Informazione


Grave imbarazzo nella redazione de "La Repubblica":


Timoshenko: 'Attaccate i veterani russi'

Ucraina nella morsa tra propaganda e violenza. La candidata alla presidenza va a Odessa dopo la strage. E in un video sprona gli ultras filonazisti ad andare all'assalto
di Nicolai Lilin, 9 maggio 2014

VIDEO (1'24''): http://espresso.repubblica.it/internazionale/2014/05/09/news/timoshenko-attaccate-i-veterani-russi-1.164646

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Pogrom programmato

10/05/2014 - Pandora TV raccomanda la visione di questo servizio ad un pubblico di soli adulti.
Giulietto Chiesa commenta le immagini della strage di Odessa dimostrando che le vittime sono state assassinate brutalmente e non sono perite a causa dell’incendio al palazzo dei sindacati come è stato dichiarato dalla stampa internazionale.


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Le Maschere della Rivoluzione (2014). Documentario.

Un documentario di Russia Today girato a Maidan nei giorni della Rivoluzione di febbraio che ha portato alla deposizione del Presidente Yanukovich. Le testimonianze dirette dei protagonisti su una rivolta segnata dalle violenze dei militanti di estrema destra di Pravij Sektor e Svoboda. Una rivolta pilotata, con l’apporto finanziario determinante degli Stati Uniti.


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Documentario sulla rinascita del fascismo. I guerrafondai statunitensi insieme con la NATO e l’Unione europea hanno instaurato un governo fascista in Ucraina, dopo una rivoluzione violenta e pilotata. Adesso cercano di innescare una guerra civile nel paese. Oltre 900.000 ucraini hanno già lasciato il paese e hanno trovato rifugio in Russia. 2.500 sono fuggiti in Bielorussia. Questo è solo l’inizio. (fonte: Pandora TV / Associazione Marx XXI)

Ukraine Crisis Today: Democracy caught on camera 

(this will never be shown on mainstream media) Pubblicato in data 04/mag/2014
[Exclusive footage] Rebirth of Fascism. U.S. warmongers along with EU/NATO politicians have installed (through violent, artificial revolution) a pro-fascist government in Ukraine and are now trying to start a civil war within the country.

VIDEO 1p. (12'52''): http://www.youtube.com/watch?v=NKuDzXAgdf4

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Quel che è accaduto davvero ad Odessa: Un video apparso solo in queste ultime ore. Un documento eccezionale, lungo quasi due ore, che descrive le fasi dell'attacco nazista alla Casa dei sindacati, dove sono state uccise dai nazifascisti 38 persone. Sottotitolato in inglese, con audio ovviamente originale. (fonte: Redazione Contropiano)

ODESSA 5/02: The Untold Truth of Kulikovo Field [Part 1 ]

Pubblicato in data 06/mag/2014
The first part of Odessa 5/02 documentary film, compiled of the extensive amount of video footage done on that day by various witnesses and investigated throughout an independent view point. Soon we'll post the second part that will include further footage, few interviews of survived witnesses as well as the Right sector searches inside of the building later that night. Thank you all, friends, for a positive feedback! We encourage you to rip this video using http://www.clipconverter.cc and re-upload it to your channel in order to spread this material and protect it from being deleted by Youtube.

VIDEO (1h56'): http://www.youtube.com/watch?v=whqQCx6RXkY

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See also: 

Details on the Odessa massacre which happened on May 2nd

The U.S. has Installed a Neo-Nazi Government in Ukraine
By Prof Michel Chossudovsky - Global Research, March 02, 2014 

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venerdì 9 maggio 2014

Junta ucraina, chi è chi: fascisti, sette e delinquenti

Spesso utilizziamo questo termine: “junta”, ma è troppo generico. Proviamo ad analizzare che razza di persone siano coloro che si sono insediati a Kiev con la loro bramosia di reprimere le proteste popolari del sudest ucraino.

Ecco dunque la cricca in questione.

L’autoproclamato “facente funzioni del presidente” Turčinov è un pastore di una delle sette protestanti totalitarie “neopentecostali”, la sedicente “chiesa dell’ordine della vita”.

Il cosiddetto primo ministro Jacenjuk ha stretti legami con la setta statunitense di Scientology, una delle sette totalitarie più influenti al mondo, la sorella ne è una dirigente, e lui stesso era un assiduo frequentatore delle loro messe.

L’autoproclamato vice primo ministro Jarëma era legato agli ambienti criminali quando lavorava in polizia negli anni ‘90. Durante l’insurrezione armata del Majdan massacrò personalmente un poliziotto.

Il sedicente vice primo ministro Syč è membro del Partito ultranazionalista “Svoboda”, definito intoccabile dal Parlamento Europeo per il proprio radicalismo. Ha affermato innumerevoli volte la propria devozione al nazionalismo etnico ucraino ed il proprio sostegno a quei dirigenti del suo Partito che più si sono distinti per le loro dichiarazioni russofobe, antisemite e razziste.

Il cosiddetto vice primo ministro Vladimir Grojsman, quando era sindaco di Vinnica era noto per la persecuzione ai danni di ogni opposizione sfruttando l’esercito e la polizia con segnalazioni via sms.

L’autoproclamato ministro della politica agraria Igor’ Švajka è membro del Partito ultranazionalista “Svoboda”. Per prima cosa, dal palazzo del suo ministero ha cacciato tutti gli pseudorivoluzionari di cui a parole difende gli interessi. E’ noto per le sue dichiarazioni russofobe.

Arsen Avakov è il capo delle strutture militari della cricca. E’ famoso per essere stato accusato di abuso recidivo di potere dopo aver privatizzato illegalmente terreni dello Stato. Nella carica attuale si è già fatto notare per le spedizioni punitive contro il proprio popolo, per le quali sono morte decine di pacifici cittadini.

Il sedicente ministro dell’ecologia Andrej Mochnik è un seguace di Bandera di lungo corso che glorifica da vent’anni gli scagnozzi della Germania nazista. Non desta quindi stupore che incidentalmente sia membro del Partito “Svoboda”.

Il cosiddetto ministro dell’economia Pavel Šeremeta ha studiato negli USA, cosa che di per se non comporterebbe alcunché, se non avesse allora appoggiato la politica neoliberista, che in molti Paesi del mondo ha portato all’indigenza generalizzata della popolazione e alla disoccupazione. Possiamo stare tranquilli che seguirà diligentemente le indicazioni del FMI tese a distruggere l’economia ucraina.

Nel governo autoproclamato di questa cricca il responsabile per l’energia è Jurij Prodan, che fu pescato con le mani nel sacco in merito all’affare “Kievenergo”, di cui era uno dei dirigenti. E’ inoltre uno dei colpevoli del debito ucraino nei pagamenti per il gas ed è saltato alle cronache per aver sponsorizzato gli interessi degli oligarchi (nella fattispecie del gruppo “Privat”) nel settore del gas.

Andrej Deščica risponde per i rapporti con i protettori occidentali. Ha lavorato a lungo presso l’ambasciata ucraina in Polonia, i cui interessi in politica estera, come è noto, consistono nell’ampliamento della NATO a oriente e nella mortificazione totale della Russia nell’arena internazionale.

L’impostore che siede nel gabinetto ucraino come ministro delle infrastrutture è Maksim Burbak, compagno di Jacenjuk di lunga data, a proposito di ruffianeria e nepotismo. Conseguenzialmente, ai posti di comando del Partito “Bat’kivščina”, di cui era un importante dirigente, sono comparsi numerosi suoi amici e parenti. E’ inoltre noto per la sua “protezione” del mercato alimentare di Černovcy (in italiano, Cernovizza).

Per la “difesa”, ovvero per l’assalto e l’aggressione contro la popolazione pacifica dell’Ucraina orientale, è responsabile Michail Koval’, che ha sostituito a tale carica Tenjuch, del Partito “Svoboda”, rinomato per la sua retorica razzista e russofoba.

Il responsabile per la pubblica istruzione, cioè per la trasformazione dei bambini in energumeni fasciteggianti è Sergej Kvit, membro dell’organizzazione neonazista “Trizub” (“Tridente”), che fa parte del tristemente noto “Pravyj Sektor” (“Settore di Destra”). Amico da molto tempo di Jaroš, per aver introdotto la censura nelle scienze storiche è stato redarguito persino dalle autorità polacche e tedesche, che generalmente chiudono un occhio sulle infamie dei nazionalisti ucraini.

Oleg Musij, responsabile per la sanità, non è membro del Partito nazionalista e non è stato coinvolto in scandali di corruzione. Tuttavia, resta un mistero cosa abbia fatto nel periodo dal 1992 al 2008.

Un’altra beffa nei confronti del popolo è la nomina di Ljudmila Denisova a ministro delle politiche sociali: è balzata alle cronache per essere stata arrestata per corruzione in quantità particolarmente ingenti, per avere partecipato alle privatizzazioni da rapina e per la sua smodata ricchezza. La domanda su come curerà la sfera sociale è puramente retorica.

Alcuni oligarchi hanno deciso di non nascondersi alle spalle di varie marionette del governo golpista, e hanno assunto il potere direttamente nei ministeri più redditizi. Il riferimento è ad Aleksandr Šlapak, oligarca, appunto, la cui attività discreditante (corruzione, riciclaggio, manovre finanziarie) meriterebbero un articolo ad hoc.

Risponde per lo sport Dmitrij Bulatov, attivo dirigente del sedicente Automajdan, un gruppo meccanizzato armato che si dedicava all’assalto contro i tutori dell’ordine pubblico e gli abitanti pacifici delle città assediate dalla cosiddetta “rivoluzione del Majdan”.

Ministro particolare senza portafoglio è Ostap Semerak, noto sia lui che un suo omonimo per frode e corruzione degli elettori. Ha un’esperienza ventennale nella formazione della mentalità filostatunitense nella politica ucraina, in particolare grazie ad una pseudo “scuola del giovane politico”.

Ci siamo limitati all’autoproclamato governo, per non parlare del procuratore neonazista capo dell’SBU, i Servizi di Sicurezza Ucraini, guida della sanguinosa rivolta.

Fonte: Facebook
Autore: Max Otto von Stierlitz
Traduttore: Mark Bernardini
Speaker: Mark Bernardini




LIBIA: EX BASE U.S.A. E' ADESSO QUARTIER GENERALE DEI GRUPPI QAEDISTI


http://www.wsws.org/en/articles/2014/05/01/liby-m01.html

Libya: Ex-US base now headquarters of Al Qaeda-linked forces


By Gabriel Black 
1 May 2014


Al Qaeda fighters are now operating out of a base set up by US Special Forces near the Libyan capital of Tripoli, in the aftermath of the 2011 NATO war in Libya. This fact, reported by the Daily Beast based on numerous local media reports and statements by US officials, underscores the reactionary character of the Libyan war and Washington’s continued reliance on far-right Islamist forces in its Middle East wars.

The base, known as “27” because it is 27 km from Tripoli, had recently been refurbished by a squad of US Green Berets. The US Special Forces team had begun its operation in the summer of 2012, nearly a year after the NATO war against Libya toppled Col. Muammar Gaddafi in an alliance with CIA-backed Islamist militias.

US Special Forces left the base at some unknown point in time, after two raids were carried out against it in the summer of 2013. During these raids, high-tech military equipment was taken. Now, less than a year later, the base is in the hands of jihadist militants.

The reported leader of the camp is Ibrahim Ali Abu Bakr Tantoush. Tantoush was a longtime associate of Osama Bin Laden and was in Pakistan in the early days of the Al Qaeda network, during the CIA-led war against the pro-Soviet regime in Afghanistan. Tantoush was indicted in 2000 for giving support to the 1998 bombing of US embassies in Kenya and Tanzania.

Though Tantoush recently claimed that he has not perpetrated a terrorist attack for Al Qaeda, he is heavily involved in Al Qaeda’s Libyan affiliate, the Libya Islamic Fighting Group (LIFG). This group specialized in sending jihadist troops through the port of Dernaa to Syria.

Today, Dernaa is the primary port used by Libyan jihadists to transit to Syria. “Libya in general is a major thoroughfare, the I-95 for foreign fighters into Syria from Africa,” an anonymous US defense official told the Daily Beast. Libyan Islamists make up the largest single component of the ‘foreign fighters’ who are playing a leading role in the US-backed sectarian civil war waged in Syria to topple the government of President Bashar al-Assad.

Even though the US and its NATO allies are militarily dominant in the region, Tantoush is allowed to continue operating from a US-built base in Libya only 20 minutes’ drive from the capital city.

This is no doubt in part because another US-NATO attack on Libyan soil would outrage the Libyan people, who oppose such raids in particular after a war that devastated and impoverished their country. A US raid last year to capture alleged Al Qaeda operative Abu Anas al-Liby led to protests and the kidnapping of Prime Minister Ali Zeidan, the head of the NATO puppet regime.

More significantly, however, Tantoush manifestly is operating with unofficial US approval, as part of the broader alliance of convenience between Western imperialism and Al Qaeda—an alliance which underlay the NATO war in Libya and the events at base ‘27.’

During the Libyan war, Special Forces operatives from the US, British, French, and Qatari governments directed the transfer of weapons to Islamist militias. According to a New York Times article published in 2012, the White House gave the go-ahead to weapons shipments in the spring of 2011. “Within weeks,” the White House knew that Islamic militant groups were receiving the shipments.

However, these forces, which provided the foot soldiers for NATO to overthrow and murder Gaddafi and install a puppet regime led by the Libyan National Transition Council, turned on their former paymasters.

Many militias were asked to disband but refused to do so after having armed themselves and gained power locally after the collapse of the Gaddafi regime. The Libyan military has repeatedly clashed with these militias in the past two years. Though many of them are still on the government payroll, they refuse to disarm or accept the authority of the NATO puppet regime.

According to an anonymous US defense official, the initial goal of the Special Forces operations at the “27” base was to train 100 Libyan soldiers. These Libyan special operations soldiers were to participate in US-led Special Forces raids alongside their US counterparts. This training program apparently began in the fall of 2012 and was cancelled some time later.

Carter Ham, a retired general who sat at the head of U.S. Africa Command in 2012, told the Daily Beast that the training “program has not achieved the outcomes that we hoped that it would and the Libyans hoped it would.” However, Ham, now retired, denied knowing about jihadist militants having control of the “27” base.

Ham at one point met with a small group of fighters selected by the Green Beret squadron. According to the article, this group was being trained as “emerging leaders” of the unit. Ham told The Daily Beast that the meeting “was promising… It was not as widespread as we would have liked. The militia these guys came from, they did not have significant military experience and certainly not in a hierarchical organization.”

It was amid this spread of Islamist militias and civil war conditions in Libya after the NATO war that attacks were mounted on the US base and Tantoush’s fighters set up operations there. This is only one of the instances of what Washington terms “blowback” in Libya—where US government support for Islamist forces created the conditions for attacks on US forces.

Probably the most prominent was the attack on September 11, 2012, in which four Americans were killed in two separate attacks within eight hours in Benghazi, Libya’s second-largest city. Those dead included US Ambassador Christopher Stevens and two security officers guarding a CIA compound.

A year later, the New York Times reported that the attack had been mounted “by fighters who had benefited directly from NATO’s extensive air power and logistics support during the uprising against Colonel Qaddafi.”





Milano, sabato 10 maggio 2014
alle ore 16:00 presso la sala conferenze del C.A.M. "Scaldasole" - Via Scaldasole 3/A (zona Ticinese)


Kosovo-Serbia-Jugoslavia
UN TESORO IN PERICOLO



Seminario - Proiezioni e dibattito

Coordina:
Andrea Martocchia - segretario, Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS

Intervengono:
ROSA D'AMICO - storica dell'arte, già Direttrice della Pinacoteca di Bologna e funzionaria della Soprintendenza per i beni artistici, storici ed etnoantropologici di Bologna. E' la maggiore esperta italiana in tema di arte medioevale serbo-bizantina
ALESSANDRO DI MEO - coordinatore delle attività di solidarietà verso la Serbia e il Kosovo per la ONG "Un Ponte per…" (Roma)
JEAN TOSCHI MARAZZANI VISCONTI - giornalista e saggista, autrice e curatrice di libri sulle questioni jugoslave per le case editrici Città del Sole e Zambon

I principali monumenti della cultura serba antica - da Studenica a Mileševa e Sopoćani, fino alle chiese trecentesche del Kosovo - stanno a testimoniare di un inestimabile patrimonio di cultura e di civiltà fiorito nel cuore dei Balcani e quindi dell'Europa. Un tesoro che in Italia è praticamente sconosciuto, nonostante i secolari rapporti storici ed artistici tra le due sponde dell'Adriatico. Anziché tutelare e promuovere la conoscenza di quel patrimonio, il nostro paese ha partecipato ad azioni militari e passaggi politico-diplomatici che lo hanno messo a repentaglio in anni recenti.
In questo 2014 cadono infatti il 15.mo anniversario dei bombardamenti della NATO su ciò che rimaneva della Jugoslavia dopo le già gravi secessioni iniziate nel 1991, e il 10.mo anniversario dei pogrom scatenati contro i serbi in Kosovo sotto gli occhi poco innocenti delle nostre truppe di occupazione. Fatti che non intendiamo dimenticare.
Il Kosovo, cuore storico della Serbia, che è a sua volta parte della Jugoslavia: sono per eccellenza i luoghi della convivenza tra culture diverse, e tali rimangono malgrado le politiche identitarie e nazionalistiche abbiano portato disunione e sangue con l'avallo della peggiore politica nostrana. Quei monumenti appartengono ad una identità condivisa, anche se spesso dimenticata, e la perdita di parte di quel patrimonio, avvenuta nel tempo e in occasione dei recenti eventi bellici, costituisce una ferita gravissima e non rimarginabile alla conoscenza non solo della storia di quei luoghi, ma anche della nostra.

Promuove: Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - ONLUS


Evento Facebookhttps://www.facebook.com/events/564063720358735/




Livorno 8/5 - Napoli 9/5 - Bologna 9/5 - Torino 10/5 - Roma 13/5

… e inoltre:

SIGN to say U.S. Hands Off Russia and the Ukraine!
Please send email messages to President Obama, Vice President Biden, Secretary of State Kerry, Senator McCain, Secretary-General Ban, Congress and the media saying: U.S. HANDS OFF RUSSIA AND THE UKRAINE! 
SIGN the online petition at http://www.iacenter.org/ukrainepetition

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Questa sera, Petro Simonenko, segretario generale del Partito Comunista di Ucraina, interviene a Livorno

Livorno, 8 maggio 2014
alle ore 21:00 ℅ la Circoscrizione n.1 - Piazza G. Saragat

La guerra nel cuore dell'Europa: sapere la verità

con Lucia Mango / Cesare Procaccini / Manlio Dinucci / Francesco Maringiò / Luigi Vinci / Mauricio Miguel / Luca Cangemi / Petro Simonenko

promuovono: Sinistra unita per il lavoro / PdCI


Napoli, Venerdì 9 maggio 2014 
dalle ore 12.00 in Via Giovanni Porzio - isola B3 - Centro Direzionale

Presidio Antifascista presso il Consolato Ucraino di Napoli

Con l'Ucraina antifascista!
Contro l'imperialismo USA, UE e NATO!
Per la pace, la fratellanza e l'autodeterminazione dei popoli!



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Bologna 9 maggio 2014
dalle ore 18.00 in Piazza del Nettuno

Presidio UCRAINA ANTIFASCISTA

Negli ultimi venti anni abbiamo sempre assistito alla fabbricazione di falsi pretesti (spesso umanitari) per dare il via a vere e proprie operazioni militari con il dichiarato intento di rovesciare governi legittimi o, semplicemente, ostili ai desideri degli Stati Uniti. E’ accaduto con la Jugoslavia prima, e poi ancora in Iraq, Libia e Siria.

Tutte le volte che si intende iniziare una guerra, la macchina mediatica si mette in moto per mostrare all’opinione pubblica scene raccapriccianti (vere o finte) che inducano a giustificare un’operazione militare.

Quanto sta avvenendo in questi mesi in Ucraina risponde perfettamente a questo cliché, ma con la drammatica differenza che qui si nascondono veri e propri massacri compiuti dal nuovo governo golpista e dalle bande neonaziste al suo servizio, proprio per rendere accettabile e credibile questo colpo di Stato all’opinione pubblica mondiale.
Ad Odessa è avvenuto un bagno di sangue con bande neonaziste, armate e sostenute politicamente dagli USA e dall’UE, all’assalto della Casa dei Sindacati dove hanno fatto una carneficina. Più di 100 persone tra cui donne, giovani e bambini sono stati strangolati, colpiti a freddo o arsi vivi nel rogo appiccato nell’edificio. Dove sono i difensori dei diritti umani? Che fine hanno fatto i mentori della retorica democratica? E dove sono i media? Perché ci parlano di una “guerra civile” con responsabilità “da ambo le parti” a fronte di questa mattanza unilaterale e questa cieca violenza?

Esprimiamo la nostra solidarietà ai resistenti della Crimea, di Odessa e a tutti gli antifascisti ucraini, alle donne ed ai tanti giovani che da mesi resistono coraggiosamente alle violenze dei golpisti di Kiev e dei loro sicari nazisti!

Invitiamo tutti i sinceri democratici italiani a non prestare il fianco alla campagna di sostegno a questo colpo di Stato che rischia di far divampare nuovamente il fascismo e la guerra nel cuore dell’Europa!

In occasione del 9 maggio, 69° anniversario della vittoria sul nazifascismo, in tutti i paesi del CSI, in Asia, Europa ed America gli antifascisti indosseranno il nastro nero-arancione simbolo della vittoria sulla barbarie nazista, all’insegna del motto: “Io ricordo. Io sono fiero”. Lo faremo anche noi, ed invitiamo tutti gli antifascisti a farlo, per non dimenticare quanto sta avvenendo in queste ore in Ucraina dove, non a caso, la festa è stata cancellata dal nuovo governo Golpista. NOI NON DIMENTICHIAMO!!

VIVA L’UCRAINA ANTIFASCISTA!

COMITATO UCRAINA ANTIFASCISTA



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Torino, Sabato 10 maggio 2014
alle ore 21 presso la sala Mario Operti, Corso Siracusa 213

Raccontare l'Ucraina ed il mondo

serata a tema sulla situazione di guerra in Ucraina e sul lancio del canale PandoraTv.
 
Dopo la prima parte con l'analisi dettagliata di Giulietto, sono previsti brevi interventi di Enrico Vigna e Paolo Borgognone del Centro Iniziativa verità e Giustizia,Stefano Barbieri della Segreterie Nazionale del Partito dei Comunisti Italiani, e Boris Bellone dell'AnPPia.


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Roma 13 maggio 2014
dalle 17,30 in via IV Novembre

Manifestazione contro il fascismo e la complicità dell'UE

L’Unione Europea complice del nazismo in Ucraina. 
Con l’Ucraina antifascista. No Pasaran! 

Presidio antifascista e internazionalista sotto la sede dell'Unione Europea
in contemporanea con l'incontro tra la Commissione Europea e il governo golpista di Kiev

Così come l’imperialismo Usa, anche quello europeo non esita a sostenere i nazisti pur di avere a disposizione uno strumento da usare contro chi si oppone all’assorbimento del paese nell’UE e nella Nato.

La caccia al ‘russo’ e al ‘comunista’ delle bande neonaziste sostenute da Washington e Bruxelles si è trasformata ad Odessa in una vera e propria strage, con l’uccisione di decine di militanti antifascisti arsi vivi nel rogo della Casa dei Sindacati. 

-        Denunciamo la posizione del governo Renzi/Alfano, che a poche ore dalla strage per bocca della Ministra degli Esteri Roberta Pinotti, ha dichiarato: “Se dovesse servire l'Italia è disponibile anche ad inviare un contingente di peacekeeper in Ucraina". 

-         Esprimiamo la nostra rabbia, lo sgomento e la solidarietà totale alle vittime della barbarie nazista cadute a Odessa e in tutta l’Ucraina. In un’Europa attraversata da movimenti di chiara natura reazionaria e fascista è doveroso schierarsi con le donne e gli uomini che a Odessa, Slavyansk, Donetsk e nelle altri città ribelli dell’Ucraina resistono alle bande naziste.  

-          Manifestiamo la nostra totale solidarietà nei confronti di milioni di lavoratori e cittadini ucraini i cui diritti e il cui futuro sono stati svenduti alla troika dalla nuova leadership ‘nazionalista’ di Kiev, in realtà strumento del Fmi e della BCE. 

Giù le mani dall’Ucraina! 

Promuovono: Rete dei Comunisti, Collettivo Militant – Noi saremo tutto, Comitato ‘Palestina nel Cuore’, Centro Sociale Ricomincio dal Faro, Rete No War di Roma, Sibialiria…