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In questa puntata si parla di: bancarotta Agrokor, nome della Macedonia, battaglia dei monumenti, Spagna contro Kosovo, 25 Aprile...
Inizio messaggio inoltrato:Da: Partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana <partigiani7maggio @ tiscali.it>Oggetto: Il nostro 25 AprileData: 24 aprile 2018 11:43:42 CEST
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"L’ANPI denuncia che nel cuore dell’Europa non solo si assiste al rifiorire di ideologie ed organizzazioni ispirate al nazifascismo, ma anche alla realizzazione, da parte delle Istituzioni, di pratiche di discriminazione, razzismo, violenza direttamente collegate a tali ispirazioni o simili ad esse. In particolare, ci si riferisce alle discriminazioni (compresa la negazione del diritto al voto) in atto contro i cittadini di origine etnico-linguistica russa ed all’esaltazione dei collaborazionisti coi nazifascisti nei Paesi Baltici, alla distruzione dei monumenti commemorativi dei caduti nella guerra antinazifascista in Polonia, Ucraina e Paesi Baltici, e soprattutto all’insieme delle azioni delle forze al potere a Kiev: in questo caso, alla messa fuorilegge del Partito Comunista, alla distruzione dei simboli della lotta antifascista, alla integrazione nelle forze militari di reparti esplicitamente neonazisti, alla esaltazione come eroi dei collaborazionisti coi nazisti nella Seconda Guerra Mondiale si aggiungono gli atti di guerra contro le genti del Donbass, con bombardamenti di case, scuole, ospedali, e le stragi neonaziste come quella di Odessa del 2 maggio 2014.
L’ANPI chiama i suoi aderenti e tutti gli antifascisti italiani a realizzare in tutte le forme democratiche una concreta solidarietà con gli antifascisti che in quei Paesi lottano contro simili orrori e contro la complicità oggettiva di chi, nella UE ed in generale in Occidente, appoggia, sostiene, finanzia i loro autori e ne tace il pericoloso legame con il nazifascismo"
(fonte: Silvio Marconi)
20 Marzo 2015
La Federazione Internazionale dei Resistenti (FIR) (link), l'organizzazione che raccoglie le associazioni europee degli ex combattenti delle formazioni partigiane impegnate nella lotta contro il nazifascismo (a cui aderisce anche l'ANPI) ha diffuso una dichiarazione dopo la sigla degli ultimi accordi di Minsk per un regolamento pacifico del conflitto nel Donbass
La Federazione Internazionale dei Resistenti, in quanto organizzazione che raggruppa le organizzazioni degli ex partigiani e combattenti della coalizione anti-hitleriana, dei perseguitati dal regime nazista con le proprie famiglie, nonché degli antifascisti di oggi, in qualità di “Ambasciatore di pace” delle Nazioni Unite di fronte alla situazione attuale in Ucraina si vede costretta a diffondere la seguente dichiarazione:
Chiediamo la protezione di tutte le persone in questo paese, che la cessazione del fuoco annunciata venga rispettata da tutte le parti.
Consideriamo la vendita delle armi e le altre interferenze esterne come tentativi di estendere la guerra civile e il confronto militare a spese del popolo.
Sosteniamo la risoluzione proposta dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, che rende responsabile la comunità mondiale nel processo di pace.
In particolare, ci aspettiamo che l'Unione Europea, schierandosi contro inutili sanzioni, svolga un ruolo costruttivo di pace, basato sulla parità di livello in Ucraina e sul rifiuto delle forze nazionaliste e neo-fasciste in Ucraina piuttosto che sul sostegno a queste.
1. März 2015
The International Federation of Resistance Fighters (FIR) as an umbrella organization of former partisans and fighters of the anti-Hitler coalition, persecuted by the Nazi regime and their families as well as today’s anti-fascists and as “Ambassador of Peace” by the United Nations facing the current situation in Ukraine sees itself forced to the following statement:
We call for the protection of all people in this country, that the announced cease-fire is maintained from all sides.
We support the Minsk agreements and expect that on this basis will be maintained serious political talks about life, the autonomy and freedom rights of all inhabitants of this country.
We see in arms sales and other external interference attempts to extend the civil war and the military confrontation at the expense of the people.
We support the proposed resolution to the UN Security Council, which takes the world community in the responsibility for the peace process.
Particular, we expect the EU to play a peace-building role by advocating against useless sanctions and supporting peace talks based on equal level in Ukraine as well as rejecting nationalist and neo-fascist forces in the Ukraine rather than supporting these.
In questa puntata si parla di: Siria, Montenegro, rapporti Croazia-Slovenia-Serbia...
«So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori» (Benito Mussolini ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, 1943).
“La guerra sporca di Mussolini”
Titolo inglese: Mussolini's Dirty War
Anno: 2008
Durata: 52'
Regista: Giovanni Donfrancesco http://www.italiandoc.it/area/public/wid/UCCU/scheda.htm
Producer: Gioia Avvantaggiato http://www.italiandoc.it/area/public/wid/UUUD/scheda.htm
Società di produzione: GA&A Productions srl http://www.italiandoc.it/area/public/wid/UUUU/scheda.htm
Sinossi:
16 febbraio 1943. L'esercito italiano massacra 150 contadini inermi a Domenikon, un villaggio alle pendici del monte Olimpo, in Grecia. Più di sessant'anni dopo, Stathis Psomiadis cerca di ricostruire la storia della strage in cui perse la vita suo nonno e ottenere giustizia. Le ricerche della professoressa Santarelli, della New York University, svelano come quello di Domenikon sia stato soltanto il primo di una lunga catena di massacri. Attraverso una vicenda apparentemente locale, il documentario apre uno squarcio su una inedita e ampia strategia di guerra ai civili, che il fascismo italiano ha condotto durante le sue guerre di espansione, non solo in Grecia ma anche in Jugoslavia e nelle colonie d'Africa. Dalla fine degli anni Venti alla caduta di Mussolini, l'esercito italiano deporta, tortura e assassina decine di migliaia di civili. Degli oltre 1500 Italiani denunciati alla Commissione delle Nazioni Unite per i Crimini di Guerra, nessuno verrà mai estradato e condannato. Stati Uniti e Gran Bretagna, muovendosi ormai nella prospettiva della Guerra Fredda, caldeggiano l'insabbiamento dei processi.
Perchè la Repubblica “antifascista” continua ad occultare le atrocità del fascismo italiano sui popolo aggrediti?
L'impressione è che non si voglia procedere ad un superamento definitivo del mito degli "italiani brava gente" per finalità diverse dal passato, ma sempre connesse al ruolo internazionale dell'Italia. Dal 1991 (prima guerra all'Iraq) ad oggi, si sono moltiplicate le imprese militari in cui è coinvolto il nostro paese, uno dei più presenti, con i suoi soldati, nei cosiddetti "scenari di crisi".
Questa politica estera, sostanzialmente aggressiva, ha trovato il consenso di larga parte del quadro politico, dalla destra alla sinistra ufficiale. A determinarla, è senz'altro il vincolo che lega l'Italia all'Alleanza Atlantica ed al blocco dei paesi occidentali in generale. Ma non solo. Sarebbe errato trascurare la spinta che, in questa direzione, viene data da rilevanti settori del capitalismo italiano, interessati a partecipare alla spartizione delle risorse dei paesi occupati militarmente.
Ora, su queste vicende in Italia non vi è né un'adeguata informazione né un serio dibattito pubblico. Questi elementi vengono deliberatamente ignorati dai principali media, interessati a dipingere le missioni militari all'estero come operazioni umanitarie, sostanzialmente inoffensive e dedite ad assistere le popolazioni locali.
E’ evidente: se in questo paese vi fosse stato un dibattito reale sulle guerre del passato, se i crimini commessi in altre fasi storiche avessero un maggiore posto nella coscienza collettiva, un'opera di mistificazione come l'attuale sarebbe senz'altro più difficile.
E' per questo che l'ormai imponente documentazione prodotta in questi anni su pagine storiche ingloriose continua ad avere poco spazio sui media. Il nostro compito, dunque, è quello di creare sempre maggiori occasioni di discussione attorno a documentari come quello realizzato da Donfrancesco. Nella consapevolezza che non si tratta solo di un atto dovuto nei confronti delle popolazioni aggredite in passato, ma anche di un contributo alla discussione sulla politica estera portata avanti in questa fase storica. Perché giorno dopo giorno ci appaiono sempre più evidenti le consonanze fra la retorica odierna sui soldati italiani "difensori della libertà" e quella passata che li dipingeva come "portatori di civiltà" . Il fine ultimo è quello di rilegittimare la guerra interna ed esterna, sopratutto fra le giovani generazioni, perchè è ritornata ad essere una opzione , non più tanto remota, come strumento di risoluzione della crisi strutturale del capitalismo.
Assemblea antifascista Cesena
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Fogliano (GO), giovedì 19 aprile
alle 17.30 presso la sala conferenze della Biblioteca Comunale, Via Madonnina 4
Inaugurazione della mostra
“Quando morì mio padre. Disegni e testimonianze di bambini dai campi di concentramento italiani al confine orientale”
di Metka Gombač, Boris M. Gombač, Dario MattiussiINGRESSO LIBERO
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u 17 sati u prostoru Tribine grada
i ZUABA Zagreba i Zagrebačke županije
pozivaju na tribinu
Tko je Karl Marx?
Karlo Jurak
Nikola Tomašegović
Moderira Vesna Konigsknecht
Torino sabato 21 aprile 2018
alle ore 10:30 presso il POLO DEL ‘900 – Sala didattica di Palazzo San Daniele, Via del Carmine 14
A.N.P.P.I.A..
In collaborazione con il Comitato di Coordinamento Regionale ANPI Piemonte – ANED – Ass. Naz. del Libero Pensiero G. Bruno,
Presenta,
nell’ambito delle celebrazioni del 25 aprile,
il libro di Davide Conti
“Gli uomini di Mussolini”
Ne discutono con l’autore
Chiara Acciarini (ANED nazionale)
Fulvio Grandinetti (ANPI Grugliasco)
Presiede e modera Bruno Segre ANPPIA
Nel corso degli ultimi anni la storiografia si è occupata approfonditamente dei crimini di guerra italiani all'estero durante il secondo conflitto mondiale e delle ragioni storiche e politiche che resero possibile una sostanziale impunità per i responsabili. Meno indagati sono stati i destini, le carriere e le funzioni svolte dai «presunti» (in quanto mai processati e perciò giuridicamente non ascrivibili nella categoria dei «colpevoli») criminali di guerra nella Repubblica democratica e antifascista. Le biografie pubbliche dei militari italiani qui rappresentate sono connesse da una comune provenienza: tutti operarono, con funzioni di alto profilo, in seno all'esercito o agli apparati di forza del fascismo nel quadro della disposizione della politica imperiale del regime, prima e durante la Seconda guerra mondiale. La gran parte di loro venne accusata, al termine del conflitto, da Jugoslavia, Grecia, Albania, Francia e dagli angloamericani, di crimini di guerra. Nessuno venne mai processato in Italia o epurato, nessuno fu mai estradato all'estero o giudicato da tribunali internazionali, tutti furono reinseriti negli apparati dello Stato postfascista con ruoli di primo piano. Le loro biografie dunque rappresentano esempi significativi del complessivo processo di continuità dello Stato caratterizzato dalla reimmissione nei gangli istituzionali di un personale politico e militare non solo organico al Ventennio ma il cui nome, nella maggior parte dei casi, figurava nelle liste dei criminali di guerra delle Nazioni Unite.
Sastanak europskih radničkih i komunističkih partija
U Bruxellesu je 11. 4. 2018. u zgradi Europskog parlamenta održan sastanak europskih radničkih i komunističkih partija u organizaciji delegacije Grčke komunističke partije u Europskom parlamentu. Tema sastanka bila je klasno orijentirana politička borba i suradnja sa sindikatima. Sudjelovala su 32 izlagača iz 27 zemalja: Austrija, Belgija, Bugarska, Velika Britanija, Hrvatska, Cipar, Finska, Francuska, Njemačka, Grčka, Mađarska, Irska, Italija, Latvija, Luksemburg, Norveška, Nizozemska, Poljska, Portugal, Rumunjska, Rusija, Srbija, Španjolska, Švedska, Švicarska, Turska i Ukrajina.
Socijalističku radničku partiju je predstavljala Vesna Konigsknecht. Naše izlaganje možete pročitati ovdje.
Suradnja Socijalističke radničke partije sa sindikatima u cilju jačanja klasne svijesti radnika, posebno mladih
Proces raspada SFRJ i osamostaljenja bivših republika u zasebne države obilježen je bujanjem nacionalizma i šovinizma. Proces osamostaljenja je završen, Hrvatska je međunarodno priznata država, članica UN-a i EU, nitko nas ne osporava niti ugrožava, ali dominacija nacionalnog i nacionalističkog ne prestaje, nego se namjerno održava. Time se pokušava spriječiti govor o klasnom karakteru našeg društva.. Zahvaljujući dominaciji nacionalnog nad klasnim, hrvatski radnici nisu svjesni da su klasa. Razvijanje klasne svijesti je prioritet kojem SRP posvećuje punu pažnju.
Počeli smo prije dvije godine projektom izrade Radničkog leksikona u kojem izraze s kojima se radnici susreću objašnjavamo iz perspektive interesa radničke klase. Cilj nije naš doprinos leksikografiji nego poticanje radnika da uvijek i o svemu razmišljaju iz perspektive vlastitog interesa, da osvijeste svoj klasni položaj. U tom procesu, suradnja sa sindikatima je od posebne važnosti.
Nažalost, odnos sa sindikatima je narušen. Paralelno s procesom osamostaljenja Hrvatske, tekao je proces reformiranja Saveza komunista u Socijaldemokratsku partiju. Po pitanju odnosa prema radništvu, SDP definitivno nije ljevica (dva puta su bili na vlasti, oba puta su mijenjali zakon o radu, oba puta na štetu radnika), ali je zadržao neke elemente lijevog svjetonazora (antifašizam, prava žena, itd.) pa ga šira javnost, uključujući sindikate, percipira kao lijevu stranku. Zato sindikati ne govore da je SDP izdao radništvo, nego kažu da je ljevica izdala radnike.
Suradnju sa sindikatima otežava i činjenica da druge lijeve stranke, pa tako i SRP, ne participiraju u vlasti pa ne mogu proizvesti učinak. Mi ne možemo ni jednim jedinim glasom utjecati na donošenje zakona i mjera kojima bi se štitili interesi radnika pa sindikati ne vide korist od suradnje s nama. U takvim okolnostima, obnavljanje i njegovanje odnosa sa sindikatima je dugotrajan i osjetljiv proces.
Prije nekoliko mjeseci smo organizirali tribinu „Problem revolucionarnog subjekta“ u cilju revitalizacije činjenice da je radnička klasa revolucionarni subjekt univerzalnog karaktera. Na tribinu smo pozvali predstavnika sindikata da čujemo njegovo mišljenje. Nismo čuli ono što smo željeli čuti. Radnicima je svejedno tko je ljevica, a tko desnica, važno im je tko bolje štiti njihove interese. Da bismo ih vratili lijevim idejama, moramo dokazati da je ljevica u zaštiti radničkih prava bolja od desnice.
Nedavno smo organizirali okrugli stol o dijalogu ljevice i sindikata. Predstavnici sindikata su ogorčeno govorili o reformiranju ljevice u Hrvatskoj, Europi i svijetu pri kojem se „usput zaboravilo na radnike“. Vraćanje povjerenja u ljevicu je od presudne važnosti, zato ćemo redovito pratiti sindikalne akcije, davati im podršku, promovirati ih i u njima sudjelovati, dolaziti na prosvjede i štrajkove koje organiziraju. Kao primjer navodim podršku koju smo nedavno dali radnicima jednog brodogradilišta koji se bore za očuvanje proizvodnje i radnih mjesta. Unatoč mjerama koje poduzimaju i njihovi sindikati i lokalna zajednica, sve ide u pravcu gašenja brodogradilišta, čime se nastavlja pogubni trend gašenja industrijske proizvodnje i pretvaranja Hrvatske u turističku destinaciju gdje vlasnici kapitala multipliciraju svoje profite, radnici pokrivaju uslužne djelatnosti, a građani gledaju preko ograde..
Poseban su problem mladi radnici. SRP snažno podržava ideju sindikata zaposlenika u hrvatskom školstvu koji radi na programu sindikalnog obrazovanja u srednjim školama, kako bi se učenici završnih razreda kroz nastavu upoznali s važnošću sindikalnog organiziranja. Sindikalno organiziranje je važan korak u razvoju klasne svijesti pa ćemo tu ideju promovirati i na tribini koju organiziramo povodom 200. obljetnice rođenja Karla Marxa. Tribina će se baviti pitanjem aktualnosti i relevantnosti marksizma danas i činjenicom da se kroz proces obrazovanja ne stječu nikakva znanja o eksploatatorskoj naravi kapitalizma, o suprotstavljenim interesima rada i kapitala, o potrebi i mogućnostima otpora, sve do promjene društvenog sustava. Na tribini će govoriti isključivo mladi ljudi, oni koji su vaninstitucionalnim kanalima saznali tko je Karl Marx, jer se kroz institucije i mainstream medije u Hrvatskoj to ne može saznati.
Suradnja sa sindikatima, klasno osvještavanje radnika i rad s mladima, to su osnovni pravci djelovanja SRP-a u narednom razdoblju.
Sljedećeg dana, 12. 4. 2018., održana je plenarna sjednica Europske komunističke inicijative na kojoj je usvojena izjava europskih komunističkih i radničkih partija kojom osuđujemo eskalaciju imperijalističke agresije na Siriju. Izjavu na engleskom jeziku i popis potpisnica možete pročitati ovdje.
Statement of the Communist and Workers Parties of Europe condemning the escalation of the imperialist aggressiveness in Syria
The communist and workers’ parties of Europe condemn the escalation of the imperialist aggressiveness and the sharpening of the situation in Syria and the broader region after the statement of D. Trump, President of the USA, on April 11th about bombarding Syria under the pretext of the use of chemical weapons, something that the USA have repeatedly done in the past. The danger of a generalized war increases.
The communist and workers’ parties express their internationalist solidarity to the people of Syria and the other peoples of the region, they call upon the working class, the people’s forces to reinforce the struggle against the imperialist interventions and wars, of the NATO, the USA and the EU.
Peoples must not shed their blood for the interests of the monopoly groups, the competition for the control of energy resources, the routes of transportation, the control of the markets and the distributions of spheres of influence.
Peoples have the right to live peacefully and have the power to claim a society free from wars, crises, poverty and exploitation.
Signing Parties
Communist Party of Albania
Party of Labour of Austria
Communist Party of Belgium
New Communist Party of Britain
Communist Party of Britain
Communist Party of Bulgaria
Socialist Workers Party of Croatia
AKEL (Cyprus)
Communist Party of Bohemia & Moravia
Communist Party in Denmark
Communist Party of the Workers of Finland
Revolutionary Communist Party of France
Revolutionary Party Communistes (France)
Communist Party of Greece
Hungarian Workers Party
Workers Party of Ireland
Communist Party (Italy)
Socialist Party of Latvia
Communist Party of Luxembourg
Communist Party of Malta
New Communist Party of the Netherlands
Communist Party of Norway
Communist Party of Poland
Romanian Socialist Party
Communist Party of the Russian Federation
Russian Communist Workers Party
Communist Party of the Soviet Union
New Communist Party of Yugoslavia
Communists of Serbia
Communist Party of the Peoples of Spain
Communist Party of Sweden
Swiss Labour Party
Communist Party of Turkey
Communist Party of Ukraine
Union of Communists of Ukraine
Nažalost, dva dana kasnije došlo je do besramne izravne agresije na Siriju, što smo najoštrije osudili.
Na marginama ovih sastanaka, naša je predstavnica imala i dva bilateralna susreta.
Susrela se s predstavnikom Švedske komunističke partije u cilju nastavka suradnje naših partija koja je započela susretom u Splitu i razmjenom pisama. Razgovaralo se o rastućem nacionalizmu, posebno među mladima (u obje zemlje) i o potrebi našeg snažnijeg angažmana u jačanju klasne svijesti radnika.
Drugi susret bio je s Kostasom Papadakisom, članom CK KKE i članom Europskog parlamenta. Razgovaralo se o stanju na Balkanu i o napetostima koje opterećuju neke zemlje u regiji. Zaključili smo da je posebno važno da radničke, socijalističke i komunističke partije regije usuglašavaju stavove i da na probleme reagiramo zajedničkim izjavama.
Vođeni su i vrlo zanimljivi neformalni razgovori s predstavnicima Srbije, Bugarske, Francuske, Rumunjske, Britanije… Sve sastanke i susrete u Bruxellesu ocjenjujemo kao izrazito dobre i poticajne.
Partito Comunista di Bulgaria (KPB)
Partito Socialista dei Lavoratori di Croazia (SRP)
Partito Progressista dei Lavoratori di Cipro (AKEL)
Partito Comunista dei Lavoratori di Finlandia (KT)
Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF)
Partito Rivoluzionario dei Comunisti (Francia)
Partito Comunista di Grecia (KKE)
Partito dei Lavoratori Ungherese (Munkaspart)
Partito dei Lavoratori (Irlanda)
Partito Comunista (PC- Italia)
Partito Socialista di Lettonia (LSP)
Partito Comunista di Lussemburgo (KPL-PCL)
Partito Comunista di Norvegia (NKP)
Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi (NPCN)
Partito Comunista di Polonia (KPP)
Partito Socialista Romeno (PSR)
Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF)
Partito Comunista Operaio Russo (RKRP)
Partito Comunista dell’Unione Sovietica (KPSS)
Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)
Partito Comunista di Svezia (SKP)
Partito Svizzero del Lavoro (PdAS-PST)
Partito Comunista di Turchia (TKP)
Partito Comunista di Ucraina (KPU)
Unione dei Comunisti di Ucraina
Nuovo Partito Comunista Britannico (NCPB)
Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia (NKPJ)
Imperijalistički napad na Siriju
Socijalistička radnička partija Hrvatske najoštrije osuđuje napade na položaje Sirijske vojske predvođene od strane SAD-a, Velike Britanije i Francuske. Nakon optužbe za navodno korištenje kemijskog oružja od strane Sirijske vojske u borbama za oslobođenje od islamističkih bandi, jurišnici krupnog kapitala predvođeni Donaldom Trumpom izvršili su raketiranje na suverenu i međunarodno priznatu zemlju Siriju. Očaj zbog činjenice da godine pokušaja rušenja predsjednika Bašara al Asada nisu urodile plodom i da je hrabra sirijska vojska, uz veliku pomoć Rusije, uspjela obraniti zemlju i osloboditi istu od krvoločnih bandi pod raznim imenima (kao „Umjerena opozicija, ISIL, Al-Nusra itd.) jedini je razlog napada na Siriju.
SRP Hrvatske također najoštrije osuđuje i slugansku „Hrvatsku vladu“ zbog podrške zločincima u ratu protiv Sirije. Podrška zločincima ih svrstava na stranu zločinaca i zato pozivamo sve miroljubive i progresivne snage da izraze osudu agresije i da pokažu hrvatskoj javnosti da ne podržavamo beskičmenjaštvo i sluganstvo ove Vlade.
Zaustavite agresiju na Siriju!
Živjela borba Sirijskog naroda protiv imperijalizma!
Smrt imperijalizmu – sloboda narodu!
From Srebrenica to Syria: How the US replaced the UN as ‘world police’
Published time: 14 Apr, 2018
Organizzato da Comitato Ucraina Antifascista Bologna
PER INFO:
BLOG comitatocontrolaguerramil ano.wordpress.com
FB www.facebook.com/comitato.m ilano.5
CELL. 3383899559
Centro di Iniziativa Proletaria Tagarelli – S.S. Giovanni (Milano),
Marx21.it,
Sez. ANPI "Bassi - Viganò" - Milano,
“La Casa Rossa” - Milano,
Comitato Lavoratori Precoci – Lavoro Giovani,
Partito Comunista – Milano,
Comitato Lavoro Milano,
Ass.ne Italia-Cuba Circolo Celia SanchezMarilisa Vertì- Parma,
Ass.ne Italia-Cuba Circolo Arnaldo Cambiaghi - Milano,
GiovaniComunisti Milano,
Sez. ANPI Abbiategrasso "Giovanni Pesce",
L'Antidiplomatico,
PCI federazione Milano,
Scintilla,
Ass.ne Italia-Cuba Circolo Camilo Cienfuegos (Abbiategrasso- Magenta MI),
Circolo Vegetariano V.T.,
Bombe sulla Siria. Israele, stato terrorista che con gli Usa avvicina la guerra mondiale
Solo Israele può bombardare una base militare di uno stato sovrano confinante e farla franca. E, prima delle bombe contro la Siria, ci sono state le stragi di manifestanti palestinesi, anche queste totalmente impunite. Israele è esente da qualsiasi legge e principio sui diritti umani.
L’Israele di Netanyahu è il primo stato terrorista, il più pericoloso stato canaglia mondiale. Perché con le sue armi atomiche e con il suo porsi al di sopra di qualsiasi regola si è impadronito del bottone con il quale si può scatenare la terza guerra mondiale.
Quel pulsante lo ha in condominio con il suo primo protettore, gli USA di Trump. Che ora puntualmente si inventano un attacco chimico del governo siriano contro i ribelli un fuga. Una montatura ridicola, se non altro perché non si capisce in base a quale scelta autolesionista il governo siriano dovrebbe usare i gas DOPO aver vinto la guerra.
Chi ha prodotto questa fakenews deve essere il fratello scemo degli imbroglioni londinesi del gas nervino. Ma nonostante questo, ora Trump minaccia rappresaglie ed soliti servi europei, guidati da Macron, gli vanno dietro.
Attenzione, perché quando uno Stato si considera al di sopra di qualsiasi legge e un altro usa qualsiasi balla pur di mostrare i muscoli, prima o poi il patatrac può succedere. Bisogna svegliare la nostra opinione pubblica addormentata e rincitrullita dallo scontro sul nulla dei principali leader politici. Che su questo precipitare della crisi internazionale tacciono tutti.
Ehi avete capito che ci avviciniamo sempre più alla guerra?
I governi terroristi di Israele e degli USA sono un pericolo terribile per tutti noi e vanno fermati nel nome del futuro dell’umanità.
Non è la prima volta che all’ONU la mano destra non sa cosa fa la sinistra, ma alle soglie di una possibile guerra devastante, le agenzie onusiane dovrebbero fare più attenzione alle loro dichiarazioni, che rischiano di legittimare le follie di Trump, Macron, Erdogan e Asse delle guerre assortito. Ecco cos’ha fatto l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità)
Atto primo.
Ad alcuni giorni dal presunto attacco con armi chimiche a Douma, denunciato con vari video da ONG mediche pro-opposizione armata (fra cui la Syrian-American Medical Society, l’UOSSM e i White Helmets), l’11 aprile 2018 il vice-direttore generale per le emergenze dell’OMS, Peter Salama (australiano), ha pensato bene di dare credibilità a queste fonti davvero dubbie. E in un comunicato [ http://www.who.int/mediacentre/news/statements/2018/chemical-attacks-syria/en/ ] che non appare (più?) sulla prima pagina del sito ma che è stato rilanciato da tutti i media a livello planetario, Salama ha dichiarato: “Secondo i partner dell’Health Cluster, a Douma 500 persone sono state accolte da centri medici durante i bombardamenti, con sintomi di esposizione ad agenti chimici altamente tossici, fra cui irritazione delle mucose , problemi respiratori, disturbi del sistema nervoso centrale. (…) Oltre 70 persone che si trovavano in un sotterraneo sarebbero decedute, 43 di loro con sintomi da esposizione ad agenti chimici tossici. Sarebbero state colpite anche due strutture mediche. (…) L’OMS, indignata per queste immagini orrende e le notizie che arrivano da Douma, chiede un accesso senza restrizioni all’area per recare aiuto ai colpiti e valutare l’impatto sanitario (…)”.
Dunque, l’OMS non ha personale sul posto. La sua fonte è questo Health Cluster, nel gergo onusiano un insieme di attori medici o per i diritti umani, sia ONU che ONG. In occasione di altre denunce (per la serie: 100 ospedali bombardati), l’ufficio stampa dell’OMS ci aveva risposto vagamente che le sue fonti nelle aree controllate dall’opposizione erano “partner locali”… Ovviamente, organizzazioni accreditate dai gruppi armati. Rimane la domanda: qual è la fonte dell’OMS in questa occasione?
Atto secondo.
Poche ore dopo, il luogotenente generale della Federazione russa Victor Poznikhir ha tenuto un briefing [ http://pda.mil.ru/pda/news_main.htm?id=12170864@egNews ] nel quale, oltre a spiegare che i militari russi continuano a lavorare per il rilascio di ostaggi detenuti dal gruppo Jaysh al Islam (Esercito dell’islam) a Ghouta, e che già 60.000 residenti sono tornati a casa, ha spiegato quanto segue (nostra traduzione dal russo con google): “Attualmente, i residenti della Ghouta orientale ricevono la necessaria assistenza umanitaria, sia attraverso l'ONU che attraverso il Centro russo per la riconciliazione delle parti in guerra. (…) Gruppi armati illegali che operano nell'est Ghouta hanno ripetutamente tentato di organizzare provocazioni con il presunto uso di sostanze chimiche tossiche per accusare le truppe del governo siriano di usare armi chimiche. (…) Un esempio è la scoperta del 3 marzo in uno dei tunnel sotterranei della città di Khazram, un laboratorio di militanti per la fornitura di munizioni per la produzione artigianale con sostanze velenose. Dall'inizio dell'operazione umanitaria nell'Est Ghouta, i terroristi non sono stati in grado di organizzare alcun cosiddetto "attacco chimico" contro i civili. Ma il 7 aprile, è stato fatto l'ultimo tentativo di fabbricare false prove del presunto uso da parte delle autorità siriane di sostanze velenose nell'est Ghouta. (…) Il 9 aprile, specialisti militari russi nel campo delle radiazioni, difesa chimica e biologica, così come medici militari sono arrivati direttamente sul sito del presunto incidente filmato dagli Elmetti bianchi. (…) Esaminando i pazienti e intervistando il personale medico hanno scoperto che nessuna delle vittime con sintomi di sostanze avvelenanti come il sarin e il cloro è stata ammessa all'istituto medico. (…) Lo staff medico e gli abitanti locali non hanno informazioni sui possibili luoghi della loro sepoltura. A questo proposito, le dichiarazioni rese oggi a Ginevra dal rappresentante dell'Organizzazione mondiale della sanità, l'australiano Peter Salama, sulle presunte 500 vittime di sostanze tossiche nella Duma, sono di estrema preoccupazione. Nelle ultime ore abbiamo contattato i rappresentanti della Mezzaluna Rossa siriana e l'ufficio locale del coordinatore delle Nazioni Unite in Siria, che partecipano attivamente alle operazioni umanitarie nell'Est Ghouta per localizzare queste vittime. Nessuno di loro ha riscontri circa le denunce espresse dal rappresentante dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Se i rappresentanti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità vogliono davvero capire questa situazione, li invitiamo nella Ghouta Orientale e siamo pronti a fornire sicurezza e tutte le condizioni per il lavoro. Nonostante i numerosi appelli dalla Russia, la dirigenza dell’OMS non ha fornito alcuna informazione o spiegazione su questo problema. Pertanto, tali dichiarazioni irresponsabili da parte di un alto rappresentante dell'Organizzazione Mondiale della Sanità non solo screditano l'organizzazione, ma contribuiscono anche a un nuovo ciclo di escalation della situazione con conseguenze difficili da prevedere, per la popolazione siriana in primo luogo. A differenza dell'OMS, il 10 aprile l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) ha preso la decisione formale di inviare una missione speciale alla città di Douma per condurre un'indagine obiettiva. Da parte nostra, riaffermiamo la nostra disponibilità a garantire la piena sicurezza degli specialisti OPCW nella città della Duma e di creare tutte le condizioni per la loro attività di ispezione”. Il militare russo ha ricordato che diversi gruppi hanno deposto le armi nel quadro del lavoro del Centro russo per la riconciliazione, precisando poi: “La situazione nella città di Raqqa rimane preoccupante. Invece di dichiarare di voler lanciare attacchi missilistici contro la Siria, gli Stati Uniti avrebbero dovuto impegnarsi nella ricostruzione della città in rovina e fornire assistenza alla popolazione”.
In questa puntata si parla di: Convenzione di Istanbul, Cantieri navali di Pola, Todorić, Paraga, dichiarazioni controverse di Priština...