Informazione
MALATTIE PROFESSIONALI
RAK UBIJA HRVATSKE "BRANITELJE": Više od 15.000 učesnika "domovinskog rata" umrlo od raka!
Iako iz Ministarstva ratnih veterana još nema službenih podataka o tome je li i u kojoj meri stopa obolevanja i smrtnosti kod ratnih veterana veća nego stopa kod opšte populacije, iz udruženja ratnih veterana uvereni su da ih bolest, nažalost, kosi znatno više nego što je to slučaj s ostalim delom populacije, prenosi “Slobodna Dalmacija”.
Najpogubniji je rak, za šta je, po njihovom mišljenju, glavni uzrok stres kojim su bili godinama izloženi, a stanje se, upozoravaju, iz godine u godinu dramatično pogoršava. Iz Udruženja obolelih od leukemije i limfoma, koje okuplja ratne veterane s malignom dijagnozom, poručuju kako je, po njihovim saznanjima, do danas od raka umrlo čak oko 15 hiljada učesnika rata, dok je ukupna brojka umrlih ratnih veterana preskočila 30 hiljada.
PET DO SEDAM GODINA
Od 1998. do 2010. službena brojka Ministarstva ratnih veterana o broju umrlih od raka iznosila je nešto više od 8000, no podaci kojima se danas raspolaže pokazuju kako se brojke dramatično povećavaju i do danas se ta brojka gotovo udvostručila.
Najveći broj učesnika rata obolio je u razdoblju od pet do sedam godina nakon završetka rata, a ima i slučajeva kada se bolest javlja i nakon deset godina. Uglavnom se radi o teškim oblicima raka – ističe Emil Vibović, predsednik Udruženja obolelih od leukemije i limfoma, ratni veteran koji je nakon rata i sam obolio i lečio se od leukemije.
Ministarstvo je, prošle godine objavilo podatke kako je u spomenutom razdoblju umrlo 24.249 hrvatskih ratnih veterana, a prosečna starost umrlih bila je 50,9 godina. Najviše ih je, konkretno njih 8093, umrlo od raka, a na drugom mestu uzročnika smrtnosti su bolesti srca i krvnih sudova koje su odnele 6923 života.
Radi se o podacima iz studije Ministarstva, Hrvatskog zavoda za javno zdravlje i Medicinskog fakulteta u Zagrebu, koja je, u sklopu projekta “Praćenje smrtnosti i oboljevanja hrvatskih ratnih veterana iz Domovinskog rata“, obuhvatio 501.701 učesnika rata.
Iz Ministarstva su juče za “Slobodnu dalmaciju” odgovorili kako u ovoj fazi projekta HZJZ spaja baze podataka, nakon čega će se na Medicinskom fakultetu provesti analiza, koja će pokazati može li se govoriti o značajnom porastu pojave tumora među populacijom koja je učestvovala u ratu. Rezultati projekta, napominju u Ministartstvu, očekuju se krajem godine.
No, “nestrpljivi” ratni veterani s koji su za “Slobodnu Dalmaciju” pričali sproveli su svoju, grubu, neslužbenu analizu, koja potvrđuje njihove sumnje o znatno većoj stopi smrtnosti od raka. Na to, objašnjavaju, pre svega ukazuje činjenica da su u opštoj populaciji na prvom mestu uzroka smrtnosti bolesti srca i krvnih sudova, a na drugom mestu rak, dok je kod ratnih veterana situacija obrnuta.
PISALI JOSIPOVIĆU
Analizom iznesenih podataka iz Ministarstva dolazi se do prosečne stope smrtnosti od raka u populaciji ratnih veterana u posmatranih 13 godina od 124,2 umrlih na sto hiljada osoba, što je znatno veća brojka od prosečne stope iz statistike HZJZ-a, koja za to razdoblje iznosi 97,4.
Sagovornici “Slobodne Dalmacije”, pri ovoj analizi za poređenje su uzeli HZJZ-ovu standardizovanu stopu smrtnosti od raka za starost od nula do 64 godine na sto hiljada stanovnika, s obzirom na to da umrli ratni veterani nisu bili stariji od 64 godine.
(Telegraf.rs)
in collaborazione con
Zona3 per la Costituzione
presenta:
Regia di Elena Mozzetta
Tratto dai racconti di
Nello Marignoli, partigiano
viterbese combattente in
Jugoslavia
presso
l’Auditorium Zona 3
Via Valvassori Peroni, 56
Sabato 11 ottobre 2014 (relazioni 10.00–13.30, dibattito 14.30–18.00)
Casa delle Donne in via della Lungara 19, Roma. Pranzo sul posto.
E' N.A.T.O. PER LA GUERRA.
Come uscire dal Patto Atlantico
Convegno organizzato dalla Rete NoWar-Roma (nowar@...)
Con la partecipazione di:
Associazione di Amicizia Italia-Iraq, Associazione Ialana, Associazione
Ross@, Comitato No Muos, Confederazione COBAS, il Manifesto, Peacelink, PdCI,
Rete dei Comunisti, Statunitensi per la pace e la giustizia
Ore 10.00.
Relazione di:
Manlio Dinucci, giornalista del Manifesto, saggista ed esperto di geopolitica:
“La strategia della nuova Nato”
Claudio Giangiacomo, giurista, membro della IALANA (giuristi per il disarmo
nucleare) e redattore della Legge di Iniziativa Popolare su
Trattati Internazionali, Basi e Servitù militari:
“L'illegittimità costituzionale della Nato”
Antonio Mazzeo, peace-researcher e Premio Bassani 2010 per il giornalismo:
“Il sistema delle basi militari in Italia”
Messaggio del Premio Nobel per la Pace, l'irlandese Mairead Maguire
Coordina Nella Ginatempo, Rete NoWar-Roma
Ore 14.30
Dibattito con gli interventi delle Associazioni e del pubblico
Coordina Enzo Brandi, Rete NoWar-Roma
presentano
Monologo di Pietro Benedetti
Regia di Elena Mozzetta
Nello Marignoli, partigiano
viterbese combattente in
Jugoslavia
Organizzano ANC e Consolato Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Milano
http://www.nuovacolombia.net/Joomla/iniziative/39-italiano/5667-milano-12-ottobre-incontro-con-james-petras.html
comprendere la situazione attuale e le sue
potenziali conseguenze internazionali
“Armageddon sulla via di Damasco”, al
termine dibattito con l'autore.
BASSANO del GRAPPA
http://contropiano.org/politica/item/26426-cento-anni-dopo-l-europa-ancora-al-centro-della-guerra
Ascoltare due lectio magistralis di storia è sempre un’esperienza di straordinario interesse. Vederne cogliere le connessioni con la situazione attuale è una ginnastica salutare sul piano della conoscenza finalizzata all’azione politica. La conferenza promossa a Roma dalla Rete dei Comunisti sui cento anni trascorsi dalla prima grande guerra interimperialista – quella del 1914-18 – è stata qualcosa di più di un incontro politico.
Introdotti dalla relazione di Mauro Casadio della Rete dei Comunisti, due storici marxisti autorevoli come Giuseppe Aragno e Giorgio Gattei, hanno sviluppato le loro relazioni con una grande capacità di racconto, analisi e comunicazione.
Mauro Casadio ha ovviamente sottolineato le numerose connessioni tra il processo materiale, economico e politico, che portò alla Prima Guerra Mondiale e al massacro tra i popoli europei, e la situazione attuale, o meglio, le tendenze che stanno caratterizzando l’attuale momento storico. La tesi è che la nascita dell’Unione Europea, santificata come l’entità che avrebbe portato alla fine definitiva della guerra in Europa, in realtà ha costellato il suo percorso e le sue prospettive di nuove guerre e di una inquietante escalation bellicista tutto intorno ad essa. Una sorta di “cerchio di fuoco” di guerre e conflitti che da sud (Libia, Siria, Iraq ed Africa francofona) sale verso la frontiera a est dove lo scontro sull’Ucraina minaccia di trasformarsi in un “clash” diretto tra le potenze della Nato e la Russia. E’ quasi impossibile separare la nascita dell’Unione Europea (1992) dalle sue responsabilità sullo scatenamento della disgregazione e della guerra in Jugoslavia (innescato dal riconoscimento unilaterale delle secessioni di Slovenia e Croazia da parte della Germania) fino all’avventurismo militare più europeo che statunitense contro la Libia (e in parte contro la Siria) per giungere alla scelta di sobillare le forze più reazionarie in Ucraina per destabilizzare il governo e sostituirlo con un altro filo-Ue. Il risultato è che la guerra è tornata ad essere un fattore possibile delle relazioni internazionali oggi caratterizzate non più dalla globalizzazione ma dalla competizione globale tra i vari poli imperialisti.
Giuseppe Aragno, con grande sapienza, ha continuamente messo in connessione gli scenari del mondo alla fine della Belle Epoqe – la prima globalizzazione capitalista nella storia – e quelli del mondo di oggi che vede trasformarsi la seconda globalizzazione in una competizione a tutto campo tra soggetti che si ispirano al medesimo modo di produzione: quello capitalistico.
Aragno in questi anni ha “incrociato spesso la spada” con gli storici revisionisti, quelli che per piaggeria o convinzione filosofica, raccontano la storia che serve agli apparati ideologici delle classi dominanti. Con una nemesi che torna costante negli storici liberali o revisionisti: dipingere l’unico esito positivo della Prima Guerra Mondiale – la Rivoluzione d’Ottobre – come un aspetto del male e della guerra stesso. Una chiave di lettura che, con Ernst Nolte, arriverà a dichiarare che l’avvento del nazismo è stata una reazione inevitabile alla vittoria del movimento operaio in Russia che darà vita all’Unione Sovietica proprio tirando fuori il paese dal grande massacro della Prima Guerra Mondiale. Aragno ha poi aggiunto informazioni poco o niente affatto conosciute come l’abbandono da parte delle autorità italiane dei soldati caduti prigioneri degli austriaci e che per questo venivano ritenuti “disertori, traditori”. Secondo Aragno dei 600mila soldati italiani morti nella prima guerra mondiale, almeno 100mila morirono di fame e di stenti abbandonati dagli Stati Maggiori e dal governo italiani. Ha poi denunciato una iniziativa di estrema gravità ossia il protocollo tra Ministero della Difesa e Ministero dell’Istruzione per spedire in cattedra nel 2015 degli ufficiali delle forze armate nelle scuole a parlare della Prima Guerra Mondiale.
Giorgio Gattei invece ha sviluppato la sua relazione su un altro versante: quello del dibattito dei marxisti dell’epoca sulla Grande Guerra. Dagli straordinari e profetici scritti dell’ultimo Engels venti anni prima che scoppiasse la guerra, all’elaborazione che portò Lenin a scrivere “L’imperialismo” (un testo che mantiene intatta e attuale gran parte dell’elaborazione), a Kautski, Trotski e ancora Lenin che già all’epoca riteneva la parola degli Stati Uniti d’Europa o impossibile o reazionaria.
La relazione di Gattei è partita proprio dalla illusorietà di quei pensatori borghesi (da Kant adAngell) che ritenevano che il libero mercato e il naturale sviluppo dell’economia capitalista, avrebbe tenuto il mondo al riparo dalla guerra perché gli scambi economici avrebbero prevalso sui contrasti militari. Dunque una illusione oggi ancora diffusa a piene mani e che è stata ripetutamente smentita dai fatti. Il problema è se i fatti di domani si aggiungeranno alla lista delle dolorose smentite del passato.
A mettere nuovamente il mondo sul piano inclinato, sembra essere infatti la natura stessa del capitalismo nella sua fase suprema – l’imperialismo. Ma proprio perché oggi il mondo è stato nuovamente globalizzato dal modello capitalista e il mondo – come diceva Marx – è “tondo” cioè limitato, la conquista di esso, delle sue risorse, dei mercati, della forza lavoro, delle possibilità – e delle sempre maggiori difficoltà - di valorizzare un capitale finanziario cresciuto a dismisura, non può che avvenire cercando di prendersi quelli degli altri, quelli in qualche modo già occupati. Finchè questo avviene nella periferia e magari con accordi e con la concertazione c’è qualche possibilità, ma quando questi vengono meno ecco che “gli imperialismi” entrano in conflitto tra loro. La Grande Guerra è stato il primo ma non l’ultimo grande conflitto antimperialista, soprattutto quando la consapevolezza che il mondo e le sue risorse sono limitate, perché “è tondo”.
Dopo alcuni interventi la conferenza si è conclusa con l’impegno della Rete dei Comunisti a sviluppare nelle prossime settimane una campagna di iniziative nelle varie città che mettano al centro dell’agenda le tendenze e i pericoli di guerra di oggi. A tale scopo è stato stampato un volantone divulgativo. Inoltre per la fine dell’anno la Rete dei Comunisti ha messo in cantiere un convegno proprio sull’imperialismo che aggiornerà sul piano teorico le elaborazione sviluppate negli anni scorsi. Infine le tre relazioni di Casadio, Aragno e Gattei verranno pubblicate, insieme ad altri contributi, sulla rivista Contropiano che uscirà ad ottobre e che sarà dedicata proprio alla guerra, con particolare attenzione a quelle di domani.
Václav Klaus:
THE FIRST WORLD WAR WAS STARTED BY AUSTRIA, NOT BY SERBIA
Success of the international conference Lessons of World War I, held in Belgrade on 16-18 September 2014
More than 100 foreign guests from fifteen countries in Europe, Americas and Asia
On 17-18 September 2014, the “Sava Center” in Belgrade was the venue of the International Conference titled “World War I – Messages to Humanity”, organized by the Belgrade Forum for a World of Equals, jointly with two Russian Civic Society Organizations - The Center of National Glory, and the St. Andrew the First-Called Fund. The first speaker in the Conference was Serbian Patriarch Irinej. The audience was then addressed by Prof. Oliver Antić, in the capacity of Personal Envoy of the President of the Republic of Serbia Mr. TomislavNikolić, and Bishop Nazarij, Episcope of Kroonstad, in the capacity of Personal Envoy of the Patriarch of Moscow and All Russia Kirill. The Conference was attended by several hundred invitees and more than 100 foreign guests. Over 40 historians, diplomats, analysts and public figures from Serbia, Russia and fifteen other countries in Europe, America, and Asia presented their papers. The introductory paper was presented by Vladimir I. Jakunjin, President of the Council of Russian co-organizers, President of the Global Forum “Dialogue of Civilizations”, and President of the Russian Railways.
The audience and the media representatives were particularly interested in the interventions of VáclavKlaus, former President of the Czech Republic, Walter Schwimmer, former Secretary-General of the Council of Europe, Aleksey Y. Meshkov, Deputy Minister of Foreign Affairs of the Russian Federation, Prof.Vasilije Krestić, Academician of the SANU, James Bissett, former Canadian Ambassador in Belgrade,Prof. Bim Singh from India, Prof. Momir Bulatović, former President of the Federal Government of the Federal Republic of Yugoslavia, Jean Bricmont, Member of the Belgian Royal Academy, Prof. Darko Tanasković, Neil Clarke, publicist from the United Kingdom, and many others.
The Conference was preceded by the Serbian-Russian Scientific Round table on World War I, held on 16 September in the Russian House, with15 historians and publicists as its participants, including Prof. Jelena Guskova, Foreign Member of the SANU, historian Dr Mile Bjelajac, and many other prominent scientists.
Václav Klaus, former President of the Czech Republic, said at the Conference: “The First World War did start in Serbia, however it was not started by Serbia but by Austria, with a rather reluctant consent of Hungary and a crucial role of Germany with her growing ambitions to redraw the borders firstly in Central Europe, then across the entire Continent, and, finally, in the world”.
Among 500 present persons were representatives of Serbian Government, MPs of Serbian Parliament, ambassadors of Angola, Belorussia, Cuba, Russia, Venezuela and diplomats from other foreign missions in Belgrade.
Organizers and participants of the Conference and the Roundtable laid wreaths at the Russian Necropolis in the New Cemetery, and at the Monument to Children Victims of NATO aggression in theTašmajdan Park. In addition, they attended the ceremony of unveiling the Monument to Serbian and Russian soldiers fallen while defending Belgrade in World War I, in the old Fortress of Kalemegdan. On this occasion, the audience was addressed by Serbian Patriarch Irinej, President of SerbiaTomislavNikolić, President of the Council of Russian organizers and donors Vladimir I. Jakunjin, Russian Ambassador to Serbia Aleksandar V. Čepurin, and City Mayor of Belgrade Siniša Mali.
All these events have marked the Centenary of the beginning of the First World War.
For more information please visit website www.beoforum.rs
THE BELGRADE FORUM FOR A WORLD OF EQUALS
http://balkans.courriers.info/article25504.html
B92, vendredi 5 septembre 2014
Le ministre serbe de la Défense Bratislav Gašić dirigera la délégation serbe au sommet de l’Otan, qui se tient ces 5 et 6 septembre à Newport, au Pays de Galles. La Serbie sera représentée au même titre que les 24 pays « partenaires » qui se consacreront à l’examen des capacités et initiatives inter-opérationnelles pour les années 2014-2015.
Selon le ministre, cette participation est très importante car l’armée serbe est activement engagée dans une réflexion sur ses capacités opérationnelles, mécanisme fondamental de l’interopérabilité pour participer aux opérations de maintien de la paix des Nations unies et de l’Union européenne. Cette participation sera également utile pour une meilleure compréhension de la future coopération entre l’Otan et ses partenaires, particulièrement de la coopération future de la Serbie et de l’Otan.
Bratislav Gašić sera le premier ministre de la Défense de Serbie à participer à un tel sommet. Parmi les questions qui seront abordées, figurent la crise en Ukraine et les relations avec la Russie, ainsi que la situation et les conflits liés au terrorisme islamiste en Irak, Syrie, en Afrique du Nord et de l’Ouest.
Bratislav Gašić a déclaré au quotidien Danas que « les discussions tournent autour de la Russie et d’une possible intervention de l’Otan ne gênent pas la Serbie », même si celle-ci a fait le choix de ne pas appliquer de sanctions à la Russie.
Le sommet accueille les dirigeants des pays membres de l’Alliance atlantique ainsi que les représentants des pays qui souhaitent rejoindre l’OTAN, et les pays membres du Partenariat pour la Paix.
Vucic e Li: Summit di 15 leaders dei Paesi dell’Europa centrale e orientale sarà tenuto a Belgrado
10. 09. 2014. – Il summit di 16 leaders dei Paesi dell’Europa centrale e orientale sarà tenuto a dicembre a Belgrado. La riunione sarà organizzata dalla Serbia e la Cina, hanno annunciato i premier serbo e cinese Aleksandar Vucic e Li Keciang a Tjendjin, dove il premier serbo partecipa al forum economico mondiale. Vucic ha detto che durante il summit sarà inaugurato il ponte Zemun-Borca sul Danubio. La visita di Li Keciang sarà la prima visita di un premier cinese in Serbia dall’anno 1986. La Serbia sta diventando un Paese importante. Grazie alla sua politica indipendente e responsabile Belgrado ha rafforzato i rapporti con i Paesi più grandi, come la Cina, ha detto Vucic. Questo vuol dire che la Serbia si trova su una strada migliore rispetto a quella che seguiva nel periodo precedente. La nostra amicizia con la Cina è più forte che mai. Nel nostro Paese saranno ottenuti risultati importanti nel periodo futuro, ha detto Vucic. Il premier cinese Li Keciang ha accettato l’invito dell’omologo serbo di visitare Belgrado. Egli ha sottolineato che la Cina e la Serbia sono buoni amici e i partners strategici. La Serbia è il primo Paese nell’Europa sud-orientale con il quale la Cina ha siglato l’accordo sull’instaurazione della partnership strategica, ha ricordato Li Keciang. I due premier hano parlato a Tjendjin dell’approfondimento dei rapporti bilaterali tra i due Stati, la realizzazione dei progetti comuni nelle infrastrutture e gli investimenti delle compagnie cinesi in Serbia. Vucic e Keciang hanno raggiunto l’accoro che a dicembre sigleranno l’accordo con l’omologo ungherese Viktor Orban sulla costruzione della via ferroviaria ad alta velocità Belgrado – Budapest. Il premier serbo Aleksandar Vucic ha iniziato la sua visita ufficiale in Cina con i colloqui con i rappresentanti delle compagnie e le banche cinesi che hanno dimostrato l’interesse per gli investimenti in Serbia. Il premier e la delegazine serba hanno parlato con gli imprenditori cinesi dello sviluppo delle telecomunicazioni in Serbia, l’eventuale collaborazione delle compagnie cinesi con la Telekom Serbia, i progetti e gli investimenti nel settore dell’energia, la zona industriale Stublenica vicino Ub e la centrale termolettrica Kolubara. Dopo i colloqui il premier Aleksandar Vucic ha detto che le ditte cinesi costruiscono la maggior parte delle strade in Serbia. Abbiamo parlato della costruzione della via ferroviaria per la velocità di 300 chilometri all’ora. Quella via ferroviaria sarà costruita in meno di tre anni. Abbiamo chiesto che siano esaminate molte possibilità, includendo la partnership pubblica delle aziende private e le concessioni, ha detto Vucic.
Russia, Europa - 10 settembre 2014
Gerard Depardieu, l'attore francese che da un anno e mezzo ha la cittadinanza russa, durante una visita a Belgrado nei giorni scorsi si è detto orgoglioso che la Serbia non abbia imposto le sanzioni alla Russia sulla crisi ucraina, affermando che la vita è troppo bella per sprecarla in conflitti. "Sono fiero che la Serbia non abbia seguito l'Unione europea sul blocco della Russia e sull'imposizione di sanzioni. Una decisione che mi ha impressionato, poiché con essa voi avete dato prova di saggezza ma anche di risolutezza e umanità", ha detto Depardieu ai giornalisti al termine di un colloquio con il premier serbo Aleksandar Vucic. Belgrado, che negozia con Bruxelles l'adesione all'Unione ma che è storicamente una stretta alleata di Mosca, ha resistito finora alle crescenti pressioni della Ue per l'imposizione di sanzioni alla Federazione russa, accusata dall'Occidente della crisi in Ucraina. E sul conflitto fra Mosca e Kiev, l'attore ha preso chiaramente le difese di Vladimir Putin, un politico a suo avviso "estremamente intelligente e umano", che "mai si è detto favorevole alla guerra". Alla domanda sui motivi della sua visita a Belgrado, Gerard Depardieu ha detto di essere interessato a conoscere la cultura della Serbia", da lui definita "un piccolo grande Paese". "Io sono un artista e sono interessato alla cultura, a tutte le culture del mondo. Non sono venuto qui a chiedere alcunché, ad eccezione di conoscere la gente", ha detto l'attore, che si è definito un "cittadino del mondo". "La vita è troppo bella. Non sono obbligato a essere cittadino francese, sono felice di essere cittadino russo, ma sono ancora più felice di essere cittadino del mondo", ha aggiunto. Depardieu ottenne il passaporto russo all'inizio del 2013 dopo una polemica con Parigi seguita alla sua decisione di lasciare la Francia per protestare contro un progetto del presidente Francois Hollande di tassare al 75% i redditi più alti. Depardieu, che lo scorso anno aveva visitato il Montenegro divenendo ambasciatore della cultura montenegrina, ha incontrato a Belgrado anche il ministro della cultura Ivan Tasovac e il sindaco della capitale Sinisa Mali, in compagnia dei quali ha visitato la Cineteca Jugoslava, la Filarmonica di Belgrado e il quartiere bohemien di Skadarlja. Alla Cineteca ha ricevuto il “Sigillo d'oro”, un’onorificenza che l'istituzione belgradese conferisce alle celebrità del cinema che si recano a visitarla.
19. 09. 2014. – Il premier serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato che non e’ stato ancora confermato che il Presidente della Russia Vladimir Putin arrivera’ in Serbia. Belgrado non cambiera’ la sua decisione che non imporra’ le sanzioni economiche contro la Russia. Supponiamo che il Presidente russo arrivera’ in Serbia, ha dichiarato Vucic alla TV di Stato. Alla domanda del giornalista di commentare la dichiarazione dell’ambasciatore statunitense a Belgrado Michael Kirby che non sono chiari i motivi della visita di Putin a Belgrado, Vucic ha detto che Kirby e’ un uomo educato e responsabile e un amico della Serbia. Penso che Kirby avesse buone intenzioni, ha detto Vucic. Michael Kirby ha detto ieri, nell’intervista rilasciata al quotidiano Vecernje novosti che i rapporti tra la Serbia e gli Stati Uniti sono molto buoni, ed ha posto la questione: Perche’ il Presidente della Russia Vladimir Putin arrivera’ in Serbia? Potete avere buoni rapporti con la Russia, la Cina e gli Stati Uniti. La posizione statunitense sulle visite dei rappresentanti della Cina e la Russia non e’ uguale. I cinesi, a differenza dei russi, non hanno attaccato nessuno, ha detto Kirby
L'Ambasciatore degli Stati Uniti ha provocato uno scandalo a Belgrado
19. 09. 2014. - 19:33 -- MRS
Il Ministrro della Difesa della Serbia Bratislav Gasic e l’ambasciatore della Russia a Belgrado Aleksandar Cepurin hanno detto a Belgrado che i rapporti tra i due Stati sono amichevoli e che la loro collaborazione nel settore della difesa si sta allargando. Gasic e Cepurin hanno parlato delle questioni politiche regionali e globali. Il ministro serbo ha ribadito che la posizione di principio di Belgrado è che l’integrità territoriale di ogni Paese membro delle Nazioni Unite deve essere rispettato, ed ha ringraziato le autorità russe della difesa dell’integrità territoriale della Serbia e la sua sovranità in Kosovo e della loro opinione che tutte le questioni che riguardano il Kosovo devono essere risolte in modo pacifico, tramite dialogo di tutte le parti interessate. La Serbia continuerà a condurre la politica della neutralità militare e a collaborare con i Paesi dell’Oriente e l’Occidente. L’esercito serbo si sta preparando per la visita del capo di Stato maggiore delle forze militari della Russia il generale dell’armata Valerij Gerasimov, il quale parteciperà alla celebrazione del settantesimo anniversario della liberazione di Belgrado nella Seconda guerra mondiale, ha dichiarato il Ministrro della Difesa della Serbia Bratislav Gasic