Informazione
Ci sedemmo dalla parte del torto perche' tutti gli altri posti erano
gia' stati occupati.
(Bertold Brecht)
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PROBABILMENTE CERCHERANNO DI UCCIDERE MILOSEVIC!
Michel Collon wrote:
>
> Personal standpoint of Michel Collon Saturday 30, 7 am
> They will probably try to kill Milosevic!
>
> The news we hear from Belgrade show a typical desinformation process.
> Announcing in the evening that Milosevic had been arrested - while he
> had not been - was a very usual technique of manipulation.
Le notizie che ci giungono da Belgrado sono l'evidente prodotto
di un processo di disinformazione. Annunciare in serata che Milosevic
e' stato arrestato - mentre non lo e' stato - e' una tecnica molto
consueta di manipolazione.
> All those provocations probably try to prepare some blodshed and
> achieve their goal: kill Milosevic! Let us remember that before
> October, many DOS leaders were speaking about Bucarest syndrome,
> although many differences were obvious between Milosevic and
> Ceaucescu.
Tutte quelle provocazioni probabilmente cercano di preparare il terreno
per qualche bagno di sangue e di ottenere il loro obiettivo: uccidere
Milosevic! Ricordiamoci che prima di ottobre, molti leader della DOS
parlavano di sindrome di Bucarest, benche' ci siano molte ovvie
differenze
tra Milosevic e Ceausescu.
> Nobody can believe one second that would be a decision of the Belgrade
> Justice. It has been decided in Washington and realized through
> pressure and blackmailing. The US International Tribunal of The Hague
> is by the way a mockery of justice. All experts agree that it does not
> respect one rule of real procedure of justice.
Nessuno puo' credere per un attimo che questa sia una decisione della
Giustizia belgradese. E' stato deciso a Washington ed e' stato
realizzato con le pressioni ed i ricatti. Il Tribunale Internazionale
statunitense dell'Aia tra l'altro e' una farsa di legalita'. Tutti gli
esperti concordano che esso non rispetta alcuna regola delle vere
procedure penali.
> But they know that Milosevic, if in trial, might have many things to
> explain: how the German BND manipulated Tudjman since 79 and gave him
> weapons before the war in order to provoke the split of Yugoslavia.
> The same about KLA sinc 98 or earlier. And the same from the CIA. The
> hidden role of US and Germany, behind all those wars So their best
> "solution" would be to kill him.
Ma loro sanno che Milosevic, se giudicato, potrebbe avere molte cose da
spiegare: come la BND tedesca [il servizio segreto] abbia manipolato
Tudjman
dal 1979 e come gli abbia dato le armi prima della guerra allo scopo di
provocare la frantumazione della Jugoslavia. Lo stesso per quanto
riguarda l'UCK dal 1998 ed anche prima. E lo stesso per la CIA. Il ruolo
dietro le quinte di Stati Uniti e Germania, dietro a tutte quelle
guerre.
Percio' la loro migliore "soluzione" e' ucciderlo.
> The events in Macedonia unmask all pretexts that were used for Nato
> aggression. They reveal the real goals of the US and their allies:
> control the Balkans, control the strategic corridors and pipelines and
> fot that they excite train, arm and manipulate the worst terrorists.
Gli eventi in Macedonia smascherano tutti i pretesti che sono stati
usati dalla NATO per l'aggressione. Essi rivelano i veri obiettivi
degli USA e dei loro alleati: il controllo dei Balcani, il controllo dei
corridoi strategici e degli oleodotti ed il fatto che essi incitano,
addestrano, armano e manipolano i terroristi della peggior specie.
> But this brings resistance in Macedonia, Greece and other Balkan
> countries. Also in the West I experienced that many honest people,
> including journalists, are now understanding that the Nato lied from
> the beginning.
Ma questo causa resistenza in Macedonia, in Grecia ed in altri paesi
balcanici. Io so per esperienza che anche in Occidente molte persone
oneste, giornalisti compresi, stanno comprendendo adesso che la
NATO ha mentito sin dall'inizio.
> You cannot believe that the USA who protected Pinochet, Mobutu, the
> fascists generals from Turkey and all dictatorships in the world since
> 50 years, are now trying to produce some justice. They just want to
> eliminate an obstacle for their empire on the Balkans.
Voi non potete credere che quegli USA che hanno protetto Pinochet,
Mobutu, i generali fascisti in Turchia e tutte le dittature del mondo
da 50 anni a questa parte, stiano adesso tentando di fare una qualche
giustizia. Semplicemente vogliono eliminare un ostacolo al loro
dominio imperiale sui Balcani.
> The Nato is not the solution, it is the problem. The only solution is
> the union of all progressive people in the Balkans and in the world to
> stop the Nato and their agents.
La NATO non e' la soluzione, bensi' il problema. L'unica soluzione
e' l'unione di tutti i popoli progressisti dei Balcani e del mondo per
fermare la NATO ed i suoi agenti.
> -- Michel Collon
> michel.collon@...
[NOTA: la tesi di Collon e' stata clamorosamente rafforzata
stamane alle 10 dalle inequivoche dichiarazioni del Ministro
dell'Interno della Serbia Dusan Mihajlovic in conferenza stampa,
battute da tutte le agenzie:
"Milosevic non si consegnera' mai vivo"]
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prima della rassegna stampa su Cesena 24/3, vi allego uno scambio
di opinioni su come i giornali(sti) nazionali hanno trattato le
notizie delle manifestazioni che si sono tenute in tutta Europa,
da Stoccolma a Belgrado, da Cesena a Pisa, in occasione del
secondo anniversario delle bombe su Belgrado e dintorni.
yure
---------
Ivana K., 25-3 ore 15.20
Qualcuno può informarci: cosa hanno scritto i vari giornali,
soprattutto locali? Per ora ho ricevuto questo:
"sul resto del carlino, pagine locali, si parla di una
manifestazione a cesena del .... popolo di seattle (...!!!) con
600 persone, con una piccola foto. se conosco bene le usanze del
giornale dovreste essere stati un migliaio, o no?"
Altri? la Voce di Cesena? Quelli grandi?
Aspettiamo aggiornamenti, grazie,
Ivana
---
Marcello, 25-3 ore 21.20
Ho letto Il Manifesto [di domenica], ma la notizia della
manifestazione non è stata riportata, nè quella sull'assemblea.
Strano, visto che Ivana ed io siamo stati anche intervistati
dalla giornalista della redazione locale di Bologna, tale Manuela
Foschi che a suo dire avrebbe inviato alla sede centrale il suo
articolo sulla giornata di Cesena.
marcello
---
glr, 27-3
I giornali di domenica:
Il Manifesto è stato vergognoso. Nemmeno una riga o un accenno
alle mani di Cesena, Pisa (?), Belgrado, ecc., nulla
sull'"anniversario" delle bombe del 24 mentre una pagina era
giustamente dedicata all'anniversario del golpe argentino. Non
ho ancora visto il giornale di oggi, ma resta il buco enorme di
domenica.
Meglio Liberazione, con una pagina intera sulle iniziative del 24
senza però alcun richiamo in prima. Un accenno a Belgrado nelle
brevi del sommario a pag. 3, in cui si parla di 5-10.000 persone.
Una pagina intera con un articolo principale su Pisa (e ti
pareva, c'era il segr.) senza alcun accenno alla partecipazione
(saranno stati in pochi... chi ne sa di più?), un grosso 'target'
e un articolo per Cesena, ben evidenziato, in cui si parla di
2000 partecipanti elencando alcune realtà promotrici e presenti,
e brevemente dell'assemblea.
Niente su Repubblica, of course. Forse ci sarà qualcosa sulla
fenice Unità di domani...
Per il 'buco' del Manifesto suggerisco di inviare una letteraccia
collettiva.
yure
---------------
Rassegna stampa locale e commento del Pellerossa
su manifestazioni Cesena 24 marzo 2001
To: "JUGOLIST" <Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli.>
From: "Caro-Ric" <caroric@...>
Date sent: Sun, 25 Mar 2001 23:29:11 +0200
Subject: [JUGO] 24/03 rassegna stampa locale
Cari compagni/e
dopo Ravenna e Napoli un'altra bella giornata, è stato un mese di
Marzo davvero straordinario dal quale dobbiamo ripartire verso
nuovi obbiettivi ben più luminosi. Cesena è stato un'altro segno
che ci siamo, siamo presenti e la gente non ci vede più solo in
televisione, ma se spesso non sfila con noi, almeno ci accompagna
ai lati delle strade.
Ieri a Cesena il corteo si ingrossava man mano che avanzava e
nell'ultimo tratto eravamo ben oltre le 500/600 persone indicate
dai giornali. Ma i numeri hanno poca importanza, potevamo essere
di più, ma anche di meno, ma c'eravamo ed abbiamo ricordato una
tragedia che ancora provoca morte, malgrado il colpevole silenzio
dI stampa e TV (Manifesto e Liberazione compresi). Ma non
importa, a Cesena ha ricordato, volente o nolente, tutta la città
e domani saremo a Perugia, Roma, Firenze, Padova........., perchè
non abbiamo altra scelta.
L'affollatissima (150 persone) assemblea pomeridiana ha stabilito
priorità ed impegni, ma comunque alla base rimane il lavoro che
ogni realtà ed ogni compagni sarà in grado di fare. Malgrado la
solita criminalizzazione di stampa e amministrazione comunale,
non c'è stato alcun incidente, ma il "manganello dell'Ulivo" ha
continuato il proprio lavoro a Palma Campana, guardacaso nella
stessa zona e sulle stesse teste del 17/03.
Qui di seguito una piccola rassegna della stampa locale
RICCARDO
PELLEROSSA - CESENA
-----------
DA "La voce di Forlì e Cesena" del 25/03/2001
Erano più le forze dell'ordine dei partecipanti al corteo: forti
critiche ai DS
Sfila un pacifico "popolo di Seattle"
Per le vie del centro 550 manifestanti contro la NATO
E' filato tutto liscio, il passaggio del rumoroso "popolo di
Seattle" è stato indolore. La mobilitazione delle forze
dell'ordine, invece, è stata probabilmente superiore al pericolo
reale, ma, secondo i vertici, sicuramente non ingiustificata.
A sfilare sono stati circa 500 pacifisti, soprattutto giovani,
provenienti da tutta Italia. Hanno manifestato contro la NATO e
l'imperialismo americano. Non ci sono stati disordini e tutto è
proceduto tranquillamente in un mare di bandiere rosse, ma con
forti contestazioni in particolare verso i DS. La tensione
comunque fin dalle prime ore del mattino in città è stata alta.
Alcuni negozianti al passaggio del corteo hanno anche abbassato
le serrande come temessero scoppiare una guerriglia da un momento
all'altro. Cesena, invece, si è dimostrata, come sempre, una
cittadina tranquilla dove rispetto e democrazia prevalgono sulle
provocazioni, spesso fini a se stesse.
CESENA (V.S.)
Altro che "sfascianegozi", lanciapietre e maleducati. Ad
accompagnare il "popolo di Seattle" - per cui si sono mobilitate
precauzionalmente le forze dell'ordine di Cesena, Forlì e Bologna
- è stata la musica tzigana di Goran Bregovic, una scrosciata di
colori, bambini a spasso in passeggino e qualche anziano a
contorno del corteo.
Tutto è filato liscio. A gran voce, i circa 500 manifestanti,
hanno urlato slogan contro la NATO, si sono sgolati contro la
politica ed i bombardamenti in Kosovo del governo DS, ma nessuno
ha pensato a provocare le forze dell'ordine o a innescare
polemiche pericolose. Venivano da tutta l'Emilia Romagna,
l'Umbria e anche da Roma. Si sono trovati ieri mattina alle 11 di
fronte alla stazione di Cesena e di lì sono partiti alla volta
del centro. La
città ha ospitato l'iniziativa predisponendo un cordone di
vigilanza da guerriglia e allertando i cittadini. Molti
commercianti delle zone interessate dal passaggio della
manifestazione hanno abbassato le serrande per paura, altri sono
stati più coraggiosi e si sono messi a guardare il corteo.
I partecipanti da parte loro, hanno voluto ricordare i morti in
Jugoslavia, uccisi dai caccia-bombardieri partiti anche dalla
vicina base di Pisignano: hanno protestato contro la presenza
NATO in Europa e criticato duramente la politica "imperialista"
della sinistra, "sempre più simile a quella della destra". Slogan
di protesta mescolati a cori di vecchi canti partigiani, mamme
con passeggini alla mano e cartelli sulla schiena in corteo
accanto ai ragazzi avvolti nei fazzoletti dei guerriglieri
palestinesi, giovani che rassicuravano le famiglie a casa
sull'assenza di incidenti: insomma un corteo eterogeneo,
osservato con interesse e qualche timore da commercianti dietro
le serrande abbassate, dalle forze dell'ordine (all'incirca 300
uomini schierati da Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale) e
dai cesenati che gremivano le finestre del centro, postazioni
sicura, da cui avere una panoramica dell'evento. A loro, a chi
non partecipava direttamente, era rivolto il messaggio della
manifestazione, a chi - come afferma Ivana Kerecki, di Belgrado -
"è convinto che l'Italia sia un paese tranquillo, che da 60 non è
più in guerra".
"C'era anche un giornalista giapponese"...
CESENA - L'niziativa della manifestazione è partita proprio da
Cesena, organizzata dal centro sociale PELLEROSSA in
collaborazione con il Coordinamento Romagnolo contro la NATO e la
guerra. Le adesioni si sono allargate, raccogliendo appoggi a
livello nazionale. Hanno sventolato insieme le bandiere di
Rifondazione Comunista, dell'Unione Popolare, del partito
marxista-lenninista italiano, del Comitato Promotore per
l'Assemblea Antimperialista, di numerosi centri sociali come
l'associazione bolognese Primo Moroni- tra i fondatori del
Leoncavallo. Alcune adesioni nominali anche dall'estero: inoltre,
a seguire da vicino la manifestazione, è giunto da Roma il
corrispondente giapponese per l'Europa Meridionale del quotidiano
"AKAHATA" (Bandiera Rossa) organo ufficiale del partito comunista
giapponese.
Da "Il resto del carlino" cronaca di Cesena del 25/03/2001
Tanta tensione, ma vince la pace
Arrivano alla spicciolata. Capelli lunghi, barba incolta e fascia
rossa al braccio. Qualcuno sventola bandiere, altri più
semplicemente bevono Sangiovese. Alla fine sono circa seicento.
Il popolo di «Seattle» è sbarcato a Cesena ieri mattina per
manifestare in occasione del secondo anniversario della guerra in
Kosovo cantando slogan anti - Nato e anti - Ulivo e chiedendo la
chiusura della base militare divisa tra Pisignano di Cervia e San
Giorgio di Cesena. Ad aspettare i manifestanti c'era una città
blindata da 250 uomini delle forze dell'ordine e con tante
saracinesche precauzionalmente abbassate. I giovani (provenienti
soprattutto dalla Romagna) hanno iniziato a radunarsi nel
piazzale davanti alla stazione ferroviaria a partire dalle 8
mattino, ma fino a dopo le 10 le anime erano davvero poche: solo
un gruppo di ragazzi che suonava utilizzando come percussioni
barattoli di caffè, qualche striscione appeso alle transenne e un
centinaio di manifestanti che predicavano la loro fede ai
presenti. Il gruppo è cresciuto progressivamente fino alle 11
quando gli organizzatori hanno dato il via al corteo: lungo il
cammino che portava verso piazza Almerici, dove era in programma
un comizio (l'amministrazione comunale non ha dato il permesso di
passare per corso Sozzi e dunque i manifestanti hanno deviato per
viale Carducci e per via Serraglio), le forze dell'ordine
vigilavano e facevano
rimuovere dai carri attrezzi le vetture parcheggiate in
corrispondenza degli
improvvisati divieti di sosta. Inoltre controllavano da davanti,
da dietro e da postazioni fisse sui lati della strada lo
spostamento del corteo. Dal cielo vigilava pure un elicottero.
Molti negozi avevano deciso di chiudere i battenti perchè le
immagini degli scontri di due settimane fa a Ravenna facevano
gridare alla prudenza, ma la manifestazione in favore della pace
è stata pacifica. Per fortuna.
di Luca Ravaglia
Nel mirino pacifista l'ex sindaco Preger
L'ultimo capitolo della manifestazione anti-Nato è stato scritto
in piazza Almerici. Dopo l'arrivo del corteo si è infatti tenuto
un comizio volto a informare gli intervenuti sui motivi della
protesta e sui propositi futuri. Il mirino era puntato sul
governo di centro-sinistra che il 24 marzo 1999 decise di
supportare l'operazione Nato fornendo all'Alleanza Atlantica
basi, aerei, uomini e armi in grande quantità (solo Stati Uniti e
Francia mobilitarono più uomini e più mezzi). Lo 'j'accuse'dei
manifestanti ha puntato il dito contro l'allora sindaco cesenate
Edoardo Preger, al quale i 'pacifisti' si erano rivolti chiedendo
di chiudere la base militare di Pisignano - San Giorgio e
ottenendo come risposta un 'no' giustificato da motivi umanitari.
Quei motivi umanitari che, dicono, hanno portato al lancio di
proiettili all'uranio impoverito, alla distruzione di
infrastrutture, scuole, case e ospedali. Il popolo di «Seattle»
ha dichiarato di non essere più disposto ad accettare l'arrivo di
aerei ultra tecnologici 'made in Usa' nella base di Pisignano. In
caso contrario i 'pacifisti' si sono detti pronti a scendere in
campo senza badare alle buone maniere.
Chi paga il servizio?
Duecentocinquanta tutori dell'ordine, molti dei quali venuti da
fuori città, e un elicottero a vigilare dall'alto: per avere una
ragionevole sicurezza che la manifestazione pacifista sarebbe
stata pacifica è stato necessaria una mobilitazione della forza
pubblica che è costata almeno un centinaio di milioni. Non
capiamo perché a pagare questi soldi dobbiamo essere tutti noi e
non solo quelli che la manifestazione la organizzano.
-------------------------- END
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Ordine del Giorno finale
LAssemblea Antimperialista riunita a
Cesena il 24.3.2001
- Esprime innanzitutto la soddisfazione per la positiva
riuscita dellodierna manifestazione indetta dal Comitato Promotore per
lAssemblea Antimperialista contro la NATO e per ricordare
lanniversario della barbarica aggressione della Jugoslavia da parte
dellimperialismo occidentale
- Ritiene che anche nelle odierne iniziative (manifestazione e
successiva assemblea) che hanno visto la partecipazione combattiva e
determinata di centinaia di compagni della sinistra rivoluzionaria ed
antagonista si sia evidenziato con nettezza che esistono i presupposti
per
dare luogo ad una più vasta unità delle forze antimperialiste ed
anticapitaliste. A tale scopo decide di riconvocare una riunione
nazionale fra tutte
le realtà oggi presenti e le altre che vorranno eventualmente aderire.
La data e il luogo saranno comunicati appena possibile attraverso i
canali
già predisposti dal Comitato Promotore
- Si impegna ad estendere le mobilitazioni per la lotta alla
globalizzazione imperialista e per il suo rovesciamento e per la difesa
degli
interessi legittimi dei popoli aggrediti dallimperialismo
Allo scopo indice le seguenti scadenze
di lotta:
1) Organizzazione di manifestazioni/e in occasione della giornata
del 1 maggio, storico momento di lotta delle lavoratrici e dei
lavoratori di
tutto il mondo. Il carattere della manifestazione: locale, nazionale o
interegionale sarà valutato nei prossimi giorni.
2) Partecipazione al prossimo vertice del G-8 a Genova il 20
luglio. In occasione del vertice dellimperialismo mondiale, vogliamo
far sentire
forte la protesta degli antimperialisti. La nostra presenza dovrà dunque
essere massiccia ed organizzata. Al riguardo lAssembla Antimperialista
si impegna fin dora a raccogliere le adesioni e ad approntare gli
idonei strumenti di collegamento e di coordinamento fra tutte le realtà
interessate
3) Promuovere per i prossimi anni il 24 marzo come giornata di
lotta contro la NATO
Approvato per acclamazione dallAssemblea Nazionale Antimperialista
Cesena 24.3.2001
---
Dopo Cesena possiamo dirlo con piu' forza
MAI PIU'
Noi non ce l¹aspettavamo cosi¹ tanti compagni al corteo (piu¹ di
mille!). Non ci aspettavamo, vista la campagna intimidatoria della
stampa locale,
tanti cesenati ai lati della strada a guardarci e anche a sostenerci.
Non ci aspettavamo un¹assemblea tanto partecipata il pomeriggio.
Non vi nascondiamo dunque la nostra gioia per il successo della giornata
di lotta contro la NATO del 24 marzo a Cesena
Anzitutto quindi vogliamo ringraziare le compagne e i compagni giovani
(tanti) e meno giovani i quali sono venuti al corteo, tutti gli
organismi e le
associazioni antimperialiste che hanno aderito e che non sono potuti
venire. I cittadini cesenati che ci hanno accompagnato curiosi e spesso
solidali, mentre sfilavamo per le strade.
La manifestazione per non dimenticare l¹aggressione NATO alla Jugoslavia
di due anni fa, non sarebbe stata possibile senza l¹impegno
spassionato di tutti coloro che compongono il Comitato promotore per
l¹Assemblea antimperialista. Chi in autobus, chi in treno, chi in
macchina,
da mezza Italia, nessuno ha disertato. Una manifestazione unitaria,
affiatata e combattiva, ma allo tesso tempo serena e piena di speranza.
La
speranza che con l¹impegno e la lotta sia un giorno davvero possibile
farla finita con le guerre neocoloniali, le bombe, le ingiustizie. Un
merito
grande ce l¹hanno avuto i compagni cesenati del coordinamento romagnolo
contro la guerra e la NATO, i quali non hanno solo curato la logistica,
ma pure attuato una efficace campagna di sensibilizzazione nella loro
citta¹.
In barba all¹ingente spiegamento di forze di Polizia la manifestazione
si e¹ svolta pacificamente, non perche¹ noi siamo pacifisti, ma perche¹
siamo gente seria, che antepone ad ogni altra considerazione il dialogo
coi lavoratori, la conquista della fiducia dei cittadini, senza i quali
nessuna battaglia puo¹ essere condotta e vinta. Come afferma il
comunicato diffuso dai compagni cesenati: ³Il corteo è sfilato
pacificamente
perchè e¹ nostra la scelta politica di decidere modi, tempi e luoghi di
una radicalizzazione della lotta alla NATO, di un movimento che deve
farsi
comprendere e crescere progressivamente, fuori dai luoghi comuni ed
etichette che non ci appartengono:"pacifisti","popolo di Seattle" ecc"
Non abbiamo spaccato alcuna vetrina, ne¹ incendiato negozi. Abbiamo
fatto qualcosa di piu¹ importante: abbiamo aperto una breccia nel muro
di
omerta¹ e silenzio che il centro-sinistra ha eretto in una citta¹, dando
voce ad una maggioranza, per ora solo silenziosa, che vuole la pace, che
vuole chiudere la basi della NATO, che dice no ai governi che seminano
la morte in nome di falsi principi umanitari. Siamo riusciti a farci
capire e
ad avere consenso, senza venir meno al nostro antagonismo irriducibile,
mettendo in stato d¹accusa la sinistra italiana che ha trasformato il
paese in una portaerei della NATO, rifiutando ogni ipocrita e
opportunistica posizione di equidistanza tra aggressori e aggrediti, tra
oppressori e
oppressi, tra la NATO e chi e¹ costretto a combatterla in ogni angolo
del mondo. Cio¹ dimostra quanto sia importante il lavoro di massa, tra
le
gente, citta¹ per citta¹, rifuggendo dall¹inseguire come ombre i summit
del nemico alla ricerca del puro e semplice impatto mediatico.
Non abbiamo quindi solo ricordato l¹attacco della NATO alla Jugoslavia,
abbiamo ricordato l¹Intifada palestinese, la resistenza contadina e
operaia in Colombia, tutti i popoli oppressi dalla tirannia del ³nuovo
ordine mondiale².
E quando siamo giunti davanti al monumento ai caduti alla resistenza
antifascista, emozionati, abbiamo deposto una corona di fiori,
ricordando a
tutti chi siamo e da dove veniamo: ³... ed il nemico attuale, e¹ sempre
ancora uguale, a quel che combattemmo sui sacri monti in Spagna! Uguale
e¹ la canzone che abbiamo da cantare, scarpe rotte eppur bisogna
andare². Tutti hanno capito: siamo i nuovi partigiani, quelli che
nessuno
stavolta disarmera¹ per consegnare il paese alla NATO e ai padroni.
Nessuno potra¹ accusarci di demagogia e di sterile ribellismo. Negli
interventi conclusivi abbiamo denunciato in modo lucido e appassionato
le
malefatte del governo di centro-sinistra, le ragioni della strategia
imperiale, il bellicismo imperialista, le cause piu¹ profonde delle
guerre di
conquista. E ci siamo infine tutti stretti attorno alla compagna
jugoslava quando ha condannato l¹imperialismo per aver squartato la
Jugoslavia,
quando, in serbo-croato, ha urlato l¹inno di battaglia dei vecchi
partigiani che sconfissero le armate hitleriane: ³Smrt fasizmu! Sloboda
narodu!!²
Morte al fascismo, liberta¹ ai popoli!².
Infine, quando hanno preso la parola il compagni greco e quello
nord-americano, abbiamo davvero mostrato che contro la globalizzazione
imperialista, anche noi ci globalizziamo, che l¹antimperialismo non e¹
solo internazionale, e¹ ancora e sempre internazionalista.
L¹assemblea del pomeriggio non poteva che raccogliere la sfida. L¹unita¹
che ci ha portato al successo della manifestazione ne e¹ uscita
rafforzata. Per acclamazione e¹ stato approvato un ordine del giorno che
ci vincola tutti a continuare la lotta. Il prossimo appuntamento e¹ a
Genova, quando i tiranni del G8 si riuniranno per concordare le loro
strategie di oppressione. Noi ci saremo! Ci saremo assieme a tutto il
³popolo
di Seattle², ma senza incedere in modernismi e civilismi alla moda. Noi
saremo il polo indipendente degli antimperialisti, di coloro che non
dimenticano che la globalizzazione e¹ imperialismo, quelli che non solo
lottano contro il capitalismo, ma affermano anche che il socialismo, un
nuovo e autentico socialismo, non solo e¹ possibile, ma necessario.
Il comitato Promotore
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Finalmente un ulteriore passo verso la democrazia e' stato compiuto
nella Repubblica Federale di Jugoslavia, dove dallo scorso ottobre -
grazie all'assalto contro il Parlamento avvenuto sotto il vigile
controllo di navi da guerra straniere - e' al potere una coalizione di
partiti democratici. Nel rispetto dell'ultimatum imposto dal Senato
degli Stati Uniti d'America, le forze del nuovo Ministero degli Interni
jugoslavo hanno arrestato il capo dell'opposizione.
L'evento e' stato salutato in diretta TV (Rai Due, ore 23 circa) in
Italia da Massimo D'Alema, che ha parlato di "trionfo della democrazia
e della giustizia" e non ha mancato l'occasione per rivendicare il
carattere umanitario dei bombardamenti del 1999, e dunque la natura
terapeutica dell'uranio 238 e del vinile di cloruro monomero fatto
respirare alla popolazione di Belgrado. (Italo Slavo)
---
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"E' una guerra islamica"
ROMA - Quando il suo film "Prima della pioggia" conquistò il Leone d'oro
a
Venezia, nel 1994, la Macedonia, pur attraversata dall'odio tra le
diverse
etnie, era stata fino ad allora risparmiata dai conflitti che hanno
devastato l'ex Jugoslavia. Ora che anche la piccola Repubblica è
sull'orlo
della guerra civile, il regista Milcho Manchevski accusa la Nato, il
governo di Skopje e la minoranza albanese di una crisi che la sua opera
aveva in qualche modo preannunciato. In Macedonia "è in atto una jihad
(guerra santa) con il tacito assenso della Nato - dice Manchevski in
un'intervista all' Ansa -. I combattenti (albanesi) come Talebani sono
incoraggiati dal desiderio della Nato di tenersi fuori dalla mischia.
Per
non parlare della responsabilità dell'Alleanza per aver in passato
armato
e addestrato l'Uck", la guerriglia albanese del Kosovo. "I cartelli di
narcotrafficanti che fioriscono da quando la Nato è presente nei Balcani
e
la lotta per i beni immobiliari - continua il regista - rappresentano
una
minaccia peggiore del mitico odio ancestrale". Manchevski attribuisce
responsabilità anche al governo macedone che "ha chiuso un occhio sulle
attività dei separatisti e ora deve fare un giro di 180 gradi". Quanto
agli albanesi, per il regista, "i terroristi hanno stravolto a loro
vantaggio il concetto di "diritti civili". Istruiscono i civili a
parlare
in un certo modo con le troupe delle Tv straniere, presentandosi come le
eterne vittime". "Le legittime rivendicazioni devono essere soddisfatte
-
conclude - ma i crimini dei terroristi non hanno nulla a che fare con
il
riconoscimento della lingua. I leader dei partiti politici albanesi
devono
smettere di giustificarli".
---
Il Manifesto 24/03/01
In Macedonia prima della pioggia
Intervista a Milcho Manchevski, regista macedone di "Prima della
pioggia" e
del nuovo "Polvere"
Ironia della sorte, poco prima di incontrare il regista macedone Milcho
Manchevski, stava cominciando a piovere con l'annuncio di lampi
giganteschi
e tuoni rancorosi. Manchevski, 42 anni, mille mestieri alle spalle, e
regista anche di video clip, spesso a New York dove lavora ed ha una
casa, e
che ha appena finito di montare il suo ultimo lavoro Polvere , è
l'autore
del famoso film Prima della pioggia del 1994. Premiato con una
nomination
all'Oscar, il David di Donatello e il Leone d'oro, a Venezia, per la
premiazione, bisognava alzare la bandiera macedone, ma i rappresentanti
della Grecia si opposero per un contenzioso sui simboli nazionali ancora
in
parte aperto e allora lui, che rifiuta ogni nazionalismo, accettò che la
bandiera non venisse alzata. Prima della pioggia è ambientato in un
villaggio macedone dove si sviluppa un duro contrasto tra contadini
macedoni
e albanesi, esplicita metafora del conflitto etnico balcanico prima
della
tragedia. Lo incontriamo a Skopje ai margini degli annunci sanguinosi di
un
nuovo conflitto etnico balcanico, e nel secondo anniversario
dell'intervento
"umanitario" della Nato del 24 marzo 1999. In queste ore si disponevano
in
Macedonia i contingenti militari dell'Occidente, pronti alla fine anche
ad
un intervento di terra, e rombavano i motori dei bombardieri
dell'Alleanza
che avrebbero scaricato tonnellate di bombe "intelligenti" per 78 giorni
sulle città della Serbia e del Kosovo. Poi a Kumanovo, sempre in
Macedonia,
dove oggi attaccano le milizie albanesi, si firmò la "pace". Milcho
Manchevski ci viene incontro e subito scherza: "Ecco, diranno tutti che
piove, e allora è finita...".
Come giudichi quel che avviene in questi giorni in Macedonia tu che, in
qualche modo, hai evocato tutto questo nel tuo film?
Prima della pioggia è ambientato in Macedonia ed ha qualche cosa in
comune
con gli avvenimenti di questi giorni, ed è uscito quando era in corso la
guerra in Bosnia, ma il film è una metafora generale non necessariamente
solo balcanica. E' conosciuto, apprezzato, premiato in India, in Cina,
negli
Stati uniti anche per questo. E poi soprattutto nel mio film non c'erano
i
killer e i politici, i due ingredienti fondamentali per le guerre
etniche
nei Balcani. Temo dunque che, semplicisticamente, adesso tutti
utilizzeranno
il mio film per spiegare quel che accade in Macedonia, perché la
situazione
qui invece è assai diversa. Qui abbiamo un gruppo di killer che vengono
dal
Kosovo, un popolo impaurito di albanesi e macedoni di Macedonia, poi
abbiamo
i politici che, nonostante siano corrotti, non vogliono la guerra.
Questa è
la differenza tra la realtà e il film: la guerra jugoslava.
Allora si avvicina di più a quel che qui sta accadendo il tema del tuo
nuovo
film che hai da poco finito, "Polvere"? Per quel che se ne sa è |un film
sui
banditi, girato tra Macedonia e Stati uniti...
Sì, è sui banditi, ed è anche un western, ma in realtà è un film su dove
va
a finire la voce quando noi non ci siamo più. Ho scelto New York per
l'ambientazione della parte contemporanea, e Skopje la parte della
storia
passata che riguarda cento anni fa. Sembra, ripeto sembra che gli
avvenimenti di cento anni fa si riproducano oggi con gli stessi
fotogrammi.
Ma è un errore tradizionale quello che si sente ripetere sui Balcani,
che
qui le cose non cambiano, che qui si ripropongono le stesse battaglie di
cinquecento o mille anni fa. Il grande copione che qui si recita è
quello
della lotta per il potere, per la conquista del territorio, da parte di
personaggi frustrati impegnati nella vendita etnica.
Insomma la frase del grande scrittore jugoslavo, antinazionalista,
Danilo
Kis che "nei Balcani la storia non passa mai", non sarebbe dunque
giusta?
E' proprio la guerra, con l'esempio attuale della Macedonia, a
dimostrare
invece che la storia cambia e può cambiare. Certo ci sono punti di
contatto,
ma è diverso per esempio il modo in cui oggi le grandi potenze si
intromettono nei Balcani rispetto a 150 anni fa. Quel che accade ora è
molto
meglio confezionato. E' sotto i nostri occhi il fatto che l'intervento
della
Nato nella guerra in Jugoslavia, se da una parte può aver contribuito
all'uscita di scena di Milosevic e aver soccorso gli albanesi del
Kosovo,
dall'altra ha avuto come retro-effetto una quantità di vittime civili e
una
escalation di violenze etniche ancora peggiore della precedente. Mio zio
medico dice che curare un raffreddore con antibiotici è come prendere a
frustate le formiche. L'abitudine dell'Occidente è quella di non
riconoscere
mai gli sbagli, magari fatti con buone intenzioni, come fermare la
pulizia
etnica in Kosovo contro gli albanesi. Così, non riconoscendo piccoli
sbagli,
hanno dato spazio a grandi errori, hanno armato i killer e creare un
vasto
territorio d'illegalità e criminalità. Rafforzando nuovi nazionalismi
armati. Tutte queste armi sono comprate coi soldi che vengono
dall'Occidente, direttamente dai servizi dei governi occidentali, oppure
dall'emigrazione albanese in Europa e Usa. Così alla fine la vittima
tragica
di questa situazione è la retorica dei diritti umani, le belle frasi
sull'"umanitario": sono state tutte sequestrate dai nazionalisti armati
albanesi che così hanno danneggiato anche i loro protettori.
Non ti sembra che il copione, il soggetto, il trattamento e la
sceneggiatura
dell'iniziativa di guerra a tutti i costi in questo momento in Macedonia
segua davvero l'andamento di un film, la sua produzione e messa in
opera?
Sarebbe molto semplice se la realtà seguisse i film, ma potrebbe anche
essere tragico. Immaginiamo per un attimo cosa accadrebbe se i macedoni
reagissero al terrorismo albanese con il terrorismo macedone. Nel XX
secolo
i terroristi macedoni hanno avuto grande fama nel mondo, nel 1903 un
parente
di mio nonno, terrorista macedone anarchico, si fece scoppiare dentro
l'amministrazione occidentale di Salonicco. Stavolta, naturalmente, sono
molto orgoglioso che finora non ci sia stata nessuna risposta del
terrorismo
macedone. Racconto queste storie per dire che la storia cambia. Ancora
un
esempio: qui, all'Occidente, con l'Uck è capitata la stessa cosa che con
i
mujaheddin in Afghanistan. Addestrati, armati, curati pur sapendo che
erano
cose negative e "maledette". Non si può scherzare con quello che pensi
sia
maledetto e pensare che poi ne rimani incontaminato. C'è una giustizia
cosmica che fa sì che il terrorista che hai finanziato prima o poi ti
torna
a casa a chiedere spiegazioni.
Lei sa che il capo della Cia, George Tenet, è di origini albanesi...?
No, non lo sapevo, e da una parte è una cosa che fa tanto complotto
balcanico, dall'altra mi sembra davvero una rivelazione, una
sceneggiatura
trasparente. Anche perché ho letto proprio in questi giorni su giornali
inglesi e americani che la Cia ha addestrato i terroristi albanesi che
oggi
seminano la guerra in Macedonia.
Con quali occhi la gente dei Balcani, dopo dieci anni di disastri, vede
ora
l'Occidente?
Nonostante tutti siano molto disillusi, nessuno in Macedonia è sorpreso
di
come l'Occidente sia intervenuto per risolvere, magari in buona fede,
piccoli problemi creandone di più grossi e con risultati tragici. Del
resto,
l'ignoranza che l'Occidente ha sui Balcani è proporzionale alla nostra
ignoranza sull'Occidente. La differenza sta in questo: che l'ignoranza
occidentale ha provocato danni più grandi di quelli della nostra
ignoranza.
Per capire, immaginate un elefante gigantesco, elefantiaco, che entra in
un
negozio di porcellane e un piccolo elefantino nello stesso negozio. Non
credo che militari albanesi e macedoni in missione di pace in Gran
Bretagna
e in Francia, per regolare i conflitti etnico-religiosi in Irlanda del
Nord
o in Corsica, sarebbero più capaci di portare aiuto militare della Nato
qui.
Naturalmente questo non diminuisce la responsabilità della Nato e
dell'Occidente coinvolti, dicono, da ragioni "umanitarie".
Nei Balcani lo spazio della guerra ha, tra l'altro, cancellato lo spazio
dei
film. Ci sono più scene di scontri armati sanguinosi che set di scene di
scontri armati. Perché la guerra risulta più concreta e fattibile di un
film?
Perché in guerra i cattivi ragazzi diventano eroi. Sono stato a Sarajevo
alla fine dell'assedio, non si sparava più ma erano ancora circondati.
Lì ho
visto con i miei occhi che il male e la cattiveria umana esistono, sono
cose
molto concrete, non categorie filosofiche. Provo dolore nel pensare che
una
cosa così non-concreta come un film avrà importanza e impotenza allo
stesso
tempo. Ma non sono un nichilista.
Ma il conflitto in Macedonia si fermerà o si troverà una soluzione?
Qui al momento c'è la stessa situazione che precedette la guerra in
Bosnia.
Dovreste parlare con un'attrice di Polvere, Nikolina e Kryaca, molto
famosa
da noi, lei è di Sarajevo e dice che vede la ripetizione di quelle ore.
C'è
però una grande differenza. L'Onu e la Nato, quella Nato che ha tante
responsabilità, se vogliono possono fermare il conflitto e non ripetere
scenari da Bosnia e da Kosovo. Intanto perché sono già qui, perché hanno
già
usato la forza, perché hanno fatto esperienza, perché hanno abbastanza
chiara la situazione e, infine, perché sono loro ad amministrare e
controllare militarmente il territorio in Kosovo da dove in massima
parte
vengono le aggressioni alla Macedonia.
Resta il nodo dell'indipendenza del Kosovo, fatta balenare alla
leadership
di Pristina. Chi glielo spiega ad Hasim Thaqi, formalmente ex capo
dell'Uck,
che il Kosovo non è più indipendente, e allo stesso Ibrahim Rugova? Ora
gli
americani sembrano temere la reazione degli albanesi del Kosovo e,
nonostante le promesse, continuano a chiudere gli occhi sui passaggi di
milizie dall'area di Urosevac, in Kosovo, verso Tetovo.
E già... Ci vorrebbe un film... con Harrison Ford.
Usciamo. Ha smesso di piovere, e il cielo è stellato. (Tommaso Di
Francesco)
---
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A UN POSTO DI BLOCCO SOTTO GLI OCCHI DEI FOTOGRAFI"
Sottotitolo di "La Repubblica" del 24/3/2001. In fondo all'articolo, a
firma Pietro Veronese, dove pochi arditi arrivano a leggere, e' scritto:
<< ...Anche la tragica fine dei due Koraci
alimenta l'odio contro la maggioranza slava e accresce il sostegno alla
guerriglia. "E' stato un crimine", "li hanno uccisi come cani", "saranno
vendicati", dicono tutti. I toni dell'imam sono più moderati ma non meno
fermi: "Due brave persone, conosciute nel quartiere, padre tassista,
figlio
muratore. Con tutta la famiglia erano scappati da casa dopo l'inizio dei
bombardamenti e l'altro giorno erano tornati indietro a prendere un po'
di
vestiti". Ma la loro uccisione al posto di blocco è stata ripresa dalle
telecamere, si vede bene che uno dei due brandiva una granata. "Ma no,
era
il telefonino". Altre voci intervengono: "Padre e figlio non potrebbero
mai
fare una cosa del genere". "A mezzogiorno, poi!". "Ho visto il filmato,
è
stata un'esecuzione a sangue freddo". E così via.
Nessuno vuole dare peso al fatto che i due apparivano armati. La foto
dell'attimo che precede l'uccisione, del resto, è stata pubblicata solo
dai
giornali in lingua macedone. Un quotidiano albanese kosovaro la ha
pubblicata ritoccata: le mani di Koraci padre sono vuote. Adesso
incorrerà
nelle sanzioni dell'amministrazione Onu, ma l'episodio è rivelatore...
>>
"La Repubblica" e tanti altri quotidiani italiani invece non l'hanno
pubblicata per niente, e non incorreranno in nessuna sanzione.
---
CN La Jugoslavia Vivra' wrote (Visnjica broj 45):
>
> LE PRIME VITTIME CIVILI
>
> Il "Corriere della Sera" piange oggi 23 marzo 2001 per la morte delle
> "prime vittime civili" della guerra fratricida nella FYROM. Si tratta di
> "Rasim e Ramadan, padre e figlio albanesi falciati al posto di blocco"
> della polizia macedone. Nell'articolo, a firma "L.Off.", si espone una
> dinamica dei fatti dalla quale trapelerebbe la violenza eccessiva e
> gratuita dei poliziotti, e si tende a mettere in ridicolo "la
> spiegazione ufficiale: i Korishi avevano una granata, stavano per
> lanciarla. Poi, le parole indignate di Rauf Ramadani, il capo albanese
> della polizia di Tetovo: 'No, erano due innocenti'". Talmente innocenti
> che la foto di uno dei due nell'atto di lanciare la granata sono apparse
> su innumerevoli giornali di oggi, compreso il foglio gratuito "Metro"
> distribuito a tappeto sui mezzi pubblici di Roma.
>
> La maggiorparte delle direzioni dei nostri quotidiani nazionali sono
> pronte a spostare l'opinione pubblica a favore dell'irredentismo
> albanese quando verra' loro ordinato, attraverso l'invenzione di crimini
> efferati, cosi' come hanno fatto dal 1991 in poi con tutti i
> secessionismi. Qualche redazione pero' va un po' troppo di fretta...
---
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"DEMONIZATION OF SERBS �WESTERN IMPERIALISM
AND MEDIA WAR CRIMINALS" (Ed. REVOLT, Ottawa)
By Emil VLAJKI
Price: $25 US + $2 US for shipping; or
$30 Can.+ $5 Can. for shipping
Personal checks made on REVOLT (or Emil Vlajki)
Address: 41, Hilda, app. 101; Ottawa, K1Y-4T4, Canada
MAIN IDEAS
Demonization of Serbs is a part of a worldwide process of demonization
carried out by the current world masters (the US led "international
community") trying to justify their neocolonial exploitation of
developing countries. The demonization, combined with military
interventions and other repressive measures, is applied to any regime
willing to resist the western domination, being also a warning to any
other country wanting to preserve political, economic and cultural
identity of its own.
A
Regarding Yugoslavia, the truth is that for geo-strategic and economic
reasons, the US-led "international community" has never wanted peace
and stability for the region, and especially not for Serbia. Here are
some facts:
-In 1991, the "free world" broke all international laws and agreements
by encouraging the separation of some of the former Yugoslav republics.
-The "free world" did not allow the Yugoslav army to defend the
integrity of the country.
-All Yugoslav peoples except the Serbs, had the right to self-
determination.
-All new "independent" states created out of former Yugoslavia were
internationally recognized, except the Montenegro-Serbia federation
(FRY).
-All US-NATO attacks against the Serbs rested on false accusations and
fabricated events.
�Accusations against the Serbs concerning their "atrocities" and
responsibility for the Balkan wars, has been an ideological screen
intended to cover up the US-NATO-EC crimes.
-The destruction of Yugoslavia has very little to do with the former
Milosevic`s regime. Even with the most democratic rule in Yugoslavia
and Serbia, the US-NATO-EC coalition would continue to destroy this
country.
B
The book claims that, in modern history, no other nation, except the
Jewish people, has been so demonized as the Serbs during the last
decade of the 20th century.
Because the media have played and continue to play an important role in
the demonization of Serbs justifying US-NATO military interventions
against this people, it is possible to say the following.
-In developed countries, the information and communication systems
preserve, in combination with ideological, economic, military, spy and
other repressive institutions, the worldwide, brutal domination of the
West.
-In dominated countries with no independent identity, the major part of
the mass media, reflect opinions of the prostituted local bourgeoisie
going along with a bunch of quasi-intellectuals receiving orders from
their "rational", "democratic", "free trade" US-NATO-EC masters.
Let us repeat some media lies leading to the hundreds of thousands of
victims throughout the former Yugoslavia:
-Trnopolje was presented as a "concentration camp" showing people
behind the barbed wire fence.
The barbed wire in the picture was not around Bosnian Muslims but
around the "objective" British journalists. To make the
Serbian "concentration camp" more truthful, the observation military
tower from the Nazi concentration camp was added through "photo-
montage"!
-The "objective" western journalists "found" in Bosnia 105 "death camps
run by Serbs" with 260,000 people and 17,000 deaths!
At the same time, the International Red Cross found 10,000-11,000 the
total number of prisoners of all warring parties.
-Furthermore, the "objective" western journalists "found" 47 "rape
camps" containing (from 20,000 to 100,000) Muslim women allegedly raped
by Serbs!
In October 1993, the UN commission for war crimes gave a total figure
of 330 documented cases of rape by all three warring sides.
-The �Breadline Massacre� in Sarajevo and two similar �Marketplace
Massacres� were probably fabricated by the western secret services. At
any rate, the UNPROFOR�s secret reports and ballistic expertise
practically exonerated Serbs in this matter.
By the way, the Serbs have been depicted by western media not only as
brutal mass-killers but also as extremely stupid nation. Take two
examples:
-During the Bosnian war, the Serbs permitted western journalists and
politicians to visit camps for refugees and prisoner camps (Muslim and
Croats never allowed such a thing). If the Serbs had really run
the "concentration", "rape" and "death" camps, why would they have
shown them to everybody?
-Racak, January 15, 1999. Serb forces attacked and killed a number of
the KLA terrorists. They allowed western journalists to visit the
premises and to film everything. In the afternoon Serb forces and
journalists left Racak. During the night the KLA entered the village
and in the morning the "Racak massacre" (forty killed people wore like
civilians) was "discovered". If the Serb army, having all necessary
equipment, had really killed these people, why would they not have
hidden the crime? Serbs were masters of the premises and they could do
whatever they wanted. Why line up forty civilian bodies being aware
that in the next 24 hours the whole world would know about the crime,
and also risk a new demonization and NATO military intervention?
C
There is a strong evidence that the demonization of Serbs will continue
in spite of the recent democratic changes in Serbia and Yugoslavia. The
US especially, trying to prevent Europe from unification and to renew
the Cold War against Russia, provokes permanent wars and tensions in
the Balkans.
-It is obvious that the continuation of the KLA terrorist activity in
Southern Serbia is fostered by the US-NATO-EC coalition. Moreover, the
same type of propaganda used by western media during President
Clinton�s era is now used to explain a new conflict: "There is an
Albanian majority in Southern Serbia", "The Serbs are oppressors and
Albanians are victims", "Albanians fight for freedom", "Southern Serbia
historically belongs to the Albanian nation", "The Serbs have to remove
their provocative security forces", and the like. For example, on
February 27, 2001, Shawn Sullivan, political advisor to the commander
of the NATO-led Kosovo Force (KFOR) said that there was a 'definite
danger' that NATO troops and the Yugoslav army could clash if the
Yugoslav Army would continue to fight Albanian rebels in Southern
Serbia!
Remark. A similar situation occurred during the war in Bosnia in August
1993, when the Bosnian Serbs were forced, under international pressure,
to leave their positions from Mt. Igman. In early October 1994, Muslim
forces crossed the buffer zone killing 20 Serbs and continued with the
same provocation. At that time, Serbs were "advised" by the US to
demonstrate restraint, as NATO Chief Robertson warns the Serbs now.
-In the end of the Clinton`s era, a resolution has been considered
according to which the Hungarians in Serbia are the "oppressed
nation", "an intolerable state of affairs" for the USA:
"Congress finds that:
1)approximately 350,000 ethnic Hungarians, as well as several other
minority populations, reside in the province of Vojvodina, part of
Serbia, �
4)this population is subjected to continuous harassment, intimidation,
and threatening suggestions that they leave the land of their
ancestors; and
5)during the past ten years this form of ethnic cleansing has already
driven 50,000 ethnic Hungarians and members of other minority
communities out of the province of Vojvodina�".
In fact, who is so naive as to believe that President Bush will act
differently withdrawing American troops from Kosovo, that he will be
opposed to the powerful Albanian lobby led by Republicans in the US
Senate, that he is going to change the main US geo-strategy against the
will of military and economic establishment?
D
-As for the war, it will probably come if the new Yugoslav leaders
resist the current US blackmail policy. The contrary may prove, sooner
than expected, that the part of the present governance can not preserve
the interests of the Serb people. The unconditional obedience to
Americans will stop, only temporarily, the dissolution of Yugoslavia
and Serbia.
-If this is so, then Serbia would possibly be torn to pieces. Once
Serbia is reduced to a third of its present size, a leader will appear
and bring the Serbs from Kosovo, Krajina, Bosnia, Sandjak, Montenegro,
Southern Serbia, Vojvodina and other Yugoslav/Serbian regions to battle
for unification. After all, if all the other peoples of Yugoslavia have
the right to decide for themselves and gain their territorial
integrity, then why can't the Serbs have the same right?
-It is with the resurrection of the Serbs and their final victory in
the constitution of a historically grounded statehood, that the issue
of Yugo-Slav, Balkan and European integration and emancipation from the
US imperialism can truly be resolved.
E
Few opinions about the book:
This is a book about the US false humanism. It analyses the
articulation between the media and the political, economic and military
power, which is more and more used to make war against developing
countries, but also to justify and to protect the US-NATO imperialism.
Raquel de Almeida Moraes
Co-Editor of Brazilian Portal of Philosophy
2.Emil Vlajki who wrote the book "The New Totalitarian Society"
which was at the time the only profound book about our times,
has now managed to write even better book "Demonization of Serbs�"
. He is a brilliant man, not a simple one. He is the only one who
offers a very
profound and deep analysis of the former Yugoslavia and the
world in which we live in. Any serious intellectual should
read his work because it is best that exists at this time.
What is happening in Yugoslavia is only a symptom of what is
happening everywhere, all over the world, including the USA.
Professor Nadja Tesich, writer of novels, plays, filmmaker,
screen writer, journalist and political analyst., New York
3. The book of professor Vlajki "Demonization of Serbs�" will be a most
welcome antidote to the nauseating
"free world" propaganda which has disfigured so much "news" and comment
on the Yugoslavian tragedy.
Geoffrey N. W. Locke
Lawyer, Barrister, QC, Great Britain
4.The demonization of Serbs was intended to make the West feel better
about themselves; it contributed to the strengthening of the Western
alliance; it justified massive attacks on Serbia and its isolation from
the international scene, and perhaps, it served the economic interests
of the media-industry by increasing the view figures and rates of its
programs.
I hope that "The demonization of Serbs" by Emil Vlajki will contribute
to establishing or restoring a balanced view on the recent history in
former Yugoslavia and on the true nature of the Serbian nation.
Jef Syroit
Associate Professor in Organizational Psychology at
Utrecht University in The Netherlands
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
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> Subject: BF Declaration (final text) and Program of Action
> Date: Tue, 27 Mar 2001 15:30:59 +0200
> From: "Vladimir Krsljanin"
> To: "Belgrade Forum"
>
> Belgrade Forum International Conference "Two Years On: The Truth About
> NATO Aggression", with participation of 30 scholars, political and
> public personalities from Argentine, Bulgaria, Cuba, Germany, Greece,
> Hungary, Iraq, Italy, Jordan, Libya, Macedonia, Netherlands,
> Palestine, Romania, Russian Federation, United Kingdom, USA and 100
> from Yugoslavia, unanimously adopted Declaration and Program of
> Action, submitted by International Drafting Committee.
>
>
>
>
> DIGNITY VS. BARBARISM
>
>
>
> Declaration of the Belgrade Forum International Conference
>
> - Two Years On: The Truth about NATO Aggression
>
> 24 March 1999 - 24 March 2001
>
> Belgrade, Yugoslavia
>
>
>
> On this second anniversary of the Washington-led NATO aggression on
> Yugoslavia, we free people of the world have gathered here in
> Belgrade, March 22-23, 2001, to honor the brave Yugoslav people who
> defended freedom, dignity and universal human and social values
> against NATO. We especially honor those who lost loved ones, homes and
> property to that criminal aggression.
>
> In waging an illegal and undeclared war of terror against Yugoslavia,
> NATO threw all decency out the window.
>
> * Over 50.000 rounds of bullets and missiles encased in depleted
> uranium were fired or dropped on people whose only crime was that they
> never kneeled in front of aggressors and occupiers in their long
> history and always stood for dignity, freedom and equality.
>
> * Over 80% of NATO's targets and victims of this aggression were
> ordinary civilians and their homes, hospitals, schools, TV stations,
> work places.
>
> * After accepting the guarantee of the territorial integrity of the FR
> Yugoslavia, as provided for in UN Resolution 1244, and after agreeing
> in that Resolution to disarm and disband the terrorist KLA, what did
> NATO do? It continued to train and support the terrorists, raising
> them to official status as the "Kosovo Protection Corps". NATO
> supported them as they drove 350,000 Serbs and other non-Albanians,
> and anti-fascist Albanians, from their ancestral homes in Kosovo and
> Metohija. NATO turned a buffer zone between the Serbian province of
> Kosovo and Metohija and the rest of Serbia into a haven for the "KLA".
> Now they have unleashed these terrorists against districts in southern
> Serbia and whole of Macedonia. After committing themselves to respect
> and guarantee existing international borders in the region, NATO has
> supported the "KLA's" drive to break up countries and form a 'Greater
> Albania.' This represents the greatest danger for peace and stability
> in the region.
>
> The NATO aggression enshrined gangsterism, drug trafficking and
> terrorism as the new standards of law. This was in fact an attack on
> the world. In heroically resisting NATO, the Serbian people defended
> not only their own country, but the entire world from Imperial
> conquest. They deserve recognition and solidarity from all
> peace-loving people, all the more because the NATO aggressors are
> continuing to use the same methods to break the Balkans into a series
> of weak, gangster dominated protectorates.
>
> There is a great danger confronting our world and also a great hope.
> Since the fall of the Soviet Union, the Clinton Administration,
> working with their like in England and Germany has launched a drive to
> recolonize most of the world. This has involved attacks on many
> fronts. In Yugoslavia and in many other countries Washington, London
> and Berlin organized terrorist, separatists and racist movements and
> armies financed by covert agencies and by organized crime, which has
> made drugs the world's biggest business. In Kosovo and Metohija
> Washington and Berlin organized the terrorist KLA, out of drug
> dealers, bandits and racists.
>
> While fostering terror and crime, the enlightened Western
> Establishment also fosters so-called democratic civil society groups,
> political parties and media as a Fifth Column to soften up resistance
> within. These groups and media use psychological warfare techniques to
> destroy the very possibility of reasoned political discourse, reducing
> politics to the level of a lying advertising campaign.
>
> The Western controlled media all over the world, and especially in
> target countries, such as Yugoslavia, slander national and social
> self-defense as fascist. This has been done for ten years to the
> Serbs, whose crime is that they defended multiethnic Yugoslavia and
> opposed foreign occupation. And while proxy forces break up nations,
> such as the strategically important Yugoslav federation, and then
> reduce the component parts to mere protectorates, world economic
> organizations such as the International Monetary Fund and the World
> bank, controlled by Washington, pursue the same ends. The IMF and
> World Bank call for economic modernization and . This slogan is a lie
> - reversals of reality. In fact the IMF seizes national governments,
> destroys their currencies and takes over their central banks, as they
> have taken over the Yugoslav Central Bank. Then they bring in Western
> pirates, as they are now trying to do in Yugoslavia, who seize key
> financial and industrial sectors and strip them bare. Meanwhile,
> "structural reform" programs wipe out social protections so that while
> prices and unemployment skyrocket, working people don't even have a
> social safety net. The people are reduced to misery and poverty.
>
> So NATO bombs the Serbs and drives them and other non-Albanian people
> from their historic home in Kosovo and Metohija. It creates an ad hoc
> Tribunal, violating all international law, to cover up its own crimes.
> It kidnaps Serbian leaders, illegally detains them and proclaims to
> the world that they are guilty for NATO's killing of Serbs. Thus NATO
> leaders kill rational thought as well.
>
> Some leaders in Yugoslavia offer their services to NATO governments,
> but there is no violation of national dignity, no betrayal of ordinary
> people sufficient for the United States Establishment. NATO has no
> friends - only future victims.
>
>
>
> We demand:
>
>
>
> 1) NATO must leave the Serbian province of Kosovo and Metohija and all
> of the Balkans;
>
> 2) The guarantees of Yugoslav sovereignty and territorial integrity
> included in UN Resolution 1244 must be enforced;
>
> 3) The Yugoslav army and police must return to Kosovo and Metohija and
> must be allowed to take control of all Yugoslav borders including and
> especially the borders with Macedonia and Albania;
>
> 4) The terrorist KLA must be disarmed and disbanded and its criminal
> leaders put on trial;
>
> 5) The refugees and displaced persons driven from Kosovo must be
> returned freely and safely to their homes, farms and work places and
> compensated by the NATO governments for all damages committed by NATO
> and the terrorist KLA;
>
> 6) Kosovo and Metohija must stay in Serbia. Elections must not be held
> under present conditions of terror, ethnic cleansing and occupation. A
> return of 350.000 displaced Serbs and other non-Albanians is the
> condition sine qua non for multiethnic, multi-cultural and
> multi-religious Kosovo and Metohija as well as for free and democratic
> elections.
>
> 7) Leaders of NATO and the NATO governments, first of all former
> President Bill Clinton, Madeline Albright, Javier Solana, and the
> others should be put on trial for their crimes against peace and
> humanity . The NATO governments must compensate Yugoslavia and all the
> Balkans as well as all individual victims for war damages;
>
> 8) The West must immediately pay for the clean up of all areas
> contaminated by their weapons of mass destruction including low level
> nuclear waste from depleted uranium, laced with plutonium, and the
> chemical poisons released due to NATO's bombing of refineries,
> chemical and other factories. All the victims of the use of such
> armaments must be compensated;
>
> 8) A smear campaign has been launched against Yugoslav political
> leaders who resisted NATO aggression. This campaign is accompanied by
> politically motivated arrests and politically imposed court
> procedures. The fabricated accusations against President Milosevic are
> an attempt to hide the crimes of NATO and to threaten anybody in the
> world who would stand for freedom and independence. Mr. Dragoljub
> Milanovic and Mr. Rade Markovic must be freed from their illegal,
> political detention. The public lynching of political opponents as
> well as the harassment, intimidation, beating and arbitrary firing of
> managers and professionals in factories, hospitals, schools, public
> administration - must cease forthwith. These are notorious violations
> of human rights;
>
> 9) The Hague Tribunal, a political institution created to demonize the
> Serbs and to justify NATO crimes, must be closed down forever. Its
> victims and their surviving relatives must be compensated for illegal
> arrest, imprisonment and death.
>
>
>
> We call on all freedom loving people of various political views and of
> all races, religions and ethnic origins - let us unite. Let us defend
> the truth against media lies. Let us defend the right of all
> countries, particularly small and "underdeveloped" countries, to
> equality. Let us defend the right of ordinary people all over the
> world to live a decent and secure life.
>
> And let us rally to support those who have resisted NATO's attempt to
> recolonize our world. Defend the Serbian people who have stood up to
> NATO.
>
> We honor all the victims of NATO's aggression against Yugoslavia. It
> must not be repeated anywhere ever again.
>
>
>
>
>
> Belgrade Forum for a World of Equals
>
> International Conference "Two Years On - The Truth about NATO
> Aggression"
>
> Belgrade, March 22 - 23, 2001
>
>
>
>
>
> Program of Action
>
>
>
> 1. Raising public awareness in our respective countries on the truth
> about NATO aggression.
> 2. Demand the abolition of the illegal ICTFY. Defend the former
> President of the Federal Republic of Yugoslavia Mr. Slobodan
> Milosevic as well as Mr. Dragoljub Milanovic, former Director
> General of RTS, and all victims of political oppression.
> 3. Raise the issue of the responsibility of Carla Del Ponte, Michael
> Jackson, Bernard Kouchner and others for consolidating of the
> Albanian terrorist groups
> 4. Insist on NATO-member countries paying compensation for the
> damages done during the aggression.
>
>
> To join or help this struggle, visit:
> http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
> http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of equals)
> http://www.24casa.co.yu/ (the only free daily newspaper in Yugoslavia)
>
>
---
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