Informazione

"ANTISTALINISMO" AUTOSUFFICIENTE

Al giornalista del Corriere della Sera (29/1/2004, pg.10), che gli
chiedeva se anche nel PRC, come nel PC francese, si terra' un
referendum tra gli iscritti sulla adesione o meno al "Partito della
Sinistra Europea" (*), Fausto Bertinotti ha risposto:
"No. C'e' una maggioranza autosufficiente".


(*) adesione sulla quale si riscontrano profondissimi dissensi nella
base del PRC; vedi anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3129

Segnalazioni

1. Milano 1/2/2004
"POLITICA DI GUERRA DELL’ECONOMIA CAPITALISTA, GEOGRAFIA DEI CONFLITTI
E COMPETIZIONE ECONOMICA IN EUROPA"

2. Trieste 12/2/2004
"... PASSANDO SEMPRE PER LA JUGOSLAVIA...": LETTURE di poesie contro la
guerra, MUSICA e CENA di autofinanziamento

3. Firenze, 26-27/3/2004
convegno di studi: "REVISIONISMO STORICO E USO POLITICO DELLA STORIA"


=== 1 ===

COMITATI CONTRO LA GUERRA - MILANO     
  
Per contrastare le politiche di guerra promosse dai nostri governi è
necessario avere chiaro l’intreccio degli interessi dei gruppi della
finanza e dell’impresa che hanno apertamente raccomandato la
partecipazione italiana alle aggressioni militari a guida USA contro
Jugoslavia, Iraq e Afghanistan e che si preparano a coinvolgere il
nostro Paese in nuove avventure belliche.

Le ricadute in termini di peggioramento delle nostre condizioni di
lavoro (precarizzazione, decremento salariale, disoccupazione) e di
vita (limitazione dei diritti sociali e individuali e devastazione del
territorio dovuta alla realizzazione delle “grandi opere
infrastrutturali” necessarie per sfruttare al massimo le opportunità di
investimento di capitali nei Paesi dell’Est fagocitati, grazie alla
guerra, dentro l’economia occidentale) cominciano a provocare reazioni
di contestazione e di lotta da parte dei lavoratori.

Lungo il percorso del Corridoio 5 (via di transito delle risorse
energetiche dall’Ucraina e di scorrimento di merci da e per i Balcani),
che attraverserà tutto il Nord-Italia da Trieste a Torino – via Venezia
- Brescia, Bergamo - Milano – la realizzazione di nuove autostrade,
tratte ferroviarie ad alta velocità, piattaforme logistiche multimodali
sta sconvolgendo l’assetto territoriale e produttivo, oltre che
l’organizzazione sociale, di interi Comuni e aree periferiche urbane:
organismi locali hanno aperto vertenze sul territorio.

Nei Paesi balcanici, dove la politica estera di aggressione armata o di
ingerenza bellicosa dell’Occidente ha ingenerato guerre civili e
prodotto povertà e degrado, si stanno riavviando lotte sindacali e di
resistenza alle privatizzazioni.

Il movimento contro la guerra deve, a nostro avviso, promuovere
solidarietà internazionalista concreta, orientata alla dimensione
internazionale del conflitto di classe, affrontando l’analisi delle
ragioni reali della guerra imperialista e identificando il terreno
comune tra lotte sociali e opposizione alle aggressioni armate ai
popoli, tanto più ora di fronte all’impegno bellico del governo
nazionale nel Golfo Persico e alla resistenza opposta dal popolo
iracheno.

Per contribuire ad infrangere l’embargo sull’informazione vi invitiamo
a partecipare alla

CONFERENZA DIBATTITO

domenica 1 febbraio, ore 15.30

LIBRERIA CALUSCA CITY LIGHTS
via Conchetta, 18 - Milano
(zona ticinese-navigli: MM2 Romolo, bus 90,91,47,59, tram 3,15)
 
POLITICA DI GUERRA DELL’ECONOMIA CAPITALISTA
GEOGRAFIA DEI CONFLITTI
E COMPETIZIONE ECONOMICA IN EUROPA
 il sistema logistico e dei trasporti
al centro degli “interessi nazionali”

intervengono
 
MICHELE PAOLINI       
studioso di problemi internazionali
I CORRIDOI TRANSEUROPEI, il corridoio 5
obiettivi e contese internazionali
    
CARLO TOMBOLA
ricercatore        
LA RIVOLUZIONE LOGISTICA IN ITALIA E
LA MILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO

 
LA NECESSITA’ PER GLI APPARATI FINANZIARI-INDUSTRIALI DI PARTECIPARE AL
CONTROLLO DEI FLUSSI DI PETROLIO E GAS DALLE AREE ESTRATTIVE
CENTROASIATICHE E QUELLA DEI GRUPPI IMPRENDITORIALI INTERESSATI AD
APRIRSI SPAZI DI INVESTIMENTO NEI PAESI DELL’EST EUROPEO SONO STATE
DECISIVE PER L’INTERVENTO ARMATO ITALIANO IN JUGOSLAVIA, NEI RUOLI
DELLA NATO E IN STRETTA SUBORDINAZIONE ALLE DIRETTIVE USA.  
I GOVERNI, DI CENTROSINISTRA E CENTRODESTRA, HANNO FINANZIATO CON
FONDI PUBBLICI TANTO LE CAMPAGNE MILITARI E LA ORMAI STABILE PRESENZA
MILITARE NELL’AREA, QUANTO LA TRASFORMAZIONE DEI SISTEMI ECONOMICI
E SOCIALI DEI PAESI BALCANICI IN FUNZIONE DELL'INTERESSE DEGLI
INVESTITORI.
I LAVORATORI ITALIANI HANNO PAGATO LE SPESE DI GUERRA,  PAGANO ORA I
COSTI DELLA DELOCALIZZAZIONE   INDUSTRIALE E DELLA RISTRUTTURAZIONE
SOCIALE OPERATA PER RENDERE COMPETITIVO IN EUROPA IL “SISTEMA PAESE”,
PAGHERANNO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE    CONSEGUENZA   DELLE  “GRANDI
OPERE INFRASTRUTTURALI”.
E’ INFATTI SULLA REALIZZAZIONE E SUI PERCORSI DELLE
INFRASTRUTTURE(AUTOSTRADE, FERROVIE, OLEO-GASDOTTI, LE GRANDI OPERE
APPUNTO) DESTINATE A TRASFORMARE IN PROFITTO LE IPOTECHE MESSE CON
LA GUERRA SUI PAESI DELL'EST, CHE SI SCATENA LA COMPETIZIONE
ALL’INTERNO DELL’EUROPA “COMUNITARIA”.
 
ORGANIZZANO
COMITATI CONTRO LA GUERRA - MILANO          
GUERRE &PACE


=== 2 ===

Da: Gilberto Vlaic
Data: Ven 16 Gen 2004 19:45:43 Europe/Rome
Oggetto: Sostegno alle adozioni a distanza a Kragujevac

Care amiche cari amici,
nell'ambito della campagna di adozioni a distanza dei figli dei
lavoratori della Zastava di Kragujevac vi mando il testo di una
iniziativa che si terra' a Trieste il 12 febbraio prossimo.

---

Serata di poesia
contro le guerre

Sulle macerie del Muro di Berlino si parlava di pace e di progresso.
In tutti questi anni abbiamo visto invece solamente un crescendo di
guerre e di miserie: dall'Iraq all'Afghanistan alla Palestina, per
ritornare di nuovo all'Iraq

... PASSANDO SEMPRE PER LA JUGOSLAVIA...

LETTURE di poesie contro la guerra con

Claudio Grisancich

Miroslav Cosuta

Gruppo Majakovskij: Anna Rita Gusso, Francesco Indrigo,
Renato Pauletto, Manuele Morassut, Giacomo Vit,

accompagnamento musicale di Nuccio Simonetti

presenta Gabriella Musetti

Casa del Popolo di Via Ponziana 14, Trieste
Giovedì 12 febbraio 2004 ore 18.30

A seguire, alle ore 20.30

Cena di solidarieta'

per le adozioni dei bambini di Kragujevac, figli dei lavoratori della
Zastava rimasti senza lavoro dopo i bombardamenti della NATO
dell'aprile 1999

…e musica con Gino D'Eliso…

Per la cena (17 euro) prenotare ai numeri:

Tel. 040-364922 040-764047 Cell. 339-6587490

Organizzano:
Circolo Gramsci di Rifondazione Comunista
Ass. Naz. "Non bombe ma solo Caramelle" - ONLUS
Associazione Culturale Almanacco del Ramo d'Oro


=== 3 ===

convegno di studi:
"REVISIONISMO STORICO E USO POLITICO DELLA STORIA"

organizzato da:
CESP-Centro Studi per la Scuola Pubblica
COBAS-Scuola
"Zapruder"
SIM-Storie in Movimento

Firenze, venerdì 26 e sabato 27 marzo 2004

Iti-Ipia "Leonardo da Vinci", via del Terzolle 91
(bus 8, 14, 20, 23, 28 o fermata stazione di Rifredi)

Per il personale insegnante di ogni ordine e grado di scuola –
Iscrizione gratuita - Attestato

PROGRAMMA

Venerdì 26 marzo

Mattina, ore 9.00-13.30 (Aula magna Iti)

ore 9.00-9.30 - Registrazione presenze e distribuzione materiali

ore 9.30-10.00 - Introduzione CESP Firenze, presentazione della rivista
"Zapruder" e del progetto Storie in movimento

ore 10.00-12.00 - Relazioni

* Manipolazione del passato, distruzione della memoria e pensiero unico
(Ubaldo Ceccoli, Cnr Firenze)
* Crimini di guerra e pubbliche rimozioni. "Italiani brava gente":
- in Africa (Cristiana Pipitone, Università di Cagliari)
- nei Balcani (Filippo Focardi, Università di Roma 3)
* Oltre il revisionismo? Temi, problemi e strumenti per lo studio del
fascismo (Francesca Tacchi, Università di Firenze)
* Negazionismo e strumentalizzazioni politiche della Shoà (Marta
Baiardi, Istituto Storico della Resistenza in Toscana)

ore 12.00-13.30 - Dibattito

Pomeriggio, ore 15.00-19.00 (Auditorium Ipia)

ore 15.00-17.00 - Relazioni

* La disciplina della libertà: il controllo statale sui libri di testo
in Italia dall'Unità ai giorni nostri (Monica Galfré, Università di
Firenze)
* I programmi di storia di diversi paesi a confronto (Teresa
Bertilotti, Istituto universitario europeo)
* L'insegnamento della storia nella scuola della riforma (Fabio
Bentivoglio, saggista)
* La storia per immagini: dalla propaganda di guerra ai videogiochi
"politicamente corretti" (Marco Lorenzin, ricercatore indipendente)

ore 17.00-19.00 - Dibattito

Sabato 27 marzo

Mattina, ore 9.00-13.00 (Aula magna Iti)

ore 9.00-9.30 - Registrazione presenze e distribuzione materiali

ore 9.30-11.30 - Relazioni

* Falsificazione storica e linguaggio: "l'interventismo umanitario"
(Costanzo Preve, filosofo)
* Modelli antichi e imperialismo contemporaneo (Massimo Bontempelli,
saggista)
* L'invenzione della tradizione. Strategie e rituali del fenomeno
leghista (Simona Urso, Università di Padova)
* Il cinema e la storia: errori, anacronismi, luoghi comuni e
propaganda (Andrea Bagni, redazione "école")

ore 11.30-13.00 - Dibattito e conclusioni

---
Sede CESP sezione fiorentina presso Cobas-Comitati di Base della
Scuola, via dei Pilastri 41 r, 50121 Firenze
Per informazioni Lunedì e Venerdì ore 17.00-19.00 - tel. 055241659 /
fax 0552342713

1. »Racak-Massaker«: Kritik an einseitiger Schuldzuweisung an serbische
Seite (J. Elsaesser / Junge Welt)

2. Dokument: MONITOR Nr. 471 vom 08.02.2001, "Neue Zweifel am Massaker
von Racak"

Alla riunione della Direzione Nazionale del Partito della Rifondazione
Comunista svoltasi oggi 28/1/2004 a Roma, il partito si e' mostrato
profondamente spaccato (21 voti contro 17) rispetto alla scelta del
segretario Bertinotti di aderire al cosiddetto "Partito della Sinistra
Europea".
Per comprendere meglio l'oggetto della discussione diffondiamo il testo
del documento alternativo presentato dall'area de "L'Ernesto", che ha
ottenuto dieci voti.

---

Una scelta per unire o per dividere?

1) Abbiamo condiviso la Tesi 35 e il documento politico conclusivo del
5° Congresso nazionale del Prc, dove si prospetta la “costruzione di un
nuovo soggetto politico europeo (non si parla di un partito) per
UNIRE…le forze della sinistra comunista, antagonista e alternativa SU
SCALA CONTINENTALE … nelle loro diversità politiche e organizzative” e
senza pensare “né ad una fusione organizzativa, né ad un compattamento
su base ideologica”.
Non è su questo la nostra divergenza, ma sul metodo, sulla modalità e
sul progetto peculiare che ci viene proposto, dopo l’incontro di
Berlino del 10-11 gennaio scorsi, con un “Appello” che annuncia la
nascita del “Partito della Sinistra europea” e ne prevede addirittura
un Congresso fondativo prima delle elezioni europee.
L’ultimo CPN aveva dato un esplicito mandato alla Direzione nazionale
per definire PRIMA DI OGNI DECISIONE contenuti e modalità del percorso
e del progetto. Oggi, a decisione presa, si riuniscono gli organismi
dirigenti del partito. Bisognava fare il contrario. Da quasi un anno e
in diversi incontri internazionali i rappresentanti di vari partiti
europei si sono riuniti per discutere bozze di manifesti politici e di
statuti, che a tutt’oggi sono ancora in discussione. E’ stato un errore
non portare questa discussione e questi testi negli organismi dirigenti
del partito.

Una scelta che divide

2) Nel merito, la principale divergenza sta nel fatto che le modalità
scelte per il dibattito su scala europea e le accelerazioni impresse
dalle leadership di alcuni partiti hanno prodotto una situazione di
divisione profonda e preoccupante tra i maggiori partiti comunisti e di
sinistra alternativa europei, e in molti casi all’interno di essi,
persino tra i partiti promotori dell’”Appello” di Berlino (come è il
caso del Pcf e dello stesso Prc); divisioni profonde all’interno stesso
del GUE (il gruppo parlamentare al Parlamento europeo) che rischiano,
se non si cambia strada, di pregiudicarne una ricomposizione unitaria
nella prossima legislatura.
Invece di UNIRE, si moltiplicano le divisioni e le dissociazioni; e
questo sì contraddice lo spirito e la lettera della Tesi 35 del nostro
Congresso.
Su oltre 40 partiti comunisti e di sinistra alternativa attivi nei
paesi dell’UE, che diventano oltre 60 se si considera l’Europa SU SCALA
CONTINENTALE, solo 11 hanno sottoscritto l’Appello di Berlino, e già
due di essi (il Partito comunista ceko e il Partito comunista slovacco,
presenti a Berlino come “osservatori”) hanno rivisto nei giorni scorsi
la loro posizione e preso le distanze da ipotesi precipitose di
Congresso costituente.

Partiti a “sovranità limitata”

3) Con il regolamento sullo “Statuto e finanziamento dei partiti
politici europei”, approvato nel febbraio 2003 dal Parlamento europeo,
è stata formalizzata un’idea di “partiti europei” che, diversamente
dal ruolo previsto per i partiti politici nelle Costituzioni nazionali
(dove essi sono espressione della società civile e non emanazioni dello
Stato), sono invece subordinati ai Trattati e alle istituzioni della
UE. Per cui è il Parlamento europeo che ne approva l’esistenza, che
giudica se il loro Statuto è conforme o no ai principi e ai Trattati su
cui si fonda l’UE “riguardo libertà, democrazia, diritti umani e norme
di legge”, e che può quindi al limite deciderne lo scioglimento. E’ il
caso di notare qui che il diritto di eliminare un partito per decisione
di un Parlamento è una “inquietante” novità nella democrazia borghese e
liberale.
Dunque, questi “partiti europei” rischiano di essere a “sovranità
limitata” e saranno per molti versi dipendenti dalle istituzioni UE
che, come sappiamo, non sono neutrali, ma configurano un processo di
concentrazione neo-imperialistica del capitale europeo.
Anche per questo sarebbe preferibile un Forum o un coordinamento
permanente e strutturato - tipo quello di San Paolo, che comprende
tutta la sinistra antagonista latino-americana – aperto a tutti i
partiti comunisti e di sinistra alternativa del continente che abbiano
un minimo di influenza di massa.

L’UE non è tutta l’Europa.

4) Mentre i partiti europei socialdemocratici e conservatori lavorano
sull’insieme del continente, Russia compresa (Gorbaciov è uomo che
lavora a stretto contatto dell’Internazionale socialista), e così le
borghesie più lungimiranti (si pensi all’asse franco-tedesco-russo), i
partiti comunisti e di sinistra alternativa (alcuni di essi) operano
come se ci fosse ancora il Muro di Berlino e ignorano l’altra parte
dell’Europa. Benchè alcuni dei maggiori partiti comunisti e di sinistra
anticapitalistica si trovino ad Est, nelle repubbliche europee dell’ex
Urss, essi vengono sistematicamente esclusi dai processi di
aggregazione della sinistra europea, sulla base di veti di natura
ideologica (che essi sì contraddicono la citata Tesi congressuale 35).

Nel Consiglio d’Europa (organismo dove sono presenti delegazioni dei
Parlamenti nazionali di TUTTI i paesi europei, non solo UE) esiste un
gruppo parlamentare che si chiama anch’esso GUE, che comprende non solo
i partiti del GUE del Parlamento europeo, ma anche rappresentanti
comunisti e di sinistra di Russia, Ucraina, Bielorussia, Moldavia…
Basterebbe far funzionare questo GUE-bis ed ecco che già esisterebbe
una sede politica e istituzionale in cui operare su un piano
pan-europeo, senza preclusioni nei confronti di alcuno. Solo che manca
la volontà politica, da parte di alcune forze della sinistra
dell’Europa occidentale, di operare in questo senso.

I partiti i cui leader sembrano disposti a partecipare ad un congresso
costituente del “partito europeo” prima delle elezioni europee, contano
complessivamente circa 300.000 iscritti, con un bacino elettorale di
circa 6 milioni di voti. Gli altri contano nella sola UE circa 400.000
iscritti e circa 6 milioni di voti; e complessivamente, considerando
l’insieme del continente, circa 1 milione di iscritti e oltre 20
milioni di voti. Ovvero : gli “inclusi” contano in voti e iscritti
circa il 20% dell’insieme della sinistra comunista e alternativa
europea. Se si vuole UNIRE, è necessario quindi operare per coinvolgere
il numero di partiti il più ampio possibile.

Percorso e metodo a livello europeo.

5) Assai discutibili sono le modalità con cui si è giunti all’incontro
di Berlino del 10-11 gennaio 2004, dal punto di vista della pari
dignità tra le diverse forze della “sinistra alternativa” (nei primi
due incontri, convocati dal Synaspismos ad Atene a partire dall’aprile
2003, è stato escluso “d’ufficio” il PC greco-KKE, che in conseguenza
di ciò si è ritirato dal processo; nei successivi incontri si è
confermata l’esclusione di quasi tutti i partiti comunisti e di
sinistra alternativa dell’Est europeo e dei Balcani, e di altri).
Discriminazioni che hanno creato un clima di sfiducia reciproca, di
scarsa trasparenza, nelle relazioni tra i partiti, che stanno
incrinando i presupposti di una vera solidarietà e unità d’azione, già
resa complessa dall’esistenza, tra i partiti del GUE, di importanti
divergenze politiche, programmatiche, strategiche, identitarie. Esse
rendono precaria l’unità e l’iniziativa comune e a tutti
consiglierebbero di evitare forzature, come è appunto quella della
costruzione accelerata di un “partito europeo”, che presupporrebbe ben
altre convergenze strategiche.
Tra gli stessi 4 partiti “di testa” del partito europeo (PRC, IU, PDS,
PCF) non esiste una posizione comune nemmeno sul progetto attuale di
Costituzione europea. Il PRC e il PCF sono contrari; in IU e nella PDS
esistono tutte le posizioni. Per non parlare delle divergenze nel GUE :
pro e contro l’euro, pro e contro l’UE, pro e contro l’esercito
europeo, pro e contro un’Europa federale, pro e contro Cuba, ecc….Per
non parlare delle valutazioni storiche sul ‘900, sul “socialismo
reale”, ed altre questioni identitarie : con posizioni tra loro più
distanti di quelle che si registrano ai lati estremi del dibattito in
Rifondazione.

CHE FARE ?

6) Il minimo che si possa fare a questo punto, per non cristallizzare
divisioni irrimediabili tra le forze comuniste e di sinistra
alternativa europee e tenere aperto un processo unitario, è di :
-rinviare ogni decisione formale e fondativa del “partito europeo” a
dopo le elezioni europee, anche al fine di evitare che tali divisioni
pesino negativamente nella campagna elettorale e si ritorcano
negativamente sull’immagine dell’insieme dello schieramento di sinistra
alternativa, con un danno per tutti;
- operare perché le forze comuniste e di sinistra alternativa, a
partire da quelle collegate al GUE, si presentino alle elezioni con un
documento politico-programmatico comune che metta in evidenza i punti
di convergenza e di maggiore impatto sui popoli europei (lotta contro
la guerra, antiliberismo, difesa dello Stato sociale e dei diritti dei
lavoratori, ecc.). Come dimostrano recenti incontri svoltisi a Parigi e
a Lisbona e i documenti unitari che ne sono scaturiti, tale convergenza
è non solo necessaria, ma possibile, e ben al di là dei confini del GUE;
- dopo le elezioni europee, riprendere l’iter della discussione per la
costruzione del soggetto europeo come previsto dalla Tesi 35, quindi su
basi unitarie e paritarie, bandendo veti, pregiudiziali, esclusioni di
ogni tipo: aprendo a tutte le forze comuniste e di sinistra alternativa
del continente, per pervenire insieme, senza precipitazioni né
forzature organizzativistiche, a soluzioni unitarie.

Claudio Grassi (segreteria nazionale P.R.C.)
Bianca Bracci Torsi
Guido Cappelloni
Bruno Casati
Gianni Favaro
Rita Ghiglione
Damiano Guagliardi
Gianluigi Pegolo
Fausto Sorini
Giuseppina Tedde