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From:   info @ disarmiamoli.org
Subject: INIZIATIVA DELLA RETE NAZIONALE DISARMIAMOLI E DEL COMITATO NO CAMP DARBY
Date: August 29, 2007 9:19:44 AM GMT+02:00


Da Vicenza a camp Darby
il sì alle basi militari USA è diventato uno
“Sport nazionale”?
 
No agli allenamenti del Pisa calcio
a camp Darby

 

No a una nuova base USA al Dal Molin                                                                        

 

 

MERCOLEDI 5 SETTEMBRE ORE 21,15
PRESSO IL CIRCOLO AGORA’, VIA BOVIO 48 PISA
 
INCONTRO /DIBATTITO con
 
Raniero Germano
(Presidio permanente NoDalMolin di Vicenza)
 
Manlio Dinucci
(Comitato per lo smantellamento e la riconversione a scopi
esclusivamente civili della base USA di camp Darby)
 
Lidia Triossi
(Rete nazionale Disarmiamoli!)
 
ALL’INCONTRO SONO INVITATI GLI SPORTIVI PISANI, LE REALTÀ ASSOCIATIVE, POLITICHE E SINDACALI DELLA CITTÀ.

 

DURANTE L’INCONTRO IL RAPPRESENTANTE DEL PRESIDIO PERMANENTE NODALMOLIN ILLUSTRERA’ IL PROGRAMMA DEL CAMPEGGIO ANTIBASE CHE SI SVOLGERA’ A VICENZA DAL 6 AL 16 SETTEMBRE.
 
Promuovono l’iniziativa
 
·        Comitato per lo smantellamento e la riconversione a scopi
esclusivamente civili della base USA di camp Darby
·        Rete nazionale Disarmiamoli!
info@...     www.disarmiamoli.org     3384014989
 
 
LA PARTITA DEL PISA A CAMP DARBY E’ PERSA IN PARTENZA

 

Alla luce della recente “offensiva diplomatica” lanciata dalla base U.S.A. di camp Darby, la notizia di possibili allenamenti del Pisa calcio all’interno del sito militare non sorprende.
Sorprende invece la leggerezza con la quale vertici sportivi ed amministrativi tentino di giustificare una decisione nefasta per la squadra, per la città, per il movimento contro la guerra.

 

Dal dicembre 2005 i nuovi vertici militari  della base propongono di “aprire la base alla città”.
Dietro a queste “aperture” si nasconde la strategia  del Pentagono per le basi U.S.A nel mondo: integrare gli insediamenti militari nei territori circostanti, renderli positivi agli occhi delle popolazioni.
In tempi di “guerra infinita” nelle retrovie nessuno deve disturbare il manovratore!

 

DA TEMPO ANCHE NOI CHIEDIAMO DI “APRIRE” CAMP DARBY:
 
  • Ai Giudici italiani Casson, Mastelloni e Salvini che da anni non possono svolgere indagini sul coinvolgimento diretto della base nella strategia della tensione in Italia, durante la quale bombaroli fascisti e di Gladio sono stati addestrati nelle pinete occupate dai militari USA.
  • Ai lavoratori italiani iscritti ai sindacati di sinistra, discriminati da un regolamento vergognoso che rende il territorio italiano colonia delle leggi di Washington.
  • Alle ispezioni nei centinaia di silos contenenti tonnellate di armi sconosciute.

 

QUESTE RICHIESTE DI APERTURA PERO’ DA SEMPRE CADONO NEL VUOTO....

 

Gli allenamenti del Pisa nella base esaudirebbero l’esigenza di “integrazione”, permettendo ai militari statunitensi di ottenere un risultato eccezionale, asso nella manica per la loro “campagna acquisti”.
Lo slogan del Pentagono non a caso  è “Conquistare i cuori e le menti”.

 

Sconcertanti sul tema le dichiarazioni del Presidente del Pisa Leonardo Covarelli .
Com’è possibile che un dirigente sportivo, in un periodo nel quale lo sport è testimonial di grandi campagne di pace e solidarietà, tenti di separare gli allenamenti dal luogo dove si svolgono?
Sa Covarelli che le armi con le quali si distrugge la vita a migliaia di persone nei vari fronti di guerra partono quotidianamente da quella base, a pochi metri dal campo sportivo? Il movimento contro la guerra contesterà questa decisione. La serenità degli allenamenti non è garantita.

 

Stessa sorpresa per le dichiarazioni dell’Assessore allo Sport del Comune di Pisa Fabrizio Cerri
Un amministratore ben informato su camp Darby non può tentare di sdrammatizzare questa scelta, compatibilizzando ancora di più un insediamento militare che invece deve essere solo chiuso, corpo estraneo e nemico di tutti noi. Un Assessore che non si pone il problema della ripresa in tranquillità di un campionato che vede finalmente la nostra squadra in serie B, non fa un buon servizio alla città.

 

Infine il Vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli: “...gli allenamenti del Pisa sono inseribili nel solco della riconversione di camp Darby...” (?!). Per giustificare la sua dichiarazione Gelli cita una  lettera inviata dalla Regione un anno fa a Prodi per una “rinegoziazione” delle basi USA in Italia. La sollecitazione toscana è stata presa così sul serio dal Governo che ha deciso di accettare una nuova base USA a Vicenza, quindi un futuro ampliamento di quella di camp Darby

 

ALTRO CHE RICONVERSIONE!!

 

Associandoci alla tifoseria nerazzurra, compagna di strada in tante battaglie contro la guerra
 ed al fianco di popoli massacrati proprio dalle armi smistate da camp Darby,
chiediamo un immediato ripensamento dei vertici del Pisa calcio.
 
NESSUN ALLENAMENTO NELLA BASE DELLA MORTE!

 

Il Comitato per lo smantellamento e la riconversione
a scopi esclusivamente civili della base U.S.A. di camp Darby
 

(italiano / english)


1) Second Meeting of the Italian 911 Truth Movement
Rome, Villaggio Globale Center - Saturday 8th September 2007

2) ROMA 8/9: SECONDO INCONTRO
DEL MOVIMENTO ITALIANO DI INCHIESTA
SUGLI EVENTI DELL'11 SETTEMBRE 2001

3) PER CHI SI VUOLE DOCUMENTARE: "11 Settembre. L'autoattentato". A cura di Paolo Pioppi


Altre info in italiano a:

SEGNALIAMO ANCHE IL LIBRO:
"Zero. Perchè la versione ufficiale sull'11 settembre è un falso"
a cura di Giulietto Chiesa e Roberto Vignoli 
Edizioni Piemme, 412 pagine
con interventi di Giulietto Chiesa, Gore Vidal, Franco Cardini e Marina Montesano, Lidia Ravera, Gianni Vattimo, Claudio Fracassi, Jurgen Elsasser, Michel Chossudovsky, David Ray Griffin, Thierry Meyssan, Andreas von Bulow, Steven E. Jones, Enzo Modugno, Webster Griffin Tarpley, Barry Zwicker.


=== 1 ===

Second Meeting of the Italian 911 Truth Movement - 9/8/2007

A report on last year's 9/11 meeting in Italy is available here: 

Second Meeting of the Italian 911 Truth Movement

Rome, Villaggio Globale Center
Saturday 8th September 2007

The Truth in the Inside Job, the Lie in the Conformist Alignment with the Official Version.

Working for the Future of the 911 Truth Movement

Six years after September 11th 2001, the 911 Truth Movement has become a network of activists, scholars and websites whose actions have caused more than a crack in the mainstream media wall. Now we can state, at least, that the truth (911 was an inside job) is no more an unspeakable taboo like it certainly was only two or three years ago.

Nevertheless, both in the United States and in Europe, the mind assets of western civilization (mainstream intellectuals, politicians, journalists and so on) persist in their conformist alignment with the official version. The cover up and the lie are openly bringing up to prepare people for next false flag deceptions. Among these mind assets, leftist think tanks are playing with trickiness their gatekeeper games, but they are failing in dissimulating their real nature of fake opposition.

Facing this situation, the Italian 911 Truth Movement will rally in Rome on 9-8 to discuss how to get a real co-ordination among groups of activists both in Italy and in Europe. The common goal is the building of an international commission for a meticulous, profound investigation of the entire affair.

read more


=== 2 ===

SECONDO INCONTRO
DEL MOVIMENTO ITALIANO DI INCHIESTA
SUGLI EVENTI DELL'11 SETTEMBRE 2001

La verità dell'autoattentato e il futuro del movimento di inchiesta

   *   Sabato 8 settembre 2007
   *   Roma, C.S.I.O.A. Villaggio Globale,
   *   Lungotevere Testaccio n. 1 (ex-Mattatoio)

In tutto il mondo, a incominciare dagli Stati Uniti, un vasto movimento chiede conto all'amministrazione americana della ormai manifesta complicità nell'orchestrare e immediatamente utilizzare a fini bellici e di repressione interna gli spettacolari attentati dell'11 settembre.

Dopo gli anni in cui centinaia di attivisti e intellettuali si sono mobilitati per smascherare il grande inganno vincendo prima il silenzio e poi le diffamazioni dei grandi apparati mediatici e delle forze politiche al servizio del nuovo impero, la quantità e qualità delle testimonianze e dei dati che contraddicono la versione ufficiale e il peso degli intelettuali e degli scienziati di prestigio schierati con il movimento sono tali da rendere possibile una svolta, con la messa sotto accusa dell'amministrazione americana e dei suoi complici per gli innumerevoli crimini commessi.

E' necessario però crederci e mobilitarsi per questo scopo, in tutto il mondo. Vogliamo contribuire a questo sforzo in Italia, vincendo anche le resistenze o addirittura l'aperta ostilità anche di una larghissima parte della stessa sinistra che - vergognosamente - si è allineata alla versione ufficiale e fa da sponda falsamente critica ai poteri criminali.


P R O G R A M M A   D E L L'   I N C O N T R O

Ore 18.30- 20.30
Tavola rotonda coordinata da Emanuele Montagna (Faremondo) e Paolo Pioppi (Aginform)

con gli interventi di:
- Webster Griffin Tarpley, autore de La fabbrica del terrore. Made in USA, Arianna Editrice/Macro Edizioni, 2007 (in collegamento da New York, Ground Zero)

- Il Gruppo Zero, in occasione del lancio di Zero. Inchiesta sull'11 settembre film documentario di Giulietto Chiesa e Franco Fracassi

- Massimo Mazzucco, responsabile di www.luogocomune.net, autore di 11 settembre 2001. Inganno globale (film e libro), Macro Edizioni (in collegamento da Los Angeles)

 - Julez Edward, coordinatore di 9/9 United for Truth, la marcia che si terrà il 9 settembre a Bruxeles (in collegamento dalla capitale belga).

Ore 20.30 – 21.30
Rassegna di video e testimonianze sull'11 settembre

Ore 21.30
UnDC-9, spettacolo teatrale prodotto da Faremondo, con Gabriele Ciampichetti, Rita Felicetti e Alex Turra. Regia di Gabriele Ciampichetti

La serata proseguirà con un concerto organizzato dal collettivo del Villaggio Globale


=== 3 ===
  
PER CHI SI VUOLE DOCUMENTARE

11 SETTEMBRE: L'AUTOATTENTATO
156 pagine a cura di Paolo Pioppi, 8 Euro

LA COPERTINA DEL LIBRO:

COME ORDINARE UNA O PIU' COPIE: vedi dopo l'indice  

I N D I C E

Libri citati frequentemente p. 2

PREFAZIONE di David Ray Griffin  p.3

INTRODUZIONE
Il movimento per la verità sull'11 settembre  Paolo Pioppi,  p.4
Un fatto dimostrato  p. 4   -  Come facciamo ad esserne sicuri? p.4
I cacciatori di 'complottisti' p.6  - La sinistra e l'11 settembre  p.13
Stragisti di stato p. 16  -  Menzogna globale e guerra infinita p. 18
Mettere in liquidazione l'impero? p. 22

CAPITOLO  I   
La versione ufficiale è un cumulo di falsità   p.24
11/9: far emergere la verità o nasconderla? David R. Griffin   p. 26
Testimonianze esplosive: rivelazioni  sulle torri  gemelle nei racconti  orali
dell'11 settembre, David R. Griffin  p.47
La testimonianza di William Rodriguez   p .66

CAPITOLO  II 
L'inchiesta: coltri di fumo e la benedizione ufficiale della 'guerra infinita' p.69
La Relazione della Commissione: 571 pagine di bugie, David R. Griffin p.74
Dichiarazione di quattro vedove dell'11 settembre in merito alla falsa
deposizione attribuita al Pentagono (4 agosto 2006)  p..84

CAPITOLO  III
Una 'nuova Pearl Harbor' verrebbe proprio a fagiolo  p.85
L'imperialismo dei neocon, l'11 settembre e gli attacchi all'Afganistan e all'Iraq, David R. Griffin   p.88

CAPITOLO IV
L'arte di farsi attaccare.  I  precedenti e specialmente il Piano Northwoods  p.116

CAPITOLO V
Esponenti governativi, militari, funzionari dei servizi USA  denunciano la falsità della versione ufficiale   p.127

APPENDICI
A.   Strumenti di conoscenza e di approfondimento  p.141
B.  Lettera (non pubblicata)  di F.  Soldani a Liberazione  p.145
C.  Due libri di prossima pubblicazione presso Faremondo Edizioni   p.149
La prefazione de „Il porto delle nebbie" di Franco Soldani p. 149
„Mondo canaglia", di Emanuele Montagna  p.156

**************************************

COME ORDINARE UNA O PIU' COPIE:

    e-mail: pasti@...
    telefono: 3398881082
    pagamento: Euro 8,00 sul conto corrente postale86557006
    intestato A. Amoroso, via dei Lanfranchi 28, Roma

   

    Sconti per ordinazioni di almeno cinque copie.




BORGHESI PICCOLI PICCOLI PICCOLI


Da Liberazione del 28/08/2007, pag. 2

Violenti e vendicativi. Ecco i nuovi italiani

In aumento la vendetta e la giustizia fai-da-te. A Roma un intero
condominio lincia un presunto pedofilo. E un uomo getta un secchio di
acido contro tre persone perché chiacchieravano sotto le sue
finestre. Secondo il Viminale cresce la violenza a bassa intensità

Un processo sommario con tanto di testimone, poi il linciaggio.
La giustizia-fai-da-te è esplosa in un residence di Val Cannuta, a
Roma, dove un bimbo di sette anni ha raccontato di aver subìto
pesanti molestie sessuali da parte di un vicino di nazionalità
peruviana, in cambio di qualche soldo e una manciata di caramelle.
Una confessione che ha confermato i peggiori sospetti: da tempo le
famiglie del comprensorio avevano il dubbio che il migrante
rivolgesse attenzioni anomale ai bambini, avvicinandoli e palpandoli.
Così è partita la spedizione punitiva: una cinquantina di persone
hanno bussato ferocemente alla porta del migrante e dopo aver cercato
di farlo confessare l'hanno riempito di pugni, schiaffi e calci.
Soltanto in un secondo tempo il mucchio selvaggio ha chiamato i
carabinieri, che hanno accompagnato l'uomo all'ospedale e poi in
commissariato. Gli inquirenti dicono che molto probabilmente quel
ragazzino di 7 anni dice la verità e che dunque il peruviano passerà
grossi guai giudiziari. Ma non è questo il punto. Gli abitanti del
residence si sono fatti giustizia da soli, prima di qualsiasi
processo. A che serve la polizia se puoi punire il colpevole
nell'immediato? Se lo deve essere chiesto anche quell'inquilino del
quartiere Pigneto, sempre a Roma, che nella notte del 17 agosto ha
rovesciato un secchio di acido addosso a tre uomini che
chiacchieravano sotto le sue finestre, provocando ustioni di secondo
e terzo grado a due di loro, un tunisino e un egiziano. Il terzo è
riuscito a salvarsi, riparato dalla tettoia di un negozio. «Non
stavamo facendo chiasso», hanno raccontato i tre migranti. E in
effetti il colpevole, un italiano di 60 anni, ha poi spiegato agli
agenti di non avercela con i tre malcapitati bensì con i bengalesi
che ogni notte fanno bisboccia sotto casa.
Negli ultimi mesi è aumentato a dismisura il ricorso alla giustizia
fai-da-te, un barbaro senso di giustizialismo da villaggio come il
raid contro i rom di Opera (Milano): nel dicembre 2006 un centinaio
di persone guidate dai consiglieri comunali di An e Lega incendiarono
le tende che avrebbero dovuto ospitare i nomadi. A volto scoperto,
perché è un diritto difendere la città dagli zingari. Pochi mesi più
tardi un ragazzo rom investì e uccise quattro ragazzi di Appignano
(Ascoli Piceno); il giorno dopo alcuni uomini del paese rasero al
suolo il campo nomadi, che per fortuna era stato abbandonato dai rom
per timore di ritorsioni. Occhio per occhio, si leggeva nel codice di
Hammurabi.
Stiracchiando un poco il concetto arriviamo alla strage di Erba, la
piccola Rosa Bazzi che pianifica l'assassinio di una intera famiglia
perché infastidita dai rumori che provengono dal piano di sopra.
Bazzi è una malata di mente, si dirà. Non lo erano di certo quelle
persone di Spinaceto (Roma) che incendiarono l'auto di un vicino di
casa non appena fu arrestato per pedofilia.
Cresce la rabbia popolana che si sfoga, senza freni. Che organizza,
come nella via Anelli di Padova, ronde armate per difendersi dagli
spacciatori e dalle prostitute. O le ronde padane, gruppi di persone
comuni che la notte perlustrano la città a caccia di delinquenti. Si
giustificano dicendo che le forze dell'ordine sono insufficienti, e
dunque meglio se il cittadino si organizza.
Secondo i dati del Viminale, l'Italia è complessivamente meno
violenta rispetto a 15 anni fa. Si muore meno di omicidio, ma sono in
crescita le lesioni dolose, i tentati omicidi, i furti e le rapine.
Una violenza a bassa intensità che avvelena il quotidiano. Nel 1984
il tasso di denunce per lesioni dolose (pestaggi, accoltellamenti e
violenze per intenderci) era del 29,3 ogni 100mila abitanti, nel
2003 del 53,5. Quasi il doppio. Gli italiani sono diventati rissosi,
intolleranti, inclini alla vendetta. Uccidono di meno, ma picchiano
di più.

La. Edu.

http://www.tesseramento.it/immigrazione/pagine52298/newsattach1045_Da%
20Liberazione%20del%2028-08%20b.pdf

Sciopero della fame alla Zastava

Dalla sera del 27 agosto, 15 operai Zastava sono in sciopero della
fame per difendere il diritto al lavoro.
A questi operai va tutta la nostra solidarietà. Invitiamo i singoli e
le organizzazioni che intendano unirsi al movimento di solidarietà ad
inviarci i loro messaggi, che provvederemo a trasmettere a
Kragujevac, ed a farci pervenire le loro idee e progetti per
eventuali prossime iniziative di sostegno, di cui daremo diffusione.
(CNJ)

Sulle proteste operaie di questi giorni alla Zastava si veda anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/5604

---

AGGIORNAMENTI DEL 28 AGOSTO

Da Belgrado scrive: D. Kovacevic

28/08/2007 - La protesta degli operai assieme con i rappresentanti
sindacali è continuata a Kragujevac ieri, 27 agosto, con un raduno di
migliaia di persone davanti al Municipio della città. Nel contempo,
sull'altra riva del fiume Lepenica, davanti alla vecchia sede
amministrativa dello storico gigante automobilistico, attendevano in
fila altri operai altrettanto tesi e furiosi, per poter ritirare le
liquidazioni con cui si risolve definitivamente il loro rapporto di
lavoro con l'Ente della Zastava per l'occupazione e la formazione
(Zastava zapošljavanja i obrazovanja - ZZO), nell'ultimo giorno della
sua attività. Il governo infatti non è venuto meno alla sua
intenzione di chiudere questo Ente alla data prevista del 27 agosto.
Nelle liste occupazionali di questo Ente si trovavano 4412 operai.
Secondo la Direttrice dell'Ente per l'occupazione più di 3000 operai
avrebbero aderito alla proposta di risoluzione del rapporto di lavoro
a fronte di queste liquidazioni, che ammontano a 250 euro per ogni
anno di anzianità. Secondo un'altra informazione giunta ieri sera
(27/8), e rilanciata anche stamane, sarebbero 4300 gli operai decisi
a riscuotere questo denaro.

L'intenzione del Sindacato Zastava Automobili era di chiedere una
proroga dell'attività dell'Ente per l'occupazione e la formazione
(ZZO) almeno fino alla fine di quest'anno, in modo che si potesse nel
frattempo trovare una occupazione o soluzione effettiva per gli
operai nelle liste - nell'amministrazione della città, nella
produzione, nel programma di sostegno sociale per i casi più
complessi. Intanto, il Sindacato "Resistenza operaia" dichiara in un
comunicato di non accettare la decisione del Governo sulla
risoluzione del rapporto di lavoro, e chiede il ritorno degli operai
in produzione. Sono queste due, piuttosto distinte, le posizioni
prevalenti.
Il Sindacato Zastava Automobili ha indetto comunque un raduno di
protesta davanti al Parlamento a Belgrado per giovedì 30 agosto.
Inoltre, alcuni operai hanno iniziato lo sciopero della fame, per
difendere il diritto al lavoro. Sostanzialmente, la coalizione tra
socialisti e radicali maggioritaria nella giunta comunale di
Kragujevac, assieme con il sindaco, appoggiano le richieste del
Sindacato Zastava e degli operai.

La strana difficoltà a stringere "joint ventures" con compagnie
straniere nella sfera della produzione automobilistica è un sintomo
eclatante dell'intenzione del Governo di dismettere le industrie di
grosse dimensioni, forti tanto economicamente quanto
nell'organizzazione dei lavoratori. E' difficile credere che così
tanti negoziati tra la Zastava e produttori stranieri dovessero
necessariamente finire nel nulla - perfino quelli sulla produzione
della "Lada", offerta dalla Togliatti (Russia), oppure quelli con la
Hyundai (*). Questo mentre, nelle zone circostanti, la produzione
automobilistica nei centri produttivi "storici", è continuata: la
Cimos a Capodistria, la Renault a Novo Mesto, la Dacia in Romania, la
Suzuki e la Audi in Ungheria... Ora sono in corso negoziati persino
con la Ford in Croazia, per la produzione vicino a Rijeka/Fiume.

La situazione diventerà ancora più critica per la Zastava Automobili
alla fine di quest'anno, quando il Governo inizierà la procedura per
la vendita ("tender") di questo complesso e la privatizzazione di
altri reparti dell'impresa. In tale occasione si teme che saranno
annunciati ulteriori esuberi con ulteriori licenziamenti, allo scopo
di "snellire" ulteriormente la forza lavoro, prima della procedura di
vendita.

(adattamento del testo a cura di AM per il CNJ)

---

(*) Rispetto agli accordi con le grandi ditte straniere, ricordiamo
che a metà luglio 2007 non era stato ancora definito alcun piano di
produzione per la Zastava10 (la vecchia Punto della FIAT), che dal
2007 doveva essere prodotta a Kragujevac (la linea di montaggio
doveva iniziare a funzionare il 16 luglio scorso). Più recentemente è
stato sottoscritto un accordo di massima con la General Motors, che
però non sarebbe operativo prima di un anno circa (vedi: http://
it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/5604 ). E'
verosimile che questi accordi avranno attuazione solo quando saranno
giunti ad una fase avanzata i processi di ristrutturazione in corso,
mirati a smembrare il gruppo statale, privatizzandone i comparti più
attivi, e riducendo la forza lavoro, privata di qualsiasi forza
contrattuale, allo stretto indispensabile. (ndAM)