Informazione


Il seguente resoconto del viaggio di solidarietà di Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus a Kragujevac si può scaricare nella versione completa (formato Word, corredata di fotografie) al link: 
PRIMA PARTE: https://www.cnj.it/AMICIZIA/Relaz1011_1.doc
SECONDA PARTE: https://www.cnj.it/AMICIZIA/Relaz1011_2.doc
Anche le precedenti relazioni di Zastava Trieste / Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus si possono scaricare alla URL: 
https://www.cnj.it/solidarieta.htm#nonbombe

===


ONLUS Non Bombe ma Solo Caramelle

RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
Viaggio del 19-23 ottobre 2011

Questa relazione è suddivisa in quattro parti.


  1. Introduzione e siti web
  2. Cronaca del viaggio; i progetti in corso e quelli futuri

  3. Alcune informazioni generali sulla Serbia e su Kragujevac

  4. Conclusioni


1. Introduzione

Vi inviamo la relazione del viaggio svolto un mese e mezzo fa a Kragujevac per la consegna delle adozioni a distanza che fanno capo alla ONLUS Non Bombe ma solo Caramelle e al Coordinamento Nazionale RSU CGIL.
Questi viaggi servono inoltre alla verifica dei numerosi progetti che sono stati portati a termine oppure sono in corso di realizzazione.

Molte cose che saranno descritte in questa relazione hanno già avuto una loro anteprima sulla nostra pagina facebook, all’indirizzo
http://www.facebook.com/nonbombemasolocaramelle
che registra un notevole numero di visitatori; naturalmente ci auguriamo che alcune di queste persone si uniranno prima o poi alla vasta rete solidale che si è creata in tutti questi anni di attività.

Tutte le nostre informazioni vengono pubblicate regolarmente sui due siti che seguono; altri siti di tanto in tanto riportano le relazioni dei nostri viaggi oppure le schede informative che periodicamente inviamo.

Sul sito del coordinamento RSU trovate tutte le notizie sulle nostre iniziative a partire dal 1999
http://www.coordinamentorsu.it/guerra.htm

I nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, sul fondo della pagina all'indirizzo:
https://www.cnj.it/solidarieta.htm

2. Cronaca del viaggio; i progetti in corso


Mercoledì 19 ottobre 2011; il viaggio, l’arrivo al Sindacato e la consegna dei contributi di sostegno all’ufficio internazionale adozioni


Come sempre partenza da Trieste verso le 8 del mattino.

Si tratta della delegazione più numerosa degli ultimi anni, infatti siamo in 11: Gianandrea, Francesca e Lorena da Pordenone, Fabio e Gino da Montereale, Giuseppina da Biella, Gabriella, Gilberto, Sergio e Silvana da Trieste, Stefano da Fiumicello. Partiamo usando il solito pulmino a nove posti che ci presta ormai da tempi immemorabili la Associazione di Solidarietà Internazionale Triestina e l’auto di uno di noi.

Una delegazione così numerosa a distanza di 12 anni dai bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia (dai quali iniziò la nostra attività) dimostra che c’è un grande interesse su ciò che facciamo e ci fa ben sperare per il futuro...

Viaggiamo in assoluta tranquillità con tempo bello e con passaggi velocissimi alle varie frontiere.

Appena usciti dall’autostrada, a pochi chilometri dall’arrivo, un incontro del tutto imprevisto per il modo con cui si realizza: ci supera un’auto che subito dopo ci segnala di fermarci: a bordo ci sono Leo, Paola e Rita della ONLUS di Bologna Aiutiamo la Jugoslavia.

Non li vedo da anni, malgrado li senta spesso per telefono o per email; la loro associazione fa parte della rete che ha deciso di sostenere l’ufficio relazioni internazionali ed adozioni a distanza del Sindacato Samostalni; hanno inoltre stabilito di sostenere economicamente il progetto di ricostruzione della scuola primaria del campo profughi di Trmbas.

Così la delegazione sale a 14, e a Kragujevac ci sono già due persone che ci aspettano, Boris e Metka arrivate da Lubiana, per essere presenti alle manifestazioni del 21 ottobre.

Malgrado un numero così rilevante di persone, nei tre giorni successivi non avremo alcun problema organizzativo.


Alle 19 finalmente arriviamo a Kragujevac e incontriamo i nostri amici del sindacato nella loro sede. Per quanto l’atmosfera dell’incontro sia come sempre festosa, si sente la tensione dovuta alla liquidazione della Zastava Automobili, avvenuta il 5 gennaio 2011, con la conseguente perdita del posto di lavoro per 1592 persone, tra cui tre delle persone (su cinque) che lavorano per il Sindacato e che si occupano dell’ufficio adozioni.

E’ chiaro che senza di loro la campagna di solidarietà in piedi da più di dieci anni sarebbe destinata a finire molto presto, tra l’altro in una fase in cui l’aiuto concreto che periodicamente portiamo diventa ancor più indispensabile.

Vi ricordo che a questo proposito tutte le associazioni italiane che intervengono a Kragujevac (una decina) hanno deciso di creare un apposito fondo, SENZA toccare il denaro destinato agli affidi, che integra il sussidio di disoccupazione per queste tre persone (Rajka, Dragan e Delko) permettendo quindi di continuare l’attività dell’ufficio.

Prepariamo tutte le buste con gli affidi che saranno consegnati durante l’assemblea pubblica di sabato 19 marzo, discutiamo gli appuntamenti che avremo nei tre giorni successivi ed infine consegnamo le tre buste con i contributi per l’ufficio adozioni, per le quali ci viene rilasciata una regolare ricevuta.


Giovedì 20 ottobre 2011; verifica dei progetti


Per quanto riguarda i progetti una OTTIMA notizia: a febbraio scorso avevamo presentato alla Tavola Valdese una domanda di contributo (a valere sui loro fondi dell’8 per mille) per il nostro progetto di recupero edilizio del campo profughi sito nel villaggio di Trmbas, appena fuori città.

Alla fine di settembre abbiamo ricevuto la comunicazione che il nostro progetto è stato integralmente approvato e che la Tavola ci rimborserà tutte le spese sostenute.

Ed è proprio da Trmbas che inizia la nostra lunghissima giornata.

Il tempo è splendido, quasi estivo.

Ricordiamo per sommi capi di che cosa si tratta.

E’ un ex villaggio turistico, di proprietà pubblica, utilizzato fino al 1990 come colonia per gli studenti di Kragujevac; è situato in un bosco a circa 5 kilometri dalla città nel piccolo villaggio di Trmbas.

E’ costituito da 10 edifici in legno a due piani, e tre edifici in muratura che contengono i servizi igienici comuni, un deposito viveri e un locale cucina-refettorio.

Dal 1991 fino ad ora è stato usato come campo per profughi, dapprima per quelli provenienti dalla Croazia e poi dal 1999 per quelli del Kosovo.

Attualmente è abitato da circa 65 famiglie per un totale di circa 280 persone, di cui un centinaio inferiori ai 18 anni. Nessuno nel campo ha un lavoro regolare, chi può si arrangia in nero.

Gli edifici sono tutti in condizioni precarie (ad eccezione del locale cucina) per assoluta mancanza di manutenzione, anche se sono tutti recuperabili in quanto le strutture non mostrano danni irreparabili nè nelle parti in legno nè in quelle in muratura.

Il campo soffre di un grande degrado ambientale ed umano che dipende in gran parte dalla assoluta mancanza di prospettive per il futuro della gente che vi abita, ma anche dalla colpevole assenza delle istituzioni pubbliche, per esempio nel problema della rimozione dei rifiuti.

L’intervento più urgente riguardava i tetti di sei delle dieci baracche; il Direttivo della nostra associazione, insieme alla associazione Zastava Brescia e alla associazione Un ponte per... di Roma aveva deciso di iniziare questi lavori a giugno; visto l’arrivo del contributo della Tavola Valdese sono stati poi iniziati tutti i lavori di ripitturazione delle baracche e di radicale restauro dell’edifico che una volta serviva da dispensa per il cibo del villaggio. Durante l’estate si sono aggiunti anche l’associazione Mir Sada di Lecco e la ONLUS di Bologna Aiutiamo la Jugoslavia.

Trovate moltissime fotografie di questi interventi alla pagina facebook della nostra associazione.

Durante la nostra visita di marzo scorso avevamo trovato una situazione veramente pesante per quanto riguardava i rifiuti, disseminati dappertutto.

Prima di decidere l’intervento di recupero avevamo posto come pre-condizione al Comune di Kragujevac la completa bonifica dalla spazzatura; il campo è stato completamente ripulito. Adesso c’è l’impegno a mantenerlo in ordine e pulito con periodici prelievi della spazzatura.

Non siamo certamente riusciti a risolvere la situazione delle famiglie che sopravvivono in questo campo, ma certamente abbiamo contribuito a dare loro un minimo di dignità che prima non avevano.


[FOTO: Pitturazione delle baracche - La dispensa prima e dopo il recupero del tetto e degli esterni]

Dopo la visita al campo, grande festa nella scuola primaria adiacente.
Questa scuola ospita nelle sue tre aule (su due turni, mattino e pomeriggio) una quarantina di bambini delle prime quatto classi elementari e una classe di scuola materna; quasi tutti i bambini vengono dal campo profughi.
La avevamo visitata a marzo, e non eravamo quindi riusciti a farla entrare nel progetto di ricostruzione del campo profughi presentato alla Tavola Valdese a febbraio; tutte le associazioni che abbiamo citato prima si sono fatte carico della ricostruzione della scuola e della fornitura del materiale scolastico ai bambini.
La scuola ha subito una trasformazione radicale: sono state rifatte completamente porte e finestre, sono stati costruiti tre bagni, rifatta la recinzione esterna, ma soprattutto la scuola ha perso l’aspetto tristissimo che la caratterizzava: ora è coloratissima e allegra.
Anche qui, non abbiamo certamente cambiato le condizioni materiali complessive dei bambini che la frequentano, che purtroppo rimangono figli di famiglie poverissime, ma almeno abbiamo modificato totalmente l’ambiente in cui studiano e giocano.
Ricordo anche che una piccola associazione di Arezzo, formata da quattro giovanissimi, aveva fornito a tutti gli scolari una ragguardevole quantità di materiale scolastico il primo settembre scorso, all’inizio del nuovo anno scolastico: penne, matite, gomme, quaderni, colori, album da disegno, colla.
Poi era arrivato da Roma un nuovo televisore, e a novembre (quindi dopo il nostro viaggio) l’associazione di Lecco, dopo aver fornito le nuove lavagne, ha acquistato un nuovo computer, un lettore DVD e ricostituito per ogni bambino la scorta di materiale didattico almeno fino alla fine dell’anno. Anche noi, in questo viaggio, portiamo un po' di cancelleria e giocattoli, raccolti a questo scopo dai bambini del circolo didattico di lingua slovena di San Dorligo della Valle e di Muggia.
La festa è grande, siamo ricevuti da tutte le insegnanti, i bambini sono felicissimi e ci regalano, molto orgogliosi di loro stessi, un piccolo saggio musicale.
All’ingresso dell’edificio una bella targa ricorda l’ intervento di ristrutturazione effettuato grazie alla solidarietà internazionale; la targa riporta la scritta: “IN MEMORIA DI ALMA ROSSI“, la compagna solidale (scomparsa un anno fa dopo una lunghissima malattia) che fu tra i primi a sostenere i lavoratori di Kragujevac subito dopo i bombardamenti della NATO. Alma è stata per molti anni Presidente della nostra ONLUS.
Come sempre in queste occasioni doniamo alla Scuola una bandiera della pace che sarà posta nell’aula più grande, sopra la lavagna.

[FOTO: La targa in memoria di Alma - Una parete della scuola e gli alunni con le loro maestre]

Su questo campo profughi e su questa scuola è stato preparato un bellissimo video da parte di Un ponte per..., che potete trovare all’indirizzo:

http://www.youtube.com/watch?v=rtKDRLr5PVQ


La nostra mattinata prosegue con una rapida visita al centro 21 ottobre per ragazzi Down, dove ci rechiamo ogni volte che è possibile; è stato il nostra primo importante progetto a Kragujevac ed è riuscito a ridare dignità e sicurezza ad una delle categorie sociali più deboli ed emarginate, quella delle persone con disagio psichico.

Jelena, la direttrice, ci informa di tutte le attività in corso, e ci consegna (come fa sempre) il resoconto fino all’ultimo centesimo di come hanno utilizzato il nostro ultimo contributo (che gli avevamo lasciato a luglio) ed una ricca documentazione fotografica.

Anche questa volta possiamo sostenerli, attraverso una donazione d 300 euro proveniente dai nostri adottanti di Roma; Jelena nei suoi ringraziamenti usa un bellissimo modo di dire per quanto riguarda i sostegni che riusciamo ogni tanto a fornire a questi ragazzi: questo sostegno li aiuta ad USCIRE UGUALI NEL MONDO.


Il pomeriggio si apre con una visita imprevista alla fabbrica Zastava INPRO, uno dei tanti reparti in cui era stata smembrato nel 2001 il complesso Zastava.

In questa fabbrica lavorano 186 lavoratori, di cui più del 70% invalidi: ciechi e sordomuti, invalidi del lavoro e per malattie professionali, varie persone con disturbi mentali.

Si tratta di una fabbrica speciale, sottoposta alla legislazione sul lavoro nelle officine protette; le mansioni che svolgono i singoli lavoratori dovrebbero essere strettamente relazionate al loro stato di salute.

Il valore della produzione è di circa 5 milioni di euro, principalmente si tratta di rimorchi per auto, furgoni per trasporto cavalli, teloni per camion.

La maggior parte (80%) della produzione viene esportata.

Lo stipendio medio netto è di 300 euro al mese.

Fa veramente impressione vedere in questo grande capannone presse, torni, trapani che hanno probabilmente 30-40 d’anni, e contemporaneamente a fianco una modernissima macchina laser per il taglio delle lamiere.

Tutti ci esprimono la loro speranza di poter lavorare come fornitori della Fiat Auto Serbia, i cui capannoni non sono molto distanti.

Mi sbaglierò, ma non vedo un grandissimo futuro per loro, conoscendo quali sono le strategie di Marchionne in termini di orari, pause e ritmi...


La tappa successiva è il Liceo di Kragujevac.

Questa è la Scuola da cui erano stati prelevati dai nazisti gli studenti e i loro professori il 20 ottobre del 1941, e poi fucilati il giorno dopo per rappresaglia a Sumarice, in periferia della città; di questo evento ho riferito molte volte in questi anni (vedi anche più sotto)

In questo Liceo abbiamo portato avanti lo scorso anno un progetto di riqualificazione dell’aula che gli studenti utilizzano per le loro attività extrascolastiche; a marzo scorso la avevamo inaugurata completamente rinnovata e con una nuova intitolazione: SALA DELLA SOLIDARIETA’ E DELLA PACE.

In memoria di quella strage avevamo proposto alla Scuola di esporre in questa aula la mostra Quando morì mio padre. Disegni e testimonianze di bambini dai campi di concentramento del confine orientale (1942-1943)preparata dell’Istituto Gasparini di Gorizia, che abbiamo provveduto a far tradurre in Serbo durante l’estate.

La mostra illustra i i crimini fascisti italiani contro la comunità jugoslava al confine orientale italiano. Nello specifico descrive le condizioni di vita nel campo di concentramento nell’isola di Rab, attraverso le testimonianze di bambini internati nel campo, raccolte tra il 1944 e il 1945. Si articola in 26 grandi pannelli di cui abbiamo curato la traduzione in Serbo durante l’estate.

Sono presenti molti delegati sindacali, i direttori di parecchie delle scuole con le quali abbiamo collaborato in tutti questi anni, molti cittadini.

Boris e Metka, autori della mostra, la inquadrano all’interno della travagliatissima storia dei Balcani, dopo che Stefano, a nome della nostra associazione, ha chiaramente spiegato che il nostro intento è quello di diffondere la memoria storica di fatti poco conosciuti anche in Italia, perchè è solo dalla conoscenza che possiamo cercare di evitare di ripetere simili tragedie. Non a caso il lavoro e la cultura sono valori che vengono sempre attaccati da chi vuole che i popoli rimangano ignoranti e poveri.

Non dobbiamo assolutamente dimenticare che in Italia si è sempre cercato, nei settanta anni che ci separano dalla seconda guerra mondiale, di dipingere gli eserciti italiani impegnati sui tanti fronti di guerre di invasione fasciste e naziste come ‘’Italiani brava gente’’ evitando accuratamente di fare i conti con la realtà storica, e particolarmente dobbiamo ricordare la brutalità dell'occupazione fascista nei Balcani, dalla Slovenia al Montenegro, e le precise responsabilità tanto del Regio Esercito quanto delle autorità civili.


Dopo un’ora passata in questa sala siamo invitati alla cerimonia ufficiale in memoria degli studenti vittime della strage, che si tiene nella splendida aula magna del Liceo, alla presenza di tantissimi cittadini; è molto significativa la presenza di molti giovani.

La manifestazione consiste in una rappresentazione teatrale che ricorda la gli ultimi due giorni di vita di quegli studenti, volenterosamente recitata dagli studenti attuali, e da un magnifico concerto degli allievi della Scuola di Musica della città.

Dopo saremo gli ospiti di onore alla cena che si tiene nel Liceo; la stanchezza è troppa e nessuno di noi riuscirà poi a partecipare all’ultimo appuntamento previsto per le 21, l’inaugurazione del Salone Internazionale della Caricatura contro la Guerra, che si tiene ogni anno a Kragujevac e che iniziò subuto dopo i bombardamenti del 1999 della NATO sulla Jugoslavia. Lo visiteremo il pomeriggio del giorno successivo.


[FOTO: Alcune immagini della mostra - Dalla mostra: foto di bambini a Rab - Un momento del concerto]


Venerdì 21 ottobre 2011. A Kragujevac si tiene la cosiddetta Grande Lezione di Storia, che si svolge nel Parco della Rimembranza di Sumarice, a ricordo di una delle più efferate rappresaglie naziste, che vide la fucilazione di 7300 persone.

Tra il 14 e il 19 ottobre 1941 vi furono nei dintorni della città durissimi scontri tra soldati tedeschi e partigiani, durante i quali vi furono dieci morti e ventisei feriti tra le truppe occupanti.

Le agghiaccianti regole di rappresaglia imponevano il rapporto di 100 fucilati per ogni tedesco morto e 50 per ogni ferito. In realtà tra il 19 e il 21 ottobre furono fucilate 7300 persone, tutti maschi, rastrellati in tutta la città e nei villaggi contadini circostanti; trovarono la morte anche gli studenti e i professori del Ginnasio della città, prelevati direttamente dalle aule. E furono poi uccisi anche i piccoli rom della città che facevano tradizionalmente i lustrascarpe, perchè rifiutarono di pulire gli stivali dei fucilatori.

I fucilati vennero gettati in trentatre fosse comuni, disseminate in 380 ettari di terra che oggi costituiscono il Parco della Rimembranza. Nel territorio del Parco sono stati eretti molti monumenti, il più imponente dei quali ricorda gli studenti del Ginnasio ed è chiamato le Ali Spezzate.

Potete trovare una documentazione molto completa su questo argomento al seguente indirizzo:

https://www.cnj.it/CULTURA/krvavabajka.htm

dove è riportata anche in Serbo e in due versioni italiane la poesia "Fiaba sanguigna" di Desanka Maksimovic scritta a ricordo degli studenti uccisi.

Fu uccisa in quella occasione una unica donna, una ragazza di 19 anni, Nada Naumovic, alla quale sono intitolate le scuole materne della città, e alla quale è dedicato uno dei bei monumenti del parco. Purtroppo piove molto e fa freddo, ma la nostra delegazione (ad eccezione di Gilberto) partecipa convintamente alla lunghissima cerimonia.


[FOTO: Il monumento Le Ali Spezzate - Il monumento a Nada Naumovic (non durante il nostro viaggio, ma in un giorno di sole) - Il monumento ai bambini rom lustrascarpe - Noi imperterriti sotto la pioggia ...]

Il pomeriggio è libero, e poi a cena siamo attesi dai nostri cari amici della associazione malati sclerosi multipla; recentemente (vedi relazioni di ottobre 2008, luglio e ottobre 2009) abbiamo contribuito a realizzare la loro attrezzatissima palestra e a dare un nuovo decoro alla loro sede, come sempre insieme a tutte le associazioni con cuoi collaboriamo.
E’ una cena assolutamente commovente e gioiosa: nessuno potrebbe aspettarsi tutta questa forza e volontà di vivere, tutta questa allegria in queste persone, tra cui purtroppo molti ragazzi, colpiti da queste malattie devastanti.
E’ in occasioni come questa che possiamo veramente toccare con mano come le parole solidarietà, realizzare progetti che vadano incontro a reali bisogni sociali della popolazione, non siano solo vuoti slogan con cui riempire relazioni o volantini, ma come incidano profondamente nella vita di tutti i giorni di queste persone, specialmente delle categorie sociali più deboli.

Sabato 22 ottobre 2011.
E’ la giornata della consegna degli affidi a distanza.

Iniziamo la giornata con un lungo incontro con Zoran Markovic, segretario del Sindacato Samostalni in Fiat Auto Serbia, che ci illustra la situazione attuale della fabbrica e le prospettive future.
Abbiamo già pubblicato la trascrizione di questo incontro nella nostra pagina Facebook, e la riportiamo anche alla fine di questa relazione. Comunque possiamo riassumere così questo incontro: i piani della Fiat sono bellissimi, il futuro dei lavoratori è radioso, peccato che venga sempre tutto spostato sempre all’anno successivo...
Il 30% degli abitanti di Kragujevac senza lavoro di Kragujevac resteranno per sempre ai margini della sopravvivenza e nessuna vaghissima (e sempre rimandata) promessa di ingresso nella comunità europea riuscirà a tramutare in condizioni di vita dignitose le loro speranze. E tutto questo in un paese europeo che prima di essere distrutto poteva aspirare ad un futuro normale.
Accompagnati dall’amarezza di queste realtà ci avviamo all’incontro con le nostre famiglie: eccole qui, come sempre serie e composte, ci scrutano in silenzio, ci ringraziano ci stringono la mano, ci abbracciano, ci manifestano la loro gratitudine e la loro stima. Ma vorrei veramente essere nelle loro menti per carpire i loro più reconditi pensieri circa la loro vita, passata e futura, per comprendere cosa pensino di quello che è loro accaduto, delle cause, delle possibili soluzioni, del domani dei loro figli e, perché no, di questi volontari della solidarietà che continuano, dopo 12 anni, a raccontargli dei massimi sistemi del mondo, della pace, della giustizia, dei diritti del lavoro, delle colpe del capitalismo e del liberismo, mentre anno dopo anno le loro condizioni di vita risultano immutate se non peggiorate.

Sono interrogativi angosciosi, sempre gli stessi, viaggio dopo viaggio, anno dopo anno, ma dobbiamo andare avanti...

Durante l’assemblea sono stati distribuiti 156 affidi a distanza (quasi tutti in quote semestrali) per un totale di 25460 euro.

Quattro di questi affidi erano nuovi.


Mi ritorna sempre in mente, in queste occasioni, la frase che disse a me e a Riccardo dell’associazione di Brescia, durante il nostro primo viaggio a Kragujevac, un lavoratore in cassa integrazione della Zastava, quando andammo a trovarlo a casa, se così si poteva chiamare la baracca in cartongesso dove abitava con moglie e due figli, in mezzo ad un lago di fango: noi vi ringraziamo per gli aiuti che ci portate, ma quello che non riusciremo mai a dimenticare è che voi venite da tanto lontano per portarci solidarietà e amicizia.

Qui termina il nostro viaggio tra i nostri amici lavoratori serbi nel cuore dell’Europa civile...

Il giorno dopo rientriamo in Italia, e inizieremo a preparare il prossimo viaggio con la stessa determinazione, convinzione e testardaggine con cui abbiamo preparato tutti i precedenti.


3. Alcune informazioni generali sulla Serbia e su Kragujevac


Questa relazione contiene le informazioni sulla situazione economica generale della Serbia e in particolare su Kragujevac che abbiamo raccolto durante il nostro viaggio di ottobre 2011; abbiamo comunque aggiornato i dati, utilizzando gli ultimi disponibili (novembre o dicembre 2011).


Alcune delle cose che saranno descritte descritte in questa relazione hanno già avuto una loro anteprima sulla nostra pagina facebook, all’indirizzo
http://www.facebook.com/nonbombemasolocaramelle
che registra un notevole numero di visitatori; naturalmente ci auguriamo che alcune di queste persone si uniranno prima o poi alla vasta rete solidale che si è creata in tutti questi anni di attività.

Quando la fonte non è indicata significa che i dati sono stati ricavati dai bollettini periodici dell’Ufficio Centrale di Statistica; qualora la fonte sia diversa viene esplicitamente indicata.


Tutte le informazioni sulla Zastava sono state fornite da Zoran Markovic, segretario del sindacato Samostalni nella FIAT Auto Serbia.


ALCUNI INDICI ECONOMICI GENERALI


Cambio dinaro/euro.

A ottobre 2008 il cambio dinaro-euro era di 84 a 1.

Al 22 ottobre 2009 era di 93.2 dinari per euro.

Il 20 ottobre 2010 il cambio era di 103.5 dinari per un euro

Il 4 novembre 2010 il cambio è arrivato a a 107.5 dinari per euro (valore più alto mai raggiunto).

Dopo questa data c’è stato un rafforzamento progressivo del dinaro che è giunto al valore di 96.5 dinari per un euro il 22 maggio 2011 per poi iniziare nuovamente a calare.

Durante il nostro viaggio di ottobre 2011 il cambio era di 100 dinari per un euro.

Attualmente, nel momento in cui scriviamo (12 gennaio 2012) il cambio è di 104 dinari per 1 euro.


L’indebolimento del dinaro rispetto all’euro ha effetti pesanti sulle condizioni di vita delle famiglie, con una vistosa caduta del potere di acquisto delle famiglie, visto che la Serbia è un Paese con un fortissimo deficit commerciale e che più della metà del commercio con l’estero si svolge con la Unione Europea (Germania e Italia sono i primi partners commerciali in quest’area).

Il suo rafforzamento momentaneo per circa sei mesi nel 2011 è stato dovuto esclusivamente a ragioni politiche interne; ha avuto vantaggi solo per chi ha aperto mutui in euro, ma ha penalizzato fortemente le già scarse esportazioni, mentre i prezzi dei beni di prima necessità e le tariffe hanno continuato ad aumentare.


Prodotto interno lordo (PIL) e indice della produzione industriale

Il PIL nel primo trimestre del 2011 è aumentato dello 0.5% rispetto allo stesso periodo del 2010, attestandosi a 847291,6 milioni di dinari (circa 8472 milioni di euro).

Il grafico sottostante riporta la percentuale di variazione del PIL (calcolato ogni tre mesi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Come si può notare immediatamente la pendenza generale della curva è ormai da anni rivolta verso il basso. 

[GRAFICO]

L’indice della produzione industriale nel periodo gennaio-novembre 2011 è stato più alto del 2.2% rispetto a quello dello stesso periodo del 2010.

Dobbiamo però ricordare che, fatta 100 la media della produzione industriale del 2010, questo indice era di 117 a marzo 2008.

Malgrado questi recenti recuperi di produzioni, l’occupazione è in costante diminuzione, come vedremo tra poco.

Il successivo grafico mostra l’andamento dell’indice della produzione industriale negli ultimi anni, ponendo a 100 la media della produzione nel 2010.

[GRAFICO]

Commercio con l’estero.

Anche nel 2011 la Serbia si conferma un Paese estremamente indebitato, con un deficit commerciale altissimo.

Tra gennaio e novembre 2011 le esportazioni sono state pari 7735.5 milioni di euro, con un aumento del16.0% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando erano state di 6667,1 milioni di euro.

Nello stesso periodo il valore delle importazioni è stato di 13021.8 milioni di euro, con un incremento del 14.0% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando erano state di 11419,1 milioni di euro.


Il deficit commerciale si attesta dunque in questo periodo a 5286.3 milioni di euro, con un incremento del 11.2% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando era stato di 4752 milioni di euro.

Il rapporto tra esportazioni ed importazioni è stato di 59.4%, pressochè uguale al valore di 58.3% segnato rispetto allo stesso periodo del 2010.

Gli unici settori in cui la bilancia dei pagamenti è stata significativamente positiva tra gennaio e novembre 2011 sono stati il settore cerealicolo (286 milioni di euro), prodotti alimentari e bevande (683 milioni di euro), laminati a caldo (390 milioni di euro), prodotti in gomma (128 milioni di euro) e calzature (103 milioni di euro).


I settori in cui il passivo è profondo sono quelli dell’energia e tutti i settori a significativo contenuto tecnologico: prodotti petroliferi(-719,1 milioni di euro), prodotti chimici (-827,5 milioni di euro), computer ed elettronica (-504,8 milioni di euro), macchinari in genere (-536,2 milioni di euro) veicoli a motore (-208,3 milioni di euro), farmaceutica (-109,6 milioni di euro).


I Paesi verso i quali la Serbia esporta di più si confermano essere la Germania e l’Italia, mentre per le importazioni in testa vi è la Russia, dalla quale proviene la maggior quantità di petrolio e gas, seguita da Germania e Italia.


Inflazione e prezzi

Nei primi mesi mesi del 2011 l’inflazione ha avuto un fortissimo aumento rispetto all’andamento nel 2010 (è pressochè triplicata) ed ha ulteriormente falcidiato il potere d’acquisto delle famiglie. Successivamente ha rallentato la sua corsa, ma rimanendo sempre molto alta; a dicembre 2011 l’indice generale dei prezzi ha mostrato un incremento del 7% rispetto allo stesso mese del 2010.

Nel grafico sottostante (Ufficio Centrale di Statistica) si può seguire l’andamento dell’inflazione percentuale annua per ogni mese a partire da gennaio 2010 fino a dicembre 2011.

[GRAFICO: Tasso di inflazione annuale]

Gli aumenti dei prezzi al consumo riguardano tutti i settori merceologici, ma sono particolarmente importanti per i generi e servizi essenziali, come su può riscontrare nella seguente tabella che riporta i aumenti percentuali annui per diversi settori merceologici registrati a dicembre 2011 rispetto a dicembre 2010; nella terza colonna sono riportati gli stessi dati confrontati con i prezzi medi nell’anno 2006 posti uguali a 100. 


Merci                                                               Dic. 2011 su dic. 2010                         Dic. 2011 su media 2006 posta a 100

Alimentari e bevande non alcooliche               106.4                                                   161.8
Bevande alcooliche e tabacchi                        111.1                                                   214.2
Abbigliamento e calzature                               103.6                                                   133.4
Alloggi, corrente el., acqua e gas                    109.6                                                   162.5
Salute                                                             109.4                                                   140.0
Trasporti                                                          103.5                                                   150.7
Istruzione                                                        104.3                                                   141.4


Popolazione, livelli occupazionali e salari


La popolazione complessiva della Serbia è in diminuzione, secondo i dati preliminari del censimento condotto a partire da ottobre 2011 gli abitanti attuali sono circa 7.2 milioni, rispetto ai 7.5 milioni censiti nel 2002. Questa diminuzione è dovuta al tasso di fertilità negativo (numero di nati inferiore al numero dei decessi); unendo questo effetto all’emigrazione, che interessa anche vaste fasce di popolazione giovane con formazione scolastica elevata, porta ad un invecchiamento complessivo della popolazione, e comporta un continuo impoverimento del Paese.

Come esempio del rapporto tra natalità e mortalità possiamo citare il dato medio relativo ai primi dieci mesi del 2011: su ogni mille abitanti si sono registrate 7.7 nati e 12.6 morti.

Un dato sull’invecchiamento della popolazione: secondo il quotidiano Novosti del 31 luglio 2011 in Serbia ci sono 1.25 milioni di abitanti con età superiore ai 65 anni.


I livelli occupazionali continuano a scendere.

Gli ultimi dati percentuali disponibili sono relativi a novembre 2011, e li riportiamo assieme a quelli degli ultimi due anni; si riferiscono alle persone con più di 15 anni.




Di seguito i dettagli su iniziative segnalate a: 
Conselve (PD) 9 febbraio
Treviso e Castelfranco Veneto, 10 febbraio
Milano 10 febbraio
Palermo 10 febbraio
Limena (PD) 11 febbraio
Maggiori informazioni su gran parte di queste iniziative al sito: http://www.diecifebbraio.info/ 


===

Conselve (PD) 9/2/2012
I CAMPI DI CONCENTRAMENTO PER CIVILI JUGOSLAVI IN VENETO

 

COMITATO PROVINCIALE A.N.P.I. PADOVA e SEZIONE A.N.P.I. CONSELVANO

presentano il volume

L’OCCUPAZIONE FASCISTA DELLA JUGOSLAVIA

E I CAMPI DI CONCENTRAMENTO PER CIVILI JUGOSLAVI IN VENETO

edizioni Centro Studi E. Luccini

di DAVIDE GOBBO

GIOVEDI’ 9 FEBBRAIO 2012 – Ore 21.00
SALA DANTE (vicinanze Duomo) – CONSELVE

Introduce Floriana Rizzetto – Presidente Provinciale A.N.P.I.

Sarà presente l’autore



===

Treviso e Castelfranco Veneto, 10/2/2012
MEMORIA RESISTENTE. FASCIST LEGACY


Memoria Resistente. I crimini fascisti dimenticati sul confine e nella Jugoslavia occupata

Proiezione pubblica del documentario della BBC

FASCIST LEGACY – I crimini di guerra italiani in Jugoslavia nella II Guerra Mondiale

(Ken Kirby, 1989)

 

10 febbraio, ore 20:40 – IN PROIEZIONE SIMULTANEA A:

TREVISO – presso la Casa della Sinistra “E. Berlinguer”, Via Dandolo 25/A (dietro la stazione)

CASTELFRANCO VENETO - presso la sala Guidolin della Biblioteca Comunale (dentro al castello, di fianco al Duomo)

 
Partito dei Comunisti Italiani
Federazione della Sinistra
Casa della Sinistra “E. Berlinguer”
scarica la locandina: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/02/treviso100212.jpg


===

Milano 10 febbraio 2012
La giornata del Ricordo vista da via Padova

Martesanadue e Comitato vivere in zona 2
organizzano una serata con
- proiezione di alcuni stralci del documentario della Bbc "Fascist Legacy" sui crimini dell'esercito italiano in Africa e nella ex Jugoslavia
- presentazione del libro: "Una storia silenziosa. Gli italiani che scelsero Tito" di e con Luigi Lusenti - edizioni Comedit 2000/ilponte.it

Insieme all'autore intervengono:
- Giorgio Cuzzi, partigiano nell’Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo, fondatore e presidente del circolo culturale Bertolt Brecht di via Padova dal 1961 
- Ivana Kerecki, Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, studiosa della cultura rom e relatrice di alcune iniziative promosse dal campo di via Idro
- Cesare Moreschi, Comitato vivere in zona 2
- Paolo Pinardi, edizioni Comedit 2000/ilponte.it
- Giuseppe Natale, Anpi Crescenzago

Venerdì 10 febbraio ore 21,00 - via Bengasi 1 ang. via Padova 

(Artigirovaghe) info: martesanadue@... - 3398245558
evento Facebook: http://www.facebook.com/events/120944628027832/


===

Palermo 10 febbraio 2012
FOIBE – Ne discutiamo contro il revisionismo storico

dalle ore 17:00 presso il Bar Libreria Garibaldi - via A. Paternostro 46


FOIBE – Ne discutiamo contro il revisionismo storico


Contro il revisionismo storico e le menzogne della destra e dei mass media, discutiamo e approfondiamo la storia delle Foibe, la loro genesi e le loro conseguenze.

I Giovani Comunisti di Palermo vi invitano a un momento di formazione fondamentale per capire un fenomeno complesso e l’uso strumentale che ne è stato fatto.

Ne discutiamo con:

Tommaso Baris – Docente di Storia e Ricercatore presso l’Università degli Studi di Palermo

Fabrizio Fasulo – Ricercatore presso l’Università degli Studi di Palermo

Marco Giordano – Studente di storia

Modera:

Mario Minarda – Responsabile Antifascismo dei Giovani Comunisti di Palermo




===

Limena (PD) 11/2/2012
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI DAVIDE GOBBO

Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Sezione di Limena

Sabato 11 febbraio – ore 17.00

LIMENA: Sala polivalente Riab, via Bortoletto 55

PRESENTAZIONE del LIBRO:

L’occupazione fascista della Jugoslavia

e i campi di concentramento per civili jugoslavi

in Veneto, Chiesanuova e Monigo (1942-1943)

Intervengono:

DAVIDE GOBBO, giovane ricercatore di storia e autore del volume

BRUNO MARAN, fotoreporter di “Stampa Alternativa”

Modera:

Irene Barichello, ANPI Limena

“Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la  politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare  500.000 slavi barbari a 50.000 italiani” – Benito Mussolini, settembre 1920

 

Vi aspettiamo numerosi PER NON DIMENTICARE.

Tesseramento A.N.P.I. 2012 – Resistere non invecchia!

in collaborazione con Partito Democratico e Italia dei Valori

In  allegato trovate l’invito a partecipare all’iniziativa di sabato 11 febbraio, ore 17.00, organizzata dall’Associazione Nazionale Partigiani di Limena, in collaborazione con PD e IDV, per presentare il libroL’occupazione fascista della Jugoslavia e i campi di concentramento per civili jugoslavi in Veneto, Chiesanuova e Monigo (1942-1943)  Sarà presente l’autore Davide Gobbo, giovane padovano  ricercatore di storia e con lui il fotoreporter Bruno Maran, grande  conoscitore dei Paesi e delle popolazioni Balcaniche.

Sarà un’occasione per conoscere meglio e riflettere non solo sull’argomento trattato dal volume, ma in generale sulla delicata questione orientale, foibe incluse, a ridosso della “Giornata del ricordo” (10 febbraio), troppo spesso strumentalizzata da alcune forze politiche in contrapposizione alla “Giornata della memoria”. 
Verrà proiettato anche il raro documentario Un campo di concentramento a Chiesanuova , di  Franco Biasia, regia di Antonio Buonadonna, con la testimonianza del sopravvissuto Anton Vratusa. 
In quell’occasione si aprirà ufficialmente il tesseramento ANPI 2012 della sezione di Limena, certi che un gesto 
simile sia come un atto di fede laica nella nostra Repubblica e nella nostra Costituzione nate dalla Resistenza.

Vi aspetto numerosi e vi chiedo la gentilezza di estendere questo invito ad amici e conoscenti.

Un caro saluto,  Irene Barichello -  ANPI Limena

 

SCARICA IL VOLANTINO IN FORMATO PDF: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/02/limena110212.pdf



=== * ===



E' nata indoona : chiama, videochiama e messaggia Gratis.
Scarica indoona per iPhone, Android e PC



Grottaferrata, sabato 4 febbraio 2012

ore 17.00 – teatro “Sacro Cuore” – via Garibaldi 19

Incontro con Sandi Volk (*) 


PER NON DIMENTICARE LE VITTIME DEL RAZZISMO,

DEL NAZIONALISMO, DEL COLONIALISMO FASCISTA

“DALL’OCCUPAZIONE NAZIFASCISTA DEI BALCANI

AL REVISIONISMO STORICO NEL TERZO MILLENNIO”

Mostra fotografica “Testa per dente”e videoproiezioni

Nel 1920, dopo la fine della prima guerra mondiale, i trattati di pace inclusero all’interno del confine italiano circa 500.000 tra sloveni e croati che furono sottoposti a una politica di italianizzazione forzata.

Nel 1941 Italia, Germania, Ungheria e Bulgaria attaccarono e si spartirono la Jugoslavia. 
Contro gli occupanti ebbe inizio una lotta di resistenza repressa in maniera durissima: nella “provincia di Lubiana”, annessa all’Italia, il culmine fu raggiunto a partire dal 1942 quando fu nominato comandante della seconda armata italiana e massima autorità militare in Jugoslavia Mario Roatta. Quest’ultimo si è reso responsabile della costruzione di campi di internamento per migliaia di jugoslavi e della stesura di direttive che permettevano di giustiziare ostaggi, deportare famiglie e incendiare abitazioni. Dall’aprile del 1941 al settembre del 1943 interi villaggi furono distrutti in Croazia e Slovenia come rappresaglia alle azioni partigiane e con l’intento di spingere la popolazione locale ad abbandonare i posti in cui viveva.

Nel solo territorio della provincia di Lubiana 9000 persone furono eliminate e 800 paesi distrutti. 
La repressione della resistenza ad opera dei fascisti e dei nazisti, con la complicità degli ustascia croati e di altri collaborazionisti, venne portata avanti con ogni mezzo: rastrellamenti, fucilazioni e deportazioni. 
Vennero così costruiti molti campi di concentramento per civili slavi e oppositori politici, sia nei territori allora conquistati che nel resto della penisola italiana: il più esteso si trovava sull’isola di Rab (Croazia) e conteneva 
circa 15.000 slavi. Almeno 6.000, tra cui 2.000 bambini, finirono rinchiusi a Gonars e altri 3.000 a Visco (entrambi in provincia di Udine). L’elenco è lungo e comprende numerosi campi dove migliaia di slavi venivano condotti tra cui: Padova, Treviso, Alghero, Manfredonia, Isernia, Lanciano, Ariano Irpino, Fabriano, Ancona, Arezzo. Dopo l’armistizio i nazisti costituirono a Trieste il lager della “Risiera di San Sabba” dove agli 
slavi si sommarono gli oppositori politici italiani (25.000 internati complessivamente, di cui 3.000-5.000 uccisi nei forni crematori, per fucilazione o con colpi di mazza alla nuca).

In un clima così teso e oppressivo fu forte la collaborazione tra perseguitati politici italiani e partigiani slavi. A testimonianza vi è l’episodio del 1943 della fuga dal campo di Renicci (in provincia di Arezzo, 4.000 civili jugoslavi) e la successiva confluenza degli ex prigionieri nelle brigate partigiane più vicine.

Viviamo in un periodo in cui il revisionismo storico è diventato una potente arma nelle mani di chi ci governa. Con lo scopo di creare false coscienze a tutto vantaggio della “costruzione del consenso” alle attuali guerre “umanitarie” e alle occupazioni coloniali a cui partecipa attivamente anche l’Italia.

Attraverso la falsificazione e l’omissione delle vergognose vicende storiche legate al ventennio fascista, la quasi totalità delle compagini politiche ha portato avanti negli ultimi anni il tentativo di equiparazione tra chi oppresso impugnò le armi per conquistare la Libertà e chi invece scelse di servire Hitler e Mussolini.

E’ necessario ricordare i fatti di quegli anni non come “violenza” di un popolo sull’altro, perché così non fu, ma come legittima resistenza di slavi e italiani uniti contro la pesante oppressione degli eserciti nazifascisti.

La storia va sempre raccontata tutta, dall’inizio alla fine, perché essa è utile solo se serve a comprendere meglio il presente e, nel caso in questione, a non uccidere due volte tutte quelle persone che subirono le violenze di una guerra coloniale che all’epoca dei fatti fu culturalmente motivata su basi razziste ampiamente documentate.

ASSEMBLEA ANTIFASCISTA CASTELLI ROMANI –  castelli.antifa@...

(*) Sandi Volk è uno storico, si è laureato in Storia Contemporanea all’Università di Trieste e ha conseguito il master e il Dottorato in Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Storia della Facoltà di Filosofia dell’Università di Lubiana. Si occupa di storia contemporanea della Venezia Giulia, in particolare di Trieste e della storia degli sloveni della regione. Pubblica saggi in Italia e in Slovenia e collabora con Istituti e Centri di ricerca. E’ stato membro della commissione consultiva del Comune di Trieste per il Civico Museo della Risiera di San Sabba-Monumento nazionale.


http://www.diecifebbraio.info/2012/02/grottaferrata-roma-422012-incontro-con-sandi-volk/

SCARICA IL MANIFESTO: 

http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/02/grottaferrata040212.jpg

SCARICA IL COMUNICATO IN FORMATO PDF: 

http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/02/grottaferrata040212_com.pdf


=== * ===




E' nata indoona : chiama, videochiama e messaggia Gratis.
Scarica indoona per iPhone, Android e PC



[ The original text, in english, by Zivadin Jovanovic,
"Human rights of Serbs in the Province of Kosovo and Metohija - Theses for a case study"
(Paper presented at the International Conference “Human Rights with the view to building a Culture of Peace”, held in Sao Paolo, Brazil, on 2nd and 3rd of December 2011)
can be read at:
http://www.en.beoforum.rs/conference-in-sao-paolo-2011/217-human-rights-of-serbs-in-the-province-of-kosovo-and-metohija.html
or http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/7219 ]


http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/poseca31-010399.htm
www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 31-01-12 - n. 394

Relazione presentata al Convegno internazionale "Diritti Umani al fine di costruire una cultura di pace", tenutosi a San Paolo del Brasile, il 2 e il 3 dicembre 2011
Traduzione a cura del Forum Belgrado Italia
 
I diritti umani dei serbi nella provincia del Kosovo e Metohija
 
di Zivadin Jovanovic, Presidente del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali, Serbia
 
Se è vero che la lotta per la pace e la lotta per il pieno rispetto dei diritti universali dell’uomo, come definito dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla protezione dei diritti umani, sono interdipendenti e non separabili; le minacce alla pace, le violazioni della sovranità e dell'integrità territoriale, gli interventi militari, le aggressioni e le occupazioni vanno di pari passo con massicce violazioni dei diritti umani fondamentali.
E 'chiaro che non ci sono interventi militari umanitari.
 
L’aggressione militare della NATO contro la Jugoslavia (Serbia) nella primavera del 1999, è stata lanciata per proteggere i presunti diritti umani degli albanesi del Kosovo. Era il primo di questo genere e senza l'approvazione del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Il precedente è stato poi utilizzato in diverse altre parti del mondo, ogni volta che serviva agli interessi degli USA e della NATO: Afghanistan, Iraq e Libia. Ora ci sono le minacce contro la Siria, l'Iran o qualunque altro paese.
 
L’aggressione della NATO contro la Jugoslavia (Serbia e Montenegro) nel 1999, ha provocato 4000 morti e oltre 10. 000 feriti, due terzi dei quali civili, tra cui quasi un centinaio di bambini. Le forze della NATO usano missili con uranio impoverito, che provocano malattie di massa come il cancro, deformazioni di bambini prima sconosciute; inquinano il suolo, l’acqua e il cibo per un periodo incredibile di 4. 000 bilioni di anni. I danni economici provocati dall’ aggressione sono stati stimati per un importo di oltre cento miliardi di dollari.
 
Subito dopo la fine dell'aggressione, gli USA hanno costruito sul suolo serbo in Kosovo e Metohija la più grande base americana del mondo, conosciuta come Bondsteel. Questo è stato l'inizio della proliferazione di basi militari USA e NATO in tutti i Balcani e nell'Europa dell'Est.
 
Oggi ci sono più basi militari USA e NATO in Europa che in qualsiasi momento durante la Guerra Fredda.
 
Perché proprio adesso?
 
Il Patto di Varsavia è stato sciolto. Non ci sono sistemi politico-sociali avversari, a quanto pare tutti sono democratici. Chi ha da difendere e da chi, con i razzi balistici a lungo raggio che trasportano testate nucleari?
 
La generale crisi economica, finanziaria, politica e morale dei principali paesi dell'Occidente potrebbe portare ad ulteriori interventismi in un totale disprezzo dei principi fondamentali delle relazioni internazionali. Le crisi hanno già causato le violazioni più massicce dei diritti umani come il diritto al lavoro, all'istruzione, alla salute, all'informazione.
 
Poco dopo l'aggressione "umanitaria" della NATO contro la Jugoslavia (Serbia), è diventato chiaro che l'intervento ha di fatto portato a un livello senza precedenti di violazione dei diritti umani dei serbi e non albanesi della provincia del Kosovo e Metohija. L’alleanza tra la NATO e i terroristi e separatisti albanesi dell’UCK durante l'aggressione militare, cominciata allora, ha raggiunto il suo picco nel mese di febbraio 2008 con la proclamazione unilaterale di secessione illegale della provincia dalla Serbia. Questo atto non sarebbe stato possibile senza l'aggressione della NATO ed il suo sostegno. Ha violato i principi di base delle leggi nazionali ed internazionali, la Carta delle Nazioni Unite e la risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza dell'ONU, che garantisce la sovranità e l'integrità territoriale della Serbia.
 
Le conseguenze sono che il Kosovo e Metohija dopo 12 anni sotto mandato delle Nazioni Unite, continua ad essere fonte di instabilità, criminalità organizzata internazionale e trampolino per l’estremismo ed il terrorismo verso il resto d'Europa.
 
La provincia del Kosovo e Metohija è luogo di nascita della nazione serba, della sua cultura, religione e del primo stato serbo. Migliaia di monumenti medievali serbi sono testimoni di questo. Ci sono due grandi comunità che vivono nella provincia: i Serbi del Kosovo, che sono cristiani ortodossi e gli albanesi del Kosovo, la grande maggioranza dei quali sono musulmani. Prima dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale la popolazione serba nella provincia era la maggioranza. Oggi, i serbi sono meno del 10 per cento della popolazione totale della provincia. Il drastico cambiamento nella struttura nazionale è dovuto alla politica di pulizia etnica dei serbi, nel corso di decenni se non secoli: prima dall'Impero turco che ha occupato la provincia per circa 500 anni, poi dalla politica anti serba di Tito, poi dalle forze di occupazione nazi-fasciste (1941 - 1945) di Mussolini e Hitler e, infine, dall'aggressione da parte della NATO e l'occupazione che continua fino ai nostri giorni.
 
La risoluzione 1244, del 10 giugno 1999 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, mise fine all’ aggressione della NATO, ma ha introdotto l'occupazione militare della provincia, formalmente da parte delle forze internazionali delle Nazioni Unite, sotto mandato (KFOR), in realtà da parte delle forze della NATO. Fin dal giugno 1999, siamo stati testimoni di violazioni su larga scala, dei diritti umani fondamentali e delle libertà dei serbi del Kosovo, individualmente e anche istituzionalmente pianificate. Ciò è continuato, a dispetto di qualsiasi nuova normativa adottata, che ha approvato e reso applicabile in Kosovo tutti gli strumenti internazionali sui diritti umani.
 
Ecco alcuni esempi di gravi violazioni dei diritti umani
 
Nessun ritorno libero e sicuro per i 250. 000 serbi sfollati dal Kosovo e Metohija:
Dopo il giugno 1999, la Croce Rossa Internazionale ha registrato circa 250. 000 serbi e altri non-albanesi che erano stati espulsi dal terrore, dall'intimidazione e dalla pulizia etnica, costretti a lasciare i loro luoghi di nascita e le loro case in Kosovo e Metohija. Dati correnti dell’UNHCR dicono del ritorno di circa 18. 000 serbi, ma in realtà questo numero è di circa 6. 000, pari al 2, 1%. La missione delle Nazioni Unite e di altre parti internazionali ha organizzato il processo del ritorno, ma senza nessun risultato. Pertanto, la Serbia rimane il paese con il più alto numero di rifugiati e sfollati in tutta Europa.
 
Nessuna giustizia per le vittime
 
Dopo il giugno 1999, oltre 1. 000 civili serbi e non albanesi sono stati rapiti e poi uccisi. Molti di loro sono stati rapiti nei loro luoghi di lavoro. Nel luglio 1999, 14 persone, compresi i bambini, nel villaggio di Staro Gracko sono stati uccisi durante i lavori nei campi. Durante l'inverno 2002, una bomba era stata collocata sotto un autobus passeggeri, uccidendo molti passeggeri serbi. Nell'agosto del 2003 un gruppo di bambini serbi andati a bagnarsi nel fiume, nel villaggio di Gorazdevac: due sono stati uccisi ed altri due gravemente feriti. Migliaia di altri crimini contro i serbi sono stati commessi nella provincia e nessuno dei colpevoli sono mai stati assicurati alla giustizia, anche se la giustizia e la polizia sono gestiti direttamente dalle Nazioni Unite e dalle varie missioni UE (UNMIK, EULEX).
 
Traffico di organi umani
 
Nel dicembre 2010, il relatore speciale dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, il deputato svizzero Dick Marty, pubblica una Relazione sul traffico di organi umani dei serbi rapiti nel 1999. L'Assemblea parlamentare ha adottato la relazione e ha approvato la Risoluzione che esigeva un inchiesta internazionale indipendente. Finora nessun risultato, perché le persone coinvolte in questo crimine organizzato sono politici albanesi del Kosovo molto in alto, ex leader dei terroristi dell'UCK. Godono di sostegno e protezione da Washington, Londra e Berlino.
 
C'è grande bisogno di fare pressioni dell’opinione pubblica affinchè l'indagine sul traffico di organi umani in Kosovo e Metohija, sia condotta sotto l'egida del Consiglio di sicurezza dell'ONU, senza ulteriori indugi.
 
Occupazione illegale di proprietà serbe
 
Dopo il giugno 1999, gli albanesi del Kosovo hanno semplicemente occupato e preso possesso di tutti gli immobili e terre dei 250. 000 serbi che hanno lasciato il Kosovo, ma anche di serbi che sono rimasti. Spesso, i proprietari sono stati uccisi o espulsi con la forza dalle loro proprietà. Nel settembre 1999, le Nazioni Unite hanno fondato un ente che avrebbe dovuto facilitare il ritorno alla proprietà dei legittimi proprietari, la definizione di alloggio e di proprietà, ma non ci sono risultati.
 
L'insicurezza generale
 
Dal giugno 1999 non c'è quasi nessuna libertà di movimento al di fuori delle cosiddette enclavi in cui i serbi hanno trovato una loro sicurezza, tranne con convogli protetti dai militari. I Serbi ancora oggi non possono accedere alle loro attività e terre senza il rischio di essere attaccati e persino uccisi. Ancora non si può andare nelle chiese e cimiteri senza la scorta militare della KFOR.
 
Riscrivere la storia
 
Dall'aggressione della NATO nel 1999, c'è stata distruzione sistematica di ogni traccia di monumenti serbi e della cristianità in Kosovo. Circa 150 chiese serbo-ortodosse e monasteri sono stati distrutti, costruiti fin dai secoli 13° e 14°, inclusi alcuni della lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO. Inoltre, vi è stato un esercizio diffuso di rinominare rimanenti chiese e monasteri come "bizantini" o "albanesi", o "castelli e torri albanesi". C'è una battaglia diplomatica in corso presso l'UNESCO, dove gli albanesi del Kosovo cercano di presentare questo patrimonio culturale come patrimonio del Kosovo, ciò è assurdo.
 
Violazione del diritto alla salute
 
Le autorità albanesi del Kosovo hanno continuamente impedito e anche sequestrato spedizioni di attrezzature mediche e farmaci destinati a strutture sanitarie nelle enclavi serbe. Inoltre, hanno volontariamente e intenzionalmente cercato di peggiorare la situazione delle aree abitate dai serbi, tagliando l'alimentazione elettrica. Per tre anni di fila, negli inverni del 2005, 2006 e 2007, c’è stato il taglio dell’alimentazione nelle enclavi serbe, con il pretesto di pagamenti, ecc. Sono state rifiutate le offerte del governo serbo di forniture umanitarie dell’elettricità, esponendo così la popolazione a rischi per la salute. Nel 2009, essi hanno interrotto l’alimentazione per l'enclave serba di Strpce nella parte più meridionale del Kosovo per tre mesi, ricattando la popolazione locale per fargli firmare nuovi contratti. Purtroppo, nessuno dei soggetti internazionali ha espresso sensibilità su questi atti.
 
Violazione del diritto all'istruzione
 
Dal giugno 1999, tutte le città e cittadine in Kosovo, tranne Mitrovica nel nord, furono oggetto di pulizia etnica e sono diventate mono-etnicamente albanesi. Serbi ed altri gruppi etnici sono stati scacciati dai loro villaggi. Le strutture scolastiche sono inaccessibili per gli studenti serbi, hanno dovuto ricorrere a locali inadatti come scuole. Tuttavia, la situazione più drastica è per la comunità dei Gorani; il gruppo Gorani sono serbi del luogo che hanno fede musulmana, essi sono stati esposti a tentativi continui di assimilazione e spinti ad accettare la lingua ed i costumi albanesi. Questa pressione continua tuttora.
 
Lasciatemi riassumere quanto è stato detto
 
La lotta per la pace e la lotta per i diritti umani, sociali, economici, politici e culturali sono compiti inderogabili di movimenti per la pace e di tutte le forze amanti della pace.
 
Libertà, uguaglianza nei diritti e nelle opportunità, l'indipendenza degli stati e delle nazioni sono presupposti per il pieno rispetto dei diritti umani, come previsto nella Dichiarazione ONU sui diritti umani.
 
Il sistema liberal capitalistico nella sua fase imperialista è la principale fonte di violazione massiccia dei diritti umani fondamentali del genere umano.
 
L’economia globale, la crisi finanziaria, politica e morale della società occidentale, è accompagnata dalla più massiccia violazione dei diritti umani fondamentali dopo la fine della seconda guerra mondiale.
 
L’interventismo globale, le guerre e le violazioni dei diritti umani, la mancanza di rispetto del diritto internazionale e l'abuso delle Nazioni Unite sono caratteristiche congenite del capitalismo corporativo.
 
Non esistono interventi umanitari militari di sorta.
 
La NATO è diventato lo strumento più pericoloso per la violazione massiccia dei diritti umani nella seconda metà del XX e del primo decennio del XXI secolo. Quindi la NATO come residuo della guerra fredda, dovrebbe essere smantellata, comprese tutte le sue basi militari in tutto il mondo.
 
Il calpestamento dei diritti umani per diffondere il dominio dell'imperialismo è inammissibile e deve essere fermato.
 
L'integrità territoriale e la sovranità di ogni paese devono essere pienamente rispettati nell'interesse della pace e della stabilità. Sulle risorse naturali ed economiche devono essere fatti salvi i diritti ed il controllo esclusivo da parte dei paesi sovrani e non ci può essere alcuna giustificazione per qualsiasi intervento negli affari interni di ciascun paese.
 
Il ruolo delle Nazioni Unite, il rispetto della Carta dell'ONU e delle Nazioni Unite, della Dichiarazione sui diritti umani, la loro protezione deve essere ribadita e rinforzata.
 
La sovranità e l'integrità territoriale della Serbia deve essere rispettata, e la risoluzione ONU 1244 (1999) pienamente attuata.
 
La secessione unilaterale della provincia serba del Kosovo e Metohija non è accettabile e non deve essere riconosciuta. Chiediamo una soluzione pacifica della questione dello status, il rispetto della risoluzione ONU 1244 e pari diritti umani di tutti gli abitanti della Provincia.
 
A tutti i serbi e gli altri non-albanesi espulsi dalla provincia dopo l'aggressione della NATO, devono essere date, tutte le condizioni necessarie per il ritorno libero e sicuro alle loro case nella provincia.
 
L'uso dei missili con uranio impoverito deve essere formalmente vietato dalle convenzioni internazionali.


=== * ===



E' nata indoona : chiama, videochiama e messaggia Gratis.
Scarica indoona per iPhone, Android e PC