Informazione
http://balkans.courriers.info/article25504.html
B92, vendredi 5 septembre 2014
Le ministre serbe de la Défense Bratislav Gašić dirigera la délégation serbe au sommet de l’Otan, qui se tient ces 5 et 6 septembre à Newport, au Pays de Galles. La Serbie sera représentée au même titre que les 24 pays « partenaires » qui se consacreront à l’examen des capacités et initiatives inter-opérationnelles pour les années 2014-2015.
Selon le ministre, cette participation est très importante car l’armée serbe est activement engagée dans une réflexion sur ses capacités opérationnelles, mécanisme fondamental de l’interopérabilité pour participer aux opérations de maintien de la paix des Nations unies et de l’Union européenne. Cette participation sera également utile pour une meilleure compréhension de la future coopération entre l’Otan et ses partenaires, particulièrement de la coopération future de la Serbie et de l’Otan.
Bratislav Gašić sera le premier ministre de la Défense de Serbie à participer à un tel sommet. Parmi les questions qui seront abordées, figurent la crise en Ukraine et les relations avec la Russie, ainsi que la situation et les conflits liés au terrorisme islamiste en Irak, Syrie, en Afrique du Nord et de l’Ouest.
Bratislav Gašić a déclaré au quotidien Danas que « les discussions tournent autour de la Russie et d’une possible intervention de l’Otan ne gênent pas la Serbie », même si celle-ci a fait le choix de ne pas appliquer de sanctions à la Russie.
Le sommet accueille les dirigeants des pays membres de l’Alliance atlantique ainsi que les représentants des pays qui souhaitent rejoindre l’OTAN, et les pays membres du Partenariat pour la Paix.
Vucic e Li: Summit di 15 leaders dei Paesi dell’Europa centrale e orientale sarà tenuto a Belgrado
10. 09. 2014. – Il summit di 16 leaders dei Paesi dell’Europa centrale e orientale sarà tenuto a dicembre a Belgrado. La riunione sarà organizzata dalla Serbia e la Cina, hanno annunciato i premier serbo e cinese Aleksandar Vucic e Li Keciang a Tjendjin, dove il premier serbo partecipa al forum economico mondiale. Vucic ha detto che durante il summit sarà inaugurato il ponte Zemun-Borca sul Danubio. La visita di Li Keciang sarà la prima visita di un premier cinese in Serbia dall’anno 1986. La Serbia sta diventando un Paese importante. Grazie alla sua politica indipendente e responsabile Belgrado ha rafforzato i rapporti con i Paesi più grandi, come la Cina, ha detto Vucic. Questo vuol dire che la Serbia si trova su una strada migliore rispetto a quella che seguiva nel periodo precedente. La nostra amicizia con la Cina è più forte che mai. Nel nostro Paese saranno ottenuti risultati importanti nel periodo futuro, ha detto Vucic. Il premier cinese Li Keciang ha accettato l’invito dell’omologo serbo di visitare Belgrado. Egli ha sottolineato che la Cina e la Serbia sono buoni amici e i partners strategici. La Serbia è il primo Paese nell’Europa sud-orientale con il quale la Cina ha siglato l’accordo sull’instaurazione della partnership strategica, ha ricordato Li Keciang. I due premier hano parlato a Tjendjin dell’approfondimento dei rapporti bilaterali tra i due Stati, la realizzazione dei progetti comuni nelle infrastrutture e gli investimenti delle compagnie cinesi in Serbia. Vucic e Keciang hanno raggiunto l’accoro che a dicembre sigleranno l’accordo con l’omologo ungherese Viktor Orban sulla costruzione della via ferroviaria ad alta velocità Belgrado – Budapest. Il premier serbo Aleksandar Vucic ha iniziato la sua visita ufficiale in Cina con i colloqui con i rappresentanti delle compagnie e le banche cinesi che hanno dimostrato l’interesse per gli investimenti in Serbia. Il premier e la delegazine serba hanno parlato con gli imprenditori cinesi dello sviluppo delle telecomunicazioni in Serbia, l’eventuale collaborazione delle compagnie cinesi con la Telekom Serbia, i progetti e gli investimenti nel settore dell’energia, la zona industriale Stublenica vicino Ub e la centrale termolettrica Kolubara. Dopo i colloqui il premier Aleksandar Vucic ha detto che le ditte cinesi costruiscono la maggior parte delle strade in Serbia. Abbiamo parlato della costruzione della via ferroviaria per la velocità di 300 chilometri all’ora. Quella via ferroviaria sarà costruita in meno di tre anni. Abbiamo chiesto che siano esaminate molte possibilità, includendo la partnership pubblica delle aziende private e le concessioni, ha detto Vucic.
Russia, Europa - 10 settembre 2014
Gerard Depardieu, l'attore francese che da un anno e mezzo ha la cittadinanza russa, durante una visita a Belgrado nei giorni scorsi si è detto orgoglioso che la Serbia non abbia imposto le sanzioni alla Russia sulla crisi ucraina, affermando che la vita è troppo bella per sprecarla in conflitti. "Sono fiero che la Serbia non abbia seguito l'Unione europea sul blocco della Russia e sull'imposizione di sanzioni. Una decisione che mi ha impressionato, poiché con essa voi avete dato prova di saggezza ma anche di risolutezza e umanità", ha detto Depardieu ai giornalisti al termine di un colloquio con il premier serbo Aleksandar Vucic. Belgrado, che negozia con Bruxelles l'adesione all'Unione ma che è storicamente una stretta alleata di Mosca, ha resistito finora alle crescenti pressioni della Ue per l'imposizione di sanzioni alla Federazione russa, accusata dall'Occidente della crisi in Ucraina. E sul conflitto fra Mosca e Kiev, l'attore ha preso chiaramente le difese di Vladimir Putin, un politico a suo avviso "estremamente intelligente e umano", che "mai si è detto favorevole alla guerra". Alla domanda sui motivi della sua visita a Belgrado, Gerard Depardieu ha detto di essere interessato a conoscere la cultura della Serbia", da lui definita "un piccolo grande Paese". "Io sono un artista e sono interessato alla cultura, a tutte le culture del mondo. Non sono venuto qui a chiedere alcunché, ad eccezione di conoscere la gente", ha detto l'attore, che si è definito un "cittadino del mondo". "La vita è troppo bella. Non sono obbligato a essere cittadino francese, sono felice di essere cittadino russo, ma sono ancora più felice di essere cittadino del mondo", ha aggiunto. Depardieu ottenne il passaporto russo all'inizio del 2013 dopo una polemica con Parigi seguita alla sua decisione di lasciare la Francia per protestare contro un progetto del presidente Francois Hollande di tassare al 75% i redditi più alti. Depardieu, che lo scorso anno aveva visitato il Montenegro divenendo ambasciatore della cultura montenegrina, ha incontrato a Belgrado anche il ministro della cultura Ivan Tasovac e il sindaco della capitale Sinisa Mali, in compagnia dei quali ha visitato la Cineteca Jugoslava, la Filarmonica di Belgrado e il quartiere bohemien di Skadarlja. Alla Cineteca ha ricevuto il “Sigillo d'oro”, un’onorificenza che l'istituzione belgradese conferisce alle celebrità del cinema che si recano a visitarla.
19. 09. 2014. – Il premier serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato che non e’ stato ancora confermato che il Presidente della Russia Vladimir Putin arrivera’ in Serbia. Belgrado non cambiera’ la sua decisione che non imporra’ le sanzioni economiche contro la Russia. Supponiamo che il Presidente russo arrivera’ in Serbia, ha dichiarato Vucic alla TV di Stato. Alla domanda del giornalista di commentare la dichiarazione dell’ambasciatore statunitense a Belgrado Michael Kirby che non sono chiari i motivi della visita di Putin a Belgrado, Vucic ha detto che Kirby e’ un uomo educato e responsabile e un amico della Serbia. Penso che Kirby avesse buone intenzioni, ha detto Vucic. Michael Kirby ha detto ieri, nell’intervista rilasciata al quotidiano Vecernje novosti che i rapporti tra la Serbia e gli Stati Uniti sono molto buoni, ed ha posto la questione: Perche’ il Presidente della Russia Vladimir Putin arrivera’ in Serbia? Potete avere buoni rapporti con la Russia, la Cina e gli Stati Uniti. La posizione statunitense sulle visite dei rappresentanti della Cina e la Russia non e’ uguale. I cinesi, a differenza dei russi, non hanno attaccato nessuno, ha detto Kirby
L'Ambasciatore degli Stati Uniti ha provocato uno scandalo a Belgrado
19. 09. 2014. - 19:33 -- MRS
Il Ministrro della Difesa della Serbia Bratislav Gasic e l’ambasciatore della Russia a Belgrado Aleksandar Cepurin hanno detto a Belgrado che i rapporti tra i due Stati sono amichevoli e che la loro collaborazione nel settore della difesa si sta allargando. Gasic e Cepurin hanno parlato delle questioni politiche regionali e globali. Il ministro serbo ha ribadito che la posizione di principio di Belgrado è che l’integrità territoriale di ogni Paese membro delle Nazioni Unite deve essere rispettato, ed ha ringraziato le autorità russe della difesa dell’integrità territoriale della Serbia e la sua sovranità in Kosovo e della loro opinione che tutte le questioni che riguardano il Kosovo devono essere risolte in modo pacifico, tramite dialogo di tutte le parti interessate. La Serbia continuerà a condurre la politica della neutralità militare e a collaborare con i Paesi dell’Oriente e l’Occidente. L’esercito serbo si sta preparando per la visita del capo di Stato maggiore delle forze militari della Russia il generale dell’armata Valerij Gerasimov, il quale parteciperà alla celebrazione del settantesimo anniversario della liberazione di Belgrado nella Seconda guerra mondiale, ha dichiarato il Ministrro della Difesa della Serbia Bratislav Gasic
Novi Pazar, nel Sangiaccato, un "imam" estremista fa sfilare una trentina di giovani con le uniformi ed il "fez" dei reparti musulmani delle "SS" che seminarono morte in Bosnia e Kosovo
La vergognosa iniziativa si deve ancora una volta a Muamer Zukorlic, discusso leader di un gruppo islamico di minoranza. la comunità islamica di Serbia (Izus) che da anni tenta di farsi spazio con posizioni sempre più estremiste.
Quella dei battaglioni musulmani delle "SS" è una delle pagine più buie della seconda guerra mondiale nei Balcani: a seguire la via della collaborazione con nazismo in chiave anti ebraica indicata per primo dal "Muftì" di Gerusalemme, dopo diverse migliaia di palestinesi furono i musulmani bosniaci ed infine quelli kosovari. I primi si aggregarono ai resti della divisione "Prinz Eugen" reduce dalla Russia formando la divisione "Hamdja", che per un anno e mezzo semino' morte. I kosovari riuscirono a massacrare solo per otto mesi, durante i quali la divisione "Skanderbeg" uccise però quasi 60mila fra serbi e "rom".
Questa storia di eccidi per gli estremisti islamici di Zukorlic oggi è qualcosa di cui gloriarsi, anche se la manifestazione di Novi Pazar finora é riuscita a creare soltanto stupore. Meho Omerovic, deputato al Parlamento bosniaco e presidente cel comitato per i diritti umani oltre che della commissione per la sicurezza, si dice "scioccato dall'assenza di reazioni da parte del governo di Sarajevo: non si può accettare il fatto che tutti restino in silenzio di fronte al riapparire delle divise delle "SS",che collaborarono con gli occupanti in imprese cos' sanguinose". La critica coinvolge anche Rasim Ljajic, ministro di Serbie e massimo esponente del partito islamico che fa parte del governo (SDPS).
Quest'ultimo si limita a definirsi stupefatto: " Organizzando gli eventi come la celebrazione dell "Hadzet " portando giovani in uniforme nazista nel centro di Novi Pazar, Zukorlic sta cercando soltanto di attirare l'attenzione dei media e di imporsi come negoziatore nei confronti del governo. Il suo messaggio equivale a un ricatto: Zukorlic manda a dire che non creerà problemi se ottiene certe concessionie la cosa peggiore é che per fare questo coinvolge giovani musulmani abusando delle loro coscienze. Dopo manifestazioni simili che avrà il coraggio di investire nel Sangiaccato?".
10 settembre 2014
Novi Pazar, capoluogo del Sangiaccato, Sud della Serbia che raggiunge il Montenegro, regione a maggioranza musulmana. Nella ricorrenza dell’ «Hadzet», la data dei processi e delle fucilazioni, settant’anni fa, dei musulmani che avevano collaborato con i nazisti s’è scatenata una esibizione sconcertante di Nazi-islamismo. Nel centro della città serba hanno sfilato una trentina di giovani che indossavano la divisa grigia il fez rosso dei reparti musulmani delle ‘SS’. Nuova iniziativa di Muamer Zukorlic, discusso leader di un gruppo islamico estremista che guarda al Califfato di IS.
Quella dei battaglioni musulmani delle ‘SS’ è una delle pagine più buie della seconda guerra mondiale nei Balcani. A seguire la via della collaborazione con nazismo in chiave anti ebraica indicata dal ‘Muftì’ di Gerusalemme, furono una parte dei musulmani bosniaci ed infine di quelli kosovari. I primi si aggregarono ai resti della divisione “Prinz Eugen” reduce dalla Russia formando la divisione “Hamdja”, che per un anno e mezzo seminò morte. Kosovari e albanesi si Albania furono operativi solo per otto mesi ma riuscirono a dar memoria truce al reparto di collaborazionisti.
La ‘Waffen-Gebirgs-Division der SS Skanderbeg’ fu costituita nel 1944 soprattutto con volontari albanesi dal Kosovo e dall’Albania a cui furono aggregati qualche centinaia di marinai provenienti dagli esuberi della Kriegsmarine. Una avventura poco gloriosa da tutti i punti di vista. Costituita come forza da impegnare nella lotta contro i partigiani, la ‘Division der Skanderbeg’ fu rapidamente sciolta per il gran numero di diserzioni: più di 3.500 soldati in soli due mesi, sui 6.500 arruolati. ne decretarono lo scioglimento. Non prima di aver massacrato quasi 60 mila fra serbi e rom.
Una storia quasi rimossa di eccidi -riporta Italintermedia- che per alcuni estremisti islamici dei Balcani è oggi qualcosa di cui gloriarsi, anche se la manifestazione di Novi Pazar finora é riuscita a creare solo stupore. Come l’assenza di reazioni all’episodio da parte del governo di Sarajevo, dove le prime milizie jihadiste vicine ad al Qaeda arrivarono nel 1992 a sostenere la guerra civile interna. Memoria labile ed episodi di adesione all’estremismo jihadista del Califfato che si ripetono, senza che le autorità locali oltre il territorio di Serbia e Montenegro, diano segnale di seria attenzione.
Altre Fonti : Italintermedia
Kosovo, arrestato l’imam che reclutava jihadisti
Serbie : sanglant affrontement entre la police et les wahhabites dans le Sandjak (B92, 20 avril 2007)
Des affrontements entre la police et des militants wahhabites ont éclaté très tôt ce matin dans le village de Donja Trnova, près de Novi Pazar. Le chef supposé du groupe wahhabite a été tué, deux autres personnes blessées, dont un policier. Il y a un mois, un camp d’entraînement du groupe wahhabite avait été démantelé par la police et cinq personnes arrêtées…
http://balkans.courriers.info/article8147.html
---
A Novi Pazar oggi si sono svolti i funerali di Ismail Prentic, ucciso ieri negli scontri con i membri dell’unità speciale del Ministero dell’interno della Serbia. Secondo il comunicato del Ministero dell’interno della Serbia, ieri mattina, alle 4 e 50, la polizia ha tentato di arrestare Prentic, identificato con “il leader del gruppo terroristico dei vehabia”. “Quando la polizia si è avvicinata alla casa, contro di loro sono stati lasciati una decina di cani, e quando i membri di polizia sono entrati nella casa sono state lanciate delle bombe ed è stato aperto il fuoco, contro di loro. Un poliziotto è rimasto ferito, ha comunicato la polizia. Rispondendo all’attacco, la polizia ha aperto il fuoco, e in quell’occasione è stato ucciso Ismail Prentic, ed è stato ferito Senad Ramovic, mentre l’illeso Safet Becirovic è stato arrestato.
BIRN, 7 septembre 2007 - Un ancien membre d’al-Qaïda ayant combattu pendant la guerre en Bosnie aux côtés de l’armée de Bosnie-Herzégovine affirme que le commandement bosnien n’a pas seulement fermé les yeux sur les opérations de nettoyage et autres crimes commis par les mujahedins, mais les auraient en fait commandées et activement soutenues…
BBC World, 2008/01/14 - A group of alleged [SIC] militant Islamists has gone on trial in Belgrade, Serbia, accused of terrorism offences.
The 15 men are charged with running terrorist training camps and plotting assassinations inside Serbia.
Most of them were arrested last year near Novi Pazar, the main town in the southern region of Sandzak, where there is a Muslim majority.
Prosecutors say the group was planning to attack a police station and murder a Muslim cleric.
Prosecutor Jovica Jovanovic said the defendants had close ties with fellow Islamists in neighbouring countries, as well as Saudi Arabia and Austria.
It is alleged that the men were planning to kill Muarem Zukorlic, a local Muslim cleric, who they believed was an American spy.
So far, the only defendant asked to plead has denied the charges.
Police said that in raids carried out last year they discovered a mountain cave, used as a terrorist training ground, that was packed with plastic explosives, masks and machine guns.
The defendants are believed to be followers of the radical Wahhabite sect of Islam.
---
DICHIARAZIONE DEL PRESIDIUM DEL CONSIGLIO STATO DELLA REPUBBLICA DI CRIMEA
The New Worker | newworker.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
29/08/2014
La prima fase del referendum per l'indipendenza scozzese è iniziata. Chiunque viva in Scozia con 16 anni e oltre, iscritto nei registri elettorali, il 18 settembre potrà prendere parte alla votazione. Circa 700.000 scozzesi hanno ricevuto le loro schede elettorali per posta questa settimana. Il resto andrà ai seggi il 18 settembre per esprimersi sulla questione dell'indipendenza della Scozia. Se vinceranno i sì, allora si svolgeranno i colloqui per il trasferimento dei poteri da Westminster a Holyrood, il 24 marzo 2016 indicato come Giorno dell'Indipendenza scozzese.
Il dibattito ha dominato la politica interna. La campagna favorevole all'indipendenza è naturalmente guidata dal Partito nazionale scozzese che governa l'amministrazione decentrata e detiene la maggioranza nel Parlamento scozzese, mentre la piattaforma dell'opposizione Better Together, è guidata dal partito laburista che ha governato la Scozia in coalizione con liberal-democratici fino alla sconfitta nel 2007.
I nazionalisti non chiedono la fine della monarchia. I nazionalisti vogliono semplicemente riconquistare l'indipendenza che la Scozia possedeva quando divenne con l'Inghilterra, una duplice monarchia nel 17° secolo. All'epoca Scozia e Inghilterra erano governate dallo stesso monarca, con una sola unione doganale, un solo esercito unito alla fedeltà alla Corona, seguivano la stessa politica estera, ma con parlamenti separati con proprie leggi per i due regni. Ciò è continuato fino a quando la classe dirigente scozzese ha optato per un parlamento unificato e una sola Gran Bretagna nel 1707.
Nessuna delle due parti contesta il fatto che la Scozia sia una nazione e la questione concreta se gli scozzesi staranno economicamente meglio o peggio con un parlamento sovrano a Edimburgo. Anche se c'è stato un grosso dibattito, nessuna delle due parti è stata completamente aperta circa le loro motivazioni. La campagna laburista contraria all'indipendenza ha giocato sull'incertezza economica che sostengono conseguirebbe alla vittoria dei sì, ma pochi hanno pubblicamente espresso il reale timore che la perdita di circa una sessantina di seggi scozzesi potrebbe mettere a repentaglio la possibilità dei laburisti di vincere le elezioni generali nel resto della Gran Bretagna.
I nazionalisti dal canto loro presentano il quadro roseo di una terra di opportunità in un futuro indipendente, mantenendo un basso profilo sulla questione reale posta dalle sezioni della borghesia scozzese che li sostengono in quanto vedono nel Parlamento di Westminster un ostacolo ad una maggiore integrazione all'interno dell'Unione europea.
Tuttavia l'indipendenza della Scozia libererebbe la classe operaia scozzese da un governo sempre più oppressivo e invadente. Certo non significherebbe raggiungere il socialismo, ma affrancarsi da Westminster potrebbe portare alcuni benefici reali per i lavoratori scozzesi. Salmond non è un socialista: propone ulteriori riduzioni di imposta a favore delle imprese a beneficio dei capitalisti in Scozia e a spese dei lavoratori.
L'indipendenza, di per sé, non preserverà le tradizioni e la cultura nazionali, né rafforzerà il potere della classe operaia. Nell'Isola di Man e nelle Isole del Canale, le amministrazioni autonome composte da sfruttatori locali hanno presieduto la scomparsa virtuale di tutto il loro patrimonio e della cultura, mentre introducevano leggi e pratiche in materia di lavoro persino peggiori di quelle attuate dai Tories di terraferma dal 1979.
Ma l'indipendenza scozzese aprirebbe la prospettiva a un governo laburista scozzese genuinamente di sinistra. Anche in questo caso, non equivarrebbe a raggiungere il socialismo ma aumeterebbero le possibilità di riforme favorevoli alla classe operaia.
I lavoratori organizzati in Scozia - le organizzazioni sindacali - dovrebbero ancora lottare per ottenere tali riforme, ma dovrebbe essere più facile vincere che non strappare delle riforme a Westminster.
Quindi l'indipendenza non porterebbe alcun paradiso immediato in Scozia. Ma collocherebbe i lavoratori scozzesi in un posto molto migliore per lottare per reali miglioramenti e sarebbe un grave colpo per la classe dirigente britannica, per l'imperialismo britannico e per la Nato.
Il New Communist Party da tempo riconosce i diritti della nazione scozzese alla piena autodeterminazione nazionale. Sosteniamo le rivendicazioni scozzesi per il diritto di conservare e sviluppare la cultura e l'identità nazionale. Sosteniamo il diritto del popolo scozzese di possedere e controllare tutte le risorse, materiali e no, presenti sulla loro terra e nelle acque territoriali. Il New Communist Party invita tutti i suoi sostenitori scozzesi a votare affermativamente al referendum scozzese
The rise of separatist agitation in Europe
30 October 2012
Recent months have seen one example after another of gains for parties advocating the creation of new, small states in Spain, Belgium, Italy, Scotland and elsewhere in Europe.
The growth in support for such tendencies has been fuelled by the savage cuts and austerity measures being imposed by central governments on the instructions of the troika—the European Union, European Central Bank and International Monetary Fund—at the behest of the banks and global speculators. But the exploitation of legitimate social grievances does not mean that the political beneficiaries represent the interests of the broad masses who are being exploited.
All of the parties championing separatism speak for bourgeois and upper-middle class layers that have concluded the relative wealth of their regions will allow them a more privileged existence—provided they too seek membership in the European Union and faithfully do the bidding of the banks and corporations in waging attacks on the working class.
The most prominent separatist movements have all emerged within their respective countries’ more prosperous regions. All call for an end to the subsidisation of poorer regions through central taxation and advocate local control of valuable assets. None of this is altered by fairly transparent efforts to project a left face in the case of some of the larger nationalist organisations and a plethora of pseudo-left tendencies that trail in their wake.
In Spain, the two most powerful movements are centered in the Basque and Catalan regions. The first is one of Spain’s richest regions in terms of gross domestic product (GDP) per capita, and the second is the richest region overall.
Last month, 1.5 million Catalans marched in Barcelona to call for a separate state under the banner of “a new nation in Europe”. The regional government has dutifully implemented every demand for austerity made for the past two years, but still finds itself with a record debt of 44 billion euros and a credit rating reduced to junk status.
The leader of the dominant Convergència i Unió (Convergence and Union), Artur Mas, is advancing a referendum on independence by calling the distribution of burdens within Spain “unfair and disloyal”. He openly speaks for the more well-off, comparing the “fatigue” in Catalonia with the complaints of Germany, France and other major states that they are subsidising southern Europe’s poorer states, such as Greece, Portugal and Spain.
The role played by Berlin and Paris in imposing crushing austerity on these countries is glossed over, because Mas wants entry into the EU. It is proof that an “independent” Catalonia will carry out precisely the same attacks on workers as it has already done as an “autonomous region.”
In Belgium, the same message comes from the New Flemish Alliance (N-VA), headed by Bart De Wever, which won decisively in local elections earlier this month by complaining of the Dutch-speaking north subsidising the poorer south of the country. De Wever, who became mayor of Antwerp, has declared, “The Flemish have had enough of being treated like cows only good for their milk.” He described Belgium as “a transfer union” dependent upon “checkbook federalism”. Like his Catalan counterpart, he pursues a pro-EU agenda.
In Italy, the Lega Nord (Northern League) is an openly right-wing formation, opposing subsidies to the less prosperous south under the slogan “Roma ladrona” (Rome Big Thief). But Italian Prime Minister Mario Monti’s demands for cuts in regional spending have also sparked protests calling for a Venetian republic. In South Tyrol, separatists are demanding that 90 percent of tax revenue collected in the wealthy province be returned to the region.
The Scottish National Party (SNP), run by Alex Salmond, a former oil adviser to the Royal Bank of Scotland, has secured agreement for an independence referendum in 2014. The SNP has long posed as a defender of limited welfare measures against central government cuts by the Conservative-Liberal Democrat coalition and the preceding Labour Party government. But its real agenda is to establish a low corporate tax location for the European market that will serve the interests of the financial elite and its hangers-on.
Edinburgh is the second largest financial centre in the UK after the City of London and the fourth largest in Europe, measured by equity assets. It sustained a growth rate of over 30 percent between 2000 and 2005. It ranks ahead of Qatar, Oslo, Glasgow, Dublin, Abu Dhabi, Brussels, Milan, Madrid and Moscow in the Global Financial Centres Index.
The SNP claims Scotland ranks fifth within the EU in GDP per capita, if account is taken of Scotland’s economic share of the UK’s national air space, territorial waters and oil and gas reserves in the North Sea continental shelf, which it says should be controlled by Edinburgh. Scotland has been wealthier than the rest of the UK every single year since 1980, it insists.
The various pseudo-left groups seek to dress up these movements as progressive because their “objective role” is to break apart imperialist nations and this will somehow, at some ill-defined future point, open the way to a socialist development. They are carrying out a political fraud, designed to conceal their orientation to the bourgeoisie and a desire to share in the spoils of this new round of “nation-building”.
All these movements advance a perspective that is antithetical to the fundamental interests of the working class. The growth of separatist movements throughout Europe is a retrograde development that cuts across the critical struggle to unite the working class in opposition to the social counterrevolution being carried out under the auspices of the European Union.
The perspective of these movements is a recipe for the Balkanisation of Europe and its transformation into a madhouse of competing mini-states. These capitalist enclaves would all implement policies dictated to them by the troika and the banks and corporations, resulting in the ever more horrific immiseration of the broad mass of working people.
Left unchallenged, they will pit workers against one another in a race to the bottom in terms of jobs, wages and conditions. Worse still, as is proved by the experience of Yugoslavia, bourgeois nationalism and separatism fuel fratricidal conflict ending in war.
Trotsky once described the state system of Europe as akin to the cages within an impoverished provincial zoo. It is not the task of the working class to build still smaller cages, but to liberate the continent from all such archaic national divisions and build a harmonious and planned economy, based upon production for need and not profit.
This means waging an irreconcilable struggle against the EU and all its constituent governments—independently of all factions of the bourgeoisie and their petty-bourgeois accomplices—for the creation of workers’ governments and the United Socialist States of Europe.
Chris Marsden
–Simbologia nazista per la squadra di calcio
–Truppe europeiste di Kiev sparano su autobus e uccidono… Mentre vige la tregua!
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1484812405116612&id=1464626327135220
Il Comitato per il Donbass Antinazista invita tutti a partecipare all’assemblea cittadina, che si terrà giovedì 18 settembre alle ore 19:00 presso il centro sociale Spartaco, per organizzare una mobilitazione nazionale a sostegno delle repubbliche popolari di Nuova Russia e contro le minacce di un nuovo conflitto mondiale. Per riportare all’ordine del giorno i temi della lotta contro la Nato, il militarismo e le politiche guerrafondaie di Usa ed Ue.
Dove: www.spartaco.it/modules.php?name=dovesiamo
Il 10 settembre, i comunisti di Mosca si sono dati appuntamento, nei pressi della capitale, nel sovkhos che prende il nome di Lenin, in occasione della partenza del quattordicesimo convoglio umanitario allestito dal Partito Comunista della Federazione Russa (PCFR) per soccorrere le popolazioni delle repubbliche popolari dell'est dell'Ucraina. Nell'occasione, il vicepresidente del PCFR Vladimir Kashin ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Il nostro compito principale è spedire prontamente il carico nella Novorossiya. Questo è il quattordicesimo convoglio umanitario in soccorso degli abitanti delle Repubbliche Popolari e dei combattenti, che armi alla mano difendono la pace e l'indipendenza del sud est dell'Ucraina dal fascismo e dalla “banderovschina”.
I difensori della Novorossiya devono sentire non solo il nostro sostegno morale, ma anche ricevere pronta assistenza. Il nostro contributo assolve a questo compito.
Nonostante gli impegni sottoscritti a Minsk sulla cessazione del fuoco nel sud est dell'Ucraina, i combattenti della guardia nazionale stanno cercando di far fallire il trattato di pace, continuando i bombardamenti su Lugansk e Donetsk e spacciandoli per azioni di difesa.
Tutti comprendono che la tregua raggiunta è ancora molto fragile, ma noi siamo convinti che la vittoria sarà della Novorossiya. Poiché non è possibile spezzare la volontà dei suoi abitanti, che non intendono venire a patti con le azioni dell'attuale governo, che attraverso un sanguinoso colpo di stato ha sequestrato le leve del potere e si comporta come una divisione delle SS, bersagliando bambini e vecchi, con l'utilizzo di armi mortali.
Le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk devono essere ripulite dai “banderovcy”, ottenere la libertà e stabilire legami economici e politici, anche con l'Ucraina.
La comunità mondiale deve fare tutto il possibile per mettere fine al caos che oggi si è scatenato nel territorio dell'Ucraina, e coloro che propagandano apertamente l'ideologia fascista devono essere condotti davanti a un tribunale internazionale.
Desidero ringraziare tutti i nostri attivisti, candidati e deputati, impegnati a Mosca e nei dintorni della capitale e che stanno offrendo un contributo significativo alla formazione dei carichi, gli autisti e gli accompagnatori, che gestiscono operativamente questo convoglio, i lavoratori del sovkhos Lenin e il suo direttore Pavel Nikolaevich Grudinin per avere fornito servizi e assistenza al momento del carico.
Il contributo dei comunisti alla lotta per la pace e l'indipendenza delle Repubbliche Popolari è significativo e tangibile. Ma in previsione dell'inverno, è necessario intensificare il nostro lavoro per la raccolta e l'invio di convogli umanitari agli abitanti della Novorossiya. La vittoria sarà nostra!”.
English: The crisis in Ukraine and its deep roots – http://cprf.ru/2014/09/1108/
Italiano: La crisi in Ucraina e le sue profonde radici – http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/10/la-crisi-in-ucraina-e-le-sue-profonde-radici/
Español: Crisis en Ucraina y sus raìces profundas – https://docs.google.com/file/d/0B6ubbrisn9iHMWRLeW5wWHB3Zkk/edit?pli=1
Russian – https://docs.google.com/file/d/0B6ubbrisn9iHOE1saVBTZzI5Y1k/edit?pli=1
"Tribunale Russel": Poroshenko e Obama colpevoli di crimini di guerra (14 settembre 2014)
http://comunicati.russia.it/tribunale-russel-poroshenko-e-obama-colpevoli-di-crimini-di-guerra.html
fonte: http://ria.ru/world/20140913/1023940516.html
Usa ed Europa attaccano la Russia. Ma sono pronti anche alla guerra nucleare?
13/set/2014 – Intervista a Giulietto Chiesa, giornalista e scrittore, giunto a Venezia per il processo del Tribunale Russell sui crimini di guerra nel Donbass.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=bL2xjYHjTms
English: The crisis in Ukraine and its deep roots – http://cprf.ru/2014/09/1108/
Español: Crisis en Ucraina y sus raìces profundas – https://docs.google.com/file/d/0B6ubbrisn9iHMWRLeW5wWHB3Zkk/edit?pli=1
http://www.voltairenet.org/article185289.html
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58949
"La Crimea è sempre stata ucraina. I militari russi hanno occupato questo territorio ed ora stanno opprimendo la popolazione. In tutte le città manca il cibo e le persone lottano per sopravvivere". Miguel Francis, un giovane regista Usa, si è voluto recare in Crimea per verificare se tutto ciò che ha detto la propaganda di guerra del suo paese fosse fondato oppure no. È nato così un video interessantissimo, che smonta tutti i luoghi comuni diffusi dai Goebbels della Nato e dell'UE.
In questa conferenza, per la prima volta da Agosto, Strelkov fa le sue prime dichiarazioni ufficiali alla stampa.
Oltre alla situazione della Novorossiya, Strelkov si sofferma a parlare delle forze distruttrici appartenenti alla cosiddetta "Quinta Colonna" che opera, per conto degli interessi occidentali, per distruggere la Russia e tutti i popoli Russi. E' importante fare attenzione alla parte dove parla degli eventi e delle situazioni scaturite a seguito del crollo dell'URSS, negli anni '90. Capire questo passaggio e questa parte della storia, aiuta a capire tanto dell'attuale momento.
L’annuncio [SIC] del premier di Kiev Yatseniuk. «La Russia è una minaccia per la pace mondiale e per tutta Europa». Nella notte nuovi scontri all’aeroporto di Donetsk
Larghissima maggioranza a Strasburgo. Voto in contemporanea Kiev
https://www.facebook.com/southfrontital/posts/635390616579846:0
L'ultimo camion del secondo convoglio di aiuti umanitari Russi per la città di Lugansk ha fatto ritorno in Russia alle 18:30 ora di Mosca (16:30 ora italiana).
Il corrispondente dell'agenzia ITAR-TASS che si trova sul posto ha riferito: "Tutti i veicoli hanno raggiunto la frontiera senza incidenti e l'ultimo camion ha attraversato il confine alle 18:30".
Questa mattina di Sabato 13 Settembre, il convoglio composto da 245 camion è arrivato nella città di Lugansk per distribuire oltre 2.000 tonnellate di aiuti umanitari per i residenti della città devastata dalla guerra, tra cui cibo, generatori elettrici, medicinali e coperte.
Dopo aver scaricato le merci, i camion hanno fatto ritorno nella regione Russa di Rostov sul Don, viaggiando in gruppi di 35 veicoli.
Gli abitanti di Lugansk hanno accolto con fervore il convoglio umanitario Russo, scendendo nelle strade al passare dei camion e sventolando bandiere russe.
Osservatori dell'OCSE sono stati bombardati ieri dal fuoco delle forze punitive nella regione di Donezk (quartiere Kievskij). "Abbiamo visto 19 proiettili da mortaio esplodersi attorno a noi", comunica l'organizzazione.
Sotto il fuoco si sono trovate cinque persone e fortunatamente nessuno di loro è stato ferito.
L'automobile dell'organizzazione è pesantemente danneggiata. Le schegge del proiettile hanno perforato la carrozzeria e spezzato i vetri.
Sotto il fuoco è capitato anche il camion con i miliziani che accompagnava gli osservatori mostrando loro la strada. Il camion è completamento distrutto e nessuno dei miliziani è sopravvissuto.
Nonostante il cessare fuoco annunciato da Petr Porochenko i militari dell'esercito ucraino continuano a bombardare la capitale dell'auto-dichiarata Repubblica Popolare di Donezk, anche con colpi d'artiglieria pesante.
Di poco fa la notizia, diffusa ufficialmente dal premier della RPD, Zaharchenko, della distruzione della batteria di mortai usata contro gli osservatori e le città nei giorni scorsi.
After laying flowers and presentation of uniforms the ‘lions’ will go to shooting ground, near the village of Starychi. Taking into account difficult times for our country, every man should be able to bear arms and to use them skillfully. Military instructors will teach players of FC Karpaty basic skills of using machine guns, sniper rifles and grenade launchers.
FC Karpaty Information Center, www.fckarpaty.lviv.ua
Price of new shirt is 380 UAH. If you will wish to apply number and your name, this additional service will cost another 50 UAH. (…)
FC Karpaty Information Center, www.fckarpaty.lviv.ua
https://www.facebook.com/southfrontital/posts/636729196445988
LE FOTO: https://www.facebook.com/southfrontital/posts/636729196445988
Vladislav Wojciechowski, attivista di Borotba è stato arrestato a Odessa dagli sgherri del regime ucraino
Il 12 Settembre Vladislav Wojciechowski, attivista dell'organizzazione antinazista "Borotba" è stato arrestato a Odessa. Il servizio di sicurezza del regime golpista ucraino (SBU) è pronto ad accusare Vladislav per "terrorismo".
I nazisti dei gruppi paramilitari che appoggiano il regime hanno partecipato al suo arresto. Vladislav è stato picchiato ed è possibile che glisgherri del regime terroristico ucraino lo abbiano torturato per estorcergli una confessione.
Vladislav Wojciechowski era alla Casa dei Sindacati lo scorso 2 maggio È sopravvissuto al massacro, ma ha subito un trauma cerebrale a causa delle bastonate con le quali lo hanno colpito i militanti nazisti mandati da Kiev.
L'arresto di Wojciechowski dimostra ancora una volta che il regime terroristico di Kiev, imposto dal governo americano con la marionetta Poroshenko, non è interessato a nessuna pacificazione.
REGOLAMENTO (UE) N. 959/2014 DEL CONSIGLIO dell'8 settembre 2014
che modifica il regolamento (UE) n. 269/2014 concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina
MAIL RICEVUTA IN DATA ODIERNA DA UN IMPRENDITORE ITALIANO RESIDENTE A MOSCA
Buona sera,
ricevo ogni giorno le comunicazioni e La ringrazio.
Noi italiani imprenditori che lavoriamo solo con il mercato
russo , siamo disperati...
L'Italia si può salvare solo uscendo dall'Europa, grazie alla
sua posizione geografica strategica, può essere indipendente
e prendere decisioni autonome " Nessuno può governare l'Italia
meglio del suo popolo che vive e lavora in Italia"
Cordiali saluti
Secondo il documento, ad alcune zone della regione sarà concesso un periodo di "autoamministrazione " della durata di 3 anni. Per il 7 dicembre, sarebbero previste elezioni anticipate nelle regioni del Donbass.
Hanno votato a favore del progetto 277 deputati su 450.
Come previsto dal disegno di legge presentato dallo stesso Poroshenko, il Consiglio dei Ministri e di altri organi centrali del paese potranno stipulare accordi con il governo locale e i locali organi competenti in materia di sviluppo economico, sociale e culturale. Inoltre, secondo il documento, lo Stato centrale deve garantire il diritto di utilizzare il russo o qualsiasi altra lingua nella vita pubblica e privata, l'apprendimento e il supporto per il russo o qualsiasi altra lingua, il loro libero sviluppo e l'uguaglianza.
La legge entrerà in vigore dopo che sarà firmata da Poroshenko e pubblicata sugli organi ufficiali.
è considerata come un atto legislativo di un Paese confinante. Purgin ha detto che la Repubblica autoproclamata di Donetsk potrà al massimo prenderla in considerazione.
"Non abbiamo ancora una posizione ufficiale in merito a questo documento di legge. Dobbiamo prima leggerlo con attenzione. Tuttavia, si tratta di una legge dell'Ucraina, e dopo che verrà votata dalla Verkhovna Rada (parlamento) dovrà passare per il Consiglio Supremo che deciderà se potrà diventare legge" ha aggiunto Andrey Purgin.
Secondo Purgin, una volta passata la legge, la milizia potrebbe essere disposta a parlarne con le autorità di Kiev, ma solo per ciò che concerne la parte relativa ai legami economici e sociali. Nessuna unione politica con il governo di Poroshenko è però accettabile.
"E' da escludere la costruzione di una unione politica, ne come forma federale e ne come qualunque altra forma. Troppo sangue è stato versato e potrebbero esserci ancora numerose vittime. Ma in questa lotta, abbiamo difeso la nostra libertà" - ha detto Purgin.
In merito all'intenzione della giunta golpista di Kiev di fissare i confini delle nuove strutture sulle attuali posizioni del fronte, Purgin ha riferito di considerare accettabile un dialogo solo se i loro confini coincidono con quelli delle regioni di Donetsk e Lugansk
http://novorossia.su/ru/node/6683
http://novorossia.su/ru/node/6683
Dopo il golpe di febbraio, ci fu la prima tornata della cosiddetta ljustracija, con la quale la giunta si sbarazzò dei funzionari vicini, o sospettati di esserlo, al presidente Yanukovitch. Ovviamente, lo scopo fu quello di allontanare (e in vari casi anche arrestare) delle personalità per motivi esclusivamente politici: amministrazione dello stato, polizia, esercito sono stati "lustrati" in poche settimane.
Hanno fatto ovviamente eccezione tutti coloro che senza pensarci sono passati immediatamente col nuovo potere.
Lo stesso Poroshenko sarebbe da "lustrare": addirittura fu (e in tempi recenti) ministro quando Yanukovitch era presidente del paese (ministro del commercio e sviluppo economico e, in precedenza, presidente del consiglio della Banca Nazionale).
In sintesi, questo provvedimento sarà un'altra trovata burocratica per ripulire l'amministrazione statale dai dissidenti, che evidentemente è passata inosservata al parlamento europeo - nonostante la diretta della sedute con Kiev.
La Repubblica si supera: dopo le foto della straziante partenza per il fronte, con appassionato commiato alle fidanzate incluso, questa volta il romantico nazista torna a casa e riceve l'abbraccio delle splendide kapò tatuate. Tenerezza e semplicità.
http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/16/foto/ucraina_baci_militari-95884148/1/?ref=HRESS-3#1
Pensavo di averle viste tutte le infamie del gruppo editoriale de Benedetti ma questa ennesima apologia dei nazisti del Battaglione Azov [http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/16/foto/ucraina_baci_militari-95884148/1/?ref=HRESS-3#5] (che segue quella di Pravi Sector [http://pecorarossa.tumblr.com/post/95039641824/repubblica-consacra-i-fascisti]) mi lascia, veramente, senza parole. Come pure che nessuna “anima bella della sinistra” (per intenderci quelle che - con “Repubblica” o “Il fatto quotidiano sotto il braccio -. scendevano in piazza ad ogni scopatina di Berlusconi) abbia protestato.
Francesco Santoianni