alle Isole Fær Øer in Danimarca, al Cantone Giura in Svizzera, alla Transilvania in Romania.
 
Certamente la legittimità del referendum organizzato in Scozia non può essere messa in discussione. Il popolo esprimerà le loro opinioni che saranno cruciali per il futuro del Paese.
 
Il Presidium del Consiglio di Stato della Repubblica di Crimea 
 
Città di Simferopol'  
12 settembre 2014 
№ 57-6/14–ПГС


=== 2 ===

www.resistenze.org - popoli resistenti - gran bretagna - 09-09-14 - n. 510

La scelta della Scozia

The New Worker | newworker.org 
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/08/2014

La prima fase del referendum per l'indipendenza scozzese è iniziata. Chiunque viva in Scozia con 16 anni e oltre, iscritto nei registri elettorali, il 18 settembre potrà prendere parte alla votazione. Circa 700.000 scozzesi hanno ricevuto le loro schede elettorali per posta questa settimana. Il resto andrà ai seggi il 18 settembre per esprimersi sulla questione dell'indipendenza della Scozia. Se vinceranno i sì, allora si svolgeranno i colloqui per il trasferimento dei poteri da Westminster a Holyrood, il 24 marzo 2016 indicato come Giorno dell'Indipendenza scozzese.

Il dibattito ha dominato la politica interna. La campagna favorevole all'indipendenza è naturalmente guidata dal Partito nazionale scozzese che governa l'amministrazione decentrata e detiene la maggioranza nel Parlamento scozzese, mentre la piattaforma dell'opposizione Better Together, è guidata dal partito laburista che ha governato la Scozia in coalizione con liberal-democratici fino alla sconfitta nel 2007.

I nazionalisti non chiedono la fine della monarchia. I nazionalisti vogliono semplicemente riconquistare l'indipendenza che la Scozia possedeva quando divenne con l'Inghilterra, una duplice monarchia nel 17° secolo. All'epoca Scozia e Inghilterra erano governate dallo stesso monarca, con una sola unione doganale, un solo esercito unito alla fedeltà alla Corona, seguivano la stessa politica estera, ma con parlamenti separati con proprie leggi per i due regni. Ciò è continuato fino a quando la classe dirigente scozzese ha optato per un parlamento unificato e una sola Gran Bretagna nel 1707.

Nessuna delle due parti contesta il fatto che la Scozia sia una nazione e la questione concreta se gli scozzesi staranno economicamente meglio o peggio con un parlamento sovrano a Edimburgo. Anche se c'è stato un grosso dibattito, nessuna delle due parti è stata completamente aperta circa le loro motivazioni. La campagna laburista contraria all'indipendenza ha giocato sull'incertezza economica che sostengono conseguirebbe alla vittoria dei sì, ma pochi hanno pubblicamente espresso il reale timore che la perdita di circa una sessantina di seggi scozzesi potrebbe mettere a repentaglio la possibilità dei laburisti di vincere le elezioni generali nel resto della Gran Bretagna.

I nazionalisti dal canto loro presentano il quadro roseo di una terra di opportunità in un futuro indipendente, mantenendo un basso profilo sulla questione reale posta dalle sezioni della borghesia scozzese che li sostengono in quanto vedono nel Parlamento di Westminster un ostacolo ad una maggiore integrazione all'interno dell'Unione europea.

Tuttavia l'indipendenza della Scozia libererebbe la classe operaia scozzese da un governo sempre più oppressivo e invadente. Certo non significherebbe raggiungere il socialismo, ma affrancarsi da Westminster potrebbe portare alcuni benefici reali per i lavoratori scozzesi. Salmond non è un socialista: propone ulteriori riduzioni di imposta a favore delle imprese a beneficio dei capitalisti in Scozia e a spese dei lavoratori.

L'indipendenza, di per sé, non preserverà le tradizioni e la cultura nazionali, né rafforzerà il potere della classe operaia. Nell'Isola di Man e nelle Isole del Canale, le amministrazioni autonome composte da sfruttatori locali hanno presieduto la scomparsa virtuale di tutto il loro patrimonio e della cultura, mentre introducevano leggi e pratiche in materia di lavoro persino peggiori di quelle attuate dai Tories di terraferma dal 1979.

Ma l'indipendenza scozzese aprirebbe la prospettiva a un governo laburista scozzese genuinamente di sinistra. Anche in questo caso, non equivarrebbe a raggiungere il socialismo ma aumeterebbero le possibilità di riforme favorevoli alla classe operaia.

I lavoratori organizzati in Scozia - le organizzazioni sindacali - dovrebbero ancora lottare per ottenere tali riforme, ma dovrebbe essere più facile vincere che non strappare delle riforme a Westminster.

Quindi l'indipendenza non porterebbe alcun paradiso immediato in Scozia. Ma collocherebbe i lavoratori scozzesi in un posto molto migliore per lottare per reali miglioramenti e sarebbe un grave colpo per la classe dirigente britannica, per l'imperialismo britannico e per la Nato.

Il New Communist Party da tempo riconosce i diritti della nazione scozzese alla piena autodeterminazione nazionale. Sosteniamo le rivendicazioni scozzesi per il diritto di conservare e sviluppare la cultura e l'identità nazionale. Sosteniamo il diritto del popolo scozzese di possedere e controllare tutte le risorse, materiali e no, presenti sulla loro terra e nelle acque territoriali. Il New Communist Party invita tutti i suoi sostenitori scozzesi a votare affermativamente al referendum scozzese


=== 3 ===


Das schottische Referendum
 
17.09.2014
BERLIN/LONDON
 
(Eigener Bericht) - Vor dem morgigen Referendum über eine Abspaltung Schottlands debattieren Experten über eine womöglich dramatische Schwächung Großbritanniens und über einen bevorstehenden deutschen Machtzuwachs. Sollte die schottische Bevölkerung die Sezession beschließen, stünde London vor einem erheblichen Positionsverlust, heißt es beim britischen Think-Tank Chatham House. Bevölkerung und Wirtschaftsleistung würden deutlich schrumpfen; auch werde Großbritannien sowohl innerhalb der EU wie in der Weltpolitik spürbar zurückgestuft. Es könne sogar seine bisherige Bedeutung für die USA als ebenso loyaler wie schlagkräftiger Verbündeter verlieren. Französische Beobachter weisen darauf hin, dass auch die Achse Paris-London nicht mehr im bisherigen Umfang in der Lage sein werde, sich gegen die deutsche Dominanz zu behaupten. In Berlin wird dies sorgsam registriert. Großbritannien werde "nicht mehr ... zu den großen vier" in der EU gehören, sondern "weit hinter Italien" zurückfallen, heißt es in aktuellen Kommentaren; mit einem weiteren Aufstieg Berlins sei zu rechnen. Unklar ist dabei, wie stark eine schottische Sezession andere europäische Separatismen befeuern könnte, von denen eine ganze Reihe von Deutschland aktiv gefördert worden ist.
Ausgang offen
Am morgigen Donnerstag stimmt die schottische Bevölkerung über die mögliche Abspaltung des Landesteils von Großbritannien ab. Das Referendum ist in Übereinstimmung mit der britischen Regierung beschlossen worden; London hat zugesagt, die Entscheidung anzuerkennen. Lange Zeit waren die Gegner der Abspaltung klar in der Mehrheit; erst in den letzten Wochen haben ihre Befürworter aufgeholt und vor wenigen Tagen erstmals einen Umfragesieg erzielt. Seither geht ihr Stimmenanteil allerdings wieder leicht zurück; der Ausgang des morgigen Referendums gilt als vollkommen offen. Sollten die schottischen Separatisten die Abstimmung gewinnen, werden Verhandlungen über die Sezession eingeleitet; spätestens im März 2016 will die schottische Autonomieregierung dann die Eigenstaatlichkeit erklären. Selbst grundlegende Fragen darüber, unter welchen Bedingungen dies geschehen soll - welche Währung in Schottland gelten würde, ob es EU-Mitglied bleiben könnte, wie mit der Abschottung der neuen Staatsgrenze zu verfahren sei -, sind gänzlich ungeklärt.
Die deutsche Ethno-Politik
Die Bundesregierung hat bislang konsequent jegliche Stellungnahme zu dem Sezessionsreferendum verweigert und darauf hingewiesen, dass es sich um eine innere Angelegenheit Großbritanniens handelt. In der Vergangenheit hat die Bundesrepublik allerdings zahlreiche Separatismen (nicht nur) in Europa unterstützt und gefördert, was wiederum der schottischen Abspaltungsbewegung Auftrieb verliehen haben mag. Bekannte Beispiele sind die deutsche Unterstützung für die Sezessionisten im ehemaligen Jugoslawien sowie die systematische Förderung sogenannter Volksgruppen-Organisationen, die ihrerseits Ethno-Minderheiten in fast allen europäischen Staaten vertreten und als Sprachrohr für deren Streben nach Eigenständigkeit fungieren (german-foreign-policy.com berichtete [1]). Konkret unterstützt haben bundesdeutsche Organisationen etwa die Absetzbewegung der deutschsprachigen Minderheit Norditaliens [2] oder das Sezessionsstreben Kataloniens [3]; selbst die ungarischsprachigen Minoritäten Rumäniens und der Slowakei berufen sich bei ihren Bemühungen, mehr Autonomierechte zu erlangen oder gar ihren jetzigen Staat zu verlassen, auf zentrale Prinzipien der deutschen Politik [4]. Die Scottish National Party (SNP), die das aktuelle Referendum mit Macht vorantreibt, gehört einer Fraktion im Europaparlament an, die von den europäischen "Grünen" geführt wird und zahlreiche autonomistische und separatistische Kräfte umfasst; die deutsche Partei Bündnis 90/Die Grünen hat starken Einfluss in ihr.[5]
Großbritannien geschwächt
Sollte die Bevölkerung Schottlands für die Abspaltung stimmen, wird mit Großbritannien eine der drei stärksten Mächte der EU auf einen Schlag erheblich an Einfluss verlieren. Zentrale Faktoren hat soeben der britische Think-Tank Chatham House skizziert. Demnach ist damit zu rechnen, dass schon kurzfristig in London umfangreiche Kräfte gebunden sein werden, um die Trennung von Schottland zu bewerkstelligen. Wegen des Verlusts von Bevölkerung, Territorium und Wirtschaftskraft sei ganz allgemein mit einem raschen Rückgang des britischen Ansehens weltweit zu rechnen. Da die britische Wirtschaftsleistung um ein Zwölftel fallen werde, müsse vermutlich auch der Militärhaushalt in ähnlicher Größenordnung gesenkt werden; Großbritannien werde seine kriegerische Schlagkraft nicht halten können.[6] Wie es bei Chatham House heißt, wird damit wohl ein spürbarer Einflussverlust in der EU-Militärpolitik einhergehen. In einer Art Kettenreaktion sei damit zu rechnen, dass auch die britische Stellung in der Weltpolitik schwächer werde. Selbst die Vereinigten Staaten könnten erheblich an Interesse verlieren, mit Großbritannien zu kooperieren, wenn der Verbündete seine bisherige Stärke nicht halten könne, heißt es.[7]
Schlechte Nachricht für Frankreich
Großbritanniens Schwächung träfe auch Frankreich. Eine Expertin vom Institut français des relations internationales (Ifri) weist darauf hin, dass Paris und London ungeachtet allen Streits immer wieder eng kooperiert haben - nicht zuletzt, um die deutsche Dominanz in Europa einzudämmen. Tatsächlich haben Großbritannien und Frankreich etwa am 2. November 2010 weitreichende militärpolitische Vereinbarungen getroffen, die es ihnen ermöglichen, auch künftig eigenständig Kriege zu führen - ohne Zustimmung aus der Bundesrepublik. Deutsche Regierungsberater haben die Vereinbarungen entsprechend als eine Art "neue Entente Cordiale" eingestuft und Berlin dringend empfohlen, Gegenmaßnahmen zu ergreifen (german-foreign-policy.com berichtete [8]). Verliert London nun an Einfluss, dann verliert auch sein Bündnis mit Paris an Kraft. "Trotz aller Uneinigkeiten in zahlreichen Fragen sind Frankreich und Großbritannien enge strategische Partner, besonders bei Sicherheits- und Verteidigungsfragen", heißt es beim Ifri: "Ein Vereinigtes Königreich ohne Schottland wäre eine schlechte Nachricht für Frankreich, das spüren würde, dass die Bedeutung dieser Partnerschaft beschädigt ist."[9]
Washingtons Blick nach Berlin
Ganz anders stellen sich die Dinge aus Sicht Berlins dar. Zwar ist die militärische Schwächung des Vereinigten Königreichs auch für Deutschland in mancherlei Hinsicht nachteilig, da sie die Militärpolitik der EU untergräbt. Zudem ist unklar, ob sich die Befeuerung weiterer Separatismen in Europa, die von einer schottischen Sezession zu erwarten wäre, ohne allzu starke Erschütterung steuern ließe. Gelingt es aber, derlei Risiken aufzufangen, dann besäße die Bundesrepublik in der EU eine noch weitaus dominantere Stellung als zuvor. London "könnte nicht damit rechnen, dass sein Einfluss und seine Stellung weiterhin ausreichend groß wären, um den eigenen europapolitischen Vorstellungen und Sonderwünschen Geltung zu verschaffen", heißt es in einer führenden deutschen Tageszeitung; Großbritannien "gehörte nicht mehr wie selbstverständlich zu den großen vier" in der EU, sondern fiele zumindest hinsichtlich seiner Bevölkerungsgröße "weit hinter Italien zurück". Selbst die USA würden ihre Beziehungen zum Vereinigten Königreich wohl abschwächen: "Es stünde zu erwarten, dass die Vereinigten Staaten ihr Sonderverhältnis zu Britannien dann überwiegend aus der Erinnerungsperspektive betrachten ... Und noch mehr als bisher würde Washington nach Berlin blicken, wenn es auf der Suche nach einem leistungsstarken Verbündeten wäre, der in weltpolitisch bewegten Zeiten die Europäer beisammenhält und der Amerika Lasten abnimmt."[10]
So oder so
Dabei heißt es bei Chatham House, ein Machtverlust Londons werde wohl selbst dann eintreten, wenn das Referendum scheitere und Schottland bei Großbritannien verbleibe. "Ein Nein, bei dem 45 oder mehr Prozent der schottischen Bevölkerung für Unabhängigkeit stimmen, würde immer noch die langfristige Zukunft der Union schwer in Frage stellen", schreibt der Think-Tank.[11] Auch in diesem Falle könnte Berlin also mit einer weiteren Stärkung seiner Stellung rechnen - in der EU, aber auch im Verhältnis zu den USA und womöglich auch in der Weltpolitik.

[1] S. dazu Hintergrundbericht: Die Föderalistische Union Europäischer Volksgruppen,Hintergrundbericht: Das Europäische Zentrum für Minderheitenfragen und Schwelende Konflikte.
[2] S. dazu Das deutsche Blutsmodell (III)Der Zentralstaat als Minusgeschäft und Wie es der Zufall will.
[3] S. dazu Der Zentralstaat als Minusgeschäft (II) und Spaniens Zypern-Szenario.
[4] S. dazu Das deutsche Blutsmodell (I)Tragsäulen der Zukunft (IV) und Vom Glauben an völkische Selbstbestimmung.
[5] S. dazu Europa driftet (II) und Die neuen Grenzen Europas.
[6] Chatham House: Disunited Kingdom? Six Foreign Policy Implications of the Scottish Referendum. London, September 2014.
[7] Richard G. Whitman: The Costs of Dis-Union for a UK Without Scotland. www.chathamhouse.org 12.09.2014.
[8] S. dazu Die neue Entente Cordiale.
[9] Tim Oliver, Nicolai von Ondarza, Vivien Pertusot, Nathan Dufour: Scotland: Out of the UK and Into the EU? Part I. ip-journal.dgap.org 08.08.2014.
[10] Klaus-Dieter Frankenberger, Peter Sturm: Geht von Edinburgh ein "Fieberschub" aus? Frankfurter Allgemeine Zeitung 15.09.2014.
[11] Chatham House: Disunited Kingdom? Six Foreign Policy Implications of the Scottish Referendum. London, September 2014.


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The rise of separatist agitation in Europe

30 October 2012


Recent months have seen one example after another of gains for parties advocating the creation of new, small states in Spain, Belgium, Italy, Scotland and elsewhere in Europe.

The growth in support for such tendencies has been fuelled by the savage cuts and austerity measures being imposed by central governments on the instructions of the troika—the European Union, European Central Bank and International Monetary Fund—at the behest of the banks and global speculators. But the exploitation of legitimate social grievances does not mean that the political beneficiaries represent the interests of the broad masses who are being exploited.

All of the parties championing separatism speak for bourgeois and upper-middle class layers that have concluded the relative wealth of their regions will allow them a more privileged existence—provided they too seek membership in the European Union and faithfully do the bidding of the banks and corporations in waging attacks on the working class.

The most prominent separatist movements have all emerged within their respective countries’ more prosperous regions. All call for an end to the subsidisation of poorer regions through central taxation and advocate local control of valuable assets. None of this is altered by fairly transparent efforts to project a left face in the case of some of the larger nationalist organisations and a plethora of pseudo-left tendencies that trail in their wake.

In Spain, the two most powerful movements are centered in the Basque and Catalan regions. The first is one of Spain’s richest regions in terms of gross domestic product (GDP) per capita, and the second is the richest region overall.

Last month, 1.5 million Catalans marched in Barcelona to call for a separate state under the banner of “a new nation in Europe”. The regional government has dutifully implemented every demand for austerity made for the past two years, but still finds itself with a record debt of 44 billion euros and a credit rating reduced to junk status.

The leader of the dominant Convergència i Unió (Convergence and Union), Artur Mas, is advancing a referendum on independence by calling the distribution of burdens within Spain “unfair and disloyal”. He openly speaks for the more well-off, comparing the “fatigue” in Catalonia with the complaints of Germany, France and other major states that they are subsidising southern Europe’s poorer states, such as Greece, Portugal and Spain.

The role played by Berlin and Paris in imposing crushing austerity on these countries is glossed over, because Mas wants entry into the EU. It is proof that an “independent” Catalonia will carry out precisely the same attacks on workers as it has already done as an “autonomous region.”

In Belgium, the same message comes from the New Flemish Alliance (N-VA), headed by Bart De Wever, which won decisively in local elections earlier this month by complaining of the Dutch-speaking north subsidising the poorer south of the country. De Wever, who became mayor of Antwerp, has declared, “The Flemish have had enough of being treated like cows only good for their milk.” He described Belgium as “a transfer union” dependent upon “checkbook federalism”. Like his Catalan counterpart, he pursues a pro-EU agenda.

In Italy, the Lega Nord (Northern League) is an openly right-wing formation, opposing subsidies to the less prosperous south under the slogan “Roma ladrona” (Rome Big Thief). But Italian Prime Minister Mario Monti’s demands for cuts in regional spending have also sparked protests calling for a Venetian republic. In South Tyrol, separatists are demanding that 90 percent of tax revenue collected in the wealthy province be returned to the region.

The Scottish National Party (SNP), run by Alex Salmond, a former oil adviser to the Royal Bank of Scotland, has secured agreement for an independence referendum in 2014. The SNP has long posed as a defender of limited welfare measures against central government cuts by the Conservative-Liberal Democrat coalition and the preceding Labour Party government. But its real agenda is to establish a low corporate tax location for the European market that will serve the interests of the financial elite and its hangers-on.

Edinburgh is the second largest financial centre in the UK after the City of London and the fourth largest in Europe, measured by equity assets. It sustained a growth rate of over 30 percent between 2000 and 2005. It ranks ahead of Qatar, Oslo, Glasgow, Dublin, Abu Dhabi, Brussels, Milan, Madrid and Moscow in the Global Financial Centres Index.

The SNP claims Scotland ranks fifth within the EU in GDP per capita, if account is taken of Scotland’s economic share of the UK’s national air space, territorial waters and oil and gas reserves in the North Sea continental shelf, which it says should be controlled by Edinburgh. Scotland has been wealthier than the rest of the UK every single year since 1980, it insists.

The various pseudo-left groups seek to dress up these movements as progressive because their “objective role” is to break apart imperialist nations and this will somehow, at some ill-defined future point, open the way to a socialist development. They are carrying out a political fraud, designed to conceal their orientation to the bourgeoisie and a desire to share in the spoils of this new round of “nation-building”.

All these movements advance a perspective that is antithetical to the fundamental interests of the working class. The growth of separatist movements throughout Europe is a retrograde development that cuts across the critical struggle to unite the working class in opposition to the social counterrevolution being carried out under the auspices of the European Union.

The perspective of these movements is a recipe for the Balkanisation of Europe and its transformation into a madhouse of competing mini-states. These capitalist enclaves would all implement policies dictated to them by the troika and the banks and corporations, resulting in the ever more horrific immiseration of the broad mass of working people.

Left unchallenged, they will pit workers against one another in a race to the bottom in terms of jobs, wages and conditions. Worse still, as is proved by the experience of Yugoslavia, bourgeois nationalism and separatism fuel fratricidal conflict ending in war.

Trotsky once described the state system of Europe as akin to the cages within an impoverished provincial zoo. It is not the task of the working class to build still smaller cages, but to liberate the continent from all such archaic national divisions and build a harmonious and planned economy, based upon production for need and not profit.

This means waging an irreconcilable struggle against the EU and all its constituent governments—independently of all factions of the bourgeoisie and their petty-bourgeois accomplices—for the creation of workers’ governments and the United Socialist States of Europe.

Chris Marsden



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Borderland Networks
 

2010/03/19

STRASBOURG/GERONA/BOLZANO
 
(Own report) - Several German federal states and municipalities are using a new EU legal instrument to promote a fusion with German-speaking regions of neighboring western nations. That instrument (the European cross-border cooperation groupings - EGCC) allows regional authorities of various nations to consolidate into common administrative structures, enjoying a large measure of autonomy. With the help of such an EGCC, the greater Strasbourg urban community fused a few weeks ago with a German county. Saarland would like to fuse with Luxemburg to form an EGCC, North Rhine-Westphalia is courting the German-speaking regions of Belgium. An internet journal of EGCC Strasbourg-Ortenau proponents declared that at the Spanish-French border the "reunification of Catalonia" has been achieved in an EGCC after being "separated" for 350 years. Other EGCCs are fusing Hungarian-speaking Slovak residential areas that Budapest would like to influence, to Hungarian municipalities. This is how numerous EGCCs are promoting ethnic structures and in the long run, an ethnic oriented Europe.

From Eurodistrict to EGCC

The creation of the European Cross Border Coordination Grouping (EGCC) with German participation was completed last month. The French greater Strasbourg urban community (Communauté Urbaine de Strasbourg - CUS) and the German Ortenau County seek to strengthen their cooperation using this new instrument. The larger framework is the already existent Eurodistrict Strasbourg-Ortenau, which had been announced in a German-French government declaration at the beginning of 2003 and established in 2005. Even the eurodistrict had already set the objective on initiating close French-German cross-border cooperation between the regional administrations and thereby phasing out the function of borders. Legal problems have proved an obstacle to the systematic development of this project.

Legal and Contractual Competence

Those involved hope to make progress through the new EGCC, an instrument that allows, for the first time, regional administrations of various nations - for example the greater Strasbourg urban community of France and the German county of Ortenau - to create cooperation structures with their own independent legal personalities. These cooperation structures have a legal and contractual competence and can acquire and sell assets as well as hire personnel. They can, for example, administer establishments in the transportation or health service sectors and even become competitors of the national administrations. Concerned about a loss of competence and supervisory powers, that accompany the establishment of EGCCs, German regional governments for awhile had resisted the creation of this new instrument, which had been approved by the EU Council and the Parliament in June 2006 and took effect with a model cross-border French-Belgian project in January 2008. After being given assurances that, in the Strasbourg-Ortenau EGCC project,[1] the German side would be amply taken into consideration a German regional administration is for the first time participating in the new cooperation.

"Catalans of all Nations, Unite!"

But this cross-border fusion of regional administrations, claiming to overcome the insistence on borders and old nationalisms, opens a gateway to new ethnic nationalisms. An internet article in support of the founding of the Strasbourg-Ortenau EGCC and vigorously supporting cross-border cooperation provides a vivid example. The article, which appeared at the end of 2009, under the title "Catalans of all nations, Unite!" deals with the "Catalan borderland" eurodistrict,[2] linking Spain's Catalan-speaking region (the Gerona area) to France's in the vicinity of Perpignan. The article also deals with the wider, Pyrénées-Mediteranée euroregion. The EGCC that had been established there, facilitated the consolidation of the "Catalan borderlands" within the eurodistrict, for example to permit a "harmonization of taxation" for "Catalans on both sides of the national borders" or even the standardization of the administrations.[3]

"Catalonia's Reunification"

The full significance of these statements can be seen when considering the reinforcement of Catalan nationalism. In Northeastern Spain, where the Catalan-speaking population enjoys special rights, Spanish-speaking inhabitants, who do not have a command of the Catalan dialect, have been discriminated against for some time - in some cases, even seriously. (german-foreign-policy.com reported.[4]) Efforts toward the secession of Catalan-speaking regions of Spain and the formation - together with the Catalan-speaking regions of France - of a Catalan-speaking nation are intensifying and drawing international attention.[5] This new nationalism, which threatens to destroy the existing nations, as can be seen in the case of Yugoslavia, has received a boost with the new EGCC. According to the article from the EGCC Strasbourg-Ortenau supporters, in the "Catalan Borderland" eurodistrict and the EGCC that is part of it, entities are "growing together that belong together". They write that "northern Catalonia was separated from the south by the Pyrenees Peace Accord in 1659." At last in 2009, it "came to a reunification, at least at the regional local level."[6]

Greater Hungary, Greater Flanders

In fact, the majority of the currently existing and some of the planned EGCCs are directly connected to various ethnic nationalisms. One of the first EGCCs fused the Hungarian city of Esztergom to the Slovakian city Štúrovo. Štúrovo is in the region of Slovakia that had been part of Hungary before the Paris Peace Treaties and to which Hungarian nationalists are staking claims today. Approximately two-thirds of Štúrovo's population speak Hungarian, as their mother language, and are counted as among the "Hungarians abroad," in whose behalf Budapest claims a special "protective role."[7] Two other EGCCs unite parts of Belgium's Flanders region with areas of France ("French Flanders"), to which some Flemish nationalists, are still laying claim.[8]

One Tirol

The Austrian state of Tirol ("North"/"East Tirol") seeks to found an EGCC with the Italian provinces Bolzano-Alto Adige ("South Tirol") and Trento (Welschtirol). As in other cases, the EGCC cooperation, agreed on in October 2009, by the Austrian regional state and the two Italian provinces is based on already existing cooperation models, while enhancing the authority to take action. For the first time since 1918, the former Habsburg Crown Tirol has, with the founding of the local EGCC, regained its own legal personality. Already in the regional parliaments of the participating entities, there is talk of forming their own "government".[9]

Alsace, Luxemburg, German-Speaking Belgium

Following the founding of the EGCC Strasbourg-Ortenau, uniting a portion of Alsace to a German county, the German Saarland and North Rhine-Westphalia regions are also pushing the foundation of EGCCs. Saarland is seeking to form cooperation with Luxemburg; North Rhine-Westphalia is supporting the Aachen "city region" in its efforts to cooperate with Parkstad Limburg in the Netherlands. The German-speaking community of Belgium, with about 70,000 German-speaking Belgians is also to be involved. The name has already been chosen for this northernmost EGCC on the western border of Germany, which would link Alsace, Luxemburg, as well as the German-speaking areas of Belgium to German regional administrations. The EGCC that would stretch out from Aachen would have the name "EGCC Charlemagne," which draws upon the traditional image of German imperial propaganda.[10]

[1] Therefore the EGCC, which is being founded along the lines of French law, will have an administration in Kehl, Germany.
[2] As was the German translation used in the Article. Officially the eurodistrict is the "Eurodistrict de l'Espace Catalan Transfrontalier".
[3] Katalanen aller Länder, vereinigt euch! 2-ufer.com 22.12.2009. The internet journal "2-Ufer - 2 Rives" claims to enjoy support also from a parliamentarian of the German national parliament and the director of the German-French Institute.
[4] see also Wie ein Staat and The German Ethnic Model (IV)
[5] see also Zukunft als VolkLanguage StruggleEthnic Europe and The German Ethnic Model (IV)
[6] Katalanen aller Länder, vereinigt euch! 2-ufer.com 22.12.2009
[7] see also The German Ethnic Model (I)Ethnic Loyalty and Lebensraum Karpatenbecken
[8] Tens of thousands of the inhabitants of the French Département du Nord in the region of Pas de Calais, speak a Flemish dialect. Their area of residence is claimed by Flemish (and greater Netherlands) nationalists as part of Flanders (or the Greater Netherlands).
[9] Dreier-Landtag - eine Regierung für die Euregio; www.provinz.bz.it 29.10.2009. See also The German Ethnic Model (III)
[10] see also Bauhaus Europa and Hintergrundbericht: Der Aachener Karlspreis




(english / italiano / altre lingue)

Ucraina, "La Repubblica" continua la propaganda filo-nazista

1) INIZIATIVE
–Roma 18/9/2014, Assemblea cittadina a sostegno della Novorossija
–L'impegno dei comunisti russi a sostegno delle popolazioni del Donbass
–Tribunale Russell sui crimini di guerra nel Donbass

2) LINKS
Analisi / Documenti / Aggiornamenti

3) NOTIZIE
–Secondo convoglio umanitario Russo a Lugansk
–Osservatori OSCE sotto il fuoco ucraino… Mentre vige la tregua!
–Simbologia nazista per la squadra di calcio 
–Truppe europeiste di Kiev sparano su autobus e uccidono… Mentre vige la tregua!

4) REPRESSIONE

5) NUOVE SANZIONI

6) Kiev: statuto speciale per l’Est dell’Ucraina

7) Sopravvivere nel Donbass (di Paolo Selmi)

8) "La Repubblica" continua la propaganda filo-nazista


=== 1: INIZIATIVE ===


1) Roma 18/9/2014, Assemblea cittadina a sostegno della Novorossija

fonte: pagina facebook "Comitato per il Donbass Antinazista", 15 settembre 2014
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1484812405116612&id=1464626327135220

Il Comitato per il Donbass Antinazista invita tutti a partecipare all’assemblea cittadina, che si terrà giovedì 18 settembre alle ore 19:00 presso il centro sociale Spartaco, per organizzare una mobilitazione nazionale a sostegno delle repubbliche popolari di Nuova Russia e contro le minacce di un nuovo conflitto mondiale. Per riportare all’ordine del giorno i temi della lotta contro la Nato, il militarismo e le politiche guerrafondaie di Usa ed Ue.

Dove: www.spartaco.it/modules.php?name=dovesiamo


2) L'impegno dei comunisti russi a sostegno delle popolazioni del Donbass


L'impegno dei comunisti russi a sostegno delle popolazioni del Donbass

15 Settembre 2014
da kprf.ru | Traduzione dal russo di Mauro Gemma

Il 10 settembre, i comunisti di Mosca si sono dati appuntamento, nei pressi della capitale, nel sovkhos che prende il nome di Lenin, in occasione della partenza del quattordicesimo convoglio umanitario allestito dal Partito Comunista della Federazione Russa (PCFR) per soccorrere le popolazioni delle repubbliche popolari dell'est dell'Ucraina. Nell'occasione, il vicepresidente del PCFR Vladimir Kashin ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Il nostro compito principale è spedire prontamente il carico nella Novorossiya. Questo è il quattordicesimo convoglio umanitario in soccorso degli abitanti delle Repubbliche Popolari e dei combattenti, che armi alla mano difendono la pace e l'indipendenza del sud est dell'Ucraina dal fascismo e dalla “banderovschina”.
I difensori della Novorossiya devono sentire non solo il nostro sostegno morale, ma anche ricevere pronta assistenza. Il nostro contributo assolve a questo compito.
Nonostante gli impegni sottoscritti a Minsk sulla cessazione del fuoco nel sud est dell'Ucraina, i combattenti della guardia nazionale stanno cercando di far fallire il trattato di pace, continuando i bombardamenti su Lugansk e Donetsk e spacciandoli per azioni di difesa.
Tutti comprendono che la tregua raggiunta è ancora molto fragile, ma noi siamo convinti che la vittoria sarà della Novorossiya. Poiché non è possibile spezzare la volontà dei suoi abitanti, che non intendono venire a patti con le azioni dell'attuale governo, che attraverso un sanguinoso colpo di stato ha sequestrato le leve del potere e si comporta come una divisione delle SS, bersagliando bambini e vecchi, con l'utilizzo di armi mortali.
Le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk devono essere ripulite dai “banderovcy”, ottenere la libertà e stabilire legami economici e politici, anche con l'Ucraina.
La comunità mondiale deve fare tutto il possibile per mettere fine al caos che oggi si è scatenato nel territorio dell'Ucraina, e coloro che propagandano apertamente l'ideologia fascista devono essere condotti davanti a un tribunale internazionale.
Desidero ringraziare tutti i nostri attivisti, candidati e deputati, impegnati a Mosca e nei dintorni della capitale e che stanno offrendo un contributo significativo alla formazione dei carichi, gli autisti e gli accompagnatori, che gestiscono operativamente questo convoglio, i lavoratori del sovkhos Lenin e il suo direttore Pavel Nikolaevich Grudinin per avere fornito servizi e assistenza al momento del carico.
Il contributo dei comunisti alla lotta per la pace e l'indipendenza delle Repubbliche Popolari è significativo e tangibile. Ma in previsione dell'inverno, è necessario intensificare il nostro lavoro per la raccolta e l'invio di convogli umanitari agli abitanti della Novorossiya. La vittoria sarà nostra!”.

FOTOGRAFIE: 

LEGGI ANCHE:
Gennady Zyuganov (KPRF): THE CRISIS IN UKRAINE AND ITS DEEP ROOTS (Sept. 5, 2014)
English: The crisis in Ukraine and its deep roots – http://cprf.ru/2014/09/1108/ 
Italiano: La crisi in Ucraina e le sue profonde radici – http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/10/la-crisi-in-ucraina-e-le-sue-profonde-radici/
Español: Crisis en Ucraina y sus raìces profundas – https://docs.google.com/file/d/0B6ubbrisn9iHMWRLeW5wWHB3Zkk/edit?pli=1
Russian – https://docs.google.com/file/d/0B6ubbrisn9iHOE1saVBTZzI5Y1k/edit?pli=1


3) Tribunale Russell sui crimini di guerra nel Donbass

"Tribunale Russel": Poroshenko e Obama colpevoli di crimini di guerra (14 settembre 2014)
http://comunicati.russia.it/tribunale-russel-poroshenko-e-obama-colpevoli-di-crimini-di-guerra.html
fonte: http://ria.ru/world/20140913/1023940516.html

Usa ed Europa attaccano la Russia. Ma sono pronti anche alla guerra nucleare?
13/set/2014 – Intervista a Giulietto Chiesa, giornalista e scrittore, giunto a Venezia per il processo del Tribunale Russell sui crimini di guerra nel Donbass.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=bL2xjYHjTms


=== 2: LINKS ===


--- ANALISI:

A propos de l’intervention de Poutine sur le statut de Novorussia, le changement dans la continuité (Danielle Bleitrach, Histoire et Societé, 1.9.2014.)
http://histoireetsociete.wordpress.com/2014/09/01/a-propos-de-lintervation-de-poutine-sur-le-statut-de-novarussia/
Trad: L’intervento di Putin sullo Stato di Novorussia (Danielle Bleitrach, Histoire et Societé, 1 settembre 2014)
http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/01/lintervento-di-putin-sullo-stato-di-novorussia/

Les raisons de la réussite de la contre-offensive (Réseau International, 2 septembre 2014)
http://reseauinternational.net/les-raisons-reussite-contre-offensive/
Trad: Le ragioni del successo della controffensiva di Novorossija (Reseau International, 2 settembre 2014)
http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/03/le-ragioni-del-successo-della-controffensiva-di-nororossija/

Gennady Zyuganov (KPRF): THE CRISIS IN UKRAINE AND ITS DEEP ROOTS (Sept. 5, 2014)
English: The crisis in Ukraine and its deep roots – http://cprf.ru/2014/09/1108/ 
Italiano: La crisi in Ucraina e le sue profonde radici – http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/10/la-crisi-in-ucraina-e-le-sue-profonde-radici/
Español: Crisis en Ucraina y sus raìces profundas – https://docs.google.com/file/d/0B6ubbrisn9iHMWRLeW5wWHB3Zkk/edit?pli=1
Russian – https://docs.google.com/file/d/0B6ubbrisn9iHOE1saVBTZzI5Y1k/edit?pli=1

Qu’est-ce que la « Novorossia » ? (par Alain Benajam, 10 septembre 2014)
http://www.voltairenet.org/article185289.html
Trad: Cos’è la "Novorossija"? (di Alain Benajam, 10 settembre 2014)
http://www.voltairenet.org/article185306.html

Ein Lernprozess (Inkrafttreten der ukrainischen EU-Assoziierung zugunsten von Verhandlungen mit Russland verschoben – GFP 15.9.2014)
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58949
A Lesson Learned (EU Association Agreement with Ukraine – GFP 2014/09/15)
The EU Association Agreement with Ukraine will be delayed for at least another year, to facilitate negotiations with Russia… For years, the Russian government has been saying that it could expect billions in economic losses, should the association agreement take effect, as planned. If no mutual agreement is reached, Russia would find itself compelled to take retaliatory economic measures. Berlin and Brussels have always bruskly rejected any negotiations with Moscow on the matter. Now, they have declared their acceptance, only because Kiev is facing economic breakdown and even total collapse…
http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/58784


--- DOCUMENTI:

fonte: pagina facebook "Premio Goebbels per la disinformazione", 13 settembre 2014
"La Crimea è sempre stata ucraina. I militari russi hanno occupato questo territorio ed ora stanno opprimendo la popolazione. In tutte le città manca il cibo e le persone lottano per sopravvivere". Miguel Francis, un giovane regista Usa, si è voluto recare in Crimea per verificare se tutto ciò che ha detto la propaganda di guerra del suo paese fosse fondato oppure no. È nato così un video interessantissimo, che smonta tutti i luoghi comuni diffusi dai Goebbels della Nato e dell'UE.
https://www.facebook.com/premiogoebbels/posts/1543306562569524
CRIMEA FOR DUMMIES
12/set/2014 – Miguel Francis, a Los Angeles film school graduate, travels to Crimea to discover for himself how life there has changed since it was reunited with Russia. He explores the beautiful Peninsula’s history and cultural heritage and takes in some of Crimea’s tourist attractions while talking to local people about their attitudes to becoming Russian citizens…
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=W1zvb_ottiw

I 55 GIORNI DELLA CRIMEA 
Online su ANSA.it il documentario “I 55 giorni”
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=fdfNeC7enyc

fonte: pagina facebook "Premio Goebbels per la disinformazione", 14 settembre 2014
https://www.facebook.com/premiogoebbels/posts/1543639245869589
CONFERENZA STAMPA DI IGOR STRELKOV, TENUTASI A MOSCA L'11 SETTEMBRE 2014 – VIDEO CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO 
Igor Strelkov è passato alla notorietà negli ultimi mesi per avere guidato la resistenza militare del Donbass, occupando la posizione di Comandante delle milizie e di Ministro della Difesa della Repubblica Popolare di Donetsk. A metà dello scorso agosto, Strelkov si era dimesso dalle cariche che ricopriva. 
In questa conferenza, per la prima volta da Agosto, Strelkov fa le sue prime dichiarazioni ufficiali alla stampa. 
Oltre alla situazione della Novorossiya, Strelkov si sofferma a parlare delle forze distruttrici appartenenti alla cosiddetta "Quinta Colonna" che opera, per conto degli interessi occidentali, per distruggere la Russia e tutti i popoli Russi. E' importante fare attenzione alla parte dove parla degli eventi e delle situazioni scaturite a seguito del crollo dell'URSS, negli anni '90. Capire questo passaggio e questa parte della storia, aiuta a capire tanto dell'attuale momento.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=PRqYN6tWgpQ

INTERVENTO DI GIULIETTO CHIESA A NAPOLI IL 13.09.2014 PRESSO LA ASSOCIAZIONE "MASSIMO GORKIY" (estratto)
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=HIvNyxORj7E

DES NÉONAZIS EN UKRAINE ? SI VOUS EN DOUTIEZ ENCORE… (Réseau Voltaire – 16.9.2014.)
http://www.voltairenet.org/article185331.html?utm_medium=facebook&utm_source=twitterfeed
German ZDF shows Azov Battalion soldiers with Nazi symbols
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=Mf0vbGj9cO4


--- AGGIORNAMENTI:

Perché hanno ucciso Valentina Semenjuk-Samsonenko? (Aug. 30th, 2014)
http://ucrainaresiste.livejournal.com/30687.html

Rinviato a fine 2015 l'accordo di libero scambio tra Ue e Ucraina (12 settembre 2014)
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-12/rinviato-fine-2015-accordo-libero-scambio-ue-e-ucraina-185000.shtml?uuid=ABtOaEtB

«Putin vuole tutta l’Ucraina e ricreare l’Unione Sovietica» (13 settembre 2014)
L’annuncio [SIC] del premier di Kiev Yatseniuk. «La Russia è una minaccia per la pace mondiale e per tutta Europa». Nella notte nuovi scontri all’aeroporto di Donetsk
http://www.corriere.it/esteri/14_settembre_13/putin-vuole-tutta-l-ucraina-ricreare-l-unione-sovietica-3778bdfe-3b31-11e4-9b9b-3ef80c141cfc.shtml

Carri armati tedeschi hanno attraversato il confine dell’ Ucraina e si stanno spostando ad est del paese (13 settembre 2013)
http://comunicati.russia.it/carri-armati-tedeschi-hanno-attraversato-il-confine-dell-ucraina-e-si-stanno-spostando-ad-est-del-paese.html
fonte: http://www.ridus.ru/news/167403

Ok parlamento UE associazione Ucraina: tre civili morti e altri cinque feriti dalle truppe di Kiev che infrangono la tregua (ANSA 16.9.2014)
Larghissima maggioranza a Strasburgo. Voto in contemporanea Kiev
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/09/16/ok-parlamento-ue-associazione-ucraina_ca35051d-5ca0-40cc-bc75-8a2b5f9ffb6c.html

Ucraina. La Nato si esercita coi golpisti, altri morti a Donetsk (Marco Santopadre, 16 Settembre 2014)
http://contropiano.org/internazionale/item/26348-ucraina-la-nato-si-esercita-coi-golpisti-altri-morti-a-donetsk

US and NATO hold military exercises in western Ukraine, as ceasefire begins to fray in east (By Niles Williamson / WSWS, 16 September 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/09/16/ukra-s16.html

Il legionario Fontana partecipa a una manifestazione pro Kiev a Milano (Franco Fracassi, 16 settembre 2014)
http://popoffquotidiano.it/2014/09/16/il-legionario-fontana-partecipa-a-una-manifestazione-pro-kiev-a-milano/
La manifestazione a favore dei golpisti di Kiev a Milano "Festa dell’Unità Ucraina", 14 settembre 2014:
Gli altri ospiti erano soprattutto di area PD: Anna Zafesova, Mauro Voerzio, Matteo Cazzulani, Massimiliano Di Pasquale, Fabio Prevedello!
http://www.italia-ucraina.it/it/

Germany and France consider sending drones to Ukraine (RT, September 16, 2014)
http://rt.com/news/188288-ukraine-drones-germany-france/


=== 3: NOTIZIE ===

Secondo convoglio umanitario Russo a Lugansk

fonte: pagina Facebook "Fronte Sud", 13 settembre 2014
https://www.facebook.com/southfrontital/posts/635390616579846:0

Il secondo convoglio umanitario Russo ha consegnato gli aiuti a Lugansk ed è tornato in Russia
L'ultimo camion del secondo convoglio di aiuti umanitari Russi per la città di Lugansk ha fatto ritorno in Russia alle 18:30 ora di Mosca (16:30 ora italiana). 
Il corrispondente dell'agenzia ITAR-TASS che si trova sul posto ha riferito: "Tutti i veicoli hanno raggiunto la frontiera senza incidenti e l'ultimo camion ha attraversato il confine alle 18:30".
Questa mattina di Sabato 13 Settembre, il convoglio composto da 245 camion è arrivato nella città di Lugansk per distribuire oltre 2.000 tonnellate di aiuti umanitari per i residenti della città devastata dalla guerra, tra cui cibo, generatori elettrici, medicinali e coperte. 
Dopo aver scaricato le merci, i camion hanno fatto ritorno nella regione Russa di Rostov sul Don, viaggiando in gruppi di 35 veicoli.
Gli abitanti di Lugansk hanno accolto con fervore il convoglio umanitario Russo, scendendo nelle strade al passare dei camion e sventolando bandiere russe.

Fonte: http://en.itar-tass.com/russia/749463

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Osservatori OSCE sotto il fuoco ucraino… Mentre vige la tregua!

fonte: pagina Facebook "Con l'Ucraina antifascista", 15 settembre 2014
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/photos/np.98490112.1137191587/695036627244261/?type=1

Osservatori dell'OCSE sono stati bombardati ieri dal fuoco delle forze punitive nella regione di Donezk (quartiere Kievskij). "Abbiamo visto 19 proiettili da mortaio esplodersi attorno a noi", comunica l'organizzazione.
Sotto il fuoco si sono trovate cinque persone e fortunatamente nessuno di loro è stato ferito.
L'automobile dell'organizzazione è pesantemente danneggiata. Le schegge del proiettile hanno perforato la carrozzeria e spezzato i vetri.
Sotto il fuoco è capitato anche il camion con i miliziani che accompagnava gli osservatori mostrando loro la strada. Il camion è completamento distrutto e nessuno dei miliziani è sopravvissuto.
Nonostante il cessare fuoco annunciato da Petr Porochenko i militari dell'esercito ucraino continuano a bombardare la capitale dell'auto-dichiarata Repubblica Popolare di Donezk, anche con colpi d'artiglieria pesante.

Di poco fa la notizia, diffusa ufficialmente dal premier della RPD, Zaharchenko, della distruzione della batteria di mortai usata contro gli osservatori e le città nei giorni scorsi.

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Simbologia nazista per la squadra di calcio 

12 settembre 2014 – Oggi a Lviv / Leopoli sono state presentate le nuove maglie della squadra del Karpatij. Le maglie sono state presentate di fronte al monumento a Stepan Bandera: portano i colori rosso e nero orizzontali di Pravij Sektor… Come se in Italia la squadra del Predappio presentasse le maglie nere col fascio davanti a un monumento a Mussolini! Sponsor tecnico la JOMA – lo stesso della Fiorentina… Impressionante il fatto che le magliette non sono fatte in casa ma sono prodotte proprio dalla JOMA, sponsor di rilevanza mondiale.
Nel video mostrato dal canale Russia24 si potevano vedere quattro giocatori coinvolti nella presentazione della nuova maglietta, davanti al monumento a Bandera. Alla cerimonia erano presenti anche veterani del battaglione Galizia con le loro onorificenze. 
Le nuove maglie sostituiscono quelle "storiche", verdi e bianche a strisce verticali. Lo stemma della squadra è rimasto lo stesso. 

Fonte e foto: http://www.fckarpaty.lviv.ua/en/

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http://www.fckarpaty.lviv.ua/en/news/12982/page.html

Patriotic day for FC Karpaty

For Thursday, September 11, Karpaty (Lviv) planned to hold a number of patriotic events and fans are invited to join. So, at 10:00 am the green-and-whites will lay flowers at the monument to Stepan Bandera - the symbol of the national liberation movement of the Ukrainian people.
In addition, at the area near the monument Karpaty players will present to veterans of the national liberation struggle, journalists and fans new and totally exclusive set of red and black uniforms. Designs of reserve set of uniforms were made by designers FC Karpaty and technical partner of the club TM Joma. By the way, Karpaty players will wear the new, red and black shirts, on Sunday in Poltava in the match against the local side Vorskla.
After laying flowers and presentation of uniforms the ‘lions’ will go to shooting ground, near the village of Starychi. Taking into account difficult times for our country, every man should be able to bear arms and to use them skillfully. Military instructors will teach players of FC Karpaty basic skills of using machine guns, sniper rifles and grenade launchers.

So FC Karpaty invites fans to join the patriotic events and come at 10 a.m. to the Stepan Bandera monument. 

Together we are power! Glory to Ukraine!

FC Karpaty Information Center, www.fckarpaty.lviv.ua

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http://www.fckarpaty.lviv.ua/en/news/12996/page.html

New kits will be up for grabs starting from Thursday!

On Thursday FC Karpaty presented a new version of playing uniforms, this time its colors are red and black. All persons present near the monument to Stepan Bandera were impressed with design and quality of new shirts, so right from Friday, anyone can buy in the club chain merchandise stores ‘Fanat’ a collection of red and black products.
Price of new shirt is 380 UAH. If you will wish to apply number and your name, this additional service will cost another 50 UAH. (…)

FC Karpaty Information Center, www.fckarpaty.lviv.ua

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Truppe europeiste di Kiev sparano su autobus e uccidono… Mentre vige la tregua!

fonte: pagina Facebook "Fronte Sud", 16 settembre 2014
https://www.facebook.com/southfrontital/posts/636729196445988

La "tregua" della giunta continua. Oggi, 16 Settembre 2014, i punitori della giunta nazista di Kiev hanno attaccato con i mortai un autobus nel quartiere Petrovsky di Donetsk. Una donna è rimasta uccisa e altri 5 passeggeri sono stati feriti.
LE FOTO: https://www.facebook.com/southfrontital/posts/636729196445988


=== 4: REPRESSIONE ===

fonte: pagina Facebook "Fronte Sud", 14 settembre 2014
https://www.facebook.com/southfrontital/posts/635654376553470

Vladislav Wojciechowski, attivista di Borotba è stato arrestato a Odessa dagli sgherri del regime ucraino
Il 12 Settembre Vladislav Wojciechowski, attivista dell'organizzazione antinazista "Borotba" è stato arrestato a Odessa. Il servizio di sicurezza del regime golpista ucraino (SBU) è pronto ad accusare Vladislav per "terrorismo".
I nazisti dei gruppi paramilitari che appoggiano il regime hanno partecipato al suo arresto. Vladislav è stato picchiato ed è possibile che glisgherri del regime terroristico ucraino lo abbiano torturato per estorcergli una confessione.
Vladislav Wojciechowski era alla Casa dei Sindacati lo scorso 2 maggio È sopravvissuto al massacro, ma ha subito un trauma cerebrale a causa delle bastonate con le quali lo hanno colpito i militanti nazisti mandati da Kiev. 
L'arresto di Wojciechowski dimostra ancora una volta che il regime terroristico di Kiev, imposto dal governo americano con la marionetta Poroshenko, non è interessato a nessuna pacificazione.

Ucraina: catastrofe umanitaria e mancanza di libertà di parola (14 settembre 2014)
http://comunicati.russia.it/ucraina-catastrofe-umanitaria-e-mancanza-di-liberta-di-parola.html

Left wing activists arrested and tortured in Odessa (September 15, 2014)
http://ukraineantifascistsolidarity.wordpress.com/2014/09/15/left-wing-activists-arrested-and-tortured-in-odessa/


=== 5: SANZIONI ===

LE NUOVE SANZIONI UE ALLA FEDERAZIONE RUSSA
Gazzetta ufficiale  dell'Unione europea – L 271, 12 settembre 2014
REGOLAMENTO (UE) N. 959/2014 DEL CONSIGLIO dell'8 settembre 2014
che modifica il regolamento (UE) n. 269/2014 concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina
http://comunicati.russia.it/le-nuove-sanzioni-ue-alla-federazione-russa.html

---

http://comunicati.russia.it/mail-di-un-imprenditore-italiano-a-mosca.html

MAIL DI UN IMPRENDITORE ITALIANO A MOSCA

12 Settembre 2014

MAIL RICEVUTA IN DATA ODIERNA DA UN IMPRENDITORE ITALIANO RESIDENTE A MOSCA 
 
Buona  sera,
ricevo  ogni  giorno  le  comunicazioni e  La  ringrazio.
Noi  italiani imprenditori  che lavoriamo  solo con  il  mercato
russo ,  siamo  disperati...
L'Italia  si  può  salvare  solo  uscendo  dall'Europa, grazie  alla
sua  posizione  geografica  strategica,  può essere  indipendente
e prendere  decisioni  autonome " Nessuno  può governare l'Italia
meglio  del  suo popolo che  vive  e  lavora in  Italia"
 
Cordiali saluti

---

Matvienko: la Russia non lascerà le sanzioni occidentali senza risposta (14 settembre 2014)
http://comunicati.russia.it/matvienko-la-russia-non-lascera-le-sanzioni-occidentali-senza-risposta.html
fonte: РИА Новости http://ria.ru/politics/20140914/1024027852.html

Russia, Cia: con embargo molte aziende agricole al collasso (16 settembre 2014)
http://comunicati.russia.it/russia-cia-con-embargo-molte-aziende-agricole-al-collasso.html
http://www.tmnews.it/web/sezioni/nuovaeuropa/russia-cia-con-embargo-molte-aziende-agricole-al-collasso-PN_20140916_00820_NE.shtml


=== 6 ===

Kiev: statuto speciale per l’Est dell’Ucraina

PTV News – Ultim’ora 16/set/2014
http://www.pandoratv.it/?p=1820
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=f_A2xJd1W6E

fonti: pagine facebook "Con l'Ucraina antifascista" e "Fronte Sud", 16 settembre 2014

La Verkhovna Rada dell'Ucraina ha adottato la legge sullo status speciale per le regioni del Donbass e sull'amnistia per i membri delle milizie popolari: dopo gli accordi di Minsk, un altro atto che testimonia il fallimento dell'operazione punitiva organizzata dalla Giunta di Kiev.
Secondo il documento, ad alcune zone della regione sarà concesso un periodo di "autoamministrazione " della durata di 3 anni. Per il 7 dicembre, sarebbero previste elezioni anticipate nelle regioni del Donbass.
Hanno votato a favore del progetto 277 deputati su 450.
Come previsto dal disegno di legge presentato dallo stesso Poroshenko, il Consiglio dei Ministri e di altri organi centrali del paese potranno stipulare accordi con il governo locale e i locali organi competenti in materia di sviluppo economico, sociale e culturale. Inoltre, secondo il documento, lo Stato centrale deve garantire il diritto di utilizzare il russo o qualsiasi altra lingua nella vita pubblica e privata, l'apprendimento e il supporto per il russo o qualsiasi altra lingua, il loro libero sviluppo e l'uguaglianza.
La legge entrerà in vigore dopo che sarà firmata da Poroshenko e pubblicata sugli organi ufficiali.

Andrey Purgin, Vice Premier della Repubblica di Donetsk, ha riferito che la legge emanata oggi dal parlamento ucraino (la Rada) in merito al riconoscimento di uno status "speciale" per le regioni del Donbass 
è considerata come un atto legislativo di un Paese confinante. Purgin ha detto che la Repubblica autoproclamata di Donetsk potrà al massimo prenderla in considerazione.
"Non abbiamo ancora una posizione ufficiale in merito a questo documento di legge. Dobbiamo prima leggerlo con attenzione. Tuttavia, si tratta di una legge dell'Ucraina, e dopo che verrà votata dalla Verkhovna Rada (parlamento) dovrà passare per il Consiglio Supremo che deciderà se potrà diventare legge" ha aggiunto Andrey Purgin.
Secondo Purgin, una volta passata la legge, la milizia potrebbe essere disposta a parlarne con le autorità di Kiev, ma solo per ciò che concerne la parte relativa ai legami economici e sociali. Nessuna unione politica con il governo di Poroshenko è però accettabile.
"E' da escludere la costruzione di una unione politica, ne come forma federale e ne come qualunque altra forma. Troppo sangue è stato versato e potrebbero esserci ancora numerose vittime. Ma in questa lotta, abbiamo difeso la nostra libertà" - ha detto Purgin.
In merito all'intenzione della giunta golpista di Kiev di fissare i confini delle nuove strutture sulle attuali posizioni del fronte, Purgin ha riferito di considerare accettabile un dialogo solo se i loro confini coincidono con quelli delle regioni di Donetsk e Lugansk
http://novorossia.su/ru/node/6683
http://novorossia.su/ru/node/6683

La "giornata storica" di oggi ha visto anche l'approvazione da parte della Rada di Kiev della legge sulla "ljustracija", con ben 400 emendamenti. 
Dopo il golpe di febbraio, ci fu la prima tornata della cosiddetta ljustracija, con la quale la giunta si sbarazzò dei funzionari vicini, o sospettati di esserlo, al presidente Yanukovitch. Ovviamente, lo scopo fu quello di allontanare (e in vari casi anche arrestare) delle personalità per motivi esclusivamente politici: amministrazione dello stato, polizia, esercito sono stati "lustrati" in poche settimane.
Hanno fatto ovviamente eccezione tutti coloro che senza pensarci sono passati immediatamente col nuovo potere.
Lo stesso Poroshenko sarebbe da "lustrare": addirittura fu (e in tempi recenti) ministro quando Yanukovitch era presidente del paese (ministro del commercio e sviluppo economico e, in precedenza, presidente del consiglio della Banca Nazionale).
In sintesi, questo provvedimento sarà un'altra trovata burocratica per ripulire l'amministrazione statale dai dissidenti, che evidentemente è passata inosservata al parlamento europeo - nonostante la diretta della sedute con Kiev.


=== 7 ===

Riceviamo e volentieri diffondiamo:
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Sopravvivere nel Donbass: anatomia dell’ennesima catastrofe umanitaria nella “civile” Europa.
 
di Paolo Selmi – 10 settembre 2014

            La tempesta non è ancora passata, che già i giornalisti occidentali diffondono in lungo e in largo la loro disinformazione, contornata dalle solite grida isteriche della dirigenza baltica e polacca e dall’ormai stantia retorica russofobica. Caricature di inviati speciali ci mostrano quotidianamente anonime strade di Kiev, spendendosi in panegirici sulla libertà e democrazia difese dall’attuale cricca al potere. L’Unione Europea sanziona e tace o, meglio, insabbia.

 

            Ora che si spara di  meno, in questa strana “tregua”, vale la pena fornire qualche dato utile alla comune riflessione, a poco meno di una settimana da un cessate il fuoco che ha il sapore del semplice riposizionamento in attesa di tempi – e aiuti – migliori per il futuro contrattacco: qualche dato che nessun canale cosiddetto “all news” e nessun quotidiano ha mai avuto l’onestà intellettuale di riportare.
 
            Cominciamo dai morti civili. Da marzo a oggi, le vittime di un conflitto che ha prodotto finora diverse migliaia di morti (e nel cui computo l’ONU è ancora colpevolmente fermo a 2593 fra militari e civili!): il 14 agosto nella sola autoproclamata Repubblica Popolare di Doneck il dipartimento regionale per la salute facente capo a Kiev contava fra i soli civili 839 morti e 1623 feriti (http://www.profi-forex.org/novosti-mira/novosti-sng/ukraine/entry1008222487.html). Considerando l’intensificazione degli scontri nelle settimane successive e i dati mancanti relativi all’altra Repubblica, non è difficile fare un calcolo approssimativo che superi la cifra sopra indicata.
 
            La Federazione Russa, sì, proprio quella che i cosiddetti civili e democratici europei sanzionano in prona obbedienza ai diktat statunitensi, attualmente accoglie 820 mila cittadini ucraini, sopraggiunti da aprile a settembre (fonte: Itar Tass http://itar-tass.com/infographics/8004). Sull’altro versante, i profughi “interni”, ovvero coloro i quali hanno scelto di migrare in una regione ucraina, ammontano a 260 mila (http://ria.ru/infografika/20140731/1018256300.html). Che abbiano tutti sbagliato strada?
 
            Quasi la metà della popolazione della Repubblica Popolare di Doneck (oltre 450 mila su 949.825) e oltre i tre quarti di quella di Lugansk (375 mila su 424.113) sono espatriati (ibidem).
 
            Da marzo, l’Ucraina ha già speso 635 milioni di dollari USA per finanziare un’operazione che le costa circa 128 milioni di dollari al mese. Il 31 luglio, la Rada e il Consiglio dei ministri ucraino hanno approvato lo stanziamento di ulteriori
            - 791 milioni di dollari (paghe dei soldati e approvvigionamento esercito),
            - 758 milioni di dollari (ulteriore finanziamento all’esercito, si ricorda che nell’operazione sono coinvolti esercito regolare, Guardia nazionale alle strette dipendenze del Ministero dell’Interno, mercenari di provenienza nazionale e internazionale e formazioni neonaziste autoctone – battaglioni Azov, Dnepr, Donbass) 
            - 158 milioni infine – si noti l’ordine di grandezza – per “la ricostruzione del Donbass” (ibidem).
 
            Da quando l’Unione Europea e la NATO hanno lasciato carta bianca all’attuale dirigenza ucraina, l’unica strategia è stata semplice quanto criminale (ma non agli occhi dei giornalisti occidentali, evidentemente): fare terra bruciata. Intere città e villaggi sono stati rasi al suolo, utilizzando prima l’aviazione e i lanciarazzi Grad (http://www.notiziegeopolitiche.net/?p=41253), che ricordiamo avere una potenza di fuoco data da quaranta missili da 120 mm lanciati contemporaneamente contro un obbiettivo lontano da 5 a 20 km (http://www.enemyforces.net/artillery/grad.htm); ultimamente, vista la malparata (e ricevuto ulteriore tacito, criminale, consenso da Washington e Bruxelles), contro quelli che definiscono loro connazionali, questi criminali non hanno esitato a fare ricorso a missili balistici Točka-U (http://www.novorosinform.org/news/id/7020), lunghi sei metri, pesanti due tonnellate, caricabili con testate “convenzionali, chimiche e nucleari” e dalla gittata massima di 120 km (http://www.military-today.com/missiles/ss21_scarab.htm).
 
            La foga distruttrice di Kiev non ha risparmiato nessuno, a partire dagli ospedali (ultime in ordine di tempo è la clinica sanitaria di Doneckhttp://www.novorosinform.org/news/id/8277 e l’ospedale Kalinin, sempre a Doneckhttp://www.novorosinform.org/news/id/7304). Seguono le scuole: nella sola Repubblica Popolare di Doneck, il primo settembre nel messaggio augurale agli studenti in quello che doveva essere il loro primo giorno di scuola, il Presidente del Consiglio dei ministri della RPD contava completamente abbattute o comunque inagibili “93 scuole, 11 istituti tecnico-professionali, 9 strutture scolastiche non più in uso e 27 istituti doposcuola (http://www.novorosinform.org/news/id/7496).
 
            Stessa sorte è toccata alle infrastrutture civili, in particolare acquedotti, centrali elettriche e ferrovie. Neppure le miniere sono state risparmiate: notizie come questa di minatori rimasti intrappolati sotto terra per blackout o danni materiali alle infrastrutture (http://www.novorosinform.org/news/id/6416) erano all’ordine del giorno fino a qualche giorno fa. Non solo le città minori, ma anche Doneck che Lugansk, capitali delle omonime Repubbliche popolari, hanno vissuto negli ultimi mesi senza elettricità e acqua costanti. Tutt’ora, 800 case di Donetck sono senza elettricità (http://www.novorosinform.org/news/id/8262).
 
            Per quanto riguarda l’industria, settore storicamente centrale in entrambe le Repubbliche, 396 sono i complessi industriali rasi al suolo nella Repubblica popolare di Doneck e 200 in quella di Lugansk, per un danno complessivo che ammonta a decine di miliardi di dollari (http://www.novorosinform.org/news/id/8251).
 
            Infine, ma non da ultimo, a esser colpito dal fuoco dell’artiglieria pesante è stato un altro innegabile “covo di terroristi”: le chiese, in entrambe le repubbliche, sin dai primi giorni e fino all’ultimo (due fra gli ultimi bombardamenti quihttp://www.novorosinform.org/news/id/6685 e quihttp://www.novorosinform.org/news/id/6978
 
            Si tratta di qualche dato, incompleto, certamente, ma utile a riflettere su una catastrofe umanitaria di cui ancora troppo pochi parlano. Sei mesi di guerra civile hanno visto opporsi, a un esercito occupante, un intero popolo, contro il quale è stata scatenata, con la massima violenza possibile e nel più totale silenzio dei media occidentali, un’onda d’urto da cielo e da terra che ha ridotto in macerie tutto quello che poteva. Ma non è riuscita a piegarlo. Questa tregua di fatto sancisce, oltre al riconoscimento fattuale di due nuove entità politiche, fino ad allora classificate come “terroristi”, il fallito tentativo di condurre la catastrofe umanitaria lungo l’alveo, neanche tanto nascosto, di un’ennesima pulizia etnica nel cuore dell’Europa, questa volta contro le popolazioni russofone del Donbass.
 
            Alla luce di quanto appena accennato, spero che anche chi, pur in buona fede, avesse mantenuto un atteggiamento prudente sulla questione, abbia ben chiaro ora come sia ipocrita l’equidistanza fra aggressori e aggrediti, nonché quale credibilità possa avere l’attuale dirigenza ucraina quando parla, a chi ha distrutto casa e futuro, ucciso i cari, terrorizzato e umiliato nella propria dignità, di “autonomia” o di “federalismo”. Alla luce di quanto appena accennato, sorge spontanea la questione di quale credibilità possa avere oggi una politica estera europea che ha deliberatamente taciuto e insabbiato questa barbarie, non ultimo “l’incidente” di un Boeing fatto esplodere in volo – ormai appare sempre più chiaro – dagli stessi criminali autori, oltre ad aver sanzionato a comando un Paese terzo che finora ha pagato più di tutti, in termini di aiuti materiali ai profughi, di danni ai propri centri abitati colpiti “per sbaglio” dall’esercito ucraino, e di soccorsi umanitari alle popolazioni colpite, il prezzo di questa guerra non sua.


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"La Repubblica" continua la propaganda filo-nazista

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fonte: pagina facebook di Serena M Nusdorfer, 16/9/2014

La Repubblica si supera: dopo le foto della straziante partenza per il fronte, con appassionato commiato alle fidanzate incluso, questa volta il romantico nazista torna a casa e riceve l'abbraccio delle splendide kapò tatuate. Tenerezza e semplicità. 
http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/16/foto/ucraina_baci_militari-95884148/1/?ref=HRESS-3#1

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http://pecorarossa.tumblr.com/post/97668974919/avviso-alle-anime-belle-della-sinistra-repubblica

Avviso alle “anime belle” della “sinistra”: Repubblica parteggia con i nazisti

Pensavo di averle viste tutte le infamie del gruppo editoriale de Benedetti ma questa ennesima apologia dei nazisti del Battaglione Azov [http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/16/foto/ucraina_baci_militari-95884148/1/?ref=HRESS-3#5] (che segue quella di Pravi Sector [http://pecorarossa.tumblr.com/post/95039641824/repubblica-consacra-i-fascisti]) mi lascia, veramente, senza parole. Come pure che nessuna “anima bella della sinistra” (per intenderci quelle che - con “Repubblica” o “Il fatto quotidiano sotto il braccio -. scendevano in piazza ad ogni scopatina di Berlusconi) abbia protestato.

Francesco Santoianni