Informazione


(Sulle altre iniziative in ricordo dello sterminio di Rom e Sinti in occasione della Giornata della memoria si veda anche:
* CALENDARIO:
http://pub16.bravenet.com/calendar/week.php?usernum=1361312037&y=2012&m=01&d=27
* INIZIATIVE segnalate sulla pagina dedicata del sito di CNJ-onlus:
https://www.cnj.it/AMICIZIA/rom.htm#iniziative )


"porto il nome di tutti i battesimi 
ogni nome il sigillo di un lasciapassare 
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue 
per la stessa ragione del viaggio
viaggiare
"

Il Museo del Viaggio Fabrizio De Andrè

è lieto di invitarti al ciclo di appuntamenti dedicati al Porrajmos, lo sterminio degli zingari.

Molti gli appuntamenti in programma nella settimana dedicata alla Shoah:

25 gennaio a Magenta, una conferenza organizzata dalla sezione "A. Arioli" dell'ANPI;

27 gennaio 
ad Arcore, presso l'aula consigliare del Comune,  "Rom, disabili e altri indesiderati... Dai campi di sterminio a oggi"; 
a Milano, presso il centro sociale Cantiere "A forza di essere vento"

28 gennaio a Usmate Velate, presso l'Aula Magna Istituto Comprensivo “L. Mandelli”, 
la conferenza "Conoscere, ricordare, non dimenticare";

3 febbraio a Milano, presso il Teatro della XIV, l'evento
"Porrajmos dimenticato", organizzato da Opera Nomadi Milano, dal Museo del Viaggio
e dalla Commissione Cultura del Consiglio di Zona

Vi aspettiamo!

Per informazioni: museodelviaggio@... - Telefono: *334 5432352*
http://museodelviaggiorom.blogspot.com/p/chi-siamo.html

Lo staff del museo del viaggio


Di seguito la descrizione dettagliata degli eventi:


*** 25 GENNAIO 2012


CASA GIACOBBE (“SALA DEL POZZO”), MAGENTA – ORE 21,00

CONFERENZA 
IL PORRAJMOS - lo sterminio dei rom e dei sinti

ALLA CONFERENZA PARTECIPERA':
GIORGIO BEZZECCHI, ROM HARVATO, FIGLIO DI DEPORTATI, DA SEMPRE  IMPEGNATO PER L’AFFERMAZIONE DEI DIRITTI DEI ROM E DEI SINTI
RELATORE: PROF. GIANCARLO RESTELLI

MOSTRA 
SHOAH e PORRAJMOS
ESPOSTA DAL 23 AL 27 GENNAIO 2012, PRESSO CASA GIACOBBE, MAGENTA

INGRESSO LIBERO: DALLE 16,30 ALLE 18,30

PER LE SCUOLE: VISITA SU PRENOTAZIONE


*** 27 GENNAIO - DOPPIO APPUNTAMENTO

MILANO - CS CANTIERE
@ CS Cantiere | Libreria Don Durito

con la partecipazione di: 
Museo del Viaggio Fabrizio De Andrè
Cantiere - Via Monte Rosa, 84, 20149 Milano - 02 3651 1380

A FORZA DI ESSERE VENTO

Nel giorno della memoria musica e cultura Rom contro razzismi e  fascismi

Ore 18.30 Dibattito: Rom, cittadini d'Europa.
Ripercorriamo la storia di un continente tra pogrom, guerre  mondiali, integrazione, supermaneto dei confini e pericoli di involuzioni  razziste ed autoritarie. Dal punto di vista di un popolo che l'Europa ha spesso cercato di estirpare, forse, per paura della libertà.
Con Maurizio Pagani, Giorgio Bezzecchi, Opera Nomadi.

Dalle 21.30 spettacoli e reading teatrali: A FORZA DI ESSERE VENTO
presenta:
IVAN IL POETA
con musiche di De Andrè tratte da Ognuno si merita il regime che sopporta.
Con:
DIANA PAVLOVIC poesie Rom
JOVICA JOVIC, MARCO ROVELLI, MOHAMED BA, CAMILLA BARONE 
frammenti  da HOMO MIGRANS <http://www.teatrodellacooperativa.it/index.php?page=lunatica-2011>
TEATRInGestAZIONE, <http://www.teatringestazione.com/> "PETRU"

Dalle 23.00 BALKAN FEST!
Live Orkestra + dj Set con:
::::: CARAVAN ORKESTRA & Jovica Jovic ::::::
Una allegra e festosa carovana di musica nello stile delle fanfare
balcaniche e con un pizzico di klezmer ebraico!


27 GENNAIO - ARCORE

COMUNE DI ARCORE - AULA CONSIGLIARE

ROM, DISABILI E ALTRI INDESIDERATI...
Dai Campi di sterminio a oggi. Percorso di memoria, percorso di conoscenza.

Saluto delle autorità:
Raffaele Mantegazza, Assessore alla Cultura del Comune di Arcore
Introduce e coordina: Franca Teza, Direttivo A.N.P.I Arcore

Intervengono:
Silvia Pacifici Noja, poetessa
Ugo Pacifici Noja, giurista e storico
Maurizio Pagani (Presidente Opera Nomadi Milano – Museo del viaggio)
Angelo Vailati, allenatore squadra hockey in carrozzina

Info: Ufficio Cultura - Biblioteca, Via Gorizia 20 - Tel. 039 617487 - 616158 -


*** 28 GENNAIO

USMATE VELATE
Aula Magna Istituto Comprensivo “L. Mandelli”, Usmate Velate

ANPI PRESENTA:
CONOSCERE... RICORDARE... NON DIMENTICARE

Partecipano:
Giorgio Pacifici, professore Universitario e sociologo
Goffredo detto Mirco Bezzecchi, Rom Harvato ex deportato dai campi di concentramento italiani
Giorgio Bezzecchi, di Opera nomadi Milano - Museo del viaggio
Albino Morari, ex deportato campo di concentramento di Flossenburg

Info: Biblioteca civica “Alda Merini” - Usmate Velate - tel. 039 68 29 789


*** 3 FEBBRAIO

MILANO
ORE 20.54 - TEATRO DELLA XIV - VIA OGLIO

IL PORRAJMOS DIMENTICATO

IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA UN INCONTRO CON LA COMUNITA' ROM DI ZONA 4

INTRODUZIONE MUSICALE DI ALESSIO LEGA

PRESENTAZIONE A CURA DI OPERA NOMADI MILANO E DEL MUSEO DEL VIAGGIO FABRIZIO DE ANDRE'

MIRKO BEZZECCHI, GIORGIO BEZZECCHI E MAURIZIO PAGANI INTERVERRANNO SUL TEMA DEL PORRAJMOS

PROIEZIONE DI ALCUNI SPEZZONI DI FILMATI SUL PORRAJMOS OFFERTO DA COMICI ASSOCIATI, VISTO A ZELIG
LUCA KLOBAS INTERVERRA' CON IL SUO SPETTACOLO "VISTI DA EST"

MUSICHE E BALLI DELLA TRADIZIONE GITANA CON 
I MUZIKANTI DI BALVAL DIRETTI DAL FISARMONICISTA JOVICA JOVIC


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(Venti anni fa, su istigazione tedesca, tutti i paesi della Unione Europea riconoscevano Slovenia e Croazia come Stati indipendenti, gettando così benzina a fiumi sul braciere jugoslavo. Sulla responsabilità primaria della Germania e della UE nello scoppio della guerra civile e fratricida nel cuore dell'Europa rimandiamo anche alla documentazione seguente:

Rudiger Göbel: IL RUOLO DELLA GERMANIA NELLA DISTRUZIONE DELLA JUGOSLAVIA, 1995
https://www.cnj.it/CHICOMEPERCHE/sfrj_03.htm
Interview mit Antun Duhacek, dem Geheimdienstchef von Tito, 2002
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2116
AUTODIFESA DI SLOBODAN MILOŠEVIĆ dinanzi al "Tribunale ad hoc" dell'Aia, 2004
https://www.cnj.it/MILOS/difesa.htm#autodifesa04
Der deutsche Geheimdienst und die Zerstörung Jugoslawiens, 2004
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4067
Benjamin Schett: Deutschland und Balkan, 2006
https://www.cnj.it/documentazione/schett.htm
A. Martocchia: Nessuna Europa senza la Jugoslavia. Analisi a venti anni dalle prime secessioni - 2011
https://www.cnj.it/documentazione/interventi/marx21ernesto2011.pdf )


http://www.jungewelt.de/2012/01-14/011.php

Deutsche Brandstifter


Vor zwanzig Jahren hat die Bundesrepublik die Anerkennung Kroatiens und Sloweniens durch die EG erzwungen


Von Werner Pirker

junge Welt, 14./15. Jan. 2012
 
Die jugoslawischen Sezessionskriege sind von der BRD-Diplomatie zu einem beträchtlichen Teil mitverursacht worden. Das meinen nicht nur erklärte Gegner deutscher Großmachtpolitik. Denn erst mit der von Bonn erpreßten Anerkennung der Unabhängigkeit der jugoslawischen Teilrepubliken Slowenien und Kroatien durch die Europäi­sche Gemeinschaft (EG) waren die Weichen für das gewaltsame Auseinanderbrechen des südslawischen Vielvölkerstaates gestellt. Die Alternative zu den einseitigen Unabhängigkeitserklärungen wäre eine Neufundierung der jugoslawischen Föderation als Konföderation oder – falls dies nicht mehr realisierbar gewesen wäre – eine konsensuelle Auflösung des gemeinsamen Staates gewesen. Die der EG aufgezwungene deutsche Anerkennungspolitik aber machte alle Bemühungen um eine friedliche Lösung der jugoslawischen Krise zunichte.

Dabei war zum Zeitpunkt der Unabhängigkeitserklärungen Sloweniens und Kroatiens das Eintreten für den Fortbestand des Bundes noch westlicher Konsens. Auch Deutschland machte da keine Ausnahme. Einzig Österreich tanzte – mit deutlich zur Schau gestellter Lust am Untergang Jugoslawiens – aus der Reihe. Denn nicht nur Revanche für Sarajevo war angesagt. Wien hatte sich auch wegen der Nichterfüllung seiner staatsvertraglichen Verpflichtungen gegenüber der slowenischen und kroatischen Minderheit in einem Dauerkonflikt mit Belgrad befunden. Nun ließ sich der »Serbobolschewismus« für alle den Slowenen und Kroaten zugefügten Leiden verantwortlich machen. Die Lostrennung der beiden Teilrepubliken im Juni 1991 erfolgte dann auch unter der Regie des österreichischen Staatsrundfunks ORF, der ein ganzes Heer von Redaktionspraktikanten an die Karawankengrenze beorderte, wo sie einer nach dem anderen ihr Sprüchlein von der unglaublichen Brutalität, mit der die jugoslawische Armee gegen slowenische Freiheitskämpfer vorgehe, aufzusagen hatten.


Bonner Alleingang


Doch alsbald bildete sich die pangermanische Achse gegen den Fortbestand Jugoslawiens, wobei den Österreichern nur noch die Rolle der emotionalen Antreiber zukam. Bereits im Sommer 1991 nahm die deutsche Außenpolitik eindeutig Kurs auf die Unterstützung der sezessionistischen Aggression. Die ersten Politiker, die sich für das »Selbstbestimmungsrecht« der Slowenen und Kroaten stark machten, kamen nicht aus der schwarz-gelben Regierungskoalition, sondern von SPD und Grünen. Nachdem die beiden Teilrepubliken am 25. Januar ihre Unabhängigkeit erklärt hatten, rief der damalige SPD-Vorsitzende Björn Engholm die Bundesregierung auch schon auf, deren Anerkennung in Erwägung zu ziehen. Natürlich machte er dafür nicht deutsche Großmachtinteressen, sondern rein ethische Gründe geltend.

Der frühere DDR-Botschafter in Belgrad, Ralph Hartmann, äußert in seinem Buch »Die ehrlichen Makler« die Vermutung, daß der damalige Außenminister Hans-Dietrich Genscher den radikalen Kurswechsel in der deutschen Jugoslawienpolitik nicht aus eigenem Antrieb vollzogen haben dürfte, er sich vielmehr dem Druck, den die etablierten Parteien und meinungsbildenden Medien auf ihn ausgeübt haben, gebeugt habe. Auf dem Balkan sollte die deutsche Großmachtstellung neu konstituiert werden.

Am 18. Juli 1991 war der kroatische Präsident Franjo Tudjman bei Bundeskanzler Helmut Kohl zu Gast, der ihm die diplomatische Anerkennung des Sezessionsgebildes in Aussicht stellte. Der deutsche Anerkennungsaktionismus stieß innerhalb der EG teils auf Skepsis, teils auf offene Ablehnung. Zu offenkundig war das Bestreben Bonns, auf dem Balkan Fuß zu fassen und die Europäische Gemeinschaft zur Geisel seiner Expansionsgelüste zu machen. Der EG-Vermittler Lord Carrington hat in Briefen an Genscher immer wieder auf die Gefahr eines Bürgerkrieges verwiesen, den eine übereilte Anerkennung der abtrünnigen Teilrepubliken auslösen könnte. Denn das Recht auf Selbstbestimmung, das die deutsche Diplomatie den Kroaten einräumte, beanspruchten auch die Serben Kroatiens: das Recht auf Lostrennung von Kroatien, dessen Austritt aus Jugoslawien sie nicht mitvollziehen wollten.

Nicht nur EG-Staaten wie Großbritannien, Frankreich, Spanien (wegen des Basken-Problems) und die Niederlande meldeten ihre Bedenken gegen die deutsche Anerkennungspolitik an, sondern auch die jugoslawischen Republiken Mazedonien und Bosnien-Herzegowina. Dort hatte man die Austrittsoption noch nicht wirklich ins Auge gefaßt und fürchtete deshalb eine verstärkte serbische Dominanz in einem kleiner gewordenen Jugoslawien. Die BRD-Diplomatie mußte vorerst leiser treten. Als sich im August 1991 der französische Präsident François Mitterrand mit Bundeskanzler Kohl traf, war in der abschließenden gemeinsamen Erklärung von einer völkerrechtlichen Anerkennung Sloweniens und Kroatiens noch nicht die Rede. Umso stärker war die veröffentlichte Meinung in Deutschland auf einen Aggressionskurs gegen Jugoslawien und die legitimen Bestrebungen seiner Armee, den sezessionistischen Angriff abzuwehren, eingeschwenkt.

Und wiederum war es die Opposition, die den Anerkennungsdiskurs befeuerte. Am 15. Oktober gab die SPD-Bundestagsfraktion eine Erklärung ab, in der es hieß, daß Jugoslawien aufgehört habe zu existieren und die Voraussetzungen für die Anerkennung Kroatiens und Sloweniens geschaffen seien. Abgesehen davon, daß deutsche Sozialdemokraten den Vielvölkerstaat noch bei lebendigem Leibe zu Grabe trugen, waren die Voraussetzungen für eine Anerkennung Kroatiens in keiner Weise gegeben. Gemäß den Bestimmungen des Völkerrechts muß das nach staatlicher Anerkennung strebende Gebilde die Kontrolle über den Großteil des von ihm beanspruchten Territoriums ausüben, was zum Zeitpunkt der Sezession nicht der Fall war.


Bürgerkrieg ausgelöst


Am 6. November 1991 verkündete Kohl, daß in der Anerkennungsfrage keine Zeit mehr zu verlieren sei. Genscher plädierte für eine Ausweitung der Sanktionen auf ein umfassendes Handels- und Ölembargo. Die Schuld an den Kriegsgreuel wurde einzig der die Einheit des Gesamtstaates verteidigenden Seite, der jugoslawischen Volksarmee und Serbien, zugewiesen, während die sezessionistischen Kräfte zu Opfern des »großserbischen Expansionismus« stilisiert wurden.

Am 7. November platzte auf dem NATO-Gipfel in Rom eine diplomatische Bombe. Kohl und Genscher gaben bekannt, daß man die Präsidenten Sloweniens und Kroatiens, Milan Kuan und Franjo Tudjman nach Bonn eingeladen habe, um die diplomatische Anerkennung vorzubereiten. Der deutsche Alleingang stand in einem krassen Gegensatz zu den internationalen Bemühungen um eine Entspannung des jugoslawischen Konflikts. In der Resolution des UN-Sicherheitsrates vom 15. Dezember wurde ausdrücklich vor einer voreiligen Anerkennung der beiden abtrünnigen Republiken gewarnt.

Einmal in Fahrt gekommen, war der deutsche Balkan-Express nicht mehr aufzuhalten. Auch nicht von den USA, die mit äußerstem Unbehagen die deutschen Aktivitäten in Südosteuropa verfolgten – »Bonn läßt in der Jugoslawien-Frage die Muskeln spielen, und das ist uns gar nicht recht«, hieß es aus dem US-Außenministerium. Die Schelte aus Übersee war zu verschmerzen, zumal Deutschland auf dem EG-Außenministertreffen am 17. Dezember der Durchbruch gelang. Man kam überein, bis zum 15. Januar 1992 jene jugoslawischen Republiken diplomatisch anzuerkennen, die die dafür vorgesehenen Bedingungen erfüllen.

Der Grund für die Unterordnung der Europäischen Gemeinschaft unter das Bonner Großmachtdiktat lag in der deutschen Wirtschaftskraft. Die BRD hatte ihre Bereitschaft zur Beschleunigung der europäischen Integration, vor allem die Schaffung einer gemeinsamen Währung, von der Durchsetzung ihrer Linie in der Jugoslawienfrage abhängig gemacht.

Der Anerkennung Sloweniens und Kroatiens folgte die gegen den Willen der serbischen Volksgruppe verabschiedete Unabhängigkeitserklärung Bosnien-Herzegowinas, was einen grausamen Bürgerkrieg auslöste. So hat die deutsche Jugoslawien-Politik maßgeblich zur kriegerischen Eskalation des Konfliktes beigetragen. Als Brandstifter in weltmeisterlicher Form war die deutsche Diplomatie völlig überfordert, als die Befriedung des Konflikts anstand. Washington übernahm und verwies die deutschen »Partner in leadership« wieder in die zweite Reihe.
 

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Rovato (BS) 1 febbraio 2012
ore 20:45 presso C.S. 28 Maggio

Le vicende delle foibe e le mancate epurazioni

incontro con CLAUDIA CERNIGOI
giornalista e ricercatrice storica

venerdi 10 febbraio 2012
a partire dalle ore 20:00 in Piazza Rovetta a Brescia
PRESIDIO ANTIFASCISTA


organizzano
RETE ANTIFASCISTA DI BRESCIA
CENTRO SOCIALE 28 MAGGIO DI ROVATO (BS)

per info: rete antifascista bresciana <reteantifascista.bs @ gmail.com>

scarica la locandina: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/volantini/rovato010212.jpg


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SABATO 28 GENNAIO 2012

Alle ore 20.45 presso la Sala Parrocchiale di CARLINO (UD)

la Sezione Anpi Carlino-Marano Lagunare 
con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di Carlino

organizzano per la Giornata della Memoria

Rappresentazione teatrale: 

Voci dall’interno del campo

Tratto dal testo: 
“Un campo di concentramento fascista. Gonars nel ’42-’43″
di Alessandra Kersevan, edito dalla Kappa Vu.

Saluto di Marco Balestra, presidente provinciale dell’ANED, Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti.


Scarica la locandina: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/volantini/carlino280112.jpg


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VENERDÌ 3 FEBBRAIO 2012 

Alle ore 20.30 presso il Municipio di AQUILEIA (UD)

A.N.P.I. AQUILEIA
A.N.P.I. BASSA FRIULANA
AUSER AQUILEIA e BASSA FRIULANA
FONDAZIONE “VALMI PUNTIN”
LEGA COMUNALE DI AQUILEIA
IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO DI RICERCA “L. GASPARINI”
CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI AQUILEIA

in occasione del GIORNO DELLA MEMORIA 2012

INCONTRO PUBBLICO E CONFERENZA

Una storia dimenticata

I Campi di concentramento italiani e fascisti di Gonars e Visco
per i deportati della Jugoslavia occupata (1941-1943)

Interverranno:
EDOARDO IOAN e IVAN CIGNOLA
Rappresentanti della Sezione A.N.P.I. del Palmarino
ALESSANDRA KERSEVAN
Ricercatrice e autrice di numerose pubblicazioni in argomento
FERRUCCIO TASSIN
Storico e collaboratore del Centro “L. Gasparini”
Coordina:
DARIO MATTIUSSI
Segretario del Centro “Gasparini”


Una storia dimenticata
Fra il 1941 e l’8 settembre del 1943 il regime fascista e le forze armate italiane misero in atto una sistematica opera di rastrellamento e di pulizia etnica nei terri- tori della Venezia Giulia e della Yugoslavia occupata.
Furono costituiti numerosi campi di concentramento in cui furono internati civili di origine slovena, croata, serba e montenegrina. Nei campi di Visco, attivo dal ’41, e di Gonars, creato nel 1942, furono rinchiusi bambini, donne, anziani, oltre a uomini adulti, costretti ad abitare in baracche mal riscaldate, con un’alimentazione insufficiente e condizioni igieniche precarie che portarono alla diffusione di gravi malattie e comportarono immani sofferenze.
Vi morirono a centinaia.


Scarica la locandina: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/volantini/aquileia030212.pdf


<< E’ questa una pagina di storia poco conosciuta anche nella nostra zona e che solo da qualche anno si è riscoperta, grazie in particolare al lavoro di storici, ricercatori e amministratori locali.
Interverranno nella discussione i rappresentanti dell’A.N.P.I. di Gonars-Palmanova Edoardo Ioan e Ivan Cignola, quest’ultimo Sindaco del Comune di Gonars fino al 2009 e promotore di progetti e iniziative per il mantenimento della memoria di quei tragici avvenimenti.
Le relazioni di carattere più propriamente storico saranno affidate ad Alessandra Kersevan, ricercatrice e autrice di numerosi lavori di approfondimento, di documentazione e di raccolta delle testimonianze, e Ferruccio Tassin, storico locale che si è dedicato in particolare alla vicenda del campo di Visco.
Il dibattito sarà moderato da Dario Mattiussi, Segretario del Centro “Gasparini”. >> 
Fonte: Luca Moimas (Sezione A.N.P.I. di Aquileia) -  http://www.storiastoriepn.it/blog/?p=9439


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