Informazione
http://pusztaranger.wordpress.com
Ungheria. “Mosca o Bruxelles? Protesta contro l’imbroglio politico”
Le sottoscritte organizzazioni civili invitano la società ungherese a protestare per smascherare la politica sciocca di manipolazione e di ricerca del nemico. Anziché risolvere i veri problemi della società ungherese il governo ungherese e la sua opposizione liberale ci costringono a una lotta menzognera e pericolosa. Ci vogliono mettere di fronte alla scelta senza senso “Bruxelles o Mosca.”
Il governo punta il dito contro Bruxelles, mentre è lui che ha prodotto la soppressione della democrazia, un nuovo tipo di sistema autoritario, che strangola un terzo della società ungherese in una eterna povertà, che non è capace di diminuire la disoccupazione e delle ineguaglianze senza precedenti nella storia moderna, il sistema da loro gestito è estremamente corrotto e immorale. Mentre il governo in modo demagogico prende pubblicamente l’Unione Europea (simbolicamente Bruxelles) come capro espiatorio, nascostamente dal pubblico serve in tutto le istituzioni dell’Unione Europea, i requisiti economici della burocrazia di Bruxelles, le necessità del capitale internazionale, e ha appeso al collo del popolo una borghesia oligarchica, della quale dobbiamo pagare il mantenimento.
Nonostante ciò, l’opposizione politica liberale si accorge solo degli interessi degli strati più alti della classe media. Da una parte, giustamente, vuole ristabilire i diritti e le libertà democratiche. Dall’altra invece distoglie l’attenzione dai veri problemi dell’Ungheria indicando Mosca come un nemico.
“Missionari” auto-dichiarati, demagoghi semi-istruiti si accostano alla russofobia, una particolare, ma vecchia arma del razzismo, che sinora non era stata tipica del liberalismo locale, anziché lottare contro il capitalismo oligarchico esteuropeo e russo nello specifico.
Non parlano dell’ulteriore stretta antidemocratica allo Statuto dei Lavoratori Ungherese, non della povertà insopportabile, non criticano le ineguaglianze sociali, ma prendono la Russia come capro espiatorio. Fanno come se l’Ungheria, paese membro della NATO fosse minacciato da chissà quale intervento straniero, sebbene l’Ungheria prenda parte alle operazioni militari criminali della NATO come tutti i suoi membri. In realtà il vero problema la situazione privilegiata dei nuovi strati dominanti, e la loro politica di oppressione, espropriazione e immiserimento. Ma l’opposizione liberale non parla di questo, ma usa la ricerca di nemici come mezzo per soddisfare le sue ambizioni di potere. Così facendo entra la via selciata dal governo, nella quale l’Ungheria può diventare il territorio dei servizi segreti delle grandi potenze rivali.
Perciò protestiamo contro la politica manipolatoria, ingannatrice del popolo e oppressiva delle elite del nostro paese!!!
5 maggio 2017
Firmato da:
Partito di Sinistra
Unione ATTAC Ungheria
Redazione della rivista “Eszmélet”
Sinistra Unita Ungherese
Società Karl Marx
Fronte Popolare
http://eszmelet.hu/brusszel-vagy-moszkva-tiltakozas-a-politikai-atveres-ellen/
«Il modello di riferimento oggi è il regime di Miklós Horthy»
«Il ritorno dell’estrema destra riguarda l’intera Europa, ma in nessun altro paese si vive un clima paragonabile a quello dell’Ungheria. Normalmente i governi cercano di arginare le attività dei gruppi fascisti, da noi invece le sostengono».
Vilmos Hanti sa bene ciò che dice, leader del Measz, l’Alleanza dei resistenti e degli antifascisti ungheresi, solo pochi mesi fa è stato aggredito per le strade di Budapest da una banda di neonazisti dopo che aveva denunciato per l’ennesima volta le connivenze tra gli estremisti e il governo ultraconservatore di Viktor Orbán. Ferito leggermente alla testa e agli occhi, Hanti, un ex insegnante cresciuto in una famiglia ebraica che ha preso parte alla Resistenza, non si è però fatto intimidire. Nei giorni scorsi ha partecipato a Roma a un incontro promosso dall’Anpi e dalla Fir, la Federazione internazionale dei resistenti che riunisce gli ex partigiani di tutto il continente, di cui è presidente, per fare il punto sullo stato dell’antifascismo europeo.«Si deve agire prima che sia troppo tardi», ha sottolineato in quest’occasione Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi, annunciando anche nuove iniziative dell’associazione partigiana in vista delle elezioni europee.
Signor Hanti, quali sono i punti di contatto tra il governo di Budapest e l’estrema destra?
Da un lato ci sono le leggi contro le libertà democratiche, dall’altro la collaborazione a più livelli con il movimento Jobbik. Pubblicamente questo tipo di rapporto viene negato, ma non per questo è meno forte. Le istituzioni controllate dalla destra sostengono sia sul piano economico che politico gli estremisti. Del resto, il partito di Orbán, il Fidesz, dispone di una forte maggioranza in parlamento e perciò potrebbe impedire ogni manifestazione fascista se solo lo volesse. Invece accade l’esatto contrario.
Che ruolo ha il revisionismo storico in questa svolta autoritaria?
È una parte importante di questa strategia, purtroppo spesso sostenuta anche da esponenti della Chiesa che partecipano in prima persona alle manifestazioni nostalgiche. L’obiettivo del governo sembra essere quello di dare vita a un “nuovo horthismo”, qualcosa di simile al regime fascista che instaurò negli anni Venti l’ammiraglio Miklós Horthy e che portò il paese a combattere a fianco della Germania nazista.
Jobbik è cresciuto all’ombra di Orbán, oggi potrebbe fargli concorrenza sul piano elettorale?
Non si deve dimenticare mai come Orbán si sia servito fino a ora dei gruppi estremisti per distrarre l’opinione pubblica dai temi sociali e dirottarla invece verso il nazionalismo e la xenofobia, specie nei confronti dei rom. Il risultato è che Jobbik si è rafforzato a tal punto da diventare sempre più rilevante anche in parlamento. In realtà si tratta però di un movimento che è nato da una costola del Fidesz e che ne continua a rappresentare una sorta di appendice radicale ed estremista. Il confine tra collaborazione e concorrenza resta perciò molto sottile.
Cosa sta accadendo in Ungheria? Cosa ne pensano i comunisti ungheresi
APRILSKE TEZE
Sedmog aprila po Julijanskom kalendaru, a dvadestog po Gregorijanskom, Vladimir Ilič Uljanov odnosno Lenjin– vođa boljševika, stigao je na Finsku stanicu u Petrogradu i izgovorio "teze", koje će značiti ne samo najveći zaokret u historiji dvadesetog stoljeća, već i u historiji revolucija, tadašnje u Rusiji, kao i svih budućih. Lenjina je na Finskoj stanici dočekala i opkolila radnička masa, uglavnom pripadadnika boljševičke partije, odnosno većinski (ruski "boljšoj") dio Sveruske socijaldemokratske partije, poslije rascjepa, koji se dogodio na Kongresu u Bruxellesu i Londonu još 1903 godine. Rascijep je izbio naizgled oko nevažnih formulacija, ali su boljševici, uz jevrejski Bund, predvođeni Lenjinom, zahtijevali da revolucinarna aktivnost postane najvažnija aktivnost članova te partije. Umjereniji dio partije, u suštini građanski (menjševici) neće pristati na krute formulacije i na stroge zahtjeve Lenjina i boljševika.
Ipak, vlakom koji je stigao preko Njemačke (diplomatskim uplitanjem Parvusa, njemačkog koliko i ruskog marksiste, koji je postao bogataš) nisu doputovali samo boljševički vođe, već i menjševici i socijalisti-revolucionari i svi on,i koji su se zbog poltičkih progona carskog samodržavlja našli u inozemstvu, najčešće u Baselu.
Taj aprilski dan bio je na sjeveru, u Petrogradu, (do I svjetskog rata Sankt Petersburg) prohladan. Iz vlaka je izašao četrdesetsedmogodišnji Lenjin, jednostavan, topao, razveseljen riječima supruge Nadežde Krupske, koja se divila revolucionarnoj Rusiji, svečano ukrašenoj i uljepšanoj vijorenjem crvenih zastava. Na Lenjinovo iznenađenje, na trgu nasuprot Finske stanice dočekali su ga, osim grupe radnika i partijskih drugova i dva odreda boljševičke garde. Kad je Lenjin krenuo među radnike dotada skromna gomila iznenada se jako uvečala te je Lenjin, da bi ga se čulo, morao izgovoriti svoje historijske Aprilske teze, najinspirativniji i najodlučniji govor protiv imperijalističkog rata, sa platforme bornih kola – na koja se morao popeti, kako bi ga okupljena masa vidjela i čula. Tekst, koji je, kako je potvrdio sam Lenjin, nastao u vlaku, što je prolazeći preko neprijateljske zemlje, žurio u Rusiju, boljševički vođa izgovorio je vrlo polagano toga dana nekoliko puta. Ne samo na Finskoj stanici, već prvo u krugu boljševika, a zatim pred Konferencijom radničkih i vojničkih deputata cijele Rusije.
Evo ukratko teksta, koji će značiti ne samo nastavak i pobjedu Revolucije u Rusiji, već suštinu revolucionarnih zahtjeva za sva vremena. Da se uspio ispuniti, značio bi slobodu cijelog čovječanstva.
Izgovorena prije stotinu godina ta sjajna nada, inspirirala je i inspirirat će revolucionare cijelog svijeta i onda i danas i u svim budućim vremenima. Naravno, konkretne prilike su se ubrzo promijenile, one su danas stubokom drugačije. Stotinu godina je prohujalo, ali suština ostaje ista i mutati mutandis Aprilske teze ostaju najnadahnutiji i najljepši tekst za sve društvene pregaoce i revolucionare.
Evo u ponešto skraćenom obliku teksta Aprilskih teza:
Dolje imperijalistički rat!
U našem stavu prema ratu nije dopustivo tobožnje "revplucionarno obranaštvo"!
To drugim riječima znači Dole rat!
Originalnost sadašnjeg trenutka u Rusiji sastoji se od prelaska iz prve revolucionarne faze u drugu revolucionarnu fazu, koja će dati vlast proletarijatu i siromašnim slojevima seljaštva.
Ne podržavati na bilo koji način Privremenu vladu /..../
Priznati da je naša partija u manjini/.../ Objasniti masama da su Sovjeti jedini mogući oblik revolucionarne vlasti/.../
Nikakva parlamentarna republika – vratiti se na nju nakon Sovjeta deputata značilo bi korak nazad. – Organiziranje vlasti znači davnje vlasti Sovjetima radničkih deputata kao i sovjetima svih, koji rade za nadnicu odnosno plaću, od težaka do sovjeta seljaka u cijelojzemlji, i to odozdo prema gore. Ukinuti policiju i stajaću vojsku i cijeli činovnički stalež. Plaće državnih funkcionera – koji moraju biti birani odozdo i biti smjenjivi u svakom trenutku – ne smiju biti veće od prosječne radničke plaće.
Konfiscirati sve zemljoposjede. Nacionalizirati svu zemlju u državi i staviti je na raspolaganje lokalnih sovjeta radničkih i seljačkih deputata.
Spajanje svih banaka u zemlji u jednu jedinu Nacionalnu banku, koja će biti pod kontrolom Sovjeta radničkih deputata.
Naš neposredni zadatak nije "uspoostavljanje" socijalizma, već prelazak na kontrolu prozvodnje i na njezinu raspodjelu pod kontrolom Sovjeta radničkih deputata.
Zadaci partije:
a) smjesta sazvati kongres partije
b) modificirati partijski program
c) promijeniti ime partije
Obnoviti Internacionalu.
Tri su najvažnije točke Aprilskih teza: odbacivanje produžetka rata na strani Antante; čvrsta namjera da se nastavi revolucija odnosno da se prijeđe na njenu drugu odnosno proletersku fazu; načiniti od partije, koja će se od sada zvati "komunistička" vodeću snagu nove revolucionarne tvorevine, u cilju da se za sve komuniste izgradi "zajednička matična kuća", koja će nastati 1919 stvaranjem III Internacionale (Kominterne).
Model na koji izravno gleda Lenjin jeste Pariška komuna, naročito što se tiče oblika države, ukidanja vojske i policije, te stalna izbornost svih državnih funkcionera, kao i mogućnost njihovog opoziva u svakom času. Sva vlast sovjetima, što ustvari znači demokraciju odozdo, nasuprot reprezentativnoj parlamentarnoj demokraciji. Stajaću vojsku po potrebi zamijenit će narodna milicija.
Otada će Petrogradom odjekivati pjesma:"Mi donijeli smo manifest za vlast sovjeta i život ćemo dati u borbi za to " ("Mi vidali manifest dlja vlast sovjetov i žizn mi dadim v borbe pro eto!"
Već je Lenjin, zbog teških prilika u Rusiji, izbijanja građanskog rata, intervencije protiv boljševičke revolucije, morao, u cilju spasavanja revolucije – ili se bar tako mislilo – odustati od ekih točaka Aprilskih teza ili su one jednostavno bile nesprovodive. Naročito ne među polunomadskim Baškirima ili uzgajvačima konja Kirgizima (među kojima se našao u zarobljeništvu u Prvom svjetskom ratu i Josip Broz Tito) i sličnim stanovništvom poludivljeg Sibira. Ipak ostaje kao osnovni zahtjev demokracija odozdo. No da ne bi došlodo pogrešnih i katkad okrutnih odluka "odozdo" Lenjin je zauzdao Sovjete čeličnom uzdom Komunističke partije. U zemlji u kojoj se vodio surov građanski rat, a kao njegovaposljedica zavladala nestašica i glad, užasne boleštine i neopisiva pometnja u prometu, možda nije bilo moguće postupiti drugačije. To je doduše spriječilo mnoga izvitoperavanja i okrutnoosti, ali je na kraju diktaturu proletariata pretvorilo u diktaturu partije, koja se i faktički i moralno izdigla iznad Sovjeta i značila daleko više od vlasti Sovjeta. Ovo odustajanje od osnovne vlasti u rukama Sovjeta dovelo je do onih tragičnih i krvavih grešaka i zastranjenja, koja će pored mnogih ne malih uspjeha i pobjeda, na koje se danas namjerno zaboravilo, odvesti tu revoluciju na stranputicu i na kraju prouzročiti katastrofu devedesete godine: survavanja Sovjetskog Saveza i radničke borbe na cijeloj planeti, kako su se nadali kapitalisti, u bezdan iz kojeg nikad više neće izaći.
No historija nikada ne stoji u mjestu i poobjeda i slava koliko i propast jedne generacije ne mora to značiti za nova i nadolazeća pokoljenja. Treba se sjetiti samo Napoleonove garde i njenog tragičnog kraja. Ili Spartakovog ustanka kad je na Via Apia bilo razapeto na križ sedamdeset tisuća pobunjenih robova, koji su dopali ropstva kao barbari. I onoga što su samo za mekoliko stoljećabarbari učinili Rimu i ogromnoj rimskoj civilizaciji i kulturi! Kako je napisaoo Croce, historija je dragocijena kutija sa altom, koji pomaže ljudima da se snađu u novim vremenima.
Kad se nađe rješenje da se uspostavi "sva vlast Sovjetima", a da ovi bez partijskog kaveza i "ratnog komunizma", s posljedicom gladi i neimaštine, bez svske suvišne okrutnosti, a sa neophodnom pravednošću i moralom donose odluke, koje vuku naprijed, vode ljude u progresivnom pravcu, bit će riješena kvadratura kruga, odnosno svjetska revolucija može računati s konačnom pobjedom. Nije to samo pitanje svijesti, pitanje shvaćanja političkog momenta, već pitanje upravljanja njime uz podršku volje masa, bez nepotrebnog prolijevanja krvi, surovosti, grubosti i ograničavanja slobode. Jer konačni cilj svih pobuna i revolucija, od one Spartakove do Lenjinove, bila je i ostaje sloboda. To se nikada ne smije smetnuti s uma. Sloboda se ni u kojem slučaju ne smije ograničavati ispod onog minimuma, koju je zahtijevla već Francuska revolucija, ali isto tako ne može se dozvoliti da se u ime nje razaraju već dostignute tekovine revolucije ili da se ljudi podjarmljuju, ugnjetavaju i izrabljuju ili ograničavaju u stvaralaštvu, kretanju i međusobnom miješanju i ispreplitanjju.
Sve nabrojeno, kako rekoše Rusi je "vređanje čovjeka", znači uvredu njegove ljudske biti.
U rodilištu su sva novorođenčad jednaka. Kojom će to odlukom dobrih ili zlih vila jedni biti predodređeni da rade najteže poslove u vatri talionica, fabrika i rudnika ili danas da lutaju za nesigurnim i prekarnim zaposlenjima uprkos visokih kvalifikacija, dok će drugi provoditi život u "kulama od ebanovine" i neće ni znati za postojanje ovih drugih, niti za uslove njihovog života i rada.
U okolici kolikih turističkih rajeva, što se reklamiraju brojnim prospektima, nalaze se gomile otpada, brižno sakrivene od očiju gostiju, po kojima plaze paraziti i štakori, a žena i djeca prevrću, da nađu otpadke hrane ili pak željeza, koje mogu unovčiti, dok njihovi muževi i očevi rade u rudnicima zlata i dragulja? Nije to slučaj samo u Africi, već u mnogim krajevima svijeta, gotovo na cijelom globusu. U najmoćnijoj državi svijeta samo nekolicina milionera posjeduje polovinu cijelog bogatstva zemlje! Danas to više nisu samo milioneri pojedinci, već moćne multinacionalne kompanije, ali situacija se time nije u biti promijenila. Samo nekolicina moćnih multinacionalnih kompanija posjeduje polovinu bogatstva cijelog svijeta! Partije su šuplje, od demokracije se pravi sprdnja, a proizvodnja zombija postala je masovna, putem ne samo medija u rukama vlada, već i elektronskim igačkama pogrešno korištenim, kao što je uostalom ogromno omasovljena proizvodnja materijalnih i nematerijalnih dobara, što utječu na formiranje svijesti.
Pobjedom buržoaske demokracije ljude vrijđaju na sve strane, a negdje ih pretvaraju doslovno u robove ili još gore, u robu, koja se nakon upotrebe izbacuje na smetlište.
Kasnije su svi zapanjeni luđačkim potezima dešperatera, koje su sami proizveli, odnosno kji su plod prilika u koje su bačeni očajnici. Sigurno, iza njihovih očajnih gestova stoje snage, koje se njima koriste u političke svrhe. Prije svega krivi su oni koji im doturaju sredstva i oružje, a kojima se ne zna ništa i ne govori nikada.
Marx i marksizam
Pozivajući se uvijek i samo na Marxa, tvrdio je talijjanski filozof Norberto Bobbio, dolazi se kušnju da se zapostave veliki problemi, koje Marx nije sebi postavio, jednostavno zato što u njegovo vrijeme nisu postojali.
Drugim riječima ne treba optuživati Marx, razmišljajući o rješenjima, što će biti primjenjiva u socijalizmu, jer Marx nikada nije napisao zbirku recepata za gostionicu "Budućnost". Marx je dao s analizu proizvodnih društvenh odnosa i kapitalističke eksploatacije u vlastitom vremenu, analizu događaja kojima je bio suvremenik i iznio ono što je iz njih mogao zaključiti. Prorokom su ga predstavili drugi, najčešće oni kooji ga nisu shvatili i čak nisu bili u stanju da ga shvate. Ili još gore, iz njegovog složenog mišljenja uzeli su samo ono što im je u datom trenutku učinilo kao neophodno. Optuživati Marxa za sve promašaje u zemljama socijalizma, bez obzira na okolnosti, nije samo nepravedno nego i smiješno. Marx se nije izdavao za proroka niti za iskupitelja poput Isusa Krista. On je ocrtao (i to u nedovršenom obliku) logiku funkcioniranja kapitala. Treću i četvrtu knjigu Kapitala uredili su, prema njegovim bilješkama, Englels i Kautsky.
Današnji razvoj kapitalizma u mnogome je, uprkos suštinskoj istovjetnosti, prevazišao kraj XIX stoljeća, kad su izišla Marxova djela te doveo do novih revolucija tehnoloških, proizvodnih, komunikacionih kao i na području psihologije, klimatologije itd. Doveo je i do revolucija na desnici, kakva je na primjer bila fašistička revolucija Benita Mussolinija.
Konačnu pobjedu je danas iznio neoliberizam, ali njegov moto nije više "laisser faire, laisser passer", već on svojim ratnim aparatom nastoji uvesti liberalnu demokraciju u zemlje za koje za takav poredak i način mišljenja i ponašanja ne postoje ni najmanji uvijeti, i tako on neprestano ratuje i troši vlastito oružje, kako bi proizvodio novo, dok je niz naroda bukvalno istrijebljen ili pretvoren mučenike, a njihove zemlje u meksikansku mesnicu. Eto divne pobjede liberalizma!
No, kako kaže Bobbio, iako predskazivanje danas ne uživa velik ugled, nije istina da je posve napušteno. Evo dva primjera. Luciano Canfora u knjizi "Marx prebiva u Calcuti" obnavlja vrijednost marksizma, pišući: "Historiju nagone naprijed 'utopistički pokušaji': kršćanska utopija osveopćeg iskupljenja, iluministička utopija "stalnog mira /.../ komunistička utopija". Nepotrebno je primijetiti da je takvo tvrđenje suprotno onom Marxa, koje je sintetizirao Engels. Sada više nismo kod "socializma od utopije do nauke", već smo u totalnoj inverziji i u povratku na izvore: "od naučnog socijalizma do utopije".
U jednom intervjuu "Stampi" Barbare Spinelli francuskom filozofu i književnom krtičaru Emmanuelu Lewinasu, ovaj je kazao ."Čini mi se da su demokracije padom SSSR-a izgubile i to mnogo. Uprkos svim ekscesima i užasima, komunizam ipak predstavlja iščekivanje. Iščekivanje da se isprave krivice nanesene slabijima, iščekivanje pravednijeg društvenog poretka. Ne tvrdim da su komunisti imali gotovo rješenje, čak ni da su ka pripremali. Sasvim sigurno nisu. No postojala je ideja da hstorija ima neki smisao. Da život ne znači besmisao življenja. Tu su ideju u zapadnoj Evropi posjedovli već od sedamnaestog stoljeća, a Marx ju je ukorijenio u XX stoljeću. Do jučer smo znali, kamo ide historija, koju vrijednost dati vremenu. Ne mislim da izgubiti tu vjeru zauvjek predstavlja veliku duhovnu vrijednost. Sada lutamo, izgubljeni, pitajući se svakog trenutka: "Koliko je sati?" Fatalno, kako to običavaju pitati Rusi. Koliko je sati? A nitko više ne zna?"
Ili da se podsjetimo riječi velikog pjesnika i revoulucionara, Vladimira Majakovskog i na vremena kad je pisao: "Ragu historije šibasmo /..../" I dokle se stiglo?
Dokle je stigao sam Majakovski? Ubio se 30 prila 1930. Možda su s njim sahranili i Lenjinove i njegove nade u revoluciju. Lenjin je umro u januaru 1924, a već je više od godinu dana bio nesposoban za rad. Njegovi nasljednici u prvom redu Staljin, ali i svi koji su ga podržavali, ućutkali su Trockog i izmislili "socijalizam u samo jednoj zemlji" s čim se Lenjin jakoo teško mirio i što je bilo prvi kamen spoticanja proleterske revolucije.
Završna razmatranja
Vratimo se ponovo na rasprave između boljševika i menjševika. Ukolliko je Martov – jedan od glavnih menjševičkih vođa - vidio socijaldemokratsku partiju kao široku jezgru aktivsta, oko koje se okuplja još šira masa simpatizera, nije predlagao ništa drugo do li ono što je postojalo u zapadnoj Evropi (gdje su se tada mnoge od tih partija – Francuska, Italija – zvale socijalističkim). Lenjin pak misli na krutu organizaciju, koju bi činili isključivo odani borci. Ispušta iz vida aktivnu ulogu masa, koju podrazumijeva Martov. A još više u mase vjeruje Trocki. Trocki je uvjeren da mase mogu i moraju igrati aktivnu štavišepresdnu ulogu. Taj čvor predstvljao je osnovicu sukoba Lenjina i Rose Luxemburg. Rosa Luxemburg neće masama pripisivati samo važnu i presudnu ulogu, već će odbiti Lenjinovu koncepciju da partija treba biti avangarda klase i da ona mora u mase ulijevati pravu revolucionarnu i političku svijest, jer same radne mase nisu u stanju nadvladati "tradeunionističku" odnosno sindikalnu koncepciju. To je ne samo centrlna već i suštinska tematika. O njoj će Rosenberg – njemački marksist - napisati da je Lenjin bio dovoljno empiričar da primjeni teoriju zaokretima historije, uspostavljajući jednu vrstu permanentne suprotnosti između ortodoksne teorije – respektiranjem Marxa – i interpretativne linije, inspirirane njemačkim marksistom Karlom Korschom, koja ga je navela, da izašavši u Petrogradu naFinskoj stanici, proglasi, usprkos mišljenja većine boljševika, pa i samog Staljina (koji će suštinu stvari upropastiti) kako se revolucija nastavlja i to proleterska revolucija.
Rosa Luxemburg je pisala:"Znam da i boljševici nisu bez mana, čudni su, pretjerano su kruti, ali ih razumijem i u potpunosti opravdavam; ne može se ne biti krut pred amorfnom, želatinoznom masom menjševičkog oportunizma..."
Danas je od tih događaja prošlo stotnu godina, a ta pitanja su još uvijek otvorena. Kako dati svu vlast sovjetima i to odozdo, a da ne počine krvave i kobne greške, kao evropska često izdajnička socijaldemokracija, kriva u neku ruku za dva svjetska rata i za danšnji očajni polažaj svih onih koji ne posjeduju ništa oim vlastite radne snage, ako joj se ne nametne kruta košulja jednopartijske disciplin?. I kako postići da se ta pancirna košulja, koja bi trebala da sačuva tekovine revolucije, ne pretvori u luđačku košulju, koja će revoluciju odnosno njene domete izručiti, "con armi e bagagli" (sa svim oružjem i prtljagom - po talijanskoj uzrečici) pravo u krilo neprijatlja, kako smo to vidjeli devdesetih godina? I kako spriječiti kapitalizam, opijen pobjedom, da sasvim ne podivlja i dosegne karikaturna obličja te dođe do granice kolektivnog ludila, kako to gledamo ovih dana i godina? Jedan od odgovora, možda nepotpun, svakako se nalazi u Lenjinovim Aprilskim tezama. Drugi dio odgovora – na parolu "Sva vlast sovjetima" i to odozdo, ostavlja se, da je pronađu generacije koje nadolaze. Ni Galileo Galilei nije znao sve. A danas znamo mnogo.
"Doći će nova mladost, doneti nove dane i nastaviti naše pesme, nedopevane..."
Odgovore na postavljena pitanja donijet će novo vrijeme odnosno mladii ljudi vremena što dolazi.
Jasna Tkalec
REGGIMENTO DEGLI IMMORTALI
Il 9 maggio in tutti i paesi dell'ex Unione Sovietica si festeggia il GIORNO DELLA VITTORIA. Questa manifestazione è stata organizzata per la prima volta a Tomsk nel 2012 e da allora si svolge in moltissime città in Russia e dallo scorso anno, anche in molte città europee. Il 9 maggio 2017 vogliamo organizzare anche qui a Roma un appuntamento per questo giorno. Vogliamo ringraziare il Popolo Russo che ha sconfitto il nazifascismo, ricordando anche i caduti della Guerra di Liberazione.
Ci daremo appuntamento ai giardini di Piazzale del Verano e poi tutti insieme porteremo dei fiori al Sepolcreto dei Caduti nella Lotta per la Liberazione.
Evento facebook: https://www.facebook.com/events/174656103051633/
Eleonora Forenza, europarlamentare nelle fila del GUE, eletta nella Lista Tsipras - L’Altra Europa, partecipa alla terza carovana antifascista per il Donbass. La carovana, organizzata dalla Banda Bassotti, si recherà a Donetsk e a Lugansk per portare farmaci e aiuti di prima necessità alle popolazioni del Donbass...
"Non dovremmo dimenticare che il 1 Maggio, è soprattutto un giorno di lotta per i diritti dei lavoratori. E' per questo che c'è bisogno di parlare di più acuti e complessi temi che sono fonte di preoccupazione per tutti. Gli stipendi, le pensioni, i posti di lavoro, problemi di utilità delle città, prezzi e tariffe - davanti alla nostra gente ci sono molti problemi che devono essere affrontate " ha commentato all'evento il segretario dei comunisti di Lugansk, Maxim Chalenko.
La compagna Ekaterina Popova, membro del consiglio comunale di Lugansk , ha aggiunto:
"Il primo maggio ci ricorda la cosa principale - a proposito di solidarietà. Quando migliaia di persone si trovano nella stessa piazza, riconoscono di essere una enorme forza. Questa forza deve essere il punto di partenza dell' azione di qualsiasi autorità, che solo nel popolo può trovare legittimazione. Se la loro vita diventa migliore, la legittimazione sarà effettiva, altrimenti irrilevante ".
Pubblicato il 2 mag 2017
Si trova in questi giorni nel Donbass una delegazione composta dall’eurodeputata Eleonora Forenza, Andrea Ferroni, coordinatore dei Giovani Comunisti/e, Massimiliano Voza, sindaco di Santomenna, Antonio Perillo, con la terza edizione della Carovana antifascista promossa dalla Banda Bassotti e dall’Usb, con l’obiettivo di portare la solidarietà, anche concreta, alle popolazioni.
La carovana ha già avuto incontri con esponenti dei sindacati, in particolare nella giornata e in occasione della parata del Primo maggio, lavoratori, movimenti, e nelle prossime ore ci sarà anche quello con il presidente della Repubblica di Lugansk.
#DonbassResiste
COMUNICATO STAMPA
Rifondazione Comunista e Giovani Comunisti/e partecipano alla Terza Carovana Antifascista nel Donbass promossa dal gruppo musicale “Banda Bassotti”. La delegazione del partito della Rifondazione Comunista che si unirà alla terza carovana oltre a comprendere uno dei due portavoce nazionale dei Giovani Comunisti/e, Andrea Ferroni, vedrà la partecipazione della nostra eurodeputata Eleonora Forenza. Eleonora sarà la prima eurodeputata a recarsi nel Donbass, allo scopo di «riaccendere il più possibile i riflettori su un conflitto che continua a mietere vittime e nel quale continuano ad essere calpestati i diritti umani delle persone e di un popolo». La terza carovana antifascista – dal 30 aprile al 5 maggio – farà tappa, tra l’altro, a Lugansk e Donetsk, dove incontrerà esponenti delle Repubbliche popolari, delle organizzazioni antifasciste e delle realtà associative locali. Il primo maggio è previsto un concerto internazionalista. Lo scopo della Carovana Antifascista è quello di portare la propria solidarietà concreta alle popolazioni martoriate dalla guerra voluta dalle potenze occidentali, con a capo UE, USA e NATO, che vogliono estendere il proprio dominio politico, economico e militare verso est. In quanto comunisti, e quindi internazionalisti, sentiamo il dovere di esprimere la nostra solidarietà attiva prendendo parte a questa spedizione. Questa decisione è frutto di una presa di coscienza e di un duro lavoro politico da parte di molti nostri compagni e compagne che fin dall’inizio, ancora prima del golpe dal carattere nazifascista, denunciavano quali fossero i piani dell’occidente imperialista nei confronti dell’Ucraina e della Russia. Contro ogni forma di fascismo, sempre dalla parte del popolo che lotta!
#DonbassResiste
Acerbo Maurizio Segretario Nazionale Rifondazione Comunista
Ferroni Andrea Portavoce Nazionale Giovani Comunisti/e
29 aprile 2017
Report del primo giorno della Carovana antifascista in Donbass
Arrivati all’ aeroporto di Rostov sul Don, si è composta pian piano la 3° Carovana antifascista, composta da compagni Antifascisti della Catalogna, della Grecia ed in particolare da compagne e compagni Italiani provenienti da più realtà politiche. Oltre ai compagni della Banda Bassotti, è presente una delegazione della USB e ci sono altri compagni e compagne di altre organizzazioni provenienti da tutta Italia.
A rappresentare Rifondazione Comunista c’è Eleonora Forenza, la prima europarlamentare a recarsi in Donbass, uno dei due Portavoce nazionale dei Giovani Comunisti/e, Andrea Ferroni, il sindaco di Santomenna Massimiliano Voza, Vincenzo Bellantoni della federazione di Roma ed Antonio Perillo della federazione di Napoli.
Dopo essere stati fermati per controlli per circa 5 ore alla frontiera tra la Russia e il Donbass, siamo riusciti a passare in direzione Lugansk! Lungo i circa 150 km di strade spesso non in perfette condizioni anche per gli scontri che le hanno attraversate in questi anni, siamo stati scortati dalla polizia e dall’esercito della repubblica indipendente.
Ci si accorge subito della difficoltà ed isolamento che vive questo popolo, ma è immediatamente evidente che anche in mezzo a mille problemi non è minimamente disposto a tornare indietro! Lungo la strada, in ogni luogo pubblico, che sia una scuola oppure un parco, si possono vedere i simboli dell’ orgoglio di questo popolo, dal classico nastro colorato di nero ed arancione, in ricordo del 9 maggio 1945, la giornata della vittoria sul nazifascismo da parte della gloriosa armata rossa, fino al carrarmato sottratto dalle milizie popolari all’esercito ucraino invasore e ora pieno di fiori freschi a ricordare il riscatto del popolo del Donbass in quello che fu il punto massimo di avanzamento dell’esercito ucraino!
Abbiamo concluso la giornata recandoci a Kirovsk ad incontrare il comandante in capo Alexey Markov della brigata comunista “Prizrak”, “la brigata fantasma”. Markov si è mostrato molto contento ed emozionato nell’incontrare i compagni/e della Carovana Antifascista ricevendoci all’interno del quartier generale della Brigata. Nel confronto con tutta la delegazione e soprattutto nella discussione con la nostra delegazione, ha tenuto a sottolineare lo spirito che dall’inizio lì ha guidati ed ancora lì guida. Per quei compagni non si tratta di una guerra nazionalista, non c’è necessità di conquistare territori ma quella di resistere in nome dell’antifascismo contro gli oligarchi neonazisti dell’attuale governo ucraino che provano a cancellare cultura e tradizione di questo popolo! Ha voluto anche sottolineare che la brigata non è composta da militari di professione, ma da militanti che hanno dovuto imbracciare le armi per poter resistere ma che si auspicano che il conflitto termini al più presto.
Andrea Ferroni Portavoce Nazionale Giovani Comunisti/e
1 maggio 2017
Ho ribadito che la loro lotta contro il fascismo è la nostra lotta. Il fascismo è un problema complessivo dell'Unione Europea. La rappresentante della politica estera europea è italiana e socialista, Federica Mogherini, e sostiene il regime fascista di Kiev.
L'imperialismo Usa sta portando il confine della Nato e della guerra in queste terre.
Il loro confine è il nostro confine.
Distruggeremo il fascismo qui ed in tutto il mondo.
COMUNICATO STAMPA
Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, dichiara:
«L'ambasciata d'Ucraina in Italia in una nota attacca la delegazione di Rifondazione Comunista che con la Carovana Antifascista promossa dalla Banda Bassotti sta visitando le repubbliche del #Donbass per una missione di #pace e #solidarietà. Ci riempie d'orgoglio essere oggetto di attacchi da parte di un governo anticomunista che ha approvato vergognose leggi liberticide e ha riabilitato e celebrato i complici dei crimini nazisti. Siamo orgogliosi che sia una nostra compagna, Eleonora Forenza, la prima parlamentare europea a visitare le regioni sotto attacco da parte del governo di Kiev e dei paramilitari nazifascisti. Purtroppo è vero quel che scrive l'ambasciata: la nostra presenza è in contrasto con l'orientamento del governo italiano, dell'UE e della NATO che fanno finta di non vedere quali caratteristiche pericolose abbiano i gruppi di potere che stanno supportando sul piano politico, economico e militare. E' assurdo invece che l'ambasciata d'Ucraina lamenti violazioni del loro codice penale in quanto noi siamo già dei fuorilegge per quel governo filonazista. Infatti in Ucraina i comunisti sono stati messi al bando ed è vietato persino sventolare una bandiera rossa o cantare l'Internazionale.
La nostra delegazione è in Donbass per costruire ponti di pace rifiutando la logica della nuova guerra fredda e del riarmo che ha condotto all'escalation del conflitto armato in Ucraina.
Per favorire un processo di pace chiediamo al governo italiano di riconoscere le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e di porre fine alle sanzioni economiche alla Russia».
«L’ambasciata d’Ucraina in Italia in una nota attacca la delegazione di Rifondazione Comunista che con la Carovana Antifascista promossa dalla Banda Bassotti sta visitando le repubbliche del Donbass per una missione di pace e solidarietà». Così Maurizio Acerbo, segretario del Prc, dopo la lettura del post dell’ambasciata ucraina che stigmatizza l’ingresso della delegazione nel settore fuori controllo dal governo di Kiev composto anche da ministri dichiaratamente nazisti ma fedeli amici del governo italiano e dell’Ue. E’ molto probabile che le “repubbliche popolari” non siano il paradiso socialista che pensano i novelli campisti ma il governo di Kiev è certamente il primo a vantarsi di ministri che si rifanno espressamente al Terzo Reich e occupano posti chiave. Riportava Infoaut:
Vice primo ministro, ministro della Difesa, segretario e vice segretario del Consiglio nazionale di Sicurezza e Difesa, ministro dell’Istruzione, ministro dell’Ambiente, ministro dell’Agricoltura, ministro della Gioventù e dello Sport, procuratore generale dell’Ucraina, presidente della commissione Anticorruzione.
E non è tutto. Due di queste persone sono legate a Doku Khamatovich Umarov (conosciuto col nome islamico di Dokka Abu Usman), uno dei più feroci comandanti dei ribelli ceceni, nonché autoproclamatosi ex Emiro dell’Emirato del Caucaso. Abu Usman ha rivendicato sia l’attentato del 29 marzo 2010 alla metropolitana di Mosca (quarantuno morti), sia quelo all’aeroporto di Mosca del 2011 (trentasette morti). L’Emirato islamico del Caucaso è iscritto dalle Nazioni Unite come organizzazione appartenente alla galassia di Al Qaida. Uno di questi due politici ha anche personalmente combattuto in Cecenia contro i russi.Ecco la nota dell’ambasciata:
«In riferimento alla recente visita dei rappresentanti del partito comunista italiano nel territorio occupato dell’Ucraina del Donbass, l’ambasciata dell’Ucraina in Italia condanna con fermezza questa provocazione e la violazione della sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina.
La visita di cittadini stranieri nella regione dell’Ucraina nel Donbass, di essere in contrasto con le norme del diritto internazionale, è una grave violazione del regolamento di procedura che norma di ingresso e di uscita temporaneamente occupato il territorio dell’Ucraina con l’eventuale responsabilità penale per violazione Della legislazione vigente in Ucraina (art. 332, comma 1 del codice penale dell’Ucraina).
Anche questa visita è in contraddizione con la posizione aperta sul tema da parte del governo italiano, e le norme e le decisioni delle organizzazioni internazionali.
Nonostante sia un grave atto provocatorio, questa pagina vergognosa di certo non avrà ripercussioni sui successi conseguiti nei rapporti tra l’Italia e l’Ucraina sul fronte degli scambi culturali, commerciali e gli esseri umani che hanno arricchito le due nazioni da sempre uniti da amicizia e valori condivisi».«Ci riempie d’orgoglio essere oggetto di attacchi da parte di un governo anticomunista – riprende Acerbo – che ha approvato vergognose leggi liberticide e ha riabilitato e celebrato i complici dei crimini nazisti. Siamo orgogliosi che sia una nostra compagna, Eleonora Forenza, la prima parlamentare europea a visitare le regioni sotto attacco da parte del governo di Kiev e dei paramilitari nazifascisti. Purtroppo è vero quel che scrive l’ambasciata: la nostra presenza è in contrasto con l’orientamento del governo italiano, dell’UE e della NATO che fanno finta di non vedere quali caratteristiche pericolose abbiano i gruppi di potere che stanno supportando sul piano politico, economico e militare. E’ assurdo invece che l’ambasciata d’Ucraina lamenti violazioni del loro codice penale in quanto noi siamo già dei fuorilegge per quel governo filonazista. Infatti in Ucraina i comunisti sono stati messi al bando ed è vietato persino sventolare una bandiera rossa o cantare l’Internazionale.
La nostra delegazione è in Donbass per costruire ponti di pace rifiutando la logica della nuova guerra fredda e del riarmo che ha condotto all’escalation del conflitto armato in Ucraina.
Per favorire un processo di pace chiediamo al governo italiano di riconoscere le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e di porre fine alle sanzioni economiche alla Russia».
Il ministero degli Esteri italiano, dicono da Kiev, ha ricevuto il 28 aprile circa, la loro nota: «Abbiamo chiesto che sia arrestata e che il suo gruppo sia fermato prima di arrivare fisicamente al Donbass», ha detto la portavoce del ministro degli Esteri Maryana Betsa. E «come risultato di questi contatti, il ministero degli Esteri italiano ha inviato alle autorità competenti e agli organizzatori di questa provocazione le informazioni sulla responsabilità penale per violazione della legge ucraina. L'Italia ha sottolineato che il suo governo sostiene l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina e questa posizione rimane invariata».
Lunedì 8 maggio alle ore 12, si terrà una conferenza stampa della delegazione rientrata in Italia presso la sede del parlamento europeo in via IV Novembre.
Solidarietà all'europarlamentare Eleonora Forenza, alla Banda Bassotti e alla carovana antifascista di ritorno dal Donbass, ridicolmente accusati di terrorismo dal governo Ucraino che ne ha chiesto all'Italia l'estradizione per accusarli di aver incontrato le popolazioni, i partiti, i sindacati, gli atenei, di aver portato medicine, materiale scolastico e giocattoli...
Intervista di Maurizio Vezzosi. Roma, 6 Maggio 2017. Eleonora Forenza replica all'accusa di terrorismo ed alla richiesta di estradizione inviata dal Ministero degli Esteri ucraino al governo italiano in seguito alla sua partecipazione alla carovana di solidarietà con la popolazione del Donbass promossa dalla Banda Bassotti.
di Giorgio Cremaschi, 6 maggio 2017
Attendiamo un segno di vita da parte del governo italiano a cui vogliamo solo ricordare che tutto il governo che egli vergognosamente riconosce dovrebbe essere arrestato e condotto al tribunale de L'Aia per i loro crimini di guerra. Questi crimini noi li abbiamo visti ed è per questo che i signori di Kiev si sono inalberati. Abbiamo visto in ogni centro abitato delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk le foto delle donne, degli uomini, dei bambini uccisi dalle loro bombe. Abbiamo visto le case, le scuole e le università, la vie del passeggio crivellate dai colpi delle loro artiglierie, che continuano ogni giorno a terrorizzare la popolazione, anche noi li abbiamo sentiti. Siamo stati testimoni scomodi e in più abbiamo commesso un reato gravissimo per Kiev, abbiamo portato giocattoli e medicinali, quest'ultimo è una colpa per cui le bande fasciste del governo ucraino possono uccidere chi la commette.
Tell the truth, dite la verità ci hanno detto i cittadini delle repubbliche del Donbass ovunque li abbiamo incontrati. Anche coloro che sanno solo il russo, la lingua che tutti parlano da sempre lì, oggi sanno due frasi in lingue estere: No Pasaran e Tell the truth. La verità è che quella del regime di Kiev è una guerra di sterminio condotta ai fini della pulizia etnica e per questo non vogliono testimoni. Noi siamo prima di tutto questo, semplici testimoni di verità a cui speriamo si aggiungano molti altri. In modo di distruggere la bolla di fakenews con la quale UE e NATO giustificano il loro sostegno alla guerra dei golpisti ucraini, che devono finire nel solo posto che meritano: la galera.
[Nelle foto: L'università bombardata e gli studenti uccisi; e la festa del Primo Maggio a Lugansk:
9 maggio 2016 - 71° anniversario della Vittoria dell'Unione Sovietica sul nazifascismo. Il 23 maggio ricorrenza dell'assassinio del Com. Mozgovoy e della sua scorta, saremo presenti con una delegazione della Carovana Antifascista, in Donbass.
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/area-ex-urss/26865-comunicato-della-banda-bassotti
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=pLrwyKN-H0c
STATEMENT FROM BANDA BASSOTTI, 24.10.2016
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https://www.facebook.com/bandabassottiband/videos/10153795759516574/
Since May 2nd 2014 we are active supporting the fight of the Donbass Antifascist, we share this fight with several other comrades that in such hard time haven’t left us alone.
Since the beginning of this war, Western media - like in many further cases - stand out for the silence and the falsification of the reality covering the crimes of the central Government of Kiev.
The truce of Minsk have not been enforced by the puppet Ukrainian Government; Bombs keep falling and kill civilians. Commanders and fighters of the Novorossia resistance are brutally killed. People keep living with the constant fear of bombs and of a new aggression of the nazi-fascist troups of Poroscenko Government.
The population of Donbass urges us to organize a new Antifascist Caravan to bring humanitarian aid.
We plan to visit them on the 1st of May, International Labor day. In that day we will deliver food and medicines to the population of the two Republic and we will play two concerts in Donetsk and Lugansk. With this statement, we invite all the Comrades that in Europe and in the World helped us and the Antifascist fight to collect food, medicines, copybooks, pens and pencils for children.
BANDA BASSOTTI – Roma -
PLANET EARTH OCTOBER 2016
NO PASARAN!
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