Informazione

Per ragioni tecniche, le Note al testo di Ed Herman "Analisi degli
avvenimenti di Srebrenica" sono giunte incomplete nel precedente
invio. Le riportiamo ancora una volta, stavolta integralmente, di seguito.

Il testo dell'articolo è adesso reperibile nel nostro archivio:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4776

In English: "The Politics of the Srebrenica Massacre"
by Edward S. Herman; July 07, 2005
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4475
http://www.zmag.org/content/showarticle.cfm?SectionID=74&ItemID=8244
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2006-01-20%
2009:24:19&log=attentionm

En Français: "Analyse des événements de Srebrenica"
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2006-01-20
09:24:19&log=attentionm
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4740


Analisi degli avvenimenti di Srebrenica

di Ed Herman, professore universitario americano, (ZMAG- USA)

Traduzione dal francese di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di
Padova. Testo tradotto in francese dalle edizioni Le Verjus e
pubblicato nel libro : "Il dossier nascosto su Srebrenica"
http://www.b-i-infos.com/dossier_srebrenica.php

Vedere anche :
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2006-01-18%
2015:44:08&log=attentionm


Note:

Questo documento è ricavato in parte e cita capitoli dell'importante
volume sul massacro di Srebrenica, "Srebrenica: The Politics of War
Crimes", scritto da George Bogdanich, Tim Fenton, Philip Hammond,
Edward S. Hermann, Michael Mandel, Jonathan Rooper, e George
Szamuely. Questo libro viene citato nelle note di seguito come
"Politics of War Crimes". L'autore e i suoi colleghi ringraziano per
la collaborazione Diana Johnstone, David Peterson, Vera Vratusa-
Zunjic, Milan Bulajic, Milivoje Ivanisevic, Konstantin, Kilibarda, e
George Pumphrey. "Fools Crusade" della Johnstone è uno studio
fondamentale di eccellenza, un punto di vista alternativo sulla
Guerra dei Balcani. "Srebrenica: Three Years Later, And Still
Searching" di George Pumphrey è una critica esemplare di ciò che
viene riferito dall'establishment sul massacro di Srebrenica e
reiteratamente colpisce il bersaglio con fatti ed analisi a
tutt'oggi mai smentiti.


[1] "Bosnia : 2 Officials Dismissed for Obstructing Srebrenica
Inqui-ry" (Bosnia : due ufficiali fatti dimettere per aver ostacolato
l'inchiesta su Srebrenica), Dispaccio di AP, New York Times, 17 aprile
2004.
Marlise Simons, "Bosnian Serb Leader taken before War Crimes Tribunal"
(Un leader Serbo di Bosnia portato davanti al Tribunal per i Crimini
di Guerra),
New York Times, 8 aprile 2000.
Nationi Unite, "The Fall of Srebrenica" (La caduta di Srebrebnica)
(A/54/549), Rapporto del Segretario Generale in seguito alla
Risoluzione 53/35
dell'Assemblea Generale, 15 novembre 1999, § 506.
(http://www.un.org/News/ossg/srebrenica.pdf)

[2]. Cf. Ivo Pukanic : "US Role in Storm : Thrilled with Operation
Flash, President Clinton gave the Go Ahead to Operation Storm" (Il
ruolo degli USA nella Tempesta : entusiasta per l'Operazione Flash
(Lampo), il Presidente Clinton ha dato il via libera all'Operazione
Tempesta), Nacjonal (Zagabria), 24 maggio 2005.

[3]. Barton Bellman, "The Path to Crisis : How the US and its Allies
Went to War" (Il percorso della crisi : come gli stati Uniti e i loro
alleati sono entrati in guerra), Washington Post, 18 aprile 1999.

[4]. "Alcuni sopravvissuti, appartenenti alla delegazione di
Srebrenica, hanno affermato che il Presidente Izetbegovic aveva anche
detto che aveva appreso che sarebbe stato possibile un intervento
della NATO in Bosnia-Erzégovina, ma che quseto non sarebbe avvenuto se
i Serbi non fossero entrati in Srebrenica e non avessero massacrati
almeno 5.000 dei suoi abitanti. Il
Presidente Izetbegovic ha negato categoricamente di aver fatto una
tale dichiarazione." "The Fall of Srebrenica"
(La caduta di Srebrenica), (A/54/549), Rapporto del Segretario
Generale in seguito alla Risoluzione 53/35 dell'Assemblea Generale, 15
novembre 1999, § 115.
(http://www.haverford.edu/relg/sells/reports/Unsrebrenicareport.htm).
Il rapporto dell'ONU non cita che a questa riunione erano presenti
altre nove persone, e che una fra queste, Hakija Meholijic,
ex-comandante della polizia di Srebrenica, aveva dichiarato che otto
di queste, tutte superstiti, "potevano confermare" il… suggerimento di
Clinton. (Dani, 22 giugno 1998)
(http://edsp.neu.edu/info/students/marko/dani/dani2.html).

[5]. "Politics of War Crimes" (La politica dei crimini di guerra),
Bogdanich, capitolo 2, "Prelude to Capture" (Preludio alla cattura) e
Fenton, capitolo 3, "Military Context" (Contesto militare).
Vedere anche Tim Ripley, "Operation Deliberate Force" (Operazione
premeditata con la forza), Centro studi di difesa e sulla sicurezza,
1999, p. 145.

[6]. Nella sua « Balkan Odyssey », Lord David Owen ha affermato "che
avallando la conquista della Slavonia occidentale da parte del governo
Croato, il Gruppo di Contatto in effetti ha dato il via libera ai
Serbi di Bosnia di attaccare Srebrenica e Zepa." (pp. 199-200). Owen
si sbaglia : il Gruppo di Contatto sosteneva solo una parte, e il
fatto che i media non abbiano mai reso conto ne' criticato
l'aggressione, anzi l'hanno avallata, ha permesso di presentare la
presa di Srebrenica come un evento eccezionale e non provocato.

[7]. Veritas ha valutato che nel corso della Operazione Storm
(Tempesta), erano stati uccisi 1205 civili, fra cui 358 donne e 10
bambini. Vedere "Croatian Serb Exodus Commemorated" (Commemorazione
dell'esodo dei Serbi dalla Croazia), Agence France Presse, 4
agosto2004. E sempre Veritas a
www.veritas.org.yu. : nella tombe intorno a Srebrenica ispezionate nel
corso del 1999, è stato identificato come femminile uno solo dei 1.895
cadaveri esumati.
[8]. Ripley, "Operation Deliberate Force" p. 192. Vedere anche le note
56 e 70.

[9]. Questo ruolo co-belligerante è stato esaminato da Peter Brock in
"Dateline Yugoslavia : the Partisan Press" ( Jugoslavia : la stampa
partigiana), Foreign Policy, inverno 1993-1994.
Un libro pubblicato da Brock che tratta di "Media Cleansing,
Uncovering Yugoslavia's Civil Wars" (Pulizia mediatica : rivelazioni
sulle guerre civili jugoslave) fornisce più copiosi dettagli su questa
parzialità. Nella sua autobiografia, il Segretario di Stato James
Baker scrive che aveva dato istruzioni alla sua addetta stampa
Margaret Tutweiler di sostenere la causa dei musulmani di Bosnia,
sottolineando di averle "prescritto di utilizzare i suoi contatti con
le quattro catene televisive, il Washington Post e il New York Times."
(James A. Baker, "The Politics
of Diplomacy" (La politica della diplomazia), Putnam 1995, pp. 643-644.)

[10] Quando, il 16 maggio 1999, è stato interrogato il portavoce della
NATO Jamie Shea, sulla possibilità di vedere la NATO esposta a certe
accuse da parte del Tribunale, egli dichiarava di non provare alcuna
inquietudine. Il rappresentante dell'Accusa, ha continuato Shea, darà
inizio alle sue inchieste "solo dopo che noi gli daremo
l'autorizzazione a farlo". Inoltre, "i paesi della NATO hanno dato al
Tribunale i finanziamenti", e sulla necessità di insediare una seconda
corte "in modo da accelerare le requisitorie, noi siamo totalmente in
sintonia con il Tribunale su questo punto, noi vogliamo veder
giudicati i criminali di guerra !"
http://www.nato.int/kosovo/press/p990516b.htm
Vedere anche Michael Mandel, "How America Gets Away with Murder" (Come
l'America la fa franca dei propri crimini), Pluto, Londra 2004, cap.
4-5, e Edward Herman, "The Milosevic Trial, Part 1" (Il processo
Milosevic, parte prima), Z Magazine, aprile 2002.

[11] Cf. Bogdanich, "Politics of War Crimes" (La politica dei crimini
di guerra), cap.7 : "UN Report on Srebrenica : a distorted Picture of
Events" (Il rapporto de l'ONU su Srebrenica : -una immagine distorta
degli avvenimenti).

[12]. Raymond K. Kent, "Contextualizing Hate, the Hague Tribunal, the
Clinton Administration and the Serbes" (Il contesto dell'odio: il
Tribunale dell'Aja, il governo Clinton e i Serbi), Dialogue, Parigi,
dicembre 1996, v. 5, n° 20 (presente sul sito in Internet
ddi Emperor's Clothes, www.emperorsclothes.com/misc/kent.htm

[13]. Carl Savich, "Celebici",
http://www.serbianna.com/columns/savich/047.shtml

[14]. Sarà difficile sorpassare l'efferatezza dei musulmani di Bosnia
nel campo di Celebici, descritto nel testo di Savich. Cf. anche Diana
Johnstone, "La crociata dei folli ", Il tempo delle ciliege, Parigi
2005, pp. 140-141.

[15]. Cf. i due lavori di Peter Brock (vedi nota [9]) e Diana
Johnstone, "La crociata dei folli", p.146.

[16]. Per i particolari e le citazioni, vedere l'articolo e il libro
di Peter Brock (vedi nota [9]).
[17]. Bernard Kouchner, "I guerrieri della pace", Parigi, Grasset
2004, pp. 372-374.

[18]. Johnstone, "La crociata dei folli ", pp. 133-135. Thomas
Deichmann, "Misinformation : TV Coverage of a Bosnian Camp"
(Disinformazione: la copertura Televisiva di un campo Bosniaco),
Covert Action Quarterly, autunno 1998, pp. 52-55.

[19]. Comunicazione privata, in data 21 novembre 2003.

[20]. Per un eccellente sommario di queste questioni di "atrocità auto
inflitte", con altri riferimenti, vedere il Rapporto dello Staff del
Senato del gennaio 1997 su "Clinton Approved Iranian Arms Transfers
Help Turn Bosnia into Militant Islamic Base" (Il consenso di Clinton
per i trasferimenti di armi dall'Iran trasforma la Bosnia in una base
di Islamici militanti),
http://www.senate.gov/%7erpc/releases/1997/iran.htm//top
Vedere anche Cees Wiebes, "Intelligence and the War in Bosnia",
1992-1995, Londra, Lit.Verlag 2003, pp. 68-69.
http://213.222.3.5/srebrenica/toc/p6_c02_s004_b01.html

[21]. John E. Sray, "Selling the Bosnian Myth to America : Buyer beware"
(Vendere il mito bosniaco all'America: acquirente, attenzione!),
Foreign Military Studies, Fort Leavenworth, Kansas, ottobre 1995.
http://fmso.leavenworth.army.mil/documents/bosnia2.htm

[22]. Alcune eccezioni a questa regola: Leonard Doyle, "Muslims
Slaughter their own People" (I musulmani massacrano il loro stesso
popolo), The Independant, 22 agosto 1992 ; Hugh Manners, "Serbs not
Guilty of Massacre" (I Serbi non colpevoli per il massacro), The
Sunday Times
(Londra), 1 ottobre 1995. David Binder non ha potuto ottenere dal suo
stesso giornale, The New York Times, la pubblicazione delle sue
analisi di un possibile coinvolgimento dei musulmani nei massacri di
Sarajevo, e ha dovuto farle pubblicare da altre parti. Vedere David
Binder, "The Balkan
Tragedy : Anatomy of a Massacre" (La tragedia balcanica: anatomia di
un massacro), Foreign Policy, n° 97, inverno 1994-1995, e David
Binder, "Bosnia's Bombers" (I bombaroli Bosniaci), The
Nation, 2 ottobre 1995.

[23]. Per un buon sommario, vedere Srdja Trifkovic, "Una spettacolare
revisione delle cifre", B. I. (Balkans-Infos), febbraio 2005.

[24]. Georges Kenney, "The Bosnian Calculation" (Il calcolo bosniaco),
New York Times Magazine, 23 aprile 1995

[25]. Cf. Trifkovic, vedi nota [23], e inoltre
http://grayfalcon.blogspot.com/2004/12/deathtolls-part-3.html.

[26]. Cf. Edward Herman e David Peterson, "The NATO-Media Lie Machine
: `Genocide' in Kosovo" (La macchina delle menzogne della NATO e dei media
: il "genocidio" nel Kosovo), Z Magazine, maggio 2000.
http://www.zmag.org/Zmag/articles/hermanmay2000.htm

[27]. Michael Ignatieff, "Counting bodies in Kosovo" (La conta dei
corpi in Kosovo), New York Times, 21 novembre 1999.

[28]. Bogdanich, "Politics of War Crimes" (La politica dei crimini di
guerra), cap.2, "Prelude to capture" (Preludio alla conquista).

[29]. L'ambasciatore di Jugoslavia all'ONU ha presentato alle Nazioni
Unite le prove dei "Crimini di guerra e di genocidio nella Bosnia
orientale, (comuni di Bratunac, Skelane e Srebrenica) perpetrati
contro la popolazione Serba dall'aprile 1992 all'aprile 1993."

Vedere anche Milivoje Ivanisevic, "Expulsion of Serbes
from Bosnia and Herzegovina,
1992-1995" (L'espulsione dei Serbi dalla Bosnia-Erzegovina, 1992-1995),
Edition WARS Book II, 2000, e Joan Phillips, "Victims and Villains in
Bosnia's War (Le vittime e i malfattori nella guerra di Bosnia),
Southern Slav Journal, primavera-estate 1992.
[30]. Bill Schiller, "Muslim Hero vows he'll Fight to the Last Man"
(L'eroe dei musulmani giura che combatterà fino all'ultimo uomo),
Toronto Star, 31 gennaio 1994, e John Pomfret, "Weapons, Cash and
Chaos lend Clout to Srebrenica's Tough Guy" (Le armi, il denaro, e il
caos rafforzano il brutale individuo di Srebrenica), Washington Post,
16 febbraio 1994.
[31]. Carl Savich, "Srebrenica and Naser Oric : an Analysis of General
Philippe Morillon's Testimony at the ICTY" (Srebrenica e Naser Oric :
una analisi della testimonianza del Generale Philippe Morillon al TPI),
http://www.serbianna.co


[32]. "No Evidence of Civilian Casualties in
Operations by Bosnian
Commander" (Nessuna prova di vittime civili durante le operazioni
condotte dal comandante Bosniaco), Rivista della BBC di informazioni
internazionali, 11 aprile 2003.
Per un rendiconto delle operazioni di Oric e una analisi critica della
decisione del TPI, vedere Carl Savich, "Srebrenica, the Untold Story"
(Srebrenica, la storia mai raccontata),
http://www.serbianna.com/columns/savich/o51.html

[33]. "Politics of War Crimes" (La politica dei crimini di
guerra),cap. 2-3. L'ONU ha valutato che prima della sua caduta, a
Srebenica fossero presenti dai 3000 ai 4000 soldati musulmani.
[34]. Ibid.


[35]. "Politics of War Crimes",
cap. 2


[36]. "Conflict in the Balkans, 8.000
Muslims Missing" (Conflitto nei Balcani, 8.000 musulmani scomparsi,
AP, New York Times, 15 settembre 1995.


[37]. Un responsabile della
Croce Rossa ha riferito ad un intervistatore tedesco che i musulmani
giunti al sicuro "non potevano essere cancellati dalla lista degli
scomparsi…dato che noi non ne abbiamo ricevuto l'elenco dei nomi",
citazione di Pumphrey, "Srebrenica Three Years Later, and still
Searching" (Srebrenica, tre anni dopo: le ricerche continuano). Vedere
anche "Former Yugoslavia, Srebrenica : Help for Families still
awaiting News" (Ex Jugoslavia, Srebrenica : aiuto alle famiglie che
ancora sono in attesa di notizie), Comitato internazionale della Croce
Rossa, 15 settembre 1995.
http://www.icrc.org/Web/Eng/siteeng0.nsf/iwpList74/7609D560283849CPC1256B6600595006

[38]. Ibid.


[39]. Johnstone, "La croisade des
fous", p. 76
[40]. Questo balzo, da qualche corpo a 8.000 giustiziati, è stato di
recente illustrato, nel London Observer, dal commento di Tim Judah e
Daniel Sunter al video dell'esecuzione di sei musulmani di Bosnia, che
nel giugno 2005 ha beneficiato di una pubblicità enorme. Questa è
"l'evidenza, la prova finale e irrefutabile della partecipazione dei
Serbi ai massacri di Srebrenica, in cui più di 7.500 uomini e ragazzi
musulmani Bosniaci sono stati assassinati.". "How the Video that put
Serbs in
Dock was brought to Light" (Come è venuto alla luce il video che pone
i Serbi sul banco degli accusati), 5 giugno 2005.


[41]. ICTY, Amended Joinder Indictment (TPI,
emendato il cumulo delle accuse), 27 maggio 2002, § 51.
http://www.un.org/icty/indictment/english/nik-ai020527c.htm
e David Rohde,
"The World Five Years Later : the Battle of Srebrenica is now over the
Truth" (Il mondo, cinque anni dopo: la battaglia di
Srebrenica ora è al di sopra della verità), New York Times, 9 luglio 2000.


[42]. Steven Lee Meyers, "Making Sure
War Crimes are'nt Forgotten" (Assicurarsi che i crimini di guerra non
vengano dimenticati), New York Times, 22 settembre 1997. In effetti,
un responsabile americano ha riconosciuto, alla fine di luglio 1995,
che "i satelliti non avevano mostrato nulla ". Paul Quinn-Judge,
"Reports on Atrocities Unconfirmed so Far : US Aerial Surveillance
Reveals Little" (Finora i rapporti sulle atrocità non hanno avuto
conferme : la sorveglianza aerea USA rivela ben poco), Boston Globe,
27 luglio 1995.


[43]. Il sito Internet della
Commissione Internazionale sulle persone disperse nella ex Jugoslavia
ha riconosciuto che i corpi "sono stati esumati in diverse località
della Bosnia Erzegovina del nord-est", non solo nella regione di
Srebrenica. Citazione del 2003 in un "Statement by ICMP
Chief of Staff Concerning Persons Reported Missing from Srebrenica in
July 1995" (Dichiarazione del direttore del personale dell'ICMP
riguardante le persone scomparse a Srebrenica nel luglio 1995), Gordon
Bacon.


[44]. "Politics of War Crimes", Rooper,
cap. 4, "The Numbers Game" (Il gioco delle cifre).


[45]. Ibid.


[46]. Ibid. Cf. anche "Politics of War
Crimes", Szamuely, cap. 5, "Witness Evidence" (Le testimonianze).
[47]. Szamuely "Witness Evidence".


[48]. Butcher, "Serb Atrocities in
Srebrenica are Unproven" (Le atrocità dei Serbi a Srebrenica non sono
provate), The Daily Telegraph, 24 luglio 1995.


[49]. "Politics of War Crimes",
Rooper, cap. 4, "The Numbers Game".

[50]. Questa affermazione appare negli atti di accusa del novembre
1995 contro Radovan Karadzic e Ratko Mladic. Era stata puntualizzata
nei dettagli dal poliziotto francese Jean-René Ruez, ed era stata
pronunciata per la prima volta presso il TPI all'inizio del luglio
1996, durante un'audizione, organizzata come uno scoop pubblicitario,
durata sette giorni di accuse pesanti contro Karadzic e Mladic.
All'epoca, l'Associated Press ha riportato in questi termini la
testimonianza di Ruez sull'epatofagia (Jennifer Chao, 3 luglio 1996) :
" Nel mezzo del febbrile massacro, si riscontrava un sadismo che
prende alla gola per l'orrore. Ruez ha citato un avvenimento in cui un
soldato ha costretto un uomo ad aprire col coltello il ventre del suo
nipotino e a mangiarne il fegato. Ruez ha dichiarato alla Corte: `Ha
afferrato il vecchio e gli ha messo in mano un coltello…e lo ha
costretto ad aprire il ventre del ragazzino, e poi con la punta del
coltello ha fatto uscire l'organo e ha costretto l'uomo a mangiarlo."


[51]. "Politics of War Crimes", Mandel, cap.
6, "The ICTY calls it Genocide" (Il TPI definisce questo come Genocidio)
[52]. Ibid.


[53]. Chris Hedges, "Bosnian Troups
Cite Gassing at Zepa" (Truppe Bosniache parlano di gas a Zepa), New
York Times, 27 luglio 1995.


[54]. Jovic ha testimoniato al
processo contro Milosevic, il 18 novembre 2003,
http://www.slobodanmilosevic.org/
[55]. "Politics of War Crimes", Mandel, cap. 6. Vedere anche Michael
Mandel, "How America Gets Away with Murder", (Come l'America la fa
franca dei propri crimini), Pluto 2004, pp. 157-158


[56]. Carlos Martin Branco, un ex
osservatore militare dell'ONU in Bosnia, considera che è molto più
individuabile un processo di genocidio premeditato in Krajina che non
a Srebrenica, "quando
l'esercito Croato ha intrapreso una massiccia eliminazione di tutti i
Serbi trovati sul posto. In questa occasione, i media hanno osservato
un silenzio assoluto, benché questo genocidio sia durato tre mesi.
L'obiettivo di Srebrenica era una pulizia etnica e non un genocidio, a
differenza di quello che è avvenuto nella Krajina, dove, in assenza di
qualsiasi operazione militare, l'esercito Croato ha decimato i
villaggi." ("Was Srebrenica a Hoax ? Eye-Witness Account of a Former
UN Military
Observer in Bosnia" (Srebrenica è stata una mistificazione? La
testimonianza visiva di un ex osservatore militare dell'ONU in Bosnia)
http://globalresearch.ca/articles/BRA403A.htm).


[57]. Madeleine Albright, una volta di
più davanti al Consiglio di Sicurezza : "The Situation in the Republic
of Bosnia and Herzegovina" (La situazione nella Repubblica di Bosnia
Erzegovina), S/PV.3564, 10 agosto 1995, 17.30 h, pp. 6-7.


[58]. Richard Holbrooke, sull'emittente The
MacNeil/Lehrer NewsHour, trascrizione //5300, 24 agosto 1995.


[59]. "UN Report : Bosnian Serbs Massacred
Srebrenica Muslims" (Rapporto dell'ONU : i Serbi di Bosnia hanno
massacrato i musulmani a Srebrenica), Washington Post, 12 agosto 1995.
John Pom-fret, "Investigators Begin Exhuming Group of Mass Graves in
Bosnia" (Gli inquirenti hanno dato corso alle esumazioni in una serie
di fosse comuni in Bosnia), Washington Post, 5 luglio 1996. Biggest
Upheaval is in Softening up the Enemy (Il più grande sconvolgimento
consiste nell'indebolire il nemico), NewsWeek, 21 agosto 1995.


[60]. Vedere le conclusioni di una
ricerca norvegese sulle vittime in Bosnia
http://grayfalcon.blogspot
.com/2004/12/death-tolls-part-3.html

[61]. Slavisa Sabijic, "The Trade in Bodies in Bosnia-Herzegovina" (Il
commercio dei corpi in Bosnia Erzegovina), a

http://www.serbianna.com/press/010.html

e Joan Phillips, "Victims and Villains in Bosnia's War" (Vittime e
malfattori nella guerra di Bosnia), Southern Slav Journal,
primavera-estate 1992.


[62]. "Yugoslav Forensic Expert Says
no Proof about Srebrenica Mass
Grave" (Un esperto medico legale jugoslavo afferma che non esistono
prove dell'esistenza di fosse comuni a Srebrenica), BBC, Rivista delle
emittenti mondiali, 15 luglio 1996.
[63]. Kosta Christitch, "Le effettive ragioni di un fallimento", B. I.
(Balkans-Infos), marzo 2005. Come ha affermato Diana Johnstone :
"Avallando tutte le accuse contro i Serbi, e non tenendo conto dei
crimini commessi contro di loro, gli Stati Uniti e i loro alleati
della NATO hanno dato carta bianca alla violenza antiserba. I bambini
di origine albanese si fanno grandi nella convinzione che nessuno li
rimprovererà di andare alla caccia di vecchi Serbi e di picchiarli a
morte." Il rapporto OSCE :
"Things Told and Things Seen" (Le cose raccontate e le cose viste),
Znet Commentary, 26 dicembre 1999, e B. I. (Balkans-Infos) n° 40,
gennaio 2000. Vedere anche l'articolo della Johnstone sul rapporto
OSCE in B. I. n° 42, marzo 2000.


[64]. Esiste un numero modesto di
eccezioni, principalmente riguardanti figure secondarie musulmane e
croate, che sono state incolpate in generale quando la disparità di
trattamento appariva assolutamente esagerata e si rendeva necessaria
una correzione di immagine in materia di pubbliche relazioni. Nessun
leader croate o bosniaco è stato l'oggetto di procedimenti giudiziari,
benché sia stato detto che atti di accusa fossero stati predisposti
poco dopo i decessi di Tudjman e di Izetbegovic, ma non hanno mai
avuto spiegazione le lunghe dilazioni. Nessun leader della NATO,
nemmeno uno dei suoi membri qualsiasi, è stato accusato.

Per una valida analisi di questa
parzialità, vedere Mandel, "How America Gets Away with Murder", (Come
l'America la fa franca dei propri crimini), seconda parte.


[65]. Nella sua "Dichiarazione
islamica" del 1970, che non ha mai rinnegato, Izetbegovic ha scritto:
"Non esiste ne' pace, ne' coesistenza fra la religione islamica e le
istituzioni politiche o sociali non islamiche. Avendo il diritto di
governare il proprio mondo, l'Islam esclude evidentemente il diritto e
la possibilità di conformarsi ad una ideologia straniera sul suo
territorio." Citazione di D. Johnstone, da "La croisade des fous", p. 80.


[66]. "The 9/11 Commission Report"
(Il rapporto della Commissione sull'11 settembre), rapporto ufficiale
della Commissione Nazionale sugli attacchi terroristici contro gli
Stati Uniti, edizione ufficiale governativa, pp. 58, 146-147, 155,
238-239.


[67]. Centro di documentazione
della Republika Srpska, "Report About Case Srebrenica, the First Part"
(Rapporto sul caso Srebrenica, prima parte), Banja Luka, settembre
2002. Si tratta del testo integrale di questo rapporto che è stato
pubblicato in seguito a questo testo di Herman (NDLR).


[68]. Gregory Copley, "US Official
Implicated with Bosnian High Representative Ashdown in Attempting to
Force Fabricated Report on Srebrenica" (Un funzionario Statunitense
implicato con l'alto Rappresentante per la Bosnia Ashdown nel
tentativo di imporre un rapporto fabbricato a tavolino su Srebrenica),
Defense & Foreign Affairs Daily, 8 settembre 2003,
http://slobodanmilosevic.org.news/ssi09082003.htm
e
Nebojsa Malic, "Srebrenica Revisited Reports, Confessions and the
Elusive Truth" (Un nuovo punto di vista sui rapporti su Srebrenica, le
confessioni e la verità evanescente), Antiwar.com, 24 giugno 2004,
http://antiwar.com/malic/?articleid=2865Villains




[69]. Sulle falsificazioni concernenti Racak, Rambouillet e la
conquista della Grande Serbia come cause delle guerre, vedere D.
Johnstone, "La croisade des fous", e Mandel, "How America Gets Away
with Murder".


[70]. Un solo
corpo, fra i 1883 trovati nei dintorni di Srebrenica, nelle 17 fosse
comuni riesumate dal TPI nella Bosnia orientale fra il 1996 e il 2000,
è stato identificato come quello di una donna. Queste cifre sono state
fornite dopo una analisi ufficiosa delle caratteristiche dei resti,
diffusa dal Dr. Zoran Stankovic, uno specialista scientifico, veterano
dell'ONU, che ha a lungo studiato il caso di Srebrenica.

[71]. Cf. la nota [7] precedente. Secondo Tim Ripley : "Migliaia di
persone, troppo vecchie o malate per scappare, sono rimaste sul posto.
Le pattuglie della NATO hanno trovato subito centinaia di assassinati
da parte dei Croati, militari o civili che fossero. Praticamente tutte
le abitazioni erano state saccheggiate." (p. 192).


[72]. I profughi Serbi a
Srebrenica nel 1997 vengono descritti come "povenienti da altre zone
vicine, che gli eserciti Croato e Musulmano avevano cacciato per
rappresaglia in risposta alle atrocità e alle uccisioni di
Srebrenica", Dana Priest, "US Troops Extend a Hand to Refugees Tainted
by War" (Le truppe USA tendono una mano ai profughi toccati dalla
guerra), Washington Post, 18 febbraio 1997.


[73]. Sray, "Selling the Bonia Myth" (Dare
credito al mito Bosniaco).

[74]. Per una analisi e una critica di questi interventisti umanitari,
vedere Edward Herman e David Peterson, "Morality's Avenging Angels :
the New Humanitarian Crusaders" (Gli angeli vendicatori dello spirito
etico: i nuovi crociati umanitari), in David Chandler, ed. "Rethinking
Human Rights" (Ripensare ai diritti dell'uomo), Palgrave 2002. Per una
confutazione più approfondita dei loro argomenti, vedere "La croisade
des fous" di D. Johnstone e "How America Gets Away with Murder" di Mandel.


[75]. Sul significato del mio paradigma
di "missile da crociera della sinistra", vedere "The Cruise Missile
Left : Aligning with Power" (Il missile da crociera della sinistra :
allinearsi al potere), Z Magazine, novembre 2002, e "The Cruise
Missile Left (part 5) : Samantha Power and the Genocide Gambit" (Il
missile da crociera della sinistra, parte quinta: Samantha Power e il
gambetto del genocidio), Znet Commentaries, 17 maggio 2004.


[76]. Cedric Thornberry, "Saving the
War Crimes Tribunal : Bosnia-Herzegovina" (Salvare il TPI : Bosnia
Erzegovina), Foreign Policy, settembre 1996.

Jovanka Broz e gli avvoltoi

Qualche considerazione sull'articolo "La vedova di Tito, povera, sola
in tugurio", di Elisabetta Rosaspina, apparso oggi sul Corriere della
Sera, il cui testo alleghiamo di seguito.
Davvero miserrimo è l'approccio alla storia ed alla realtà jugoslave
da parte dei giornalisti occidentali: lo sapevamo bene, oggi ne
abbiamo un ennesimo esempio. L'articolo abbonda di gratuite
sciocchezze; particolarmente assurda quella secondo cui i giovani
politici serbi odierni, quarantenni, pur con tutti i limiti che certo
hanno, non saprebbero nemmeno se Jovanka sia ancora viva o meno.
E' vero: Jovanka Broz subì angherie da parte di certi collaboratori di
Tito, ed è tuttora, sicuramente, ipersorvegliata. Ma Jovanka Broz è,
ed è stata sempre, una donna coraggiosa e discreta.
A sua disposizione, nella casa dove vive ora, che è la stessa in cui
visse con Tito, ha una donna di servizio ed un portiere. La villa,
certo, necessita di grandi lavori di riparazione. Si noti bene: delle
presunte "40 dimore di Tito", a parte quella nella quale vive adesso
Jovanka Broz, soltanto la villa sull'isoletta di Vanga,
nell'arcipelago di Brioni, dovrebbe essere ancora nella sua
disponibilità, e dovrebbe poi passare agli eredi - eppure il signor
Tudjman ci ha passato qualche sua vacanza... Paraltro, speriamo che
diventi una villa-museo!
Ma le altre 38 presunte "dimore di Tito"...?
I leader, le comunità di ogni repubblica federata, regione, comune,
"dal monte Triglav al fiume Vardar", gareggiavano nell'invitare Tito a
trascorrere le proprie vacanze, a curarsi, in ville già esistenti
oppure costruite per lui, nuove di zecca. Lo invitavano a
soggiornarvi, foss'anche per una volta sola. Ebbene: le residenze a
Kranjska Gora, a Zagorje, in Dalmazia, sulla costa montenegrina, sono
tutte rimaste proprietà delle rispettive repubbliche, regioni,
comuni... Tutte proprietà pubbliche. Altro che "patrimoni personali"!
Sono i politici occidentali, quelli che sì che si arricchiscono
personalmente sfruttando i loro incarichi politici.

(a cura di Ivan ed Andrea)


La vedova di Tito, povera, sola in tugurio

di Elisabetta Rosaspina
"Corriere della Sera", lunedì 27 febbraio

Dopo oltre 25 anni Jovanka chiede di riavere l'eredità e le foto del
marito
La vedova di Tito, povera e sola in un tugurio
La battaglia dell'ex first lady jugoslava contro la miseria e per
riavere i ricordi di famiglia. Da anni vive in una casa fatiscente

BELGRADO - Da pochi giorni il riscaldamento ha ripreso finalmente a
funzionare in un piccolo appartamento statale di Dedinje, al 65 di
Bulevar Mira, zona residenziale di Belgrado. E un gruppo di operai sta
studiando come bloccare le infiltrazioni di umidità e di pioggia dal
tetto. È una notizia, perché sotto quel tetto malconcio vive la «prima
vedova» di Jugoslavia: Jovanka Broz, 81 anni, per 28 moglie di Tito.
L'ultima.
«Ma non era morta tanto tempo fa?» hanno chiesto, sorpresi, funzionari
di governo trenta-quarantenni ai giornalisti che chiedevano
spiegazioni sull'infelice declino della «Signora Tito». No,
l'ottantenne Jovanka, considerata un tempo una delle tre donne più
belle nella storia dell'umanità, dopo Nefertiti e Marilyn Monroe, non
è morta. E' sopravvissuta, senza clamori e senza denaro,
all'insofferenza dei successori del marito che poco dopo la morte del
presidente, il 4 maggio 1980, l'hanno relegata in una cadente casa di
proprietà pubblica, attrezzata con il minimo indispensabile. Come una
qualunque pensionata senza diritti. Proprio lei, che per oltre un
quarto di secolo si era occupata, senza risparmio di energie e di
soldi, delle quaranta residenze del consorte sparse per la Jugoslavia.
Proprio lei che, appena ventottenne, aveva accettato di sposare l'uomo
più potente del Paese, giunto al suo sessantesimo compleanno e al suo
terzo o quarto matrimonio.

Un'altra, al suo posto, avrebbe finito per regolare i conti, in banca
e in piazza, vendendo a caro prezzo dettagliate memorie. Ma Jovanka,
come sanno bene i giornalisti e gli editori locali, è una vedova di
ferro: non parla, non apre la porta e nemmeno la posta. Di giorno
pulisce la casa, stira e si cucina il pranzo. È protetta da tre
guardie del corpo che, a turno, vanno a farle la spesa e vegliano
sulle sue serate solitarie e, per anni, anche piuttosto gelide. Riceve
soltanto la sorella e un paio di nipoti.
«All'inizio la signora Broz temeva di mettere in pericolo la sua vita,
se avesse svelato segreti e retroscena dei suoi anni con Tito -
considera Toma Fila, il suo avvocato -. Ma adesso tutto ciò che vuole
è ritrovare i suoi ricordi, le foto, le lettere, i cimeli del marito».
Non è un semplice desiderio né un desiderio semplice: da oltre
vent'anni, a differenza dei due figli che Tito ha avuto da nozze
precedenti, Jovanka si batte senza tregua nei tribunali per quelli che
considera beni personali. A complicare la vertenza c'è una legge,
varata poco dopo i funerali solenni del consorte, in base alla quale
tutto quanto appartenuto a Tito spetta allo Stato: la «legge Jovanka»,
come la definisce il suo legale.
Di più, furono stilati quattro inventari delle proprietà del defunto
presidente e il quarto elenco comprendeva il 90 per cento degli
oggetti, anche di uso comune, passati per le storiche mani, destinati
alla nazionalizzazione ma poi scomparsi. A moglie e figli toccavano un
po' di abiti e alcuni fucili da caccia. Jovanka, del resto, non godeva
più delle simpatie dello staff del marito già tre anni prima che lui
morisse, quando il vecchio presidente era stato di fatto esautorato
dei suoi poteri. La volitiva consorte era stata confinata agli arresti
domiciliari, lontana da lui, con l'accusa di complottare contro il
governo.
Riapparve in pubblico ai funerali di Tito, per evitare interrogativi
imbarazzanti tra i cento capi di Stato invitati alla cerimonia. Ma il
giorno dopo aveva perso di nuovo tutte le prerogative che il marito
aveva invano cercato di conservarle nelle sue ultime, non scritte,
volontà. I palazzi in cui aveva vissuto, con tutti gli arredi, le
scuderie, i preziosi doni ricevuti durante i viaggi ufficiali e da
ospiti di rango, scomparvero per sempre dai suoi orizzonti. Era
finita, ma Jovanka non si è mai arresa, anche se il patrimonio
personale di Tito ha un valore più storico che finanziario, e la
popolarità dell'ex capo partigiano era in declino già negli anni '80:
«Devono restituirmi almeno i vestiti, i telegrammi di condoglianze per
la sua morte, le sue lettere, le nostre foto - reclamava lei
all'avvocato, che è riuscito a farle assegnare almeno una pensione -,
si sono presi anche i beni provenienti dalla mia famiglia». Una causa
persa, se l'oblio calato su Jovanka non l'avesse spinta quasi
all'indigenza. La pratica è arrivata sul tavolo del ministro dei
diritti umani e delle minoranze, Rasim Ljajic: «La sua situazione era
una vergogna nazionale - ha riconosciuto Ljajic -, la signora Broz
viveva in condizioni catastrofiche e bisognava correre ai ripari». Il
tetto sarà sistemato, i termosifoni ora funzionano, ma di eredità non
si parla.

Elisabetta Rosaspina
27 febbraio 2006


da Alessandra Kersevan riceviamo e volentieri giriamo:
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Vi invio un testo che ho distribuito durante le presentazioni che  l'autrice ha fatto in Friuli Venezia Giulia (dal 28/1 al 2/2) del libro appena edito da Rizzoli: "Nata in Istria" di Anna Maria Mori. Praticamente ho tratto alcune frasi dal libro (ma le citazioni dello stesso tipo potrebbero  andare avanti per pagine e pagine e pagine; praticamente da ogni pagina se ne ricava una o più) di razzismo puro.
La cosa gravissima è che Anna  Maria Mori è accreditata a sinistra, e le sue presentazioni le ha fatte in ambiti  di sinistra o ritenuti tali (manifestazione preelettorali del candidato del centro sinistra Rosato a Trieste; libreria "Rinascita" a Monfalcone,  la libreria "storica" che era stata del PCI; a Udine organizzata dalla Biblioteca comunale, insieme con l'Associazione Venezia Giulia e  Dalmazia; a Pordenone presso "Cinema Zero", l'associazione che organizza il  festival internazionale del cinema muto...). A questo è dovuto il mio tono  accorato, che può sembrare ingenuo. Ma mi rivolgevo a quelli, se ce ne sono  ancora, che ragionano ancora nella sinistra (e qualche risultato, fra coloro  che hanno letto, l'ho effettivamente ottenuto).

Fraterni saluti. Alessandra Kersevan

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IN MARGINE ALLA LETTURA DI "NATA IN ISTRIA" DI ANNA MARIA MORI

PREMESSA: COME FUNZIONA IL PENSIERO RAZZISTA.
 (tratto da    www.sinistrafriuli.net )

Prendiamo un dizionario a caso e riportiamo la definizione corrispondente a razzismo, in modo che non vi siano travisamenti:
"Ideologia, teoria e prassi politica e sociale fondata sull'arbitrario presupposto dell'esistenza di razze umane biologicamente e storicamente "superiori", destinate al comando, e di altre "inferiori", destinate alla sottomissione, e intesa, con discriminazioni e persecuzioni contro di queste ultime, e persino con il genocidio, a conservare la "purezza" e ad assicurare il predominio assoluto della pretesa razza superiore".(...)"Più generalmente: complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizi sociali ed espressi attraverso forme di disprezzo, di emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche o culturali diverse, spesso ritenute inferiori.".

Attenendosi strettamente alle esigenze del nostro discorso, evidenziamo alcune parole chiave contenute nella definizione data:

1)"Superiorità" storica-biologica.
2)Pregiudizio, da unire strettamente a generalizzazione.

Alla luce di queste considerazioni possiamo individuare due percorsi storico-mentali che giungono alla ideologia e alla prassi razziste. Sono percorsi a cui soggiace l'innata tendenza, comune in vari gradi a tutti gli uomini, autodifensiva e conservatrice rispetto a tutto ciò (persone, situazioni, idee, metodi) che ci si propone di volta in volta diverso o nuovo. Una tendenza che dobbiamo tutti controllare e utilizzare senza cadere in estremismi e radicalizzazioni infondate e irrazionali. Vediamo i due percorsi:

-A- La storia personale di un individuo fa sì che questo veda e conosca soggetti che fanno parte di una data comunità etnica e culturale diversa il cui comportamento viene giudicato immorale, criminale, crudele, ingiusto (e non è detto che non sia, in alcuni casi, effettivamente così; ma sempre e comunque deve esprimersi il giudizio sul caso dato nel tempo e nello spazio dati). A questo punto il soggetto, sulla base di quell'unica esperienza, opera un processo di generalizzazione e di destoricizzazione proprio di quei dati fattuali. Si tratta di un processo che lo porta a credere e ad affermare (e ad agire in conseguenza di ciò) che tutti i membri di quella comunità "altra" e "diversa" siano e si comportino come gli individui singoli e determinati A,B,C,... etc. che ha incontrato nella sua esistenza, che fanno parte della comunità "altra" stessa e che in certi casi si sono comportati ingiustamente e criminalmente. E questo secondo passaggio di estensione della condotta criminale dal singolo alla collettività ci porta in pieno dentro il razzismo, operando una totale censura del principio centrale della responsabilità del singolo individuo.

-B- Il pregiudizio di tipo culturale-educativo fa sì che una persona associ delle caratteristiche ad una comunità "altra" etnico-culturale... Queste caratteristiche, confrontate con quelle attribuite con lo stesso meccanismo alla propria comunità etnico-culturale (operando una censura, conscia o inconscia, sui comportamenti criminali e ingiusti di alcuni membri della propria comunità etnico-culturale di appartenenza), portano alla costituzione di una gerarchia con ai due estremi rispettivamente tutte le caratteristiche negative e tutte quelle positive immaginabili. A questo punto le due comunità divengono delle entità impermeabili, al loro interno omogenee e senza alcuna varietà culturale-comportamentale, così da essere facilmente inserite nei livelli della suddetta gerarchia basata su fattori (ritenuti reali e universali) sia di genere storico che biologico. Siamo ormai in pieno razzismo elaborato.

Per essere più chiaro -scusatemi fin da ora per aver digitato alcune cose- faccio seguire degli esempi di affermazioni razziste:

"I negri sono tutti sporchi".

"Gli slavi non hanno sentimenti".

"Gli ebrei sono avari"…

FIN QUI IL TESTO TRATTO DA  www.sinistrafriuli.net . DI MIO AGGIUNGO L'ATTENZIONE VERSO IL LINGUAGGIO USATO DAL PENSIERO RAZZISTA, UN LINGUAGGIO TESO ALLA DEMONIZZAZIONE E AL DISPREZZO DELL'"ALTRO".
 
RAGIONAMENTI E LINGUAGGIO DI QUESTO GENERE SONO AMPIAMENTE DOCUMENTABILI NEL LIBRO DI ANNA MARIA MORI "NATA IN ISTRIA" (E ANCHE NEL PRECEDENTE, SCRITTO A 4 MANI CON NELIDA MILANI, "BORA")

RIPORTERO' ORA ALCUNI ESEMPI (MA IL TESTO NE E' STRAPIENO, DICIAMO CHE NE E' PERMEATO. QUESTI CHE RIPORTO NON SONO NEPPURE TUTTI I PIU' SIGNIFICATIVI, ALCUNI ERANO TROPPO LUNGHI PER RIPORTARLI):

Pag. 71: "… Ma dove ci sono le fate, prima o poi arriva sempre l'orco cattivo… Un popolo aggressivo, feroce, di conquistatori, a tu per tu con un popolo mite che non riusciva neanche a capire il perché di tanto odio e di tanta ferocia nei suoi confronti: non era assolutamente consapevole di essere `il nemico'"

Pag. 78: (testimonianza di un'insegnante di liceo croato non meglio identificata) "gli slavi che venivano dal contado in città a vendere latte e uova, e si sentivano, si volevano diversi e antagonisti rispetto agli italiani, avevano i loro preti croati, i loro amici croati a Trieste, e coltivavano, più che un sentimento di coscienza nazionale, lo spirito di vendetta..."

Pag. 81: "la propaganda jugoslava si è impegnata, purtroppo con successo, a diffondere un unico slogan: `italiani uguale fascisti', e quindi a morte i fascisti e morte gli italiani in quanto fascisti. Ci ha creduto prima di tutto chi aveva bisogno di crederci: il popolo dei conquistatori e degli invasori, gli infoibatori e i loro mandanti, le genti croate, slovene, serbe e bosniache chiamate dal governo centrale (in premio la casa gratis, e i lavoro garantito), a ripopolare le città e i paesi svuotati degli italiani con l'esodo".

Pag. 93: "Signor Maresciallo Tito, signori croati e sloveni propagantisti e fautori di guerre, stragi, pulizie etniche, violenze materiali e psicologiche in nome di nazionalismi e nazionalizzazioni furibonde, non fateci ridere. Purtroppo ci avete fatto piangere..."

Pag. 271: una giornalista non meglio identificata: "...non riuscivo, non sarei mai riuscita ad adeguarmi al fatalismo, e insieme alla logica di violenza di questa gente, così diversa dalla mia, di gente. / Io avevo sempre creduto nei valori della pace, loro coltivavano quasi con religione i valori della guerra"

Pag. 108: una testimone "divisa a metà: "Però non posso non vedere, non fare i conti, con le diversità e anche i dislivelli delle due culture alle quali appartengo, dislivelli peggiorati e fomentati dal comunismo jugoslavo. E questa diversità, questi dislivelli, entrano in conflitto tra di loro, e dentro le nostre teste: la so, la sento, la vedo e la vivo, l'apertura degli italiani e la chiusura degli slavi: per tutta la vita ho fatto i conti con la diffidenza che la mia metà italiana suscitava nell'umanità slava cui appartiene l'altra mia metà, e con la paura che me ne veniva; me lo ritrovo sin sulla pelle il loro odio per gli italiani"...

Pag. 25: "Oggi le isole sono meta di chi d'estate viaggia per mare, e le ricorda con i nomi dati dagli ultimi conquistatori croati o sloveni..." "e magari li aiuti a sostituire all'impronunciabile Krk l'originario nome di Veglia" [assoluta ignoranza della storia locale]

Pag. 42: "...sul mare un bambino biondo, pieno di ricci, bellissimo, raccoglie i sassi e li porge alla giovane mamma. Ridono e parlottano insieme, naturalmente in sloveno. Arrivati chi sa da dove, chi sa esattamente quando. Certamente innocenti, la mamma e il bambino, con tutta la serenità, la sicurezza che di sé dà l'innocenza. Ma sono i nuovi padroni". [assoluta ignoranza della composizione etnica storicamente presente in Istria]

Pag. 106: un'insegnante non meglio identificata: "Per cinquant'anni, qui, si è predicata l'uguaglianza: quando è stata introdotta l'autogestione noi insegnanti eravamo insieme e alla pari con le donne delle pulizie che volevano l'uguaglianza e l'avevano ottenuta al grido: `Abbiamo la stessa pancia che ha lo stesso bisogno di mangiare, e gli stessi figli". Erano stati resi uguali il chirurgo e la portantina, l'accademico e il bidello: le gerarchie erano state tutte abolite. Tito ce l'aveva a morte contro la cosiddetta `intellighenzia', e dava sempre ragione al popolo: la Jugoslavia era sempre col dito puntato minacciosamente contro gli intellettuali che venivano continuamente additati al popolo come il suo primo e principale nemico. Si coltivava l'odio per chiunque tentasse di emergere. Marx ha insegnato che prima viene il pane e poi la bistecca: tutto il resto è un di più che non serve. Così anche la bellezza, la stessa bellezza dei monumenti, delle architetture, della natura di questa nostra  terra è stata confusa con il lusso: e il lusso bisognava abbatterlo". [INCOMMENTABILE]

Pag. 208: "i nuovi dominatori hanno messo una devastante centrale a carbone..."

Pag. 270: una giornalista anonima come quasi tutti gli altri "testimoni": "tra le tante costruzioni assolutamente artificiali con le quali ero costretta a confrontarmi, c'era la voluta e imposta parità uomo-donna. Lì si lavorava, non alla convinzione, bensì all'imposizione di questa parità. Il tutto all'interno di una popolazioe, che invece aveva coltivato un atteggiamento assolutamente retrogrado nei confronti delle donne... Quanto alle ragazze le ho viste che praticavano la politica dell'uguaglianza in maniera quanto meno bizzarra: ce n'erano di quelle che per pagarsi gli studi all'università, tranquillamente e serenamente si prostituivano. Faceva parte dei "diritti"... Lo studio, sì, era alla portata di tutti. E però era diventato un'ossessione..."

Pag. 10: le foibe "quelle nere cave carsiche in cui l'odio etnico più ancora che politico ha scaraventato migliaia di innocenti legati tra loro con il filo di ferro ai polsi" [In questa breve frase si accettano tout court tutti gli elementi della propaganda fascista: 1) odio etnico e non politico; 2) migliai di innocenti; 3) legati tra loro con il filo di ferro ecc. Senza pretendere che si leggano o si accettino i libri del mio gruppo di ricerca "RESISTENZASTORICA", ricordo che: a) la storiografia che fa riferimento agli Istituti di storia del movimento di liberazione – es. Pupo, Spazzali –  mettono espressamente l'accento sul "politico", non sull'"etnico" (V. anche la "Relazione della Commissione italo-slovena", che dovrebbe essere un documento ufficiale dello stato italiano); b) anche questa storiografia non parla più ormai di "migliaia" di infoibati, ma ridimensiona di molto i numeri; c) l'insistenza sul filo di ferro ecc. è tipica della letteratura propagandistica neofascista: in realtà legare con il filo di ferro (così come gettare le proprie vittime negli "anfratti del Carso") era usanza prima dei fascisti e dei nazisti, che dei partigiani.)

QUESTI SONO SOLTANTO ALCUNI ESEMPI. SI POTREBBE ANDARE AVANTI PER PAGINE E PAGINE. RIPORTO SOLTANTO UN ESEMPIO DAL LIBRO PRECEDENTE: "BORA":

Pag. 202: "Estate 1997: Lussinpiccolo. Di fronte al Marina che parte nel pomeriggio, un gruppo di istriani di lingua italiana, meglio di dialetto istro-veneto, saluta secondo la tradizione paesana e contadina: sotto la nave, uno ha la fisarmonica e gli altri cantano, sventolando i fazzoletti. Di fronte c'è un bar, con qualche tavolino fuori. Alcuni uomini ordinano da bere, in croato. Una donna li ascolta e li serve. E non c'è falsa gentilezza negli uni, né femminile disponibilità all'essere servizievole nell'altra. Lì, come per strada, nei ristoranti o dappertutto, la sfida maschio-femmina è diretta, senza mediazioni: grandi seni, fianchi forti e gambe lunghe di bionde vere o false come questa che serve al bar al porto, vengono proposti senza ipocrisia, senza `dimmi prima che mi ami', anzi, lo sguardo che li accompagna è di provocazione, di sfida.

Noi: le nostre donne sono sempre state un po' Madame Butterfly rispetto ai nostri uomini. Eleganti, sempre ben pettinate e benissimo vestite (da noi si diceva, con un aggettivo improprio `ambiziose'), lavoratrici instancabili in casa e fuori, infermiere ossequienti dell'anima e del corpo dei loro uomini, amanti libere e generose ma sempre femminilmente timide: ah, il decoro della nostra brava gente...

Loro. `Lori': la fisicità gioca un ruolo dominante, in pace come in guerra. E per fisicità intendono la sessualità, la sensualità spoglia delle sovrastrutture culturali che vanno sotto il nome di seduzione. La forza, la muscolarità. Il petto, la pancia, le braccia più che gli occhi e la bocca". [NO COMMENT]

QUALCUNO A QUESTO PUNTO MI DOVREBBE SPIEGARE COS'HANNO A CHE FARE CON LA SINISTRA – NEI CUI AMBIENTI TROVANO CREDITO –, O CON LE ISTITUZIONI DELL'ITALIA DEMOCRTICA – IN CUI VENGONO PRESENTATI, SCUOLE, COMUNI, ECC. –, LIBRI CHE CONTENGONO COSE DI QUESTO GENERE, COSE CHE HANNO TUTTE LE CARATTERISTICHE DEL PENSIERO RAZZISTA SOPRA-DESCRITTE. SE NON CI SI RENDE CONTO DI QUESTO, VUOL DIRE CHE IL PROBLEMA IN ITALIA NON E' SOLO BERLUSCONI, CHE LA SITUAZIONE CULTURALE GENERALE E' ORMAI GRAVEMENTE DEGENERATA.
IO CHIEDO, PER FAVORE, CHE QUALCUNO MI RISPONDA, NEL MERITO, NON CON I SORRISINI O GLI IMPROPERI.

                            ALESSANDRA KERSEVAN

(P.S. Per favore non mi si dica, come mi è stato detto: 1) che l'autrice riporta cose che le hanno detto altri; 2) che non è un libro di storia e quindi non ci sarebbe la necessità di essere rigorosi…
Quando un autore riporta testimonianze anonime si prende personalmente la responsabilità di quanto scrive, e comunque dovrebbe nell'introduzione o nelle note prendere le distanze o commentare, se non è d'accordo. A.M. Mori invece è più che d'accordo. In una situazione di forsennata propaganda della destra su questi argomenti, o si scrivono cose documentate oppure non si scrive. In ogni caso il linguaggio razzista non ha mai alcuna giustificazione).




(english / italiano / francais)

Uranio impoverito: sit in domani a Roma

"...la commissione d'inchiesta del Senato sull'uranio impoverito ha
terminato il suo lavoro ed è pronta a far firmare la relazione finale.
Una relazione che, secondo anticipazioni, non offre risposte ma lascia
solo tanti dubbi..."


1. INIZIATIVE:

- 28/2/2006 SIT IN a Palazzo Chigi
- Poison DUst - a dvd on radioactive DU Weapons in Iraq -
http://www.leftbooks.com/
- Uranio: Il nemico invisibile. Un libro di Stefania Divertito (SCHEDA)

2. LINKS

3. ARTICOLI in italiano, raccolti negli ultimi 6 mesi:

- Rino Adragna, ancora un "milite ignorato" (G. Villani su Liberazione
del 21/08/2005)
- PM BARI, SI ARCHIVI INDAGINE (ANSA 5/10/2005)
- Un altro morto, 38 in totale (Il Manifesto del 6/10/2005)
- Italia/Uranio: Presidente Consiglio Sardegna, tema legato a servitù
audizione davanti alla Commissione Parlamentare d'inchiesta
(Contropiano 18/10/2005)
- Morire di Balcani (M. Bonacci su Aprile On Line, 1/11/2005)
- URANIO: IN BOSNIA COMMISSIONE D'INCHIESTA DEL SENATO (ANSA, 28/11/2005)
- Uranio impoverito, dieci anni dopo (Osservatorio Balcani, 6.12.2005)
- Italia: Quindici soldati italiani in Iraq si sono ammalati a causa
dell'uranio impoverito (Contropiano 24/2/2006)

4. ARTICLES in english:

- Serbia Cleans Up Depleted Uranium From 1999 NATO Bombing (December 2005)


=== 1 ===


From: mauro.cristaldi
Subject: [SP] Fwd: Uranio, sit in a Palazzo Chigi
Date: February 25, 2006 11:21:18 PM GMT+01:00
To: scienzaepace @ liste.comodino.org


Condivido e inoltro il comunicato della casa editrice che ha
pubblicato il libro della giornalista Stefania Divertito "Uranio, il
nemico invisibile".
Left, il vecchio Avvenimenti in edicola questa settimana pubblica un
articolo di S. Divertito "Uranio, la sindrome di Quirra".
Nel mensile Weekend&viaggi il servizio di Lisa Bonfatti: "Figlia della
serva. La Sardegna e le servitù: rischi ambientali e patologie legate
alla presenza di basi e poligoni nell'isola"
MC

***

Comunicato stampa

Martedì 28 febbraio ore 9,30

Sit in davanti a Palazzo Chigi

Sei mesi di lavoro, venti audizioni, altrettanti consulenti esterni:
la commissione d'inchiesta del Senato sull'uranio impoverito ha
terminato il suo lavoro ed è pronta a far firmare la relazione finale.
Una relazione che, secondo anticipazioni, non offre risposte ma lascia
solo tanti dubbi.
Si scrive che l'uranio impoverito non è il colpevole della morte di
almeno 44 soldati italiani. Che i 300 militari con neoplasie e
leucemie non si sono ammalati per l'uranio impoverito.
Riconosce una responsabilità nell'inquinamento bellico, ma solo nel
caso in cui i soldati avessero assistito direttamente ai bombardamenti.
Insomma: cosa ha causato la Sindrome dei Balcani?
La commissione d'inchiesta non trova risposte.

Martedì mattina, alle ore 9,30, davanti palazzo Chigi, le famiglie dei
militari ammalati o deceduti, le associazioni di tutela e la Infinito
edizioni invitano tutti coloro che hanno a cuore questa vicenda a
partecipare al sit in.

Obiettivo è chiedere che il testo finale che dovrebbe essere approvato
proprio martedì sia il più chiaro possibile.

---

http://www.leftbooks.com/

Challenge U.S. War with the Facts about DU:

Poison DUst - dvd

Radioactive DU Weapons in Iraq

The new Lightyear 2006 release includes details of a panel about
Vieques, Puerto Rico, and a DVD-ROM display of further DU reports.
You thought they came home safely from the war. They didn't.
Poison DUst tells the story of three young men from New York who could
not get answers for their mysterious ailments after their National
Guard unit's 2003 tour of duty in Iraq. A mother reveals her fears
about the extent of her child's birth defects and the growing
disablity of her young husband - a vet.
Filmmaker Sue Harris skillfully weaves, through interviews, their
journey from personal trauma, to 'positive' test results for uranium
poisoning, to learning what radioactive Depleted Uranium weapons are.
Their frustrations in dealing with the Veterans Administration's
silence becomes outrage as they realize that thousands of other GI's
have the same symptoms.
Veterans, anti-war organizers, environmentalists and health care
providers will find this wake-up call to today's GIs invaluable.
Today more than 1/3 of all 1991 Gulf War vets are on VA Disability
Benefits. Meanwhile U.S. use of radioactive DU weapons has increased
six-fold from 1991 to Gulf War II!
Scientists expose the Pentagon Cover-Up!
Music by Movement in Motion, Catherine Moon, the Fourth Wall Players,
Pam Parker & Jobari Namdar-Parker.
Directed and edited by Sue Harris and the Peoples Video Network.
Final edits by Mike Sudyn, Flying Dreams.

Purchase $50 worth of items and receive FREE SHIPPING!!! - *Free
Shipping by USPS Priority Mail in the U.S. only. Expedited shipping,
both domestic and international, available at a cost. Offer expires
February 15, 2006.

And yes, we're open 24 hours. So, what are you waiting for? Join the
on line activist community.

leftbooks.com - Books to change the world: That's the point!

---

Uranio: Il nemico invisibile

di Stefania Divertito - Prefazione di Marco Paolini e Andrea Purgatori
–Edizioni Infinito

Il libro-inchiesta sull'uranio impoverito e sulla sua tossicità negli
scenari di guerra e di "pace"


Più di 200 soldati malati, trenta morti, tre commissioni scientifiche,
una commissione d'inchiesta al Senato.

L'uranio 238 è un metallo residuale di reazioni nucleari impiegato, a
partire dal 1991, in molti teatri di guerra (compresi Afghanistan e
Iraq). Di grande efficacia bellica, è debolmente radioattivo e
chimicamente tossico. Sotto il nome di "Sindrome dei Balcani" rientra
tutta la problematica sull'uranio impoverito, in riferimento ai
soldati che hanno partecipato alle operazioni di pace in Bosnia e in
Kosovo.

Sardegna, settembre 1999: una madre esige la verità sulla morte del
figlio, Salvatore Vacca, ucciso dalla leucemia durante il servizio in
Bosnia. Alla sua richiesta subito si unisce un'altra madre. Anche suo
figlio, Giuseppe Pintus, è stato ucciso dalla leucemia dopo la leva a
Capo Teulada. La stampa raccoglie il grido di dolore, il comitato
sardo Gettiamo le Basi ostacola la rimozione delle "strane" morti,
incalza istituzioni e politici, promuove manifestazioni di piazza e
convegni per denunciare l'uso di uranio impoverito nei massacri
"umanitari" dei Balcani e nelle normali esercitazioni nei poligoni che
la Sardegna è condannata ad ospitare.

Dicembre 2000: la drammatica testimonianza di Valery riesce a rompere
il muro di gomma del silenzio sull'uso del "metallo del disonore"; la
richiesta di verità partita dalla Sardegna trascina i media a
diffusione nazionale e internazionale, la classe politica è costretta
a uscire allo scoperto.

Gennaio 2001: i sospetti sulla contaminazione provocata dal poligono
di Capo Teulada si allargano a tutte le zone martoriate dalle
devastanti attività dei poligoni. Emergono i primi dati della
"sindrome di Quirra".

La lotta decisa di Marco Diana per contrastare il tumore che lo
uccide, la lotta delle madri e dei padri per la verità sulla leucemia
che ha ucciso i loro figli, l'attenzione e la sensibilità di un pugno
di giornalisti, la pressione popolare dal basso continua e sempre più
incalzante acuisce e mantiene alta l'attenzione della Sardegna sulla
"sindrome dei Balcani" e sul criminale uso della terra e del mare di
Sardegna da parte delle forze armate di Italia, Nato e Usa.

Il libro traccia le storie di Salvatore, Fabio e Valery, di Luca,
Andrea e altri ragazzi del meridione d'Italia inviati nell'inferno
contaminato dei Balcani, racconta delle vite spezzate a Quirra a causa
dello stesso male.

Come nella costruzione di un puzzle, incastrando i tasselli emergono i
fatti. E le bugie: i nostri soldati sono stati mandati nei Balcani
senza le necessarie precauzioni; i responsabilisapevano dell'utilizzo
dell'uranio, e soprattutto non hanno informato i soldati dei pericoli
connessi all'uso di questo materiale.Queste sono le verità che
emergono da questo libro-inchiesta, che ha portato l'autrice fin
dentro le stanze del potere, fondato sudocumenti ufficiali, leggi
dello Stato italiano, direttive ministeriali, informative della Nato,
testimonianze drammatiche.

Da alcuni mesi al Senato è stata costituita una commissione
d'inchiesta sull'uranio impoverito. I politici sapranno accertare la
verità o tutto rimarrà ancora coperto in modo da proteggere le imprese
che producono armi e raccolgono immensi profitti sulla salute, e sulla
vita, dei civili e dei militari?

Da alcuni mesi la Regione Sardegna ha istituito una commissione di
studio sulla "Sindrome di Quirra-Escalaplano". Come procedono e a che
punto sono i lavori?


L'Autrice

Stefania Divertito, nata a Napoli nel 1975, è giornalista e saggista
vincitrice del Premio Cronista 2004 Piero Passetti, assegnato
dall'Unione cronisti italiani, per la sua inchiesta sull'uranio
impoverito pubblicata sul quotidiano Metro, durata cinque anni. Ha
pubblicato Il Fantasma in Europa, Il segno dei Gabrielli, (2004),
reportage sulla Bosnia Herzegovina.


"Se è l'uranio ad ucciderci, voglio sapere chi ci ha mandati allo
sbaraglio. Se l'uranio è pericoloso, voglio sapere perché in Bosnia
non avevamo strumenti di prevenzione. Se l'uranio è pericoloso, voglio
sapere perché l'Italia non lo sapeva."

Valery Melis ("Uranio il nemico invisibile")


=== 2 ===


Mape i ostalo oko uranijuma korišćenog od strane NATO-a u Bosni 95 i
Jugoslaviji 99
Mappe ed altri documenti sull'uranio impoverito

http://www.google.be/search?hl=en&ie=ISO-8859-2&q=Depleted+Uranium&btnG=Google+Search&meta=


### FRANCAIS ###

Bosnie : bombardements à l'uranium appauvri, des séquelles à long terme

Il y a dix ans, les avions de l'OTAN bombardaient les positions serbes
autour de Sarajevo. Aujourd'hui, les conséquences s'en font toujours
sentir. L'uranium appauvri provoque une explosion des cas de cancers et de
la mortalité dans les zones touchées, ainsi que de graves mutations
génétiques. La Bosnie n'a pas encore fini de payer le prix de la guerre.

http://www.balkans.eu.org/article6136.html


### ITALIANO ###

http://www.scienzaepace.it/contributi%20scientifici/su%20DU%20.html

articoli scientifici prodotti dal comitato Scienziate/i contro la
guerra sull'Uranio Impoverito:

1. "Consulenza tecnica di parte per il Tribunale italiano contro
i crimini della Nato in Jugoslavia", del Gruppo di lavoro per lo
studio dell'Uranio Impoverito, promosso dal comitato "Scienziate e
scienziati contro la guerra". Disponibile in formato PDF, nella
versione del 31/7/01.
2. "Commento e sintesi della consulenza tecnica di parte..." (di
cui al punto precedente), di Mauro Cristaldi. Disponibile in formato
HTML, nella versione del 31/7/01.
3. "Stima dei danni radiologici da Uranio Impoverito alla
popolazione nei Balcani", di Massimo Zucchetti. Disponibile in formato
PDF, nella revisione 1 del 9/4/2001.
4. "Caratterizzazione dell'Uranio Impoverito e pericolosità per
Inalazione" di M. Zucchetti. Questo è disponibile in formato HTML ed
in formato PDF, nell'ultima revisione del 29/1/01.
5. "Alcune tesi e fatti sull'uranio impoverito (DU), sul suo uso
nei Balcani, sulle conseguenze sulla salute di militari e popolazione"
di M. Cristaldi, A. Di Fazio, C. Pona, A. Tarozzi e M. Zucchetti.
Questo è disponibile in formato HTML ed in formato PDF, nell'ultima
revisione del 15/1/01.
6. "Rischi legati all'impiego bellico dell'uranio impoverito " di
Carlo Pona. Disponibile in formato PDF con figure 1, 2 e 3 in formato
JPEG (ricevuto il 22/6/2000).
7. "Esposizione della popolazione da uso militare di uranio
impoverito" di Cristina Giannardi e Daniele Dominici. Disponibile in
formato PDF ed errata corrige in formato PDF .

Gli articoli [4] e [5] sono contenuti nella rivista "Giano", 36
(sett-dic 2000) pp. 33-44 e 11-31.

Gli articoli [6] e [7] sono contenuti nel volume "Contro le nuove
guerre" (Odradek, 2000).

http://www.scienzaepace.it/contributi%20scientifici/su%20DU%20.html

---

L'uranio impoverito e le sue conseguenze

19.08.2005 Le conseguenze dei bombardamenti della NATO con proiettili
all'uranio impoverito si faranno sentire per parecchi anni. Lo
affermano gli esperti di un centro clinico specializzato, nel sud
della Serbia, che da qualche anno cerca di svolgere esami sulla
popolazione locale. Ma i soldi per continuare nella loro attività
scarseggiano

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/4611/1/51/


40. Il numero dei morti ufficiali: la chiamano sindrone dei Balcani. E
le stelle[tte] continuano a stare a guardare...

"..fate giustizia, fate che non si ammalino più, fate che non muoiano
più. Lo Stato ci ha abbandonato. Ci ha ingannato...Ci ha fatto credere
che fossimo al servizio dell'umanità, io ho sempre agito per questo,
ignaro che per l'Esercito invece ero solo carne da macello..."Sono
state le ultime parole del soldato Luca, prima di morire...
Nadia Redoglia 9 novembre 2005
" Ero con il soldato Luca Sepe quando è morto, il 13 luglio 2004.
[ventisettesima vittima dell'uranio impoverito]
Il calvario di Luca è durato quattro anni. La sua colpa: essere stato
in missione in Kossovo.Dopo di lui ne sono andati via altri tre.
Ufficialmente risultano ammalati circa 300 soldati. Ne stanno già
arrivando dall'Iraq. Ma sono dati sicuramente fasulli perché la realtà
ne conta molti di più. Sono i soldati o i loro cari che non denunciano
la malattia, forse sperando che lo Stato li aiuti "sistemando" poi le
loro famiglie in qualche modo, o forse solo per la paura di
appartenere a un mondo troppo piccolo di fronte al potere
dell'Esercito, o forse per ignoranza, o forse perché si sentono troppo
soli....[Le ultime parole di Luca Sepe] sono state lucide e
perentorie: "...

http://italy.peacelink.org/disarmo/articles/art_13448.html


### ENGLISH ###


Depleted Uranium

In January 2001, news media in many parts of the world carried reports
that postulated links between NATO's use of Depleted Uranium
ammunition in Kosovo and Bosnia with allegedly higher incidences of
leukemia, other cancers, and other negative health effects said to be
occuring among NATO troops who had served in those areas and among
local civilian populations...

http://www.nato.int/du/home.htm


Photos of Babies Deformed at Birth as a Result of Depleted Uranium
(DU) 2003

photos: Dr. Jenan Hassan - WARNING: Extremely Graphic Images!

http://www.mindfully.org/Nucs/2003/DU-Baby2003.htm


Nothing depleted about 'depleted uranium'
(Abel Bult-Ito)

http://www.news-miner.com/Stories/0,1413,113~7252~3210205,00.html
http://www.uruknet.info/?p=19825 (BEWARE: VERY DISTURBING PHOTOS)


DU - The Ticking Nuke In Bush's White House War Room
(Dave Lindorff, www.rense.com)

Quietly, and under the radar for now, a movement is growing across the
country that could blow up White House war planning and finish off the
U.S. adventure in Iraq. That movement is state-by-state legislation to
provide for testing of returning National Guard troops for signs of
contamination by depleted uranium...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=14715&s2=17


Former Head Of Pentagon's Depleted Uranium Project Says Thousands Of
Troops Are Sick And Dying From Illegal DU Use And Military's Failure
To Admit Responsibility
(Greg Szymanski)

Army Major Doug Rokke has been shot at, run off the road, threatened,
harassed, black- balled, intimidated, called a liar and treated like a
"hated enemy" not by opposition forces in Iraq, but by `secret ops' in
the U.S. government, obviously acting on orders from top military
brass. And in May 2000 he was subjected to the biggest scare of his
life when bullets rang through his son's bedroom window while living
in Jacksonville, Alabama, in what he calls "another near miss" by
government hit men bound and determined to remove his presence from
the planet. Maj. Rokke, living in Rantoul, Illinois, and still active
in the Army Reserves, has been a government target ever since going
public in a May 1997 article in the Nation Magazine, criticizing the
military for failing to clean-up depleted uranium used in Iraq during
the first Gulf War...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=14865&s2=21


An Arab-American Priest, Depleted Uranium, and Iraq
(Robert Hirschfield, Washington Report on Middle East Affairs)

TRAVELING around southern Iraq in the late 1990s to investigate the
effects of U.N. economic sanctions on ordinary Iraqis, Jesuit Father
Simon Harak stopped at a hospital in Basra. Meeting with him and his
colleagues from the anti-sanction group Voices in the Wilderness, Dr.
Jenan Hassan briefed them about the medical horrors she and other
doctors were confronting as a result of the use of depleted uranium
(DU) weapons by the U.S. Army in southern Iraq during the 1991 Gulf
war. There was a fivefold increase in cancer, especially leukemia, she
said, and a five- to eightfold increase in children born with genetic
defects. Dr. Hassan showed the Voices group some of the newborns. "We
saw a baby with a head growing out of his head," recalled Harak. "We
saw babies with intestines growing outside their bodies."...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=18194&s2=27


The UNITED STATES of MONSTERS: DEPLETED URANIUM
(jouna, iraq-war.ru)

The UNITED NATIONS subcommission (August 2002) reports that the United
Stated use of DEPLETED URANIUM violates the following INTERNATIONAL LAWS:
The Universal Declaration of Human Rights. The Charter of the United
Nations. The Genocide Convention. The Convention Against Torture. The
four Geneva Conventions of 1949. The Conventional Weapons Convention
of 1980. The Hague Conventions of 1899 and 1907. (forbidding poisoned
weapons calculated to cause unnecessary suffering) All of these laws
are designed to spare civilians from unwarranted suffering in armed
conflicts...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=18218&s2=28


A Monumental War Crime ... DU
(Gerry Hiles, Iraqwar.ru)

...Considering the tons of depleted uranium used by the U.S., the Iraq
war can truly be called a nuclear war. Writing in Preventive
Psychiatry E-Newsletter No. 169, Arthur N. Bernklau, executive
director of Veterans for Constitutional Law in New York, stated, "The
real reason for Mr. Principi's departure was really never given,
however a special report published by eminent scientist Leuren Moret
naming depleted uranium as the definitive cause of the 'Gulf War
Syndrome' has fed a growing scandal about the continued use of uranium
munitions by the US Military."...

http://www.uruknet.com/?s1=1&p=18886&s2=21


Iraq: Depleted Uranium aka Baghdad Boils?!
(jouna, iraq-war.ru)

There's a possibility that the US Department of Defense (DoD) is
hiding the US casualties under a disguise of 'Baghdad Boils', a
disease plaguing the US troops in Iraq, claimed to be caused by the
sand fly bites, but possibly by depleted uranium (DU) radiation. To
explore this issue I've forwarded the following article to DU experts
in the world to have it checked and I'm now publishing it as a
preliminary announcement here in iraq-war.ru. I'll keep you updated on
this as soon as I hear of them (if confirmed you can't miss the fat
mainstream headlining)...

http://www.uruknet.com/?s1=1&p=18948&s2=24


Depleted Uranium comes home
(Eli, Left I on the News)

..."Bernklau continued, 'This malady (from uranium munitions), that
thousands of our military have suffered and died from, has finally
been identified as the cause of this sickness, eliminating the
guessing. The terrible truth is now being revealed.' "He added, 'Out
of the 580,400 soldiers who served in GW1 (the first Gulf War), of
them, 11,000 are now dead! By the year 2000, there were 325,000 on
Permanent Medical Disability. This astounding number of 'Disabled
Vets' means that a decade later, 56% of those soldiers who served have
some form of permanent medical problems!...

http://www.uruknet.com/?s1=1&p=18921&s2=23


Iraq: Send in Kevin! Britney Spears, the `Toxic' star of Depleted Uranium
(Jouna, iraq-war.ru)

Dear Britney Spears! I'm writing you now, since I some days ago I
noticed that an article <i>'Spears Pays Tribute To Troops' </i>
passed your annual Christmas message to Fans. You appealed to the
Americans, saying "Please remember to keep all our brave troops, who
are away from home, in your hearts and prayers too." Great message,
Brit. As it happens, I've just appealed to the US troops myself, too,
in an article <i>'Iraq: Depleted Uranium aka Baghdad Boils?!' </i>I
sincerely advice you, Britney, to click the link I just gave you to
check it out. As you will see, I explain there how the US Department
of Defence (DoD) is actually waging a nuclear war with depleted
uranium (DU) in Iraq. The use of the depleted uranium has wreaked
havoc not only among the Iraqi people, but among the US troops as
well. Depleted uranium is Toxic stuff, bit like your hottest hit at
the moment, Brit...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=19057&s2=29


United States Is Actively Engaged In War Crimes And Polluting With
Nuclear Materials
By Karl W B Schwarz - 12-12-5

http://rense.com/general69/eng.htm


The International Criminal Tribunal For Afghanistan
December 14, 2003 - CONCLUDING ARGUMENTS - Case NO. 2003-01 2003-02
Prosecutors vs. George W£ÆBush

... Asaf Durakovic, an expert on Nuclear Medicine and Radiology,
adviser of all American scientists, became in charge of the nuclear
medical clinic created by the US Veterans Administration after the
Gulf War, established the Uranium Medical Research Center (UMRC), an
independent organization with offices in the United States and Canada,
and for the past number of years, has continued to examine cases of
depleted uranium contamination of civilians and soldiers in the US, UK
and Canada...

http://afghan-tribunal.3005.net/english/concludingaguement.htm


Does One Good Deed Atone for all the Evils We Have Given Iraq?
(Earl J. Prignitz)

Isn't it amazing the way the press turns one good turn into such a
spectacular feature story? I would never complain about the concern
that Lt. Jeff Morgan had for Baby Noor. Not for one second, but what
about the thousands of the Iraqi children that have been left with
birth defects as a result of all the depleted uranium we have left for
the poor Iraqi's to live with from now on?
Depleted uranium, known as DU, is a highly dense metal that is the
byproduct of the process during which fissionable uranium used to
manufacture nuclear bombs and reactor fuel is separated from natural
uranium. DU remains radioactive for about 4.5 billion years...
WARNING: Extremely Graphic Images!

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=19481&s2=11


Nuclear War: Depleted Uranium
(Jack's "Straight-Speak")

...The use of, and continued use of depleted uranium weapons—bombs,
missiles and bullets—is nuclear war in no uncertain of terms. And
those within our government and Department of War know this, also in
no uncertain of terms. In 1964 this government and War Hawks knew what
Agent Orange usage in Vietnam would do to human beings—poison and kill
them—not to mention salting the earth. They also are well aware of
what they are doing with using Depleted Uranium Weapons. Lies,
deceptions and constant cover-up are the order of the day by the White
House, Congress, the Courts, the Veterans Administration, the
Department of War and the Pentagon on just how dangerous and harmful
depleted uranium is...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=19690&s2=17


Depleted Uranium - A Hidden Looming Worldwide Calamity
(Stephen Lendman, GlobalResearch.ca)

...The first DU weapon system was developed for the Navy in 1968, and
DU weapons were first given to Israel for use in the 1973 Yom Kippur
war under U.S. supervision. These weapons were later sold to 29
countries but never used until the 1991 Gulf War when the U.S. broke
an international taboo prohibiting them. Since then the U.S. has
fought wars in Yugoslavia, Afghanistan and again in Iraq. In all these
conflicts, thousands of tons of solid DU weapons have been used
causing far more devastation thus far from its radiation and chemical
toxins than from the targets destroyed and those killed in target
areas. Worst of all, the lingering and spreading affects from DU
contamination never end, resulting in all those exposed to it and
their loved ones with whom they have intimate contact and their
offspring the likelihood of having one or more of virtually any
illness, disease or disability imaginable often leading to early death
or at the least a lifetime of pain, suffering and great expense. In
Orwellian language, DU is the (deadly and unwelcome) gift that keeps
on giving - and killing...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=19770&s2=21


Radioactive Wounds of War
Tests on returning troops suggest serious health consequences of
depleted uranium use in Iraq
(Dave Lindorff)

...Matthew, 31, decided that since he'd spent much of his time in Iraq
lugging around DU-damaged equipment, he'd better get tested too. It
turned out he was the most contaminated of them all. Matthew
immediately urged his wife to get an ultrasound check of their unborn
baby. They discovered the fetus had a condition common to those with
radioactive exposure: atypical syndactyly. The right hand had only two
digits. So far Victoria Claudette, now 13 months old, shows no other
genetic disorders and is healthy, but Matthew feels guilty for causing
her deformity and angry at a government that never warned him about
DU's dangers...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=15068&s2=27


Radioactive Poisoning of Middle East
(RevolutionaryFlowerpotSociety)

The use of uranium-enriched munitions in the theater of war in the
Middle East and Afghanistan is one of the more sadistic sides of the
US imperialism, on par with the barbaric and terroristic nuclear
bombings of Hiroshima and Nagasaki. In this regard, our collective has
in the past been among those raising the alarms on this issue, in
particular in an Open Letter to Mr. Nader...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=15147&s2=29


Nothing depleted about 'depleted uranium'
(Abel Bult-Ito)

Iraqi and visiting doctors, and a number of news reports, have
reported that birth defects and cancers in Iraqi children have
increased five- to 10-fold since the 1991 Gulf War and continue to
increase sharply, to over 30-fold in some areas in southern Iraq.
Currently, more than 50 percent of Iraqi cancer patients are children
under the age of 5, up from 13 percent. Children are especially
vulnerable because they tend to play in areas that are heavily
polluted by depleted uranium. The Pentagon has been using
radiooactive weapons for at least a decade and a half with full
complicity of at least three White House administrations and
Republican and Democratic congressional legislators...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=19825&s2=22


Mushrooming depleted uranium (DU) scandal
Heads roll at Veterans Administration
(Bob Nichols, SF Bay View)

Preventive Psychiatry E-Newsletter charged Monday that the reason
Veterans Affairs Secretary Anthony Principi stepped down earlier this
month was the growing scandal surrounding the use of uranium munitions
in the Iraq War. Writing in Preventive Psychiatry E-Newsletter No.
169, Arthur N. Bernklau, executive director of Veterans for
Constitutional Law in New York, stated, "The real reason for Mr.
Principi's departure was really never given, however a special report
published by eminent scientist Leuren Moret naming depleted uranium as
the definitive cause of the 'Gulf War Syndrome' has fed a growing
scandal about the continued use of uranium munitions by the US
Military." Bernklau continued, "This malady (from uranium munitions),
that thousands of our military have suffered and died from, has
finally been identified as the cause of this sickness, eliminating the
guessing. The terrible truth is now being revealed."...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=19809&s2=22


Deplete Uranium Is the Biggest Untold Story of War
(David Edwin Marco II, Shining Light in Dark Corners.)

...The Defense Department is well aware of the toxic effects of DU. In
an official presentation by U.S. Army Reserve Col. J. Edgar Wakayama
at Fort Belvoir, Va. on Aug. 20, 2002, the dangers of exposure to DU
were clearly spelled out: * "Inhalation exposure has a major effect
on the lungs and thoracic lymph nodes," Wakayama read from a slide.
"The alpha particle taken inside the body in large doses is hazardous,
producing cell damage and cancer. Lung cancer is well documented," he
noted. * "Urine samples containing uranium are mutagenic [capable of
producing mutation]" and "the cultured human stem bone cell line with
DU also transformed the cells to become carcinogenic," Wakayama read.
* DU deposited in the bone causes DNA damage because of the effects
of the alpha particles, Wakayama stressed. One gram of DU emits 12,000
high-energy alpha particles per second...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=19848&s2=23


U.S. Veterans to March Against DU ('Depleted' Uranium)
(UN Observer)

Veterans from many wars and many parts of NY State, their familiies
and allies
will march in Albany on February 7th from the Legislative Office
Building to the
nearby Vietnam Memorial where they will speak in support of a bill
which will
benefit N Y National Guard soldiers returning today from Iraq and
Afghanistan.
The NY STATE DU TESTING AND HAZARDOUS CHEMICALS TASK FORCE BILL will take
responsibility for addressing the mysterious symptoms suffered by our NY
National Guard soldiers returning from war. These are often diagnosed as
"undisclosed illnesses."..

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=20407&s2=08


Soldiers Face Debilitating Diseases (NBC 30)

They served their time in the military in places like Saudi Arabia and
Kuwait, and more recently, Iraq and Afghanistan. Most returned in good
health. But an NBC 30 investigation has found that for some soldiers,
their service has meant a long and debilitating death sentence with
mysterious diseases. "I have good days, I have bad days," said M.
Sterry, of New Haven. "There were eight of us that served together.
Six of my friends are dead." She looks healthy, but Sterry is a very
sick woman who has no idea how much longer she will live (...) State
Sen. Gayle Slossberg said one of the sources of the diseases may be
depleted uranium...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=20429&s2=09


=== 3 ===


http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=5200

Rino Adragna, ancora un "milite ignorato"

di Graziarosa Villani

su Liberazione del 21/08/2005

Sindrome dei Balcani: muore a 24 anni. Un "padre coraggio" racconta.
L'appello di Falco Accame a Ciampi: «Basta disparità»

Suo figlio è morto a Trapani la mattina di Ferragosto, finito da un
tumore al cervello. Ed ora a ricordare la vicenda umana di un ragazzo
di 24 anni resta solo un "padre coraggio". Ma quella di Giuseppe
Adragna contro lo Stato è una battaglia difficile, deve abbattere il
"muro di gomma" delle negligenze degli apparati della Difesa
nazionale, deve scontrarsi con l'elefante burocrazia, deve smuovere
l'inerzia della Magistratura che finora non ha mai osato, nonostante i
giudici Guariniello e Capaldo abbiano voluto approfondire la
questione, portare alla sbarra il vero responsabile di una strage che
poteva essere evitata: il ministro della Difesa dell'epoca Mattarella.
Crispino Adragna, detto Rino, è un altro "milite ignorato" dallo
Stato, uno dei tanti, troppi, colpiti dalla "sindrome dei Balcani". Il
suo nome si aggiune alla triste lista dei militari esposti a
contaminazione da Uranio impoverito: Pilloni, Faedda, Serra, Melis,
Porru, Diana. Dietro ogni nome il dolore di una famiglia. E' il 1999
quando Rino, da militare di leva in Marina Militare, parte per
Taranto. Pochi giorni dopo, «nonostante non sapesse nuotare» dice il
padre, viene imbarcato sulla Perseo. «Ed è a bordo della Perseo -
racconta il padre - che partecipa a una missione nei Balcani, ma i
militari smentiscono la missione - aggiunge - e affermano che la nave
non si è spostata da Taranto». Al rientro Rino accusa forti malori.
«Al Marispedal di Taranto - dice il padre - gli diagnosticano una
gastrite». Viene poi trasferito in vari ospedali militari: Messina,
Augusta. E' il settembre del '99 quando Rino, ormai dimesso, viene
assegnato alla Mariradar di Pantelleria. «In quella base, sotto i
radar e i trasmettori - dice Giuseppe Adragna - succedevano cose
strane: l'acqua per la pasta bolliva prestissimo, il televisore a
spina staccata si accendeva. Rino - aggiunge - faceva turni anche di
35 ore». A novembre Rino viene nuovamente ricoverato e poi il 29 di
quel mese viene congedato senza visita medica finale. Nel 2000, ad
aprile, dopo una brutta botta alla gamba destra, Rino si sottopone ad
analisi. Spunta il drammatico sospetto di un linfoma non hodgkin. La
diagnosi viene confermata a luglio del 2000 dai medici degli ospedali
riuniti di Bergamo dove Rino si era trasferito. Poi le terapie.
Dapprima la chemioterapia, poi a Palermo il trapianto di cellule
staminali e quindi la radioterapia. A marzo del 2001 Rino viene
riconosciuto "persona con handicap con situazione di gravità al 100
per cento". Gli riconoscono una pensione di 240 euro al mese. Arriva
poi per la famiglia il momento delle proteste. «A giugno 2001 - dice
padre coraggio - io e mia moglie Vincenza Colomba - ci siamo
incatenati davanti al Comune di Trapani per avere un contributo
economico». La protesta ebbe successo: il contributo fu concesso. A
luglio del 2001 i coniugi Adragna sono a Roma sotto Montecitorio per
una manifestazione organizzata dall'Associazione Nazionale Italiana di
Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate. L'anno dopo, a
ottobre, sono ancora lì. «Ci siamo sentiti abbandonati dallo Stato»
dice Giuseppe Aragna. Nuova protesta, ancora sotto a Montecitorio, nel
2003. Ma nel frattempo le condizioni di Rino, che a gennaio, secondo
quanto racconta il padre, ad un posto di blocco ha subìto pestaggi da
parte della Polizia, peggiorano. A gennaio 2005 il linfoma non hodgkin
attacca anche il cervello. Poi la terribile fase terminale. Rino spira
alle 10.30 di Ferragosto scorso. «In questi anni dallo Stato - dice
Adragna - solo bugie. Il ministro ha detto che farmaci e ambulanze
sono gratis. Tutto falso».

A giugno 2005 il padre di Rino ancora una volta era a Roma, questa
volta per un convegno alla Camera dei deputati promosso dall'Unione
Nazionale Arma dei Carabinieri che in un Libro Bianco, presentato per
l'occasione, denuncia le morti da uranio impoverito.

La vertenza è ormai tristemente nota e documentata. L'apparato
militare italiano non fece adottare ai militari italiani le stesse
misure di protezione che invece seguivano gli alleati Usa. Semplici
accorgimenti, da legge 626 sulla sicurezza del lavoro: «usare
occhiali, guanti, maschere e tute impermeabili». Non vennero adottate
e la "sindrome dei Balcani"esplose. Sul fronte giuridico si è aperto
un caso di diseguaglianza non ancora risolto. Da decenni ormai della
questione si occupa Falco Accame, presidente Associazione Assistenza
Vittime Forze Armate, che denucia una disparità di trattamento.
Militari di serie A, quali i caduti di Nassirya garantiti da un fondo
apposito, e militari ignorati dallo Stato come Rino. «La soluzione
legislativa c'è - dice Accame - ed è il riconoscimento della "speciale
elargizione" introdotta dalla legge di cui sono stato primo
firmatario, la 308/1981 che prevede sia concessa una somma fissata
allora in 50 milioni di lire a tutti i militari i servizio, di leva e
di carriera, colpiti da evento dannoso». Pareri espressi, tra gli
altri anche dal dirigente de ministero della Difesa Gaetano Corsini,
sono a favore della concessione della speciale elargizione». Le parole
sono chiare: «La provvidenza - si legge nella nota firmata Corsini -
viene concessa ai superstiti sia del personale di leva che volontario
deceduto a seguito di un evento dannoso accaduto per causa di servizio
o durante il periodo di servizio». Ed ancora «l'evento dannoso non
deve necessariamente essere caratterizzato dalla natura violenta della
causa e pertanto anche una malattia insorta improvvisamente ad
evoluzione rapidissima che causi la morte del militare si identifica
con l'evento dannoso previsto dalla legge». Ma per i ricoscimenti lo
Stato traccheggia e si nasconde dietro il fatto che si tratti solo di
pareri. Accame però non si arrende. «Certo - commenta - la morte dei
militari che sono stati colpiti da contaminazione per mancanza di
norme di protezione adeguate non dà luogo ai funerali di Stato, ma non
possono esservi disparità così gravi tra militari di categoria A e di
categoria Z e le leggi devono essere applicate nello stesso modo per
tutti». Così dopo l'ennesima morte Accame si appella ancora al Capo
dello Stato perché finalmente «intervenga per correggere comportamenti
che sono assai nocivi anche dell'immagine delle Forze Armate stesse».

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ANSA (CRO) - 05/10/2005 - 16.45.00
URANIO: SINDROME BALCANI; PM BARI, SI ARCHIVI INDAGINE ZCZC0397/SXA
YBA15301 R CRO S0A S41 S04 SAM INT INT INT QBKP URANIO: SINDROME BALCANI;

PM BARI, SI ARCHIVI INDAGINE ASSOCIAZIONE SI OPPONE, GIUDICE CONVOCA
LE PARTI (ANSA) - BARI, 5 OTT - Ritenendo mancante il nesso di
causalita' tra l'utilizzazione dei proiettili all'uranio impoverito e
l'insorgenza di leucemie e tumori in militari che hanno operato in
Serbia e Kosovo durante la guerra nei Balcani, la Procura di Bari ha
chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sulle malattie (anche mortali)
insorte in una ventina di militari italiani. Alla richiesta di
archiviazione, firmata dal pm inquirente Ciro Angelillis, si e'
opposta un'associazione pugliese che ha chiesto al gip Chiara Civitano
di non archiviare il fascicolo: il giudice ha accolto la richiesta e
ha convocato per parti per l'udienza del 9 novembre prossimo. A quanto
si e' saputo, il pm Angelillis ha deciso di archiviare le indagini
anche a seguito dei risultati a cui e' giunta la commissione
presieduta dal professor Franco Mandelli (l'ematologo che ha
coordinato un gruppo di ricerca istituito dal ministro della Difesa)
che nel 2002 'assolse' i proiettili all'uranio impoverito. Sulla
vicenda, dopo la morte di alcuni altri militari italiani, alla fine
del 2004 e' stata istituita una commissione di senatori che ha il
compito di aggiornare lo studio Mandelli. L'inchiesta conoscitiva del
pm barese riguarda la presunta presenza di proiettili e bombe
all'uranio impoverito in terra di Bari e nel Basso Adriatico e le
eventuali conseguenze sull'ambiente. L'indagine fu avviata negli anni
scorsi dopo il deposito di un esposto firmato dal deputato dei Verdi
Vito Leccese, vicepresidente della commissione esteri alla Camera.
Leccese chiese ai magistrati penali e militari di Bari (anche questi
ultimi avviarono un'inchiesta conoscitiva) di compiere accertamenti
sul rilascio in mare, per motivi di sicurezza, di proiettili e bombe
all'uranio impoverito dagli aerei che tornavano, dopo le missioni di
guerra nei Balcani, nelle basi militari pugliesi. Aveva chiesto,
inoltre, di verificare se nei due aeroporti militari di Gioia del
Colle (Bari) e Amendola (Foggia) fossero stati custoditi proiettili
all' uranio impoverito. Nel corso delle indagini la magistratura
avrebbe stabilito che effettivamente proiettili all'uranio impoverito
sono stati caricati sui 22 aerei A-10 americani, decollati dalla base
di Gioia del Colle, durante il conflitto in Kosovo. (ANSA). BU
05-OTT-05 16:45 NNN

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da Il Manifesto del 6/10/2005

URANIO - Un altro morto, 38 in totale

Con Alberto Di Raimondo, 26 anni, di Lecce, salgono a 38 i morti
ufficiali per uranio impoverito. Lo denuncia l'Osservatorio militare,
secondo cui si cercano conferme «anche per un altro ragazzo morto la
scorsa estate, sempre in Puglia, ancora per linfoma di Hodgkin. I suoi
familiari non denunciarono la morte per timore di ritorsioni contro
l'altro figlio ancora in servizio». Di Raimondo era stato più volte in
missione in Kosovo. «La sindrome dei Balcani continua a uccidere,
mentre i comandi militari mostrano indifferenza, quando non boicottano
apertamente l'attività della Commissione d'inchiesta sull'uranio
impoverito istituita presso il Senato», è il commento del senatore del
Prc Gigi Malabarba.

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Italia/Uranio: Presidente Consiglio Sardegna, tema legato a servitù
audizione davanti alla Commissione Parlamentare d'inchiesta

CAGLIARI - ''Il possibile uso di proiettili all'uranio impoverito e'
una materia complessa che preoccupa molto la nostra regione. Questo
tema, pero', e' strettamente correlato a quello sulle servitu'
militari, perche' l'eventuale utilizzo di questo tipo di munizioni da
parte dell'esercito italiano, o di forze militari straniere, avviene
in porzioni di territorio che sono sottratte alla sovranita' dei
sardi''. Lo ha affermato il Presidente del Consiglio regionale della
Sardegna, Giacomo Spissu, incontrando la delegazione della Commissione
parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito.
'' La soluzione del primo problema - ha continuato Spissu, parlando
con i commissari - non puo' prescindere dal secondo, perche' e' in
quelle zone che si svolgono le esercitazioni militari. Il Consiglio
regionale della Sardegna si e' espresso in maniera inequivocabile: un
peso eccessivo delle servitu' non e' piu' tollerabile, cosi' come non
si puo' accettare che l'80% dei proiettili e delle bombe utilizzate in
Italia vengano sparate ed esplose nell'isola''.
Oltre a Spissu ha partecipato all'audizione davanti alla commissione
di inchiesta presieduta dal senatore Paolo Franco, giunto in Sardegna
con i colleghi Luigi Malabarba (Rc), Giovanni Lorenzo Forcieri (Ds) e
Gianfranco Pagliarulo (Misto), anche l'Ufficio di Presidenza della
Commissione consiliare competente in materia di Sanita'.
Il Presidente del Consiglio regionale ha ricordato come da parte
dell'Assemblea legislativa sarda ci sia la massima attenzione ''su una
materia sulla quale allo stato attuale non ci sono certezze vista la
contraddittorieta' dei dati e delle opinioni in campo''. A tale scopo,
ha sottolineato ancora Spissu, la Commissione competente in materia di
Sanita' ha deciso gia' da qualche tempo di svolgere un'indagine
conoscitiva sull'uso di proiettili all'uranio impoverito in Sardegna e
sull' insorgenza di patologie tumorali nelle popolazioni che vivono
nelle aree circostanti ai poligoni militari, in particolare nella zona
di Quirra, le cui cause, ha sostenuto il Presidente dell'Assemblea,
sono ancora oggi oscure.
''La Commissione Sanita' - ha ricordato il Presidente Spissu - si e'
attivata sia svolgendo una serie di audizioni sia effettuando
sopralluoghi nelle aree dove si teme sia stato utilizzato l'uranio
impoverito. Ma in tutti questi casi c'e' l'obiettiva difficolta' nel
reperire informazioni. I dati in nostro possesso ci inducono,
comunque, a non avere alcuna rassicurazione. Dico di piu': allo stato
attuale delle cose sono molto preoccupato''.
Il Presidente Spissu, a supporto delle sue affermazioni, ha citato le
dichiarazioni ''divergenti'' del ministro della Difesa Antonio Martino
e del presidente dell'associazione dei familiari delle vittime Falco
Accame, entrambe rilasciate nel corso delle rispettive audizioni
presso la Commissione parlamentare d'inchiesta. ''Da una parte - ha
affermato il Presidente del Consiglio regionale - c'e' il ministro che
ha escluso in materia categorica la presenza di uranio impoverito in
Sardegna, cosi' come l'uso di proiettili e lo stoccaggio di
munizionamenti contenenti questa sostanza nei poligoni e nelle aree
teatro di esercitazioni militari, dall'altra quella di Falco Accame,
che fa riferimento a documenti, anche riservati, in possesso della
Commissione, che mette in dubbio la veridicita' della versione offerta
dai rappresentanti del Governo italiano. Lo stesso dicasi per gli
amministratori locali, divisi tra chi si affida ai dati
tranquillizzanti forniti dalla Asl e dal ministero della Difesa e
quelli che invece chiedono analisi e indagini epidemiologiche piu'
accurate sul territorio''.
Spissu ha chiuso l'audizione sostenendo la necessita' di svolgere
nell'isola un monitoraggio che chiarisca una volta per tutte se ci
sono aree inquinate oppure no. ''Un'azione che veda l'azione congiunta
e partecipe dei vertici militari, del Governo italiano, del Ministero
della Difesa, del Parlamento e di tutte le istituzioni locali, a
partire - ha concluso il presidente - dal Consiglio regionale della
Sardegna''.

FONTE: http://www.contropiano.org/doc_europa&russia.asp
18.10.05 - Italia/Uranio: Presidente Consiglio Sardegna, tema legato a
servitù audizione davanti alla Commissione Parlamentare d'inchiesta

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1/11/2005

Morire di Balcani

24 anni, caporale: è l'ultima vittima dell'uranio usato nelle guerre
in Bosnia e Kosovo. Ma sono 40 i giovani italiani morti della stessa
malattia. E 300 gli ammalati

di Marzia Bonacci

fonte Aprile On Line - www.aprileonline.info

La diagnosi clinica è quella di "morbo di Hodgkin", ma la definizione
politica è "sindrome dei Balcani". Per la famiglia, invece, è l'amara
esperienza di una morte difficile da elaborare. Fabio Senatore, appena
ventiquattrenne, è morto lunedì all'ospedale di Pavia, dove si era
recato nella speranza che un altro trapianto ostacolasse la malattia
neoplastica che lo aveva colpito al sistema linfatico nel 2004.
Originario di Napoli, il giovane caporale era stato inviato per ben
tre volte in missione di pace in Bosnia e in Kosovo, l'ultima delle
quali proprio un anno fa. Del suo stesso reparto erano Luca Sepe e
Antonino Milano, anche loro napoletani in missione nei Balcani, anche
loro deceduti per lo stesso tumore al sistema linfatico nel 2002 e nel
2004. C'è dunque un filo neppure sottile che unisce le morti di
questi giovani soldati italiani e che ha il suo luogo di approdo nelle
zone di ex conflitto in cui le forze internazionali, fra cui anche
quella italiana, hanno operato. Il Kuwait (la prima Guerra del Golfo
del 1991), la Somalia (missione di pace Restore Hope nel 1993), la
Bosnia e il Kosovo (1999) sono i teatri di guerra e di peacekeeping
dove sono stati usati proiettili all'uranio impoverito. In Italia
sarebbero almeno 300 i militari ammalatisi in seguito all'esposizione
a questo materiale cancerogeno, e ben 40 quelli morti.

Il Depleted uranium (isotopo 235), presente nelle munizioni, in
seguito all'impatto con il bersaglio, è capace di provocare una
combustione a temperature elevatissime, dai 3.000 ai 5.000 gradi
centigradi, che produce un pulviscolo di nanogoccioline, le quali
permangono nell'aria con un elevato rischio per l'ambiente e
soprattutto per l'uomo. L'inalazione diretta o l'assorbimento
attraverso alimenti coltivati in zone contagiate dall'uranio può
essere considerato con alta probabilità causa di neoplasie maligne
(leucemie, linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin, tumori alla tiroide),
oltre che di aborti o malformazioni. Soltanto nell'agosto del 1994 la
Nato dichiara di aver utilizzato il Depleted uranium, che veniva
scaricato soprattutto sotto forma di proiettili dagli aerei A-10 con
l'intento di annullare qualsiasi possibilità di salvezza del nemico.
E' per questo che l'uranio impoverito viene bandito dall'Onu nel 1996,
anche se solo formalmente vista la sua persistente utilizzazione nelle
guerre in Iraq e Afghanistan.

Sono tre le commissioni scientifiche incaricate di indagare sul legame
fra neoplasie e uso militare dell'uranio impoverito, mentre è in corso
una commissione d'inchiesta in Senato. E' il dicembre del 2000 quando
scoppia il "caso Balcani". Alcuni soldati di rientro dalla missione
nella ex Jugoslavia si ammalano di leucemia. Il 4 gennaio 2001 il
ministro della Difesa del governo Amato, Sergio Mattarella, istituisce
una Commissione presieduta dal professor Franco Mandelli, con il
compito di accertare tutti gli aspetti medico-scientifici relativi ai
casi tumorali emersi nel personale militare impiegato in Bosnia e
Kosovo. I risultati della ricerca però escludono l'esistenza di un
nesso evidente fra uranio e tumori. Le conclusioni del team
dell'illustre ematologo diventano subito oggetto di polemica non solo
da parte delle famiglie coinvolte nella vicenda, ma anche di Falco
Accame, presidente dell'Associazione nazionale assistenza vittime
arruolate nelle forze armate (Anavafaf), il quale imputa alle
relazioni della Commissione una certa incompletezza e contraddittorietà.
Ad oggi i risultati della Commissione presieduta da Mandelli rimangono
comunque il riferimento ufficiale della politica per quel che riguarda
il caso in questione. Eppure sono in molti a dubitare della loro
attendibilità e a continuare la battaglia per la verità sul ruolo
giocato dall'isotopo 235 nella generazione di malattie. Per esempio,
il maresciallo Domenico Leggiero, referente dell'Osservatorio militare
per la tutela del personale civile e militare, da anni denuncia il
silenzio sui decessi e le malattie dei soldati italiani e dei loro
figli. Mentre lo stesso Accame ha richiesto l'apertura di una
inchiesta anche sui civili: molti sarebbero i volontari delle Ong che,
avendo operato in realtà coinvolte nel bombardamento radioattivo,
potrebbero essere esposti all'insorgenza di forme cancerogene.
Proprio alla luce di questa emergenza il governo italiano nel 2001
assume un impegno ufficiale relativo alla bonifica e al monitoraggio
dei territori balcanici bombardati dalla Nato: il 21 marzo il
Parlamento approva la legge 84/2001 che istituisce all'articolo 8 un
fondo (6,6 miliardi di vecchie lire) per il monitoraggio ambientale,
affidandolo al ministero dell'Ambiente e degli Esteri. In più nel
maggio del 2002 viene approvato un accordo fra governo e regioni per
tentare uno screening delle vittime militari e civili dell'uranio
impoverito. I risultati conseguiti dal primo provvedimento sono però
ancora sconosciuti, mentre per quel che riguarda il progetto di
screening sanitario si può solo ricordare l'interpellanza che nel 2004
ha presentato il deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli, il quale ha
chiesto ai ministri della Salute (allora Girolamo Sirchia) e della
Difesa (Antonio Martino): "Come mai è ancora in alto mare il
monitoraggio sanitario del personale civile e militare che ha
partecipato alla missione balcanica?".

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URANIO: IN BOSNIA COMMISSIONE D'INCHIESTA DEL SENATO

(ANSA) - SARAJEVO, 28 NOV - Una delegazione della Commissione
d'inchiesta sulle patologie che hanno colpito i soldati italiani
impegnati all'estero e' arrivata ieri sera a Sarajevo per visitare il
contingente militare italiano della Forza di pace europea (Eufor) e
incontrare autorita' e rappresentanti della sanita' locale.
Guidati dal presidente della Commissione, sen. Paolo Franco (Lp), i
senatori Aventino Frau (aut.), Luigi Malabarba (Rc) e Tana De Zulueta
(Verdi), accompagnati dai consulenti della Commissione, questa mattina
hanno incontrato i militari italiani nella base 'Tito Barracks' di
Sarajevo, ''per verificare anche sul posto - ha detto Franco - le
condizioni della protezione e il modo d'impiego dei nostri soldati''.
Nel corso del briefing, il comandante, col. Francesco Diella e gli
ufficiali dello staff hanno illustrato alla delegazione i compiti, la
struttura e le attivita' del contingente, con particolare riferimento
a quelle svolte dal plotone per la difesa Nbc (nucleare, biologico,
chimico), come il controllo dei siti del contingente, delle aree di
impiego dei soldati italiani e dei materiali, residuati di guerra,
che, in possesso della popolazione, vengono consegnati all'Eufor
nell'ambito delle operazioni Harvest (Raccolto).
La delegazione ha anche visitato una delle localita' bombardate dalla
Nato anche con proiettili all'uranio impoverito nella tarda estate del
1995, nei pressi di Pale, 16 chilometri a est di
Sarajevo.''Probabilmente non e' l'uranio impoverito la causa diretta
delle neoplasie - ha detto ancora il presidente della commissione - lo
studio, per esempio, sulle nanoparticelle della dottoressa Antonietta
Gatti fanno pensare ad altre cause''. Per la scadenza del febbraio
prossimo, ha aggiunto, la Commissione spera di poter approvare ''un
documento con tutti i limiti di soli otto mesi di lavoro, e che
qualcun altro potra' proseguire''. Nel pomeriggio la delegazione ha
avuto un incontro con la Commissione d'inchiesta sulle radiazioni del
parlamento bosniaco per uno scambio di esperienze e anche per chiedere
''documentazione sulle conseguenze (dei bombardamenti), se ce ne sono,
sulla popolazione in Bosnia'', ha detto la senatrice De Zulueta
aggiungendo che l'impegno dei soldati italiani nel paese balcanico
''sono dieci anni di storia''. ''Volevamo conoscere le loro attivita'
- ha aggiunto - ma anche gli accorgimenti intrapresi man mano che
cresceva la consapevolezza dei rischi''.
La delegazione domani mattina si rechera' in Kosovo. (ANSA) COR
28/11/2005 18:41

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http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5016/1/51/

Uranio impoverito, dieci anni dopo

06.12.2005 - Dieci anni dopo i bombardamenti della NATO, la Bosnia
Erzegovina inizia a fare i conti con le conseguenze delle radiazioni
dei proiettili all'uranio impoverito. Un articolo di Emir Suljagic per
il sarajevese DANI. Nostra traduzione

Di Emir Suljagic, DANI, 2 dicembre 2005 (tit. orig. Smrt na duge staze)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak


A dieci anni dalla fine della guerra sono stati finalmente confermati
i peggiori presentimenti e le peggiori paure relative all'uso
dell'uranio impoverito in BiH. Il rapporto della commissione
parlamentare - la Commissione d'indagine per determinare il grado di
radiazione dell'uranio impoverito e le conseguenze sulla salute dei
cittadini della BiH - non lascia dubbi su due cose: primo, che la
NATO durante le operazioni nell'autunno del 1994 e nel 1995 impiegava
munizioni con uranio impoverito; e secondo, che le conseguenze sulla
salute dei cittadini che si sono trovati vicino agli obbiettivi non
sono per niente trascurabili. Anzi, fino ad ora un numero
indeterminato di cittadini della BiH è morto per le conseguenze delle
radiazioni, mentre le conseguenze per l'ambiente naturale saranno
permanenti, almeno là dove sono state effettuate le azioni militari.

Il rapporto, che Dani ha ricevuto in visione, è il risultato di
un'indagine durata più mesi condotta da una commissione parlamentare
composta da nove membri ed è il primo tentativo da parte del governo
attuale di determinare almeno le conseguenze delle operazioni che la
NATO aveva condotto in questo paese. Il rapporto si basa su una
documentazione molto voluminosa, comprese anche la ricerche
sull'aumento del tasso e sulla struttura della mortalità fra i
cittadini delle zone colpite. Il silenzio, con il quale il governo
della BiH fino ad ad ora ha seguito le ricerche sull'uranio
impoverito, aveva un ovvio motivo: lo scopo dichiarato dello Stato di
diventare prima membro della Partnership per la pace e poi membro
della stessa NATO.

Durante l'operazione "Deliberate Force", gli aerei della NATO
colpirono 21 obiettivi militare, a quel tempo sotto il controllo del
VRS (Esercito della Republika srpska, ndt). Nonostante il fatto che la
NATO abbia riconosciuto l'uso di munizioni all'uranio impoverito e
abbia reso note le coordinate di 16 obbiettivi, preoccupa il fatto che
la Commissione di inchiesta del Parlamento della BiH non possa avere
accesso ai dati relativi ai cinque obiettivi rimanenti; queste cinque
locazioni, si dice nel rapporto, si trovano nelle vicinanze di
Sarajevo. Considerando il fatto che la maggior parte degli obbiettivi
erano armi d'artiglieria che allora si trovavano all'interno della
zona di esclusione, dunque, ben fortificata, il calibro più usato
durante l'operazione era di 30 millimetri. I proiettili venivano
sparati da aerei del tipo A-10, nel gergo militare americano noti
anche come tank-busters. Durante l'operazione, sul territorio della
BiH sono stati sparati 6.380 proiettili prevalentemente di calibro 30
mm! A ben guardare, il numero dei proiettili sparati è maggiore, si
afferma nella conclusione della Commissione, e probabilmente si tratta
anche di calibri più grandi, perché l'uranio impoverito viene usato
anche nella produzione dei proiettili per i canoni da 120 millimetri.
Con ciò, solo alcune centinaia di proiettili sono stati trovati e
rimossi; il resto è impossibile da localizzare.

Uno dei documenti cui fa riferimento questo rapporto e anche la
ricerca dell'UNEP (United Nations Environment Program), pubblicata due
anni fa; questa ricerca ha confermato l'innalzamento del livello di
radiazione a Hadzici, nel magazzino per le munizioni, nell'ex istituto
di riparazione, nella caserma e nel magazzino delle munizioni per
l'artiglieria a Han-Pijesak. A Hadzici i membri del contingente
tedesco della SFOR hanno trovato una "cassa di munizioni all'uranio
impoverito usate, in cui c'erano schegge di proiettili/perforanti,
frammenti, granelli e simili avanzi di munizioni usate", si dice nel
rapporto. Il vero problema è che non si sa per niente quanto a lungo
siano rimaste là le munizioni, e che fine abbiano fatto, benché la
NATO abbia fornito un comunicato in cui si dice che le munizioni nella
primavera del 2001 sono state spostate negli USA. Per questo non sono
state trovate le prove.

Durante le indagini nelle dodici locazioni rimaste o non è stato
registrato un innalzamento del livello delle radiazioni o non è stato
possibile condurre un'indagine completa, a causa delle mine rimaste
sepolte durante la guerra. Una di queste locazioni è il monte Rosca,
dove gli aerei della NATO nell'autunno del 1994 distrussero il canone
semovente del VRS: il terreno era minato e non si poteva passare. A
Pjelugovici, dove venivano impiegate munizioni con uranio impoverito,
non è stato rilevato un aumento del livello di radiazioni, ma la
Commissione crede che esista la possibilità di una "penetrazione
dell'uranio impoverito nelle profondità del terreno". Nelle locazioni
rimaste, Pale, Vogosca, Ustikolina, Foca, Kalinovik, Glamoc e sulla
Bjelasnica è certo che non ci siano radiazioni, ma in alcuni di questi
luoghi "è stata evidenziata un'alta concentrazione di metalli pesanti".

Questa però non è l'unica mancanza della ricerca dell'UNEP, che solo
in modo superficiale si occupa delle conseguenze dell'uso dell'uranio
impoverito e constata che il numero dei malati di cancro non è in
crescita. Invece, le ricerche degli esperti locali, focalizzate sugli
abitanti delle regioni colpite, indicano un elevato tasso di malati di
cancro e di mutazioni genetiche che potrebbero essere conseguenza
dell'esposizione alle radiazioni, il secondo effetto dell'uranio
impoverito sono i problemi emozionali e mentali, la stanchezza, la
perdita del controllo di alcune funzioni vitali del corpo, che sono
alcuni dei sintomi anche della "sindrome dei Balcani". Anche la
leucemia, che letteralmente devasta i soldati italiani che sono stati
in Bosnia ed Erzegovina, è stata oggetto d'indagine da parte del
potere militare e civile italiano.

Inoltre, la Commissione ha affermato che "esistono indizi sul
collegamento tra il tasso di malignità e l'azione delle munizioni
all'uranio impoverito", e le conseguenze "possono manifestarsi in un
periodo latente che va dai dieci anni in su". Il danno per l'ambiente
e le conseguenze dell'inquinamento delle acque sotterranee e delle
sorgenti, fra il resto, sono di lunga scadenza e dovranno passare
alcuni anni per far sì che diventino evidenti. Ciò che, invece, indica
il fatto che la crisi è molto più acuta, sono i due documenti, redatti
esclusivamente per le necessità dell'inchiesta parlamentare, entrambi
legati direttamente allo stato di salute dei cittadini di Hadzici.

La ricerca sul tasso di mortalità fra gli abitanti di Hadzici, che
dopo la guerra sono andati ad abitare a Bratunac, indica che l'aumento
del tasso di mortalità fra gli abitanti di Hadzici potrebbe avere a
che fare unicamente col fatto che fossero esposti all'azione
dell'uranio impoverito. Il tasso di mortalità fra i profughi di
Hadzici a Bratunac variava fra otto, durante il 1996, e 20 volte,
durante il 2000, ed era da tre a dieci volte più alto del tasso di
mortalità fra gli altri profughi.

L'autrice delle ricerche, la dottoressa di Bratunac Slavica
Jovanovic, dice che di per sé la vita dei profughi è già abbastanza
traumatica da poter provocare un aumento del tasso di mortalità,
tuttavia, la presenza di carcinoma fra i profughi di Hadzici è molto
più alta. Secondo i risultati delle sue indagini, l'incidenza del
carcinoma sul tasso di mortalità dei profughi di Hadzici subito dopo
la guerra era del 19,4 per cento, nel 1998 tale percentuale
incredibilmente era del 27, 6 per cento, per "inchiodarsi" al
diciotto per cento nei successivi due anni. Per fare un confronto,
l'incidenza del carcinoma sulla mortalità degli altri profughi subito
dopo la guerra era del dieci per cento, e sulla popolazione locale
poco più del sei per cento. I risultati finali delle indagini sono a
dir poco allarmanti.

Dunque, il tasso di mortalità fra gli abitanti di Hadzici è di 2,2
volte più alto del tasso di mortalità a Bratunac, di circa quattro
volte più alto del tasso di mortalità della popolazione che vi
risiede, e di circa due volte e mezzo più alto del tasso di mortalità
degli altri profughi. Inoltre l'indice di morte per carcinoma è
significativo, ed è più alto che negli altri gruppi di profughi.

Le indagini dell'Istituto per l'ingegneria genetica e per la
biotecnologia di Sarajevo, svolte fra la popolazione di Sarajevo e di
Hadzici - più esattamente, fra i lavoratori dell'Istituto tecnico di
riparazione di Hadzici – mostra un aumento della "frequenza di
aberrazioni del tipo cromosomico fra gli ultimi. In altre parole, il
disordine dei cromosomi - una sorta di mutazione genetica - fra gli
abitanti di Hadzici è più alto del normale, e nonostante non possano
essere direttamente collegati all'esposizione all'uranio, questa
probabilmente è una delle possibili spiegazioni. Sanin Haveric, uno
degli autori del progetto, dice: "Non possiamo escludere anche il
fenomeno di alcuni altri agenti genotossici e perciò vorremmo
continuare questa ricerca." Invece, i risultati ai quali è arrivato
l'Istituto indicano che fra gli abitanti di Hadzici la percentuale di
errori nei cromosomi è più alta di quella tollerata del tre per cento.
Anzi, la comparsa di "cromosomi dicentrici" in questo gruppo di
esaminati, che sono molto rari nelle persone sane, è più alto di
quello tollerato ed è "un chiaro indicatore dell'esposizione alle
radiazioni".

Inoltre, i cambiamenti nella struttura dei cromosomi, che fra gli
esaminati di Sarajevo sono sotto il limite di tolleranza del 4,4 per
cento, fra gli esaminati di Hadzici supera tale limite nel 57 per
cento dei casi. In un linguaggio comprensibile a tutti, come
conseguenza delle radiazioni avviene una "perdita", cioè un
danneggiamento del materiale genetico. Siccome, si dice nella
conclusione del rapporto, gli abitanti di Hadzici sottoposti ad esame
mostrano modificazioni genetiche molto più frequenti che negli altri
esaminati, è chiaro che esiste un legame fra l'uranio impoverito e
l'aumento della frequenza delle mutazioni genetiche.

In altre parole, il prezzo non è stato pagato nemmeno un po'.
Inoltre, per il fatto che non si sa quanti abitanti di questo paese
siano morti a causa delle radiazioni, è chiaro che la cosa non finisce
qui. L'uranio si mantiene molto a lungo nell'organismo ed è approvato
che influisce sul DNA; sull'orrore delle mutazioni viste in precedenza
in altre situazioni simili, non serve spendere nemmeno una parola. Le
generazioni, che nel periodo dei bombardamenti non sapevano cosa
stesse accadendo attorno a loro, continueranno a pagare il prezzo. E
affinché la cosa sia peggiore, queste bombe sono state buttate in loro
nome.

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Italia: Quindici soldati italiani in Iraq si sono ammalati a causa
dell'uranio impoverito

Sarebbero almeno 15 i soldati che hanno fatto ritorno dall'Iraq
gravemente ammalati a causa dell'uranio impoverito. La notizia è
pubblicata oggi dal quotidiano il Manifesto che cita dati
dell'Osservatorio Militare. Sale così ad oltre 300 i militari ammalati
dal 1998, 44 sono morti.
Intanto si attendono per martedì prossimo le conclusioni della
Commissione d'inchiesta parlamentare istituita per far luce sui
possibili legami tra le malattie riscontrate nei soldati e l'uso di
munizioni all'uranio impoverito.
Il quotidiano riferisce di un video girato da una troupe giapponese,
ancora inedito in Italia, che testimonia, tra l'altro, l'alto livello
di radiazioni a Nassiriya e la presenza di un bossolo di proiettile
all'uranio impoverito.
Quanto ai militari italiani malati, degli ultimi 15 denunciati
dall'Osservatorio Militare, tre avrebbero compiuto missioni in
Afghanistan, uno in Iraq. Tutti gli altri hanno avuto esperienze nei
Balcani.

Fonte: http://www.contropiano.org/doc_europa&russia.asp
24.02.06 - Italia: Quindici soldati italiani in Iraq si sono ammalati
a causa dell'uranio impoverito


=== 4 ===


http://www.serbianna.com/news/2005/02239.html

Associated Press - December 13, 2005

Serbia Cleans Up Depleted Uranium From 1999 NATO Bombing


BELGRADE - Serbian authorities are completing the
clean-up of depleted uranium left by the North
Atlantic Treaty Organization's 1999 bombing campaign,
the Environment Ministry said Monday.

More than six years after the alliance used depleted
uranium shells in air strikes against government
troops fighting Kosovo Albanian separatists, the
clean-up of the radioactive pollutants has been
finished at a major site in sou<br/><br/>(Message over 64 KB, truncated)