Informazione


IL BOSCO DOPO IL MARE. Partigiani italiani in Jugoslavia, 1943-1945


"Obbedire non è una virtù, soprattutto quando la storia obbliga tutti indistintamente a prendere delle decisioni individuali.  Giacomo Scotti ci racconta una storia apparentemente piccola ma emblematica di italiani che hanno scelto di entrare nelle file partigiane jugoslave titine, un risveglio di coscienza che ha trasformato degli occupanti in liberatori. Pagine apparentemente lontane di resistenza ma che in modo inquietante ci interrogano ancor oggi sulla nostra capacità di scegliere con la nostra testa, senza credere che gli eventi siano ineluttabili. Ne parliamo con l'autore (a sua volta partito dalla campagna napoletana per diventare jugoslavo nel 1947), cercando insieme di riannodare i fili della memoria senza aver paura delle tragedie che essa riserva.

Il bosco dopo il mare, di Giacomo Scotti (Infinito Edizioni, 2009)


Giovedì, 15 Ottobre, 2009 - 21:30

La Scighera, Milano, via Candiani 131, nel cuore del quartiere Bovisa.

Ingresso libero con tessera ARCI





BIRN

Kosovo : bientôt une statue de Bill Clinton à Pristina


Traduit par Jacqueline Dérens
Mise en ligne : samedi 26 septembre 2009

Pristina possédait déjà un boulevard Bill Clinton, orné d’un immense portrait de l’ancien Président américain... Une association privée a entrepris d’édifier une statue en bronze du grand homme, en signe de « remerciement » pour l’engagement des USA. L’américanophile demeure toujours très forte chez les Albanais du Kosovo.

Par Shepa A.Mula


Agim Rexhepi, responsable de l’association « Les Amis des USA », qui a déjà été à l’initiative de plusieurs événements visant à remercier les USA pour leur soutien au Kosovo, explique que la statue va bientôt être installée sur le Boulevard Bill Clinton à Pristina : « Nous voulons montrer que nous sommes capables d’organiser et de coordonnera la tenue d’un événement de cette importance en coopération avec la société civile et les institutions gouvernementales ».


Bill Clinton est considéré comme un héros par les Albanais du Kosovo après avoir apporté son soutien à l’intervention de l’Otan en 1999.

Agim Rexhepi a expliqué que l’idée de faire une statue de Bill Clinton était venue du sculpteur Izeir Mustafa, dès la fin du conflit. Une banque commerciale lui a fourni l’aide financière nécessaire.

Après plusieurs vaines tentatives pour obtenir la permission d’ériger la statue dans la ville, Izir Mustafa s’est rapproché des Amis des USA. Cette démarche a été accueillie à bras ouverts et le projet est devenu la priorité de l’association. « Nous avons décidé de l’aider parce qu’il était très découragé et nous avons pu nous assurer de l’emplacement de la statue », explique Agim Rexhepi.

En 2007, les Amis des USA ont obtenu l’autorisation de la municipalité de Pristina d’utiliser le terrain qui se trouvait sous une grande affiche portant le portrait de Bill Clinton suspendue à un immeuble sur le Boulevard Bill Clinton.

Après avoir obtenu le soutien de la municipalité et du gouvernement, il a encore fallu batailler pour venir à bout du projet, précise Agim Rexhepi qui affirme que le projet est maintenant dans sa phase finale.

« Le gouvernement nous a donné 30.000 euros pour le financement de l’inauguration qui sera un grand événement à cause de tout ce que Bill Clinton a fait pour nous ». Agim Rexhepi aurait même reçu des signaux positifs de l’entourage de l’ancien président des USA sur une possible présence de Bill Clinton à l’inauguration.

« Il a reçu une invitation officielle du gouvernement et, encore plus important, une invitation du peuple du Kosovo qui n’oubliera jamais ce qu’il fait pour nous ».

La date officielle pour l’inauguration n’est pas encore annoncée car Bill Clinton doit confirmer sa venue à Pristina, mais Agim Rexhepi espère que la cérémonie pourra avoir lieu prochainement.

La statue fait six mètres de haut avec son socle. Bill Clinton tient dans ses mains le document du 24 mai 1999, qui autorise l’entrée des troupes américaines au Kosovo.

Pour le moment, la statue se trouve encore à Tirana où on lui applique un revêtement de bronze.

Le terrain autour de la statue sera transformé en square avec des arbustes et des bancs pour les promeneurs.




Ne nascano altri cento

La scomparsa di Giuseppe Antonini, il comandante partigiano "Andrea", ci colpisce profondamente. Recentemente suo figlio Riccardo ci aveva parlato della vitalità di Giuseppe e del suo persistente impegno antifascista, incessante anche in età molto avanzata. Durante l'occupazione nazista Giuseppe era stato prima testimone dei crimini orrendi degli occupatori e dei loro complici repubblichini, poi protagonista, da comandante della brigata Ugo Muccini, della Resistenza nella Versilia e nelle Alpi Apuane. La memoria e lo spirito combattente che "Andrea" ha trasmesso alle generazioni più giovani hanno dato e continueranno a produrre i loro frutti preziosi. In particolare al figlio Riccardo, nostro compagno nelle odierne battaglie antifasciste e antirazziste (*), va la nostra affettuosa vicinanza in questo frangente.

Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus

Link consigliati:



COMUNICATO del sindacato ZASTAVA sulla FIAT


Da: "JSO Zastava" <jsozastava @ nadlanu.com>
Data: 08 ottobre 2009 12:15:11 GMT+02:00


Con riferimento agli articoli recentemente pubblicati nei giornali italiani tra i quali l’articolo del 25 settembre 2009 (quotidiano La Stampa – Fiat sbarca a Belgrado con la nuova low cost [riprodotto in fondo a questo messaggio]) il Sindacato Zastava comunica:
• Fino ad oggi la Fiat non ha versato nemmeno 1 euro dell’ investimento previsto dal Contratto.
• Azienda Fiat Auto Serbia (ufficialmente costituita) non ha ancora assunto lavoratori.
• La vettura Punto viene assemblata a Kragujevac con i particolari di produzione italiana, quindi non si tratta di produzione ma di assemblaggio.
• Per ogni vettura Punto venduta, la Zastava guadagna 722 euro che servono per coprire parte delle spese di produzione (energia, fluidi, vernici ecc.) e la parte dei salari (salario medio nella Fabbrica Zastava Auto 300 euro), il resto viene sovvenzionato dal governo serbo. 



Di seguito riportiamo la traduzione dell’articolo [ Srecan rodjendan, dragi "Fiate": https://www.cnj.it/documentazione/FiatOktobar2009.pdf ] pubblicato il 24.09.2009. nel quotidiano Politika, il più diffuso in Serbia:

BUON COMPLEANNO CARA FIAT

Per la Zastava e la Serbia non ci sono molti motivi per la festa. Per la Fiat invece si 

Nenad Popovic
Presidente del Consiglio economico, Partito democratico serbo

La settimana prossima sarà un anno dalla costituzione formale della Fiat Automobili Serbia, uno dei progetti più pubblicizzati del governo attuale, progetto che doveva riavviare l’industria automobilistica in Serbia. Tale progetto è „il prediletto“ e la speranza più grande degli esperti economici del governo attuale.
La sua realizzazione viene rappresentata come l'investimento straniero più grosso nel settore industriale con un versamento iniziale da parte della Fiat pari a circa 700 milioni di euro. Hanno annunciato la produzione di 200.000 unità all’anno e l'esportazione di oltre 1 miliardo di euro entro il 2011. Si prevedeva lavoro per almeno 10.000 disoccupati e Kragujevac è stata denominata Detroit serba.
Il primo compleanno è la bella occasione in cui in una atmosfera piacevole si incontrano le persone e si fanno auguri reciproci per il successo comune. Temo che questa avrà caratteristiche un po' diverse. Non c’è motivo per festeggiare perchè non possiamo dimenticare che la Fiat entro il 31 marzo dell’anno corrente doveva versare 200 milioni del capitale iniziale, che l’anno prossimo doveva partire la produzione del modello nuovo, e che 2.433 lavoratori già da sei mesi dovevano essere assunti dall’azienda nuova.
Che cosa c’è da festeggiare? Festeggiamo il fatto che abbiamo lo stesso prodotto con un nome diverso, assemblato con pezzi importati? Oppure il fatto che tutta la produzione viene eseguita sugli impianti che la Zastava aveva pagato 14 milioni di euro tre anni fa invece di lavorare sulle attrezzature che la Fiat aveva promesso di portare a Kragujevac? Forse festeggiamo perchè abbiamo rinunciato alla licenza per la produzione della „Zastava 10“ la quale abbiamo pagato tre milioni di euro tre anni fa, fino al punto di rinunciare al 50 percento del guadagno sul modello attuale a favore della Fiat? Forse festeggiamo perchè i salari ai lavoratori ancora vengono pagati dal budget, perchè rinunciando alla tradizione che dura da un decennio forse potremmo attirare una maledizione sul budget che così potrebbe scivolare in deficit o qualcosa di simile? Forse festeggiamo perchè 20.000 fornitori della Zastava sono rimasti senza lavoro mentre i fornitori della Fiat lavorano a piena capacità? Forse festeggiamo perchè abbiamo un'altra zona franca per cui, oltre a tutti i favori fatti per la Fiat, la Serbia rinuncerà anche alle tasse doganali e dazi relativi alle attività della Fiat? Per la Zastava e per la Serbia non ci sono troppi motivi per la festa.
Per la Fiat invece si. In base al contratto redatto dagli esperti socioeconomici del governo attuale, il produttore italiano, pur non avendo investito nemmeno un euro della somma promessa, ha un guadagno significativo. La Fiat ha il profitto garantito del 10 percento per ogni vettura venduta, e siccome sugli impianti esistenti a Kragujevac vengono assemblate 2.000 vetture al mese possiamo facilmente calcolare che la Fiat in un anno incasserà circa 17 milioni di euro. Tenendo presente che di tale entrata vengono retribuiti solo i salari per i 35 managers della Fiat residenti a Kragujevac, quasi l'intera entrata si può ritenere profitto. Tutte le spese di produzione sono sostenute dalla Zastava e dallo Stato, la Zastava paga mano d’opera e bolle alla città di Kragujevac mentre lo Stato dal budget paga i contributi per i lavoratori più 10 milioni di euro all’anno per le sovvenzioni per l’acquisto per la vettura Punto.
Nessuno in Serbia dovrebbe essere contento per l’insuccesso del governo relativamente a tale progetto. A me personalmente dispiace perchè un'idea bella che poteva trasformarsi in un progetto efficace (se il Contratto si fosse realizzato in modo professionale e responsabile) si è consumata, e perchè invece di essere utile per lo Stato e per i cittadini serbi è diventata il sinonimo l’imbroglio più grosso di questo governo dall’inizio del suo mandato.


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La Stampa 
venerdì 25 settembre 2009, pagina 33

Fiat sbarca a Belgrado con la nuova low cost

Emanuele Novazio
inviato a Belgrado

IL PROGETTO AL VIA IN UN MESE, PRODUZIONE IN DUE ANNI  - Il 13 novembre sarà presentato a Torino il prototipo del nuovo modello 

Fra cinque-sei settimane partirà il progetto per la produzione di un nuovo modello Fiat negli stabilimenti serbi di Kragujevac - dove già si produce la Punto Classic - probabilmente una city car low cost, con un investimento dii 800 milioni di euro. Lo ha annunciato a Belgrado il ministro dell'Economia e vice primo ministro serbo Mladjan Dinkic, intervenendo all'apertura del Forum sugli investimenti in Serbia insieme col vice ministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso. La produzione comincerà fra un paio d'anni. Dinkic ha aggiunto che sarà a Torino insieme al presidente serbo Boris Tadic il 13 novembre «su invito dell'ad Fiat Sergio Marchionne per la presentazione del nuovo modello». Lo stesso giorno si svolgerà a Roma il primo vertice intergovernativo italo-serbo.

Il progetto favorirà un forte sviluppo dell'indotto. Urso e Dinkic hanno firmato un accordo che prevede incentivi per gli investimenti in Serbia da parte dell'industria automobilistica italiana. «L'intesa con la Fiat è di straordinario interesse per l'Italia e l'economia serba. Quella sull'indotto consente un ulteriore salto di qualità», ha commentato Urso. In Italia fanno capo all'indotto auto circa 300 aziende, con 350 mila occupati:

Undici le imprese interessate a investimenti in Serbia: Magneti Marelli, Sigit, Delphi, Proma, Sbe, Adler, Toscana Gomma, Faurecia, Lear, Johnson Controls e Axcent. Chi investe riceverà dal governo serbo fra i 4 e i 5000 euro per ogni nuovo posto di lavoro; se l'investimento sarà superiore a 8 milioni e darà lavoro a più di 100 persone, per un certo periodo non si pagheranno tasse. Belgrado garantirà inoltre il terreno gratis per gli impianti. Intese simili riguarderanno altri settori, dal tessile al calzaturiero, dall'arredamento all'agroalimentare.

La Serbia, riassume Urso, «ha tutte le condizioni per diventare la piattaforma produttiva dell'industria dell'auto italiana al fine di penetrare nella regione». La Serbia, fa eco Dinkic, offre molti vantaggi: è l'unico Paese dei Balcani ad avere un regime di libero scambio con gli altri Stati dell'ex Jugoslavia, la Turchia, la Russia e la Bielorussia. Chi produce in Serbia può esportare senza pagare dazi verso questi Paesi, un mercato di 800 milioni di persone. Il regime esentasse non è valido, nell'auto, per la Russia: ma, ha precisato Dinkic, sono in corso trattative con Mosca.

http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/NHL/NHLTX.pdf