Informazione
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> URANIO: DA RIFARE INDAGINE MANDELLI, ASSOCIAZIONI
> (ANSA) - ROMA, 21 MAR - L'indagine sull'uranio impoverito svolta dalla
> commissione Mandelli ''non ha alcuna validita', deve essere ritirata e
> rifatta daccapo con nuovi criteri''. A sostenerlo sono l'Anavafaf,
> associazione familiari vittime arruolate nelle forze armate, e il Tribunale
> Clark, che da anni si batte per il rispetto dei diritti civili.
>
> ''Il rapporto - ha detto il presidente dell'Anavafaf, Falco Accame, nel
> corso di una conferenza stampa - e' basato su falsi dati di partenza. Per
> fare un esempio: sono stati presi in considerazione i militari che sono
> stati in Albania, dove l'uranio non e' stato usato, e non quelli in Somalia,
> dove invece e' stato usato. Bisognava fare l'esatto contrario''.
>
> Altre critiche da Giorgio Cortellessa, fisico che guida la contro
> commissione di esperti nominata dal Tribunale Clark. ''Il confronto
> sull'incidenza dei tumori con la popolazione civile - ha spiegato - e' stato
> fatto in maniera scorretta. Ci si e' basati sui registri dei tumori del
> Nord, dove l'incidenza di queste malattie e' molto piu' alta che nel resto
> del Paese. La maggior parte dei militari italiani impiegati nelle missioni,
> invece, proviene dal Sud. Insomma, i numeri contenuti nell'indagine non
> hanno diritto di cittadinanza nella comunita' scientifica. Questo malessere,
> peraltro, serpeggia nelle pieghe del rapporto''.
>
> Alla conferenza stampa ha partecipato anche Giambattista Marica, reduce
> della Somalia che e' riuscito a guarire da un linfoma di Hodgkin: ''Il mio
> caso - ha detto - non e' stato preso in considerazione dalla commissione
> perche' dicono che allora l'uranio non fu usato. Ma chi mi garantisce che
> sia andata davvero cosi' ''
---
Il testo che segue e' apparso su "Il Manifesto" del 15 Marzo 2001
Cinque storie impoverite
Effetti dell'uranio Il veterano inglese e quello francese,
il volontario fiammingo e lo spagnolo, il serbo. Seduti a
un tavolo raccontano vite distrutte dalla stessa "sindrome"
JEAN TOSCHI MARAZZANI VISCONTI - BRUXELLES
La Coalizione per l'Abolizione delle Armi ad Uranio
Impoverito ha riunito il 3 marzo scorso intorno ad un
tavolo membri di associazioni di pacifisti, associazioni
contro le armi nucleari, fondazioni e soprattutto
associazioni di veterani colpiti dalla "Sindrome"
provenienti da Francia, Inghilterra, Olanda, Germania,
Stati uniti, oltre ad esperti e medici da Iraq, Bosnia e
Jugoslavia. Un incontro internazionale sugli effetti
dell'uranio impoverito e non solo, che è stato seguito
anche da "funzionari" della Nato.
Sconvolgente il distacco di questi uomini, il loro sguardo.
Apparentemente presenti ma già in un'altra dimensione,
quella della morte dentro di loro. Consci del letale
meccanismo a tempo insinuato nei loro corpi, impiegano le
loro energie per aiutare altri, contaminati in circostanze
similari, e vittime dell'isolamento da parte degli enti
responsabili.
Ray Bristow, veterano britannico del Golfo, ha 43 anni,
sposato con 3 figli. E' affetto da una sindrome di
stanchezza che lo obbliga alla sedia a rotelle. Nel 1990
correva la Maratona di Londra, doveva avere il fisico del
bevitore di birra, oggi è abbandonato sulla sedia come una
bambola rotta, non coordina bene i movimenti e la parola e,
come egli stesso dice con ironia, il suo cervello funziona
come un computer con il virus. Nel dicembre 1990 viene
richiamato come riservista, operava nel settore medico come
tecnico. Nel gennaio 1991 è in Iraq. Secondo il programma
di vaccinazioni riceve 23 iniezioni, in breve tempo, contro
peste, colera, tosse canina (due volte) e antrax fra
l'altro, e due con etichetta biologica. Probabilmente anche
una droga in prova contro l'Aids. All'inizio dei
bombardamenti sente spesso suonare i detector chimici e con
l'attacco via terra arrivano nelle retrovie i feriti, fra i
quali molti iracheni. Avevano strane bruciature e nel
togliere loro gli abiti si formava nell'infermeria
un'atmosfera di sabbia impalpabile. Durante quel periodo
dovevano prendere due pillole ogni 8 ore, contro
l'avvelenamento chimico. Mentre si trovava presso un
deposito Usa - ricorda - suonano i detector chimici, nulla
succede, ma, per i due giorni seguenti, tutti i militari
presenti soffrono di una specie di influenza che sparirà di
colpo. Al termine delle operazioni di guerra, il suo
gruppo, nel prepararsi alla partenza, riceve l'ordine di
bruciare un notevole quantitativo di medicinali ed
equipaggiamento medico. Viene avanzata la proposta di
donare agli ospedali civili il materiale intatto. Risposta
negativa. Suggeriscono di metterlo in scatole e rimandarlo
a casa. Negazione definitiva. Il materiale viene bruciato e
le ceneri seppellite. Commenta Bristow: probabilmente era
contaminato, non ci sono conferme ufficiali sull'uso di
armi chimiche, ma sono state usate.
Rientra in Inghilterra il 15 marzo 1991. Dopo due anni,
inizia ad avere problemi di memoria, disturbi di vista,
vuoti improvvisi, impossibilità di concentrazione al punto
che nel 1996 non può più lavorare. Gli trovano un fegato
allargato, un test IQ rivela un problema organico simile ad
un uomo in avanzato stato di malattia di Alzhaimer.
Progressivamente iniziano dolori ai muscoli e ai tendini,
una spossatezza progressiva che lo obbliga alla sedia a
rotelle. Deve bere 8 litri di acqua al giorno per lavare le
reni da tutte le pillole che deve assumere per tenere a
bada i dolori. Oggi si sente abbastanza bene, ma sa di
essere sul ruolino della morte. Il suo desiderio -dice - è
di essere seppellito in una fossa comune con il milione di
iracheni colpiti dalla Sindrome del Golfo, i centomila
della Bosnia e quelli della Jugoslavia. E' stato in Iraq
due anni fa e ha promesso di fare del suo meglio per
aiutare la popolazione. Ha fondato un'associazione di
veterani del Golfo (National Gulf Veterans and Families)
per aiutare coloro che affrontano il male in una solitudine
sociale - i sintomi sono misconosciuti -e per lottare
contro l'indifferenza del governo e dell'esercito. Bristow
racconta che 9000 degli iscritti soffrono degli stessi
prodromi, ogni anno alcuni muoiono, secondo lui quanto
hanno provocato gli Usa in Iraq, in Bosnia, più
recentemente in Jugoslavia, è paragonabile ai campi di
sterminio nazisti.
Hervé Deslat, veterano francese del Golfo, ha 30 anni, è
sposato con una bambina. Alto, robusto, era molto sportivo.
All'epoca della guerra dell'Alleanza aveva 19 anni ed era
volontario da due. Ha fondato con la giornalista Christine
Abdelkrim-Delanne, autrice di "La sporca guerra pulita",
un'associazione di veterani (Association de defense
Avigolf). Faceva parte dell'esercito di terra in
artiglieria: un gruppo di trenta soldati addetti ai missili
antiaerei, Desplat era a capo di un sottogruppo di cinque
uomini che girava in camion con 6 missili Mistral ed
operava al confine con l'Arabia saudita. Durante la fase
delle operazioni aeree erano sottoposti a continui
allenamenti anti guerra chimica, durante i quali dovevano
indossare tute e maschere. Gli allenamenti si ripetevano
con tale frequenza da dubitare si trattasse di allarmi
reali. Il suo gruppo era dotato di detector chimici, spesso
iniziavano a suonare, ma gli ufficiali assicuravano che non
c'era nulla da temere. Al termine delle operazioni di
guerra, Desplat passando per una base americana, vede
uomini in tute anti-contaminazione bruciare tutto, compresi
i carri armati. Un'altra volta, mentre tiene una postazione
nel deserto, un'inaspettata esplosione, davanti a lui,
produce una nuvola di fumo verde. Gli americani facevano
esplodere o bruciare tutto quanto era in superficie.
Specialisti in tute protettive si occupavano
dell'eliminazione. Mettevano le cariche e, dopo essersi
allontanati 3.000 metri, le facevano esplodere. I soldati
degli altri eserciti non venivano informati. Anche Desplat
aveva ricevuto un notevole numero di vaccini, erano
obbligati a prendere pillole anti sonno (generalmente non
autorizzate) e altre ignote che davano strani sintomi.
Durante l'attacco terrestre viene ordinato di prendere
pillole di physostignin contro agenti biologici.
Al ritorno in patria, Desplat per un intero anno soffre di
terribili incubi, depressione, credeva di impazzire. Nel
giugno '93, perde 20 chili di peso, ospedalizzato, gli
viene diagnosticata una grave forma di tubercolosi
polmonare. Trattato per un anno, ha perso il 60% di
capacità polmonare. E' considerato un lavoratore adulto
handicappato, ma senza pensione, sociale o militare. Sua
figlia, nata dopo la sua malattia, viene controllata
periodicamente. Desplat ritiene che nella guerra del Golfo
la combinazione di armi chimiche quali gas nervino
(sarin/cyclosarin/tabin), gas vescicante (mustard gas) e un
agente che agisce sul sangue, oltre al Du (depleted
uranium), siano le principali cause delle malattie che
affliggono la popolazione irachena, soprattutto i bambini.
Non sono esclusi test clandestini sui soldati attraverso
vaccini e medicinali sconosciuti. I numerosi bombardamenti
su Bassora e sulla centrale nucleare, a 40 chilometri da
Baghdad, avevano creato una nuvola gassosa che, secondo una
mappa meteorologica dell'epoca presso la sua fondazione, i
venti avrebbero spinto sugli eserciti dell'Alleanza.
Anch'egli desidera ritornare in Iraq per chiedere perdono
alla popolazione per quello a cui ha partecipato.
P. Furenkas, fiammingo, un omone con la barba, volontario
nei campi dei rifugiati in Croazia e Bosnia fin dal 1992.
All'epoca godeva ottima salute. Ritorna a Sarajevo nel '94
per accompagnare i convogli delle popolazioni in movimento.
Dopo un anno dal suo rientro a casa (1996) iniziano i primi
sintomi di stanchezza e vista sdoppiata. Peggiora
continuamente al punto di non poter più lavorare. I medici
non trovano indicazioni per una diagnosi e lo inviano da
psichiatri e psicologi. Credeva di impazzire, quando il
Sindacato Democratico ha preso la sua difesa e lo ha
aiutato. Molti suoi colleghi, reduci dai Balcani, soffrono
degli stessi sintomi.
Zelijko Samardic, guardia forestale nella Repubblica Srpka
di Bosnia, 33 anni, sposato con tre figli. Un uomo alto,
robusto, gran camminatore. Nel '95 si trovava nella foresta
a Bulozi, non lontano da Pale, quando un missile cade a
cinquanta metri da lui. Ben felice di essere vivo, nei
giorni seguenti controlla altre zone bombardate sulla
montagna e raccoglie un pezzetto della bomba che lo ha
mancato. Nel '97 iniziano i primi sintomi: doppia visione,
disordine di vista, ronzio nelle orecchie, perdita di
equilibrio e di memoria, grande stanchezza. Quando iniziano
forti dolori di stomaco ed emorragia, si rivolge ai medici
che diagnosticano un tumore maligno al colon e lo operano.
Da quel momento sarà obbligato a portare un sacchetto di
contenzione. Sei mesi dopo riprendono gli stessi sintomi
iniziali e la parte sinistra del corpo si paralizza
obbligandolo alla sedia a rotelle, i disturbi cessano
misteriosamente in 15 giorni e ritorna a camminare. Ancora
qualche tempo e iniziano gravi dolori alle mani, si
gonfiano, si storcono, i medici sono obbligati a tagliare
il mignolo sinistro in cancrena. In seguito é attaccato da
febbre alta, mal di testa e vomito, perdita di coscienza.
Gli diagnosticano un tumore maligno delle surrenali e viene
operato. A quel punto lo informano della contaminazione da
Du.
Oggi sta bene, ma non sa per quanto. Non può fare esaminare
il bambino, nato dopo la bomba, per mancanza di soldi. Non
lavora e lo stato non lo considera pensionabile, ma solo in
congedo per malattia. Nei boschi - racconta - le zone
colpite stanno morendo, sono spariti gli scoiattoli, la
flora ha subito un radicale cambiamento. Il suo gatto è
nato con sole tre zampe. Il professor Djordje Jovanovic,
che ha operato Samardzic, racconta che i suoi tumori erano
composti di tessuti cromosomicamente diversi e non
dipendenti l'uno dall'altro. Altri casi in Bosnia si sono
presentati con le stesse peculiarità. Il professore ritiene
che siano centinaia di migliaia le persone contaminate, le
bombe al Du lanciate sulle montagne intorno a Sarajevo e
sul Monte Igman a questo punto hanno raggiunto le falde
acquifere. La popolazione ignara non prende precauzioni, i
soldati della Sfor bevono solo acqua minerale. Il dottor
Dragutin Ilic, deputato e direttore del Fondo di salute, a
Banja Luka, aggiunge che mancano i mezzi pratici per fare
test alla popolazione, solo le malattie maligne sono
operate gratuitamente. In pratica possono solo contare le
vittime della sindrome dei Balcani.
La Coalizione belga aveva invitato anche dei medici
albanesi - sembra che casi sempre più numerosi si
verifichino anche in Kosovo - ma si sono mostrati reticenti
per paura di perdere il lavoro e per non dispiacere alla
Nato.
Patricia Rodriguez è una studentessa spagnola, esile ed
intensa. Vuole fondare un'associazione di reduci dal Kosovo
in nome del suo compagno. Il giovane, rientrato dal Kosovo
nel settembre 2000, inizia a sentirsi molto stanco,
sviluppa una febbre molto alta, gli viene diagnosticata una
doppia polmonite. I medici militari trovano che è affetto
da grave anemia, infine da leucemia. Cinque giorni dopo é
in coma, il 4 ottobre muore. Un altro compagno della stessa
unità è affetto da linfoma. Sembra che ci siano altri 50
casi nello stesso corpo. Le autorità militari spagnole
avevano deciso di fare test a tutti i soldati reduci dalla
Jugoslavia, ma si sono fermate a 5.000 e rifiutano di
pubblicare i risultati.
Un medico iracheno ha posto l'accento sull'ipotesi che nel
'91 la guerra fosse anche chimica e batteriologica, lo
proverebbero i cadaveri nel deserto evitati dalle mosche.
Il sud dell'Iraq e la zona di Bassora sono pesantemente
contaminate. Nessuno compra prodotti di quella zona. Grave
è l'inquinamento dei pozzi anche a Baghdad. Si conta un
aumento dodici volte maggiore di cancri ai polmoni,
all'intestino, linfomi e leucemia. Il numero di bambini
infettati, con malattie della pelle da radiazione o con
insolite sindromi al fegato ai reni, cresce. Purtroppo
anche la percentuale di neonati focomelici o con terribili
deformazioni.
Coalition por l'Abolition des Armes
à l'Uranium Appauvri - Bruxelles
(Abolition.ua@...)
National Gulf Veterans and Families - UK
(ray.bristow@...)
Association de défense Avigolfe - France
(cabdel@...)
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Swans
Kosovo - The "Banality of Evil"
by Gilles d'Aymery
February 19, 2001
> http://www.centraleurope.com/news.php3?id=294133
Macedonia Warns NATO of Possible Conflict on Border
With Kosovo
SKOPJE, Feb 21, 2001 -- (Agence France Presse)
---
Alberto Tarozzi wrote:
> ecco come si stanno mobilitando gli albanesi nei balcani per la campagna di
> primavera.
>
> alberto tarozzi e zivkica nedanovska.
>
> 1.FONTE: FREE B-92- VESTI.
>
> 2.TITOLO: Il numero delle vittime doppio.
>
> 3.INDICE: ///
>
> 4.SITO INTERNET:
> http://vesti.freeb92.net/press-index.phtml">http://www.b92.net/archive/s/pre
> ss-index.phtmlmozete
>
> 5.NUMERO DI PAGINE: 1.
>
> 6.DATA: 20.02.2001. Le Notizie del 19.02.2001.
>
> L'attacco sull'autobus dei Serbi nel villaggio Livadice vicino a Podujevo
> In Kosovo è
> l'indice chiaro alla comunità internazionale che i terroristi albanesi sono
> "i padroni
> della situazione sul terreno"- ha dichiarato il vicepresidente del Partito
> Democratico
> Serbo ( DSS), Marko Jaksic. "L'escalation spaventosa del terrorismo in
> Kosovo e
> Metohija ci dimostra che il KFOR e l'UNMK non sono in grado di proteggere i
> Serbi
> neanche di eliminare le bande terroristiche ".Secondo l'avviso di Jaksic"il
> numero
> delle vittime nell'attacco sul convoglio dei Serbi il 16 febbraio è doppio
> di quello
> che hanno pubblicato e fra le vittime ci sono anche i bambini"."Se si vuole
> , sul serio
> la pace in Kosovo, la comunità internazionale si deve scontrare con gli
> Albanesi".
> "Però, quello è poco probabile, perchè il comandante di KFOR, Carlo Cabigiosu
> ha dichiarato che il KFOR non ha l'intenzione di scontrarsi con gli
> Albanesi a causa
> dei Serbi".
>
> 1.FONTE: FRVESTI
>
> 2.TITOLO: Gli attacchi non cesseranno
>
> 3.INDICE: Nebojsa Pavkovic avverte il vertice jugoslavo:
>
> 4.SITO INTERNET: http://www.frvesti.com/vest.asp?t=85135&s=dnevnik.gif&e=
>
> 5. NUMERO DI PAGINE : 1.
>
> 6.DATA: 20.02.2001.
>
> Alla riunione del vertice jugoslavo e serbo, dedicata all'escalation della
> violenza al sud di Serbia e in Kosovo e Metohija, il capo dello Stato
> Maggiore, il generale Nebojsa Pavkovic, ha annunciato l'ecalation ulteriore
> della situazione che si rifletterà negli attacchi giornalieri fuori della
> zona di
> sicurezza.Secondo lui"gli attacchi saranno indirizzati alla polizia e
> all'esercito perchè l'ultimo
> attacco sul convoglio di civili ha provocato la condanna della pubblica
> opinione al mondo."
> Lui ha aggiunto che l'atteggiamento e le reazioni dei politici occidentali
> è differente dall'atteggiamento degli appartenenti di KFOR sul terreno.Loro
> tuttora "chiudono un occhio"
> quando si tratta dei terroristi albanesi i quali campi e basi sono
> letteralmente davanti agli occhi
> di KFOR, all'estremo est del Kosovo.
> Il generale Pavkovic in particolare ha preso in considerazione le
> conseguenze del ritiro dell'Esercito
> Jugoslavo dalla regione di Medvedje, Bujanovac e Presevo, come prevede il
> piano del vicepresidente del Governo serbo, Njebojsa Covic.
> "Con la partenza dell'Esercito jugoslavo da questo territorio, la
> situazione nella regione peggiorerà
> sia nel piano militare- strategico, sia nel piano psicologico perchè questo
> stimolerà lo sfollamento
> della popolazione serba di questi comuni"-dice la fonte di "Vesti"vicina
> allo Stato Maggiore jugoslavo.
>
> 1.FONTE: FrVesti.
>
> 2.TITOLO: L'offensiva degli Albanesi in primavera.
>
> 3.INDICE: l'Ex-ministro macedone degli Interni avverte.
>
> 4.SITO INTERNET: http://www.frvesti.com/vest.asp?t=85212&s=dnevnik.gif&e=
>
> 5.NUMERO DI PAGINE: 1.
>
> 6.DATA: 20.02.2001.
>
> L'ex ministro macedone degli Interni, Pavle Trajanov, afferma che in
> Macedonia esistono
> i campi per l'addestramento delle nuove unità dell'Esercito separatistico
> di Kosovo"OVK"
> per gli attacchi primaverili nel sud di Serbia e che le autorità macedone
> ne sanno."Nelle
> regioni di Skopje,Kumanovo e Tetovo esistono i campi dove si nascondono e
> dove si addestrano le nuove formazioni dellOVK che si stanno preparando per
> gli attacchi in primavera nel sud
> di Serbia"- ha dichiarato per il giornale "Vesti" di Skopje Pavle
> Trajanov.Lui ha precisato che
> nei villaggi Tanusevci, Malino,Brest, Lijane e Vakinci si raccolgono i
> membri dell'OVK,
> si nascondono e si preparano per l'attacco militare nel sud di Serbia.
>
> 1.FONTE: FrVesti.
>
> 2.TITOLO: La mobilitazione forzata.
>
> 3.INDICE: L'associazione di Goranci denuncia.
>
> 4.SITO INTERNET: http://www.frvesti.com/vest.asp?t=85213&s=dnevnik.gif&e=
>
> 5.NUMERO DI PAGINE: ½.
>
> 6.DATA: 20.02.2001.
>
> L'associazione nativa di Goranci ( il gruppo etnico che vive in 16 villaggi
> al confine di tre campi di
> Jugoslavia, Albania e Macedonia. Parla il serbo e ha la confessione
> musulmana ) ha avvertito
> ieri il pubblico che i suoi membri sono esposti a molte minacce degli
> estremisti albanesi e che il
> KFOR non ha intrapreso niente per proteggerli .L'associazione ha avviato
> l'appello alle forze
> Internazionali di pace in Kosovo per impedire quanto prima la mobilitazione
> forzata che l'OVK
> sta effettuando a Gora sui Goranci. Infine, dicono che gli estremisti
> albanesi minacciano con la
> morte ai Goranci che rifiutano di essere 'mobilitati'.
>
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Faccio riferimento alle parole che Mantovani mi disse alcuni anni fa,
in seguito ad una mia critica relativa a certi titoli del
quotidiano "Liberazione" sulla guerra in Bosnia : "Il titolo e' un po'
infelice, ma sai quali sono le posizioni del partito e puoi ritrovarle
nel contenuto dellarticolo..." Gia allora fui scettico e
risposi : "Ma in quanti vuoi che vadano a vedere il contenuto
dellarticolo, con tutta la propaganda continua e a senso unico che
devono sorbirsi da tutti i media: la gente si ferma al titolo e giudica
in base a quello".
Pochi giorni fa mi sono purtroppo dovuto ricordare di questo scambio di
battute. Su "Liberazione" del 17 febbraio scorso si leggeva il
titolo: "Mantovani, PRC : Il caso Telecom e plausibile". Il contenuto
svela chiaramente quali sono i referenti privilegiati da Mantovani e da
una parte del PRC, nelle problematiche jugoslave: "Quando nellestate
del 1998 (prima dellinizio del conflitto [per il Kosovo-Metohija]) mi
recai nuovamente a Belgrado e a Pristina (...) trovai sia gli esponenti
del Partito Socialista sia quelli della JUL, il partito della signora
Milosevic [sic! Mira Markovic : "Per i compagni sono compagna, per gli
altri ho un nome e cognome", dal libro-intervista "La risposta",
Edizioni Internazionali Beta, Roma 1998, che voi avete opportunamente
evitato di recensire su "Liberazione"...], molto freddi. Al contrario
ho trovato buona accoglienza da parte dei leader pacifisti kosovari
[vuol dire secessionisti pan-albanesi ?], Rugova in testa."
A parte il fatto che qui Mantovani dimentica di parlare dellaccoglienza
che gli riservarono i "combattenti" dellUCK - ma come diamine puo
continuare
a definire semplicisticamente "pacifisti" gli ambienti rugoviani,
legati da sempre allOccidente attraverso Germania e Vaticano, quando
lo stesso Rugova ha ripetuto per lennesima volta a "Der Spiegel" lo
scorso dicembre che la indipendenza e' il suo obiettivo, aggiungendo
peraltro (come se non lavessimo gia capito) che "La NATO e gia il
nostro esercito privato"?!? Dichiarazioni che ricalcano pari-pari
le precedenti, ad esempio quelle del '92 a "Danas" (Croazia), nelle
quali Rugova ha sempre sostenuto che quello di protettorato deve
essere uno status transitorio in vista delle unificazione della
Grande Albania. Avete pubblicato almeno queste ultime dichiarazioni
a "Der Spiegel" su "Liberazione"? Perche non ne traete mai nessuna
conseguenza?
In tutto il resto dellarticolo di Mantovani e contraddittorio e
dimostra apparentemente scarsa conoscenza delle questioni, ad esempio
quando dice che la FIAT (Iveco) avrebbe fatto "il suo ingresso con
quote consistenti nelle imprese di quel paese", il che e semmai da
riferire ai decenni precedenti ma resta comunque inesatto.
Il recente "caso" della Telekom serba e chiaramente, a mio avviso, una
campagna tutta giocata a fini di politica interna italiana, con la
quale pero si cerca sempre di attribuire, in ultimo, le colpe peggiori
a Milosevic che avrebbe "finanziato la pulizia etnica", pulizia etnica
che e una invenzione, dal punto di vista storico. La RF di Jugoslavia
ha dovuto attuare una legittima repressione contro il movimento
secessionista e terrorista, movimento che tutti gli internazionalisti
ed i democratici avrebbero dovuto denunciare e combattere per il suo
carattere nazionalista e reazionario e per la sua funzione
disgregatrice nei confronti della Jugoslavia multinazionale, in questo
affiancato dagli altri secessionismi.
Daltronde anche nellarticolo a fianco, a firma Paola Pittei, si
dimostra chi sono gli interlocutori del PRC sulle questioni jugoslave :
Giulio Marcon, capofila di una delle tante ONG, istituzioni
paragovernative (altro che "non governative..."), maestrine di
democrazia ma con le mani in pasta nella gestione degli "aiuti"
(predestinati verso si-sa-chi) e della ricostruzione. Da ben prima dei
bombardamenti Marcon e altri come lui invocavano una
internazionalizzazione della questione del Kosovo-Metohija, adesso che
quello e diventato un protettorato co-gestito da NATO e mafia
nazionalista non sono ancora soddisfatti ?
Ivan per il Coordinamento Romano per la Jugoslavia
Roma, 23/2/2001
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> AMNESTY.... OR AMNESIA?
> By Aleksandar Djaya
> From Belgrade, Special to Emperor's Clothes [2-21-2001]
> Translated by N. Malic
>
> It took the martyrdom of Serb civilians in a bus near Poduyevo ?
> protected by soldiers of the same countries that drove those Serbs out
> of Kosovo-Metohia [Kos-Met] ? to stop the Federal Parliament, at least
> temporarily, from passing the humiliating, Western-instigated Amnesty
> Act.
>
> Amnesty, or Amnesia?
>
> Earlier, in the Serbian Parliament, a DOS minister explained that "an
> act of mercy" made such a law necessary. Well mercy is a fine thing
> and perhaps some of the KLA prisoners deserve it. But there is the
> other side of the story....
>
> In the spring of 1999, NATO?s operation "Merciful Angel", the bombing
> of Yugoslavia, killed thousands of civilians and inflicted immense
> destruction. Today, this Merciful Angel issues ultimatums to the same
> Yugoslav political forces whose electoral campaign and subsequent
> government takeover it had financed. It demands DOS pass the Amnesty
> Act and release the "political prisoners."
>
> Who are these Kos-Met Political Prisoners? They were arrested for the
> murder of Yugoslav civilians, Serbian and Albanian, and of policemen
> and Yugoslav soldiers. What would these prisoners of conscience do
> upon their release? They would return to Kos-Met to be greeted as
> heroes by their terrorist associates. The next day they would take
> rifles and, as members of the "KLA" or "UCPMB" [which has invaded
> Serbia] again shoot or abduct and murder Serbian and uncooperative
> Albanian citizens or set up ambush massacres like the bus bombing near
> Poduyevo.
>
> Until that tragic event, the Yugoslav media mentioned little else but
> the Amnesty Act and the need to cooperate with the Hague Tribunal and
> possibly extradite our citizens to this New World Inquisition. As if
> there were no enterprises and factories, economy and industry,
> workers, civil servants, teachers or administrators. As if there were
> no people with ordinary, everyday lives, but only the visions in the
> brains of DOS leaders of some hypothetical "better future" ? dependent
> on the tender mercies of those who made our lives miserable for ten
> long years, only finally to bomb us with thousands of tons of their
> nuclear waste...
>
> Some facts are obvious to the blind. Nevertheless, the DOS-controlled
> media labors heroically to hide them.
>
> If the former government thought that controlling the state television
> and the largest publishing house in the Balkans (while allowing the
> existence of a hundred opposition TV stations throughout Serbia and a
> dozen opposition newspapers) would secure an easy electoral victory ?
> thus committing a major strategic blunder ? then DOS, still
> unnaturally calling itself the "opposition", is continuing in the
> footsteps of its predecessor. There is one important difference: the
> current government controls all the media. Through this captive media
> it continually attempts to convince itself and everyone else that it
> can fill the restless hearts and minds of Serbian citizens with
> optimism and their increasingly empty wallets with funds by doing two
> things:
>
> * First, constantly repeating the promise to arrest leaders of the
> previous government.
> * Second, submitting to all sorts of humiliating demands from the
> US and the West.
>
> If NATO, KFOR and the Hague are the true political reality, as the DOS
> leaders claim, how "real" are these leaders? Does this country have a
> president? Does it have a prime minister, parliament and government?
> Does it have citizens; indeed, does it have any "Reality" at all? Or
> are Serbia and Yugoslavia today only virtually real, a computer game
> run by DOS for the greater amusement of the New World Masters?
>
> Unfortunately, the events in Kosovo-Metohia and the south of Serbia
> transcend virtual-reality fiction. It is true that the new government
> cannot (yet) be held legally responsible for the tragedies in Kos-Met.
> (Though one should ask oneself why the latest and most monstrous
> attack by the terrorist "KLA" - the massacre of Serb civilians in a
> bus near Poduyevo ? happened to this government (and not the old one)
> though this government "cooperates" with the international community
> to a sometimes disgusting degree? Or how long will DOS continue to
> blame the current escalation of terrorism against Yugoslavia on
> someone else? Or at least wish it was the fault of someone else?
>
> JUST WISHING AND HOPING
>
> Wishes are one thing; reality is something else. Ever since the
> victory of "democratic" forces in the federal and state elections,
> what has been the reality in southern Serbia?s Buyanovats, Preshevo
> and Medvedja counties?
>
> Albanian secessionist terrorists have fortified their positions
> including outside the so-called ground safety zone. With the help and
> protection of American KFOR troops, they have brought in heavy
> weaponry. In the "pauses" between attacks on our country?s sovereignty
> and its citizens, they engage in "combat target practice". The targets
> are our law enforcement agents and soldiers, forbidden from firing
> back until Washington gives its blessing. Meanwhile, our humiliated
> police respond to the hail of mortar fire from terrorist positions
> with "dignified restraint" from any response!
>
> Meanwhile, Albanian terrorists responded to the [DOS] peace plan for
> southern Serbia by bombing a bus, massacring Serb returnees in
> Kos-Met, near Poduyevo. And while the United States and NATO "support"
> the peace plan and pat the backs of DOS diplomats worldwide, the
> charred bodies of Serb policemen are being dragged out of their patrol
> car, which hit a mine near the village of Luchane, near Buyanovats.
>
> Nevertheless the most important issue for some of our leaders (not
> all, one must say with honesty) is still the extradition of the former
> Yugoslav President Slobodan Miloshevich to the Hague Tribunal!
>
> Was the Yugoslav Parliament really supposed to ratify the Amnesty
> (Amnesia) Act on that fateful day?
>
> THE PLAN TO FINISH OFF YUGOSLAVIA
>
> The Washington-concocted scenario for crippling the Serbian state is
> in its essence so simple and logical (sinister, but logical
> nevertheless) that it can be ignored only by those who wish to do so.
>
> 1. The Amnesty Act would release all Albanian terrorists. Furthermore,
> it would halt prosecution of deserters and draft-dodgers, rendering
> any subsequent draft ineffective;
>
> 2. As stated in warnings from the West and as enforced by the threat
> of arrest by the Hague Tribunal, any Army commander or law enforcement
> agent in the field who shoots back at NATO's proxy terrorists could be
> labeled a "war criminal". The Army and police chain of command would
> be paralyzed;
>
> 3. Continued insistence on restraint would in effect support the
> deeper penetration of Albanian terrorists from Kos-Met into southern
> Serbia;
>
> 4. Conditioning financial aid to our country with the extradition of
> Yugoslav citizens to the Hague Inquisition would stimulate political
> conflict among the people (1) and if need be ? in order to definitely
> destroy Serbia and Yugoslavia ? incite a civil war. Afterwards,
> obviously, under appropriate resolutions of the UN Security Council
> and in order to protect civilians, their "human rights" and
> "democratic liberties", NATO would occupy all of Yugoslavia! (2)
>
> This State Department/CIA production isn't especially original.
> Nevertheless, it has worked to destroy many Latin American
> "banana-republics." Whether the thousand-year Serb state will founder
> and become a banana-republic at the dawn of the 21st century depends
> on all of us: those in power, as well as ? and even more ? those who
> elected them.
>
> Amnesty, or amnesia? You decide.
>
> Aleksandar Djaya was a columnist for the Yugoslav newspaper 'Borba'
> for two decades, until the Oct. 5th coup. He has written in several
> media and directed Theater in Belgrade.
>
> ***
>
> Further reading...
>
> 1) 'For Whom the Bell Tolls," by Jared Israel at
> http://emperors-clothes.com/articles/jared/tolls.htm Discusses the
> attitude of the current Yugoslav 'government' toward the Hague
> Tribunal.
>
> 2)'German Foreign Minister Calls for Permanent German Troop Occupation
> of Yugoslavia' at http://emperors-clothes.com/news/occupation.htm
> discusses the 'Associated Press' dispatch in which the German Foreign
> Minister argues that Germany should occupy Yugoslavia. Comments by
> Michel Chossudovsky.
>
> 3) Critics say the Hague Tribunal (also known as the International
> Criminal Tribunal for the Former Yugoslavia or ICTY and also the War
> Crimes Tribunal...) - critics say it reminds them of the Inquisition.
> How very strange... See 'Learning from the Inquisition' by Dr. Kosta
> Cavoski at http://emperors-clothes.com/articles/cavoski/c-4.htm
>
> Send this article to a friend! [Does not work with all email
> programs...]
>
> Please Assist Yugoslav Journalists' Fund
>
> Emperor's Clothes is trying to assist a few families of Yugoslav
> journalists. These journalists are among the many journalists who have
> literally been thrown out of work when thugs took over all TV and
> radio stations and newspapers during and after the Oct. 5th coup.
> These attacks are part of the terror in 'democratic' Serbia. We are
> providing some financial help; we need to provide more.
>
> It's really a privilege to be able to help these brave men and women
> who are trying to report 'the other side' within Yugoslavia and,
> through Emperor's Clothes and other media, to the outside world.
>
> Meanwhile, our own operating costs have increased. (For instance,
> monthly fees for the superb news media search engine Lexis have more
> than doubled.)
>
> If you can make a contribution either to our general expenses or
> specifically to help the Journalists' Fund, please do. Any amount will
> help. To use our secure server, please go to
> http://www.emperors-clothes.com/howyour.htm#donate. (If you use the
> secure server and wish your contribution to go to the Journalists'
> Fund, please send us a note at emperors1000@...
>
> Or you can mail a check to Emperor's Clothes, P.O. Box 610-321,
> Newton, MA 02461-0321.
>
> Or call 617 916-1705 from 9-5, Eastern U.S. time and ask for Bob.
> Thanks very much!
>
> And please join our email list so we can keep you informed.
>
> www.tenc.net
> [Emperor's Clothes]
>
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
> http://www.tuttinlotta.org
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").
Per iscriversi al bollettino: <jugoinfo-subscribe@...>
Per cancellarsi: <jugoinfo-unsubscribe@...>
Per inviare materiali e commenti: <jugocoord@...>
Archivio:
> http://www.domeus.it/circles/jugoinfo
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
Sito WEB (non aggiornato):
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
>
> Please find here an important article about Macedonia, Kosovo, Nato
> and their future.
>
> 1. Is Macedonia a strategic area? 2. KLA attack: is it a surprise? 3.
> What is surviving of the official Nato version? 4. Is Washington
> playing double game? 5. Will KLA provoke a new war? 6. What do the US
> really want? 7. Will it be possible for Washington to keep playing
> with all sides? 8. Did they «forge a monster»? 9. What shall be the
> role of the rivalry between USA and EU? 10. Is Kostunica trapped? 11.
> Perspectives for Peace.
>
> -- Michel Collon
> michel.collon@... (For fair use only)
>
> After Kosovo, Macedonia.
> What is left of the explanations of NATO ?
>
> A sinister repetition? After the Albanian separatists of the KLA have
> attacked the villages
> of the Presevo valley in Serbia, after they have killed 11 Serbian
> civilians of Kosovo by throwing a bomb in a bus, they are waging now
> war
> in neighbouring Macedonia. And again refugees are on the roads. Is
> there a
> new escalation in the Balkans?
> In fact, these events allow to better understand what happened in
> 1999. In
> this complex situation (because everything is done to disorientate the
> public
> opinion), let us answer clearly to the main questions.
>
> Michel Collon
>
> 1. Is Macedonia a strategic region ?
>
> Yes, as we have explained in our book Monopoly by citing the general
> Jackson,
> commander of the NATO troops:
> "We will certainly stay here for a long time in order to guarantee the
> safety of the energy corridors which cross Macedonia". (1) 'Energy
> corridors' ? We had presented the maps showing the projects of Europe
> (a whole net of oil and gas pipe-lines connecting Europe via the
> Balkans
> to the huge oil and gas resources of the former soviet Caucasus) and
> the ones
> of the US (a pipe-line Bulgaria-Macedonia-Albania-Adriatic which would
> give
> to the US oil multinationals the control of this road of oil and gas).
> These
> projects are in fact rival. This is why all the great powers attempt
> for ten
> years to control Yugoslavia. The road of oil and gas passes by. We had
> also
> stressed that as soon as 1992 it is in Macedonia - however very far
> away
> from the conflicts zones - and nowhere else that Washington had
> decided to
> send a division.
> We have to be frank: even in the left circles, some peoples found
> exaggerated to suspect Washington to have so dark projects. But very
> recently,
> the respectable British newspaper Guardian confirmed: "A project
> called the Trans-Balkan pipeline has been little-reported in any
> British,
> European or American newspaper. The line
> will run from the Black sea port of Burgas to the Adriatic at Vlore,
> passing through
> Bulgaria, Macedonia and Albania. It is likely become the main route to
> the west for the oil
> and gas now being extracted in central Asia. It will carry 750,000
> barrels a day. The project is necessary, according to a paper
> published by the US Trade and Development Agency, because it will
> "provide a consistent source of crude oil to American refineries",
> "provide
> American companies with a key role in developing the vital east-west
> corridor",
> and "advance the privatisation aspirations of the US government in the
> region"." (2)
> Clear, isn't it ? Moreover, Bill Richardson, the former US energy
> secretary, declared in 1998, that is before the war: "This is
> about America's energy security". When the US speak about 'energy
> security',
> one must know what it means: to preserve the world domination and the
> profits of their oil multinationals. And Richardson continues:
> "We would like these newly independent countries reliant on Western
> commercial and political interests rather than going another way.
> We've made a substantial political investment in the Caspian, and it's
> very important to us that both the pipeline map and the politics come
> out right." (3)
> And The Guardian adds this essential comment: "On December 9, 98
> (before
> the war), the president of Albania attended a meeting on this subject
> in
> Sofia:"According to my personal opinion, no solution which will stay
> strictly
> inside of the Serbian borders will bring a sustainable peace." The
> message
> could hardly be clearer: if you want the agreement of the Albanians
> for
> the Trans-Balkans pipeline, you have to take the Kosovo away from the
> Serbs". (4)
>
> 2. Is the offensive of the KLA a surprise?
>
> The US made thus a pact with the devil. Because many US diplomatic
> reports testified it: the separatist KLA murdered not only Serbian
> policemen or civilians, but also Albanians married with Serbs or
> simply
> accepting to live in the Yugoslav state. And the special envoy of
> Washington in the Balkans, Robert Gelbard, had himself claimed three
> times
> in front of the international press, at the beginning of 1998: "I tell
> you
> that these KLA peoples are terrorists". But three months later, these
> terrorists were turned by miracle into 'freedom fighters' and NATO
> will soon
> become their air force.
> Today the US simulate surprise faced to the "extremist violence" (5)
> which
> attacks Macedonia. It is hypocrisy! As soon as June 98, the KLA
> distributed
> among its European sympathisers a map of 'Great Albania'. In our book
> Monopoly (p.69), we reproduced this map and made the following
> comment:
> "In addition to Kosovo, which is part of Serbia, this great Albania
> would
> remove large territories in Macedonia, Montenegro and Greece. Wars are
> unavoidable if the KLA is allowed to realize its plans".
> This Greater Albania implies not only expansionism but also ethnic
> cleansing.
> Today, under the eyes and with the tacit agreement of NATO, 350,000
> not-Albanians have already been expelled from Kosovo: Serbs but also
> Gypsies,
> Gorani, Turks etc.. Kosovo is almost 'clean'. A surprise? Not really,
> since, on July 12, 1982 already, the New York Times interviewed a
> Yugoslav official in Kosovo, a man of Albanian ancestry,
> who said: "'The [Albanian] nationalists have a two-point
> platform...first to
> establish what they call an ethnically clean Albanian republic and
> then the
> merger with Albania to form a greater Albania." Besides, during the
> anti-Yugoslav insurgency of 1981, the Albanian nationalists had
> already
> established a close collaboration between their units in Macedonia,
> Serbia
> and Montenegro.
> All this didn't prevent the influential US Senator Joseph Lieberman to
> declare in April 99: "[The] United States of America and the Kosovo
> Liberation Army stand for the same human values and principles...
> Fighting for the KLA is fighting for human rights and American
> values."(6).
> In other words, the US and the KLA share the same fight. Besides,
> anybody who travels through Kosovo can see everywhere, for example in
> the petrol stations, the Albanian and US flags closely associated.
>
> 3. Does the version of NATO still make any sense ?
>
> What did NATO tell us to justify its murderous bombings? 1. That its
> war
> was humanitarian. Wrong: it was for oil and to break an economy which
> resisted to the Western multinationals and to the IMF. 2. That it had
> tried everything to find a negotiated solution. Also wrong: we now
> know that
> there was never any negotiation; Rambouillet was only a comedy to
> justify a
> war which had already been decided. 3. That it was a clean war. Wrong
> again:
> 2.000 Yugoslav civilians killed, a huge number of factories and
> infrastructures destroyed, the use of forbidden and criminal weapons:
> cluster bombs, depleted uranium.
> General Mangum just wote in the very official journal of the Army War
> College:
> " The high- altitude bombing did very little damage to the Serb
> military. It was only after NATO began deliberately attacking civilian
> targets that the Serbs sued for peace." (7)
>
> Now what was left of the official version also collapses. We were
> told:
> `The problems of Kosovo are caused by Milosevic'. The situation is not
> better with Kostunica and a government which is subjected to the West
> ! By the way, the Time confess: "Remember Kosovo? According to Clinton
> administration spin during the 1999
> bombing campaign, NATO was rallying to the defense of helpless ethnic
> Albanians and their brave champions in the Kosovo Liberation Army who
> were fighting a
> David-vs.-Goliath struggle against Belgrade's genocidal army. Well,
> guess
> what? Not only has NATO now declared armed Albanian nationalists of
> the KLA stripe to
> be the primary security problem in the region, the Western alliance is
> also
> considering asking the selfsame Yugoslav army to help NATO troops
> police the border
> between Kosovo and the neighboring former Yugoslavian republic of
> Macedonia.
> Once Yugoslavia had elected a president with whom the West could do
> business, prospects for winning NATO support for formal independence
> for Kosovo dimmed even further." (8)
> So, you may say white today, and black tomorrow if this useful for
> "business". Who will dare to come and speak to us about a humanitarian
> war, newt time?
>
> We were told that the intervention was necessary to stop a Serbian
> genocide
> and to establish a multi-ethnic Kosovo. But the German general Heinz
> Loquai
> has demonstrated that the so-called 'horse-shoe plan' document
> presented
> by the German minister Scharping was fake, that the genocide was a lie
> of the
> media and he just qualified the war as 'unjustified', and accused NATO
> to
> have caused two humanitarian catastrophes: a massive exodus of the
> Albanians
> and then another exodus of the Serbs. And the general Michael Rose,
> who
> commanded the UN forces in Bosnia, reproaches NATO "to have introduced
> a
> culture of violence". (9)
> Finally, in order to find some excuse for the current ethnic cleansing
> in
> Kosovo, the supporters of NATO and KLA have pretended that it was
> 'revenge acts
> for what the Serbs had done'. And now, in Macedonia, where nothing
> happened,
> under which pretext should one justify the aggression of the KLA? It
> is
> time to acknowledge the only possible explanation: the KLA aims to
> establish
> an ethnically clean state and can only realise this program by the
> escalation of hatred and by terrorism.
>
> 4. Does Washington play a double game?
>
> The United States make as if they were indignant at the current
> violences
> of the KLA. But we must point out several things: 1. They didn't move
> a
> finger when the KLA went out from Kosovo to attack the region of
> Presevo
> in Central Serbia. Worse: the infiltration occurred from the US
> occupation
> zone in Kosovo. 2. Washington and the NATO pretend today "to try to
> stop the
> flux of weapons and fighters towards southern Serbia and
> Macedonia".(10)
> But anybody who goes to Kosovo can observe roadblocks and
> check-points of
> the KFOR every five kilometers. But the same KFOR is working with
> interprets
> and other collaborators coming from the KLA, which besides was
> transformed
> by KFOR into the very official 'Kosovo Protection Corps'. So, the ones
> who
> don't look for the weapons of the KLA will not find them.
> Moreover, the major Jim Marshall, spokesman of the US KFOR, declared
> on
> March, 6: "We have identified between 75 and 150 rebels in Tanusevci
> (Macedonia), we saw them enter and go out from Kosovo, and get rid of
> their equipments and weapons before to cross the border." A little
> stupid
> question: what did prevent you to arrest them? 45,000 NATO soldiers
> are
> occupying Kosovo and can not arrest 150 terrorists ? Can not or
> don't want to? On March, 11, in the British newspaper Observer,
> several
> European high officers of KFOR and also several Macedonian officials
> accused
> explicitly the CIA to have encouraged the KLA to start its summer
> offensive
> in the South of Serbia in order to undermine the former Yugoslav
> president
> Slobodan Milosevic. Today, who could guarantee that these
> encouragements
> have stopped?
>
> 5. Will the KLA start a new war ?
>
> What will happen ? The current fights around Tanusevce could well be
> the prelude of more important clashes. For example, to take control of
> Tetovo, five kilometers away from the Kosovo border.
> In any case, one thing is clear: the KLA, which lost the elections
> last
> year, -because the large majority of the Albanians in Kosovo don't
> want to
> live in a permanent state of war - can only regain ground by using
> violence.
> Including in Macedonia where it pretends to defend the rights of the
> Albanian minority, but one often forgets to remind that, for years,
> every
> government of this country has been made of a coalition with Albanian
> parties.
> To take power, and thus increase the range of its maffia - like
> traffics,
> necessitates war.
> The tactics of the KLA is thus clear: to cause an escalation by
> provoking the Macedonian and the Yugoslavian armies. Hoping that the
> later
> will attack Albanian civilians as was done by some Serbian forces
> during
> the first days of the NATO bombings. That will allow to reach two
> goals: 1. To internationalise the conflict (we will come back to it
> later).
> 2. To enrol new recruits in an Albanian youth which has been fanatised
> by
> nationalism. In spite of the development of many little traffics more
> or
> less legal, the Albanian community of Macedonia has an unemployment
> rate of
> 60%; it is a potential where to recruit.
> To get this escalation, the KLA will probably use again a method which
> has already been put in practice. As a French observer of the OSCE
> explained it in Kosovo in 1998: "Inside the OSCE, everybody knew that
> NATO, in particular the US, didn't want our mission (of pacification)
> to
> succeed. The massacres have been encouraged to justify a military
> intervention. One day we got a message. We were told that Albanian
> fighters had been trained by American instructors. They were explained
> that it was more strategic to kill Serbian policemen to provoke
> important
> retaliations against the Albanian community." (11)
> As in Bosnia and in Kosovo there can be some time before that this
> tactics ends up in more important clashes. An important step would be
> done by provoking the equivalent of the 'Racak massacre'. In January
> 99,
> in this village of Kosovo that it had fortified, the KLA had provoked,
> and lost, a fight between the two armies. But it made believe that the
> victims were civilians coldly massacred by the Yugoslav army. With the
> help
> of the CIA, one made believe this media-lie in the international media
> and
> this allow to condition the Western public opinion to make it accept a
> war
> decided for a long time by the US. Each war of today is preceded by
> such
> a big media-lie, with shocking pictures.
>
> 6. What are the US really looking for?
>
> But to do again the 'Racak trick' would necessitate a complicity of
> the
> US to lead the Western media. If this would happen, that would
> certainly be
> the sign that the US superpower would be preparing a new intervention.
> One can oppose two objections to this hypothesis: First the US are
> qualifying today the KLA as 'extremist forces' and condemn their
> actions, at
> least in words. Answer: at the beginning of 98 also, they qualified
> the
> KLA as 'terrorists', as we have seen, but that didn't prevent them to
> support unconditionally the KLA a few months later. If there is one
> principle to remember
> in the action of the US for ten years, it is that there are no
> principles!
> One can also ask why would the US intervene although they seem to
> control
> the region and have installed there their military bases ? Of course
> one
> doesn't know yet all the aspects of their current tactics. It may be
> that
> behind the scene they push the KLA to create again some tension in
> order to
> help the US troops to occupy the whole region. As soon as the first
> incidents in the Presevo valley occurred, Washington had generously
> proposed to station US troops in Serbia proper. One must also remind
> that during the so-called
> 'negotiations' in Rambouillet before the war, Madeleine Albright had
> required that NATO will be allowed to occupy militarily the whole
> Yugoslavia.
> It may also be that new Bush administration has not yet decided which
> is
> the best tactic to protect the US interests in the Balkans, that it
> prefers
> to play for some time with both sides and that the tactic of the KLA
> was
> precisely to force it to take a decision or to act quicker.
> In both cases, one thing is sure: the US are not there to defend peace
> or
> protect any people of the Balkans. They are there to reign. And to
> reign
> you have to divide, as we know, and to divide the best solution is a
> war, or
> at least a so-called 'low intensity' war, a situation of 'neither war
> nor
> peace' with irregular clashes. Isn't it the best way to justify the
> installation of US military bases in the Balkans ?
> Of course, the candidate George Bush had said that he wanted to move
> the
> US troops out of Kosovo. But the president George Bush rapidly forgot
> these
> electoral promises. Lets remind that in 1995 the candidate Bill
> Clinton
> had promised that the US troops would have left Bosnia by Christmas.
> Immediately afterwards, the commander of the UN troops in Bosnia, the
> general MacKenzie, answered to a parliamentary commission: "If I were
> you,
> I'd start training your grandchildren as Bosnia peacekeepers." (12)
> Wether it wants to force Bush to intervene or acts in collaboration
> with him,
> the goal of the KLA is in any case to internationalise again the
> conflict,
> as did the Muslims of Izetbegovic in Bosnia from 1992 and the KLA
> itself in
> Kosovo in 1998.
> By attacking almost at the same time Macedonia and the South of
> Serbia,
> by denouncing in racist terms any Slav presence on their territories,
> the leaders of the KLA aim at provoking a reaction of Macedonia and
> Yugoslavia, but also of Greece, close to the Serbs. And, as an
> indirect
> result, a retaliation of their own allies: Albania and Turkey. That is
> an
> internationalisation of the conflict which would force Washington to
> choose
> between its allies and, as the KLA hopes, to definitely choose the
> Albanian side.
>
> 7. Will Washington still be able to play on both sides?
>
> To understand the situation of the US, it is important to understand
> that
> they systematically play on several sides at the same time. To support
> and
> to manipulate discretely two adversaries - and even train them
> militarily -
> does not embarrass them at all. For example, we can read in the
> British Daily
> Telegraph of March 3: "The private company of security which is the
> most
> appreciated by the US government has trained both sides of the last
> ethnic
> conflict in the Balkans. Only two years ago the Albanian rebels of
> Kosovo
> were trained by the society 'Military Professional Resources' based in
> Virginia... One of the recent task of this society was the training of
> the
> Macedonian army which is now shooting on the Albanian guerrilla."
> One should not underestimate the role in the US military system of the
> private companies and militia, led by former high officers. Already in
> Bosnia, they had trained and led the Muslim militia of the president
> Izetbegovic before that the US could openly intervene. And in Croatia
> they
> helped the president Tudjman to realise the bloody ethnic cleansing of
> the Serbian Krajina in august 95 (13). History repeats itself.
> Having played in several sides, the US can be for a moment in a
> difficult
> situation. From one side, they continue to use the KLA to get more
> concessions from Serbia: the complete privatisation and the
> elimination of
> the main opposition party, the SPS (by sending its president Milosevic
> to the Court of the Hague). But on the other hand, if they let the KLA
> going too far, they will have troubles with precious allies: 1. The
> Macedonian government 2. Greece (also threatened by the demands of the
> KLA) 3. The Yugoslav president Kostunica.
> The Macedonian government has not much autonomy and one says that
> Washington could impose it what it wants, including a federal state,
> prelude to a splitting. Moreover, the Macedonian leaders are very
> weakened by various scandals, which have revealed their links
> with the US. The left opposition claims to be more independent, but
> its
> main candidate was put aside by terror during the last elections.
> Macedonia,
> a too weak and unstable ally for Washington ?
> On the other hand, the Greek leaders are important pawns in the NATO
> strategy of Washington. But the Greek people is strongly against NATO,
> the
> influence of the communist party is important and very recently one
> third
> of the Greek soldiers have required and obtained to be moved out from
> Kosovo to escape the dangers of depleted uranium.
> Finally by playing too openly with the card of the KLA, the US would
> strongly endangered the president Kostunica, who was elected with an
> ambiguous profile - anti-NATO and pro-West - and who can not present
> to
> his opinion any positive result about Kosovo, to the contrary.
> To allow him to make come again some Yugoslav troops to watch the
> border is maybe a small concession to give some more credit to
> Kostunica and to somehow balance the two 'friends' of the US. But the
> reason can also be simply to avoid that US soldiers would be in first
> line
> and risk to come back to the US in body-bags, which is always
> embarrassing
> for the US opinion. And, in a more machiavellian way, that would start
> again clashes between Serbs and Albanians.
> What if Washington drops the KLA and reverses its alliance? Then it
> could be that its German 'ally' -but also rival- supports again
> secretly
> the KLA as it did at the beginning 98 (14). Which also explains that
> the
> KLA has interest to make even more provocations. The rivalry between
> Western great powers is thus another factor which increases the risks
> of
> war. Many European politicians had already accused the US to be guilty
> of
> having uselessly prolonged the war in Bosnia in order to eliminate
> their
> German competitor which had got a too good position. (15)
> Reverse the alliance? One has already seen everything in this respect
> from
> the US, for example between Iran, Iraq and Syria. But their goal is to
> establish in the Balkans a 'plane-carrier' state, like Israel in the
> Middle-East. For this, an obvious choice is still an Albanian state
> which
> would owe everything to Washington. However, the European powers
> refuse
> a change of the borders in the Balkans. This would cause new wars and
> destabilise the projects of 'corridors' described above.
> One thing is sure: the intervention of NATO for some hidden interests
> didn't
> bring and will not bring peace.
>
> 8. Do they really ask themselves if they have created a monster?
>
> It is again in The Guardian that one could read, on March 12, a
> surprising question: 'Did we create a monster ?'. Their special
> correspondent
> in Pristina reports: "The West is stunned. Balkan nightmares were
> supposed
> to have ended with the fall of Slobodan Milosevic. But now
> Albanian nationalist militants are stirring ethnic rivalries in a
> quest
> for a greater Kosovo. The liberated victims have become the villains.
> In Washington and London, and in the offices of NATO and UN in
> Pristina, a
> question is dominating: did we create a monster ?" The correspondent
> of the
> Guardian led a quite vast investigation with the staff of UN and KFOR
> and
> concludes: "The failure of KFOR to disarm the KLA, protect the Serb
> minority and build a multi-ethnic society has created a climate in
> which extremists flourish. For almost a year it
> ignored intellectuals who urged a crackdown on KLA members who seized
> assets and set up criminal networks. "Now it's too late, the moderates
> won the election, but those who smuggle and run the rackets have the
> real power," one officer serving there
> admits."
> Disastrous result, and one understands that the former governor of
> Kosovo, Bernard Kouchner, had quickly left the ship before that his
> self-satisfied TV statements have been refuted.
> Because what The Guardian reports is true. I was myself in Kosovo last
> December to make there a documentary movie "The damned of Kosovo"
> (which will
> be ready next May). I discovered there a hell for the Serbs and all
> non - Albanian minorities. Most of them have been expelled from
> Kosovo:
> ethnic cleansing. The ones who have stayed live in terror. To speak
> its own
> language in public constitutes a mortal danger. Also to go on highways
> in non-Serbian zones. But the terror strikes also a number of
> Albanians.
> KLA maffiosi kill Albanians also. To take houses, companies or women.
> And
> many of the Albanian with who I was talking, predicted a civil war
> - between Albanians - in two or three years time.
> Quickly The Guardian mentions the theory of 'the mistake': The West
> would 'have misunderstood the danger of Albanian nationalism'. Of
> which
> 'West' are we talking here? If it is the public, it is indeed true
> that
> it didn't understand because one hided to it carefully the truth. When
> some analysts explained that the program of the KLA was the ethnic
> cleansing,
> they were almost excluded of the media or even considered as evils.
> But if one speaks about the leaders of this 'West' - the White House,
> Tony Blair, Solana and Robertson, the CIA - they knew of course for a
> long
> time because their own reports considered the KLA as 'terrorists'.
> In Kosovo, we have also seen that one has to distinguish between a
> number
> of honest Western aid workers and militaries, and their high-level
> officials.
> The former went to Kosovo with prejudices but also with good will. The
> later
> have been sent to Kosovo to hide this truth, to hide the secret goals
> of the
> US and their allies and to lie.
> It is certainly in the first category that one must put Eric Torch, a
> UN aid worker cited by The Guardian: "Albanians
> trace their lineage to the Illyrans who controlled the territory in
> the
> 11th century BC. Underground schools during Milosevic's rule
> inculcated ethnic
> hatred into generations."
> Yes, you have read correctly: 'during Milosevic's
> rule'. This confirms what have said some unconventional analysts:
> these
> parallel Albanian schools, organized by the party of Rugova and
> financed
> by the US taught racist anti-Serbian conceptions. It was wrong to say
> that
> the responsibility of the conflict was entirely on the side of the
> Serbs.
> Pushed by the US, the Albanian leaders of Kosovo refused to negotiate
> seriously, they wanted only independence and taught the hatred to
> achieve it.
>
> 9. Which role will play the rivalry US -EU?
>
> One can not understand the attitude of the US in these events without
> replacing it in the context of their world strategy. One of the
> key-men
> of the new Bush administration is called Wolfowitz. In our book
> Liar's Poker we made comments about his shock-report of March 92:
> "The status of unique super-power of the US must be preserved by a
> constructive behaviour and a sufficient military force to dissuade any
> nation or group of nations to challenge the supremacy of the US. We
> must
> act in order to prevent the appearance of a security system
> exclusively
> European which could destabilise NATO" (16).
> The US military budget began to blow up under Clinton and this will
> continue under Bush. Three potential rivals at more or less long term
> are
> today the potential targets of this dangerous strategy: the European
> Union,
> Russia, China. The embassy of the later was bombed as a warning. It is
> considered by the CIA as risking to overtake around 2015-2030 the
> power of
> the US. Concerning Russia, the new US State secretary, Colin Powell,
> declared
> that the objections of Moscow would not prevent the expansion of NATO
> to
> the East or the militarisation of space by the so-called
> 'anti-missiles
> shield' (NMD). His colleague Condoleezza Rice declared that she
> sincerely
> "believes that Russia is a threat for the West" (17). And the Defence
> secretary
> Rumsfeld attacked Russia for "its 'active proliferation of missiles'
> to
> countries like Iran, Korea or India". (18)
> Concerning Europe, Rumsfeld warned against any autonomous European
> intervention force which would perturb the transatlantic relation
> during
> the conference of Munich about global safety, beginning of February.
> Answer
> of the German minister Joskha Fisher: the new Bush administration
> wants to
> restart a new arms race. His colleague Scharping expressed sympathy
> for
> the Russian views about NMD. Germany has, like France, condemned the
> US bombings against Iraq.
> Moreover, the ambition of the US to dictate their will to the whole
> world
> is currently braked by several points of resistance that they don't
> succeed to eliminate. Iraq still resists, as well as the Palestinians.
> The US intervention in Colombia could transform itself into a new
> Vietnam.
> The communist guerrilla in Nepal worries the American experts. Some of
> them
> think that it is time to find a solution in the Balkans and to focus
> on other
> operations.
> All this on a background of growing commercial rivalries and crisis
> which
> could only worsen the tension USA-Europe. The game that these powers
> are
> playing in the Balkans for ten years, each of them trying to get the
> biggest part of the cake, this game will continue to cause damages to
> the
> peoples of the region. When the elephants fight each other, it is the
> grass
> which is smashed.
> And after all the gifts that the US have given to reward the terrorism
> of
> the KLA, one can expect that this example will be contagious for some
> fractions of the Albanian community in Macedonia and Montenegro or for
> other
> secessionist movements in the world. One will use provocations and
> terrorism to try to present oneself as 'victims'.
> The mistrust between US and Europe about Kosovo increased when the
> candidate Bush threatened to move out the US troops from the Balkans,
> letting
> the Europeans alone in what one is forced to call a mess. Since then,
> many European officials criticize -privately- the support of the US to
> the
> terrorists of KLA. An expert of the French Institute of International
> Relations (IFRI) has just declared: "The Dayton process is dead. The
> whole
> system needs to be renegotiated. But no-one wants to open the
> Pandora's
> box by calling it into question, risking poisoning the
> situation on the ground. If for example, the Kosovo Albanians were
> appeased
> with a state of their own, it would trigger a domino
> effect that would see Serbia's junior partner in the
> rump Yugoslavia, Montenegro, as well as Bosnian Serbs
> and Bosnian Croats all renewing their own independence claims.
> For some time it appeared the Americans were prepared
> to look at changing borders. I think that cannot
> happen now, and if they did try it they would be opposed by Europe."
> (19))
>
> What will be the outcome? In fact, Bush has four options: 1. to redraw
> his
> troops. That would have strongly embarrassed the Europeans. It is now
> not
> possible anymore, especially with the depleted uranium scandal. 2. to
> reverse
> the alliance and to support the Serbia of Kostunica. But the US troops
> could become the targets of the KLA. And one is not sure that Serbia
> will be a reliable partner for the long term. The spirit of popular
> resistance is still alive there. 3. to support both sides by using a
> strategy of tension. 4. to maintain the support to the KLA to create
> an
> Albanian 'Israel-like' state while hiding its game as long as
> possible.
> No one of the options is moral, we have seen that this criteria is
> never
> relevant. But to realize their strategic long-term goals, the US can
> well
> resort to changing and contradictory tactics.
> For now a combination of the options 3 and 4 seems the most likely to
> us. But
> maybe the US have not decided yet and they are waiting to see the most
> favourable according to the reactions of their 'friends' ?
> In any case, the tactics being changing, some docile media would have
> some
> trouble to explain to the peoples that the good guys are not good
> anymore and
> that the bad guys are on the other side. Let's hope that these
> troubles will
> cause a deep reflexion. If one doesn't understand the economic
> interests at
> stake, and first, the ones of the multinationals looking for new
> markets,
> working forces and raw materials, it is impossible to understand all
> these
> wars.
>
> 10. Is Kostunica in a trap ?
>
> The president Kostunica has been elected by defending an ambiguous
> position:
> on one hand, he denounces the war of NATO, the occupation of Kosovo
> and
> the interference of the US; on the other hand, he promises the
> reconciliation with this very same West and an economic improvement
> thanks
> to Western aid.
> Till now the least one can say is that he wasn't rewarded concerning
> Kosovo.
> On March 6, he declared: "The representatives of the international
> community
> in Kosovo are facing failure, because they did not provide stability
> and peace,
> and the crisis spilled over into Macedonia. Kfor is dealing with its
> own security,
> and not with the security of those because of whom it is here."(20)
> Kostunica also accused KFOR of "stimulating instead of curbing the
> aspirations of a Greater Albania. KFOR is abandoning protection of the
> border and is
> inviting our army to be in the crossfire" (21) He also expressed hope
> that
> the policy of the new U.S. administration would be marked by "a high
> level of
> non-interference in the problems of other states". (22)
> The paradox is that two days after having warned so clearly against
> NATO and the interference of the US , the same Kostunica added that
> "he did not rule out Yugoslavia becoming a formal alliance partner one
> day."(23) A NATO which is however the most obvious tool of the
> interference spirit of the US ! In the same declaration, the Yugoslav
> president declared himself disappointed: "When I came to office, I did
> not
> expect the situation in the country to be quite so difficult; it is
> discouraging," citing security and constitutional problems as well as
> 40
> percent unemployment and 800,000 refugees. Surprising declaration as
> the
> 800,000 refugees (expelled from Croatia, Bosnia and Kosovo) are living
> in Serbia for years. Concerning the unemployed, did he lead his
> electoral
> campaign by ignoring that the Western embargo and the state of the
> economy had such consequences ? And by not reading the program of the
> economists of his own electoral coalition which foresaw privatisations
> and
> massive dismissals ?
>
> How to interpret these contradictory statements ? In fact, as
> expected,
> the material situation of the Serbian population has still worsened
> with the
> Djindjic government. If the salaries of the university professors have
> been
> doubled, the ones of the workers have only increased by 25% to 50%,
> and
> it is completely insufficient to face the huge increases of the
> prices.
> The cubic meter of gas has gone from three up to twelve dinars, the
> kilo of
> sausages from 150 up to 300 dinars, the electricity bill of a
> household
> has increased from 150 or 200 dinars a month to 500 dinars! The
> electricity
> company of Belgrade indicates that 130,000 households of the city have
> a very important debt: more than 30,000 dinars! And the price of
> petrol also
> increases, all the more that the new government took control of all
> the
> oil sector in order to eliminate the black market of petrol (cheaper).
> As expected, the honeymoon didn't last. If the president Kostunica is
> not
> considered as personally responsible for all this, the rate of
> discontent
> towards the new government of Zoran Djindjic on the other hand has
> already gone up to 60%: "He doesn't do anything for the people. Even
> during
> the war, we had always had electricity, but with the 'great
> democracy', the
> cuts last for four hours during the day, three hours at night" is it
> told
> everywhere. And many judge that elections are unavoidable in 12 or 18
> months
> time. The heterogeneous coalition of 18 parties should split quite
> soon.
> It is why one must dismiss Milosevic and eliminate the risk of a come
> back of the socialist party, even if this party has not yet gone up in
> the polls.
>
> Which evolution is to foresee inside Yugoslavia? The professors that
> are
> not from the universities are on a prolonged strike. Many strikes
> occur also in the industry, only broken by threats of collective
> dismissals.
> This didn't prevent the new left trade-union 'Solidarity' to get at
> the
> car factory Zastava an additional increase of salary of 25%. On the
> other
> hand, the minority trade-union of government tendency had refused to
> join the strike. 'Solidarity' has announced the publication of a
> monthly
> newspaper and the next months should see it increasing its influence.
> Did Kostunica fall in a trap of the West? Was he expecting to get more
> support in the question of Kosovo and for the economy? Till now he
> just
> got alms and the US make the other credits depend on the extradition
> of
> Milosevic. What Kostunica can not do otherwise he would contradict
> himself
> and commit a political suicide. Thus, the US finance a new campaign of
> OTPOR
> to criminalize Milosevic. The US, which, for fifty years, have
> supported,
> financed and armed all the far-right and military dictatorships in the
> world, these US which have protected the crimes of Pinochet, Mobutu,
> Franco, Salazar, the Greek colonels and the Turkish fascist generals,
> these
> US pretend to judge just one former head of state, precisely one who
> has
> resisted to them ? The US deserve the Oscar of hypocrisy.
>
> 11. Perspectives.
>
> In a world marked by a looming economic crisis, by an increase of the
> wars and a frightening increase of the military budgets, it is
> important to
> fully draw the lessons of Kosovo and of the current situation.
> 1. There are no 'humanitarian' wars, only economic and strategic wars.
> 2. The US and NATO are not searching to solve the problems but to
> dominate the world. Thus they create or excite the problems when it is
> useful
> for them 3. The military intervention against Yugoslavia and in favour
> of
> the KLA has worsened everything. 4. It is not 'by mistake' that
> Washington
> supported the KLA, but consciously.
> It is urgent to reinforce or to recreate a powerful peace movement on
> a
> grass-root level. The only way to get there is to work with patience
> in
> establishing the dialog between the peoples, who are all victims of
> this
> strategy of 'dividing to conquer'.
> And for this, to debate of the results of this war and of the real
> strategies of the great powers is the fundamental condition. The
> struggle for
> peace begins with a lucid analysis.
>
> 12th of March 2001
>
> Notes
>
> (1) Michel Collon, Monopoly - L'Otan à la Conquête du monde, EPO,
> march 2000,
> p. 96. (English edition prepared)
> (2) The Guardian, February 15, 2001.
> (3) Idem.
> (4) Idem.
> (5) AFP-Skopje, March 6, 2001.
> (6) Washington Post, April 28, 1999.
> (7) Pittsburgh Gazette, March 11, 2001.
> (8) Time, 8 mars 2001
> (9) Both cited in Kan Anders-Vredeskoerier (Holland), march 2001.
> (10) Declaration of Robertson (NATO), AP, March 6.
> (11) L'Humanité, November 18, 1999
> (12) Pittsburgh Gazette, March 11, 2001
> (13) Michel Collon, Poker menteur, EPO, 1998, p. 191. (Soon published
> in English version)
> (14) See Monopoly, pp. 70-71.
> (15) The European mediator in Bosnia, David Owen, cited in Michel
> Collon,
> Poker menteur, EPO, 1998, p. 182.
> (16) Michel Collon, Poker menteur, p. 116.
> (17) Le Figaro, February 10, 2001.
> (18) PBS, February 14, 2001.
> (19) AFP - Paris, March 8, 2001.
> (20) BBC, March 6.
> (21) Reuters - Skopje, March 8, 2001.
> (22) BBC, March 6.
> (23) Reuters - London, March 8, 2001
>
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Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
> http://www.tuttinlotta.org
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opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
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Under the slogans
* no more war, Nato, nuclear arms
* no more "humanitarian" wars
* close down the Nato basis in Italy
* down with Nato
a big nation-wide anti Nato demonstration will take place in Cesena,
Italy,
on the occasion of the second anniversary of the Nato aggression against
Jugoslavia on March 24. Already several dozens of organisations have
given there participation (see below). Also international delegations
from
Yugoslavia, Greece and Austria have announced their support.
The poster in Italian and the full text of the call in Italian and
german
can be viewed under:
http://www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/news/viewnews.cgi?category=all&id=983824497
24 marzo 1999 - 24 marzo 2001
MAI PIU'
NATO, GUERRE E NUCLEARE
Comitato Promotore per l'Assemblea Antimperialista
-Coord. Romagnolo contro la guerra e la Nato - Assijug (Perugia) - Campo
Antimperialista - Coll. Antinebbia (Valdarno) - Comit. contro la guerra
Sesto S. Giovanni -
Comit. contro la guerra (Milano Sud) - Comit. per la Pace e la
Solidarietà fra i Popoli - Coord. cittadino antimperialista (Torino) -
Coord. romano per la Jugoslavia - Red
Ghost (Ravenna) - Gruppo Zastava! (Trieste) -Soccorso Popolare (Padova)
- Voce Operaia
Per adesioni e informazioni vai al sito:
http://www.tuttinlotta.org
oppure scrivi a
posta@...
Aggiornamento adesioni al 20 marzo
- 100 idee per la pace (Siena)
- AIASP (Associazione Internazionale di Amicizia e Solidarietà con i
Popoli)
- Aiutiamo La Jugoslavia (Bologna)
- Assemblea Nazionale Anticapitalista
- Ass. Cult. Gente Adriatica (Trieste)
- Ass. Cult. Punto Rosso di Vicenza
- Ass. comunista IL PIANETA FUTURO (Pisa)
- Ass. Progetto Drim (Foligno)
- Ass. culturale ³Il Puntino²
- Ass. Dedalo di Sermoneta
- Avamposto degli Incompatibili (Lecce)
- Azione Popolare (Emilia e Romagna)
- Associazione Spaccio Culturale di Succivo (Caserta)
- Casa dei Popoli di Roma
- Centro di Docum. Krupskaja (Bologna)
- Centro di Docum. politica Albano Corneli di Camerano (AN)
- C.S.A. Dordoni (Cremona)
- Centro Studi Ingegneria Biosociale Acireale (Ct)
- Centro Iniziativa Popol. (Foligno)
- Circolo Agorà (Pisa)
- Circolo P.R.C. (Treviso)
- Circolo Prc "Jure Canciani" di Servola/Skedenj (Trieste)
- Circolo P.R.C. di Bussero (MI) "RifoBussero"
- Circcolo Culturale Iqbal Mash (Bologna)
- Circolo ARCI l¹Osservatorio di Pozzuoli (NA)
- Circolo P.R.C. Centrocitta¹ (Trieste)
- Circolo Pablo Neruda di Camerino (MC)
- Circolo Iskra di Cividale del Friuli (UD)
- Circolo Culturale Internazion. Wladimir Majakowskij (RE)
- Cobas Scuola (Ravenna)
- Coll. Squasso (Rimini)
- Coll. Autorganizzati (Rimini)
- Coll. Spartakus di Vicenza
- Coll. classe contro classe (Roma)
- Comit. cittadino contro la guerra (Bologna)
- Comit. contro la guerra (Treviso)
- Comit. contro le guerre di Conegliano (TV)
- Comit. Sardo di solid. internazionalista (Tula)
- Comit. Umbro Antimperialista
- Comit. contro la Guerra (Novara)
- Comit. Operaio e Pop. Antimperialista (Vicenza)
- Comunità degli Jugoslavi in Umbria
- Confederazione COBAS
- Convoglio internazionalista Giorgiana Masi (Roma)
- Coord. nazionale "Su la testa"
- Coordinamento territoriale MAGMA (Roma)
- Coord. contro la Guerra (Cosenza)
- C.S.O. Stella Rossa (Bassano)
- C.U.B. Scuola (Rimini)
- Democrazia Popolare
- Drustvena Gostilna Kontovel (Trst/Trieste)
- Feder. Giovani Comunisti (Imola)
- Feder. P.R.C. (Rimini) - Feder. Giovani Comunisti (Forlì e Cesena)
- Federazione P.R.C. di La Spezia
- Fondazione Luigi Cipriani (Cremona)
- Gruppo musicale "Alla Macchia"
- Gruppo musicale Pura Utopia
- La giustizia degli erranti (Treviso)
- Laboratorio Marxista (Versilia)
- Linea Rossa (Genova-Taranto)
- Lista Reno (Bologna)
- Movim. per la confederazione dei comunisti (Toscana)
- Movim. di Solidarietà Austria-Jugoslavia
- Pagine Rosse
- Partito Umanista
- Pellerossa di Cesena
- P.M.L.I. (cellula di Forli¹)
- Punto Rosso (Jesi)
- Punto Rosso Fermo/Porto San Giorgio (AP)
- Radio Citta' Aperta (Roma)
- Radio base (Venezia)
- RAP (Rete Associazioni Popolari)
- Redazione Precari Nati (Bologna)
- Rete Operaia
- Rivista ³Frigidaire ³
- Rivista "Giano².
- SACS (Società degli Artisti Comunisti dello Spettacolo)
- Senza Censura (Bologna)
- Spazio Sociale Filorosso Arcavacata di Rende (Cosenza)
- Teatro dell'Esistenza
- Tribunale Ramsey Clark
- Unione Popolare (Roma)
- Unita¹ Internazionale dei Lavoratori (C.I.)
- Un Ponte per...
- Cesare Mangianti (segretario regionale P.R.C. dell¹ Emilia-Romagna)
- Roberto Sconciaforni (segretario federaz. P.R.C.di Bologna)
- Paolo Gambuti (segretario federaz. P.R.C. di Rimini)
- Martino Albonetti (segretario federaz. P.R.C. di Ravenna)
- Kiwan Kiwan (segretario federaz. P.R.C. di Ferrara)
- Lodovico Cutaia (segretario federaz. P.R.C. di Parma)
Adesioni Internazionali
- Antiimperialistische Koordination (Austria)
- Corrente Leninista Internazionale
- Cunfederatzione de sos Comunistas Sardos
- E.E.K. - Partito Operaio Rivoluzionario (Grecia)
- I.D.P. - Sinistra Democratica Popolare (Messico)
- J.V.P. - Fronte di Liberazione del Popolo (Sri Lanka)
- N.A.R. - Nuova Corrente di Sinistra - (Grecia)
- Revista 'El Nuevo Topo" (El Salvador)
- Socialist Workers Party (Britain)
=> Sono inoltre giunte decine di adesioni individuali da varie regioni
d¹Italia e dall¹estero
Wie an vielen anderen Orten findet in Italien am 24.3. in Cesena einen
Demo
statt. Die Organisatoren haben uns gebeten für internationale
Unterstützung
aufzurufen.
Hier die Plattform:
"Nie mehr Nato, Krieg und Nuklearwaffen!
Aufruf zur italienischen Demonstration anlässlich des zweiten Jahrestags
der
Nato-Aggression in Cesena
Am 24. März 1999 begannen die Nato, Europa und die Olivenbaum-Regierung
D
Alemas (mit der Unterstützung des Pols Berlusconis) einen kriminellem
Krieg
gegen Jugoslawien. Sie brachen damit die Verfassung und zahlreiche
Bestimmungen internationalen Rechts und belegten die Völker Jugoslawiens
mit
humanitären Bomben, die Zerstörung, Schmerz und Umweltzerstörung
hervorriefen. Gleichzeitig wurde die Adria ein Mistplatz für Chemikalien
und
Uran und der Balkan auf Jahrtausende verseucht.
Die Teilnahmslosigkeit tötet genauso wie der Krieg. Wir können und wir
wollen nicht vergessen.
Keine neuen humanitären Kriege!
Nein zu den F-16 und den Atomwaffen in der Emiglia Romana!
Schließung der Nato-Basis Pisignano!
Nein zur Nato!"
Das Plakat kann unter
http://www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/news/viewnews.cgi?category=all&id=983824497
abgerufen werden.
Wer den Aufruf unterstützen möchte kann entweder uns oder die
Organisatoren
direkt kontaktieren: posta@...
---
ITALIA: ROMA
A DUE ANNI DALLA GUERRA NEI BALCANI
APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE IL 24 MARZO 2001
A due anni dai bombardamenti nel Kosovo col loro disumano carico di
morte e distruzione all?uranio impoverito, l?Unione Europea cerca di
archiviare lo scandalo che ne è seguito e
l?allarme dell?opinione pubblica, chiudendo frettolosamente una finta
inchiesta che nega i crimini, i rischi reali e le responsabilità, mentre
le popolazioni civili di quei territori
subiscono la più catastrofica contaminazione radioattiva e tossica della
loro storia e mentre continuano a morire di leucemia i soldati italiani
ed europei nell?indifferenza degli
organi di governo.
Per la messa al bando dell?uranio impoverito, Rifondazione Comunista ha
condotto una campagna con interrogazioni parlamentari, raccolta di firme
ed appelli all?opinione
pubblica. Ma oggi rivolgiamo un nuovo appello a tutte le associazioni,
alle donne e agli uomini che hanno lottato contro la ?guerra umanitaria?
perché aderiscano e sostengano una
manifestazione che nell?anniversario della guerra, il 24 marzo, rilanci
il rinnovato ripudio della guerra e la ripresa della lotta per il
disarmo nel mondo.
Ma ciò richiede oggi una radicale contestazione dell?Alleanza Atlantica.
Infatti, la guerra nel Kosovo, tragedia d?Europa e crimine mondiale
della NATO, ha reintrodotto la
guerra nella nostra storia, facendone strumento di governo del Nuovo
Ordine Mondiale. Oggi il Patto Atlantico, grazie agli effetti
?costituenti? della guerra nei Balcani, è stato
trasformato, dal Nuovo Concetto Strategico varato nell?aprile 1999, in
un patto di aggressione militare che minaccia la pace nel mondo ed i
paesi cui si impone la globalizzazione
con il ricatto del terrore e dello sterminio.
Perciò chiediamo lo scioglimento del Patto Atlantico . Chiediamo che
l?Italia esca dalla complicità e dalla ipocrisia, rifiutando i sistemi
d?arma e la strategia complessiva della
Nato e decidendo una messa al bando unilaterale sul proprio territorio
dell?uranio impoverito e delle altre armi di sterminio presenti nelle
basi.
Chiediamo perciò a tutte le associazioni che ripudiano la guerra di
sostenere la manifestazione che stiamo organizzando per il 24 marzo
alle 15 in Largo Goldoni : un pomeriggio
di controinformazione, mostre, interventi al microfono, ed altre
iniziative .
Per opporci alla Nato, ai suoi sistemi d?arma, alle sue bombe
?umanitarie?
Per affermare una politica di pace contro il riarmo nucleare e lo scudo
spaziale,
contro la politica filoatlantica europea ed il nuovo esercito europeo
suddito Nato,
per abolire la disumana politica degli embarghi e la complicità del
governo italiano alla politica di guerra.
Partito della Rifondazione Comunista di Roma, Dipartimento Esteri della
Federazione di Roma.
---
JUGOSLAVIJA: BEOGRAD
TWO YEARS ON:
THE TRUTH ABOUT NATO AGGRESSION
24 March 1999 24 March 2001
Belgrade (Yugoslavia)
The conference will concentrate scholarly and scientific investigation
of past and current events bearing on the
aggression, its consequences and resistance to it. Results will be
publicised. Discussions will be presented from the
viewpoints of history, politics, law, economics, and media, as for the
primary goal. Next is to promote increased
public awareness, responsibility and activism. Invitations to the
conference are extended to distinguished scholars,
journalists and peace activists from Yugoslavia and several other
countries.
You are invited to participate in the conference on 22 and 23 March 2001
and also to join in public events to be
held on 24 March. Your expenses for the three-day Belgrade conference
will be covered by the conference
organizer.
For more information: e-mail
office@...
Yours sincerely,
Zivadin Jovanovic,
Chairman of BELGRADE FORUM
---
Subject: Nie wieder "humanitäre Bomben"!
Date: Mon, 19 Mar 2001 18:19:39 +0100
From: "RKL" <rkl@...>
To: <rkl@...>
Aufruf anlässlich des 2. Jahrestages der NATO-Aggression gegen
Jugoslawien
************************************
* Protestkundgebungen in D und Ö *
* Wien, Stefansplatz, 24.3. 18 h *
* Hamburg, Zentrum, 24.3. abend *
* Erfurt, Zentrum, 21.3. 17 h *
* *
* int. Proteste *
* Cesena, Italien *
* Saloniki, Griechenland *
* Athen, Griechenland *
* Quebec, Kanada *
************************************
Überall auf der Welt werden Protestaktionen anlässlich des zweiten
Jahrestages der NATO-Aggression gegen Jugoslawien stattfinden. Der 24.
März
ist zu einem Datum von historischer Bedeutung geworden, nicht nur
aufgrund
der Tatsache, dass an diesem Tag der erste große imperialistische Krieg
in
Europa seit dem Zweiten Weltkrieg begonnen hat, sondern vor allem wegen
des
entschlossenen Widerstandes mit dem dieser Krieg konfrontiert wurde,
nicht
nur von Seiten Jugoslawiens sondern weltweit:
· Die sogenannten Luftschläge, welche die NATO nicht einmal wagte als
Krieg zu bezeichnen, demaskierten den wahren totalitären Charakter der
Neuen
Weltordnung. Jede Bewegung, jedes Volk und jede Nation, die sich der
Unterordnung unter die kapitalistische Globalisierung entgegenstellen
(die
nicht nur eine immer größer werdende Ausbeutung und Verarmung der
Mehrheit
der Weltbevölkerung bedeutet, sondern ebenso die Zerstörung der Umwelt,
die
elementarste Voraussetzung für menschliches Leben, und die Auslöschung
der
Volkskultur, wodurch die allgemeine Durchsetzung des Amerikanismus
begünstigt wird) werden mit militärischen Mitteln angegriffen. All die
schönen Worte, dass das Ende der Geschichte Demokratie, Menschenrechte
und
Wohlstand rund um den Globus bringen werde, wurden als offenkundige Lüge
enttarnt. Die Herrschaft der USA und ihrer europäischen Partner,
militärisch
vereinigt in der NATO, ist nichts anderes als eine globale Tyrannei der
Reichen gegen die Armen, die nur durch militärische Gewalt
aufrechterhalten
werden kann. Die sogenannte Internationale Gemeinschaft ist nichts
anderes
als eine Heilige Allianz der imperialistischen Länder, die ihren Willen
der
Welt aufzwingen und ihre eigenen internationalen Gesetze dabei
verletzen.
Aber die Opposition von Ländern wie Russland oder China zeigt die
Grenzen
ihrer Vollmacht und ist das Wappen des aufkommenden Widerstands der
unterdrückten Völker und ihrer Staaten gegen die unipolare Welt, die
unweigerlich dazu verdammt ist, unterzugehen das ist nur eine Frage
der
Zeit.
· Die imperialistische Aggression gegen Jugoslawien, die dazu diente die
Kontrolle über den Balkan zu gewinnen, wurde getarnt als ein
humanitärer,
demokratischer und antifaschistischer Krieg. Diese Tarnung wurde
hauptsächlich von den sogenannten Linken wie Fischer, Solana und Amato
aufrechterhalten, die, indem sie sich zu Sozialliberalen wandelten, zu
den
Hauptpfeilern der imperialistischen Herrschaft in Europa wurden. Jeder
Widerstand gegen die kapitalistische Globalisierung wird als totalitär
verleumdet, um ihre eigene totalitäre Herrschaft zu maskieren.
Humanitärer,
demokratischer und antifaschistischer Imperialismus ist zu der
Hauptgefahr
für die Menschheit geworden. Der Kampf gegen den Imperialismus bedeutet
auch
der sogenannten Linken, welche seine Hegemonie sichert, den Kampf
anzusagen.
· Andererseits hat der Krieg auch gezeigt, das Widerstand möglich ist,
selbst unter den Bedingungen einer einheitlichen imperialistischen Front
mit
mehrfach höherer ökonomischer und militärischer Macht. Das jugoslawische
Volk leistete über zehn Jahre hinweg Widerstand gegen die
imperialistischen
Sanktionen und letztendlich wurde die jugoslawische Armee nicht von der
NATO
besiegt auch wenn sie vom Kosovo abziehen musste.
Die Tatsache, dass es dem Imperialismus schließlich gelang, das Regime
von
Milosevic zu stürzen, welches den antiimperialistischen Widerstand
führte,
ändert nichts an dieser vorher erläuterten geschichtlichen Bedeutung.
Der
Imperialismus gewann nur eine Schlacht, nicht den ganzen Krieg. Der
Volkswiderstand brachte Resultate, die wir bald zu Gesicht bekommen
werden.
Obwohl der Westen ein pro-imperialistisches Regime installieren konnte,
werden die serbischen Volksmassen niemals die totale nationale
Unterwerfung
oder das bereits voll in Gang gekommene soziale Massaker akzeptieren.
Nichtsdestotrotz haben wir etwas aus diesem Rückschlag zu lernen:
· Eine bürokratische Clique (selbst wenn sie ernsthafte
antiimperialistische
Maßnahmen gesetzt hat), welche die politische Macht usurpiert und sich
selbst auf dem Rücken der Massen bereichert, wird früher oder später die
Zustimmung im Volk verlieren. Eine erfolgreiche nationale
antiimperialistische Verteidigung ist in letzter Instanz nur auf Basis
der
Volksmassen, die nach sozialer Gleichheit und Volksdemokratie streben,
möglich.
· Der Imperialismus, geeint unter der Führung der USA, kann nur durch
eine
internationale antiimperialistische Front besiegt werden, welche die
Einheit
des Feindes zerstört. Daher ist die internationale Dimension unseres
Kampfes
eine absolute Notwendigkeit.
Der Kampf gegen die NATO und gegen den Imperialismus geht weiter, nicht
nur
in Jugoslawien, sondern überall auf der Welt im Irak, in Palästina, in
Kolumbien und vielen anderen Orten. Wir rufen alle antiimperialistische
Kräfte in der ganzen Welt und besonders in Europa auf, sich in einer
antiimperialistischen Front zu vereinen. Die Antiimperialistische
Koordination wird dafür als Instrument dienen.
Nieder mit der NATO!
Für eine internationale antiimperialistische Front!
Permanentes Büro der ILS
Wien, 16. März 2001
***************************************
International Leninist Current (ILC)
Corriente Leninista Internacional (CLI)
PF 23, A-1040 Wien, Austria
Tel & Fax +43 1 504 00 10
ilc@...
http://www.leninist-current.org
http://www.antiimperialista.com
---
LONDON
COMMEMORATION OF 2ND ANNIVERSARY OF NATO BOMBING YUGOSLAVIA
Tue 20 March
After NATO bombing
Yusoglavia - two years on
with Alice Mahon MP Tony Benn MP
and Michael Gavrilovic, British Serbian Alliance for Peace
7pm to 9pm in Committee Room 14, House of Commons, London SW1
Sat 24 March
Protest at Downing Street
from 6pm onwards
organised by British Serbian Alliance for Peace
ENDS
---
CANADA
The Ottawa Serbian Heritage Society
3662 Albion Rd. South, Gloucester, Ontario, K1T 1A3,
serbian.heritage@..., Tel. 613/ 852-1971
TWO YEARS LATER
You are invited to attend a
MEMORIAL
For innocent civilian victims perpetrated
by indiscriminate NATO bombing of Yugoslavia
Saturday, March 24, at 11:00 a.m.
St Stefan Serbian Orthodox Church
3662 Albion Rd. South
Gloucester
Deadly Chronology
March 24 - NATO begins 78 days of air strikes against Yugoslavia
April 5 - An attack on a residential area in the mining town of
Aleksninac kills 17 people.
April 12 - NATO missiles striking a railroad bridge near the Serbian
town of Grdelica inadvertently hit a passenger train, killing 17.
April 14 - The attack on a convoy of Albanian refugees on 14 April.
NATO planes bombed two groups of refugees in the Djakovica region of
south-western Kosovo, killing 75 people.
April 22 - NATO razed Serbian State TV (RTS) building in Belgrade
downtown, killing ten journalists and technicians. More than thirty were
injured.
April 27 - A missile strike in the Serbian town of Surdulica kills at
least 20 civilians.
May 1 - A missile hits a bus crossing a bridge north of Pristina,
killing 47
May 7 - A cluster bomb attack damages a marketplace and the grounds of a
hospital in Nis, killing at least 15.
May 8 - NATO Fighter pilots "using outdated maps" attack the Chinese
Embassy in Belgrade, firing three missiles, killing three journalists
and injuring 20 other people.
May 21 - NATO bombs a Kosovo jail, killing at least 19 people and
injuring scores.
May 30 - NATO missiles slam into a bridge crossing the Velika Morava
River near Krusevac. At least 11 were killed and 40 injured when three
missiles hit the bridge, which was crowded with vehicles and
pedestrians.
May 30 - NATO missiles smashed into a hospital and a retirement home in
Surdulica, killing more than 25 people.
May 31 - An apartment building in southern Serbian town of Novi Pazar
was hit, killing at least 10 civilians and wounding more than 20 others.
The most frequent bombed towns were town of Pancevo and Novi Sad, where
oil refineries and bridges over the Danube were destroyed; countless
injured and many killed people.
June 9 - Yugoslav and NATO generals sign an agreement on the withdrawal
of Serbs troops from Kosovo and the complete disarming of the KLA,
following a long session of intense talks near the Yugoslav-Macedonian
border.
June 10 - Yugoslavia begins the process of withdrawing its security
forces from Kosovo. NATO announces that it has suspended the bombing
campaign, and the UN Security Council formally ratifies the negotiated
peace proposal.
June 12 - KFOR troops enter Kosovo.
Two Years After
NATO handed Kosovo on a platter to Thaci's dope-peddling murderers in
June 1999, having acted as their air force for the preceding 78 days.
The "international community" was subsequently content to give the KLA
a free hand, with all that this entailed: killings, expulsion and
robbery of the remaining Serbs, general lawlessness, drug trafficking,
organised prostitution, and the farce of "demilitarisation." More than
200.000 Serbs and non-Albanians were ethnically cleansed from Kososvo
and their property destroyed; and more than 135 Serbian , medieval
churches and monasteries were destroyed. Since NATO / Albanians took
over control in Kosovo more than 1,000 people were killed.
-
La Communaut? Serbe du Qu?bec (CSQ) organise une c?l?bration
comm?morative pour souligner le deuxi?me anniversaire du bombardement
destructif et meurtrier de la Yougoslavie par les forces de lOTAN qui a
caus? :
-La mort de plus de 2000 victimes innocentes,
-Une destruction totale de linfrastructure industrielle du pays et,
-Une pollution environnementale sans pr?c?dent.
Ce g?chis irresponsable a compl?tement ?cras? le tissu social de la
population yougoslave, rendant cette soci?t? quasi inop?rante.
Pour marquer cet ?v?nement, une c?r?monie religieuse aura lieu
24.III.2001 ? midi ? l?glise Orthodoxe Serbe "Ste-Trinit?", situ?e au
349 avenue Melville ? Westmount (coin Sherbrooke) en m?moire de toutes
les victimes de guerre. La c?r?monie sera pr?sid?e par le R?v?rend
Zivorad Subotic, ainsi que plusieurs clerg?s des ?glises Chr?tiennes
Orthodoxes du Qu?bec.
Apr?s cette messe, une r?union pacifique sensuivra dans la salle
communautaire o? les discours comm?moratifs seront prononc?s par des
orateurs ?minents du Qu?bec, et ensuite un repas fun?bre (la meilleure
nourriture faite maison) sera offert ? tous les participants dans la
plus pure tradition orthodoxe chr?tienne.
Nous, Communaut? Serbe du Qu?bec, comptons sur votre pr?sence et celle
de toute la population qu?becoise ? cette d?monstration humanitaire pour
t?moigner de votre d?saccord avec lagression dun pays souverain par
une force quelconque car aucun agresseur ne peut se donner le privil?ge
irresponsable de tuer et de nommer ses victimes innocentes (enfants,
femmes et vieillards) comme "pertes collat?rales".
Par votre participation, vous dites ?galement haut et fort que vous
nacceptez pas quon laisse vivre toute une nation dans des ruines et
des conditions ?cologiques g?nocidaires et sous un embargo qui a
r?trograd? la nation Yougoslave ? l?poque pr?-industrielle,
appauvrissant et affamant toute une population civile comptant plus de
14 millions de victimes.
Nous vous remercions cordialement davance de votre solidarit? et
participation ? cet ?v?nement important de mise ? l?preuve de la
conscience humaine.
Note: La pr?-inscription des journalistes est souhaitable
Centre Communautaire Serbe - 349 avenue Melville, Westmount, H3Z
2J7 T?l.: (514) 932-8529
*******************************************************
The Serb Community of Quebec (SCQ) organizes a memorial celebration for
the second anniversary of the destructive and murderous bombardment of
Yugoslavia by NATO forces which have caused:
-Death of more than 2000 innocent people,
-A total destruction of the countrys industrial infrastructure and,
-An ecological pollution whose intensity is yet unknown.
This irresponsible strike has dismantled completely the social structure
of the Yugoslav population, rendering this society nearly inoperative.
To commemorate this day, a religious ceremony will take place 24.III
2001 at noon at the Serbian Orthodoxe Church "Holy-Trinity", located at
349 Melville avenue in Westmount (corner of Sherbrooke) in memory of all
war victims. The ceremony will be chaired by V. Reverend Zivorad
Subotic, as well as several clergies of the Quebec Christian Orthodoxe
Churches.
Following the ceremony, a gathering for peace will follow in the CSQ
hall, where memorial speeches will be given by eminent speakers of
Quebec, after which a funerary meal (the best home made food) will be
offered to all participants in the finest Christian Orthodoxe tradition.
We, the Serb Community of Quebec, count on your presence, as well as the
one of the entire Quebec population to this humanitarian demonstration
to manifest your total disagreement with the aggression of a sovereign
country by any forces, because no one is allowed to kill and designate
innocent victims (children, women, elders) as "collateral losses".
By your participation, you will also say loudly and clearly that you do
not agree to allow an entire nation to live in ruins, genocidal
ecological conditions and under an embargo which retrogressed the
Yougoslav nation to the preindustrial time, impoverishing and starving a
civil population accounting more than 14 million victims.
We thank you cordially in advance for your solidarity and involvement in
this important event of challenging human conscience.
Note: Pre-registration of journalists is preferable
Serbian Community Center - 349 Melville avenue, Westmount, H3Z 2J7
Tel. : (514) 932-8529
---
DEUTSCHLAND
> Von: "Dr. Peter Strutynski" <strutype@...-kassel.de>
> Datum: 2001/03/14 Wed PM 03:38:42 CET
> Betreff: Erklärung zum 2. Jahrestag
>
> Liebe Friedensfreundinnen und -freunde,
> anbei erhaltet ihr eine Erklärung des Bundesausschusses
> Friedensratschlag zum 2. Jahrestag des NATO-Kriegs gegen
> Jugoslawien.
> Der Text folgt im Wortlaut weiter unten, für diejenigen, die auch
> doc-Dateien entgegennehmen, ist die Erklärung auch noch als
> attachment
> angefügt.
>
> Der Appell "Kriege verhindern - Einsatzkräfte auflösen" wird
> bereits von
> 90 Organisationen (v.a. Friedensinitiativen) als Erstunterzeichner
> getragen. Er ist im Internet unter www.friedensratschlag.de zu
> besichtigen. Unterschriftenlisten können angefordert werden bei
> mailto:Frieden-und-Zukunft@...
>
> Hinweis:
> Rechtzeitig zum 2. Jahrestag des NATO-Kriegs erscheint eine weitere
> Ausgabe der "Zeitung gegen den Krieg".
> Ab dem 20. März geht die Zeitung in den Vertrieb, sodass sie am
> Jahrestag und zu den Ostermärschen einsetzbar ist.
> Die Zeitung wird herausgegeben von: Informationsstelle
> Militarisierung
> (IMI) e.V., Bundestagsbüro Winfried Wolf (PDS), VVN-BdA.
> Die 16 seitige "Zeitung gegen den Krieg" kann bestellt werden beim
> Bundestagsbüro Winfried Wolf, MdB, Platz der Republik, 11011
> Berlin, Tel.: 030-227-71791,Fax: 030-227-76068,
> mailto:winfried.wolf@...
> (Preis: 0,15 DM pro Exemplar, ab 500 pro Ex.: 0,10 DM)
>
> Mit besten Grüßen
> Peter Strutynski
>
> Das Debakel könnte nicht größer sein
>
> Erklärung des Bundesausschusses Friedensratschlag zum 2. Jahrestag
> des
> Beginns des NATO-Kriegs gegen Jugoslawien
>
> Um den 24. März 2001 herum finden im ganzen Land - aber auch
> international - zahlreiche Veranstaltungen, Mahnwachen und
> Kundgebungen
> statt, mit denen an den Krieg gegen Jugoslawien im Frühjahr 1999
> erinnert wird.
>
> Auch zwei Jahre nach dem NATO-Luftkrieg gegen Jugoslawien ist die
> Friedensbewegung nicht bereit einfach "zur Tagesordnung
> überzugehen",
> sie ist auch nicht bereit ihren "Frieden" mit den Verantwortlichen
> des
> Krieges zu schließen. Dieser Krieg stellte eine Zäsur in der
> Außenpolitik der Bundesrepublik Deutschland dar. Zum ersten Mal
> beteiligte sich die Bundeswehr an einem Krieg, den die NATO ohne
> jegliches Mandat der Vereinten Nationen gegen einen souveränen
> Staat
> führte. Entsprechend engagiert ist seither über die
> völkerrechtliche,
> politische und moralische Bewertung des Kriegs diskutiert worden.
>
> Selbsttäuschung, Lügen und andere Rechtfertigungen
>
> Ein Ergebnis dieser Diskussionen kann heute dahingehend
> zusammengefasst
> werden: Nahezu alle von der Bundesregierung seinerzeit angeführten
> Gründe für die Bombardierung Jugoslawiens haben sich als
> Selbsttäuschung, als vorgeschobene Rechtfertigungsversuche oder als
> offenkundige Lügen herausgestellt.
>
> Beispiel 1: Die "humanitäre Katastrophe", die mit dem militärischen
> Eingreifen "verhindert" werden sollte, hat es so nicht gegeben bzw.
> ist
> erst mit dem Krieg eingetreten. Die US-Diplomatin Norma Brown, die
> sich
> damals im Kosovo aufgehalten hatte, erklärte gegenüber dem WDR:
> "Jeder
> wusste, dass es erst zu einer humanitären Krise kommen würde, wenn
> die
> NATO bombardiert." Alle Lageberichte der Bundesregierung bis zum
> unmittelbaren Kriegsbeginn und alle Berichte unabhängiger
> OSZE-Beobachter aus dem Kosovo 1998/99 sprechen übereinstimmend von
> einer "bürgerkriegsähnlichen" Situation, in der serbische
> Sicherheitskräfte und albanische Separatisten (UCK) verwickelt
> waren.
> Von großflächigen oder gar systematischen Vertreibungen oder
> Massenmorden konnte keine Rede sein.
>
> Beispiel 2: Auch den "Hufeisenplan" hat es nicht gegeben.
> Verteidigungsminister Scharping präsentierte im April 1999 den
> Medien
> einen solchen angeblich von der serbischen Führung ausgearbeiteten
> operativen Plan zur systematischen Vernichtung und Vertreibung der
> albanischen Bevölkerung aus dem Kosovo. Bis heute konnte die
> Bundesregierung keinen Beweis für die Existenz solch eines Planes
> liefern. Experten vermuten indessen, dass der sog. Hufeisenplan von
> einem deutschen Geheimdienst oder im Außenministerium hergestellt
> wurde.
>
> Beispiel 3: Die "Massaker" von Rugovo und von Racak, in denen
> albanische
> Zivilisten von Serben brutal ermordet worden sein sollen, hat es
> ebenfalls so nicht gegeben. OSZE-Mitarbeiter und unabhängige
> Gerichtsmediziner, die diese Vorfälle (im Januar bzw. Februar 1999)
> untersucht haben, kamen zum Ergebnis, dass es sich im ersten Fall
> (Rugovo) keineswegs um ein Massaker gehandelt hat, vielmehr seien
> die 24
> toten Albaner (keine Zivilisten, sondern UCK-Kämpfer) bei einem
> Gefecht
> getötet und anschließend an einen Ort zusammen getragen worden. Im
> zweiten Fall (Racak) - hier waren über 40 tote Albaner zu beklagen
> -
> konnten die Gerichtsmediziner keine Anzeichen auf eine Erschießung
> feststellen. Wahrscheinlich sind die Toten ebenfalls Opfer eines
> Gefechts geworden und erst nachträglich an einem Ort nebeneinander
> gelegt worden.
>
> Eine Aufarbeitung des Krieges fand nicht statt
>
> Vieles von dem, was zum Teil erst Monate nach dem Krieg von
> Wissenschaftlern, Journalisten, OSZE-Mitarbeitern und anderen
> Augenzeugen recherchiert und der Öffentlichkeit präsentiert wurde,
> musste den verantwortlichen Politikern schon damals bekannt gewesen
> sein. Nichtsdestoweniger beteiligten sie sich an der
> NATO-Propaganda vom
> zwar illegalen (weil völkerrechtswidrigen), aber "legitimen" Krieg,
> der
> um der Menschenrechte Willen geführt worden sei. Was die Sache bis
> heute
> aber fast noch schlimmer macht, ist die Tatsache, dass auch nach
> den
> diversen Enthüllungen unabhängiger Medien (z.B. Panorama im Mai
> 2000,
> WDR-ARD im Februar 2001) kein Politiker der Regierungskoalition
> bereit
> ist, den Krieg neu zu bewerten oder gar zuzugeben einen Fehler
> gemacht
> zu haben. Es scheint nach wie vor bequemer einer Lebenslüge
> aufzusitzen,
> als der Wahrheit ins Auge zu schauen.
>
> Ein weiterer Aspekt des NATO-Kriegs gegen Jugoslawien bleibt
> unaufgearbeitet: Die NATO-Kriegsführung selbst verstieß gegen
> elementare
> Regeln des Völkerrechts, nämlich gegen zahlreiche Bestimmungen der
> Genfer Konvention. Die meisten Opfer des Krieges waren
> Zivilpersonen.
> Mit dem verharmlosenden Begriff der "Kollateralschäden" kann dies
> nicht
> abgetan werden. Neben Menschen wurden viele zivile Objekte und
> Infrastruktureinrichtungen wie Brücken, Industriebetriebe,
> Krankenhäuser, Kraftwerke, Rundfunk- und Fernsehsender zerstört.
> Auch
> der Einsatz uranhaltiger Munition verursacht bleibende Schäden bei
> Mensch und Natur und stellt einen Skandal dar, bevor ruchbar
> geworden
> ist, dass vielleicht auch eigene Soldaten dadurch in Gefahr geraten
> sein
> könnten.
>
> Warum?
>
> Wenn es sich bei den offiziellen Regierungsverlautbarungen zur
> Rechtfertigung des Krieges um reine Zweckpropaganda gehandelt hat,
> dann
> stellt sich die Frage nach dem Warum. Wayne Merry, politische
> Beraterin
> der US-Regierung, sieht die Sache heute ziemlich nüchtern: "Man
> wollte
> zeigen, dass die NATO überhaupt noch einen Zweck hat." In der Tat:
> Nach
> dem Ende der Ost-West-Blockkonfrontation und der Auflösung des
> Warschauer Pakts hatte die NATO, die ja als Verteidigungsbündnis
> gegen
> den "drohenden Kommunismus" gedacht war, keine Existenzberechtigung
> mehr. Also musste, wenn man am Militär selbst interessiert war,
> eine
> neue Bedrohungslüge bzw. eine neue Sinngebung der NATO her. 50
> Jahre
> nach Gründung der NATO gab sie sich auf ihrem Gipfel im April 1999
> eine
> neue Strategie. Deren Ziel ist letztendlich die weltweite
> Durchsetzung
> ökonomischer und geostrategischer Interessen der reichen
> Industrienationen (soweit sie der NATO angehören). In einschlägigen
> Papieren der NATO wird das mit "Aufrechterhaltung des freien
> Welthandels" oder mit dem "ungehinderten Zugang zu Märkten und
> Rohstoffen in aller Welt" ziemlich genau beschrieben. Auch die
> Bundeswehr wird auf diese Strategie vorbereitet und in eine
> weltweit
> einsetzbare Interventionsarmee umgewandelt: In den kommenden 15
> Jahren
> sollen für rund 200 Mrd. DM neue Waffen und Ausrüstungen beschafft
> werden. Die Stärke der für Interventionen ("so genannte
> "Kriseneinsätze") zur Verfügung stehenden Truppen soll auf 150.000
> Soldatinnen und Soldaten ausgelegt werden.
>
> Eine friedliche Entwicklung der Welt ist damit nicht zu erreichen.
> Rüstung provoziert (Gegen-)Rüstung, der Aufbau von
> Interventionstruppen
> der NATO oder der Europäischen Union provoziert entsprechende
> Reaktionen
> der "Ausgeschlossenen". Der geplante Aufbau eines
> US-Raketenabwehrsystems (Kostenpunkt rund 60 Mrd. US-Dollar)
> provoziert
> entsprechende Aufrüstungsaktivitäten Russlands und Chinas, aber
> auch der
> so genannten "Schurken"-Staaten, die sich im Visier der
> US-Militärdoktrin befinden. Wenn die Welt heute vor einer neuen
> Aufrüstungsspirale steht, dann ist die Politik der USA und der NATO
> daran Schuld.
>
> Aber auch auf dem Balkan hat der siegreiche NATO-Krieg keines der
> vielen
> Probleme lösen können, wie sich nicht zuletzt durch die anhaltenden
> Kämpfe in Südserbien und mittlerweile in Mazedonien zeigt. Die NATO
> gleicht dem Zauberlehrling, der die UCK-Geister seinerzeit gerufen
> hat,
> um das Kosovo von Milosevic-Jugoslawien abzutrennen. Sie sind ihm
> aber
> heute über den Kopf gewachsen und präsentieren ihre Rechnung:
> Abtrennung
> südserbischer Gebiete von Kustonica-Jugoslawien, Abtrennung eines
> Drittels des Territoriums von Mazedonien und Schaffung eines
> großalbanischen Staates. Der Balkan steht - auch ohne Milosevic! -
> vor
> einem neuen Krieg.
> Angesichts des Debakels einer verfehlten Kriegs- und Militärpolitik
> auf
> dem Balkan fordern wir zum zweiten Jahrestag des Beginns des
> NATO-Kriegs
> eine außen- und sicherheitspolitische Umkehr. Nötig sind:
> - eine vorausschauende Politik, die dem Gedanken der zivilen
> Konfliktprävention verpflichtet ist,
> - die strikte Beachtung des Friedensgebots der UN-Charta,
> - der Verzicht auf jegliche Militäreinsätze und damit auch
> - der Verzicht auf die Umwandlung der Bundeswehr in eine vorwiegend
> auf
> Auslandseinsätze getrimmte Interventionsarmee.
>
> Für den Bundesausschuss Friedensratschlag:
> Dr. Peter Strutynski (Sprecher), Kassel, den 14. März 2001
>
> http://www.friedensratschlag.de
> Bundesausschuss Friedensratschlag, c/o DGB Kassel, Spohrstr. 6,
> 34117
> Kassel
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
> http://www.tuttinlotta.org
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
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Comitato per il monumento ai caduti nella Guerra di Liberazione di
Servola, S. Anna e Kolonkovec
SLAVA PADLIM * GLORIA AI CADUTI
SOTTOSCRIZIONE POPOLARE * LJUDSKA NABIRALNA AKCIJA
Skedenj/Servola (TS) 15/1/2001
Spostovani,
Po dolgih prizadevanjih je odboru koncno uspelo, da dobi vsa potrebna
dovoljenja za dokoncno postavitev spomenika padlim v NOB iz Skednja, Sv.
Ane i Kolonkovca.
Kljub stevilnim prispevkom, ki so jih prebivalci omenjenih okrajev in
trzaske pokrajine namenjali vsa ta leta, ne krije zbrana vsota stroskov
za
postavitev spomenika in brosuro, ki jo namerava odbor izdati za to
priloznost.
Zato se je odbor odlocil, da se ponovno obrne na zasebnike, podjetja,
ustanove in zdruzenja, da priskocijo na pomoc s svojimi prispevki. Tako
bi
lahko dokoncali gradnjo spomenika, ki naj bo izraz hvaleznosti nasim
padlim.
Prepricani smo, da se boste odzvali nasemu vabilu, ker vemo da bo to,
vsaj za sedaj, edini spomenik padlim v NOB v nasem mestu. Vsaka, tudi
najmanjsa, vsota bo dobrodosla.
V pricakovanju na vas odgovor, prejmite nase prisrcne pozdrave.
Odbor
Alla Vostra cortese attenzione
Dopo lunghi anni di sforzi, il nostro comitato ha ottenuto le
autorizzazioni necessarie per la costruzione di un monumento ai Caduti
nella Guerra di Liberazione di Servola, S. Anna e Coloncovez.
Purtroppo pero', nonostante la generosita' dimostrata in questi lunghi
anni dai cittadini dei rioni interessati, di altre parti della citta' e
della provincia, i fondi finora raccolti sono ancora insufficienti per
la
costruzione del monumento e la realizzazione di una pubblicazione
commemorativa.
Per tale motivo e fidando nella sensibilita' di cittadini, enti e
istituzioni, viene promossa una nuova raccolta di fondi che permetta il
completamento di un'opera che tributi il giusto riconoscimento a quei
Caduti lungamente dimenticati.
Contando sulla Vostra sensibilita', e ricordando il valore morale di
tale
iniziativa, Ci rivolgiamo a Voi, chiedendo di voler sostenere tale
raccolta.
Nell'attesa di un Vostro riscontro, inviamo i nostri piu' cordiali
saluti.
Il Comitato
c/o KD "Ivan Grbec", ulica/via di Servola 124 - 34146 Skedenj/Servola
(Trst/Trieste)
Zadruzna Kraska Banka, st. 80306
Banca di Credito Cooperativo del Carso, conto numero 80306
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
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Da: Massimo Zucchetti
A: Lista "Scienzaepace" <scienzaepace@...>
LA SEZIONE ITALIANA DEL TRIBUNALE CLARK ha indetto per domani
Mercoledi' 21 ore 12.00 a piazza SS. Apostoli 49, scala C, int.5
presso LIDU - Lega Internazionale per i Diritti dell'Uomo (tel.
06/6780504) una conferenza stampa
per presentare un primo rapporto redatto dalla commissione degli
scienziati che lavora con il Coordinamento per l'Abolizione delle
Armi all'Uranio e con il Tribunale Clark e per una prima risposta alle
sentenze assolutorie dell'uranio presentate lunedi' 19 dal prof.
Mandelli.
1) Segnalo articolo dell'Unione Sarda di domenica
http://www.unionesarda.it/news.asp?IDNews739&IDCategoria2
2) Intervista abortita del vostro affezionato al Tg5 di stasera alle
20:00.
E' stata cancellata quando gia' la troupe era in viaggio per registrare
il
mio minuto.
Potenza delle veline governative. Il giornalista che mi aveva
contattato
umiliato come pochi, pora stella.
3) Fra gli articoli di oggi, decente quello su Liberazione, un po'
cosi'
quello sul Manifesto, penosi gli altri.
(...)
Torino 20.3.2001
Con riferimento ai lavori della Commissione scientifica sull�uranio
impoverito nominata dal Ministro della Difesa, presieduta dal prof.
Mandelli (�Commissione�), il sottoscritto ha esaminato la Relazione
Preliminare emessa dalla Commissione in data 19.3.2001.
1) Nell�esprimere apprezzamento per il lavoro effettuato dai membri
della Commissione e per i dati messi a disposizione, si esprime stupore
tuttavia sul fatto che i risultati di questo lavoro siano stati intesi
come �Assoluzione dell�Uranio impoverito�, facendo ampio torto al reale
contenuto del rapporto stesso e alle dichiarazioni dello stesso
prof.Mandelli.
2) Inoltre, sullo specifico del metodo utilizzato nel rapporto e sui
suoi risultati preliminari, verrano espresse alcune osservazioni
critiche, atte pi� che altro, se prese in considerazione, a migliorarne
i contenuti.
1) La relazione preliminare NON � (e non poteva essere) una assoluzione
dell�uranio impoverito.
Il sottoscritto in particolare, a questo riguardo, concorda pienamente
con il prof. Mandelli ed i membri della Commissione sui seguenti punti:
- Si tratta di una relazione preliminare su un aspetto specifico
dell�intera questione, ovvero la maggior incidenza di tumori rispetto
al normale nei militari italiani in missione nei Balcani.
- La quantit� di dati a disposizione era troppo esigua per poter
permettere sia di negare sia di affermare con certezza il legame fra
uranio impoverito e certe neoplasie.
- Sar� necessario un accurato monitoraggio nel tempo, sia per quanto
riguarda l�acquisizione di eventuali nuovi casi, sia per controlli da
effettuare su altre popolazioni a rischio, sia per seguire nel tempo la
coorte dei soggetti militari esposti. E� necessario in particolare
aggiornare il numero di casi di neoplasie mediante l�acquisizione della
documentazione necessaria alla conferma diagnostica delle segnalazioni
che arriveranno alla Commissione nei prossimi mesi.
- Il ruolo di altre cause oltre all�uranio impoverito non ha potuto
essere preso in considerazione.
- Le considerazioni effettuate sul ruolo dell�uranio impoverito sono
preliminari e derivano dalla letteratura e dalle campagne recenti
dell�Unep.
- L�incidenza di alcune forme tumorali (linfoma di Hodgkin, ma anche
altre) � superiore all�atteso, anche se, viste le precedenti premesse,
erano di statistica dubbia e l�attribuzione all�uranio impoverito non �
stata possibile. Vi sono tuttavia lavori in letteratura che indicano
una possibile correlazione fra linfoma di Hodgkin e esposizione interna
da Uranio impoverito.
Se questa � una sentenza assolutoria, allora il sottoscritto qui, alla
pari dei membri della Commissione nel Rapporto, si � probabilmente
espresso in una lingua diversa dall�italiano corrente!
2) Sui seguenti punti della relazione si esprimono invece alcune
perplessit� e osservazioni. In particolare:
A) La statistica sulla normalit� o meno rispetto all�atteso del numero
di casi di malattia riscontrati dipende ovviamente da due parametri,
cio�:
a) Il numero di casi di tumore preso in considerazione.
b) La popolazione globale presa come campione statistico. Se infatti 10
casi di tumore, ad esempio, sono �sotto il normale� su una popolazione
di 1 milione di persone, sono �sopra il normale� su una popolazione di
1000 persone.
Sulla determinazione di queste grandezze il rapporto solleva dei dubbi.
Infatti:
a) L�esame dei casi di malattie e morti attribuibili all�uranio
impoverito deve prendere in esame, vista l�esiguit� del fenomeno, la
maggior base possibile di casi significativi, per migliorare la
affidabilit� dell�indagine. Allora, i molti ulteriori casi segnalati
dalle associazioni di militari colpiti (quali la AnaVafaf e altre) non
possono non essere presi in considerazione, e probabilmente, visti i
piccoli numeri, potrebbero modificare alcune delle conclusioni ora
tratte nel Rapporto.
b) La popolazione considerata �esposta� ai fini della statistica sulla
normalit� dell�insorgenza dei tumori � di ben 57164 soggetti,
includendo fra i potenzialmente esposti anche soggetti che sono stati
nei Balcani per una sola volta e per tempi brevissimi (anche fino ad un
sol giorno, in teoria!), oppure in date talmente posteriori ai
bombardamenti e/o in luoghi cos� lontani da esso da poterne escludere
con ogni probabilit� l�esposizione da uranio. La statistica stessa sui
colpiti da linfoma di Hodgkin, ad esempio, indica in 173 giorni la
durata media della permanenza, con un minimo di 64 giorni per un solo
caso.
In sostanza, se si includono nella statistica persone che all�uranio
non sono state esposte mai, da un lato, e si escludono invece casi di
patologie che potrebbero aumentare la statistica, dall�altro, risulta
ovvio come si possa giungere alle conclusioni sulla �normalit� rispetto
alle attese� dell�incidenza di tumori.
B) Per quanto riguarda lo screening dei militari esposti per accertare
l�esposizione ad uranio impoverito (ovvero gli esami da effettuare su
potenziali contaminati, ma senza patologie) � ben noto [si veda come
solo esempio la ref. 1] che esami ematologici e delle urine �standard�
non possono, a distanza di qualche anno, rilevare alcunch�, tranne il
caso di militari con proiettili ritenuti, che non si applica qui. La
tipologia di esami da effettuare risulta pi� complessa in questo caso.
E� anche improbabile, che, a distanza di anni, il meccanismo di
esposizione alla risospensione di polveri da parte di militari �alla
prima esperienza� sia in grado, a distanza di anni dai bombardamenti,
di provocare in costoro una esposizione significativamente rilevabile.
Si fa notare in ultimo che l�analisi �Whole Body Counter� � poi
inefficace alla rilevazione di contaminazioni da alfa emettitori quali
l�uranio.
C) Si concorda con la Commissione che la via di esposizione pi�
rilevante per l�uranio impoverito � l�inalazione e che, dai polmoni,
una frazione non trascurabile dell�attivit� in questi depositata si
concentri nei linfonodi del mediastino. Questo tuttavia, al di l� delle
comprensibili cautele e premesse della Commissione gi� esaminate,
appare un segnale significativo di correlazione fra l�eccesso di casi
di linfomi di Hodgkin e l�esposizione a uranio impoverito. Si concorda
per� su come occorra meglio chiarire il ruolo della contaminazione
interna da uranio nella eziologia dei linfomi, campo di ricerca sul
quale non vi sono sufficienti dati.
D) Fra le statistiche del UNSCEAR citate nel Rapporto riguardo il
linfoma di Hodgkin, risultano purtroppo di scarsa utlit� quelle legate
a esposizione a Iodio-131 e al gas Radon, mentre � interessante la
statistica del 1994 che riporta, fra i lavoratori addetti alla
lavorazione del minerale uranifero (quindi professionalmente esposti a
inalazione di polveri di uranio) casi in eccesso di linfoma di Hodgkin,
pur in presenza di normale incidenza di tumori a polmoni e ossa.
E) La citazione dei rassicuranti risultati del rapporto UNEP [2]: �non
� stata registrata una contaminazione significativa delle aree
sottoposte a mitragliamento con dardi all�uranio impoverito� non
rassicura affatto, purtroppo, a causa di forti dubbi riguardo la
liceit� di tali conclusioni. Infatti:
- Le misurazioni sono state fatte a distanza di anni dai bombardamenti.
Il sottoscritto ha gi� ampiamente spiegato in altre sedi [3] come sia
improbabile, a distanza di anni, rilevare l�inquinamento da DU con le
usuali misure di contaminazione ambientale. Occorre ricorrere a
bioindicatori/bioaccumulatori, nei quali si pu� ancora rilevare il DU
anche dopo parecchio tempo dai bombardamenti.
- Il rapporto afferma infatti di non aver trovato concentrazioni
ambientali rilevanti di DU e questo appunto non stupisce. Tuttavia,
contraddice le sue stesse conclusioni (il DU in seguito ad un
bombardamento non si sparge nell�atmosfera se non entro un piccolo
raggio dall�esplosione, ergo l�esposizione della popolazione nel suo
insieme risulta trascurabile), leggendo quanto scritto nell�Appendice
VI del Rapporto stesso.
- In essa vengono riportati i dati sui rilevamenti di DU in certi
bioindicatori (licheni e muschi). Si legge che in tutti i casi in cui
si � ricorso a questa misura si � trovato rilevante traccia di DU,
segno che esso si era polverizzato e sparso nell�atmosfera. Questo,
anche in concomitanza con rilevazioni nulle di contaminazione del
suolo. Si raccomanda nel Rapporto l�uso di questi bioindicatori in
future rilevazioni.
- Questa appare perci� una implicita affermazione di non aver
utilizzato le tecniche pi� adeguate per la rilevazione del DU.
Risultano perci� opinabili ed inficiate tutte le affermazioni del
rapporto Unep sulla pericolosit� del DU.
- Inoltre, solo in 11 siti sugli oltre 100 indicati sono state
effettuate misurazioni. Date le caratteristiche �a spot�
dell�inquinamento da DU, questo compromette la completezza ed
esaustivit� dell�indagine.
F) Si concorda con la Commissione che i coefficienti di rischio
attualmente raccomandati dall�ICRP (derivati da alte esposizioni
croniche esterne principalmente a nuclidi beta e gamma emettitori
statistiche su Hiroshima, Nagasaki e pazienti alto-irraggiati per
errate cure con raggi X negli anni quaranta) siano di difficile
applicazione al caso in esame (esposizioni interne croniche ad alfa
emettitori). Questo, tra l�altro, costituisce un ulteriore elemento di
critica a molte delle rassicuranti stime recentemente pubblicate [4].
In conclusione, il sottoscritto, al contrario di considerarlo una
sentenza assolutoria, considera il Rapporto della Commissione come un
pregevole primo risultato di una analisi che andr� ovviamente
completata. Segnala in particolare la necessit� di migliorare e
rivedere la statistica (come riportato nel punto A di questo Documento)
e di proseguire nell�interessante analisi della correlazione fra alcune
forme tumorali (linfoma di Hodgkin) e l�esposizione interna da Uranio
(punti C e D di questo Documento).
Rimanendo a disposizione per ogni eventuale chiarimento, porgo distinti
saluti,
(Prof.Ing. Massimo Zucchetti)
Professore di Ruolo di Impianti Nucleari
DENER - Politecnico di Torino
Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 Torino (Italy)
Tel./Fax +39.011.564.4464/4499. Email: zucchetti@...
[1] F.J.Hooper et al. "Elevated urine uranium excretion by soldiers
with retained uranium shrapnel", Health Phys. 77(5) (1999) 512-519.
[2] Unep, Depleted Uranium in Kosovo - Post-Conflict Environmental
Assessment, marzo 2001, reperibile al sito:
http://balkans.unep.ch/du/reports/report.html.
[3] M.Cristaldi, A.Di Fazio, C.Pona, A.Tarozzi, M.Zucchetti �Uranio
impoverito (DU). Il suo uso nei Balcani, le sue conseguenze sul
territorio e la popolazione�, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 11-31.
[4] Unione Europea, Opinion of the group of experts established
according to Article 31 of the EURATOM Treaty - Depleted Uranium,
reperibile al sito:
http://europa.eu.int/comm/environment/radprot/opinion.pdf.
---
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Emperor's New Clothes
March 17, 2001
Gentle Reign: Washington Makes It Perfectly
Clear in Kosovo
by Jared Israel
Gentleness is a virtue, my friends.
With this in mind, note how the U.S. military dealt
recently with some terrorists, or as the media calls
them, 'ethnic Albanian rebels', or 'guerillas'.
The terrorists were returning to Kosovo after being
rudely received by security forces in the country
called Former Macedonia. They were in a hurry to get
home.
"Jim Marshal, spokesman for the U.S.-led contingent of
the KFOR [i.e., NATO] multinational peacekeeping
force, said the men appeared to be dumping their
uniforms and weapons before heading towards Kosovo.
'"We saw a lot of men in black uniforms crossing into
Kosovo, entering buildings, changing out of their
uniforms, leaving their weapons and coming here...in
civilian clothes,' Marshal told reporters in the
Kosovo village of Debelde, where U.S. troops are
monitoring the trouble.
'''We have seen machine guns and some RPGs
(rocket-propelled grenades) and light weapons,' he
said.
'Anyone who crossed into Kosovo would be detained and
searched, he said. 'We will disarm them and detain
them and investigate each case individually. It is up
to KFOR to decide about further investigations,'
Marshal said.
"'We are talking with the civilians here in Debelde to
convince the armed men to hand over their weapons and
finish this thing."' (My emphasis, 'Reuters',
3-4-2001)
U.S. forces were following the terrorists closely
enough to watch as they shed their clothing and
entered a town which U.S. military spokesman Marshall
calls 'here'. That town was Debelde, coincidentally
the place where U.S. forces (including, apparently,
Mr. Marshall) were stationed.
"We saw [the terrorists] entering buildings, changing
out of their uniforms," said Mr. Marshall.
Isn't this remarkable? The U.S. military and the
terrorists shared the same home base; the U.S.
military knew exactly where the terrorists were at all
times; but the U.S. military did not prevent the
terrorists from attacking Macedonia. Nor did it swoop
down and arrest the terrorists as they were "dumping
their uniforms and weapons", did not stop them from
illegally entering Kosovo and did not immediately turn
them over to Macedonians security forces whom they had
attacked with rocket-propelled grenades, etc.
As you may recall, the BBC has reported:
"Western special forces were still training the
guerrillas [i.e., the terrorists attacking Serbia and
Former Macedonia] as a result of decisions taken
before the change of government in Yugoslavia "
('BBC', Monday, 29 January, 2001)
Could Mr. Marshall have been engaging in double talk?
Could this be a case of Washington simultaneously
sponsoring and lamenting 'Greater Albanian' terrorism?
Why did the terrorists return 'here', that is, to U.S.
headquarters?
Keep in mind that these so-called 'rebels' are none
other than the Kosovo Liberation Army, recycled. Ever
since the KLA was glued together by German and US
'intelligence' from a mishmash of drug traffickers,
children of World War II Nazis and diehard supporters
of the late Albanian leader, Enver Hoxha, said KLA has
never won a battle against people with actual guns,
e.g., the Yugoslav Army. The KLA's specialty is
drive-by shootings and cutting the throats of
civilians, preferably old people and children.
Now a group of KLA'ers had invaded Macedonia and
received an unexpectedly harsh reception; that is, the
local security forces shot back. So they turned tail
and fled to the U.S. base in Debelde to complain,
shedding weapons and clothing as they went.
Why to Debelde? Doesn't it make sense that Debelde was
a base for those "Western special forces [who] were
still training the guerrillas"?
But just as the U.S. military was able to observe the
terrorists' shedding their clothing as they raced back
from Former Macedonia, so could the Former Macedonian
security forces who had routed the terrorists.
Everyone concerned was aware: the terrorists were
fleeing to a U.S. base.
This must have been embarrassing for the U.S. military
command. In an effort to spin gold from misfortune,
military spokesman Marshall called a press conference.
The U.S. military would take action, he declared.
"Everyone who crossed into Macedonia would be detained
and searched."
At first this sounds good, but on reflection it is not
clear what Mr. Marshall's men could hope to find
since, according to him, the terrorists had thrown
away clothing and weapons as they rushed back to
Debelde. Were they going to search for tattoos? In a
flash of perhaps unintended humor, Mr. Marshall added
that:
"We will... investigate each case individually..."
'Individually' has a nicely American ring, but again,
what did Mr. Marshall expect to discover? That some of
the terrorists had perfectly good reasons for
attacking Macedonia with "machine guns and some RPGs
(rocket-propelled grenades) and light weapons" whereas
others were being quite naughty?
And what would the U.S. military do after it was done
searching and individually investigating? Mr. Marshall
left that question open. "It will be up to KFOR to
decide about further investigations,'' he said.
The U.S. military was not going to move hastily in
ambiguous matters of law.
Back in the Real World
There is nothing ambiguous about the law concerning
these terrorists. Even UN resolution 1244, which is
NATO's justification for being in Kosovo, affirms:
"...the commitment of all Member States to the
sovereignty and territorial integrity of the Federal
Republic of Yugoslavia and the other States of the
region, as set out in the Helsinki Final Act and annex
2..."
The terrorists are attacking Yugoslavia and Former
Macedonia, i.e., "the States of the region." The U.S.
military is required to seize them and turn them over
to the legal authorities in those countries. Period.
In a dispatch that almost surely referred to the
United States and Britain, the 'BBC' reported that :
"...certain Nato-led K-For forces were not preventing
the guerrillas taking mortars and other weapons into
the exclusion zone
"The guerrilla units had been able to hold exercises
there, including live-firing of weapons, despite the
fact that K-For patrols the zone." ('BBC', Jan 29,
2001)
UN Resolution 1244 has many faults. One fault is that
it was forced on Yugoslavia through the worst possible
violation of international law - the 78 day bombing of
Yugoslavia. Moreover, Resolution 1244 states that the
Yugoslav government has suppressed the rights of
ethnic Albanians, which is simply a lie invented to
justify NATO's crimes including sponsoring terrorism
and bombing a sovereign nation. (1)
However even Resolution 1244:
"15. Demands that the KLA and other armed Kosovo
Albanian groups end immediately all offensive actions
and comply with the requirements for demilitarization
as laid down by the head of the international security
presence in consultation with the Special
Representative of the Secretary-General;" [my
emphasis] (3)
Yet the KLA, trained by "Western special forces", has
been attacking southern Serbia for more than a year
and is now attacking Former Macedonia.
I submit that the United States and Britain are using
KLA terrorists as a wedge to help undermine the
sovereignty of Yugoslavia and Former Macedonia. This
is a direct violation of the Helsinki Final Act, a
cornerstone of international law, which commits its
signers, including the United States and Britain :
"To refrain from any use of armed forces inconsistent
with the purposes and principles of the Charter of the
United Nations and the provisions of the Declaration
on Principles Guiding Relations between Participating
States, against another participating State, in
particular from invasion of or attack on its
territory.
"To refrain from any manifestation of force for the
purpose of inducing another participating State to
renounce the full exercise of its sovereign rights."
[my emphasis] (2)
While it sponsors terrorist attacks on sovereign
nations, the United States government and its various
covert and overt conduits (of money) simultaneously
organize and fund "civil society" groups in targeted
nations around the world. The "civil society" groups
preach that targeted nations must learn to respect the
rule of law. (4)
In other words: WE can and will violate any law or
agreement any time we wish and we will accuse YOU whom
we wish to destroy of doing the violating and THAT is
the New World Order.
And that is how the game is played, my friends. People
of the world: take notice.
-- Jared Israel, 17 March 2001
Further Reading...
(1) 'Why Albanians Fled Kosovo During NATO Bombing'.
This interview presents an entirely different
explanation of why large numbers of Albanians left
Kosovo during the NATO bombing: not mainly because of
the bombing, and not because of Serb attacks.
The interview is with Mr. Chedomere Pralinchavich. He
was the chief archivist of Kosovo and leader of the
Jewish community in Prishtina until he and all other
Jews were driven from the province by the KLA, with
NATO's complicity. The interview can be read at
http://emperors-clothes.com/interviews/keys.htm
2) To read the Helsinki Final Act (the "Helsinki
Accords") please go to
http://www.hri.org/docs/Helsinki75.html
3) UN Security Council Resolution 1244 can be read at
http://www.un.org/Docs/scres/1999/99sc1244.htm
4) Concerning Washington's creation of 'civil society'
groups as weapons of policy, see "U.S. Arrogance and
Yugoslav Elections" at
http://emperors-clothes.com/engl.htm
---
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"Il Manifesto", 2 Marzo 2001
"I croati van da soli"
Bosnia: si rompe la Federazione musulmano-croata. Salta Dayton
GIACOMO SCOTTI
La previsione de il manifesto sulla Bosnia-Erzegovina si è avverata:
la Federazione musulmano-croata, seconda entità accanto alla
Repubblica serba, dello Stato bosniaco-erzegovese, si sta
frantumando. Il massimo esponente della comunità croata in quel
paese tormentato, Ante Jelavic, membro della presidenza tripartita
dello Stato e presidente del partito nazionalista Hdz, ha annunciato
solennemente che domani, sabato 3 marzo, il Parlamento nazionale
croato della Bosnia-Erzegovina (un organismo creato lo scorso
novembre e dichiarato illegale dalle autorità tutorie dell'Onu a
Sarajevo) si riunirà a Mostar per "emanare una storica decisione".
Lo stesso Jelavic l'ha già anticipata, preannunciando l'uscita dalla
presidenza tripartita e dichiarando che i croati bosniaco-erzegovesi
"ritengono illegale e illegittimo l'attuale governo della
Bosnia-Erzegovina" e pertanto "da oggi la Federazione
bosniaco-erzegovese è un'entità nazionale musulmana, senza i
croati". E' sottinteso: i croati formeranno una terza entità
politico-territoriale soltanto per loro. Gli accordi di Dayton, almeno
per quanto riguarda i croati, finiscono nella carta straccia.
L'annuncio è stato fatto da Ante Jelavic l'altro ieri in un comizio di
fronte a cinquemila croati bosniaci convenuti per onorare come loro
eroi i criminali di guerra Kordic e Cerkez, a Busovaca, loro città
natale (Dario Kordic è stato condannato dal tribunale dell'Aja a 25
anni di carcere, il generale Mario Cerkez a 15 anni). Busovaca giace
nella Bosnia centrale, in quella Valle del Lasva nella quale milizie
croato-bosniache dell'Hvo sterminarono centinaia di civili
musulmani, incendiandone i villaggi.
L'annunciata "decisione storica" segnerebbe dunque la separazione
dallo Stato bosniaco e dalla Federazione musulmano-croata di
Bosnia dei territori abitati in prevalenza da croati e amministrati
dall'Hdz, e quindi il ripristino di quella "Repubblica croata di
Erzeg-Bosnia" che nella guerra 1992-1995 fu la causa dei sanguinosi
scontri fra croati e musulmani inizialmente alleati contro i serbi. Per
la conservazione di quell'entità secessionista, il governo della
Croazia sotto la guida di Tudjman mandò in Bosnia una parte delle
sue truppe, compiendo in sostanza un'aggressione contro un paese
riconosciuto dall'Onu.
A Busovaca, Jelavic ha definito le condanne affibbiate dai giudici
dell'Aja a Kordic e Cerkez, e prima di loro al generale Blaskic, "un
tentativo di criminalizzare il popolo croato della Bosnia-Erzegovina",
un esempio di come agisce la comunità internazionale "a danno dei
croati, cementando in Bosnia due entità, la serba e la musulmana:
questo i croati non lo permetteranno mai". Conclude Jelavic: "per i
croati questo governo è illegale, illegittimo, e non accetteremo
nessuna delle sue decisioni", e "il Parlamento nazionale croato" (da
lui convocato in sessione a Mostar domani) "segnerà una nuova fase
della lotta per l'eguaglianza politica dei croati in
Bosnia-Erzegovina".
L'Hdz di Jelavic, si noti bene, già da quattro mesi boicotta il
parlamento centrale dello Stato bosniaco e quello della Federazione
croato-musulmana, e ha ritirato i propri rappresentanti dai due
governi dove gli unici rappresentanti dei croati sono esponenti
socialdemocratici. In altre parole, i nazionalisti croati hanno da
tempo creato le condizioni, o meglio i pretesti, per la secessione.
Chiarendo che la scissione non sarà seguita da una richiesta di
annessione del territorio secessionista alla Croazia (tanto più che il
governo democratico di Zagabria, decisamente contrario alla
creazione di un terzo staterello in Bosnia, si accinge a varare
perfino una legge che impedirà ai croati bosniaci di mandare propri
deputati nel parlamento di Zagabria), Jelavic ha detto: "La
Bosnia-Erzegovina non è in questione, ma vogliamo una
Bosnia-Erzegovina con tre entità nazionali su posizioni paritarie, e
questa sarà la nostra decisione a Mostar". Come reagirà l'Onu a
questa aggressione accadizetiana all'unità della Bosnia-Erzegovina?
Per la cronaca, al comizio di Busovaca, preannuncio di una serie di
azioni eversive e provocatorie che potrebbero portare nuovamente
sulla strada della guerra civile, almeno nel territorio della
Federazione croato-musulmana, hanno preso la parola pure il
vicepresidente dell'Hdz bosniaca Marko Topic, l'ex generale
dell'esercito croato-bosniaco (Hvo) e dell'esercito croato (Hv)
Slobodan Praljak, resosi "famoso" per aver ordinato il
cannoneggiamento e la distruzione del Ponte Vecchio di Mostar già
simbolo della convivenza plurietnica e gioiello dell'architettura, e
una decina di altri papaveri neoustascia, alcuni con il crocifisso in
mano.
Praljak ha accusato la comunità internazionale di condurre una
"politica filoserba" e i musulmani di Bosnia di non essersi battuti
contro i serbi nella scorsa guerra. Secondo lui non sarebbero stati i
croati ad aggredire i musulmani nella Bosnia centrale, ma i
musulmani ad aggredire i croati. I quali, guidati da Kordic, Cerkez e
altri "patrioti", si difesero scannando centinaia di bambini, donne e
vecchi ed altri bruciandoli nelle loro case. Perché non c'era posto per
i "diversi" in una terra "che noi croati abitiamo dal settimo secolo e
dove resteremo in eterno". Sparando a zero anche lui contro i
"nemici" dei croati in Bosnia e nel mondo, Marko Topic ha
parafrasato lo slogan urlato dai neofascisti a Spalato, Zagabria e in
altre città della Croazia da circa tre settimane a questa parte: "Noi
tutti siamo Dario Kordic". Criminali? No, "eroi, difensori della
propria
patria".
E' stato infine deciso che la data del 26 febbraio, giorno in cui
Kordic e Cerkez furono condannati dai giudici dell'Aja, sia
proclamata "Giornata dei patrioti croati della Bosnia-Erzegovina".
---
"Il Manifesto" del 4 Marzo 2001
Va in pezzi la Bosnia di Dayton
GIACOMO SCOTTI
L' aria di Mostar, resa leggera dal soffio che viene dal mare
attraverso la vallata della Neretva, ieri era politicamente pesante.
La città si presentava più che mai divisa, non dal fiume ma da un
invisibile quanto solido muro fra croati e musulmani. Case ed alberi
nel settore croato (ormai "ripulito" da serbi e musulmani) erano
tappezzati da manifesti che invitavano "tutti i croati della
Bosnia-Erzegovina" a raggiungere Mostar per "essere testimoni di
storici eventi". Un invito che ha fatto affluire in città decine di
migliaia di persone con cartelli e bandiere, molte nere, in una
scenografia ben nota: quella delle adunate neoustascia. Gli urli, gli
slogan e le canzoni erano di guerra, di odio. Faceva paura stare lì in
mezzo.
Ma quali sono state le "storiche decisioni"? Ecco: la cosiddetta
"Assemblea nazionale croata", costituitasi in novembre per volere
del partito Hdz, si è riunita a Mostar, già capitale della "Repubblica
croata di Erzeg-Bosnia" di triste memoria, per decretare la
resurrezione di quell'entità sotto il nome di "Autorità autonoma dei
territori croati", separata dalla Federazione musulmano-croata che
accanto alla Respublika srpska formava il secondo corno dello stato
unitario di Bosnia-Erzegovina.
La (ri)nascita della terza entità statale croata non è affermata a
chiare lettere nei documenti approvati dai secessionisti, ma la
sostanza non cambia, come è facile capire dalle decisioni prese:
dalla creazione di istituzioni parallele croate in Bosnia al ritiro dei
croati, a cominciare dai ministri, "da ogni carica ricoperta nelle
istituzioni della Federazione e dello stato bosniaco".
Sull'intero territorio a maggioranza etnica croata sarà riconosciuto
un solo partito, l'Hdz; saranno considerate illegittime le
amministrazioni a guida socialdemocratica nei comuni conquistati
dai non nazionalisti nelle elezioni di novembre. Sul medesimo
territorio non saranno valide leggi e direttive emanate dall'Alto
rappresentante dell'Onu e dell'Osce, né quelle del governo della
Federazione croato-musulmana. Il massimo organismo dell'Autorità
autonoma croata sarà il suo presidente e costui - un "duce",
considerati i poteri assoluti che gli vengono concessi - sarà Ante
Jelavic, leader massimo dell'Hdz bosniaco-erzegovese. Questi,
avendo calpestato la costituzione della Bosnia-Erzegovina di cui è
co-presidente assieme ai rappresentanti eletti dai serbi e dai
musulmani, rischia ora di essere dichiarato decaduto dalla carica e
cacciato dalla presidenza tripartita.
A dar forma e risalto alla scissione sono pure le decisioni prese dal
"parlamento" dei croati sulla struttura del governo dell'Autorità
autonoma: è prevista la creazione di un Consiglio esecutivo
provvisorio con una dozzina di ministeri, di un organo legislativo
pure provvisorio (l'attuale Assemblea nazionale croata dell'Hdz) e di
un Consiglio della magistratura. Imposte, tasse, dazi e dogane
saranno riscossi dall'Autorità autonoma per finanziare lo staterello
croato; il cui governo porrà sotto il proprio controllo, recitano le
decisioni, anche corpi di polizia e forze armate. Qualora le truppe
internazionali (Sfor) dovessero bloccare le caserme dell'esercito
bosniaco-croato (Hvo, attualmente parte integrante delle forze
armate della Federazione bosniaco-erzegovese) quell'esercito sarà
sciolto. Chi controllerà i confini? Questo ed altri problemi restano
aperti.
Per dare una cornice legalitaria al colpo di mano che definiscono
"storico evento", gli organizzatori hanno invitato esponenti di tutti i
paesi firmatari degli accordi di Dayton. Ma l'unico paese ad aderire è
stato la Croazia. I capi dell'Hdz bosniaco-erzegovese hanno
giustificato questa nuova scissione con la "volontà di contribuire
alla ristrutturazione interna della Bosnia-Erzegovina".
La reazione dell'autorità tutoria internazionale in Bosnia-Erzegovina
è stata rapida e tuttavia moderata - almeno per il momento. L'Alto
rappresentante dell'Onu e dell'Osce a Sarajevo non esclude la
possibilità di espellere Jelavic dalla presidenza dello stato bosniaco,
come ha dichiarato il suo portavoce Oleg Milisich, aggiungendo la
minaccia della messa fuori legge della stessa Hdz. Secondo l'Alto
rappresentante, "Jelavic mette in pericolo la pace in Bosnia".
Non meno severo si è dimostrato il portavoce dell'Osce, Luka
Zahner. Ricordando che qualche anno addietro l'autorità
internazionale cacciò dalla presidenza dello stato centrale bosniaco
il rappresentante serbo Nikola Poplasen, radicale, per aver violato
gli accordi di Dayton, Zahner ha detto che "il tentativo dell'Hdz di
creare uno staterello croato in Bosnia non è dettato dalla
preoccupazione per la posizione nazionale e culturale dei croati in
questo paese ma nasconde il disegno dei capi di instaurare il
proprio controllo sulle risorse finanziarie del territorio. Spero che
la
gente si renderà conto dell'insostenibile situazione economica in cui
Jelavic e l'Hdz possono trascinare il paese". Alla domanda, però, se
l'Alta autorità internazionale ricorrerà a sanzioni contro Jelavic e il
suo partito, Zahner ha risposto: "Non intendiamo trasformare in
martiri dei violatori della costituzione".
---
"Il Manifesto" del 9 Marzo 2001
Chiusi in un ghetto i secessionisti croati in
Bosnia
Durissime sanzioni dell'amministrazione internazionale, a Zagabria
chiesto un
ruolo attivo per isolare Jelavic e l'Hdz
GIACOMO SCOTTI
Ante Jelavic, massimo leader della filiale bosniaca dell' Hdz, il
partito nazionalista croato, è stato radiato dalla presidenza
tripartita della Bosnia-Erzegovina, la più alta autorità dello stato,
ed è stato dichiarato decaduto anche dalla carica di presidente
dell'Hdz bosniaco-erzegovese. La delibera, inappellabile, è stata
firmata dall'Alto rappresentante della comunità internazionale (Onu,
Osce, Sfor) che esercita nel paese balcanico il potere tutorio
supremo, Wolfang Petritsch.
Jelavic è l'uomo che ha cercato di riportare la Bosnia-Erzegovina sul
sentiero di una nuova guerra civile separando i territori a
maggioranza croata dalla Federazione musulmano-croata,
costituendo la terza entità politico-territoriale detta "Autorità
autonoma dei territori croati" nelle medesime regioni che già
formarono a suo tempo la Repubblica croata di Erzeg-Bosnia". Oltre
a lui, la gravissima sanzione ha colpito tutte le massime autorità
secessioniste: Marko Tokic, vicepresidente dell'Hdz e presidente del
"governo" dei territori croati in Bosnia, Ivo Andric-Luzanki,
vicepremier, e Zdravko Batinic membro della "Presidenza" dello
staterello.
Tutti costoro, cacciati da qualsiasi carica in ogni regione del paese,
non potranno esercitarne alcuna in Bosnia-Erzegovina nemmeno in
futuro. Petritsch ha chiarito che seguiranno anche sanzioni
amministrative, finanziarie ed economiche, e che "la comunità
internazionale sarà più che determinata nel controllare e distruggere
tutti i canali illegali finanziari che alimentano l'Hdz
bosniaco-erzegovese, e "destabilizzano e strutture legali del potere
in Bosnia-Erzegovina".
La reazione di Jelavic e soci è stata rabbiosa: loro resteranno "i
rappresentanti legittimi del popolo croato in Bosnia-Erzegovina", e
l'"Autorità autonoma dei territori croati" comincerà a funzionare in
pieno, con i propri simboli statali, da lunedì prossimo. Opposizione
totale, dunque, alla comunità internazionale che "con le sanzioni
non fa che omogeneizzare maggiormente i croati
bosniaco-erzegovesi e approfondirne lo sdegno, che si propaga
anche nella Repubblica di Croazia".
E le sanzioni contro i secessionisti, secondo fonti bene informate,
prevedono ulteriori misure: divieto di ingresso nei paesi occidentali
e in Croazia per alcuni gerarchi dell'Hdz bosniaca, divieto di
investimenti stranieri in Erzegovina finché a governarla saranno i
vertici dell'Hdz. La Croazia, inoltre, su richiesta della comunità
internazionale, potrebbe dover revocare tutti i passaporti concessi
ai croati di Bosnia dal precedente regime di Tudjman. Si parla di
denunce penali, nei prossimi giorni, contro esponenti dell'Hdz
bosniaca coinvolti in organizzazioni criminali di stampo mafioso, e
della richiesta alla Croazia di spiccare mandato di arresto contro l'ex
generale e deputato al parlamento croato Ljubo Cesic Rojs, oriundo
bosniaco, ritenuto uno dei promotori del putsch in Bosnia. In merito,
l'Alto rappresentante della comunità internazionale ha infatti
sottolineato: "abbiamo informazioni esatte sull'esistenza di una
collaborazione molto stretta, in tutta l'operazione, fra l'Hdz di
Jelavic in Bosnia-Erzegovina e l'Hdz-madre in Croazia".
La risposta del governo croato è stata diplomatica, ma anche
propositiva. Il ministero degli esteri di Zagabria afferma che la
rimozione di Jelavic e camerati "era attesa", e si spera che "il
provvedimento contribuisca alla stabilizzazione della
Bosnia-Erzegovina". Il premier Racan ha dichiarato che "la politica
del popolo croato in Bosnia-Erzegovina non viene creata né decisa a
Zagabria come una volta, ma in Bosnia-Erzegovina". La Croazia,
come firmataria degli accordi di Dayton, "desidera aiutare nella
soluzione dei problemi, ma non arbitrare", "è interessata ai buoni
rapporti con l'intera Bosnia-Erzegovina e non solo con una sua
parte". Mettendo in moto la propria diplomazia, il governo di
Zagabria è alla ricerca di una via d'uscita da una situazione
pericolosamente conflittuale e, al tempo stesso, proporrà uno
schema di ristrutturazione della Bosnia-Erzegovina che "superi gli
accordi di Dayton.
La proposta, presentata come "progetto per arrestare la guerra",
prevede: l'abolizione delle due entità "Repubblica serba" e
"Federazione musulmano-croata", e la costituzione di uno Stato
bosniaco unitario e federalista, composto da 12-14 Cantoni che non
avrebbero il potere di instaurare speciali rapporti con i paesi vicini
né quello della secessione, ma godrebbero di ampie autonomie. Al
vertice, un parlamento bicamerale il cui Senato garantirebbe
l'uguaglianza dei popoli costitutivi serbo, musulmano e croato e i
diritti delle minoranze. "E' tempo di una nuova fondazione della
Bosnia- Erzegovina", ha detto il premier croato Racan.
---
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* Messaggio di ringraziamento dal sindacato autonomo della Zastava di Kragujevac
* "Vivicitta'" a Belgrado (Un Ponte per... / UISP)
* Voce Jugoslava / Jugoslavenski Glas (CRJ)
> -----Messaggio originale-----
> Da: convgm@... <convgm@...>
> Data: venerdì 16 marzo 2001 19.03
> Oggetto: proposta
>
> Mitrovica chiama!
> Abbiamo sentito il medico dell'ospedale di Mitrovica e la situazione è
> drammatica. Occorrono urgentemente Farmaci e materiale sanitario in
> quanto sono giorni che si susseguono scontri tra manifestanti e Kfor e
> i manifestanti feriti non sanno dove andare a curarsi, inoltre vi sono
> casi molto gravi (amputati e malati terminali) che non hanno neanche il
> cibo.
> Proponiamo a tutte le situazioni che parteciperanno a Cesena alla
> manifestazione del 24/3 di autotassarsi con Lire 100.000 per coprire
> le spese di un convoglio che faremo partire il giorno 30 marzo con
> 40 quintali di medicinali e materiale sanitario che abbiamo gia'
> raccolto.
> La quota va a coprire l'affitto di un frigo e le spese doganali.
> Il resto delle spese le sosterrà il Convoglio Giorgiana Masi.
> Prego girare questa proposta a tutte le realtà
>
> ------- End of forwarded message -------
>
> ATTENZIONE:
>
> Per chi potesse contribuire fare riferimento direttamente al Giorgiana Masi <convgm@...>
> oppure effettuare un versamento (anche minimo!) sul conto corrente del Coordinamento Nazionale la Jugoslavia Vivra' qui sotto riportato, specificando GIORGIANA MASI PER MITROVICA e dandone immediata comunicazione telefonica:
> cell. 0338-9116688
> o via e-mail agli indirizzi:
> <jugocoord@...> e <hirina@...>
>
> Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia vivrà"
> Italijanska Mreza "ZIVECE JUGOSLAVIJA"
>
> > Per i versamenti:
> > CCP cod. ABI 07601 CAB 02400 Numero 13437421
> > intestato a Marchionni e Mazzola
>
> ----------------------------------------------------------- END
CON RIFERIMENTO ALL'APPELLO A TUTTE LE PERSONE DI BUONA VOLONTA PER TIMOTIJEVIC MLADEN RINGRAZIAMO TUTTE LE PERSONE BRAVE, ASSOCIAZIONI ED ASPEDALI. IL MALATO SARA CURATO A BELGRADO ED E GIA SOTTOPOSTO A TERAPIA GRAZIE ALL'
IMMEDIATA ATTIVITA DELL' ASSOCIAZIONE ABC, PACE E SOLIDARIETA DI ROMA. DOPO TUTTE LE TRAGEDIE CHE HANNO COLPITO IL POPOLO JUGOSLAVO CI AVETE DATO LA SPERANZA DI UN MONDO MIGLIORE PIU UMANO SE NON AVREMO LA POSSIBILITA DI
OTTENERE LE TERAPIE SUCCESSIVE SAREMO COSTRETTI A RIVOLGERVI DI NUOVO. RINGRAZIAMO SIA ASSOCIAZIONE UN PONTE PER BELGRADO DI ROMA CHE SI E DICHIARATA DISPOSTA AD AIUTARE CHE TUTTI ALTRI DICHIARATISI DISPONIBILI. CI AUGURIAMO DI
NON ESSERE COSTRETTI A CHIEDERE AIUTI COSTRETTI A CHIEDERE AIUTI E DI RIVOLGERVI CON LE NOTIZIE OTTIMISTICHE. GRAZIE, FRATERNI SALUTI
RAJKA VELJOVIC
PER SINDACATO ZASTAVA
sindikat@... cdjs@...
---
Oggetto: VIVICITTA' A BELGRADO
Rispedito-Data: Thu, 15 Mar 2001 17:39:19 +0100
Rispedito-Da: pck-yugoslavia@...
Data: Thu, 15 Mar 2001 17:46:50 +0100
Da: "alessandro marucci" <ale.marucci@...>
Rispondi-a: pck-yugoslavia@...
A: <pck-yugoslavia@...>
UNA CORSA CONTRO L'EMBARGO E LA GUERRA
VIVICITTA' è una corsa competitiva (12 km) e non competitiva (1,5-6 km) , promossa dalla UISP (Unione
Italiana Sport Per tutti), che si svolge da anni contemporaneamente in cento città d'Italia e del mondo. Una
corsa solidale per la pace e la vivibilità delle città.
VIVICITTA' si svolgerà quest'anno l'8 aprile anche a Baghdad, nell'Iraq sotto embargo, e a Belgrado, nella
Jugoslavia che sta ricostruendo dopo l'attacco della NATO, grazie alla collaborazione della UISP con "Un
ponte per..".
UN PONTE PER... organizza la partecipazione italiana al VIVICITTA' a Baghdad e a Belgrado per
solidarizzare con questi popoli, per conoscere i loro paesi.
per...Baghdad
Il viaggio si svolgerà tra il 3 e il 10 aprile (date indicative) nel corso della permanenza saranno organizzate
visite storico/culturali.
Il costo del viaggio è in corso di definizione ed oscillerà tra 1 e 1,5 milioni.
Le prenotazioni si raccoglieranno sino al 20 marzo.
per...Belgrado
pensiamo di restringere la permanenza in Jugo per la partecipazione al Vivicittà e in coincidenza con i voli JAT (sab. - mar.),
quindi: partenza sabato 7 ritorno martedì 10. Il costo del viaggio è in via di definizione (la JAT ci ha comunicato che forse
saranno ritoccati i prezzi dal 1° aprile).
Le prenotazioni si raccoglieranno sino al 27 marzo.
Per informazioni e prenotazioni: 066780808 - viaggi@...
Maggiori dettagli su Vivicittà su: www.uisp.it/vivi2001
Informazioni su Un ponte per... su: www.unponteper.it
---
VOCE JUGOSLAVA / JUGOSLAVENSKI GLAS
Trasmissione autogestita a cura del
Coordinamento Romano per la Jugoslavia - crj@...
ogni MARTEDI dalle ore 13 alle 14 a Roma e nel Lazio
sulle frequenze di RADIO CITTA' APERTA - 88.9 MHZ
Gli ascoltatori possono intervenire in diretta chiamando il numero
06-4393512
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In grande evidenza sulla prima pagina del "Primorski Dnevnik",
quotidiano della minoranza di lingua slovena di Trieste, il giorno 15
marzo 2001 appariva il seguente titolo: "Gli albanesi chiedono la pace
ed i propri diritti", con riferimento alle recenti manifestazioni
irredentistiche in Macedonia. Gli atti di terrorismo dei nazionalisti
pan-albanesi stanno causando in queste ore la pulizia etnica del
territorio di Tetovo, dal quale la popolazione slava e di altra etnia
non-schipetara fugge.
Il "Primorski Dnevnik", che ha a suo tempo appoggiato la secessione
della Slovenia, continua in questo modo a contribuire allo squartamento
della Jugoslavia multinazionale e partigiana secondo criteri
etnicistici, infangando squallidamente la sua stessa origine e la sua
storia.
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