Informazione


UCCIDONO, MA SENZA INQUINARE


La cinica definizione pubblicizza una ricerca dell'Università di Monaco
Con sostanze alternative a tritolo e ciclonite potranno uccidere in modo "pulito"

"Uccidono, ma senza inquinare"
Il paradosso delle eco-bombe

di GIORGIO CAPPOZZO

Continueranno a uccidere, ma senza turbare l'ambiente naturale. Sono le "Eco-friendly bomb", armi esplosive dotate di sensibilità ecologica. La definizione, cinica e contraddittoria (gli esseri umani non sono parte integrante dell'ambiente?), pubblicizza una ricerca condotta dall'Università di Monaco di Baviera con fondi europei e americani per la produzione di sostanze alternative al Tnt (il tritolo) e al Rdx (la ciclonite). 

Composti che, come è noto, presentano un tragico ventaglio di effetti collaterali: sviluppano emissioni cancerogene, inquinano terreni e falde acquifere e, laddove non dovessero detonare (in ambito industriale) o esplodere completamente, rappresentano minacce vaganti pronte a ripetere l'infausta missione. 

Ecco dunque le "bombe verdi"; gli scienziati tedeschi sostengono che, se riempite con una forma recentemente scoperta di tetrazolio - composto già usato in campo farmaceutico - e fatte esplodere con l'azoto in luogo del carbonio, rilasciano una quantità minore di sostanze tossiche. Meno piogge acide, ma certo non aria pulita. 

"In laboratorio - ha spiegato il ricercatore chimico Thomas Klapötke - abbiamo registrato tracce di cianuro di idrogeno. Ma siamo convinti che, mescolando questi composti con un ossidante, eviteremo la produzione di gas letali e miglioreremo le performance. Soprattutto - ha aggiunto Klapötke - per quanto riguarda gli armamenti pesanti di carri e navi". 

L'unico dato effettivamente incoraggiante è che i due ordigni, battezzati con le sigle Hbt e G2zt, avrebbero dimostrato, a differenza dei loro cugini politicamente scorretti, una minore attitudine a saltare in aria accidentalmente. Evento diffuso non solo sul fronte militare, ma anche su quello civile: basti pensare agli esplosivi utilizzati per le demolizioni edili o per l'industria mineraria. 

Le "eco-bombe" ricordano - per la loro capacità di discernimento - le bombe al neutrone, progettate per uccidere senza onda d'urto, graziando così palazzi e altre strutture architettoniche, o le smart bomb (dette anche "intelligenti"), in grado di selezionare tra tanti la loro preda. 

Lo sforzo di limitare gli effetti collaterali della guerra - o di renderla mediaticamente meno insopportabile - ha prodotto in passato notizie al limite del grottesco. Come riportò qualche anno fa il sito della Bbc, nel 1994 il Dipartimento della difesa americano investì circa 8 milioni di dollari per sviluppare armi non letali. La "gay bomb", per esempio: avrebbe dovuto rilasciare un gas afrodisiaco tra le fila nemiche, invogliandole a festini in tuta mimetica. O le "sting me/attack me" (pungimi/attaccami): un po' di chimica e i militari sarebbero diventati cibo irresistibile per api e ratti affamati. O ancora, le "who? me?" (chi? Io?): bombe che avrebbero dovuto simulare flatulenza tra le truppe, demoralizzandole. Poi si scoprì che in molti paesi quel cattivo odore non è offensivo, e l'idea fu ritirata. 
Progetti sperimentati fino al 2000. Poi arrivò l'11 settembre, e le bombe furono liberate da ogni velleità. 

(3 giugno 2008)




A proposito delle spese inutili del Parlamento europeo

“E chi se ne frega” si diranno i deputati – parlamentari! Tanto per loro non ci sono problemi, salariali s’ intende. D’ altronde cosa ci si puo’ aspettare da questa Europa dei capitali,  con la sua miope socio-politica, “che l’occhiolino fa al tiranno...” (Đuro Jaksić)?
E cosa possiamo aspettarci dalla destra nazionalista delle ex Repubbliche jugoslave, ex socialiste, in primis nella cattolicissima Croazia. “Ringraziando” anche la stessa sinistra riformista (e venduta), che si e’ negata l’internazionalismo!
Si poteva casomai entrare in Europa come Jugoslavia unita o confederata, giacche’ nel 1989 non si era contrari a certi cambiamenti mondiali in corso. Ora ognuno di questi politici sciocchi fanno i capricci chi sara’ il capo piu’ importante in queste Repubbliche seccessioniste, sottomesse e lecchine, con i loro “intellettuali dei miei stivali”.
Almeno sulla disputa linguistica, da parte degli intellettuali, degli scrittori, dei professori una precisazione sarebbe dovuta. E invece niente!... Noi jugoslavi, anche di media cultura linguistica, sapevamo bene tutti che la nostra lingua era il “serbo o croato”! Non ho sentito ancora che gli austriaci per esempio, non  parlino il tedesco, ma la loro “madrelingua”!...
(sulla posizione assurda di un “interprete” di serbo – croato, vedere la vignetta)

Ma valeva una regola nei compiti in classe di serbo o croato: se si iniziava con la parlata “jekava”, tutto il compito doveva essere scritto in “jekavo”; e viceversa con la variante "ekava" (es. "rijeka" in jekavo – "reka" in ekavo - "fiume").
Al Parlamento europeo suggerirei di ufficializzare la lingua “serba o croata”, (serbo-croata o croato-serba), usando il linguaggio che comprendono e usano tutti i cittadini delle ex-Repubbliche jugoslave (compresi  sloveni e macedoni) e che tuttora usano in grande maggioranza o in toto - come in Bosnia-Erzegovina e Montenegro (nella variante “jekava”).  Anche per uno straniero e’ comprensibile che januar, februar eccetera indicano i mesi. Nel mio lavoro per non  turbare certi animi ho preferito usare la “numerazione” del mese: primo, secondo... dodicesimo. Al Tribunale dell’Aia, che tanto per coprire un po’ la sua faziosita’ ha processato alcuni esponenti croati e musulmani bosniaci ("bosgnazzi"), Milosevic ha elegantemente risposto alla traduzione di un croato doc: "Studeni sara’ senz’ altro un mese invernale" (giacche’ “studeni” vuol dire freddo). E tutti comprendono cos’e’ televizor, helikopter, aerodrom, etc, etc ... 

Altre note sulla disputa linguistica alla pagina https://www.cnj.it/CULTURA/jezik.htm , che cercheremo di arricchire con articoli e documenti già segnalati.

Ivan Pavicevac


On May 28, 2008, at 8:09 PM, Coord. Naz. per la Jugoslavia wrote:

LE SPESE INUTILI DEL PARLAMENTO EUROPEO


SPR:HRVATSKA-PREVOD-EP U Evropskom parlamentu prevođenje s hrvatskog na srpski 

ZAGREB, 28. maja (Tanjug) - Na inicijativu Doris Pak i Hansa Svobode, u Evropskom parlamentu je od juče uvedeno prevođenje s hrvatskog na srpski jezik, jer su hrvatski prevodioci izdvojeni u posebnu kabinu, odvojenu od zajednilke kabine za srpski, bosanski i crnogorski jezik, javljaju danas hrvatski mediji. Hrvatski predstavnici bili su protiv ideje Sekretarijata EP da, shodno praksi Haškog suda, obezbedi zajednički prevod na hrvatsko-srpsko-bosanskom jeziku. (Kraj)

http://www.tanjug.co.yu:86/RssSlika.aspx?14006

Agendo in base all'iniziativa di Doris Pak e Hans Svoboda, ieri, nel Parlamento UE, è stata introdotta la traduzione dal croato al serbo (SIC), cosicchè i traduttori croati sono stati collocati in una cabina a parte, separata dalla cabina congiunta per serbo, bosniaco e montenegrino (SIC SIC). L'informazione giunge dai media della Croazia. I rappresentanti della Croazia erano contrari all'idea del Parlamento UE che, sulla scia della prassi del Tribunale dell'Aja, fosse procurata una traduzione unica per la lingua croata-serba-bosniaca.

(a cura di DK)




(english / italiano; le texte original, en français:
10 guerres, 10 médiamensonges


=== italiano ===


www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 22-05-08 - n. 229

tradotto in spagnolo da Caty R (dei collettivi di Rebelion, Cubadebate e Tlaxcala).
 
10 guerre, 10 menzogne mediatiche

 

Piccolo inventario della disinformazione

 

di Michel Collon – www.michelcollon.info

 

19/05/2008

 

Contro Venezuela ed Ecuador, Bush recupera la strategia delle “armi di distruzione di massa”.

 

Tutte le guerre devono essere precedute da una grande menzogna mediatica. Attualmente, Bush minaccia Venezuela ed Ecuador. Domani l’Iran? E dopo? A chi toccherà in quel momento.

 

Con il presidente Uribe, narcotrafficante e sterminatore di indios (quattro milioni di emarginati) nel ruolo di marionetta. Uribe pretende di aver trovato nell’indistruttibile computer di Raul Reyes (FARC) le prove dell’appoggio di Chavez al “terrorismo” e alla militarizzazione della regione.

 

Periodici come Le Monde fanno eco a questa campagna di propaganda per la prossima guerra di Bush. Ricordiamo semplicemente quante volte gli stessi Stati Uniti e gli stessi mezzi di comunicazione ci hanno già manipolato. “Ci giustificano” ogni grande guerra con ciò che più tardi (troppo tardi) apparirà come un’informazione falsa. Un rapido inventario…

 

1. Vietnam (1964-1975):

 

Menzogna mediatica: il 2 e il 3 agosto il Vietnam del Nord ha attaccato due imbarcazioni statunitensi nel Golfo del Tonchino. 
Ciò che abbiamo saputo in seguito: l’attacco non è mai esistito. E’ stato un’invenzione della Casa Bianca. 
Obiettivo reale: impedire l’indipendenza del Vietnam e mantenere la dominazione statunitense sulla regione. 
Conseguenze: milioni di vittime, malformazioni genetiche (agente arancio), enormi problemi sociali.

 

2. Granada (1983):

 

Menzogna mediatica: si accusa la piccola isola dei Caraibi di costruire una base militare sovietica e di mettere in pericolo la vita di medici statunitensi. 
Ciò che abbiamo saputo in seguito: totalmente falso. Il presidente Reagan ha costruito il pretesto da cima a fondo. 
Obiettivo reale: impedire le riforme sociali e democratiche del Primo Ministro Bishop (che è stato assassinato). 
Conseguenze: repressione brutale e ristabilimento dell’influenza di Washington.

 

3. Panama (1989):

 

Menzogna mediatica: l’invasione aveva come pretesto la cattura del presidente Noriega per traffico di droga. 
Ciò che abbiamo saputo in seguito: Noriega era un prodotto della CIA ma reclamava la sovranità del canale al momento della cessazione della concessione agli USA. Intollerabile per gli Stati Uniti. 
Obiettivo reale: conservare il controllo statunitense su questa via di comunicazione strategica. 
Conseguenze: i bombardamenti statunitensi hanno ucciso tra i 2.000 e i 4.000 civili, ignorati dai mezzi di comunicazione.

 

4. Iraq (1991):

 

Menzogna mediatica: gli iracheni hanno rubato le incubatrici del reparto maternità di Kuwait City. 
Ciò che abbiamo saputo in seguito: invenzione totale di un’agenzia pubblicitaria pagata dall’emiro del Kuwait, Hill & Knowlton. 
Obiettivo reale: impedire che il Medio Oriente resistesse ad Israele e riuscisse a rendersi indipendente dagli USA. 
Conseguenze: innumerevoli vittime della guerra e dopo un vasto embargo anche sui medicinali.

 

5. Somalia (1993):

 

Menzogna mediatica: Kouchner “sale sulla scena” come eroe di un intervento umanitario. 
Ciò che abbiamo saputo in seguito: quattro società statunitensi avevano comperato un quarto del sottosuolo somalo, ricco di petrolio. 
Obiettivo reale: controllare una regione militarmente strategica. 
Conseguenze: non riuscendo a controllarla, gli Stati Uniti sottoporranno la regione ad un caos interminabile.

 

6. Bosnia:

 

Menzogna mediatica: l’impresa statunitense Ruder Finn e Bernard Kouchner mettono in scena presunti campi serbi di sterminio. 
Ciò che abbiamo saputo in seguito: Ruder Finn e Kouchner mentivano. Erano campi di prigionieri per scambi. Il presidente musulmano Izetbegovic lo ha riconosciuto. 
Obiettivo reale: spezzare la Jugoslavia, troppo a sinistra, eliminare il suo sistema sociale, sottomettere la zona alle multinazionali, e controllare il Danubio e le rotte strategiche dei Balcani. 
Conseguenze: quattro anni di una guerra atroce per tutte le nazionalità (musulmani, serbi, croati), provocata da Berlino e prolungata da Washington.

 

7. Jugoslavia (1999):

 

Menzogna mediatica: i serbi attuano un genocidio degli albanesi del Kosovo. 
Ciò che abbiamo saputo in seguito: invenzione pura e semplice della NATO, come ha riconosciuto Jamie Shea, il suo portavoce ufficiale. 
Obiettivo reale: imporre il dominio della NATO sui Balcani, e la sua trasformazione in polizia del mondo. Installazione di una base militare statunitense nel Kosovo. 
Conseguenze: duemila vittime dei bombardamenti della NATO. Pulizia etnica del Kosovo da parte dell’UCK, protetta dalla NATO.

 

8. Afghanistan (2001)

 

Menzogna mediatica: Bush pretende di vendicare l’11 settembre e di catturare Bin Laden. 
Ciò che abbiamo saputo in seguito: non esiste alcuna prova dell’esistenza della rete (Al Qaeda, ndt). In ogni caso, i talebani avevano proposto di estradare Bin Laden. 
Obiettivo reale: controllare militarmente il centro strategico dell’Asia, costruire un oleodotto che permetta il controllo della fornitura energetica del sud dell’Asia. 
Conseguenze: una vasta occupazione e un grande incremento della produzione e del traffico di oppio.

 

9. Iraq (2003):

 

Menzogna mediatica: Saddam era in possesso di pericolose armi di distruzione di massa, ha affermato Colin Powell all’ONU, prove alla mano. 
Ciò che abbiamo saputo in seguito: la Casa Bianca ha ordinato ai suoi servizi di falsificare o fabbricare le prove (affare Libby). 
Obiettivo reale: controllare tutto il petrolio e ricattare i suoi rivali: Europa, Giappone, Cina… 
Conseguenze: l’Iraq sprofondato nella crudeltà, le donne condannate alla sottomissione e all’oscurantismo.

 

10. Venezuela-Ecuador (2008?):

 

Menzogna mediatica: Chavez appoggia il terrorismo, importa armi, è un dittatore (però, il pretesto definitivo non è stato ancora scelto). 
Ciò che già sappiamo: si sono sperimentate varie menzogne mediatiche: Chavez spara contro il suo popolo, Chavez è antisemita, Chavez è militarista… E la demonizzazione continua. 
Obiettivo reale: le multinazionali statunitensi vogliono il controllo del petrolio e delle altre risorse di tutta l’America Latina. Hanno paura della liberazione sociale e democratica del continente. 
Conseguenze: Washington sta scatenando una guerra globale contro il continente: colpi di Stato, sabotaggi economici, ricatti, installazione di basi militari vicino alle ricchezze naturali.

 

In sintesi, tutte le guerre vanno precedute e “giustificate” con un grande menzogna mediatica. E il nostro inventario è ben lontano dalla completezza!

 

Per impedire le guerre è imprescindibile smascherare queste menzogne mediatiche quanto prima e nel modo più ampio possibile. Grazie per la diffusione di questo testo e, se possibile, della sua traduzione (comunicandoci questa traduzione). Nella guerra dell’informazione la vera forza è nostra!

 

Sulle menzogne mediatiche:

 

Attualmente molti pretesti per le guerre e menzogne mediatiche sono emersi alla luce. Altri, al contrario, continuano a circolare. Ad esempio, sulla Bosnia e la Jugoslavia esponiamo le prove della disinformazione nei libri Poker menteur e Monopoli.

 

Un resumen en nuestros dos test-médias.
Debate público con Jamie Shea, portavoz de la OTAN (en DVD) :nessa.kovic@...
Sobre las mentiras mediáticas con respecto a Venezuela y Colombia :
Washington y Bogotá contra Hugo Chávez, Salim Lamrani ¿«Chávez narcotraficante» ? Washington orquestó la satanización, ¿antes de atacar?
USAID en Bolivia y Venezuela: la subversión silenciosa, Eva Golinger. El tra bajo silenzioso de la CIA en Bolivia y Venezuela
Los pies de Greta Garbo, Thierry Deronne. Las mentiras de Le Monde con respecto a Venezuela
Portrait du présidente Uribe, Hernando Calvo Ospina.
Misère du journalisme face au Venezuela , entrevista de Maurice Lemoine
 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


=== english ===

Against Venezuela and Ecuador, 
Bush plays the 'massive destruction weapons' game again.
Short inventory list of disinformation .
10 wars, 10 medialies

MICHEL COLLON 
May 16th, 2008 

Every war is preceded by a big medialie. Today, Bush threats Venezuela and Ecuador. Tomorrow, Iran ? And after that, who's next ?
With, as the puppet, President Uribe, drug dealer and Indians slaughterer (four millions refugees). This one Uribe pretends that proofs of Chavez support to terrorism and militarization of the region have been found in the indestructible Raul Reyes's (FARC) computer.
Mainstream newspaper reflect this propaganda campaign for the next Bush's war. Let's recall how many times USA and those same medias have manipulated us. Every major war is 'justified' by what will appear as disinformation, short list :

1. VIETNAM (1964-1975) : 
- MEDIALIE : August 2 and 3 (1964), North Vietnam forces are accused by US government of attacks against two US military ship in the Tonkin Bay.

- WHAT WE'VE LEARNED LATER ON : No ships have been ever attacked. That was a White House's pure invention.

- REAL OBJECTIVE : To impeach Vietnam independence and to maintain the US domination in this region.

- CONSEQUENCES : Millions of victims, genetic malformations (Orange Agent), massive social problems.

2. GRENADA (1983) : 
- MEDIALIE : The small Caribbean island is accused to install a Soviet military base and to attend to the life of US doctors.

- WHAT WE'VE LEARNED LATER ON : Completely false. US president Reagan invented all of that from scratch.

- REAL OBJECTIVE : To impeach socials and democratic reforms of the Prime minister, Bishop (who was murdered). Reagan said 'We cannot allow communist apaches to take over our private garden...'

- CONSEQUENCES : US Marines invasion, brutal oppression et restoration of Washington control over the country. 

3. PANAMA (1989) : 
- MEDIALIE : The US marines invasion was setup to arrest president Noriega accused to be a drug dealer.

- WHAT WE'VE LEARNED LATER : CIA agent, Noriega claimed Panama Channel sovereignty at the end of the lease. Unacceptable for USA. 

- REAL OBJECTIVE : To maintain US control over this strategic communication way. 

- CONSEQUENCES : US bombing killed from 2 to 4000 civilians, ignored by medias. 

4. IRAQ (1991) : 
- MEDIALIE : Iraqis stoled incubators in Kuwait-city maternities.

- WHAT WE'VE LEARNED LATER: Total invention produced by Hill & Knowlton advertising agency, paid by the Emir of Kuwait himself.

- REAL OBJECTIVE : To impeach middle-east to gain independence against USA domination and to maintain Israel military control over the region.

- CONSEQUENCES : Uncountable amount of victims during the war, followed by a long embargo, medication included .

5. SOMALIA (1993) : 
- MEDIALIE : Mister Kouchner presents himself as a hero of a humanitarian campaign in Somalia. 

- WHAT WE'VE LEARNED LATER: Four US companies had bought a quarter of Somalia underground, rich of oil.

- REAL OBJECTIVE : To control a military strategic region. 

- CONSEQUENCES : Unable to control Somalia, USA maintains the country in a total chaos.

6. BOSNIA (1992 - 1995) : 
- MEDIALIE : US Firm Ruder Finn and Bernard Kouchner denounced so called 'Serb's extermination camps'.

- WHAT WE'VE LEARNED LATER : Ruder Finn and Kouchner lied. Those camps were for war prisoners ready for exchange. Muslim Bosnian President Itzebegovic admitted it.

- REAL OBJECTIVE : To destroy the socialist Yugoslavia, its social coverage system, to submit the area under multinationals control, to control strategic Danube river and balkanises roads. 

- CONSEQUENCES : Four years of terrifying war for all nationalities (Bosnians, Serbs and Croats). Provoked by Berlin, prolonged by Washington. 

7. YUGOSLAVIA (1999) : 
- MEDIALIE : Kosovo's Albanese were genocided by the Serbs. 

- WHAT WE'VE LEARNED LATER : Pure invention as admitted by Jamie Shea, official NATO speaker.

- REAL OBJECTIVE : To impose NATO control over the Balkans and its transformation as the World Wide Police Force. To install US military base in Kosovo.

- CONSEQUENCES : 2000 victims of NATO bombing. Ethnic cleaning of Kosovo by UCK covered by NATO. 

8. AFGHANISTAN (2001) : 
- MEDIALIE : Bush wanted to take revenge after 9/11 and to capture Bin Laden.

- WHAT WE'VE LEARNED LATER : There is no proof of the existence of the Al-Qaida organisation. Anyway, Taliban had proposed to extradite Bin Laden. 

- REAL OBJECTIVE : To military control this strategic Asian region, to build a pipe line across Afghanistan to control energy supply of South Asia. 

- CONSEQUENCES : Long term occupation and massive increase of opium production and traffic. 

9. IRAQ (2003) : 
- MEDIALIE : Saddam has dangerous massive destruction weapons, stated Colin Powel at UNO, test tube in his hand. 

- WHAT WE'VE LEARNED LATER: White House imposed to its services to falsify (Libby case) or to create false reports.

- REAL OBJECTIVE : All oil resources control and possibilities to blackmails rivals : Europe, Japan, China...

- CONSEQUENCES : Iraq in chaos and civil war, women conditions back to submission and obscurantism. 

10 VENEZUELA - ECUADOR - (2008 ?) : 
- MEDIALIE : Chavez supports terrorism, imports weapons, is a dictator (Final pretext has not been chosen yet). 

- WHAT WE'VE ALREADY LEARNED : Many medialies have been already downplayed : Chavez shooting at his people, Chavez anti-Semite, Chavez militarist... The game continues...

- REAL OBJECTIVE : US major companies wants to keep control over the continental oil and others resources. They are afraid of the democratic and social liberation of Latin American. 

- CONSEQUENCES : Washington leads a global war against the entire south continent : putsches, economical sabotages, blackmails, installation of US military bases next to the natural resources...

CONCLUSION : 
Anyway, every war is preceded and justified by a massive medialies campaign. And our inventory is far to be complete ! 
To impeach wars is to denounce those medialies the sooner as possible and in the largest way. Thanks for circulating this article, for translating it into other languages if possible (available in French, a Spanish version is coming soon) and to sending us the translation. In the news war, you are the real force !

MICHEL COLLON 




AMICIZIA E SOLIDARIETÀ

CON I POPOLI ROM E SINTI

SOGGETTI IN ITALIA A DISCRIMINAZIONI E VIOLENZE


Roma, domenica 8 giugno 2008
FERMIAMO UN GENOCIDIO CULTURALE
leggi l'appello ed il programma del corteo, dell'assemblea e degli spettacoli: 

Milano 13-14 giugno 2008
MEETING ANTIRAZZISTA
due giorni di mobilitazione presso il Campo Rom di via Triboniano

---

di seguito il comunicato con il quale il CNJ ONLUS aderisce alle manifestazioni
indette contro gli atti di discriminazione e violenza su base "etnica" in Italia

scaricalo in "formato volantino" (PDF): https://www.cnj.it/AMICIZIA/volant080608a.pdf

---


Mobilitati contro gli atti di razzismo nei confronti dei Rom e di altre nazionalità presenti in Italia,

come Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia – onlus chiediamo:

VRATITE NAM NAŠU ZEMLJU – RESTITUITECI IL NOSTRO PAESE

J U G O S L A V I J A

Tanti residenti nei cosiddetti campi rom in Italia sono profughi dalla Jugoslavia distrutta, aggredita sin dal 1991 dall'interno e dall'esterno con embarghi, ingerenze di ogni tipo e bombe (Bosnia 1994-1995, Serbia e Montenegro 1999) e ulteriormente frammentata fino a oggi (Montenegro, Kosovo)… È scioccante tanta ferocia contro un paese dove cittadini delle più varie nazionalità godevano di ogni diritto e convivevano in pace all’insegna del motto Unità e Fratellanza (Bratstvo i Jedinstvo). Il processo innescato con le scelte criminose effettuate in ambito politico-diplomatico, militare, economico, culturale dal 1991 in poi è "a valanga", poiché non possono esistere "confini giusti" a separare le genti dei Balcani. Eppure l'Italia continua ad assumersi responsabilità spaventose ad esempio concedendo ancora un nulla osta alla creazione di una nuova gabbia etnica nei Balcani: la “Repubblica del Kosovo”. Si dimostra così di non avere appreso proprio nulla da 15 anni di tragedie!

Il Kosovo è stato riconosciuto da un governo dimissionario (Prodi), spaccato al suo interno sulla questione specifica, nonostante votazioni parlamentari che impegnavano a non riconoscere dichiarazioni unilaterali di indipendenza. Si è dimostrato disprezzo anche per le istituzioni internazionali: l'ONU (violata la Risoluzione 1244, spaccato il Consiglio di Sicurezza) e persino la UE (non tutti gli Stati UE riconoscono lo “Stato” kosovaro). Ora come durante la II Guerra Mondiale il Kosovo è zona di occupazione militare dell'Italia e di altre potenze straniere. Ora come allora tali potenze fomentano l'irredentismo pan-albanese e consentono l'instaurazione di un regime di apartheid. Ora come allora si prospetta il miraggio della Grande Albania. Come durante il fascismo, la politica estera italiana non disdegna alleanze con i settori più criminali presenti sulla scena internazionale: i killer dell'UCK, trafficanti di droga, armi, organi espiantati ed esseri umani, aguzzini del loro stesso popolo al quale hanno fatto compiere un balzo indietro di almeno un secolo dal punto di vista civile e dei diritti reintroducendo il kanun.

Anche sul territorio italiano sperimentiamo in concreto gli effetti di queste politiche infami. Sin dall'inizio degli anni Novanta e fino ad oggi nelle nostre città si è palesato il massiccio afflusso di profughi che da quei territori sono venuti a cercare una vita migliore, o almeno una garanzia di sopravvivenza. Tra questi profughi ci sono centinaia di migliaia di persone di tutte le etnie da noi definite impropriamente “nomadi” che nella Jugoslavia godevano di ogni diritto nazionale e individuale, avendo casa, lavoro, previdenza. A costoro nei Balcani non è stata regalata nessuna repubblichetta perchè, evidentemente, non risponderebbe agli interessi geo-strategici delle grandi potenze: viceversa, gli esuli jugoslavi e kosovari in particolare – oltre ai rom, anche serbi, askali, gorani, "egiziani", "bosgnacchi", "turchi"… – hanno trovato rifugio in molte località italiane talvolta grazie al notevole sforzo di enti e comunità locali, talaltra dovendosi adattare a condizioni di profondo squallore. Una dopo l'altra, le ondate di fuggitivi si sono sovrapposte creando crescenti difficoltà di integrazione in un contesto sociale-politico nel quale, soprattutto adesso, la problematica dell'immigrazione è agitata in senso razzista e con finalità strumentali.

MA DOVE DOVREBBERO ANCORA SCAPPARE I ROM JUGOSLAVI??

Soprattutto i rom, che in Italia sono storicamente trattati da ultimi della scala sociale, rischiano più di qualsiasi altro gruppo: esclusi e perdenti in partenza, da secoli. In Italia i diritti di cui godevano nella Jugoslavia e negli altri paesi socialisti (es. Romania) non sono mai stati neanche lontanamente conseguiti. Viceversa, una demagogia vigliacca addita nei rom il "nemico del popolo", il capro espiatorio di tutte le insicurezze e i disagi propri di questa società ingiusta. La voce che viene adesso amplificata all'inverosimile è che "i rom rapiscono i bambini"; è una storia che circola da tempo immemorabile benché in tutta la giurisprudenza non esiste un solo caso di rom che abbiano effettivamente rubato bambini. Il nuovo "caso" è successo a Ponticelli (Napoli), e già i pogrom si sono scatenati: schiaffi e pugni contro la ragazza che – dicono – teneva in braccio un bambino non suo, e poi bombe molotov contro i campi rom – tanto sono rom, non si difenderanno… L'anno scorso una rom rumena era stata malmenata e arrestata per avere accarezzato un bambino, e poi di nuovo picchiata in carcere. E dopo i fatti di Ponticelli, in un grande magazzino di Catania si è urlato a un altro inesistente “rapimento”. Inoltre, si imputano spesso ai rom fatti delittuosi commessi da persone di altre “etnie”. Il clima instaurato dai media e dai politici è quello della caccia all'untore, quello delle urla e dei linciaggi. Come nel Medioevo contro l'”ebreo sanguinario uso sacrificare bimbi cristiani”, o contro la donna accusata di “stregoneria” e bruciata sul rogo a furor di popolo…

O come è successo ai serbi kosovari nel 2004, accusati ad arte da media nazionalisti e razzisti di avere affogato tre bimbi albanesi, allo scopo di dare l'avvio a violenze indiscriminate contro i cittadini non-albanofoni. In Kosovo, infatti, persecuzioni e violenze di matrice irredentista si protraggono da anni sotto gli occhi quantomeno… disattenti dei soldati occidentali, spingendo i kosovari di etnia non-albanese o albanesi non-nazionalisti lontano dalla propria madrepatria. In questo si dimostra il prevalente carattere non umanitario della missione militare italiana: chiediamo perciò la fine di tali missioni neo-coloniali che costano cifre esorbitanti al provato bilancio dello Stato. Chiediamo che questi soldi così mal spesi vengano piuttosto usati in Italia per creare condizioni di vita decorose a queste persone doppiamente esuli e doppiamente vittime. Chiediamo che non si replichino da parte degli italiani gli atteggiamenti di fanatismo nazionalista e “pulizia etnica” spesso raccontati – quasi mai in modo veritiero e onesto – con riferimento al dramma jugoslavo.

A chi giustamente oggi paventa il pericolo del diffondersi di mitologie neo-etniche ... il riaffermarsi di un senso comune razzista e di pratiche razziste di massa facciamo notare che le premesse per giungere a queste abiezioni sussistono già da quasi venti anni: chi ha “sdoganato” lo squartamento “etnico” della Jugoslavia ha sdoganato anche il razzismo ed il revanscismo fascista nel nostro paese e in tutta Europa; chi partecipa alla spartizione delle risorse del Kosovo e dei Balcani dimostra di saper piangere solo lacrime di coccodrillo. Si risarciscano piuttosto gli jugoslavi per tutto quello che è stato loro sottratto con la perdita del loro paese: casa, lavoro, cittadinanza, speranze.

Solidarietà con il popolo rom! Basta con le favole sui “furti di bambini”, 
basta con l'odio e la disinformazione diffusi dai mass-media!
Solidarietà con chi viene in Italia a cercare una vita migliore!
Basta secessioni, basta gabbie etniche, basta "divide et impera": 
ritirare il riconoscimento della “indipendenza” del Kosovo!

Nessuna civiltà, nessuna democrazia è credibile
dove dominano nazionalismo e razzismo!
Nessuna Europa unita è possibile senza la Jugoslavia!
Viva la Fratellanza e l'Unità dei popoli!

Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus
 
sito internet: https://www.cnj.it/
posta elettronica: jugocoord(a)tiscali.it 
notiziario telematico JUGOINFO:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages