Informazione

La precedente puntata delle avventure del professor Prezzemolo si
trova alla URL:
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1093


MAMMA CROAZIA PREMIA IL SUO BENEMERITO FIGLIO PREZZEMOLO


Tratto da �Vecernji List� (Zagabria) del 29 agosto 2001.
Traduzione e note a cura del Coord. Romano per la Jugoslavia.

Predrag Matvejevic riceve l'ordine benemerito dal presidente
Stjepan Mesic

MATVEJEVIC: �LIBERIAMOCI DAL PESO DEL PASSATO�

Zagabria - �No, questo piccolo distintivo rosso sulla mia
giacca non e' un residuo del Partito Comunista ma un simbolo
della Legion d'Onore�(1), dice sorridendo P. Matvejevic entrando
nel gabinetto del presidente per ricevere l'onoreficenza.
Il presidente della Repubblica di Croazia S. Mesic ha insignito
il dottor Matvejevic con l'onoreficenza della Danica Hrvatska (2),
con l'effigie di Marko Marulic (3) per i grandi meriti nei campi della
scienza e della cultura.
�Per il suo lungo lavoro di uomo di scienza e cultura, per tutto
quello che ha fatto al servizio dell'uomo, e per essere intervenuto
nel momento piu' difficile, per il suo lavoro scientifico che e' stato
preso poco in considerazione le consegno questa onoreficenza�,
ha detto il presidente davanti a numerosi giornalisti di quasi tutti i
media croati. Nelle parole di ringraziamento, P. Matvejevic ha detto
di essere stato sorpreso quando gli hanno comunicato che fra i
prescelti si trovava anche il suo nome, in quanto negli ultimi dieci
anni di lui si era scritto e parlato con sottovalutazione, usando
menzogne ed offese alle quali non voleva rispondere. Matvejevic
ha aggiunto che, malgrado i dubbi, e' venuto a prendere
l'onoreficenza, cosa che non avrebbe fatto per nessuna ragione
nel periodo che e' alle nostre spalle (4).
�Rinunciare in questo momento sarebbe stato come sottovalutare
l'impegno dell'attuale presidente della Croazia per liberarsi,
finalmente,
dal mito e dal peso del passato� (5), ha detto Matvejevic, aggiungendo
che non dobbiamo permettere che questo mito e peso diventino ancora
una volta un ostacolo sulla strada verso la democrazia e la liberta'.
�Non sostenere questa posizione significherebbe nell'odierna
situazione mettersi dalla parte di quelli che nella seconda guerra
mondiale
hanno infangato la Croazia oppure, nel periodo della Guerra Patriottica
[sic!], nel quale il nostro paese (6) ha sofferto e si e' impoverito e
veniva
derubato senza scrupoli�, ha aggiunto Matvejevic.
Spiegando con tono pacato la sua concezione politica, Matvejevic ha
citato l'apertura verso l'Europa e il mondo contro l'isolamento
provinciale,
la politica della ragione contro la politica come mestiere per
interesse,
per uno stato di diritto e contro una giurisprudenza autoritaria, per
l'interesse nazionale e contro l'esclusivismo nazionalista, e cosi' via.
Del suo piccolo contributo nell'impegno dal quale dipende il futuro
dei popoli che insieme hanno sofferto su questi territori, Matvejevic
ha detto: �sono stato fiero quando ultimamente i cittadini della
Bosnia-Erzegovina, nella quale sono nato, hanno accolto il presidente
Stjepan Mesic con calore nella Sarajevo distrutta�. [Lada Zigo]

NOTE

(1) Matvejevic in realta' e' stato candidato nelle liste del Partito dei
Comunisti Italiani e, in Croazia, con il Partito Socialista Operaio.
Perche'
ci tiene tanto, allora, a prendere le distanze dai "comunisti" proprio
in
questa occasione? Si noti, comunque, che questa onoreficenza
attribuitagli
in Croazia non e' la prima che egli riceve da quelli che hanno
distrutto la
RFS di Jugoslavia.
(2) "Stella Polare Croata".
(3) Scrittore del Settecento.
(4) Un discorso a se stante meriterebbe la smania croata per le
onoreficenze,
le alte uniformi ed i gagliardetti di ogni genere. Per non parlare della
personale predilezione dell'attuale presidente Mesic per le medaglie.
Ricordiamo anche che gia' nel 1990 Mesic difendeva a spada tratta la
memoria del suo zio Marko, collaborazionista dei nazifascisti e doppio-
giochista durante la II guerra mondiale, insignito persino da Hitler con
la �Croce di Ferro�, a da Pavelic con il �Trifoglio di Ferro� (vedasi:
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/751 ).
(5) Poiche' politici e giornalisti non hanno memoria, rivediamo qualche
elemento della biografia dell'attuale presidente croato, che Matvejevic
in questa occasione riempie di complimenti.
Stjepan Mesic e' noto almeno dal 1990 come nazionalista croato e
stretto collaboratore di Tudjman nell'HDZ (finche' gli e' convenuto).
Ultimo presidente (autoproclamato) della RFS di Jugoslavia, ha
collaborato con l'Unione Europea a dare il colpo di grazia al suo
paese,
come ricordera' poi con orgoglio nel libro "Come abbiamo distrutto la
RFS di Jugoslavia", recentemente riedito a Zagabria con altro titolo.
Dopo la morte di Tudjman, presentato dai media occidentali e filo-
occidentali come "uomo nuovo che vuole rompere con il passato",
ne diventa il successore e guida la Croazia "dal volto nuovo" secondo
i criteri imposti dagli USA e dalla UE. Mentre tutta la sua carriera
politica ne dimostra il vezzo trasformista, da presidente si e'
caratterizzato
per le posizioni ambigue, per il continuo dare "un colpo al cerchio ed
uno alla botte", ad esempio per la apparente intenzione, da un lato, di
consegnare al Tribunale "ad hoc" dell'Aia (su pressione USA) i
criminali di guerra, mentre dall'altro lodava la formazione
paramilitare
ustascia delle �Tigri� nel decennale della loro costituzione.
(6) Per Matvejevic la Croazia "indipendente" e' "il nostro paese" -
benche' egli sia nato in Bosnia (anzi in "Erzeg-Bosnia", come ha
affermato in alcune occasioni) e benche' certa stampa italiana
("Il Manifesto") voglia attribuirgli a tutti i costi convinzioni
jugoslaviste. Ma che croato sarebbe Matvejevic, che tra l'altro e'
figlio di padre russo?


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1993 - L'ANNO DELLE PRESSIONI E DEI RICATTI INTERNAZIONALI

CRONOLOGIA. LA JUGOSLAVIA SOTTO L'EMBARGO

All'inizio del '93 su iniziativa della Danimarca, la RF di Jugoslavia
viene estromessa dall'Organizzazione Mondiale della Sanit�. Questo in
un momento in cui il paese registrava un afflusso di circa 600000
profughi da varie parti della RFS di Jugoslavia. Alla fine dell'anno
nel paese si registrer� un'inflazione pari a circa il 300000000%.
Il '93 � anche l'anno delle �rivelazioni� di Roy Gutman - giornalista
destinato a vincere il Premio Pulitzer - sui �campi di sterminio�, e
del Ministro degli Esteri bosniaco musulmano H. Silajdzic sulle �decine
di migliaia di donne musulmane fatte oggetto di violenze sessuali a
scopo di pulizia etnica.� In effetti la disinformazione sulle questioni
bosniache, come in tutto il corso della crisi jugoslava, a partire dal
1990, non � episodica e casuale ma strategica e persistente. Sempre nel
1993 esce in Francia un libro dal titolo �Le verit� jugoslave non sono
tutte buone a dirsi�, nel quale Merlino dimostra il ruolo avuto da
agenzie specializzate come la �Ruder & Finn Global Public Affairs�, il
cui direttore afferma di aver lavorato per il governo sloveno, croato,
bosniaco-musulmano e per il governo secessionista del �Kosova�, cio�
per i secessionisti albanesi di Rugova. Su �Foreign Policy� Peter Brock
pubblica un lungo articolo in cui elenca tutta una serie di
falsificazioni, scatenando un putiferio ed una levata di scudi da parte
dei suoi colleghi giornalisti in mezzo mondo.
Il 1993 � anche l'anno in cui Slovenia, Croazia e RF di Jugoslavia
(Serbia e Montenegro) consolidano o rinnovano le loro legislazioni e
strutture istituzionali. In particolare la Croazia introduce la nuova
moneta denominata kuna - nel segno della continuit� con la moneta in
corso legale sotto Pavelic (1941\45) - le cui banconote vengono
stampate in Germania.
E importante osservare che la NATO ha cercato di inserirsi nella crisi
jugoslava fin dall'inizio. L'intervento divenne del tutto manifesto
proprio nel 1993, quando la NATO incominci� ad appoggiare le operazioni
UNPROFOR in Jugoslavia.

- 3 gennaio Ginevra. Continua la conferenza sulla Bosnia con la
partecipazione delle tre parti in causa allo stesso tavolo di
trattative.
- 23 gennaio Dalmazia settentrionale. Le truppe croate iniziano
l'attacco ai territori serbi della Dalmazia settentrionale che sono
sotto la protezione UNPROFOR e in questa occasione muoiono pi� di 800
civili.
- 2 febbraio Praga. Durante la riunione dell'OSCE la Jugoslavia, come
�membro sospeso�, viene posta di fronte all'ultimatum di �cambiare
radicalmente la sua politica o confrontarsi con un embargo ancora pi�
duro�.
- 23 marzo Bratunac. Termina l'esumazione e la sepoltura di 34 serbi di
Kravice, massacrati dai musulmani di Srebrenica.
- 31 marzo New York. Sotto la forte pressione della delegazione
americana il Consiglio di Sicurezza dell'ONU con una breve procedura
vara la risoluzione 815 sull'uso della forza militare (aerea) contro i
violatori delle zone interdette al volo nella Bosnia ed Erzegovina.
- Nell'aprile 1993 Clinton invia Belgrado Mr Ralph Reginald Bartolomew,
accompagnato da pezzi grossi del Dipartimento di Stato e delle Forze
Armate. Al loro arrivo, i delegati creano momenti di tensione cercando
di imporre incontri separati con i rappresentanti delle istituzioni e
dell'esercito, e chiedendo che si prema sui serbi di Bosnia per la
accettazione incondizionata del Piano Vance - Owen. In quella occasione
i toni della discussione sono particolarmente aspri con gli ufficiali
dell'Esercito Jugoslavo (JNA), che alludono al Vietnam. Ad un
ricevimento presso l'Ambasciata USA vengono invitati solamente i
rappresentanti dell'opposizione.
- 6 aprile Bruxelles. Il Consiglio dei Ministri dell'UE proclama un
ulteriore inasprimento dell'embargo a Serbia e Montenegro, mentre
l'Alleanza per la difesa dell'Unione dell'Europa occidentale, decide di
inviare nelle acque del Danubio una decina di battelli di controllo,
con 300 uomini per controllare le sanzioni contro la RFJ.
- 8 aprile. La FYROM (Macedonia) diventa membro dell'ONU nonostante le
gravi questioni rimaste in sospeso con la Grecia.
- 12 aprile Vicenza. Inglorioso inizio dell'azione di supervisione NATO
delle zone interdette al volo al di sopra dell'ex Bosnia Erzegovina,
con la caduta del �Mirage-2000� nell'Adriatico, decollato dalla
corazzata Theodor Roosevelt.
- 18 aprile New York. Il Consiglio di Sicurezza vara la risoluzione 820
con cui si introduce il completo embargo economico alla RFJ, nel caso
in cui i Serbi di Bosnia non firmino entro il 26 aprile il piano di
pace Vance-Owen in toto e senza alcun cambiamento.
- 28 aprile New York. Con la risoluzione 821 il Consiglio di Sicurezza
stabilisce che la RFJ non pu� continuare automaticamente ad essere
membro dell'ONU e suggerisce all'Assemblea Generale di estromettere la
RFJ dai lavori del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.
- 7 maggio New York. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU emette la
risoluzione 824, con la quale Sarajevo, Bihac, Tuzla, Zepa, Srebrenica
e Gorazde ottengono lo status di �zone protette�.
- Maggio 1993 Kosovo. Nell'attacco terroristico dei secessionisti
albanesi alle porte di Glogovac sono stati assassinati due poliziotti.
- 31 maggio / 1 giugno Belgrado. Dopo un lungo dibattito, all'una di
notte con votazione segreta nel consiglio cittadino e nel consiglio
della Repubblica su richiesta del Partito Radicale della Serbia, il
parlamento della RFJ ha revocato l'incarico al presidente Dobrica Cosic
per �abuso della Costituzione della RFJ�.
- 1 giugno Belgrado. Durante manifestazioni dinanzi al Parlamento muore
un poliziotto e tre poliziotti vengono pesantemente feriti. Vengono
feriti anche 32 manifestanti, in maggioranza appartenenti alla
coalizione DEPOS.
- 3 giugno Vranje. Nella caserma delle Brigate della Morava Sud, il
militare Jozef Mender ha ucciso otto militari dell'esercito jugoslavo.
- 8 giugno Sabac. Nella caserma �Miko Mitrovic� il militare Kis Nandor
ha ucciso il tenente Sasa Trajkovic ed ha ferito il militare Zoran
Novakovic, e poi si e' suicidato.
- 10 giugno Skopje. Nella ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia (FYROM)
giungono 300 militari statunitensi che vanno ad aggiungersi al
battaglione nordico dell'UNPROFOR, per la cosiddetta �missione
preventiva�.
- 20 giugno Copenhagen. Alla riunione dei �Dodici� viene riconosciuta
la sconfitta della politica occidentale sulla ex Jugoslavia, a causa
dei riconoscimenti affrettati di Slovenia, Croazia e Bosnia-Erzegovina.
- 27 giugno Belgrado. Sul territorio della ex Jugoslavia ci sono 3.5
milioni di rifugiati, dei quali piu' di uno e mezzo sul territorio
della RFJ.
- 12 luglio Sarajevo. Le forze fedeli ad Alija Izetbegovic hanno
inscenato un attentato ai cittadini in fila per l'acqua nel quartiere
Dobrinja, a Sarajevo, causando la morte di dodici civili ed il
ferimento di quindici.
- 29 luglio Zagabria. Il Sabor croato ha cambiato il nome alla valuta
nazionale, introducendo la kuna come nel periodo dello Stato
Indipendente Croato degli ustascia.
- 30 luglio Ginevra. Sono stati determinati i principi costituzionali
per il futuro ordinamento della Bosnia-Erzegovina come unione di tre
repubbliche.
- 6 agosto Sarajevo. Dopo l'incontro tra il comandante dell'UNPROFOR
per la Bosnia-Erzegovina ed i comandanti degli eserciti serbo e
musulmano, gli osservatori militari dell'ONU hanno preso le posizioni
serbe sui monti Igman e Bjelasnjica.
- 9 agosto Bruxelles. Il consiglio della NATO ha adottato il piano
delle opzioni operative per gli attacchi aerei in Bosnia-Erzegovina,
stabilendo che la prima azione delle forze alleate deve essere
approvata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite.
- 11 agosto Mare Adriatico. Il caccia NATO F-16 e' caduto in mare per
un guasto meccanico vicino all'isola di Pag.
- 20 agosto Belgrado. In Serbia ha inizio l'approvvigionamento
alimentare con la tessera.
- 26 agosto Belgrado. Su decisione del Consiglio Supremo della Difesa,
nuovo Comandante del Quartier Generale dell'Esercito Jugoslavo e'
Momcilo Perisic. In questa occasione sono stati pensionati 43 generali.
- 28 agosto Bosnia-Erzegovina. Il parlamento serbo e quello croato
hanno accettato le misure del �pacchetto di Ginevra� per la conclusione
della guerra in Bosnia, mentre i musulmani hanno rifiutato.
- 7 settembre Belgrado. Il consiglio supremo della Difesa della RFJ ha
nominato i nuovi comandanti dell'Armata e del Korpus dell'esercito
jugoslavo.
- 17 settembre Banja Luka. E' terminata l'azione di protesta di otto
giorni di una parte dell'esercito della Repubblica Srpska contro i
profittatori di guerra, detta �del settembre '93�.
- 20 settembre. I musulmani della regione di Bihac, fedeli a Fikret
Abdic, proclamano l'indipendenza dal governo di Sarajevo. Abdic uomo
d'affari della Agrokomerc buttatosi in politica nel l99l quando aveva
ottenuto pi� voti dello stesso Izetbegovic nelle elezioni
presidenziali, aveva dovuto rinunciare all'incarico a causa di
pressioni del carattere mai chiarito. Con la proclamazione
dell'indipendenza Abdic e decine di migliaia di musulmani scelgono la
strada della collaborazione con i croati e i serbi.
- 21 settembre Mosca. Il presidente russo Boris Jetzin con un decreto
ha sciolto il parlamento ed il congresso dei deputati.
- 27 settembre Velika Kladusa. Viene proclamata la �Regione Autonoma
della Bosnia Occidentale�.
- 4 ottobre New York. Il Consiglio di sicurezza ha adottato la
Risoluzione 871, con la quale il mandato UNPROFOR nella ex-Croazia
viene prolungato fino al marzo 1994 e le sanzioni contro la RFJ vengono
direttamente messe in relazione alla crisi nelle Krajne serbe in
Croazia.
- 20 ottobre Belgrado. Il presidente della Repubblica di Serbia
Slobodan Milosevic ha sciolto il parlamento ed ha indetto nuove
elezioni per il 19 dicembre. L'Assemblea della RFJ ha scelto il nuovo
stemma della RFJ.
- 22 ottobre Belgrado. Radovan Karadzic e Fikret Abdic firmano la
Dichiarazione di pace tra la Repubblica Srpska e la Regione Autonoma
della Bosnia Occidentale.
- 4 novembre Ginevra. Il comitato per le sanzioni ha rimandato la
decisione sulla importazione del gas russo alla RFJ.
- 9 novembre Mostar. Le unita' dell'HVO (croati) durante scontri con i
musulmani hanno bombardato il Ponte, vecchio di 427 anni.
- 23 novembre Belgrado. Viene reso noto che per i primi sei mesi di
quest'anno 108 persone nella RF di Jugoslavia sono morte per malattie
infettive normalmente curabili. Nei primi dieci giorni di novembre,
nell'ospedale psichiatrico di Gornja Toponica presso Nis a causa della
mancanza di medicinali sono morti 70 pazienti. La maggiorparte dei
decessi e' causata dalla azione deleteria delle sanzioni sui neonati.
29 novembre Bruxelles. Per iniziativa degli USA il piano Juppe'-Kinkel
per la eliminazione delle sanzioni contro la RFJ, legato alla fine del
conflitto in Bosnia-Erzegovina, viene trasformato in una �riduzione
scaglionata delle sanzioni�, con tutta una serie di nuove condizioni a
scapito dei serbi.
- 21 dicembre Ginevra. La parte serba e quella croata, con le
delegazioni al completo, hanno raggiunto un accordo sulle concessioni
territoriali ai musulmani nella ex-Bosnia Erzegovina, nella misura
richiesta del 33.3 per cento.

(tratto dal periodico militare jugoslavo "Vojska", Belgrado,
13/1/1994, a firma B. Djurdjevic ed integrato con appunti a cura
del Coord. Romano per la Jugoslavia)

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La Nato in Macedonia: come pagare la resa.

(traduzione in volgare tra parentesi quadre.)

[Nel dibattito parlamentare] " La diplomazia occidenale [la NATO, gli
Usa, la Ue] ha fatto valere il suo peso [ha minacciato] e la promessa
di aiuti economici [e ha destabilizzato con il ricatto economico] per
sbloccare la situazione [per far firmare la resa]. E ieri le promesse
della Ue sono state formalizzate [E ieri le prebende sono arrivate]. Il
commissario Chris Patten [Patton?...] ha firmato il provvedimento
che stanzia nel complesso 42,5 mln di Euro (82 mld di lire). "

" Duemila manifestanti davanti al Parlamento contro i cedimenti ai
"terroristi" [tra virgolette nell'originale] dell'UCK hanno inscenato una
parodia della missione di raccolta delle armi (...): hanno scaricato
davanti al Parlamento rifiuti di ogni tipo: armi giocattolo, stoviglie
rotte, vecchie cucine ed elettrodomestici vari, missili di cartone, a
simboleggiare il tipo di armamento che starebbe consegnando
l'UCK "

(da L'Unità, sabato 8 settembre 2001.)

------

Sequestrate 50 tonnellate di armi modernissime, contenute in 4
container, nel porto di Capodistria (Koper - SLO). Il carico è stato
sbarcato da una nave proveniente dalla Malesia, dopo uno scalo a
Malta [?? : base U.K. ...]. Destinazione finali delle armi: Macedonia.
Valore complessivo 4 mld di lire ca.

(fonte Il Piccolo, 7 settembre 2001)

(yure)

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Subject: COAT: 24 Reasons To Oppose NATO
Date: Wed, 5 Sep 2001 23:33:54 -0700 (PDT)
From: Rick Rozoff <r_rozoff@...>
To: r_rozoff@...


[Richard Sanders is the coordinator of the Coalition
to Oppose the Arms Race [COAT] and is organizing the
"No to NATO: Festival of Creative NonViolence" in
Ottawa, Canada on October 6th to protest the NATO PA
meeting there from October 5-8.
The following compilation of reasons to oppose NATO is
the most comprehensive and convincing I've ever seen,
and I would strongly encourage all friends of peace
and international justice to contact Richard and offer
assistance.
And please pass this on to friends and other contacts.
Thanks.]





From: Richard Sanders <ad207@...> |

Friends,

In preparation for COAT's "No to NATO: Festival of
Creative NonViolence"
(on Oct. 6, in Ottawa), I've produced a tentative list
of "REASONS TO OPPOSE NATO." Please feel free to
suggest additional reasons or ways to improve the
list. This is a draft.

Richard Sanders, Coordinator,
Coalition to Oppose the Arms Trade (COAT)

P.S. Perhaps another reason to oppose NATO is that
activists like us have to waste so much of our lives
opposing it!

===================================24 REASONS TO OPPOSE NATO:

(1) NATO is a creature of the Cold War and should be
abolished, not expanded.

(2) NATO's official military doctrine reserves for
itself the right to use nuclear weapons despite the
fact that in 1996 the World Court made such use, or
threat, illegal. NATO's "first use" nuclear weapons
policy means it is willing to use nuclear weapons even
when none have been used against them. The use of
nuclear weapons contravenes International
Humanitarian Law because civilian deaths would be
massive and indiscriminate.
NATO's nuclear weapons also pose the risk of
environmental catastrophe, including the global
holocaust of "nuclear winter." NATO's nuclear weapons
policy also contravenes the Nonproliferation Treaty
(to which all NATO members are signatories) that
requires all states to press quickly to abolish
nuclear weapons. NATO member states (US, UK and
France) now have more than 9,000 nuclear warheads in
active service, about 60% of the world's nuclear
arsenal. These three NATO states have committed some
of their nuclear weapons to NATO for its use in war.
NATO itself maintains between 60 and 200 nuclear
weapons at airbases in Western Europe. NATO's nuclear
weapons and the threat of their use are a means of
coercion and intimidation, especially against states
that do not possess these weapons.

(3) NATO's powerful core members (the U.S., the U.K.,
France, Germany, Holland, Belgium and Spain) have a
long history of controlling vast empires. Former
colonies of these NATO countries -- today's Third
World -- still suffer from tragic economic
inequalities resulting from hundreds of years of
imperialism imposed by nations that are now members of
NATO.
Transnational corporations controlled by economic
interests in NATO countries continue to dominate these
former colonies under a neoliberal economic system now
labeled "corporate globalization."

(4) According to the Stockholm International Peace
Research Institute, about 80% of the world's total
military equipment was produced by NATO members in
1996. The following NATO members are among the
world's top ten military producers: the U.S., the
U.K., France, Germany, Italy and Canada.
The U.S., U.K. and France alone contributed about 70%
of world's total arms production for that year.

(5) After the disappearance of the Soviet Union and
the Warsaw Pact, NATO became increasingly irrelevant
and needed a reason for its continued existence. NATO
therefore escalated its efforts to foment ethnic wars
in the Balkans in order to create excuses for its own
military interventions in the region. NATO's
interventions -- so-called "humanitarian wars" --
were then sold to the public as a means of settling
conflicts between ethnic groups. NATO's real purpose
is to expand the colonial spheres of influence of its
member states and their corporate allies.

(6) NATO waged a war of aggression against Yugoslavia
that was illegal under its own Charter and various
international laws.

(7) NATO forces used 1,200 warplanes and helicopters
to fly 35,000 combat missions against Yugoslavia. It
dropped 20,000 bombs and missiles containing 80,000
tons of explosives on that country. Contrary to
international law, NATO targeted civilian
infrastructure, including over 1,000 targets of no
military significance, such as: schools, hospitals,
farms, bridges, roads, railways, waterlines, media
stations, historic and cultural monuments, museums,
factories, oil refineries and petrochemical
plants.

(8) NATO's illegal bombing campaign severely impacted
the health of Yugoslavia's civilian population.
Thousands of civilians were killed, at least 6,000
were injured and countless others, especially
children,
suffered severe psychological trauma.

(9) According to the UN Environmental Program, NATO's
bombing campaign triggered an ecological catastrophe
in Yugoslavia and the surrounding region.

(10) In its war against Yugoslavia, NATO used weapons
that are prohibited by the Hague and Geneva
Conventions and the Nuremburg Charter, such as
depleted uranium missiles that are radioactive and
highly toxic weapons with long-term, life-threatening
health and environmental consequences, and
anti-personnel cluster bombs designed to kill and maim
(that contravene the "Ottawa Process on Landmines"
because many "bomblets" do not explode during
initial impact). NATO continues to stockpile these
prohibited weapons for use against civilian
populations in future wars.

(11) After its bombing of Yugoslavia, NATO refused to
disarm the Kosovo Liberation Army (KLA) as required
by United Nations resolution 1244.
Instead, NATO converted the KLA into the Kosovo
Protection Force supposedly to maintain peace and
order in NATO-controlled Kosovo. Under the watchful
eye of 40,000 NATO troops, the revamped KLA terrorists
ethnically cleansed the area of 250,000 people who
were not of Albanian heritage (as well as some ethnic
Albanians loyal to Yugoslavia). During NATO's
occupation, 1,300 citizens have been killed and
another 1,300 have been reported missing. Kosovo's
remaining minorities have no freedom of movement,
live in ghettoes and face frequent terrorist attacks
and property destruction.

(12) NATO appointed Agim Ceku, an alleged war
criminal, as commander of the Kosovo Protection Force.
Ceku, an Albanian Kosovar, led the Croatian army's
"Operation Storm" that ethnically cleansed the Serbian
population from their ancestral lands in Croatia. If
the Hague were to pursue an indictment of Ceku, and
other such terrorists, it would be a major
embarrassment to their NATO bosses.

(13) As an occupying colonial power, NATO forces
helped to enforce the cancellation of election results
in Bosnia, shut down the offices and transmission
towers of media stations that were critical of NATO's
presence and seized the assets of political parties
that refused to cooperate with them.

(14) The exploitative behavior rampant in military
culture is exemplified by the actions of NATO troops
based in the Balkans. For example, NATO troops fuel
the demand for prostitution in both Bosnia and Kosovo.
The women who service NATO troops live in deplorable
conditions and are frequently held against their will
by local captors. When evidence of
UN or NATO involvement in this trade has surfaced,
implicated officers have been discharged and sent home
but no criminal proceedings have ever been initiated
against them.

(15) NATO has been a prime source of destabilization
in Macedonia by giving military assistance to Albanian
terrorists there. The London Times (June 10, 2001)
reported that NATO's appointee to the Kosovo
Protection
Force, Agim Ceku, sent 800 KLA troops to Macedonia to
aid the nascent Albanian insurgency there. This June,
NATO troops intervened to evacuate KLA fighters when
Macedonian forces closed in on the rebels near
Aracinovo.
German media reports state that NATO's evacuation was
ordered because 17 former U.S. military personnel --
hardened by years of Balkan fighting and working for a
private U.S. mercenary group -- were among the KLA
terrorists. NATO has also used diplomatic means to
pressure the Macedonian government to succumb to
Albanian demands.

(16) NATO's aggressive policy of expansion into
Eastern Europe severely threatens international
stability. With NATO's annexation of the Czech
Republic, Hungary and Poland now complete, Albania,
Bulgaria, Estonia, Georgia, Latvia, Lithuania,
Romania, Slovakia and Slovenia have declared an
interest in joining the NATO juggernaut. NATO has
also set its sights on penetrating even further into
former Soviet spheres of influence by trying to
encompass Azerbaijan, Belarus, Kyrgyzstan and the
Ukraine. NATO's intention to press beyond the former
borders of the Soviet Union is dangerously
confrontational and risks provoking war with Russia.

(17) NATO's expansion into Central and Eastern Europe
is a means of integrating the military forces within
those countries under NATO (and largely U.S.) control
As military units within NATO, the armed forces
of new NATO member states must submit to demands for
standardization of military training, weapons and
other military equipment. Requirements that new
members standardize their military equipment to NATO's
exacting specifications is a tremendous boon to U.S.
and European military industries that profit greatly
from these expanded export markets.

(18) New NATO member states may also lose sovereignty
over other important aspects of their armed forces,
such as the command, control, communications and
intelligence functions, which also risk being subsumed
under the auspices of NATO standardization.

(19) The reasons for NATO's expansion eastward are
largely economic. For instance, NATO's military access
and control over Eastern Europe helps Western European
corporations to secure strategic energy resources such

as oil from the Caspian Sea and Central Asia. The
U.S. and Western European corporations will greatly
benefit from NATO's control of the oil corridor
through the Caucasus mountains. NATO wants its troops
to patrol this pipeline and to dominate the
Armenian/Russian route to the Caspian Sea.
The Caucasus also link the Adriatic-Ceyhan-Baku
pipeline with oil-rich countries even farther east, in
the former Soviet Central Asia republics of
Kazakhstan and Uzbekistan. Billions of dollars in oil
may someday flow through these corridors to Western
Europe for the benefit of Western-based oil companies.

(20) NATO's growth is not only a provocation to
Russia, it also threatens the security of China and
other Asian states that may respond in kind by
increasing their military spending, thus diverting
resources from the essential needs of their citizens.
NATO's expansion may eventually provoke an anti-NATO
alliance in Asia, further destabilizing peace and
leading to possible future wars.

(21) As part of the "NATO Defence Capabilities
Initiative," NATO member states have committed
themselves to increase their military abilities
for "power projection, mobility and increased
interoperability." This will require significant
additional military expenditures. European NATO
countries have already increased their expenditures
for military equipment by 11% in real terms since
1995. Meanwhile, military budgets in the U.S.
and Canada have also increased over the past two
years. The military budgets of NATO countries
amounted to about 60% of the world's total
military spending (US$798 billion) for the year 2000.
Rather than focusing on such genuinely humanitarian
priorities as providing food, housing, health care,
education, environmental protection and public
transportation for their populations and the rest of
the world, NATO is intent on increasing their military
budgets for future interventions even farther
afield.

(22) The testing and training conducted by NATO to
prepare for war, also has numerous negative impacts on
people and the environment. NATO's war preparations
include military exercises, the training of pilots and
the testing of weapons and warplanes. For instance,
low level flight training areas and bombing ranges in
Nitassinan threaten the traditional lifestyle of many
in the Innu Nation. Their unceded territory in Quebec
and Labrador is being turned into a military wasteland
by NATO test flights. NATO nations also carry out
dangerous bombing practices on Vieques Island,
off Puerto Rico.

(23) In the late 1940s-early 1950s, at the bidding of
the CIA, NATO helped to set up secret paramilitary,
anti-communist cells in at least 16 European
states. Originally called Operation "Stay Behind,"
this network of guerrilla armies was created to fight
behind the lines in case of a Soviet invasion. It was
codified under the umbrella of the Clandestine
Co-ordinating Committee of the Supreme Headquarters
Allied Powers Europe (which became NATO). These
clandestine armies were condemned by the European
Union in a resolution (Dec. 22, 1990) that blamed the
CIA and NATO for their 40 year role in overseeing this
covert operation. Widely known by the code name for
the Italian campaign (i.e., "Operation Gladio")
these organizations, which the EU feared may still
have been operating in 1990, were accused of illegal
interference in political affairs, conducting
terrorist attacks, jeopardizing democractic structures
and other serious crimes.

(24) Key NATO representatives have interfered with
internal electoral/political developments in Europe.
Although recent elections in Albania were fraught with
irregularities and fraud (ballot box stuffing,
ghost voters, selective disenfranchisement) NATO
General Secretary George Robertson pronounced the
election fair and legitimate. Earlier this year,
another NATO spokesperson openly threatened that if
the Movement for a Democratic Slovakia (the party of
former premier Vladimir Meciar) entered a coalition
government, Slovakia would not be welcomed into NATO
or allowed early European Union membership.


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CRIMES
The next issue of the Coalition to Oppose the Arms
Trade's quarterly magazine, Press for Conversion!,
will elaborate on the above list of reasons to oppose
NATO. We'll gladly mail a free sample copy of that
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in Canada who haven't previously received a free
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address in Canada before September 15.
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address below, or buy an annual subscription for
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Richard Sanders
Coordinator, Coalition to Oppose the Arms Trade (COAT)

A national peace network supported by
individuals and organizations across Canada

541 McLeod St., Ottawa Ontario K1R 5R2 Canada
Tel.: 613-231-3076 Fax: 613-231-2614
Email: <ad207@...> Web site:
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