Informazione


---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Rifondazione Comunista PI <info@...>
Date: 19 gennaio 2009 15.22
Oggetto: L'olocausto "dimenticato" degli zingari: 27 gennaio giorno della memoria, iniziativa a Rebeldìa
A: Rifondazione Comunista PI <prcpisa@...>


Venerdì 23 gennaio ore 18 a REBELDIA! via C. Battisti, 51 PISA

presentazione del DVD

"A forza di essere vento..." (Editrice A Milano)

partecipano:

Luca BRAVI (Univ. di Firenze) Piero COLACICCHI (presidente dell'ONG dei diritti dei Rom "osservAzione") coordina Sergio Bontempelli

BIBLIOTECA FRANCO SERANTINI - LABORATORIO DELLE DISOBBEDIENZE REBELDIA!

 

"27 gennaio 2009 Giorno della Memoria" L'Olocausto "dimenticato" degli zingari Il 23 gennaio 2009 verrà organizzato dalla Biblioteca Franco Serantini e dal Laboratorio delle disobbedienze Rebeldia! un incontro dibattito dedicato all'olocausto dimenticato degli zingari. Gli Zingari durante la Seconda guerra mondiale ebbero una sorte simile a quella degli Ebrei, dei prigionieri politici e degli omosessuali. Essi furono perseguitati dai nazisti e rinchiusi nei campi di sterminio, sterilizzati in massa, usati come cavie per esperimenti, condannati ai lavori forzati, ed infine destinati alle camere a gas ed ai crematori. Cinquecentomila zingari morirono nei campi di concentramento, solo nel "Zigeunerlager", il campo loro riservato ad Auschwitz-Birkenau, tra il febbraio 1943 e l'agosto 1944 oltre ventimila tra rom e sinti vennero uccisi. Malgrado ciò nessuno zingaro venne chiamato a testimoniare nei processi ai gerarchi nazisti, neppure a Norimberga.  Infine, quando in Germania alcuni sopravvissuti si decisero a chiedere un risarcimento, questo fu loro negato con il pretesto che le persecuzioni subite non erano motivate da ragioni razziali ma dalla loro "asocialità" (caratteristica che i nazisti attribuivano a ragioni biologiche e che quindi li destinava ad una "soluzione finale" al pari degli Ebrei). Dall'oblio oggi riemergono le testimonianze e la documentazione storica di questo "olocausto dimenticato". Recentemente è stato pubblicato dalla casa editrice A di Milano un eccellente doppio DVD intitolato "A forza di essere vento" che sarà presentato presso la sede di Rebeldia (Via Cesare Battisti, n. 51) venerdì 23 gennaio alle ore 18,00 dal prof. Luca Bravi dell'Università di Firenze e da Piero Colacicchi (presidente dell'ONG dei diritti dei rom Osservazione). Il lavoro prodotto in ricordo di Fabrizio De Andrè, che fu amico dei nomadi ed ai quali dedicò una canzone-poesia, è costituito da una ricca documentazione audiovisiva (6 documentari per una durata complessiva di circa due ore e mezza): interviste a due Zingari internati ad Auschwitz- Birkenau, uno spettacolo di Moni Ovadia con i musicisti Rom rumeni Taraf da Metropulitana, un filmato dell'Opera Nomadi dal titolo "Porrajmos" (la "Shoà" zingara), una serata multimediale tenutasi alla Camera del Lavoro di Milano ed una illuminante intervista di Marcello Pezzetti del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea sulla storia dello Zigeunerlager. Il rapporto tra le vicende del popolo zingaro e del popolo ebraico trova un significativo riconoscimento nel coinvolgimento dell'UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) in tre dei sei documentari e dimostra una reciproca attenzione: gli Zingari, come gli Ebrei, hanno forgiato la propria identità nella diaspora, attraverso l'incontro con le altre nazioni. Oggi entrambe le comunità si debbono confrontare con una società omologante, lontana dai valori tradizionali e da modelli di vita che la gente condivideva in passato, una società che pone in modo drammatico le minoranze di fronte al pericolo dell' estinzione culturale, un rischio che può e deve essere efficacemente contrastato attraverso il recupero e la valorizzazione dell'identità fondata sulla memoria. La confezione dei DVD include un libretto di 72 pagine, che ospita interventi di Gloria Arbib, Giovanna Boursier, Paolo Finzi, Giorgio Bezzecchi e Maurizio Pagani, oltre al testo della canzone di Fabrizio De Andrè e Ivano Fossati, "Khorakhané". "A forza di essere vento" è quindi un'opera che aiuta a non dimenticare il passato, a non abbassare la guardia di fronte al pericolo di risorgenti sentimenti di intolleranza e di nazionalismo xenofobo, per colmare nelle biblioteche e soprattutto nelle scuole la negligente assenza di informazioni dei libri di testo, per trasmettere a tutti il messaggio "mai più Shoà, mai più Porrajmos".

Per informazioni: Rebeldia, via C. Battisti, 51 – Pisa (e-mail: rebeldia@...) Biblioteca Franco Serantini, largo C. Marchesi s. n. civ., 56124 Pisa (e-mail: biblioteca@...), tel. 050 570995

Partito della Rifondazione Comunista -Sinistra Europea 
Federazione di Pisa. Via Battichiodi 6, 56127. PISA 
Tel.050/9711526 Fax 050/3136119 
e-mail info@... 




UN MILIONE DI MORTI


LIBERISMO Uno studio sugli effetti delle privatizzazioni degli anni '90
Un milione di morti a est grazie alle riforme-shock

di Astrit Dakli
da Il manifesto del 16.1.2009 p. 7

Un milione di morti. Questo potrebbe essere il terribile bilancio reale delle privatizzazioni accelerate imposte ad alcuni paesi dell'ex Unione sovietica negli anni '90, secondo uno studio dell'università di Oxford pubblicato ieri dalla più autorevole rivista medica internazionale, Lancet. La mostruosa cifra, una delle più alte che si possano direttamente associare a un deliberato atto politico, è la traduzione di quel 12,8 per cento di aumento della mortalità che gli analisti di Oxford hanno riscontrato nella dinamica demografica del decennio scorso nei paesi presi in esame: un aumento (quasi interamente fra i maschi in età lavorativa) che lo studio mostra essere strettamente legato, nel tempo e nello spazio, al parallelo aumento della disoccupazione provocato dall'applicazione forsennata delle politiche neoliberiste - e in particolare i programmi di privatizzazione di massa - dopo il crollo dei regimi «socialisti».
Nell'insieme dei paesi dell'Europa orientale e dell'ex Urss, fra il 1991 e il 1994 le privatizzazioni portarono a un aumento del 56 per cento nel numero dei disoccupati (e a quel 12,8 per cento di crescita della mortalità citato prima); ma all'interno del quadro complessivo cinque paesi conobbero in quegli anni uno shock particolarmente violento. Russia, Kazakhstan, Lituania, Lettonia ed Estonia ebbero aumenti di disoccupazione fino al 300 per cento, mentre nel resto della macroregione il contraccolpo delle privatizzazioni fu minore, per le diverse condizioni sociali e culturali presenti. 
Il rapporto fra privatizzazioni accelerate e disoccupazione non ha bisogno di troppe spiegazioni: l'arrivo di privati - e con essi di una logica di profitto - alla guida di aziende in cui l'efficienza produttiva era da decenni subordinata all'utilità sociale, ha provocato quasi sempre il licenziamento di moltissimi lavoratori, in un contesto economico di crisi molto grave in cui trovare un nuovo impiego (soprattutto per persone non giovanissime) era praticamente impossibile. E il lavoro «a vita» in aziende di stato era in quei paesi, fino al '91-'92, una condizione esistenziale globale: con il lavoro si aveva la casa, l'assistenza sanitaria, le vacanze, un'immagine sociale: perdendo il lavoro, si perdeva tutto in un colpo. E in paesi dove il fumo, l'alcol e stili di vita imprudenti erano già pericolosamente diffusi tra la popolazione maschile, lo shock psicologico di questa perdita ha portato a un vero e proprio crollo fisico. Si aggiungano altri due effetti diretti (e contemporanei) delle politiche neoliberiste come il collasso delle strutture sanitarie gratuite e il vertiginoso aumento del prezzo dei farmaci, e gli ingredienti per l'avvio di quella che a tutti gli effetti è stata una strage di massa diventano chiari. 
Meglio è andata, sottolinea lo studio dei professori David Stuckler e Lawrence King, in paesi magari più arretrati ma con una migliore rete di sostegno famigliare, come in Albania, o dove c'erano organizzazioni di difesa sociale più efficienti, come in Polonia o nella Repubblica Cèca, o ancora in alcune repubbliche asiatiche dove le privatizzazioni sono state introdotte in modo molto più graduale. Lì l'aumento di disoccupazione è stato molto minore, e non ci sono state variazioni nella mortalità - anzi in qualche caso questa è addirittura diminuita. Il che induce, secondo gli autori dello studio, a trarre delle importanti lezioni sul modo in cui i cambiamenti economici e sociali possono essere introdotti nei paesi dove questi sono ancora in corso, come in Cina, in India o altrove: le «terapie di shock» costano care in termini di vite umane.
Ma di quel milione di morti qualcuno dovrebbe ben portare la responsabilità: la scelta - in Russia, dove si è concentrato il disastro peggiore - di applicare in modo brutale, senza preparazione, senza esperimenti-pilota, senza nessun tipo di paracadute sociale possibile, le privatizzazioni dell'intero sistema produttivo è una scelta che non è venuta dal cielo come la pioggia. Ci sono uomini in carne ed ossa che questo hanno voluto e imposto: l'allora presidente Boris Eltsin, ovviamente, ma ancor più di lui che forse non era in grado di capire quel che stava succedendo sono stati gli «economisti» affascinati dal neoliberismo come Egor Gaidar o Anatoly Chubais (che tuttora ha una posizione di altissima responsabilità) a volerlo e a imporlo ad ogni costo, per non parlare della schiera di «consiglieri» occidentali come Jeffrey Sachs o Anders Aslund, tuttora prodighi di consigli rivolti ai governanti russi (o di critiche per il fatto di non applicare politiche abbastanza «di mercato»). E, naturalmente, non poca responsabilità dovrebbero prendersi i leader che allora tennero sotto l'ala Eltsin, a patto che non si fermasse «sulla strada delle riforme»: il democratico Bill Clinton prima di tutti.




sul testo "Foibe - Revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica", e sulle imminenti iniziative di presentazione in molte città italiane, si veda:

CONTRO LA CENSURA DEI LIBRI DI STORIA A PISA - CONTRO IL REVISIONISMO STORICO BIPARTISAN

L’Amministrazione comunale di Pisa ci nega la Biblioteca Comunale di Pisa per un libro sulle foibe.

Assessorato alla Cultura o alla Censura?

Comunicato stampa della Rete dei Comunisti di Pisa

cpianopisa@...  cell 3296947952

Convocazione di un incontro pubblico di tutte le forze democratiche ed antifasciste 
lunedì 19 gennaio alle ore 17,30 presso il saloncino Concetto Marchesi al II Liceo


Lo scorso 5 gennaio La Rete dei Comunisti di Pisa ha richiesto la Biblioteca Comunale per presentare gli atti del convegno "Foibe - Revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica" (Kappa Vu edizioni), svoltosi il 9.1.08 a Sesto San Giovanni. La richiesta è stata fatta per svolgere la presentazione il prossimo 5 febbraio.

Convinti che la battaglia contro il revisionismo storico sia patrimonio comune di tutte le forze antifasciste, in questi giorni abbiamo chiesto ed ottenuto da varie forze politiche e sociali la compartecipazione alla presentazione.

L’Assessora alla Cultura del Comune di Pisa, Silvia Panichi, a nome dell’Amministrazione Comunale, con lettera protocollata 1751/0111 ci comunica il diniego della sala scrivendoci che:

 “ ...Si tratta di un argomento particolarmente doloroso e ancora in via di elaborazione storiografica per cui un analisi troppo netta e orientata rischierebbe di offendere la sensibilità di alcuni, soprattutto in prossimità della data del 10 febbraio, scelta in modo ufficiale come giorno del ricordo”. l’Assessora parla evidentemente della Giornata della memoria istituita con legge n. 92 del 30.4.04. Se, come dice l’Amministrazione, l’argomento foibe è ancora in via di elaborazione storiografica, perché è stata promulgata una legge che ricorda quella tragedia? Qual è l’approfondimento storiografico lecito che ha indotto il Parlamento a promulgarla?

Ci auspichiamo che tutta la Pisa democratica ed antifascista colga la gravità della negazione di uno spazio pubblico per la presentazione degli atti di un convegno al quale hanno aderito storici del calibro di Angelo del Boca, Mario Coglitore, Sandi Volk, scienziati come Margherita Hack, partigiani come Miriam Pellegrini Ferri ed Ezio Scavazzini, insieme a decine di altri esponenti del mondo della politica e della cultura italiana e istriana. Il lungo elenco delle  adesioni al convegno di cui presenteremo gli atti si può leggere a pag. 19 del testo stesso.

La presentazione degli atti del convegno sulle foibe cade, tra l’altro, in un momento particolare della vita politica della città e della provincia di Pisa, caratterizzata dalla ripresa dello squadrismo di destra e dal tentativo fascista di infiltrazione sociale e culturale.

Di questi pericolosi tentativi di rilegittimazione del fascismo annoveriamo la presentazione nel luglio scorso del libro sui “ragazzi di Salò” nella sala consiliare di San Giuliano terme, quando l’amministrazione di centro sinistra della cittadina termale non si fece scrupoli a cedere una sala dedicata al Partigiano Uliano Martini per presentare un libro apologetico di quella repubblica sociale formata da massacratori che del 1943 - 45 insanguinarono la Toscana fianco a fianco con gli occupanti nazisti. I fatti parlano chiaro: anche le amministrazioni di centro sinistra censurano i libri della sinistra e si concedono spazi pubblici, piazze e strade all’estremismo di destra. È questa la democrazia proposta dagli amministratori del PD?


Chiediamo all’Assessore alla Cultura, alla Giunta ed al Sindaco del Comune di Pisa un repentino passo indietro, con la concessione della sala per la presentazione del libro, a garanzia di un elementare diritto di espressione, garantito dalla Costituzione italiana.

In attesa di una conferma della sala convochiamo un INCONTRO PUBBLICO DI TUTTE LE FORZE DEMOCRATICHE ED ANTIFASCISTE per condividere questa che si configura come una battaglia antifascista e di libertà, da intraprendere con la massima determinazione.




MEDAGLIA PRESIDENZIALE PER VIOLAZIONE DI DIRITTI UMANI

 

Il narco-paramilitare presidente della Colombia, Álvaro Uribe Vélez, riceverà la "medaglia presidenziale della libertà" dalle mani del più grande violatore di diritti umani del mondo, George W. Bush.

Disonorevole per chi la offre e per chi la riceve: ricordiamo ad esempio che Al Gore, ex vicepresidente di Bill Clinton (creatore del Plan Colombia),  defraudato della vittoria elettorale da Bush stesso, nel 2007 si è rifiutato di sedersi a fianco di Uribe per via dei suoi rapporti con i paramilitari. Anche Uribe è stato eletto per mezzo di frodi, corruzione e violenze; Bush ha assassinato più di un milione di iracheni; Uribe ha assassinato 13.650 civili colombiani. Si abbracciano reciprocamente per festeggiare il nefasto Plan Colombia (anche se sarà rivisto, secondo quanto ha affermato il futuro presidente Barack Obama, perché il Congresso statunitense non approverà il Trattato di Libero Commercio).

Ci sono omaggi che fanno vergognare chi li riceve, se questi ha un minimo di dignità morale. Evidentemente questo non è il caso del presidente Uribe.


(fonte: NuevaColombia@ yahoogroups.com)