Informazione



TRST JE NAŠ! AL CINEMA.

Molti mi hanno chiesto di esprimere un parere sul cortometraggio “Trst je naš!” del giovane laureando regista sloveno Žiga Virc, che tanto scalpore ha suscitato a Trieste e non solo, al punto che lo stesso ministro Frattini ha preso posizione contro di esso. Devo dire che da parte mia, pur avendo sentito commenti positivi da parte di alcune persone del cui parere mi fido, sono andata a vederlo un po’ prevenuta, aspettandomi una presa in gira del movimento partigiano più che non un film di propaganda anti-italiana, come ipotizzato dall’Unione degli istriani.
Invece il film mi è piaciuto: è girato bene, gli attori sono molto bravi, è ironico senza essere offensivo, il finale è poetico se non addirittura un po’ commovente. In breve la storia: France, figlio di un partigiano che il primo giorno di scuola gli ha donato la propria titovka (il berretto partigiano con la stella rossa) perché ricordasse sempre la guerra di liberazione (storia che continua a ripetere a tutti, anche se ormai tutti lo sanno), è dedito ai wargames assieme ad un gruppo di amici che mettono in scena battaglie tra partigiani e nazisti, ed hanno lo scopo di “liberare” Trieste. Questo mentre la moglie gli rimprovera di non dare una mano nella gestione dell’azienda agricola, la figlia Mateja lo prende amabilmente in giro e la polizia cerca di convincerlo dapprima gentilmente, poi con le maniere forti a smettere con i “combattimenti” perché ci va di mezzo la vita politica locale. Ma quello che più preme a France, alla fine, è trasmettere i valori della lotta di liberazione alla figlia e quando, durante il combattimento decisivo per impedire ai “tedeschi” di mettere le mani su Trieste, arriva la polizia e cerca di arrestare France, Mateja in sella al suo cavallo si lancia tra i poliziotti e il padre, impedisce l’arresto e porta con sé la bandiera partigiana per metterla in salvo. France la guarda e dice ai suoi “compagni” che possono deporre le armi come vuole la polizia perché “Trst je naš”. Il messaggio che se ne ricava, a parer mio, è che “Trst” è il simbolo per indicare la presa di coscienza della giovane figlia, quindi France ha ottenuto il suo scopo. Deliziosa, infine, la scena di coda, quando France è a letto con la moglie che gli domanda se è contento di avere liberato Trieste e lui le risponde “sì, ma adesso dovremo pensare a liberare l’Istria”, con la moglie che sbarra gli occhi sconvolta. 
Finale che solo una persona coi paraocchi e in malafede può vedere come una rivendicazione irredentistica: intanto perché oggi l’Istria è in parte slovena e in parte croata, quindi l’Italia non c’entra per niente, e poi perché, considerando la frase nell’ambito del film, viene da pensare che se Trieste rappresentava la figlia, forse l’Istria rappresenta la moglie, e France vuole riuscire a convincere anche la moglie dopo avere convinto la figlia. 
Del tutto fuori luogo, quindi, le polemiche scatenate dall’Unione degli istriani e le asserzioni del ministro Frattini, che si sono inalberati senza avere visto il film e quindi senza essere in grado di valutare se in esso si offendevano i sentimenti di qualcuno. Se c’è in Italia chi “soffre” a sentire le parole “Trst je naš”, cosa dovrebbero dire gli istriani di Slovenia e Croazia quando in Italia si continua a ripetere “Istria italiana” “ricompriamoci l’Istria” e via di seguito? Nel film si fa riferimento al fatto che Trieste è sempre stata importante per il popolo sloveno, ma viene messo subito in chiaro dall’inizio che è una città italiana. Ma forse anche se certuni guardassero il film e ne capissero il vero significato ne sarebbero ugualmente scandalizzati, dato che alla fine il messaggio che passa è che, pur con tutte le debolezze un po’ maniacali del “jugonostalgico” France, egli ha ragione a voler trasmettere alla figlia i valori della lotta di liberazione. 
Ripeto, a me il film è piaciuto, e consiglio a chi ne ha l’occasione di andare a vederlo.

Claudia Cernigoi

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Oggi 30.11 la prima a Lubiana / Trst je naš - Brezplačna ljubljanska premiera v Kinodvoru - Danes, 30. 11. ob 17:30 si lahko brezplačno ogledate kratki igrani film v režiji Žige Virca

Da fine novembre c'e' anche la versione con sottotitoli in italiano. Per informazioni: info@....

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Trst je nas - panico alla Farnesina!


"Quel film sloveno offende gli esuli". Farnesina contro "Trieste è nostra"

http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/esteri/slovenia-film/slovenia-film/slovenia-film.html


Popremjerski intervju z režiserjem / Intervista con il regista Žiga Virc

TRAILER:

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Data: mercoledì 2 dicembre 2009
Ora: 20.55 - 22.00

Proiezione del film "Trst je naš" sul 1. canale televisivo sloveno. 

Predvajanje filma "Trst je naš" na 1. kanalu TV Slovenija

V letu 2009 se skupina vojaških navdušencev pod vodstvom komandanta Franceta (Gojmir Lešnjak - Gojc) odloči zavzeti Trst. Ta skupina, ki uprizarja bitke, to naredi na popolnoma fiktivni lokaciji. Tak hobi pa ni všeč Francetovi ženi Mariji (Silva Čušin) ter hčerki Mateji (Anja Drnovšek). Hčerka kot predstavnica mlade generacije ne more razumeti navdušenja svojega očeta nad partizanstvom, bitkami in Titom. Francetu stopi na pot tudi slovenska policija s komandirjem Branetom (Dario Varga) na čelu. Brane namreč Francetu več ne dovoli uprizarjanja bitk... Ali bo mlada generacija sprejela zgodovino in ali bo Trst naš?



Jugoslavenski glas - Voce jugoslava

"Od Triglava do Vardara..."   "Dal monte Triglav al fiume Vardar..."

Svakog drugog utorka, od 14,00 do 14,30 sati,
na Radio Città Aperta, i valu FM 88.9 za regiju Lazio, emisija:
JUGOSLAVENSKI GLAS

Emisija je u direktnom prijenosu. Moze se pratiti  i preko Interneta:
http://www.radiocittaperta.it
Kratke intervencije na telefon +39-06-4393512.
Pisite nam na jugocoord@...,
Trazimo zainteresirane za usvajanje djece na daljinu, t.j. djacke
stipendije za djecu prognanika. Podrzite ovaj glas, kupovanjem nasih 
brosura, video kazeta i t.sl. Odazovite se.

Ogni due martedì dalle ore 14,00 alle 14,30:
VOCE JUGOSLAVA
su Radio Città Aperta, FM 88.9 per il Lazio. Si può seguire, come del
resto anche le altre trasmissioni della Radio,  via Internet
http://www.radiocittaperta.it
La trasmissione è bilingue (a seconda del tempo disponibile e della
necessità) ed in diretta. Brevi interventi telefonici allo 06-4393512.
Scriveteci all'indirizzo email: jugocoord@...
Sostenete questa voce libera e indipendente acquistando video
cassette, libri, bollettini a nostra disposizione.
Cerchiamo anche interessati ad adozioni a distanza (borse di studio). 


Programma       1.XII. 2009         Program

In occasione del 29 Novembre, Giornata della RSFJ, ed a proposito della Resistenza - 
conversazione con Andrea.
Dalla Croazia, il compagno Vladimir Kapuralin scrive: 
"La Chiesa contro la giornata dell' antifascismo".
Dalla Serbia, un articolo di Stevan Mirkovic: "I rinnegati"
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Povodom 29. Novembra Dana Republike i partizanskog otpora
razgovaramo sa Andreom
Iz Hrvatske: "Crkva protiv dana antifasizma", clanak druga Kapuralina
Iz Srbije, Stevan Mirkovic: "Poturice"




Pisa snodo delle attività guerrafondaie USA e italiane

1) Il Business attorno al Camp darby: sinergie tra militare e civile (COBAS Pisa)

2) Pisa città a rischio (Manlio Dinucci)

vedi anche: 

Camp Darby si allarga con l’aiuto del sindaco Pd (di Manlio Dinucci)

Polvere di Nobel sulla torre pendente e i quattro mori?


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Il Business attorno al Camp darby: sinergie tra militare e civile

Tra il 1630 e il 1650 i Medici decisero di collegare la città di Pisa con il nascente porto di Livorno; ecco come nasce il Fosso dei Navicelli che fino agli anni trenta del secolo scorso fu utilizzato per trasporti di materiali pesanti fino a quando non venne distrutto e reso impraticabile dai bombardamenti Usa.
Il nuovo Piano regolatore prevede uno sviluppo di tutta l'area dei Navicelli e non solo in funzione della cantieristica, sono infatti previsti nuovi insediamenti, un ampiamento del porto.
Come leggiamo sul sito www.navicelli.it La Navicelli S.p.a, è una società interamente a capitale pubblico, costituita al fine di gestire il Porto pisano, il Canale dei Navicelli e più in generale tutte le aree demaniali, su delega del Comune di Pisa con convenzione del 28 dicembre 2000.  Le attività svolte dalla Navicelli S.p.a nell’area del canale dei Navicelli, riguardano l’amministrazione del patrimonio demaniale di terreni e fabbricati, l’assegnazione delle concessioni demaniali, la loro gestione e controllo. Inoltre sono previste l’esecuzione di opere di manutenzione, dragaggio ed escavazione dei fondali compresa la rimozione dei material sommersi,
Ma le mire della Navicelli spa (in realtà Comune e Provincia detengono ciascuna il 33,3% delle azioni e il resto delle quote è di proprietà della Camera di Commercio) sono ben altre.
Ecco spuntare la Sviluppo Navicelli, un consorzio che vede raggruppati il consorzio nautica Pisana e  la Borrello spa che ha iniziato la costruzione del nuovo porto a Marina di Pisa  in "un'area di 200 mila metri quadrati dove, oltre al bacino portuale vero e proprio ed ai servizi strettamente collegati alla nautica sono previsti un albergo, un'area commerciale e una zona residenziale. Il porto potrà accogliere 475 imbarcazioni e si aprirà direttamente in mare" come troviamo scritto sul portale della società. L'Amministratore delegato della Borrello rappresenta altre proprietà sul litorale (alberghi per esempio) e recentemente per conto di Sviluppo Navicelli Spa, "Stefano Bottai ha offerto la propria disponibilità a ospitare Ikea nell'area di sviluppo artigianale-industriale del Canale. Per me-dice l'AD di Borrello  spa, Stefano Bottai (ex consigliere comunale della DC) può venire già domani mattina. Ikea ha bisogno di 15.000 metri quadrati di territorio. Ce ne sono 80.000 disponibili nell'area dopo lo svincolo dell'autostrada, verso Sud, dietro il My Hotel, in pratica confinanti con la nuova rotonda di immissione sull'Aurelia che è stata costruita da poco".
il Comune  di Pisa costruisce infrastrutture che poi servono a società private per grandi opere speculative. Ikea è stata rifiutata a Vecchiano perchè il suo impatto era giudicato negativo sulla economia locale, ecco allora arrivare una offerta alternativa.
In questo contesto, dove gli interessi economici sono variegati e vanno dalla cantieristica all'edilizia, dagli alberghi al Porto, arriva l'ampliamento della base di Camp Darby.
Nel 1990-91 durante la guerra nel Golfo transitarono da Camp Darby 20 mila tonnellate di munizioni, altre 22 mila invece durante i combattimenti della Tempesta del Deserto. Nel 1999 per la campagna del Kosovo furono smistate 16 mila tonnellate, pari al 60 per cento degli ordigni schierati dalla coalizione atlantica. Nei giorni del Natale 1998, alla vigilia del conflitto balcanico, sui moli tirrenici sono sbarcate 3278 cluster bomb. Camp Darby è una base nevralgica per la logistica USA, lo dicono riviste e pubblicazioni USA e europee. Il disegno americano è da anni noto: trasportare armi via mare utilizzando i Navicelli. Contro la ipotesi di ampliamento della base di Camp Darby si espressero con ordini del giorno i Consigli Comunali di Collesalvetti e di Pisa, la stessa regione Toscana ha parlato a più riprese di riconversione della base. Forti preoccupazioni provengono dalle associazioni ambientaliste che ricordano come l'area di Camp Darby sia nella lista delle zone da bonificare e si ricorda l'aumento dei tumori in prossimità delle basi militari e dei poligoni di Tiro (altro che ridente macchia mediterranea...)
A distanza di pochi anni i pacifisti istituzionali indossano l'elmetto e annusano un enorme giro di affari. Per questo il Sindaco  di Pisa, Marco Filippeschi, propone, per conto di interessi economici forti che hanno sorretto la sua Giunta e quella dell'Onorevole Fontanelli che l'ha preceduto, una partecipazione Usa ai lavori dei Navicelli. Uno scambio tra la militarizzazione dei territori e la nascita di un grande polo industriale. Nel frattempo si dimentica che l'area della cantieristica, gli alberghi e i nuovi stabilimenti nell'interporto di Guasticce sono autentici laboratori della precarietà dove il la forza lavoro è o interinale o a tempo determinato, dove si fa un ampio uso di cassa integrazione e dove dominano i sub appalti al ribasso. Non c'è che dire la militarizzazione dei territori, il controllo sociale e la precarietà del lavoro e della esistenza sono gli scenari futuri per la città di Pisa e quella di Livorno,. E' questa l'idea di sviluppo del Partito democratico.

CONFEDERAZIONE COBAS PISA


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UNA CITTA’ A RISCHIO – Più missioni all’estero, più pericolo

Pisa, un aeroporto a conduzione militare  

Manlio Dinucci 

I viaggiatori che ieri pomeriggio cercavano informazioni sui voli nel sito dell’aeroporto di Pisa venivano pregati di riprovare più tardi, poiché «si sono verificati dei problemi tecnici». A provocarli non era stata una interruzione della linea Internet, ma il fatto che era precipitato al decollo un aereo militare C-130J, piombando su una vicina linea ferroviaria, e che per questo l’intero aeroporto era stato chiuso. Morti i cinque militari a bordo, ma il bilancio avrebbe potuto essere ben più grave. Spesso, infatti, i C-130 e altri aerei sorvolano a bassa quota la città di Pisa. Ciò è dovuto all’intensificata attività della 46a aerobrigata, che effettua oltre 10mila movimenti annui di velivoli militari. Se ne aggiungono oltre 40mila di velivoli civili. A dirigere l’intero traffico è il personale della 46a aerobrigata. «Il radar e la torre di controllo - sottolinea Il Tirreno (31-3-2009) - sono gestiti da militari e questo dà garanzie di affidabilità all’aeroporto, mettendolo al riparo da scioperi e interruzioni del servizio». Quello di Pisa è dunque un aeroporto a conduzione militare che, allargato al settore civile, è in continua espansione. 

Il ruolo della 46a brigata è cresciuto di pari passo con l’aumento delle missioni militari all’estero. A tal fine essa è stata dotata di aerei da trasporto C-130J (versione aggiornata del C-130H) della Lockheed Martin. L’Italia è stata nel 1997, durante il governo Prodi,  uno dei primi paesi ad acquistarli: da allora ne ha ricevuti 22, al costo di oltre 60 milioni di dollari l’uno (più le spese operative). Impiegato dalla 46a aerobrigata di Pisa, questo velivolo (lungo circa 30 metri e con una apertura alare di 40) costituisce l'ossatura della componente da trasporto dell'aeronautica militare. Essa è stata la prima a impiegarlo in teatri operativi: i C-130J  trasportano  in continuazione truppe e materiali in Afghanistan, in Libano e nei Balcani. Come informa un comunicato della Lockheed Martin (17 febbraio 2009), i C-130J dell’aeronautica italiana hanno effettuato oltre 75mila ore di volo. Durante la celebrazione per il raggiungimento di questo record, che presto salirà a 100mila ore di volo, il vice-presidente della Lockheed per il programma del C-130 ha donato alla 46a aerobrigata un modello di grandi dimensioni dell'aereo che sarà posizionato nel Centro nazionale di addestramento, gestito dalla stessa Lockheed a Pisa. Su questo, sottolinea il comunicato, si basano «le forti relazioni tra l’Italia e la Lockheed Martin, ulteriormente sviluppate dalla partecipazione italiana al programma del caccia F-35 Lightning II Joint Strike Fighter». 

L’aeroporto di Pisa è così divenuto uno dei principali nodi della movimentazione di personale e materiale militari. Si aggiunge a questo il fatto che lo stesso aeroporto viene usato, insieme al porto di Livorno, dalla vicina base statunitense di Camp Darby, che rifornisce le forze terrestri e aeree nell’area mediterranea, africana e mediorientale. Non è dato sapere quanti e quali sono i voli per trasportare materiali e uomini della base, ma sicuramente sono molti. Ad esempio, quando nell’agosto 2008 Camp Darby è stata attivata per l’invio di «forniture umanitarie» in Georgia, il trasporto è stato effettuato dal Fleet Logistic Support Squadron 46, che ha trasferìto nell’aeroporto di Pisa personale e aerei dalla base navale di Marietta, nello stato Usa della Georgia. Questa fu, naturalmente, presentata come una «missione umanitaria».

Nella stessa chiave viene in genere presentata l’attività della 46a aerobrigata. Ad esempio, il giornale sopracitato scrive che «il lavoro più significativo si è svolto sul fronte umanitario, in cui si è distinta la brigata aerea in maniera particolare, a partire dal gennaio 2008, quando all’aeroporto militare sono atterrati numerosi bambini afghani affetti da labiopalatoschisi, che sono stati sottoposti a interventi chirurgici e rimpatriati in collaborazione con la Croce Rossa».  Per questo un gruppo di parlamentari del Partito democratico, tra cui l’ex sindaco di Pisa Paolo Fontanelli, ha presentato al governo una interrogazione in cui si chiedono maggiori fondi per la 46a aerobrigata, «distintasi sia per l’attività svolta nei più impegnativi teatri operativi, sia per i tanti interventi a fini umanitari». 

(il manifesto, 24 novembre 2009)