Informazione
(sul menzognero film di Spike Lee si veda anche: http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/6181 )
Liberazione 26/10/2008
La strage di Sant'Anna Stazzema e il revisionismo (anche quello di sinistra...)
Stefano Cristiano*
All'alba del 12 Agosto del 1944 reparti delle SS, accompagnati da spie fasciste, piombarono nel piccolo borgo di Sant'Anna di Stazzema trucidando a sangue freddo 560 persone, soprattutto donne anziani e bambini. Grazie anche alla scoperta nel 1994 in uno scantinato di Palazzo Cesi (sede della procura generale militare a Roma), del cosiddetto Armadio della Vergogna, che nascondeva da 40 anni documenti fondamentali per ricostruire dinamica e responsabilità delle stragi nazi-fasciste, il tribunale di La Spezia ha condannato all'ergastolo nel 2005 (con sentenza confermata in appello nel 2006 e in Cassazione nel 2007) 10 ex SS responsabili del massacro.
Per anni l'eccidio di Sant'Anna è rimasto sconosciuto ai più, nascosto dietro il muro di gomma della nostra democrazia, lo stesso muro su cui rimbalzano inesorabilmente i tentativi di individuare responsabilità politiche e materiali delle stragi di stato. Oggi il massacro è tornato agli onori della cronaca "grazie" al film di Spike Lee motivato più che dalla ricerca storica, dalla narrazione di una vicenda in gran parte lontana dalla verità processuale.
Ciò che indigna profondamente, non è tanto il film "Miracolo a Sant'Anna", quanto una serie di considerazioni inquietanti. Mi domando: perché in tutti questi anni nessun celebrato regista nostrano ha mai diretto un film su quell'evento così tragico? Perché dopo aver inondato la nostra Tv di "fiction" sulle biografie di papi, suore, prelati, carabinieri, poliziotti, santi poeti e navigatori, nessuno ha mai pensato di raccontare quella, come altre analoghe vicende? Perché il libro il "Sangue dei vinti" di Pansa sta per diventare un film, mentre l'eccidio di 560 persone trucidate da nazi-fascisti spietati, è rimasto chiuso nell'armadio delle nostre coscienze prima che in quello della procura generale militare?
Questo a mio avviso è il cuore del problema, e la risposta credo sia drammaticamente ovvia. Perché lo smantellamento definitivo della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, la Costituzione che ha creato le fondamenta per una democrazia avanzata, che grazie al contributo determinante delle forze democratiche uscite vittoriose dal ventennio fascista, con in testa il Pci, ha garantito diritti e tutele sociali ai lavoratori del nostro Paese, deve essere cancellata, e per farlo, per completare l'opera di restaurazione di un regime autoritario, si deve rimuovere ogni traccia di quella che è stata la vera religione civile del nostro Paese: la Resistenza e la lotta contro il nazi-fascismo. E i frutti di questo lungo lavoro li stiamo vedendo: oggi autorevoli esponenti del Prc definiscono "indicibile" l'aggettivo comunista e propongono un superamento della nostra organizzazione, e contestualmente un numero sempre più grande di giovanissimi che frequentano scuole, stadi, luoghi di svago ostentano senza pudore slogan, simboli e soprattutto cultura e ideologia che si rifanno al fascismo; oggi si tende a considerare con una qual benevolenza quei giovani che, abbracciando la Repubblica di Salò, avevano fatto una scelta sbagliata ma erano comunque mossi da forti ideali, contrapponendoli ai feroci partigiani (rossi) che finita la guerra sarebbero scorrazzati per le valli del centro nord, a consumare con freddezza e ferocia vendette o omicidi politici; oggi in un quartiere popolare della mia città, Pistoia, non riusciamo a rianimare uno storico circolo Arci, per altro dall'evocativo nome "1° Maggio", e a poche decine di metri apre "Casa Pound" con un numero preoccupante di giovani tesserati.
La scelta quindi di convocare il primo Comitato regionale toscano del Prc a Sant'Anna di Stazzema non risponde semplicemente ad un seppur nobile afflato storico-identitario, ma vuole dare il senso di un Partito che ricomincia a farsi carico dell'iniziativa sociale e di quella ideale e culturale, cogliendo fra questi due elementi un nesso imprescindibile, perché è innegabile che il progressivo arretramento della sinistra sul versante delle conquiste sociali e dei diritti, sia stato accompagnato, per non dire favorito, dal contestuale arretramento sul versante dell'identità culturale e politica.
Infatti molti ragazzi che si avvicinano alla politica non chiedono semplicemente di imparare a gestire l'esistente, ma sono anche alla ricerca di senso, di prospettive ideali che vadano oltre il contingente, vogliono sentirsi parte di un progetto politico di trasformazione della società. Ecco quindi che la ricostruzione di un nuovo mutualismo per la rigenerazione di una rete solidaristica ormai sfilacciata, la ricostruzione di occasioni di lotta e vertenze territoriali, rischiano di essere inefficaci ed episodici se non sostenuti da una profonda motivazione ideale e dalla convinzione di appartenere ad una storia fatta di drammi e successi, di sogni e incubi, ma comunque di una storia grandiosa che dalla Comune di Parigi alle rivoluzioni del 900, alla lotta al nazifascismo, alla battaglia contro il colonialismo, fino alle conquiste degli anni 60 e 70, è una storia di riscatto dei soggetti sociali più deboli. Ed è su questo ceppo che possono rifiorire i rami un po' secchi di tutta la sinistra.
*segretario regionale Prc Toscana
Poor Marlise: Her Old Allies Are Now Attacking the Tribunal and Even Portraying the Serbs as Victims
October, 30 2008
By Edward S. Herman
Oggetto: Roma, aggressione fascista. Assoluzione immediata per Yassir!
Data: 30 ottobre 2008 11:27:33 GMT+01:00
Come Comunisti Uniti Lazio ci associamo a questa denuncia (tratta da http://tastorosso.wordpress.com) e alla richiesta di assoluzione IMMEDIATA per il compagno Yassir Goretz del PRC di Roma trattenuto questa notte dalla Questura di Roma -dopo gli scontri seguiti alle provocazioni fasciste alla manifestazione anti-Gelmini di ieri a Roma - e che verrà processato questa mattina per direttissima.
Così come saremo al fianco dei compagni e delle compagne che saranno eventualmente denunciati dalle forze dell'ordine per danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale come sembra da voci ufficiose.
Sotto alleghiamo cronaca dettagliata di Repubblica sulle dinamiche della provocazione e dell'aggressione fascista e sul ruolo di copertura svolto dalle forze dell'ordine a Piazza Navona (la dottrina-Cossiga si riaffaccia?).
Comunisti Uniti Lazio
www.comunistiuniti.it
comunistiunitilazio@...
CHIEDIAMO IMMEDIATO RILASCIO DI YASSIR GORETZ, DIPENDENTE DIREZIONE PRC PRESENTE A SCONTRI.
La provocazione degli agitatori e degli studenti di estrema destra infiltrati nel corteo di questa mattina a piazza Navona e le forze dell'ordine che hanno preso a manganellate pacifici studenti e giovani maestre che protestavano contro l'approvazione del decreto Gelmini sono atti gravissimi e inaccettabili, che purtroppo si commentano da soli. Il governo impedisca in ogni modo simili atti, spieghi alle forze dell'ordine che vanno isolati e allontanati provocatori e violenti, non pacifici studenti e insegnanti.
Chiediamo anche l'immediato rilascio, da parte della Questura di Roma, del dipendente della Direzione nazionale del Prc Yassir Goretz, presente agli scontri e ai disordini con l'unico fine di portare solidarietà e sostegno agli studenti e ai docenti pacifici che manifestavano e in alcun modo responsabile di alcunché. Riteniamo infine che il ministro degli Interni sia tenuto a riferire immediatamente su quanto avvenuto.
Ottobre 29, 2008
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Da Repubblica
Caschi, passamontagna e bastoni. E quando passa Cossiga
un anziano docente urla: "Contento ora?"
Un camion carico di spranghe
e in piazza Navona è stato il caos
La rabbia di una prof: quelli picchiavano e gli agenti zitti
di CURZIO MALTESE
Gli scontri di ieri a Roma
AVEVA l'aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c'era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. "Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane" sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un'onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi.
Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove.
Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano "Duce, duce". "La scuola è bonificata". Dicono di essere studenti del Blocco Studentesco, un piccolo movimento di destra. Hanno fra i venti e i trent'anni, ma quello che ha l'aria di essere il capo è uno sulla quarantina, con un berretto da baseball. Sono ben organizzati, da gruppo paramilitare, attaccano a ondate. Un'altra carica colpisce un gruppo di liceali del Virgilio, del liceo artistico De Chirico e dell'università di Roma Tre. Un ragazzino di un istituto tecnico, Alessandro, viene colpito alla testa, cade e gli tirano calci. "Basta, basta, andiamo dalla polizia!" dicono le professoresse.
Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire".
Il funzionario nel frattempo ha adocchiato una telecamera e il taccuino: "Io non ho mai detto: quelli sono di sinistra". Monica, studentessa di Roma Tre: "Ma l'hanno appena sentito tutti! Chi crede d'essere, Berlusconi?". "Lo vede come rispondono?" mi dice Laura, di Economia. "Vogliono fare passare l'equazione studenti uguali facinorosi di sinistra". La professoressa si chiama Rosa Raciti, insegna al liceo artistico De Chirico, è angosciata: "Mi sento responsabile. Non volevo venire, poi gli studenti mi hanno chiesto di accompagnarli. Massì, ho detto scherzando, che voi non sapete nemmeno dov'è il Senato. Mi sembravano una buona cosa, finalmente parlano di problemi seri. Molti non erano mai stati in una manifestazione, mi sembrava un battesimo civile. Altro che civile! Era stato un corteo allegro, pacifico, finché non sono arrivati quelli con i caschi e i bastoni. Sotto gli occhi della polizia. Una cosa da far vomitare. Dovete scriverlo. Anche se, dico la verità, se non l'avessi visto, ma soltanto letto sul giornale, non ci avrei mai creduto".
Alle undici e tre quarti partono altre urla davanti al Senato. Sta uscendo Francesco Cossiga. "È contento, eh?" gli urla in faccia un anziano professore. Lunedì scorso, il presidente emerito aveva dato la linea, in un intervista al Quotidiano Nazionale: "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì".
È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. "Lei dove va?". Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: "Non li abbiamo notati".
Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri?". "Sì, ma non subito". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!". Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra.
Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s'affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l'assalto degli studenti di sinistra. Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro. Un gruppo di studenti s'avvicina ai poliziotti per chiedere ragione dello strano comportamento. Hanno le braccia alzate, non hanno né caschi né bottiglie. Il primo studente, Stefano, uno dell'Onda di scienze politiche, viene colpito con una manganellata alla nuca (finirà in ospedale) e la pacifica protesta si ritrae.
A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all'occupazione, s'aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. "Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l'idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo".--
Edito da EXORMA, 2008
€ 13,90
Un sorriso per ogni lacrima. E’ la frase che dice Beba alla mamma, perché ha pianto tanto per Sanja, la figlia annegata nel fiume. Tanti sorrisi, al posto di tutto quel pianto, di tutto quel dolore. Un libro che non è romanzo, né libro di racconti... che voleva essere raccolta di stilettate, di pugnalate… allo stomaco, al fegato, agli occhi, al cuore di ognuno che lo leggerà. Un libro, quindi, di colpi bassi.
Perché la guerra fa male, sempre.
Spesso, ce ne dimentichiamo, assorti come siamo nelle nostre attività quotidiane, quasi che esse soltanto esistano, quasi che per esse soltanto si debba vivere.
Tutti, invece, potremmo un giorno svegliarci e accorgerci che tutto cambia e precipita verso un vortice che ci inghiottirà.
Perché la guerra è sleale, non ha codici etici, non guarda in faccia a nessuno. E a rimetterci sono sempre gli stessi, i più deboli. Fra questi, i bambini.
Ma proprio perché è un libro dove si parla di bambini, ognuno col suo nome, ognuno con la sua immagine che riporta a una voce, a un gesto, a uno sguardo che sia, allora, un libro di sorrisi.
Perché il sorriso dovrà sempre, avere la meglio.
Dobbiamo costringerci a pensarlo. Anche quando si piange, anche se sembra non essercene più il motivo, bisogna sorridere.
E poi, al sorriso di Beba dobbiamo continuare a credere...
Oggetto: Lettera contro Nobel
Data: 28 ottobre 2008 16:46:04 GMT+01:00
To the Esteemed Nobel Prize Commission, Stockholm
And to
The Norwegian Embassy, Rome
The Swedish Embassy, Rome
Dear Sirs,
I am a member of a NGO, but I’m writing to you as a simple citizen.
I have always wanted to make a wish: that you, as the Nobel Prize Commission, would award a posthumous Peace Award to Josip Broz Tito, now that his wife Jovanka Broz is still alive.
But in these days you have granted the prestigious Peace Award to Martti Ahtissari, so now I know for sure that my wish will never come true!
You will certainly know some peculiar details of Mr. Ahtissari’s life, being a citizen of your neighbouring country, especially his ill-omened desire to build a monument to the SS “Viking” Division and therefore to his own father, who belonged to that Division!
A part from that, what has this man done to promote peace?
He did nothing but obeying the orders from the United States to create a quisling, mafia-style government in the Balkans!
A Peace Award to him is a terrible insult to all those who really fight for peace!
Unfortunately, it is quite impossible not to see the “long hand” of the United States, when it comes to granting the Nobel Prize.
An American “hobby” and a Jewish lobby together with the three organizations of the world power: Trilateral Commission, Bilderberg Group and World Forum (former Gorbaciov).
I do not expect an answer from you.
Ivan Pavicevac
--- italiano ---
Oggetto: [SovietBelarus] A VIDEO HISTORY OF THE KOMSOMOL
Data: 28 ottobre 2008 16:54:18 GMT+01:00
In the spirit of the 90th Anniversary of the Communist Union of
Youth, I have copied a few links to some inspiring videos of the
KOMSOMOL.
90TH ANNIVERSARY OF THE KOMSOMOL
http://www.youtube.com/watch?v=z1NL1AB44d4&feature=related
OUR KOMSOMOL
http://www.youtube.com/watch?v=hi_FEshYUog
KOMSOMOL
http://www.youtube.com/watch?v=M5BKPvxGAi4&feature=related
Soviet Childrn's Choir Sings the HYMN OF THE SOVIET UNION
http://www.youtube.com/watch?v=KdXMCX_hPkI&NR=1
3A CCCP!
Moderator
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SOURCE: http://groups.yahoo.com/group/SovietBelarus/
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5,000 in Vicenza protest Kosovo secession
Some 5,000 people, about 90 percent of them originally from Serbia but now part of the working class in the factories in and around Vicenza, marched Feb. 24 through that northern Italian town to protest the secession of Kosovo from Serbia.
The Italian state police known as the carabinieri were out in force as a riot squad to keep the demonstration away from both the center of nearby Padua and from the gates of the large U.S. military base, Camp Ederle.
In the demonstration many carried candles through the cold February drizzle and banners reading “Kosovo is Serbia,” “Stop USA terror” and “Kosovo is the Jerusalem of Serbia”—referring to the concentration of historic churches for the many of the Eastern Orthodox faith in northern Kosovo.
—Report and photos from Vicenza by Fausto Schiavetto
Vicenza 24 febbraio 2008
5000 serbi in corteo
Ma c'è anche un dolore cupo, una grande tristezza, una rabbia che per ora non trova risposte. Colpisce un ragazzo grande e grosso con un maglione rosso con scritto sù Serbia e un espressione buona triste, tutto intento a tenere accesa la sua candela che una bava insidiosa minaccia di spegnere. In questo pomeriggio incerto di febbraio la grande manifestazione si stringe attorno alle sue bandiere, al suo orgoglio, alle sue icone.
(si terrà --- a Belgrado un seminario, promosso dal Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia, in occasione del 160.mo anniversario della pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista)From: skoj05@...Subject: Simpozijum povodom 160 godina Manifesta komunisticke partijeDate: February 28, 2008 5:18:19 PM GMT+01:00Povodom 160 godina Manifesta komunisticke partije Nova komunisticka partija organizuje simpozijum 29. februara u sali "Novi svet".Ucesnici:1. Akademik Mihajlo Markovic2. Dr Danilo-Daca Markovic3. Dr Drago Pantic4. Dr Petar Kozic5. Dr Branko Kitanovic6. Roman Mulic7. Batric Mijovic8. Andrej Glisic9. Ana Rucnov10. Igor Petrovic i drugi.Simpozijum pocinje u 10:30 casova u sali "Novi svet", Nemanjina 34/III, ulaz slobodan____________________________________________________________________________Savez komunisticke omladine Jugoslavije SKOJ - The League of Yugoslav Communist Youth SKOJNemanjina 34/III , 11000 Beograd - Nemanjina 34/III, 11000 Belgrade, Serbiaweb: www.skoj.org.yu * e-mail skoj05@... * skoj@...
PIROVA POBEDA NEOLIBERALNOG KONCEPTA
Uz obilatu pomoć režimskih medija i podršku zapadnih imperijalista na čelu sa Sjedinjenim Američkim Državama, proimperijalistički kandidat na izborima za
predsednika Srbije Boris Tadić, predsednik Demokratske stranke, ostvario je pirovu pobedu.
Savez komunističke omladine Jugoslavije (SKOJ) ukazuje da su i ovi izbori sprovodeni po pravilima koja favorizuju buržoaske stranke što predstavlja klasičan primer diskriminacije. Izbori su takođe pokazali da je, u nedostatku autentičnog kandidata levice, ogroman broj pristalica socijalizma glasao za kandidata Srpske radikalne stranke Tomislav Nikolić. To su bili, svi od reda, glasovi protesta protiv neoliberalne politike koju sprovodi Vlada Srbije u kojoj dominira Demokratska stranka predsednika Tadića.
Tadić je potpuno na liniji zapadnog imperijalizma što je u suprotnosti sa interesima radnog naroda naše zemlje. Radničkoj klasi Srbije dobro je poznato Tadićevo licemerno zalaganje da se „preduzmu sve potrebne mere za zaštitu socijalno najugroženijeg stanovništva“ kojim se vređa radnička klasa Srbije žrtva kapitalističke neoliberalne ekonomske politike koja se u našoj zemlji sprovodi od kontrarevolucije iz 2000. godine. Boris Tadić nesmanjenim intenzitetom radi na ulasku naše zemlje u tamnicu naroda Evropsku uniju i u zlocinaèku imperijalističku vojnu formaciju NATO koja je 1999. godine izvršila agresiju na Saveznu Republiku Jugoslaviju . Ulazak Srbije u EU i NATO direktno je suprotstavljen interesima našeg narod i naše zemlje. Zemlje Evropske unije su uz SAD najglasnije u želji da od Srbije otcepe Kosovo i Metohiju. NATO pakt već drži pod okupacijom taj deo teritorije Srbije.
Proimperijalistička i neoliberalistička politika koju sprovodi Boris Tadić sasvim je jasno naneće mnogo zla našem narodu i državi. Stoga je u interesu radničke klase da on što kraće bude na vlasti. Odgovor razvlašcenog proletarijata Srbije mora biti odlučan i brz. Sve progresivne i patriotske snage predvodene komunistima moraju da stvore zajednički front protiv imperijalizma i neoliberalizma.
Savez komunističke omladine Jugoslavije (SKOJ) shvatajući važnost aktuelnog trenutka agituje za akciono jedinstvo svih progresivnih i patriotskih snaga. SKOJ prepoznaje da je prvi korak u tom cilju zajednički nastup progresivnih i patriotskih snaga na predstojećim lokalnim izborima.
Istinski i osvedočeni patrioti na našim prostorima su komunisti. Stoga, SKOJ poziva na stvaranje koalicije Blok komunista, čiji će stožer predstavljati Nova komunistička partija Jugoslavije (NKPJ), koji treba da podrže sve pristalice socijalizma u Srbiji u cilju ulaska progresivnih snaga u organe lokalne vlasti širom zemlje, što ce biti prvi korak u borbi za oslobođenje rada od kapitalističkih eksploatorskih stega.