Informazione
1. La guerra di Spagna e gli Jugoslavi
2. Dichiarazione della Lega della Gioventù Comunista Jugoslava sulla
situazione in Serbia e Montenegro, Marzo 2006
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(This text in english:
M. Kubik: The war in Spain and the Yugoslavs
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4768 )
La guerra di Spagna e gli Jugoslavi
di Marijan Kubik
Secondo segretario della Lega della Gioventù Comunista Jugoslava (SKOJ)
Belgrado
Assieme al 65.mo anniversario della rivolta contro l'oppressione
fascista in Jugoslavia, quest'anno abbiamo commemorato un altro
anniversario il 70.mo anniversario dello scoppio della Guerra di
Spagna.
Gli Spagnoli furono la prima nazione in Europa a essere aggredita
dalle forze dell'asse nazi-fascista. Per noi, Jugoslavi, che prendemmo
le armi nell'Europa occupata, e che fummo il primo popolo a formare un
regolare esercito anti-fascista nel cuore della fortezza Europea,
l'esempio dell'esercito repubblicano Spagnolo fu assai significativo.
Un grande numero di Jugoslavi, molti giovani, corsero in Spagna e
combatterono nelle fila dell'esercito Repubblicano Spagnolo, e
versarono il proprio sangue per la libertà del popolo spagnolo. Coloro
che dopo quella guerra tornarono a casa, si unirono nella guerra
anti-fascista che imperversava nella propria patria. I nostri
"Spagnoli" - come venivano chiamati - portarono dalla Spagna la loro
ricca esperienza militare e politica. Perciò, il loro ruolo
nell'organizzare la nostra rivolta e durante tutta la guerra di
liberazione, fu cospicuo.
Il governo repubblicano, i partiti anti-fascisti e i sindacati
iniziarono l'organizzazione e l'armamento delle loro unità. Così
nacque il glorioso Esercito Repubblicano Spagnolo, che sostenne il
peso maggiore della lotta contro la furia fascista fino alla fine
della guerra. Tuttavia, al contrario delle forze fasciste, l'esercito
repubblicano non ricevette aiuti dall'estero. I "democratici" governi
occidentali, guidati da Gran Bretagna e Francia, annunciarono la
"politica di non-interferenza" - prima da sole e poi in accordo con la
decisione della Lega delle Nazioni.
Dall'altro lato, tutti i veri anti-fascisti in Europa e nel resto del
Mondo sentirono che la Guerra di Spagna aveva una natura che superava
i confini della Spagna. Capirono che la ribellione dei generali
spagnoli costituiva la prima grande prova di forza tra fascismo e
democrazia. Molti partiti progressisti, soprattutto i partiti
comunisti, iniziarono a organizzare gli aiuti alla Spagna, e il modo
più importante di aiutare era l'invio di volontari nel paese. Il
Partito Comunista di Jugoslavia (KPJ) fu tra i più attivi
nell'organizzare gli aiuti alla Repubblica Spagnola.
Il KPJ scrisse in quei giorni, sul "Proleter":
"Non la neutralità, ma il più pieno aiuto possibile è dovuto al
legittimo governo spagnolo da tutti gli stati membri della Lega delle
Nazioni. Si tratta dell'intenzione fascista di distruggere tutte le
nazioni. Si tratta del più tremendo pericolo di guerra. Per evitarlo
non è possibile la neutralità, che significa imporre un blocco al
legittimo governo Spagnolo, ma serve il più rapido e pieno aiuto e
sostegno militare, tecnico e materiale del mondo democratico, di tutti
coloro che vogliono la pace, per il popolo spagnolo."
All'inizio dell'Ottobre 1936, quando la battaglia di Madrid,
bombardata senza pietà dalle aviazioni tedesca e italiana, esplose, i
volontari, gli anti-fascisti di molti paesi, tra cui la Jugoslavia,
erano già al fronte dalla parte repubblicana. Gli Jugoslavi
combatterono in varie brigate. Alcuni, soprattutto quelli di Trieste e
dell'Istria, combatterono nella 12.ma brigata Italiana "Garibaldi";
l'ex compagnia "Balkan" venne ridenominata "Dura Dakovic" e venne
incorporata nel battaglione "Chapajev" della 13.ma brigata Polacca
"Dombrovski". Altri si trovavano nella 15.ma brigata "Lincoln"
composta, soprattutto, da volontari dei paesi anglofoni, Cechi,
Bulgari e altri dell'ex battaglione "Dimitrov", che includeva la
compagnia Jugoslava "Matija Gubec".
Gli Jugoslavi erano sempre tra i migliori, tra i più coraggiosi. Più
di 1300 volontari Jugoslavi, più della metà, lasciarono la propria
vita in Spagna. Coloro che sopravvissero dimostrarono il loro alto
morale nelle nuove prove che li attendevano in Francia, dove, con
volontari di altri paesi, vennero imprigionati in improvvisati campi
di concentramento.
Su iniziativa dell'organizzazione del Partito, guidato da Ivan
Gosnjak, i nostri "Spagnoli" tramutarono tali campi in scuole
politiche e di istruzione generale. Furono in prima linea nelle
battaglie interne contro i tentativi delle autorità di trasformarli
in docile e obbediente massa, utile per vari compiti come la bonifica
dei campi minati. I nostri "Spagnoli" organizzarono scioperi della
fame e rivolte contro la politica delle autorità e le insopportabili
condizioni di vita.
Con l'aiuto del KPJ, riuscirono ad abbandonare i campi, e un grande
numero di loro, circa 250, ritornarono per varie vie in Jugoslavia.
Ma la loro patria, la Jugoslavia, era già sotto occupazione straniera.
Ciò accadeva nell'estate-autunno 1941. Il nemico, che aveva vinto in
Spagna, aveva già raggiunto il paese e per i nostri "Spagnoli" le
battaglie ricominciavano.
Essi furono tra i primi consiglieri militari negli organi del Partito
Comunista di Jugoslavia, tra i primi organizzatori di rivolte, tra i
primi soldati, comandanti e commissari delle prime unità partigiane,
tra gli eroi più popolari. Molti vennero uccisi all'inizio della
guerra - Zikica Jovanovic, Milan Blagojevic, Branko Krsmanovic,
Slobodan Mitrov Danko...
I nostri "Spagnoli" furono tra i migliori organizzatori del regolare
Esercito di Liberazione Nazionale, tra i comandanti, commissari e capi di
stato maggiore del quartier generale e delle maggiori unità operative.
Durante le ultime operazioni, nella primavera del 1945, quando quattro
armate furono create, tutte erano comandate da "Spagnoli" - Koca
Popovic, Peko Dapcevic, Kosta Nadj e Petar Drapsin. Alcuni dei ruoli
avuti dai nostri "Spagnoli", durante la Guerra di Liberazione
Nazionale, possono essere visti dal fatto che una cinquantina vennero
proclamati Eroi Nazionali, mentre una novantina divennero generali.
Più della metà dei nostri "Spagnoli" vennero uccisi in azione.
Proprio come nel nostro paese, gli ex volontari di Spagna furono tra i
migliori combattenti dell'oppressore fascista, tra i migliori
organizzatori delle rivolte armate e tra i migliori partecipanti nelle
azioni di guerriglia in molti altri paesi europei: in Francia, Italia,
Polonia e Bulgaria. I volontari stranieri, Polacchi, Francesi,
Tedeschi, Jugoslavi e di molti altri paesi, benchè surclassati dal
punto di vista militare a causa dell'aiuto che i fascisti ricevevano,
furono tuttavia un segno e un simbolo delle forze della solidarietà
internazionale in azione. La loro lotta, il loro sacrificio hanno
costruito le fondamenta del mondo futuro - il mondo della pace, della
libertà e della fratellanza tra le nazioni.
(Traduzione di A. Lattanzio, revisione del testo a cura del CNJ)
=== 2 ===
(This text in english:
League of Yugoslav Communist Youth statement about situation in Serbia
and Montenegro
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4806 )
Dichiarazione della Lega della Gioventù Comunista Jugoslava sulla
situazione in Serbia e Montenegro
CC Lega della Gioventù Comunista Jugoslava -SKOJ
Marzo 2006
Per quarantacinque anni abbiamo vissuto nel Socialismo, che aveva
centinaia di difetti e migliaia di virtù.
Adesso siamo costretti ad un capitalismo selvaggio con migliaia di
difetti e nessuna virtù.
Il Socialismo nel nostro paese era un ordine sociale nascente. Si è
affermato in conseguenze della Prima e della Seconda Guerra Mondiale,
e degli infiniti problemi ereditati dal blocco del capitalismo.
Dovette dedicare molte risorse per la difesa. Perciò, naturalmente,
non vi era abbondanza. Tuttavia, vi erano soldi per tutte le
necessità, e per ogni individuo nella società.
Oggi, la stragrande maggioranza della popolazione non ha lavoro e non
l'avrà fin quando la borghesia compradora è al potere, installata
dalle baionette e dai dollari della NATO. Con questo regime vassallo
dei paesi NATO, la Jugoslavia ha cessato di esistere. Come risultato
della aggressione NATO, il Kosovo e Metohija sono stati occupati e
trasformati nella più grande base militare della NATO in Europa.
Con l'adozione di una legge incostituzionale di cooperazione con il
Tribunale dell'Aja, il regime vassallo ha infatti legalizzato
l'aggressione della NATO contro la RF di Jugoslavia. Nei sei anni tra
il regime della DOS e l'attuale triumvirato, DSS/SPO/NS, più gente ha
perso la propria vita che in tutte le disgrazie avvenute in 45 anni di
socialismo. Sotto il dominio del regime vassallo, il nostro paese è
divenuto il più povero in Europa. Il debito estero ha raggiunto i 16
miliardi di dollari. Una famiglia media jugoslava di quattro membri, è
in debito per più di $8500. Le importazioni coprono solo il 20% (delle
esportazioni) e il commercio estero ha un deficit di più di 6 miliardi
di dollari. Più del 60% della capacità industriale non è utilizzata, o
parzialmente utilizzata o chiusa. Quasi 40.000 aziende sono in
fallimento o quasi. Tutte le maggiori aziende (ovvero quasi tutte)
sono in vendita, per una miseria, al capitale straniero o alla
emergente borghesia domestica e, per tutto questo periodo, non un solo
grande impianto industriale è stata costruito. Tutto ciò che abbiamo è
stato costruito durante il socialismo.
I disoccupati sono più di due milioni. Il salario medio degli
impiegati, ammonta a molto meno di due dollari al giorno. La classe
lavoratrice è privata dei diritti e convertita in lavoratori a
giornata del capitalismo straniero e della mafia nostrana. Con il
sostegno di leaders sindacali corrotti, sono state approvate le leggi
sul lavoro più reazionarie d'Europa.
Con la privatizzazione delle proprietà statali, sociali, e delle
cooperative, i capitalisti stranieri e quelli nuovi nostrani hanno
rubato al nostro popolo ciò che è stato creato in decenni con il
sudore e il sangue dei nostri avi, dei nostri padri e madri, e di noi
stessi.
Il passato regime (DOS, ndCNJ) ha adottato una legge per cui la
partecipazione alle elezioni si paga nella misura di decine e decine
di migliaia di euro.
(Traduzione di Alessandro Lattanzio, che ringraziamo)
« M.O.: ANDREOTTI, ANCH'IO FORSE TERRORISTA IN CONDIZIONI PALESTINESI
'TRASFERIRE ALTROVE I PROFUGHI IN LIBANO PER DARE LORO PROSPETTIVE'
Roma, 23 mar. - (Adnkronos) - ''Forse io stesso sarei un terrorista in
quelle condizioni''. Da sempre vicino al mondo arabo il senatore a
vita Giulio Andreotti arriva ad immedesimarsi nella vita dei
palestinesi, in particolare delle decine di migliaia di profughi che
vivono in Libano, in campi e condizioni che sono terreno fertile per i
gruppi terroristici. E per alleviare la loro disperazione, l'ex
presidente del Consiglio propone ''un'idea bizzarra'' durante la
presentazione alla Farnesina del libro 'Pace nel Mediterraneo',
raccolta di discorsi di Bettino Craxi. »
IGN - Esteri - M.O.: ANDREOTTI, ANCH'IO FORSE TERRORISTA IN CONDIZIONI
PALESTINESI
Esteri
23 Marzo 2006
ore 23:15
(fonte M. Manno / G. Zambon)
Vorrei azzardare qualche previsione "fantapolitica" sul post-elezioni
del 9 aprile.
Immaginate per un momento uno scenario del genere al momento dello
scrutinio e nei giorni seguenti.
Pur essendo presenti migliaia di osservatori ostili al governo in
carica, non si può che constatare che le elezioni si sono svolte
tranquillamente e che non sono stati segnalati episodi particolari che
possano far pensare a un voto truccato.
Al termine dello scrutinio, lo schieramento governativo riceve il
consenso della maggioranza degli elettori. Contemporaneamente i leader
dell'opposizione convogliano 2.500 persone ( in parte stranieri
provenienti da Russia e Cina) a Piazza Monte Citorio, chiedendo a gran
voce l'annullamento di un voto che, ancora prima dell'apertura dei
seggi elettorali, era stato considerato truccato da governi di grandi
potenze come Russia e Cina, da organismi internazionali come
l'Organizzazione di Shanghai e dal Movimento dei Non Allineati.
Per provare le violazioni, si indica la presunta non spontaneità
dell'espressione della volontà popolare in alcune regioni, e in
particolare in Sicilia che ha eletto solo rappresentanti della
maggioranza di governo.
I manifestanti, ridotti dopo qualche ora a poche centinaia, decidono
di rimanere nella piazza del Parlamento, innalzando non più di una
dozzina di tende. Sono equipaggiati per resistere giorni, con
vettovaglie, vestiti, cucine da campo (tutto gentilmente fornito da
organizzazioni umanitarie russe e cinesi). Abbiamo già fatto notare
che alcuni di loro sono stranieri. Ad esempio alcuni bielorussi
(legati al regime di Lukashenko che appartengono ad un'organizzazione
chiamata "Stella Rossa") vestono tute mimetiche e indossano guanti con
rafforzamenti metallici adatti allo scontro di piazza. Sono decisi a
non mollare, almeno fino a quando il governo illegittimo dell'Italia
non cederà alla richiesta di annullare la consultazione.
Nel frattempo organismi internazionali non stanno con le mani in mano.
In particolare alcune istituzioni asiatiche e latinoamericane
minacciano pesanti ritorsioni economiche, politiche (e, nel caso,
militari) nei confronti del nostro paese.
Per alcune notti dai 100 ai 200 manifestanti bivaccano nella piazza,
controllati dalla polizia e dai carabinieri che non intervengono,
nonstante la manifestazione non abbia avuto naturalmente alcuna
autorizzazione. Ogni sera, le manifestazioni vengono visitate, in
segno di solidarietà, da diplomatici, parlamentari, giornalisti di
alcuni "paesi canaglia". Il Cremlino, che aveva dichiarato lo
stanziamento di decine di milioni di rubli per la campagna elettorale
dell'opposizione, afferma perentoriamente che "la tirannia in Italia
ha i giorni contati". Subito la dichiarazione russa è seguita da una
cinese dello stesso tono. I cinesi approvano sanzioni economiche
gravissime...
...Lo prevedete uno scenario simile a Roma o in qualsiasi altra
capitale del mondo occidentale, quello "rispettabile", che detta le
regole? Solo a immaginarlo si passa per folli.
Eppure tutto questo è successo davvero. A Minsk. Con le identiche
modalità che ho descritto sopra. Cambiavano solo i protagonisti.
E, quando alla fine, la polizia ha sgomberato la piazza, in un modo
talmente blando che persino le agenzie occidentali hanno dovuto
riconoscerlo...apriti cielo!
Tutto questo, tra l'altro, nel momento in cui la polizia di un paese
che nessuno definirebbe "totalitario" (la Francia) spaccava la testa a
più di un manifestante.
Nessuno però ha gridato alle sanzioni.
Mauro Gemma
CROAZIA: LICENZIATA PERCHE' STA DIVORZIANDO
(ANSA) - ZAGABRIA, 22 MAR - Una collaboratrice della tv pubblica
croata (Htv), interprete per i non-udenti al programma religioso, e'
stata licenziata perche' si e' saputo che sta per divorziare. Del
caso, che ha suscitato scalpore e un accesa polemica, scrive negli
ultimi giorni la stampa croata. ''Mi ha chiamato il redattore del
programma religioso, padre Tonci Trstenjak, spiegandomi che molti
telespettatori hanno protestato per il fatto che una persona che sta
divorziando interpreti le diretta della santa messa'', ha raccontato
ai giornali Dubravka Naumovski, che per quattro anni ha lavorato come
collaboratrice delle trasmissioni di contenuto religioso prodotte da
una redazione della Htv che in base a un accordo tra la direzione
della emittente e la Conferenza episcopale croata (Hbk) gode di una
larga liberta' rispetto alla politica della direzione. ''A me
personalmente non interessa la sua vita privata, ma lei e' un
personaggio pubblico ed e' inadeguato che una persona che sta
divorziando appaia nelle trasmissioni religiose'', ha spiegato il suo
gesto padre Trstenjak che, secondo il racconto di Naumovski, non
avrebbe problemi se del divorzio non si fosse saputo niente. ''Per la
pressione dei telespettatori ho dovuto fare qualcosa dato che loro si
aspettano che la messa venga interpretata ai non-udenti da una persona
che vive in accordo con i loro valori morali'', ha aggiunto il
redattore che, secondo la stampa, quattro anni fa avrebbe licenziato
dalla stessa posizione un altra collaboratrice, quella volta pare
perche' non era abbastanza attraente. Il direttore generale della Htv
Mirko Galic ha commentato con indignazione il comportamento di padre
Trstenjak, che non lo ha neanche informato del licenziamento. ''La tv
pubblica deve obbedire alle norme temporali, non quelle ecclesiastiche
e cio' vale anche per le trasmissioni del programma religioso, nessuno
puo' essere licenziato perche' ha deciso di divorziare'', ha detto
Galic, mentre altri alti dirigenti della emittente hanno annunciato
che con Naumovski verra' ristabilita la collaborazione. La donna nel
frattempo ha allarmato la stampa, l'ombudsman per la parita' dei sessi
e varie organizzazioni per la tutela dei diritti umani. ''In Croazia
il diritto al divorzio e' garantito dalle leggi ed e' assolutamente
inaccettabile il tentativo di imporre un principio di fondamentalismo
cristiano alla tv pubblica'', ha commentato in un comunicato il
Comitato Helsinki per i diritti umani in Croazia. (ANSA). COR
22/03/2006 16:15
ALTRI LINK E NOTIZIE BREVI (in ordine cronologico inverso):
Croazia: donne meno pagate nelle aziende straniere
(16 Marzo 2006) Diversi soggetti della società croata hanno analizzato
quale sia la situazione delle donne nel mondo economico del Paese e
quindi il livello di discriminazione che colpisce le lavoratrici. Il
quadro che ne emerge è critico: ampi divari tra uomini e donne nel
trattamento economico, nella possibilità di accedere a ruoli
dirigenziali, ma anche sul piano del trattamento pensionistico. Dato
allarmante è che le maggiori differenze vengono rilevate nelle aziende
di proprietà straniera
http://www.balcanicooperazione.it/notizie/croazia_donne_meno_pagate_nelle_aziende_straniere
Aumenta la povertà in Croazia
29.03.2005 [Drago Hedl] I Croati sono sempre più indebitati, e poveri.
Alle stelle i prezzi degli alimentari, mentre cominciano a farsi
sentire anche gli effetti del rinvio dei negoziati di adesione all'UE.
Il Paese ha superato la cifra di 30 miliardi di dollari di debito estero
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/4044/1/51/
Croazia: meglio la YU che l'UE?
15.03.2005 - scrive Drago Hedl - Le autorità croate non hanno ancora
messo le mani sul generale Gotovina e sembra oramai difficile che il
17 marzo prossimo l'UE annunci l'inizio dei negoziati con la Croazia
per l'integrazione. Sia l'attuale governo che l'opposizione temono,
pur con sostanziali differenze, un futuro dalle forti incertezze...
<< ...Su muri in Croazia sono apparse scritte anti-europee e su di una
facciata di una scuola superiore di Spalato, la seconda città del
Paese, si può ora leggere "Meglio la YU che la UE"... >>
(Si noti come Osservatorio Balcani, a parte il caso Gotovina, abbia
evitato accuratamente di menzionare le altre, ben più valide ragioni
dell'euroscetticismo dei croati! D'altronde, è veramente stupido
legare insieme la "jugonostalgia" con la difesa di Gotovina. ndCNJ)
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/4015/1/51/
CROAZIA: UN CROATO SU DUE EUROSCETTICO, SONDAGGIO
(ANSA) ZAGABRIA, 8 MAR La pressione dell'Unione europea sulla Croazia
per arrestare il generale Ante Gotovina, accusato di crimini di
guerra, e il sempre piu' probabile annuncio del rinvio dell'apertura
dei negoziati di adesione della Croazia all'Ue, hanno fatto crescere
sensibilmente nelle ultime settimane l'euroscettiscismo tra i croati.
Lo mostrano i risultati di un sondaggio condotto dall'agenzia Puls per
conto della Commissione europea secondo il quali il 49% dei croati si
oppone all'entrata del paese in Ue, mentre a favore si e' pronunciato
il 38% degli intervistati. Solo un anno fa la percentuale degli
euroscettici non superava il 30%. Bruxelles sta insistendo sulla piena
collaborazione della Croazia con il Tribunale penale dell'Aja (Tpi) e
sulla cattura di Gotovina come condizione per aprire i negoziati il 17
marzo prossimo. Zagabria sostiene di non poterlo arrestare dato che
non si trova piu' in patria dove da molti e' considerato un eroe della
guerra per l'indipendenza (1991-1995). (ANSA). COR
08/03/2005 15:55
(Si noti come l'ANSA, a parte il caso Gotovina, abbia evitato
accuratamente di menzionare le altre, ben più valide ragioni
dell'euroscetticismo dei croati! ndCNJ)
Problemi di comunicazione in Croazia
31.01.2005 Resi noti i dettagli dell'acquisizione da parte di Deutsche
Telekom del 51% della telefonia croata. Zagabria ha rinunciato ad
essere rappresentata nel consiglio di amministrazione e ha ceduto il
diritto di prelazione sulle vendite della restante quota azionaria. Da
parte tedesca pochi investimenti, molti licenziamenti. La nuova
Telecom intanto mantiene una posizione di monopolio e di alte tariffe »
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3849/1/51/
LODE DELLA NOSTALGIA
Al giornalista correct che sputa sulla tua giovinezza
Al servo di Bruxelles che ti stupra con perizia la memoria
diglielo:
bisogna essere pazzi per non avere nostalgia.
Perchè non è il passato che ritorna, è il presente che uccide.
Bisogna essere falsi per non avere nostalgia:
pazzi, fanatici, o da falsa identità accecati
da falsa storia, da false religioni
Da parole false e suoni muti
da soldi di Giuda, da stracci di alta moda,
da nuove borghesie, brave ragazze
troie ed assassini
- Europa.
Al professore scaltro e benpensante
A chi t'incute oblìo, disprezzo e prostrazione
diglielo.
Seppur non fosse stata tanto verde, e rossa e blu
(petokraka, speranza di chi lotta!)
sarebbe stata comunque la mia giovinezza:
le giornate sul mio mare,
le colonie proletarie
Persino se non fosse stata vera.
Anche, e sopratutto per chi non c'era.
La nostalgia
è pioniera
della nuova era.
(Italo Slavo, 18 marzo 2006)
Subject: [icdsm-italia] N. Markowitz: The Death of Slobodan Milosevic
and the Death of Yugoslavia
Date: March 23, 2006 1:24:43 PM GMT+01:00
To: icdsm-italia @yahoogroups.com
http://www.politicalaffairs.net/article/view/2964/
The Death of Slobodan Milosevic and the Death of Yugoslavia
By Norman Markowitz
3-16-06, 9:44 am
Slobodan Milosevic died recently in his prison cell in the Hague,
tried for war crimes by those NATO states that killed his nation,
Yugoslavia, when they intervened in the 1990s in a civil war inspired
by the imperialist powers and rightwing Croatian separatists during
and after the Soviet Union's destruction.
As part of the propaganda campaign used to justify NATO's massive
military intervention, the term "ethnic cleansing" was repeated
endlessly to portray Milosevic and those Serbians who fought to save
Yugoslavia as comparable to the Nazis during WWII. Jewish people in
the U.S. were particularly targeted by this campaign, even though
those knowledgeable about the region knew both of the bonds of
friendship between the Jewish people of the Balkans and the non-Jewish
people of Serbia, as opposed to the thinly veiled anti-Semitism of
rightist elements in Croatia, Bosnia, and Kosovo.
Rarely mentioned here was the fact that the separatists and
nationalists in Croatia, Bosnia and the Serbian province of Kosovo
often identified with and glorified World War II local fascists who
worked with the Nazis to carry out genocide against the Serbian
people, the Roma people (gypsies), and Jewish people of Yugoslav
nationality.
NATO had been established after WWII essentially to fight WWIII
against the Soviet Union in Europe and also to bring a number of
states, France and Italy particularly, with powerful Communist parties
at the time, into an anti-Communist, anti-Soviet alliance. With the
Soviet Union gone, NATO intervened in 1999 in a civil war in a country
still led by Communists, which had declared and sustained its
neutrality at the beginning the cold war period. Then the Yugoslavia
led by Joseph Tito was the only Communist-led nation not wholly
demonized in capitalist media, because Tito had broken on a variety of
issues with Joseph Stalin and the Soviet leadership
After 1991, the imperialist powers saw Yugoslavia as another Communist
country to be destroyed, regardless of the heroism of its people in
fighting fascists during WWII and the remarkable achievements that
socialist Yugoslavia made for its own people and within the movement
of non-aligned nations.
Years ago, when Yugoslavia was fighting for its existence, I said in
an address to a peace group that if Milosevic had simply acquiesced in
the dismemberment of his country and/or aided and abetted it as
Mikhail Gorbachev did in the USSR, he would have been a hero to the
capitalist media---"our kind of Communist"--- meeting regularly with
Clinton and the two Bush presidents until he was ousted by some
Yeltsin figure. But he sought to rally the people of Serbia to fight
back, first in Croatia, then in Bosnia, and finally in Kosovo. Had the
foreign powers not intervened, I believe that Yugoslavia would have
survived, but they did and it didn't.
Civil wars are traditionally among the most bloody, and there were
great atrocities committed on all sides in the Yugoslav civil war,
just as there were atrocities committed by both sides in the American
civil war, particularly on the Union side by Sherman's armies in
Georgia and the Carolinas. There were also horrible massacres against
native peoples carried out by the Union side.
However, the Union side was the right side, fighting against both the
slaveholder confederacy and powerful empires, Britain and France, who
generally favored the confederacy in order to dismember the American
Republic so that they could gain economic power over it and
re-establish, in the case of the French, colonies in the Western
hemisphere. Had England and France intervened on the Confederate side,
as many feared they would, and the Confederates won, certainly Sherman
and others, had they been captured, might have been tried for "war
crimes." Lincoln especially, had he lived, might have been tried.
Although it was defeated, the Yugoslav side, which Slobodan Milosevic
led, deserves to be seen by anti-imperialists as the right side in the
Yugoslav civil war of the 1990s.
The trial of Milosevic was in effect a continuation of the cold war
"totalitarian" ideology that equates Communists with fascists out of
all historical contexts, a whitewashing of the history of Yugoslavia
and the imperialist nature of the NATO intervention. Unlike the
Nuremberg Trials, this was not an indictment of a state that built a
military machine for the purpose of launching a world war and
committed before and during the war unprecedented crimes against
humanity.
Rather it was the use of the classic guilt by association tactic, in
this case with the Serbian-Yugoslav role in civil war atrocities and
with statements like Milosevic's famous 1989 Kosovo speech denouncing
Albanians for their violence against the region's Serbian minority, to
illogically blame Milosevic, his government, and the people of Serbia
for both provoking the civil war and fighting it to achieve racist
"ethnic cleansing."
Unlike the Nuremberg trials where Hermann Goering, the leading Nazi on
trial, took poison to escape the gallows that he justly deserved,
President Milosevic maintained his innocence and for years condemned
the tribunal for both its failure to provide him with necessary
medical care and its lack of any real standing to try him, his
government, or the people of Yugoslavia. The statements attributed to
Dutch physicians in the capitalist press that Milosevic brought on his
own death by manipulating prescription drugs given him for political
reasons are, in my opinion, an example of blaming the victim.
President Milosevic's family, in exile in Russia and other places,
have denounced his treatment and death, as have Russian doctors whom
he wished to receive treatment from. In the U.S. and other countries,
Communist party leaders often sought treatment for serious illnesses
in the Soviet Union because they could not trust treatment in their
own countries. In one famous case, Henry Winston, a Smith Act
political prisoner and later Chair of the CPUSA, lost his eyesight
because U.S. federal prison authorities failed to provide him with the
necessary medical care.
In the "investigations" of the House Un-American Activities Committee
and the Smith Act Trials in the United States, statements by Communist
leaders were often taken out of context, and, through guilt by
association, Communist leaders were made to appear responsible for all
real, imagined, and exaggerated crimes committed in the name of the
Communist movement.
This is the legacy of the trial and death of Slobodan Milosevic---a
HUAC-style trial by those who dismembered Yugoslavia as a socialist
country, creating a Balkan map today that is more similar to Hitler's
"New Order" of 1941 than the Europe of 1945. It was a trial in which
the fascist genocide of WWII, which the world calls the Holocaust, was
relativized and trivialized by a propaganda campaign to justify
imperialist conquest and the "transformation" of NATO into a military
force that can theoretically now be sent anywhere on earth to
intervene in civil wars, siding with whomever it chooses.
The 18th century French philosopher Voltaire wrote that history is a
"pack of tricks" played on the dead. The history of ruling classes and
victorious nations is often that. For Slobodan Milosevic, the
propaganda tricks were first played while he and Yugoslavia fought for
life. Now, all of us who are against imperialism must fight to set the
historical record straight if the people are not to be misled by those
who cloak imperialist domination and conquest in slogans about the
advance of "democracy" and the protection of "human rights."
Reach Norman Markowitz at pa-letters @ politicalaffairs.net
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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)
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QUAL E' IL PAESE DEI BROGLI ELETTORALI?
1. Il voto del 2008 in California (e dunque negli Usa) è stato deciso
il mese scorso. Vincerà Bush, con un broglio già pronto
(Ch. Floyd / Il Manifesto, marzo 2006)
2. USA: Kidnapping an den elektronischen Wahlurnen?
(Peter Monnerjahn 23.11.2004)
3. "USA 2004": Ancora dubbi sulla regolarità delle elezioni in Florida
(D.J. Angrisani, 21.11.2004)
4. FRAUDE ÉLECTORALE AUX ÉTATS-UNIS: Ils ne se cachent même plus
(J.-G. Allard / Granma international
SEE ALSO:
Elections in U.S. and Ukraine Equally Bad Putin
http://www.mosnews.com/news/2004/12/23/uselections.shtml
=== 1 ===
il manifesto
16 Marzo 2006
STATI UNITI
Chi ha deciso le sorti del mondo?
Con una decisione amministrativa clandestina, il voto del 2008 in
California (e dunque negli Usa) è stato deciso il mese scorso. Vincerà
Bush, con un broglio già pronto
CHRIS FLOYD
Tre settimane or sono, un oscuro funzionario repubblicano dello stato
di California, non eletto ma nominato dal partito, ha deciso il futuro
del mondo. Questo futuro sarà - almeno per i prossimi 6-7 anni a
venire - un crescente incubo di guerra, corruzione, repressione,
dissesti, atrocità e terrore. E questo perché il leale apparatchik,
con un tratto di penna, ha garantito la permanenza al potere della
fazione militarista di George W. Bush nel 2008 e oltre. Una delle
poche certezze nelle moderne faccende di politica interna statunitensi
è che nessun candidato democratico può sperare di vincere la corsa
alla Casa bianca senza vincere in California. Grazie al sistema da
asilo infantile dei Collegi Elettorali messo in piedi dagli Oligarchi
Fondatori per tener lontana la gente di bassi natali dal votare
direttamente per il presidente, la grossa sporta di voti elettorali
della California è decisiva per i Democratici per superare la
moltitudine di piccoli e spopolati stati che votano sempre con
sicurezza per i Repubblicani. Mettere in saccoccia la California non
garantisce ovviamente la vittoria democratica; ma senza la California,
i conteggi elettorali mozzafiato delle taroccate elezioni del 2000 e
del 2004 non sarebbero stati neanche necessari. E dunque: la decisione
del segretario di stato della California Bruce McPherson, presa in
segreto e all'improvviso, di passar sopra le obiezioni avanzate dai
suoi stessi esperti e di certificare come valide per uso ufficiale in
tutto lo stato delle «macchine per votare» Diebold - completamente
aperte all'intervento di hackers e prodotte da un'azienda privata
politicamente schierata - significa molto semplicemente che per le
presidenziali del 2008 l'imbroglio è già fatto. Non ha importanza chi
sarà a correre per i Democratici - Hillary Clinton, Barack Obama, John
Edwards, George Clooney o Gesù Cristo vestito da Zio Sam - perché
questo non farà un'unghia di differenza. La California è già perduta,
la presidenza è già perduta, i Bushisti sono già in sella. I giochi
sono fatti. Risultati impressionanti Dopo che le macchine di Diebold
avevano fallito miseramente in una serie di test l'anno scorso -
scrive il giornalista investigativo Brad Friedman - questo McPherson
aveva pensato di tenere in sospeso la loro certificazione fin quando
una commissione di esperti, da lui stesso scelti uno per uno, non
avesse esaminato ben bene il sistema prima di dirgli addio. La
commissione ha consegnato il suo parere conclusivo il mese scorso e i
risultati sono impressionanti, molto al di là dei peggiori timori del
più ardito «teorico della cospirazione». La commissione in sostanza ha
trovato che le macchine Diebold sono letteralmente crivellate di
curiose anomalie, «buchi» strutturali che in pratica «lasciano il
completo controllo del sistema» a eventuali hackers, che dall'esterno
potrebbero «cambiare i totali dei voti, modificare i rapporti,
cambiare i nomi dei candidati, cambiare la competizione che si sta
votando». E non basta: quel che è più importante, per fare il loro
lavoro sporco gli hackers non avrebbero bisogno di conoscere password
o chiavi crittografiche, o di avere accesso ad altre parti del
sistema», come ha riportato all'epoca il Los Angeles Times. «Elettori,
candidati e osservatori delle elezioni non saprebbero di esser stati
imbrogliati». Si potrebbe immaginare a fatica un mezzo più perfetto
per truccare un'elezione. E la faccenda non richiederebbe nient'altro
che un pugno di fedeli zeloti high-tech, non una larga e facilmente
scopribile cospirazione. Naturalmente, dopo una simile, rovente
condanna, questo McPherson ha fatto quello che avrebbe fatto ogni
funzionario cui è stata affidata la responsabilità di garantire la
serietà e la credibilità delle elezioni nel suo stato: ha approvato lo
scalcagnato sistema alla luce della luna, nelle ultime ore di un
venerdì prima di un weekend festivo, senza nessuna discussione
pubblica - addirittura senza aspettare i risultati di controllo
federale in corso sui codici infestati di «cimici» delle macchine
Diebold. E adesso questi aggeggi - i cui cronici «guasti» hanno fatto
da protagonisti in numerose elezioni contestate degli ultimi anni e
nelle vittorie-miracolo dell'ultima ora di candidati repubblicani in
giro per il paese - avranno il controllo della pentola d'oro
elettorale californiana. Un buon esempio di come questo controllo
effettivamente funziona può essere visto nel caso dell'Alaska. Lì, il
partito democratico dello stato ha cercato lungamente di ottenere una
verifica di alcuni dei risultati del 2004 «contati» dalle macchine
Diebold, che avevano presentato una serie di strane anomalie - tra cui
l'omaggio a George Bush di centomila voti extra che erano poi
risultati inesistenti. Dapprima, dei funzionari dello stato avevano
bloccato la richiesta perché questo tipo di informazioni - il
conteggio dei voti di un'elezione pubblica - era un «segreto aziendale
» che apparteneva esclusivamente alla Diebold. Poi decisero che i
risultati potevano in effetti essere verificati - ma solo a condizione
che alla Diebold e ai funzionari repubblicani fosse consentito di
«mettere le mani nei dati» prima di lasciarli verificare. Alla fine,
persino questa sporchissima trasparenza è apparsa eccessiva per gli
sgranocchiatori di schede bushisti: il mese scorso, i funzionari
dell'amministrazione dell'Alaska ci hanno ripensato e hanno
improvvisamente dichiarato che verificare i risultati avrebbe posto un
terribile ma non precisato «rischio per la sicurezza» dello stato.
Teocrazia totalitaria Le votazioni in America sono sempre più
controllate da un piccolo numero di corporations legate tra loro:
Diebold, Es&S, Sequoia, tutte aziende che hanno strettissimi legami
politici e finanziari con la fazione di Bush - e con altre forze
oscure allo stesso tempo. Diebold e Es&S sono state entrambe
finanziate dal tycoon Howard Ahmanson, che è stato anche uno dei
principali fondatori del movimento cristiano «Dominionista» - un
organismo che reclama apertamente una teocrazia totalitaria per
l'America, con tanto di pena di morte per gli omosessuali, riduzione
in schiavitù dei debitori insolventi, lapidazione per i peccatori e
privazione della cittadinanza per i non credenti. Come riferisce Max
Blumenthal, questi estremisti sono stati accolti con entusiasmo come
parte integrante della «base» bushista fatta di evangelici
politicizzati, i cui quadri hanno silenziosamente riempito i posti di
governo negli ultimi cinque anni. E da parte sua Sequoia - le cui
macchine contavoti hanno prodotto qualcosa come 100.000 «errori» in
una sola contea della Florida nelle elezioni del 2004, secondo una
recente verifica - è un'azienda di proprietà di una consociata del
gruppo Carlyle, la holding finanziaria i cui traffici di insider e
profitti di guerra hanno portato milioni di dollari di guadagno alla
famiglia Bush. E così dunque le elezioni del 2008 saranno condotte in
larga misura attraverso macchine per votare totalmente aperte,
programmate da partigiani dichiarati e da finanziatori di una gang
spietata che ha già commesso provati brogli elettorali su larga scala
per costruire le risicate «vittorie» nel 2000 e nel 2004. E allora non
ha importanza chi gareggia; non conta chi vota; non interessa quanto
profondamente impopolare sia diventata la fazione di Bush con il
disastro omicida dei suoi programmi militar-aziendali. Il «consenso
dei governati» sarà annegato comunque nel fiume di denaro che ha
comprato il processo elettorale della nazione.
CHRIS FLOYD Giornalista americano. Il testo è tratto da «The Empire
Burlesque» Le nuove macchine da voto della Es&S alla prova in Florida
=== 2 ===
Kidnapping an den elektronischen Wahlurnen?
Peter Monnerjahn 23.11.2004
Weitere Unstimmigkeiten bei der US-Präsidentschaftswahl sind
aufgetaucht Amerika wird gelegentlich "The Promised Land" genannt. Nur
gelegentlich stellen sich Außenstehende die Frage: Wem wurde das Land
eigentlich versprochen? Eine solche Gelegenheit bietet sich in letzter
Zeit in unangenehm regelmäßigen Abständen von vier Jahren: Bei der
Wahl im Jahr 2000 konnte der Journalist Greg Palast [1] noch direkt
nachweisen [2], dass die Wahl in Florida kriminell, massiv und in
diesem Fall entscheidend von Offiziellen in der Staatskanzlei des
Bush-Bruders Jeb beeinflusst wurde.
Aus dem FilmVotergate [3]
In diesem Jahr ist zwar das Ergebnis kein anderes, aber immerhin sind
sich die meisten Kommentatoren einig, dass die wenigen beobachteten
Unregelmäßigkeiten den Wahlausgang nicht entscheidend verändert haben
und George W. Bush tatsächlich so richtig gewählt wurde, wie man das
aus Demokratien kennt. Dass diese Unregelmäßigkeiten allerdings sehr
regelmäßig Angehörige insbesondere schwarzer Minderheiten betreffen,
wissen schon weniger Kommentatoren zu berichten. Und wenn dann der
Kandidat der demokratischen Partei auch noch selbst zugibt, er habe
wohl verloren, ist die Bereitschaft unter Journalisten zu weiterem
Hinterfragen endgültig auf ihrem Tiefpunkt angelangt. Man spricht in
diesem Zusammenhang wohl von der normativen Kraft des Faktischen.
Egal, ob four more years oder four more wars, Bush hat's geschafft.
Ist es jetzt noch etwas anderes als Querulantentum nachzufragen, wie
genau dieses Ergebnis zustande gekommen ist? Eine Demokratie - und
schließlich hält sich die USA für die beste der Welt - braucht dann
vielleicht doch mehr als das heimelige Gefühl, dass schon alles in
Ordnung sein wird: Sicher würde es wehtun zu erfahren, dass der eigene
Präsident oder Kanzler ein Lügner oder Krimineller ist. Man sei nur
beispielsweise an Herrn Berlusconi erinnert, um der europäischen
Selbstzufriedenheit in Hinblick auf die USA den ein oder anderen Fleck
auf der demokratischen Weste entgegenzuhalten.
Eine Wahrscheinlichkeit von 1:250 Millionen
So eindeutig die diesjährige Wahl in den USA letztlich auch
ausgefallen zu sein scheint, sind doch schon während der Wahlnacht
einigen Zweifel gekommen, woran es wohl lag, dass die ersten
Hochrechnungen in den drei entscheidenden Staaten Florida, Ohio und
Pennsylvania noch recht deutlich für Kerry ausgefallen waren - und er
letztlich doch nur Pennsylvania gewinnen konnte. Schließlich ist man
nicht zuletzt aus Deutschland gewohnt, dass bereits die ersten
Hochrechnungen recht genaue Ergebnisse liefern und Abweichungen von
über einem Prozentpunkt schon mehr als ungewöhnlich sind.
So wurden zum Beispiel in Utah aufgrund der sogenannten exit polls
(Wählerbefragungen) Hochrechnungen produziert, die maximal um 0,3
Prozentpunkte vom tatsächlichen Endergebnis abwichen. (Für die
Neugierigen: Bush erzielte in Utah 71,1% der Stimmen.) In den
genannten drei Staaten lag die Abweichung etwas höher: zwischen 5 und
6,5 Prozentpunkten. Jeweils zu Gunsten von Bush. Waren die
Hochrechnungen noch von einem Sieg Kerrys in allen drei Staaten
ausgegangen, wurden die Zahlen nach tatsächlicher Auszählung schnell
korrigiert.
Auf den ersten Blick klingt das alles ein wenig unwahrscheinlich:
Gerade in drei Staaten, die als entscheidend für den Ausgang der Wahl
galten, waren offensichtlich die Hochrechnungen falsch. Wie groß ist
schon die Wahrscheinlichkeit, dass per Zufall in allen drei Staaten
Bush derart drastisch zulegt? 1:250 Millionen, sagt [4] der
Statistik-Professor Steven F. Freeman von der University of
Pennsylvania. Nicht nur das, auch seien die Hochrechnungen allem
Anschein nach auf einer vernünftigen Datenbasis erhoben worden. Wo
könnte dann der Fehler liegen? Ob Walden O'Dell, Chef des
Wahlmaschinenherstellers Diebold, einfach nur sein Versprechen [5]
eingelöst hatte, sicherzustellen, dass Ohios Wählerstimmen auch
wirklich an den Präsidenten gehen? (Selbst die FAZ berichtete [6] -
zwei Monate später.)
Merkwürdiges in Nebraska 1996
Vielleicht lohnt an dieser Stelle ein Blick in die jüngere Geschichte
des Staates Nebraska. Dort wurde im Jahre 1996 ein gewisser Charles
Hagel, Mitglied der Republikanischen Partei, zum Senator gewählt. Ein
Jahr später sah sich der Vorsitzende des Ethik-Ausschusses des
US-Senats genötigt, Hagel aufzufordern, veröffentlichungspflichtige
Angaben zu seinen finanziellen Beteiligungen an US-Firmen zu
präzisieren. Hagel hatte eine Beteiligung an einem "Investmentfonds",
der McCarthy Group Inc., angegeben. Bei Beteiligungen, die in diese
Kategorie fallen, sind Senatoren freundlicherweise nicht zur Angabe
weiterer Details verpflichtet.
Doch offensichtlich war Hagel ein Irrtum unterlaufen: Die McCarthy
Group war kein Investmentfonds im Sinne des Senatsausschusses. Im
Gegenteil gehört zu McCarthy auch eine Firma namens ES&S, Election
Systems Software, die Wahlmaschinen herstellt. Interessenskonflikt
genug für einen Senator, der unter anderem über Wahlrechtsreformen zu
entscheiden hat, könnte man argumentieren. Auch unter dem
Gesichtspunkt, dass gut 85% [7] aller in Nebraska bei Hagels Wahl 1996
benutzten Wahlmaschinen von ES&S stammen (Das Problem mit den
elektronischen Wahlsystemen und der amerikanischen Demokratie [8]).
Mehr als nachdenklich sind viele Beobachter geworden, als sie die
genauen Zahlen der Wahl gesehen haben: Hagel, so Bev Harris von
BlackBoxVoting.org [9], konnte in nahezu jeder demographischen
Gruppierung als Sieger vom Feld gehen, auch in größtenteils schwarzen
Bezirken, die noch nie einen Republikaner gewählt hatten. Ob das mit
einem anderen Irrtum zu tun haben konnte, der Hagel gegenüber dem
Ethik-Ausschuss unterlaufen war? Er hatte vergessen, dass er bis
Anfang 1996 Chef von ES&S war, die die Wahlmaschinen für die
Senatswahl gebaut und programmiert hatten.
Dabei ist es verständlich, dass ein Senator potentiell
kompromittierende Informationen über seine Beziehungen in die freie
Wirtschaft nicht gern preisgibt. So etwas sieht zwar schlecht aus,
aber jemandem auf solcher Grundlage Wahlfälschung zu unterstellen,
ginge dann doch ein bisschen weit. Eine weitere Gruppe von
Statistikern, die sich mit den Wahlergebnissen aus Florida befasst
hat, wollte ebenfalls nicht so weit gehen. Das Doktorandenteam um
Professor Hout von der Universität in Berkeley, Kalifornien, hatte nur
herausgefunden [10], dass in einigen Counties in Florida (Broward,
Miami-Dade und Palm Beach) die erwarteten Ergebnisse signifikant
deutlicher für Bush ausgefallen waren, als das in Counties ohne
elektronische Wahlmaschinen der Fall war. Allein in Broward County
habe Bush 72.000 Stimmen mehr bekommen als statistisch zu erwarten waren.
Fündig geworden in Mülltonnen vor dem Wahllokal
In einem anderen County, Volusia, geht Bev Harris inzwischen etwas
weiter und spricht von "deutlichen Anzeichen" für Wahlfälschungen von
offizieller Seite. In der Radiosendung [11] von Thom Hartmann [12]
berichtet sie von ihrem Versuch, von den Wahloffiziellen in Volusia
die offiziellen polling place tapes, Ausdrucke der
Wahlzettel-Auswertungsmaschinen, zu sehen.
Diese werden üblicherweise am Abend der Wahl ausgedruckt und von
örtlichen Wahlleitern unterschrieben. Die, die Bev Harris zu sehen
bekam, waren anders: mit Datum vom 15. November und ohne
Unterschriften. Immerhin waren die Zahlen die des offiziellen
Endergebnisses. Auf der Suche nach den Originalen fand Harris in der
Tat einige wie Originale aussehende polling place tapes - in der
Mülltonne des Wahlleiterbüros. Beim Vergleich dieser ordnungsgemäß
unterschriebenen Ausdrucke vom 2. November mit den speziell für Harris
angefertigten fielen dann auch gewisse Unregelmäßigkeiten auf: Die
Ausdrucke für einzelne Wahlbezirke unterschieden sich oft in Hunderten
von Stimmen - obwohl einzelne Wahlbezirke oft nur einige hundert bis
wenige tausend Wähler haben. Wo die meisten Unterschiede auftauchten?
In Bezirken mit großen Minderheitenanteilen. Fielen die Unterschiede
vielleicht immer für einen Kandidaten aus? Ja. Für Bush.
"Pay no attention to that man behind the curtain!"
Bev Harris ist schon auf dem Weg in andere Counties, um möglichen
Nachahmungstätern in dortigen Wahlbüros auf dem Weg zur Mülltonne
vielleicht noch zuvorkommen zu können. Thom Hartmann sagte gegenüber
telepolis, in Volusia seien die Zählarbeit und der juristische Teil
der Aufarbeitung des Umgangs mit den polling place tapes jetzt in der
Hand von Mitarbeitern vor Ort. Genaue Zahlen über die Abweichungen von
den mutmaßlichen Original-Ausdrucken erwarte er im Laufe dieser Woche.
Eine Anfrage nach den Videoaufnahmen vom Kampf um die beweiskräftigen
Mülltonnen hat Bev Harris derweil noch nicht beantwortet.
Während der Kampf um die Präsidentschaft vorbei ist, dauert der um die
Demokratie weiter an. Und wenn man nach einer Wahl in Florida oder
anderswo jemanden wie Katherine Harris [13] sagen hört, dass die
Demokratie wieder einmal triumphiert habe, sollte man besser hellhörig
werden und sich an einen Klassiker der politischen Bildung erinnern:
Edmund Blackadder [14] im Gespräch mit dem Reporter Vincent Hanna.
Blackadder hatte als einziger Wähler einen grandiosen Wahlsieg für
seinen Kandidaten in einem sogenannten rotten borough [15] gefeiert,
wo letztendlich der Wahlsieg von der Größe des Geldbeutels abhing.
Hanna: One voter; 16,472 votes. A slight anomaly?
Blackadder: Not really [...]. The number of votes I cast is simply a
reflection of how firmly I believe in his policies.
Hanna: Well, that's excellent. [...] Another great day for democracy
in our country.
Wenn die Zahlen irgendeinen Schluss zulassen, glauben Diebold und ES&S
wirklich sehr fest an George Bush.
Links
[1] http://www.gregpalast.com
[2] http://www.gregpalast.com/detail.cfm?artid=27&row=2
[3] http://www.votergate.tv
[4] http://truthout.org/unexplainedexitpoll.pdf
[5] http://peacefuljustice.caltech.edu/2003-10/1.shtml
[6]
http://www.faz.net/s/Rub51BE559A3EA14F16B257C48B4EAA0BB3/Doc~E8E07337CC2854FABBF55F7794ADA2375~ATpl~Ecommon~Scontent.html
[7] http://www.commondreams.org/views03/0131-01.htm
[8] http://www.telepolis.de/r4/artikel/15/15193/1.html
[9] http://www.blackboxvoting.org
[10] http://ucdata.berkeley.edu/new_web/VOTE2004/index.html
[11] http://homepage.mac.com/benburch/HartmanShow-(17-11-2004).mp3
[12] http://www.thomhartmann.com
[13]
http://www.washingtonpost.com/wp-srv/onpolitics/elections/harristext112600.htm
[14] http://www.bbc.co.uk/comedy/blackadder/
[15] http://en.wikipedia.org/wiki/Rotten_borough
Telepolis Artikel-URL:
http://www.telepolis.de/r4/artikel/18/18866/1.html
=== 3 ===
http://www.reporterassociati.org/
"USA 2004": Ancora dubbi sulla regolarità delle elezioni in Florida
di Daniele John Angrisani
21 Nov 2004
Il 18 novembre il team di Ricerca dei Metodi Quantitativi
dell'Università Berkeley in California ha pubblicato uno studio
statistico - il solo metodo disponibile per monitorare l'accuratezza
del voto elettronico- che sostiene che le irregolarità accertate
dall'uso delle macchine per il voto elettronico potrebbero aver dato
tra i 130.000 e i 260.000 o più voti in eccesso al presidente George
W. Bush in Florida nel conteggio dei voti delle recenti elezioni
presidenziali.
Lo studio mostra una discrepanza inspiegabile tra i voti per il
presidente Bush nelle contee dove sono state usate le macchine per il
voto elettronico, rispetto ai dati delle contee che hanno usato metodi
di voto tradizionale. Cosa questa che il team definisce come "allarmante".
Il team di ricerca ha fatto conoscere i risultati dello studio
effettuato in una conferenza stampa tenuta al Centro di Ricerca
dell'Università di Berkeley, e nel corso di questa conferenza hanno
richiesto l'apertura di una indagine per capire come sia stata
possibile questa discrepanza di risultati.
Inoltre le tre contee dove le anomalie nel voto sono state prevalenti
sono anche quelle più apertamente democratiche: Broward, Palm Beach e
Miami-Dade. Gli andamenti statistici delle contee che non hanno usato
le macchine per il voto elettronico lasciavano prevedere una
diminuzione di 28.000 a danno di Bush nella Contea di Broward; il
risultato finale ha invece portato un aumento di 51.000 voti per Bush
- vale a dire un aumento di 81.000 voti a favore del presidente in carica.
Il presidente Bush avrebbe dovuto perdere 8.900 voti nella Contea di
Palm Beach, ma ne ha invece guadagnati altri 41.000 - una differenza
totale di 49.900 voti. Inoltre avrebbe dovuto guadagnare solo 18.400
voti nella Contea di Miami-Dade ed invece il guadagno è stato di
37.000 voti - vale a dire una differenza a favore di Bush di 19.300 voti.
"Per la correttezza di tutte le future elezioni che si terranno con il
voto elettronico, qualcuno deve investigare e spiegare il perchè di
queste anomalie statistiche in Florida", ha affermato il professore
Michael Hout. "Chiediamo perciò agli ufficiali elettorali di aprire
una indagine".
Il team di ricerca comprende studenti del dottorato e del dipartimento
di sociologia dell'Università di Berkeley, ed è stato guidato dal
professore di sociologia Michael Hout, un esperto a livello nazionale
di metodi statistici nonchè membro dell'Accademia Nazionale delle
Scienze e del Centro di Ricerca Sondaggi dell'Università di Berkeley.
Per le sue ricerche, il team ha usato un metodo di analisi a
regressione multipla, un metodo largamente usato nelle scienze fisiche
e sociali per distinguere gli effetti individuali delle principali
variabili sui risultati quantitativi come i totali dei voti.
Questa regressione multipla ha usato le seguenti variabili,
considerate contea per contea: * Numero di voti * Reddito medio *
Popolazione ispanica * Cambiamento nell'affluenza alle urne tra il
2000 ed il 2004 * Voti per il senatore Bob Dole nelle elezioni 1996 *
Voti per il presidente George W. Bush nelle elezioni 2000 * Uso di
macchine per il voto elettronico o di schede di carta*.
"A prescindere da quanti fattori si immettono nella regressione, la
correlazione significativa tra i voti per il president Bush ed il voto
elettronico non può essere in alcun modo spiegata", afferma Hout. "Lo
studio mostra che l'uso del voto elettronico da parte di una Contea è
sistematicamente risultato in una crescita spoporzionata di voti per
Bush. Dal punto di vista statistico la probabilità che si possa avere
un andamento del genere in condizioni normali è meno che una su mille".
I dati elaborati per lo studio provengono da fonti pubbliche come
CNN.com, il Censimento americano del 2000, e la Verified Voting
Foundation.
Una copia del paper di ricerca, dei dati e di altre informazioni usate
nello studio può essere raggiunta sul sito:
http://ucdata.berkeley.edu/. E' possibile inoltre continuare l'analisi
comparando i 260.000 voti extra della Florida con il totale degli
elettori della Florida, 7.446.434 (Bush 3.911.825 e Kerry 3.534,609),
e ricavandone perciò un margine di errore del 3,49%.
Il totale dei voti espressi negli Stati Uniti, stando alla CNN è stato
di 115.409.172 (Bush 59.459.765 e Kerry 55.949.407). Supponendo che
anche per il resto degli Stati Uniti il margine d'errore rimanga
fissato al 3,49%, questo comporterebbe una differenza a favore di
Kerry di 4.029.631 voti.
Di conseguenza la situazione risulterebbe capovolta con Bush che
avrebbe preso solo 55.430.134 voti e Kerry 59.979.038. Non è un caso
che anche l'ex candidato indipendente Ralph Nader cominci ad affermare
ora che Bush potrebbe essersi appropriato in questo modo tra il 5% ed
il 15% di tutti i voti che sarebbero dovuti andare a Kerry.
Daniele John Angrisani
redazione @ reporterassociati.org
=== 4 ===
FRAUDE ÉLECTORALE AUX ÉTATS-UNIS
Ils ne se cachent même plus
PAR JEAN-GUY ALLARD, spécialement pour Granma international
La Havane. 5 Janvier 2005
SI en Ohio, des groupes populaires ont observé, aux élections de
novembre, l'existence d'un véritable système de fraude qui a permis de
modifier fortement les résultats du vote en faveur du candidat
républicain George W. Bush, dans la Miami de la mafia
cubano-américaine, la fraude se fait déjà à la vue de tous, atteignant
le niveau de la farce. Comble du ridicule: le vote effectué au sujet
des machines de jeu, simultanément à celui de la présidence.
Dans les comtés de Miami-Dade et de Broward, les électeurs, inscrits
et qui sont arrivés à voter, devaient se prononcer sur l'Amendement 4
qui autorisait les hyppodromes et les pistes de courses de chiens, à
installer et exploiter des machines de jeu, communément appelées
machines à sous. Les premiers résultats annoncés dans les heures
suivant le vote ont indiqué une majorité contre cette proposition
controversée.
Cependant, le jour suivant, on annonçait soudainement que
l'Amendement avait été approuvé par les électeurs parce que la machine
qui enregistrait les résultats électoraux avait «un programme interne»
conçu pour que lorsque le nombre de votes arrive à 32 000, elle
commence à soustraire des votes.
D'un seul coup, avec la complicité de la presse, on annonçait
froidement une erreur de calcul et, plus scandaleux encore, que les
machines à voter possèdent des "programmations" qui prévoient des
altérations de la votation.
On a aussi affirmé que ce programme ne devait pas être utilisé pour
cet Amendement et l'on a également déterminé que celui-ci avait été
gagné par 97 000 votes, c'est à dire environ... 1%.
Trois fois, depuis 1978, les électeurs de la Floride ont rejeté les
mesures permettant lejeu et les casinos. Mais grâce à la technologie
"moderne" l'histoire a maintenant changé son cours et 51% des votes se
sont orientés, de façon suprise, en faveur de l'Amendement 4,
convertissant l'état en un terrain de jeu... pour la pègre.
De fait, l'approbation du projet de loi constitue un premier pas qui
mènera, tôt ou tard, selon plusieurs observateurs, à une autorisation
complète du jeu sous toutes ses formes. Il a été amplement démontré
qu'aux États-Unis, le monde du jeu et des casinos, de Las Vegas à
Atlantic City, appartient, de façon générale, au crime organisé.
Selon El Nuevo Herald, «les hippodromes et les installations de
"jai-alai" ont dépensé au-delà de 15 millions de dollars pour que la
proposition soit votée» en utilisant l'argument quelque peu
extravagant... que les machines à sous «sont une bonne façon de réunir
de l'argent pour les écoles».
Plus de 3 millions de dollars sont venus des "généreux" propriétaires
du casino Isle of Capri, de Biloxi, Mississippi.
94% EN FAVEUR DES MACHINES À SOUS
Un article du Miami Herald sobrement titré Une erreur dans le vote
sur le jeu affecte le résultat (Gambling vote glitch mars tally),
signé par Erika Bolstad et Curtis Morgan, expliquait le 5 novembre,
avec un sérieux désarmant, comment est survenu la spectaculaire
"erreur" de calcul.
«Le problème» qui a fait apparaitre d'un seul coup 78 000 votes «a
été mis au jour juste après minuit» (sic) quand le bureau où étaient
comptabilisés les votes de Broward allait fermer.
Des opposants à l'Amendement ont raconté au Herald qu'ils ont
«commencé» à soupçonner le piège quand ils se sont rendu compte que
des 78 000 «nouveaux votes» trouvés... 94% étaient en faveur de celui-ci.
Le «programme» a été utilisé aux élections tenues en 2002. Le mauvais
fonctionnement avait été «découvert il y a deux ans mais n'a jamais
été corrigé», affirme l'article.
Il a été publié dans différents médias de la presse alternative que
les compagnies qui manufacturent les machines de votation ont des
liens avec le secteur le plus réactionnaire du Parti républicain et de
l'industrie de guerre. Parmi les équipements informatiques utilisés au
dernier scrutin se trouvent ceux de la Diebold, sous-division de
Kellog Brown & Roost, filiale de Halliburton, l'entreprise qu'a
dirigée le vice-président Dick Cheney.
Le comté de Broward, situé au nord de Miami, dans cette même
circonscription électorale où ont "disparu" en octobre, trois semaines
avant les élections, 58 000 bulletins de vote envoyés par courrier aux
électeurs. Le comble de cette absurde situation: la poste a refusé de
reconnaître sa responsabilité. À ce moment, on a publié dans la presse
que le FBI de la Floride du sud, de réputation douteuse, maintenant
dirigé par un «expert en corruption », le Special Agent Clemens, avait
ouvert une «enquête». On n'a plus entendu parler du sujet.
En 2000, dans le comté de Broward, plus de 7 000 bulletins ont été
déclarés nuls, 800 de ceux-ci parce que les trous n'étaient pas
parfaitement perforés; dans Miami-Dade, on a rejeté 17 000 votes pour
différentes raisons et dans Palm Beach plus de 12 000 votes ont été
éliminés pour être insuffisamment perforés, auxquels il faut ajouter
19 000 autres pour être en double. C'est là aussi que les délinquants
cubano-américains de Vigilia Mabisa et leur chef, Miguel Saavedra, à
la demande du congressiste Lincoln Diaz-Balart, ont provoqué des
incidents aux endroits où se déroulait le laborieux recomptage des
votes et se sont chargés de mettre fin au show démocratique.
Selon une équipe de spécialistes de l'Université californienne de
Berkeley, qui ont étudié statistiquement le vote de novembre en
Floride, les machines électroniques qui les comptabilisent pourraient
avoir accordé entre 130 000 et 260 000 votes de trop à George W. Bush.
L'étude démontre une différence inexpliquée de votes en faveur de Bush
dans les comtés utilisant des appareils informatiques et ceux qui
utilisent des méthodes traditionnelles.
Il est nécessaire de répéter que dans la "démocratie" de la Floride,
gérée par Jeb Bush, 600 000 ex-sanctionnés, en grande majorité noirs
et par conséquent démocrates, sont exclus en permanence des listes
électorales, résultat direct de lois héritées de l'époque de
l'esclavage. La presse commerciale nord-américaine évite
systématiquement de parler du sujet.
Ce qui est arrivé à Miami avec le vote sur l'Amendement 4 est un
sujet dont on pourrait rire si ce même système de vote dans Miami-Dade
et Broward n'était pas celui qui impose au monde entier un empereur.
Le vote sur l'Amendement 4 dans Miami-Dade et Broward illustre
clairement le niveau de corruption atteint dans un pays qui prétend
dicter au reste du monde ses critères en matière de démocratie.
« Ils ne se cachent même plus », a commenté à GI un observateur de
Miami, désillusionné.
http://www.granma.cu/frances/2005/enero/mier5/2maqui.html
Source: CUBA SOLIDARITY PROJECT
http://perso.club-internet.fr/vdedaj/cuba/
http://fr.groups.yahoo.com/group/CubaSolidarityProject/
Documenti / I media e la guerra
La guerra a internet del Pentagono
Il Pentagono ha sviluppato un'estesa strategia per impossessarsi di
internet e controllare il libero flusso di informazione. Il piano
appare in un documento che è stato recentemente declassificato, "The
Information Operations Roadmap," reso pubblico grazie al FOIA [Freedom
of Information Act] e rivelato in un articolo pubblicato dalla BBC.
Mike Whitney
18 marzo 2006
Il Pentagono vede internet nell'ottica di un avversario militare che
pone una minaccia vitale alla sua missione esplicitamente dichiarata
di dominio a livello globale. Questo spiega il linguaggio di aperto
confronto usato nel documento, che parla di 'combattere il net',
implicando che internet è l'equivalente di un "sistema di armi nemico".
Il Dipartimento della Difesa attribuisce un alto significato al
controllo dell'informazione. Il nuovo programma illustra la sua
determinazione a voler fissare i parametri della libertà di parola.
Il Pentagono vede l'informazione come un elemento essenziale nella
manipolazione delle percezioni pubbliche e, quindi un mezzo cruciale
per stimolare il sostegno verso politiche impopolari. Le recenti
rivelazioni riguardo alla propaganda diffusa dai militari nella stampa
straniera dimostra l'importanza che viene attribuita alla cooptazione
della pubblica opinione.
La guerra dell'informazione viene usata per creare una nube
impenetrabile con cui avvolgere le attività del governo così che le
decisioni possano essere prese senza possibilità di alcun dissenso. La
cortina fumogena dell'inganno che circonda l'Amministrazione Bush più
che voler prevaricare i politici tenta di mettere in moto una politica
dell'offuscamento chiaramente articolata. "The Information Operations
Roadmap" è intesa al solo scopo di indebolire il principio di una
cittadinanza informata.
Il focus del Pentagono su internet la dice lunga sui media del
mainstream e sulle sue connessioni con l'establishment politico.
Perchè, per esempio, il Pentagono vede internet come una minaccia più
grande dei media del mainstream, dove si stima che a procurarsi le
proprie notizie sia il 75% degli Americani?
La ragione è chiara: perchè i MMS sono una componente già pienamente
integrata del sistema delle multinazionali che provvede a fornire uno
streaming di 24 ore al giorno di notizie vicine agli interessi del big
business. Oggi i MMS operano come un de facto franchise del Pentagono,
un affidabile autore di sofisticata propaganda a favore delle guerre
di aggressione e del sotterfugio politico di Washington.
Internet, d'altra parte, è l'ultimo bastione della democrazia
Americana, un mondo virtuale dove informazione affidabile si muove
istantaneamente da persona a persona senza passare attraverso il
filtro delle multinazionali. I visitatori che si muovono online
possono avere una chiara fotografia delle depredazioni da parte dei
loro governi con un semplice click del mouse. Questa è la
liberalizzazione delle news, una open source di informazione che
espande la mente ed eleva la consapevolezza della cittadinanza su
questioni complesse e allo stesso tempo minaccia lo status quo.
Il programma del Pentagono è solo uno degli aspetti di una più ampia
cultura dell'inganno, un ethos penetrante di disonestà che avvolge
tutti gli aspetti della Casa Bianca di Bush. Il Dipartimento di
"Intelligence Strategica" è una divisione dell'establishment della
Difesa che è interamente consacrato all'occultamento, alla
distorsione, all'omissione e alla manipolazione della verità.
In che maniera la "intelligence strategica" sarebbe diversa dalla
semplice intelligence?
E' informazione che viene modellata in maniera da venire incontro ai
bisogni di un gruppo particolare. In altre parole, non è di certo la
verità, piuttosto una fabbricazione, una fiction, una bugia.
"Intelligence strategica" è un ossimoro, un esempio considerevole di
incongruente linguaggio Orwelliano che riflette il cinismo
profondamente radicato dei suoi autori.
Internet è un obiettivo logico della guerra elettronica pianificata
dal Pentagono. Già i memos di Downing Street, le minacce di Bush a
base di bombe contro Al Jazeera, le elezioni fraudolente del 2004, e
la distruzione di Falluja, hanno scardinato l'esecuzione pulita delle
guerre di Bush. E' comprensibile che Rumsfeld & Co. cerchino di
trasformare questo nemico potenziale in un alleato, tanto quanto hanno
fatto con i MMS.
I piani del Pentagono per implementare una "guerra virtuale" sono
impressionanti. La BBC nota: "Le operazioni descritte nel documento
comprendono un raggio sorprendentemente ampio di attività militari:
ufficiali per gli affari pubblici che impartiscono istruzioni ai
giornalisti, truppe per le operazioni psicologiche che cercano di
manipolare i pensieri e le credenze del nemico, specialisti di
attacchi contro network computeristici che cercano di distruggere i
network dei nemici."
Il nemico, naturalmente, sei TU, caro lettore, o chiunque si rifiuti
di accettare il proprio ruolo di stupido pendaglio del Nuovo Ordine
Mondiale. Impossessarsi di internet è una maniera prudente di
controllare ogni pezzo dell'informazione di cui uno fa esperienza
dalla culla alla tomba; ossia ciò che è necessario per il
funzionamento ordinato di uno stato di polizia.
La "Information Operations Roadmap" (IOR) raccomanda che le operazioni
psicologiche (Psyops) "prendano in considerazione un vasto raggio di
tecnologie allo scopo di disseminare propaganda nel territorio del
nemico: veicoli aerei senza equipaggio, 'sistemi pubblici di indirizzi
sparsi e miniaturizzati, tecnologie senza fili, telefoni cellulari e
internet." Nessuna idea è troppo costosa o troppo complessa da poter
sfuggire alla seria considerazione dei capi del Pentagono.
Il Dipartimento della Guerra sta pianificando di inserirsi esso stesso
in ogni area di internet, dai blog alle chat room, dai siti web di
sinistra ai commentari editoriali. L'obiettivo è quello di sfidare
ogni singolo boccone di informazione apparso sul web che possa
contrastare la narrativa ufficiale: ossia la favola del benigno
interventismo Americano per promuovere la democrazia e i diritti umani
in tutto il pianeta.
La IOR aspira ad "assicurare il massimo controllo dell'intero spettro
elettromagnetico" e sviluppare la capacità di "scardinare o
distruggere l'intero spettro di sistemi di comunicazione, sensori, e
sistemi di armi dipendenti dallo spettro elettromagnetico, emergenti a
livello globale." [BBC]
Dominazione dell'intero spettro.
L'obiettivo ultimo del Pentagono è creare un paradigma per internet
che corrisponda al modello mainstream delle multinazionali, senza
immaginazione o punti di vista divergenti. Quello che hanno in mente è
un internet che viene ristretto in maniera crescente dall'influenza
ingorda dell'industria e dalla sua vasta "tappezzeria di bugie".
Internet è il moderno mercato delle idee, una risorsa dal valore
incalcolabile per la curiosità umana e la resistenza organizzata.
Fornisce un link diretto fra il potere esplosivo delle idee e il
coinvolgimento informato della cittadinanza [conosciuto anche come
democrazia partecipativa].
Il Pentagono sta elaborando i preparativi per la privatizzazione di
internet così che la rivoluzione dell'informazione possa essere
trasformata in una tirannia dell'informazione, estesa a tutte le aree
della comunicazione e al servizio degli interessi esclusivi di un
ristretto numero di influenti plutocrati Americani.
Note:
Traduzione a cura di Melektro per www.radioforpeace.info
Fonte : http://www.radioforpeace.info/articolinuovaera/itapiece138.htm
La Associated Press ha riportato il 13 Febbraio 2006, "Il governo ha
concluso Venerdì scorso la sua esercitazione tattica chiamata 'Cyber
Storm', la più grande simulazione mai tentata per testare la propria
capacità di risposta ad attacchi devastanti scagliati attraverso
Internet da parte di attivisti noglobal, underground hackers e bloggers.
"Bloggers?
"I partecipanti hanno confermato che durante la simulazione su scala
mondiale gli ufficiali del governo e i manager dell'industria sono
stati sfidati a rispondere a deliberate campagne di disinformazione e
ad appelli da parte dei bloggers di Internet, dei diaristi online i
cui 'Web logs' sono carichi di violenti commentari politici e di
riflessioni deviate sugli eventi correnti."
"Campagne di disinformazione"? "Violenti commentari politici"?
"Riflessioni deviate sugli eventi correnti"?
La risoluzione dell'amministrazione a precludere l'esercizio della
libertà di parola non è mai stata tanto forte e continua a crescere a
gran velocità.
Mike Whitney vive nello Stato di Washington, e può essere contattato
al seguente indirizzo di posta elettronica: fergiewhitney @....
noi segnalate ieri -
si veda: http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4831
-
per l'occasione del 7.mo anniversario della aggressione della NATO
contro la RFJ.
Segnaliamo anche:
GENOVA - Venerdi' 24 marzo 2006 Ore 20.30
Corso Torino 46 canc
incontro - presentazione del libro
IL MALE INVISIBILE SEMPRE PIU' VISIBILE
La presenza militare come tumore sociale che genera tumori reali
Scienziate e scienziati contro la guerra
Il libro tratta delle conseguenze immediate e striscianti della
militarizzazione del territorio e della pervasione della logica
militare nel nostro tessuto sociale. Un tumore sociale che opera il
drenaggio delle nostre risorse e del nostro lavoro. Un tumore sociale
che non fa altro che generare tumori reali: non solo nei nostri corpi,
ma anche nella mente.
Curato da Massimo Zucchetti, docente al Politecnico di Torino (2005).
www.odradek.it
Intervengono:
Valerio Gennaro Medico epidemiologo dei tumori
Franco Marenco Fisico dell'atmosfera )
Italija u znaku 7. godisnjice bombardovanja
Program obelezavanja 7 godina od agresije na Jugoslaviju
=== u Bolonji 24. marta ===
Federacija partijskih organizacija PRC (partito dela rifondacione
komunista)
za podrucje i grad Bolonju 24. marta 2006. organizovano obelezava 7.
godisnjicu od pocetka natovske vazdusne agresije na Jugoslaviju, prvu i
najvecu prepreku na putu ka konacnom uspostavljanju "novog svetskog
poretka"
Na taj dan, pre 7 godina, poceo je takozvani "Kosovski rat", odnosno
pocela su masovna bombardovanja koja ce trajati 78 dana.
Italija je u svemu tome uzela ucesca utoliko sto su sa vojnih
aerodroma Italije poletali avioni koji ce sejati smrt, sto su Italijani
vozili te avione i sto su ih Italijani punili uranijumskim bojevim
glavama. Svesna da je "humanitarni rat" najobicnija sarena laza, PRC se
suprostavila Natovskom vazdusnom napadu koji je zapravo oznacio vrhunac
svestrane ekonomske, politicke i vojne penetracije i urusavanja
Jugoslavije.
To rasturanje jos ni iz daleka nije okoncano.
Na dan 25. aprila 1999. dok su Evropom pljustale uranijumske bojeve
glave, SAD su zemljama clanicama, zaobilazeci Skupstine tih zemalja,
proizvoljno nametnule novi Natovski statut po kome Atlantski pakt
definitivno i formalno gubi svoj odbrambeni karakter da bi postao vojni
aparat za ostvarivanje interesa Zapada sirom sveta. Od tog momenta,
bezmalo pocinje Rat bez prestanka !
Koji su uzroci Balkanskih sukoba skrivani iza Natovske propagande?
U slucaju nezavisnosti Kosmeta i Crne Gore, kakve se sve posledice
mogu ocekivati?
Kakvi su izgledi posle smrti Slobodana Milosevica u zatvoru
specijalnog Haskog suda snovanog sa jasnim ciljem da se sva krivica
svali na jednu stranu?
O svemu tome bice reci da bismo ustanovili kuda je taj rat odveo
covecanstvo, uopste:
Petak 24. marta 2006. 20h30 -
govore
Enrico Vigna - udruzenje SOS Yugoslavia
Marcello Graziosi - sekretar Prc Emilia Romagna
Sergio Coronica - Comitato Cittadino Contro la Guerra
Tiziana Z. Lofranco - Antropolog, saradnica casopisa "Giano"
Domacin:
Orsola Mazzola - Prc Bolonja
Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Bologna
Tel.051/311476
prcbologna @...
gcbologna @...
=== u CEZENI 31. MARTA ===
7 godina posle "humanitarnih" lazi i uranijumskih bombi zlocin se ne
zaboravlja.
Bombardovanje civilnih ciljeva - zar to nije razbojnicki cin?
Moze biti da je to terorizam iz "plemenitih pobuda"?
Kako god da ga nazovemo, Alemina vlada levog centra je vinovnik
agresije na Jugoslaviju. Ne zaboravimo joj to!
Govori
Fulvio Grimaldi (slobodni novinar)
Ubistvo Milosevica uoci godisnjice zlocinacke agresije Nato-pakta
"Humanitarne bombe" od Beograda do Bagdada: Kuda ide antiratni pokret?
Ovaj javni skup u povodu agresije na Jugoslaviju organizuje: SINISTRA
ANTAGONISTA CESENA (Levica Protiv, Cezena)
momotombo @ libero.it
=== u BARIJU 23. i 24. MARTA ===
Most za Beograd - Un ponte per Belgrado in terra di Bari
Associazione culturale di solidarietà con la popolazione jugoslava -
ONLUS -
via Abbrescia 97, 70121 BARI
most.za.beograd @ libero.it
080 5562663 - 347 6589841
U Knjizari Fertineli odrzace se prezentacija knjige "Tunel, putovanje
u ratom zahvacenu Jugoslaviju" izdavaca "La città del Sole, Napoli,
2005, 400 pp., euro 18,00.
u prisustvu
autora, Zan Toski Maracani Viskonti,
Nica Peronea, prof. Univerzitetu u Bariju
Dragana Mraovica, saradnika dnevnika Dan
Andrea Katone, kao predstavnik Udruzenja Most, bice domacin.
Autor knjige je boravila u Jugoslaviji i knjiga je nastala kao ratni
zapis.
Sadrzi mnogobrojna svedocenja direktnih ucesnika zbivanja, te sazima
deset godina ratnih razaranja pocev od vazdusne agresije Nato-pakta
1999. zakljucno sa 2003.
---
24. marta na Fakultetu Politickih nauka u Bariju odrzace se
konferencija na temu: Severnoamericka spoljna politika i komadanje
Jugoslavije devedesetih godina.
Govore:
prof. Niko Perone
docent na katedri za Istoriju Americkog kontinenta Fakulteta u
Bariju.
Zan Toski Maraci Viskonti
Andrea Katone ("Krvavi osvit americkog veka: Od Srednjeg Istoka do
Balkanskog poluostrva"
=== 24. marta,u Djenovi ===
Naucni radnici organizuju prikaz knjige "Dobrocudno zlo sve
zlocudnije"
Knjiga govori o vojnim intervencijama kao drustvenom zlu, koje sve
masovnije uzrokuje pojedinacna zlocudna oboljenja.
Iznosi posledice manje ili vise ocite militarizacije drzavne
teritorije i ratnohuskackog mentaliteta koji sve vise uzima maha u
opstoj svesti, razorno delujuci na drustveno tkivo, poput tumora koji
nas iscrpljuje, unistavajuci nam zive celije.
Knjigu je priredio Masimo Zuketi, docent Politehnickog Univerziteta u
Torinu. www.odradek.it
Ucesnici:
Valerio Djenaro, strucnjak za epidemiologiju tumora
Franko Marenko, fizica
GENOVA - Venerdi' 24 marzo 2006 Ore 20.30 - Corso Torino 46 canc
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Date: March 23, 2006 8:15:20 AM GMT+01:00
Subject: Gedenkfeier für Slobodan Milosevic (Berlin, Samstag, 25. März
06, 18 Uhr 30 in den Räumen der GBM)
Liebe Leute,
Die Schwachen kämpfen nicht.
Die Stärkeren kämpfen vielleicht eine Stunde lang.
Die noch stärker sind, kämpfen viele Jahre.
Aber die Stärksten kämpfen ihr Leben lang.
Diese sind unentbehrlich.
(Bertolt Brecht)
Bis zum letzten Atemzug kämpfte Slobodan Miloevic für die Wahrheit
über die Zerstörung Jugoslawiens, geistig und moralisch ungebrochen.
Nur die mörderische NATO-Maschinerie in Den Haag konnte ihn brechen.
Sein Kampf bleibt Verpflichtung für alle, die für den Fortschritt und
den Frieden kämpfen. Die Aggressoren werden nicht die Geschichte
schreiben.
Die Deutsche Sektion des Internationalen Komitees für die Verteidigung
von Slobodan Milosevic (ICDSM) lädt ein zu einer
G e d e n k f e i e r f ü r S l o b o d a n M i l o s e v i c:
Sonnabend, 25. März 2006 um 18.30 Uhr
in der Gesellschaft für Bürgerrecht und Menschenwürde (GBM) in
Berlin-Lichtenberg, Weitlingstr. 89
Es sprechen u. a.
Klaus Hartmann, Prof. Dr. Wolfgang Richter, Cathrin Schütz, Ralph
Hartmann, Arnold Schölzel und Gordana Milanovic.
Hierzu dokumentiere ich:
KEIN RAUM FÜR MILOSEVIC-GEDENKEN?
ABSAGEN FÜR ZUNÄCHST ZUGESAGTE RÄUMLICHKEITEN VON
ROSA-LUXEMBURG-STIFTUNG UND »HAUS DER DEMOKRATIE«
http://www.jungewelt.de/2006/03-23/059.php
[ 1 ]
»EINE MENSCHENMENGE, SO WEIT DAS AUGE REICHT«
Trauerfeier in Belgrad:
Zehntausende Serben erwiesen Slobodan Milosevic die letzte Ehre.
Gespräch mit Cathrin Schütz,
(Mitarbeiterin des Rechtshilfeteams von Slobodan Milosevic in Den Haag)
junge Welt v. 20. März 06
http://www.jungewelt.de/2006/03-20/038.php
[ 2 ]
NICHT IN DIE KNIE GEZWUNGEN
Rede zum Gedenken an Slobodan Milosevic
Von Ralph Hartmann
(ehemaliger DDR-Botschafter in Belgrad)
junge Welt v. 20. März 06
http://www.jungewelt.de/2006/03-20/031.php
[ 3 ]
DER TOD VON MILOSEVIC: EIN POLITISCHER MORD,
FÜR DEN DAS OPFER VERANTWORTLICH GEMACHT WIRD
Von Sarah Flounders
(Co-Direktorin des International Action Center, New York)
[ 4 ]
B u c h e m p f e h l u n g :
DIE ZERSTÖRUNG JUGOSLAWIENS -
SLOBODAN MILOSEVIC ANTWORTET SEINEN ANKLÄGERN"
( Zambon-Verlag 2006, ISBN 3-88975-135-0, 298 Seiten, 10,-- Euro )
Mit internationalistischen Grüßen
Klaus von Raussendorff
----------------------------------------------------------------------------
Anti-Imperialistische Korrespondenz (AIKor) -
Informationsdienst der Vereinigung für Internationale Solidarität
(VIS) e.V.,
Redaktion: Klaus von Raussendorff
Postfach 210172, 53156 Bonn; Tel. & Fax: 0228 - 34.68.50;
Webmaster: Dieter Vogel
AIKor-Infos können auf der Seite der AIKor http://www.aikor.de
unter "Info-Dienst der AIKor" runter geladen werden
Email-Kontaktaufnahme zu Redaktion und Webmaster über unsere Webseite.
Wer die AIKor-mails nicht empfangen möchte, schicke uns bitte eine
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*****************************************************************
[ 1 ]
Aus: junge Welt v. 23. März 06
http://www.jungewelt.de/2006/03-23/059.php
KEIN RAUM FÜR MILOSEVIC-GEDENKEN?
ABSAGEN FÜR ZUNÄCHST ZUGESAGTE RÄUMLICHKEITEN VON
ROSA-LUXEMBURG-STIFTUNG UND »HAUS DER DEMOKRATIE«
Die Deutsche Sektion des Internationalen Komitees für die Verteidigung
von Slobodan Milosevic lädt für Samstag zu einer Gedenkfeier in Berlin
ein. Die Wahl des Veranstaltungsortes gestaltete sich indes schwierig.
Der zugesagte Saal in den Räumen der Rosa-Luxemburg-Stiftung stand
plötzlich »an diesem Tag« doch nicht zur Verfügung. Auf die Frage,
welcher andere Tag in Frage käme, war die Aussagefähigkeit abrupt
erschöpft. Die Zusage des »Hauses der Demokratie und Menschenrechte«
galt nur, bis Vorstand und Stiftung des Hauses von der Sache Wind bekamen.
All das erinnert an die Internationale Irak-Solidaritätskonferenz im
März 2005, die aufgrund von Raumkündigungen ebenfalls ständig umziehen
mußte. Klaus Hartmann, Sprecher des deutschen Milosevic-Komitees:
»Damals hatte der Staatsschutz bei den Vermietern interveniert,
diesmal funktionieren vermeintliche Bürgerrechtler und Linke
freiwillig als Staatsschutz de luxe. Mit antiserbischen
Kriegszwecklügen und Milosevic-Dämonisierung sei ganze Arbeit
geleistet worden. Aber wer der Gehirnwäsche nicht widersteht, für den
sind Demokratie und Freiheit Andersdenkender die falschen
Firmenschilder.«
Daß die Gedenkfeier doch noch in würdigem Rahmen stattfinden kann, ist
der Gesellschaft zum Schutz von Bürgerrecht und Menschenwürde zu
verdanken, die ihre Räume zur Verfügung stellt. Einen Tag, nachdem
sich die NATO Aggression zum siebenten Mal jährt, versammeln sich
jene, die die NATO-Version der Geschichte nicht akzeptieren. Es
sprechen u. a. Klaus Hartmann, Prof. Dr. Wolfgang Richter, Cathrin
Schütz, Ralph Hartmann, Arnold Schölzel und Gordana Milanovic. (jW)
Gedenkfeier für Slobodan Milosevic am 25. März, 18.30 Uhr, GBM,
Weitlingstr. 89, Berlin-Lichtenberg
*****************************************************************
[ 2 ]
Aus: junge Welt v. 20. März 06
http://www.jungewelt.de/2006/03-20/038.php
»EINE MENSCHENMENGE, SO WEIT DAS AUGE REICHT«
Trauerfeier in Belgrad: Zehntausende Serben erwiesen Slobodan
Milosevic die letzte Ehre. Ein Gespräch mit Cathrin Schütz
* Cathrin Schütz gehörte zum Rechtshilfeteam von Slobodan Milosevic in
Den Haag
F: Als eine der wenigen Deutschen haben Sie am Samstag vor dem
Belgrader Parlament an der Trauerfeier für den jugoslawischen
Expräsidenten Slobodan Milosevic teilgenommen und auch der Beisetzung
in seinem Heimatort Pozarevac beigewohnt. Wie kamen Sie dazu?
Ich habe an den Trauerfeierlichkeiten als Mitglied des Den Haager
Rechtshilfeteams von Präsident Milosevic teilgenommen, dem ich seit
zwei Jahren angehörte. Die deutsche Sektion des Internationalen
Komitees zur Verteidigung von Milosevic (ICDSM) wurde durch Peter
Betscher vertreten. Zahlreiche weitere Personen aus Deutschland und
anderen Ländern befanden sich unter den Trauergästen, so auch der
Schriftsteller Peter Handke.
F: Wer gehörte neben Ihnen zur internationalen Delegation?
Das ICDSM wurde außerdem durch den ehemaligen US-Justizminister Ramsey
Clark, Velko Valkanov aus Bulgarien, Aldo Bernardini aus Italien, June
Kelly aus Irland und einem Mitglied des Politbüros der griechischen KP
repräsentiert. Rußland stellte eine Delegation, in der alle
Dumafraktionen vertreten waren, darunter Konstantin Satulin von der
Partei Putins, Sergej Baburin,Vizesprecher der Duma, der Vorsitzende
der Kommunistischen Partei der Russischen Föderation, Gennadi
Sjuganow, und General i.R. Leonid Iwaschow.
F: Nahmen auch Vertreter der serbischen Regierung an der Trauerfeier teil?
Nein, diese versuchte im Gegenteil, den Organisatoren der
Sozialistischen Partei und Milosevics Verteidigungskomitees »Sloboda«
Steine in den Weg zu legen, nachdem sie ein Staatsbegräbnis abgelehnt
hatte. 15 serbische Generale, die von der neuen Regierung vorzeitig in
den Ruhestand entlassen wurden, weil sie 1999 im Krieg gegen die NATO
teilnahmen, erschienen daraufhin in Paradeuniform, um zu salutieren.
Von ehemaligen Mitgliedern des Militärorchesters wurde »Lenins
Begräbnismarsch« gespielt. Die Führung der Radikalen Partei, stärkste
Partei Serbiens, die sich in der Opposition befindet, nahm geschlossen
teil. Sie verlas einen Brief ihres in Den Haag inhaftierten
Vorsitzenden Voijslav Seselj, der seinen politischen Kontrahenten
Milosevic würdigte.
F: In den deutschsprachigen Nachrichten war am Wochenende von 50 000
bis 100 000 Trauergästen in Belgrad die Rede.
Es kursieren unterschiedlichste Zahlen. Ein Belgrader Sender sprach
von 500 000. Der Blick vom Podium war jedenfalls beeindruckend, soweit
das Auge reichte, waren der Platz vor dem Parlament und alle
Nebenstraßen mit Menschen gefüllt. Ohne Zweifel handelt es sich um die
größte Versammlung seit dem Sturz Milosevics am 5. Oktober 2000.
Einige Beobachter schätzten, daß die Zahl der damals vom Westen
mitfinanzierten und organisierten Oppositionsbewegung sogar
übertroffen wurde.
F: In hiesigen Medien wurde fast durchgängig behauptet, daß ganz
überwiegend Rentner um Milosevic trauerten.
Als ich nach meiner Ankunft in Belgrad am Freitag um Mitternacht das
»Museum des 25. Mai« in Dedinje, einem Außenbezirk von Belgrad,
erreichte, wo der Leichnam Milosevics seit Donnerstag aufgebahrt war,
befanden sich trotz nächtlicher Kälte und Regen noch immer Tausende
Wartende aller Altersgruppen in der Schlange. Die Wartezeit, Milosevic
die letzte Ehre zu erweisen, betrug noch immer bis zu sechs Stunden.
Auch Ramsey Clark zeigte sich sichtlich gerührt und meinte, er habe so
etwas seit dem Tod von John F. Kennedy nicht erlebt.
F: Es liegt in der Natur der Sache, daß Beerdigungen eine traurige
Atmosphäre ausstrahlen. War auch Resignation unter den Trauergästen zu
spüren?
Von Resignation war am Samstag keine Spur. Die Stimmung der Menschen
war von tiefer Trauer und Wut bestimmt. Ich persönlich empfand es als
besonders tragisch, daß die engsten Familienmitglieder an der
Beisetzung nicht teilnehmen konnten, weil sie in Serbien aus
fadenscheinigen Gründen noch immer rechtlich verfolgt werden. Am Grab
wurden daher lediglich Briefe mit den letzten Worte von Witwe Mira
Markovic und Sohn Marko verlesen ein bedrückendes Erlebnis.
F: Den bisher vorliegenden Untersuchungen zufolge hätte das Haager
Tribunal den Tod Milosevics durch eine adäquate medizinische
Behandlung verhindern können. Werden rechtliche Schritte gegen die
verantwortlichen Richter und Chefanklägerin Carla del Ponte erwogen?
Das ICDSM zieht solche Schritte in Erwägung. Zunächst will man von
UN-Generalsekretär Kofi Annan die Aufhebung der Immunität der
verantwortlichen Personen des Haagers Tribunals verlangen.
Interview: Rüdiger Göbel
******************************************************************
[ 3 ]
Aus: junge Welt v. 20. März 06
http://www.jungewelt.de/2006/03-20/031.php
NICHT IN DIE KNIE GEZWUNGEN
Rede in Berlin zum Gedenken an Slobodan Milosevic
Von Ralph Hartmann
* Auf einer Trauerfeier für Slobodan Milosevic in Berlin sprach am
vergangenen Mittwoch der ehemalige DDR-Botschafter in Belgrad, Ralph
Hartmann:
»Sie werden mich nicht brechen können. Ich werde sie
auseinandernehmen«, das sind die letzten überlieferten Worte von
Slobodan Milosevic. Geäußert hat er sie am Freitag, den 10. März, in
einem Telefongespräch mit dem stellvertretenden Vorsitzenden der
Sozialistischen Partei Serbiens (SPS), Milorad Vucelic. Milosevic,
Vorsitzender der SPS, hatte seinen Stellvertreter in Belgrad
angerufen, um über einige Parteifragen zu sprechen. Zum Prozeß vor dem
sogenannten Haager Jugoslawien-Tribunal bemerkte er nur noch, daß er
mit Momir Bulatovic, ehemaliger Ministerpräsident von Montenegro, den
er als nächsten und besonders wichtigen Zeugen der Verteidigung im
Gerichtssaal befragen wollte, eine Dokumentation vorbereitet habe und
dem Tribunal den bisher »schwersten Schlag« versetzen werde.
Dazu ist es nicht mehr gekommen. In der darauffolgenden Nacht ist der
langjährige Präsident Serbiens und Jugoslawiens in seiner Einzelzelle
verstorben. Bei seinen Freunden und Unterstützern wurde die
Todesnachricht mit Bestürzung und Trauer aufgenommen, seine Gegner in
Den Haag und in den NATO-Metropolen reagierten nach ersten
heuchlerischen Betroffenheitserklärungen mit den eingeübten
Haßgesängen auf den »Belgrader Unhold«. Sie haben ihm nie verziehen,
daß unter seiner Führung die rote Fahne in Europa am längsten wehte,
daß er konsequent für den Erhalt der multinationalen jugoslawischen
Föderation eintrat und der Weltbank, dem Internationalen Währungsfonds
und der NATO die Stirn bot. Das war und ist die Hauptquelle ihres
Hasses. Mit Inbrunst wiederholten ihre publizistischen Sprachrohre die
im Verlauf des Prozesses vom angeklagten Expräsidenten längst
überzeugend widerlegten Lügen über den »skrupellosen großserbischen
Nationalisten«, der für »systematische ethnische Vertreibungen«,
»Massaker« in Kroatien, Bosnien, Kosovo und »Massenvergewaltigungen«
verantwortlich gewesen sei. (...) Nicht wenige Kommentatoren wiesen
empört den in Belgrad und anderswo erhobenen Vorwurf zurück, Milosevic
sei in Den Haag ermordet worden. Aber wenn es kein Mord war, was war
es dann?
Man kann einen Menschen erschlagen, erschießen, ertränken, erwürgen,
aber man kann ihn auch langsam, mit subtileren Mitteln zu Tode
bringen. Im Falle des Haager Angeklagten ist das geschehen. Auf Geheiß
der NATO wurde Milosevic, der ausgerechnet während des
verbrecherischen Terrorkrieges der NATO gegen sein Land vom
völkerrechtswidrig installierten Haager Jugoslawien-Tribunal der
Verbrechen gegen die Menschlichkeit angeklagt worden war, von der
Belgrader Djindjic-Regierung am 1. April 2001 verhaftet, in einen
Isolationsraum des Belgrader Zentralgefängnisses gesperrt, nach 89
Tagen nach Den Haag verschleppt und dort vier Jahre und neun Monate in
Einzelhaft gehalten. Während der ersten Phase des Prozesses wurde der
sich selbst verteidigende NATO-Gefangene an 250 Verhandlungstagen mit
300 Zeugen der Chefanklägerin Carla del Ponte, darunter makabrerweise
die für die barbarische Kriegsführung gegen Jugoslawien
verantwortlichen NATO-Generäle Wesley Clark und Klaus Naumann,
konfrontiert, mit einer Million DIN-A4-Seiten »Beweismaterialien« und
unzähligen Tonbändern und Videos überschüttet. Das Tribunal
schikanierte ihn, wo es nur konnte, seine Erholungsphasen und die
Vorbereitungszeit auf seine Verteidigung wurden extrem verkürzt,
britische Verteidiger sollten ihm aufgezwungen werden, seine Frau Mira
und seine nächsten Angehörigen durften ihn jahrelang nicht besuchen,
was den psychischen Druck auf ihn erhöhte.
Doch die Schikanen des Tribunals konnten ihn nicht in die Knie
zwingen. Vor Gericht widerlegte er souverän und mit beeindruckender
Sachkenntnis Punkt für Punkt die Lügen der Anklage und ihrer Zeugen,
prangerte die bürgerkriegsschürende Einmischungspolitik der NATO, vor
allem Deutschlands, die Unterstützung für die Terroristen und
Separatisten in Kosovo und den verbrecherischen Überfall des
Kriegspaktes auf sein Land an. Selbst NATO-Beobachter kamen zu der
Einschätzung, daß Milosevic vor den Schranken des Gerichtes vom
Angeklagten zum Ankläger geworden war. Frau del Ponte und mit ihr das
Tribunal sowie seine Hintermänner standen vor einer Niederlage.
Auch in den USA erhoben sich einflußreiche Stimmen, das Haager
»Frankenstein-Monster« zu begraben und die Chefanklägerin in die Wüste
zu schicken. In dieser Situation schreckten die Gegner Milosevics auch
nicht davor zurück, die so schon angeschlagene Gesundheit des
Angeklagten zu untergraben.
Bereits 2002 hatte ein vom Gericht bestellter niederländische
Kardiologe nach einer Untersuchung des Angeklagten extremen
Bluthochdruck mit sekundärem Organschaden, Erweiterung der linken
Herzkammer, diagnostiziert. Aus seinem Bericht ging eindeutig hervor,
daß der Druck des Verfahrens zu extremer Erschöpfung, zu Gehirnschlag,
Herzinfarkt und Tod führen kann.
Das Tribunal sah das anders und lehnte eine Behandlung durch seine
Belgrader Ärzte ab, es untersagte ihm sogar, die von diesen verordnete
Medizin einzunehmen. Wie skrupellos es vorging, zeigte erst unlängst
die Ablehnung des Antrages des NATO-Gefangenen, sich wegen seiner
akuten Leiden am weltbekannten Moskauer Bakuljew-Zentrum von
russischen Herzspezialisten behandeln zu lassen. (...)
Noch kurz vor seinem Tod hatte er seinem Rechtsberater Zdenko
Tomanovic gesagt, daß man ihn vergiften wolle, worüber der Berater
umgehend das holländische Justizministerium, die Polizei und die
russische Botschaft mit einem handschriftlichen Brief Milosevics an
Außenminister Lawrow informierte. Die Obduktion bestätigte diesen
Verdacht. Der Versuch des Tribunals und dessen propagandistischen
Hilfstruppen, ausgerechnet dem standhaften Milosevic zu unterstellen,
sich selbst vergiftet zu haben, um das Risiko eines Herzinfarktes zu
erhöhen, ist an Dummheit und Infamie nicht zu überbieten. Er rundet
allerdings das Bild ab, das das Haager Tribunal und der von den
Aggressoren veranlaßte schändliche Prozeß gegen den Präsidenten des
von ihnen angegriffenen Landes von Anbeginn an geboten hat.
Slobodan Milosevic hat mit seinen letzten Worten: »Sie werden mich
nicht brechen« Recht behalten. Sie haben ihn nicht gebrochen, zu Tode
gebracht haben sie ihn.
(gekürzt)
***************************************************************************
[ 4 ]
DER TOD VON MILOEVIC: EIN POLITISCHER MORD, FÜR DEN DAS OPFER
VERANTWORTLICH GEMACHT WIRD
Von Sarah Flounders
(Co-Direktorin des International Action Center, New York)
Im Sommer 2004 begegnete ich dem ehemaligen jugoslawischen Präsidenten
Slobodan Milosevic im Gefängnis von Scheveningen, als ich als Zeugin
seiner Verteidigung zugelassen worden war. Bevor ich hinein gelangen
konnte, hatte ich vier völlig separate Kontrollposten zu passieren und
konnte nichts anderes als Papiere mit hinein nehmen. Jede
Sicherheitsstufe war strenger als die vorherige.
Niemand der mit Präsident Milosevic in den letzten vier Jahren
zusammen getroffen ist, kann glauben, er hätte riskiert, sich selbst
zu töten, anstatt sein Verfahren zu Ende zu führen. Und niemand, der
einmal im Den Haager Gefängnis in Scheveningen war, kann die abwegigen
Behauptungen glauben, dass er irgendwie in der Lage war, regelmäßig
nicht verordnete Medikamenten herein zu schmuggeln. Da würde man schon
eher jene Kräfte verdächtigen, die verzweifelt versuchen, ihre eigenen
Verbrechen zu vertuschen.
Meine Rolle als Zeugin beruhte auf meiner Reise nach Jugoslawien im
Frühjahr 1999 während des 78-tägigen US/NATO-Bombardements. Ich
besuchte zerbombte Schulen, Krankenhäuser, Heizwerkanlagen und Märkte
und berichtete über die Schäden der Zivilbevölkerung. Außerdem hatte
ich seit 1993 über die Rolle geschrieben, welche die USA bei der
Strangulierung und gewaltsamen Zerstückelung Jugoslawiens hinter der
Szene spielten.
Selbst nachdem mein Name als Zeugin der Verteidigung akzeptiert worden
war, war es auch dann noch eine komplizierte und langwierige Prozedur,
diesen Besuch abzustatten. Obgleich alles am Tage des Besuches
genehmigt worden war, vergingen immer noch vier Stunden, um durch die
Kontrollposten in die Spezialeinheit im Innern des Gefängnisses zu
kommen, wo die Angeklagten des Internationalen Straftribunals für das
ehemalige Jugoslawien (ICTY) völlig abgetrennt von den übrigen
Gefangenen unter strenger Bewachung gehalten wurden.
Das Gefängnis Scheveningen ist eine Hochsicherheitseinrichtung.
Milosevic und die anderen angeklagten Gefangenen sind in einem
speziellen Gefängnistrakt innerhalb der Haftanstalt untergebracht.
Diese Abteilung erstreckt sich über vier Stockwerke mit jeweils 12
Zellen. Sie wird von besonderen UN-Wärtern beaufsichtigt. Überall sind
Kameras. Jeder Augenblick der Gefangenen wird beobachtet und
kontrolliert. Als der Präsident in seine Zelle verbracht wurde, blieb
das Licht zuerst 24 Stunden am Tag an, und jede Bewegung wurde verfolgt.
Woher kam das Rifampicin?
Inzwischen behaupten die niederländischen Behörden, dass Milosevic ein
seltenes, schwer zu beschaffendes Antibiotikum nahm, das zur
Behandlung von Lepra und Tuberkulose eingesetzt wird und das die
einzigartige Fähigkeit hat, die Wirkung der Medikamente, die er zur
Kontrolle seines Bluthochdrucks nahm, herabzusetzen. Wie ist dieses
Medikament namens Rifampicin in Milosevics Körper gelangt? Er befand
sich als Gefangener in einem Hochsicherheitsgefängnis unter dreifachem
Verschluss in einem Spezialtrakt innerhalb einer Haftanstalt, die
früher von den Nazis benutzt wurde, um holländische Widerstandskämpfer
zu inhaftieren.
Als das Rifampicin am 12. Januar diesen Jahres in Milosevics Blut
gefunden wurde, hielt das ICTY den Bericht über die Blutprobe geheim,
selbst vor Milosevic und seinen Ärzten, die darüber Beschwerde
führten, dass etwas bedrohlich Falsches die Gesundheit des Angeklagten
angriff. Derweil Milosevic, sein Verteidigungskomitee und die ihn
unterstützenden Anwälte Auskunft über seine Gesundheit verlangten,
saßen die ICTY-Beamten auf diesem Bericht. Warum haben die für
Milosevics Gesundheit verantwortlichen ICTY-Beamten, wenn sie denn
wirklich geglaubten, er schmuggele schädliche Arzneimittel in das
Gefängnis, diesen Bericht nicht viel eher veröffentlicht?
Verzögerungen schaden Milosevic
Ebenso abwegig sind die Behauptungen, dass Milosevic seine Krankheit
vorgespielt hat, um sein Verfahren zu verzögern. Tatsächlich
verzögerte die Anklagevertretung das Verfahren, ersten indem sie
zusätzliche Anklagepunkte zu Kroatien und Bosnien einführte, als man
merkte, dass man aufgrund der ursprünglichen Anklagepunkte zu Kosovo
keine Beweisgrundlage für Kriegsverbrechen hatte, sodann indem man man
Hunderte von Zeugen aufbot und von Februar 2002 bis Februar 2004 zur
Darstellung des Sachverhalts, wie die Anklage ihn sah, 500.000
Druckseiten an Dokumenten produzierte.
Jedes Mal, wenn Milosevic zu krank war, um im Gerichtssaal weiter zu
machen, beantragte die Anklage, ihm Zwangsverteidiger aufzuzwingen und
ihm das Recht eines Gefangenen zu nehmen, seine Verteidigung selbst zu
führen. Milosevic war entschlossen, den Prozess als Plattform zu
benutzen, um nicht nur sich selbst sondern die Bevölkerung von
Jugoslawien zu verteidigen und die USA, Deutschland und die
NATO-Mächte für ihre Rolle bei der verbrecherischen Zerstörung seines
Landes anzuklagen. Er begrüßte den Prozess als die einzige Plattform,
wo er die historischen Zusammenhänge darstellen konnte. In seinen
Ausführungen vor dem Gericht erläuterte er ständig, warum er,
ungeachtet seiner schlechten Gesundheit, entschlossen war, weiter zu
machen.
Ich begegnete Milosevic in dem Sonderraum, dem einzigen Platz, wo das
ICTY ihm erlaubt, zu arbeiten oder über die Gerichtsunterlagen zu
verfügen, um seine Verteidigung vorzubereiten. Wenn sein Bluthochdruck
stieg und er nicht in der Lage war, mit der Gerichtsverhandlung
fortzufahren, wurde er auch vom Zugang zu seinem Verteidigungsmaterial
ausgeschlossen.
Das ICTY hat Milosevic beschuldigt, er habe sich insgeheim selbst mit
Medikamenten behandelt und vermieden, die verordneten Arzneimittel zu
nehmen. Auf diese Anschuldigung antwortete Milosevic selbst am 1.
September 2004 im Gerichtssaal: Sie kennen wahrscheinlich die Praxis
in Ihrer eigenen Haftanstalt nicht. Ich nehme meine Mittel in
Gegenwart der Wärter ein. Sie werden mir ausgehändigt. Ich nehme sie
in Gegenwarte des Wärters, und der Wärter trägt in ein Buch ein, wann
genau ich diese Mittel eingenommen habe."
Trotz des Risikos eines lebensbedrohlichen Herzanfalls, über das
wiederholt in Auseinandersetzung mit den Anklägern gesprochen wurde,
weigerten sich die Beamten des Tribunals sogar, regelmäßige Kontrollen
des Gesundheitszustandes des Präsidenten zu veranlassen. Monate lang
lehnten sie den Zugang von Spezialisten ab, die bereit waren nach
Scheveningen zu kommen und verzögerten damit die Behandlung.
Schlüssiger und glaubwürdiger als die Erklärung des ICTY war die des
Präsidenten. In einem Brief an die russische Botschaft zwei Tage vor
seinem Tode schreibt Milosevic, dass er seit mehr als vier Jahren
keine Antibiotika genommen habe. Er fragt, warum der medizinische
Bericht über die Entdeckung von Rifampicin fast zwei Monate lang vor
ihm geheim gehalten wurde. Er schreibt, er glaube, dass aktive
Schritte unternommen werden, um seine Gesundheit zu zerstören."
Warnend weist er darauf hin, dass er sich sicher ist, er werde
vergiftet und sein Leben sei in Gefahr.
Ein politisches Tribunal
Die Art, wie das ICTY mit dem Tod von Präsident Milosevic umgeht,
gleicht der Art der Behandlung des gesamten Verfahren durch das ICTY:
Es ist der Versuch, das Opfer für das Verbrechen verantwortlich zu machen.
Das ICTY ist kein wirkliches internationals Gericht mit der
Zuständigkeit, über angeklagte Kriegsverbrecher ein Urteil zu fällen.
Es ist ein politisches Gericht, das 1993 vom UN-Sicherheitsrat auf
Druck der US-Außenministerin Madelin Albright in Verletzung der
UN-Charta eingerichtet wurde. Seine Zuständigkeit ist darauf
beschränkt, über Personen aus dem ehemaligen Jugoslawien zu urteilen,
und die überwiegende Mehrheit der Gefangenen sind Serben. Es ist ein
Propagandaapparat und ein Haftlager für politische Gefangene, als
neutrales Gericht getarnt. Es verfolgt das Ziel, die Opfer selbst für
die Verbrechen verantwortlich zu machen, die gegen sie begangen
wurden, und die imperialistischen Mächte freizusprechen, die die
Sozialistische Föderation Jugoslawien überfielen, bombardierten und
privatisierten.
Als Milosevic mit mir über das Verfahren sprach, war er es, der mit
seinem historischen Wissen und seiner trotz Krankheit starken Energie
meine Ermüdung durch die reisebedingte Zeitverschiebung und infolge
des vierstündigen Eingangshürdenlaufs überwand und es uns beiden
möglich machte, das Gespräch voller Zuversicht angesichts der nächsten
Schritte des Tribunals zu beenden.
Nun soll die Welt glauben gemacht werden, dass Milosevic für seinen
eigenen Tod verantwortlich ist. Dabei geht es um ein so unglaublich
kompliziertes Szenario, eine so ausgetüftelte Selbstmordgeschichte,
die so unwahrscheinlich ist wie die gegen ihn erhobenen Anklagen. Die
käuflichen und bezahlten Großmedien akzeptieren und propagieren die
Geschichte seines Todes in derselben unterwürfigen Art, wie sie die
Existenz dieses illegalen Gerichts und die Rechtfertigung für die
Zerstörung Jugoslawiens akzeptiert haben.
Milosevic ist jetzt von uns gegangen. Aber die Summe seiner
Gegendarstellung gegen die in zwei Jahren vorgetragene Darlegungen der
Ankläger und seine zur Eröffnung seiner Verteidigung gehaltene Rede
und die von ihm eingeführten Zeugenaussagen leben fort. Er hinterließ
eine fulminante Anklage gegen die Intervention der USA und der
uropäischen Großmächte auf dem Balkan in einem historischen Dokument,
welches das Format eines großen J'accuse" hat. Seine Rede, die eine
umfangreiche Dokumentation und viele faktische Details enthält, ist
auf Serbisch, Griechisch, Französisch, Russisch, Englisch und Deutsch
(und Italienisch, n.d.CNJ) erschienen. Wenn die billige
Kriegspropaganda längst verrauscht ist, wird DIE ZERSTÖRUNG
JUGOSLAWIENS - SLOBODAN MILOSEVIC ANTWORTET SEINEN ANKLÄGERN" noch
lange Bestand haben.
Übersetzung aus dem Englischen: Klaus von Raussendorff
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E N D E
=== BOLOGNA 24 MARZO ===
# From: "PRC FEDERAZIONE BOLOGNA" <prcbologna @...>
# Subject: iniziativa sulla Jugoslavia ven. 24 marzo
# Date: Tue, 21 Mar 2006 10:16:49 +0100
JUGOSLAVIA: il primo tassello di una destabilizzazione che porta al
"Nuovo Ordine Mondiale"
Sette anni fa, il 24 marzo 1999, iniziava la cosiddetta "Guerra del
Kossovo" cioè 78 giorni di incessanti bombardamenti, durante i quali
su città e campagne piovvero "bombe intelligenti"... proiettili
all'uranio colpirono case, ospedali, scuole, cimiteri, chiese, strade,
ponti, ferrovie, parchi nazionali, stazioni radiotelevisive, fabbriche
autogestite, raffinerie, industrie chimiche... provocando morti e
feriti tra la popolazione civile, compromettendo in modo irreversibile
l'ambiente e quindi la salute delle generazioni attuali, e di quelle
future.
Anche l'Italia fu responsabile di questa aggressione: dalle basi
militari sul territorio italiano partivano gli aerei con il loro
carico di morte, piloti italiani guidavano i bombardieri, soldati
italiani caricavano le bombe all'uranio...
Non esistono "Guerre Umanitarie" : Rifondazione Comunista fu, anche
allora, contro la guerra.
L'aggressione Nato è stato il momento culminante di un'opera di
penetrazione e disgregazione sul piano economico, politico e militare,
portata avanti per molti anni contro la Jugoslavia, che non si è
ancora conclusa.
Il 25 aprile 1999, mentre le bombe all'uranio cadevano sull'Europa,
gli Stati Uniti imposero agli altri governi dell'Alleanza ( senza
neppure sentire il bisogno di sottoporlo al voto dei vari Parlamenti )
il nuovo Statuto NATO, in base al quale il Patto Atlantico ha perso,
anche sul piano formale, ogni giustificazione difensiva, per diventare
a tutti gli effetti un'alleanza finalizzata a sostenere militarmente
gli interessi dell'Occidente ovunque nel mondo...
Da questo, alla Guerra Infinita, il passo è stato breve !
Quali furono le cause del conflitto nei Balcani, al di là della
propaganda della NATO ?
Quali i possibili sviluppi del problema dell'indipendenza del Kossovo
e del Montenegro?
Quali prospettive, dopo la morte di Slobodan Milosevic nel carcere del
tribunale speciale dell'Aja, istituito "ad hoc" per attribuire ad una
parte sola tutta la responsabilità del conflitto nei Balcani?
Ne parliamo insieme, per ricordare ed analizzare dove questa guerra ha
portato l'umanità:
Venerdì 24 Marzo 2006 - ore 20,30 -
Sala Quartiere Porto via dello Scalo 21
con
Enrico Vigna - Associazione SOS Yugoslavia
Marcello Graziosi - segreteria Prc Emilia Romagna
Sergio Coronica - Comitato Cittadino Contro la Guerra
Tiziana Z. Lofranco - Antropologa Collaboratrice Rivista Giano
Coordina
Orsola Mazzola - Prc Bologna
Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Bologna
Tel.051/311476
prcbologna @...
gcbologna @...
=== CESENA 31 MARZO ===
24 Marzo 1999
7 anni fa menzogne e bombe "umanitarie" sulla Yugoslavia
Un crimine che il tempo non cancella!
Bombardare mercati, scuole, treni, industrie chimiche, case,ospedali
con missili e bombe all'Uranio impoverito non è forse un atto
"terroristico"? O è un "nobile" atto di guerra"? Questo ha fatto il
Governo di Centro-sinistra D'Alema nel 1999 contro il popolo yugoslavo
. Non dimentichiamolo: perché torneranno a farlo !
Venerdì 31 Marzo 2006 (h.21.00)
Spazio Libero "Pellerossa"
Vicolo della stazione 52 Cesena
Incontro pubblico con:
Fulvio Grimaldi
(giornalista indipendente)
L'assassinio di Milosevic nell'anniversario del criminale attacco
della N.A.T.O.
Dalle bombe umanitarie su Belgrado a Baghdad: il movimento contro la
guerra a un bivio ?
Promuove: SINISTRA ANTAGONISTA CESENA
momotombo @ libero.it
=== BARI 23 + 24 MARZO ===
Most za Beograd - Un ponte per Belgrado in terra di Bari
Associazione culturale di solidarietà con la popolazione jugoslava -
ONLUS -
via Abbrescia 97, 70121 BARI
most.za.beograd @ libero.it
080 5562663 - 347 6589841
---
Giovedì 23 marzo c/o Libreria Feltrinelli, via Melo 119, Bari - ore 19.00
presentazione del libro
Il corridoio - viaggio nella Jugoslavia in guerra
(La città del Sole, Napoli, 2005, 400 pp., euro 18,00).
Intervengono
l'autrice, Jean Toschi Marazzani Visconti
Nico Perrone, docente di storia dell'America all'Università di Bari
Dragan Mraovic, scrittore, traduttore, opinionista del quotidiano
montenegrino Dan.
Coordina
Andrea Catone, associazione Most za Beograd.
Jean Toschi Marazzani Visconti, presente in Bosnia, Serbia e Kosovo
durante gli anni del conflitto jugoslavo del decennio scorso, ha
collaborato con il manifesto e liMes. Il libro è un diario di
viaggio sui luoghi del conflitto, raccontato in prima persona, e, al
contempo un'interessante documentazione, fatta di interviste ai
principali protagonisti del tempo. Consente di ricostruire
dall'interno 10 anni di conflitto jugoslavo, sigillato
dall'aggressione della NATO del 1999, fino al 2003. Un'ampia e
dettagliata cronologia di circa 60 pp., in appendice, insieme con
mappe e foto inedite, risultano utilissimi per il lettore e chiunque
voglia cercare di comprendere, al di là di triti luoghi comuni e
mistificazioni, l'intricatissima vicenda jugoslava.
---
Venerdì 24 marzo ore 10.00
Facoltà di Scienze Politiche
Piazza C. Battisti 3, Bari
Aula VII, Secondo piano
conferenza-dibattito:
La politica estera degli USA e lo smembramento della Jugoslavia negli
anni '90
intervengono:
prof. Nico Perrone
docente di Storia dell'America all'università di Bari
Jean Toschi Marazzani Visconti
autrice del libro Il corridoio - viaggio nella Jugoslavia in guerra
Andrea Catone
coautore del libro Dal Medio Oriente ai Balcani: l'alba di sangue del
secolo americano
Source: http://www.michelcollon.info
=== ITALIANO ===
Milosevic : 7 questioni imbarazzanti
di Michel Collon
12 marzo 2006
(traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
Perché si continuerà a nascondervi quel che segue.
Che egli muoia !
« Sarebbe meglio se Milosevic morisse in cella, perché se il processo
seguisse il suo corso, potrebbe essere condannato solo per delle
accuse di poca rilevanza. »
JAMES GOW, « esperto in crimini di guerra » e fautore del Tribunale
dell'Aja, intervistato a Channel 4, 2004.
http://www.csotan.org/textes/texte.php?art_id=180&type=TPI
KUSTURICA
« Sono una vittima di una guerra di propaganda », canta Emir
Kusturica, il celebre cineasta nato a Sarajevo, con il suo gruppo
rock. Il suo film La vie est un miracle (La vita è un miracolo)
ridicolizza i media occidentali sulla Bosnia. Ma nelle sue interviste,
ha fatto ben comprendere che gli era impossibile dire la verità.
PINTER
Harold Pinter, Premio Nobel per la Letteratura 2005 :
« La Corte NATO-USA che giudica Slobodan Milosevic è sempre stata
totalmente illegittima. Impossibile considerarla come un tribunale
serio. La difesa di Milosevic è potente, convincente ed irrefutabile.»
Perché i media non hanno mai riportato il contenuto delle udienze di
questo processo?
CRIMINI SERBI
« Quando Milosevic è stato messo al corrente dei crimini commessi dai
riservisti della polizia, associati alla milizia di Slobodan Medic
`Boca', si è infuriato. Ha domandato come era potuto succedere che la
milizia degli Scorpioni aveva potuto essere attiva in Kosovo, e ha
preteso che i colpevoli fossero perseguiti e che questo non succedesse
più.»
Generale Farkas, capo dei servizi di sicurezza dell'Esercito Jugoslavo
nel 1999, testimonianza resa al Tribunale dell'Aja.
MITTERRAND - SARAJEVO
« Il Signor Boutros Ghali mi ha informato qualche giorno fa che il
proiettile che ha colpito il mercato di Markale a Sarajevo era un atto
provocatorio dei Musulmani di Bosnia.»
http://www.fantompowa.net/Flame/bosnia_sarajevo.htm
BIN LADEN DA IZETBEGOVIC
« Nel novembre 1994, mi trovavo con un collega di Spiegel,
nell'anticamera dell'ufficio del presidente di Bosnia, Izetbegovic.
Abbiamo visto Osama bin Laden scortato all'interno dell'ufficio di
Izetbegovic."
Eve-Ann Prentice, giornalista del Guardian e del Times, specialista
dei Balcani. Il giudice Robinson ha immediatamente soppresso questa
testimonianza, dichiarandola "irrilevante".
http://www.slobodan-milosevic.org/
PIANO « FERRO DI CAVALLO » :
Scharping, ministro tedesco della Guerra, 1999 "(Noi temevamo) un
cedimento del sostegno dei media, foriero di un ritorno dell'opinione
pubblica favorevole all'arresto della campagna di bombardamenti della
NATO e alla ripresa dei negoziati. Une catastrofe che il mio collega
Joshka Fischer voleva ad ogni costo evitare."
É il momento di annunciare una notizia sensazionale : il ministro
Scharping, dopo qualche giorno, disponeva della prova scritta che
Milosevic aveva programmato per la primavera un crimine contro
l'umanità in Kosovo di grandi dimensioni, giustificando a posteriori
l'intervento preventivo della Bundeswehr (l'Esercito Tedesco). «
Finalmente, abbiamo la prova che dal dicembre 1998 era stata
programmata una pulizia etnica sistematica e l'espulsione dei Kosovari
albanesi, una prova dettagliata e che specifica tutte le unità
jugoslave che vi dovevano partecipare. L'analisi mette in rilievo una
immagine raccapricciante chiarissima. Ho deciso che questo piano
"Ferro di Cavallo" sia reso di pubblico dominio.».
Due anni più tardi, l'8 febbraio 2001, la catena ARD diffonderà un
documentario esclusivo: « All'inizio fu la menzogna ». Quella sera, un
milione di telespettatori tedeschi sbalorditi, appresero quello che un
piccolo numero di persone ben informate già sapevano : non era mai
esistito un piano serbo "Ferro di Cavallo" e che i massacri erano
stati inventati di sana pianta. I telespettatori intesero inoltre l'ex
portavoce della NATO durante la guerra, il britannico Jamie Shea,
indirizzare un vibrante (ma fortemente compromettente) omaggio
all'eminente contributo dei dirigenti tedeschi: « Non solamente il
ministro Scharping, ma anche il cancelliere Schröder e il ministro
Fischer sono stati un esempio grandioso di leaders politici che non si
allineano sull'opinione pubblica, ma hanno la capacità di
condizionarla. Malgrado gli incresciosi danni collaterali e nonostante
la durata dei bombardamenti, loro hanno saputo mantenere la bussola.
Se noi avessimo perduto il sostegno dell'opinione pubblica tedesca,
avremmo perso anche quello dei paesi alleati.»
++++++++++
Ecco qualche esempio, fra i tanti altri, di mediamenzogne! Certamente
sono stati commessi crimini da entrambe le parti in questa guerra. Ci
sono cose da rimproverare a Milosevic. Ma, nello stesso tempo, le cose
importanti non sono certamente quelle raccontate dai media.
Soprattutto importante è tutto ciò che non dicono.
Se voi ritenete che i mezzi di comunicazione di massa vi abbiano
indotto qualche volta in errore sull'Iraq, su Israele, sul Vietnam e
su qualche altro conflitto, ma che per la Jugoslavia abbiano fatto
un'eccezione, e che in questo caso vi sia stato detto tutto senza
alcuna manipolazione, allora non cercate più, e dormiteci sopra!
Al contrario, se voi avete riscontrato che qualsiasi conflitto delle
grandi potenze è sempre stato accompagnato da propaganda di guerra e
da disinformazione, allora cercate di conoscere quello che vi è stato
nascosto, Provate a farvi una vostra opinione senza tabù.
Michel Collon
Sul mio sito http://www.michelcollon.info , utilizzando il motore di
ricerca, troverete numerosi fatti che vi sono stati nascosti
LIBRI E FILMS
-Poker menteur, Les grandes puissances, la Yougoslavie et les
prochaines guerres. (Mentitori a Poker; le grandi potenze, la
Jugoslavia e le guerre a venire.)
Beninteso, sono stato censurato e calunniato per aver dimostrato che i
media su questa guerra ci hanno manipolato. Ma Paul-Marie de la Gorce,
che è sato cronista al Monde Diplomatique e uno dei migliori
conoscitori delle strategie segrete degli USA nei Balcani, aveva
giudicato questo libro uno dei tre migliori dell'anno 1998. Nel
contempo, Gilles Perrault, Jean Ziegler, Samir Amin e molti altri
hanno salutato queste ricerche. Ma tutto questo è stato fatto sparire
dai media a senso unico.
Info : nessa.kovic @ skynet.be
- Monopoly L'Otan à la conquête du monde. (Monopoli la NATO alla
conquista del mondo)
Info : nessa.kovic @ skynet.be
- Les Damnés du Kosovo (I dannati del Kosovo)
Questo film documentario mostra la situazione catastrofica di tutte le
minoranze nazionali, oggi sotto l'occupazione della NATO. E la
gigantesca base militare costruita dagli Stati Uniti sul tracciato del
futuro oleodotto USA. Disponibile ora anche in DVD.
Info : nessa.kovic @ skynet.be
- Sous les bombes de l'Otan 15 Belges en Yougoslavie (Sotto le bombe
della NATO 15 Belgi in Jugoslavia).
Documentario sui crimini della NATO, che ha bombardato obiettivi
civili e numerose strutture produttive, nei fatti una privatizzazione
attraverso le bombe.
Info : nessa.kovic @ skynet.be
=== ENGLISH ===
Milosevic and the Media : 7 Troubling Questions
MICHEL COLLON
Why do they continue to hide these things from you:
LET HIM DIE!
« It would be better if Milosevic died in the dock, because if the
trial ran its course he might be sentenced for only relatively minor
charges »
James Gow, "an expert on war crimes" and supporter of The Hague
Tribunal, in an interview with Channel 4, 2004.
http://www.icdsm.org/more/Laughland1007.htm
KUSTURICA
« I am a victim of a propaganda war », sang Emir Kusturica, the famous
filmmaker who was born in Sarajevo, with his rock group. His film Life
Is a Miracle ridicules Western media coverage on Bosnia. But even in
his interviews, he also made people understand that it was impossible
to tell the truth.
PINTER
Harold Pinter, Nobel Prize in Literature 2005 :
« The US/NATO court trying Slobodan Milosevic was always totally
illegitimate. It could never be taken seriously as a court of justice.
Milosevic's defense is powerful, convincing, persuasive and impossible
to dismiss. »
SERBIAN CRIMES
« Gen. Farkas said that when Milosevic learned of crimes committed by
reserve policemen who had associated with Slobodan Medic "Boca," he
became extremely angry. He demanded an explanation of how the
Skorpions commander could have been active in Kosovo, then he demanded
that the perpetrators be prosecuted and that nothing like that be
permitted to happen in the future. »
General Farkas, chief of the Security Dept. of the Yugoslav Army in
1999, testimony given in The Hague.
MITTERRAND - SARAJEVO
« Mr. Boutros Ghali advised me a few days ago that the projectile that
struck the Markale market place in Sarajevo was an act of provocation
by the Bosnian Muslims. »
http://www.fantompowa.net/Flame/bosnia_sarajevo.htm
BEN LADEN AND IZETBEGOVIC
"In November 1994, while she was waiting in Izetbegovic's foyer both
she, and a journalist from Der Speigel, saw Osama bin Laden being
escorted into Izetbegovic's office. Yes *that* Osama bin Laden -- the
same Osama bin Laden who masterminded the 9/11 terrorist attacks."
Eve-Ann Prentice, journalist writing for the Guardian and the Times
(UK), Balkans specialist. Judge Robinson immediately cut off her
testimony, and declared it to be "irrelevant".
http://www.slobodan-milosevic.org/news/smorg020306.htm
OPERATION HORSE SHOE :
Scharping, German Defense Minister, 1999 "(We fear that) a slackening
of support by the media, warnings of a reversal of public opinion in
favor of a halt to Nato's bombing campaign and a return to
negotiations. It is a catastrophe that my colleague Joshka Fischer
would like to avoid at all cost."
It was time to announce a new sensational news story : for several
days they had been preparing written proof that Milosevic had planned
for the spring a vast crime against humanity in Kosovo, providing a
posteriori justification for preventive intervention by the
Bundeswehr. «We finally have the proof that plans for the systematic
expulsion and ethnic cleansing of Kosovo Albanians have been in place
since December 1998, detailed proof that names all the Yugoslav units
that were going to participate in it. The analysis provides a clear
image of what was going to happen. I decided that Operation Horseshoe
should be made public».
Two years later, on February 8, 2001, the ARD network broadcast an
exclusive documentary : « In the Beginning Was the Lie ». That night,
one million German television viewers were stupefied to learn that
what a few well informed people had known all along : the Serbs never
had a plan called Operation Horse Shoe, and that the massacres had
been completely fabricated. They also heard the former NATO spokesman
during the Kosovo War, the Briton Jamie Shea, address a stirring (but
heavily compromising) homage for the eminent contribution made by
German leaders : « Not only Minister Scharping, but also Chancellor
Schröder and Minister Fischer were a grandiose example of political
leaders who did not align themselves with public opinion but who know
how to shape it. Despite the troublesome collateral damage and despite
the length of the bombardments, they knew how to stay the course. If
we had lost the support of German public opinion, we also would have
lost that of our partners. ».
++++++++++
Here are just a few of many examples of media lies.
Crimes had been committed by all three sides during the civil war.
Milosevic can be reproached for certain things. But the important
thing here is not what the media says. It's what the media doesn't say.
If you think that the media brought manipulated reports on Iraq,
Israel, Vietnam, and several other wars, but that Yugoslavia was an
exception, and that in this case they told you the truth without any
manipulation, then don't bother looking any further, and sleep well !
On the other hand, if you have noticed that each war waged by the
Great Powers has always been accompanied by war propaganda and
disinformation, then, find out what they have been hiding from you.
Try to formulate your own opinion, without taboos.
Of course, do not believe us just like that. Why not ask to your
favorite journalist if he knows about this, and if he will inform his
audience ?
MICHEL COLLON
March 12, 2006
You can find numerous facts that have been concealed with the search
engine on my site (only in French up to now) :
BOOKS AND FILMS
- Liar's Poker : The Great Powers, Yugoslavia and the Wars of the Future.
Of course, I have been censured and calumnied for having shown that
the media manipulated us during this war. But the late Paul-Marie de
la Gorce, a columnist with Monde Diplomatique and one of the
outstanding experts in the U.S.A.'s secret strategies in the Balkans,
rated this as one of the three best books that appeared in 1998.
Gilles Perrault, Jean Ziegler, Samir Amin and plenty of others thought
the same and they welcomed the research. But a one-way media has made
all of this vanish by sleight of hand.
Info : nessa.kovic @ skynet.be
- Monopoly - NATO in Search of World Conquest.
How that war prepared the one against Iraq and the next others...
Info : nessa.kovic @ skynet.be
- The Damned of Kosovo
This documentary film shows the catastrophic situation of all of the
minorities who are living today under NATO occupation. And the
gigantic military base built by the U.S. on the projected route of a
future U.S. oil pipeline.
Now also available on DVD.
Info : nessa.kovic @ skynet.be
- Beneath NATO's Bombs - 15 Belgians in Yugoslavia
A documentary on the crimes of NATO, which bombed civilian targets and
numerous companies, in fact, it was privatization by bombardment.
Info : nessa.kovic @ skynet.be
=== FRANCAIS ===
Milosevic et les médias : 7 questions gênantes
par Michel COLLON
Pourquoi continuera-t-on à vous cacher ceci :
1. QU'IL MEURE !
« Ce serait mieux si Milosevic mourait en cellule, parce que si le
procès suivait son cours, il pourrait bien n'être condamné que pour
des charges mineures". »
James Gow, "expert en crimes de guerre" et partisan du Tribunal de La
Haye, interview à Channel 4, 2004.
http://www.csotan.org/textes/texte.php?art_id=180&type=TPI
2. KUSTURICA
« I am a victim of a propaganda war », chante Emir Kusturica, le
célèbre cinéaste né à Sarajevo, avec son groupe rock. Son film La vie
est un miracle ridiculise les médias occidentaux sur la Bosnie. Mais
dans ses interviews, il a aussi fait comprendre qu'il lui était
impossible de dire la vérité.
3. PINTER
Harold Pinter, Prix Nobel de Littérature 2005 :
« La Cour US - OTAN qui juge Slobodan Milosevic a toujours été
totalement illégitime. Impossible de la considérer comme un tribunal
sérieux. La défense de Milosevic est puissante, convaincante et
irréfutable. »
Pourquoi les médias ne nous parlaient-ils plus des audiences de ce
procès ?
4. CRIMES SERBES
« Lorsque Milosevic a été mis au courant de crimes commis par des
réservistes de la police, associés à la milice de Slobodan Medic
'Boca', il a été furieux. Il a demandé comment il se faisait que la
milice des Scorpions avait pu être active au Kosovo, il a demandé que
les coupables soient poursuivis et que cela ne se reproduise plus. »
Général Farkas, chef de la sécurité de l'Armée Yougoslave en 1999,
témoignage à La Haye.
5. MITTERRAND - SARAJEVO
« Mr Boutros Ghali m'a informé il y a quelques jours que le projectile
qui a frappé le marché de Markale à Sarajevo était un acte de
provocation des Musulmans bosniaques. »
http://www.fantompowa.net/Flame/bosnia_sarajevo.htm
6. BEN LADEN CHEZ IZETBEGOVIC
"En novembre 94, je me trouvais avec un collègue du Spiegel, dans
l'antichambre du bureau du président de Bosnie, Izetbegovic. Nous
avons vu Osama bin Laden escorté entrer dans le bureau d'Izetbegovic."
Eve-Ann Prentice, journaliste du Guardian et du Times, spécialiste des
Balkans. Le juge Robinson a immédiatement coupé ce témoignage, le
déclarant "irrelevant". Que l'Occident ait utilisé des terroristes
pour attiser la guerre civile en Yougoslavie, pas intéressant ?
http://www.slobodan-milosevic.org/
7. PLAN FER A CHEVAL :
Scharping, ministre allemand de la Guerre, 99 "(Nous craignions) un
fléchissement du soutien des médias, annonciateur d'un retournement de
l'opinion en faveur d'un arrêt de la campagne de bombardements de
l'OTAN et de la reprise des négociations. Une catastrophe que mon
collègue Joshka Fischer voulait à tout prix éviter."
C'est le moment d'annoncer une nouvelle sensationnelle : il disposait
depuis quelques jours de la preuve écrite que Milosevic avait
programmé pour le printemps un crime contre l'humanité de grande
ampleur au Kosovo, justifiant a posteriori l'engagement préventif de
la Bundeswehr. « Nous avons enfin la preuve que dès décembre 1998 un
nettoyage systématique et l'expulsion des Kosovars albanais avaient
été planifiées, une preuve en détail et qui nomme toutes les unités
yougoslaves qui y participent. L'analyse fait apparaître une image
effroyablement claire. J'ai décidé que le plan Fer à cheval soit rendu
public demain ».
Deux ans plus tard, le 8 février 2001, la chaine ARD diffusera un
documentaire exclusif : « Au commencement fut le mensonge ». Ce soir
là, un million de téléspectateurs allemands médusés, apprirent ce
qu'un petit nombre de personnes bien informées savaient déjà : il n'y
avait jamais eu de plan Fer à cheval serbe, et des massacres avaient
été inventés de toute pièce. Ils entendirent également l'ancien
porte-parole de l'OTAN durant la guerre, le britannique Jamie Shea,
adresser un vibrant (mais fort compromettant) hommage à l'éminente
contribution des dirigeants allemands : « Non seulement le ministre
Scharping, mais aussi le chancelier Schröder et le ministre Fischer
furent un exemple grandiose de leaders politiques qui ne s'alignent
pas sur l'opinion publique mais savent la modeler. En dépit de fâcheux
dommages collatéraux et malgré la durée des bombardements, ils ont su
maintenir le cap. Si nous avions perdu le soutien de l'opinion
publique allemande, nous aurions aussi perdu celui des pays
partenaires. ».
++++++++++
Voilà quelques exemples de médiamensonges parmi bien d'autres.
Des crimes ont certes été commis de tous côtés dans cette guerre. Il y
a des reproches à formuler à Milosevic. Mais l'important, ici encore,
n'est pas ce que les médias disent. C'est surtout ce qu'ils ne disent pas.
Si vous pensez que les médias vous ont parfois induit en erreur sur
l'Irak, Israël, le Vietnam, et quelques autres guerres, mais que la
Yougoslavie fut une exception, et que là, on vous a tout dit sans
manipulation, alors ne cherchez plus, et dormez bien !
Par contre, si vous avez remarqué que toute guerre des grandes
puissances a toujours été accompagnée d'une propagande de guerre et
d'une désinformation, alors, recherchez ce qu'on vous a caché. Essayez
de vous faire votre propre opinion, sans tabous.
Et, bien sûr, ne nous croyez pas sur parole. Pourquoi ne pas demander
à votre journaliste habituel s'il est au courant de tout ceci, et s'il
compte en informer son public ?
MICHEL COLLON
12 mars 2006-03-12
Sur mon site, avec le moteur de recherche, en tapant Milosevic, Otan,
La Haye, Clinton, médiamensonges, etc. vous trouverez de nombreux
faits qui vous ont été cachés :
LIVRES ET FILMS
- Poker menteur, Les grandes puissances, la Yougoslavie et les
prochaines guerres.
Bien entendu, j'ai été censuré et calomnié pour avoir montré que les
médias nous avaient manipulés sur cette guerre. Mais feu Paul-Marie de
la Gorce qui était chroniqueur au Monde Diplomatique et un des
meilleurs connaisseurs des stratégies secrètes des USA dans les
Balkans, avait jugé ce livre un des trois meilleurs de l'année 1998.
Pareillement Gilles Perrault, Jean Ziegler, Samir Amin et bien
d'autres ont salué ces recherches. Mais tout ceci a été escamoté par
des médias à sens unique.
Info : nessa.kovic @ skynet.be
- Monopoly - L'Otan à la conquête du monde.
Comment la première guerre a servi de banc d'essai à l'Irak et aux
prochaiunes guerres...
Info : nessa.kovic @ skynet.be
- Les Damnés du Kosovo
Ce film documentaire montre la situation catastrophique de toutes les
minorités nationales aujourd'hui sous l'occupation de l'Otan. Et la
gigantesque base militaire construite par les Etats-Unis sur le tracé
du futur pipe-line US. Disponible à présent aussi en DVD.
Info : nessa.kovic @ skynet.be
- Sous les bombes de l'Otan - 15 Belges en Yougoslavie
Documentaire sur les crimes de l'Otan qui a bombardé des objectifs
civils et de nombreuses entreprises, en fait une privatisation par les
bombes.
Info : nessa.kovic @ skynet.be