Informazione

LA "NONVIOLENZA" E' STATA ARRUOLATA NELL'ESERCITO

Il Ministero della Difesa ed il Centro Militare di Studi Strategici
ormai co-promuovono iniziative insieme ad una certa area di "pacifismo
interventista": quell'area che preme, ogni volta, per la
internazionalizzazione delle crisi causate da frange terroristiche nei
paesi che l'imperialismo ha deciso di spaccare e soggiogare.

Nella iniziativa sotto riportata, ad esempio, spiccano i nomi di noti
attivisti dell'area nonviolenta cattolica, da molti anni ormai impegnati
nel sostegno alla causa secessionista pan-albanese. Chiuso un occhio (o
forse due) sui crimini perpetrati dall'Esercito Italiano ai danni delle
popolazioni balcaniche, direttamente nella primavera del 1999 e
successivamente per il tramite dell'UCK, i nonviolenti appoggiano la
permanenza delle nostre truppe su quei territori, a ristabilire lo statu
quo del 1941-1943. L'Italia - finalmente ritrovatasi potenza coloniale,
benche' stracciona come sempre - ringrazia per il servizio reso agli
interessi nazionali.

(I. Slavo)


> http://www.peacelink.it/webgate/pace/msg05318.html

To: pace@...
Subject: Pacedifesa - Newsletter n.2
From: "pacedifesa@..." <pacedifesa@...>
Date: Mon, 11 Feb 2002 10:14:10 +0100



Newsletter n.2


Newsletter n.2 del Centro Studi Difesa Civile


Qualora non intenda più ricevere nostre comunicazioni, La preghiamo di
inviare un messaggio vuoto a questo indirizzo:
unsubscr.pacedifesa@....
Per la segreteria del CSDC, Karl Giacinti e Sandro Mazzi.


La prima ricerca sul tema della difesa civile commissionata dal
Ministero della Difesa ad esponenti dell'area nonviolenta e obiettori di
coscienza. E' uscito:



La Difesa Civile ed il Progetto Caschi Bianchi



Peacekeepers civili disarmati



a cura di F. Tullio, ed. Franco Angeli, Milano 2001,

158 pagg., Lire 28.000

Hanno collaborato: Rocco Altieri, Mauro Cereghini, Paolo Di
Giandomenico, Giorgio Giannini, Alberto L'Abate, Giovanni Scotto, Andrea
Scognamillo


Si tratta di una ricerca curata dal Centro Studi Difesa Civile, La
Difesa Civile e il Progetto Caschi Bianchi. Peakeepers civili disarmati,
recentemente pubblicata dall'editore Franco Angeli.


La nostra è una proposta pragmatica maturata nell'ambito dell'area
nonviolenta al fine di individuare i principali strumenti civili che
contribuiscano alla prevenzione, alla gestione e alla risoluzione dei
conflitti. Siamo infatti convinti che la sicurezza di ogni paese, Italia
compresa, dovrà essere inserita in futuro in un progetto globale e
multidimensionale di sicurezza, non limitato esclusivamente agli aspetti
militari.


Il volume è il frutto della prima collaborazione italiana di ricercatori
che si identificano nei movimenti per la pace con un organo del
Ministero della Difesa, il Centro Militare di Studi Strategici. Crediamo
infatti che un confronto aperto e leale con le istituzioni democratiche
del nostro paese sia indispensabile per promuovere il rispetto dei
diritti umani e un approccio nonviolento alla prevenzione/trasformazione
dei conflitti in una fase storica che vede prefigurarsi all'orizzonte
uno stato di guerra permanente, oggi in Afghanistan domani chissà.


Nella ricerca viene individuato uno strumento in particolare - i "Corpi
Civili di Pace" o "Caschi Bianchi" - che può realizzare la cooperazione
civile-militare e organizzazioni governative-non governative in
interventi di politica estera che evitino il ricorso alla forza tout
court. Se infatti da un lato non si può negare il ruolo fondamentale di
controllo della violenza che possono avere le Forze Armate
internazionali in un teatro di guerra (ad esempio nelle missioni
internazionali di pace sotto l'egida dell'ONU), dall'altro bisogna anche
dare piena dignità al lavoro degli "operatori di pace", specialisti in
azione umanitaria, mediazione, negoziato, sviluppo di comunità, diritti
umani e processi elettorali, attraverso l'esperienza accumulata in
questi anni da quella parte del mondo del volontariato che rivolge la
propria attenzione ai paesi colpiti da guerre o da emergenze umanitarie.


Il CSDC si è costituito nel 1984 ed ha contribuito alla emanazione della
legge 230/98, di riforma del servizio civile, in particolare per
l'inserimento dei paragrafi che prevedono la ricerca e la
sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta e l'utilizzo
degli obiettori in missioni all'estero. Ha poi effettuato le prime
ricerche istituzionali in tal senso.


Dall'inizio del 2000, gli aspetti operativi, amministrativi ed
organizzativi degli interventi di mediazione, di problem solving e di
formazione, sono stati delegati alla agenzia "Mediazioni" appositamente
costituita. Sono rimaste di diretta competenza del CSDC la ricerca e la
progettazione della strategia psico - sociale per la trasformazione dei
conflitti.

Per maggiori informazioni e per approfondimenti:

Centro Studi Difesa Civile

Segr. operativa RM: C/o Associazione per la Pace
uff. naz. Via Salaria 89 - 00198 Roma

Resp. Karl Giacinti

Tel. 338.63.73.236; pacedifesa-roma@...

Segr. operativa PG: C/o AUOC, Via della Viola 1- 06122 Perugia

Resp. Sandro Mazzi

Tel. 075 572.66.41; pacedifesa@...


siti amici
Coop. Mediazioni:www.mediazioni.org
Comitato promotore CeCoP:http://go.to/cecop

OPERAZIONE GEHLEN:
LA RADICI NAZISTE DELLA CIA E DELLA NATO

Original URL for this article:
http://emperors-clothes.com/docs/gehlen2.htm
Alternative address is
http://emperor.vwh.net/docs/gehlen2.htm

Sull'argomento si veda anche:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/952

Traduzione inviataci da Alessandro Lattanzio

IL PEGGIOR SEGRETO DELL'ORSO GOFFO
di Jared Israel
[2 Dicembre 2001]

L'articolo seguente, tratto dal 'San Francisco Bay
Guardian', intitolato, 'The
CIA's Worst-Kept Secret.' Riguarda alcuni documenti di
recente declassificati della CIA. Tali documenti,
18.000 pagine, confermano il reclutamento e il
salvataggio, da parte dell'intelligence USA, di
nazisti, a aprtire dalla fine della seconda guerra
mondiale.

Ho scritto questo articolo per due motivi. Primo,
include delle informazioni notevoli sul matrimonio
Nazisti-CIA. Secondo. Presenta informazioni da un
prospettiva che considero sia ingannevole che diffusa,
che merita comunque una discussione.

L'articolo è stato scritto da Martin Lee. Lee
argomenta che dopo la seconda guerra mondiale, le spie
naziste ingannarono gli USA, nascondendole, e, quindi
salvando dalle persecuzioni, se stesse e la loro rete
spionistica.

Cita il caso del Generale Reinhard Gehlen. Gehlen era
stato il capo dell'intelligence nazista in URSS e
nell'Europa Orientale. Secondo Lee, Gehlen ingannò il
capo delle spie Allen Dulles, che più tardi divenne
direttore della CIA, nel modo seguente:

"Gehlen venne rapidamente spedito a Fort Hunt.
L'immagine che proiettava durante i dieci mesi di
negoziati a Fort Hunt era, in gergo dello spionaggio,
una "leggenda", uno che incardinava la falsa
affermazione di Gehlen che egli non fosse mai stato un
nazista, ma si era sempre dedicato alla lotta al
Comunismo.
Tra coloro che vennero ingannati, vi era il futuro
direttore della CIA Allen Dulles, che divenne il
maggiore sostenitore di Gehlen tra i gli incerti
politici statunitensi." (dal testo seguente)

C'è qualche problemino qui

Iniziando più di dieci anni prima, Allen Dulles, un
importante diplomatico e spia, e suo fratello, John
Foster, un insider di Wall Street, creò un apparto
finanziario-spionistico per assistere i nazisti.
Dulles ebbe un lungo periodo di relazioni amichevoli
con i nazisti. Perché, rimanendo sul caso, Dulles fu
turbato quando apprese che Gehlen (capo delle spie
naziste) era un nazista? (1)

Comunque, Gehlen non era una spia qualsiasi. Il suo
lavoro non era solo coordinare la raccolta di
informazioni. Ma era il responsabile chiave del lavoro
dei gruppi fascisti, nei paesi occupati dell'Est, come
la Guardia di Ferro in Romania, i Vanagi lituani e gli
Ustashi croati. Questi gruppi commisero le più
efferate atrocità contro gli 'Untermenschen', ebrei,
zingari, serbi e altri slavi e cristiani ortodossi,
cosi come contro anti-nazisti, sia comunisti cje non,
inclusi vari gruppi nazionalisti che resistevano ai
nazisti. Gehlen era un importante criminale di guerra.

Allen Dulles sapeva tutto ciò? Certo che lo sapeva.
Era stato direttore delle spie USA con almeno tre
decenni di esperienza e che aveva lavorato con la
leadership nazista per venti anni. Dulles tentò di
portare segretamente Gehlen negli USA, precisamente
per evitare che cadesse in mano dei sovietici, che lo
processassero come criminale di guerra, e che lo
impiccassero.

Una volta messo Gehlen al sicuro negli USA, Allen
Dulles e altri direttori dell'Intelligence USA,
incontrarono Gehlen e pianificarono una operazione da
incubo: un vasto apparato di spionaggio e sovversione
europeo, controllato da Washington ma pieno di
migliaia di criminali di guerra nazisti. I nazisti
avevano perso la guerra, ma il nazismo aveva trovato
nuova vita. (6)

Quando Allen Dulles conobbe Gehlen come comandante
dell'esercito di una mostruosa guerra criminale in
Europa Orientale e in Russia, come faceva Dulles a
supporre che Gehlen non fosse un nazista(cosa
francamente incredibile)?

Il suggerimento di Lee, che il salvataggio e la nomina
di Gehlen da parte di Dulles, potrebbe essere meno
mostruoso poiché venne ingannato sul credo nazista di
Gehlen, è tipico del modo con cui mass media abbia
ripuliscono la politica estera americana dal 1945.

Secondo tale ragionamento, è un crimine se un nazista
(o un terrorista islamista) commette della atrocità da
parta sua. Ma se commette delle atrocità per conto dei
leaders degli USA, questi ultimi sono a) ingenui
riguardo ai nazisti (o terroristi islamisti) e sono b)
hanno solo usato i nazisti o i terroristi nel
perseguire i buoni valori americani, allora è OK.
Queste minacciano il sistema della politica estera
degli USA come se fossero un ragazzino eterno che è
stato traviato da una pessima compagnia, ma, certo,
crescerà e ne uscirà fuori. in

Pochi di noi hanno mai letto i documenti
declassificati sui rapporti Nazisti-CIA. Articoli come
quello di Lee del 'San Francisco Bay Guardian', un
quotidiano di sinistra, può plasmare la nostra
visione. Attraverso l'articolo, Lee traccia Washington
come una ingenua, intrappolata dalla mentalità della
guerra fredda, nel reclutare i nazisti (o suggerisce
alla fine dell'articolo, reclutando molti di loro,
sai, i nazisti sono OK, ma solo se presi con
moderazione..)

Può un ragazzo intelligente come Lee credere veramente
che gli assai sofisticati uomini, che forgiavano la
politica estera degli USA nei precedenti 50 anni,
siano inconsapevolmente andati a letto con i peggiori
macellai del secolo? Non dico, ma con questa idea
assurda presentata nell'articolo, Lee il ciritco,
giustifica quelle cose che sembra attaccare.

"PUO' ESSERCI UN CONNUBIO NAZISTI-CIA A CAUSA DELLA
MENTALITA' DELLA GUERRA FREDDA"?

Tale nozione, portata avanti da Lee, è contraddetto da
due fatti:

Fatto 1 - No, perché inizio assai presto

Washington iniziò a lavorare con alti ufficiali nel
Vaticano alla fine della guerra per sistemare le vie
di fuga dei nazisti. Alcuni nazisti che salvarono che
erano delle spie. Altri erano solo macellai nazisti.

Le vie di fuga, appropriatamente dette 'ratlines',
iniziavano in Europa Orientale e nei Balkani,
soprattutto in Croazia, e finivano negli USA, Canada,
Australia, America Latina, ecc. Come può essere vero
che gli USA organizzassero le ratlines per via della
mentalità da guerra fredda, quando non era ancora
iniziata? (2)

Mr. Lee sa che gli USA iniziarono a salvare i nazisti
prima che la guerra fredda iniziasse. Puntualizza ciò:

"...è falsa la prevalente nozione occidentale che
l'aggressiva politica sovietica fosse la causa
primaria dell'inizio della guerra fredda."

Ottima puntualizzazione. Ma allo stesso tempo Lee
scrive:

"La precoce corte di Gehlen da parte dell'intelligence
USA, suggerisce che Washington entra nella guerra
fredda assai prima di quanto si sappia."

Cosa significa ciò? Sa l'aggressiva politica sovietica
non ha provocato la guerra fredda, perché Lee dice che
"Washington era [già]nell'era della guerra fredda"
alla fine della seconda guerra mondiale? La Guerra
Fredda non richiede due avversari?

Ciò che Lee probabilmente vuole dire è che alla fine
della 2° G.M. Washington stava attaccando la Russia!"
. Insomma era precisamente una azione criminale e
bellica di Washington, come il salvataggio di
criminali di guerra nazisti, che creò il clima di
ostilità internazionale e divenne nota come Guerra
Fredda.

Nei quindici anni dopo la 2° G. M., Washington e Wall
Street, inclusi i fratelli
Dulles e il nonno e il bisnonno del Presidente Bush,
giocarono un ruolo pericoloso. Aiutarono i nazisti
quando erano al potere e poi, li rimisero al potere.
Con il loro aiuto, l'industria bellica tedesca, già
danneggiata, venne ricostruita in tempo di record.

Perché Dulles e la famiglia Walker/Bush e altri
personaggi dell'Establishment USA finanziarono la
creazione di una potente Germania fascista? Lo fecero
per potere pianificare l'attacco nazista contro la
Russia Sovietica.

Come dice il poeta, i migliori piani di topi e uomini
spesso falliscono. Invece di attuare il loro ruolo
assegnato, la conquista della Russia, i nazisti
tedeschi decisero di conquistare tutti. Washington e
Londra risposero a questa inaccettabile ambizione in
modo adeguato. Primo permettere ai nazisti di
infliggere il massimo danno all'URSS. Allora avrebbero
aperto il secondo fronte (l'invasione della Normandia)
allo scopo di prevenire la liberazione sovietica
dell'Europa e assicurare la totale distruzione dei
nazisti.

Dopo la 2° G.M., Washington non poteva iniziare la
Guerra Fredda. Semplicemente continuarono il loro
piano di impiego dei nazisti e della Germania contro
l'URSS. Eccetto l'apparato attuale dei nazisti
esistente in tutta l'Europa Orientale e sudorientale
(Russia compresa), l'influenza sovietica era assai più
ampia.

Fatto 2 - No, poiché l'Establishment della politica
estera degli USA, non usarono i nazisti solo per
spiare.

Gli assassini nazisti che gli USA salvarono. In
violazione delle leggi e della decenza, non erano solo
della spie. molti di essi erano dei criminali di
guerra mostruosi. E queste spie/criminali di guerra
non sarebbero stati salvati semplicemente. Rifugiati
in vari paesi, e quindi dimenticati.

Invece gli USA mantennero una grande rete di
"rifugiati" e di loro contatti in tutta l'Europa, per
tre scopi:

* spiare;

* accrescere la rete di fascisti dedicata
all'infiltrazione, sovversione e il sabotaggio dei
paesi socialisti o non dell'Europa, una rete legata
all'intelligence USA (e tedesca);

*a preparare una forza che avrebbe rovesciato i paesi
socialisti, specialmente gli strategici stati baltici
di Lituania, Lettoni e Estonia, e dei paesi Balcanici,
specialmente la Jugoslavia, quando il tempo sarebbe
venuto.

I rifugiati nazisti e filo-nazisti, erano mantenuti a
spese dei contribuenti USA, attraverso i programmi
come l'Assemblea dei paesi sottomessi.(3)

Tra la fine degli anni '80 l'inizio degli anni '90,
molti criminali di guerra nazisti, protetti dagli USA
(e i loro figli) ritornarono in Europa orientale e nei
Balcani dove aiutarono a lanciare i movimenti
secessionisti, installando governi fantoccio filo-USA
e filo-tedeschi, assassinare coloro che si opponevano
e spargere odi etnici. Per esempio, il ritorno dei
fascisti aiutò il gruppo neo-nazista di Franjo
Tudjman, l'Unione Democratica Croata o HDZ, prese il
potere in Croazia e iniziò la guerra secessionista
contro la Jugoslavia nel 1991. (4)

LA TEORIA DELL'ORSO GOFFO NELLA POLITICA ESTERA USA

Perché criticare la politica estera degli USA se
spesso Washington viene presentata come una forza
passiva ? perché parlare costantemente di USA
utilizzati come rifugio dagli esiliati cubani per i
loro scopi, o che gli USA si accordavano ancira una
volta per aiutare l'UCK e che presto o tardi gli USA
avrebbero scoperto quali mostri fossero i
secessionisti alabnesi, ecc. (5)

Due spiegazioni vengono in mente.

Primo, volente o non volente, la gente tende a
autocensurarsi davanti al potere sprezzante.

Quando si critica l'Establishmentche bombarda una
fabbrica di pillole, poiché non glipaive il governo
(come ha fatto gli USA con il Sudan), che bombarda la
Bosnia, il Kosovo e l'Iraq con armi radioattive e
spedisce migliaia di soldati propri e alleati in aree
contaminate, che rifiuta di punire il comandante del
sottomarino che ha ucciso dei pescatori giapponesi
mentre faceva acrobazie con il sottomarino nucleare,
criticare l'Establishment è una esperienza che la
tentazione dell'esercizio limita.

Se per esempio, si argomenta che Washington era
coinvolta con i lavori dei nazisti, si deve sentire
ragionevolmente sicuro. Non si sfida la legittimità di
fondo dell'asse Wall Street-Washington. Ma se uno dice
che gli incubi della politica estera USA sono stati,
come nelle attività umane a grande scala, pianificate,
allora viene accusato di cospirazionismo, di
estremismo, o peggio. Una volta si trovavano certe
porte, già aperte, adesso sono fermamente chiuse, o
peggio..

Secondo, la TV e i films statunitensi, visti dalle
persone di tutto il mondo, proiettano un'immagine
ufficiale di una America innocente: gentile, potente e
anche buona; facilmente manipolabile e ingannabile.
Ciò gioca un grande ruolo nel condizionare il pensiero
del governo USA come un orso impacciato.

I film sono parzialmente responsabili per questa
immagine senza senso dei leaders statunitense,
lasciatemi parafrasare un famoso film a mo di
confutazione:

"non sono molto sicuro se siamo ingenui come si
suppone. Questo tipo di reputazione può essere un buon
affare, abbatte le critiche e rende più facile fare
affari con il nemico" (con scuse a Sam Spade nel
'Maltese Falcone' che si può vedere su
http://www.filmsite.org/malt.html)

Washington era stato un innocente spettatore della 2°
G.M.? Ciò non è vero di sicuro. L'OSS, predecessore
della CIA, era stata impegnata in tutta l'Europa. Gli
operativi dell'OSS sanno, e riportano, che crimini
mostruosi furono commessi dai nazisti, i seguito
Washington reclutava gli stessi nazisti nella nascente
organizzazione coperta, il braccio più sensibile del
governo USA.

Pensate questo. L'OSS era una piccola organizzazione.
L'apparto nazista era enorme e ben organizzato.
Assorbendo i nazisti nell'intelligence USA come un
serpente quando ingoia un topo. Che significa ciò?
Significa che le forze più potenti degli USA avevano
deciso l'esistenza della CIA, i sostanza una
organizzazione nazista.

Scopo di Washington, era distruggere l'URSS e gli
altri stati socialisti e portarli sotto il dominio
degli USA. Nel modo con cui i pianificatori di
Washington vedevano le cose, i nazisti avevano
parecchie virtù. Rispettavano il capitalismo.
disprezzavano i gruppi che volevano resistere alla
dominazione USA (inclusi i serbi e altri slavi,
zingari, altri popoli dalla "pelle scura". Ecc.).
Inoltre, l'intensità del loro odio diede energia al
loro lavoro. Erano esperti nella demagogia,
sovversione, assassinio e nella tortura.

Numerose virtù; solo una macchia: una pessima
reputazione, riguardo la quale, nessun problema fin
quando arriva la verità. E quando dovesse arrivare
(che oggi trapela) la cosa importante per il punto di
vista di Washington era ed è assicurarsi che la
inevitabile critica avesse la propria risposta
menzognera.
Lasciatemi criticare che era tutto terribile, stupido,
spietatamente fasullo, e noi dobbiamo imparare la
'nostra' lezione e mai, mai far succedere ancora
queste cose.

Meglio essere attaccati per la efferata stupidità che
per un efferato male. Per questo scopo finale, il
Presidente Clinton istituì il 'Gruppo di Lavoro
Interagenzia'(IWG), fece si che "allievi, ufficiali
pubblici, ex-ufficiali dell'intelligence che avevano
aiutato la CIA a preparare i documenti per la
declassificazione." Sembra che Lee abbia accettato la
visione dell'IWG sulla connessione nazisti-CIA.

Sotto l'articolo del 'San Francisco Bay Guardian'.

In seguito a questo articolo ho messo delle note di
dissenso

Jared Israel, 21 Maggio 2001


Il peggior segreto della CIA
'San Francisco Bay Guardian', Maggio 7, 2001

Documenti recentemente declassificati confermano la
collaborazione tra USA e nazisti
Martin A. Lee


"Onesto e idealista ... amante del buon cibo e del
buon vino... mente spregiudicata..."

Ecco come, nel 1952, la Central Intelligence Agency
descriveva l'ideologo nazista Emil Augsburg,
professore dell'infame istituto Wannsee, il centro
studi delle SS, coinvolto nella pianificazione della
soluzione finale. L'unità SS di Augsburg attuò
"compiti speciali", un eufemismo per dire sterminio
degli ebrei e altri "indesiderabili" durante la
Seconda Guerra Mondiale.

Sebbene ricercato in Polonia per crimini di guerra,
Augsburg s'ingraziò la CIA, che lo impiegò alla fine
degli anni '40 come esperto di questioni sovietiche. I
documenti della CIA Recentemente rilasciati, indicano
che Augsburg era uno dei peggiori criminali di guerra
reclutati dall'intelligence USA, subito dopo la resa
tedesca agli alleati.

Grazie al Congresso che, tre anni fa, approvò il Nazi
War Crimes Disclosure Act
documenti una volta estremamente riservati della CIA,
confermano che uno dei peggiori segreti della guerra
fredda, l'impiego da parte della CIA, di una estesa
rete spionistica nazista per attuare una campagna
clandestina contro l'URSS.

I documenti della CIA mostrano che ufficiali USA
sapevano di aiutare parecchi veterani nazisti che
avevano commessi crimini orrendi contro l'umanità, ma
tali atrocità vennero giustificate come crociata
anti-comunista vigente al momento. Per i nazisti, che
inoltre, erano stati accusati di crimini di guerra, la
CIA fece in modo di far loro evitare la prigione.

"I veri vincitori della guerra fredda furono i
criminali di guerra nazisti, parecchi di essi
sfuggirono alla giustizia poiché est e ovest subito
dopo la guerra si contrapposero", dice Eli Rosenbaum,
direttore dell'Ufficio delle investigazioni speciali
del Dipartimento della Giustizia e capo cacciatore di
nazisti americano. Rosenbaum ha lavorato pressso la
Interagency Working
Group Committee, costituito da Clinton, cui studenti,
pubblici ufficiali, professori e ex-agenti
dell'intelligence aiutarono la CIA a preparare i
documenti da declassificare.

Parecchi nazisti ricevettero blande punizioni, o
nessuna punizione, o ricevettero compensi, poiché la
agenzie spionistiche dell'occidente li ritenevano
utili per la futura guerra fredda. L'IWG affermò, dopo
il rilascio di 18.000 pagine di materiale della CIA (
altri ancora sono da declassificare.)

"Non sono solo documenti storici", insiste
l'ex-congressista Elizabeth Holtzman, membro del
gruppo di studio della documentazione CIA. Ciò che
preoccupava Holtzman era la nascita di domande
critiche, sulla base dei documenti della CIA,
riguardanti la politica estera degli USA e le origini
della guerra fredda.

La decisione di reclutare spie naziste ebbe un impatto
negativo sulle relazioni URSS-USA e permise la
tolleranza da parte degli USA, riguardo alla
violazione dei diritti umani e di altri crimini,
commessi in nome dell'anti-comunismo. L'abbraccio
fatale renderà la morte una sfumatura della litania
anticomunista dell'interventismo della CIA nel mondo.

L'organizzazione Gehlen

La figura chiave della parte tedesca della rete
nazisti-CIA, era il generale Reinhard Gehlen, che era
stata la maggiore spia anti-sovietica di Adolf Hitler.
Durante la 2° G.M., coordinò tutte le operazioni
tedesche d'intelligence militare in URSS e in Europa
orientale.

Quando la guerra stava per finire, Gehlen prevedeva la
rapida rottura delle relazioni sovietico-statunitensi.
Comprendendo che gli USA avrebbero avuto bisogno di
una struttura spionistica in Europa Orientale, Gehlen
si arrese agli americani e dipinse se stesso come uno
che avrebbe dato un contributo determinante nella
prossima guerra ai comunisti. Inoltre avrebbe
condiviso il suo vasto archivio spionistico sull'URSS,
promettendo che avrebbe risuscitato una rete occulta
di agenti ferocemente anticomunisti, che erano
dislocati in modo da provocare stragi nei paesi
dell'Europa Orientale e in URSS.

Sebbene il trattato di Yalta affermasse che gli USA
avrebbero consegnato ai sovietici tutti gli ufficiali
tedeschi che erano stati coinvolti "in azioni sul
fronte orientale", Gehlen venne rapidamente spedito a
Fort Hunt. L'immagine che proiettava durante i dieci
mesi di negoziati a Fort Hunt era, in gergo dello
spionaggio, una "leggenda", uno che incardinava la
falsa affermazione di Gehlen che egli non fosse mai
stato un nazista, ma si era sempre dedicato alla lotta
al Comunismo.
Tra coloro che vennero ingannati, vi era il futuro
direttore della CIA Allen Dulles, che divenne il
maggiore sostenitore di Gehlen tra i gli incerti
politici statunitensi.

Gehlen ritornò in Germania occidentale, nell'estate
del 1946 con lo scopo di ricostruire la sua
organizzazione spionistica e riesumare lo spionaggio
all'est a vantaggio dell'intelligence USA. La data è
significativa, è precedente a quella dell'inizio della
guerra fredda, che secondo gli storici, non iniziò
prima di un anno dopo. La precoce corte di Gehlen da
parte dell'intelligence USA, suggerisce che Washington
entra nella guerra fredda assai prima di quanto si
sappia. Lo stratagemma di Gehlen si basava sulla
prevalente nozione occidentale che l'aggressiva
politica sovietica avrebbe condotto inevitabilmente
alla guerra fredda.

Basatosi vicino Monaco, Gehlen iniziò a reclutare
migliaia di veterani della Gestapo, della Wehrmacht, e
perfino i più vili dei vili, i vecchi burocrati che
avevano condotto l'apparato amministrativo centrale
dell'Olocausto, furono i benvenuti nella "Gehlen Org,"
come era chiamata, incluso Alois Brunner, superiore di
Adolf Eichmann. Il maggiore della SS Emil Augsburg e
il capitano della Gestapo Klaus Barbie, noto anche
come il "Macellaio di Lione" erano tra coloro che
lavoravano sia per Gehlen che per l'intelligence USA.
"Sembrava che nel quartier generale di Gehlen, la SS
preparasse il luogo affinché l'élite di Himmler avesse
una felice luogo riunione" riporta la Frankfurter
Rundschau, nei primi anni '50.

Inserito ben dentro, depositato e stoccato nella CIA,
l'apparato di Gehlen, infestato di spie naziste,
funzionò come gli occhi e le orecchie segrete degli
USA nell'Europa centrale. L'Organizzazione giocherà un
ruolo ancor più importante nella NATO, fornendo i
due/terzi delle informazioni sul Patto di Varsavia.
Sotto gli auspici della CIA, e più tardi a capo del
servizio segreto della Germania Ovest, fino al ritiro
nel 1968, Gehlen esercitò una considerevole influenza
sul politica USA verso il Blocco sovietico. Quando i
capi spia degli USA desideravano controllare una
nazione, si volgevano alla sempre disponibile Org, che
serviva da fornitrice di operazioni di guerriglia
senza speranza e di lanci aerei oltre la cortina di
ferro, e altre cervellotiche operazioni della CIA.

Sistemare anatre da disinformazione

...i veterani del Terzo Reich, erano spesso provati
adepti dello smercio di notizie, spesso false, in
cambio di danari e sicurezza, conclude l'IWG panel.
Molti nazisti facevano il doppio gioco, alimentando i
timori in entrambi i contendenti del conflitto
est-ovest e predicando la reciproca diffidenza che
emergeva dalle rovine della Germania di Hitler.

Il Generale Gehlen spesso esagerava la minaccia
sovietica, allo scopo di esacerbare la tensione tra le
superpotenze, a un certo punto ebbe successo nel
convincere il Generale Lucius Clay, governatore
militare della zona di occupazione USA in Germania,
che la maggiore mobilitazione di guerra sovietica era
iniziate in Europa orientale. Ciò spinse Clay a
inviare un disperato telegramma top-secret a
Washington, nel Marzo 1948, avvertendo che la guerra
"stava per esplodere".

La strategia di disinformazione di Gehlen era basata
su una semplice premessa, la guerra fredda dava un
maggior spazio di manovra ai seguaci di Hitler. La Org
poteva fiorire solo sotto le condizioni della guerra
fredda; come un istituto cui fosse assegnato il
compito di perpetuare il conflitto
sovietico-statunitense.

"L'agenzia amava Gehlen poiché gli dava ciò che voleva
sentire. Ci imbrogliò costantemente, e noi lo pagavano
sempre, il Pentagono, la Casa Bianca, i giornali.
Amavano tutto ciò. Ma ci dava solo spazzatura russa, e
ciò provoco parecchi danni alla nazione" così dice,
all'autore, un ex-agente in pensione della CIA
Christopher Simpson, che ha lavorato presso l'IWG
panel e autore di "Blowback:America's Recruitment of
Nazis and Its Effects on the Cold War."

CONSEQUENZE INASPETTATE

Membri della Gehlen Org aiutarono migliaia di fascisti
a fuggire, via "ratlines", verso porti sicuri
all'estero, spesso con l'aiuto di ufficiali
dell'intelligence USA.

Gli espatriati del Terzo Reich e i collaboratori
fascisti, in qualità di "consiglieri alla sicurezza",
invasero, di conseguenza, il Medio Oriente e l'America
Latina, dove gli squadroni della morte di estrema
destra hanno lasciato tuttora la loro eredità. Klaus
Barbie, per esempio, aiutò parecchi regimi militari in
Bolivia, dove insegnava ai soldati le tecniche della
tortura e aiutava a proteggere il florido commercio di
cocaina, tra gli anni '70 e gli anni '80.

Gli agenti della CIA, infine, compresero che la
vecchia rete nazista, interna alla Gehlen Org avrebbe
arrecato problemi inattesi. Finanziando Gehlen la CIA
inconsapevolmente dava alle spie sovietiche la
possibilità di ingannare l'intelligence USA.
L'abitudine di Gehlen di impiegare ex-nazisti
compromessi, e la CIA non voleva sanzionare questa
pratica, permise all'URSS di infiltrare il sevizio
segreto della Germania ovest, inserendovi parecchi
agenti.

...Riconoscendo lentamente che i loro nazisti in
affitto mostravano solo una fedeltà di facciata verso
l'alleanza occidentale, mantenuta fin quando sarebbe
stata tatticamente vantaggiosa, la CIA investì
parecchio nei trucchi da baraccone dei nazisti di
Gehlen. "Era un orrendo inganno, moralmente,
politicamente e anche nei termini di vera pragmatica
intelligence" afferma il professore universitario
statunitense Richard Breitman, presidente dell'IWG
panel.

Poco più di una frivola spia pasticciona, la débacle
Gehlen si svela quale morale della favola in un
momento in cui il trionfalismo post-guerra fredda, e
un arrogante unilateralismo afferra i dirigenti USA.
Se non altro ciò dimostra la necessità per gli USA di
confrontarsi con i propri demoni, adesso che i
sempiterni guerrieri freddi stanno di nuovo risalendo
ai vertici di Washington.

(C) 'San Francisco Bay Guardian,' Reprinted for Fair
Use Only

(1/2, continua)

(2/2 - fine)


ALTRI COMMENTI SULL'ARTICOLO DEL 'GUARDIAN'

PRIMO: RIGUARDO LE FALSE INFORMAZIONI

Lee scrive che il Generale Gehlen passò a Washington
false informazioni su una supposta avanzata sovietica
e aggiunge che:

"La strategia di disinformazione di Gehlen era basata
su una semplice premessa, la guerra fredda dava un
maggior spazio di manovra ai seguaci di Hitler. La Org
poteva fiorire solo sotto le condizioni della guerra
fredda; come un istituto cui fosse assegnato il
compito di perpetuare il conflitto
sovietico-statunitense."

Primo ciò che presenta come un fatto è solo una
speculazione. Sappiamo come Gehlen inventava ogni
pezzo particolare della disinformazione, o piuttosto
come la CIA gli dava le istruzioni per 'inventarsele'.

Secondo, che i nazisti della CIA ogni tanto
fabbricassero falsi rapporti per aumentare le tensioni
o apparire utili. Ciò è sempre possibile nelle
organizzazioni d'intelligence. (Lo splendido racconto
di Graham Greene 'Il nostro uomo all'Avana' riguardo a
un agente dell'intelligence inglese a Cuba che
fabbricava una intera rete spionistica allo scopo di
avere un lavoro.)

Invece, la CIA stessa è famosa nel raccontare favole
incredibili sugli scopi di coloro che resistono al
dominio USA. Come nelle dichiarazioni che aiutano a
creare un'atmosfera tesa in cui le politiche
aggressive vengono giustificate.

La domanda non è se i nazisti qualche volta
ingannassero Washington, o piuttosto che
l'intelligence sovietico potesse qualche volta usare i
nazisti contro Washington. La domanda è: cosa
Washington pianificasse e dove?

Washington voleva distruggere l'URSS e installare
governi-fantoccio in Europa Orientale e nei Balcani?
Washington adesso desidera in una retrovia sicura
mentre sposta le basi NATO verso i confini della
Russi, allo scopo di facilitare una 'guerra a bassa
intensità contro la? Io credo che la risposta a
entrambe la domanda sia: sì.

L'apparato nazista era e rimane utile nell'attuare
queste strategie.

DUE: QUANTO E' COSTATO 'INVESTIRE NEL NAZSIMO'? O:
QUANTO COSTA LA GIUSTA QUANTITA' DI DIRITTO?

Lee scrive:

"Riconoscendo lentamente che i loro nazisti in affitto
mostravano solo una fedeltà di facciata verso
l'alleanza occidentale, mantenuta fin quando sarebbe
stata tatticamente vantaggiosa, la CIA cercò di fare a
meno dei trucchi da baraccone dei nazisti di Gehlen.
"Era un orrendo inganno, moralmente, politicamente e
anche nei termini di vera pragmatica intelligence"
afferma il professore universitario statunitense
Richard Breitman, presidente dell'IWG panel."

'Falsa fedeltà'? su cosa si basava tale fedeltà
nazista? Il problema è che Lee procede dall'assunto
che Washington si fosse ingannata nel reclutare i
nazisti. Tale assunto è sbagliato; è contraddetto
dalla piena evidenza che presenta. Come molti, trova
difficile cambiare questo assunto; così invece offre,
a modo di compromesso, la nozione che i nazisti
fossero insinceri. (sono solo io a sobbalzare nel
pensare che i nazisti fossero insinceri?)

E cosa i nazisti dovevano fare per mostrare sincera
fedeltà? Molti lavori 'fedeli'. La questione è: che
lavoro stavano facendo.

Dice Lee, " la CIA investì parecchio nei trucchi da
baraccone dei nazisti di Gehlen." Prima parla dello
"stratagemma di Gehlen." E quindi commenta che non era
che "poco più di una frivola spia pasticciona "!

Tale linguaggio suggerisce che Lee, come parecchi
americani, non sanno cosa è accaduto veramente. La
'gente' che Allen Dulles e soci salvarono e
reclutarono nella CIA non erano dei chiacchieroni. Non
erano delle semplici 'poco più che frivole spie
pasticcione'
Questi criminali vennero salvati per fare un lavoro.

Inoltre la Central Intelligence Agency aveva al centro
della sua direzione operativa, fina dalla sua
creazione, dei genocidi. Vennero usati in tutti il
mondo, dopo aver fatto quel che hanno fatto durante la
seconda guerra mondiale.

Cosa fecero durante la seconda guerra mondiale?
Quali conoscenze portarono alla CIA?

Consideriamo gli Ustashi croati.
Questi scagnozzi del regime clerico-fascista ( il
termine "clericale" è usato per descrivere gli Ustashi
poiché il clero cattolico controllava questo movimento
fascista) assassinarono centinaia di migliaia di
serbi, ebrei e 'zingari'.

"Il regime Ustasha in Croazia, che guidò, nell'estate
1941 lo sterminio e la cacciata dei serbi, fu uno
degli episodi più orrendi della seconda guerra
mondiale. Gli assassinii in massa attuati dagli
ustasha erano straordinariamente primitivi e sadici:
migliaia vennero gettati dalle cime montane, altri
bastonati a morte, o ebbero le gole tagliate, interi
villaggi furono bruciati, le donne violentate, le
popolazioni sottoposte alle marce della morte in pieno
inverno, e molti altri sfruttati a morte."
('Encyclopedia of the Holocaust,' Macmillan Publishing
Company, 1995)

membri degli Ustashi si trovavano tra i membri che
l'intelligence USA 'salvò' che riempivano i ranghi
della CIA e di altre organizzazioni occulte o
semi-occulte.

TRE: IL MATRIMONIO NAZISTI-CIA E' STATO UN 'ORRENDO
INGANNO'?

Lee riporta le dichiarazioni del Professore Richard
Breitman membro dell'IWG panel che il connubio
CIA-NAZISTI fosse un:

" Era un orrendo inganno, moralmente, politicamente e
anche nei termini di vera pragmatica intelligence."

Cose significa per il Professor Breitman descrivere
come un errore una cosa pianificata? Il reclutamento
di nazisti richiedeva il movimento di centinaia di
migliaia di criminali di guerra, la loro sistemazione
e nuove identità e finanziamenti per mezzo secolo, con
un costo totale di miliardi di dollari USA. Alla fine
degli anni '80, e ai primi anni '90, furono spediti,
con i loro figli, allo scopo di installare regimi
fascisti in Croazia e Bosnia; tali regimi sono
universalmente, e incredibilmente, descritti nei media
occidentali e dai leaders occidentali, come
'democratici'. In Lituania, dove i nazisti rimpatriati
e installatisi al potere, si onorano i lituani
filo-nazisti che durante la seconda guerra mondiale
massacrarono la locale popolazione ebraica, ortodossa
e i Bolsheviki.

In base a quale parametro si può descrivere tutto ciò
come un errore? E se un errore vuol dire non aver
lavorato?
Ma si è lavorato.

O forse Breitman e Lee pensano che è un errore poiché
è stato un male?

Ma fare del male è un errore?

Il Professor Breitman utilizza uno strano
ragionamento, si sospetta, per scopi politici.
Definire il connubio nazisti-CIA, con le sue
'ratlines' e 'nazioni di accoglimento', un errore,
lascia Washington fuori dai guai.
"ciò era controproducente " dice e pensa, "Bene, se è
controproducente allora, in un certo senso, Washington
ha subito una punizione strana."

Ma in effetti l'Establishment USA non ha mai pagato il
prezzo per il crimine mostruoso di aver salvato i
nazisti e per averli sguinzagliati, ancora una volta,
per il mondo.

Al contrario, guadagnò molto dall'uso smodato dei
mostri nazisti. Ottenne un apparato pronto in Europa
orientale e nei Balcani. Ottenne l'uso di un esercito
segreto per attuare ogni crimine in ogni luogo nel
mondo.

Tra l'altro, questo apparato aiutò la distruzione
dell'URSS, che era stato il maggiore ostacolo al
dominio USA del mondo.

QUATTRO: SE NON ALTRO...

L'autore termina con il seguente commento:

" Se non altro ciò dimostra la necessità per gli USA
di confrontarsi con i propri demoni, adesso che i
sempiterni guerrieri freddi stanno di nuovo risalendo
ai vertici di Washington."

Primo, perché se non altro? Perché Washington ha il
diritto di istituire un tribunale sui crimini di
guerra per punire persone (come il leaders Serbo
Milosevic)il cui unico crimine è aver resistito a
Washington, ma quando si ha a che fare con i veri
crimini di Washington, come il salvataggio e lo
sguinzagliare i mostri nazisti, è sufficiente
"affrontare i propri demoni" (8)

E secondo, cosa significa adesso che i sempiterni
guerrieri freddi stanno di nuovo risalendo ai vertici
di Washington "?

"Ancora"?

Forse per "Cold Warriors" Lee intende gli avvocati
dell'Impero, allora li prega, quando lasciano i
vertici? Lee crede che William Clinton non fosse un
guerriero imperiale, ma Bush sì?

Per tutti questi otto anni, l'amministrazione Clinton
ha condotto guerre continue contro il popolo della
Yugoslavia, l'ex-URSS, la Colombia, il Congo, il
Rwanda, ha attuato la guerra delle sanzioni contro 70
paesi, bombardando continuamente l'Iraq mentre
uccideva i suoi bambini, ecc. Continuano a impiegare
le 'nazioni sottomesse' naziste in Jugoslavia e Europa
orientale. È assai sviluppato l'uso del National
Endowment for 'Democracy', USAID e altre agenzie
semi-private e governative e ONG che sono la quinta
colonna negli altri paesi del mondo.

Sicuro, l'amministrazione Bush continua tali sforzi.
Ma la nozione che la politica estera di Bush,
rappresenta un cambiamento rispetto a quella di
Clinton, è una considerazione senza fondamento.

J.I. 21 Maggio 2001

ULTERIORI LETTURE

(1) Riguardo Allen Dulles e i nazisti: "Nazis in the
Attic." L'article è diviso in 6 parti. La Parte 3 e 5
riguardano proprio Dulles. L'articolo è su
http://emperors-clothes.com/articles/randy/swas1.htm

la sezione che tratta di Allen Dulles è la parte 3 su:
http://emperors-clothes.com/articles/randy/swas3.htm
e la parte 5 su:
http://emperors-clothes.com/articles/randy/swas4.htm#5
la parte 5 tratta anche del coinvolgimento della
famiglia Bush, fin dagli anni '20, nell'aiutare i
nazisti.

(2) Per una breve introduzione vedi 'The Vatican,
Croatia and the Nazi Gold' di Seán Mac Mathúna su:
http://www.flamemag.dircon.co.uk/the_vatican.htm

(3) Per veder estratti da 'Blowback' di Christopher
Simpson vai su:
http://www.thirdworldtraveler.com/Fascism/BareFists_B_CS.html
e
http://www.thirdworldtraveler.com/Fascism/Pipelines_B_CS.html

(4) Per il supporto USA ai macellai nazisti dopo la
2°G.M., vedi il libro "Blowback: America's Nazis and
Its Effect on the Cold War" di Christopher Simpson,
April 1988. Che si può trovare su Amazon.com
Sulla creazione della Croazia filo-nazista dei primi
anni '90, vedi:
http://emperors-clothes.com/docs/backin.htm#a

(5) Washington ha avuto un ruolo chiave nel creare il
movimento secessionista Albanese in Kosovo. La prova è
qui, sempre presente. Abbiamo subito messo in linea un
articolo: 'Dole Does Kosovo', che documenta l'aperto
tentativo di Washington di alimentare il
secessionismo in Kosovo nel 1990.
Otto anni dopo, Washington usò la copertura del Kosovo
Verification Mission per attuare operazioni di agenti
dell'intelligence e esperti militari per tentare di
addestrare l'UCK per farne un esercito moderno. Vedi
'The Cat is Out of the Bag' di Jared Israel su:
http://emperors-clothes.com/news/ciaaided.htm
e
* 'Why Albanians Fled Kosovo During NATO Bombing' su:
http://emperors-clothes.com/interviews/keys.htm

Questa intervista include informazioni non disponibili
altrove. È estremamente utile nel conoscere cosa
significa, in realtà, la sofisticata teoria
dell'"errore" di Washington.

(6) Sul Generale Gehlen, vedi:
http://emperors-clothes.com/docs/gehlen2-a.htm

(7) l'assalto alla Jugoslavia è stata una occasione,
forse l'esempio del più estremo della dottrina estera
di Washington, che può essere parafrasato nel modo
seguente: 'la bugia è meglio della spada.'

Il caso paradigmatico: l'UCK.

Il gruppo terroristico creato da USA e Germania. La
sua strategia è stata descritta da pubblicazioni della
NATO, come il 'Jane's Defense Weekly', era e rimane:
terrorizzare allo scopo di provocare risposte da
dipingere come repressione etnica e quindi usarle per
giustificare l'intervento NATO.

In altre parole, l'UCK è apertamente terroristico,
inoltre è razzista, si appella e incoraggia l'odio
contro gli slavi (soprattutto i srbi) e 'zingari'.

A questo punto: in una riunione di due anni fa, il
Senatore Joe Lieberman descrisse questa banda di
nazi-terroristi come:

"gli USA e l'UCK hanno la stessa concezione e
considerazione del valore umano e dei principi la
lotta dell'UCK è la lotta dei diritti umani e dei
valori americani."
('Washington Post,' 28 Aprile, 1999)

la bugia è meglio della spada.

Sul Senatore Joe Lieberman, vedi 'SENATOR JOE
LIEBERMAN - APOLOGIST FOR
THE FASCIST KLA' su:
http://emperors-clothes.com/articles/garris/duringthe.htm


8) Su Slobodan Miloshevich, vedi 'KLA Attacks
Everyone. Media
Attacks...Miloshevich?' su:
http://emperors-clothes.com/articles/jared/expan.htm

e "Statement of President Slobodan Milosevic on The
Illegitimacy of The
Hague 'Tribunal'" su:
http://www.icdsm.org/more/aug30.htm

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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AGLI U.S.A. NON BASTA MAI: NUOVO ULTIMATUM PER IL 31 MARZO

Il premier serbo Zoran Djindjic si e' detto ottimista sulla
possibilita' di poter sottostare all'ennesimo ricatto da
parte del Congresso USA, ed ottenere cosi' l'ambito status di
"nazione prediletta" (the most privileged nation).
Le condizioni da ottemperare stavolta sono l'arresto di tutti
i leader politici e militari che hanno difeso i serbi tra il
1991 ed oggi - in particolare Nikola Sainovic, Milan
Milutinovic (attuale Presidente della Repubblica federata di
Serbia), Dragoljub Ojdanic, Vlajko Stojilkovic, Radovan
Karadzic e Ratko Mladic - e l'interruzione di ogni
aiuto alla Repubblica Serbia di Bosnia.
Djindjic si aspetta pero' che questo nuovo ultimatum sia
l'ultimo da parte degli USA, perche' il giochetto di fissarne
uno o due ogni anno incomincia ormai a stancare anche i santi...

DJINDJIC ENTUSIASTA ALL'IDEA CHE LA SERBIA DIVENTI "NAZIONE
PRIVILEGIATA" DEGLI STATI UNITI

DJINDJIC SAYS MARCH 31 DEADLINE CONCERNING CONDITIONS
NEW YORK, Feb. 4 (Beta) - Serbian Premier Zoran Djindjic on
Feb. 3 said that he was optimistic about Serbia meeting the
conditions set by the U.S. Congress, in order to win the
status of the most privileged nation.
"When Congress is concerned, Marc 31 might be the last date
in our relations that is linked with conditions. Because if
this passes, and I expect it will, then it is hard for me
to imagine another date next year with the same role as
March 31," Djindjic said in a statement to the Voice
of America.
"Once we win the status of the most privileged nation... we
will pass from the field of policy to the field of economics,"
he added.

DJINDJIC TRANQUILLO ED OTTIMISTA SULLE CONSEGNE AL
TRIBUNALE ILLEGALE DELL'AIA

DJINDJIC COOL UNDER PRESSURE TO COOPERATE
BELGRADE,Feb6 (B92) US pressure on Yugoslavia to cooperate
with the UN International Criminal Tribunal in The Hague is
part of a "natural process," Zoran Djindjic said today.
The Serbian prime minister insisted such pressure need not be
seen as "dramatic." He again stressed the need to hand over
the remaining indictees for the sake of Serbia's future.
"I think we in this country are resolute enough not to believe
five or six people are our national destiny. If we as a nation
were their hostages for ten years, I think there's no reason
to be their hostages for the next ten," Djindjic told press
in Belgrade.
The premier confirmed he was talking of Nikola Sainovic, Milan
Milutinovic, Dragoljub Ojdanic and Vlajko Stojilkovic, all
wanted at The Hague on the same indictment as Slobodan Milosevic
for war crimes in Kosovo.
Djindjic urged them to surrender to the Tribunal. But warned that
if they chose not to, "we'll find a solution whereby they end
up in The Hague." Cooperation with The Hague must have "concrete
results," he added.
During his visit to New York this week, Djindjic met Tribunal
chief prosecutor Carla Del Ponte. According to the prime minister,
Del Ponte's priority is to track down those responsible for
crimes committed in Vukovar, Srebrenica and Kosovo. "Everything
else will be subject to the local judiciary," he said.

ULTIMATUM DAL DIPARTIMENTO DI STATO USA

CONTINUATION OF FINANCIAL AID TO YUGOSLAVIA DEPENDS ON COOPERATION
WITH ICTY, SAYS STATE DEPARTMENT OFFICIAL
BELGRADE,Feb6 (Beta)- A decision to whether to continue to provide
Yugoslavia with financial aid will be made by the U.S. president
who will decide by March 31 whether Belgrade has made progress
in cooperation with The Hague-based International Criminal Tribunal
for the Former Yugoslavia (ICTY), respect of the Dayton agreement
and the treatment of national minorities, said the director of the
U.S. State Department's Balkan office, Paul Jones.
In an interview with BETA, Jones said that it was necessary to
make progress in each of these areas in order to for a decision
favorable for all to be made - the continuation of financial aid
to Yugoslavia.
Jones said that cooperation with the ICTY included the issue of
documents on war crimes, archives and access to witnesses, as well
as voluntary surrender and transfer of suspects to The Hague.
"We have to see a more cooperation with the tribunal in order to
be able to inform Congress about it on March 31," said Jones and
added that cooperation with the ICTY should become a process and
not an issue which has to be discussed again every time before
Congress meets.
Jones said that cooperation with the ICTY was only one aspect of
the problem and that the U.S. was interested in supporting
credible trials of those accused of war crimes before local
courts.
Jones said that Yugoslavia had made huge progress concerning the
rights and position of national minorities, especially in southern
Serbia, but that it was necessary to release Albanian prisoners
from prisons in Serbia and to reconsider their cases.
Jones also said that the U.S. believed that a democratic Montenegro
in a democratic Yugoslavia was the best solution for people in
Serbia, Montenegro and the region.

LA RF DI JUGOSLAVIA ESEGUE: TAGLIATI GLI AIUTI ALLA DIFESA DELLA
RS DI BOSNIA

YUGOSLAVIA WITHDRAWS FINANCIAL SUPPORT TO REPUBLIKA SRPSKA DEFENSE
MINISTRY
BELGRADE, Feb 8 ( Beta) - The Yugoslav government decided on Feb. 7
to revoke its financial support to the Republika Srpska defense
ministry starting March 1, reads a statement issued after a
government meeting. The support had up to now had been the paying
of salaries to some Republika Srpska officers who were registered
with the 30th military personnel centre, reads the Yugoslav press
bureau statement. Among the conditions the American administration
had set to the Yugoslav authorities for its continued financial
support, was not only full cooperation with the Hague Tribunal,
but also the endorsement of the Dayton Peace Accords for Bosnia-
Herzegovina, that is, the withdrawal of financial support to the
Republika Srpska defense ministry.

KOSTUNICA - ANCHE EGLI INTERESSATO ALLO STATUS DI "NAZIONE
PRIVILEGIATA" - TRANQUILLIZZANTE SULL'APPOGGIO USA AL REFERENDUM
SECESSIONISTA IN MONTENEGRO

US READY TO RETURN MOST-FAVOURED NATION STATUS TO YUGOSLAVIA
BELGRADE, Feb 8 ( B92) The US has expressed support for the
idea of returning most-favoured nation status to Yugoslavia,
President Vojislav Kostunica said today on his return from
Washington. Kostunica told press at Belgrade airport that both
sides had neglected this issue over the past year but that US
officials had shown readiness to resolve the matter.
The Yugoslav president said Washington had taken much the same
stance as the European Union on the future of the Yugoslav
federation. The EU has made clear it favours a "democratic
Montenegro in a democratic Yugoslavia." Kostunica also claimed
to have received assurances that the US would redress
imbalances in aid to Montenegro and Serbia.
YUGOSLAV PRESIDENT: US SUPPORT PRESERVATION OF YUGOSLAVIA
WASHINGTON, Feb 8 ( Tanjug) - Yugoslav President
Vojislav Kostunica has said that during the meetings he
had in Washington, US ranking officials supported a
redefinition of the Yugoslav federation and the preservation
of Yugoslavia. A "two-day visit to the United States
took place at the moment when, in Brussels, Yugoslavia
had the European Union's biggest possible support for
the federation's redefinition and its preservation, and
during the the talks in Washington, an identical support
was given by the United States," Kostunica told Yugoslav
reporters in Washington late on Thursday, after he had met
with representatives of the Serbian diaspora at the Yugoslav
Embassy.

KOSTUNICA: HAIVOGLIA A SPIEGARE, TANTO A QUESTI AMERICANI NON
BASTERA' MAI...

KOSTUNICA UNFLINCHING UNDER PRESSURE OF THE DOLLAR
WASHINGTON, Feb 8 ( B92) The issue of cooperation with The
Hague Tribunal must be tackled in a "principled manner,"
Yugoslav President Vojislav Kostunica has told press in the
US. "There are things we must do for the sake of ourselves,"
said Kostunica, having been asked whether he believed
Belgrade would do enough in terms of cooperation to secure
US financial aid by March 31. Congress in the US late last
year conditioned future aid to Serbia on its cooperation
with the Dutch-based war crimes tribunal. But Kostunica, a
stickler for the law, insists the matter must be regulated
by domestic legislation: "Once again I reiterated the idea
that cooperation with the Tribunal should be legally
regulated," he told reporters.
The president claims that bypassing legal procedure represents
a continuation of the policy of the previous regime: "The
talk about individualization of responsibility means nothing
compared to what all those processes imply," he sad.
The US Congress also insisted Belgrade stop financing the
defense ministry in Republika Srpska, the Bosnian Serb
entity of the Bosnia-Herzegovina federation. The Yugoslav
Government ruled yesterday that this would end as of March 1.
But Kostunica raised doubts as to whether this would be
fully appreciated on Capitol Hill, saying little has changed
in the way the US administration works.
"There are always details that we need to explain. I had to
explain to many American officials the circumstances under
which the decision to cut financial aid to Republika Srpska
was taken and that it actually happened, but you can rest
assured that in several months you will still have a senator
and a congressman who will raise this issue as if it had never
been solved, not to mention the non-governmental organizations."
Kostunica said that during his two-day visit he sought to
explain the changing circumstances in Yugoslavia and to
lobby for support for the survival of the federation. "In
the talks we had, that support was displayed," he said.

...ED INFATTI: GLI USA INSODDISFATTI SULLA COOPERAZIONE
CON IL TRIBUNALE ILLEGALE DELL'AIA

US UNHAPPY WITH HAGUE COOPERATION
WASHINGTON, Feb 9 ( Fonet) The US is dissatisfied with
Belgrade's attempts to cooperate with The Hague Tribunal
and to reform the Yugoslav Army, Dragoljub Micunovic said
today. Micunovic, speaker of the lower house of the
Yugoslav parliament, told FoNet news agency that Washington
"wants the pace of reform to be stepped up - above all
cooperation with The Hague Tribunal and reform of the
army."
He claimed that during the recent visit to the US, officials
of the Bush administration had voiced readiness to resume
economic aid and political support for reform in Yugoslavia.
Micunovic predicted that "certain people" indicted by
The Hague Tribunal could find themselves in the Netherlands
before the end of this month. There is a political will in
Belgrade to establish concrete cooperation with the
International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia,
said Micunovic.

VIOLENTO ATTACCO DELLA DEL PONTE A KOSTUNICA

KOSTUNICA PROTECTING MLADIC, SAYS CHIEF PROSECUTOR
ROME, Feb 9 ( B92) Hague Chief Prosecutor Carla Del Ponte
yesterday accused Yugoslav President Vojislav Kostunica of
protecting former Bosnian Serb military chief Ratko Mladic,
indicted on charges of genocide.
"The case against Mladic is self-evident. We know were he
is, in Belgrade, we know his address and we have proof that
he is there," Del Ponte told Italian news agency ANSA.
The prosecutor alleged that Kostunica had ordered he not be
arrested due to fear of offending the army and had even
given him an eighty-man guard. "It is a totally intolerable
situation. Kostunica agreed that there must be a cooperation
law established between Belgrade and the tribunal, but this
is just a pretext: the bill that I saw makes further
cooperation even more difficult," Del Ponte added.

ANCHE PITIC D'ACCORDO: FACCIAMO TUTTO QUELLO CHE VOGLIONO LORO

PITIC: WE PROMISED US WE WOULD ADOPT LAW ON COOPERATION
WITH ICTY
BELGRADE, Feb 10 (Tanjug) - Serbian Minister for International
Economic Relations, Goran Pitic, said on Sunday that our
country had promised the US authorities it would adopt a law
on cooperation with the ICTY, and pointed out that the law
had not yet been adopted.
Pitic said that represented a serious problem in efforts
which were being made in trying to make the United States
list our country among the most privileged countries in trade
with them. Pitic told the Belgrade BK TV that our delegation
had not just taken part in the Forum, but had also used the
opportunity to meet with some US congressmen, and other
influential people, including Secretary of Trade John Evans,
and tried to get them interested in investing into our
country.

LE FOTOGRAFIE DELLA MANIFESTAZIONE A BELGRADO
CONTRO IL TRIBUNALE DELL'AIA:

> http://www.sps.org.yu/index-ne.htm

BEOGRAD 09. FEBRUAR 2002. GODINE
FOTOGRAFIJE SA VELIKOG NARODNOG PROTESTA
PROTIV TZV. HA©KOG TRIBUNALA

===*===

DEMONSTRACIJE U BEOGRADU

09.02. su u Beogradu u organizaciji SPS,odrzane
demonstracije protiv Haskog tribunala.Na protestu
odrzanom na Trgu Republike bilo je prisutno vise
desetina hiljada ljudi.
Pored clanova SPS,na demonstracijama su ucestvovali i
aktivisti NKPJ,koji su nosili proleterske i
jugoslovenske zastave sa petokrakom kao i mnostvo
transparenata sa antiimperijalistckom i antidosovskom
sadrzinom,kao i vise transparenata protiv
imperijalistickog suda u Hagu.
Usledila je i protestna setnja ulicama Beograda do
Savezne skupstine,gde su predati zahtevi za
raspisivanjem novih izbora na svim nivoima zbog
katastrofalne politicke i ekonomske situacije u
zemlji.
Na demonstracijama je kategoricki zatrazeno ukidanje
Haskog tribunala.

drugarski pozdrav
Gole

THOUSANDS OF MILOSEVIC SUPPORTERS DEMAND HIS RELEASE

AFP (with additional material by AP and SPS). 9 February 2002.
BELGRADE -- More than 20,000 supporters of Slobodan Milosevic staged a
rally Saturday to demand the release of the former strongman who is due
to go on trial for war crimes next week.
The rally, held under the motto "Freedom for Slobodan," organized by
Milosevic's Socialist Party of Serbia (SPS), also urged Belgrade to
provide guarantees to enable the former president to be released on
bail during the trial. A SPS delegation handed over the demands to the
Yugoslav parliament as A waiting crowd chanted Milosevic's nickname
"Slobo, Slobo."
The protesters were also signing petitions calling for Milosevic's
release and the abolition of the UN war crimes tribunal in The Hague
where he will go on trial on Tuesday.
The peaceful protest denounced the U.N tribunal and the post-Milosevic
leadership that extradited him to the Netherlands-based court.
Calling the court a "puppet of the Western powers that have been trying
to destroy our people," former Prime Minister Mirko Marjanovic praised
the former leader for being "a true hero" and refusing to "bow to the
criminals who want to portray him as guilty for everything."
"Long Live Slobodan Milosevic," read some of the banners in the crowd
gathered on the main square of the capital.
The protesters booed the current government, which remains under
international pressure to extradite several Milosevic associates who
are also indicted on war crimes charges.

MANIFESTATION PRO-MILOSEVIC A BELGRADE

BELGRADE (AP et SPS) -- Aux cris de ''Liberté pour
Slobodan'', plus de 20.000 partisans de l'ancien
président yougoslave ont manifesté samedi dans le
centre de Belgrade, à trois jours de l'ouverture de
son procès devant le Tribunal pénal international de
La Haye pour l'ex-Yougoslavie.
La manifestation, qui s'est déroulée sans incident,
regroupait des partisans de Milosevic, à l'appel du
Parti socialiste de l'ex-président et d'anciens
collaborateurs, qui ont dénoncé le TPI de La Haye et
les autorités actuelles pour l'avoir extradé vers les
Pays-Bas.
Estimant que le tribunal pénal était ''une poupée des
puissances occidentales qui ont tenté de détruire'' le
peuple yougoslave, l'ancien Premier ministre Mirko
Marjanovic a qualifié l'ex-président de ''véritable
héros'' et a refusé de ''s'incliner devant les
criminels qui veulent le dépeindre comme coupable de
tout''.
Slobodan Milosevic, dont le procès s'ouvre mardi, est
sous le coup de 66 chefs d'accusation, dont crimes
contre l'humanité, pour son rôle dans les conflit du
Kosovo, de Croatie et de Bosnie. Comme il a refusé de
s'exprimer sur sa ligne de défense, le tribunal a
estimé qu'il plaidait innocent.
Les manifestants réunis à Belgrade ont bruyamment
exprimé leur soutien à Milosevic dont le refus de
mettre fin à la répression des albanophones au Kosovo
a entraîné l'intervention militaire de l'OTAN,
laquelle l'a ensuite contraint à céder le contrôle de
la province serbe en 1999 à l'Alliance atlantique et
aux Nations unies.
Slobodan Milosevic, a été arrêté près de cinq mois
après sa chute du pouvoir le 5 octobre 2000, et
extradé vers La Haye le 28 juin dernier.
''Longue vie à Slobodan Milosevic'', pouvait-on lire
sur certaines des banderoles brandies par la foule de
ses partisans rassemblés sur la principale place de
Belgrade. Les manifestants s'en sont pris au
gouvernement actuel, toujours soumis aux pressions
internationales pour extrader plusieurs associés de
Milosevic, également suspectés de crimes de guerre.

ODRZAN MITING PODRSKE SLOBODANU MILOSEVICU

Beograd -- Oko 20.000 gradjana okupilo se u subotu na
Trgu Republike na mitingu podrske Slobodanu
Milosevicu. Skupu, koji je organizovala Socijalisticka
partija Srbije, prisustvovali su clanovi te stranke iz
nekoliko gradova iz Srbije, kao i pristalice Srpske
radikalne stranke i Jugoslovenske levice. Na mitingu,
pod sloganom ?Sloboda za Slobodana, sloboda za
Srbiju?, Miloseviceve pristalice nosile su
transparente podrske bivsem predsedniku i upucivali
pogrdne parole na racun vlasti i glavnog tuzioca
Haskog tribunala.
Funkcioneri SPS-a na ovom skupu izneli su niz optuzbi
na racun Haskog tribunala i aktuelne vlasti. Zamenik
predsednika SPS-a, Mirko Marjanovic, obecao je da ce
ta stranka ponovo doci na vlast poverenjem gradjana.
Na pitanje da li ce najavljena izrucenja pripadnika
SPS-a Haskom tribunalu uticati na dalji rad stranke,
visoki funkcioner Branislav Ivkovic ocenio je da to
?da li ce se neko naci ponovo u poziciji da bude
izrucen od strane DOS-ovskog rezima Haskom tribunalu,
ne moze i ne sme da utice na pogorsanje, naprotiv, to
ce sigurno uticati na poboljsanje pozicije SPS-a kod
gradjana Srbije?. Na isto pitanje Ivica Dacic odgovara
da ?SPS ne zavisi od bilo kog pojedinca, jer je to
ozbiljna politicka partija koja nastavlja svoj rad i
delovanje, bez obzira na to ko je na slobodi a ko ne?,
a Zivorad Jovanovic da ?nema govora o slabljenju
SPS-a, bez obzira na sve teske uslove, pritiske i
planove da se ona pocepa?.
Ucesnici mitinga su, po njegovom okoncanju,
organizovali protestnu setnju do republickog i
saveznog parlamenta kako bi predali svoje zahteve. SPS
od republicke i savezne vlade zahteva da Milosevicu
pruze svu neohodnu pomoc tokom predstojeceg sudjenja,
zatim pokretanje sudskog postupka protiv osoba koje su
odgovorne za izrucenje Milosevica. Ukoliko se zahtevi
ne ispostuju, socijalisti su rekli da ce pozvati narod
na gradjansku neposlusnost.

MITING : "SLOBODA ZA SLOBODANA"

U beogradu je u 14:30 zavrsen miting "SLOBODA ZA
SLOBODANA - SLOBODA ZA SRBIJU"
Sa zakasnjenjem od pola casa, u 12:30 poceo je miting
"SLOBODA ZA SLOBODANA SLOBODA ZA SRBIJU?
Necu da dajem nikakve procene, ali Trg Republike je bio pun "ko oko"
(treba imati u vidu da baste INEX-a i "Konja" ne rade, nema stolova, pa
je cela povrsina trga, od "Mazestika" do Doma Armije, odnosno od
Narodnog Muzeja do Kolarceve ulice bila potpuno popunjena. Najveci
Broj govornika su bili "neki novi klinci" SPS-a, a od poznatijih
licnosti tu su bili Mirko Marjanovic, Zoran Andzelkovic i naravno
predstavnik krema beogradske inteligencije Dragos Kalajic. U veoma
nadahnutom govoru, u preopoznatljivom stilu, Kalajic je izneo svoje
poznato vidjenje NSP-a beogradske vladajuce koalicije i prezentovao
svoje vidjenje resenja problema. Na kraju je postavio zahtev da SPS SRS
i sve ostale patriotske snage stupe u koaliciju za spas srbije i
obecaju javno da ce svi protivustavni i protivnarodni zakoni koje je
usvojio DOS biti ponisteni, kao i ugovori o prodaji srpske privrede. Na
kraju mitinga Mirko Marjanovic je svecano dao obecanje u tom smislu i
pozvao okupljene gradjane da aklamacijom usvoje peticiju koju ce potom
predati Skupstini.
U peticiji se trazi da drzava da garancije da se Milosevic brani sa
slobode i da istovremeno zahteva od Ujedinjenih Nacija da se ukine
haski tribunal kao politicki sud. Po usvajanju peticije, okupljeni
gradjani su krenuli u setnju prema Skupstini. Procitani su i
pozdravni telegrami Ruske Dume, Remzi Klarka, Dzareda izraela...
Svi mediji su javili da je mitningu prisustvovalo "par hiljada" do "pet
hiljada" gradjana - ovde neko misli da smo mi ludi, izgleda? U prilogu
nekoliko fotografija s mitinga. Javljeno je i da je zbog "lancanog
sudara na niskom putu" 15-tak autobusa zakasnilo na miting.
Djordje Blagojevic

>From : http://www.japantoday.com/

SERBS STAGE PRO-MILOSEVIC RALLY

Sunday, February 10, 2002 at 18:00 JST
BELGRADE - Thousands of Serbs, many waving the red, blue and white
national flag and pictures of their former president, rallied on
Saturday in support of Slobodan Milosevic three days before the start
of his war crimes trial.
Carrying placards with slogans such as "Long Live Our Slobo" and "We
Love You Slobo," the protesters gathered in Belgrade's central
Republic Square, the scene of many anti-government demonstrations
during Milosevic's years in power.
The rally, organized by Milosevic's Socialist Party of Serbia, showed
the ex-president of both Serbia and Yugoslavia still has a hard core
of supporters (...)
The number of protesters peaked at around 20,000 on a march from the
square to the Yugoslav parliament, the focal point of the mass
uprising which ousted Milosevic in October 2000.
Milosevic goes on trial at the U.N. war crimes tribunal in The Hague
on Tuesday, accused of crimes against humanity for Serb atrocities
committed in the wars in Kosovo and Croatia and facing a charge of
genocide over the 1992-95 Bosnian war.
"It is clear that this so-called trial in the so-called court in The
Hague is a trial of the entire Serbian people and the entire state,"
Ivica Dacic, a Socialist party leader, said.
"This is not about an individual, or a party, but about the entire
Serbian people," he told the crowd.
U.N. war crimes prosecutor Carla del Ponte insists the opposite.
"This trial is not about revenge and is also not about collective
responsibility," she told a German newspaper in an interview released
ahead of publication on Sunday.
"It's about Milosevic's personal responsibility in crimes which he is
accused of carrying out or ordering in Croatia, Bosnia Herzegovina
and in Kosovo," she told Welt am Sonntag.
Speakers at the rally denounced the war crimes tribunal as a tool of
U.S. imperialism set up to punish Washington's enemies.
Through a booming sound system, organizers played a recording of a
speech Milosevic made to the tribunal two weeks ago in which he
called for his release.
The rally was entitled "Free Serbia, Free Slobodan," - a play on
words as Milosevic's first name means "free" in Serbian.
Protesters handed in a demand to parliament for Milosevic's release
and asked the Belgrade authorities for help with their campaign. That
is highly unlikely from the pro-Western reformers who ousted him and
handed him over to the tribunal last June.
Demonstrators insisted Serbs had acted in self-defense in the Balkan
wars of the past decade.
"Those who start wars should be tried in The Hague, not those who
defended themselves," Mica Miketic, 66, said.
"It's well-known who causes wars - the United States, and now they're
helped by the British and the French."
(Compiled from wire reports)

===*===

+++ Freilassung von Milosevic gefordert +++

BELGRAD, 9. Februar 2002. Mehr als 10.000 Menschen haben am Samstag in
der jugoslawischen Hauptstadt Belgrad für die Freilassung des ehemaligen
Präsidenten Slobodan Milosevic demonstriert. Ehemalige
Regierungsmitglieder hielten Reden, in denen sie das
UN-Kriegsverbrechertribunal in Den Haag als Handlanger
des Westens verurteilten. Die Hauptverhandlung des Tribunals gegen
ehemaligen jugoslawischen Präsidenten beginnt am Dienstag.
Der ehemalige serbische Ministerpräsident und Vizepräsident
von Milosevics Sozialistischer Partei, Mirko Marjanovic, lobte
den früheren Präsidenten als einen wahren Helden. Er versicherte,
die Sozialisten würden bei den nächsten Wahlen siegen und wieder
an die Macht kommen.

INET NEWS / AMSELFELD.COM

===*===

DISINFORMAZIONE E DIFFAMAZIONI DI FONTE ANSA SULLA
MANIFESTAZIONE A BELGRADO:

> http://www.ansa.it/balcani/jugoslavia/20020209140432131089.html

===*===

> http://www.ansa.it/balcani/jugoslavia/20020211174332132359.html

MILOSEVIC: CENTRO STAMPA DIFESA APRE DOMANI A BELGRADO
(ANSA) - BELGRADO, 11 FEB - 'Sloboda za Slobodana', ossia liberta'
per Slobo: con questo gioco di parole (Slobodan in serbo
significa appunto libero) i nostalgici di Milosevic hanno annunciato
l'apertura domani a Belgrado, in concomitanza con l'avvio all'Aja
del processo a carico dell'ex presidente jugoslavo, di un centro
stampa di informazioni sul 'processo parallelo' organizzato a Parigi
in difesa del loro eroe. Al comitato pro-Milosevic si e' unito fra
gli altri l'avvocato francese Jacques Verges gia' difensore del
criminale nazista Klaus Barbie e del terrorista internazionale Carlos.
Il Partito socialista serbo (Sps), che e' fra gli ispiratori del
movimento, ha detto all'agenzia Tanjug che una petizione contenente
le firme di 100.000 cittadini per la liberazione immediata di
Slobo sara' inviata presto all'Onu e ''al cosiddetto Tribunale penale
internazionale'' dell'Aja. La raccolta di firme era iniziata sabato
durante una manifestazione a Belgrado nella quale, al posto degli
attesi 100.000 sostenitori di Milosevic, si erano radunati poco piu'
di 5.000 cittadini, in maggioranza anziani. Le udienze dell'Aja
vengono seguite a rotazione da un membro del Sps, dopo che la corte
ha rifiutato di ammettere in blocco una delegazione del partito,
concedendo solo un posto in sala. (ANSA). OT
11/02/2002 17:43

===*===

AFP. 8 February 2002. Milosevic's lawyers to file complaint against UN
tribunal.

AMSTERDAM -- Slobodan Milosevic's legal advisors will file a complaint
in a Dutch court next week alleging that the UN war crimes tribunal has
hampered their efforts to defend the former Yugoslav president, a Dutch
lawyer said Friday.

Nico Steijnen said they would file a complaint for "arbitrary behaviour
against lawyers and legal advisors" to The Hague district court on
Tuesday just as Milosevic's war crimes trial is due to start.

"There is no free and unmonitored access to Milosevic, it depends on the
mood of the tribunal if you get any access at all," Steijnen told
journalists.

Steijnen added that he and Christopher Black, a Canadian lawyer and
leading member of the International Committee to Defend Slobodan
Milosevic, were barred from visiting Milosevic in his cell in The Hague.

"The tribunal has outmanoeuvred all legal advisers, Milosevic is
stripped from all legal advise," said the Dutch lawyer.

Steijnen said that the complaint was to compel a Dutch judge to "bring
all the parties to the table to find a solution for the deadlock".

Black, also at the press conference, said he was banned from seeing the
former Serb leader after he talked to the press about his conversations
with Milosevic.

"The tribunal is clearly afraid of Milosevic, of what he could say," he
said.

The tribunal wants to use Milosevic as a "whipping boy" and "leave him
dangling for propaganda purposes," said Black.

The lawyer added that the prosecution would have a tough time proving
the former president's command responsibility in the wars in Croatia,
Bosnia and Kosovo.

"No one ever thought of charging (former US president) Richard Nixon for
command responsibility for the actions of his men in Vietnam," said
Black.

AFP. 8 February 2002. French lawyer to set up truth commission for
Yugoslavia.

THE HAGUE -- French lawyer Jacques Verges, who is helping mount a
defense for Slobodan Milosevic, said Friday that he plans to set up a
truth commission for Yugoslavia to help clear the former Yugoslav
president of war crimes charges.

The commission to be based in Paris would hear witnesses and collect
documents to show that the accusations against Milosevic "are simply
delusions, or made in bad faith," Verges told AFP.

Verges said he would announce the composition of the commission on
Tuesday when the Milosevic trial is due to start, adding that several
"eminent professors" have agreed to take part.

Verges is vice-president of the International Committee to Defend
Slobodan Milosevic, a group comprised of about two dozen lawyers.

He is representing Milosevic in a suit before the European Court of
Human Rights in which he challenges his transfer by Serbia from Belgrade
to The Hague in June.

Meanwhile, Dragoslav Ognjanovic said Milosevic "is doing very well
considering the context and all the dirt that is being published about
him and the psychological war being waged against him in Yugoslavia and
by the international community..

He said Milosevic was receiving between 1,000 and 2,000 letters per week
from around the world, and that "99.9 percent" of them were supportive.

"His trial will be that of the Serb people, and of a man who has been
legally elected on three occasions by his people," said Ognjanovic.

"He once said to me during a visit to him in prison, 'they can lock me
up, they can convict me, but they can never break my spirit and suppress
the truth'," said the lawyer.



UN PROCES "PARALLELE" DE MILOSEVIC
POURRAIT SE TENIR A PARIS

BELGRADE (Reuters) - Alors que le procès de Slobodan
Milosevic devant le Tribunal pénal international pour
l'ex-Yougoslavie (TPIY) doit commencer le 12 février
prochain, les partisans de l'ancien président
yougoslave ont révélé comment ils comptaient assurer
sa défense, tout en contestant la légitimité du TPIY.
D'après l'un des avocats de Milosevic, des fonds sont
actuellement collectés pour permettre l'organisation,
à Paris, d'un procès "parallèle" qui se tiendrait
devant "un jury composé de figures publiques connues
et respectées" et concurrencerait le procès "officiel"
devant le TPIY à La Haye (Pays-Bas).
Par cette manoeuvre, les défenseurs de l'ancien
président yougoslave veulent prouver que le TPIY ne
respecte pas les règles du droit international et que
la juridiction de La Haye exerce une justice de
vainqueurs.
Les partisans de Slobodan Milosevic souhaitent mettre
sur pied dans la capitale française un tribunal fondé
sur les règles devant présider à la création de la
Cour pénale internationale permanente des
Nations-unies.
De son côté, Slobodan Milosevic veut appeler à
témoigner à La Haye plusieurs grands dirigeants
occidentaux qui exerçaient des responsabilités lors
des différentes guerres qui ont déchiré
l'ex-Yougoslavie dans les années 1990.
L'ancien président américain Bill Clinton, le premier
ministre britannique Tony Blair, mais aussi Jacques
Chirac et Hubert Védrine, le ministre français des
Affaires étrangères, ont été cités comme témoins
souhaitables par Zdenko Tomanovic, l'un des avocats
belgradois de Milosevic.
Cet avocat a ajouté que l'ancien président yougoslave
userait du droit qui lui est fait de s'exprimer après
le réquisitoire du procureur du TPIY.
Au cours de cette prise de parole -qui pourrait durer
une journée entière-, Slobodan Milosevic souhaite
exposer les causes des événements qu'ont subis les
Balkans pendant la dernière décennie, avec le concours
de quelques grands témoins et de tous les fichiers de
renseignement que l'armée et la police yougoslaves
pourront fournir.
Slobodan Milosevic, qui est accusé de génocide lors de
la guerre en Bosnie et de crimes contre l'humanité en
Croatie et au Kosovo, n'a jamais reconnu la légitimité
du TPIY et a jusqu'ici refusé d'organiser sa défense.

===*===

AFP. 11 February 2002. Milosevic backers to offer "exclusive" evidence
during trial.

BELGRADE -- A committee for the liberation of Slobodan Milosevic said
Monday it would offer "exclusive" information and evidence during the
trial of the former Yugoslav president due to start Monday before the UN
war crimes tribunal.

"For every evidence presented by the prosecutor Carla Del Ponte, we will
show counter-evidence," said the committee's Dragana Kuzmanovic.

Kuzmanovic told reporters the committee which groups a number of
Milosevic's political allies would open a press center where its
activists would offer "exclusive documents, like audio and video tapes
which will not be available to media following the trial."

The center would be set up so Milosevic's trial before the International
Criminal Tribunal for the former Yugoslavia (ICTY) in The Hague will not
become the "lie of the century" and NATO will not "be excused for its
crimes in Yugoslavia" during its 1999 bombing campaign.

The committee, founded last year by a group of left-leaning
international and Yugoslav intellectuals would also "reveal" the
identity of protected witnesses which the prosecution would call to
testify against Milosevic, she said.

"A day before they testify, we will reveal identities of protected
witnesses and offer data on these people," said Milan Vidojevic, who is
to head the press center.

He added that, among the witnesses, there would be "several people who
are on Interpol warrants -- drug dealers, those involved in human
trafficking, mercenaries from the wars in Bosnia and Croatia who have
now become credible witnesses for Carla Del Ponte."

Meanwhile, Tanjug news agency reported that an official of Milosevic's
Socialist party (SPS), due to attend the start of the trial on Tuesday,
did not get a visa for the Netherlands.

The SPS has asked for a five-member delegation to attend the trial, but
they were allowed to have only one representative, the party sources
said.

IL PRESIDENTE MILOSEVIC ALL'AIA
30 GENNAIO 2002
Trascrizione ufficiale

SM :

Mettendo insieme tre bugie non si ottiene una verita', ma
soltanto una bugia piu'grande. Tutte e tre queste accuse
hanno davvero un sottile filo rosso, per usare il termine
che qui ho sentito, che le unisce, e questo filo rosso e'
il crimine che perdura contro la Jugoslavia e contro il mio
popolo.

Questo qui e' indubbiamente un grande abuso di potere, allo
scopo di montare uno storico raggiro, con il quale quelli
che sono stati a favore della conservazione della
Jugoslavia vengano accusati per la sua distruzione, quelli
che hanno difeso il paese vengano accusati di crimini,
quelli che si sono adoperati per ed hanno realizzato la
secessione, appoggiando il separatismo ed il terrorismo,
vengano amnistiati - poiche' dietro a loro c'erano forze
che avevano l'obiettivo di stabilire il controllo sui
Balcani, cosicche' da questa posizione strategica potessero
estendere il loro dominio anche altrove.

Voi qui parlate di tre questioni tra loro collegate -
questo abbiamo sentito. E come arrivano gli autori di
questo cosiddetto piano, del quale parlano con tanto
autoconvincimento, a presentare accuse su Bosnia e Croazia
dopo ben dieci anni? Che sono assurde e prive di senso,
innanzitutto perche' tutta la politica serba, la Serbia ed
io personalmente, sia in Croazia sia in Bosnia, ci siamo
concentrati sulla pace e non sulla guerra, ed abbiamo usato
tutta la nostra influenza perche' si arrivasse alla pace
quanto prima.

Proprio all'inizio del conflitto in Croazia noi ci siamo
adoperati per una soluzione politica. Sulla base di questo
interessamento sono state realizzate le Aree Protette
dell'ONU e tutta la situazione si e' immediatamente
calmata. Il 24 marzo 1992 il defunto leader croato Tudjman
invio' il suo messaggio alla nazione dalla centrale Piazza
Ban Jelacic [a Zagabria], nel quale disse testualmente :
"La guerra non ci sarebbe stata se la Croazia non l'avesse
voluta, ma noi abbiamo valutato che solamente cosi' avremmo
potuto ottenere la nostra indipendenza".

E' naturale che la guerra non ci sarebbe stata se la
Croazia non l'avesse voluta. Ed a questa guerra la Serbia
non ha partecipato come parte belligerante : e' stato un
conflitto interno.

E perche' la Croazia ha voluto la guerra ? Non certo
perche' il popolo croato avrebbe cosi' usufruito del suo
diritto alla autodeterminazione ed alla secessione - ad
esempio, la Macedonia ha reclamato quel diritto e si e'
separata dalla Jugoslavia -, naturalmente non per questo,
bensi' per ottenere il suo obiettivo di cacciare circa
mezzo milione di serbi dalla Croazia, mezzo milione di
serbi delle Krajne serbe, dove per secoli hanno vissuto,
sulla propria terra e non come usurpatori.

Fino all'arrivo di questo regime croato, che voleva la
guerra e che ha dichiarato di averla voluta, la Croazia
aveva una Costituzione nella quale era scritto che essa e'
lo Stato del popolo croato, del popolo serbo e delle altre
nazionalita' che vivono in Croazia. Questa Costituzione e'
stata cambiata. I serbi hanno perso i diritti e lo status
di popolo costitutivo in Croazia, e si sono ribellati. A
quel tempo, nella stessa Serbia non esisteva coscienza del
fatto che in certe parti della Croazia vivevano i serbi.

Voi parlate del piano in base al quale, con il sostegno
della Germania, la Croazia fu prematuramente riconosciuta
gia' alla fine del 1991, senza attendere alcuna soluzione
politica, il che ha scatenato un conflitto nel quale la
Serbia - lo ripeto - ha contribuito solamente al
raggiungimento della pace quanto prima possibile.

Nemmeno la dirigenza croata ci ha mai indicato come
responsabili di quegli scontri, ed oggi io qui sento che
per quello noi avevamo un qualche piano.

In realta' c'era un piano evidente contro quello Stato di
allora che era, direi, un modello per il futuro federalismo
europeo. Quello Stato era la Jugoslavia, dove piu'
nazionalita' erano comprese in un sistema federativo che
realizzava la possibilita' di vivere con pari diritti, con
successo, con la possibilita' di prosperare, svilupparsi e,
direi, di essere d'esempio al mondo intero di come si puo'
vivere insieme.

Per tutto il tempo abbiamo lottato per la Jugoslavia, per
conservare la Jugoslavia. In fondo, tutti i fatti
comprovano soltanto quello che sto dicendo. E soltanto la
Repubblica Federale di Jugoslavia tuttora esistente ha
conservato la sua struttura dal punto di vista delle
nazionalita'. Qui non c'e' stata alcuna cacciata su base
etnica, dall'inizio e fino alla fine della crisi jugoslava.
Tutte le altre repubbliche hanno cambiato la loro
struttura. Dalla Croazia sono stati cacciati circa mezzo
milione di serbi. Quello che e' successo in Bosnia si sa,
per non parlare anche delle altre parti della Jugoslavia.

Dunque, questo e' un processo in malafede, estremamente
ostile, mirato a giustificare il crimine commesso contro il
mio paese, usando questo "tribunale" come strumento di
guerra contro il mio paese ed il mio popolo.

Guardate la Bosnia-Erzegovina. Li sin dall'inizio abbiamo
cercato di assicurare la pace. Dove e' finito il piano
Cutileiro, che tutti avevano appoggiato ? Su iniziativa
dell'ambasciatore americano [Zimmermann, marzo 1992] esso
e' stato respinto dalla parte musulmana, e poi iniziarono
gli scontri. Come poteva la Serbia essere accusata di
alcunche' in Bosnia, quando si sa benissimo che, cercando
di usare tutta la nostra influenza proprio per la pace, non
solo abbiamo appoggiato tutte le proposte di pace ma
abbiamo anche cercato di farle mettere in pratica ?

Nel 1993 si tenne ad Atene l'incontro in cui fu firmato il
piano Vance-Owen. Tutti lo sottoscrissero. Io andai a Pale
insieme a Mitsotakis [premier greco] ed all'ex presidente
jugoslavo Dobrica Cosic, e ci adoperammo affinche' questo
piano venisse accettato. Purtroppo esso fu respinto il tre
o il cinque maggio (non mi ricordo esattamente) del 1993.
Noi abbiamo allora persino decretato un embargo alla
Repubblica Serba di Bosnia, per costringere la sua
dirigenza di allora ad accettare questo piano di pace.
Questo e' stato il ruolo della Serbia : di cercare di
pervenire alla pace.

Abbiamo costantemente messo in rilievo che l'unica formula
per ottenere la pace in Bosnia e' una formula che difenda
egualmente gli interessi di tutti e tre i popoli della
Bosnia ed Erzegovina, Serbi, Musulmani e Croati. Dayton e'
riuscito perche' questa formula e' stata accettata, perche'
si cercava di difendere gli interessi di tutti e tre i
popoli allo stesso modo.

Ora sento qui che l'accordo di Dayton avrebbe dovuto
trattare anche del Kosovo. Questa e' una assurdita'. I
colloqui di Dayton sono stati organizzati per la pace in
Bosnia-Erzegovina, ed a nessuno e' venuto in mente di
aprire la questione del Kosovo, che era una questione
interna della Repubblica di Serbia, e nessuno si sarebbe
potuto sognare che qualcuno cercasse di
internazionalizzarla.

Voi non potete in alcun modo collegare ne' la Serbia ne' la
politica della Serbia ad alcun crimine ; in particolare non
potete accusare e processare dopo dieci anni per cose che
nessuno ci ha mai attribuito. Ci hanno accordato solamente
rispetto ed apprezzamento per i grandi sforzi per la pace
che proprio noi, e la Serbia tutta intera e la politica
serba, abbiamo fatto.

Parlando della Bosnia, sapete che circa 70mila rifugiati
musulmani hanno riparato in Serbia durante il conflitto
bosniaco ? Voi ritenete che qualcuno potrebbe scappare da
casa proprio verso il territorio dal quale gli verrebbe la
minaccia ? Quante vite abbiamo salvato, quanti dei vostri
ostaggi siamo andati a salvare in Bosnia - dai soldati
dell'ONU fino ai vostri piloti ? E su quanti accordi di
pace abbiamo insistito, per renderli praticabili ? In
effetti, noi siamo stati i maggiori artefici di questa
pace, ottenuta proprio grazie al successo di Dayton.

E' stata la fine completa delle ostilita', il totale
allentamento delle tensioni, e poi... Voglio dirvi come e'
cominciato tutto quanto in Kosovo. Proprio perche' esisteva
un piano di mettere sotto controllo i Balcani, il
territorio della ex Jugoslavia, sono iniziati i tentativi
di destabilizzare il Kosovo. Proprio quando diventava
chiaro che tutto si sarebbe risolto pacificamente.

Nel novembre 1997 c'e' stato un summit a Creta con tutti i
capi di Stato e di governo dell'Europa orientale. Li',
allora, proprio su nostra iniziativa abbiamo molto parlato
della eliminazione delle barriere, delle tariffe doganali,
della integrazione all'interno della Europa Sudorientale e
del miglioramento della mutua cooperazione. Io ebbi un
dialogo diretto con il premier albanese Fatos Nano. Abbiamo
parlato della normalizzazione delle relazioni, della
eliminazione dei visti e dei dazi, dello sviluppo dei
trasporti e del commercio. Fatos Nano ed io eravamo dinanzi
alle telecamere, quando lui disse, tra tutto cio' di cui
avevamo parlato, della cooperazione, dello sviluppo delle
relazioni - la questione del Kosovo e' un affare interno
della Repubblica di Serbia. Tutto questo era promettente
per la pace, per la soluzione pacifica di tutti i problemi.
Proprio questo allarmo' quelle forze che continuavano a
commettere crimini contro il mio paese, che cercavano di
destabilizzare la Jugoslavia e di intervenire, come poi
hanno anche fatto. Subito dopo, dopo un mese o due, arrivo'
la lettera di Kinkel e Vedrine in cui esprimevano la loro
preoccupazione per la situazione in Kosovo. Per dieci anni,
da quando la Serbia secondo voi avrebbe "preso il
controllo" del suo stesso territorio, non si erano
verificate uccisioni, ne' espulsioni, ne' razzie, o
distruzioni, e nessun arresto in Kosovo. In Jugoslavia non
avevamo nemmeno un prigioniero politico, neanche uno. In
Kosovo uscivano 20 quotidiani ed altre pubblicazioni
albanesi, in lingua albanese, che potevate acquistare in
ogni edicola. Mai neanche un numero, nemmeno una sola copia
e' stata vietata. I partiti politici albanesi, persino
quelli separatisti, lavoravano liberamente. Qualcuno qui ha
detto che eravamo tolleranti verso di loro. No, noi
ritenevamo che tutto e' lecito, tranne la violenza.

Dopodiche' le potenze che perseguivano tenacemente la
distruzione della Jugoslavia e la sua occupazione hanno
chiamato a raccolta i criminali in giro per l'Europa
occidentale e li hanno spediti giu', per organizzare il
terrorismo. Hanno iniziato le azioni terroristiche nella
primavera del 1998. E poi sono stati sbaragliati. Gia'
nell'autunno del 1998 essi erano stati completamente
eliminati, e restituivano sui trattori le armi che avevano
illegalmente sottratto alla polizia.

Durante quell'anno, costoro uccisero soprattutto albanesi.
Io qui non ho dati precisi da esibire al pubblico, perche'
non sapevo che avrei avuto l'occasione di parlare oggi.
Solo ieri sono stato avvertito che oggi mi sarei dovuto
presentare qui. Nemmeno sapevo di che cosa si sarebbe
parlato. . Percio' non ho dati da esporre, ma vi dico
quello che so. Due volte e mezzo...

CLAUDE JORDA :

Signor Milosevic, mi consenta...

SM :

...piu' albanesi che non serbi sono stati uccisi dai
terroristi nel 1998. Ammazzavano quegli albanesi che
lavoravano come poliziotti, come postini, che erano guardie
forestali, che erano pensionati - e solamente perche'
andavano a riscuotere la pensione statale. Cercavano di
incutere il terrore tra gli albanesi, e di ammazzare quanti
piu' serbi possibile. Noi abbiamo difeso i nostri
cittadini, sia i serbi che gli albanesi, dal terrorismo, e
questa operazione e' stata portata a termine con successo
entro l'autunno del 1998. Dopodiche' Holbrooke [inviato
USA] e' arrivato per chiedere una "missione di verifica",
per creare il pretesto all'attacco contro la Jugoslavia. Ed
io devo dirvi...

CLAUDE JORDA :

Signor Milosevic, mi conceda solamente un minuto. Per
piacere, solo un minuto. Io non le togliero' il tempo che
e' a sua disposizione, glielo concedero' sicuramente. Anche
questo Tribunale internazionale, la cui legalita' lei
contesta, le da' naturalmente la facolta' di esprimersi
fino in fondo. A me sembra, innanzitutto, che lei e'
d'accordo che si incominci subito il processo, oggi stesso,
mi pare... Naturalmente questo le fa onore. Lei e' pronto.
Pero' io devo forse ricondurla a cio' che lei... La prego,
cerchi di non dimenticare del tutto il merito della
questione. Noi non siamo la corte che condurra' il suo
processo. Noi abbiamo capito bene che la sua idea centrale
e' completamente opposta - cioe' che si tratta della
legittimazione del suo paese. Lo abbiamo capito e compreso.

Ma sarebbe bene, signor Milosevic, che lei non si
sbagliasse riguardo alla corte che conduce il processo. Lei
ha gia' usufruito, lei ha a disposizione un tempo pari a
quello della pubblica accusa. Io come presidente di questa
corte le garantisco questo tempo. La prego dunque di non
perdere di vista il tema del quale parliamo.

Lei dunque ha una sua tesi, che cerca di difendere, e ne ha
il diritto - ed avra' questo diritto. Pero', io le devo
ricordare che questa e' la Corte d'Appello, che deve
affrontare un importante problema procedurale. Forse non
per lei, ma per noi e' importante, poiche' noi in effetti
dobbiamo garantire il rispetto di una procedura giusta ed
imparziale. Noi in effetti vorremmo sapere se lei vuole che
il processo contro di lei si conduca come processo per il
Kosovo, separatamente dal processo per la Bosnia e la
Croazia, oppure se preferisce che essi vengano riunificati.
Io comprendo naturalmente che lei potra' rispondere in modo
indiretto. Ovviamente le concedero' di parlare. Lei e' un
imputato in buona salute mentale e chiarezza di pensiero.
Percio' la prego di cercare di rispondere a questa domanda.
La ringrazio sin d'ora. Adesso ha di nuovo la parola.

SM :

Innanzitutto, questa e' la prima volta che non vengo
interrotto, la prima in cui posso dire qualcosa, ed io
usero' ogni occasione che avro' di rivolgermi al pubblico
in relazione al crimine che si sta attuando contro il mio
paese, e questo non lo faccio a causa della procedura,
perche' la procedura non mi interessa, ma per rispondere
all'attacco che si sta attuando contro il mio paese, il mio
popolo, ed al crimine che ancora perdura. Voglio che il
pubblico sappia che dopo la aggressione..

CLAUDE JORDA :

Aspetti signor Milosevic. Lei ha capito bene che ha tutto
il tempo a disposizione, ma che avra' ancora piu' tempo
quando iniziera' il processo. Naturalmente questo non e'
l'oggetto del nostro dibattimento odierno. Lei ha il
diritto di continuare a parlare di cio' di cui sta
parlando. Ma lei adesso in verita' si rivolge alla gente al
di fuori del Tribunale. Signor Milosevic, io devo ripetere
che lei avra' il diritto di rivolgersi al pubblico. La
comunita' internazionale ha istituito questo processo ed io
certamente desidero che tutto quanto si svolge qui, e le
regole di procedura che valgono per lei e per la accusa, ed
anche per la civilta', siano rispettate come si deve. Il
dibattito di oggi riguarda come il processo dovrebbe
avvenire presso un'altra corte. Io non ho intenzione di
interromperla e faro' recuperare il tempo che le ho
sottratto con le interruzioni. Adesso puo' continuare a
parlare.

SM :

Voglio sottolineare che il crimine contro il mio paese
perdura tuttora. L'ultimo serbo ucciso in Kosovo del quale
ho notizia e' stato ucciso a Natale [prob. ortodosso] di
quest'anno. Circa 350mila sono i profughi dal Kosovo,
scacciati sotto la copertura delle Nazioni Unite, mentre le
attivita' dei terroristi albanesi sono avvenute con la
copertura delle Nazioni Unite. Dall'arrivo delle cosiddette
Forze di protezione delle Nazioni Unite, che in base alla
Risoluzione 1244 dovevano garantire ad ogni cittadino del
Kosovo la sicurezza personale e dei beni materiali, i
terroristi albanesi hanno scacciato 350mila persone, hanno
dato alle fiamme decine di migliaia di case. Talvolta 50,
60, qualche volta tutte le case serbe dei villaggi, il
tutto sotto gli occhi di truppe che sono a tutti gli
effetti truppe di occupazione e sono venute li' sotto la
bandiera delle Nazioni Unite, solo per trasformarsi
l'indomani in truppe di occupazione ed alleati dei
terroristi, gli stessi terroristi che uccidevano,
mutilavano e massacravano un sacco di gente, ed
incendiavano. E continuano a farlo tuttora. E dicono che
supponevano che cio' non sarebbe potuto avvenire.

Puo' qualcuno credere che decine di migliaia di case
vengano bruciate, e che le forze che si trovano li' non
vedano che cosa sta succedendo ? Puo' qualcuno danneggiare
e distruggere... Da quando le truppe delle Nazioni Unite
sono arrivate, 107 chiese serbe sono state distrutte. Puo'
qualcuno distruggere una chiesa intera e darle fuoco senza
che le truppe ONU ne vengano a conoscenza ?

Questa e' una "impresa criminale congiunta" - delle forze
che hanno commesso crimini contro la Jugoslavia insieme
alla narcomafia ed ai terroristi albanesi in Kosovo e
Metohija, per crimini diretti non soltanto contro i serbi
ma contro tutti i non albanesi, e persino contro gli
albanesi cattolici, persino contro gli albanesi che in
qualche modo - ad esempio andando a riscuotere gli assegni
della loro pensione - hanno dimostrato fedelta' alla
Repubblica di Serbia come loro Stato.

Con cio' che sta avvenendo li' si sta in pratica
riabilitando la politica del periodo nazista, di Hitler e
Mussolini. Questo grande parlare di "Grande Serbia", di
questa presunta idea che non e' mai esistita, non serve
altro che a mascherare la creazione di una "Grande Albania"
- quella stessa che crearono Hitler e Mussolini durante la
Seconda Guerra Mondiale. Guardate soltanto quello schema, e
guardate che cosa si sta facendo adesso, quello che
vogliono sottrarre alla Serbia, al Montenegro ed alla
Macedonia - e un domani forse anche alla Grecia del Nord,
quando le relazioni greco-turche saranno messe alla prova
di nuovo per ordine del comune padrone, ed anche quella
sara' per loro una questione da risolvere.

E' evidente che e' in questione il crimine, ed e' evidente
che il filo rosso e' il crimine contro la Jugoslavia. Ma io
voglio far notare che falsificare i fatti storici non e'
comunque semplice. Non e' semplice nemmeno se questi fatti
sono noti solamente ad un ristretto gruppo di persone, ed
e' impossibile falsificarli se l'intero popolo di un paese
li conosce, cioe' milioni di persone. Senza offesa per
nessuno, i giudici di questo processo, secondo i ruoli
assegnati, sono quelli - non voi che indossate i mantelli -
ma quelli che hanno deciso di ammazzare i bambini del mio
paese, che hanno lanciato la aggressione della NATO e
scaricato 25 milioni di tonnellate di bombe in 78 giorni,
ed ucciso prevalentemente vecchi, bambini e donne. Essi
vogliono partecipare alla distribuzione dei ruoli. Ma
nemmeno loro riusciranno ad essere giudici.

Qui giudice e' il popolo - non soltanto il popolo della
Jugoslavia, ma i popoli di tutti i paesi ai quali sta a
cuore la liberta' e l'eguaglianza. Non per niente si dice
"giudizio del popolo, giudizio di Dio". Tutti noi siamo
davanti a questo giudizio, non soltanto io, che qui vengo
preso a responsabile per qualcosa, laddove mi dovrebbe
invece essere riconosciuta, ma anche voi, ed i vostri
datori di lavoro, in particolare quelli che hanno commesso
crimini contro il mio paese.

Siccome voi ritenere che io debba chiedere qualcosa a voi,
allora vi chiedo di lasciarmi in liberta'. Perche' credo
che a voi, ed a tutto il mondo, sia chiaro che io non mi
sottrarro' da questa battaglia che si sta conducendo contro
il mio paese ed il mio popolo. Non ho intenzione di
scappare. Non fa onore a questa istituzione tenermi qui
imprigionato, in condizioni svantaggiate, per privarmi di
eque condizioni per esporre i miei argomenti - nemmeno se
questa istituzione fosse legale, e voi sapete benissimo che
non lo e'.

Perche', se non aveste questo dubbio - non mi riferisco a
voi personalmente, ma alla istituzione - allora
accettereste la richiesta dei vostri "amici curiae" [sorta
di avvocati d'ufficio], di chiedere un parere giudiziale
alla Corte Internazionale di Giustizia sulla legalita' di
questo Tribunale. Voi questo non lo fate, perche' chiunque
potrebbe prevederne facilmente l'esito.

In fondo, ritengo che questa attitudine, direi criminale,
di cercare di far passare la vittima da colpevole, e si
tratta del mio popolo e del mio paese oltreche' di me
stesso, non sia stata storicamente ancora mai menzionata.
Percio' ritengo logico ed anche giusto che mi lasciate
subito in liberta', visto che io non scapperei e mi
presenterei ad ogni dibattimento, in quanto questa e' una
battaglia alla quale io non posso proprio sottrarmi.

http://www.njegos.net/en/studies/index.html?=tnnstudies.html

THE SERBIAN ORIGINS OF THE MONTENEGRINS
by Petar Vlahovic

Petar Vlahovic is Professor of Ethnology of the Yugoslav Peoples and
Ethnogenesis, and of Ethnic and Biophysical Anthropology at the Faculty
of Philosophy, University of Belgrade. He is the member of the Serbian
Academy of Sciences and Arts. The paper The Serbian Origin of the
Montenegrins was published in The Serbian Question in the Balkans,
Faculty of Geography, University of Belgrade, 1995, pages 157-168.
Translated into English by Dusanka Hadzi-Jovancic.

THE NJEGOS NETWORK

> http://www.njegos.net

SOLIDARIETA' ED APPOGGIO AGLI OPERAI DELLA DITTA "PARTIZAN"
IN SCIOPERO DELLA FAME CONTRO LE POLITICHE LIBERISTE !

Ci giunge notizia della protesta iniziata il 4/2/2002
da circa 170 operai della ditta "Partizan" di Kragujevac,
specializzata nella concia delle pelli per produrre cuoio.
Gli operai della ditta, che e' di proprieta' statale, si
oppongono alle privatizzazioni e chiedono al governo un
incremento di capitale per rilanciare la produzione.

La notizia ci e' stata confermata da Rajka Veljovic, il
cui sindacato - quello maggioritario tra gli operai della
ditta automobilistica Zastava, oggi a loro volta sotto
attacco in vista della liquidazione e privatizzazione del
gruppo - ha a sua volta espresso la sua solidarieta' operaia.

Per esprimere sostegno alla loro protesta:
<partizan@...>

---

Since 04.02.2002. in city Kragujevac, Serbia, 250 workers from
'Partizan' factory which try to defend their factory and their jobs are
at hunger strike! Send your protest to nearest Yugoslavian embassy, to
Serbian government, or directly to strikers at partizan@....

---

Od 04.02.2002. u Kragujevcu, Srbija, 250 radnika fabrike 'Partizan' koji
pokusavaju da odbrane svoju fabriku i svoje poslove je u strajku gladju!
Potrebna im je bilo kakva vrsta pomoci. Posaljite im barem mjel podrske
na partizan@....

CHIESTA LA SOSTITUZIONE DELL'AMBASCIATORE DELLA FYROM IN SVIZZERA

Berna, 8 febbraio - Il governo svizzero ha chiesto al
governo macedone l'allontanamento dell'Ambasciatore a Berna,
l'albanese-macedone Alajdin Demirij, nella cui macchina
e' stata trovata una quantita' di armi e di droga.

+++ Schweiz verlangt Abzug des Botschafters +++

BERN, 08. Februar 2002. Die Schweizer Regierung verlangt von
Makedonien den Rückzug ihres ethnisch-albanischen Botschafters,
Alajdin Demirij, aus Bern. In seinem Wagen wurde, bei einer
Durchsuchung, eine größere Menge von Drogen und Waffen gefunden.

INET.NEWS / AMSELFELD.COM

PONTE DI VARVARIN, SERBIA:
DIECI MORTI E PIU' DI TRENTA FERITI

L'avvocato di Berlino Ulrich Dost ha intentato causa contro
la Repubblica Federale Tedesca per conto delle vittime del
bombardamento compiuto da aerei della NATO sul ponte della
piccola citta' serba di Varvarin. L'attacco, attuato contro
una struttura di nessun interesse dal punto di vista militare o
strategico, il 30 maggio del 1999 causo' dieci morti e piu' di
trenta feriti.

Per le spese processuali, l'Unione dei giuristi democratici della
Germania ha aperto, presso la Sparkasse (BLZ 100 500 00), il conto
numero 33522014. Causale: "Schadenersatz für Nato-Kriegsopfer".

Ulteriori informazioni al sito:
> http://www.nato-tribunal.de/varvarin

Sulla azione penale intentata in Germania per il
bombardamento del ponte di Varvarin si veda anche:

> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1485
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1524
(inklusiv Presseinformationen zu der Zivilrechtsklage)

===*===

GEPLANNTE FERNSEHSENDUNG UEBER VARVARIN:
ARD "Europamagazin" - 23.2.02 um 16.30

===*===

http://europe.cnn.com/2002/WORLD/europe/01/17/germany.kosovo/index.html

CNN News
January 17, 2002

Kosovo bombing victims sue Germany

BERLIN, Germany --Victims of a NATO bombing raid
during the 1999 Kosovo war are seeking $3.6 million
compensation, their lawyer said on Thursday.
Ulrich Dost said those who had been wounded and
relatives who lost family members in the bridge attack
are looking for damages from the German government.
The lawsuit has been filed against Germany as it is a
member of the 19-nation NATO, even though its planes
were not used in the attack on Varvarin on May 30,
1999.
The families say the attack was deliberately directed
against civilians and violated the Geneva Conventions.
Ten people were killed and more than 30 injured, 17 of
them seriously, in the strikes which were part of the
78-day bombing campaign that forced the end of a
crackdown on ethnic Albanians by then Yugoslav
President Slobodan Milosevic.
NATO officials insisted at the time that the bridge
was a legitimate military target and denied targeting
civilians.
Dost said on Thursday: "The goal of the suit is to
investigate and ascertain whether NATO countries broke
the rules of war and to get help for the victims."
Vesna Milenkovic, whose 15-year-old daughter Sanja was
killed in the attack, said the suit was about more
than financial compensation.
"We hope the suit will fulfill all our expectations --
determining responsibility and the bringing of
justice."
The relatives are seeking about 100,000 euros
($90,000) compensation for each person wounded and
relatives of those killed, he added.
When the suit was filed on December 24, the German
Defence Ministry said the military campaign had
complied with the Geneva Conventions, and added that
international law does not allow for individual
victims or their relatives to claim compensation from
warring parties.

===*===

> http://www.workers.org/ww/2002/varvarin0214.php

Germany sued over NATO bombing of Yugoslavia

By John Catalinotto

Sometimes it is possible for a small, determined
group of people to keep an important issue alive,
creating a forum that can pave the way for a future
struggle.
Attorney Ulrich Dost, working with only a small
committee of supporters in Berlin and Hamburg,
Germany, and the cooperation of the people of
Varvarin in Serbia, has brought a suit against the
German government on behalf of those wounded
and the surviving family members of those killed in a
NATO bombing attack on the village on May 30,
1999. The suit is asking for about $90,000 in damages
for each person.

After over a year of painstaking work gathering
evidence and doing the necessary legal submissions,
Dost has been able to file the Varvarin victims'
claim for damages.

Dost argues that whatever nation's planes carried
out the assault on Varvarin, Germany is guilty of
illegally causing damages to the population by
virtue of its membership in NATO and its go-ahead for
all the bombing raids.
For the first time since the work was begun, the
establishment media in Germany and also CNN and
the BBC have begun to publicize the Varvarin
case.
This publicity comes as the International Criminal
Tribunal for the Former Yugoslavia (ICTY) meeting in
The Hague is about to open a war-crimes trial
against former Yugoslav President Slobodan Milosevic
on Feb. 12. Stories have begun to come out that
the ICTY prosecutors fear they have insufficient
evidence to prove their charges.
Dost, on the other hand, believes more than
enough evidence exists to prove the civil case against the
German regime. On Jan. 13 Workers World asked
Dost, who had just returned from an exhausting
weeklong tour of Yugoslavia, to explain the facts
of the case for a U.S. audience.
"Varvarin, with its 4,000 inhabitants," said Dost,
"lies about 125 miles south of Belgrade and another
125 miles from the border of Kosovo. It is in a
mostly agricultural region with no significant industry,
no military bases, and in 1999 military transports
were never sent through the center of the town.
People there did not think of their town as a war
target.
"Even on Whitsunday, May 30, 1999, the Sunday
market where farmers sold their goods was open. At
1:25 p.m. three NATO warplanes appeared over
Var varin. One separated from the formation, flew
toward the bridge and fired its rocket, which hit the
bridge's central support column. Its collapse
dumped the bridge and all the people and
vehicles on it into the small Morava River.
"Panic broke out among the hundreds of people in
the market. Some of them ran to the bridge's
wreckage and began to reach toward the victims.
"After they fired the first round of rockets, the
warplanes turned around. The rescue work had just
begun," Dost said angrily. "One of the planes
attacked from the other side, firing two additional rockets
at the already destroyed bridge.
"There were further dead and wounded. Altogether
from this air attack 10 people lost their lives and
another 16 people were gravely wounded. The
youngest fatal casualty of this attack was a 15-year-old
student, Sanja Milenkovic.
"There was no military excuse for the attack. It was
directed at civilians. This is a crime," argued Dost.
Asked why there were not more cases of such
suits around Yugoslavia, which was bombed so heavily,
Dost apologized for not having the human and
material resources to handle more cases.
"It would be easy--if attorneys and funds were
available--to bring similar cases from all different
regions of Yugoslavia, including Kosovo, and with
victims of all ethnic origins. Right now, though, I and
some other volunteer workers have our hands full
with the Varvarin case.
"We have to raise another 150,000 Euros
[$135,000] to pay the legal costs of finishing this case," he
said. "There is no support from the new Yugoslav
regime, which is trying to stay on good terms with
Germany."

Conditions inside Yugoslavia

WW asked Dost, who had just seen much of
Yugoslavia while traveling and speaking about Varvarin,
what conditions were like there now.
"The unemployment must be over 50 percent," he
said. "In some areas there doesn't seem to be a
money economy. People are only surviving
through the help of their families. It reminds me of what I
heard about conditions in Germany just after World
War II."
Dost also brought up the time after reunification of
Germany in 1990. "As many East Germans did
during reunification, many Yugoslavs had great
hopes that removing Milosevic and making peace with
the NATO powers would bring prosperity back.
Now even the pro-Western [Serbian Prime Minister
Zoran] Djindjic is complaining that none of the
promised aid is coming through.
"In Eastern Germany, too, people soon lost their
jobs and their whole way of life. The difference is that
under the ample West German social security
guarantees--which have decreased in the past
years--people were able to maintain at least a
minimum livelihood. In Yugoslavia they have only their
family's support.
"There are polls that predict that in an election the
Socialist Party of Serbia [Milosevic's party] would
come in first. So the European Union people have
advised Belgrade to postpone the elections."
For more information or to give support, contact
Hkampffmeyer@....

- END -

KOSTUNICA BUSSA A TUTTE LE PORTE

Nel corso del suo piu' recente viaggio a Washington, dove
ha partecipato ad un ulteriore banchetto con l'Imperatore,
il presidente jugoslavo Vojslav Kostunica ha "bussato a
tutte le porte" implorando che il suo paese non venga
ulteriormente diviso - stavolta tra Serbia e Montenegro.
Allo scopo, Kostunica si e' detto disposto a tutto: in
particolare, disposto ad abbracciare la causa del Tribunale
"ad hoc" dell'Aia.
Il suo grido di dolore ha sicuramente fatto breccia nel
cuore dell'establishment statunitense,etablishment che e'
gia' entrato a pieno titolo nei libri di Storia per i
grandi sforzi compiuti in favore dello... squartamento
della Jugoslavia, e per il massacro dei suoi abitanti.
(I. Slavo)

KOSTUNICA TRAVELS TO WASHINGTON
BELGRADE, Feb 5 (Tanjug) - Yugoslav President Vojislav
Kostunica travels Tuesday evening to Washington, where
he will attend the traditional prayers breakfast, with
US President George Bush.
During a two-day visit to the United States, the Yugoslav
president will have a number of meetings with US congressmen
- members of the House of Representatives and of the Senate
- and give a lecture at the Woodrow Wilson Center on the
prospects of federalism in the Balkans.
The prayers breakfast, traditionally hosted by members of
Congress for the domestic political elite and guests from
the whole world, will also attend Yugoslav lower house
president Dragoljub Micunovic, who is already on a visit
to the United States at the invitation of a Congress
committee.

KOSTUNICA IN WASHINGTON: BELGRADE TRYING TO FIND WAY TO
PRESERVE YUGOSLAVIA
WASHINGTON,Feb6 (Beta)-Yugoslav president Vojislav
Kostunica said in Washington on Feb.6 that Belgrade
was trying to work out a new model for the federal
state, which will serve as the basis for a fourth
sustainable Yugoslavia.
At a talk on federalism at the Wilson Center, Kostunica
said that due to a "federal order that was either unsound
or was not implemented consistently enough" the first and
second Yugoslavias collapsed, and that the present, third
Yugoslavia has not found an adequate solution to this
problem.
"We are therefore doing our best to work out a viable,
in many ways completely new solution for the federal state,
which might serve as the foundation of a fourth, sustainable
Yugoslavia - the newly preserved or, if you will, newly
reordered joint state of Serbia and Montenegro," the
Yugoslav President said.
Kostunica arrived in Washington to attend the traditional
prayer breakfast on Feb. 7. A press release from President
Kostunica's office said he was scheduled to meet with
congressmen and senators.

PRESIDENT KOSTUNICA ATTENDS WASHINGTON PRAYER BREAKFAST
WASHINGTON, Feb 8 ( Beta) Yugoslav President Vojislav
Kostunica attended on Feb. 7 the traditional Prayer-
Breakfast in Washington, organized by Congress and the
U.S. president.
After the breakfast, attended by some 30 heads of states
from around the globe, Kostunica met with U.S. senator
George Vojnovic.
BETA learned at the Yugoslav embassy in Washington that
Kostunica had separate meetings in Congress and the Senate
during the day.
Kostunica told Voice of America on Feb. 7 that there were
many doors to knock on in Washington and that the he would
attempt to raise support in the U.S. for the preservation
of Yugoslavia.
"When I ran in elections in September 2000, I said in a
public address, which many still remember well, that there
was not a door that I would not knock on. There are many
doors here to be knocked on for the sake of the our country,
the stability of Yugoslavia, the preservation of the
Yugoslav federation," Kostunica said.

KOSTUNICA SAYS VISIT AIMED AT GETTING GREATER SUPPORT
TO FEDERATION
WASHINGTON, Feb 7 (Tanjug) - Yugoslav President Vojislav
Kostunica has said that one of the goals of his visit to
the United States is to step up support to the survival
and reorganization of the Yugoslav federation, which has
already been received from the European Union.
Kostunica said that for him the visit to the United States
was an opportunity to meet a large number of congressmen
and to address US media.
Kostunica said that over the past few years, "our country
occasionally had more problems with individuals at the
Congress, than with the Administration, president or his
authorities" and voiced satisfaction with the fact he
would have the opportunity to meet many of them during
his two-day visit to Washington.
As for cooperation with the White House, the Yugoslav
president said that the stands on Yugoslavia's cooperation
with the Hague war crimes tribunal had in no way changed
since his meeting with US President George Bush last year.
"I think that at this moment we will get back to something
I stressed in talks with President Bush and State Secretary
Collin Powel a year ago," Kostunica said and added that
"we have to get closer to a solution in which the interest
of the state and state's relations will simply be formulated
through a special law on cooperation with the Hague tribunal."

YUGOSLAVIA MUST COOPERATE WITH WAR CRIMES TRIBUNAL
WASHINGTON, Feb 7 (Tanjug) - Yugoslav President Vojislav
Kostunica said in Washington on Wednesday that Yugoslavia
had to cooperate with the international war crimes tribunal,
but that this cooperation had to be put on a legal basis.
Kostunica was responding to questions asked by the audience
at the Woodrow Wilson Centre, after a lecture on the future
of federalism in Yugoslavia.
Asked whether he would support the extradition to the
tribunal of former Bosnian Serb leaders Radovan Karadzic
and Ratko Mladic if they are in Yugoslavia, Kostunica
said that as far as he knew Mladic was not in Yugoslavia.
As for Karadzic, his name was never mentioned in this
context - international authorities and international
troops controlling Bosnia-Herzegovina have no idea
about his whereabouts, Kostunica said.

* I Quaderni di SOS Yugoslavia
* Sito RESISTENZE - http://www.resistenze.org/
* Aggiornamento sito Forum D.A.C. - http://www.romacivica.net/forumdac
* 17/02 Carpi (MO): pranzo di solidarieta'
* CD Murales

===*===

Associazione "S.O.S. Yugoslavia"
V. S. Anselmo 13 - 10155 Torino
338/1755563 - 328/7366501

Disponibile il "QUADERNO YUGOSLAVIA N. 1"

Informiamo che a cura dell'Associazione "S.O.S. Yugoslavia"
è stato prodotto un fascicolo contenente la raccolta di
documenti sull'aggressione alla Repubblica Federale Jugoslava
(1999-2001).
Si tratta di una raccolta di materiali utilizzati ed in parte
diffusi nell'ambito delle attività dell'Associazione durante
il conflitto del Kosovo.

L'Associazione torinese, costituita nella primavera del 99
sulla spinta solidaristica di un gruppo di persone sensibili
alle vicende patite dai popoli jugoslavi, con una parte della
comunità slava di Torino, ha sviluppato un progetto d'aiuto
concreto che si è concretizzato nell'invio di materiali umanitari
là dove il soccorso internazionale era quasi assente, Voivodina,
area di Kragujevac e Belgrado. Il lavoro solidaristico si è
sviluppato efficacemente ed è tuttora in corso, validamente
impegnato nella campagna di adozioni a distanza.
La natura particolare del recente conflitto balcanico, la
cosiddetta "guerra umanitaria", mobilitava le coscienze e
costringeva a scelte di carattere morale, tali scelte, però,
avvenivano nel frastuono di un martellamento mediatico finalizzato
a giustificare i bombardamenti che sistematicamente colpivano
le infrastrutture civili dell'intera Repubblica Federale Jugoslava:
fabbriche, centrali energetiche, ponti, ferrovie (treni e passeggeri
inclusi), abitazioni civili, ambasciate, il palazzo della televisione
(operatori inclusi), autobus, profughi. Questo strano umanitarismo
costellato di "errori" ed "effetti collaterali" era sostenuto da un
sistema informativo troppo contraddittorio e fazioso per celare la
sua vera natura di autentica propaganda di guerra. La tragica
situazione imponeva lo sforzo di oltrepassare la versione
superficiale dei fatti per andare al di là dell'immagine del
nemico mostruoso e crudele, sicché per tutto il corso del conflitto
e anche dopo, parallelamente all'opera solidaristica umanitaria,
l'associazione raccoglieva una ricca documentazione sugli
aspetti più gravi delle vicende in cui erano coinvolti i civili
jugoslavi; la campagna di demonizzazione del popolo serbo già
avviata durante il conflitto in Bosnia, la strumentalizzazione
della questione profughi, il ruolo dell'UCK e la pericolosità delle
armi all'uranio impoverito. Questi argomenti sono stati trattati
avendo cura di citare le fonti e di fornire un quadro preciso sulla
base di documenti oggettivi, perché lo scopo era quello di superare
i pregiudizi e capire quanto accadeva senza lasciarci trasportare
da facili odi verso il nemico di turno, in una parola, per
promuovere finalmente una solidarietà cosciente, indispensabile
oggi più che mai dato il contesto internazionale, attraverso un
lavoro di informazione, puntuale, corretta e documentata.

L'isolamento in cui si è condotta l'attività dell'associazione,
così come l'ostilità da parte di certe aree del movimento pacifista
durante la guerra, sono oggi controbilanciate dalla verità venuta
infine a galla; i tormentoni che per mesi hanno alimentato il mito
della "guerra giusta" sono scomparsi, inghiottiti da nuove campagne
mediatiche che contraddicevano o sorvolavano disinvoltamente le
precedenti (i soldati italiani intossicati dall'uranio impoverito
e subito dopo la "mucca pazza"), travolti dalla disinformazione
(le fosse comuni non esistevano o le poche ritrovate contenevano
tanto serbi che albanesi), cancellati dall'indifferenza dei media
verso la "pulizia etnica" condotta dall'UCK, e dimenticati,
semplicemente caduti nell'oblio generale.
Quanto al dopo, conclusosi il conflitto calava il sipario, eppure
le conseguenze del profondo cambiamento portato nella società di
quei popoli è causa di sofferenze la cui portata si coglie soltanto
se si conosce direttamente. Ora che il "bene" ha vinto sul "male"
la nostra solidarietà continua, concreta e cosciente come prima,
consentendoci di affermare senza dubbi che quella guerra nulla
ha avuto di giusto, molto di neocoloniale, moltissimo di falso e
propagandistico, proprio come la pubblicità.

Riteniamo utile mettere il materiale di documentazione raccolto in
questi anni a disposizione di quanti fossero interessarti, a questo
scopo stiamo curando la pubblicazione di alcuni dossier tematici che
abbiamo chiamato "Quaderni Jugoslavia". Il numero uno è disponibile
prendendo contatto con l'associazione, altri ne seguiranno fino ad
esaurimento dell'archivio.

Per contatti: i numeri sopra indicati, oppure per email:
posta@...

===*===

http://www.resistenze.org/

Resistenza significa soprattutto
stare fermi, saldi e dal greco
antistatis vuole etimologicamente
dire stare contro. Per resistere
infatti, bisogna soprattutto
individuare bene coloro contro
cui stiamo, e poi organizzarci
bene per stare contro. Prima di
proporre, infatti, occorre che
siano maturate le condizioni
storiche, economiche, politiche
e culturali perché ciò che si
propone abbia un minimo di
possibilità di realizzazione.
Prima di questo, è necessario
che passi l'idea per cui bisogna
innanzi tutto resistere, cioè
essere saldi e essere contro.
Oggi lo spazio pubblico della
resistenza si configura
immediatamente come resistenza
alla doppia dittatura
dell'economia e del
politicamente corretto.

CENTRO DI CULTURA E DOCUMENTAZIONE POPOLARE

Via S.Anselmo 13
10155 Torino
tel. 3393204016
posta@...

http://www.resistenze.org/

===*===

SITO D.A.C. AGGIORNATO

In allegato segnalo l'avvenuta riorganizzazione del nostro sito DAC:
http://www.romacivica.net/forumdac.
Saluti, Enrico Giardino <forumdac@...>

Alle persone sensibili al tema dei diritti comunicativi

Come forse sapete, il Forum DAC - associazione apartitica nata a
Roma nel 1990 - si batte per i diritti comunicativi dei popoli,
dei cittadini-utenti e dei lavoratori della comunicazione.
Non ha mai ricevuto contributi istituzionali o partitici, è
ospite della rete di civica di Roma - unica associazione "no profit"
della voce "comunicazioni".
In questi giorni, il nostro sito WEB è stato completamente
riorganizzato e ristrutturato: nell?area DOCUMENTI troverete una
articolazione per "argomenti" commentati, nonché una sintesi dei
documenti più significativi prodotti, in gran parte propositivi e
progettuali.
Riferimenti principali del nostro impegno sono: le lotte contro il
cosiddetto "neoliberismo" ed i suoi slogan; Il principio del
Diritto A Comunicare (UNESCO); la nostra Costituzione.
L?approccio è scientifico, di matrice sociale: partendo dai diritti
di conoscenza, informazione e comunicazione di massa, si proietta
sull?organizzazione statuale delle società moderne (ad. es. con
l?idea della comunicazione di massa come 4^ funzione costituzionale
di sovranità popolare).
Molte delle soluzioni proposte riguardano l?attualità politica
(la RAI, la riorganizzazione del sistema comunicativo, le "guerre",
i sistemi elettorali, la comunicazione politica, ecc. ).
La vastità e la complessità dei temi che solleviamo eccedono
largamente le nostre forze, ma essi sono parte decisiva dell?agenda
politica e culturale di tutti i movimenti detti "no global".
Vi chiedo perciò di visitare il nostro sito e, se credete, di
inviarci commenti, critiche, proposte.
Potremo così attivare una specifica rete di comunicazione e di
mobilitazione su questioni di reciproco interesse (anche con link
telematici).
Nei prossimi giorni, il sito DAC sarà completato con brevi
documenti video - spot dei nostri documentari - e con brevi
inserti audio.
Grazie per la sensibilità e la collaborazione,
Enrico Giardino (Forum DAC) - Roma

===*===

Subject: 17/02 Carpi (MO): PRANZO DI SOLIDARIETA'
Date: Tue, 5 Feb 2002 19:34:29 +0100
From: Antonia Mascioli
To: balcani@...

COMITATO CARPI CONTRO LA GUERRA

Domenica 17 Febbraio 2002
ore 12,30

presso il Circolo ARCI ARCOBALENO
Via Giliberti n.1 S.Croce (Carpi)


PRANZO DI SOLIDARIETA'
(cucina locale, assaggio di cibi balcanici e dolci fatti in casa)


a favore dei ragazzi dell'orfanatrofio di

BANJA KOVILIACA
(località sul fiume Drina, al confine tra la Bosnia e la Jugoslavia
settentrionale)

gli stessi ragazzi che, l'estate scorsa,
sono stati ospiti a Guastalla e, per un giorno, a Carpi.


menù a prezzo fisso: 15,00 euro
(7,00 euro per i bambini)

dopo il pranzo

immagini, racconti, giochi, eventi, ...
insieme ai compagni dell' Associazione Un Bambino per Amico di
Guastalla,
a volontari ICS e agli amici del Circo Abusivo di Como

la prenotazione è obbligatoria!

telefonare a uno dei seguenti numeri:

Circolo ARCI Arcobaleno, tel. (059) 664589.
Comitato Carpi contro la guerra, tel. (059) 680672.
Associazione Un bambino per amico, tel. (0522) 838778;
cell. 339-3098128.

per informazioni: cell. 347-1487450

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Subject: murales
Date: Mon, 10 Dec 2001 15:00:02 +0100
From: campomarzo editrice
To: jugocoord@...

La musica è viva e lotta insieme a noi, a volte,
quando se lo ricorda.....

il CD "Murales", contenente "Canzone di Guerra", manifesto di
protesta contro la NATO in Serbia.

il CD "Murales" i cui ricavi di vendita finanzieranno progetti di
solidarieta' in Serbia realizzati dal Gruppo Volontariato Civile
(GVC) di Bologna, per la risoluzione non-violenta dei conflitti, la
tutela dei diritti umani e ambientali.

Per richieste:

tel. 349-6100407

e-mail: murales2OO1@...