Informazione

Partito Comunista Portoghese
Comunicato sulla situazione internazionale
http://www.pcp.pt , mailto:internacional@...
in http://www.solidnet.org
8 maggio 2006

(Estratti da un comunicato del Comitato Centrale)

(…) 1. Nell’analizzare i più recenti sviluppi della situazione
internazionale, il Comitato Centrale ha messo in evidenza quale
principale tendenza la persistenza del quadro contraddittorio
analizzato nel 17° Congresso, in cui i pericoli per la pace, la
libertà e l’indipendenza dei popoli coesistono con una forte
resistenza e reali possibilità di avanzate progressiste e
rivoluzionarie.

2. Il Comitato Centrale del PCP mette in guardia rispetto ai nuovi
fattori che caratterizzano l’aggressiva offensiva dell’imperialismo
che, manifestatasi in modo particolarmente pericoloso nel Medio
Oriente, si estende all’Asia, all’America Latina e all’Africa,
continente in cui da qualche tempo è particolarmente attiva.

Il Comitato Centrale lancia l’allarme in particolare in merito
all’esplosiva situazione creatasi nel Medio Oriente, che è
conseguenza dell’occupazione imperialista dell’Iraq e
dell’Afghanistan, della crudele repressione sionista contro il popolo
palestinese e, in modo crescente, della scalata delle interferenze e
delle minacce di aggressione militare contro l’Iran, la cui
preparazione è da tempo in corso negli USA. Il Comitato Centrale
denuncia i piani sinistri di Israele, appoggiati dagli USA e
dall’Unione Europea, che prevedono l’annessione di Gerusalemme est,
della valle del fiume Giordano e di altri territori della
Transgiordania, che procureranno nuove sofferenze al popolo martire
della Palestina, con il pretesto della vittoria di Hamas.

Il Comitato Centrale esprime apprezzamento per le azioni di protesta
attuate a Lisbona e a Oporto in occasione del terzo anniversario
dell’invasione dell’Iraq e fa appello all’intensificazione della
lotta contro il militarismo e la guerra, per il ritiro delle forze di
occupazione e l’attiva solidarietà con i popoli di Iraq, Palestina e
tutti i popoli soggetti alle minacce e alle aggressioni
dell’imperialismo, in particolare con Cuba socialista e il Venezuela
bolivariano, che in America Latina sono alla testa della resistenza e
della lotta.

3. Nell’attuale contesto internazionale, i problemi dell’Europa e
dell’Unione Europea hanno un’enorme importanza per il Portogallo e
per la lotta del popolo portoghese contro l’offensiva del governo PS
(Partito Socialista), come è emerso nell’Incontro dei partiti
comunisti e delle altre forze di sinistra organizzato recentemente
dal PCP, in occasione del suo 85° anniversario.

Il PCP riafferma la sua forte opposizione alla proposta annunciata,
illegittima e illegale, di rilanciare la cosiddetta “Costituzione
Europea” e di trasformare la presidenza portoghese dell’Unione
Europea nella seconda metà del 2007 in un momento cruciale di tale
processo.

Il Comitato Centrale denuncia ancora una volta la politica del blocco
imperialista dell’Unione Europea, e l’attuale accelerazione del
processo di militarizzazione, ed esprime la propria opposizione alla
partecipazione del Portogallo al dispiegamento di una forza militare
nella Repubblica Democratica del Congo, con il pretesto dello
svolgimento di elezioni democratiche in quel paese. Ciò che ci si
aspetta ora non è una nuova partecipazione delle Forze Armate
Portoghesi ad operazioni dell’imperialismo, ma il ritorno in
Portogallo dei contingenti militari e di polizia dispiegati in Iraq,
Afghanistan, Bosnia, Kosovo e ai confini di Gaza con l’Egitto.

Il fatto che Cavaco Silva (Presidente della Repubblica) scelga una
visita in Bosnia e Kosovo come primo atto nel suo ruolo di Comandante
Supremo delle Forze Armate, e le dichiarazioni da lui rilasciate,
esprimono chiaramente l’intenzione di aumentare l’ingerenza straniera
e la partecipazione delle Forze Armate Portoghesi.

Il PCP mette in guardia sul serio significato della crescente
articolazione dei ruoli, a livello politico e militare, tra l’Unione
Europea e gli USA che, nonostante le rivalità economiche e le
contraddizioni, incrementano la loro cooperazione e rafforzano la
NATO quale braccio armato della loro strategia imperialista di
repressione della lotta di liberazione dei lavoratori e dei popoli e
di ricolonizzazione planetaria. Desta preoccupazione in particolare
il rilancio delle aspirazioni di grande potenza della Germania,
affermate chiaramente nella recente “Conferenza sulla sicurezza” di
Monaco dalla “grande coalizione” della destra con la socialdemocrazia.

Il Comitato Centrale richiama ancora una volta l’attenzione sulla
moltiplicazione e la crescente banalizzazione degli attacchi alla
libertà e ai diritti democratici, e sulle campagne indirizzate a
distruggere le garanzie contemplate dalla Convenzione di Ginevra e
dalle altre Convenzioni internazionali e, attraverso una cosiddetta
“riforma” dell’ONU, a legalizzare arretramenti molto seri in materia
di diritti democratici e umani. Il rilancio dell’anticomunismo e il
tentativo di farne un’ideologia di Stato, richiede una lotta ferma,
che raccolga il grido d’allarme lanciato da prestigiosi intellettuali
portoghesi.

Il PCP valorizza fortemente la resistenza e la lotta in tutto il
mondo, dall’Iraq alla Palestina, da Cuba al Venezuela, dal Sahara
Occidentale alla Bolivia, dal “No” francese e olandese al cosiddetto
“trattato costituzionale” alla grande lotta in Francia contro la
precarietà del lavoro, alle importanti lotte in Grecia, Germania e
altri paesi, alla sconfitta delle forze reazionarie nelle elezioni
italiane, dalle possenti dimostrazioni in India contro la visita di
Bush alle azioni contro la guerra in diversi paesi, in occasione del
3° anniversario dell’aggressione contro l’Iraq.

L’aggressività manifestata dall’imperialismo, lungi dall’essere un
segno di forza, costituisce una deliberata scelta tesa a fronteggiare
la crescente resistenza contro i diktats del grande capitale, ad
allontanare le masse dalla via della lotta e a prevenire il potere di
attrazione dei valori e degli ideali del socialismo e del comunismo.

Il Comitato Centrale del PCP sottolinea la rinnovata importanza
dell’internazionalismo nell’attuale situazione internazionale e
conferma la decisione del PCP di contribuire al necessario
rafforzamento del movimento comunista e del fronte antimperialista,
sia attraverso le sue estese relazioni a livello bilaterale che con
un’iniziativa a livello multilaterale, nutrendo la fiducia che la
combinazione della lotta a livello nazionale con la solidarietà
internazionalista porterà al rovesciamento del corso pericoloso
dell’attuale situazione internazionale (…)

Il Comitato Centrale del PCP

Traduzione a cura del
Centro di Cultura e Documentazione Popolare
http://www.resistenze.org

<< BRUCIATE TUTTE LE CHIESE, CAZZO! >>
<< TUTTE LE ABBIAMO BRUCIATE >>


IMMIGRAZIONE: DA AGENZIE VIAGGI NUOVE ROTTE, ARRESTI /ANSA
(ANSA) - BARI, 15 MAG - Finita l'epoca dei gommoni con i quali si
organizzavano i viaggi della speranza sulla rotta Albania-Puglia, dal
2003 sarebbero state tre agenzie di viaggi kosovare a organizzare
l'ingresso e la permanenza in Italia a centinaia di immigrati
clandestini del Kosovo, facendoli entrare a bordo di bus turistici e
fornendo loro documenti e visti falsi, fino a regolarizzarli. Sono
questi risultati che hanno permesso alla magistratura barese di
emettere 12 provvedimenti cautelari (otto in carcere, tre ai
domiciliari e un obbligo di dimora) nei confronti di undici cittadini
di etnia kosovara-albanese e di un ispettore di polizia dell'ufficio
stranieri della questura di Treviso, Bruno Rensi, ai domiciliari
perche' ritenuto complice dell'organizzazione che aveva base
operativa nella citta' veneta. Nell'inchiesta sono indagate a piede
libero altre 13 persone: 12 kosovari e un sovrintendente capo di
polizia in servizio a Mestre, accusato di favoreggiamento personale.
Le tre agenzie viaggi - secondo l'accusa - offrivano ai clandestini
pacchetti turistici 'all inclusive' (viaggio, assistenza, documenti e
visti falsi), e se gli immigrati non arrivavano a destinazione
avevano diritto al rimborso del prezzo del biglietto. A capo
dell'organizzazione - secondo le indagini della squadra mobile di
Bari - ci sarebbe stato il kosovaro Jahir Bytyci, di 35 anni,
residente a Treviso, che pensava proprio a tutto, grazie a una fitta
rete di complici: cosi', una volta in Italia, i kosovari venivano
regolarizzati temporaneamente con documenti e visti falsi, e, in modo
definitivo, con matrimoni fittizi venduti a 8.000 euro. Secondo
l'accusa, erano tre le nuove rotte dell'immigrazione. La prima si
sviluppava tra Pristina-Durazzo-Bari-Treviso, una sorta di Corridoio
8 dell'immigrazione clandestina, e veniva venduta in cambio di 3.300
euro a persona; l'altra, alternativa alla prima, prevedeva l'arrivo o
nel porto di Bari o in quello di Brindisi in cambio di 3.000-3.500
euro; la terza, che era la piu' economica, si muoveva lungo la rotta
piu' lunga e disagevole Kosovo-Grecia-Macedonia-Ancona, ed era
venduta a 2.500 euro. Una quarta rotta, non approfondita dalle
indagini, si articolava tra Kosovo, Ungheria, Slovenia, Austria e
Germania, senza toccare il territorio italiano. Le agenzie coinvolte
nel traffico di uomini sono la Jaha-Tours con sedi a Treviso e a
Prizren e la Saba-Tours di Suvareka - che, secondo l'accusa,
gestivano la prima e la terza rotta - e la Polluzha Tours, che
avrebbe gestito il secondo itinerario. Alla Jaha Tours stamani sono
stati sequestrati tre pullman utilizzati per i viaggi.
Contemporaneamente agli arresti, nelle citta' kosovare di Prizner e
Suvareka, la magistratura Unmik (Onu) ha ordinato perquisizioni nelle
abitazioni e nei luoghi di lavoro di alcuni indagati. Questi sono
accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata
all'immigrazione clandestina, alla falsificazione e alla
contraffazione di documenti (travel document, passaporti, visti,
carte d'identita' e patenti). Dalle intercettazioni telefoniche
emerge che alcune delle persone coinvolte nell'indagine hanno
partecipato ai tragici scontri etnici fra serbi e albanesi avvenuti
nel marzo 2004 nella provincia di Kosovska Mitrovica, nel Kosovo
settentrionale. Gli scontri provocarono 19 morti, oltre mille feriti
e l'incendio di centinaia di abitazioni serbe e luoghi di culto
ortodossi. Dai colloqui telefonici emerge che il piano di distruzione
era preordinato: lo si evince da una telefonata dell'8 giugno del
2004 tra due indagati nella quale uno ordina all'altro: ''Bruciate
tutte le chiese, cazzo!''. E l'altro lo rassicura: ''Tutte le abbiamo
bruciate''.(ANSA). BU
15/05/2006 18:49

IMMIGRAZIONE: ARRESTI; TRA INDAGATI AUTORI SCONTRI MITROVICA
(ANSA) - BARI, 15 MAG - Alcuni degli indagati nell'inchiesta della
Procura di Bari sul traffico di immigrati clandestini tra Kosovo e
Italia avrebbero presero parte ai tragici scontri etnici fra serbi e
albanesi avvenuti nel marzo 2004 nella provincia di Kosovska
Mitrovica, nel Kosovo settentrionale. Gli scontri provocarono 19
morti, oltre mille feriti e l'incendio di centinaia di abitazioni
serbe e luoghi di culto ortodossi. La partecipazione di alcuni
indagati agli scontri etnici emerge - secondo fonti inquirenti baresi
- dalle intercettazioni telefoniche compiute all'epoca dei fatti in
Kosovo, in base ad una delle tre richieste di rogatoria inviate dal
pm inquirente barese Giuseppe Scelsi, ed eseguita dal procuratore
Unmik (United Nations Mission in Kosovo) di Pristina Annunziata
Ciaravolo. Gli scontri avvennero a seguito della morte di tre bambini
albanesi (Florent, Avni ed Egzon, rispettivamente di 8, 11 e 12
anni), annegati la sera del 16 marzo 2004 nel fiume Iber, che divide
la citta' di Kosovska Mitrovica, dove vivono serbi ed albanesi, nel
quale i piccoli si erano tuffati per sfuggire ad alcuni ragazzini
serbi che li avevano inseguiti con un cane al guinzaglio. A quanto si
e' saputo, le intercettazioni confermerebbero che l'annegamento dei
bambini fu solo un pretesto per far riesplodere nella zona l'odio
etnico tra serbi ed albanesi, e che alla base degli scontri c'era un
piano studiato nel dettaglio per ordire una rivolta anche contro il
personale civile dell'Onu, a cui era affidata l'autorita' civile in
quell'area dopo la fine del conflitto del 1999.(ANSA). BU
15/05/2006 10:14

IMMIGRAZIONE: ARRESTI; TRE NUOVE ROTTE VIAGGI SPERANZA /ANSA
(ANSA) - BARI, 15 MAG - Offrivano pacchetti turistici 'all
inclusive' (viaggio, assistenza, documenti e visti falsi) i titolari
delle tre agenzie di viaggio kosovare accusati dalla magistratura
barese di aver gestito nuove rotte per l'immigrazione clandestina di
cittadini di etnia kosovara verso l'Italia e l'Europa comunitaria. A
capo dell'organizzazione - secondo la polizia barese - ci sarebbe
stato il kosovaro di Semetisthe, Jahir Bytyci, di 35 anni, residente
a Treviso. Una volta in Italia - secondo le indagini - molti kosovari
venivano regolarizzati temporaneamente con visti tedeschi falsi
(validi per tre mesi nei Paesi dell'area Schengen), e, talvolta, in
modo definitivo, con matrimoni fittizi venduti in cambio di 8.000
euro. Il pm inquirente Giuseppe Scelsi, che ha coordinato le indagini
della squadra mobile, ritiene di aver individuato tre nuove rotte
dell'immigrazione clandestina che si sviluppavano a bordo di pullman
turistici che raggiungevano l'Italia con traghetti di linea. I
kosovari - emerge dalle intercettazioni telefoniche - ottenevano
indietro i soldi versati all'organizzazione se il viaggio (che
offriva i tutti i comfort di un vero viaggio turistico) non andava a
buon fine. La prima rotta - secondo l'accusa - riguardava
l'itinerario Pristina-Durazzo-Bari-Treviso, una sorta di Corridoio 8
dell'immigrazione clandestina, e veniva venduta ai kosovari in cambio
di 3.300 euro a persona; l'altra, alternativa alla prima e creata
successivamente, prevedeva l'arrivo o nel porto di Bari o in quello
di Brindisi in cambio di 3.000-3.500 euro; la terza, che era la piu'
economica, si muoveva lungo la rotta piu' lunga (durava quattro
giorni, dal giovedi' alla domenica) e disagevole Kosovo-Grecia-
Macedonia-Ancona, ed era venduta a 2.500 euro perche' gli immigrati
dovevano attraversare a piedi il confine tra Grecia e Macedonia per
evitare i controlli dei militari Nato della Kfor. Nel corso delle
indagini e' emersa l'esistenza di una quarta rotta tra Kosovo-
Ungheria-Slovenia-Austria-Germania, che tuttavia non avuto uno
sviluppo investigativo perche' non toccava il territorio italiano. Le
agenzie coinvolte nell'indagine sono la Jaha-Tours con sedi a Treviso
e a Prizren e la Saba-Tours di Suvareka - che, secondo l'accusa,
gestivano la prima e la terza rotta - e la Polluzha Tours, che
avrebbe gestito il secondo itinerario.(ANSA). BU
15/05/2006 11:13

IMMIGRAZIONE: ARRESTI; NOMI E RUOLI PERSONE COINVOLTE
(ANSA) - BARI, 15 MAG - Questi i nomi e i ruoli delle persone nei
confronti delle quali la magistratura barese ha emesso i
provvedimenti cautelari. Sono finiti in carcere: Jahir Bytyci,
kosovaro di 35 anni, ritenuto il capo dell'associazione per
delinquere che gestiva la tratta Kosovo (Prizren o Suhareka)-
Macedonia-Grecia-Bari o Ancona e la rotta Kosovo (Prizren o Suhareka)-
Durazzo-Bari o Brindisi; Laz Golemi, di 43 anni, di Durazzo, ritenuto
punto di riferimento dell'organizzazione, incaricato di sbrigare le
procedure di controllo doganali a mezzi e passeggeri grazie al suo
lavoro nell'agenzia viaggi 'Sant'Elia' dell'area portuale di Bari;
Selajdin Bytyqi, kosovaro di 40, addetto dell'agenzia Jahatours;
Asllan Hoti, di 39, di Polluzhe¿Rahovec (Kosovo), titolare
dell'agenzia di viaggio 'Polluzha Tours' di Prizren (Kosovo); Milaim
Hoti, di 31, di Polluzhe¿Rahovec, autista dell'agenzia 'Polluzha
Tours', collaboratore del fratello Asllan; Hamdia Trolli, kosovaro di
31, stretto collaboratore di Jahir Bytyci; Shaip Trolli, kosovaro di
38, che gestiva la tratta Kosovo-Macedonia-Grecia-Italia; e Azer
Rakay, kosovaro di 42, stretto collaboratore di Jahir Bytyci. Agli
arresti domiciliari sono stati posti Edmond Mehmeti, albanese di 24,
che provvedeva alla riscossione diretta dei compensi dovuti dai
cittadini extracomunitari per i servizi richiesti; Bruno Rensi, di
56, originario di Novaledo (Trento), ispettore di polizia in servizio
all'ufficio stranieri della questura di Treviso, accusato di concorso
esterno nell'associazione per delinquere, abuso d'ufficio e omissione
di atti d'ufficio per aver consentito la permanenza irregolare in
Italia dei clandestini kosovari; e Xhuljeta Dollani, albanese di 40
anni, ritenuto il contatto italiano dell'organizzazione che
provvedeva ad avere rapporti d'affari con Rensi ed altri indagati
italiani. Obbligo di dimora nel Comune di residenza per Dzevat Zemaj,
kosovaro di 35, residente a Maserada sul Piave (Treviso), accusato di
favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. (ANSA). BU
15/05/2006 13:26

IMMIGRAZIONE: ARRESTI; AL TELEFONO, BRUCIATE TUTTE LE CHIESE
(ANSA) - BARI, 15 MAG - E' l'8 giugno del 2004 due dei 25 indagati
indagati parlano al telefono. Ovviamente non sanno di essere
intercettati dalla polizia che indaga sulle nuove rotte
dell'immigrazione clandestina tra Kosovo e Italia. I due
interlocutori si soffermano a lungo sugli scontri etnici in atto
nella parte settentrionale del Kosovo tra serbi ed albanesi, sugli
attacchi alle abitazioni civili, alle chiese e contro il personale
civile dell'Unmik (Onu), che esercita l'autorita' civile in Kosovo.
Mentre i due parlano al telefono uno ordina all'altro di bruciare
''tutte le chiese''. Sui verbali di trascrizione delle
intercettazioni (tradotti in italiano dall'albanese) i loro nomi sono
indicati come Hazer (H) e Muharrem (M). Squilla il telefono,
inizialmente risponde una donna (Hysnia) alla quale, dopo averla
salutata, Hazer chiede di passargli Muharrem. M: Pronto H: Ehi Rrema
(diminutivo), come va? M: ecco, cosi'... H: come sta mamma? M: La
mamma?...Eh bene, bene... H: Ma che, stavi dormendo? M:
Si'...dormivo... H: Ma perche' non ti va in mente a chiedere di tuo
fratello, dove sta tuo fratello...per niente... M: Perche' anche a
Mitrovica sei andato? H: No, a Mitrovica...ma tutte le chiese le
abbiamo bruciato a Prizren... M: Bruciatele tutte, c...! H: Tutte le
abbiamo bruciate... M: E... H: Accendete e sentite la televisione
come sono bruciate... M: ecco, adesso lo accendiamo... H: Ecco,
Prizren lo sta facendo vedere...tutte le chiese sono state bruciate,
nessuna e' rimasta...la Jugoslavia e tutto... anche quelle altre
due...in centro tutta fiamme sta Prizren... M: Ma non fa niente,
c...! H: Ma a te non ti va in mente di chiedere di tuo fratello...tuo
fratello (parla di se') chiede di te... M: ...inc... H: Eh? M: Voi
avete dormito allora...adesso state aprendo un poco gli occhi... H:
Eh? M: Voi allora, al tempo, avete dormito e adesso aprite un poco
gli occhi... H: Si' perche' tu...inc...(ridono)... M: Voi come state?
H: Ehi Rrema...Dai che ci sentiamo, a te pero' non ti e' andato in
mente di chiamare... M: Ehi, voi come state? H: Tutti bene, in piena
salute...Volevo chiedere...A Suhareka non c'e' stato niente... M:
Cosa? H: Dico, a Suhareka non c'e' stato niente, no!...Qui invece
tutta la citta' sta fuori, moglie e bambini... M: E va bene, vi e'
stato offerto una chanche per bruciare quelle cose... H: E' bloccato
tutta la strada... M: Eh...inc... H: Ciao, ciao. Lo stesso giorno
Hazer (H) parla al telefono con un altro uomo (U). I due si
soffermano nuovamente sugli scontri etnici. H: ...inc... U: Ehi dove
sei? H: Come vanno i problemi tuoi (modo di dire: come si va)? U:
Cosi'... H: dove sei? U: Qua...da Bujar... H: Da Bujar...Ah, li
abbiamo bruciato...c....!!, tutta Jugoslavia in fiamme... U: Sono
stato, fino ad ora la'... H: Sei stato? Anche questa chiesa di qua...
U: Ah, anche la chiesa e' stata bruciata? H: La chiesa di qua...io
dicevo di fare un accordo con loro...sai!, entrare...la Kfor si e'
allontanato... pero'..inc...di qua...Adesso, un poco piu' tardi uno
mi ha detto che abbiamo messo fuoco... U: Non parlare cosi' c..., che
ci rovini, vai via... H: (ride)... U: Ma dai H: Ma perche' ha paura
fratello...? U: Lascia perdere ehi...che sentono i telefoni, vai via,
non parlare al telefono... H: Ma vai, non ti preoccupare... U: Vai,
ciao amico, ciao. H: Ciao. (ANSA). BU/CIO
15/05/2006 14:00

NATO: CHENEY PERORA INGRESSO CROAZIA, ALBANIA E MACEDONIA


(ANSA-REUTERS) - DUBROVNIK (CROAZIA), 7 MAG - Il vicepresidente
americano, Dick Cheney, ha spezzato una lancia a favore dell'ingresso
di Croazia, Albania e Macedonia nella Nato e, in prospettiva, anche
nell'Ue, affermando che i tre stati balcanici contribuirebbero a
''ringiovanire'' i due ''club'' di Paesi occidentali. Cheney lo ha
detto intervenendo al vertice fra i tre Paesi baltici, che formano la
cosiddetta Carta dell'Adriatico, nell' antica cittadina croata di
Dubrovnik, al termine di una tournee negli ex Paesi comunisti
d'Oltrecortina. Cheney ha dato un giudizio positivo sulle riforme in
senso democratico intraprese da Croazia, Albania e Macedonia ed il
loro coinvolgimento nelle operazioni delle coalizioni guidate dagli
Usa in Iraq e Afghanistan. ''Voi che aspirate a quelle organizzazioni
(Nato e Unione europea) contribuite a ringiovanirle e ci aiutate a ri-
dedicarci ai valori base, fondamentali della liberta' e la
democrazia'', ha detto il vicepresidente Usa. (ANSA-REUTERS). GV
07/05/2006 11:51

BALCANI: USA, CHENEY IN CROAZIA PER DISCUTERE ADESIONE NATO
(ANSA) - ZAGABRIA, 5 MAG - Il vicepresidente americano Dick Cheney
sara' da domani in Croazia per una visita di tre giorni nel corso
della quale sono previsti incontri con i massimi dirigenti politici
croati. Lo ha annunciato oggi l'agenzia croata Hina. Domenica, Cheney
partecipera' alla riunione dei premier dei tre paesi della 'Carta
Adriatica' (Croazia, Macedonia e Albania) che aspirano a una prossima
adesione alla Nato. Cheney, l'esponente di piu' alto livello
dell'amministrazione di George W. Bush a visitare la Croazia,
soggiornera' a Dubrovnik (l'antica Ragusa), nell'estremo sud, dove il
primo giorno avra' colloqui ufficiali con il presidente croato Stipe
Mesic e con il premier Ivo Sanader. All'ordine del giorno, secondo la
stampa, l'andamento delle riforme della Croazia in vista
dell'adesione alla Nato e la cooperazione con gli altri paesi
aspiranti. In vista della missione di Cheney, il dipartimento di
stato Usa ha diffuso un comunicato in cui spiega che i tre paesi
aderenti alla 'Carta Adriatica' possono aspettarsi l'invito a entrare
nella Nato al vertice del 2008, se saranno state completate le
riforme politiche e militari richieste. (ANSA). COR-DIG
05/05/2006 14:01


L'articolo che segue, pubblicato sul quotidiano più letto della Croazia, Vecernji List, e che abbiamo già diffuso nell'originale serbocroato (vedi in fondo), spicca in un contesto dei media croati che è sostanzialmente omertoso riguardo agli episodi di revisionismo storico antipartigiano. Da questo articolo emerge tra l'altro, come particolarmente ambiguo e criticabile, il ruolo di Predrag Matvejevic, professore "bipartisan" che abbiamo spesso soprannominato "Prezzemolo" per il suo presenzialismo: la sua presenza è infatti quasi obbligatoria in ogni consesso in cui, in Italia, si voglia parlare di questioni jugoslave senza correre il rischio di essere censurati o ignorati. Matvejevic, in Croazia, si fa passare per intellettuale critico antifascista, mentre in Italia partecipa alla Giuria del premio internazionale "Trieste, scritture di frontiera" che ha premiato all'unanimità il revisionismo storico di Arrigo Petacco... (Ivan e Andrea per il CNJ)

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http://www.vecernji-list.hr - 31.03.2006 

EDITORIA In Italia ancora un libro nel quale si esagerano le vittime delle foibe e dell’ esodo

I criminali fascisti presentati da eroi

di Armando Cernjul

Non passa un anno, negli ultimi dieci, che in Italia non venga pubblicato uno o più libri sui crimini delle foibe e sull’esodo da Istria, Fiume, dalle Isole del Quarnaro e dalla Dalmazia. E di questa editoria poche o nessuna informazione ne' critiche vengono riportate dai nostri media.

Così è stato anche ultimamente per l’edizione del libro "Sopravvissuti e dimenticati. Il dramma delle foibe e l’esodo dei giuliano-dalmati" di Marco Girardo, giornalista editorialista di Milano, edizioni Paoline Editoriale Libri.

Dal titolo si evince che si tratta di un "libro scoop" nel quale si gonfiano i crimini delle foibe e l’esodo dalle odierne Croazia e Slovenia. Si tratta di numerose menzogne, anche se dei crimini da parte di alcuni appartenenti della NOVJ (Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia, ndt) ci sono stati.

Contro la Croazia

Ci ha interessato in particolare la descrizione degli eventi nella parte dell'Istria croata, descrizione che in qualche modo si indirizza anche contro la Croazia odierna. Bisogna subito dire, a quelli che sono a conoscenza del tema trattato, che il libro sarà ricordato per la sorprendente e vergognosa prefazione di Walter Veltroni, sindaco ex comunista di Roma, ex giornalista e direttore del quotidiano "l’Unità" (fondato da A. Gramsci, ndt). Anche lui è cascato nelle maglie della cricca neofascista le cui tesi servono a nascondere e dimenticare i crimini compiuti dalla soldatesca mussoliniana sui territori dell’ex Jugoslavia, territori sui quali sono stati uccisi centinaia di migliaia di croati, sloveni, serbi e altri.

La maggior parte della pubblicità al libro è stata fatta  da Alessandro Mezzena Lona, critico del quotidiano triestino "Il Piccolo".  Sotto il titolo "L'Istria e le foibe: dramma a tre voci", e con il sottotitolo "Marco Girardo sulla cacciata degli italiani",  il giornalista ha lodato smodatamente l’autore del libro senza nemmeno sapere di che scrive. Così, tra l’altro, egli fa disinformazione riguardo alla odierna denominazione slovena delle cittadine di Umag, Rovinj e Pula, una volta Umago, Rovigno e Pola. Il rinomato critico regionale non sa che queste tre cittadine si trovano nel territorio croato dell’Istria!

La peggior cosa però è che il succitato critico fa assurgere (in)consapevolmente ad "eroe" uno dei protagonisti del libro, Graziano Udovisi, del quale afferma che sarebbe l’unico dei sopravvissuti a poter raccontare cosa significhi esser scaraventato nella foiba. Così i lettori di questo lungo articolo sono stati privati della verità. Ma la verità non si può nascondere, anche se da quegli eventi sono passati tanti anni. In verità, Graziano Udovisi, nato a Pola, era un gerarca fascista e spia nazista, condannato dopo la guerra dal Tribunale internazionale a Trieste per i crimini commessi. Sembra che questo in Italianon lo sappiano, perché all’Udovisi è stato consegnato un premio come unico sopravvissuto della foiba istriana. Il premio gli è stato consegnato a Sanremo nel 2005, durante la proiezione della fiction italiana "Il cuore nel pozzo", film che ha provocato forte rammarico in Slovenia e Croazia.

La Casa editrice di Berlusconi

Ancor più scandaloso è che l’edizione in lingua inglese di "Esodo: Una tragedia nascosta degli italiani d’Istria, Dalmazia, e della Regione Giuliana", dello scrittore italiano Arrigo Petacco (Edizioni Toronto University Press, per la traduzione di Konrad Eisenbickler, docente all’Università di Toronto, nato sull'isola di Losinj), abbia ottenuto ultimamente, a Trieste, il premio internazionale "Trieste, scritture di frontiera". "Interessante" è che uno dei componenti della giuria fosse lo scrittore croato (?, ndt) Predrag Matvejevic, docente all'Università di Roma.

Dal 1999 il libro ha avuto varie riedizioni da parte della Casa editrice Mondadori di Berlusconi, mentre l’edizione in lingua croata del 2003 è della casa editrice zagabrese Durieux.

Il libro "L’esodo" è pieno di falsificazioni storiche. In esso non c’è nemmeno una riga sulle stragi commesse dai fascisti in Istria e Fiume, prima e dopo la II Guerra mondiale, e, secondo Petacco, i fascisti non hanno commesso crimini nel Litorale croato, nel Gorski Kotar e nella Lika. Egli cita solamente un esiguo numero di crimini commessi in Dalmazia. Ma falsifica quando scrive che i partigiani di Tito hanno gettato nelle foibe 10.000, o 20.000, o 30.000 italiani, mentre dopo la guerra circa 300.000 italiani sarebbero dovuti emigrare. Egli esalta i crimini degli ustascia (la soldatesca croata collaborazionista del nazifascismo, ndt) e nasconde quelli dei cetnizi serbi, ambedue le parti armate dall’Italia fascista! Perciò è da stigmatizzare il fatto che la casa editrice Durieux abbia stampato il libro senza una prefazione.

(Tradotto da Ivan per il CNJ)


From: "Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia" 
Date: April 24, 2006 1:54:47 PM GMT+02:00
Subject: [JUGOINFO] Italija: Fasisticki zlocinci prikazani kao junaci


("I  criminali fascisti presentati come eroi": questo il titolo dell'articolo di A. Cernjul, apparso su Vecernji List del 1 aprile u.s., riguardante il revisionismo storico sulle "foibe" ed il revanscismo italiano verso Istria e Dalmazia. Cernjul si riferisce in particolare al caso del recente libro "Sopravvissuti e dimenticati. Il dramma delle foibe e l'esodo dei giuliano-dalmati", di Marco Girardo, Paoline Editoriale Libri, per il quale l'autore si è avvalso della "testimonianza" di Graziano Udovisi - "gerarca fascista e spia tedesca... che il Tribunale internazionale a Trieste, dopo la guerra, ha condannato per crimini di guerra" e che va in giro raccontando di essere "uscito vivo" da una foiba: vedi Pol Vice, SCAMPATI O NO. I racconti di chi "uscì vivo" dalla foiba ed anche https://www.cnj.it/documentazione/silenziegrida.rtf - oltreché della introduzione del diessino sindaco di Roma Walter Veltroni... Parlando di un altro testo revisionista, quello di Arrico Petacco apparso alcuni anni fa per Mondadori, Cernjul sottolinea invece che l'intellettuale-per-tutti-gli-usi Predrag Matvejevic fu a suo tempo membro della giuria che con decisione unanime decise di conferire a Petacco un premio letterario per quest'opera...)

www.vecernji-list.hr
  
31.03.2006

PUBLICISTIKA U Italiji tiskana još jedna knjiga u kojoj se napuhavaju žrtve fojbi i egzodus

Fašisticki zlocinci prikazani kao junaci

Autor Piše Armando Cernjul


U Italiji u posljednje desetlje´ce gotovo svake godine izlazi jedna ili više knjiga o zlocinima u fojbama (jamama) i o egzodusu iz Istre, Rijeke, s kvarnerskih otoka i iz Dalmacije, ali o tim publicistickim djelima u našim medijima prava je rijetkost da se objavljuju informacije ili kritike. Tako je bilo i s nedavno objavljenom knjigom "Sopravvissuti i dimenticati. Il dramma delle foibe e lesodo dei giuliano-dalmati" (Preživjeli i zaboravljeni. Drama fojbi i egzodus Julijano-Dalmatinaca), Marca Girarda, novinara i publicista iz Milana, koju je izdao Paoline Editoriale Libri.
Iz naslova je vidljivo da je rijec o još jednoj knjizi bombi u kojoj su napuhani zlocini u jamama i egzodus u današnjoj Hrvatskoj i Sloveniji. Rijec je o brojnim lažima, iako je bilo zlocina koje su pocinili pripadnici NOVJ-a.

Protiv Hrvatske

Posebno su nas zanimali opisani dogadaji u hrvatskoj Istri, koji su na neki nacin usmjereni i protiv današnje Hrvatske. Prije svega, valja re´ci da ´ce knjiga za one koji su upu´ceni u teme što ih obraduje ostati zapam´cena po neocekivanom i sramotnom predgovoru što ga je napisao Walter Veltroni, postkomunisticki gradonacelnik Rima, bivši novinar i direktor komunistickog lista L'Unità. Cak je i on nasjeo neofašistickoj kliki koja je idejni tvorac teze da se skriju i zaborave zlocini Mussolinijeve soldateske na podrucju bivše Jugoslavije gdje je ubijeno više stotina tisu´ca Hrvata, Slovenaca, Srba i drugih.

Knjizi je najve´ci dio novinskog prostora posvetio kriticar trš´canskog Il Piccola Alessandro Mezzena Lona. Pod naslovom "Istra i fojbe: drama u tri glasa" i podnaslovom "Marco Girardo prica o progonima protiv Talijana", nahvalio je autora knjige, a nema pojma o cemu piše. Tako, medu ostalim, iznosi dezinformacije da su dosadašnji slovenski nazivi Umag, Rovinj i Pula nekad bili Umago, Rovigno i Pola. Poznati regionalni kriticar ne zna da su ta tri grada u hrvatskoj Istri!

Medutim, najve´ce je zlo da (ne)svjesno uzdiže jednog od "junaka" knjige Graziana Udovisija, za kojega tvrdi da je jedini preživjeli koji može ispricati što znaci biti strmoglavljen u fojbu.

Tako su citatelji opširnog clanka ostali uskra´ceni za istinu. No ona se ne može skriti iako je od tih dogadaja prošlo mnogo godina. Naime, Graziana Udovisija, fašistickog casnika i nacistickog doušnika, koji je roden u Puli, a živi u Italiji, medunarodni sud osudio je poslije rata u Trstu za zlocine! No, cini se da to ne znaju u Italiji, jer je Udovisiju u povodu prikazivanja talijanskog igranog filma "Srce u jami", koji je izazvao veliko ogorcenje u Sloveniji i Hrvatskoj, na svecanosti u Sanremu 2005., kao "jedinom preživjelom" iz istarske fojbe, dodijeljena nagrada.

Berlusconijeva ku´ca

Još je skandaloznije da je englesko izdanje knjige "Egzodus: Nijekana tragedija Talijana Istre, Dalmacije i Julijske krajine" talijanskog pisca Arriga Petacca (koju je izdao Toronto University Press, a prevoditelj je Konrad Eisenbichler, docent Svecilišta u Torontu, rodom s Lošinja) nedavno dobilo medunarodnu nagradu "Trieste scritture di frontiera" u Trstu. Knjiga je od 1999. u izdanju Berlusconijeve nakladnicke ku´ce Mondadori imala više izdanja, a na hrvatskom 2003. izdao ju je zagrebacki Durieux. Zanimljivo je da je jedan od clanova žirija bio je hrvatski književnik Predrag Matvejevi´c, predavac na rimskom sveucilištu.

Knjiga "Egzodus" puna je povijesnih krivotvorina, u njoj nema nijedne recenice o fašistickim pokoljima u Istri i Rijeci prije i za vrijeme Drugoga svjetskog rata, a po Petaccu, fašisti nisu pocinili zlocine ni u Hrvatskom primorju, Gorskom kotaru i Lici. Jedino navodi manji broj zlocina u Dalmaciji. Ali zato falsificira da su Titovi partizani u fojbe bacili 10.000 ili 20.000 ili 30.000 Talijana te da je poslije rata emigriralo oko 300.000 Talijana. Velica zlocine ustaša i prikriva one koje su pocinili cetnici, koje je naoružala fašisticka Italija! Stoga je nedopustivo da je Durieux knjigu objavio bez predgovora.