“Mosca ci invade”, Kiev chiede sostegno militare a Nato e Ue (Marco Santopadre, 28 Agosto 2014)
Kiev loses control of Novoazovsk, rebel troops advance in southeast Ukraine (August 28, 2014)
Truppe ucraine accerchiate nel Donbass, fuga da Mariupol (Marco Santopadre, 29 Agosto 2014)
Putin paragona i bombardamenti di Kiev sul Donbass a quelli nazisti su Leningrado (da RIA Novosti)
Ucraina, Ferrero: No alla guerra. Ministri Esteri Ue abbandonino appoggio a governo nazista ucraino (29 ago 2014)
L’esercito di Kiev in difficoltà, le milizie popolari avanzano (Marco Santopadre, 31 Agosto 2014)
People’s Republics advance in face of Ukraine disarray (By Greg Butterfield / WW, September 3, 2014)
Several NATO officers blocked in Ukraine's Mariupol — militia (ITAR-TASS, September 01, 2014)
Ucraina, l’esercito di Kiev suona la ritirata (Redazione Contropiano, 2 Settembre 2014)
HRW: Civilian death toll in E. Ukraine rising due to 'indiscriminate and unlawful' shelling (RT, September 02, 2014)
Ucraina: Donetsk, un milione di persone sotto assedio (Danilo Elia / OBC, 2 settembre 2014)
Ucraina. Ancora arresti di dirigenti comunisti (Redazione Contropiano, 03 Settembre 2014)
--- UCRAINA Notizie – Agosto 2014 – L’Ucraina che resiste (a cura di Enrico Vigna)
Andrey Stenin, un flash dentro la guerra (Redazione Contropiano, 05 Settembre 2014)
30 agosto 2014 – Intervenendo a un congresso di giovani sul lago Seliger, a nord di Mosca, il presidente russo Vladimir Putin – il cui confronto verbale con gli Stati Uniti e l’Occidente sta prendendo torni sempre più polemici dopo l’inizio della guerra in Ucraina – ha detto tra le altre cose:
«Tutto quello che gli Stati Uniti toccano diventa Libia o Iraq»
Da the wineyard of the saker proponiamo il testo dell’intervista del Primo Ministro e del Ministro della Difesa resa in conferenza stampa congiunta il 26 agosto. Si tratta di un testo di enorme valore, non solo contingente ma anche programmatico ed ideologico. Da leggere.
Aleksandr V. Zakharchenko, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Popolare di Donetsk] Come tutti sapete, una settimana fa abbiamo annunciato il nostro piano di attacco. L’abbiamo iniziato ieri. Fino a ieri ci siamo preparati per l’attacco, esaminando i trofei militari, armando gli equipaggi, e testando la comunicazione tra le diverse formazioni militari. Ora posso orgogliosamente annunciare che abbiamo formato 2 battaglioni di carri armati, 2 complete brigate di artiglieria, 2 divisioni Grad, 1 battaglione di fanteria meccanizzata, 3 brigate di fanteria e una speciale brigata aerotrasportata d’assalto. Tutte queste unità hanno ora ricevuto le sigle dell’esercito. Il sistema di comunicazione è stato regolarizzato e sono stati formati 2 ospedali da campo e 1 brigata di manutenzione. Abbiamo iniziato a testare tutte queste unità in battaglia. Ieri abbiamo iniziato un attacco contro il gruppo nemico ad Amvrosievka. Secondo i nostri dati, nel corso dell’offensiva, il nemico ha perso circa 45 unità di equipaggiamento militare, abbiamo catturato 14 unità di attrezzature militari, e circa 1.200 persone sono state uccise o ferite. Ci sono due sacche di resistenza in questo momento, ad Amvrosievka e a Starobeshevskaja. Abbiamo iniziato ad avanzare alle 4 del mattino su Elenovka, dove sono ancora in corso combattimenti. Due terzi di Elenovka sono sotto il nostro controllo. Speriamo di ripulire queste zone prima della notte. Tuttavia, l’offensiva non si concluderà con questo. Continueremo finché non libereremo tutte le aree popolate della Repubblica Popolare di Donetsk. L’esercito è pronto e abbiamo il sostegno del popolo. Ci saranno sempre più prigionieri. Ora, per quanto riguarda la parata. Ho volutamente messo i trofei militari in mostra in Piazza Lenin. Tutto ciò che verrà a noi da Kiev, finirà nella stessa condizione, prima o poi. Più ne verrà, più sarà facile per noi ripristinare la nostra economia. Come forse sapete, la metallurgia è una delle nostri principali industrie. Vorrei ringraziare il Ministro della Difesa per la stretta cooperazione, la sua comprensione delle sfide che il governo deve affrontare, per la sua capacità illimitata di lavorare e per il suo coraggio personale.
Vladimir Kononov, [ministro della Difesa della Repubblica Popolare di Donetsk] Cari giornalisti, pubblico televisivo, vorrei farvi un appello. L’esercito aggressivo ucraino di occupazione è venuto sul nostro suolo. Hanno portato una ideologia nazionalista che non ha alcun rispetto per la vita umana. Il loro unico interesse è per il nostro territorio e per le risorse. Lanciano i loro vili attacchi a complessi civili residenziali con nonne, donne e bambini. Proprio ieri hanno sparato su un quartiere residenziale e hanno ucciso una bambina di 9 anni. Non c’era presenza della milizia sul posto. Usano le tattiche subdole dei gruppi mobili di mortai che arrivano in un posto, vi sparano per 10-20 minuti, e se ne vanno in fretta. Abbiamo già tutti i dati sui movimenti di questi gruppi di mortai. Saranno neutralizzati presto. Ora, per quanto riguarda le forze armate. Questa è una forza uniforme con un principio di autorità indivisa che impedisce la disobbedienza e il disordine, contrariamente a coloro che chiamano l’esercito della Repubblica Popolare di Donetsk “makhnovista”, ecc. È una bugia diffusa dalla giunta di Kiev, nonché da coloro che hanno scatenato carri armati, lanciarazzi Grad e artiglieria contro il proprio popolo.
Ora potete porre le vostre domande.
La milizia fa fuoco sulle case?
Mi permetta di correggere subito. Eravamo la milizia 10 giorni fa. Oggi, siamo le forze armate della Repubblica Popolare di Donetsk. Le forze armate della Repubblica Popolare di Donetsk non cercano in alcun modo di colpire quartieri residenziali e case. Non lo facciamo e non lo faremo mai. Questa è la nostra nazione, la nostra terra e la nostra patria. Questa è una guerra sul nostro territorio, che vogliamo preservare. Non siamo animali. Non stiamo combattendo a Kiev, stiamo combattendo a casa nostra.
Canale 1, Mosca. Come caratterizzerebbe la risposta delle forze armate ucraine alla vostra offensiva? Ne erano a conoscenza? Sono confuse, resistono oppure si ritirano?
Molto probabilmente sapevano del nostro contrattacco, non ne abbiamo fatto un segreto. Non conoscevano il tempo e il luogo dell’attacco. Ci sono ufficiali regolari dell’esercito che, purtroppo, a un certo punto si sono laureati presso le scuole militari e le accademie sovietiche. Si stavano preparando per diverse opzioni, e ne hanno indovinato alcune. Il combattimento è stato pesante, perché le unità regolari combattono bene. L’esercito regolare combatte davvero, viene sconfitto, ma non si arrende mai. Quelli che si ritirano sono i battaglioni Shakhtersk, Ajdar ecc. Di solito sono facili da attaccare, perché si ritirano al primo colpo e non si impegnano in uno scontro a fuoco diretto. Di solito si ritirano e chiamano le unità regolari, e poi cominciano ad attaccare insieme. Ancora una volta, la lotta è molto pesante. Si può sentire la superiorità del nemico dalla loro quantità di attrezzature. Per darvi un’idea dell’intensità dei combattimenti: attraversiamo circa 40 km in una giornata.
La sfilata dei prigionieri di guerra che abbiamo visto questo pomeriggio, non è contro tutte le convenzioni umanitarie e gli appelli alla dignità?
Come avvocato, posso dire che non abbiamo fatto nulla contro il diritto internazionale. I prigionieri non sono stati spogliati o affamati. Mostratemi un diritto internazionale unico, che proibisce di far sfilare i prigionieri. Non abbiamo fatto niente di illegale.
Qual era lo scopo di questa sfilata? Stavate cercando di inviare un messaggio a Kiev? Perché avete preso la decisione di far sfilare i prigionieri di guerra?
Kiev ha affermato che avrebbero marciato in corteo a Donetsk il 24. Così è stato. Poroshenko non ha mentito: erano proprio qui, insieme ai loro equipaggiamenti militari.
Questa settimana Lugansk ha ricevuto aiuti umanitari dalla Russia. Siete in attesa di un aiuto simile, e quando pensate che ci si possa aspettare che arrivi?
Ce lo aspettavamo ieri, anche prima di Lugansk. La popolazione della nostra città è più grande di Lugansk, quindi era logico inviare a noi gli aiuti in primo luogo. Ma la situazione a Lugansk è molto più difficile, così sono stati inviato prima lì. Mi auguro che riceveremo i nostri aiuti al più presto.
Ci sono delle trattative per i termini di consegna?
Sì, i negoziati sono stati condotti nello stesso giorno come Lugansk, ma, purtroppo, non abbiamo avuto aiuti.
Lugansk condividerà con voi gli aiuti ricevuti?
Come manager pratici, lo vorremmo. Tuttavia, da un punto di vista umanitario si capisce che la situazione è più difficile lì. Dobbiamo contare sulle nostre risorse per ora. Speriamo che gli aiuti arrivino presto.
Ci sono paralleli storici con il luglio 1944 e la sfilata dei nazisti. È accaduto per caso o è stato fatto apposta?
Onestamente, abbiamo visto di recente una delle insegne della 2a brigata separata: è l’emblema completo della Divisione SS Galizia, un distintivo della 79a SS Galizia. Quando abbiamo visto i simboli completi di questa divisione… Molte famiglie russe hanno subito perdite durante la Seconda Guerra Mondiale. Uno degli antenati della mia famiglia ha combattuto contro la Divisione SS Galizia. Questo non è solo un parallelo, questo è generazionale: il mio bisnonno, e ora io, e la stessa divisione… Ecco perché è sorto il desiderio di ripetere il 1944, perché ci si renda conto che tutto è già accaduto prima, che si è ripetuto con lo stesso risultato. Ogni volta che arrivate in Russia con una spada, “di spada perirete”. Purtroppo, cari giornalisti, l’Occidente cerca di invaderci a intervalli regolari di 30-50 anni. Cioè, ogni 30-50 anni la civiltà occidentale cerca di imporci la propria opinione e il proprio modo di vita. La prima guerra mondiale, la Grande guerra patriottica, ancora prima la guerra di Crimea e così via fino alle profondità della storia. Come risultato, l’Occidente ottiene tradizionalmente la caduta di Berlino, di Parigi, ecc Sul Maidan hanno ripetuto ogni anno a Kiev – “Chi non salta moscovita è”. L’Occidente viene ogni 30-50 anni per ottenere ciò che merita. Ora nel 2014, sono un po’ in ritardo.
Che tipo di aiuto avete ora dalla Russia?
Individui e alcune organizzazioni ci inviano cibo, vestiti e medicine. Ramzan Kadyrov ha raccolto aiuti umanitari per un valore di 70 milioni di dollari, e ora sono in attesa a Rostov. Non era un programma statale, è del Presidente della Repubblica della Cecenia.
…. esperti di artiglieria da Samara?
Inviterò alcuni ufficiali della marina francese, che vogliono combattere con noi. Sono disposti a rilasciare un’intervista. Abbiamo l’Europa che combatte tra di noi. Gli ideali europei di uguaglianza, fraternità, e la rivoluzione francese, come nella Marsigliese, risuonano nell’animo dei patrioti della Francia. Questo significa che la loro nazione non è morta, dal momento che ha rappresentanti del genere che sono disposti ad andare in un luogo lontano a combattere per i propri ideali, per i quali un tempo hanno preso la Bastiglia. Sì, ci sono volontari: francesi, russi. È una cosa brutta? A me pare ottima.
Ci sono unità militari regolari russe che combattono al vostro fianco?
Se pensate che la Russia stia inviando le sue unità regolari qui, allora lasciate che vi dica una cosa. Se la Russia stesse inviando le sue truppe regolari, qui non staremmo parlando della battaglia di Elenovka. Staremmo parlando della battaglia di Kiev, o magari della cattura di Leopoli. Ora c’è una guerra sul nostro suolo per il nostro territorio. Abbiamo un afflusso di volontari provenienti da tutto il mondo. Naturalmente, l’aiuto russo sarebbe molto auspicabile, ma da un punto di vista politico è impossibile e irrealistico.
Grazie, tra l’altro, ai paesi europei. Voi non riconoscete questa guerra così come non avete riconosciuto la grande guerra patriottica, non è vero? Voi sostenete l’operazione anti-terrorismo contro terroristi e separatisti. Non avete sviluppato una Carta dei territori liberi, credo, in Svizzera? Un territorio ha il diritto di autodeterminazione e di separazione dopo un referendum. La Germania vive in base agli stessi principi. Ci sarà presto un referendum in Scozia. Cioè, chiamate democratici i vostri principi e li portate avanti (quasi) democraticamente. L’esempio della Cecoslovacchia è stata pacifica. La Jugoslavia, purtroppo, l’avete strappata in mille piccoli pezzi. Usando metodi militari, per giunta.
Da noi succede la stessa cosa. Cioè, se smettete di perseguire una politica di due pesi e due e sarete in grado di capire che qui vive della gente. Qual è la nostra colpa? La colpa di Donetsk, del Donbass, della nostra terra? Che abbiamo chiesto di vivere in modo indipendente? Che abbiamo voluto vivere nel modo che vogliamo? Parlare la nostra lingua? Fare amicizia con chi vogliamo? Non abbiamo voglia di andare in Europa. Abbiamo mentalità diverse, religioni diverse. Ma noi abbiamo una religione diversa. Vogliamo andare a Oriente. Abbiamo voluto vivere come vogliamo, ma non ce lo hanno permesso. Siamo stati chiamati terroristi e separatisti. Vi prego di notare, non abbiamo catturato alcuna amministrazione regionale, né abbiamo bruciato dipartimenti distrettuali. Questo è ciò che ha fatto il Maidan. Gli slogan: “No agli oligarchi”, “Uguaglianza e fraternità”, “libertà di religione e di lingua”, “Libertà di scelta”. Tutti questi slogan vengono dal Maidan. Noi vogliamo la stessa cosa. Allora perché siamo i cattivi? Cosa abbiamo fatto per meritare di essere bombardati da aerei? Colpiti da carri armati? E ci hanno sganciato sulla testa bombe al fosforo? Spiegatemi, che operazione anti-terrorismo è questa?! In tali operazioni sono coinvolte forze di polizia e servizi di intelligence, e non unità militari regolari, veicoli militari e velivoli.
Cari giornalisti, per favore correggetemi se sbaglio. Se siamo terroristi, devono combatterci la polizia e i servizi di sicurezza dell’Ucraina. Le brigate numero 30, 25, 95, 72, e 76 – l’intero esercito ucraino è presente sul nostro territorio. Tre mobilitazioni generali, la guardia nazionale, battaglioni territoriali, i battaglioni privati Aidar, Azov, Shakhtersk, Donbass, Dniepr-1, Dniepr-2, Dniepr-3, Kiev, e ora Kryvbas. Che cosa abbiamo fatto? Qual è la nostra colpa? Il fatto che abbiamo gas di argilla, per il quale si desidera cancellare l’intera Slavjansk dalla faccia della terra? O qualche altro interesse finanziario?
Siamo tutti discendenti di antenati gloriosi. Abbiamo tutti antenati dei quali siamo orgogliosi of. Solo tra gli antenati di noi due ci sono due eroi dell’Unione Sovietica. Siamo ancora in grado di tenere le armi nelle nostre mani. Abbiamo inghiottito con il latte delle nostre madri un orgoglio e un desiderio di vivere in un Donbass libero e felice. Diremo a chiunque viene a farci del male sul nostro territorio: ci batteremo con le unghie e con i denti per la nostra patria.
Kiev e l’Occidente hanno fatto un grosso errore a ridestarci. Noi siamo gente laboriosa. Mentre altri saltavano sul Maidan per 300 grivne, la nostra gente era giù in miniera, a estrarre il carbone, a fondere metallo e a seminare le colture. Nessuno di noi ha avuto il tempo di saltare, eravamo occupati a lavorare. Quando una persona che proprio ieri ha lavorato con un martello pneumatico o ha guidato una mietitrice, oggi sta dietro al volante di un carro armato o di un Grad, o ha raccolto una mitragliatrice, è stata oltrepassata la linea e non lo si può più fermare. Chi ha lasciato il suo lavoro sa che combatterà fino alla fine e fino al suo ultimo respiro. Potete dirlo agli altri: non ridestate la bestia. Non fatelo, e basta. Mentre ce n’è ancora la possibilità, lasciate che le madri salvino i loro figli. Per alcuni, forse questa sarà una notizia terribile: sotto Stepanovka, sotto Saur-Mogila, giacciono ancora diverse centinaia di soldati delle forze armate dell’esercito ucraino che sono dati per dispersi. Le famiglie ricevono lettere di “disperso in combattimento”. In realtà sono morti. Le autorità di Kiev lo fanno apposta.
Centinaia, migliaia di morti giacciono in più di una dozzina di tombe. Questo ve lo annuncio ufficialmente. Fate sapere a tutti che, se avete ricevuto una lettera di “disperso in combattimento”, allora molto probabilmente, vostro marito, fratello o figlio sono stati uccisi.
[Vladimir Kononov] Posso darvi un esempio dal combattimento dei battaglioni 72° e 25° contro di noi a Shakhtersk. Ho tutti i documenti dei soldati bruciati vicino ai macchinari distrutti. Abbiamo restituito i corpi all’esercito ucraino. Due settimane più tardi, abbiamo ricevuto informazioni che erano “dispersi in azione”. Perché si sono presi la briga di raccogliere quei corpi? È stato riferito che l’esercito ucraino dall’inizio del conflitto ha avuto 12.000 morti, 19.000 feriti e 5.000 dispersi. Non sono dispersi, sono stati uccisi e sepolti sotto il monte Karachun, a Krasnyj Liman… Hanno gettato corpi da un elicottero nei Laghi Blu vicino a Slavjansk, con pietre legate ai loro piedi.
[Aleksandr Zakharchenko] Vladimir Petrovich, cerchiamo di non eccitare la nostra stampa con dettagli raccapriccianti. Poroshenko ha detto che 120 persone sulle 1200 che hanno partecipato alla parata a Kiev andranno in Oriente. Ora voglio dire: io non voglio combattere. Non è stata una mia scelta, ma mi batterò fino alla fine per la mia terra, non importa chi siano, quando arrivino e quanto numerosi siano. Questa è una battaglia di annientamento. Purtroppo, gli slavi stanno lottando tra loro e distruggendo le loro persone migliori. Vogliamo rivolgerci a tutti i parenti e alle madri: non inviate qui i vostri figli. Lasciateci soli. Viviamo liberi e in pace.
Non siamo venuti da voi a Kiev, a Dnepropetrovsk, o a Zaporozh’e. Non abbiamo depredato i vostri villaggi, violentato le vostre donne, ucciso i vostri anziani e rubato le loro decorazioni militari. Ricordate le decorazioni per Stalingrado, per la cattura di Berlino, le medaglie della Stella d’Oro, gli Ordini di Gloria, gli Ordini della Bandiera Rossa, mescolati con gli orecchini delle donne?… Noi non lo facciamo. Noi vogliamo vivere sulla nostra terra nel modo in cui vogliamo. Non abbiamo bisogno di voi. Noi siamo diversi. L’Ucraina d’Oriente e d’Occidente è un conglomerato creato artificialmente. Tuttavia, non abbiamo iniziato noi questa guerra. Se qualcuno ha una coscienza politica, la volontà e il coraggio di un vero uomo, gli suggerisco solo di fermare questa operazione. Non è necessario riconoscere il nostro stato, limitatevi a lasciarci soli all’interno dei nostri confini delle repubbliche di Donetsk e di Lugansk, e ci saluteremo e ci diremo addio.
Una domanda del quotidiano francese Libération. Quando avrà luogo la conferenza stampa con i volontari internazionali francesi, che lei ha citato?
Arriveranno domani. Parli con Vladimir Petrovich domani. Lo contatti attraverso il suo addetto stampa.
Pensa che l’incontro con Poroshenko porterà eventuali soluzioni positive?
Vorrei fare un chiarimento. Nessuna federalizzazione può essere possibile oggi. C’è un tempo per ogni cosa. Abbiamo chiesto la federalizzazione 3 mesi fa, abbiamo chiesto un permesso di tenere un referendum. Quel tempo è passato, ora vogliamo vivere in modo indipendente. Le autorità ucraine stanno utilizzando metodi di polizia per sottometterci: ci arrestano, ci tagliano fuori, e conducono operazioni anti-terrorismo contro di noi. Ormai così tanto sangue è stato versato e così tante persone sono morte per la libertà. Come possiamo parlare di federalizzazione? Che cos’è la federalizzazione? Si tratta di una serie di procedure burocratiche che devono essere portate avanti. Ma noi vogliamo vivere in modo indipendente. Abbiamo una terra molto ricca. I discorsi a proposito dei sussidi sono una bugia perpetrata dai ladri per rubare denaro. Ogni presidente lo ha capito molto bene e vi ha sempre partecipato. Siamo una regione autosufficiente con la sua agricoltura, un’industria sviluppata, boschi, campi e mari. Abbiamo tutto, da una “Svizzera” al mare. Aree balneari, agricoltura, chimica e industria del carbone, ricchezza di minerali, depositi di gas, ecc. Nonostante gli stretti legami con il resto dell’Ucraina, possiamo e dobbiamo essere in grado di nutrirci. Se non lo capiscono con le buone, allora lo chiederemo loro con le cattive. Mi auguro che l’incontro tra Poroshenko e il presidente Vladimir Putin porterà a prendere in considerazione la nostra posizione.
Una domanda di diritto, in relazione alle persone che sono in carcere. Prego di specificare di che tipo di diritto sta parlando. Su quali basi queste persone sono state arrestate?
Abbiamo recentemente adottato un nuovo codice penale e creato corti marziali e tribunali. È di questo che sta parlando?
Questa non è una legge, questa è una disposizione che abbiamo discusso in sede di Consiglio dei ministri e poi sottoposto al Consiglio Supremo.
Il Consiglio Supremo ci ha dato via libera. Sta chiedendo delle persone che sono state arrestate prima di questo momento oppure dopo? Al momento i detenuti sono in gran parte soldati che hanno violato la disciplina militare e il giuramento di fedeltà. Una corte marziale dovrà fare i conti con loro. Ora, per quanto riguarda il resto. Dopo l’adozione di questa legge, tutti i detenuti civili sono stati trasferiti al Ministero degli Affari Interni e il Ministero della Sicurezza di Stato per le loro audizioni. In base alla sentenza, o saranno liberati, oppure sottoposti a pene amministrative sotto forma di servizi alla comunità, da 10 a 30 giorni. Il centro di detenzione di Donetsk è passato dalla nostra parte, quindi luoghi civili potranno essere utilizzati per le detenzioni. Per ulteriori chiarimenti è possibile informarsi presso la segreteria del Vice Primo Ministro o fare appello al procuratore generale.
Una domanda sulla pena di morte.
Sarò onesto, penso che la pena di morte sia la più alta forma di protezione sociale. Probabilmente vi ricorderete che il mio primo decreto è stato per combattere il banditismo. Sì, questo è un fenomeno diffuso, perché ogni sorta di elementi criminali penetra sotto l’apparenza di una rivoluzione. Dobbiamo lottare adesso contro questo fenomeno, così non dovremo andare a caccia di questi gruppi paramilitari in un momento successivo. Questo è il motivo che sta dietro a questa decisione. Dopo lunghe discussioni si è deciso di adottare la pena di morte. Voi tutti sapete perfettamente che l’abolizione della pena di mo
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