Informazione


Milleproroghe di guerra

1) Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli!
2) Missioni all'estero, via libera alla Camera e la sinistra arcobaleno va subito in pezzi (Liberal / S. Franchi)


=== 1 ===

Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli!
(Editing del CNJ per correzioni minori)

 

19 – 21 febbraio 2008 
Il Decreto “MIlleproroghe di guerra”


Legge prepensionamento per i familiari dei disabili gravissimi? Inammissibile
Finanziamenti per la sicurezza nei posti dei lavoro? Inammissibile
Riqualificazione dei salari? Inammissibile
Tesoretto? Desaparecido!

 


Di seguito ciò che è stato considerato “AMMISSIBILE” dal defunto (?) governo Prodi, delegato a ratificare provvedimenti indigesti per la “nuova classe politica” impegnata in campagna elettorale.

 


Atti Parlamentari - 316 - Camera dei Deputati - 3395
XV LEGISLATURA - DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI –  DOCUMENTI

(...) 10. E` autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2008 e fino al 31 dicembre 2008, la spesa di euro 8.157.721 per la proroga della partecipazione di personale militare impiegato in Iraq in attivita` di consulenza, formazione e addestramento delle Forze armate e di polizia irachene.

(...) E` autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2008 e fino al 30 settembre 2008, la spesa di euro 279.099.588 per la proroga della partecipazione del contingente militare italiano alla missione delle Nazioni Unite in Libano, denominata United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL), di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, e di euro 18.107.529 per l'impiego del gruppo navale European Maritime Force (EUROMARFOR) nella componente navale della missione UNIFIL.

2. E` autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2008 e fino al 31 dicembre 2008, la spesa di euro 337.695.621 per la proroga della partecipazione di personale militare alle missioni in Afghanistan, denominate International Security Assistance Force (ISAF) ...

 

A pagina 21 si parla di una copertura di oltre un miliardo. E poi:

(...) per la realizzazione di interventi di cooperazione in Afghanistan, Iraq, Libano, Sudan e Somalia, destinati ad assicurare il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e il sostegno alla ricostruzione civile, e` autorizzata, per l'anno 2008, la spesa di euro 94.000.000
 
Le ultime risorse solo per le famose  politiche di “peacekeeping”, rodate dall’Italia nel 1999 in Jugoslavia. I miglioramenti per le popolazioni civili  emergono ora, con la secessione del Kosovo e l’apertura di un nuovo, pericolosissimo fronte di tensione.  

 

La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org  info@...  3381028120  3384014989


=== 2 ===

Si è svolto ieri il voto sulle missioni militari all'estero: Prc e Pdci hanno votato contro, Verdi e SD sono usciti dall'aula.

 

La stessa scena ci fu nel Governo Prodi sul protocollo Pensioni-Welfare: i ministri di Prc e Pdci votarono contro, quelli di Verdi e SD no.

 

La stessa scena ci fu nella grande manifestazione del 20 ottobre: Prc e Pdci contribuirono a organizzarla e a farla riuscire, Verdi e SD la boicottarono apertamente.

 

Sono tre esempi che parlano di Lavoro, di Pace e di conflitto. Ma perchè Verdi e Sinistra Democratica non si fanno un partito per conto loro e i comunisti si tengono i loro partiti o, in aternativa, ne fanno uno più grande? Nulla vieterebbe di continuare a lavorare unitariamente tutti insieme, una Sinistra costruita su due gambe: quella comunista e quella eco-socialista.

 

L'alternativa la rende evidente il segretario nazionale del Prc: "Franco Giordano sarebbe stato disposto anche ad assecondare la linea dell'astensione...". Un Partito unico, come quello ipotizzato dalla S. Arc., sarebbe necessariamente moderato, a egemonia diessina. E continuare a costruire la S. Arc. significa inseguire sempre e comunque Mussi e Pecoraro, significa ciò cancellare il carattere anti-sistemico che il Prc ha rappresentato per 15 anni. Ne vale la pena?

 

Stefano Franchi

 

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Liberal, 22 febbraio 2008

Missioni all'estero, via libera alla Camera e la sinistra arcobaleno va subito in pezzi

 

Alla prima verifica la Sinistra arcobaleno è andata in pezzi. E com'è successo nel corso di tutta la legislatura, anche nell'appendice andata ieri in scena a Montecitorio sono state le missioni all'estero a provocare le divisioni. La Camera ha approvato il decreto con 340 voti favorevoli, compresi quelli di centrodestra, e 50 contrari, arrivati da Rifondazione e Comunisti italiani, che non sono riusciti a trovare una linea comune con Verdi e Sinistra democratica. Le rappresentanze dei partiti di Pecoraro Scanio e Mussi non hanno partecipato al voto, nonostante il Prc abbia tentato fino all'ultimo una mediazione: Franco Giordano sarebbe stato disposto anche ad assecondare la linea dell'astensione, poi ha dovuto recedere per non farsi svavalcare a sinistra dal Pdci. Sul decreto per le missiioni all'estero ora dovrà pronunciarsi il Senato, dove le componenti della Sinistra arcobaleno rischiano di dividersi ancora.

 



Partito di Alternativa Comunista
Lega Internazionale dei Lavoratori - Lit
Sezione di Milano 
E' il sito dell'opposizione di classe per l'alternativa dei lavoratori.

invito alla libera partecipazione

 

mercoledì 27 febbraio 2008, ore 21
presso la libreria "Il Ponte", via Delle Leghe 5, Milano, MM Pasteur

ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA

"Kosovo: un'esecuzione pianificata"

con interventi di:

 

Jean Toschi Marazzani Visconti
Ivana Kerecki
Carlo Remeny


Il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia, disprezzando la risoluzione 1244 dell’ONU e facendo precipitare nell'instabilità un’area come quella dei Balcani, già martoriata dalle guerre interetniche fomentate dall'imperialismo europeo e americano nel passato. Il primo ministro Hashim Thaci dopo aver goduto dei sovvenzionamenti targati USA e NATO per promuovere l’indipendenza dell’etnìa albanese, rispetto al resto delle nazionalità presenti sul territorio, festeggia oggi la sua vittoria avvolto nella bandiera a stelle e strisce.

Il Kosovo diventa così ufficialmente un avamposto statunitense nell’area. Proprio in Kosovo dal 1999 è presente “Camp Bondsteel” la più grande base americana dei Balcani che, aggiunta alle basi militari di Aviano e di Vicenza, allarga e trasforma il triangolo balcano-appenninico in una fondamentale testa di ponte americana in Europa.  
 
Questa finta indipendenza dalle terribili conseguenze per le popolazioni dei Balcani trasforma un territorio in uno Stato per volontà unilaterale degli Stati Uniti con la compiacenza passiva, cinica e vergognosa dei Paesi europei (Italia compresa) già complici del massacro jugoslavo.
 
Siamo sempre stati a favore dell'autodeterminazione dei popoli, ritenendo questo un principio guida, ma la questione kosovara dà luogo a dinamiche che vanno analizzate in modo adeguato, per non ricadere nell’errore dell’indipendentismo tout-court, senza distinguo, come mera approssimazione ideologica al problema complesso e spinoso delle questioni nazionali. L’unica possibilità per resistere a questa spinta secessionista voluta dagli USA e dai sicari europei, è richiamare il popolo serbo e albanese all'unità, ponendo fine al tragico destino di divisioni etniche e settarie di cui sono vittima i popoli balcanici da quasi venti anni. Il problema del rapporto fra nazionalità presente entro lo stato serbo è e deve restare di esclusiva competenza dei popoli che lo compongono senza ingerenze straniere di terzi interessati al dominio dell'area.


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La URL corretta dell'articolo qui menzionato è:

http://www.corriere.it/esteri/08_febbraio_17/
kosovo_scontri_belgrado_b1e7b1b0-dd93-11dc-b8e1-0003ba99c667.shtml

(segnalazione di L. Nalesini, che ringraziamo)


On Feb 23, 2008, at 2:31 PM, Coord. Naz. per la Jugoslavia wrote:

>
> OCCUPANTI E RESIDENTI
>
>
> Sugli articoli da www.corriere.it del 17 febbraio scorso (URL),
> vorrei rilevare la scelta dei termini di questo breve passo (il
> corsivo è mio):
>
> “A Mitrovica vivono 40mila serbi che occupano la zona nord della
> città, mentre nella parte sud risiedono 80mila albanesi. Proprio
> nella zona meridionale si trovano diverse chiese e monasteri serbo-
> ortodossi che i nazionalisti di Belgrado usano come pretesto per
> giustificare il richiamo al Kosovo come il cuore della Serbia”.
>
> Bastano due paroline usate a proposito per instillare il concetto
> nel lettore che i serbi sono gli occupatori di una zona dove
> risiedono gli albanesi, ed il fatto che nella z ona dove risiedono
> gli albanesi vi siano chiese e monasteri serbo-ortodossi, lungi dal
> dimostrare la storica presenza serba nel territorio, viene indicato
> come "pretesto" per gli "occupatori" a non voler cedere la zona
> agli albanesi "residenti".
> E' ammirevole come questi giornalisti riescano a mettere in pratica
> così bene le tecniche di indottrinamento usando così poche parole.
>
> Intanto l'escalation continua e tra poco saremo tutti convinti che
> bisognerà agire a tutti i costi contro i serbi cattivi che non
> vogliono lasciare il Kosovo ai legittimi residenti. E' a questo che
> mirano articoli come quello sopra.
>
> Claudia Cernigoi
>
>

L' INTERVISTA L' EX PRESIDENTE COSSIGA

«Portai D' Alema a Palazzo Chigi per fare la guerra»

Gli americani e gli inglesi avevano bisogno dell' Italia come portaerei nel Mediterraneo per lanciare la guerra del Kosovo


ROMA - Presidente Francesco Cossiga, senta: tornando alle cronache del 1998, verrebbe da dire che se il Kosovo è riuscito a proclamare la sua indipendenza, un po' del merito è anche suo... «Lei vuol fare della dietrologia, se ho ben capito...». Con il rispetto che si deve a un ex capo dello Stato, naturalmente. «Va bene, così mi piace. Allora: intanto, sgombriamo ogni dubbio. Per mandare Massimo D' Alema a Palazzo Chigi, da dove poi ordinò gli attacchi aerei e terrestri contro i serbi, in Kosovo, non ci furono complotti, tra il medesimo D' Alema, Franco Marini e il sottoscritto». No? «No. Posso raccontarle, tanto ormai è passato del tempo, che, caduto Prodi, per mano rifondarola, l' ambasciatore britannico e il consigliere militare statunitense vennero da me, che all' epoca guidavo un modesto partito di transizione...». L' Udr. «Appunto. Ebbene, i due vennero da me e mi spiegarono lo scenario. Io li ascoltai e...». Sintesi del colloquio, signor Presidente? «La regione dei Balcani sta per esplodere, abbiamo bisogno dell' Italia, la più efficiente portaerei del Mediterraneo». E lei? «Sapevo che erano venuti da me, anche perché io, con i voti del mio partitino, potevo sostituire Rifondazione. E decidere. Così, a quel punto, decisi pure che Massimo D' Alema sarebbe stato il premier giusto. Perciò salii al Quirinale e, in un colloquio di due ore e mezza, lo spiegai al mio successore, Oscar Luigi Scalfaro. Adesso, lasciamo stare che quando uscii...». Cosa? «Ricorderà... certi giornali titolarono: "L' ex capo dello Stato conferisce a D' Alema l' incarico...". Che, poi, tra l' altro...». Che cosa? «Massimo neppure era convinto. Pensi che la mattina dopo, alle 7, suonano alla porta di casa. Chi era?». Escluderei D' Alema... «Infatti. Era Marco Minniti. Che mi spiega le perplessità di Massimo. Ma io lo mando indietro dicendo che non devono esserci perplessità. Che Massimo, in un momento tanto delicato, avrebbe saputo premere di certo i tasti giusti...». Infatti, poi, i piloti dei nostri caccia premettero quelli per sganciare le bombe... «I piloti della Marina, che si alzavano in volo dalla Garibaldi a bordo degli Harrier, si comportarono magnificamente. Come, d' altronde, anche i nostri commando». I commando, scusi, dove? «In Kosovo...». Reparti speciali italiani si infiltrarono in Kosovo? «Esatto. E in divisa da combattimento, ovviamente. Altrimenti, in caso di cattura, avrebbero rischiato d' essere fucilati». Intanto, Armando Cossutta, che pure con il Pdci stava nella coalizione di governo, andava però a trattare con Milosevic... «Guardi, io temo che, ancora oggi, la Sinistra Arcobaleno e pure la Lega di Bossi subiscono la suggestione di una Serbia forte». Serbia forte, come la vorrebbero i nazionalisti in rivolta... «Ma D' Alema è stato abile anche da ministro degli Esteri. Ha riconosciuto l' indipendenza del Kosovo parlando, soprattutto, di ciò che d' importante rappresenta la Serbia. E lì hanno capito. Non casualmente, a quanto mi risulta, la nostra ambasciata a Belgrado era l' unica presidiata dall' esercito locale... mentre le sedi diplomatiche di Usa e Croazia sono rimaste in balia dei rivoltosi». A Belgrado non sono pochi coloro che temono un colpo di Stato. «L' importante è che la Russia smetta di premere sull' acceleratore... parlano di uso della forza... ma non è che necessariamente debbano muovere i carri armati... basta che Mosca infiltri qualche truppa speciale, ben addestrata, tra i rivoltosi di Belgrado, e il disastro è compiuto». Lei è preoccupato, Presidente... «Vede, il Kosovo non poteva che essere dichiarato autonomo, perché certo non era immaginabile che tornasse sotto l' autorità serba. Ora, naturalmente, deve avere la forza di camminare da solo e la Ue bene farebbe, per aiutarlo, a mettere sotto la propria protezione le enclavi serbe... Detto questo...». Lei è sempre puntualmente informato dai nostri servizi di intelligence: i nostri militari schierati, rischiano? «Sa, lì, a differenza che in Afghanistan, almeno da una parte della popolazione sono considerati davvero "Forza di pace"... ma io, come dire? consiglierei ai nostri ragazzi di tenere il dito pronto sul grilletto...».

Roncone Fabrizio

Pagina 13
(23 febbraio 2008) - Corriere della Sera