Informazione

(italiano / srpskohrvatski)

Gli jugoslavi e Srebrenica

Insieme abbiamo combattuto, liberato e costruito la nuova Jugoslavia. Insieme l' abbiamo distrutta e ci siamo divisi. La criminale pulizia etnica è stata la caratteristica base di questa divisione. Le colpe di questo male e crimine contro i popoli e le nazionalità jugoslave sono evidenti. Testimonianza ne sono le tombe degli uccisi, le donne stuprate, le case e le chiese distrutte e saccheggiate, gli appartamenti espropriati, i profughi...
Si dice che "il crimine è individuale"! Si,"malo morgen" ["a domani", nel senso di "ne riparleremo"]. Il popolo  alle elezioni del 1990 ha portato al potere questi criminali, perciò è responsabile.  Ed ancora, più o meno dappertutto, li tengono al potere.
Gli Usa hanno ingaggiato i balisti [=nazionalisti, dal nome dell'organizzazione irredentista storica "Balli Kombetaer"] albanesi già dal 1989, e così hanno cominciato con la distruzione della Jugoslavia. I balisti non sarebbero stati capaci da soli in questa impresa, perciò il punto d' appoggio l' hanno spostato nella Slovenia, che li ha sostenuti ampiamente. La danza macabra perciò l' hanno iniziata gli sloveni di Rupnik con l' uccisione delle reclute militari della JNA [Armata Popolare della Jugoslavia] e con la  perfida cacciata dei "terroni" (serbi, rom, croati, albanesi).
Hanno continuato i croati. Loro avevano già tale esperienza della II Guerra mondiale. In  Bosnia ed Erzegovina è stato il peggio: massacravano e uccidevano sia i cetnizi filo-Draza [Mihajlovic, storico leader del movimento cetnico], sia i fascisti musulmani, che gli ustasa croati. Perciò in questa Repubblica è stato commesso il più grande delitto - a Srebrenica.
Il VMRO  ed i balisti in Macedonia si sono uniti al banchetto in ritardo, come pure i cetnizi seguaci di Djurisic in Montenegro, ma hanno fatto in tempo ad iscriversi all' albo dei criminali.
Soltanto i seguaci di Horty in Vojvodina sono stati assenti, avendo valutato che nella regione non ci sono le condizioni per ripetere il massacro di Novi Sad dei giorni di guerra del 1941- 1945.
I serbi hanno avuto sfortuna perchè la pulizia etnica non è stata effettuata soltanto dal partito al potere ma anche dall' opposizione che si voleva arraffare il potere. Primi nelle uccisioni si sono dimostrati i seguaci di Draskovic poi quelli di Arkan e di Seselj. Ce l' avevano con i musulmani, i croati, gli ungheresi, con la JNA in quanto "esercito antiserbo". I partiti DS e DSS che a loro modo si sono inseriti in questo trend etnico - Zoran Djindjic si faceva fotografare vicino a un bue arrostito e ai capi cetnizi serbi in Bosnia-Erzegovina, mentre Vojislav Kostunica sorridente teneva nelle mani eroiche un kalasnikov.
Dietro tutto a questo c'è una Europa di malaffare. Essa anche recentemente ha ordinato al governo serbo di emanare  una risoluzione di pentimento per Srebrenica, per poter così nascondere la sua propria colpevolezza e responsabilità nello spargimento di sangue in Jugoslavia, nel divampare di nuovo odio tra le nazionalità e di scontri tra di noi. Questo viene appoggiato anche dai protagonisti nazionali, dal monte Triglav al fiume Vardar. E si cerca di adossare tutto alla Serbia, concretamente al "sistema dittatoriale comunista" di Milosevic e a quello prima, di Tito, perchè la Serbia è ancora per diverse ragioni l' erede della RSF di Jugoslavia.
Cosi verrebbe la resa dei conti ideologica e politica con il socialismo e con la RSFJ: non c'è migliore dimostrazione del fatto che il capitalismo non è eterno e non è la fine della storia. Questo è un esempio chiaro di  anticomunismo e antijugoslavismo.
Il governo serbo, pronto a emanare questa risoluzione, dimostra quanto sia dipendente dell' UE. La motivazione per cui con questa risoluzione entreremmo a far parte della famiglia dei "popoli civilizzati" è ridicola. I numerosi delitti austriaci, tedeschi, bulgari, compiuti contro i serbi nella I Guerra mondiale, e gli stessi delitti compiuti dagli italiani e dagli ungheresi nella II Guerra mondiale, dimostrano che questa è innanzitutto una famiglia di barbari, e non di gente civile. Cosa poi dire dei bombardamenti del 1999! Gli Stati che per 3 mesi hanno gettato bombe e missili sulla RFJ non sono nemmeno sulla soglia della civilizzazione. Essi sono gli ultimi degni di fare della morale sul genocidio.
Se c'è un pentimento, esso può essere soltanto comune. Ci ammazzavamo a vicenda - a vicenda dobbiamo chiederci scusa, oppure non se ne farà niente! Continueremo con la pulizia etnica e questa è la nostra quotidianità. Nessuna risoluzione ci potrà  rappacificare - fintantochè non verranno cacciati i partiti ed i lacchè nazionalisti e sciovinisti dalla vita pubblica e politica.
Questo è un processo che richiede del tempo e nel quale i comunisti e gli jugoslavi sono i benvenuti, perchè sono tra i pochi che non hanno insaguinato le loro mani col sangue innocente dei loro - fino al giorno prima - fratelli e vicini.

Stevan Mirkovic, presidente Centro Tito
Belgrado, 20.1.2010

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Jugosloveni i Srebrenica

Zajedno smo se borili,oslobodili i stvorili novu Jugoslaviju, zajedno radili i živeli u miru, zajedno smo je ubili i razdvojili se. Zločinačko etničko čišćenje je osnovna karakteristika tog razdvajanja.Krivica za to zlo i zločine svakog od jugoslovenskih naroda i narodnosti vidi se kao na dlanu. Dokazi su grobnice pobijenih, silovane žene, spaljene i opljačkane kuće i crkve, oteti stanovi,izbeglice. Kaže se „zločin je pojedinačan“. Malo sutra. Narod je na izborima  199o. doveo na vlast te zločince i odgovoran je. I još ih, manje više, svuda drži na vlasti.
SAD su angažovanjem Albanaca balista pokušali da  1989. započnu
rušenje SFRJ. Balisti nisu bili dorasli ovom poduhvatu pa je težište preneto na Sloveniju, koja je baliste najvatrenije podržavala.Zato su smrtonosni pir počeli Slovenci rupnikovci ubijanjem vojnika JNA i perfidnim i bezobzirnim proterivanjem „južnjaka“ (Srba, Roma, Muslimana,Albanaca).Nastavili su Hrvati ustaše.Imali su i najviše iskustva u tome iz 2.svetskog rata. U BiH je bilo najstrašnije – klali su i ubijali dražinovci, muslimanski fašisti i ustaše. Zato se tamo i dogodio najstrašniji zločin – Srebrenica. Vmrovci i balisti u  Makedoniji uključuju se u nacionalistički pir sa zakašnjenjem , kao i Djurišićevi četnici u C.Gori, ali stižu na vreme da se upišu u knjigu zločinaca. Jedino su se  hortijevci pritajili ocenivši da u Vojvodini nema uslova da ponove novosadski masakr iz ratnih dana 41.-44.
Srbi su imali nesreću da etničko čišćenje ne vrši samo država, dakle partija na vlasti (SPS) već i  opozicione partije da bi se vlasti dočepale. Prvo su se ubijanjima „proslavili“ Draškovićevi četnici, pa Arkanovci, Šešeljevci. Meta su bili Muslimani , Hrvati i Madjari i JNA kao „antisrpska vojska“. I DS i DSS se na svoj način uključuju u ovaj etnički trend – Z.Djindjić se slika kraj pečenog vola sa vodjama srpskih četnika u BiH a V.Koštunica sa osmehom drži „kalašnjikov“ u junačkim rukama! 
Iza svega toga stoji stara kurva Evropa. Ona je nedavno  i  naredila srpskoj Vladi da donese pokajničku rezoluciju o Srebrenici da bi sakrila svoju krivicu i odgovornost za krvoprilića u Jugoslaviji i ponovo razbuktala medjunacionalnu mrznju i sukobe medju nama. To podržavaju i domaći akteri te drame od Triglava do Vardara. I sve se želi svaliti na ledja Srbije , konkretnije na „diktatorski komunistički sistem“ S.Miloševića i onaj raniji Titov, jer je Srbija još uvek po mnogo čemu naslednica SFRJ. Time bi se konačno izvršio ideološki i politički obračun sa socijalizmom i SFRJ , koji su najbolji dokaz da kapitalizam nije večan i nije kraj istorije.Čisti antikomunizam i antijugoslovenstvo.
Spremnost srpske Vlade da donese takvu rezoluciju pokazuje koliko je ona zavisna od EU. Obrazloženje da ćemo tom rezolucijom stupiti u porodicu „civilizovanih naroda“ je komična. Masovni zločini Austrijanaca, Nemaca i Bugara nad Srbima u I SR, istih i Italijana i Madjara u 2.SR pokazuju da je to pre porodica varvara nego civilizovanih ljudi.A tek bombardovanje 1999!Države koje su tri meseca zasipale SRJ aviobombama i raketama nisu ni na pragu civilizacije.One su poslednje koje mogu nekome držati moralnu pridiku o genocidu.
Ako ima kajanja ono može biti samo zajedničko.Zajedno smo ubijali -  zajedno se kajemo ili ništa od toga. Nastavljamo sa etnočišćenjem  i to je naša svakodnevnica. Nikakve rezolucije i unije nas ne mogu pomiriti – samo sklanjanje iz  javnog i društvenog života nacionalističkih i šovinističkih protuva i partija. A to je duži proces u kome su komunisti i Jugosloveni dobro došli jer su medju retkima koji  nisu uprljali ruke nevinom krvlju svoje svoje dojučerašnje braće i komšija.

Stevan Mirković, predsednik Centra Tito
20.1.2010.



Jeudi, 18 Mars 2010 10:06  
La Chine publie un rapport sur les droits de l'homme aux Etats-Unis
Xinhua   


La Chine a riposté aux critiques américaines contenues dans un rapport sur les droits de l’Homme, en publiant son propre document sur les droits de l’Homme aux Etats-Unis. « Comme les années précédentes, le rapport américain est plein d’accusations contre la situation des droits de l’Homme dans plus de 190 pays et régions, dont la Chine, mais ferme les yeux sur, ou évite et même dissimule les abus massifs des droits de l’Homme sur son propre territoire », a déclaré le Bureau de l’Information du Conseil des Affaires d’Etat (gouvernement chinois) dans son rapport sur les droits de l’Homme aux Etats-Unis.




Le Rapport sur les droits de l’Homme aux Etats-Unis en 2009 a été publié en réponse au rapport 2009 sur la situation des droits de l’Homme dans le monde, publié le 11 mars 2009 par le Département d’Etat américain.

Le rapport est « préparé pour aider les gens à travers le monde à comprendre la situation réelle des droits de l’Homme aux Etats-Unis », indique le rapport.

Le rapport a passé en revue la situation des droits de l’Homme aux Etats-Unis en 2009 à travers six thèmes : vie, propriété et sécurité personnelle ; droits civils et politiques ; droits culturels, sociaux et économiques ; discrimination raciale ; droits des femmes et des enfants ; violations des droits de l’Homme par les Etats-Unis contre d’autres pays.

Il critique les Etats-Unis pour avoir utilisé les droits de l’Homme comme « outil politique pour s’ingérer dans les affaires intérieures d’autres pays et diffamer l’image d’autres pays au profit de ses propres intérêts stratégiques ».

La Chine conseille au gouvernement américain de tirer des leçons de l’histoire, avoir lui-même une attitude correcte, d’oeuvrer pour améliorer sa propre situation des droits de l’Homme, et de rectifier ses actions dans le domaine des droits de l’Homme.

Il s’agit de la 11e année consécutive que le Bureau de l’Information du Conseil des Affaires d’Etat publie un article sur les droits de l’Homme aux Etats-Unis, en réponse au rapport annuel du Département d’Etat américain.

« A un moment où le monde souffre d’un grave désastre sur le plan des droits de l’Homme, causé par la crise financière mondiale provoquée par la crise des subprimes américaine, le gouvernement américain ignore toujours ses propres problèmes graves en matière de droits de l’Homme et se réjouit d’accuser d’autres pays. C’est vraiment dommage », indique le rapport.

Espionner les citoyens


Bien qu’il prône la « liberté d’expression », la « liberté de la presse » et la « liberté sur Internet », le gouvernement américain surveille et limite sans aucun scrupule la liberté des citoyens quand il s’agit de ses propres intérêts et besoins, indique le rapport.

Les droits des citoyens sur l’accès aux informations et de leur distribution sont sous stricte supervision, ajoute le rapport.

Selon les médias, l’Agence de sécurité nationale des Etats-Unis a commencé en 2001 à installer des appareils d’écoute spécialisés dans tout le pays pour surveiller les appels, les fax, les emails et recueillir les communications intérieures.

Les programmes d’écoute visaient tout au début les Américains d’origine arabe, mais se sont élargis ensuite à tous les Américains.

Après les attaques du 11 septembre, le gouvernement américain, sous prétexte d’anti-terrorisme, a autorisé ses départements d’intelligence à pirater les communications par email de ses citoyens et à surveiller et supprimer, à travers des moyens techniques, toute information sur Internet qui pourrait menacer les intérêts nationaux des Etats-Unis.

Les statistiques montrent qu’entre 2002 et 2006, le FBI a recueilli des milliers d’informations sur les appels téléphoniques de citoyens américains.

En septembre 2009, le pays a établi un organe de supervision de sécurité sur Internet, renforçant les inquiétudes des citoyens américains sur une utilisation éventuelle du gouvernement américain de la sécurité d’Internet comme prétexte pour surveiller et s’ingérer dans les systèmes personnels.

La soi-disant « liberté de la presse » aux Etats-Unis est en fait complètement subordonnée aux intérêts nationaux et manipulée par le gouvernement américain, souligne le rapport.

Fin 2009, le Congrès américain a passé un projet de loi pour imposer des sanctions contre plusieurs chaînes satellite arabes pour la diffusion de contenus hostiles aux Etats-Unis et incitant à la violence.


Hégémonie sous prétexte de "liberté sur Internet"


Les Etats-Unis renforcent leur hégémonie sous prétexte de « liberté sur Internet », souligne le rapport.

Actuellement, on compte 13 serveurs racines dans le monde d’Internet. Aux Etats-Unis se trouvent le seul principal serveur racine et neuf des douze autres serveurs racines, explique le rapport.

Les Etats-Unis profitent de leur contrôle sur les ressources d’Internet pour s’immiscer dans les affaires intérieures des autres pays sous divers moyens.

Les Etats-Unis possèdent une troupe spéciale de pirates informatiques, des pirates d’élite qu’ils ont recrutés dans le monde entier, ajoute le rapport.

Lors des troubles qui ont suivi les élections en Iran en été dernier, le camp de réformistes battu et ses partisans ont utilisé des moyens d’Internet comme Twitter pour diffuser leurs messages, rappelle le rapport.

Le département d’Etat américain a demandé aux opérateurs de Twitter de reporter sa maintenance prévue afin d’aider l’opposition à créer un élan favorable dans l’opinion public, poursuit le rapport.

En mai 2009, une société d’Internet, encouragée par le gouvernement américain, a bloqué ses services de messagerie instantanée dans cinq pays, dont Cuba, fait remarquer le rapport.

 

La discrimination raciale est un problème chronique

 

La discrimination raciale reste un problème chronique aux Etats-Unis, affirme le rapport.

La population noire et les autres minorités sont les groupes les plus pauvres des Etats-Unis.

Selon un rapport publié par le Bureau américain du recensement, le revenu médian réel des ménages américains, en 2008, ont été de 50 303 dollars américains, mais les revenus moyens des ménages hispaniques et noirs étaient d’à peu près 68% et 61,6% de ceux des ménages blancs non hispaniques.

Le revenu moyen des groupes minoritaires était d’environ 60% à 80% de celui des groupes majoritaires sous les mêmes conditions d’éducation et de compétence, ajoute le document.

Les minorités ethniques font l’objet d’une grave discrimination raciale sur les plans de l’emploi et du lieu de travail, inique ce rapport.

Les groupes minoritaires sont les plus touchés par le chômage. D’après le quotidien USA Today, le taux de chômage aux Etats-Unis en octobre 2009 était de 10,2%. Le taux des sans-emploi parmi les Américains d’origine africaine a atteint 15,7%, celui des Hispaniques, 13,1% et celui des Blancs, 9,5%.

Les groupes minoritaires sont victimes de discrimination dans l’éducation. Selon un rapport publié par le Bureau américain du recensement, 33% des Blancs non-hispaniques sont diplômés de l’université. La proportion des Noirs n’est que de 20% et de 13% chez les Hispaniques.

La discrimination raciale dans l’application de la loi et le système judiciaire est très marquée. Selon le Département américain à la Justice, fin 2008, dans la population noire, 3 161 hommes et 149 femmes sur 100 000 ont été condamnés à de la prison.

Un rapport publié par la police de New York, parmi les personnes impliquées dans les fusillades avec la police en 2008, 75% étaient Noirs, 22% Hispaniques et 3% Blancs.

Les crimes de haine ethnique sont fréquents. Selon des statistiques publiées par le Bureau fédéral américain des enquêtes, un total de 7 783 crimes relatifs à la haine ethnique ont été commis en 2008 aux Etats-Unis, dont 51,3% pour discrimination raciale, 19,5% pour raison religieuse et 11,5% en raison de conflits entre personnes de nationalités différentes.

La violence répandue aux Etats-Unis


La violence répandue aux Etats-Unis menace la vie, la propriété et la sécurité personnelle des Américains, indique le rapport.

En 2008, les Américains ont éprouvé 4,9 millions de crimes violents, 16,3 millions de crimes contre la propriété et 137 000 vols personnels, et le taux de crimes violents est de 19,3 victimes pour 1 000 personnes âgées de 12 ans et plus.

Chaque année, environ 30 000 personnes succombent à des accidents impliquant des armes à feu. Selon un rapport du FBI, il y a eu 14 180 victimes de meurtre en 2008, affirme le rapport.

Les campus sont des zones de plus en plus touchés par les crimes violents et les fusillades. La fondation américaine U.S. Heritage Foundation a rapporté que 11,3% des lycéens à Washington D.C. avaient reconnu avoir été « menacés ou blessés » par une arme durant l’année scolaire 2007-2008.

Abus de pouvoir


La police américaine fait souvent preuve de violence sur la population et les abus de pouvoir sont communs chez les exécuteurs de la loi, indique le rapport.

Les deux dernières années, le nombre de policiers new-yorkais placés sous révision pour avoir engrangé trop de plaintes a augmenté de 50%.

Dans les grandes villes américaines, la police arrête, interpelle et fouille plus d’un million de personnes chaque année, le nombre augmentant brusquement par rapport à il y a quelques années.

Les prisons aux Etats-Unis sont encombrées de détenus. Environ 2,3 millions de personnes ont été placées en garde à vue, soit un habitant sur 198, selon ce rapport.

De 2000 à 2008, la population carcérale américaine s’est accrue en moyenne annuelle de 1,8%.

Les droits fondamentaux des prisonniers aux Etats-Unis ne sont pas bien protégés. Les cas de viol de détenus commis par les employés de prison ont été largement rapportés, ajoute le document.

Selon le département américain de la justice, les rapports sur les délits sexuels à l’égard des détenus commis par les travailleurs de prison dans les 93 prisons fédérales du pays ont doublé au cours des huit années passées.

D’après une enquête fédérale sur plus de 63 000 prisonniers fédéraux ou de l’Etat, 4,5% ont avoué avoir été abusés sexuellement au moins une fois durant les 12 mois précédents.

Nombre croissant de suicides en raison de la pauvreté


Selon le rapport, la population pauvre est la plus importante depuis onze ans.

Le journal Washington Post a rapporté que 39,8 millions d’Américains vivaient dans la pauvreté fin 2008, en hausse de 2,6 millions par rapport à 2007. Le taux de pauvreté en 2008 était de 13,2%, le plus haut niveau depuis 1998.

La pauvreté a entraîné une forte croissance du nombre de cas de suicides aux Etats-Unis. Selon les informations, on enregistre chaque année 32 000 cas de suicides aux Etats-Unis, presque le double des cas de meurtre, dont le nombre est de 18 000, fait savoir le rapport.

Violation des droits des travailleurs


La violation des droits des travailleurs est très grave aux Etats-Unis, indique le rapport.

Selon le journal New York Times, environ 68% des 4 387 travailleurs à bas revenus interrogés lors d’une enquête disent avoir connu une réduction de salaires et 76% d’entre eux ont fait des heures supplémentaires sans être payés correctement.

Le nombre de personnes sans assurance santé n’a cessé d’augmenter pendant huit ans consécutifs, poursuit le rapport.

Les chiffres publiées par le Bureau de recensement des Etats-Unis montrent que 46,3 millions de personnes n’avaient pas d’assurance santé en 2008, représentant 15,4 % de la population totale, en comparaison avec les 45,7 millions en 2007, représentant une hausse consécutive pendant huit ans.

Femmes et enfants, souvent victimes de violence


Les femmes sont souvent victimes de violence et d’agression sexuelles aux Etats-Unis et les enfants sont exposés à la violence et vivent dans la crainte, indique le rapport.

Selon les informations, les Etats-Unis enregistrent le plus fort taux de viols parmi les pays qui fournissent ce genre de statistiques, soit 13 fois de plus que l’Angleterre et 20 fois plus que le Japon.

Reuters a rapporté que selon des interviews de 40 femmes militaires, 10 disent avoir été violées, cinq ont été attaquées sexuellement, y compris une tentative de viol, et 13 ont été victimes de harcèlement sexuel.

Selon USA Today, 1 494 jeunes de moins de 18 ans ont été assassinés en 2008 aux Etats-Unis.

Une enquête, menée entre janvier et mai 2008 par le Département américain à la Justice auprès de 4 549 enfants et adolescents âgés de 17 ans ou moins, a montré que, l’année précédente, 60% des enfants interrogés avaient été exposés de façon directe ou indirecte à la violence.

Piétiner la souveraineté et les droits de l'homme d'autres pays


Les Etats-Unis, avec leur forte puissance militaire, ont poursuit leur hégémonie dans le monde en piétinant la souveraineté d’autres pays et violé leurs droits de l’Homme.

En tant que plus important vendeur d’armes du monde, ses contrats ont aggravé énormément l’instabilité du monde. Les Etats-Unis ont augmenté leurs dépenses militaires qui étaient déjà les plus importantes du monde, de 10% en 2008 à 607 milliards de dollars, soit 42% du total mondial, a indiqué l’agence de presse américaine Associated Press (AP).

Au début de 2010, le gouvernement américain a annoncé un contrat de ventes de 6,4 milliards de dollars à Taiwan, malgré les fortes protestations du gouvernement et du peuple chinois, ce qui a sérieusement porté atteinte aux intérêts de la sécurité nationale de la Chine et excité une forte indignation parmi le peuple chinois.

Les guerres en Irak et en Afghanistan ont imposé un lourd fardeau sur le peuple américain et causé d’énormes pertes humaines et économiques aux peuples d’Irak et d’Afghanistan, indique le rapport.

L’abus sur les prisonniers est l’un des plus grands scandales concernant les droits de l’Homme aux Etats-Unis.

Selon une enquête menée par le Département de la Justice des Etats-unis, 2 000 soldats Talibans qui s’étaient rendus sont morts étouffés par les forces armées afghanes contrôlées par l’armée américaine, indique le rapport.

Les Etats-Unis construisent des bases militaires dans le monde entier et des violations des droits de l’Homme des habitants de ces endroits sont souvent observés.

Les Etats-Unis possèdent actuellement 900 bases militaires dans le monde. Plus de 190 000 militaires et 115 000 autres personnes y sont stationnés.

Ces bases causent de graves dégâts et pollutions à leur environnement. Des substances toxiques causées par des explosions de bombes coûtent la vie à des enfants du voisinage.

Selon certaines informations, vers la fin de la présence des bases militaires américaines de Subic et de Clark, jusqu’à 3 000 plaintes sur le viol de femmes philippines ont été déposées contre des militaires américains, mais elles ont été toutes rejetées, ajoute le rapport.

 

Source: Changement de société 





La Corte Europea dei Diritti Umani ha accolto due giorni fa un ricorso contro la Croazia per la segregazione in classi elementari separate dei bambini rom tra il 1996 e il 2000. Ricordiamo che nello stesso periodo non c'erano classi separate per i bambini serbi perchè questi erano stati tutti espulsi dal paese con le operazioni di pulizia etnica "Lampo" e "Tempesta".

Da: Roma Virtual Network 
Data: 18 marzo 2010 9:46:16 GMT+01:00
Oggetto: [Romano Liloro] ERTF Press Release

European Roma and Travellers Forum 
Press Release

ERTF says: Segregation is wrong yet remains widespread

Strasbourg 18 March: The European Roma and Travellers Forum welcomes the judgment of the European Court of Human Rights of 16th March 2010 which finds that Croatia violated the European Convention on Human Rights by placing Roma children in segregated classes in primary school.

The applicants are 15 Croatian nationals of Roma origin who were born between 1988 and 1994 and live in Orehovica, Podturen and Trnovec in northern Croatia. The case concerned the applicants’ complaint that they had been segregated at primary school because they were Roma. The applicants attended primary school in the villages of Macinec and Podutren at different times between the years 1996 and 2000. They participated in both Roma-only and mixed classes before leaving school at the age of 15. The applicants complained  that they had been denied their right to education and discriminated against in this respect

The Court maintained that the right to primary education is a civil right under Article 2 of Protocol No 1 (right to education) and applicable to this case. It held that the segregation of Roma children is in violation of Article 14 (prohibition of discrimination) taken in conjunction with Article 2 of Protocol No. 1 (right to education), as well as of Article 6 §1 (right to a fair trial within a reasonable time), given the undue delay before the Constitutional Court.

So, although at first glance, this judgement appears to be reassuring news and a positive step in the right direction, it should not overshadow the reality that in many Council of Europe Member States such segregation practices remain in force in one form or another. Yet why should Roma children be seperated in school from their non-Roma classmates? Why should Roma children be placed in “special schools” or classes for children with mental disabilities (despite not having any mental disability themselves)? Why should Roma children be segregated in mainstream Roma-only schools or classes? Why?

The ERTF believes that these tough questions should be asked, especially since we are not just talking about past or current practices but, even more alarmingly, possible future practices.

For example, the European Roma and Travellers Forum cannot but express its deepest concerns regarding the recent proposal by the Slovak Prime Minister to his government to set up a programme aimed at placing as many Roma children as possible in boarding schools and gradually separating them from their regular family lives.

Yet it goes without saying that the separation of children from their families reinforces segregation and exclusion which, in turn, produce emotional and psychological harm in Roma children, in terms of lower self-esteem and self-respect and problems in the development of their identity.  So again, the ERTF asks, WHY? The European Roma and Travellers Forum urges the Slovak Prime Minister to withdraw his proposal.

Furthermore, ERTF echoes the recommendations outlined by many international human rights organizations to stop school segregation of Romani children and promote inclusive measures in education, by calling on all the Council of Europe Member States concerned to eliminate the systematic placing of Roma children in special schools and classes, to discontinue psychological testing as a means for assigning children into special education and to ensure inclusive education for all children.

“ERTF strongly believes that it is essential for state leaders to recognize that we have a common destiny in Europe where our children grow up together, knowing and respecting each other, incorporating all diverse backgrounds, and are given the proper educational tools to prepare them for success in our society. All children have the right to an education free from discrimination. Yet if we are to continue along a path of deepening separation and entrenched inequality, this will only diminish our common potential”, insisted Mr. Rudko Kawczynski, President of the European Roma and Travellers Forum.


* * *

The European Roma and Travellers Forum (ERTF), which has a partnership agreement with the Council of Europe and a special status with this institution, is Europe’s largest and most inclusive Roma  and Traveller organisation. It brings together Europe’s main international Roma-NGOs and more than 1,500 national Roma  and Traveller organisations from most of the Council of Europe member states.

European Roma and Travellers Forum 
c/o Council of Europe 
F – 67 075 Strasbourg

Tel.: 00 33 3 90 21 53 50 
Email: ertf@...



(francais / italiano)

B. Kouchner: quelli come la Del Ponte sono "bastardi assassini"

In risposta ad un giornalista della edizione in lingua serba di "Voice of America" che gli chiedeva del suo presunto coinvolgimento nel traffico di organi rivelato sul libro di Carla Del Ponte, il Ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner ha urlato: "Che idiozie... lei è pazzo, vada a farsi curare... Quale casa gialla? Non sono esistite case gialle, non è mai esistito alcun traffico di organi. Quelli che dicono questo sono dei bastardi e degli assassini!"

IL VIDEO: 

Bernard Kouchner - The Yellow House - on serbian "organ harvest" propaganda!!! Kosovo - 1/03/2010
Kušner nazvao novinara ludakom - 3.3.2010

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8 MARZO 2010

Bernard Kouchner ha negato le accuse di Carla del Ponte

In visita ufficiale in Kosovo, il ministro degli affari esteri francese, Bernard Kouchner, è stato intervistato da un giornalista, il 1° marzo, circa le voci secondo cui sarebbe stato coinvolto nello scandalo del traffico di organi. Diversi media serbi hanno accusato il signor Kouchner di aver coperto tali azioni, quando era alto rappresentante delle Nazioni Unite nella regione (1999-2001).

"Il caso della casa gialla", riferendosi al colore della clinica clandestina dove gli organi stati espiantati a più di 300 civili serbi prigionieri, prima di essere assassinati, è stata attestata dall’ex procuratrice internazionale per i crimini di guerra Carla del Ponte, nel suo libro La Caccia. Io e i criminali di guerra [Feltrinelli, 2009]. Quattro anni dopo le vicende, gli investigatori dalla signora Del Ponte hanno individuato la casa gialla a Burrell (Albania), ma non sono riusciti a trovare elementi di prova per ricostruire la filiera.

Su proposta della delegazione russa, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha nominato il senatore svizzero Dick Marty, per aprire una nuova inchiesta.

Nel rispondere alla stampa, Bernard Kouchner non mostra alcuna compassione per le vittime e le loro famiglie. Assai stranamente, ha scelto di negare la complicità passiva a lui imputata, contestando l’esistenza del reato. Inoltre, egli definisce "bastardi assassini" coloro che hanno diffuso questa voce; dichiarazioni che includono anche Carla Del Ponte.

(Traduzione di Alessandro Lattanzio)

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5 MARS 2010

Bernard Kouchner dément les accusations de Carla del Ponte

En visite officielle au Kosovo, le ministre français des Affaires étrangères, Bernard Kouchner, a été interrogé le 1er mars par un journaliste à propos des rumeurs selon lesquelles il serait impliqué dans le scandale des trafics d’organe.

Plusieurs médias serbes ont accusé M. Kouchner d’avoir couvert ces agissements lorsqu’il était Haut représentant des Nations Unies dans la région (1999-2001).

« L’affaire de la Maison jaune », par référence à la couleur de la clinique clandestine où des organes étaient prélevés sur plus de 300 prisonniers civils serbes avant qu’ils ne soient exécutés, a été attestée par l’ancienne procureur du Tribunal pénal international Carla del Ponte dans son livre La caccia. Io e i criminali di guerra[Version française : La Traque, les criminels de guerre et moi (éd. Héloïse d’Ormesson, 2009)]. Quatre ans après les faits, les enquêteurs de Mme Del Ponte ont localisé la Maison jaune à Burrell (Albanie), mais n’ont pu y trouver d’indices permettant de reconstituer la filière.

Sur proposition de la délégation russe, l’Assemblée parlementaire du Conseil de l’Europe a mandaté le sénateur suisse Dick Marty pour ouvrir une nouvelle enquête.

En répondant à la presse, Bernard Kouchner ne manifeste aucune compassion pour les victimes et leurs familles. Fort étrangement il choisit de démentir la complicité passive qu’on lui impute en niant l’existence du crime. En outre, il qualifie de « salauds et d’assassins » ceux qui colportent cette rumeur ; des propos qui incluent Carla Del Ponte.


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Vecernje Novosti / B92

Kosovo : Kouchner voit rouge, « j’ai une tête à vendre des organes, moi ? »


Traduit par Persa Aligrudic et Philippe Bertinchamps

Publié dans la presse : 2 mars 2010
Mise en ligne : jeudi 4 mars 2010

Le ministre des Affaires étrangères français, Bernard Kouchner, était en visite le 26 février à Belgrade. L’intensification des rapports bilatéraux, le soutien de la France aux perspectives européennes serbes, l’engagement dans le développement de la région et l’amélioration des rapports entre Belgrade et Pristina, étaient à l’ordre du jour. Il a poursuivi son voyage au Kosovo, où, lors d’une conférence de presse, il a traité un journaliste de Voice of America de « fou ». Celui-ci lui demandait de commenter l’affaire de la « Maison jaune », portant sur le trafic d’organes de Serbes du Kosovo déportés en Albanie révélé par Carla Del Ponte.

Par Goran Čvorović

Dans l’annonce de sa visite Bernard Kouchner a souligné que malgré le genre de discordances entre Belgrade et Pristina, il y a des domaines où l’on peut parvenir à des ententes avec l’aide de la mission Eulex.

Bernard Kouchner dans son interview exclusive à Novosti a souligné également que l’indépendance du Kosovo est irréversible pour la France, mais que sa reconnaissance n’est pas une condition pour la Serbie de continuer les intégrations européennes

Vecernje Novosti (VN) : Quels sont les messages que vous apportez à Belgrade ?

Bernard Kouchner (BK) : Je viens pour dire aux citoyens de Serbie que nous sommes, et que nous serons avec eux, sur la voie de leur pays vers l’Union européenne. Nous avons été et nous serons actifs au sein de l’UE afin d’accélérer le rapprochement de la Serbie. Après la libéralisation du régime des visas et de l’entrée en vigueur de l’Accord provisoire, il faut désormais avancer vers le statut de candidat et l’ouverture des négociations à l’adhésion.


VN :
Comment estimez-vous les efforts actuels que fait la Serbie sur sa route vers l’UE ?

BK : Les efforts que fait la Serbie sont considérables et je le salue. Je connais l’engagement du Président Tadić et de tout le gouvernement afin que la Serbie continue ses avancées. Je me réjouis que ces efforts soient reconnus par tous les États membres lorsqu’ils ont décidé en décembre dernier de débloquer l’Accord provisoire en signe de reconnaissance pour les progrès de votre collaboration avec le Tribunal international pour les crimes en ex Yougoslavie. Mais il y a encore du chemin à faire pour atteindre la pleine collaboration avec le tribunal. La commission européenne est optimiste quant à la capacité de la Serbie de trouver rapidement des solutions aux divers problèmes techniques.

VN : Quand l’intégration à l’UE des pays des Balkans occidentaux, en particulier de la Serbie, aura-t-elle lieu ?

BK : Les progrès réalisés ces derniers mois ont été très importants en Serbie comme dans les autres pays de la région. Je pense en particulier à la libéralisation du régime des visas. L’intégration des pays pourrait, bien sûr, être plus rapide, mais soyons clairs : les délais nécessaires dépendent des progrès des pays candidats. C’est pourquoi il faut travailler, travailler et encore travailler. Le travail technique que l’on attend de tous les pays mais aussi le travail commun à la réconciliation qu’il reste à finir jusqu’au bout entre les pays de la région. La candidature de la Serbie, comme celle de ses voisins, sera évaluée selon ses mérites. Plus vite vous procéderez aux difficiles réformes, plus vite vous entrerez à l’UE. Je connais la détermination de votre gouvernement. J’ai confiance en lui pour qu’il redouble d’efforts et parvienne ainsi à s’intégrer à la famille européenne. Nous serons là pour l’aider dans chacune de ses étapes jusqu’à la conclusion des négociations.

VN :Comment voyez-vous le rôle stabilisant de la Serbie dans la région ?

BK : C’est un rôle crucial ! Ayant à l’esprit son histoire et son influence, la Serbie a une responsabilité particulière pour le renforcement de la paix et la poursuite du processus de réconciliation dans la région. Nous comptons sur elle pour modérer les rapports avec tous ses voisins, afin qu’ils continuent ensemble leur route vers l’Europe. A cet égard l’avancée a été importante ces dix dernières années, mais il reste encore beaucoup à faire pour que leurs rapports soient aussi forts et amicaux que ceux des pays de l’UE.

VN : Est-ce que la Serbie entrera dans l’UE avec ou sans le Kosovo ?

BK : L’indépendance du Kosovo est irréversible, il ne peut y avoir aucun doute à ce sujet. Naturellement, parmi les conditions à remplir pour l’adhésion, et que Belgrade connaît, il n’y a pas la reconnaissance de l’indépendance. Mais, c’est un fait que nous n’avons jamais caché car avec nos amis nous parlons franchement. La Serbie, comme tout autre pays candidat, doit régler ses problèmes avec ses voisins, tous ses voisins, avant d’entrer à l’UE, ses voisins qui ont également l’intention de devenir membres de l’UE.

Signature du partenariat stratégique

VN : Comment estimez-vous le niveau actuel des relations franco-serbes ?

BK : Nous avons de très bonnes relations bilatérales ! Les visites réciproques plus fréquentes entre Paris et Belgrade témoignent de nos étroites relations et de notre dialogue continu. Le secrétaire d’État chargé du commerce était chez nous, je suis là maintenant et j’espère que j’accompagnerai bientôt le Président Sarkozy en visite à Belgrade. Il faut en fait que nous allions plus loin : c’est l’objectif de l’Accord du partenariat stratégique et de la collaboration que souhaitent les présidents Sarkozy et Tadić, accord qui sera bientôt signé.

Bernard Kouchner s’emporte au Kosovo

Le mardi suivant, le ministre des Affaires étrangères s’est rendu au Kosovo, notamment dans l’enclave serbe de Gračanica.

Selon un bulletin de KIM Radio, la radio de l’enclave serbe de Gračanica, un journaliste de Voice of America, Budimir Ničić, a demandé au ministre français des Affaires étrangères Bernard Kouchner ce qu’il pensait de l’affaire dite de la « Maison jaune » qui avait éclaté à la suite d’allégations sur un trafic d’organes de Serbes du Kosovo kidnappés et déportés en Albanie en 1999.

En mars 2008, le Parquet de Serbie pour les crimes de guerre avait ouvert une enquête sur cette affaire. En janvier 2010, un rapporteur du Conseil de l’Europe, Dick Marty, se rendait au Kosovo accompagné de deux enquêteurs. Enfin, le 23 février dernier, un haut-fonctionnaire des Nations unies, Philip Alston, demandait à l’Albanie de coopérer pleinement à l’enquête.

Budimir Ničić a demandé au chef de la diplomatie française de réagir à des accusations de familles de victimes selon lesquelles il aurait pris part à ce trafic. Bernard Kouchner a répondu en s’esclaffant : « La ventes des organes ! Mais vous êtes malade, non ? J’ai une tête à vendre des organes, moi ? Mais vous êtes fou, vous croyez n’importe quelle connerie. Rada [Radmila Trajković, directrice de l’hôpital de Gračanica et représentante du Conseil exécutif du Comité national serbe du Kosovo et Metohija] et moi, on aurait volé des cadavres pour vendre des organes ? Mais à qui ? Ne croyez pas ces bêtises. ».

Quant à savoir s’il était au courant de l’existence de la « Maison jaune », Bernard Kouchner a répondu au journaliste de Voice of America : « C’est quoi, les maisons jaunes ? Quelles maisons jaunes ? Pourquoi jaunes ? Monsieur, vous devriez aller consulter. Il n’y a pas eu de maisons jaunes, il n’y a pas eu de ventes d’organes. Les gens qui disent ça sont des salauds et des assassins ! », a-t-il déclaré avant de s’en aller.

Les allégations de trafics d’organes avaient été rendues publiques dans un livre publié par l’ancienne Procureur générale du Tribunal pénal international pour l’ex-Yougoslavie (TPIY) Carla Del Ponte, La Traque. Des centaines de civils serbes auraient été kidnappés en 1999 au Kosovo par l’Armée de libération du Kosovo (UÇK) et transportés vers le nord de l’Albanie où leurs organes auraient été prélevés et vendus au marché noir.

Les individus kidnappés auraient été séquestrés et opérés dans une maison aux façades jaunes.

Bernard Kouchner, qui fut Haut représentant des Nations unies au Kosovo entre 1999 et 2001, était en visite ce mardi dans la nouvelle commune de Gračanica. Il s’est rendu au monastère, puis à l’hôpital où il s’est entretenu avec Radmila Trajković.

Budimir Ničić s’est dit « blessé et insulté » par la réaction de Bernard Kouchner. De son côté, Radmila Trajković a affirmé « comprendre » que le ministre se soit emporté.


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BIRN

L’Albanie veut bien coopérer dans l’affaire du trafic d’organes

Traduit par Jacqueline Dérens

Publié dans la presse : 9 mars 2010
Mise en ligne : dimanche 14 mars 2010

Le ministre albanais des Affaires étrangères, Ilir Meta, a annoncé que Tirana acceptait de coopérer avec les institutions internationales dans l’affaire du trafic d’organes qu’aurait mené l’UCK. L’ancienne procureure du TPI, Carla Del Ponte a fait ressurgir cette affaire en l’évoquant dans ses mémoires.

Le ministre des Affaires étrangères albanais Ilir Meta a annoncé que son pays voulait bien coopérer avec les institutions internationales dans l’enquête sur l’affaire du trafic d’organes.

Dans un entretien avec l’agence de presse albanaise ATA, Ilir Meta a déclaré que le gouvernement albanais « a coopéré étroitement et sans réserves avec le Tribunal pénal international pour l’ancienne Yougoslavie, en particulier avec l’équipe qui s’est rendue en Albanie en 2003 pour enquêter sur des allégations qui se sont révélées infondées ».

Cependant, le rapporteur des Nations unies pour les droits de l’homme, Philip Alston, à la fin de sa visite en Albanie en février 2010 avait accusé l’Albanie d’entraver une enquête indépendante sur des soupçons concernant des combattants albanais qui auraient tué puis fait un trafic d’organes des Serbes prisonniers pendant le conflit au Kosovo en 1999.

Ilir Meta a qualifié ces accusations d’infondées, mais ajouté que le gouvernement albanais était déterminé à compléter la procédure d’enquête « une fois pour toutes ».

Après avoir recueilli preuves et témoignages auprès de plus de 130 témoins par le procureur de Serbie pour les crimes de guerre, la Serbie avait demandé une enquête sur des accusations selon lesquelles des combattants albanais auraient capturé près de 400 serbes au Kosovo puis les auraient tués en Albanie dans le but de vendre leurs organes au marché noir.

Carla Del Ponte, l’ancienne procureure générale du TPIY, parle à nouveau de ces allégations dans ses mémoires.

Tirana avait rejeté la requête de la Serbie l’an dernier, mais ces accusations réitérées avaient amené le Conseil de l’Europe à mandater l’ancien procureur suisse, Dick Marty, à ouvrir une enquête sur cette affaire, actuellement en cours.