Informazione


(LE SEGNALAZIONI CHE CI SONO PERVENUTE SONO QUI RIPORTATE IN ORDINE CRONOLOGICO INVERSO. CNJ)


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SUL SITO www.disarmiamoli.org puoi trovare:

Mappa: ECCO IL TRAGITTO DELLE TRE CAROVANE CONTRO LA GUERRA, PER IL DISARMO E LA PACE  -  IL TRACCIATO VERRA' AGGIORNATO DI GIORNO IN GIORNO CON LE INDICAZIONI DELLE VARIE REALTA' INTERESSATE AD OSPITARE UNA TAPPA: info@...  338/4014989


 
CONTO CORRENTE CAROVANA 

L'INDIPENDENZA HA UN COSTO.

Il CONTO CORRENTE è intestato a Patrizia Creati -Carovana contro la guerra - BANCA POPOLARE ETICA .FILIALE DI FIRENZE VIA DELL'AGNOLO 73R
n. 00000121080
N(CIN)-05018(ABI)-02800(CAB)

INVIATE IL VOSTRO CONTRIBUTO PER FAR VIAGGIARE LA CAROVANA CONTRO LA GUERRA!


LE TRE CAROVANE

REPORT RIUNIONE OPERATIVA E TAPPE DA NORD EST - NORD OVEST E SUD

 

INIZIATIVE IN ITALIA DI SOSTEGNO ALLA CAROVANA


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sempre sul sito www.disarmiamoli.org :

DICHIARAZIONE FINALE DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELL'EUROPA

DOSSIER INFORMATIVO SULL'ACCORDO ITALIA / USA PER INSTALLARE LO "SCUDO" SUI NOSTRI TERRITORI

TESTO PETIZIONE POPOLARE - Fermare la nuova "frontiera bellica" sottoscritta dal governo Prodi contro i nostri territori  

LA CAROVANA CONTRO LA GUERRA / VERSANTE NORD-OVEST PARTECIPERA' ALLA MANIFESTAZIONE DI NOVARA

TAPPA EMILIANA DELLA CAROVANA CONTRO LA GUERRA, PER IL DISARMO E LA PACE


=== 8/5 ===


From:   disarmiamoli.bologna  @...
Subject: carovana contro laguerra tappa emiliano romagnola
Date: May 8, 2007 1:37:00 PM GMT+02:00

La carovana contro la guerra, per la pace e il disarmo attraverserà dal 
19 maggio al 2 giugno diverse regioni italiane, promuovendo 
manifestazioni, presidi, assemblee, azioni di resistenza, in favore 
della pace e contro la presenza delle basi militari USA e Nato.
La carovana si concluderà a Roma il 2 giugno, in preparazione del 
“benvenuto” a Bush.

Carovana contro la guerra per la pace e il disarmo

Farà tappa in Emilia Romagna

FORLI 26 MAGGIO 2007

MANIFESTAZIONE 
CORTEO

Concentramento alle ore 15.00 P.zza Saffi, Forlì

Con arrivo 
davanti alla caserma militare De Gennaro, via Emilia

La caserma italiana De Gennaro è sede del 66° reggimento 
Trieste, forza di intervento rapido della Nato e impegnato 
in tutte le missioni di guerra dal 1983 a oggi.

- PER IL RITIRO DELLE TRUPPE ITALIANE DA TUTTI I 
FRONTI DI GUERRA 
- PER LA RIMOZIONE DAL TERRITORIO ITALIANO DI TUTTI 
GLI ORDIGNI NUCLEARI E DELLE ARMI DI DISTRUZIONE 
DI MASSA
- PER LA CHIUSURA, LO SMANTELLAMENTO, LA BONIFICA 
E LA RICONVERSIONE AD USO ESCLUSIVAMENTE CIVILE 
DELLE BASI MILITARI USA E NATO
- PER LA PETIZIONE POPOLARE CONTRO L’ACCORDO 
ITALIA USA PER LO SCUDO MISSILISTICO

Coordinamento Emilia Romagna per la
CAROVANA CONTRO LA GUERRA PER LA 
PACE E IL DISARMO

Info:disarmiamoli.bologna  @...


=== 4/5 ===


Una nostra delegazione e' presente in questo momento alla International Conference on Demilitarisation: 'No to the US missile defence shield/ No to US and NATO Military bases in Europe" a Praga.

Di seguito l'intervento della delegazione della Rete nazionale Disarmiamoli! al congresso internazionale contro la militarizzazione - Praga 5 maggio 2007

 


Cari compagni e care compagne, parlo a nome della Rete nazionale Disarmiamoli!

 

Il movimento contro la guerra nel nostro paese sta attraversando un processo di profonda trasformazione, a causa dei mutamenti politici avvenuti recentemente  in Italia.

 

Oggi, dopo la sconfitta del governo Berlusconi, siamo di fronte ad un esecutivo di centro sinistra che ha portato nel Parlamento italiano molti tra coloro che rappresentavano quel movimento pacifista ma, purtroppo, tutte le decisioni prese in questi mesi contraddicono in maniera clamorosa le istanze e gli obiettivi del pacifismo.

 

Le scelte fatte dall'esecutivo Prodi sono sotto gli occhi di tutto il mondo:
la Legge Finanziaria 2007 ha aumentato del 13% le spese militari mettendo al centro dello sviluppo economico le industrie belliche. L'aumento di spesa militare sacrifica pesantemente il Welfare State, a partire dalla sanità, la scuola, l'Università, la ricerca e i diritti dei lavoratori.

 

La decisione di mantenere le truppe in Afghanistan, l'invio di oltre 2.000 soldati in Sud Libano a protezione di Israele, la permanenza delle truppe in Kosovo ed in altri 24 paesi vede una presenza militare italiana all'estero senza precedenti per quantità di uomini e mezzi.

 

La decisione di accettare l'insediamento di una nuova base USA a Vicenza, nonostante le grandi mobilitazioni popolari, che continuano tutt'oggi.

 

L'impegno del governo nella costruzione del jet da combattimento europeo Eurofighter.

La ratifica di un ulteriore accordo per l'ingresso dell'Italia nel business per la costruzione del bombardiere nucleare statunitense F35. Contro questo progetto si svolgerà il prossimo 19 maggio una manifestazione nazionale a Novara.

 

Il Presidente del Consiglio Prodi nei suoi incontri diplomatici all'estero ha assunto il ruolo di ambasciatore delle industrie di armi nazionali, come avvenuto recentemente in Giappone.

 

Ultima gravissima decisione l'accordo per l'ingresso dell'Italia nel cosiddetto "scudo antimissilistico" USA, di cui l'opinione pubblica italiana è ancora poco informata, a causa della segretezza con la quale nel febbraio scorso un anonimo rappresentante del governo Prodi ha firmato al Pentagono questo vergognoso accordo.

 

Negli ultimi mesi, contro queste scelte profondamente sbagliate, abbiamo gettato le basi per la costruzione di un nuovo movimento contro la guerra, indipendente e libero da ogni ambiguità nel rapporto con un governo guerrafondaio in politica estera e bellicista in politica interna.
La prima grande manifestazione del nuovo movimento è stata quella del 17 marzo a Roma, con oltre 30.000 persone presenti contro le tutte occupazioni militari, al fianco delle Resistenze dei popoli, contro le basi militari USA NATO.

 

La Rete nazionale Disarmiamoli! è  parte integrante del nuovo movimento contro la guerra. Il nostro obiettivo è quello di unire tutte le forze che nel nostro paese si battono contro le basi militari USA e NATO,  la militarizzazione dei territori e la logica da guerra interna che sta progressivamente condizionando la vita politica nazionale.

 

Con il congresso di oggi l'ipotesi di Rete può assumere le necessarie dimensioni europee, di fronte alla sfida del cosiddetto "scudo antimissilistico" voluto dagli USA e accettato da governi sottomessi.

Ci avevano raccontato che con il crollo del muro di Berlino la storia si sarebbe fermata, donandoci un'era di pace e prosperità. Niente di più falso!

 

Oggi tutti i popoli europei sono di fronte alle politiche reali di un unico sistema economico, politico e militare, che ripropone modelli apertamente antipopolari:  concorrenza sfrenata, privatizzazioni, precarietà nella vita e nel lavoro, super sfruttamento, furto delle materie prime,  guerre di rapina.

Le mobilitazioni di questi giorni nel vostro paese, in Polonia, in Italia ed in altri paesi europei ci dicono che è possibile costruire un nuovo fronte comune in grado di dire NO a queste politiche, verso un modello sociale che sarà in grado di emanciparsi dalle guerre se sarà capace di emanciparsi dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura.

 

La prossima campagna nella quale saremo impegnati è la Carovana nazionale contro la guerra, per il disarmo e la pace e la Petizione popolare contro lo scudo antimissilistico. La campagna è promossa dalla Rete Disarmiamoli e da altre organizzazioni come "Fermiamo chi scherza con  il fuoco atomico" e da "Semprecontrolaguerra".

 

In questi giorni decine di realtà, comitati ed associazioni stanno aderendo a questa nostra iniziativa.

La Carovana partirà il prossimo 19 maggio da tre basi presenti agli estremi del nostro paese per convergere su Roma, in attesa del Presidente degli Stati Uniti il 9 giugno, per il quale preparando un rumoroso comitato d'accoglienza.

 

Colgo l'occasione per invitare tutte le organizzazioni presenti a questo congresso, tutti i delegati a partecipare alla Carovana italiana contro la Guerra ed alla manifestazione del 9 giugno a Roma, contro il cow boy dell'apocalisse George Bush.

 

Vi ringrazio a nome della Rete nazionale Disarmiamoli! per l'invito a questo congresso e vi porto i saluti antimilitaristi ed internazionalisti del movimento contro la guerra italiano.

 

Cinzia della Porta, della Rete nazionale Disarmiamoli! - Italia


=== 27/4 ===


Abbiamo aggiornato in queste ore il sito  www.disarmiamoli.org con le informazioni inviateci dagli antimilitaristi cechi e polacchi. Nei prossimi giorni tradurremo le parti in inglese dei messaggi e degli appelli.

Da quelle realta' ci giungono sollecitazioni all'unita' di azione, a partire dalla prossima conferenza internazionale per la smilitarizzazione che si terra' a Praga.

Attraverso questi contatti abbiamo saputo che anche in Polonia l'idea della petizione popolare contro lo scudo antimissilistico sta marciando, come vedrete dalle foto sul nostro sito 

Si stanno creando le condizioni per il rilancio di un movimento europeo contro le nuove scelte belliciste dei governi.

Saluti antimilitaristi

La Rete nazionale Disarmiamoli!

 
=== 22/4 ===
In allegato vi inviamo la PETIZIONE POPOLARE

CONTRO L'ACCORDO USA/ITALIA CHE PREVEDE
UN NUOVO "SCUDO MISSILISTICO" SUI NOSTRI TERRITORI
PER UN USO SOCIALE E DI PACE DELLE RISORSE PUBBLICHE

La Petizione e' stata proposta dalla Rete nazionale Disarmiamoli all'incontro dello scorso 15 aprile a Bologna, durante il quale e' stata emendata e recepita come strumento della CAROVANA CONTRO LA GUERRA, PER LA PACE E IL DISARMO che partira' da Aviano, Novara e Sigonella/Comiso nelle prossime settimane.

Il testo della Petizione e' uscito sabato 21 aprile a pag. 2 de "Il Manifesto",contribuendo cosi' a diffondere nel paese l'informazione sulla campagna.
Vi chiediamo di costituire in ogni realta' COMITATI PROMOTORI a sostegno della Petizione popolare, in modo che la campagna contro questa ennesima, gravissima decisione assunta dall'attuale governo possa vivere prima, durante e dopo la CAROVANA.

saluti antimilitaristi e buon lavoro

La Rete nazionale Disarmiamoli
www.disarmiamoli.org 
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IL MODULO PER LA RACCOLTA DELLE FIRME SI PUÒ SCARICARE ANCHE DA QUI:
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PETIZIONE POPOLARE
ai sensi dell’art. 109 del regolamento della Camera dei Deputati

CONTRO L’ACCORDO USA/ITALIA CHE PREVEDE 
UN NUOVO “SCUDO MISSILISTICO” SUI NOSTRI TERRITORI

PER UN USO SOCIALE E DI PACE DELLE RISORSE PUBBLICHE

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA  GIORGIO NAPOLITANO

AL PRESIDENTE DEL SENATO FRANCO MARINI

AL PRESIDENTE DELLA CAMERA FAUSTO BERTINOTTI

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ROMANO PRODI

Noi sottoscritti, cittadine e cittadini italiani:

Ritenendo che l’Accordo quadro tra il Governo degli Stati Uniti e il Governo italiano inerente la creazione di uno “scudo antimissilistico”, firmato lo scorso febbraio 2007 al Pentagono, ponga l'Italia in prima linea in un sistema le cui reali finalità non sono difensive ma offensive.

Valutando che questa decisione si inserisce in un già inquietante contesto di militarizzazione dei nostri territori, come si evince dalla volontà di costruire una nuova base militare USA a Vicenza, dal memorandum d'intesa con cui l'Italia si assume ulteriori impegni nel programma del caccia statunitense F-35 Lightning (Joint Strike Fighter), dall’aumento delle spese militari previsto nella Legge Finanziaria del 2007.

Ritenendo che questo processo inserisca ancora di più il nostro paese in una dinamica che ci vede coinvolti direttamente su vari fronti di guerra con le cosiddette “missioni di pace”,  e alimenti nella stessa Europa nuove tensioni, esponendo così i nostri territori a possibili ritorsioni.

Chiediamo:

La REVOCA IMMEDIATA dell’Accordo quadro che stabilisce la partecipazione dell’Italia al progetto statunitense di “scudo” antimissilistico.  

Lo STORNO dei fondi previsti per missioni militari all’estero, industrie belliche o finalizzati alla produzione di aerei da guerra e altri programmi militari, VERSO FINI SOCIALI, come lo sviluppo della sanità pubblica, del sistema educativo nazionale, il rafforzamento del sistema previdenziale pubblico, la regolarizzazione del lavoro precario, una cooperazione allo sviluppo sulla base di modelli alternativi alle attuali politiche di “peacekeeping”.   


=== 15/4 ===


CAROVANA CONTRO LA GUERRA

PER IL DISARMO E LA PACE

Nella riunione convocata a Bologna, il 15 aprile 2007 è stato deciso di promuovere una iniziativa, la  "Carovana contro la guerra, per la pace e il disarmo", che prenderà l'avvio il giorno 19 maggio 2007; e si articolerà da tre direttrici (dal Nord ovest, dal Nord Est, dal Sud).

Lo scopo della "Carovana" è quello di sensibilizzare la popolazione e di mettere insieme i soggetti che intendono ampliare le lotte territoriali di questi anni su punti determinanti di un impegno pacifista coerente:

1- rimozione dal territorio italiano di tutti gli ordigni nucleari e delle armi di distruzione di massa; dissociazione e disobbedienza da ogni compromissione con l'apparato dello sterminio atomico;

2. Opposizione ad ogni forma di coinvolgimento dell'Italia nella guerra globale e ritiro delle truppe da tutti i fronti bellici;

3. Per la chiusura, lo smantellamento, la bonifica e la riconversione a scopo esclusivamente civile delle basi militari USA e NATO

4. Obiezione alle spese militari finalizzata ad un modello di difesa alternativo e alla costituzione di Corpi Civili di Pace

5. Per affermare i valori di pace dell'art. 11 della Costituzione italiana che ripudia la guerra. Per organizzare la resistenza sociale alle scelte politiche di riarmo e di interventismo militare del governo ed affermare il principio della sovranità popolare.

La Carovana giungerà a Roma entro il 2 giugno, giornata in cui, al posto delle parate militariste, occorre fare memoria della Costituzione e del suo ripudio della guerra (art.11). Il 2 giugno deve essere restituito alla società civile, per valorizzare l'intervento civile per la costruzione della Pace: nei luoghi teatro di conflitto vogliamo Ambasciate di Pace riconosciute dalla popolazione, non "democrazia" e "sviluppo" a suon di bombe contro la popolazione.

La Carovana, raccordando reti e realtà politico-culturali differenti, rilancia questi temi unitari attraverso una iniziativa diffusa di informazione e di mobilitazione, dalle comunità e dai territori dove le basi militari e di guerra sono presenti. Essa diffonde strumenti, iniziative e pratiche di lotta che esprimano l'opinione e la volontà dei cittadini i quali nella stragrande maggioranza credono nei valori della pace.

Essa deve servire a rilanciare la mobilitazione contro la guerra e la militarizzazione in tutti i settori sociali, sui posti di lavoro, nelle scuole, nei quartieri e nei luoghi di culto.

La Carovana ASSUME la Petizione Popolare contro l'accordo Italia -USA, che prevede un nuovo "scudo antimissilistico" sui nostri territori, come strumento della propria attività durante le sue tappe, stimolando le realtà locali a costituire comitati promotori per la raccolta delle firme.

Promuovono le reti che hanno convocato la riunione di Bologna:

Coordinamento "Fermiamo chi scherza col fuoco atomico" - email  locosm@... cell. 349-5211837

Rete nazionale Disarmiamoli – email  info@... cell. 338-1028120

Assemblea di "Semprecontrolaguerra" - email semprecontrolaguerra@...  cell.328-0339384

PER ADESIONI, PARTECIPAZIONI E COLLABORAZIONI ALLA CAROVANA CONTATTARE UNO DEI RECAPITI SU SCRITTI


=== 2/4 ===


19 MAGGIO A NOVARA CONTRO GLI F 35


Gli F 35 sono cacciabombardieri  stealth (cioè invisibili) di quinta generazione. Sono uno dei gioielli  più brillanti della moderna tecnologia militare. Sono perfette macchine d'attacco al suolo, che, se necessario, possono pure trasportare armi 
nucleari.
Tra qualche anno entreranno in produzione ad opera della statunitense Lockheed Martin. Saranno prodotti in migliaia di esemplari per le forze armate statunitensi (aviazione, marina e marines) e di altri paesi alleati. Si tratterà, a detta di politici ed esperti, della più grande impresa di costruzioni aeronautiche di tutti i tempi.
Anche l'Italia ha aderito al progetto. Lo ha fatto fin dal 1996 (primo governo Prodi). Lo ha poi confermato nel 1998 (governo D'Alema) e nel 2002 (governo Berlusconi).
Il 7 febbraio di quest'anno (governo Prodi) è stato firmato il testo dell'accordo definitivo, che prevede l'assemblaggio in Italia di centinaia di F 35 destinati al mercato europeo (e quindi anche all'Italia).
L'azienda capofila in questa alleanza con la Lockheed Martin è, nel nostro paese, l'Alenia Aeronautica, che guida nell'impresa decine di aziende italiane che si sono gettate a capofitto nell'affare 
Il sito per l'assemblaggio è  stato individuato nell'aeroporto militare di Cameri, che si trova a pochissimi chilometri da Novara.
Il sito è stato scelto con oculatezza:  si tratta di un territorio da sempre avvezzo alla frequentazione di militari d'ogni risma.
L'aeroporto militare di Cameri ha ospitato F 104 e Tornado. Da quando non è più un sito strettamente operativo ha comunque continuato a contribuire a diverse imprese militaresche dando, per esempio, ospitalità alle linee di manutenzione dei Tornado. Accade inoltre che dal medesimo aeroporto partano alcuni reparti di eroici militi utilizzati per le imprese estere, per esempio in Afghanistan.
Vicinissima all'aeroporto di Cameri, a Bellinzago Novarese, c'è la base guidata dalla Caserma Babini. Si tratta della seconda base terrestre italiana, per estensione di superficie, nella quale si effettuano esercitazioni di diversi tipi. Inoltre la medesima Caserma Babini offre i suoi militi per la logistica in diverse operazioni mil

(Message over 64 KB, truncated)

http://www.resistenze.org/sito/ma/di/cl/madcue.htm

Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa (1)

V. I. Lenin

Abbiamo scritto nel n. 40 del Sozial-Demokrat che la Conferenza delle
sezioni del nostro partito all'estero (2) aveva deliberato di
soprassedere alla questione della parola d'ordine: "Stati Uniti
d'Europa", finché non se ne fosse discusso sulla stampa il lato
economico.

La discussione di tale problema aveva preso, nella nostra conferenza,
un carattere politico unilaterale. In parte, ciò è forse dovuto al
fatto che, nel manifesto del Comitato Centrale, questa parola
d'ordine era stata espressamente formulata come parola d'ordine
politica ("la prossima parola d'ordine politica...", è detto nel
manifesto), e non solo si preconizzavano gli Stati Uniti repubblicani
d'Europa, ma si sottolineava specialmente che questa parola d'ordine
è assurda e bugiarda "senza l'abbattimento rivoluzionario delle
monarchie tedesca, austriaca e russa".

Opporsi, entro i limiti degli apprezzamenti politici di questa parola
d'ordine, a tale impostazione della questione mettendosi, per
esempio, dal punto di vista che essa offusca o indebolisce, ecc. la
parola d'ordine della rivoluzione socialista, sarebbe assolutamente
errato. Le trasformazioni politiche con tendenze effettivamente
democratiche e ancor più le rivoluzioni politiche, non possono in
nessun caso, mai, e a nessuna condizione, né offuscare né indebolire
la parola d'ordine della rivoluzione socialista. Al contrario, esse
avvicinano sempre più questa rivoluzione, ne allargano la base,
attirano alla lotta socialista nuovi strati della piccola borghesia e
delle masse semiproletarie. D'altra parte, le rivoluzioni politiche
sono inevitabili durante lo sviluppo della rivoluzione socialista, la
quale non deve essere considerata come un atto singolo, bensì come un
periodo di tempestose scosse politiche ed economiche, della più acuta
lotta di classe, di guerra civile, di rivoluzioni e di
controrivoluzioni.

Ma se la parola d'ordine degli Stati Uniti repubblicani d'Europa,
collegata all'abbattimento rivoluzionario delle tre monarchie europee
più reazionarie, con la monarchia russa alla testa, è assolutamente
inattaccabile come parola d'ordine politica, rimane pur sempre da
risolvere l'importantissima questione del suo contenuto e significato
economico. Dal punto di vista delle condizioni economiche
dell'imperialismo, ossia dell'esportazione del capitale e della
spartizione del mondo da parte delle potenze coloniali "progredite" e
"civili", gli Stati Uniti d'Europa in regime capitalistico sarebbero
o impossibili o reazionari.

Il capitale è divenuto internazionale e monopolistico. Il mondo è
diviso fra un piccolo numero di grandi potenze, vale a dire fra le
potenze che sono meglio riuscite a spogliare e ad asservire su grande
scala altre nazioni. Quattro grandi potenze europee: Inghilterra,
Francia, Russia e Germania, con una popolazione fra i 250 e i 300
milioni d'abitanti e con una superficie di circa 7 milioni di
chilometri quadrati, posseggono colonie con circa mezzo miliardo
(494,5 milioni) di abitanti e una superficie di 64,6 milioni di
chilometri quadrati, cioè circa la metà del globo terrestre (133
milioni di chilometri quadrati, senza le regioni polari). Aggiungete
a questo i tre Stati asiatici, la Cina, la Turchia e la Persia, i
quali sono ora fatti a pezzi dai briganti che conducono la guerra
"liberatrice", e cioè dal Giappone, dalla Russia, dall'Inghilterra e
dalla Francia. Quei tre Stati asiatici, i quali potrebbero essere
definiti semicolonie (in realtà oggi sono colonie per 9/10), hanno
una popolazione di 360 milioni e una superficie di 14,5 milioni di
chilometri quadrati (cioè circa una volta e mezza la superficie di
tutta l'Europa).

Inoltre, l'Inghilterra, la Francia e la Germania hanno investito
all'estero non meno di 70 miliardi di rubli di capitale. Per ricevere
un profitto "legale" da questa bella somma - un profitto di più di 3
miliardi di rubli all'anno - esistono dei comitati nazionali di
milionari, chiamati governi, provvisti di eserciti e di flotte da
guerra, i quali "installano" nelle colonie e semicolonie i figli ed i
fratelli del "signor miliardo", in qualità di viceré, consoli,
ambasciatori, funzionari di ogni sorta, preti e simili sanguisughe.

Così è organizzata, nel periodo del più alto sviluppo del
capitalismo, la spoliazione di circa un miliardo di uomini da parte
di un gruppetto di grandi potenze. E nessun'altra forma di
organizzazione è possibile in regime capitalistico. Rinunciare alle
colonie, alle "sfere di influenza", all'esportazione di capitali?
Pensare questo, significherebbe mettersi al livello del pretonzolo
che ogni domenica predica ai ricchi la grandezza del cristianesimo e
consiglia di fare dono ai poveri...se non di qualche miliardo, almeno
di qualche centinaio di rubli all'anno.

In regime capitalistico, gli Stati Uniti d'Europa equivalgono ad un
accordo per la spartizione delle colonie. Ma in regime capitalistico
non è possibile altra base, altro principio di spartizione che la
forza. Il miliardario non può dividere con altri il "reddito
nazionale" di un paese capitalista se non secondo una determinata
proporzione: "secondo il capitale" (e con un supplemento, affinché il
grande capitale riceva più di quel che gli spetta). Il capitalismo è
la proprietà privata dei mezzi di produzione e l'anarchia della
produzione. Predicare una "giusta" divisione del reddito su tale base
è proudhonismo, ignoranza piccolo-borghese, filisteismo. Non si può
dividere se non "secondo la forza". È la forza che cambia nel corso
dello sviluppo economico. Dopo il 1871 la Germania si è rafforzata
tre o quattro volte più dell'Inghilterra e della Francia, e il
Giappone dieci volte più rapidamente della Russia. Per mettere a
prova la forza reale di uno Stato capitalista, non c'è e non può
esservi altro mezzo che la guerra. La guerra non è in contraddizione
con le basi della proprietà privata, ma è il risultato diretto e
inevitabile dello sviluppo di queste basi. In regime capitalistico
non è possibile un ritmo uniforme dello sviluppo economico, né delle
singole aziende, né dei singoli Stati. In regime capitalistico non
sono possibili altri mezzi per ristabilire di tanto in tanto
l'equilibrio spezzato, all'infuori della crisi nell'industria e della
guerra nella politica.

Certo, fra i capitalisti e fra le potenze sono possibili degli
accordi temporanei. In tal senso sono anche possibili gli Stati Uniti
d'Europa, come accordo fra i capitalisti europei... Ma a qual fine?
Soltanto al fine di schiacciare tutti insieme il socialismo in Europa
e per conservare tutti insieme le colonie accaparrate contro il
Giappone e l'America, che sono molto lesi dall'attuale spartizione
delle colonie e che, nell'ultimo cinquantennio, si sono rafforzati
con rapidità incomparabilmente maggiore dell'Europa arretrata,
monarchica, la quale incomincia a putrefarsi per senilità. In
confronto agli Stati Uniti d'America, l'Europa, nel suo insieme,
rappresenta la stasi economica. Sulla base economica attuale, ossia
in regime capitalistico, gli Stati Uniti d'Europa significherebbero
l'organizzazione della reazione per frenare lo sviluppo più rapido
dell'America. Il tempo in cui la causa della democrazia e del
socialismo concerneva soltanto l'Europa, è passato senza ritorno.

Gli Stati Uniti del mondo (e non d'Europa) rappresentano la forma
statale di unione e di libertà delle nazioni, che per noi è legata al
socialismo, fino a che la completa vittoria del comunismo non porterà
alla sparizione definitiva di qualsiasi Stato, compresi quelli
democratici. La parola d'ordine degli Stati Uniti del mondo, come
parola d'ordine indipendente, non sarebbe forse giusta, innanzitutto
perché essa coincide con il socialismo; in secondo luogo, perché
potrebbe ingenerare l'opinione errata dell'impossibilità della
vittoria del socialismo in un solo paese e una concezione errata dei
rapporti di tale paese con gli altri.

L'ineguaglianza dello sviluppo economico e politico è una legge
assoluta del capitalismo. Ne risulta che è possibile il trionfo del
socialismo all'inizio in alcuni paesi o anche in un solo paese
capitalistico, preso separatamente. Il proletariato vittorioso di
questo paese, espropriati i capitalisti e organizzata nel proprio
paese la produzione socialista, si solleverebbe contro il resto del
mondo capitalista, attirando a sé le classi oppresse degli altri
paesi, spingendole ad insorgere contro i capitalisti, intervenendo,
in caso di necessità, anche con la forza armata contro le classi
sfruttatrici ed i loro Stati. La forma politica della società nella
quale il proletariato vince abbattendo la borghesia, sarà la
repubblica democratica che centralizzerà sempre più la forza del
proletariato di una nazione, o di più nazioni, per la lotta contro
gli Stati non ancora passati al socialismo. Impossibile è la
soppressione delle classi senza la dittatura della classe oppressa,
del proletariato. Impossibile la libera unione delle nazioni nel
socialismo senza una lotta ostinata, più o meno lunga, fra
repubbliche socialiste e Stati arretrati.

Ecco in forza di quali considerazioni, che sono il risultato di
ripetuti esami della questione nella Conferenza delle sezioni
all'estero del POSDR e dopo la conferenza, la redazione dell'Organo
centrale è giunta alla conclusione che la parola d'ordine degli Stati
Uniti d'Europa è sbagliata.


Note

1) Pubblicato sul Sozial-Demokrat, n. 44, 23 agosto 1915.

2) Questa conferenza si svolse a Berna dal 27 febbraio al 4 marzo
1915. Lenin vi intervenne come rappresentante del Comitato centrale e
dell'organo centrale del partito, il Sozial-Demokrat; vi tenne la
relazione sul punto principale all'ordine del giorno: la guerra e i
compiti del partito.

Tratto da Lenin - Opere scelte - Editori Riuniti, 1976
Trascrizione e conversione in html a cura del CCDP

(Discorso del Generale Stevan Mirkovic alla Casa dell'Esercito in occasione dell'anniversario della Vittoria - 9 maggio.

Una versione in lingua italiana di questo testo è in preparazione a cura del CNJ)


Govor general – pukovnika u penziji S.Mirkovica na Svecanoj akademiji 

povodom Dan a pobede u Domu vojske Srbije , 

9.maja 2007.godine


Drugovi I drugarice, dragi prijatelji , postovani gosti,

Slobodarska Srbija obelezava   i ove godine Dan pobede  - datum koji je  urezan u narodno pamćenje kao putokaz i međaš patriotizma i ljubavi našeg čoveka prema svojoj domovini. On je deo naše tradicije , nacionalnog identita i emocija.  Zato taj  dan unosi radost i optimizam u domove širom Srbije ,  gde inače caruje tuga i zabrinutost zbog nevolja koje su nas snašle zadnjih godina i neuspeha kojih ima na “pretek”,  kao nekada uspeha.On nam vraća vec zaboravljen osmeh na licu, nacionalni ponos i samopoštovanje jer nema kuće ni porodice u Srbiji  iz koje nije bar jedan borac ratovao protiv Nemaca i kraj II SR dočekao u cokulama i s puškom u ruci ili poginuo u borbi.

9 maj – Dan pobede nad fašizmom verovatno je  i najznačajniji zajednicki praznik čovečanstva . Ali ne i za zvaničnu Srbiju , više sklonu poraženima u tom ratu nego pobednicima, koja ga obeležava skromno, skoro konspirativno, u čemu ima podršku najvećeg broja naših „ nezavisnih „ medija. Državni aparat „proslavlja „ ovaj dan nastavljajući međustranacke obračune u Skupstini Srbije dok je Načelnik generalštaba vojske Srbije u Brislu , gde se dogovara sa generalnim sekretarom NATO kako KFOR da „zaštiti“ Srbe za vreme sprovodjenja Ahtisarijevog plana o nezavisnosti Kosova,pošto se vojska Srbije tamo neće pojavljivati! A dan je za gruvanje topova i pesmu miliona jer je naša zemlja učestvovali  u tom ratu kao deo ujedinjenih naroda sveta  i dala veliki doprinos toj pobedi. Činjenica da je Jugoslavija, a s njom i  Srbija,  jedan od 50 učesnika konferencije Ujedinjenih nacija u San Francisku 25.aprila 1945 i potpisnik Povelje OUN, znak je da smo ušli u istoriju sveta kao zemlja koja je, u najtežim trenucima za njega, izabrala pravi put i učestvovala u velikoj bici za  slobodu, mir i bezbednost na planeti.Teško je shvatiti da postoje ljudi u Srbiji koji se ne ponose time i odriču se tog velikog moralnog kapitala , koji nam je itekako važan i potreban u današnjoj borbi za očuvanje teritorijalne celovitosti zemlje.Podsećanje svetske i evropske javnosti na naš značajan doprinos velikoj pobedi nad fašizmom, koji se na Zapadu namerno prećutkuje jer je ostvaren pod voćstvom komunista, doprineo bi povećanju našeg narušenog ugleda tamo i učvrsćenju medjunarodnih pozicija u borbi za Kosovo. 

Nas doprinos pobedi nad fašizmom najbolje se vidi iz završnih operacija za oslobodjenje Evrope 1944 – 1945. jer smo,  pored SSSR i Engleske, jedina evropska zemlja koja je sa svojom armijom držala deo zajedničkog fronta u tim operacijama, od Dunava do Jadranskog Mora i povezivali sovjetske snage u Madjarskoj i angloameričke u Italiji. .Na  jugoslovenskom ratištu 800.000 boraca JA imalo je ispred sebe moćnu nemačku Grupu armija “E“ sa 450.000 vojnika i 230.000 pripadnika  kvislinških formacija. Najveći  deo  kvislinga sačinjavale su OS „NDH“ ( 17 ustaško-domobranskih divizija sa oko 150.000 ljudi).Ove snage pružale su žestok otpor JA ali će početkom maja 1945. njihova glavnina biti okružena u Sloveniji i zapadnoj Hrvatskoj i predaće se . Poslednji pucnji II svetskog rata u Evropi odjeknuli  su u Jugoslaviji 15.maja 1945.

Neke kvislinške jedinice ,težeći da se na svaki način izvuku iz Jugoslavije i predaju zapadnim saveznicima  i tako  izbegnu odgovornost za zločine koje su do poslednjeg dana vršile nad jugoslovenskim stanovništvom,  nastavile su otpor dok nisu potpuno uništene.Danas te zlikovce aktuelne vlasti rehabilituju kao žrtve komunizma , sveštenici svih konfesija drže  im opela , poznati pesnici recituju svoje poeme. Podižu im spomenike i proglašavaju za borce.Borili se jesu ali na nemačkoj pa se tamo i trebaju obratiti za status borca i privilegije koje on nosi! Instant rehabilitacija ne može izbrisati krvav trag zločinaca niti s njima može biti pomirenja.

Sreća je za Srbiju da se jedan ,i to ne mali deo, pripadnika četnickih jedinica na vreme distancirao od cetnika DM i pristupio NOVJ i ucestvovao u najvecim bitkama za oslobodjenje nase zemlje od kraja 1944 do završetka rata. Pozivom kralja Petra II od 12.septembra 1944. da “ pristupe NOV pod maršalom Titom” i opštom amnestijom AVNOJ ( 21.novembar 1944) veliki broj poštenih i patriotski raspoloženih vojnika tzv.jugoslovenske vojske u otadzbini koji su, ne svojom krivicom, sa puškom u ruci sedeli kod svojih kuca čekajuci da “ dodje vreme “ za borbu protiv okupatora,  stupiće oduševljeno u NOVJ . Oni će tako  doprineti oslobođenju svoje domovine i izbeći sudbinu ubica, silovatelja,palikuca i pljačkaša DM. To je bilo pomirenje četnika I partizana pa su priče današnjih  politicara o tome bespredmetne i unose ponovo podele medju nama  danas kada nam je jedinstvo potrebnije nego ikada. . Titove reči iz predloga NKOJ za pomenutu amnestiju pokazuju svu humanost i političku širinu NOP kada je reč o borbi protiv okupatora :”Ova amnestija treba da pokaže da nemamo nameru da se svetimo i da smo spremni pružiti ruku pomirnicu svakom onom koji nije okrvavio svoje ruke nedužnom narodnom krvlju “.

Treba zapamtiti i da su SAD i Engleska štitile  i uzele u službu prebegle ratne zločince i saradnike Nemaca ( oko 100.000) jer su bili borci protiv komunizma.Preživele ustaše, dražinovci,belogardejci,balisti,hortijevci,muslimanska milicija, folksdojčeri  i njihovi naslednici i sledbenici iz inostranstva pojavice se ponovo na „mestu zlocina“ 1990. i učestvovati u novom bratoubilačkom ratu ali sada kao američki kvislinzi!

Dug je bio put do pobede. Trajao je 4 godine.. U NOB je poginulo 305.000 boraca NOVJ, ranjeno 425.000  a oko 1,400.000 ljudi stradali su kao aktivisti NOP i žrtve fašističkog terora ili poginuli kao pripadnici kvislinških formacija.  Najvise  ih je izgubilo živote u 7o logora smrti. Najmasovnija zverstva izvršile su ustase u Jasenovcu, ubivsi oko 7oo.ooo ljudi, najvise Srba i četnici DM nad Muslimanima u Crnoj Gori. Sa preko 1,700.000 palih ili 11 odsto ukupnog stanovništva, Jugoslavija spada među zemlje koje su podnele najveći broj ljudskih žrtava u drugom svetskom ratu.

Srbija kao najveća i najbrojnija zemlja u Jugoslaviji daće i najveće žrtve  i najveći doprinos njenom oslobođenju. To su znali da cene svi narodi i narodnosti u Jugoslaviji. Ta Srbija, zgažena i raskomadana od okupatora i domaćih izdajnika,  usamljena i napuštena od sopstvene dinastije i građanskih partija i vođa,okružena fašističkim državama , daleko od savezničkih snaga i frontova,  započeće i voditi krvavu četvorogodišnju borbu i revoluciju i izaći iz nje kao pobednik. Organizator  i rukovodilac te borbe i revolucije bili su srpski komunisti,  KPJ, njen Politbiro i Tito, lider svetskog ranga, koga bi svaka zemlja poželela za vođu. 

Srpska država je  obnovljena.ali kao republika. Oslobođeni su i vraćeni u njen sastav Kosovo i Metohija, Srem, Banat,Bačka, pirotski i bosilegradski srez.

Srpski narod u Hrvatskoj i BiH svojom borbom i učešćem u stvaranju ovih republika  postaće jedan od  konstitutivnih naroda u njima. Na taj način su Srbi kao narod, zahvaljujući masovnom učešću u NOB, žrtvama i rezultatima te borbe imali praktično tri nacionalne drzave.

Sve ovo ističem zbog toga što srpski nacionalisti i šovinisti, kojih danas  ima i u najznačajnijim  nacionalnim institucijama, stalno proturaju već ofucanu laž da je Srbija uvek bila “pobednik u ratu, a poražena u miru”. E, to se u NOR i revoluciji  nije dogodilo. Srbija je bila pobednik i u ratu i u miru.

Drugovi I drugarice,

NOB je bila nadčovečanska borba protiv nadmoćnijeg neprijatelja u kojoj je bilo i oseka i kriza ustanka ali su one , zahvaljujući moralnopolitickom jedinstvu naroda i umešnom  rukovodjenu ustankom od strane CK KPJ i VŠ,  savladavani  i borba nastavljana.

Kada ovo govorim imam u vidu jedan od ključnih dogadjaja iz istorije NOB čiju 65 godišnjicu slavimo ove godine: formiranje prvih krupnijih partizanskih jedinica - divizija I korpusa a time i NOV i POJ 1942. godine  ( 1. i 2. proleterska divizija,3.NOU divizija, 4 i 5.krajiška NOU divizija, 6.lička, 7.banijska i 8.kordunaška NOU divizija i 12.slavonska NOU divizija te 1.bosanski  i 2.hrvatski NOU korpus).Ta 1942.je bila  najteža godina NOR.Okupator i domaći izdajnici su bili u strategijskoj ofanzivi , pokušavajuci da unište NOP. Propagandom i  represalijama oslabili su  raspolozenje naroda za borbu i doveli do krize NOB u više krajeva zemlje.

CK KPJ I VŠ  , nalazeći se na tromeđi Bosne, Hercegovine i Crne Gore sa glavninom partizanskih jedinica “ ne gubi glavu “ ni perspektivu rata i NOB, i ne pomišlja na primirje ili predaju već donosi sudbonosnu odluku o kontraofanzivi u zapadne krajeve zemlje! I sa grupom proleterskih brigada vrši prodor u Bosansku Krajinu s ciljem  povezivanja i daljeg razvijanja tamošnjih žarista NOP i obnove i učvršćenja  veza  s rukovodstvima u drugim  zemljama i pokrajinama. Višemesečnim teškim borbama ostvareni su glavni ciljevi partizanske inicijative i stvorena nova velika slobodna teritorija na prostoru Bosanske Krajine, Dalmacije, Like, Gorskog Kotara, Korduna, Banije i Žumberka.

. Odluku o formiranju prvih divizija i korpusa doneo je Vrhovni štab novembra 1942. Tito je u Biltenu  VŠ pisao da je formiranjem divizija i korpusa stvorena NOVJ. Ocenivši to kao “ najveći dosadašnji uspeh narodnog ustanka”, podvlačio je da je ta vojska stvarana bez dekreta, odozdo,iz malih partizanskih odreda, od golorukih ljudi, otimanjem oružja od neprijatelja. Za komandante tih prvih korpusa i divizija postavljani su istaknuti organizatori oružane borbe i vojni rukovodioci – Ivan Gošnjak, Kosta Nadj, Koča Popović, Peko Dapcević, Slavko Rodić i dr. 

Te divizije i korpusi pokazaće se borbeno sposobniji i efikasniji od divizija i korpusa nemačkog Vermahta i kvislinških jedinica tog ranga sa zastrašujućim nazivima  :  7.SS divizija Princ Eugen, 21. SS divizija Skender beg, 13.SS divizija  Handzar , Ravnogorski  korpusi,  Srpski dobrovoljački korpus, Muslimanski dobrovoljački korpus u Sandzaku, ustaško domobranske divizije itd. koje su bile “efikasne “samo u kaznenim ekspedicijama protiv golorukog naroda,  ubijajući nemilice žene, decu, stare i nemoćne, ranjenike i zarobljenike!

Naravno, vojni uspesi neodvojivi su od uspeha postignutih u stvaranju nove narodne vlasti( narodni odbori na svim nivoima do AVNOJ), delovanja KPJ, organizacije omladine i zena, partizanske i partijske stampe, organizacije ekonomskog i  kulturnog života na oslobođenoj teritoriji i u vojsci, međunarodne aktivnosti rukovodstva NOP itd. 

NOP je  imao  hrabro i odlucno rukovodstvo, sposobno i iskusno za delovanje u najtežim uslovima rata. CK KPJ I VŠ su po znanju i sposobnostima nadmašili nemačko političko i vojno rukovodstvo na jugoistoku Evrope  , što je Hitler i lično morao da prizna. Teško da danas kao drzava mozemo  dobiti prelaznu ocenu kada je reč o vodjenju zemlje danas i  jačanju naše vojske jer se njena  reforma  vrsi u    saradnji i pod pokroviteljstvom sila koje nas ugrožavaju, što je teško objašnjivo! Po meni, odbrana Kosova je osnovni orijentir za tu reformu.Mislim da se svi mi, i kao narod i pojedinci,  moramo postideti odnosa koji država u naše ime ima prema vojsci i njenoj ulozi u ovim dramatičnim događanjima oko Kosova,  koji će postajati sve dramatičniji. Ta uloga može biti odlučujuća i može biti uspešno ostvarena samo sa masovnom, narodnom vojskom visokog morala i političke svesti kakva je bila NOVJ u ratu i dugo posle njega! Ne vidim politicku snagu u zemlji koja je u stanju korenito i brzo promeniti na bolje stanje u sektoru odbrane zemlje  pa se moze očekivati da će to učiniti sam narod svojom inicijativom I akcijom.

Drugovi i drugarice,

NOB nije bila samo oružana borba protiv okupatora već i revolucija , stvaranje novog,boljeg društva . Bez te socijalne perspektive ne bi ni bilo  masovne i uspešne NOB. Vojna pobeda ima smisla  samo ako ljudi u osvojenoj slobodi žive bolje i u miru, što lepo govore  stihovi Branka Miljkovića,  u kojima se pesnik pita „ da li će sloboda umeti da peva, kao što su sužnji pevali o njoj “.! 

Izgrađujući socijalizam  u praksi pokazace se brzo njegove prednosti nad kapitalizmom: nacionalna ravnopravnost , samoupravljanje i nesvrstanost  su najveci dometi u drustvenom i humanom razvoju ne samo našeg društva već čovečanstva uopste. Jugoslavija  će se od zaostale zemlje sa 112 dolara ND po stanovniku, 50 odsto nepismenog odraslog stanovništva i ženama bez prava glasa , uz privredni rast od 5,9 odsto godišnje, već 1980.sa 2.62o dolara ND po stanovniku,  uvrstiti  među industrijski srednje razvijene zemlje i postati  jedan od lidera pokreta nesvrstanih zemalja, od kojih su mnoge, inspirisane našom borbom i revolucijom, krenule istim putem. 
Drugovi i drugarice,
          To nije prošlo bez  reakcije  dojučerašnjih saveznika SAD i Engleske , čiji su lideri vec marta 1946. u američkom gradiću Fultonu najavili  „krstaški rat „ protiv „ sveta komunizma“.
         Za celo vreme postojanja Jugoslavije SAD su vodile specifican specijalni, ideološki rat protiv naše zemlje, kao uostalom i protiv svih socijalističkih i nesvrstanih zemalja. To  se dalo naslutiti vec u izjavi H.Trumana iz januara 1946., posle odluke naroda na izborima 11.11.1945 „ nećemo kralja hoćemo Tita, narod se pita“,   kada je rekao da je  “priznanje promena u   Jugoslaviji uslovno i da takvo ostaje“. Nikada to nije povučeno i naš put u socijalizam bio je  stalno „ pod vatrom“ SAD.

Trumanova izjava postala je   i zvanična doktrina SAD usvojena u američkom Kongresu marta 1947. i dopunjena Ajzenhauerovom 1957. a predsednik SAD ovlašćen da upotrebi oružane snage SAD svuda tamo gde je „slobodni svet” ugrožen od komunističke agresije i unutrašnjih prevrata, što su oni od Trumana do Buša koristili preko dve stotine puta.Taj „slobodni svet“ biće marta 1999. balisti na Kosovu ybog kojih će, prema rečima M.Olbrajt, ona i B.Klinton povesti svoj rat radi „zaštite Muslimana”.

To pokazuje da se Zapad maja 1945.  baš i nije  osećao  pobednikom. Naprotiv, ceo kapitalistički sistem u svetu bio je uzdrman i on je zapoceo jedan novi rat da ga ponovo ucvrsti i odbrani od nadolazece socijalne revolucije. 

Ova doktrinu SAD su primenjivale više puta i na našu zemlju ali bezuspesno da bi izazivanjem bratoubilačkog gradjanskog rata 1991. konačno uspele u svojim namerama i  srušile SFRJ, pri čemu su joj išle u prilog neke naše greške i slabosti, pre svega, nebudnost i neodlucnost u  suzbijanju pojava  nacionalizma i birokratizma. Tito se celog zivota uporno borio protiv tih pojava , neprekidno upozoravajuci da one, ako uzmu maha,  mogu dovesti do novog bratoubilackog rata i raspada drzave, sto se i dogodilo posle njegove smrti.

Nacionalizam je uzrok raspada Jugoslavije a ne socijalna sfera. Koreni socijalizma su ovde duboki i jaki. Svest o uspešnosti socijalizma i njegovim prednostima nad demokratijom je prisutna kod velike vecine gradjana bivše Jugoslavije. Ona i jača jer stalno otkrivamo nove „čari“ kapitalizma. Tu svest održava i činjenica da su mnoge tekovine i rezultati socijalističke revolucije ocuvani, narocito u Srbiji : nezavisnost i samostalnost, društvena svojina, besplatno zdravstvo i obrazovanje, dobri medjunacionalni i verski odnosi na većem delu teritorije Srbije itd. Današnje Kosovo, u kome se Albanci i Srbi gledaju popreko, i nekadašnja SAPK najbolji je argument da je nepoznati novobeogradjanin bio u pravu napisavši na jednom zidu N.Beograda  „ Bravar je bio bolji“.

Zato su se SAD okomile na Srbiju i zele da je unište. U pitanju su, dakle, ideoloski razlozi,  što postaje jos jasnije posle prošlogodišnje izjave Dz.Buša da SAD vode „ najveću ideološku bitku XXI veka“. SAD vise i ne kriju svoje namere prema Srbiji i svaki dan nas „bombarduju“ novim argumentima o svom neprijateljstvu , na veliku zalost svojih obozavatelja u nasoj zemlji koji tvrde kako mi stalno  „ izmisljamo neprijatelja“ i „domace izdajnike“.


 
            

Drugovi i drugarice,

Možemo li se i kako suprostaviti nasilju sličnom onom iz 1941? I sada imamo  izbor : paktiranje i saradnja s agresorom uz  odricanja od Kosova, što zagovara dobar deo građanske elite ili  otpor - strategija koju uveliko sprovode Srbi na Kosovu.

 Nekoliko činjenica upućuju nas kao narod na otpor:

- Protiv nezavisnosti Kosova je ogromna većina Srba što je potvrdilo donošenje novog Ustava Srbije , kao i istraživanje  Strateškog marketinga i to za  račun Americke agencije za drustveni razvoj ,  iz maja 2006.Treba li jednoj vladi bolji dokaz da će je narod slediti u otporu agresoru?

- Nismo pred alternativom ratovati ili ne jer  smo vec u ratu od 1998. Pitanje je samo hoćemo li produžiti otpor ili kapitulirati.Odgovor su dali Srbi na Kosovu : “Ne nezavisnom Kosovu i po cenu naših života”( poruka sa mitinga u K.Mitrovici 17.III.2006.).Važno je shvatiti da smo u ratu i da se pitanje Kosova ne rešava na Ist Riveru već na mostu na Ibru kod K.Mitrovice.

- Pogrešno je i mišljenje da su svi Albanci separatisti i da bi se “latili oružja” u slucaju da Kosovo ne dobije nezavisnost. Naprotiv, u pomenutom  istraživanju  Strateškog marketinga veći je procenat “ ratobornih” među izbeglim Srbima ( 28) nego među Albancima (24). Izbegli Srbi  su spremni da se vrate iako znaju da je to više odlazak na front nego povratak kuci!!

-Borbena i odlučna  Srbija ima i saveznike : RF, Kina, nesvrstane zemlje. Niko neće biti saveznik metiljavom, mlakom i mlitavom partneru koji čeka da slobodu dobije “na tacni”. Naše je pravo i obaveza kao države i da stabilizujemo bezbednosno stanje na jugu Srbije, u Sandzaku i Vojvodini i da “ sabijemo rogove” tamošnjim šovinistima ali i srpskim gde god se pojave!

 - Srbija zna i ume da upravlja svojom teritorijom i svojim građanima, pa i Kosovom i Albancima i ima rešenja za to ,što je   pokazala i u praksi. 1945– 1991. kada je albanska narodnost doživela svoj ekonomski i kulturni preporod i  u većini bila zadovoljna statusom u njoj. Otuda je tvrdnja da su SAD napale SRJ 1999. jer su Albanci bili ugroženi kao nacionalnost  –laž.

 -SAD i NATO nisu više takva sila kako se prikazuju .Rat  u Avganistanu i Iraku, uragan Katrin, smanjivanje ugleda SAD u svetu  itd to dokazuju. Oni više strahuju od opravdanog gneva naroda  i gerilaca u pomenutim zemljama nego od ruskih  raketa. Svrstavajući nas  u svet nekih divljih plemena koji “ne  znaju šta je za njih dobro”, američki rasisti čine veliku grešku jer i Srbi mogu da se “ late oružja”. To im ne bi bilo prvi put! 

Osmogodisnja borba i otpor Srba na Kosovu američkim osvajačima  – obrazac  je naše strategije u ovom trenutku i nju  vlada može  primeniti bez mnogo filozofiranja na celu zemlju.  Srbija se ne sme odreći dosadašnjih rezultata i tekovina te borbe i ostaviti kosovske Srbe  na cedilu!Nisam siguran da je zvanična Srbija temeljito analizirala i ocenila to gradeći državnu  strategiju. 


Drugovi i drugarice borci,

Obeležavajući i 60 godina od formiranja SUBNOR , čiji je prvi predsednik bio J.B.Tito a sekretar A.Rankovic, opravdano je upitati : šta naša organizacija čini i može još u borbi za očuvanje celovitosti Srbije? Da li smo umorni i stari da učestvujemo u ovoj bici danas? Naš odgovor može da glasi čini mi se  ovako : nismo stari jer ostare mišice – um ne može da ostari.Naprotiv, iskustvo se stalno konstituiše u nove ideje i moguće akcije. U našim  mislima i rečima, izgovorenim i napisanim ,  ima još vatre koja može opeći!

SUBNOR je najbrojnija i najrasprostranjena društvena organizacija u Srbiji sa velikim ugledom i javnim i političkim uticajem u narodu.On je ostao dosledan u borbi za najveće tekovine NOB i revolucije: bratstvo i jedinstvo,narodna vlast ,  socijalna jednakost i pravda i nesvrstana spoljna politika. Naše mogućnosti za uticaj na donošenje odluka u društvu ,pa i na izbor onih koji ih donose, velike su i do sada nedovoljno korisćene.Mi mislimo da Srbiju danas mogu i treba da vode ljudi za koje smo sigurni da će Kosovo braniti svim sredstvima bez izuzetka  i do poslednjeg daha.

U toj strateškoj odrednici su borci Srbije jedinstveni.! Varaju se oni koji misle da su borci „digli ruke“ Kosova. Oni  su poslednji koji će odustati od borbe za Kosovo. Zna se i kada,  da to ne govorim, jer svim borcima želim zdravlje i dug život i da nas što više dočeka da narodna vojska Srbije ponovo uđe u Pristinu a KFOR se povuče tamo odakle je nezvan došao. I da u našoj vojsci, kao i novembra 1944., budu sinovi i kćeri i Srba, i Albanaca, i Bošnjaka, i Mađara, i Hrvata i svih naroda i narodnosti kojima je Srbija domovina.

Mislim da to mogu reći i za sve one koji su časno nosili uniformu JNA od 1945 do 1991 .,  braneći decenijama njene granice, slobodu i mir od svetskih razbojnika. 

Mislim da to mogu reći i za sve one koji su se pod zastavom SFRJ i SRJ borili protiv angloameričkih agresora i domaćih izdajnika 1991 – 1995 i 1998 – 1999 i pokušavali da spreče nasilno  razjedinjavanje i bratoubilački rat naših naroda i narodnosti. 

Mislim da će i sadašnja vojska Srbije naći svoje mesto u toj koloni branilaca Kosova.

9.maja 2007 Stevan Mirković

General u penziji




Washington appoggia fortemente ... lo squartamento della Serbia e la creazione di una Grande Albania che destabilizzi in maniera cronica tutta l'area balcanica ed europea, in funzione anti-UE. 
È questo che emerge dagli sviluppi delle ultime ore sulla questione dello "status" del Kosovo. Rigettando completamente le preoccupazioni espresse da molti paesi - in primis la Russia - sul progetto revanscista e neonazista di Ahtisaari, e trascurando bellamente i risultati della missione di osservatori ONU che ha soggiornato in Kosovo una settimana fa proprio allo scopo di chiarire quale sia la situazione sul terreno, gli USA, forti del sostegno acritico dei servi sciocchi europei e di una Germania che si muove ormai da vent'anni in perfetta continuità con quanto lasciato incompiuto da Bismarck ed Hitler, premono sull'acceleratore della secessione del Kosovo dalla Serbia.
(a cura di IS)


KOSOVO: SOTTOSEGRETARIO USA, INDIPENDENZA ENTRO FINE MESE


(ANSA) - ZAGABRIA, 11 MAG - Gli Stati uniti appoggiano il progetto sul futuro status del Kosovo proposto dal mediatore delle Nazioni Uniti Martti Ahtisaari e ''nelle prossime ore'' Washington ''fara' circolare tra i suoi alleati europei una proposta di risoluzione del Consiglio di sicurezza (dell'Onu) che porti all'indipendenza della regione gia' dalla fine di questo mese''. Lo ha detto oggi a Zagabria, Croazia, il sottosegretario di Stato americano Nicholas Burns ai margini della conferenza sul Processo di cooperazione nel sud-est europeo, alla quale partecipano i piu' alti dirigenti politici dei Paesi balcanici e dell'Unione europea. ''Washington appoggia fortemente l'indipendenza del Kosovo'', ha aggiunto Burns, facendo eco al cancelliere tedesco, Angela Merkel, e al presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, che hanno ribadito l'appoggio dell'Ue al piano di Ahtisaari per un'indipendenza sorvegliata della regione. I leader politici riuniti a Zagabria hanno fatto un appello alle forze democratiche di Belgrado perche' trovino nei prossimi giorni una via per formare un governo che sappia guidare la Serbia verso un futuro europeo, e non riportarla indietro nel passato nazionalista. ''Guardiamo con attenzione e ansia la situazione a Belgrado'', ha dichiarato Merkel. Burns da sua parte si e' detto deluso dall'elezione dell'ultranazionalista radicale Tomislav Nikolic alla guida del parlamento serbo. ''Lui appartiene a un partito di criminali di guerra'', ha detto. (ANSA). COR-GV
11/05/2007 15:43