Informazione

(italiano / deutsch)

Organhandel im Kosovo: Nato hat Ermittlungen verhindert

0) LINKS
1) Kosovo, l’Onu sapeva del traffico di organi (febbraio 2011)
2) Organhandel im Kosovo. Spuren nach Deutschland (ZDF, Mai 2011)
3) Kosovo, epicentro europeo di droga (Voce della Russia, agosto 2011)
4) Il procuratore Williamson in Kosovo (Voce della Russia, agosto 2011)
5) TRAFFICO DI ORGANI UMANI IN KOSOVO - DALLA CASA GIALLA AL MEDICUS (Glas Srbije, 26 gennaio 2012)
6) Serbische Medien: Nato hat Ermittlungen zu Organhandel im Kosovo verhindert (RIA Novosti, 1/2/2012)
7) La Nato ha impedito al Tribunale per la ex Yugoslavia di investigare sul traffico di organi in Kosovo e Albania (RIA Novosti / Puntocritico, 1/2/2012)


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Ein privilegierter Partner

11.03.2011 - Neue Dokumente bestätigen die schweren Vorwürfe des Schweizer Europaratsabgeordneten Dick Marty gegen das Sezessionsregime im Kosovo und seine westlichen Unterstützer. Wie aus Papieren hervorgeht, die kürzlich publiziert worden sind, war die von Berlin stets maßgeblich mitgetragene UN-Protektoratsverwaltung in PriÅ¡tina (UNMIK) schon 2003 über den mutmaßlichen Organhandel der kosovarischen UÇK-Miliz informiert, ohne dass es zu entschiedenen Maßnahmen gegen die Verantwortlichen kam. Wie einstige UNMIK-Mitarbeiter bestätigen, gilt das auch für die Amtszeit des deutschen UNMIK-Chefs Michael Steiner, der heute als Sonderbeauftragter der Bundesregierung für Afghanistan und Pakistan tätig ist. UÇK-Anführer war zur fraglichen Zeit der heutige kosovarische "Ministerpräsident" Hashim Thaçi, der schon seit Jahren beschuldigt wird, zur Führungsebene der Organisierten Kriminalität im Kosovo zu gehören. Inzwischen kommen zu den altbekannten, aber bis heute folgenlosen Vorwürfen weitere hinzu, die sich unter anderem gegen den im Februar neu gewählten "Staatspräsidenten" des Kosovo richten. Berlin zieht keinerlei Konsequenzen. Deutschland, schreibt das Auswärtige Amt vielmehr, "gilt als einer der privilegierten Partner Kosovos"...

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58025

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Blutige Geschäfte

Auf den Spuren des Organhandels im Kosovo - Film von Arndt Ginzel, Martin Kraushaar und Ulrich Stoll
ZDFzoom - Sendung vom 13.07.2011
Zwölf Jahre nach dem Ende des Kosovokrieges verdichtet sich ein fürchterlicher Verdacht. Im Sommer 1999 könnte ein unglaubliches Kriegsverbrechen stattgefunden haben, das bis heute nicht aufgeklärt wurde.
Der Sonderberichterstatter des Europarats Dick Marty wirft der Befreiungsarmee des Kosovo, der UCK, vor, damals Hunderte serbischer Zivilisten entführt zu haben, um sie zu töten und ihre Organe zu verkaufen.
Die "ZDFzoom"-Reporter begeben sich auf Spurensuche ins Kosovo und nach Albanien. Sie treffen Menschen, deren Angehörige vor Jahren verschwanden.
Sie finden Dokumente und Zeugen, die die Verschleppung der Zivilisten nach Albanien bestätigen. Die Reporter entdecken ehemalige Geheimgefängnisse und provisorische Kliniken, in denen die tödlichen Organentnahmem abgelaufen sein sollen. Die Organe wurden laut Zeugenaussagen nach Istanbul transportiert.
Die Vereinten Nationen stoppten vor Jahren die Untersuchungen in diesem Fall. Die bis dahin gesammelten Beweismittel wurden vernichtet. Jetzt hat die Justizverwaltung für den Kosovo, EULEX, die Ermittlungen zum Organhandel wieder aufgenommen. Die Fahnder stießen dabei auch auf einen aktuellen Fall: Im Jahr 2008 fanden mehrere Dutzend illegale Organtransplantationen in einer Klinik in Pristina statt, der Hauptstadt des Kosovo. In der von einem deutschen Urologen finanzierten "Medicus"-Klinik verpflanzten Ärzte aus dem Kosovo und der Türkei die Nieren mittelloser "Spender" aus Osteuropa. Die Organempfänger zahlten sechsstellige Euro- Beträge für die verbotenen Operationen. Experten wie Prof. Nancy Scheper-Hughes von der Universität Berkeley halten es für möglich, dass ein internationaler Organhändlerring vom Kosovo-Krieg bis heute den Handel mit menschlichen Nieren in der Balkanregion betreibt.

http://zoom.zdf.de/ZDFde/inhalt/23/0,1872,8251831,00.html

VIDEO: http://www.zdf.de/ZDFmediathek/beitrag/video/1385252/ZDFzoom-Blutige-Geschaefte


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http://www.cronachelodigiane.net/article-kosovo-l-onu-sapeva-del-traffico-di-organi-67722996.html

Monday 21 february 2011

Kosovo, l’Onu sapeva del traffico di organi

Unmik, la missione dell’Onu in Kosovo, sapeva del traffico illegale di organi ma tacque e non fece nulla per non mettere a repentaglio la stabilità. La notizia arriva dal ministro del lavoro serbo Rasim Ljajic, intervenuto nel dibattito sulla macabra vicenda tornato alla ribalta dopo l’approvazione il mese scorso del rapporto dello svizzero Dick Marty da parte del Consiglio d’Europa.

”Le Nazioni Unite sapevano, i rappresentanti di tutte le principali istituzioni internazionali in Kosovo sapevano, ma a quel tempo e per vari anni seguenti la politica della comunità internazionale poneva la stabilità al disopra della giustizia. Per la salvaguardia della stabilità si chiudevano entrambi gli occhi”, ha detto Ljajic citato dai media.

Il traffico di organi denunciato nel rapporto da Dick Marty sarebbe stato messo in atto alla fine degli anni novanta in Kosovo e Albania dagli indipendentisti dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) ai danni di prigionieri serbi da loro uccisi. Tra gli altri a essere coinvolto sarebbe l’attuale premier kosovaro Hashim Thaci, allora leader dell’Uck, che nega ogni accusa.

Nel macabro traffico di organi umani messo in atto alla fine degli anni novanta in Kosovo e Albania vi furono anche donne e non solo prigionieri di guerra serbi. E non è escluso che gli espianti avvenissero non solo da cadaveri ma anche da persone ancora vive, che morivano successivamente agli interventi attuati nelle apposite ‘cliniche’ degli orrori. Sono alcuni dei nuovi particolari diffusi dai media serbi

Basandosi su un rapporto dell’Unmik del dicembre 2003, i media di Belgrado hanno fornito ulteriori elementi sulla vicenda, che aveva come vittime principali prigionieri serbi degli indipendenstisti dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) e che vede coinvolto fra gli altri l’attuale premier kosovaro Hashim Thaci, allora tra i leader dell’Uck.

Il trasporto dei prigionieri serbi nel nord dell’Albania, dove venivano uccisi e i loro organi prelevati e venduti, cominciò alla metà del 1999 quando tra cento e 300 persone furono rapite, si legge nel rapporto che Unmik consegnò alla fine del 2003 al Tribunale penale internazionale dell’Aja per i crimini nella ex Jugoslavia (Tpi).

Stando ai media di Belgrado, un’inchiesta ufficiale tuttavia non fu mai avviata. Gran parte delle vittime, si legge nel rapporto, erano uomini serbi del Kosovo fatti prigionieri fra giugno e ottobre 1999. A cominciare dall’agosto 1999 alcuni di quei prigionieri furono trasferiti dal nord dell’Albania in altri luoghi di detenzione (case private e stabilimenti industriali) nel centro del paese, in prevalenza nei pressi della città di Burrel, circa 110 km a sudovest di Kukes.

I prigionieri venivano condotti inoltre in campi di detenzione vicino a Peshkopi, 50 km a est di Burrel. Stando al rapporto, i prigionieri portati nell’Albania centrale venivano trasferiti ulteriormente ,a piccoli gruppi, verso una casa privata a sud di Burrel, trasformata in una clinica di fortuna. Lì venivano eseguiti gli espianti di organi sui prigionieri, che poi morivano e venivano sepolti nelle vicinanze. L’età delle vittime oscillava fra i 27 e i 50 anni.

Gli organi espiantati venivano quindi trasportati all’aeroporto di Rinas, presso Tirana, da dove partivano per paesi esteri, di regola con voli commerciali, il lunedì e il mercoledì per Istanbul. Tra i prigionieri condotti alla clinica presso Burrel vi era anche un piccolo numero di donne provenienti dal Kosovo, dall’Albania e dall’Europa dell’est. L’ultimo trasporto di prigionieri verso la clinica si registrò nella primavera o inizio estate del 2000.

Il rapporto di Unmik, secondo i media serbi, si basa su interviste con almeno otto testimoni. Le operazioni di trasporto delle vittime e le procedure mediche e churgiche venivano attuate con il contributo o con il coinvolgimento diretto di esponenti di alto e medio rango dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck), come pure di medici kosovari e di altri paesi. L’intera operazione, afferma il rapporto di Unmik, fu appoggiata da uomini legati alla polizia segreta albanese del passato governo di Sali Berisha. (Fonte: www.blitzquotidiano.it)


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03.05.2011

http://frontal21.zdf.de/ZDFde/inhalt/9/0,1872,8236905,00.html

Organhandel im Kosovo. Spuren nach Deutschland

von A. Ginzel, M. Kraushaar und U. Stoll

Die europäische Strafverfolgungsbehörde Eulex erhebt Anklage gegen mutmaßliche Organhändler im Kosovo. Im Zentrum der Ermittlungen steht die private Medicus-Klinik am Stadtrand von Pristina. Dort wurden laut Anklageschrift, die Frontal21 vorliegt, mehrere illegale Nieren-Transplantationen durchgeführt.

Lutfi Dervishi. Quelle: ZDF

Der Arzt Lutfi Dervishi soll an illegalen Transplantationen beteiligt gewesen sein.

Unter den Organempfängern ist demnach auch ein deutscher Dialysepatient aus Nordrhein-Westfalen. Er habe dafür 81.892 Euro an einen israelischen Vermittler gezahlt. Spender der Niere war eine 50-jährige Frau aus Osteuropa. Zudem haben die Recherchen ergeben, dass ein deutscher Urologe Teilhaber und Mitbegründer der Medicus-Klinik ist. Er streitet jede Mitverantwortung für den illegalen Organhandel ab. Die Medicus-Klinik firmierte als "Deutsche Klinik für Herz- und Gefäßerkrankungen."
2008 hoben Ermittler im Kosovo ein internationales Netzwerk von Ärzten und Mittelsmännern aus, die in ärmeren Ländern Organspender anwarben und an wohlhabende Nieren-Patienten vermittelten. In der am 27.04.2011 vom Gericht zugelassenen Anklageschrift heißt es: "Die Opfer waren Roma und Bürger aus Moldawien, Kasachstan, Russland und der Türkei. Sie wurden mit dem falschen Versprechen geködert, dass sie für die Organentnahme Geld bekommen würden."
Die Strafverfolgunsbehörde in Pristina antwortet auf die Frage nach dem Stand des Verfahrens um die Medicus-Klinik: Die Richter haben die Anklage gegen fünf Verdächtige bestätigt. Diese werden wegen Menschenhandels zum Zweck der Organentnahme, organisierter Kriminalität, illegaler Ausübung medizinischer Tätigkeiten und wegen Amtsanmaßung angeklagt.
Unter den Ärzten, die in der Medicus-Klinik illegale Transplantationen vornahmen, soll auch der türkische Chirurg Yusuf S. sein, gegen den laut Anklage bereits international wegen Menschenhandels und illegaler Organentnahmen ermittelt wird.

© ZDF 2011


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http://italian.ruvr.ru/2011/08/24/55071963.html

Kosovo, epicentro europeo di droga

24.08.2011, 09:04

Nel suo intervento all’Accademia della polizia a Belgrado, il capo dell’Agenzia antidroga della Russia, ha annunciato che il Kosovo si trasforma nell’epicentro del traffico degli stupefacenti in Europa. Qui, ha aggiunto Viktor Ivanov,  si intrecciano i flussi della cocaina che arriva dall’Africa, e dell’eroina che va dalla Turchia (si tratta di 50 tonnellate l’anno circa). Il reddito di questo traffico raggiunge i 3 miliardi di euro, il doppio rispetto al bilancio del Kosovo. 


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http://italian.ruvr.ru/2011/08/30/55411906.html

Il procuratore Williamson in Kosovo


30.08.2011, 18:49

L’americano John Clint Williamson si metterà a capo dell’indagine sul caso della “trapiantologia nera” in Kosovo. La sua nomina alla carica di procuratore capo da parte della Commissione speciale EULEX  ha suscitato la perplessità presso i kosovari.

Negli anni 2001-2002 nell’ambito della missione ONU in Kosovo Williamson era il responsabile del sistema carcerario nel Territorio. A giudicare dai fatti svolgeva le sue funzioni in modo poco efficace: proprio in quel periodo erano falliti tutti i tentativi di Belgrado di dare il via all’indagine sui casi di commercio clandestino di organi umani. Vladimir Bojovic, ex capo della Commissione per gli affari delle persone rapite e disperse, dice che le autorità della Serbia sapevano dei casi di commercio di organi ancora nel 2001 ma le istanze giudiziarie dell’UNMIC (Missione Civile dell’ONU in Kosovo) sotto la sua guida non desideravano collaborare.

A proposito, nel rapporto sulla “trapiantologia nera” in Kosovo, preparato dal relatore speciale dell’Assemblea Parlamentre del Consiglio d’Europa Dick Marti, si legge che la missione EULEX  che alla fine del 2008 aveva assunto la maggioranza dei potgeri dell’UNMIC, si era scontrata con grandi difficoltà nell’ambito dell’indagine sui gravi crimini poiché nei precedenti anni molti documenti e prove testimoniali erano andati stramemente perduti.  Dick Marti sottolinea nel suo rapporto che all’inizio degli anni 2000 (proprio ai temi di Williamson) indagini relativamente all’implicazione di politici kosovari ai crimini contro i non albanesi praticamente  non c’erano.

Della nomina di Williamson è scontento anche Marco Jakshic, vice presidente della Skupshina della comunità dei municipi del Kosovo e della Metochia.

Questa nomina è uno strumento per nascondere tutti i dettagli e particolari dei casi di commercio clandestino di organi umani nel Territorio. La Serbia doveva far sì che l’indagine fosse controllata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU e non dall’EULEX.

Il capo della delegazione serba ai negoziati con Pristina Borislav Stefanovich pure ritiene che la nomina di Williamson non corrisponda all’esigenza di Belgrado che insiste nella sua richiesta che l’indagine sul caso della “trapiantologia nera”  sia svolta sotto l’egida del Consiglio di Sicurezza dell’ONU come è stato praticato nei confronti di tutti gli altri crimini di guerra commessi nello spazio dell’ex Jugoslavia. Intanto in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU contro un simile formato si sono pronunciati gli USA, la Gran Bretagna, la Francia e la Germania.

Il Ministro per gli affari del Kosovo e della Metochia ha dichiarato di volere credere che l’indagine possa essere imparziale. Ma secondo le sue parole, il popolo serbo non si fida di Williamson.

Solo il Procuratore serbo per i crimini di guerra Vladimir Vukchevic  ha dichiarato di sostenere Williamson. Ciò è logico:  Vukchevic ha diretto la maggioranza delle operazioni kper la consegna dei serbi al Tribunale Internazionale per l’ex Jugoslavia presso cui l’americano ha lavorato  dal 1994 al 2001. A proposito, ha partecipato esclusivamente ai processi a carico degli imputati serbi.


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www.glassrbije.org

TRAFFICO DI ORGANI UMANI IN KOSOVO - DALLA CASA GIALLA AL MEDICUS

26 gennaio 2012

L’inchiesta sul traffico degli organi umani in Kosovo, a quanto sembra, sta entrando nella fase finale. La parteciazione degli organi istruttori russi, che hanno aperto una loro inchiesta verso la metà dell’anno scorso, ha portato all’accellerazione dell’intero processo e al ritrovamento dei testimoni di cui deposizioni sono importantissime. Servizio di Vukomir Petric. 

L’inchiesta era bloccata a lungo a causa di varie forme di ostruzione, cosa in genere taciuta dall’EULEX, limitandosi ad ammettere che ci sono problemi seri nella protezione dei testimoni. Gli inquirenti russi e dell’EULEX, hanno confermato ufficialmente che almeno due cittadini russi sono vittime del traffico di organi umani in Kosovo, e che nella clinica privata „Medicus“ gli è stato esportato un rene. Nel frattempo si è fatto vivo un altro testimone, di cui deposizione, a quanto pare, sarà cruciale per il processo. Si tratta del cittadino canadese Raul Fain, al quale è stato trapiantano il rene a Pristina, dopo che ha pagato agli organizzatori di questo ignobile atto 87mila euro. Le prove raccolte finora, secondo la stampa russa, indicano che la „clinica della morte“ a Pristina ha ingannato i serbi, i turchi, i moldavi, i kazakistani, i bielorussi e i russi, offrendogli 15mila euro per un rene. Nessuno di loro, però, è stato pagato, anche se gli organi sono stati venduti sul mercato nero fra gli 80 e i 100mila euro. L’inchiesta russa si occupa anche degli avvenimenti accaduti una decina di anni prima, nella cosiddetta Casa gialla nel nord dell’Albania, e delle scomparsa di 300 serbi, rom e cittadini di altri paesi. È stato confermato che venivano trasferiti in Albania dove gli venivano estratti i reni e gli altri organi. 
Le prove raccolte finora potranno difficilmente essere smentite dai sospettati principali nello scandalo Medicus, da alcuni albanesi kosovari, dagli ex impiegati nella clinica, dai dottori turchi e israeliani, e da Iljir Recaj ex alto funzionario del ministero kosovaro della salute. L’inchiesta russa conferma quello che si supponeva e che è emerso anche dalle nostre indagini, cioè che i principali sospetatti in questo caso non sono anche le persone più importanti nella catena di traffico di organi umani, ma che a capo si trovavano le persone che oggi fanno parte del vertice politico kosovaro. Dall’altra parte, è semplicemente impossibile separare lo scandalo Medicus – traffico di organi umani in una casa privata a Pristina, scoperto nel 2008, dallo scandalo Casa gialla in Albania – dove venivano esportati e venduti gli organi dei serbi kosovari e dei rom rapiti nel 1999, anche se i rappresentanti dell’EULEX avevano affermato in precedenza che i due casi non sono affatto collegati fra loro. Tutto si svolgeva secondo lo stesso principio. I trapianti nella Medicus, modesto ambulatorio, venivano eseguit da una squadra ben addestrata con la loggistica sviluppata in tante parti del mondo. E alla fine, la cosa significativa, in tutti e due i casi come gli organizzatori principali vengono menzionati l’attuale premier kosovaro, Hasim Taci, e i suoi più stretti collaboratori. Resta però aperta la domanda chi sono „le forze misteriose“ che rinviano la decisione di portare davanti alla giustizia gli esecutori di questo mostruoso crimine.


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http://de.rian.ru/society/20120201/262591587.html

MOSKAU, 01. Februar (RIA Novosti).

Die Nato und die UN-Interimsverwaltungsmission UNMIK haben serbischen Medienberichten zufolge die Ermittlungen zum Organhandel im Kosovounmöglich gemacht.
Das Internationale Kriegsverbrechertribunal für Ex-Jugoslawien (ICTY) habe bereits 2004 Hinweise auf illegale Transplantationen von menschlichen Organen bekommen, habe jedoch „wegen zahlreicher Hindernisse“ nicht dazu ermitteln können, meldete die serbische Agentur Tanjug am Mittwoch unter Hinweis auf die damalige ICTY-Chefanklägerin Carla del Ponte.
„Die Nato und die UNMIK haben uns wichtige Unterlagen verweigert, während die Behörden Albaniens uns nicht erlaubt haben, einzureisen und die Gräber zu untersuchen“, wurde Carla del Ponte zitiert.
Del Ponte hatte als eine der ersten auf den illegalen Organhandel im Kosovo verwiesen, der ihr selbst als damalige Chefanklägerin des Internationalen Gerichtshofs in Den Haag (1999-2007) bekannt gewesen sei. In ihrem Buch „La Caccia. Io e i criminali di guerra“ („Die Jagd. Ich und die Kriegsverbrecher“) schrieb Del Ponte 2008, dass Serben entführt und nach Albanien gebracht worden seien, wo ihnen Organe entnommen wurden, die  an westliche Kunden verkauft wurden.
Laut Del Ponte konnte sie nichts unternehmen, weil es im Kosovo unmöglich war, Beweise zu sammeln, wo eine Mafia das Sagen gehabt hätten und Zeugen eingeschüchtert worden seien. Selbst die Richter in Den Haag hätten Angst vor den kosovarischen „Freiheitskämpfern“ gehabt. „Ich denke, dass einige Richter des Gerichtshofs für das ehemalige Jugoslawien Angst hatten, dass die Albaner kommen und mit ihnen abrechnen würden“, schrieb Del Ponte.
Im Dezember 2010 legte PACE-Sonderberichterstatter Dick Marty einen Bericht vor, dem zufolge der jetzige kosovarische Ministerpräsident Hashim Thaci Ende der 1990er Jahre Boss einer albanischen Mafia-Gruppierung war, die mit Waffen, Organen und Menschen gehandelt sowie Auftragsmorde verübt haben soll.
Thaci wies alle Anschuldigungen von sich und drohte Berichterstatter Marty mit einer Verleumdungsklage. Die EU-Kommission forderte Marty auf, die monströsen Vorwürfe mit Beweisen zu belegen. Moskau und Belgrad warnten davor, die schweren Anschuldigungen gegen den kosovarischen Premier zu ignorieren. Im Rahmen der EU-Mission im Kosovo (EULEX) ist eine Ermittlungsgruppe mit US-Diplomat John Clint Williamson an den Spitze gebildet worden.


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http://www.puntocritico.net/2012/02/01/la-nato-ha-impedito-al-tribunale-per-la-ex-yugoslavia-di-investigare-sul-traffico-di-organi-in-kosovo-e-albania/

La Nato ha impedito al Tribunale per la ex Yuguslavia di investigare sul traffico di organi in Kosovo e Albania.

Ria Novosti – Traduzione a cura del CeSPIn – Puntocritico

http://sp.rian.ru/international/20120201/152603736.html

L’Alleanza Atlantica e la Missione dell’ONU in Kosovo UNMIK hanno impedito al Tribunale Penale Internazionale per la Yuguslavia di investigare sul traffico di organi umani nella regione, ha informato l’ex giudice del tribunale Carla  Del Ponte, intervistata oggi dall’agenzia serba Tanjug.

Secondo Del Ponte, il suo dipartimento ha ricevuto nel 2004 un’informativa segreta dell’UNMIK sul traffico illegale di organi nei Balcani, ma non ha potuto investigare in merito a causa dei numerosi ostacoli.

“La NATO e la UNMIK ci hanno negato importanti documenti, così come le autorità albanesi non ci hanno permesso di ispezionare tombe e cimiteri nel loro territorio” ha dichiarato l’ex giudice.

I casi di traffico di organi in Kosovo sono stati denunciati per la prima volta dall’ex giudice del Tribunale Penale Internazionale per la ex Yugoslavia, Carla Del Ponte. Nel suo libro pubblicato la primavera scorsa, Del Ponte afferma che a fine anni 90′ centinaia di persone non albanesi sono state condotte forzatamente dal Kosovo all’Albania per la sottrazione illegale di organi.

Il commercio illegale della clinica Medicus è venuto alla luce nel 2008, dopo il caso di un cittadino turco di 23 anni che è stato vittima di una sottrazione illegale di reni a beneficio di un cittadino israeliano di 70 anni che pagò 120.000 euro per il suddetto organo.

In seguito furono arrestati due urologi e un dirigente del centro medico. Seguentemente le autorità fermarono anche un ex segretario del Ministero della Sanità kosovara, sospettato di collaborare con gli accusati.

Secondo quanto rivelato, i potenziali donatori di organi venivano intercettati nei paesi dell’Europa dell’Est e Asia Centrale, come Turchia, Kazakistan, Moldavia o Azerbaijan, con la promessa di una ricompensa di 20.000 euro. Sebbene molti donatori non poterono mai riceverla.

Il Kosovo ha proclamato la propria indipendenza in modo unilaterale nel 2008, appoggiato dagli Stati Uniti e vari paesi europei. Molti altri paesi tra cui Russia, Cina e India si sono rifiutati di riconoscere tale indipendenza.



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ALTRE SEGNALAZIONI SU "GIORNO DEL RICORDO" E DINTORNI:

PARMA, venerdi 10 febbraio 2012: INIZIATIVA RINVIATA
SALO' (BS), venerdi 10 febbraio 2012: La complessa vicenda del confine orientale
CADONEGHE (PD), venerdi 10 febbraio 2012: Sul campo di concentramento di Chiesanuova
RAIUNO, lunedi 13 febbraio 2012: ALESSANDRA KERSEVAN A “PORTA A PORTA”
VENTIMIGLIA (IM), fino al 14 febbraio 2012: Mostra 'Foibe e crimini in Jugoslavia 41-45'
ROMA, mercoledì 15 febbraio 2012: Davide Conti presenta la mostra "I criminali di guerra italiani"
REGGIO EMILIA, sabato 25 febbraio 2012: Dibattito con Davide Conti e Alessandra Kersevan


e inoltre:

...In relazione allo spot televisivo sul “giorno del ricordo” in onda in questi giorni sulle reti nazionali statali si segnala che il citato sig. Graziano Udovisi era nel 1945 tenente della fascista Milizia Difesa Territoriale, sottoposta direttamente ai tedeschi, e rastrellatore di partigiani in Istria; il suo racconto è messo in discussione dal libro “La foiba dei miracoli” scritto da Pol Vice (Paolo Consolaro) e pubblicato dalla casa editrice Kappa Vu nel 2008... (Comitato antifascista e per la memoria storica – Parma)

9 febbraio 2012, 13:03 - foibe: trieste, mostra a museo civilta' istriana
(ANSA) - TRIESTE, 9 FEB - Una mostra sulle Foibe e sull'Esodo e' stata inaugurata oggi al Museo della Civilta' Istriana Fiumana e Dalmata di Trieste da Lorenzo Rovis e da Renzo de'Vidovich. Durante la breve cerimonia e' stato sottolineato il ruolo che svolse personalmente [SIC] il maresciallo Tito nell'organizzazione delle attivita' terroristiche [SIC] contro la popolazione inerme [SIC], culminate nelle Foibe, che sono state determinanti nel costringere all'esodo 350 mila [SIC] italiani. Dopo il taglio del nastro, il Direttore dell'Irci, Piero Delbello, ha illustrato ai giornalisti ed al pubblico i singoli panelli espositivi che documentano la strage delle foibe, la pulizia etnica [SIC] e il conseguente esodo attuato da Tito [SIC] e dal nazional-comunismo [SIC] jugoslavo. (ANSA). GRT/MST  (Segnalato da C. Cernigoi)


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PARMA
Venerdi 10 febbraio 2012

*** INIZIATIVA RINVIATA ***

Dagli organizzatori riceviamo e diffondiamo:

<< A causa del maltempo, previsto anche per i prossimi giorni, e dell’impossibilità per i relatori di raggiungere Parma, la manifestazione antifascista “Foibe e fascismo” alternativa al “giorno del ricordo delle vittime delle foibe” programmata per venerdì 10 febbraio al cinema “Astra” è rinviata, è rinviato anche il presidio di sabato 11 in via Tito.

La manifestazione, settima edizione, si terrà sempre al cinema “Astra” all’inizio di maggio; la data precisa sarà comunicata in seguito.

In relazione allo spot televisivo sul “giorno del ricordo” in onda in questi giorni sulle reti nazionali statali si segnala che il citato sig. Graziano Udovisi era nel 1945 tenente della fascista Milizia Difesa Territoriale, sottoposta direttamente ai tedeschi, e rastrellatore di partigiani in Istria; il suo racconto è messo in discussione dal libro “La foiba dei miracoli” scritto da Pol Vice (Paolo Consolaro) e pubblicato dalla casa editrice Kappa Vu nel 2008.

Comitato antifascista e per la memoria storica – Parma, 7 febbraio 2012 >>


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Salò (BS), venerdi 10 febbraio 2012

ore 20:30 presso: Fondaco Palazzo Coen – Biblioteca Comunale (ingresso via Fantoni e Via Brunati)

In occasione della Giornata del Ricordo 2012

La complessa vicenda del confine orientale

Le vittime dimenticate della seconda guerra mondiale

RELATORI:

Milovan Pisarri – Matteo Pizzolante

COORDINA:

Paolo Canipari

ORGANIZZANO: Anpi, Aned, Gruppo Bresciano di Ricerca per le “Giornate del Ricordo”


SCARICA LA LOCANDINA CON ULTERIORI INFORMAZIONI – IN FORMATO PDF: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/02/salo100212.pdf

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Cadoneghe (PD)

venerdi 10 febbraio 2012

ore 20:45 presso la Sala consiliare del Municipio

* presentazione del libro di D. Gobbo "L'occupazione fascista della Jugoslavia e i campi di concentramento per civili jugoslavi in Veneto, Chiesanuova e Monigo (1942-1943)"

* proiezione del documentario "Un campo di concentramento a Chiesanuova (Padova)" di Franco Biasia

SCARICA LA LOCANDINA PER MAGGIORI INFORMAZIONI - IN FORMATO PDF: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/02/cadoneghe100212.pdf


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Lunedì 13 febbraio 2012

ALESSANDRA KERSEVAN

 

storica e titolare

della casa editrice Kappa Vu di Udine

INTERVERRA’

alla trasmissione televisiva “PORTA A PORTA”

RAI 1 ore 23 e 15

Argomento della puntata: FOIBE e LAGER FASCISTI


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Ventimiglia: al Chiostro di Sant'Agostino prosegue con successo la mostra 'Foibe e crimini in Jugoslavia 41-45'

Fonte: http://www.sanremonews.it/2012/02/07/leggi-notizia/argomenti/eventi-1/articolo/ventimiglia-al-chiostro-di-santagostino-prosegue-con-successo-la-mostra-foibe-e-crimini-in-jugosl.html

Prosegue con successo di critica e di pubblico la mostra su 'Foibe e crimini fascisti in Jugoslavia 1941-1945”, organizzata dall’Associazione culturale intemelia XXV Aprile/Arci fino al 14 febbraio con orario 9-19 nel chiostro di S. Agostino - Biblioteca civica,  via Cavour, a Ventimiglia. L'esposizione è composta da 28 pannelli e manifesti fotografici ed è  strutturata in due sezioni strettamente intrecciate dal punto di vista storico e documentario: "fascismo-foibe-esodo", edita dall'Associazione nazionale Aned ex deportati ed internati, e "crimini fascisti in Jugoslavia 1941-1945"   a cura di Resistenza storica - CNJ.Con un documentato excursus storico l'esposizione ripercorre il succedersi dei drammatici eventi: dall'origine -  (italianizzazione forzata e violenta dell'Istria assegnata all'Italia dai trattati di pace  dopo la 1^ guerra mondiale), - all'occupazione  italiana della Jugoslavia  nel 1941 con le  deportazioni e i crimini fascisti,  alle foibe, all'esodo. Vengono anche contestualizzati i fatti e gli antefatti senza reticenze e omissioni inserendoli nella cornice storica che li ha determinati.La mostra si prefigge l'obiettivo, sulle foibe di contrastare  manipolazioni e  strumentalizzazioni ideologiche, persino razziste,  soprattutto in occasione della "giornata del ricordo" e, sui crimini italiani  in Jugoslavia, di fornire uno strumento didattico e culturale che serva da stimolo per colmare un grave "vuoto" di in-formazione nella memoria storica collettiva, soprattutto nei giovani,  per ricordare, riflettere ed imparare dalla storia a non ripetere gli stessi errori e le stesse tragedie, a recuperare ulteriormente e a rafforzare con sempre più ampia consapevolezza i valori della Resistenza antifascista. L’ingresso è libero e gratuito. Francesco Mulè

Leggi la reazione scomposta della lobby neo-irredentista: 
http://www.anvgd.it/notizie/12597-07feb12-negazionismo-che-serpeggia-anche-al-confine-occidentale.html

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ROMA
Mercoledì 15 febbraio 2012

alla Biblioteca Borghesiana,
via di Vermicino, ore 17,30,
Davide Conti
presenta la mostra dell'Anpi su "I criminali di guerra italiani" da lui curata

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REGGIO EMILIA
Sabato 25 febbraio 2012

ore 14,30
Alla I Università di Modena e Reggio Emilia, via Allegri 9
Pubblico dibattito con Davide Conti e Alessandra Kersevan


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http://www.diecifebbraio.info/2012/02/san-pellegrino-bg-1022012-noi-ricordiamo-tutto-fascist-legacy/

San Pellegrino (BG) 10/2/2012: NOI RICORDIAMO TUTTO. FASCIST LEGACY

 

Ricordare il proprio passato
è fondamentale per capire il presente
e saper affrontare il futuro

In Italia dal 2005 ogni 10 febbraio è “il giorno del ricordo”, una data istituita nel 2004 con il fine di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe” (dal testo di Legge).

Infangare la memoria della Resistenza, demonizzare i comunisti ed equiparare i Partigiani ai fascisti sono l’unico vero fine di questa giornata.

Infatti, è uno strano modo di ricordare; come se prima dell’otto settembre del ’43 non fosse successo niente in quelle terre di confine e in tutto il mondo.
Integrare questi ricordi può aiutare a comprendere meglio ciò che avvenne in quel periodo che va dall’avvento del fascismo fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Già nel 1920 Benito Mussolini aveva le idee chiare sulla Jugoslavia:
«Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani».


NOI IL 10 FEBBRAIO VOGLIAMO RICORDARE TUTTO

e lo facciamo nella sede del PRC e di Unità Popolare a San Pellegrino, in Via Don L. Palazzolo, 34 alle ore 21, con la proiezione del documentario della BBC “FASCIST LEGACY, acquistato ma mai mandato in onda dalla RAI, sui crimini razziali fascisti in Jugoslavia e nelle colonie occupate.


V’ invitiamo a partecipare
e a diffondere il volantino dell’iniziativa allegato: SCARICA IL VOLANTINO IN FORMATO PDF

http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/02/sanpellegrino100212.pdf


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Il seguente resoconto del viaggio di solidarietà di Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus a Kragujevac si può scaricare nella versione completa (formato Word, corredata di fotografie) al link: 
PRIMA PARTE: https://www.cnj.it/AMICIZIA/Relaz1011_1.doc
SECONDA PARTE: https://www.cnj.it/AMICIZIA/Relaz1011_2.doc
Anche le precedenti relazioni di Zastava Trieste / Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus si possono scaricare alla URL: 
https://www.cnj.it/solidarieta.htm#nonbombe

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ONLUS Non Bombe ma Solo Caramelle

RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
Viaggio del 19-23 ottobre 2011

Questa relazione è suddivisa in quattro parti.


  1. Introduzione e siti web
  2. Cronaca del viaggio; i progetti in corso e quelli futuri

  3. Alcune informazioni generali sulla Serbia e su Kragujevac

  4. Conclusioni


1. Introduzione

Vi inviamo la relazione del viaggio svolto un mese e mezzo fa a Kragujevac per la consegna delle adozioni a distanza che fanno capo alla ONLUS Non Bombe ma solo Caramelle e al Coordinamento Nazionale RSU CGIL.
Questi viaggi servono inoltre alla verifica dei numerosi progetti che sono stati portati a termine oppure sono in corso di realizzazione.

Molte cose che saranno descritte in questa relazione hanno già avuto una loro anteprima sulla nostra pagina facebook, all’indirizzo
http://www.facebook.com/nonbombemasolocaramelle
che registra un notevole numero di visitatori; naturalmente ci auguriamo che alcune di queste persone si uniranno prima o poi alla vasta rete solidale che si è creata in tutti questi anni di attività.

Tutte le nostre informazioni vengono pubblicate regolarmente sui due siti che seguono; altri siti di tanto in tanto riportano le relazioni dei nostri viaggi oppure le schede informative che periodicamente inviamo.

Sul sito del coordinamento RSU trovate tutte le notizie sulle nostre iniziative a partire dal 1999
http://www.coordinamentorsu.it/guerra.htm

I nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, sul fondo della pagina all'indirizzo:
https://www.cnj.it/solidarieta.htm

2. Cronaca del viaggio; i progetti in corso


Mercoledì 19 ottobre 2011; il viaggio, l’arrivo al Sindacato e la consegna dei contributi di sostegno all’ufficio internazionale adozioni


Come sempre partenza da Trieste verso le 8 del mattino.

Si tratta della delegazione più numerosa degli ultimi anni, infatti siamo in 11: Gianandrea, Francesca e Lorena da Pordenone, Fabio e Gino da Montereale, Giuseppina da Biella, Gabriella, Gilberto, Sergio e Silvana da Trieste, Stefano da Fiumicello. Partiamo usando il solito pulmino a nove posti che ci presta ormai da tempi immemorabili la Associazione di Solidarietà Internazionale Triestina e l’auto di uno di noi.

Una delegazione così numerosa a distanza di 12 anni dai bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia (dai quali iniziò la nostra attività) dimostra che c’è un grande interesse su ciò che facciamo e ci fa ben sperare per il futuro...

Viaggiamo in assoluta tranquillità con tempo bello e con passaggi velocissimi alle varie frontiere.

Appena usciti dall’autostrada, a pochi chilometri dall’arrivo, un incontro del tutto imprevisto per il modo con cui si realizza: ci supera un’auto che subito dopo ci segnala di fermarci: a bordo ci sono Leo, Paola e Rita della ONLUS di Bologna Aiutiamo la Jugoslavia.

Non li vedo da anni, malgrado li senta spesso per telefono o per email; la loro associazione fa parte della rete che ha deciso di sostenere l’ufficio relazioni internazionali ed adozioni a distanza del Sindacato Samostalni; hanno inoltre stabilito di sostenere economicamente il progetto di ricostruzione della scuola primaria del campo profughi di Trmbas.

Così la delegazione sale a 14, e a Kragujevac ci sono già due persone che ci aspettano, Boris e Metka arrivate da Lubiana, per essere presenti alle manifestazioni del 21 ottobre.

Malgrado un numero così rilevante di persone, nei tre giorni successivi non avremo alcun problema organizzativo.


Alle 19 finalmente arriviamo a Kragujevac e incontriamo i nostri amici del sindacato nella loro sede. Per quanto l’atmosfera dell’incontro sia come sempre festosa, si sente la tensione dovuta alla liquidazione della Zastava Automobili, avvenuta il 5 gennaio 2011, con la conseguente perdita del posto di lavoro per 1592 persone, tra cui tre delle persone (su cinque) che lavorano per il Sindacato e che si occupano dell’ufficio adozioni.

E’ chiaro che senza di loro la campagna di solidarietà in piedi da più di dieci anni sarebbe destinata a finire molto presto, tra l’altro in una fase in cui l’aiuto concreto che periodicamente portiamo diventa ancor più indispensabile.

Vi ricordo che a questo proposito tutte le associazioni italiane che intervengono a Kragujevac (una decina) hanno deciso di creare un apposito fondo, SENZA toccare il denaro destinato agli affidi, che integra il sussidio di disoccupazione per queste tre persone (Rajka, Dragan e Delko) permettendo quindi di continuare l’attività dell’ufficio.

Prepariamo tutte le buste con gli affidi che saranno consegnati durante l’assemblea pubblica di sabato 19 marzo, discutiamo gli appuntamenti che avremo nei tre giorni successivi ed infine consegnamo le tre buste con i contributi per l’ufficio adozioni, per le quali ci viene rilasciata una regolare ricevuta.


Giovedì 20 ottobre 2011; verifica dei progetti


Per quanto riguarda i progetti una OTTIMA notizia: a febbraio scorso avevamo presentato alla Tavola Valdese una domanda di contributo (a valere sui loro fondi dell’8 per mille) per il nostro progetto di recupero edilizio del campo profughi sito nel villaggio di Trmbas, appena fuori città.

Alla fine di settembre abbiamo ricevuto la comunicazione che il nostro progetto è stato integralmente approvato e che la Tavola ci rimborserà tutte le spese sostenute.

Ed è proprio da Trmbas che inizia la nostra lunghissima giornata.

Il tempo è splendido, quasi estivo.

Ricordiamo per sommi capi di che cosa si tratta.

E’ un ex villaggio turistico, di proprietà pubblica, utilizzato fino al 1990 come colonia per gli studenti di Kragujevac; è situato in un bosco a circa 5 kilometri dalla città nel piccolo villaggio di Trmbas.

E’ costituito da 10 edifici in legno a due piani, e tre edifici in muratura che contengono i servizi igienici comuni, un deposito viveri e un locale cucina-refettorio.

Dal 1991 fino ad ora è stato usato come campo per profughi, dapprima per quelli provenienti dalla Croazia e poi dal 1999 per quelli del Kosovo.

Attualmente è abitato da circa 65 famiglie per un totale di circa 280 persone, di cui un centinaio inferiori ai 18 anni. Nessuno nel campo ha un lavoro regolare, chi può si arrangia in nero.

Gli edifici sono tutti in condizioni precarie (ad eccezione del locale cucina) per assoluta mancanza di manutenzione, anche se sono tutti recuperabili in quanto le strutture non mostrano danni irreparabili nè nelle parti in legno nè in quelle in muratura.

Il campo soffre di un grande degrado ambientale ed umano che dipende in gran parte dalla assoluta mancanza di prospettive per il futuro della gente che vi abita, ma anche dalla colpevole assenza delle istituzioni pubbliche, per esempio nel problema della rimozione dei rifiuti.

L’intervento più urgente riguardava i tetti di sei delle dieci baracche; il Direttivo della nostra associazione, insieme alla associazione Zastava Brescia e alla associazione Un ponte per... di Roma aveva deciso di iniziare questi lavori a giugno; visto l’arrivo del contributo della Tavola Valdese sono stati poi iniziati tutti i lavori di ripitturazione delle baracche e di radicale restauro dell’edifico che una volta serviva da dispensa per il cibo del villaggio. Durante l’estate si sono aggiunti anche l’associazione Mir Sada di Lecco e la ONLUS di Bologna Aiutiamo la Jugoslavia.

Trovate moltissime fotografie di questi interventi alla pagina facebook della nostra associazione.

Durante la nostra visita di marzo scorso avevamo trovato una situazione veramente pesante per quanto riguardava i rifiuti, disseminati dappertutto.

Prima di decidere l’intervento di recupero avevamo posto come pre-condizione al Comune di Kragujevac la completa bonifica dalla spazzatura; il campo è stato completamente ripulito. Adesso c’è l’impegno a mantenerlo in ordine e pulito con periodici prelievi della spazzatura.

Non siamo certamente riusciti a risolvere la situazione delle famiglie che sopravvivono in questo campo, ma certamente abbiamo contribuito a dare loro un minimo di dignità che prima non avevano.


[FOTO: Pitturazione delle baracche - La dispensa prima e dopo il recupero del tetto e degli esterni]

Dopo la visita al campo, grande festa nella scuola primaria adiacente.
Questa scuola ospita nelle sue tre aule (su due turni, mattino e pomeriggio) una quarantina di bambini delle prime quatto classi elementari e una classe di scuola materna; quasi tutti i bambini vengono dal campo profughi.
La avevamo visitata a marzo, e non eravamo quindi riusciti a farla entrare nel progetto di ricostruzione del campo profughi presentato alla Tavola Valdese a febbraio; tutte le associazioni che abbiamo citato prima si sono fatte carico della ricostruzione della scuola e della fornitura del materiale scolastico ai bambini.
La scuola ha subito una trasformazione radicale: sono state rifatte completamente porte e finestre, sono stati costruiti tre bagni, rifatta la recinzione esterna, ma soprattutto la scuola ha perso l’aspetto tristissimo che la caratterizzava: ora è coloratissima e allegra.
Anche qui, non abbiamo certamente cambiato le condizioni materiali complessive dei bambini che la frequentano, che purtroppo rimangono figli di famiglie poverissime, ma almeno abbiamo modificato totalmente l’ambiente in cui studiano e giocano.
Ricordo anche che una piccola associazione di Arezzo, formata da quattro giovanissimi, aveva fornito a tutti gli scolari una ragguardevole quantità di materiale scolastico il primo settembre scorso, all’inizio del nuovo anno scolastico: penne, matite, gomme, quaderni, colori, album da disegno, colla.
Poi era arrivato da Roma un nuovo televisore, e a novembre (quindi dopo il nostro viaggio) l’associazione di Lecco, dopo aver fornito le nuove lavagne, ha acquistato un nuovo computer, un lettore DVD e ricostituito per ogni bambino la scorta di materiale didattico almeno fino alla fine dell’anno. Anche noi, in questo viaggio, portiamo un po' di cancelleria e giocattoli, raccolti a questo scopo dai bambini del circolo didattico di lingua slovena di San Dorligo della Valle e di Muggia.
La festa è grande, siamo ricevuti da tutte le insegnanti, i bambini sono felicissimi e ci regalano, molto orgogliosi di loro stessi, un piccolo saggio musicale.
All’ingresso dell’edificio una bella targa ricorda l’ intervento di ristrutturazione effettuato grazie alla solidarietà internazionale; la targa riporta la scritta: “IN MEMORIA DI ALMA ROSSI“, la compagna solidale (scomparsa un anno fa dopo una lunghissima malattia) che fu tra i primi a sostenere i lavoratori di Kragujevac subito dopo i bombardamenti della NATO. Alma è stata per molti anni Presidente della nostra ONLUS.
Come sempre in queste occasioni doniamo alla Scuola una bandiera della pace che sarà posta nell’aula più grande, sopra la lavagna.

[FOTO: La targa in memoria di Alma - Una parete della scuola e gli alunni con le loro maestre]

Su questo campo profughi e su questa scuola è stato preparato un bellissimo video da parte di Un ponte per..., che potete trovare all’indirizzo:

http://www.youtube.com/watch?v=rtKDRLr5PVQ


La nostra mattinata prosegue con una rapida visita al centro 21 ottobre per ragazzi Down, dove ci rechiamo ogni volte che è possibile; è stato il nostra primo importante progetto a Kragujevac ed è riuscito a ridare dignità e sicurezza ad una delle categorie sociali più deboli ed emarginate, quella delle persone con disagio psichico.

Jelena, la direttrice, ci informa di tutte le attività in corso, e ci consegna (come fa sempre) il resoconto fino all’ultimo centesimo di come hanno utilizzato il nostro ultimo contributo (che gli avevamo lasciato a luglio) ed una ricca documentazione fotografica.

Anche questa volta possiamo sostenerli, attraverso una donazione d 300 euro proveniente dai nostri adottanti di Roma; Jelena nei suoi ringraziamenti usa un bellissimo modo di dire per quanto riguarda i sostegni che riusciamo ogni tanto a fornire a questi ragazzi: questo sostegno li aiuta ad USCIRE UGUALI NEL MONDO.


Il pomeriggio si apre con una visita imprevista alla fabbrica Zastava INPRO, uno dei tanti reparti in cui era stata smembrato nel 2001 il complesso Zastava.

In questa fabbrica lavorano 186 lavoratori, di cui più del 70% invalidi: ciechi e sordomuti, invalidi del lavoro e per malattie professionali, varie persone con disturbi mentali.

Si tratta di una fabbrica speciale, sottoposta alla legislazione sul lavoro nelle officine protette; le mansioni che svolgono i singoli lavoratori dovrebbero essere strettamente relazionate al loro stato di salute.

Il valore della produzione è di circa 5 milioni di euro, principalmente si tratta di rimorchi per auto, furgoni per trasporto cavalli, teloni per camion.

La maggior parte (80%) della produzione viene esportata.

Lo stipendio medio netto è di 300 euro al mese.

Fa veramente impressione vedere in questo grande capannone presse, torni, trapani che hanno probabilmente 30-40 d’anni, e contemporaneamente a fianco una modernissima macchina laser per il taglio delle lamiere.

Tutti ci esprimono la loro speranza di poter lavorare come fornitori della Fiat Auto Serbia, i cui capannoni non sono molto distanti.

Mi sbaglierò, ma non vedo un grandissimo futuro per loro, conoscendo quali sono le strategie di Marchionne in termini di orari, pause e ritmi...


La tappa successiva è il Liceo di Kragujevac.

Questa è la Scuola da cui erano stati prelevati dai nazisti gli studenti e i loro professori il 20 ottobre del 1941, e poi fucilati il giorno dopo per rappresaglia a Sumarice, in periferia della città; di questo evento ho riferito molte volte in questi anni (vedi anche più sotto)

In questo Liceo abbiamo portato avanti lo scorso anno un progetto di riqualificazione dell’aula che gli studenti utilizzano per le loro attività extrascolastiche; a marzo scorso la avevamo inaugurata completamente rinnovata e con una nuova intitolazione: SALA DELLA SOLIDARIETA’ E DELLA PACE.

In memoria di quella strage avevamo proposto alla Scuola di esporre in questa aula la mostra Quando morì mio padre. Disegni e testimonianze di bambini dai campi di concentramento del confine orientale (1942-1943)preparata dell’Istituto Gasparini di Gorizia, che abbiamo provveduto a far tradurre in Serbo durante l’estate.

La mostra illustra i i crimini fascisti italiani contro la comunità jugoslava al confine orientale italiano. Nello specifico descrive le condizioni di vita nel campo di concentramento nell’isola di Rab, attraverso le testimonianze di bambini internati nel campo, raccolte tra il 1944 e il 1945. Si articola in 26 grandi pannelli di cui abbiamo curato la traduzione in Serbo durante l’estate.

Sono presenti molti delegati sindacali, i direttori di parecchie delle scuole con le quali abbiamo collaborato in tutti questi anni, molti cittadini.

Boris e Metka, autori della mostra, la inquadrano all’interno della travagliatissima storia dei Balcani, dopo che Stefano, a nome della nostra associazione, ha chiaramente spiegato che il nostro intento è quello di diffondere la memoria storica di fatti poco conosciuti anche in Italia, perchè è solo dalla conoscenza che possiamo cercare di evitare di ripetere simili tragedie. Non a caso il lavoro e la cultura sono valori che vengono sempre attaccati da chi vuole che i popoli rimangano ignoranti e poveri.

Non dobbiamo assolutamente dimenticare che in Italia si è sempre cercato, nei settanta anni che ci separano dalla seconda guerra mondiale, di dipingere gli eserciti italiani impegnati sui tanti fronti di guerre di invasione fasciste e naziste come ‘’Italiani brava gente’’ evitando accuratamente di fare i conti con la realtà storica, e particolarmente dobbiamo ricordare la brutalità dell'occupazione fascista nei Balcani, dalla Slovenia al Montenegro, e le precise responsabilità tanto del Regio Esercito quanto delle autorità civili.


Dopo un’ora passata in questa sala siamo invitati alla cerimonia ufficiale in memoria degli studenti vittime della strage, che si tiene nella splendida aula magna del Liceo, alla presenza di tantissimi cittadini; è molto significativa la presenza di molti giovani.

La manifestazione consiste in una rappresentazione teatrale che ricorda la gli ultimi due giorni di vita di quegli studenti, volenterosamente recitata dagli studenti attuali, e da un magnifico concerto degli allievi della Scuola di Musica della città.

Dopo saremo gli ospiti di onore alla cena che si tiene nel Liceo; la stanchezza è troppa e nessuno di noi riuscirà poi a partecipare all’ultimo appuntamento previsto per le 21, l’inaugurazione del Salone Internazionale della Caricatura contro la Guerra, che si tiene ogni anno a Kragujevac e che iniziò subuto dopo i bombardamenti del 1999 della NATO sulla Jugoslavia. Lo visiteremo il pomeriggio del giorno successivo.


[FOTO: Alcune immagini della mostra - Dalla mostra: foto di bambini a Rab - Un momento del concerto]


Venerdì 21 ottobre 2011. A Kragujevac si tiene la cosiddetta Grande Lezione di Storia, che si svolge nel Parco della Rimembranza di Sumarice, a ricordo di una delle più efferate rappresaglie naziste, che vide la fucilazione di 7300 persone.

Tra il 14 e il 19 ottobre 1941 vi furono nei dintorni della città durissimi scontri tra soldati tedeschi e partigiani, durante i quali vi furono dieci morti e ventisei feriti tra le truppe occupanti.

Le agghiaccianti regole di rappresaglia imponevano il rapporto di 100 fucilati per ogni tedesco morto e 50 per ogni ferito. In realtà tra il 19 e il 21 ottobre furono fucilate 7300 persone, tutti maschi, rastrellati in tutta la città e nei villaggi contadini circostanti; trovarono la morte anche gli studenti e i professori del Ginnasio della città, prelevati direttamente dalle aule. E furono poi uccisi anche i piccoli rom della città che facevano tradizionalmente i lustrascarpe, perchè rifiutarono di pulire gli stivali dei fucilatori.

I fucilati vennero gettati in trentatre fosse comuni, disseminate in 380 ettari di terra che oggi costituiscono il Parco della Rimembranza. Nel territorio del Parco sono stati eretti molti monumenti, il più imponente dei quali ricorda gli studenti del Ginnasio ed è chiamato le Ali Spezzate.

Potete trovare una documentazione molto completa su questo argomento al seguente indirizzo:

https://www.cnj.it/CULTURA/krvavabajka.htm

dove è riportata anche in Serbo e in due versioni italiane la poesia "Fiaba sanguigna" di Desanka Maksimovic scritta a ricordo degli studenti uccisi.

Fu uccisa in quella occasione una unica donna, una ragazza di 19 anni, Nada Naumovic, alla quale sono intitolate le scuole materne della città, e alla quale è dedicato uno dei bei monumenti del parco. Purtroppo piove molto e fa freddo, ma la nostra delegazione (ad eccezione di Gilberto) partecipa convintamente alla lunghissima cerimonia.


[FOTO: Il monumento Le Ali Spezzate - Il monumento a Nada Naumovic (non durante il nostro viaggio, ma in un giorno di sole) - Il monumento ai bambini rom lustrascarpe - Noi imperterriti sotto la pioggia ...]

Il pomeriggio è libero, e poi a cena siamo attesi dai nostri cari amici della associazione malati sclerosi multipla; recentemente (vedi relazioni di ottobre 2008, luglio e ottobre 2009) abbiamo contribuito a realizzare la loro attrezzatissima palestra e a dare un nuovo decoro alla loro sede, come sempre insieme a tutte le associazioni con cuoi collaboriamo.
E’ una cena assolutamente commovente e gioiosa: nessuno potrebbe aspettarsi tutta questa forza e volontà di vivere, tutta questa allegria in queste persone, tra cui purtroppo molti ragazzi, colpiti da queste malattie devastanti.
E’ in occasioni come questa che possiamo veramente toccare con mano come le parole solidarietà, realizzare progetti che vadano incontro a reali bisogni sociali della popolazione, non siano solo vuoti slogan con cui riempire relazioni o volantini, ma come incidano profondamente nella vita di tutti i giorni di queste persone, specialmente delle categorie sociali più deboli.

Sabato 22 ottobre 2011.
E’ la giornata della consegna degli affidi a distanza.

Iniziamo la giornata con un lungo incontro con Zoran Markovic, segretario del Sindacato Samostalni in Fiat Auto Serbia, che ci illustra la situazione attuale della fabbrica e le prospettive future.
Abbiamo già pubblicato la trascrizione di questo incontro nella nostra pagina Facebook, e la riportiamo anche alla fine di questa relazione. Comunque possiamo riassumere così questo incontro: i piani della Fiat sono bellissimi, il futuro dei lavoratori è radioso, peccato che venga sempre tutto spostato sempre all’anno successivo...
Il 30% degli abitanti di Kragujevac senza lavoro di Kragujevac resteranno per sempre ai margini della sopravvivenza e nessuna vaghissima (e sempre rimandata) promessa di ingresso nella comunità europea riuscirà a tramutare in condizioni di vita dignitose le loro speranze. E tutto questo in un paese europeo che prima di essere distrutto poteva aspirare ad un futuro normale.
Accompagnati dall’amarezza di queste realtà ci avviamo all’incontro con le nostre famiglie: eccole qui, come sempre serie e composte, ci scrutano in silenzio, ci ringraziano ci stringono la mano, ci abbracciano, ci manifestano la loro gratitudine e la loro stima. Ma vorrei veramente essere nelle loro menti per carpire i loro più reconditi pensieri circa la loro vita, passata e futura, per comprendere cosa pensino di quello che è loro accaduto, delle cause, delle possibili soluzioni, del domani dei loro figli e, perché no, di questi volontari della solidarietà che continuano, dopo 12 anni, a raccontargli dei massimi sistemi del mondo, della pace, della giustizia, dei diritti del lavoro, delle colpe del capitalismo e del liberismo, mentre anno dopo anno le loro condizioni di vita risultano immutate se non peggiorate.

Sono interrogativi angosciosi, sempre gli stessi, viaggio dopo viaggio, anno dopo anno, ma dobbiamo andare avanti...

Durante l’assemblea sono stati distribuiti 156 affidi a distanza (quasi tutti in quote semestrali) per un totale di 25460 euro.

Quattro di questi affidi erano nuovi.


Mi ritorna sempre in mente, in queste occasioni, la frase che disse a me e a Riccardo dell’associazione di Brescia, durante il nostro primo viaggio a Kragujevac, un lavoratore in cassa integrazione della Zastava, quando andammo a trovarlo a casa, se così si poteva chiamare la baracca in cartongesso dove abitava con moglie e due figli, in mezzo ad un lago di fango: noi vi ringraziamo per gli aiuti che ci portate, ma quello che non riusciremo mai a dimenticare è che voi venite da tanto lontano per portarci solidarietà e amicizia.

Qui termina il nostro viaggio tra i nostri amici lavoratori serbi nel cuore dell’Europa civile...

Il giorno dopo rientriamo in Italia, e inizieremo a preparare il prossimo viaggio con la stessa determinazione, convinzione e testardaggine con cui abbiamo preparato tutti i precedenti.


3. Alcune informazioni generali sulla Serbia e su Kragujevac


Questa relazione contiene le informazioni sulla situazione economica generale della Serbia e in particolare su Kragujevac che abbiamo raccolto durante il nostro viaggio di ottobre 2011; abbiamo comunque aggiornato i dati, utilizzando gli ultimi disponibili (novembre o dicembre 2011).


Alcune delle cose che saranno descritte descritte in questa relazione hanno già avuto una loro anteprima sulla nostra pagina facebook, all’indirizzo
http://www.facebook.com/nonbombemasolocaramelle
che registra un notevole numero di visitatori; naturalmente ci auguriamo che alcune di queste persone si uniranno prima o poi alla vasta rete solidale che si è creata in tutti questi anni di attività.

Quando la fonte non è indicata significa che i dati sono stati ricavati dai bollettini periodici dell’Ufficio Centrale di Statistica; qualora la fonte sia diversa viene esplicitamente indicata.


Tutte le informazioni sulla Zastava sono state fornite da Zoran Markovic, segretario del sindacato Samostalni nella FIAT Auto Serbia.


ALCUNI INDICI ECONOMICI GENERALI


Cambio dinaro/euro.

A ottobre 2008 il cambio dinaro-euro era di 84 a 1.

Al 22 ottobre 2009 era di 93.2 dinari per euro.

Il 20 ottobre 2010 il cambio era di 103.5 dinari per un euro

Il 4 novembre 2010 il cambio è arrivato a a 107.5 dinari per euro (valore più alto mai raggiunto).

Dopo questa data c’è stato un rafforzamento progressivo del dinaro che è giunto al valore di 96.5 dinari per un euro il 22 maggio 2011 per poi iniziare nuovamente a calare.

Durante il nostro viaggio di ottobre 2011 il cambio era di 100 dinari per un euro.

Attualmente, nel momento in cui scriviamo (12 gennaio 2012) il cambio è di 104 dinari per 1 euro.


L’indebolimento del dinaro rispetto all’euro ha effetti pesanti sulle condizioni di vita delle famiglie, con una vistosa caduta del potere di acquisto delle famiglie, visto che la Serbia è un Paese con un fortissimo deficit commerciale e che più della metà del commercio con l’estero si svolge con la Unione Europea (Germania e Italia sono i primi partners commerciali in quest’area).

Il suo rafforzamento momentaneo per circa sei mesi nel 2011 è stato dovuto esclusivamente a ragioni politiche interne; ha avuto vantaggi solo per chi ha aperto mutui in euro, ma ha penalizzato fortemente le già scarse esportazioni, mentre i prezzi dei beni di prima necessità e le tariffe hanno continuato ad aumentare.


Prodotto interno lordo (PIL) e indice della produzione industriale

Il PIL nel primo trimestre del 2011 è aumentato dello 0.5% rispetto allo stesso periodo del 2010, attestandosi a 847291,6 milioni di dinari (circa 8472 milioni di euro).

Il grafico sottostante riporta la percentuale di variazione del PIL (calcolato ogni tre mesi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Come si può notare immediatamente la pendenza generale della curva è ormai da anni rivolta verso il basso. 

[GRAFICO]

L’indice della produzione industriale nel periodo gennaio-novembre 2011 è stato più alto del 2.2% rispetto a quello dello stesso periodo del 2010.

Dobbiamo però ricordare che, fatta 100 la media della produzione industriale del 2010, questo indice era di 117 a marzo 2008.

Malgrado questi recenti recuperi di produzioni, l’occupazione è in costante diminuzione, come vedremo tra poco.

Il successivo grafico mostra l’andamento dell’indice della produzione industriale negli ultimi anni, ponendo a 100 la media della produzione nel 2010.

[GRAFICO]

Commercio con l’estero.

Anche nel 2011 la Serbia si conferma un Paese estremamente indebitato, con un deficit commerciale altissimo.

Tra gennaio e novembre 2011 le esportazioni sono state pari 7735.5 milioni di euro, con un aumento del16.0% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando erano state di 6667,1 milioni di euro.

Nello stesso periodo il valore delle importazioni è stato di 13021.8 milioni di euro, con un incremento del 14.0% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando erano state di 11419,1 milioni di euro.


Il deficit commerciale si attesta dunque in questo periodo a 5286.3 milioni di euro, con un incremento del 11.2% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando era stato di 4752 milioni di euro.

Il rapporto tra esportazioni ed importazioni è stato di 59.4%, pressochè uguale al valore di 58.3% segnato rispetto allo stesso periodo del 2010.

Gli unici settori in cui la bilancia dei pagamenti è stata significativamente positiva tra gennaio e novembre 2011 sono stati il settore cerealicolo (286 milioni di euro), prodotti alimentari e bevande (683 milioni di euro), laminati a caldo (390 milioni di euro), prodotti in gomma (128 milioni di euro) e calzature (103 milioni di euro).


I settori in cui il passivo è profondo sono quelli dell’energia e tutti i settori a significativo contenuto tecnologico: prodotti petroliferi(-719,1 milioni di euro), prodotti chimici (-827,5 milioni di euro), computer ed elettronica (-504,8 milioni di euro), macchinari in genere (-536,2 milioni di euro) veicoli a motore (-208,3 milioni di euro), farmaceutica (-109,6 milioni di euro).


I Paesi verso i quali la Serbia esporta di più si confermano essere la Germania e l’Italia, mentre per le importazioni in testa vi è la Russia, dalla quale proviene la maggior quantità di petrolio e gas, seguita da Germania e Italia.


Inflazione e prezzi

Nei primi mesi mesi del 2011 l’inflazione ha avuto un fortissimo aumento rispetto all’andamento nel 2010 (è pressochè triplicata) ed ha ulteriormente falcidiato il potere d’acquisto delle famiglie. Successivamente ha rallentato la sua corsa, ma rimanendo sempre molto alta; a dicembre 2011 l’indice generale dei prezzi ha mostrato un incremento del 7% rispetto allo stesso mese del 2010.

Nel grafico sottostante (Ufficio Centrale di Statistica) si può seguire l’andamento dell’inflazione percentuale annua per ogni mese a partire da gennaio 2010 fino a dicembre 2011.

[GRAFICO: Tasso di inflazione annuale]

Gli aumenti dei prezzi al consumo riguardano tutti i settori merceologici, ma sono particolarmente importanti per i generi e servizi essenziali, come su può riscontrare nella seguente tabella che riporta i aumenti percentuali annui per diversi settori merceologici registrati a dicembre 2011 rispetto a dicembre 2010; nella terza colonna sono riportati gli stessi dati confrontati con i prezzi medi nell’anno 2006 posti uguali a 100. 


Merci                                                               Dic. 2011 su dic. 2010                         Dic. 2011 su media 2006 posta a 100

Alimentari e bevande non alcooliche               106.4                                                   161.8
Bevande alcooliche e tabacchi                        111.1                                                   214.2
Abbigliamento e calzature                               103.6                                                   133.4
Alloggi, corrente el., acqua e gas                    109.6                                                   162.5
Salute                                                             109.4                                                   140.0
Trasporti                                                          103.5                                                   150.7
Istruzione                                                        104.3                                                   141.4


Popolazione, livelli occupazionali e salari


La popolazione complessiva della Serbia è in diminuzione, secondo i dati preliminari del censimento condotto a partire da ottobre 2011 gli abitanti attuali sono circa 7.2 milioni, rispetto ai 7.5 milioni censiti nel 2002. Questa diminuzione è dovuta al tasso di fertilità negativo (numero di nati inferiore al numero dei decessi); unendo questo effetto all’emigrazione, che interessa anche vaste fasce di popolazione giovane con formazione scolastica elevata, porta ad un invecchiamento complessivo della popolazione, e comporta un continuo impoverimento del Paese.

Come esempio del rapporto tra natalità e mortalità possiamo citare il dato medio relativo ai primi dieci mesi del 2011: su ogni mille abitanti si sono registrate 7.7 nati e 12.6 morti.

Un dato sull’invecchiamento della popolazione: secondo il quotidiano Novosti del 31 luglio 2011 in Serbia ci sono 1.25 milioni di abitanti con età superiore ai 65 anni.


I livelli occupazionali continuano a scendere.

Gli ultimi dati percentuali disponibili sono relativi a novembre 2011, e li riportiamo assieme a quelli degli ultimi due anni; si riferiscono alle persone con più di 15 anni.