Informazione

I commenti sulla morte di Alija Izetbegovic

1. Muore Alija Izetbegovic. Era stato curato negli USA ed in Arabia
Saudita.

2. Il cordoglio dei leader della Turchia e della NATO.

3. Il portavoce dell'Sds: "simbolo di quella politica che ha distrutto
il precedente stato comune in cui tutti vivevamo bene e che poteva
essere trasformato in maniera pacifica''.

4. Tommaso Di Francesco: "Chissà se ora accadrà quello che accadde alla
morte del croato Tudjman, quando il procuratore dell'Aja Carla Del
Ponte si lamentò che proprio il decesso gli aveva impedito di
«formalizzarne l'incriminazione all'Aja»"
L'ANSA: "L'ex presidente bosniaco Alija Izetbegovic, deceduto
domenica scorsa, era sotto inchiesta al Tribunale penale
internazionale sulla ex Jugoslavia dell'Aja. Lo ha reso noto un
portavoce del Tpi, senza spiegare la ragione per la quale l'inchiesta
era stata aperta, sottolineando che - proprio a seguito della morte
dell'imputato - le indagini sono comunque cessate. "

5. Il funerale: delegazione al massimo livello dalla Turchia. Il
governatore coloniale Paddy Ashdown ricorda gli anni di carcere di
Izetbegovic, all'epoca del regime comunista, per ''una visione
politica che spesso e' stata distorta e incompresa'' - si riferisce
forse al suo passato nazista.

(Fonti:
i dispacci ANSA sono presi dal sito
http://www.ansa.it/balcani/bosnia/bosnia.shtml
L'articolo del "Manifesto e' preso dal sito
http://www.ilmanifesto.it/ )


=== 1===

BOSNIA: MORTO EX PRESIDENTE IZETBEGOVIC

(ANSA) - SARAJEVO, 19 OTT - E' morto oggi a Sarajevo l'ex presidente
bosniaco Alija Izetbegovic. Lo ha riferito la radio bosniaca.
Izetbegovic e' morto in osepdale, dove era stato ricoverato in
settembre in seguito a una caduta. Due settimane fa era stato
trasferito nel reparto di cardiologia per una crisi cardiaca. Aveva
78 anni. (ANSA) VD 19/10/2003 16:09

BOSNIA: MORTO EX PRESIDENTE IZETBEGOVIC (2)

(ANSA) - SARAJEVO, 19 OTT - Malato da tempo di cuore Izetbegovic era
stato ricoverato il 10 settembre al centro clinico di Kosevo in
seguito ad una caduta in casa che gli aveva procurato la frattura di
tre costole e una emoraggia interna. Due settimane fa era stato
trasferito al reparto cardiologia. Si era sottoposto a trattamenti
medici negli Stati Uniti, in Arabia saudita e in Slovenia dove l'anno
scorso gli era stato impiantato un pace-maker. Anche a causa
della sua precaria salute nel 2000 si era ritirato dalla presidenza
tricefala della Bosnia-Erzegovina, due anni prima della scadenza del
suo mandato. E' rimasto comunque presidente onorario del Partito di
azione democratica (Sda) da lui fondato nel 1990.(SEGUE) VD
19/10/2003 16:39


=== 2 ===

BOSNIA: MORTO IZETBEGOVIC; TURCHIA, IL CORDOGLIO DI ERDOGAN

(ANSA-AFP) - ANKARA, 20 OTT - Il primo ministro turco Recep Tayyip
Erdogan, una delle ultime persone ad aver visto l'ex presidente
bosniaco Alija Izetbegovic - morto ieri a Sarajevo - ha lamentato, in
un messaggio di cordoglio, la perdita di un ''eroe''. Izetbegovic
non era soltanto ''una personalita' storica, ma anche un essere
onorevole e nobile, che ci ha ispirato con il suo lavoro, e un eroe
che trasmetteva ai suoi un enorme coraggio'', afferma il messaggio di
Erdogan. Il premier turco si e' recato brevemente sabato a
Sarajevo, solo per far visita a Izetbegovic in ospedale. ''Il suo
ricordo restera' vivo da est a ovest e continuera' a illuminare le
generazioni future'', aggiunge il messaggio. Izetbegovic, morto a
78 anni per una patologia cardiaca, era molto popolare in Turchia,
Paese in maggioranza islamico, che ha appoggiato i musulmani di
Bosnia durante la guerra contro le forze serbe (1992-95). (ANSA-AFP).
DIG 20/10/2003 04:06

BOSNIA: MORTO IZETBEGOVIC; ROBERTSON, UOMO CHIAVE A DAYTON

(ANSA) - BRUXELLES, 20 OTT - ''Voglio pagare il mio tributo a questo
coraggioso statista che non solo ha fatto in modo che la Bosnia
Erzegovina esista, ma che con la sua leadership ha portato il paese
all'integrazione in Europa e nel patto euro-atlantico''. Lo ha
detto il segretario generale della Nato George Robertson in una
dichiarazione diffusa oggi. Dopo aver espresso, ''a nome
dell'Alleanza atlantica'' le sue condoglianze per la morte di Alija
Izetbegovic, Robertson attribuisce all'ex presidente il merito di
''aver lavorato per preservare l'unita' e l'indipendenza del paese''
durante la guerra e di essere poi diventato ''una delle personalita'
chiave nel negoziato che ha portato alla firma del trattato di pace
di Dayton''. (ANSA). VS 20/10/2003 12:59

BOSNIA: MORTO IZETBEGOVIC; SOLANA, LEADER CORAGGIOSO

(ANSA) - BRUXELLES, 20 OTT - ''Un vero coraggioso leader per il suo
popolo''. Cosi' l'alto rappresentante per la politica estera e di
sicurezza dell'Unione europea Javier Solana definisce Alija
Izetbegovic, l'ex presidente della Bosnia Erzegovina deceduto ieri.
''In circostanze difficili - ha aggiunto Solana - Izetbegovic ha
giocato un ruolo importante per la fine della guerra ed il suo
contributo e' stato decisivo per preparare il terreno alla pace ed
alla democrazia nella Bosnia Erzegovina''. Solana, in una
dichiarazione diffusa oggi, ha ricordato di aver avuto
''l'opportunita' di lavorare con lui in passato e ho conosciuto il
suo impegno per il futuro del suo paese. Esprimo la mia profonda
partecipazione alla famiglia ed al popolo bosniaco''.(ANSA).
VS 20/10/2003 13:28


=== 3 ===

BOSNIA: MORTO IZETBEGOVIC, ACCUSE DEL PARTITO DI KARADZIC

(ANSA) - SARAJEVO, 20 OTT - Il Partito democratico serbo (Sds,
ultranazionalista), fondato dall'ex leader serbo bosniaco Radovan
Karadzic, ricercato per genocidio e crimini di guerra, ha accusato
oggi l'ex presidente bosniaco Alija Izetbegovic, deceduto ieri a
Sarajevo, della dissoluzione dell'ex Jugoslavia. Il portavoce
dell'Sds Dragan Stojcic, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa
Fena, ha dichiarato oggi a Banja Luka che Izetbegovic ''praticamente
lascia questo mondo come simbolo di quella politica che ha distrutto
il precedente stato comune in cui tutti vivevamo bene e che poteva
essere trasformato in maniera pacifica''. ''Nonostante solo la
storia e il tempo possano dare un giudizio totalmente imparziale - ha
aggiunto Stojcic - Izetbegovic e' comunque la personificazione della
plitica che e' responsabile delle persecuzioni, maltrattamenti,
arresti, detenzioni e uccisioni del popolo serbo nell'odierna
Federazione Bh'' (entita' a maggioranza croato musulmana della
Bosnia). ''Indipendentemente da quello che leggiamo nei giudizi di
altri - ha aggiunto il portavoce - Izetbegovic non potra' sfuggire
al giudizio imparziale della storia''. Nel 1996 le autorita' della
Republika Srpska (Rs, l'altra entita' bosniaca, a maggioranza serba)
hanno avviato a Banja Luka un processo contro Izetbegovic ''per
crimini di guerra contro civili'', inviando anche un fascicolo al
Tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) che lo ha rimandato indietro
per mancanza di elementi. Nel novembre 2001 la procura della Rs ha
inviato al Tpi un nuovo atto d'accusa contro Izetbegovic come persona
che aveva responsabilita' di comando durante la guerra e che non
aveva impedito i crimini. Fino ad oggi il Tpi non ha commentato il
fascicolo. (ANSA). COR*VD 20/10/2003 16:04


=== 4 ===

il manifesto - 21 Ottobre 2003

IZETBEGOVIC
La nostra memoria
TOMMASO DI FRANCESCO

Alja Izetbegovic, l'ex presidente bosniaco musulmano, è morto a 78 anni
a Sarajevo. Con Franjo Tudjman, morto nel 1999, e Slobodan Milosevic in
carcere all'Aja, esce di scena uno dei «signori della guerra»,
protagonista del sanguinoso massacro interetnico dei Balcani. Ieri la
Nato che, con l'Unione europea, è stato uno dei «gruppi etnici» di quel
massacro, ha voluto esprimere il suo cordoglio allo «statista
coraggioso». A noi piace ricordarlo come uno dei responsabili della
distruzione della Jugoslavia. A partire dalla proclamazione
d'indipendenza della Bosnia Erzegovina - cuore pulsante multietnico
dello jugoslavismo - proprio mentre i mediatori dell'Onu, Cyrus Vance e
Lord Owen, trattavano a Sarajevo per impedirla, e mentre ancora
esisteva la Federazione jugoslava con tanto di seggio all'Onu. Certo
avvenne dopo le proclamazioni etniche delle indipendenze di Slovenia e
Croazia - subito riconosciute da Germania e Vaticano - ma non fu meno
etnica, unilaterale e violenta e, anch'essa, prontamente riconosciuta
anche dagli Stati uniti. Benzina sul fuoco. I serbi di Bosnia - che
costituivano parte decisiva della Bosnia e dell'ex esercito jugoslavo -
reagirono proclamando la loro autonomia e così fecero i croati di
Erzegovina. A noi piace ricordarlo come l'uomo della «Dichiarazione
islamica» che, attaccando il nazionalismo di sinistra degli innovatori
dell'Islam, recuperava una visione integrale, a parole «aperta» alle
altre etnie, ma di fatto fondata sull'«instaurazione di un regime
islamico come atto supremo della democrazia».

A noi piace ricordarlo mentre Sarajevo è sotto assedio delle criminali
milizie serbe di Karadzic e Mladic, e mentre le criminali milizie
musulmane alle dipendenze di Izetbegovic, riempivano di indifesi civili
serbi i silos di Tarcin e il campo di Celebici. In un doppio assedio
che solo pochi videro. E che, a guerra finita, il 30 novembre 1997, su
Svijet, venne denunciato dal coraggioso Zlatko Dizdarevic, dopo le
rivelazioni del settimanale di Sarajevo Dani che in cinque puntate
raccontò l'inferno del «Dossier Kazany», le gole del Trebevic dove
vennero gettati centinaia e centinaia di corpi di civili serbi. «Chi è
il criminale? Chi è la vittima?», si chiedeva Dizdarevic. Ci piace
ricordarlo come l'uomo che autorizzò - in una triangolazione tra Tehran
e Washington favorita da Clinton - l'arrivo in Bosnia di migliaia di
mujaheddin, combattenti islamici (compreso bin Laden) dalle capitali
arabe e dall'Afghanistan. Tutti espatriati poi senza colpa, con
lasciapassare del presidente Izetbegovic.

Ci piace ricordarlo al potere a Sarajevo, dietro la sua corte di
malavitosi - che fine ha fatto quel ministro «patriota» di nome
Sacirbey?

Izetbegovic è morto. La Bosnia resta spartita in patrie etniche, nelle
mani delle stesse mafie - serbe, croate e musulmane - che hanno voluto
la guerra. Dayton e i protettorati Nato non reggono più. Chissà se ora
accadrà quello che accadde alla morte del croato Tudjman, quando il
procuratore dell'Aja Carla Del Ponte si lamentò che proprio il decesso
gli aveva impedito di «formalizzarne l'incriminazione all'Aja»?

TPI: IZETBEGOVIC ERA SOTTO INCHIESTA A CORTE AJA

(ANSA) - BRUXELLES, 22 OTT - L'ex presidente bosniaco Alija
Izetbegovic, deceduto domenica scorsa, era sotto inchiesta al
Tribunale penale internazionale sulla ex Jugoslavia dell'Aja. Lo ha
reso noto un portavoce del Tpi, senza spiegare la ragione per la
quale l'inchiesta era stata aperta, sottolineando che - proprio a
seguito della morte dell'imputato - le indagini sono comunque
cessate. Il portavoce non ha d'altra parte voluto precisare neppure
quando erano state avviate le indagini e i capi di accusa di cui
Izetbegovic poteva essere imputato. Izetbegovic, al quale proprio
oggi Sarajevo ha reso l'ultimo omaggio, e' stato il primo presidente
della Bosnia indipendente. (ANSA) RIG 22/10/2003 15:58

BOSNIA:DEL PONTE CONFERMA INDAGINE SU IZETBEGOVIC,ORA CHIUSA

(ANSA) - SARAJEVO, 24 OTT - Il procuratore capo del Tribunale
internazionale dell'Aja Carla Del Ponte ha confermato oggi a Sarajevo
che il suo ufficio aveva condotto un'inchiesta contro l'ex presidente
bosniaco Alija Izetbegovic, deceduto domenica scorsa, per i crimini di
guerra commessi dai militari dell'esercito bosniaco durante la guerra
1992-95. Lo riferisce l'agenzia di stampa Fena. ''L'inchiesta e'
stata condotta per crimini di guerra e non per crimini contro
l'umanita''', ha detto il magistrato aggiungendo che con la morte di
Izetbegovic e' cessata. Del Ponte e' arrivata ieri sera a Sarajevo,
dove ha incontrato l'Alto rappresentante Paddy Ashdown, mentre stamani
ha avuto incontri con i comandanti della Forza di stabilizzazione
della Nato (Sfor) e della Missione di polizia europea (Eupm). Con
Ashdown Del Ponte ha discusso dell'istituzione dell'apposita sezione
per crimini di guerra nel tribunale bosniaco, alla quale trasferire
dei procedimenti. Il Tpi, ha detto Del Ponte, sta conducendo
inchieste contro 48 persone, che dovrebbero essere concluse entro il
2004. Tutti i processi all'Aja, ha aggiunto, dovrebbero concludersi
entro il 2008, ma se il Tpi chiudera' i battenti, ha precisato,
dipende dalla cattura e consegna dell'ex leader politico e di quello
militare dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic e Ratko Mladic,
accusati di genocidio e crimini contro l'umanita'. Del Ponte,
prima di lasciare Sarajevo per recarsi a Banja Luka dove incontrera' i
dirigenti della republika Srpska (Rs, entita' a maggioranza serba di
Bosnia), ha dichiarato di essere particolarmente insoddisfatta per la
mancata collaborazione delle autorita' Rs che ''non fanno nulla per
arrestare i sospetti'', e rifiutano anche di consegnare al Tpi la
documentazione richiesta. Per questo motivo, ha aggiunto il
magistrato, la Sfor ha perquisito la scorsa settimana gli uffici dei
servizi di sicurezza serbo bosniaci. I documenti sequestrati sono
all'esame ora degli inquirenti della procura. (ANSA) COR*VD
24/10/2003 14:09


=== 5 ===

BOSNIA: FUNERALI IZETBEGOVIC, DELEGAZIONI ANCHE DALL'ESTERO

(ANSA) - SARAJEVO, 21 OTT - Una decina di delegazioni internazionali,
tra cui quelle di Stati uniti, Croazia, Slovenia, Francia e Grecia,
arriveranno domani a Sarajevo per partecipare ai funerali dell'ex
presidente bosniaco Alija Izetbegovic. Lo ha reso noto oggi il
ministero degli esteri a Sarajevo. La delegazione della Turchia e
quella dell'Iran saranno guidate dai ministri degli esteri, Abdullah
Gul e Kamal Kharazi, e altri paesi saranno rappresentati dai loro
ambasciatori in Bosnia. Non sara' presente, invece, ne' il primo
ministro ne' alcun altro rappresentante ufficiale del governo della
Republika Srpska (Rs, entita' a maggioranza serba di Bosnia). Secondo
quanto ha dichiarato la portavoce Cvijeta Kovacevic all'agenzia di
stampa Fena, il governo serbo bosniaco non ha nemmeno preso in esame
la questione. Per opposizione dell'esponente serbo Borislav
Paravac, la presidenza tricefala della Bosnia non ha ieri proclamato
una giornata di lutto, anche se Izetbegovic sara' sepolto con tutti
gli onori. Oggi pomeriggio, il governo della Federazione Bh (l'altra
entita' bosniaca, a maggioranza croato musulmana) ha proclamato il
lutto sul proprio territorio. Ai funerali di domani nella capitale
bosniaca si prevede la partecipazione di 150.000 persone. Molti
arriveranno da altri centri del paese e anche dall'estero, con decine
di autobus e treni speciali. Sono gia' partiti stasera 24 autobus
dalla Slovenia e 18 dalla Croazia, con a bordo i bosniaci che vivono
in quei paesi. Izetbegovic, il primo presidente della Bosnia
indipendente, sofferente di cuore da molti anni, e' deceduto domenica
nell'ospedale di Sarajevo, all'eta' di 78 anni. (ANSA). COR*VD
21/10/2003 19:18

BOSNIA: CENTO MILA A SARAJEVO PER L'ADDIO A IZETBEGOVIC/ANSA

(ANSA) - SARAJEVO, 22 OTT - Oltre 100 mila persone, sotto una pioggia
battente, hanno partecipato oggi alla cerimonia funebre per Alija
Izetbegovic, l'ex presidente bosniaco deceduto domenica all'eta' di
78 anni. L'arrivo del feretro nella piazza antistante l'edificio
delle istituzioni statali gremita di gente, dopo l'esposizione nel
palazzo della presidenza dove a Izetbegovic hanno reso omaggio
migliaia di bosniaci arrivati da tutte le parti del paese, e' stato
accolto da molte voci che gridavano la tradizionale lode a Dio
'Allahu Akbar' (Dio e' grande). Prima che iniziasse il rito
religioso, guidato dal capo della comunita' islamica bosniaca Mustafa
Ceric, ai presenti si e' rivolto l'Alto rappresentante della
comunita' internazionale Paddy Ashdown. ''In qualche modo mi
sembra giusto che oggi pianga anche il cielo sopra la Bosnia'', ha
detto Ashdown, ricordando di aver incontrato l'ex presidente per la
prima volta nel 1992 nella Sarajevo assediata e l'ultima volta
venerdi' scorso. ''E' diventato il padre del suo popolo - ha detto -
ed ha fatto piu' di chiunque altro per la sopravvivenza dello stato
moderno bosniaco''. ''Izetbegovic ha reagito alle circostanze della
vita con decisione - ha aggiunto Ashdown - traendo la forza, come
molti suoi connazionali, dall'eredita' islamica e dall'origine
europea''. L'Alto rappresentante ha ricordato gli anni di carcere
di Izetbegovic, all'epoca del regime comunista, per ''una visione
politica che spesso e' stata distorta e incompresa''. Durante la
guerra, ha detto ancora Ashdown, e' piu' difficile persuadere la
gente a scegliere la tolleranza e rifiutare l'esclusione degli altri,
e' necessario avere coraggio. ''Neanche i piu' accesi critici - ha
detto - possono negare che Izetbegovic avesse in buona misura questa
caratteristica''. ''Ecco perche' oggi in Bosnia ci sono uomini e
donne - ha concluso Ashdown - che nella straordinaria vita di
Izetbegovic e nella tranquillita' con cui ha accettato la morte,
troveranno l'ispirazione per attenersi fortemente sia ai valori della
propria religione e che al destino europeo della Bosnia''. Il
membro musulmano della presidenza tripartita Sulejman Tihic ha
ricordato la vita di Izetbegovic, sottolineando in particolare che e'
stato un uomo di pace che la malasorte ha associato a ''dittatori''
che volevano spartirsi la Bosnia, alludendo agli ex presidenti serbo
Slobodan Milosevic e croato Franjo Tudjman. ''Non ha mai sostenuto il
revanscismo - ha detto Tihic - ed e' grazie alla sua politica che i
croati e serbi bosniaci non hanno vissuto una Srebrenica, Kozarac,
Ahmici, Brcko, Zvornik, Visegrad, Foca...''. Dopo la preghiera,
durante la quale molti presenti hanno chiuso gli ombrelli in segno di
rispetto, il feretro e' stato seguito da migliaia di persone fino
al centro storico, la piazza di Bascarsija. Da qui la salma e' stata
portata a mano fino al cimitero dei difensori di Sarajevo sulla
collina di Kovaci, dove e' stata tumulata. Alle esequie di oggi
erano presenti numerose delegazioni ufficiali dall'estero, tra cui
quelle della Turchia, Croazia, Austria, Slovenia (l'ex presidente
Milan Kucan). Non ha partecipato, invece, nessuno dei dirigenti
della Republika Srpska (Rs, entita' a maggioranza serba di Bosnia).
Due giorni fa il Partito democratico serbo (Sds, ultranazionalista),
ha nuovamente accusato Izetbegovic della dissoluzione dell'ex
Jugoslavia e di essere responsabile di crimini di guerra ai danni dei
serbi. In passato, la procura serbo bosniaca ha inviato un fascicolo
al Tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) a suo carico. Oggi una
portavoce del Tpi ha confermato che Izetbegovic era indagato, senza
spiegare la ragione per la quale l'inchiesta e' stata aperta, ne' i
capi d'accusa, sottolineando che a seguito della sua morte le
indagini su Izetbegovic sono cessate.(ANSA). COR*VD
22/10/2003 16:57

*** italiano / english / deutsch/ srpskohrvatski ***


Serbia: i lavoratori in piazza a Smederevo e Belgrado


--> 1. A BELGRADO IN CORSO MANIFESTAZIONI DEI SINDACATI CONTRO LA
POLITICA DEL GOVERNO
Union calls mass protests
Union announces parliament sleepover
Police bans workers' rally in front of parliament
Mass rally against Serbian government
Protesters demand early elections in Serbia


--> 2. CONTINUA LA PROTESTA OPERAIA CONTRO I NUOVI PADRONI STATUNITENSI
DELLE ACCIAIERIE DI SMEDEREVO
U.S. Steel starts pay talks with Serbian strikers
US Steel pay talks on hold

DAVID KÄMPFT.
Die Arbeiter im größten serbischen Stahlwerk streiken gegen U.S. Steel
(S. Deretic, Artel.com, 17.10.03. Übs. von J. Elsässer)
ŠTRAJK METALACA U "SARTIDU" POTRESA "US STEEL"
(S. Deretic. Tekst je objavljen u listu Junge Welt)

*** LE DONAZIONI PER GLI OPERAI DELLE ACCIAIERIE DI SMEDEREVO IN
SCIOPERO VANNO VERSATE SUL CONTO DEI SINDACATI DI AMBURGO:
Kragujevac/J. Bergmann,
Hamburger Sparkasse (BLZ 200 505 50)
Konto-Nummer 1230 499 335
CAUSALE: Smederevo ***


--> ...E INTANTO LA SERBIA LANCIA LA PRIVATIZZAZIONE DELLE BANCHE
RIMASTE
La BNP Paribas guidera' la svendita ai gruppi occidentali
Serbia launches bank privatisation


=== 1 ===


http://www.ansa.it/balcani/serbiamontenegro/20031029193732738165.html

SERBIA: MANIFESTAZIONE SINDACATI CONTRO POLITICA GOVERNO

(ANSA) - BELGRADO, 28 OTT - Circa 10.000 iscritti ai sindacati serbi
hanno manifestato oggi a Belgrado per le dimissioni del governo ed
elezioni politiche anticipate. I sindacati, che hanno annunciato
per domani nuove dimostrazioni, chiedono in particolare una moratoria
sulle privatizzazioni, a loro avviso condotte senza tenere conto dei
costi sociali. Tra le rivendicazioni, c'e' anche quella di un aumento
salariale, a fronte di stipendi medi mensili che si attestano
sull'equivalente di circa 200 euro. Dirigenti dei sindacati sono
stati ricevuti oggi dalla presidente del parlamento e presidente ad
interim della Serbia Natasa Micic, nonche' dai capi dei gruppi
parlamentari. La manifestazione, iniziata fra qualche tensione
per il divieto imposto dalla polizia per l'area circostante il
parlamento, si e' svolta senza incidenti. Le forze dell'ordine erano
comunque presenti in gran numero, anche con alcuni reparti speciali.
(ANSA). OT 29/10/2003 19:37

---

http://www.b92.net/english/news/
index.php?&nav_category=&nav_id=25240&order=priority&style=headlines
SRNA, October 28, 2003

Union calls mass protests

BELGRADE -- Monday – The Independent Serbian Trade
Union today called on disgruntled workers to protest
during the last three days of October, demanding early
elections and a moratorium on the privatisation
process.
The union’s Belgrade leader, Vladimir Andric, told a
meeting of union officials that it was still not too
late for Prime Minister Zoran Zivkovic to ask the
parliament to call elections in order to alleviate the
tension in the country.
“If the prime minister fails to do so,” said Andric,
“he will hear the voices of the workers who he hasn’t
listened to much so far”.
Andric also urged members of the Nezavisnost union and
members of other unions to join the rally.
The president of the Independent Serbian Union,
Milenko Smiljanic dismissed government allegations
that the protest is political in nature, claiming that
the work, bread and union rights were the essence of
the workers’ demands.

http://www.b92.net/english/news/
index.php?&nav_category=&nav_id=25235&order=priority&style=headlines
SRNA, October 28, 2003

Union announces parliament sleepover

BELGRADE -- Monday – Members of one of Serbia’s
largest union alliances are to set up camp around the
parliament building in Belgrade until the government
resigns, union leader Milenko Smiljanic said today.
Smiljanic, president of the Alliance of Independent
Serbian Unions, said that members would begin building
a “city of the hungry” on Wednesday with tents around
the parliament. Parliament is due to sit tomorrow to
resume a no confidence debate in the parliament
speaker.

http://www.tanjug.co.yu/
Tanjug, October 28, 2003

Police bans workers' rally in front of parliament

16:28 BELGRADE , Oct 28 (Tanjug) - President of the
Alliance of Serbian Independent Trade Unions Milenko
Smiljanic has said the police has forbidden the
participants of the Wednesday rally on Saving the
Workers and Economy of Serbia to gather outside the
parliament, as envisaged by the organiser.
Pointing out that "after some time now, banning had
occurred in the new democratic Serbia," Smiljanic
explained that the document had been issued by the
Serbian Interior Ministry early on Tuesday, which said
that "according to the Law on Gathering of Citizens, a
public gathering could not be held in the vicinity of
the Serbian federal or republic parliament before or
during their sessions.

http://www.b92.net/english/news/index.php?nav_id=25266&style=headlines
Beta, October 29, 2003

Mass rally against Serbian government

BELGRADE -- Wednesday – Thousands of workers rallied
in central Belgrade today to demand the dismissal of
the Serbian government.
Police in full riot gear guarded the parliament
building having banned a planned march by protestors.
Instead, workers led by the Association of Independent
Serbian Unions gathered on a nearby square while a
union delegation entered parliament for talks with
senior politicians.
The workers are demanding the government resign and
slate early elections. They have also called for a
halt to the government’s privatisation programme which
has resulted in thousands of redundancies. Beta news
agency said there were around 10,000 protestors.

http://www.ptd.net/webnews/wed/bm/Qserbia-politics-demo.RIOp_DOT.html
Agence France-Presse, October 29, 2003

Protesters demand early elections in Serbia

BELGRADE, Oct 29 (AFP) - Serveral thousand unionists
protested in downtown Belgrade on Wednesday to demand
the dismissal of the Serbian government and early
general elections.
Organisers from a syndicate of independent unions said
up to 10,000 workers joined the demonstration,
carrying banners reading "Leave, the clock is ticking"
and "Our children are hungry".
The protest came amid a deepening political crisis in
the former Yugoslav republic, with the government
struggling to keep its parliamentary majority ahead of
a no-confidence debate which could precipitate early
elections.
About 100 police stood by as the protesters gathered
near the parliament building but there were no
incidents and the demonstration ended peacefully.
Workers complain that they have seen little
improvement in their standard of living under economic
reforms [sic] implemented by the government after the
ouster of former Yugoslav president Slobodan Milosevic
in 2000.
Unemployment stands at around 30 percent and many
workers are concerned that they will lose their jobs
as the government sells off thousands of communist-era
businesses to private investors.


=== 2 ===


CONTINUA LA PROTESTA OPERAIA CONTRO I NUOVI PADRONI STATUNITENSI DELLE
ACCIAIERIE DI SMEDEREVO

Vedi anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2869
Strike At (Now) US-Owned Serbian Steel Plants (16/10/2003)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2680
US Steel to buy Serbia's Sartid steel plant (31/7/2003)


http://www.forbes.com/home_europe/newswire/2003/10/23/rtr1120098.html
Forbes / Reuters, October 23, 2004

U.S. Steel starts pay talks with Serbian strikers

BELGRADE, Oct 23 (Reuters) - United States Steel Corp
(nyse: X - news - people) said on Thursday it had
started pay negotiations with some 10,000 striking
workers in its recently acquired Serbia plants where
production had been halted for nine days.
Employees in the Sartid steel works in Smederevo, the
Sabac tin plant and the Kucevo quicklime factory went
on strike on October 14 over low pay, demanding an
increase in the hourly wage rate to 55 dinars ($1.38)
from 33 dinars.
A trade union member told Reuters the talks with
company management began on Tuesday and the pay rise
was on the agenda.
"They want us to explain why we want a higher pay. How
can a family survive on around $160, the average wage
a U.S. Steel employee takes home after one month's
work," he told Reuters.
"That is enough to pay for bills and maybe milk and
bread, but what about meat, fruit, books for children,
medicines, not to mention toys or holidays," the trade
union official said by phone from Smederevo, some 45
kilometres east of Belgrade.
U.S. Steel said in a statement that company officials
and the Strike Board had agreed to re-start
negotiations to resolve the issues and to resume
normal production as soon as possible.
"During the negotiations, the minimum process of work
will be assured to protect people, health, environment
and the company's property," the U.S. Steel statement
said.
Last month, the second largest American steel maker
completed the acquisition of Serbia's sole state-owned
steel mill, Sartid, and six subsidiary plants for $23
million and pledged to invest $150 million to upgrade
the facilities over three years.
Wars and sanctions in 1990s' under the rule of former
leader Slobodan Milosevic slashed Sartid's annual
output to one-fourth of its 2.4 million tonnes
installed capacity.
Since U.S. Steel took over the plant in April, monthly
production increased by 50 percent to 70,000 tonnes,
another trade union official told Reuters earlier this
month.
U.S. Steel plans to boost output to 2.2 million tonnes
per year in 2005.
Last year, Serbia's Commercial Court put Sartid into
receivership due to its accumulated $1.7 billion in
debts. U.S. Steel has bought the entity free of all
economic liability, but has pledged not to sack any of
its 10,500 workers for three years.

http://www.b92.net/english/news/
index.php?&nav_category=&nav_id=25264&order=priority&style=headlines
Reuters, October 29, 2003

US Steel pay talks on hold

BELGRADE -- Wednesday - Pay talks between United
States Steel Corp Serbia and 10,000 striking workers
have been put on hold until next week at the workers'
request, an employee told Reuters today.
He said strikers had stepped up their protest and were
not allowing rail shipments of semi-finished products
and coke to be unloaded at the Sartid steelworks in
Smederevo.
Production in the three recently acquired U.S. Steel
plants in Serbia - Sartid, the Sabac tin plant and the
Kucevo quicklime factory - has been halted for two
weeks now over the issue of pay.
Workers are demanding an increase in the hourly wage
rate to 55 dinars ($0.950) from 33 dinars. The average
U.S. Steel Serbia worker takes home $160 a month,
below the $206 average net wage in Serbia.
"The talks, which began on October 21, were put on ice
after six days but will resume on November 3," said
the employee, who asked not to be named. No one in the
U.S. Steel Serbia management was available for
comment.

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Die Arbeiter im größten serbischen Stahlwerk streiken gegen U.S. Steel

http://www.artel.co.yu/de/izbor/jugoslavija/2003-10-29_1.html

Spomenka Deretic, Journalisting
Belgrad, 17. oktobar 2003.

David kämpft

Jeder zehnte Bürger von Smederevo, der schönsten serbischen Donaustadt,
ist im Stahlkombinat Sartid beschäftigt. Vor knapp einem Monat wurde
das Werk endgültig von der US-Gesellschaft U.S. Steel gekauft, und
letzte Woche traten die 8500 Beschäftigten in den Generalstreik. Der
Ausstand wird sowohl von der unabhängigen Sartid-Betriebsgewerkschaft
als auch vom Gewerkschaftsdachverband Nezavisnost unterstützt.

Die Arbeiter bei Sartid sind hochqualifiziert. Der Output konnte dieses
Jahr im Vergleich zum letzten um 50 Prozent erhöht werden. Die
Monatsproduktion beträgt 60.000 bis 70.000 Tonnen Schwarzblech, nach
der Weiterverarbeitung im Walzwerk ergibt das 12.000 Tonnen Weißblech.
Es gibt keinen einzigen Arbeiter, der weniger als 100 Überstunden
angesammelt hat. Der Stundenlohn beträgt weniger als einen halben
US-Dollar pro Stunde. Das bringt für einen Spitzenarbeiter mit 35
Jahren Betriebszugehörigkeit selbst im Dreischichtbetrieb gerade 180
Euro im Monat. Damit kann er keine Familie ernähren. Im slowakischen
Stahlwerk in Kosice, das U.S. Steel ebenfalls gekauft hat, liegt der
Stundenlohn bei 3,74 Dollar, sieben mal höher als bei Sartid. Arbeitern
in den Vereinigten Staaten zahlt U.S. Steel 12,48 Dollar pro Stunde,
das ist 25 mal mehr als das Unternehmen einem Serben zahlt, der
dasselbe macht. Soll man das Neokolonialismus oder Rassismus nennen?

Smederevo ist nur eines, wenn auch das bekannteste Beispiel für die
Folgen der Privatisierung in Serbien. Seit dem Machtwechsel in Belgrad
am 5. Oktober 2000 wurden insgesamt 842 Betriebe mit zusammen knapp
110.000 Beschäftigten verkauft. Das hat der Regierung nach eigenen
Angaben knapp 1,2 Milliarden Euro gebracht, von denen weniger als ein
Viertel - 253 Millionen Euro - den entlassenen Arbeitern über
Sozialfonds zu Gute kamen. Die meisten Investoren stammen aus dem
benachbarten Slowenien, doch nach der Summe der Investitionen haben
US-Konzerne die Nase vorne - mit 600 Millionen Euro kam von ihnen mehr
als die Hälfte des ausländischen Aufkauf-Kapitals. Neben dem Stahlwerk
in Smederevo zählen die Tabakfabriken in Nis und Vranje sowie die
traditonsreiche Mineralwassermarke Knjaz Milos zu den Schnäppchen der
Yankees.

Die Streikenden bei Sartid fordern eine Lohnerhöhung auf einen Dollar
pro Stunde und die Entlassung des Generaldirektors von U.S. Steel
Serbija Tomas Kelij. Außerdem verlangen sie die Offenlegung des
Kaufvertrages. Die Art und Weise, wie die Amerikaner das Kombinat
gekauft haben, ist nämlich reichlich seltsam. Vor zwanzig Monaten hat
die slowakische Tochter von U.S. Steel mit Sartid und der serbischen
Regierung einen Vertrag über gemeinsame Fertigung und eine
Absichtserklärung über strategische Zusammenarbeit abgeschlossen. Es
gab aber keine öffentliche Rechenschaft darüber, ob U.S. Steel wirklich
den vereinbarten Minimalpreis in Höhe von 23 Millionen US-Dollar
bezahlt haben. Fraglich ist auch, ob sich die europäischen Banken das
gefallen lassen, die Sartid vor sechs Monaten noch einen Kredit in Höhe
von 100 Millionen US-Dollar bewilligt hatten. Diese Unterstützung war
noch vom früheren Premierminister Zoran Djindjic eingefädelt worden.
Als nach dessen Ermordung am 12. März plötzlich die US-Amerikaner den
Zuschlag für Sartid bekamen, regierte die deutsche Regierung mit einem
scharfen Protestbrief.

Durch den Kauf des Stahlwerks in Smederevo hat U.S. Steel für billige
Stundenlöhne Arbeitskräfte bekommen, die Hochpreisprodukte für den
Weltmarkt erzeugen können. Im Schnäppchenpreis inbegriffen ist der
Donauhafen von Sartid, die dazugehörige Freihandelszone und zwei
Außenstellen des Kombinats in Sapac und Kucevo. Fachleute aus den USA
haben eingeräumt, daß die Fertigungstechnik in Smederevo auf hohem
Niveau ist. Besonders interessant für die Käufer dürfte die
hochentwickelte Elektronik im Werk sein. Außerdem ergänzt sich die
Produktion in Smederevo mit der im slowakischen Kosice - U.S. Steel hat
also die gesamte Stahlbranche Osteuropas eingesackt.

U.S. Steel hat die Früchte der Arbeit, die mehrere Generationen von
Serben in mehr als fünfeinhalb Jahrzehnten geleistet haben, in einem
Handstreich geplündert. Einer der Streikenden hat ein Plakat getragen:
"Dies ist mein Serbien, und nicht der Wilde Westen." Die amerikanischen
Konzerne betrachten aber Osteuropa als den Wilden Westen. Sie wollen
alles für Glasperlen kaufen. Allerdings haben sie die Rechnung ohne die
Indianer gemacht. Der Streik in Smederevo geht weiter!

(Übersetzung: Jürgen Elsässer)

Spenden für die streikenden Stahlarbeiter in Serbien sind auf folgendes
Konto Hamburger Gewerkschafter zu überweisen: Zahlungsempfänger:
Kragujevac/J. Bergmann, Hamburger Sparkasse (BLZ 200 505 50),
Konto-Nummer 1230 499 335, Kennwort Smederevo

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ŠTRAJK METALACA U "SARTIDU" POTRESA "US STEEL"

http://www.artel.co.yu/sr/izbor/jugoslavija/2003-10-28.html
informgraf@...

Spomenka Deretic, novinar
Beograd, 17. oktobar 2003. godine

Tekst je objavljen u listu Junge Welt

Grad gladnih

Svaki deseti gradjanin Smedereva, najlepšeg podunavslkog grada u
Srbiji, zaposlen je u metalurškom kombinatu "Sartid". Nije prošlo ni
mesec dana od kako je "Sartid" konacno kupila americka korporacija "US
Steel", a osam i po hiljada radnika stupilo je prošle nedelje u
generalni štrajk. Radnici primaju manje od pola dolara po satu i
njihova deca su gladna. Metalci traže samo jedan dolar ! Štrajk su
podržali i Samostalni sindikat Sartida i sindikat "Nezavisnost".

Rasna diskriminacija ?

Zaposleni u "Sartidu" su dobri radnici. Oni su povecali proizvodnju za
50% u odnosu na prošlu godinu. Predsednik sindikata "Nezavisnost"
Mileta Grujanicic kaže da se u Smederevskoj železari mesecno proizvede
60.000 do 70.000 tona crnog lima. Crni lim ide na preradu u hladnu
valjaonicu, pa u fabriku belih limova, gde se mesecno dobija 12.000
tona ovog cenjenog proizvoda.
Nema ni jednog radnika u "Sartidu" koji je ostvario manje od 100 sati
prekovremenog rada. Radnici za tako naporan rad dobijaju manje od pola
dolara po satu. Na primer: visokokvalifikovani radnik, vatrostalni
zidar u celicani, sa tridesetpet godina staža i radom u tri smene i
prekovremenim radom, dobija 180 evra mesecno. On tim novcem ne može da
prehrani porodicu.
U Slovackoj celicani u Košicama, koju je "US Steel" takodje kupio, cena
rada je 3,74 dolara po satu, sedam puta viša nego u "Sartidu".
Radnici "US Steel"-a u Americi dobijaju 12,48 dolara po satu, dvadeset
pet puta više nego radnici iste kompanije u Srbiji. Da li je u pitanju
americki neokolonijalizam, ili rasna diskriminacija?

Sumnjiva kupoprodaja

Osam i po hiljada strajkaca u srpskom "Sartidu" zahteva povecanje cene
rada na jedan dolar po satu i ostavku generalnog direktora "US Steel"-a
Srbija, Tomasa Kelija. Strajkaci zahtevaju i da vide kupoprodajni
Ugovor. Cudan je nacin na koji su Amerikanci kupili srpski
koncern"Sartid".
Pre dvadeset meseci slovacki ogranak kompanije "US Steel" potpisao je
sa "Sartidom" i vladom Srbije ugovore o zajednickoj proizvodnji i
nadzoru i "Pismo o strateškom partnerstvu". Nije jasna procedura kojom
su Amerikanci konacno kupili "Sartid" za samo 23 miliona dolara, što je
minimalmna cena. Pitanje je i šta ce uciniti konzorcijum evropskih
banaka koje su srpskoj korporaciji "Sartid" pre šest godina odobrile
kredit od 100 miliona dolara.
Kupovinom srpskog "Sartida", "US Steel" je dobio visokokvalifikovane
radnike, radnu snagu koju veoma jeftino placa i proizvode visokog
kvaliteta, namenjene izvozu. Amerikanci su dobili i luku na Dunavu i
Slobodnu zonu Smederevo i još dve fabrike u Šapcu i Kucevu. Prema
priznanju americkih strucnjaka i oprema u "Sartidu" je dobra. Narocito
je Amerikancima interesantan elektricni sistem valjaonice u Celicani.
Više od pet decenija rada nekoliko generacija u "Sartidu", poništeno je
ovom pljackom srpske privrede. Pogoni u "Sartidu" su komplementarni sa
slovackim u Košicama. "US Steel" osvaja celo podrucje jugoistocne
Evrope.
Juce je jedan strajkac u Smederevu nosio parolu: "Ovo je moja Srbija,
nije Divlji Zapad". Istocnu Evropu americke kompanije smatraju divljim
zapadom. Amerikanci kupuju Istocnu Evropu za perle od stakla.

---

LE DONAZIONI PER GLI OPERAI DELLE ACCIAIERIE DI SMEDEREVO IN SCIOPERO
VANNO VERSATE SUL CONTO DEI SINDACATI DI AMBURGO:
Kragujevac/J. Bergmann,
Hamburger Sparkasse (BLZ 200 505 50)
Konto-Nummer 1230 499 335
CAUSALE: Smederevo


=== 3 ===


http://www.b92.net/english/news/
index.php?&nav_category=&nav_id=25251&order=priority&style=headlines
Beta, October 29, 2003

Serbia launches bank privatisation

BELGRADE -- Tuesday – Serbia launched its bank
privatisation programme today with the appointment of
French investment bank BNP Paribas as official advisor
in the sell-off of three state-owned banks.
A statement from the Bank Recovery Agency said that
BNP Paribas had been asked to assist in the sale of Ju
Banka, Novosadska Banka and Continental Banka.

"Voce Jugoslava" / "Jugoslavenski glas"


Svakog utorka, od 14,00 do 14,30 sati, na Radio Città Aperta, i valu FM
88.9 za regiju "Lazio",
JUGOSLAVENSKI GLAS. 
Emisija je u direktnom prijenosu. Moze se pratiti  i preko  Interneta:
http://www.radiocittaperta.it
Kratke intervencije na telefon (0039) 06 4393512.  Emisija je
dvojezicna,  po potrebi i vremenu na raspolaganju.
Podrzite taj slobodni i nezavisni glas, kupujuci knjige, video kazete,
brosure, koje imamo na raspolaganju.
Pisite nam na: jugocoord@..., ili fax  +39 06 4828957.
Trazimo zainteresirane za usvajanje na daljinu, t.j. djacke stipendije
za djecu prognanika.
 

Ogni martedì dalle ore 14,00 alle 14,30,  
VOCE JUGOSLAVA  
su Radio Città Aperta, FM 88.9 per il Lazio. Si può seguire, come del
resto anche le altre trasmissioni della Radio,  via Internet
all'indirizzo:
http://www.radiocittaperta.it
La trasmissione è bilingue (a seconda del tempo disponibile e della
necessità). La trasmissione è in diretta. Brevi interventi allo 06
4393512. Sostenete questa voce libera e indipendente acquistando video
cassette, libri, bollettini a nostra disposizione. Sono possibili
adozioni a distanza (borse di studio).
Scriveteci via email: jugocoord@... ; tel/fax 06 4828957.


Program - programma 28.10.2003.

1. Jucer, danas sutra, datumi ...da se ne zaboravi.
Osnivanje brigade "Italia" u Beogradu. Sjecanje na naseg pocasnog  i
prije dvije godine  preminulog clana Giuseppe Marasa, komandanta
brigade "Garibaldi" od koje je, zajedno sa "Matteotti" brigadom, 
stvorena zatim brigada "Italia".
2. Kratke vijesti "od Triglava do Vardara...." i ne samo..
3. Apel za Fond odbora za obranu S. Milosevica (ICDSM talijanska
sekcija) i manifestacije 8. novembra u Hagu.

1. Ieri, oggi, domani, date... per non dimenticare.
La formazione della Brigata partigiana "Italia" a Belgrado. In questa
occasione il nostro ricordo va a  Giuseppe Maras, membro del CNJ, che
fu uno dei massimi protagonisti della formazione "Garibaldi" poi unita
insieme alla "Matteotti" per diventare la "Brigata Italia".
2. "Dal monte Triglav al fiume Vardar...", e non solo.
3. Appello per il finanziamento dell'ICDSM (Difesa di Milosevic) e per
la manifestazione dell'8 novembre all'Aia.

http://utenti.lycos.it/panerose/index.php?loc=2


Trieste: contro il monumento alle "vittime dei regimi totalitari".

Lettera aperta all’opinione pubblica triestina e alle sue forze
politiche, culturali e sociali

(16 ottobre 2003)


Come è noto, il comune di Trieste ha intenzione di porre in piazza
Goldoni un monumento dedicato alle “vittime dei regimi totalitari”, che
dovrebbe quindi ricordare assieme le vittime del fascismo e del
nazismo, coloro che caddero combattendo contro i due infami regimi e le
persone vittime della resa dei conti alla fine della guerra.

Facendo esempi concreti dovrebbe quindi ricordare Carlo Starc,
diffusore del giornale comunista sloveno "Delo", Ulderico Visentin,
consigliere comunale di Trieste, entrambi uccisi dalle squadre fasciste
nel 1922, Pino Tommasi (Pinko Tomazic), di Trieste, fucilato dai
fascisti nel 1941, Alma Vivoda, di Muggia, partigiana caduta nel giugno
'43, Franc Segulin, dirigente del movimento di liberazione sloveno,
Vincenzo Gigante, dirigente del PCI, Paolo Reti, dirigente della DC e
del CLN di Trieste, tutti e tre uccisi in Risiera; ma assieme a loro
anche persone come le SS Ermanno Callegaris e Ottocaro Crisa, lo
squadrista e poi milite fascista Arrigo Chebat, Antonio D'Este,
squadrista e federale fascista di Gorizia, nonché i componenti
l'Ispettorato speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia
(banda Collotti) Santo Camminiti e Argante Boato, tutti uccisi dai
partigiani alla fine della guerra.

Mettere queste persone assieme su uno stesso monumento significa di
fatto equipararle, omologando anche i valori ed i motivi per i quali
hanno combattuto e sono caduti e rivalutando così di fatto fascismo e
nazismo.

Che in una qualsiasi città d’Europa con un minimo di rispetto per se
stessa, ben addentro al ventunesimo secolo, un’amministrazione civica
possa solo concepire di erigere in pieno centro cittadino, su suolo
pubblico e con fondi pubblici, un monumento a volontari delle SS ed a
torturatori di professione è inaudito e sconvolgente.

Ancor più grave è che i responsabili di questa iniziativa abbiano la
faccia tosta di servirsi come paravento proprio delle vittime di
costoro, facendosi beffe di loro nella maniera più crudele ed offensiva.

Cos’hanno fatto le vittime dei nazifascisti per dover subire
quest’ulteriore affronto? Anche la loro memoria deve essere violata per
coprire con un manto di rispettabilità un monumento da erigere proprio
a coloro che volontari e volenterosi si offersero a sfruttare fino alla
morte nei lager, a torturare, violentare, storpiare, ammazzare?

Restare in silenzio dinanzi a tale subdola glorificazione della
barbarie più infame che la storia ricordi è indegno di qualsiasi essere
umano, di qualsiasi persona che conosca la differenza tra il bene ed il
male.

La nostra associazione – e con essa alcune migliaia di cittadini che
hanno firmato il nostro appello al Sindaco di Trieste perché venga
cambiata l'intitolazione del monumento – vuole impedire un simile
insulto alla memoria di tutte le vittime del fascismo e del nazismo,
tanto più grave in considerazione del fatto che nel centro cittadino di
Trieste non esiste nessun monumento alle vittime dei regimi fascista e
nazista e a coloro che diedero la vita per liberarcene paragonabile,
per dimensioni e collocazione, a quello che verrà posto in piazza
Goldoni.

In nome dell’umana dignità e della tutela della memoria di chi non è in
vita per poter dar voce al suo rifiuto, invitiamo ad unirsi a noi nel
rifiuto dell’intitolazione prevista per il monumento– come hanno già
fatto il comitato regionale del Friuli-Venezia Giulia e quello
provinciale triestino dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
ed i comitati triestini dell'Associazione nazionale degli ex Deportati
e dell'Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani
Antifascisti – i rappresentanti politici, le personalità, le
associazioni e le organizzazioni operanti sul territorio, affinchè
facciano quanto già fatto spontaneamente da migliaia di loro iscritti,
perché si sappia che nella nostra città ci sono anche persone ed
organizzazioni che credono nei valori della civiltà umana, affinchè
Trieste non divenga la città in cui si erigono monumenti alle SS.

Prima che sia troppo tardi ed il silenzio odierno venga letto come
assenso a continuare su questa strada fino alle più estreme conseguenze.


Promemoria

Associazione per la difesa dei valori dell’antifascismo e
dell’antinazismo
Drustvo za zascito vrednot protifasizma in protinacizma