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Fonte: Oraprosiria / Comitato Contro la Guerra Milano <comitatocontrolaguerramilano @ gmail.com>


TESTO DEL DISCORSO DI APERTURA A GINEVRA2 DEL DOTT. WALID AL-MOUALLEM , MINISTRO SIRIANO DEGLI AFFARI ESTERI

Ginevra, 22/01/2014

Signore e Signori ,

Vi saluto a nome della delegazione della Repubblica araba siriana.. "Repubblica laica" che alcuni, presenti in questa sala, hanno tentato di riportare al Medioevo ... " Repubblica araba" fieramente e saldamente radicata nel suo arabismo , nonostante le azioni di alcuni arabi ritenuti fratelli. Io vi saluto nel nome della " Siria ", la cui storia è sette volte millenaria!

Non ho conosciuto mai una situazione tanto difficile come quella di oggi. Sulle mie spalle, e quelle della delegazione siriana, pesano tutte le sofferenze patite dal mio paese da tre anni, tutto il sangue dei martiri, tutte le lacrime delle vedove, tutte le speranze delle famiglie che sopportano l'assenza di un parente rapito o scomparso, tutte le grida di ogni scolaro paralizzato dalle esplosioni che prendono di mira la sua scuola, tutte le aspettative di una generazione che vede i suoi sogni futuri in frantumi, , tutto il coraggio dei padri e delle madri che hanno inviato i loro figli a difendere il paese , tutto lo sconforto delle famiglie che hanno perduto il loro focolare e si ritrovano sfollate o rifugiate.....


Sulle nostre spalle, signore e signori, pesano le speranze del popolo siriano per gli anni a venire , il diritto di ogni bambino di andare a scuola in sicurezza , il diritto di ogni donna di poter uscire di casa senza rischiare di essere rapita o violentata e assassinata , il diritto di ogni giovane di costruire il suo futuro come meglio crede , il diritto di ogni cittadino di essere in grado di tornare a casa con serenità.

Oggi noi siamo di fronte a un momento di verità. Una verità che si è provato sistematicamente a sfigurare con la disinformazione e le menzogne, fino ad arrivare agli omicidi ed al terrorismo! Una verità che veniamo a svelare, nettamente, a tutti i giudici e censori; noi, la delegazione della Repubblica araba siriana che rappresenta il suo popolo, il suo governo, le sue istituzioni, il suo Esercito, ed il suo Presidente Bachar al-Assad.

Mi dispiace, Signore e Signori, sì mi dispiace e dispiace al popolo della " Siria che resiste" che rappresentanti di paesi che hanno il sangue siriano sulle mani siano qui presenti. Paesi che hanno esportato il terrorismo e che si pongono come distributori di indulgenze , giungendo al punto di impedire a certi fedeli di andare alla Mecca, come se Dio li avesse incaricati di aprire il paradiso a certuni e di chiuderlo ad altri...
Paesi che hanno incoraggiato i terroristi, li hanno finanziati, li hanno aiutati, hanno deciso della legittimità o no degli uni e degli altri, secondo il loro beneplacito. Non si sono mai preoccupati delle loro case di vetro incrinato, ma si sono messi a lapidare i nostri forti castelli secolari ed a darci, senza alcun senso di vergogna ,  lezioni di democrazia, di sviluppo e di progresso mentre sono immersi nell'ignoranza e all'arretratezza. Paesi che accordano, rifiutano, legittimano, negano, distribuiscono doni e gratifiche a loro modo e come loro abitudine; l'abitudine di coloro il cui paese appartiene ad un re o ad un principe che dà ciò che vuole a chi vuole, e priva chi vuole come vuole!

Hanno vilipeso la Siria civilizzata, sovrana ed indipendente. Hanno intaccato l'onore e la libertà delle sue donne e figlie , mentre essi stessi annegano nel fango delle loro discriminazioni abominevoli e della loro ignoranza. 
Hanno fatto tutto questo ... Ma ora che le maschere sono cadute , la verità del loro piano si è svelata. Quello di destabilizzare la Siria e di distruggerla esportando il loro principale prodotto nazionale: il terrorismo! Coi loro petrodollari, hanno acquistato le armi, reclutato i mercenari, inondato lo spazio mediatico delle loro menzogne, per dissimulare la ferocia di ciò che fanno sotto un velo che hanno finito per chiamare " La Rivoluzione siriana voluta dal popolo siriano" !

Che cosa tutto ciò ha a che vedere con ciò che accade in Siria? Come un terrorista ceceno, afgano, saudita, turco, francese o britannico potrebbe rispondere alle aspirazioni del popolo siriano? Come? Con l'installazione di uno stato islamico che non sa nulla di Islam , ma si nutre della devianza dell'ideologia wahhabita ?
 Chi vi ha detto, e chi ha detto loro, che il popolo siriano cercherebbe di ritornare indietro migliaia di anni ?

In Siria, Signore e Signori , le donne incinte sono sventrate ed i frutti delle loro viscere sono assassinati, le donne sono violentate prima e dopo essere state uccise, secondo un rituale vergognoso ed osceno che non è è ispirato che dagli esportatori di quella ideologia!

 
In Siria, Signore e Signori, i padri sono decapitati con i coltelli davanti ai loro bambini in nome della "rivoluzione". Peggio ancora, proprio i figli di coloro che decapitano, che pretendono di rispondere così alle nostre aspirazioni di siriani, strillano e danzano.
In Siria, si divora il cuore dei siriani, così pretendendo di realizzare l'ambizione delle vittime: l'ambizione di una vita libera, prospera, tranquilla e democratica! Quale assurdità è questa? E di chi ci si prende gioco?

In nome di una pretesa " gloriosa rivoluzione siriana", si massacrano civili tra i vecchi, le donne ed i bambini . Si polverizzano le infrastrutture e le istituzioni senza stare a preoccuparsi dell'orientamento politico, ideologico o intellettuale delle proprie vittime. Si bruciano i libri e le biblioteche. Si fruga nelle tombe . Si rubano le reliquie e i tesori archeologici.
In nome della "rivoluzione" , i bambini vengono uccisi nelle loro scuole e gli studenti nelle loro università. Ci si arroga il diritto di disonorare le donna attraverso ogni tipo di " fatwa perversa " legittimando il Jihad sessuale, l'incesto o altre proibizioni. Si bombardano le moschee mentre i fedeli sono in preghiera . Si tagliano le teste e si esibiscono nelle vie. Si arrostiscono persone ancora vive, in un vero olocausto che la storia tratterrà e che molti paesi poi denunceranno, ma senza parlare mai di antisemitismo!
Sempre in nome della " rivoluzione", un padre è ridotto a farsi esplodere con moglie e figli per sfuggire agli stranieri che gli sono entrati in casa. Degli stranieri che pretendono essere venuti ad offrirgli la democrazia e liberarlo dal giogo e dall'oppressione " del regime" !?
 
Signore e Signori; voi di cui la maggior parte siete genitori, immaginate i sentimenti che spingono un padre ad uccidere la sua famiglia, con le proprie mani, per sottrarli ai mostri travestiti da esseri umani e che dicono di combattere per la libertà! È ciò che è accaduto ad Adra ... Adra dove questi stranieri hanno fatto irruzione nella città e hanno ucciso, saccheggiato, impiccato , decapitato, bruciato gente ancora viva .

Non avete sentito parlare forse di Adra, ma avete sentito parlare certamente di altre città dove hanno commesso gli stessi orrori dirigendo le loro dita accusatorie, sgocciolanti del sangue degli innocenti, verso lo Stato e l'Esercito siriano. Questa è la volta in cui la loro menzogna insensata non ha più potuto convincere, e che per questo hanno smesso di raccontare!


In ciò, questi mostri hanno eseguito quello che gli era stato ordinato di fare da parte di Stati diventati oggi la punta della lancia che smembra il corpo siriano. Stati che sono arrivati finalmente al proscenio, dopo avere messo da parte altri Stati; altri Stati hanno provato, mediante il sangue dei siriani, di imporsi come potenze regionali, acquistando coscienze e influenze, finanziando questi mostri dall'apparenza umana; mostri impregnati della detestabile ideologia wahhabita prima di essere lanciati all'assalto di tutto il territorio siriano.

Ma io sono qui in questo forum per dirvi che sapete, come me, che essi non si accontenteranno di restare in Siria, sebbene sappiamo che alcuni partecipanti a questa assemblea non vogliono né comprendere, né sentire!


Signore e signori, tutto ciò che è accaduto non sarebbe stato possibile se, approfittando della crisi, i confinanti della Siria non avessero derogato dalle relazioni di buon vicinato. Quello del Nord l'ha accoltellata alla schiena. Quelli dell'Ovest sono rimasti spettatori se hanno taciuto la verità. Quelli del Sud hanno dovuto ubbidire agli ordini perché deboli. Mentre quello dell'Est è lui stesso spossato da tutto ciò che è stato programmato contro lui da lunghi anni, per distruggerlo, prima di distruggere la Siria!

Tutto questo non sarebbe stato possibile se " il governo Erdogan" non avesse usato il territorio turco per accogliere, addestrare, armare, poi inviare i terroristi verso la Siria. E' un governo che ha rifiutato di prevedere che la magia avrebbe finito per ritorcersi contro il mago. Ma eccolo che comincia ad assaggiare il calice di amarezza, perché il terrorismo non ha religione ed è fedele solamente a se stesso. Eccolo passato da zero problemi con i vicini , a zero in politica estera , in diplomazia internazionale , in credibilità politica e in tutto , il che non gli impedisce di persistere sempre nella sua ignobile aggressione.


E questo , perché il governo Erdogan ha immaginato che il sogno storico di Al- Qutb e del suo predecessore , Mohamed Abdel Wahab , stava per essere realizzato. Da qui la sua offensiva che semina la corruzione dalla Tunisia, fino in Libia, in Egitto ed in Siria, con la ferma decisione di realizzare una chimera che esiste solamente nel suo cervello malato. Un governo che, malgrado l'insuccesso e la nullità delle sue ambizioni, persiste e sottoscrive. Altrettanti comportamenti che non possono ragionevolmente essere misurati che in termini di stupidità ... Colui che non impara le lezioni della storia perderà il presente. .. Colui che accende il fuoco a casa del suo vicino non può sperare di rimanere al sicuro !



Altri vicini hanno contribuito ad accendere il fuoco, alcuni addirittura fino ad importare i terroristi dal mondo intero. Ma ecco, è apparso uno strano paradosso, anche dei più iniqui. Ottantatre nazionalità si battono in Siria, senza che nessuno se ne lamenti, non denunci, modifichi il suo sguardo, smetta di parlare sfacciatamente di " la gloriosa rivoluzione siriana" ; mentre quando alcune decine dei giovani combattenti della Resistenza si sono unite all'esercito siriano per difendere certe zone, questo "piccolo mondo" si è trovato disorientato e ha parlato di "intervento straniero " ed esigito l'uscita di quelli che ha qualificato " truppe straniere" che sono venute a violare "la sovranità della Siria" !
Riguardo la sovranità siriana, vi assicuro che la Siria , paese libero e indipendente , farà tutto il necessario che esige la propria difesa con ogni mezzo che riterrà necessario. Questa è una decisione rigorosamente siriana, e tale resterà!

Malgrado quanto ho detto, il popolo siriano resiste. Resiste, malgrado le sanzioni destinate a farlo piegare prendendo dl mira il suo pane quotidiano ed il latte dei suoi bambini. Resiste, malgrado i saccheggi, le distruzioni ed i sabotaggi del suo cibo, delle sue fabbriche di medicinali, dei suoi ospedali, delle sue cliniche, delle sue ferrovie, delle sue linee elettriche... Perfino i suoi luoghi di culto, cristiani e musulmani, non sono stati risparmiati dalle orde terroristiche!

 
Ma hanno fallito . Ed è a partire dal momento in cui hanno constatato il loro insuccesso che gli Stati Uniti hanno brandito la loro minaccia di attaccare la Siria. Con quelli che in Occidente e tra gli arabi condividono le loro brame, hanno fabbricato di sana pianta la storia che ci accusa di avere utilizzato armi chimiche; storia che non ha convinto il loro proprio popolo, non più di quanto non ha convinto il nostro.


Sono comportamenti che, purtroppo, sottolineano il fatto che questi Stati che esaltano la democrazia, la libertà ed i diritti umani dispongono solamente di un linguaggio guerresco, sanguinario, colonialista e dominatore. La loro democrazia si impone con il fuoco , la loro libertà significa attacchi aerei , i loro diritti umani autorizzano ad uccidere l'Uomo ! Si sono abituati all'idea che sono i padroni del mondo, che ciò che vogliono sarà, e che ciò che non vogliono non sarà!

Hanno dimenticato, o fingono di aver dimenticato , che quelli che si sono fatti esplodere a New York sono della stessa matrice di quelli che si fanno esplodere in Siria: stessa ideologia... stessa sorgente! Hanno dimenticato, o fanno finta di avere dimenticato, che questo terrorismo che era ieri negli Stati Uniti è oggi in Siria, senza che si sappia dove sarà domani. Ciò che è sicuro è che non si fermerà qui. L'Afghanistan è un esempio perfetto per chi consentisse ad imparare la lezione ... per chi consentisse, ma la maggior parte si rifiuta.
Né gli Stati Uniti, né alcuni dei loro alleati occidentali civilizzati - tra cui quello denominato " Pays des Lumières " , quello che poteva inorgoglirsi una volta di essere alla testa di un "Impero dove il sole non tramonta mai" non vogliono acconsentire. E mentre tutti hanno assaggiato l'amarezza del terrorismo, essi improvvisamente si dichiarano solidali con un gruppo di paesi detti "Amici della Siria , a fianco di quattro monarchie dittatoriali e repressive che non sanno nulla di laicità o di democrazia, paesi che in passato hanno colonizzato la Siria, l'hanno saccheggiata e l'hanno devastata  un centinaio di anni; sono i paesi che oggi si riuniscono in congresso per dichiarare forte e chiaro la loro amicizia per il popolo siriano, si preoccupano della sua orribile "situazione umanitaria", mentre l'assediano, gli impongono ogni tipo di sanzione possibile, e sostengono segretamente il terrorismo che lo colpisce!

Signore e Signori, se siete così preoccupati per la situazione umanitaria e le condizioni di vita in Siria, fermate l'afflusso delle armi...  smettete di sostenere i terroristi. Annullate le vostre sanzioni . Togliete l'assedio imposto al popolo siriano . Ritornate alla ragione ed alla logica nella vostra politica! Da questo momento, vi assicuriamo che staremo bene come lo siamo stati e vi libereremo dalla vostra immensa inquietudine a nostro riguardo.



Adesso, certi potrebbero chiedersi se tutto ciò che accade in Siria sia di origine straniera. No, Signore e Signori, non è il caso! Dei siriani, presenti in questa sala, hanno contribuito a tutto ciò che precede. Hanno eseguito e hanno legittimato tutto, senza per questo essere in accordo gli uni con gli altri! Tutto ciò, a spese del sangue siriano di cui ora sostengono di voler fermare l'emorragia !


Questi siriani si sono divisi politicamente un centinaio di volte ed i loro capi si sono rifugiati ai confini della terra. Si sono venduti ad Israele e sono diventati i suoi occhi che registrano e le sue braccia che distruggono. E quando non ci sono riusciti, Israele è intervenuto direttamente per evitar loro i colpi dell'esercito siriano ed aiutarli nell'esecuzione di ciò che da decenni hanno progettato per la Siria. Per l'ammissione stessa dei loro sostenitori sul terreno , si crogiolano in hotel a cinque stelle,  mentre la nostra gente sanguina . Si sono opposti a partire dall'estero . Si incontrano all'estero . Essi tradiscono la Siria dall'estero ...

Chiunque voglia parlare a nome dei Siriani è invitato a venire in Siria. Vivere come un padre siriano, che ogni mattina bacia suo figlio , chiedendosi se ritornerà da scuola o sarà portato via da una bomba lanciata da un rivoluzionario strumentalizzato dallo straniero . Che venga a a sopportare il morso del freddo perchè noi siamo privati di petrolio. Che faccia la coda per ore per nutrire i suoi, perché le sanzioni ci vietano di importare del grano, mentre prima ne eravamo degli esportatori. Quello che vuole parlare in nome della Siria, che venga a testimoniare la sopportazione di colui che resiste contro il terrorismo e lo combatte da quasi tre anni . Una volta che l'avrà fatto, che ritorni a parlare a nome dei siriani davanti a questa assemblea! 


La Repubblica araba siriana - Stato e Popolo - ha fatto e continua a fare ciò che ci si aspettava da lei! Ha aperto il territorio ai giornalisti che l'hanno percorso per riportarvi poi la realtà di quel che vi succede, ma sempre dopo essere tornati all'estero! Una realtà che molti media occidentali non potevano sopportare , perché non corrispondeva a quello che si voleva dire o filmare sulla Siria. Abbiamo permesso l'ingresso di organizzazioni umanitarie internazionali , ma sono state ostacolate da stranieri - alcuni dei quali sono qui presenti - che le hanno messe in pericolo sotto i tiri dei terroristi; quando noi facevamo il nostro dovere proteggendole per facilitare la loro missione. Abbiamo liberato, in modo ripetuto, un gran numero di prigionieri , alcuni dei quali avevano usato le loro armi contro i cittadini e ciò ha suscitato il malcontento di molti siriani "dell'interno" ma poi hanno finito per comprendere ed accettare l'idea che la Siria è più preziosa di ogni altra cosa, noi dobbiamo andare oltre le nostre ferite e superare gli odi e i rancori .



E voi che pretendete di parlare a nome dei siriani, che cosa avete fatto? Quale è la vostra visione per questo meraviglioso paese? Quali sono le vostre intenzioni e quale è il vostro programma politico? Quali strumenti avete in campo , oltre ai gruppi terroristici armati ? Sono sicuro che non avete niente , è evidente a tutti, e in particolare nelle zone occupate dai vostri mercenari , cioè "le  zone liberate" in base alla vostra strana terminologia.

 
Avete liberato veramente gli abitanti di queste regioni? O avete rubato la loro cultura tollerante per imporre il vostro estremismo repressivo? Avete costruito delle scuole e dei centri di cura? O avete distrutto gli ospedali e permesso alla poliomielite di ricomparire in Siria, mentre i nostri bambini hanno vissuto indenni da questa malattia da decenni? Avete salvaguardato ed avete protetto i tesori archeologici ed i musei della Siria? O li avete saccheggiati e ne avete tratto profitto? Avete rispettato i principi della Giustizia e dei diritti umani? O avete eseguito delle pene di morte per decapitazione, ed in pubblico?

 
Per riassumere, non avete realizzato niente di buono, niente del tutto! Avete portato solamente il disonore e la vergogna supplicando gli Stati Uniti di lanciare un attacco militare contro la Siria. Anche l'opposizione di cui pretendete di essere i condottieri ed i custodi, non vi vuole! Rifiuta la vostra gestione di voi stessi , prima ancora di pensare al fatto che siate voi a gestire il paese .



Vogliono un paese di un solo colore!? Ed io non parlo qui di etnie o di confessioni, perché chi non è d'accordo con loro è un 'diverso' , e il diverso è un infedele , qualunque sia la sua religione e il suo ambiente . Così hanno ucciso musulmani provenienti da tutti i rami dell'Islam e hanno preso di mira severamente i cristiani. Le stesse religiose in abito non sono state risparmiate. Sono state rapite dopo aver colpito Maaloula, ultimo posto al mondo dove si parla ancora correntemente la lingua del Cristo, per costringere i siriani cristiani a lasciare la Siria!


Ma ancora una volta , hanno fallito . Perché tutti i siriani sono cristiani quando si attacca il cristianesimo; tutti i siriani sono musulmani quando si attaccano le moschee; e tutti i siriani sono di Raqqa, Latakia , di Soueida , Homs o di Aleppo-la-ferita quando una o l'altra di queste zone è colpita. C'è orrore per i loro tentativi di seminare discordia e settarismo religioso. E' la peggiore delle brutture, quelle che un siriano non può tollerare. In breve, signori , la vostra pretesa "grande rivoluzione siriana" non ha tralasciato nessuna trasgressione condannabile!

In compenso, dietro alla nefandezza di questo oscuro quadro, la luce è sempre restata alla fine della strada. Questo, grazie alla determinazione del popolo nella sua resistenza, grazie alla determinazione dell'Esercito nella sua difesa, e grazie alla determinazione dello Stato nella sua coesione e nella sua continuità... Ed anche perché malgrado tutto, alcuni Stati stavano dalla nostra parte e dal lato del Diritto e della Giustizia. Tra questi Stati, la Russia a cui mi rivolgo al nome del popolo siriano per esprimerle i nostri più sinceri ringraziamenti, la Cina che ringraziamo tanto quanto la Russia per il suo rispetto della sovranità e della libertà di decisione della Siria.
La Russia si è comportata come un vero amico in tutte le arene internazionali e ha fortemente difeso , in parole ed azioni , i principi dell'ONU riguardo la sovranità degli Stati e i diritti umani . La Cina e i paesi BRICS stavano al suo fianco , così come l'Iran , l'Iraq , e alcuni Stati arabi musulmani , Stati africani e dell'America Latina . Molti Stati hanno continuato a sostenere , in tutta onestà , le aspirazioni del popolo siriano , e non quelle degli altri Stati che vorrebbero imporci ciò che noi non vogliamo !



Sì, Signore e Signori, il popolo siriano aspira esattamente come gli altri popoli della regione a più libertà, più giustizia e diritti umani. Aspira a più pluralismo e democrazia. Aspira ad una Siria migliore, una Siria tranquilla, prospera, e sana. Aspira ad uno Stato forte basato su istituzioni, non sulla demolizione delle sue istituzioni. Aspira a proteggere i suoi monumenti ed i suoi siti archeologici così come il suo patrimonio nazionale, non al loro saccheggio e alla loro distruzione. Aspira al fatto che il suo Esercito nazionale resti forte per proteggere la sua terra, il suo onore ed i suoi beni, difendere le sue frontiere, la sovranità e l'indipendenza del suo paese; non ad un esercito di mercenari "libero" di rapire dei civili e di taglieggiarli o di trasformarli in scudi umani; " libero" di accaparrarsi le donazioni, di rubare ai poveri e di vendere la parte; " libero" di arricchirsi con il traffico di organi umani, di donne e di bambini ancora vivi.
Un esercito di mercenari i cui elementi mangiano cuori e fegati umani e grigliano teste umane sul barbecue , reclutano bambini soldato , stuprano le donne sotto la minaccia delle armi . Armi fatte arrivare da altri paesi che sono qui , sotto il pretesto di un presunto " sostegno ai gruppi moderati ". Per favore , diteci dove è la moderazione in tutto ciò che ho appena descritto !

Dove sono dunque questi " elementi moderati", dalle denominazioni fumose, dietro le quali vi nascondete e che sostenete mediaticamente e militarmente, particolarmente quelli che sponsorizzate? Alcuni elementi preesistenti sul campo ai quali date una nuova pelle, un nuovo nome, sostenendo che essi combattono il terrorismo mentre sono ancora peggio dei loro predecessori, mentre i vostri media rielaborano la loro immagine dopo averli rivestiti dell'abito firmato: " moderazione."
 Essi sanno, come noi sappiamo, che si tratta dello stesso estremismo e dello stesso terrorismo sotto nomi differenti. Sanno come noi sappiamo che sotto il pretesto del "sostegno ai gruppi moderati" si continua ad armare quelli che, in realtà, appartengono ad Al-Qaïda . Sanno come noi sappiamo, che con il pretesto di " sostegno a gruppi moderati " si continuano ad armare coloro che in definitiva appartengono ad Al - Qaeda e a molte delle sue organizzazioni che imperversano in Siria, in Iraq, ed in altri paesi della regione.



Tale è la verità, Signore e Signori. Svegliatevi! L'Occidente sostiene e certi paesi arabi eseguono ciò che occorre affinché alla fine del percorso le armi cadono alle mani di Al-Qaïda. Di conseguenza, l'Occidente pretende di lottare in pubblico contro il terrorismo, ma lo nutre in segreto. Chi non vede questa verità è cieco o ignorante. Oppure, non vuole vederla e ha deciso di continuare su questa via!



Questa è la Siria che volete, malgrado le migliaia di martiri, l'installazione dell'insicurezza, e le distruzioni sistematiche? Queste sono le aspirazioni del popolo siriano che vorreste realizzare? No, Signore e Signori, la Siria non resterà in questa situazione. E' per dirvelo che siamo qui.

 
Siamo venuti , nonostante tutto quello che è stato fatto da alcuni di voi .


Siamo venuti per salvare la Siria, per fermare le decapitazioni, i mangiatori di fegato e di cuori e gli sventratori.


Siamo venuti per riportare le madri ed i loro bambini cacciati dai loro focolari dai terroristi.


Siamo venuti per proteggere il nostro Stato laico, la nostra civiltà, e l'avanzata dei tartari e mongoli nella nostra regione .


Siamo venuti per evitare il collasso di tutto il Medio Oriente.

Siamo venuti per proteggere la ricchezza e la diversità della nostra cultura, per proteggere il dialogo tra le civiltà e le religioni, alla sorgente stessa di queste religioni.


Siamo venuti per proteggere l'islam tollerante che è stato sfigurato.


Siamo venuti a proteggere e custodire i cristiani del Medio Oriente !

Noi siamo qui per dire ai siriani all'estero: ritornate nel vostro paese, perché lo straniero resta uno straniero, per quanto vicino sia, ed il siriano resta un fratello per il siriano, qualunque sia l'intensità delle avversità.
Siamo venuti per fermare il terrorismo, come l'hanno fatto tutti gli Stati del mondo che hanno sperimentato la sua dolorosa amarezza. Certo, abbiamo detto e continuiamo a dire che il dialogo tra i siriani è la soluzione. Ma abbiamo agito ed agiamo come tutti gli altri paesi del mondo quando sono stati colpiti dal terrorismo. Abbiamo cercato e cercheremo sempre di difendere il nostro popolo, tale è il nostro dovere costituzionale... E, da questa tribuna, vi dico che continueremo a colpire il terrorismo che ha nociuto gravemente a tutti i siriani, a prescindere dalla loro appartenenza politica.



Siamo venuti a mettervi, tutti, di fronte alle vostre responsabilità. Perché, finché alcuni Stati che conoscete, e che conosciamo, continueranno a sostenere il terrorismo, questa Conferenza non conoscerà il successo; l'azione politica ed il terrorismo sono tra loro incompatibili quando si tratta di uno stesso campo. La politica implica " la lotta contro il terrorismo" e non spinge nella sua ombra!



Siamo venuti in quanto rappresentanti del popolo siriano. 
Sì, Signor Kerry, dico che l'esperienza prova che nessuna persona al mondo ha il diritto di accordare, di conferire o di ritirare la legittimità ad un Presidente, ad un Stato, ad una Costituzione, o a chicchessia , tranne i siriani stessi!
E' il loro diritto ed il loro dovere costituzionale. Tutto quello su cui potremmo accordarci qui, e comunque sia, sarà sottomesso ad un referendum popolare. Siamo qui per fare sapere la volontà del popolo siriano, non per decidere del suo avvenire! Di conseguenza, chi non vuole ascoltare questa volontà farebbe meglio a non parlare in suo nome. Solo il popolo siriano ha il diritto di decidere dei suoi dirigenti, del suo governo, del suo parlamento, e della sua Costituzione. Ogni altra decisione è inaccettabile.



Per concludere, mi rivolgo alle persone, qui presenti, così come al mondo intero che ci guarda e ci ascolta: in Siria viviamo una guerra contro il terrorismo! 
Un terrorismo che ha distrutto molto e che continua di distruggere. Un terrorismo contro il quale la Siria è insorta dagli anni ottanta del secolo scorso, continuando a richiamare con voce alta e forte alla necessità di formare un fronte unico per combatterlo; ma nessuno ha voluto ascoltare.


Un terrorismo di cui avete sofferto orribilmente negli Stati Uniti, in Francia, in Gran Bretagna, in Russia, in Iraq, in Afghanistan, in Pakistan, e l'elenco si allunga, perché si sta espandendo dovunque. Cooperiamo insieme tutti, mano nella mano, per combatterlo e fermare la nefandezza della sua ideologia oscurantista e terribile.



In quanto a noi, i siriani, alziamoci come un solo uomo e concentriamoci sulla Siria per cominciare a ricostruirla umanamente e strutturalmente. Certo, il dialogo è fondamentale, come ho detto già. Ma, sebbene ringraziamo questo paese che ci accoglie, diciamo che il vero dialogo tra i siriani deve avere luogo in Siria , sotto il cielo della patria !
Un anno fa, il governo esponeva la sua visione della soluzione, ma ancora una volta nessuno ci ha dato retta ! Quante vite innocenti sarebbero state risparmiate se alcuni Stati avessero optato per il linguaggio della ragione, piuttosto che per quello del terrore e della distruzione! E' un anno intero che chiamiamo al dialogo, mentre il terrorismo non ha smesso di colpire lo stato siriano, le sue istituzioni, il suo governo ed il suo popolo.

Ma, meglio tardi che mai.. Oggi eccoci riuniti per prendere una decisione molto importante da cui dipenderà il nostro destino: la decisione di lottare contro il terrorismo e l'estremismo pur impegnandoci nel processo politico; il che è la cosa più opportuna dato che che tutti siamo qui, sia gli arabi quanto gli occidentali !



Ora, se alcuni Stati tra di voi continuano a sostenere il terrorismo in Siria , sarà una decisione vostra...  Voi conoscete la nostra. Se no, mettiamo da parte gli oscurantisti e i bugiardi che vi tendono la mano e vi sorridono in pubblico, ma nutrono il terrorismo nell'ombra.  Un terrorismo che colpisce la Siria, ma che finirà per spargersi e per bruciarci tutti.



È dunque l'istante della verità e l'istante del destino, siamo all'altezza del momento!


Vi ringrazio

.
Dr. Walid al- Mouallem



Fonte : Sana



(srpskohrvatski / english / italiano)

Sugli Ustascia il Vaticano non cambia linea

1) Il cardinale Stepinac è un "santo" anche secondo papa Bergoglio
2) Stepinca proglašavaju za sveca
3) Protest To Vatican Over Intent To Declare Alojzije Stepinac Saint
4) Stepinac ruši odnose sa Vatikanom?


Sulle politiche di sterminio attuate dagli ustascia con la corresponsabilità di Alojizije Stepinac si veda ad esempio:


=== 1 ===

L’OSSERVATORE ROMANO
mercoledì 12 febbraio 2014, p.8

In un’omelia del prefetto della Congregazione delle cause dei santi 

Il cardinale Stepinac secondo Papa Francesco 

«Coactus feci» firmava dopo gli interrogatori

«Venerdì pomeriggio ho informato il Santo Padre che i medici avevano valutato come scientificamente inspiegabile il presunto miracolo presentato dalla postulazione per la canonizzazione del beato martire Alojzije Stepinac». Lo ha rivelato il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, durante la messa nella chiesa romana di San Girolamo dei Croati lunedì 10 febbraio, memoria liturgica del beato arcivescovo di Zagabria morto nel 1960.

«Papa Francesco si è rallegrato molto di questo passaggio importante» nell’iter della causa di canonizzazione, ha affermato ancora il cardinale Amato, riferendo anche un altro aspetto significativo. Il Pontefice gli ha confidato «che da giovane, in Argentina, aveva seguito con grande interesse e partecipa- zione la vicenda del martire croato, aggiungendo un particolare a me sconosciuto. Alla fine degli interminabili e micidiali interrogatori — ha detto — quando l’arcivescovo Stepinac, sfinito dalla stanchezza, era costretto a firmare false confessioni, aggiungeva alla sua firma due lettere: cf». E il Papa, ha precisato il cardinale prefetto, «mi ha poi spiegato il significato di queste due lettere: coactus feci. Cioè: l’ho fatto perché costretto». Dunque, ha rimarcato il porporato, «nonostante la spossatezza fisica, il suo spirito di fede manteneva ancora un residuo di lucidità per comunicare al mondo la sua indomita fedeltà al Vangelo, che non era stata piegata nemmeno dalla più atroce tortura».

Il cardinale Amato ha ricordato che Stepinac fu vittima della «bufera anticattolica che si scatenò in Europa nel secolo scorso e che, come un micidiale terremoto, uccise innocenti, devastò chiese, distrusse scuole e istituzioni cattoliche». Così «il Novecento, che avrebbe dovuto essere il tempo della libertà, in realtà per l’Europa fu il tempo della tirrannide ideologica antireligiosa, comunista e nazista». Tanto da essere «il tempo delle invenzioni diaboliche delle foibe, dei lager, dei gulag». Quei «moderni tiranni — ha detto — non obbedivano a nessun diritto che non fosse quello della loro perversa ideologia. Erano fuorilegge che uccisero uomini e donne, bambini e anziani». E «studi storici affidabili», ha aggiunto, calcolano che «mai nella storia ci furono tanti testimoni uccisi in odio alla loro fede cristiana, come nel secolo scorso. Nella Christian World Encyclopedia lo studioso anglicano David B. Barrett parla di 26.685.000. È come se intere città e nazioni fossero state cancellate dalla furia del maligno».

Il beato Alojzije Stepinac è un testimone autorevole di queste persecuzioni. Lo conferma un suo scritto citato dal cardinale Amato nell’omelia: «Se gli uomini ti giudicano ingiustamente, specialmente se avverrà mai che sarai condannato per la tua fedeltà a Cristo, gioisci e rallegrati, perché Gesù soffre con te. E quando si soffre con Gesù, tutto diventa più facile». Stepinac si oppose con fermezza alle persecuzioni di ogni provenienza, alzando la voce in difesa della libertà e della giustizia. Contro di lui il regime, che «non voleva creare martiri, utilizzò la strategia dello stillicidio, della morte lenta, più micidiale e penosa di ogni altra forma di martirio. Inoltre, colpì il capo per piegare i fedeli».

La testimonianza di Stepinac, ha spiegato il cardinale Amato, resta attualissima: anche «oggi viene apertamente combattuta la visione cattolica dell’uomo, della donna, del matrimonio, dell’educazione dei giovani, del rispetto e della dignità della vita umana dal suo nascere fino al suo naturale tramonto. Oggi le virtù vengono derise e i vizi esaltati. Le beatitudini evangeliche vengono sostituite da atteggiamenti violenti e trasgressivi. La libertà, che l’ideologia antievangelica rivendica per se stessa, viene negata a chiare lettere a coloro che la pensano diversamente. Si impone con la forza bruta di una propaganda calunniosa ciò che non si ottiene con la ragione». Da Stepinac, ha concluso, «impariamo a essere fedeli a Cristo, alla Chiesa, al Papa; a essere forti dinanzi al disprezzo, all’ingiustizia, alla persecuzione; a difendere con coraggio i diritti dell’uomo insieme ai diritti di Dio» E «impariamo soprattutto a perdonare ai nostri nemici e ad amarli. Le ideologie umane tramontano, le dittature implodono. Solo la carità di Dio rimane per sempre».


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REGION | UTORAK 11.02.2014 | 08:31

Stepinca proglašavaju za sveca

IZVOR: B92, TANJUG, VEČERNJE NOVOSTI

Beograd, Zagreb -- Vatikan je zvanično potvrdio da će kardinal Alojzije Stepinac uskoro biti proglašen za sveca, pišu Večernje novosti.


Na misi u rimskoj crkvi svetog Jeronima kardinal Angelo Amato, prefekt Kongregacije za proglašavanje svetih, najavio je da će papa Franjo proglasiti Stepinca svetim, na osnovu nalaze lekarske komisije koja je potvrdila čudesna ozdravljenja od strane Stepinca.

Kardinal Amato održao je misu na godišnjicu smrti Alojzija Stepinca, koji je umro u Krašiću pre 54 godine. 

Očekuje se da će sam papa Franjo veoma brzo javno da objavi datum kada će proglasiti Stepinca svetim, ali pre toga i kardinalski zbor treba da se složi sa dokumentacijom koju je prikupila vatikanska Kongregacija. 

Očekuje se da će proglašenje Alojzija Stepinca svetim biti do kraja ove godine. I papa Jovan Pavle II biće proglašem svetim 27. aprila u Rimu, gde se očekuje dolazak nekoliko miliona vernika iz celog sveta.

Šta je sporno u vezi Stepinca


Papa Benedikt XVI je u junu 2011. u Zagrebu rekao da se bivši zagrebački nadvbiskup Alojzije Stepinac zahvaljujući hrišćanskoj savesti odupirao totalitarizmu, a u vreme nacizma branio Jevreje i pravoslavce. 

Zbog tih reči o Stepincu na račun pape stigle su brojne kritike u stranim medijima. Američka agencija AP navela je da je "Stepinac podržavao ustaše čija je okrutnost bila tako ekstremna da su uspeli da šokiraju i nacističke gazde". 

"Papa je u pravu kada proklinje zločinačke ustaške vojne snage, ali nije u pravu kada odaje priznanje jednom od njihovih zagovarača", citirao je AP Elana Steniberga iz Američkog udruženja žrtava holokausta. 

Austrijska novinska agencija APA i švajcarski mediji podsetili su, povodom posete pape Hrvatskoj, na masovna ubistva ustaškog režima tokom Drugog svetskog rata, posebno navodeći ulogu zapovednika Ante Pavelića, koji je vladao, kako ističu mediji, uz asistenciju Vatikana. Tako APA podsetila da je Pavelić, nakon Drugog svetskog rata, pobegao zahvaljujući pomoći Vatikana. 

APA naglašava da se dokazi o sumnjivoj ulozi Stepinca mogu naći u dokumentaciji iz Drugog svetskog rata - i to ne iz arhive kasnijih komunističkih vlasti, već iz nemačkih i italijanskih arhiva - i dodaje da je bilo i franjevaca u ustaškim uniformama koji su zapovedali logorima srmti, kao u slučaju Miroslava Filipovića iz Jasenovca, koji je svojeručno ubijao. 

APA je podsetila i da je "Enciklopedija Britanika" navela da je stravičnost masakra nad Srbima nadmašila samo masovno uništenje poljskih Jevreja u nacističkoj Nemačkoj. Vatikan je, kako ističe APA, bio detaljno informisan o događanjima u Hrvatskoj, a tokom vladavine ustaša uništeno je oko 300 pravoslavnih crkava, a 128 sveštenika zlostavljano i ubijeno. 

I britanski javni servis BBC naveo je u svom izveštaju iz Zagreba da je papa posetio grob “kontroverznog kardinala iz Drugog svetskog rata”. 

Takođe, Stepinca su jugoslovenske vlasti osudile da je sarađivao sa ustašama i Ante Pavelićem. Za njega se takođe pretpostavljalo da je znao za dešavanja u logoru Jasenovac, i pokrštavanje nekoliko hiljada Srba.



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Sat, Feb 15th, 2014

Protest To Vatican Over Intent To Declare Alojzije Stepinac Saint

TANJUG

ZAGREB – Alen Budaj, an associate of the Jerusalem-based Simon Wiesenthal Center, has said that the countries that are legal successors to the former Yugoslavia, Serbia in particular, must send a strong diplomatic protest to the Vatican over its intention declare Cardinal Alojzije Stepinac a saint.

The Vatican has officially confirmed that Cardinal Alojzije Stepinac will soon be declared a saint.

Immediately upon the entering of the Germans in Zagreb, on April 10, 1941, Stepinac supported the establishment of the Independent State of Croatia (ISC), which was declared a state by the Ustasha (Croatian fascist movement), and in 1945, he fought for the preservation of the regime headed by Ustasha leader Ante Pavelic.

Budaj believes that a protest against sanctifying Stepinac, who took part in the creation and implementation of NDH ideas during World War II, needs to be made even at the cost of breaking off diplomatic relations with the Vatican.

“I hope that the Serbian Orthodox Church will react, since this particular decision made by the Vatican is also undermining the ecumenical relations between the two churches,” Budaj said, stressing that Israel and many Jewish institutions in the territory of the former Yugoslavia should react to this strongly and immediately.

It is not at all surprising that the new Pope Francis is proclaiming Stepinac a saint, as that road was mapped by the Catholic Church in Croatia immediately after the verdict against Stepinac had been delivered, said Budaj, who is also director of the Margel Institute, a Jewish NGO in Zagreb.

On October 11, 1946, Stepinac was found guilty of high treason and war crimes – for his relations with the Croatian Ustasha and collaboration with the occupation forces – and was sentenced to 16 years in prison.

In 1951, he was transferred to his native village of Krasic, where he spent the remainder of his life confined to his home parish until his death on February 10, 1960. As a sign of support, the Vatican awarded Stepinac the title of cardinal in 1952.

Budaj pointed out that already during his trial, the West and the Catholic world considered Stepinac to be a martyr and innocent victim of Communist persecution, that Stepinac has been made a cardinal while alive and beatified after death, and is now to be declared a saint of the Roman Catholic Church.

He would be the only saint to receive a high distinction from the Ustasha headman, and that while being the Archbishop of Zagreb, for a merit he earned as a helper of a fascist, criminal regime, Budaj said, adding that a report about it appeared in Narodne Novine, the official mouthpiece of the NDH.

“While Monsignor Svetozar Ritig, prebendary of the Zagreb Chapter (Kaptol), saw in Pavelic an evil in the making as early as in 1929, Stepinac wholeheartedly greeted and served Pavelic. Ritig has no street (named after him) in Zagreb, as he was an anti-fascist, while Stepinac has all the honors as a clerical fascist,” said Budaj.

Budaj said it is no big wonder that Stepinac will be canonized, as the Vatican was recognized as a state by fascist Benito Mussolini’s Lateran Treaty in 1929.

“I do not want to hear about Stepinac’s great merit in ‘saving’ Jews, because he was all the while drawing up in the official Catholic press Pavelic’s racial provisions by which the Jews were taken to concentration camps.

I do not want to hear about his efforts to save certain Serbs, because he was on the Committee of Three in charge of conversions to Catholicism and I do not want to hear about his being a martyr and saint because he left his own Catholic priests to be tortured by the Ustasha in Jasenovac (Ustasha concentration camp) just because they were under suspicion of being opponents of the regime,” Budaj said.

He pointed out that Stepinac never regretted over violent conversion of Serbs into Catholicism or over Jews being forcibly taken to be baptized, even though he knew it would not save them from being taken to the camp.

“He never repented his Catholic ‘baptized souls’ burning Jewish and Serbian churches, plundering around as wild hordes, raping and killing as crusader armies once did across the Holy Land,” Budaj said in an interview for SRNA news agency that was published in Banja Luka-based Nezavisne Novine.

He added that Stepinac knew about it all, but nevertheless bestowed blessings on the NDH and served it, even after its collapse, hiding Ustasha criminals, stolen Jewish gold and Ustasha state archive in the Zagreb Kaptol.

“To me, as a free man, Stepinac will never be a saint, as I am not bound by decisions of the Pope, nor have I lost my mind to believe in that fraudulent alchemy of miraculous transformation of a criminal into a saint,” said Budaj.



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Stepinac ruši odnose sa Vatikanom?



14.02.2014 12:33 | Agencije

Zagreb - Saradnik Centra Simon Vizental Alen Budaj kaže da bivše zemlje SFRJ, posebno Srbija, moraju uložiti oštar protest zbog namjere da Alojzije Stepinac bude svetac.


Budaj smatra da diplomatski protest treba uložiti Vatikanu, čak i po cijenu da to dovede to prekida diplomatskih odnosa.

"Nadam se da će to učiniti i SPC, jer ova odluka Vatikana potkopava i ekumenske odnose dvije crkve", rekao je Budaj istakavši da bi i Izrael trebalo hitno i najoštrije da reaguje, kao i mnoge jevrejske institucije na području bivše SFRJ.

"Proglašenje svetim osobe koja je učestvovala u kreiranju i provođenju politike fašističke ustaške tvorevine Nezavisne Države Hrvatske (NDH) nije i neće dobiti priznanje pravednika među narodima Jad Vašema nikada", kaže Budaj, koji je i direktor jevrejske nevladine organizacije "Margelov institut" iz Zagreba.

Budaj napominje da se ne treba uopšte čuditi što novi papa Franja proglašava Stepinca svecem, jer je taj put zacrtala Katolička crkva u Hrvatskoj odmah nakon presude Stepincu.

Zbog saradnje sa okupatorom i ustašama Stepinac je osuđen na 16 godina zatvorske kazne, ali je 1951. pušten u kućni pritvor u rodno selo Krašić, gdje je kao znak podrške Vatikana 1952. dobio zvanje kardinala i gdje je umro 10. februara 1960. od rijetke bolesti policitemije.

"On je već na suđenju za Zapad i katolike momentalno postao nevini mučenik jugoslovenskog komunističkog režima, proglašen kardinalom za života, nakon smrti blaženim, a evo uskoro i svecem Rimokatoličke crkve", podseća Budaj.

On naglašava da će to biti jedini svetac koji se za svoje zasluge jednom fašističkom zločinačkom režimu okitio visokim odlikovanjem ustaškog poglavnika i to kao zagrebački nadbiskup, a o tome su izvjestile "Narodne novine" kao službeno glasilo NDH.

"S druge strane, dok je kanonik zagrebačkog Kaptola monsinjor Svetozar Ritig još 1929. godine u (Ante) Paveliću video zlo koje se sprema, Stepinac je Pavelića obijeručke dočekao i služio mu. Ritig nema ulicu u Zagrebu, jer bio je antifašista, ali Stepinac ima sve počasti kao klerofašista", ističe Budaj.

On ponavlja da ne treba previše biti začuđen zbog kanonizacije Stepinca, jer Vatikan je 1929. Lateranskim ugovorima priznat kao država od fašiste Benita Musolinija.

"Ne želim slušati o velikim zaslugama Stepinca za "spašavanje" Jevreja, jer je istovremeno donosio u službenoj katoličkoj štampi Pavelićeve rasne odredbe po kojima su Jevreji odvođeni u logore.Ne želim slušati kako se zalagao za spas pojedinih Srba jer je bio u Odboru trojice za pokrštavanje i ne želim slušati da je bio mučenik i svetac jer je ostavio vlastite katoličke sveštenike da ih ustaše izmrcvare u Jasenovcu samo zato jer su bili pod sumnjom da su protivnici režima", navodi Budaj.

On podsjeća da se Stepinac nikad nije pokajao zbog toga što su Srbi pokatoličavani nasilno i što su Jevreji privođeni na krštenje, iako je znao da ih to neće spasiti logora.

"Nije se uopšte pokajao što su njegove katoličke "krštene duše" palile jevrejske i srpske hramove, pljačkale kao divlje horde, silovale i ubijale kao nekada krstaške vojske po Svetoj zemlji", kaže Budaj, prenijele su banjalučke "Nezavisne novine".

On navodi da je Stepinac sve to znao, ali je uprkos tome blagoslovio NDH i služio joj, čak i nakon njenog sloma, skrivajući na Kaptolu ustaške zločince, oteto jevrejsko zlato i ustašku državnu arhivu.

"Za mene, kao slobodnog čovjeka, on nikada neće biti svetac, jer me ne obavezuje papina odluka, niti me moj razum napustio pa da povjerujem u tu prevarantsku alhemiju čudesnog preobražaja zločinca u sveca", zaključuje Budaj.

Vatikan je zvanično potvrdio da će kardinal Alojzije Stepinac uskoro biti proglašen za sveca. 

Stepinac je odmah po ulasku Nemaca u Zagreb 10. aprila 1941. podržao osnivanje NDH, pružao je podršku ustaškom režimu, a 1945. borio se za očuvanje tog režima.





Segnalazioni editoriali su Ustascia e dintorni

1) Pino Adriano e Giorgio Cingolani: LA VIA DEI CONVENTI
2) Alberto Becherelli: ITALIA E STATO INDIPENDENTE CROATO (1941-1943)


Sugli stessi temi si vedano anche:

Ante Pavelic - il duce croato
di Massimiliano Ferrara (KappaVu, 2008)

Il silenzio di Pio XII. Papa Pacelli e il nazifascismo
di Carlo Falconi (Kaos, 2006)

Dio è con noi! La Chiesa di Pio XII complice del nazifascismo
di Marco Aurelio Rivelli (Kaos, 2002)

Dittatore per caso
di Erik Gobetti (L'Ancora del Mediterraneo, 2001)

L'Arcivescovo del genocidio
di Marco Aurelio Rivelli (Kaos, 1999)

Il fascismo e gli ustascia - 1929-1941
di Pasquale Juso (Gangemi, 1998)

Ustascia tra il fascio e la svastica
di Giacomo Scotti (Incontri, 1976)

Genocidio nella Croazia satellite 1941-1945 
di Edmond Paris (Club degli Editori, 1976)

La nostra pagina dedicata:


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Pino Adriano e Giorgio Cingolani

LA VIA DEI CONVENTI.
ANTE PAVELIĆ E IL TERRORISMO USTASCIA DAL FASCISMO ALLA GUERRA FREDDA

Mursia 2011

pagg.648 - ISBN 978-88-425-4666-5 - euro 20

«A volte distinti per nazionalità, a volte mescolati nelle stesse comitive, criminali di guerra tedeschi, austriaci e croati fuggirono tra il 1945 e il 1948 lungo la “via dei conventi” secondo piani prestabiliti dai tre principali artefici dell’esfiltrazione: l’ex colonnello delle SS Walter Rauff, il vescovo austriaco Alois Hudal e monsignor Krunoslav Draganović.»


IL LIBRO – L'organizzazione segreta ustascia, creata nel 1930 da Ante Pavelić, si batteva per l'indipendenza della Croazia dal regno di Jugoslavia. Ben presto, con il sostegno di Mussolini, Pavelić allestì le proprie basi clandestine in Italia e ramificò l'organizzazione in varie parti del mondo. Per un decennio il terrorismo ustascia si manifestò con sanguinosi attentati, come quello di Marsiglia del 1934, che costò la vita ad Alessandro I di Jugoslavia e al ministro degli Esteri francese Louis Barthou. Disgregata la Jugoslavia nel 1941, Hitler e Mussolini affidarono a Pavelić la guida dello Stato fantoccio croato. Il fanatismo confessionale e razzista degli Ustascia divenne terrorismo di Stato e i massacri perpetrati contro Serbi, Ebrei e Rom furono uno dei peggiori crimini del XX secolo. Fuggiti in Italia nel 1945 attraverso la «via dei conventi» e poi emigrati in Argentina, gli Ustascia continuarono a praticare la violenza fino alla morte di Pavelić, avvenuta in Spagna nel 1959, e anche in seguito.
  Adriano e Cingolani mettono in luce, sulla base di documenti diplomatici e d'archivio di numerosi Paesi, gli intrecci che l'organizzazione ebbe con i governi che segretamente la sostenevano, tra cui il Fascismo prima ed esponenti del Vaticano poi, e rivelano le radici lontane dei più recenti conflitti in terra balcanica.

DAL TESTO – “I due ascoltarono la sua storia, la verificarono con le informazioni che avevano raccolto e alla fine gli proposero di mettere la sua esperienza di corriere al servizio dell'organizzazione. Jarschel accettò, ebbe una paga e un passaporto a tutta prova e qualche giorno dopo partì per la sua prima missione a Genova: aveva «un messaggio delicato» da consegnare personalmente «a un tale Draganović». Per un anno Jarschel fece la spola fra Milano, Genova e Roma. Quando accompagnava personaggi tedeschi di riguardo la scorta era quasi sempre formata da ex ustascia, talvolta da qualche ex fascista. Nella primavera del 1947 Jarschel dovette lasciare Milano per motivi di sicurezza. Un sacerdote tedesco venne a prenderlo a San Cristoforo con una vecchia Fiat e lo portò «in un convento di Milano, adiacente alla chiesa di San Lorenzo, in piazza Vetra». La sera stessa, accompagnati dal prete tedesco, sette fuggiaschi vestiti da frati partirono in treno per Roma. Jarschel stette qualche tempo «in clausura» con altri camerati nel convento di monsignor Hudal a Santa Maria dell'Anima; dovette raccontare per iscritto tutta la sua storia nei minimi dettagli e restò un paio di settimane in «ritiro spirituale» sotto la guida di un gesuita tedesco. Superate le prove, con undici camerati Jarschel partì per il Medio Oriente, dove trovò un ingaggio come istruttore militare.
  “Fra il 1945 e il 1948, lungo la stessa via percorsa da Jarschel - o con poche varianti - migliaia di fuggiaschi giunsero in Italia e ripartirono verso paesi lontani. I nazisti la chiamavano klosterweg, gli Ustascia put samostana, gli investigatori americani monastry-road, quelli italiani la strada dei conventi. A volte distinti per nazionalità, a volte mescolati nelle stesse comitive, tedeschi, austriaci, croati e collaborazionisti vari viaggiavano lungo la via dei conventi secondo piani prestabiliti dai tre principali artefici dell’esfiltrazione, l'ex colonnello delle SS Walter Rauff, monsignor Krunoslav Draganović e il vescovo austriaco Alois Hudal.”

  GLI AUTORI – Pino Adriano, regista e giornalista televisivo, ha realizzato un centinaio di programmi per la RAI con particolare riguardo alla storia economica, sociale e politica del Novecento italiano. Ha scritto Corpi di reato. Quattro storie degli anni di piombo (2000), di cui è coautore Giorgio Cingolani, e L'intrigo di Berna (2010). 
  Giorgio Cingolani, storico e saggista, ha scritto Il Fermano negli anni '20 (1994), La destra in armi (1996) e, con Pino Adriano, Corpi di reato. Quattro storie degli anni di piombo(2000). Collabora a riviste di settore.

  INDICE DELL’OPERA - Fonti e abbreviazioni - Parte Prima. Il movimento ustascia dalle origini al 1941 - Capitolo Primo. Le origini (Il regicidio - Le origini croato-bosniache dell'ustascismo - Il frate bosniaco - Gli Slavi del Sud tra idea nazionale e progetti statuali: Grande Serbia, Grande Croazia e Jugoslavia - I popoli jugoslavi e la Grande Guerra - Gli interessi italiani sullo spazio jugoslavo e il contenzioso tra i due paesi - Il piano di azione tra gli jugoslavi e il Comitato croato - Dal Trattato di Rapallo al Trattato di Roma) - Capitolo Secondo. Il Regno dei Serbi, Croati, Sloveni e 1'Italia (Stato unitario degli Slavi del Sud - Stato e chiese - Il Partito del diritto di stato croato e l'Italia – Mussolini, Grandi e Badoglio - La visita di Pavelić a Roma - Pavelić alla Skupština - L'azione del separatismo macedone – L’eccidio della Skupština - Il programma croato - Il comitato segreto e le forniture d'armi - Pavelić in esilio - Gli accordi di Sofia) - Capitolo Terzo. Sotto l'ala del Duce (Pavelić in Italia - La missione dell'ingegnere – La nascita dell'Ufficio Croazia - Il fronte croato-macedone - Il Vaticano e la questione croata - Dal Domobran all'Ustaša - Propaganda e azione armata - Il Nucleo - La «rivolta» della Lika e l'Internazionale fascista - Il potenziamento del Nucleo - L'attentato di Zagabria) - Capitolo Quarto. Il regicidio (La nuova situazione internazionale - I movimenti del Nucleo - Verso Marsiglia - L'attentato - L'inchiesta - Le conseguenze - Le responsabilità del regime fascista) - Capitolo Quinto. Da Torino a Zagabria (La détente italo-jugoslava - La tela del ragno - La libertà vigilata - Pavelić contro Maček – Il Trattato di amicizia italo-jugoslavo - Lo scioglimento del Nucleo - Il Concordato incompiuto - La rete di sostegno - Errori e orrori – Certose e conventi - La Croazia tra Italia e Germania - La rimobilitazione di Pavelić) - Parte Seconda. Gli Ustascia al potere 1941-1945 - Capitolo Primo. Lo Stato indipendente croato (La guerra contro la Jugoslavia - La nascita dello Stato indipendente croato - La Chiesa croata e il nuovo Stato - Il viaggio di Pavelić a Roma) - Capitolo Secondo. I massacri di Serbi, di Ebrei e di Rom (Dalle leggi razziali ai massacri - La spoliazione dei beni delle vittime - L'occupazione italiana: problemi militari e sociali - Testimonianze, proteste, denunce dei massacri - Il delegato vaticano – Le conversioni coatte – Jasenovac) - Capitolo Terzo. Problemi di sopravvivenza dello Stato indipendente (Il Movimento di liberazione nazionale jugoslavo e i Cetnici - Contrasti e dissidi tra Italia e Stato indipendente croato - Frattura sociale e opposizione al regime in Croazia - L'accordo con i Cetnici e i crimini italiani - La Santa Sede e la situazione in Croazia) - Capitolo Quarto. Crisi e fine dello Stato croato (La guerra a una svolta - La fine dell'egemonia italiana in Dalmazia - La missione di Draganouić - Le conseguenze dell'armistizio italiano – I tentativi ustascia di salvare lo Stato croato - Tito a Belgrado - La fine dello Stato croato - La distruzione di Jasenovac - Dopo il crollo, la fuga – Bleiburg - I massacri perpetrati dagli Ustascia tra memoria, rimozione e strumentalizzazioni) - Parte Terza. Ustascia e Guerra Fredda 1945-1959 - Capitolo Primo. Criminali di guerra in fuga (Le liste nere - I piani di sopravvivenza – Pavelić in Austria - Le reti di sostegno e l'oro ustascia - Ustascia e SS sulla via dei conventi) - Capitolo Secondo. La rete e le trame degli Ustascia in Italia (Profughi e criminali di guerra - Gerarchi e conventi - Sulle tracce del poglavnik - L'attività anticomunista degli jugoslavi - La querelle sui criminali di guerra) - Capitolo Terzo. La crociata anti-comunista (La Jugoslavia socialista - L'opposizione al regime comunista - Il processo Stepinac - Il Hrvatski narodni otpor - L'Operazione 10 aprile – La rottura tra Stalin e Tito) - Capitolo Quarto. Verso il Nuovo Mondo (Obiettivo Argentina - Argentina e Terzo Reich - L'ascesa di Perón - Il ponte Madrid-Buenos Aires - La Pax Romana - La via italiana - Il piano di immigrazione - Sotto la Lanterna - Il viaggio di Evita e la nascita della SARE - La partenza di Pavelić - La via dei conventi e la ratline americana) - Capitolo Quinto. Gli Ustascia in America (Gli Ustascia in Argentina - Pavelić a Buenos Aires - Crisi e frantumazione del movimento ustascia - La caduta di Perón e l'attentato a Pavelić – La morte di Pavelić - La vicenda di Artuković) – Epilogo. La questione ustascia tra Jugoslavia e Vaticano 1952-1972 (La nuova identità jugoslava - Jugoslavia e Vaticano: dall'ostilità al dialogo - Liberalizzazione ed emigrazione nella Jugoslavia degli anni Sessanta - La ripresa del terrorismo ustascia - L'accordo tra Jugoslavia e Vaticano - Il ritorno di Draganović - L'esplosione del terrorismo e la «Primavera croata») - Note - Ringraziamenti - Bibliografia - Indice dei nomi


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Italia e Stato Indipendente Croato (1941-1943)


di Alberto Becherelli
casa editrice: Nuova Cultura
anno di pubblicazione: 2012
collana: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
pagine: 348
prezzo: 23,00 euro

Il volume si propone di ricostruire alcuni aspetti delle relazioni politico-diplomatiche, militari ed economiche intercorse tra l’Italia e lo Stato Indipendente Croato fino alla caduta del fascismo e al successivo armistizio dell’8 settembre 1943. Ufficialmente contrassegnate dal rapporto di alleanza, le relazioni italo-croate furono caratterizzate in realtà da una forte conflittualità a diversi livelli, generata da alcune fondamentali questioni, tra le quali primeggiava la disputa dalmata. Le tensioni non riguardarono solo i rapporti tra Roma e Zagabria ma determinarono ancor più una serie di attriti tra le autorità militari e le personalità politiche italiane all’interno dello stesso Stato croato: gli ambienti militari italiani fin dall’inizio si dimostrarono critici nei confronti degli ustaša al potere, mentre la Legazione Italiana a Zagabria criticò gli atteggiamenti filo-serbi assunti da ufficiali e soldati italiani. L’intransigenza degli ustaša vicini alla Germania nazista in contrapposizione alla flessibilità che caratterizzò le posizioni del leader Ante Pavelić rappresentò poi un ulteriore ostacolo per l’imperialismo italiano; senza dimenticare infine, nel contesto quotidiano, i numerosi “incidenti” tra militari italiani e milizie croate.

Alberto Becherelli ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia dell’Europa presso Sapienza, Università di Roma. Collabora con la cattedra di Storia dell’Europa Orientale del dip.to di Storia, Culture, Religioni e con l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Si occupa di Storia dell’Europa danubiano-balcanica con particolare interesse all’area ex jugoslava.



Italia e Stato Indipendente Croato (1941-1943)


Le relazioni tra l’Italia fascista e il movimento ustascia croato durante la Seconda guerra mondiale. Un’analisi dettagliata dei documenti militari italiani in questo libro di Alberto Becherelli. Una recensione

All'occupazione italiana dei Balcani sono stati dedicati diversi studi, nondimeno il presente volume, attraverso l'analisi dettagliata dei documenti militari italiani, riesce ad approfondire aspetti già noti e ad offrire spunti nuovi sulle relazioni tra l'Italia fascista e gli ustascia croati. Relazioni che furono fondamentalmente improntante alla collaborazione, ma non per questo mancarono attriti e divergenze tra Italia e Stato Indipendente Croato.
Nonostante gli ustascia fossero stati foraggiati per molti anni da Mussolini, una volta giunti al potere essi si mostrarono molto più sensibili all'influenza tedesca che non a quella italiana. Questa fu la prima ragione di disappunto per gli italiani, ma non l'unica.
È noto che gli italiani non furono molto teneri durante l'occupazione, il generale Roatta raccomandava ad esempio che le linee guida della lotta contro i partigiani non andavano riassunte nel detto ”dente per dente” bensì in quello “testa per dente”. Tuttavia gli italiani non mancarono di restare interdetti di fronte alle manifestazioni più efferate della violenza ustascia. Secondo il generale Ambrosio, capo della 2a Armata italiana, gli ustascia non erano altro che  “selvaggi capaci unicamente di massacrare popolazioni indifese, ma incapaci (…) di fronteggiare le forze ribelli”. Ambrosio aggiungeva quindi che “il soldato italiano non poteva rimanere indifferente allo spettacolo di continui, ignominiosi delitti” compiuti dagli ustascia.
Per fuggire gli eccidi dei tedeschi e degli ustascia, migliaia di ebrei si riversarono nella zona di occupazione italiana. In alcuni casi le autorità italiane li riconsegnarono agli ustascia, ma molto più spesso si rifiutarono. Nella zona di occupazione italiana gli ebrei furono rinchiusi in campi di internamento, dove ricevettero un trattamento decisamente mite se paragonato a quello riservato dagli stessi italiani ai prigionieri jugoslavi. Più che da ragioni di carattere umanitario, l'atteggiamento italiano fu probabilmente motivato da ragioni di carattere politico: rifiutando di consegnare gli ebrei, l'Italia ribadiva le proprie prerogative nella sua zona di occupazione, opponendosi all'invadenza tedesca. In ogni caso, la politica seguita dai militari italiani permise a migliaia di ebrei di salvarsi dallo sterminio praticato nelle altre regioni della Jugoslavia occupata.
Nello Stato Indipendente Croato, inoltre, le persecuzioni erano rivolte anche contro la popolazione serba. I militari italiani garantirono invece una certa protezione ai serbi, invitarono le popolazioni fuggite a tornare nelle proprie case e riaprirono al culto le chiese ortodosse. Ciò valse ai militari italiani l'accusa di “sentimentalismo”, rivoltagli non solo dal duce croato Ante Pavelić, ma anche dai rappresentanti italiani presso il governo di Zagabria.
Tale “sentimentalismo” permise peraltro agli italiani di trovare numerose attestazioni di lealtà nelle comunità serbe, che preferivano nettamente l'amministrazione italiana a quella croata o tedesca. Gli italiani stabilirono ottime relazioni perfino con i cetnici, il movimento nazionalista serbo guidato da Draža Mihailović. Obiettivo  di questa alleanza era la lotta contro i partigiani di Tito, una lotta  che secondo la propaganda italiana equivaleva a uno scontro tra la civiltà e la “barbarie slavo-comunista”. Da parte loro, i cetnici avevano una piattaforma programmatica monarchica e conservatrice, che li indusse ad avversare i partigiani comunisti più di quanto non avversassero le forze di occupazione straniere.
In nome della lotta anti partigiana alcune bande cetniche entrarono perfino sotto il diretto controllo della 2a Armata  italiana, che le inquadrò nella 'Milizia volontaria anticomunista'. Si tratta di pagine che meriterebbero di essere lette anche in Serbia, dove la riabilitazione di Mihailović ha portato la storiografia a presentare i cetnici come un movimento eminentemente resistenziale, minimizzando i numerosi episodi di collaborazione con gli occupanti.





Zivadin Jovanovic
Belgrade Forum for a World of Equals 
Belgrade, February, 2014.

15 years since NATO aggression against Serbia and Montenegro, Interview with David Stockinger, editor of „Werkstatt Blatt“, Austria



D.S: You are president of „Belgrade Forum for the World of Equals“. How and why was the Forum founded? What is the political character and the goals of this organization?

Z.J: In 2001, a group of independent minded intellectuals founded the Belgrade Forum for a World of Equals as an independent, non-partisan, non-profit association. In fact, it was reaction to the NATO 1999 military aggression and subsequent October 5th, 2000 coup. We realized that it was the overture of global interventionism, overthrowing of legitimate governments, imposing rule of might instead of rule of law. Our objectives have been and still are: promotion of peace, freedom, law and justice, democratization of international relations, sovereign equality of countries, nations, and individuals. We stand for protection of human rights in their entirety – social, economic, cultural, educational, political and other rights as enshrined in the Universal UN Declaration on Protection of Human Rights. Our method is publishing books, articles, organizing conferences, round tables, press conferences. Forum is the member of World Peace Council (WPC) and maintains close cooperation with other organizations with similar orientation, on national and international levels.
On March 22nd and 23rd this year, Belgrade Forum organizes International Conference „Global Peace vs. global interventionism and imperialism“, on occasion of the 15th anniversary of NATO aggression against Serbia (FRY). Together with many friends, peace and solidarity activists, from all over the world, we will recall that this criminal act left about 4.000 dead and about 8.000 seriously wounded, that direct economic damage was valued at about 120 billion of US dollars, that destructive effects of missiles with depleted uranium continue to indefinitely cause so far unknown deceases, deformations and deaths. It will be opportunity to send from Belgrade the message that these crimes must not be repeated anywhere in the world.

D.S: 15 years ago NATO bombed SR Yugoslavia; 14 years ago there was a coup against socialist government of Slobodan Milosevic on 5.October 2000. In this time you have been Minister for foreign Affairs. From the 90-ies (until now) western medias and politicians created a hateful campaign against Serbia as „the evil of Europe“. Our organization „Solidarwerkstatt Österreich“ was very active in the anti-NATO demonstrations in 1999 and asked for solidarity with Yugoslavia. How do you see the development of SR Yugoslavia and later Serbia politically, economically and in foreign relations since October 5th, 2000?

Z.J: The Belgrade Forum is grateful to the friends of „Solidarwerkstatt Osterreich“, as well as to all other independent minded people in Austria and all over the world, for their moral support and solidarity with people of Yugoslavia who have been victims of the criminal military NATO aggression 15 years ago. Serbia and Serbs have been satanized by western media, portrayed as new Nazis. Why? So many lies have been produced to justify imperial and revanchist policies of certain western countries towards Serbia. Yugoslavia was abolished by EU/USA, Serbia and Serbian nation fragmented; economy ruined and handed over to multinational corporations. Officially present rate of unemployment is 25%, out of which about 50% are young people up to 30 years of age. Every day army of about 800.000 jobless grows for new 600 unemployed. At the same time employment in public (non-productive) services has been growing by 1.800 employs monthly believed to be loyalists of the ruling parties! Most probably, this has been part of preparations for the new extraordinary elections which have been just announced for mid March this year. Back, 15 years ago there were 9.000 employees in Serbian state administration. Today there are 30.000! Foreign debt of Serbia amounts today to over 30 billion euro, or 60% of GDP, 20% higher than officially acceptable. Serbia’s indebtedness is below red line. Rationalizing of bureaucratic apparatus and of public spending is almost unimaginable having in mind extent of party-racy in all spheres of public life.

All governments since 2000 have been described as pro-western but the revanchist anti-Serbian policy of the West has hardly changed. The West supports pro-western governments in Serbia (like everywhere) but definitely not pro-Serbian policies and interests. In 2008 Albanian leadership in Pristine, in fact, leadership of the former terrorist UCK, proclaimed unilateral, illegal independence of Serbian Autonomous Province of Kosovo and Metohija. NATO and EU member governments were first to recognize this unilateral and illegal act violating all basic principles of UN and OSCE Charters, Serbian constitution and UN SC resolution 1244. The so called „status neutral“ EULEX has been engaged in creating institutions of this phantom state and leading EU member states in creating and equipping (arming) its „security forces“. Today, same governments continue to blackmail Serbia to waive all rights to the Province of Kosovo and Metohija in exchange for the beginning of negotiations for membership in EU! Formally, Serbia is militarily neutral, but unilateral concessions to NATO, USA and EU, are beyond those provided to NATO by its full member countries!
I believe that Serbia should upgrade its formal neutrality to substantial and constitutionally defined. To achieve this, to secure balanced international position, it is necessary to expand bilateral relations with Russia, China, India, with countries all over the world, which support Serbia’s sovereignty and territorial integrity and which do not attach any political strings to economic or other fields of cooperation.
Serbia as a small peace loving country should not join NATO which is imperial, aggressive alliance. NATO records and objectives have nothing in common with Serbia’s records and objectives. Wherever intervenes, NATO leaves behind hundreds thousands dead, crippled, devastated economies and human environment, chaos, terrorism, ethnic and religious conflicts, fragmentation of states... Present situations in Afghanistan, Irk, Libya and elsewhere, mirror real aims of NATO’s its „humanitarian “and „democratic“ substance of its objectives.
So called “responsibility to protect” is a mere smoke curtain for leading powers of NATO to occupy and rob other countries of their wealth. Member countries, especially smaller ones, are there simply to provide mercenaries in service of imperial powers.

D.S.: The „International Court for Crimes in former Yugoslavia “in Den Haag is still working. President Milosevic an many other Serbs died there. Russian officials call for closing this court. In my point of view this court never had the task to determine the truth and ensure justice, but only to legitimize the policy of the Western powers against former Yugoslavia and Serbia. Is my assumption correct?

Z.J: Hague tribunal, in my opinion, has been a key tool of leading NATO governments to pass on responsibility for the destruction of Yugoslavia and for crimes committed during 1999 aggression, from NATO leaders as real culprits to Serbia and Serbs as victims. In a broader sense, it is a tool to impose obedience and dictatorship in international relations. Although established by UN SC it has been financed by private sectors, some Arab countries, Soros Foundation, among others. 
In spite of the fact that civil wars in Bosnia and Croatia started by violent secessions led by the leaderships of those former Yugoslav Republics, supported by the leading NATO/EU countries, primarily by governments of Germany, Great Britain and USA, Serbia (FRY) was accused for apparent aggression. UN SR for Bosnia Yasushi Akashi reported in May 1992 that there was no evidence of Yugoslav Army’s presence in Bosnia. He noted, however, that there was sufficient evidence of Croatian troops present in Bosnia and involved in armed clashes there. This report, however, reached Security Council members only after the most severe UN sanctions were imposed on Serbia (FRY). Akashi’s report was, apparently, mishandled by UN administration (“administrative mistake“). Only Serbian top political and military leaderships have been tried by Hague tribunal. Many of them, as you mentioned, died in Hague before reaching the end of trials, including former Serbian and Yugoslav President Slobodan Milosevic.
Serbian politician Vojislav Seselj spent, up to now, full 11 years in Hague prison and his hearing has not as yet been finished!? Actually, it is questionable if it will ever be concluded. Two weeks ago it was announced that Seselj got a cancer and that now is undergoing chemotherapy!
Hague tribunal had refused to investigate the cases of NATO crimes against peace and stability, against civilians, human environment and many others. The documentation on human organ trafficking in Kosovo and Metohija officially submitted to the Tribunal had been destroyed! Following the imitative of the Swiss lawyer and MP Dick Marty, Parliamentary Assembly of the Council of Europe adopted report and resolution demanding through investigation. Report indicated involvement of Hashim Tachi, among others, in human organs trafficking. There have not been either results, or signs of political will to pursue the investigation. Instead, there was initiative from influential circle in Washington to award Hashim Tachi with Nobel Prize for Peace! Croatian generals accused of ethnic cleansing and indiscriminate killing of Serbs in 1995, have been acquitted by Hague Tribunal! Ethnic cleansing of hundreds of thousands of Serbs from Croatia and massive killing of Serbian civilians while taking refuge from Croatia are not worth of being sanctioned! Is it, really, just a „double standards justice“? Or „winner’s justice“? Or, it is a shame of the civilization we happen to live in?

D.S: Since 2012 Serbia has a new government. Same forces like before 5.Oct. 2000 are back in power again. Obviously Serbian people were sick of „Democratic Party“- governments and former president Boris Tadic. On the other side the current government describes „European Integrations“ as one of their priorities. Are there changes in daily policy compared with the western pushed neoliberal „Democrats“? What is the role of SPS, your former party, especially?

Z.J: All the time since so called „democratic changes “of October 2000, whoever wins elections, governments have been formed by western power centers. Serbian democracy has “genetic” error. It was prepared by „Stelt“ bombers, „Tomahawks “and cursing and depleted uranium missiles, cluster, graphite and other bombes. Effects of „humanitarian“ and „smart“ achievements are still visible through the ruins in the center of Belgrade and felt in functioning of „democracy“ amassing unemployment, malnutrition, the worst health services… Democracy installed by tens if not hundreds of millions of US dollars, Deutche marks, British Pounds, Norwegian Crowns, reinforced by „independent“ mass-medias and by hundreds of foreign financed so called NGO-s, has been „changes-proved“. So far.

D.S.: In April 2013 Serbia and separatist Kosovo-Albanian authorities in Pristina signed the „Brussels Agreement“ on the „Normalization of the relations between Belgrade and Pristine“. In autumn there were regional elections in the province, which were not boycotted by Belgrade for the first time, but on the other side Kosovo-Serbs in big number ignored those elections. Is there a rift now between Kosovo-Serbs because of the stance of Belgrade authorities? Do you think that the Kosovo issue is and will be a „frozen conflict“ for the next decades?

Z.J: So called Brussels Agreement on principles of normalization, is a dictate to Serbia to relinquish herself of the chunk of state territory - of Kosovo and Metohija. It is not agreement because Serbia was blackmailed, threatened to be once again isolated and remaining Serbs expelled. It is not a compromise because Serbia and 120.000 Serbs in the Province got nothing in exchange for accepting „reintegration“ in phantom „Republic of Kosovo“, except two promises: one, that negotiations for membership in EU will start in January 2014; and two, that remaining Serbs in the Province, for the time being, may not be ethnically cleansed, as it has been the case of their 250.000 compatriots who still, 15 years after, are not permitted to return to their homes in the Province.
Brussels so called negotiations was yet another Anglo-American-German made formula to take the problem out of hands of UN Security Council, thus neutralizing Russia’s and China’s support to Serbia and to push aside UN SC resolution 1244 (1999) which provides guaranties of sovereignty and territorial integrity of Serbia and autonomy for Kosovo and Metohija within the state of Serbia. Essentially, „negotiations“ have been staged as the way to formalize achievement of the objective of NATO 1999 aggression. To legalize usurpation of the state territory with Serbia’s consent, signature and seal.
This cannot be lasting solution: it is not a compromise, but dictate; it is contrary to the basic principles of international law enshrined in the UN and Helsinki Charters; it is contrary to the legitimate vital interests and Constitution of Serbia; it is violation of the UN SC resolution 1244 (1999) binding all members of UN; manipulation to isolate Russia (and China) from supporting Serbia and taking part in finding compromise for the problem wherein Russia obviously has interest, is unwise and shortsighted policy; EU is in long term crises, its foreign and security policy has no perspective if based on dictates and methods of colonial periods, especially with the view of multipolarization of the world relations.

D.S.: What is your opinion about the relations between Serbia and other former Ex-YU countries?

Z.J: Relations with the former Yugoslav Republics and with all neighboring countries should be top priority. To be sound and stable these relations must be strictly based on the principles of reciprocity, non-interference, open borders, and full respect of the rights of national minority. The fact that some neighbors are members of EU and NATO, should not limit our cooperation which, naturally, has many economic, infrastructural, cultural and other advantages.
Serious problem in relations with Croatia is continued discrimination of Serbs, political obstacles for free and safe return of Serbian refugees, unpaid compensation for the property to those who do not wish to returns and, particularly as of late, revival of ustashi-fascist anti-Serbian atmosphere in Croatia. Under Dayton Peace Agreement Serbia have established special parallel relations with Republica Srpska. These relations should be further developed and not treated by anybody as detrimental to the relations with the whole Bosnia and Herzegovina. Serbia should stay widely opened for cooperation with Sarajevo wherever Sarajevo shows interest. With one exception only – not in revising the Dayton Peace Agreement and making unitary state under domination of Moslems (Bosnians).
Serbia being guarantor of the Deyton Agreement, should support Bosnia and Herzegovina as union of three equal, constituent peoples (Serbs, Bosnians and Croats) and two equal entities (Republica Srpska and Federation of Bosnia and Herzegovina). Ideas of majorization in Sarajevo‘s institutions, apparently, in the interest of „functional state“, would be, not only blatant violation of Dayton, but step towards renewed conflicts. Nobody should expect Belgrade to exercise pressure over the present leadership of Republica Srpska to relinquish constitutional rights and responsibilities of Republica Srpska as defined in Dayton, in order to please expectations of either Sarajevo, or Brussels and Washington.

D.S: It is obvious that Russia and China become more and more important for the Balkan region. Are those countries and the countries of Eurasian Community an alternative to EU integrations for Serbia? Furthermore Russia and China are traditional political allies of Serbia. Do you think that will be the basis for further and deeper development of cooperation?

Z.J: Let me say firstly, that Russia and China are unavoidable powers in world relations. Recent developments in the world, especially in Europe, Middle and Far East have shown, their influence is growing. The future World order is unimaginable without respecting new distribution of power based on growing economic, political and military strength of Russia, China and some new integrations. It is clear that the world economic crisis cannot be resolved without these two powers, without BRICS and G-20. Processes in solving such crises as, for example, over Afghanistan, Syria, Iran, now Ukraine, could hardly move ahead without direct participation of Russia and in many cases, China.
Serbia has traditionally good and friendly relations with both countries. This has been formalized and reaffirmed by signature of documents of strategic partnerships with them. Russia, for example, has devised about five billions US dollars for investments in Serbia in the next three years. These investments will improve modernization of infrastructure, sector of energy, petro-chemical industry. Russia is financing construction of the gas pipe-line „South Stream“ through Serbia which is important for the country’s long term energy-security, but this project adds new quality to geopolitical relevance of Serbia as a transiting and cross-roads (pipe-lines) country. China is also involved in construction of strategically important projects like bridges (Danube), thermo-electric power production, highways and so on. At the recent China – South- East Europe regional Summit in Bucharest, Serbia was treated as highest ranking market for Chinese investments.
Some countries and their regional integrations which have been addicted to monopoly and privileges in less developed countries, have to accommodate to the new realities because Russia and China have become favorable economic and political partners in many countries without political strings. If not, Europe and the World will be faced with tensions, new divisions and even, confrontations. If NATO, for example, as relic of the Cold War era, is not dissolved, if its self proclaimed right to interventions, in fact, aggressive wars contrary to UN Charter and international law, is not abounded, the world will again be faced with new military blocks, arms race - with new serious risks and threats to peace and stability. Europe and the world do not need this.

D.S: European Union sees itself as a new superpower. On the other side EU is in the deepest economic crisis ever. Southern periphery countries like Greece, Portugal, Spain etc. are „re-colonized“ by EU-German fiscal policy. Furthermore we see an increasing militarization of EU sometimes in cooperation with, sometimes autonomic to NATO. Organization „Solidarwerkstatt Österreich“ criticizes EU and asks for a sovereign, neutral, peaceful and social-orientated way of development of Austria. Do you think that is possible, do you think that there is no alternative to EU integrations also for Serbia or it is only propaganda and dogma of the elites?

Z.J: EU highly paid autocracy is hardly objective. They tend to imitate US imperial manners and methods. The fact is that the world crisis has hit EU and USA the most. But it is very risky and dangerous if USA, NATO and EU adopt a policy of transferring the burden of the crises, to other countries, by military means. After all, financial and economic crisis is the baby of their own neoliberal system. Looking for cheap energy, cheap strategic minerals, large markets and strategic communications have reached limits. The time has come to adapt to these limits and not to imitate superpowers, be it by military or financial means.
Any serious country should have alternatives, Serbia included. EU as the only alternative is not advisable. Especially not in the period of fast and profound changes in the world relations. EU does not have record of understanding Serbia’s legitimate interests, even less in supporting Serbia on international scene. Just the opposite. The roles and „impartiality“ of Genschner, Solana, Fischer, Badinter, Petrich, Ahtisari should not be forgotten. Pursuing the policy of „the only alternative“ would be like voluntarily accepting to live with closed ayes, in semi-dreaming state, or even to voluntarily put a stronghold over own neck.
I am convinced that Serbia should stay neutral developing balanced relations with all countries and integrations which accept Serbia as a real partner, who respect its legitimate interest and dignity, according to universal principles.
Serbia needs other partners so much as they need Serbia. Not less, not more. This should be leading approach of Serbia’s foreign policy. But, Serbia has to be responsible towards own potentials - economic, human, natural, cultural, geo-political. To be accepted and respected on equal footing abroad, there is great need to move forward these potentials.
Aggressive NATO with imperial strategy is not a place for peace-loving Serbia. It is better for Serbia to have good neighborly relations with EU than to pay EU membership by accepting dictate and relinquishing own rights towards Kosovo and Metohija as integral part of the state territory. Safeguarding normal relations with all neighbors, including EU, Serbia should more actively expand its relations with Russia, China, India, Brazil, with Asia, Latin America, Africa, with all nonaligned countries. I believe that this is appropriate way for Serbia to, once again, become very prosperous country in economy, ethnology, science, culture, living standard of its citizens. Anyway, there are much better ways to earn and secure decent living, than to render mercenaries to NATO and participate in robbing other countries of their natural and economic richness.

D.S: What is your view for the future regarding relations between Austria and Serbia. Do you think that a cooperation between organizations like „Belgrade Forum“ and „Solidarwerkstatt Österreich“ would be wise for our common struggle against war and imperialism and for souverainism and for a social-orientated welfare state?

Z.J: Serbia and Austria have tradition of fruitful economic, scientific and cultural cooperation. Danube and tens of thousands of Serbs living and working in Austria make Serbia and Austria close, neighboring countries. In the past, the two countries were closely cooperating within European group of nonaligned and neutral countries rendering important contribution to peace and stability process in our continent. We do not need intermediates in investment, or commerce. Austria with its high technology and knowhow, both in industry and agriculture, can play even stronger role in Serbia’s development policy. Two countries can promote joint involvement in third countries, especially in Africa. They should also exchange experiences in maintaining neutrality, which I believe, will be even more relevant in period of profound changes in Euro-Asia and the World.