ONLUS Non Bombe ma Solo Caramelle
RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
Viaggio del 19-23 ottobre 2011
Questa relazione è suddivisa in quattro parti.
Introduzione e siti web
Cronaca del viaggio; i progetti in corso e quelli futuri
Alcune informazioni generali sulla Serbia e su Kragujevac
Conclusioni
1. Introduzione
Vi inviamo la relazione del viaggio svolto un mese e mezzo fa a Kragujevac per la consegna delle adozioni a distanza che fanno capo alla ONLUS Non Bombe ma solo Caramelle e al Coordinamento Nazionale RSU CGIL.
Questi viaggi servono inoltre alla verifica dei numerosi progetti che sono stati portati a termine oppure sono in corso di realizzazione.
Molte cose che saranno descritte in questa relazione hanno già avuto una loro anteprima sulla nostra pagina facebook, all’indirizzo
http://www.facebook.com/nonbombemasolocaramelle
che registra un notevole numero di visitatori; naturalmente ci auguriamo che alcune di queste persone si uniranno prima o poi alla vasta rete solidale che si è creata in tutti questi anni di attività.
Tutte le nostre informazioni vengono pubblicate regolarmente sui due siti che seguono; altri siti di tanto in tanto riportano le relazioni dei nostri viaggi oppure le schede informative che periodicamente inviamo.
Sul sito del coordinamento RSU trovate tutte le notizie sulle nostre iniziative a partire dal 1999
http://www.coordinamentorsu.it/guerra.htm
I nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, sul fondo della pagina all'indirizzo:
https://www.cnj.it/solidarieta.htm
2. Cronaca del viaggio; i progetti in corso
Mercoledì 19 ottobre 2011; il viaggio, l’arrivo al Sindacato e la consegna dei contributi di sostegno all’ufficio internazionale adozioni
Come sempre partenza da Trieste verso le 8 del mattino.
Si tratta della delegazione più numerosa degli ultimi anni, infatti siamo in 11: Gianandrea, Francesca e Lorena da Pordenone, Fabio e Gino da Montereale, Giuseppina da Biella, Gabriella, Gilberto, Sergio e Silvana da Trieste, Stefano da Fiumicello. Partiamo usando il solito pulmino a nove posti che ci presta ormai da tempi immemorabili la Associazione di Solidarietà Internazionale Triestina e l’auto di uno di noi.
Una delegazione così numerosa a distanza di 12 anni dai bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia (dai quali iniziò la nostra attività) dimostra che c’è un grande interesse su ciò che facciamo e ci fa ben sperare per il futuro...
Viaggiamo in assoluta tranquillità con tempo bello e con passaggi velocissimi alle varie frontiere.
Appena usciti dall’autostrada, a pochi chilometri dall’arrivo, un incontro del tutto imprevisto per il modo con cui si realizza: ci supera un’auto che subito dopo ci segnala di fermarci: a bordo ci sono Leo, Paola e Rita della ONLUS di Bologna Aiutiamo la Jugoslavia.
Non li vedo da anni, malgrado li senta spesso per telefono o per email; la loro associazione fa parte della rete che ha deciso di sostenere l’ufficio relazioni internazionali ed adozioni a distanza del Sindacato Samostalni; hanno inoltre stabilito di sostenere economicamente il progetto di ricostruzione della scuola primaria del campo profughi di Trmbas.
Così la delegazione sale a 14, e a Kragujevac ci sono già due persone che ci aspettano, Boris e Metka arrivate da Lubiana, per essere presenti alle manifestazioni del 21 ottobre.
Malgrado un numero così rilevante di persone, nei tre giorni successivi non avremo alcun problema organizzativo.
Alle 19 finalmente arriviamo a Kragujevac e incontriamo i nostri amici del sindacato nella loro sede. Per quanto l’atmosfera dell’incontro sia come sempre festosa, si sente la tensione dovuta alla liquidazione della Zastava Automobili, avvenuta il 5 gennaio 2011, con la conseguente perdita del posto di lavoro per 1592 persone, tra cui tre delle persone (su cinque) che lavorano per il Sindacato e che si occupano dell’ufficio adozioni.
E’ chiaro che senza di loro la campagna di solidarietà in piedi da più di dieci anni sarebbe destinata a finire molto presto, tra l’altro in una fase in cui l’aiuto concreto che periodicamente portiamo diventa ancor più indispensabile.
Vi ricordo che a questo proposito tutte le associazioni italiane che intervengono a Kragujevac (una decina) hanno deciso di creare un apposito fondo, SENZA toccare il denaro destinato agli affidi, che integra il sussidio di disoccupazione per queste tre persone (Rajka, Dragan e Delko) permettendo quindi di continuare l’attività dell’ufficio.
Prepariamo tutte le buste con gli affidi che saranno consegnati durante l’assemblea pubblica di sabato 19 marzo, discutiamo gli appuntamenti che avremo nei tre giorni successivi ed infine consegnamo le tre buste con i contributi per l’ufficio adozioni, per le quali ci viene rilasciata una regolare ricevuta.
Giovedì 20 ottobre 2011; verifica dei progetti
Per quanto riguarda i progetti una OTTIMA notizia: a febbraio scorso avevamo presentato alla Tavola Valdese una domanda di contributo (a valere sui loro fondi dell’8 per mille) per il nostro progetto di recupero edilizio del campo profughi sito nel villaggio di Trmbas, appena fuori città.
Alla fine di settembre abbiamo ricevuto la comunicazione che il nostro progetto è stato integralmente approvato e che la Tavola ci rimborserà tutte le spese sostenute.
Ed è proprio da Trmbas che inizia la nostra lunghissima giornata.
Il tempo è splendido, quasi estivo.
Ricordiamo per sommi capi di che cosa si tratta.
E’ un ex villaggio turistico, di proprietà pubblica, utilizzato fino al 1990 come colonia per gli studenti di Kragujevac; è situato in un bosco a circa 5 kilometri dalla città nel piccolo villaggio di Trmbas.
E’ costituito da 10 edifici in legno a due piani, e tre edifici in muratura che contengono i servizi igienici comuni, un deposito viveri e un locale cucina-refettorio.
Dal 1991 fino ad ora è stato usato come campo per profughi, dapprima per quelli provenienti dalla Croazia e poi dal 1999 per quelli del Kosovo.
Attualmente è abitato da circa 65 famiglie per un totale di circa 280 persone, di cui un centinaio inferiori ai 18 anni. Nessuno nel campo ha un lavoro regolare, chi può si arrangia in nero.
Gli edifici sono tutti in condizioni precarie (ad eccezione del locale cucina) per assoluta mancanza di manutenzione, anche se sono tutti recuperabili in quanto le strutture non mostrano danni irreparabili nè nelle parti in legno nè in quelle in muratura.
Il campo soffre di un grande degrado ambientale ed umano che dipende in gran parte dalla assoluta mancanza di prospettive per il futuro della gente che vi abita, ma anche dalla colpevole assenza delle istituzioni pubbliche, per esempio nel problema della rimozione dei rifiuti.
L’intervento più urgente riguardava i tetti di sei delle dieci baracche; il Direttivo della nostra associazione, insieme alla associazione Zastava Brescia e alla associazione Un ponte per... di Roma aveva deciso di iniziare questi lavori a giugno; visto l’arrivo del contributo della Tavola Valdese sono stati poi iniziati tutti i lavori di ripitturazione delle baracche e di radicale restauro dell’edifico che una volta serviva da dispensa per il cibo del villaggio. Durante l’estate si sono aggiunti anche l’associazione Mir Sada di Lecco e la ONLUS di Bologna Aiutiamo la Jugoslavia.
Trovate moltissime fotografie di questi interventi alla pagina facebook della nostra associazione.
Durante la nostra visita di marzo scorso avevamo trovato una situazione veramente pesante per quanto riguardava i rifiuti, disseminati dappertutto.
Prima di decidere l’intervento di recupero avevamo posto come pre-condizione al Comune di Kragujevac la completa bonifica dalla spazzatura; il campo è stato completamente ripulito. Adesso c’è l’impegno a mantenerlo in ordine e pulito con periodici prelievi della spazzatura.
Non siamo certamente riusciti a risolvere la situazione delle famiglie che sopravvivono in questo campo, ma certamente abbiamo contribuito a dare loro un minimo di dignità che prima non avevano.
[FOTO: Pitturazione delle baracche - La dispensa prima e dopo il recupero del tetto e degli esterni]
Dopo la visita al campo, grande festa nella scuola primaria adiacente.
Questa scuola ospita nelle sue tre aule (su due turni, mattino e pomeriggio) una quarantina di bambini delle prime quatto classi elementari e una classe di scuola materna; quasi tutti i bambini vengono dal campo profughi.
La avevamo visitata a marzo, e non eravamo quindi riusciti a farla entrare nel progetto di ricostruzione del campo profughi presentato alla Tavola Valdese a febbraio; tutte le associazioni che abbiamo citato prima si sono fatte carico della ricostruzione della scuola e della fornitura del materiale scolastico ai bambini.
La scuola ha subito una trasformazione radicale: sono state rifatte completamente porte e finestre, sono stati costruiti tre bagni, rifatta la recinzione esterna, ma soprattutto la scuola ha perso l’aspetto tristissimo che la caratterizzava: ora è coloratissima e allegra.
Anche qui, non abbiamo certamente cambiato le condizioni materiali complessive dei bambini che la frequentano, che purtroppo rimangono figli di famiglie poverissime, ma almeno abbiamo modificato totalmente l’ambiente in cui studiano e giocano.
Ricordo anche che una piccola associazione di Arezzo, formata da quattro giovanissimi, aveva fornito a tutti gli scolari una ragguardevole quantità di materiale scolastico il primo settembre scorso, all’inizio del nuovo anno scolastico: penne, matite, gomme, quaderni, colori, album da disegno, colla.
Poi era arrivato da Roma un nuovo televisore, e a novembre (quindi dopo il nostro viaggio) l’associazione di Lecco, dopo aver fornito le nuove lavagne, ha acquistato un nuovo computer, un lettore DVD e ricostituito per ogni bambino la scorta di materiale didattico almeno fino alla fine dell’anno. Anche noi, in questo viaggio, portiamo un po' di cancelleria e giocattoli, raccolti a questo scopo dai bambini del circolo didattico di lingua slovena di San Dorligo della Valle e di Muggia.
La festa è grande, siamo ricevuti da tutte le insegnanti, i bambini sono felicissimi e ci regalano, molto orgogliosi di loro stessi, un piccolo saggio musicale.
All’ingresso dell’edificio una bella targa ricorda l’ intervento di ristrutturazione effettuato grazie alla solidarietà internazionale; la targa riporta la scritta: “IN MEMORIA DI ALMA ROSSI“, la compagna solidale (scomparsa un anno fa dopo una lunghissima malattia) che fu tra i primi a sostenere i lavoratori di Kragujevac subito dopo i bombardamenti della NATO. Alma è stata per molti anni Presidente della nostra ONLUS.
Come sempre in queste occasioni doniamo alla Scuola una bandiera della pace che sarà posta nell’aula più grande, sopra la lavagna.
[FOTO: La targa in memoria di Alma - Una parete della scuola e gli alunni con le loro maestre]
Su questo campo profughi e su questa scuola è stato preparato un bellissimo video da parte di Un ponte per..., che potete trovare all’indirizzo:
http://www.youtube.com/watch?v=rtKDRLr5PVQ
La nostra mattinata prosegue con una rapida visita al centro 21 ottobre per ragazzi Down, dove ci rechiamo ogni volte che è possibile; è stato il nostra primo importante progetto a Kragujevac ed è riuscito a ridare dignità e sicurezza ad una delle categorie sociali più deboli ed emarginate, quella delle persone con disagio psichico.
Jelena, la direttrice, ci informa di tutte le attività in corso, e ci consegna (come fa sempre) il resoconto fino all’ultimo centesimo di come hanno utilizzato il nostro ultimo contributo (che gli avevamo lasciato a luglio) ed una ricca documentazione fotografica.
Anche questa volta possiamo sostenerli, attraverso una donazione d 300 euro proveniente dai nostri adottanti di Roma; Jelena nei suoi ringraziamenti usa un bellissimo modo di dire per quanto riguarda i sostegni che riusciamo ogni tanto a fornire a questi ragazzi: questo sostegno li aiuta ad USCIRE UGUALI NEL MONDO.
Il pomeriggio si apre con una visita imprevista alla fabbrica Zastava INPRO, uno dei tanti reparti in cui era stata smembrato nel 2001 il complesso Zastava.
In questa fabbrica lavorano 186 lavoratori, di cui più del 70% invalidi: ciechi e sordomuti, invalidi del lavoro e per malattie professionali, varie persone con disturbi mentali.
Si tratta di una fabbrica speciale, sottoposta alla legislazione sul lavoro nelle officine protette; le mansioni che svolgono i singoli lavoratori dovrebbero essere strettamente relazionate al loro stato di salute.
Il valore della produzione è di circa 5 milioni di euro, principalmente si tratta di rimorchi per auto, furgoni per trasporto cavalli, teloni per camion.
La maggior parte (80%) della produzione viene esportata.
Lo stipendio medio netto è di 300 euro al mese.
Fa veramente impressione vedere in questo grande capannone presse, torni, trapani che hanno probabilmente 30-40 d’anni, e contemporaneamente a fianco una modernissima macchina laser per il taglio delle lamiere.
Tutti ci esprimono la loro speranza di poter lavorare come fornitori della Fiat Auto Serbia, i cui capannoni non sono molto distanti.
Mi sbaglierò, ma non vedo un grandissimo futuro per loro, conoscendo quali sono le strategie di Marchionne in termini di orari, pause e ritmi...
La tappa successiva è il Liceo di Kragujevac.
Questa è la Scuola da cui erano stati prelevati dai nazisti gli studenti e i loro professori il 20 ottobre del 1941, e poi fucilati il giorno dopo per rappresaglia a Sumarice, in periferia della città; di questo evento ho riferito molte volte in questi anni (vedi anche più sotto)
In questo Liceo abbiamo portato avanti lo scorso anno un progetto di riqualificazione dell’aula che gli studenti utilizzano per le loro attività extrascolastiche; a marzo scorso la avevamo inaugurata completamente rinnovata e con una nuova intitolazione: SALA DELLA SOLIDARIETA’ E DELLA PACE.
In memoria di quella strage avevamo proposto alla Scuola di esporre in questa aula la mostra Quando morì mio padre. Disegni e testimonianze di bambini dai campi di concentramento del confine orientale (1942-1943), preparata dell’Istituto Gasparini di Gorizia, che abbiamo provveduto a far tradurre in Serbo durante l’estate.
La mostra illustra i i crimini fascisti italiani contro la comunità jugoslava al confine orientale italiano. Nello specifico descrive le condizioni di vita nel campo di concentramento nell’isola di Rab, attraverso le testimonianze di bambini internati nel campo, raccolte tra il 1944 e il 1945. Si articola in 26 grandi pannelli di cui abbiamo curato la traduzione in Serbo durante l’estate.
Sono presenti molti delegati sindacali, i direttori di parecchie delle scuole con le quali abbiamo collaborato in tutti questi anni, molti cittadini.
Boris e Metka, autori della mostra, la inquadrano all’interno della travagliatissima storia dei Balcani, dopo che Stefano, a nome della nostra associazione, ha chiaramente spiegato che il nostro intento è quello di diffondere la memoria storica di fatti poco conosciuti anche in Italia, perchè è solo dalla conoscenza che possiamo cercare di evitare di ripetere simili tragedie. Non a caso il lavoro e la cultura sono valori che vengono sempre attaccati da chi vuole che i popoli rimangano ignoranti e poveri.
Non dobbiamo assolutamente dimenticare che in Italia si è sempre cercato, nei settanta anni che ci separano dalla seconda guerra mondiale, di dipingere gli eserciti italiani impegnati sui tanti fronti di guerre di invasione fasciste e naziste come ‘’Italiani brava gente’’ evitando accuratamente di fare i conti con la realtà storica, e particolarmente dobbiamo ricordare la brutalità dell'occupazione fascista nei Balcani, dalla Slovenia al Montenegro, e le precise responsabilità tanto del Regio Esercito quanto delle autorità civili.
Dopo un’ora passata in questa sala siamo invitati alla cerimonia ufficiale in memoria degli studenti vittime della strage, che si tiene nella splendida aula magna del Liceo, alla presenza di tantissimi cittadini; è molto significativa la presenza di molti giovani.
La manifestazione consiste in una rappresentazione teatrale che ricorda la gli ultimi due giorni di vita di quegli studenti, volenterosamente recitata dagli studenti attuali, e da un magnifico concerto degli allievi della Scuola di Musica della città.
Dopo saremo gli ospiti di onore alla cena che si tiene nel Liceo; la stanchezza è troppa e nessuno di noi riuscirà poi a partecipare all’ultimo appuntamento previsto per le 21, l’inaugurazione del Salone Internazionale della Caricatura contro la Guerra, che si tiene ogni anno a Kragujevac e che iniziò subuto dopo i bombardamenti del 1999 della NATO sulla Jugoslavia. Lo visiteremo il pomeriggio del giorno successivo.
[FOTO: Alcune immagini della mostra - Dalla mostra: foto di bambini a Rab - Un momento del concerto]
Venerdì 21 ottobre 2011. A Kragujevac si tiene la cosiddetta Grande Lezione di Storia, che si svolge nel Parco della Rimembranza di Sumarice, a ricordo di una delle più efferate rappresaglie naziste, che vide la fucilazione di 7300 persone.
Tra il 14 e il 19 ottobre 1941 vi furono nei dintorni della città durissimi scontri tra soldati tedeschi e partigiani, durante i quali vi furono dieci morti e ventisei feriti tra le truppe occupanti.
Le agghiaccianti regole di rappresaglia imponevano il rapporto di 100 fucilati per ogni tedesco morto e 50 per ogni ferito. In realtà tra il 19 e il 21 ottobre furono fucilate 7300 persone, tutti maschi, rastrellati in tutta la città e nei villaggi contadini circostanti; trovarono la morte anche gli studenti e i professori del Ginnasio della città, prelevati direttamente dalle aule. E furono poi uccisi anche i piccoli rom della città che facevano tradizionalmente i lustrascarpe, perchè rifiutarono di pulire gli stivali dei fucilatori.
I fucilati vennero gettati in trentatre fosse comuni, disseminate in 380 ettari di terra che oggi costituiscono il Parco della Rimembranza. Nel territorio del Parco sono stati eretti molti monumenti, il più imponente dei quali ricorda gli studenti del Ginnasio ed è chiamato le Ali Spezzate.
Potete trovare una documentazione molto completa su questo argomento al seguente indirizzo:
https://www.cnj.it/CULTURA/krvavabajka.htm
dove è riportata anche in Serbo e in due versioni italiane la poesia "Fiaba sanguigna" di Desanka Maksimovic scritta a ricordo degli studenti uccisi.
Fu uccisa in quella occasione una unica donna, una ragazza di 19 anni, Nada Naumovic, alla quale sono intitolate le scuole materne della città, e alla quale è dedicato uno dei bei monumenti del parco. Purtroppo piove molto e fa freddo, ma la nostra delegazione (ad eccezione di Gilberto) partecipa convintamente alla lunghissima cerimonia.
[FOTO: Il monumento Le Ali Spezzate - Il monumento a Nada Naumovic (non durante il nostro viaggio, ma in un giorno di sole) - Il monumento ai bambini rom lustrascarpe - Noi imperterriti sotto la pioggia ...]
Il pomeriggio è libero, e poi a cena siamo attesi dai nostri cari amici della associazione malati sclerosi multipla; recentemente (vedi relazioni di ottobre 2008, luglio e ottobre 2009) abbiamo contribuito a realizzare la loro attrezzatissima palestra e a dare un nuovo decoro alla loro sede, come sempre insieme a tutte le associazioni con cuoi collaboriamo.
E’ una cena assolutamente commovente e gioiosa: nessuno potrebbe aspettarsi tutta questa forza e volontà di vivere, tutta questa allegria in queste persone, tra cui purtroppo molti ragazzi, colpiti da queste malattie devastanti.
E’ in occasioni come questa che possiamo veramente toccare con mano come le parole solidarietà, realizzare progetti che vadano incontro a reali bisogni sociali della popolazione, non siano solo vuoti slogan con cui riempire relazioni o volantini, ma come incidano profondamente nella vita di tutti i giorni di queste persone, specialmente delle categorie sociali più deboli.
Sabato 22 ottobre 2011.
E’ la giornata della consegna degli affidi a distanza.
Iniziamo la giornata con un lungo incontro con Zoran Markovic, segretario del Sindacato Samostalni in Fiat Auto Serbia, che ci illustra la situazione attuale della fabbrica e le prospettive future.
Abbiamo già pubblicato la trascrizione di questo incontro nella nostra pagina Facebook, e la riportiamo anche alla fine di questa relazione. Comunque possiamo riassumere così questo incontro: i piani della Fiat sono bellissimi, il futuro dei lavoratori è radioso, peccato che venga sempre tutto spostato sempre all’anno successivo...
Il 30% degli abitanti di Kragujevac senza lavoro di Kragujevac resteranno per sempre ai margini della sopravvivenza e nessuna vaghissima (e sempre rimandata) promessa di ingresso nella comunità europea riuscirà a tramutare in condizioni di vita dignitose le loro speranze. E tutto questo in un paese europeo che prima di essere distrutto poteva aspirare ad un futuro normale.
Accompagnati dall’amarezza di queste realtà ci avviamo all’incontro con le nostre famiglie: eccole qui, come sempre serie e composte, ci scrutano in silenzio, ci ringraziano ci stringono la mano, ci abbracciano, ci manifestano la loro gratitudine e la loro stima. Ma vorrei veramente essere nelle loro menti per carpire i loro più reconditi pensieri circa la loro vita, passata e futura, per comprendere cosa pensino di quello che è loro accaduto, delle cause, delle possibili soluzioni, del domani dei loro figli e, perché no, di questi volontari della solidarietà che continuano, dopo 12 anni, a raccontargli dei massimi sistemi del mondo, della pace, della giustizia, dei diritti del lavoro, delle colpe del capitalismo e del liberismo, mentre anno dopo anno le loro condizioni di vita risultano immutate se non peggiorate.
Sono interrogativi angosciosi, sempre gli stessi, viaggio dopo viaggio, anno dopo anno, ma dobbiamo andare avanti...
Durante l’assemblea sono stati distribuiti 156 affidi a distanza (quasi tutti in quote semestrali) per un totale di 25460 euro.
Quattro di questi affidi erano nuovi.
Mi ritorna sempre in mente, in queste occasioni, la frase che disse a me e a Riccardo dell’associazione di Brescia, durante il nostro primo viaggio a Kragujevac, un lavoratore in cassa integrazione della Zastava, quando andammo a trovarlo a casa, se così si poteva chiamare la baracca in cartongesso dove abitava con moglie e due figli, in mezzo ad un lago di fango: noi vi ringraziamo per gli aiuti che ci portate, ma quello che non riusciremo mai a dimenticare è che voi venite da tanto lontano per portarci solidarietà e amicizia.
Qui termina il nostro viaggio tra i nostri amici lavoratori serbi nel cuore dell’Europa civile...
Il giorno dopo rientriamo in Italia, e inizieremo a preparare il prossimo viaggio con la stessa determinazione, convinzione e testardaggine con cui abbiamo preparato tutti i precedenti.
3. Alcune informazioni generali sulla Serbia e su Kragujevac
Questa relazione contiene le informazioni sulla situazione economica generale della Serbia e in particolare su Kragujevac che abbiamo raccolto durante il nostro viaggio di ottobre 2011; abbiamo comunque aggiornato i dati, utilizzando gli ultimi disponibili (novembre o dicembre 2011).
Alcune delle cose che saranno descritte descritte in questa relazione hanno già avuto una loro anteprima sulla nostra pagina facebook, all’indirizzo
http://www.facebook.com/nonbombemasolocaramelle
che registra un notevole numero di visitatori; naturalmente ci auguriamo che alcune di queste persone si uniranno prima o poi alla vasta rete solidale che si è creata in tutti questi anni di attività.
Quando la fonte non è indicata significa che i dati sono stati ricavati dai bollettini periodici dell’Ufficio Centrale di Statistica; qualora la fonte sia diversa viene esplicitamente indicata.
Tutte le informazioni sulla Zastava sono state fornite da Zoran Markovic, segretario del sindacato Samostalni nella FIAT Auto Serbia.
ALCUNI INDICI ECONOMICI GENERALI
Cambio dinaro/euro.
A ottobre 2008 il cambio dinaro-euro era di 84 a 1.
Al 22 ottobre 2009 era di 93.2 dinari per euro.
Il 20 ottobre 2010 il cambio era di 103.5 dinari per un euro
Il 4 novembre 2010 il cambio è arrivato a a 107.5 dinari per euro (valore più alto mai raggiunto).
Dopo questa data c’è stato un rafforzamento progressivo del dinaro che è giunto al valore di 96.5 dinari per un euro il 22 maggio 2011 per poi iniziare nuovamente a calare.
Durante il nostro viaggio di ottobre 2011 il cambio era di 100 dinari per un euro.
Attualmente, nel momento in cui scriviamo (12 gennaio 2012) il cambio è di 104 dinari per 1 euro.
L’indebolimento del dinaro rispetto all’euro ha effetti pesanti sulle condizioni di vita delle famiglie, con una vistosa caduta del potere di acquisto delle famiglie, visto che la Serbia è un Paese con un fortissimo deficit commerciale e che più della metà del commercio con l’estero si svolge con la Unione Europea (Germania e Italia sono i primi partners commerciali in quest’area).
Il suo rafforzamento momentaneo per circa sei mesi nel 2011 è stato dovuto esclusivamente a ragioni politiche interne; ha avuto vantaggi solo per chi ha aperto mutui in euro, ma ha penalizzato fortemente le già scarse esportazioni, mentre i prezzi dei beni di prima necessità e le tariffe hanno continuato ad aumentare.
Prodotto interno lordo (PIL) e indice della produzione industriale
Il PIL nel primo trimestre del 2011 è aumentato dello 0.5% rispetto allo stesso periodo del 2010, attestandosi a 847291,6 milioni di dinari (circa 8472 milioni di euro).
Il grafico sottostante riporta la percentuale di variazione del PIL (calcolato ogni tre mesi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Come si può notare immediatamente la pendenza generale della curva è ormai da anni rivolta verso il basso.
Commercio con l’estero.
Anche nel 2011 la Serbia si conferma un Paese estremamente indebitato, con un deficit commerciale altissimo.
Tra gennaio e novembre 2011 le esportazioni sono state pari 7735.5 milioni di euro, con un aumento del16.0% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando erano state di 6667,1 milioni di euro.
Nello stesso periodo il valore delle importazioni è stato di 13021.8 milioni di euro, con un incremento del 14.0% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando erano state di 11419,1 milioni di euro.
Il deficit commerciale si attesta dunque in questo periodo a 5286.3 milioni di euro, con un incremento del 11.2% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando era stato di 4752 milioni di euro.
Il rapporto tra esportazioni ed importazioni è stato di 59.4%, pressochè uguale al valore di 58.3% segnato rispetto allo stesso periodo del 2010.
Gli unici settori in cui la bilancia dei pagamenti è stata significativamente positiva tra gennaio e novembre 2011 sono stati il settore cerealicolo (286 milioni di euro), prodotti alimentari e bevande (683 milioni di euro), laminati a caldo (390 milioni di euro), prodotti in gomma (128 milioni di euro) e calzature (103 milioni di euro).
I settori in cui il passivo è profondo sono quelli dell’energia e tutti i settori a significativo contenuto tecnologico: prodotti petroliferi(-719,1 milioni di euro), prodotti chimici (-827,5 milioni di euro), computer ed elettronica (-504,8 milioni di euro), macchinari in genere (-536,2 milioni di euro) veicoli a motore (-208,3 milioni di euro), farmaceutica (-109,6 milioni di euro).
I Paesi verso i quali la Serbia esporta di più si confermano essere la Germania e l’Italia, mentre per le importazioni in testa vi è la Russia, dalla quale proviene la maggior quantità di petrolio e gas, seguita da Germania e Italia.
Inflazione e prezzi
Nei primi mesi mesi del 2011 l’inflazione ha avuto un fortissimo aumento rispetto all’andamento nel 2010 (è pressochè triplicata) ed ha ulteriormente falcidiato il potere d’acquisto delle famiglie. Successivamente ha rallentato la sua corsa, ma rimanendo sempre molto alta; a dicembre 2011 l’indice generale dei prezzi ha mostrato un incremento del 7% rispetto allo stesso mese del 2010.
Nel grafico sottostante (Ufficio Centrale di Statistica) si può seguire l’andamento dell’inflazione percentuale annua per ogni mese a partire da gennaio 2010 fino a dicembre 2011.
Popolazione, livelli occupazionali e salari
La popolazione complessiva della Serbia è in diminuzione, secondo i dati preliminari del censimento condotto a partire da ottobre 2011 gli abitanti attuali sono circa 7.2 milioni, rispetto ai 7.5 milioni censiti nel 2002. Questa diminuzione è dovuta al tasso di fertilità negativo (numero di nati inferiore al numero dei decessi); unendo questo effetto all’emigrazione, che interessa anche vaste fasce di popolazione giovane con formazione scolastica elevata, porta ad un invecchiamento complessivo della popolazione, e comporta un continuo impoverimento del Paese.
Come esempio del rapporto tra natalità e mortalità possiamo citare il dato medio relativo ai primi dieci mesi del 2011: su ogni mille abitanti si sono registrate 7.7 nati e 12.6 morti.
Un dato sull’invecchiamento della popolazione: secondo il quotidiano Novosti del 31 luglio 2011 in Serbia ci sono 1.25 milioni di abitanti con età superiore ai 65 anni.
I livelli occupazionali continuano a scendere.
Gli ultimi dati percentuali disponibili sono relativi a novembre 2011, e li riportiamo assieme a quelli degli ultimi due anni; si riferiscono alle persone con più di 15 anni.