Informazione

http://www.resistenze.org/sito/te/cu/an/cuan4l24.htm
www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - antifascismo -
24-10-04

Perche' tanto accanimento contro l'ANPI?

Mattia Gatti, Niccolò Volpati

La maggioranza che sostiene il Governo Berlusconi non nasconde la sua
arroganza e i suoi tentativi di colpire con ogni mezzo a sua
disposizione le basi fondanti della Repubblica a partire dalla
Costituzione e dalla Resistenza. Non può essere sottovalutata la
gravità degli episodi che di recente hanno reso ancor più evidente il
carattere estremo, quando non direttamente nostalgico, del fascismo di
questa destra che vorrebbe dipingersi come “moderata” ed “europea”.

La maggioranza alla Camera ha votato le modifiche alla Costituzione,
la presenza dei militari italiani in Iraq rappresenta una costante
violazione dell’articolo 11 della Carta Costituzionale, Alleanza
Nazionale ha proposto (e la commissione Difesa ha approvato), un
disegno di legge che riconosce come legittimi belligeranti gli
appartenenti al cosiddetto esercito della Repubblica Sociale Italiana
e, nello stesso tempo, è stato tagliato del 55% il contributo statale,
già esiguo e già precedentemente decurtato di un altro 10%, destinato
all’ANPI.

Accanto alla necessità di denunciare la gravità di atti come questo,
di sostenere concretamente le attività dell’ANPI (a questo scopo
pubblichiamo l’appello per una sottoscrizione nazionale straordinaria
in favore dell’associazione) e di intensificare il lavoro politico per
far cadere il più presto possibile questo infame Governo, crediamo sia
fondamentale riavviare una riflessione sul significato di attacchi come
questi.

La maggioranza di Governo vuole colpire ancora una volta la storia
della Resistenza, ma in questo caso viene colpita direttamente anche
un’altra storia e non vorremmo che quest’attacco fosse sottovalutato:
si cerca di cancellare il ruolo degli antifascisti nella costruzione e
nella difesa della democrazia in Italia; si vogliono colpire i
partigiani che, dopo il 25 aprile ’45, non credettero esauriti gli
scopi della loro lotta e la proseguirono, con altri mezzi, per
costruire una società che fosse veramente e non solo formalmente libera.

L’ANPI sin dalla sua fondazione a Roma nel giugno ’44 e in particolare
dall’aprile ’45 quando, dopo la Liberazione, divenne una realtà
nazionale, è stata la forza organizzata degli antifascisti, uniti, non
solo dal ricordo del passato, ma anche dalla comune lotta per
contrastare il pericolo, mai scomparso in Italia, di involuzioni
autoritarie e soprattutto per vedere realizzati quei principi e quelle
proposte politiche che derivavano direttamente dalla Resistenza.

Quasi nessuno ricorda oggi i numerosi attentati compiuti dai fascisti
dopo il 25 aprile del ’45, le stragi, i tentativi di colpi di Stato e
le trame occulte che hanno caratterizzato e influenzato la politica
italiana nel secondo dopoguerra. Gli oltre mille criminali di guerra
italiani, autori di torture e stermini di massa in particolare nei
Balcani, mai processati e anzi riciclati nelle file di Stay Behind e
Gladio. La NATO e il governo democristiano sono stati un naturale
approdo per chi aveva sostenuto la dittatura fascista.

Nei giorni successivi al 25 aprile, in particolare nel Nord Italia,
c’era la consapevolezza di poter costruire una società radicalmente
diversa da quella conosciuta fino a quel momento, da quella fascista,
ma anche da quella “liberale” che l’aveva preceduta e, come scrive
Pietro Secchia descrivendo un corteo di partigiani a Milano,
l’entusiasmo varcava ogni limite, milanesi e partigiani stavano vivendo
il sogno più bello che avessero mai immaginato.

Ben presto però, nonostante alcune importanti conquiste come la
vittoria della Repubblica il 2 giugno del ‘46 e l’approvazione di una
costituzione decisamente avanzata (non a caso non fu mai fedelmente
attuata), apparvero evidenti i segnali di continuità tra il passato
regime e il nuovo Stato.

I Comitati di Liberazione Nazionale che si erano formati a tutti i
livelli (da quello di quartiere e di azienda a quello nazionale) e i
Comitati di Gestione che nei mesi successivi al 25 aprile avevano
gestito direttamente numerose fabbriche, avrebbero potuto rappresentare
la base per un sistema democratico che includesse finalmente le masse
nella gestione del potere. Con la cacciata dei comunisti dal governo
nel 1947 furono sconfitti. Confindustria, liberali e Democrazia
Cristiana, con il sostegno determinante delle forze armate
anglo-americane, si riappropriarono del potere politico ed economico.

Nella maggior parte dei casi i fascisti mantennero le loro posizioni
di potere, nella magistratura, nella polizia, nell’esercito, nella
pubblica amministrazione. Il termine “vinti” usato da Pansa non sembra
appropriato per descrivere questa situazione. Un decreto del ’48
revocava i provvedimenti di epurazione e una legge del ’49 consentirà
agli ex epurati il recupero dei benefici di carriera.

Dal punto di vista politico i fascisti, almeno a partire dall’inizio
del ’46, si riorganizzarono in diverse formazioni armate: AIL (Armata
Italiana di Liberazione), ECA (Esercito Clandestino Anticomunista), FAI
(Fronte Antibolscevico Italiano), SAM (Squadre d’Azione Mussolini),
mentre altri militavano nell’Uomo Qualunque di Giannini. Finché nel
dicembre ’46 verrà fondato il Movimento Sociale Italiano: un partito
neofascista legale nonostante la presenza di norme costituzionali che
lo vieterebbero.

I partigiani invece in questo stesso periodo subirono numerosi
attacchi. Vennero dipinti come criminali o delinquenti da durissime
campagne di stampa, fu ostacolata in tutti i modi la loro assunzione
nelle forze di polizia, furono sostituiti i prefetti con un passato
partigiano, furono boicottate tutte le forme di assistenza che erano
inizialmente previste per loro, sino a giungere al divieto formulato da
Scelba nel ’48 di manifestare pubblicamente per festeggiare il 25
aprile, anniversario della Liberazione.

Il revisionismo, cominciato subito dopo la liberazione, non ha
conosciuto soste. Da alcuni anni fa proseliti anche tra intellettuali
ed esponenti politici del centrosinistra. Cominciò Violante con “i
ragazzi di Salò”. Ha proseguito Giampaolo Pansa con il suo libro “Il
sangue dei Vinti”. Pansa ammette candidamente che la fonte principale
di cui si è servito è Giorgio Pisanò e il risultato è significativo sin
dai titoli dei paragrafi del suo testo: “il mattatoio di Milano”, “i
gulag di Genova”, “la cartiera degli orrori”, “un triangolo pieno di
morti”. Così vengono descritti i mesi immediatamente successivi alla
Resistenza. In pochi amano ricordare il ruolo dell’Unione Sovietica
nella sconfitta del nazifascismo, tanto che alle celebrazioni ufficiali
si invita la Germania, ma ci si dimentica della Russia.

Il cancro revisionista non ha conquistato solo intellettuali e
politici della sinistra moderata. Le posizioni politiche di Bertinotti
e dei disobbedienti del Nord Est sulle foibe sono ormai del tutto
simili a quelle della destra. Come se non bastasse, il segretario di
Rifondazione ha parlato di “angelizzazione della Resistenza” e in molti
hanno ravveduto, nelle sue recenti analisi sulla nonviolenza,
un’implicita critica all’esperienza partigiana.

In questi ultimi anni il revisionismo è stato attivo non solo sul
fronte politico e culturale, ma anche su quello repressivo e
giudiziario. Non è un caso se a Milano vengono arrestati e processati
dei giovani antifascisti, militanti di alcuni centri sociali, che hanno
“osato” allontanare degli estremisti di destra dal corteo del 25 aprile
o da un treno che portava i manifestanti a una manifestazione a Genova.

E’ in questo clima che s’inserisce l’attacco che il Governo Berlusconi
porta all’ANPI. E di questo clima bisogna tener conto per evitare
pericolose sottovalutazioni. Dunque, mentre si riabilitano e si
legittimano gli aguzzini e i torturatori che si occuparono della
repressione dei partigiani e delle deportazioni nei campi di sterminio,
mentre si processano gli antifascisti, si cerca di colpire mortalmente
la vita di un’Associazione che ancora oggi mantiene viva la memoria
degli orrori di fascismo e nazismo. Tagliare il contributo statale
all’ANPI significa anche ostacolare l’attività educativa rivolta ai
giovani nelle scuole. La memoria fa ancora paura. La memoria è uno
degli ostacoli principali di un regime.

[ Una lettera aperta al "Tribunale ad hoc" ed a Carla del Ponte... ]

OTVORENO PISMO TRIBUNALU I KARLI DEL PONTE

Srbofobija « slobodnog svijeta »

By Emil VLAJKI

Karla del Ponte je, u optuznici protiv Slobodana Milosevica, ispoljila
krajnje neeticko antisrpsko ponasanje. Posto, na zalost, u ove tri
godine nitko od onih koji su, navodno, stali u obranu S. M. nije nasao
za shodno da napravi politicku etno-psiholosku analizu optuznice a i
nastavljaju djelovati sa istim stupnjem mediokritetstva (ili je, mozda,
nesto drugo u pitanju), red je da se stvari srbofobijske naravi
zamumuljene u (losu) pravnicku ambalazu, konacno razotkriju.


Karli del Ponte,

Ovo sto cu reci, neumitno se odnosi na Vas, jer ste Vi ovu optuznicu
protiv S. M. potpisali. Nitko ne moze biti kivan na Vas zbog same
optuznice jer ste za njeno podizanje placeni. Necu ovdje ponovo
otvoriti raspravu ni o tome sto je S. M. bio stavljen u zatvor pod
laznom optuzbom, sto je Jugoslavija/Srbija i Crna Gora bila financijski
i politicki ucijenjena sto je dovelo, uz pomoc vasih marioneta u
Beogradu, do kidnapiranja S. M. i njegove predaje ovoj nelegalnoj i
nelegitimnoj instituciji.
Ali ono sto je nemoguce prihvatiti u optuznici, to je negacija nekih
osnovnih moralnih vrijednosti na koje se Zapad stalno poziva. Vi, u
ovoj optuznici, ne izmisljate samo stvari koje pripisujete S. M., vec
afirmirate i neprikrivenu politicko-vjersku diskriminaciju protiv
Srpskog naroda.
Izgleda da su NATO zemlje koje su osnivaci i glavni financijeri ovog
tribunala ( ako je vjerovati rijecima James Shea-a, portparola NATO),
namjerno trazili licnost koja bi prezentirala ovu optuznicu, sa toliko
lazi i sa toliko ispoljene mrznje.
Antisrpstvo je kod Vas toliko neprikriveno, da prelazi granice svakog
ukusa.
Ali podjimo redom.


A. Lazi o «srpskom bloku»

Podjimo od navodne «sitnice». U tocki 30 optuznice, Vi u vise navrata
spominjete tzv. «srpski blok», unutar Predjednistva SFRJ! Ovo je Vasa
neukusna izmisljotina, i to iz vise razloga:

1) Unutar tog «bloka», nisu bili svi srpske nacionalnosti.

2) S druge strane, unutar Predsjednistva, bilo je Srba koji se nisu
slagali sa ovim «blokom».

3) Ovaj «blok» nije zastupao interese Srbije, vec Jugoslavije. S. M.,
koji je prihvatao stavove ovog «bloka», insistirao je takodjer na
kontinuitetu Jugoslavije. I dandanas ga mnogi politicki protivnici ne
podnose zbog njegovog Jugoslavenstva i optuzuju za antisrpstvo.

Pored ovih razloga, citav svijet, osim Vas, zna da drugi «antisrpski
blok» nije, u tom trenutku, htio da razbija Srbiju vec Jugoslaviju. Ako
bismo dakle mogli govoriti o nekakvim «blokovima», onda bi se oni prije
mogli okarakterizirati kao «jugoslavenski» i «antijugoslavenski», Ali,
Vi, u Vasoj mrznji prema srpstvu kojeg demonizirate na svakom koraku i
na svaki moguci nacin, zelite S. M. prikazati kao lukavog srpskog
sovinistu, kako bi Vase, vjerovatno patoloske fantazije i projekcije,
bile zadovoljene.


B. Optuzba protiv srpskog naroda predstavljena kao «individualna
odgovornost»

Vi, u Optuznici, tvrdite, kako ovaj sud utvrdjuje individualnu, tzv.
«zlocinacku odgovornost» S. M., kao i odgovornost jos nekih lica,
navodnih «suzlocinaca», a da te optuzbe nisu ni u kakvoj vezi sa
srpskim narodom.
Ali, Vi, grubo lazete, i Optuznica koju ste sastavili Vas na svakom
koraku demantira.

Pogledajmo, taksativno, koga Vi sve u ovom nemoralnom dokumentu
optuzujete za navodne «zlocinacke poduhvate» i/ili za ucestvovanje u
njima:

- Polovicu Saveznog predsjednistva za koju Vi tvrdite da su
predstavljali tzv. «srpski blok»;

- Jugoslavensku narodnu armiju, ukljucujuci i njeno rukovodstvo, gdje
su navodno svi su bili (pro)Srbi, sto je apsolutna laz;

- Jedinice Teritorijalne obrane (srpske naravno);

- Kontraobavjestajnu sluzbu Jugoslavije, koja je «naravno» bila,
takodjer, «srpska»;

- Ministarstvo unutrasnjih poslova Srbije;

- Drzavnu bezbjednost Srbije;

- Srpske dobrovoljacke jedinice;

- Institucije srpskog naroda u Hrvatskoj (Srpske autonomne oblasti);

- Vecinu gradjana Srbije koji su me legitimno birali u toku perioda
kojeg spominjete, a da legitimitet mojih izbora niste ni u kom trenutku
u Optuznici osporavali!

Po Vama, dakle, tzv. «individualna odgovornost» S. M. se, ustvari,
odnosi

a) na srpski narod u Hrvatskoj i na njegove institucije kao i

b) na gradjane Srbije i na njegove institucije!!!

Vi ste, medjutim, zaboravili, da se sa ovom optuznicom i Vi licno
legitimitirate pred javnim mnijenjem i pred medjunarodnim forumima i da
nisu svi koji ce ovu optuznicu procitati toliko glupi da sebe
zavaravaju Vasim tvrdnjama. Dozvoljavam, da Vi niste strucnjak za
jezicka pitanja, ali ovakvo falsificiranje znacenja izraza
«individualna odgovornost» spada u sheme orvelovskog «novogovora» koje
ce historija sigurno zabiljeziti dajuci i objasnjavajuci primjere
jezicke manipulacije.
Ustvari, niste Vi toliko neobrazovani kao sto se po tekstu kojeg ste
potpisali cini, ali Vas Vasa patoloska mrznja prema Srbima (jer kako
drugacije objasniti Vase «lapsuse») cini slijepom i gluhom.


C. Srpski narod u Hrvatskoj, koji se branio, optuzen je za zlocinastvo

Vase politicko sljepilo nema kraja. Da bih to pokazao, preci cu na dva
stava sadrzana u vasoj optuznici koji su od fundamentalne vaznosti za
razotkrivanje istine o vasim manipulacijama.

Citiram tacke 94 i 95:

94. "U aprilu i maju 1990. u Republici Hrvatskoj odrzani su izbori na
kojima je Hrvatska demokratska zajednica (HDZ) osvojila vecinu glasova
i osigurala vecinu mesta u Hrvatskom saboru. Novi Sabor je tada izabrao
kandidata HDZ-a Franju TUDMANA za predsednika Hrvatske ".

95. "Priie izbora odrzanih 1990. godine, u Kninu je osnovana
NACIONALISTICKA (kurziv je moj) Srpska demokratska stranka (u daljnjem
tekstu: SDS) koja je zagovarala autonomiju a kasnije i otcjepljenje
vecinskih srpskih podrucja od Hrvatske"

Vi, u navedenim stavovima, vrsite tri vrste manipulacije na stetu
srpskog naroda:

- Prva manipulacija

U dva citirana stava, vi ste suprotstavili navodno "demokratsku HDZ"
"nacionalistickoj SDS".
Dakle, oni koji su se htjeli odcjepiti od Jugoslavije na
totalitaristickim osnovama zeleci se rijesiti dijela srpskog naroda
koji je u Hrvatskoj zivio stoljecima, oni su po, po ocjeni ovog suda,
bili demokrate
* Vi pritom citirate samo naziv stranke -HDZ-, a ne i njenu
separatisticku (dakle i nacionalisticku) orijentaciju.
* S druge strane, SDS-u pausalno dodajete pridjev: «nacionalisticka».
(Srbi, dakle, kojima je bila namijenjena uloga zrtve i koji su se
politicki organizirali bojeci se kako novog genocida, oni su proglaseni
nacionalistima!)
* Da niste bili zasljepljeni mrznjom prema Srbima i da ste htjeli biti
objektivni, ili je trebalo i jednu i drugu stranku okarakterizirati
politicki, ili ni jednu;
Vasa je, prema tome, konstrukcija citiranih stavova krajnje zlonamjerna.

- Druga manipulacija

Druga manipulacija je «suptilnije» naravi. Vrsite logicnu gresku u
komparaciji stavljajuci jednu pored druge stvari koje se ne mogu
usporediti a stvarajuci utisak kao da je usporedba moguca.
Tako u stavu 94, kazete kako je HDZ na izborima osvojila vecinu glasova
u hrvatskom Saboru, dok u drugom stavu (95), govorite o osnivanju SDS-a
koji se desio prije izbora za Sabor.

Pored toga sto se ove dvije stvari ne mogu komparirati, vi
«zaboravljate» istaci prave komparacije:

1. Da su obje stranke osnovaneu samom pocetku 1990.

2. Da je SDS prilikom osnivanja, govorio o ostanku srpskog naroda u
okviru Hrvatske, trazeci, kao sto to sve etnicke skupine imaju u
Evropi, izvjesne oblike autonomije.

3. Da je HDZ, dosavsi na vlast, poceo sa otvorenim progonom Srba koji
su otpustani s posla, fizicki napadani, da im je imovina unistavana,
itd.

4. Da su hrvatski mediji dosli pod potpunu kontrolu HDZ. Cak je u ono
doba i Mazovjecki izjavio da su mediji bili daleko slobodniji u bivsem
komunizmu nego u Tudjmanovo doba.

5. Da je HDZ na svom osnivackom kongresu izjavila da je
nacisticko-fasisticka tvorevina NDH iz 1941.godine ujedno bila i izraz
teznji hrvatskog naroda za nezavisnoscu.

6. Da je HDZ, dolaskom na vlast, preuzela sve vaznije simbole NDH.

7. Da je HDZ izmjenila ustav gdje je definirala Hrvatsku kao drzavu
Hrvatskog naroda, a da su Srbi od konstitutivnog naroda postali manjina.

8. Da takva formulacija ponizavanja srpskog naroda nije zadovoljila cak
ni jednu marionetsku «ad hoc» instituciju, tzv. «Badinterovu komisiju»
koja je, u ono doba, odbila da preporuci «medjunarodnoj zajednici»
hadezeovsku Hrvatsku za internacionalno priznanje.

9. Da je, usprkos iznjetim cinjenicama poraznim za srpski narod, i u
julu 1990., kao i u septembru 1990., SDS za Hrvatsku prvenstveno
govorio o autonomiji podrucja nastanjenih vecinskim srpskim
stanovnistvom u republici Hrvatskoj.

10. Da je radikalizacija SDS nastupila u decembru 1990., kada su
separatisticke teznje Hrvatske bile javno iznesene, i kada su Srbi u
Hrvatskoj poceli shvatati da je vjerovatan cilj HDZ bio ciscenje Srba
iz Hrvatske upotrebom svih mogucih sredstava.

Vi, dakle, «previdjate» sve ove cinjenice i prakticno govorite o HDZ
kao demokratskoj stranci a o SDS kao srpskoj nacionalistickoj stranci.

- Treca manipulacija

Radi se o najsustinskijoj manipulaciji koja se kod vas provlaci u
citavoj optuznici protiv mene:

GOVORECI O NAVODNIM «SRPSKIM ZLOCINIMA» NA PODRUCJIMA HRVATSKE, BiH I
KOSMETA, VI, ILI DAJETE LAZNI KONTEKST UNUTAR KOJEG SU SE TI TRAGICNI
DOGADJAJI ODVIJALI, ILI KONTEKST UOPCE NE SPOMINJETE!

* Zahvaljujuci ovakvoj manipulacijama, vi obrcete uloge.

Tako ste i mogli izjaviti da je jedan narod -Srbi- koji je pretrpio
genocid koji mu je mogao iznova prijetiti, da taj narod i njegovu borbu
za obranu vlastitih elementarnih prava 1990. godine proglasite
«nacionalistickim» i «zlocinackim», a da HDZ pokret koji je, odmah po
dolasku na vlast u 1990. zapoceo etnicko ciscenje Srba, da taj
politicki pokret proglasite demokratskim.

Pitam Vas sada, kako je moguce da Vi kao autor Optuznice «nista ne
znate» o separatistickom i sovinistickom djelovanju HDZ, a «sve znate»
o nacionalistickom karakteru» SDS.

Vi ste se, sa ovim manipulacijama stavili u bezizlaznu situaciju. Vi,
iako, bez ikakve sumnje, sve znate o sovinistickom djelovanju HDZ, ne
dozvoljavate ni da se rijec o tome kaze.

S jedne strane, dakle, morate da sve precutite o HDZ, a s druge da
ocrnite SDS.

Jer, ako bi se o tome pocelo govoriti, a morat ce se govoriti jer Vi
ste sami na to ukazali, onda bi se vidjelo da je organiziranje srpskog
naroda 1990. godine bilo, istovremeno i samoobrambena aktivnost i
teznja za ocuvanjem Jugoslavije.

Kako se ne bi uocila istinita dimenzija HDZ-ovske aktivnosti, dolaskom
ove politicke partije na vlast («da se Vlasi ne dosjete»), Vase
optuznice protiv pojedinih Hrvata pocimaju tek od 1993!!! (optuznicom
protiv Ademija), mada aktivnosti HDZ pokreta protiv Srba pocimaju od
1990.

Pored toga, a potpuno logicno u skladu sa Vasim manipulacijama,
hrvatski se optuzenici za zlocine protiv Srba ne stavljaju ni u kakav
politicki kontekst, nego im se prvenstveno pripisuje individualn i
grupna odgovornost.

Zbog svih ovih stvari koje Vi, Karla del Ponte, navodno «ne znate», a
koje citav ostali svijet poznaje, zbog skrnavljenja spomena srpskih
zrtava kojeg Vi cinite preko Vase Optuznice, zbog diskriminatorskog
tretmana Srba kojeg iskazujete, treba izvrsiti sustinske izmjene
Optuznice:

- Da kada se govori o navodnoj «zlocinackoj aktivnosti» Milosevica i
ostalih, da se paralelno da ocjena Tudjmana i ostalih;

- Da, kada se govori o navodno «nacionalistickoj» SDS, da se istakne
ekstremno-nacionalisticki karakter HDZ;

- Da kada se govori o djelovanju srpskih «Belih orlova», «cetnika»,
itd., da se jednako opise djelovanje hrvatskih «zengovaca»,
«mercepovaca» i ostalih.

- Da, kada se govori o «nelegalnom» i «agresorskom» karakteru JNA i
srpskih teritorijalnih obrana u Hrvatskoj, da se ujedno i objasni
«legalnost» hadezeovskih vojnih formacija i teritorijalnih obrana.

- Da kada se govori o navodnom ili stvarnom istjerivanju Hrvata sa
srpskih podrucja u Hrvatskoj, da se opisu prethodna etnicka ciscenja
Srba u Hrvatskoj od strane hadezeovskih vojnih i drugih formacija.

- Da se Vi,Karla del Ponte, koji ste sastavila ovkvu diskriminatorsku
etno-rasisticku optuznicu prema Srbima, neizostavno smijenite i
dovedete na optuzenicku klupu.

Jedino sastavljena na taj nacin, Optuznica moze pretendirati na
demokraticnost i fer odnos prema S. M. i srpskom narodu.

Emil VLAJKI

vemil @ wanadoo.fr

SOURCE: Srpska Informativna Mreza - http://www.antic.org/

Da: ICDSM Italia
Data: Sab 30 Ott 2004 18:07:20 Europe/Rome
A: icdsm-italia @ yahoogroups.com
Cc: aa-info @ yahoogroups.com
Oggetto: [icdsm-italia] Sulla testimonianza di Liana Kanelli, ed altri
documenti



Sulla testimonianza di Liana Kanelli, ed altri documenti


Traduzioni di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova

Altri dispacci ANSA, insieme alle versioni originali, in lingua
inglese, dei testi seguenti, sono da noi gia' stati fatti circolare -
vedi:
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/126
SEE THE ABOVE URL FOR THE ORIGINAL TEXTS, IN ENGLISH


1. Liana Kanelli, Deputata Comunista al Parlamento Greco, testimonia
(20/10/04)

2. Il Presidente dell’Associazione dei "desaparecidos" Serbi Kosovari,
testimone a difesa di Milosevic, si rifiuta di comparire per non
legittimare la Corte.

3. Scambio di lettere tra l'"avvocato d'ufficio", Steven Kay, e Sara
Flounders, convocata come testimone a difesa


---( 1 )---

Macedonian Press Agency (Grecia)
20 Ottobre 2004
http://www.mpa.gr/article.html?doc_id=487986

Liana Kanelli, Deputata del Partito Comunista Greco, testimonia al
Processo Milosevic

L’Aia – Ieri, Liana Kanelli, Deputata Comunista al Parlamento Greco, ha
testimoniato al processo dell’ex Presidente della Yugoslavia Slobodan
Milosevic che si tiene presso il Tribunale Internazionale per i Crimini
di Guerra nella ex Yugoslavia, all’Aia.
La Signora Kanelli riferiva all’Agenzia di Stampa della Macedonia
(MPA), durante una comunicazione telefonica che, per la prima volta
dall’inizio del processo, l’attenzione della corte si era rivolta ai
bombardamenti della NATO sulla ex Yugoslavia, tramite le dichiarazioni
ufficiali di un testimone.
La Deputata al Parlamento Greco e membro del Comitato Internazionale
per la Difesa di Milosevic (ICDSM) ha testimoniato sul bombardamento
NATO della città di Alexinac, 30 Km a nord di Nis, avvenuto il 6 aprile
1999, che aveva prodotto molte morti di civili, sottolineando che nella
città non vi erano obiettivi militari, contrariamente a quello che
asserivano le forze degli Alleati per giustificare la loro azione.
A quel punto, ha riferito la Signora Kanelli, i giudici le hanno
mostrato una carta geografica e le hanno chiesto di indicar loro la
posizione di Alexinac. Allora la Kanelli ha fatto pervenire la carta a
Slobodan Milosevic, che ha reagito affermando che quella era una carta
incompleta della regione e ha richiesto alle autorità della corte di
procurare un’altra mappa della NATO sulla quale l’ex Presidente della
Yugoslavia ha indicato la città dove è stata scritta con i
bombardamenti NATO una delle pagine più nere della guerra contro la ex
Yugoslavia.
La Kanelli ha dichiarato che nell’udienza di ieri era stato presentato
alla corte per la prima volta un documento NATO, datato 14 aprile 1999,
dove veniva fatto chiaro riferimento alle vittime civili di Alexinac.
La NATO in buona sostanza ammetteva che erano stati colpiti obiettivi
civili.
Il Pubblico Accusatore, Jeffrey Nice, ammetteva che la NATO aveva
riferito sullo specifico incidente, che l’obiettivo del bombardamento
era una unità di artiglieria dell’esercito Serbo posizionata nella
città e puntualizzava che l’Alleanza aveva ammesso che alcuni edifici
erano stati colpiti per errore durante il raid.
La Kanelli mostrava tutto il suo stupore per come gli errori e il
genocidio della NATO venissero perdonati e aggiungeva che se Milosevic
avesse cooperato maggiormente con i leaders occidentali, ora non si
troverebbe dalla parte degli “sconfitti”, ma con i “vincitori”.
Rispondendo alla domanda su quale fosse la sua opinione nei riguardi
del Tribunale Internazionale per i Crimini di Guerra, la deputata al
Parlamento Greco si rivolgeva ai giudici definendoli “inquisitori del
21.esimo secolo a caccia di streghe”.
Secondo le agenzie di informazioni internazionali, quando le è stato
richiesto un giudizio sulla politica della NATO e degli Stati Uniti, la
Kanelli ha messo in rilievo che queste loro politiche sono neo-naziste
e tutti coloro che le contrastano difendono i diritti dei popoli, una
risposta che ha causato la reazione del Presidente, Giudice Patrick
Robinson.
Per la cronaca, la Signora Liana Kanelli è uno dei pochi testimoni che
ha accettato di testimoniare al processo Milosevic, dopo la nomina
dell’avvocato Inglese Stephen Kay come difensore d’ufficio dell’ex
Presidente Yugoslavo. La maggior parte dei testimoni a difesa si sono
rifiutati di deporre, affermando che la loro disponibilità a rispondere
alle domande era affidata solo a Milosevic, che ripetutamente esigeva
di avere la possibilità di difendersi da solo.


Associated Press – 19 ottobre 2004
http://www.b92.net/english/news/index.php?nav_id=30224&style=headlines

Deputata Greca testimonia in favore di Milosevic

L’Aia – Oggi, un membro del Parlamento Greco ha ribadito al Tribunale
dell’Aia che le accuse di crimini di guerra nei confronti di Slobodan
Milosevic erano giustificate dall’ONU solo per ragioni politiche. Liana
Kaneli è membro del “Comitato Internazionale di Difesa di Slobodan
Milosevic," e aderisce come indipendente al Partito Comunista Greco; è
uno dei pochi testimoni che volontariamente vogliono deporre in favore
di Milosevic, dal momento che il Tribunale dell’ONU gli ha assegnato un
avvocato difensore contro la sua volontà espressa il mese scorso.
La maggior parte di coloro che sono stati messi in lista per deporre
durante la fase di difesa del processo hanno mandato disdetta, in modo
da esercitare pressioni sulla corte, che ritiri la sua decisione, o per
creare intoppi al procedimento.
Kaneli ha affermato che se Milosevic avesse cooperato maggiormente con
i leaders Occidentali “egli non si troverebbe qui con i vinti, egli
sarebbe con i vincitori, e nessuno avrebbe mai congegnato un tribunale
politico di tal fatta.”
Il Presidente Giudice Patrick Robinson definiva questa dichiarazione
“completamente fuori da ogni regola”.
L’avvocato difensore d’ufficio Steven Kay interrogava la Kaneli sulla
sua visita in Yugoslavia durante i bombardamenti della NATO del 1999,
che avevano costretto Milosevic a ritirare le sue truppe pronte ad un
giro di vite sull’etnia Albanese del Kosovo, provincia meridionale
della Serbia.
Milosevic aveva descritto la guerra del Kosovo come un’azione difensiva
contro il terrorismo.
Kaneli testimoniava che il bombardamento del 6 aprile 1999 guidato
dagli Stati Uniti sulla città di Aleksinac aveva ammazzato solo civili
Serbi e distrutto edifici pubblici:
"Nella città non vi era nulla che potesse essere individuato come
obiettivo militare.”
Il Rappresentante dell’Accusa Geoffrey Nice puntualizzava che invece
dislocato nella città vi era un reggimento di artiglieria, e che la
NATO era a conoscenza che due bombe uscite dal controllo avevano
colpito edifici civili durante l’attacco aereo.
"Perchè si devono sempre scusare gli errori della NATO, il genocidio
della NATO, e non quelli degli altri?" Kaneli replicava.
Milosevic aveva interrotto molte volte per fare commenti, e alla fine
raccomandava a Kay di non presentare le domande che voleva fare alla
Kaneli, declinando anche l’offerta che gli veniva fatta dai giudici di
proseguire lui stesso con le domande:
"Io non voglio entrare nel cuore della questione. Finché non verrà
ripristinato il mio diritto all’autodifesa, tutto questo resta una pura
e semplice farsa."


---( 2 )---

Beta (Serbia e Montenegro) – 19 ottobre 2004
http://www.b92.net/english/news/index.php?nav_id=30220&style=headlines

Testimone a favore di Milosevic chiede protezione

Belgrado – Il Presidente dell’Associazione dei Famigliari dei Rapiti e
Scomparsi in Kosovo ha chiesto di essere protetto dal governo Serbo e
dalla polizia, dopo essere stato convocato dal Tribunale dell’Aia.
Simo Spasic, che è nella lista dei testimoni a difesa nel processo a
Slobodan Milosevic, ha affermato oggi di non avere alcuna intenzione a
deporre, anche se fosse trascinato a forza all’Aia: “In Tribunale me ne
starei muto, in quanto non voglio legittimare il difensore d’ufficio
Steven Kay e il Tribunale stesso, che non vuole sentire la verità sugli
eventi successi in Kosovo dall’arrivo della KFOR ad ora.”
L’avvocato Aleksandar Lazarevic ha riferito a B92 che, senza la
cooperazione completa di testimoni, era impossibile predisporre una
qualsiasi linea di difesa di qualità:
“Preparare i testimoni è uno dei più importanti aspetti di una linea di
difesa davanti al Tribunale dell’Aia. Se non si ha l’opportunità di
parlare direttamente con i testimoni, non è possibile essere pronti per
quello che si pensa possa o non possa accadere, e ci si trova in una
situazione veramente difficile.”


---( 3 )---

ICTY – Risposta di Sara Flounders alla lettera di Steven Kay: rifiuto a
testimoniare

http://www.iacenter.org/

20 Ottobre 2004

Steven Kay, QC
goodnightvienna@ btopenworld. com

Egregio Steven Kay,

La ringrazio per la sua risposta alla mia lettera di rifiuto a
testimoniare al processo del Presidente Milosevic, nelle attuali
condizioni poste dal Tribunale ICTY.

Io mi rendo conto, come lei mi ha spiegato, che l’udienza di appello
contro la decisione della Corte del Tribunale di assegnare un avvocato
di appoggio al Signor Milosevic è all’ordine del giorno per domani,
giovedì.

Nella sua lettera, lei passa in rassegna tutto quello che lei ha messo
in atto per ricorrere tecnicamente contro l’ordinanza che nega al
Presidente Milosevic il diritto all’autodifesa. Comunque, lei non può
omettere le proprie responsabilità nel continuare a rappresentare
qualcuno contro la sua volontà, avendo inoltre un ovvio conflitto di
interessi. Inoltre, lei sta trascurando la sua stessa capacità di
mettersi in azione per bloccare questa farsa legale.

Così affermavo nella mia lettera: “Lei non può essere costretto ad
accettare l’incarico come avvocato della difesa di Milosevic e contro
la volontà di questo. Oltre ad andare contro la volontà espressa dal
Presidente Milosevic, il suo patrocinio è in diretto conflitto di
interesse, visto che in precedenza lei ha svolto un ruolo di amico
della Corte - amicus curiae... lei è parte in causa del problema!
I diritti del Presidente Milosevic possono essergli restituiti del
tutto semplicemente e con immediatezza, se lei si rifiutasse di
continuare nel suo incarico. Rimanendo nella posizione come suo
difensore illegale, lei permette a questo processo di continuare. Più
tempo lei rimane, più la difesa non può avvenire. Se lei avesse un
qualche senso di decenza e di onore dovrebbe fermarsi immediatamente.”

Io la esorto di prendere la sola decisione etica e onorevole – rifiuti
di continuare nel suo incarico. La scelta è solo sua.
Sinceramente,
Sara Flounders

---

Gentila Signora Flounders,
Penso che lei sia interessata a conoscere che l’udienza di appello
contro la decisione della Camera Penale di assegnare di ufficio un
difensore al Signor Milosevic sia all’ordine del giorno di domani,
giovedì, 21 ottobre 2004, alle ore 9 del mattino.
Questo appello è stato voluto dal sottoscritto e dalla Signora Higgins
per ribaltare la decisione della Corte.
Se noi non avessimo fatto questi passi, non sarebbe stata possibile
alcuna discussione in favore di Milosevic. Se non ci si appella, non si
ha alcuna possibilità di cambiare la procedura. Fin dall’inizio del
processo, io ho sostenuto con coerenza il diritto di Milosevic ad
autodifendersi. Lei può avere riscontro di questo nelle trascrizioni
contenenti nello specifico i passaggi e i documenti, che sono pubblici
e oggetto di registrazione. Lei avrebbe dovuto prestare attenzione a
molte delle conferenze nelle quali, nel corso degli ultimi tre anni, mi
sono espresso in favore di questo diritto. In più, ugualmente lei
dovrebbe sapere che tutti gli argomenti sollevati da lei e da altri in
effetti sono un riciclaggio degli argomenti e dei termini da me usati
in prima battuta. Infatti io penso di avere messo in campo più di una
ragione! Certamente, lei dovrebbe sapere che il Signor Milosevic e i
suoi avvocati hanno apprezzato profondamente questo lavoro.
Allora, la prego, non mi offenda!
Inoltre, sono stato presso la Commissione sull’Etica Professionale del
Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Londra, che mi ha informato che
io non sono in contrasto con il Codice di comportamento professionale.
Siceramente, Steven Kay QC  

---

19 Ottobre 2004

Egregio Signor Kay,
Ho ricevuto la sua lettera in data 5 ottobre 2004.
La mia decisione rispetto alla testimonianza che io avevo in progetto
di produrre davanti all’ICTY in favore dell’imputato Slobodan Milosevic
è invariata. Non mi è possibile partecipare al processo nelle
circostanze in cui il processo sta ora procedendo. E questo è vero
anche per la maggioranza dei testimoni che avevano acconsentito a
deporre in difesa del Presidente Milosevic. La decisione dell’ICTY
viola le norme fondamentali della legge e dell’etica. L’ICTY ha violato
le sue stesse regole. All’Articolo 21, paragrafo 4, dello Statuto
dell’ICTY, ad un imputato vengono assegnate “un minimo di garanzie”,
incluso il diritto “a difendersi da solo, di persona o assistito
legalmente secondo la sua scelta”.

Se tutte le testimonianze che il Presidente Milosevic aveva programmato
di produrre si fossero liberamente espresse, allora non ci sarebbero
stati dubbi sul suo proscioglimento e i veri colpevoli di quello che è
avvenuto con così tragica violenza sarebbero venuti alla luce in modo
palese.

I diritti del Presidente Milosevic sono stati usurpati, non solo dal
Tribunale, ma anche da lei stesso. Lei non era stato obbligato ad
accettare il ‘compito’ come suo difensore d’ufficio e contro la sua
volontà. Oltre a violare la volontà espressa dal Presidente Milosevic,
il suo patrocinio è in diretto conflitto di interesse, visto che in
precedenza lei ha svolto un ruolo di amico della Corte - amicus curiae.
Soprattutto questo è un conflitto di interesse, constatata l’ostilità
manifesta della Corte contro i diritti del Presidente Milosevic. La
sua condotta è in contrasto con il Codice di comportamento
professionale, come pure con lo Statuto del Tribunale, che prevede che
non è consentito patrocinare uno che non desidera essere patrocinato.
Lei è parte in causa del problema!
I diritti del Presidente Milosevic possono essergli restituiti del
tutto semplicemente e con immediatezza, se lei si rifiutasse di
continuare nel suo incarico. Rimanendo nella posizione come suo
difensore illegale, lei permette a questo processo di continuare. Più
tempo lei rimane, più la difesa non può avvenire. Se lei avesse un
qualche senso di decenza e di onore dovrebbe fermarsi immediatamente.

Sicuramente alcune parti della mia deposizione, se io avessi
un’opportunità di produrla, verrebbero considerate testimonianze di una
competente, alla luce delle informazioni di prima mano che ho acquisito
e analizzato durante le mie precedenti visite in Yugoslavia, e per i
miei libri e articoli che ho scritto. Quindi io sono una teste di
fatto. Mi trovavo in Serbia durante i bombardamenti USA/NATO e sono una
testimone diretta e personale. Inoltre è anche vero che mi sono
incontrata con il Presidente Milosevic nel giugno 2004, alla di lui
richiesta di discutere insieme l’importante testimonianza che io volevo
produrre. Io ho riesaminato la mia documentazione e le prove e sono del
tutto pronta a testimoniare a favore della difesa.

La prego di cercare nella sua documentazione la conferma di avere
ricevuto una mia lettera del 12 settembre 2004. Questa lettera, che io
ho scritto e firmato congiuntamente ad altri tre eventuali testimoni,
era inviata al Presidente Slobodan Milosevic e una copia all’Ufficio
Registro del Tribunale. In quella lettera affermavo la mia decisione di
non presentarmi come teste in questa evenienza, e fino a quando i
diritti del Presidente Milosevic di scegliersi e di condurre la sua
difesa venivano usurpati dalla Corte.
Non ho mutato la mia opinione a questo riguardo. Per le medesime
ragioni, allo stesso tempo rifiuto la sua offerta di discutere assieme
le modalità e i contenuti della mia testimonianza.
Io mi farò trovare pronta con una relazione da testimone con precisa
conoscenza dei fatti, assieme alla documentazione, sia scritta che su
video, che presenterò come parte della mia deposizione, nel caso in cui
al Signor Milosevic siano completamente restituiti i suoi diritti
all’autodifesa e l’azione difensiva possa riprendere in condizioni di
legalità.

Io reputo che la mia decisione serva meglio l’interesse della giustizia
e sia sostenuta dai principi delle norme democratiche. Come ho
affermato in precedenza, sono del tutto convinta che le accuse contro
il Presidente Milosevic siano false e che rappresentino la
continuazione della guerra degli USA e dei loro alleati NATO scatenata
contro la Yugoslavia e il popolo Serbo.
Io rimango sempre a disposizione e fortemente intenzionata a
presentarmi come teste nel caso in cui il Signor Milosevic veda
ripristinato il suo diritto a difendersi da solo e la sua volontà a
riguardo non sia abrogata da una qualsiasi arbitraria decisione della
Corte.
Procedere in altra maniera sarebbe immorale ed illegittimo.

Allego a questa lettera copia della mia precedente del 12 settembre
2004.
Sinceramente,
Sara Flounders

Copia conforme a: Evelyn Anoya, Pro Se Legal Liaison Officer, Officer
of the
Registry of ICTY, Fax #: 31 (0) 70 512 8637; Tel. #: 31 (0) 70 512
5661, e-mail: anoya.icty@ un.org


(fonte: International Action Center
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IL TESTO IN LINGUA ITALIANA DELLA AUTODIFESA DI MILOSEVIC, IN CORSO
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https://www.cnj.it/documentazione/autodifesa04.htm

LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)

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LA AGGRESSIONE ALLA JUGOSLAVIA PERO' ANCORA CE LA DEVONO SPIEGARE


"... A sostenere che la guerra è stata fatta per portare in Iraq la
democrazia sono rimasti solo quelli che stanno sul libro paga della Cia
o del Mossad... Quando la guerra scoppiò (...) spiegavano che il
petrolio non c'entrava per niente, che gli Stati Uniti del petrolio
mediorientale non sapevano che farsene, che avevano riserve più
convenienti in Alaska, in Venezuela, in Niger, in Libia. Ora è
abbastanza chiaro che le cose non stanno esattamente così ..."

Giorgio Bocca sull'ultimo numero del "Venerdi" (inserto settimanale de
La Repubblica)