Informazione

(english / italiano / srpskohrvatski)


SAOPŠTENJE SEKRETARIJATA NKPJ:
IZBORNI ZAKON KRŠI LJUDSKA PRAVA

Nova komunistička partija Jugoslavije (NKPJ) bojkotovaće naredne
parlamentarne izbore u Srbiji, jer izborni zakon predstavlja grubo
kršenje osnovnih demokratskih načela i Univerzalne deklaracije o
ljudskim pravima. Zakon za veliki broj ljudi ukida tajnost glasanja,
jer najmanje 10 hiljada lica treba pred sudom da potpiše da će
glasati za neku partiju. Ti potpisi, i službenici koji overavaju
potpise, se plaćaju. Što znači, da oni koji nemaju novac da plate
sudsku taksu ne mogu učestvovati u izbornoj proceduri. Razume se, da
davanje potpisa, uz sve generalije potpisnika, može predstavljati
opasnost ili, u najmanju ruku, nelagodnost za mnoge pojedince.
Drugo, blizu 40 odsto stanovnika Srbije živi u mestima gde ne postoje
sudovi. Oni su praktično sprečeni da učestvuju u potpisivanju
podrške, odnosno u izbornom procesu.
Treće, određivanje službenika iz suda za overu potpisa nije jasno
pravno regulisano, pa se sudovi često pravdaju da nemaju dovoljno
personala za taj posao, izlazeći u susret jednim i diskriminišući
druge partije.
Sve ovo liči na Solonove zakone po kojima bogatiji imaju više prava
od siromašnijih, odnosno gde se cenzus određuje parama.

28. decembar 2006. godine, Beograd
Za NKPJ generalni sekretar Branko Kitanović


=== ENGLESKI ===

STATEMENT OF THE SECRETARIAT OF THE NKPJ:
THE ELECTORAL LAW VIOLATES THE HUMAN RIGHTS

The New Communist Party of Yugoslavia (NKPJ) will boycott the next
parliamentarian elections of Serbia, because the electoral law
clearly smashes the fundamental democratic principles and the
Universal Declaration on Human Rights. Indeed, the law for the
greater part of the citizens kills the anonymous character of the
poll, since it demands that at least 10 thousand individuals declare
in front of the Court that they will vote for a certain party. For
these signatures, and for the civil employees that have to
convalidate them, one has to pay. This means that those who do not
have the money to pay the Court tax cannot take part to the electoral
procedure. It is also evident that giving a signature with all
signer's personal information can be dangerous or at least disliked
to many citizens.
Moreover, nearly 40 per cent of the Serbian citizens live in places
where Courts simply do not exist. All these people are practically
prevented from participating to the signatures' collection, and
therefore to the electoral process altogether.
In third place, the activity of the Court civil employees for the
validation of the signatures is not clearly regulated, and the Courts
do often complain about not having enough personal for this job,
which causes some party to be favorite and some other to be
discriminated.
All this look like certain Solone's laws, which stated that the rich
has more rights than the poor, that is: the money goes
proportionally to the census...

Belgrade, 28 December, 2006
For the NKPJ, the general secretary: Branko Kitanović


=== ITALIJANSKI ===

COMUNICATO DELLA SEGRETERIA DELLA NKPJ:
LA LEGGE ELETTORALE VIOLA I DIRITTI UMANI

Il Nuovo Partito Comunista della Jugoslavia (NKPJ) boicotterà le
prossime elezioni parlamentari della Serbia, perchè la legge
elettorale infrange nettamente i principi democratici fondamentali e
la Dichiarazione Universale sui Diritti Umani. La legge per la
maggior parte dei cittadini uccide la segretezza della consultazione,
perchè richiede che almeno 10mila persone dichiarino, davanti al
Tribunale, che voteranno per un certo partito. Per queste firme, e
per i funzionari che le convalidano, bisogna pagare. Questo significa
che chi non ha i soldi per pagare la tassa del tribunale non può
partecipare alla consultazione elettorale. Si comprende anche che
porre le firme con tutte le generalita' del firmatario puo' essere
pericoloso o perlomeno sgradito per molti individui.
Inoltre, quasi il 40 per cento dei cittadini della Serbia vive in
località in cui non esistono tribunali. Costoro sono in pratica
impossibilitati a partecipare alla raccolta delle firme, e dunque
anche al processo elettorale.
In terzo luogo, l'intervento dei funzionari dei tribunale per la
convalida delle firme non è regolato in maniera chiara, ed i
tribunali si lamentano spesso di non avere abbastanza personale per
questo lavoro, il che comporta che qualche partito è favorito e
qualchedunaltro è discriminato.
Tutto questo assomiglia alle leggi di Solone per cui i più ricchi
hanno più diritti dei più poveri, vale a dire: i soldi arrivano in
maniera direttamente proporzionale al censo...

Belgrado, 28 dicembre 2006
Per la NKPJ, il segretario generale: Branko Kitanović

From: jugoistrijan
Date: January 6, 2007 11:18:25 PM GMT+01:00
To: argomenti@..., segreteria.roma@..., cnj
(A riscontro dell'articolo "Ora facciamo una battaglia per i diritti
di Tarek Aziz", apparso oggi, 6 gennaio, su "Epolis")

Cara (si fa per dire) Rita Bernardini,

E così voi radicali ancora vi vantate di aver contribuito a creare
quel fazioso, politico "tribunale ad hoc", e di aver messo alla gogna
un presidente democraticamente eletto, Slobodan Milosevic: infangando
lui e tutto il popolo serbo, con le vostre campagne di stampa e di
lobbying, e condannandolo di fatto prima ancora che fosse giudicato
dal vostro "tribunale". Per poi ammazzarlo, mentre si difendeva dalle
vostre accuse. Si, ammazzarlo, perchè quale e' la differenza tra
uccidere fisicamente una persona ed accelerare la sua morte non
concedendogli le cure richieste ed indispensabili?

E come mai non avete raccolto firme o consigliato il vostro "amico
americano", nella persona di Bill Clinton, a firmare per il vero
Tribunale Penale Internazionale, dove dovrebbero essere giudicati
anche i crimini commessi dai soldati statunitensi? Viene da chiedersi
se le firme raccolte contro la pena di morte non siano servite per
includerle nella petizione per questo tribunale politico al servizio
degli USA!

Con le vostre ingannevoli campagne non fate altro che mettervi sul
carro dei vincitori, sempre. Guai contestarvi, con argomenti alla
mano: come minimo si viene cacciati a spintoni dalla vostra sede, e
insultati con un esplicito: "Ma vattene a casa tua! Vattene in
Serbia!". Come è successo al sottoscritto e ad un'altra persona
quando nella vostra sede invitaste la Carla Del Ponte. Quante accuse
contro di voi sono "cadute nel nulla"?! Percio' non vi credo nemmeno
adesso, quando dite: "Ora facciamo una battaglia per i diritti di
Tarek Aziz"! Voi che siete stati "in tempi non sospetti" in prima
fila contro l'Iraq, diffamandone il governo, spianando così la strada
alla guerra, alla disgregazione su base etnica ed alla colonizzazione
occidentale per lo sporco petrolio. Quello che avevate già fatto con
la mia Jugoslavia.

Senza stima,
Ivan P. Istrijan
(Il mio "cognome" definisce il luogo di provenienza)

Subject: Jasenovac, la "Auschwitz dei Balcani"  - mostra fotografica a Bari 25 gennaio - 4 febbraio [yu]
Date: January 6, 2007 10:31:43 PM GMT+01:00


L'Associazione Most za Beograd, in collaborazione con il Museo delle vittime del genocidio, Belgrado
e il patrocinio del Comune di Bari, della Provincia di Bari e del Consolato di Serbia

 

organizza la

 

Mostra fotografica
“Erano solo bambini”
Jasenovac
Serbi, ebrei e rom nella "Auschwitz dei Balcani"
 
Bari, Sala Murat, Piazza Ferrarerese
25 gennaio – 4 febbraio 2007



Giovedì 25 gennaio ore 18.00
Conferenza inaugurale e dibattito

 

saluti di
Vittorino Curci Assessore alla cultura Provincia di Bari
Silvia Godelli Assessore al Mediterraneo Regione Puglia
Nicola Laforgia , assessore alle culture Comune di Bari
Tatjana Budisavljevic, Console di Serbia

 

Interventi e relazioni di
prof.. Luciano Canfora, Università di Bari
prof. Jovan Mirkovic, Museo delle vittime del genocidio di Belgrado
prof. Dragan Cvetkovic, Museo delle vittime del genocidio di Belgrado
prof. Svetlana Stipcevic, Università di Bari
prof.. Antonio Leuzzi, Istituto di Storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea
coordina Andrea Catone, associazione Most za Beograd

 

Concerto e poesie
Alla chitarra Giorgio Pierri
musiche di Bach, Britten, Dowland, Brower

 

 

informazioni e prenotazioni per visite guidate:
tel. 3889226501 
3476589841


===========


Sulle vicende relative allo sterminio nella Croazia clericonazista (1941-1944) ed alla perdurante alleanza tra criminalità ustascia e Chiesa cattolica apostolica romana, invitiamo anche a consultare: 

- il documento recentemente segnalatoci da Alessandro Lattanzio

Video: QUEL CHE ACCADDE NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI JASENOVAC (estratto)

Americans: Look What Happened at Jasenovic Concentration Camp
20 Nov 2006 - by Greg Szymanski

- nonchè i documenti ed i link - in continuo aggiornamento - riportati alla nostra pagina

CNJ




Dal sito www.freebooter.da.ru

Le origini della guerra nei Balcani

di Dru Oja Jay - http://dominionpaper.ca/

18 marzo 2006

Slobodan Milosevic non è accusato soltanto di crimini
di guerra. Doug Saunders del Globe dice che Milosevic
è "considerato responsabile di 250.000 morti e della
discesa della ex Jugoslavia nella terribile guerra
etnica". Sebbene Saunders non dica chi "consideri"
Milosevic responsabile, non è certamente l'unico
commentatore a ripetere l'affermazione.
Il fallimento dei media nell'esaminare i fatti sul
terreno (o, almeno, l'omissione nel raccontarli ai
loro lettori) si estende oltre Milosevic stesso
all'intera storia della guerra civile in Jugoslavia.
Tra il 1960 ed il 1980, la Jugoslavia, una federazione
composta da molteplici gruppi etnici, compresi
albanesi, ungheresi, sloveni, egiziani, bosniaci,
serbi e croati, era, in base a dati oggettivi, un
paese prospero. La crescita economica era robusta,
tutti i cittadini avevano il diritto ad un reddito
garantito, un mese di ferie pagate e l'aspettativa di
vita era di 72 anni. I molti gruppi nazionali e
linguistici della federazione coesistevano
pacificamente grazie ad un complesso sistema di
governo che si stendeva attraverso linguaggi multipli
e regioni semiautonome.
Come scrive Michael Parenti in To Kill a Nation: The
Attack on Yugoslavia, che documenta la storia
dell'intervento USA ed europeo, i leader jugoslavi
negli anni '70 commisero un "errore disastroso":
presero a prestito denaro dall'occidente. Quando le
economie occidentali entrarono in una recessione, i
principi del libero scambio diedero il via
all'autoconservazione economica e le esportazioni
jugoslave vennero bloccate con un effetto devastante.
I primi prestiti portarono con loro il Fondo Monetario
Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale, che
pretesero che l'economia venisse "ristrutturata".
Questo processo, scrive Parenti, comprendeva che "i
salari fossero congelati, l'abolizione dei prezzi
sovvenzionati dallo stato, crescente disoccupazione,
eliminazione della maggior parte delle imprese
autogestite e tagli massicci alla spesa sociale".
Secondo cifre della Banca Mondiale, soltanto nel
periodo 1989-90 la ristrutturazione provocò
seicentomila licenziamenti. Assumendo nel 1991 il
controllo della politica monetaria, l'FMI fece
efficacemente a pezzi la Jugoslavia impedendo i
pagamenti di trasferimento alle repubbliche (come
Croazia, Bosnia e Serbia) da parte del governo
federale ed assegnando il debito ad ognuna delle
repubbliche.
La Serbia, nota Parenti, era la più ostile alle
"riforme" dell'FMI, con 650.000 lavoratori (cui si
unirono, in molti casi, lavoratori di altre etnie in
Serbia ed in altre repubbliche) impegnati in "massicci
scioperi improvvisi e proteste".
Per Parenti ed altri, tutte le prove disponibili
puntano ad una campagna deliberata di lungo termine da
parte di USA, Gran Bretagna e Germania (tra gli altri)
per destabilizzare e dividere l'ultima roccaforte
socialista in Europa orientale. Prima del crollo
economico, quasi tutti gli osservatori concordano che
popoli da molti gruppi etnici coesistevano
pacificamente.
La distruzione economica della Jugoslavia, afferma
Parenti, ha costretto le diverse nazionalità a
"competere più furiosamente che mai per una quota" di
ricchezza economica rapidamente in declino. "Una volta
che inizia lo spargimento di sangue, il ciclo di
vendetta e punizione intraprende un moto proprio".
Nel 1990 gli USA minacciarono di tagliare gli aiuti se
la Jugoslavia non avesse tenuto le elezioni, ma
insistettero che le elezioni venissero tenute soltanto
nelle repubbliche, non ad un livello federale. Nel
1991 la Comunità Europea organizzò una conferenza
sulla Jugoslavia, che chiedeva la sua divisione in
"repubbliche sovrane ed indipendenti", al che ai
rappresentanti jugoslavi venne proibito di partecipare
oltre agli incontri della conferenza.
Il National Endowment for Democracy (NED), che più
recentemente ha richiamato l'attenzione per il
finanziamento ai gruppi politici che fomentarono i
golpe militari contro i governi eletti di Haiti e
Venezuela, era pure coinvolto nella guerra civile
jugoslava e nel conseguente conflitto.
Allan Weinstein, uno dei fondatori del NED, è stato
schietto sulla missione del NED, che è finanziato
direttamente dal governo federale USA. "Molto di
quello che facciamo oggi 25 anni fa era fatto
segretamente dalla CIA", disse Weinstein nel 1991.
Secondo ricerche condotte da William Blum, uno
studioso dell'intervento USA all'estero, il NED ha
descritto il mandato dei suoi programmi 1997-98 come
miranti a "identificare le barriere allo sviluppo del
settore privato a livello locale e federale nella
Repubblica Federale di Jugoslavia e spingere per il
cambiamento legislativo... [e] sviluppare strategie per
la crescita del settore privato".
A cominciare dal 1988, il NED ha fornito milioni di
dollari a "media indipendenti", partiti politici di
opposizione" e "organizzazioni non governative
pro-democrazia", "gruppi studenteschi", "sindacati dei
lavoratori" e "istituti di ricerca" in tutta la ex
Jugoslavia. Secondo testimonianze ad udienze del
Senato, nei due anni che portarono alla crisi del
Kosovo, il governo USA ha fornito 16,5 milioni di
dollari per la promozione della democrazia nella sola
Serbia, principalmente attraverso il NED. In
proporzione alla popolazione e non calcolando i
livelli più bassi di paghe, l'equivalente ammontare di
fondi per media e gruppi politici canadesi sarebbe
all'incirca di 46 milioni di dollari.
Un governo serbo guidato da Milosevic alla fine passò
una legislazione ( http://www.vii.org/monroe/issue56/serbia.htm
) che decretava che i media potevano esporsi a multe elevate
nel far circolare false informazioni, costringendo i
quotidiani e le stazioni radio sponsorizzati dagli USA
a spostarsi in Montenegro. Gli USA, comunque, sono
ancora meno tolleranti per il finanziamento esterno
della loro democrazia. Per esempio, il senatore John
Kerry, si trovò oggetto di una bufera di critiche da
parte dei media quando la sua campagna presidenziale
del 2004 accettò un assegno di 2.000 dollari da un
privato cittadino della Corea del Sud (non da un
gruppo governativo). Kerry ritornò l'assegno e promise
solennemente di fare più meticolosi "controlli sulla
provenienza" dei donatori della campagna.
Il Canada Elections Act proibisce ad ogni gruppo che
riceve denaro di provenienza straniera di utilizzarlo
per "scopi di pubblicità elettorale". Il Canada
mantiene pure una estesa regolamentazione che previene
la proprietà straniera dei media.
Hanno ragione critici come Parenti e Blum? Come si
accumulano le loro prove con quelle fornite dai media
canadesi? E' difficile dirlo, perché quasi tutti i
media di notizie in Canada e negli USA hanno ignorato
il ruolo dell'occidente nella fine della Jugoslavia e
nei successivi ben finanziati interventi politici
degli Stati Uniti.
"Agli occhi dei media globali", scrive l'economista
dell'Università di Ottawa Michel Chossudovsky, "le
potenze occidentali non hanno nessuna responsabilità
per l'impoverimento e la distruzione di una nazione di
24 milioni di persone". Invece, l'opinione prevalente
continua ad essere che USA, Canada e le altre potenze
della NATO hanno agito benevolmente per porre fine al
conflitto. Nel frattempo, la decomposizione continua.
Il NED ha finanziato dei partiti politici, che
attualmente governano nel Montenegro, provincia
autonoma della Serbia (e, dal 2000, nella stessa
Serbia) che si preparano per un referendum sulla
secessione.


Letture supplementari:

William Blum: Trojan Horse: The National Endowment for Democracy
http://www.thirdworldtraveler.com/CIA/National%20EndowmentDemo.html

Michel Chossudovsky: Dismantling Former Yugoslavia, Recolonising Bosnia
http://sarantakos.com/kosovo/ks3yugo.html

Cathrin Schütz: The Militarism of German Foreign Policy and the
Dismantling of a State
http://www.counterpunch.org/schutz06052004.html

Jared Israel et alia: The Nuts & Bolts of a Scam...
How the U.S. has Created a Corrupt Opposition in Serbia
http://www.tenc.net/analysis/scam.htm

Post-Soviet Media Law and Policy: Media Law in Serbia-Montenegro
http://www.vii.org/monroe/issue56/serbia.htm

James Ciment and Immanuel Ness: NED and the Empire's New Clothes
http://www.covertaction.org/content/view/100/75/

George Szamuely: The National Evisceration of Democracy
http://www.antiwar.com/szamuely/sz-col.html

US Senate Foreign Relations Committee: Prospects for Democracy in
Yugoslavia
http://emperors-clothes.com/analysis/hearin.htm

Neil Clark: The spoils of another war
http://www.guardian.co.uk/Kosovo/Story/0,2763,1309165,00.html

Al Giordano: Do Foreign Governments Have a "Human Right" to Buy
Venezuela Elections?
http://narcosphere.narconews.com/story/2005/7/9/113427/7207

Elections Canada: Questions and Answers About Third Party Election
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http://www.elections.ca/content.asp?
section=pol&document=index&dir=thi/que&lang=e&textonly=false

Yves Engler: Market Famines and the IMF
http://www.zmag.org/content/showarticle.cfm?SectionID=2&ItemID=8494


(segnalazione e traduzione di Alessandro Lattanzio, che ringraziamo
alexlattanzio @ yahoo.it )