Informazione

(srpskohrvatski / italiano
N.B. Seguirà ulteriore specifica comunicazione sulle iniziative di solidarietà avviate a sostegno delle popolazioni alluvionate)


24 MAGGIO per "nA More con AMore", I Beatles a Roma in concerto a Bracciano


Sabato 24 maggio 2014
alle ore 18.00 presso la Galleria del Centro Commerciale Bracciano, in Via Sandro Pertini 2

CONCERTO!

Prosegue l'organizzazione dell'iniziativa di ospitalità dei bambini di Jasenovik, località della regione del Kosovo che non è stata colpita dalla tremenda ALLUVIONE che ha messo in ginocchio Bosnia e Serbia… ma con questo evento il pensiero andrà anche alla popolazione colpita da questa sciagura e pertanto, la parte di fondi raccolti nel corso della serata, che non andrà a coprire le spese previste dell'iniziativa "nA More con AMore", sarà destinata ad interventi di ripristino in solidarietà, delle scuole, dei centri sanitari, dei centri ad uso della popolazione civile, dei comuni colpiti dal cataclisma. Le associazioni CNJ onlus e Non bombe ma solo caramelle onlus, si sono nel frattempo attivate per supportare anche l'emergenza, attraverso canali istituzionali e ben identificabili a livello locale. 
Potete seguirci se interessati. Ci vediamo sabato 24, PARTECIPATE NUMEROSI!

evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1482321972000040/
scarica la locandina: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/namoreconamore/2014/Bracciano240514.pdf
altre informazioni su "nA More con Amore" ed.2014: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/NaMoreConAmore.htm


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“NA MORE CON AMORE”
2a izdanje! (2014)


“NA MORE CON AMORE” znači „na more s ljubavlju“, tako da i ove godine, posle mnogo kiša i isto toliko divnih dûga ovekovečenih našim improvizovanim snimcima, već razmišljamo o moru, suncu i novim trenucima raspusta. Ponovo predstavljamo ovu inicijativu letnjeg gostoprimstva, koja nam veoma leži na srcu, sa decom iz jugoslovenske pokrajine Kosovo, a posebno sa učenicima OŠ „Sveti Sava“ iz srpskih porodica koje žive u selu Jasenovik, u opštini Novo Brdo.
U svemu tome će nam pomoći dobrovoljna neprofitna udruženja „Ne bombe, već samo bombone“ i „Italijanska koordinacija za Jugoslaviju“, zajedno sa ostalim dragocenim prijateljima i poznanicima osetljivim na ove teme.

Planiramo da dočekamo novu malu grupu (do 9 gostiju), starosti između 10 i 12 godina, koju bi pratila njihova učiteljica, Valentina Ristić, učesnik i u prethodnom „izdanju“. Boravak dece je predvidjen za kraj juna, ponovo u primorskom gradiću Santa Severa (u rimskoj provinciji), gde će im biti dobrovoljno stavljena na raspolaganje jedna privatna struktura, adekvatna za smeštaj grupe. Deca će moći da plivaju i igraju se na plaži i da učestvuju u kulturnim aktivnostima u okviru programa poseta Rimu i okolini, za koji ćemo uskoro imati i detalje, i za koji se nadamo da će biti još bogatiji nego prošle godine. U inicijativi će učestvovati deca koja su i dobri učenici, a nemaju ozbiljne zdravstvene probleme, te mogu dobro da podnesu putovanje.

Podsećamo da su selo Jasenovik i njegova škola jedna mala sredina, od ne više od 150 stanovnika, od kojih mnogi žive na ivici siromaštva i preživljavaju uz velike napore i štednju. Veoma je izražena teritorijalna, institucionalna i društvena izolacija. Ovakvo stanje proizlazi iz vrlo mukotrpnog istorijskog puta, posutog bombama i karakterisanog stranim mešanjem i stalnim političkim i verskim manipulacijama. Očigledno je da najbolje rešenje za ovakvu situaciju nije u problematičnoj i prepotentnoj Evropskoj zajednici kojoj teži beogradska vlada, ali i prištinske vlasti, koje prazne Kosovo od srpskog prisustva, uništavajući raniji multikulturalizam i sekularizam, podrivene sve bolesnijim nacionalizmom i ekstremističkim tendencijama.

Imajući u vidu veoma pozitivno iskustvo od prošle godine
(http://vvv.cnj.it/INIZIATIVE/NaMoreConAmore.htm), inicijativa će biti usmerena jednim delom na rekreaciju dece, a drugim na socijalnu i kulturnu razmenu. Željeni ciljevi su i ovog puta stvaranje odnosa izmedju zajednica, uzajamno upoznavanje, mogućnost i prilika za psiho-fizički razvoj, naročito dece uključene u inicijativu, a sve u nadi da će to doprineti njihovoj spokojnosti i vedrini i služiti im kao podsticaj za život u teškim uslovima, koje uvek težimo da predstavimo ne na najbezbolniji način za nas, već na realniji, pošteniji i dostojanstveniji u odnosu na njih.

Po našoj proceni, troškovi inicijative iznosili bi oko 2.200 € (prošlogodišnji: 2.108 €). Zavisiće u velikoj meri od putnih troškova, koji tek treba da se utvrde. Počinjemo sa minimumom kojim za sada raspolažemo, 550 € (ostatak od prošle godine i dobit od prodaje polovnih stvari).
Uz pomoć i učešće dobrovoljaca moći ćemo da obezbedimo smeštaj i ishranu po veoma niskim cenama. Ipak, potrebno je da sakupimo dodatna sredstva. Ko ima mogućnosti i želi da pomogne, može da doprinese inicijativi uplatom na sledeći račun:
RAČUN BANCOPOSTA br. 88411681, registrovan na ime JUGOCOORD ONLUS, Rim
IBAN IT 40 U 07601 03200 000088411681
Svrha uplate: „NA MORE CON AMORE“

Dobićete na poklon jedno malo, dvojezično, neobjavljeno izdanje kratkih priča, „Strast crveno Srbija“.
Za sve dodatne informacije ili objašnjenja o načinu uplate:
Samantha Mengarelli, e-mail: namoreconamore@...
Obavestićemo vas o programu i razvoju inicijative. Hvala na pažnji i topao pozdrav.
(Prevod: Sonja Rakić, Ivana Kerečki)



(english / srpskohrvatski / italiano)

DEVASTANTE ALLUVIONE IN SERBIA E BOSNIA

1) Alcune indicazioni urgenti sulle modalità per esprimere solidarietà e aiuto concreto alle popolazioni colpite
2) Appeal of NKPJ / Appello dal Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia
3) PETIZIONE diretta all'Ufficio di segreteria del Consiglio dei Ministri


Mappa interattiva del cataclisma / Poplave i klizišta u regiji:

Aggiornamenti in lingua italiana:

Altre info:


=== 1 ===

Alcune indicazioni urgenti 
sulle modalità per esprimere solidarietà e aiuto concreto alle popolazioni colpite

Molte delle associazioni che sul territorio italiano si occupano da anni di solidarietà alle famiglie dei lavoratori jugoslavi, incluso il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS, si sono messe in contatto tra loro nelle ultime ore per coordinare la raccolta straordinaria di fondi
Due sono le opzioni percorribili:
* raccogliere da subito e fino alla fine dell'emergenza una quantità di denaro che consenta, passata l'emergenza, di partecipare ad uno o più progetti mirati, individuati da referenti sul posto di nostra fiducia e gestiti in modo corretto e trasparente;
* per eventuali donazioni di utilizzo immediato, fare riferimento alla Croce Rossa dei rispettivi paesi. Dalla stessa Serbia viene indicata la Croce Rossa locale come referente principale; pare inoltre che la Ambasciata di Serbia a Roma comunicherà a breve i suoi riferimenti per le donazioni. Poiché nelle ultime ore si è scatenata una grande confusione con la diffusione di coordinate bancarie non verificate o addirittura false, sarà nostra cura verificare e pubblicizzare i riferimenti corretti per chi volesse inviare contributi per le operazioni in corso. 
Su entrambi i punti ci riserviamo di diffondere molto presto comunicazioni precise e puntuali. Invitiamo dunque ad avere solo qualche ore di pazienza prima di iniziare con i versamenti per evitare la dispersione delle risorse.

(per CNJ-onlus, il segretario A.M.)


=== 2 ===

Da: Nova komunisticka partija Jugoslavije NKPJ <int_nkpj  @yahoo.com>
Oggetto: Urgent. APPEAL OF NKPJ 
Data: 17 maggio 2014 20:21:18 GMT+01:00

Urgente. APPELLO DEL NPCJ

Alluvioni catastrofiche hanno colpito determinate aree di Serbia e Bosnia-Erzegovina, causando grandi danni materiali e dozzine di perdite umane.

La causa dei disastri meteorologici naturali, le piogge torrenziali che hanno causato le alluvioni, risiede primariamente nei seri problemi ambientali connessi al riscaldamento globale, che è il risultato della inesistenza di una economia pianificata ed ecologicamente sostenibile, come anche dello sfruttamento delle risorse naturali al di là di ogni misura, allo scopo della massimizzazione del profitto. Quello che nel capitalismo è l'imperativo degli imperativi, il profitto dei capitalisti, mostra la sua faccia irresponsabile, avida ed ecocida nella maniera più brutale, depredando e distruggendo le risorse del pianeta, eludendo i disastri naturali estremi in quanto effetti collaterali inevitabili. Tale brutalità è adesso patita ovviamente in primis dai nostri cittadini. Tuttavia, è necessario sottolineare come i disastri naturali causerebbero danni assai minori se la infrastruttura del nostro paese non fosse ridotta in tali condizioni disperate, in conseguenza della corruzione e della rapina commessa dai capitalisti stranieri e locali e dai loro partiti borghesi. La domanda che si dovrebbe soprattutto porre in questa situazione è per quale motivo una parte importante della eredità dello sviluppo socialista della nostra patria - la difesa civile - è stata annientata. La difesa civile era organizzata secondo il principio territoriale, ed in caso di emergenze essa poteva sempre e e senza alcuna difficoltà mobilitare un grande numero di cittadini addestrati e - cosa forse ancor più importante - ben equipaggiati. A livello locale, la difesa civile possedeva magazzini e strutture che risultano oggi saccheggiate, le quali contenevano tutto l'equipaggiamento necessario, incluse imbarcazioni, lampade, stivali di gomma… 

In questi momenti, invitiamo tutti a dimostrare solidarietà e ad offrire ogni possibile sostegno necessario e ad aiutare le popolazioni in pericolo nelle aree colpite. Primariamente c'è bisogno di coperte e materassi, accessori da bagno, posate e stoviglie, latte in polvere, acqua, cibo in scatola e pasti pronti confezionati. Vi chiediamo di partecipare a procurare l'aiuto che è necessario a centinaia di migliaia di cittadini che sono adesso rimasti senza casa, attraverso le organizzazioni umanitarie e le organizzazioni della Croce Rossa dei vistri rispettivi paesi, o in qualsiasi altra maniera.
 
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Nova komunisticka partija Jugoslavije * New Communist Party of Yugoslavia * NKPJ
web www.nkpj.org.rs
web www.skoj.org.rs



--- original text in english:

Da: Nova komunisticka partija Jugoslavije NKPJ <int_nkpj  @yahoo.com>
Oggetto: Urgent. APPEAL OF NKPJ 
Data: 17 maggio 2014 20:21:18 GMT+01:00

Urgent. APPEAL OF NKPJ 

Catastrophic floods affected specific areas of Serbia and Bosnia & Herzegovina, which caused great material damage and took dozens of human lives. 

The cause of natural weather disasters, heavy rains which caused the floods, are primarily serious ecological problems caused by global warming, which is the result of non-existence of planned and ecologically sustainable economy, as well as exhaustion of natural resources beyond all measures, with the purpose of maximization of profit. The imperative of imperatives in capitalism, the profit of capitalists, shows its irresponsible, greedy and ecocidal side in the most brutal way, exhausting and destroying planet's resources, ignoring the extreme natural disasters as inevitable side effects. Such brutality is currently most obviously felt by our citizens. However, it is necessary to mention that natural disasters would cause much less damage if the infrastructure of our country wasn't in such desperate condition, which is the consequence of corruption and plundering by foreign and domestic capitalists and their bourgeoisie parties. The question that should be especially asked in this situation is why was an important part of heritage of the socialist development of our homeland - civil defense, destroyed? Civil defense was organized on the territorial principle, and in case of emergencies, it could always without any difficulty, mobilize great number of trained and which is perhaps even more important, well equipped citizens. On the local level, the civil defense possessed a storehouse and supplies which today are plundered, that contained all the necessary equipment, including boats, flash lamps, rubber boots... 

In these moments, we invite all to show solidarity and offer every possible necessary support and help to the threatened population in the affected areas. Primarily there is a need of blankets and mattresses, toiletries, dippers, powdered milk, water, canned food and packaged meals. We would like to ask you participate in providing aid which is necessary to couple hundred thousand citizens who are now left without their homes, through humanitarian organizations and an organization of Red Cross in your country, or in any other way.
 
________________________________________________________________________
Nova komunisticka partija Jugoslavije * New Communist Party of Yugoslavia * NKPJ
web www.nkpj.org.rs
web www.skoj.org.rs


=== 3 ===


Petizione diretta a 
Ufficio di segreteria del Consiglio dei Ministri
Presidenza Consiglio dei Ministri
Dipartimento per la protezione civile

Lanciata da Jasmina Radivojević (Milano)

Supporto in uomini e mezzi alle popolazioni di Serbia e Bosnia colpite da inondazioni di proporzioni bibliche

Le inondazioni che hanno sconvolto i Balcani, soprattutto a Serbia e Bosnia, sono le peggiori da 120 anni, cioè da quando esistono serie statistiche di dati: in appena 72 ore si è abbattuta una pioggia che normalmente cade nell'arco di quasi 4 mesi. Inevitabilmente fiumi, torrenti e laghi non hanno retto, invadendo con inondazioni assolutamente devastanti città, campagne e villaggi. Il bilancio è pesante, le vittime accertate sarebbero più di 20, ma si tratta purtroppo di una conta destinata a crescere.

La situazione è ancora di gravissima emergenza: gli argini che hanno ceduto in varie zone della Serbia e della Bosnia e nel contempo migliaia e migliaia di persone sono state tratte in salvo (si parla di più di 20.000 evacuati), ma molte si trovano ancora intrappolate in posti tuttora irraggiungibili per l'acqua ed il fango e purtroppo altre esondazioni sono previste a partire da stasera. E quando l’acqua si ritirerà il bilancio sarà ben peggiore.

La solidarietà e l’entusiasmo delle decine di migliaia di volontari venuti da tutte le parti della regione (si sono visti lavorare fianco a fianco serbi, croati, macedoni, montenegrini, sloveni assieme ai russi, bulgari, tedeschi, francesi) mostrano ancora una volta che la disgrazia fa affiorare la profonda umanità dalle persone, legittima la loro fatica e comune impegno per salvare le vite umane. Lo sforzo sovrumano mostrato dai volontari serbi nella difesa della cittadina di Sabac hanno premiato con la tenuta degli argini e la salvezza della cittadina.

Si sta muovendo nel frattempo la Comunità Internazionale, per spedire soccorsi ed aiuti alle popolazioni colpite.  Aiuti sono giunti dall'estero, in particolare dalla Russia, che ha inviato finora tre aerei con squadre di soccorritori e generi alimentari e medicinali. Numerosi altri Paesi hanno risposto finora agli appelli del governo di Belgrado, tra gli altri Croazia, Macedonia, Slovenia, Montenegro, Israele, Francia, Germania, Estonia, Lettonia. Anche la commissione Ue a Bruxelles si è mobilitata per inviare aiuti.

L’Italia è il primo partner commerciale della Serbia. Nel nome della tradizionale solidarietà del popolo italiano verso i vicini balcanici chiediamo che l’Italia, che ha subito questi fenomeni naturali anche di recente, dia un degno contributo. Chiediamo pertanto al Governo italiano l’invio urgente di aiuti in uomini e mezzi nei due martoriati paesi balcanici uniti in una disgrazia di proporzioni bibliche.





(english / italiano)

I comunisti nella Ucraina serva di Bruxelles

1) Petro Simonenko aggredito dalle squadracce nazieuropeiste all'uscita dagli studi della TV di Kiev (16 Maggio 2014)
2) Simonenko accusa la giunta di Kiev e ritira la sua candidatura alle presidenziali denunciando le elezioni come illegittime (15 Maggio 2014)
3) Borotba: ‘Socialist chance for South-East Ukraine’ (By Workers World, May 15, 2014)
4) I sogni incerti di Donetsk (L. Gottardo - su Il Manifesto, 15.5.2014)
5) Vadim Papura, giovane comunista vittima del massacro fascista di Odessa


Leggi anche:

Il PC di Ucraina sta per essere messo fuorilegge? (14 Maggio 2014)
di Fausto Sorini, Segreteria nazionale PdCI, responsabile esteri

Ucraina, comunicato del Pcu sulle persecuzioni verso i comunisti (22 Aprile 2014)

Simonenko. Ucraina ultimo atto (Massimo Zucchetti, 16.5.2014)


=== 1 ===

Petro Simonenko, segretario del CC del Partito Comunista d’Ucraina, aggredito dalle squadracce nazieuropeiste all'uscita dagli studi della TV di Kiev

dalla pagina "Con l'Ucraina antifascista", 16 maggio 2014 - https://www.facebook.com/ucrainaantifascista

Le agenzie ucraine comunicano che all'uscita dalla sede televisiva del Primo canale nazionale, dove ha denunciato le elezioni farsa della giunta e dichiarato il ritiro della candidatura, una squadraccia di 30 di uomini armati attendeva il leader comunista.
Simonenko e gli altri compagni sono quindi usciti da una porta secondaria e saliti su un'altra auto, che però è stata raggiunta dagli attentatori che hanno rotto i vetri e lanciato bottiglie molotov. Non si hanno notizie al momento delle condizioni di Simonenko. 
Si tratta di un episodio inaudito, i cui mandanti sono nella Giunta di Kiev! 


Abbiamo ricevuto l'informazione che fortunatamente il compagno Simonenko è scampato all'attentato, anche se altri compagni che lo accompagnavano sono rimasti feriti.
Lo stesso Simonenko ha potuto riportare quanto accaduto in collegamento telefonico con l'emittente "112 Ukraina", dove ha raccontato della fuga e del lancio di molotov contro la sua vettura.
Simonenko ha dichiarato che al momento non possono dichiarare con certezza a chi fanno capo gli attentatori (Svoboda, Pravyj Sektor...) in quanto sono varie le forze a volere l'eliminazione del PCU, tra cui lo stesso governo.
Forniremo appena possibile ulteriori informazioni.

https://www.youtube.com/watch?v=zw_xpiTwIwY


=== 2 ===


Simonenko accusa la giunta di Kiev

15 Maggio 2014
Traduzione di Flavio Pettinari per Marx21.it


Lunedì 12 maggio, il giorno dopo il referendum a Donetsk e Lugansk che ha sancito l’autonomia delle due regioni, si è tenuta la riunione dei capigruppo del parlamento ucraino. Tale riunione è stata la prima dopo il 9 maggio, quando a Mariupol, durante i festeggiamenti del Giorno della Vittoria, le truppe golpiste di Kiev hanno compiuto una strage di civili.

Riportiamo gli estratti dell’intervento di Petro Simonenko, che ha duramente attaccato la giunta e il suo “presidente ad interim” Turchinov, il quale dopo i primi tentativi di interrompere Simonenko ha assistito in silenzio alle accuse del leader comunista.

Il 13 maggio, Turchinov ha pubblicamente dichiarato dalla presidenza del Parlamento, interrompendo l’intervento di Simonenko, il suo personale impegno presso il Ministero della Giustizia, per la messa al bando del Partito Comunista d’Ucraina.

Il video di questo intervento di Simonenko è stato rilanciato in massa sui social network e su Youtube, dove al momento ha ottenuto (nonostante continue rimozioni) centinaia di migliaia di visualizzazioni.


Stimati colleghi, a proposito di quanto sto per dire sui fatti di Mariupol: dovete capire che io ho lavorato là e conosco molte persone. Quello che è stato detto dal signor Turchinov, non è affatto vero. Non c’è neanche un parola di verità. A Mariupol sono stati fucilati cittadini pacifici, è stato un omicidio di massa, si nasconde il reale numero dei morti e le vittime sono soprattutto tra la popolazione civile. […] Sono stati uccisi cittadini pacifici, nessuno dei quali è stato visto armato. […] Quindi, la prima cosa richiesta oggi dal Partito Comunista, è fermare l’operazione terroristica contro il popolo. Voi avete dichiarato terroristi 7 milioni di cittadini che vivono nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Queste persone ieri (l’11 maggio, NdT) sono uscite in massa a partire dalle 6 di mattina, hanno fatto la fila per prendere parte al voto contro il potere di Kiev, contro questo regine, contro la vostra politica. […]

Questa vostra politica ha portato a perdere la Crimea. Adesso la vostra politica sta portando al rifiuto categorico di 7 milioni di abitanti ucraini, che rappresentano il 30% del prodotto interno lordo, di un futuro comune con l’Ucraina. Questo è quello a cui bisogno rispondere, a cui bisogna pensare […] Se anche Der Spiegel informa che mercenari americani operano sul territorio dell’Ucraina orientale – non lo diciamo noi comunisti, lo dicono i tedeschi, ancora una volta voglio sottolinearlo - il compito immediato di Kiev è di fermare immediatamente le operazioni antiterroristiche contro il popolo ucraino, fermare questa guerra che è stata messa in atto per le vostre ambizioni di potere. Non voglio discutere della miriade di altre questioni, tuttavia mi sembra strano: perché a Dnepropetrovsk, sul conto del vostro capo (l’oligarca Kolomojskij, governatore della regione, NdT), non aprite procedimenti penali per separatismo? Si tratta di una flagrante violazione della costituzione, si farà un referendum per cambiare la struttura amministrativa dell’ucraina, ma voi tacete. Colui che avete nominato organizza un referendum, come quello nel Donbass, e voi non parlate, non dite che sono terroristi. Gli avete dato la possibilità di formare un gruppo militare, uno squadrone della morte, che si chiama “Dnepr”, gente che usa le armi e ammazza le persone. Ma state sempre zitti, anche sul fatto che li pagano per uccidere. Quindi richiedo ancora una volta a nome del Partito Comunista: fermate questa guerra contro il popolo ucraino.

Molto tempo fa abbiamo proposto, dall’inizio, e non avete voluto ascoltarci, di tenere il referendum affinché il popolo ucraino scegliesse il vettore dell’integrazione economica estera, per risolvere pacificamente tutte le questioni. Voi avete preferito la guerra. Non avete giocato alla guerra da bambini?? State spargendo sangue, per tutta l’Ucraina. E nascondete il numero reale delle persone uccise, di quelle bruciate vive a Odessa e di quelle assassinate a Mariupol. […] Guardate, noi comunisti siamo per l’integrità dell’Ucraina. Però l’Ucraina perderà altre due regioni. Io propongo, immediatamente, in questa settimana, di prendere la decisione sulla federalizzazione dell’Ucraina. Per salvaguardare l’integrità ucraine e per mantenere all’interno dell’Ucraina anche le regioni di Donetsk e Lugansk. […]

Tra non molto diventerà chiaro e noto chi, su quali indicazioni e per quale motivo, ha sparato sul Majdan […] Noi abbiamo già preparato un appello alla corte internazionale e sottoporremo questo documento al Parlamento. Mostrate almeno una perizia medico-legale! Fino ad oggi non è stata mostrata neanche una perizia medico-legale. Voi non volete indagare su questi fatti, e per motivi che a noi sono ben chiari.

Inoltre, voglio chiedere un’altra cosa. Fermate la guerra informativa contro il popolo ucraino. Ieri, di tutto quello mostrato sui fatti Mariupol, non c’era un grammo di verità. Gli abitanti del luogo dicono: “Gente, è completamente l’opposto da quello che succede qui in città”. Mentre i canali televisivi, come su ordinazione, mostrano tutti la stessa cosa. Prima sparano sulla popolazione civile e pacifica, poi mostrano tutto come un gesto di benevolenza del governo nella lotta per gli interessi del popolo ucraino. Quindivogliorivolgermiancoraunavoltaalgoverno. Ilsig. Eremov ha presentato dei progetti di legge che mi lasciano di stucco. Nessun progetto di legge a favore del popolo ucraino è stato adottato. Guardate: il debito sui salari arretrati è aumentato. Nessuno, da parte degli organi statali, controlla il pagamento degli stipendi arretrati ai lavoratori. Inoltre, il debito sugli arretrati del mese di aprile è cresciuto del 12,8%. La grivna è svalutata del 60%. Non viene presa nessuna misura per proteggere la gente comune da una tale svalutazione della grivna. Ancora: il prezzo della benzina è cresciuto di molto, il lavoro primaverile sui campi non lo controlla nessuno. Intanto c’è la tirannia delle strutture commerciali, che approfittano di questa situazione per arricchirsi.


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dalla pagina "Con l'Ucraina antifascista", 16 maggio 2014 - https://www.facebook.com/ucrainaantifascista

Petro Simonenko, segretario del Partito Comunista d'Ucraina e capogruppo comunista al parlamento, ha ufficialmente comunicato, pochi istanti fa, di ritirare la candidatura alle elezioni presidenziali del 25 maggio.
Oltre a mettere in dubbio la legittimità di queste elezioni, i comunisti denunciano le operazioni terroristiche messe in atto dal governo, le provocazioni contro il Partito Comunista d'Ucraina e il disastro economico prodotto dalle politiche della giunta.
Simonenko ha richiamato i militanti del partito alla vigilanza e ad essere pronti ad ogni evenienza.

La decisione, presa in giornata dagli organismi dirigenti del partito dopo la discussione degli ultimi giorni, è stata comunicata da Simonenko durante un dibattito in diretta sul Primo Canale Nazionale. Quindi la denuncia dei comunisti contro le elezioni della giunta ha potuto raggiungere milioni di ucraini.

Simonenko è il quarto candidato a ritirarsi dalla corsa per le presidenziali. Considerando i 3 milioni di voti del Partito Comunista e il numero degli iscritti, la rinuncia di Simonenko avrà un'enorme ripercussione non solo nelle zone operaie e nelle regioni dove il partito è maggiormente radicato, ma in tutto il paese.


=== 3 ===

http://www.workers.org/articles/2014/05/15/borotba-socialist-chance-south-east-ukraine/

Borotba: ‘Socialist chance for South-East Ukraine’

By Workers World staff on May 15, 2014

Workers World is sending out this statement by one of the leaders of Union Borotba (Struggle) as a service in order to provide a brief socialist overview of the struggle in southeast Ukraine.

Borotba is an openly Marxist organization, formed in 2011, that has been deeply involved in the struggle in Ukraine. It was driven out of Kiev by the Right Sector after a fascist-led coup overthrew the Viktor Yanukovych government. Borotba has helped to organize resistance to the reactionary forces in Kharkov, Odessa and other cities.

The organization has suffered casualties and one of its members was killed in the Odessa massacre. It has recently moved to go underground after learning of measures by Kiev for a campaign of repression against the organization.

By Victor Shapinov
Union Borotba (Struggle)

Vyacheslav Ponomarev, the people’s mayor of Slavyansk, said that the city’s industry will be nationalized.

“So that no one has any illusions, I want to say that the entire industry in the city will be nationalized. We cannot leave the industrial potential of the city in the hands of unscrupulous businessmen,” said the people’s mayor.

The largely spontaneous anti-capitalist orientation of the Antimaidan activists who have created the Donetsk and Lugansk people’s republics is not surprising. The largest owner-oligarchs were customers, sponsors and the main “beneficiaries” of the Euromaidan [the pro-West demonstrations beginning last November that opposed the government of Viktor Yanukovych, eventually dominated by the ultraright]. Capitalist oligarchs such as Igor Kolomoysky, Dmytro Firtash, Sergei Taruta and, to a lesser extent, Rinat Akhmetov, funded the Euromaidan and promoted it in their media. When the Euromaidan won, those who previously governed the country indirectly through the administration of Yanukovych got direct control, including appointments as the governors of key areas.

Moreover, as it turns out, the oligarchy’s aid not only led to the victory of the ultranationalists and Euromaidan, but they tried to influence the resistance movement to the new government — the so-called Antimaidan.

As Pavel Gubarev, people’s governor of the Donetsk region, stated recently, Rinat Akhmetov paid a number of Antimaidan activists so that they “sat quietly” and “merged” protest. “All the activities of Akhmetov were aimed to drain people’s anger, and it all turned out well in Dnepropetrovsk. Oligarch Kolomoysky did it because there is a bit of pro-Ukrainian sentiment stronger than in the Donbass,” said Gubarev in an interview with Rossiyskaya Gazeta. [http://tinyurl.com/p7c4qwo]

The oligarchy has sponsored the development of various neo-Nazi groups and their union under the brand “Right Sector.” Oligarchs indirectly finance them and the acknowledged leader of the Right Sector, Dmitry Jaros, told the media: “We do not mind if they (the oligarchs) fund our army.” Billionaire Igor Kolomoysky has shown special zeal, publicly meeting with Jaros and “headhunting” the militias of the southeast, offering $10,000 for a captured “saboteur.”

Thus, the very logic of the struggle is pushing the activists of the southeast into the camp of anti-capitalism. Participating in the Antimaidan movement in Kharkov and Odessa, I have seen how the popular masses have awakened to slogans indicting the oligarchy.

Sergei Kirichuk, one of the leaders of the Kharkov Antimaidan and coordinator of the socialist movement Borotba, also emphasizes the social agenda of the southeast movement: “People here in the southeast raised demands for their socioeconomic rights. There is a very serious anti-oligarchic, anti-capitalist component to these protests,” says Kirichuk, who now finds himself in exile.

Characterizing the funding of the Antimaidan, Kirichuk says: “The movement in the southeast, in its technical equipment and financial support, cannot be compared with the Maidan. Victoria Nuland said that the U.S. has spent $5 billion to ‘promote democracy’ in Ukraine. And in the east of Ukraine the protest movement shows no strong financial support. At least in the cities where we were active — in Kharkov and Odessa — I have seen no funding from the Russians or the Putin administration. And on the political landscape, we have not seen any people who have helped and financed this movement.”

I can confirm these words of Sergei: In Kharkov, we produced leaflets with our own money, with a total circulation of about 100,000 copies. We gathered small private donations. Ten thousand posters were pasted up to boycott the elections scheduled by the Kiev junta. At the monument to Lenin, there was a box for donations to assist the Defenders of Kharkov and the wounded. The Antimaidan organizers used the small basement office of Borotba. That’s all for the “financing” of Antimaidan. I do not exclude that some crooks collected large amounts using the movement’s name, but activists have not seen any of it.

Gubarev paints the same picture of the Donetsk Antimaidan: “In the militia there are different people. Miners and former officials, advertisers, my companions. … But what they have in common is that they are honest about money. They mortgaged their property, and they took the money and invested it in the movement when we had financial difficulties. They spent their own money.”

This is also a contrast: On one side, ultranationalist militants with great financing and gear, and on the other, workers, students and unemployed activists. When our comrades of Borotba seized Right Sector documents in the Kharkov Regional State Administration, among them were bank cards and checks. They testified that the boy from the village, a student at the Institute of Physical Education, has an amount of $10,000. [http://tinyurl.com/mn5r38a]

I emphasize again that there were no anti-oligarchic or even social slogans among the Euromaidan. A few leftists who wanted to “be with the people” and foolishly went among the Euromaidan were beaten and expelled in disgrace by the ultras dominant there. These neo-Nazis, once hooked on oligarchic funding, immediately forgot about their demagogic “anti-capitalism.”

This union of oligarchs and Nazis comes as if descended directly from the pages of history books, as does the union of anti-fascist and anti-capitalist slogans by opponents of the Kiev junta.

“Fascism is the open terrorist dictatorship of the most reactionary, most chauvinistic, most imperialist elements of finance capital. … Fascism is not a supraclass power and not the power of the petty bourgeoisie and lumpenproletariat over financial capital. Fascism is the power of financial capital. It is an organization of terrorist reprisals against the working class and the revolutionary section of the peasantry and the intelligentsia. Fascism in foreign policy is chauvinism in its crudest form, cultivating xenophobic hatred against other nations,” according to the classic definition of fascism formulated by Georgi Dimitrov. And what is happening in Ukraine today fully fits this definition.

The owner of Privat, Kolomoysky, is a living symbol of financial capital. The terrorist violence of Kolomoysky’s private armies, hastily hammered together from far-right militants, was seen by all in the media.

It is no accident that the proponents of the Maidan demolished monuments to Lenin while its opponents protect them. In this sense there is a deep class divide. And if you are looking for the seeds of socialism somewhere in Ukraine — it is in the movements in the southeast.

Of course, the Donetsk and Lugansk people’s republics will not be socialist. It is likely that part of the large and medium-sized businesses will retain their positions. To try to grab them and Russian corporations would be labelled “bad.” But at the “bottom,” the creation of the people’s republics, the experience of the anti-fascist, anti-imperialist and anti-oligarchic mass struggle, has undoubtedly moved not only southeast Ukraine, but also the entire post-Soviet space, to the left.

To those who did not see the progressive and even revolutionary content of events in the southeast, Lenin addressed these words:

“To imagine that social revolution is conceivable without revolts by small nations in the colonies and in Europe, without revolutionary outbursts by a section of the petty bourgeoisie with all its prejudices, without a movement of the politically non-conscious proletarian and semi-proletarian masses … to imagine all this is to repudiate social revolution. So one army lines up in one place and says, ‘We are for socialism,’ and another, somewhere else says, ‘We are for imperialism,’ and that will be a social revolution! … Whoever expects a ‘pure’ social revolution will never live to see it. Such a person pays lip-service to revolution without understanding what revolution is.

“The Russian Revolution of 1905 was a bourgeois-democratic revolution. It consisted of a series of battles in which all the discontented classes, groups and elements of the population participated. Among these there were masses imbued with the crudest prejudices, with the vaguest and most fantastic aims of struggle; there were small groups which accepted Japanese money, there were speculators and adventurers, etc. …

“The socialist revolution in Europe cannot be anything other than an outburst of mass struggle on the part of all and sundry oppressed and discontented elements. Inevitably, sections of the petty bourgeoisie and of the backward workers will participate in it — without such participation, mass struggle is impossible, without it no revolution is possible — and just as inevitably will they bring into the movement their prejudices, their reactionary fantasies, their weaknesses and errors.” (From “The Discussion on Self-Determination Summed Up,” July 1916)


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http://ilmanifesto.it/i-sogni-incerti-di-donetsk/

I sogni incerti di Donetsk 

di Lorenzo Gottardo - su Il Manifesto, 15.5.2014

Ucraina . «Non accettiamo i fascisti di Kiev che non riconoscono il nostro diritto all’autonomia»

Tra i mani­fe­stanti che vivono negli edi­fici occu­pati di Done­tsk, che man­giano, dor­mono e a turno mon­tano la guar­dia sulle bar­ri­cate, ci sono molti gio­vani, ragazzi che di pro­pria ini­zia­tiva hanno intra­preso la strada dall’incerto futuro della pro­te­sta armata. Adesso, con una situa­zione in perenne cam­bia­mento tra esca­la­tion e ten­ta­tivi diplo­ma­tici, atten­dono impo­tenti lo svi­luppo degli eventi, ben sapendo che la scelta degli uomini che li gui­dano, da set­ti­mane, dipen­derà non solo la soprav­vi­venza della Repub­blica popo­lare di Done­tsk, ma soprat­tutto il loro futuro. Tre di que­sti ragazzi col tempo sono diven­tati famosi tra gior­na­li­sti, curiosi e occi­den­tali venuti qui da ogni parte del mondo per seguire l’evolversi degli eventi.

Naruto, Vla­di­mir e Tatiana sono spesso insieme e hanno la carat­te­ri­stica di par­lare un inglese abba­stanza scor­re­vole; hanno anche la voglia, il desi­de­rio di spie­garsi, di rac­con­tare la rivolta di cui sono ormai la voce. Testi­mo­nianza reale, spesa tra bar­ri­cate e spe­ranze. Le voci in grado di spie­gare quali ideali ani­mano il movi­mento indi­pen­den­ti­sta. Naruto ha 27 anni, espe­rienze lavo­ra­tive sia in Ucraina sia all’estero, è anche quello che in que­sta situa­zione ha più da per­dere: da qual­che anno è spo­sato con una ragazza che ora è incinta e aspetta il loro primo figlio; il pen­siero di tra­scor­rere i pros­simi anni in una pri­gione di Stato lon­tano dalla fami­glia che si è appena costruito, comin­cia dav­vero a spa­ven­tarlo. Vla­di­mir e Tatiana invece sono più gio­vani di qual­che anno. Meno espe­rienza e un’aria più scan­zo­nata, di chi vive tutto quanto sta acca­dendo in modo meno deter­mi­nato. Tirano avanti con lavo­retti sal­tuari e per ora vivono ancora a casa dei geni­tori, non sanno cosa acca­drà in futuro e non vogliono fare pro­grammi. L’unica cosa di cui sono certi è che la loro vita non sarai mai più la stessa.

Sono ragazzi tra loro molto diversi, ma il motivo per cui com­bat­tono è lo stesso. «Da vent’anni a que­sta parte i governi che si sono suc­ce­duti uno dopo l’altro non hanno fatto altro che per­se­guire la crea­zione di uno spi­rito nazio­nale che tenesse unita l’Ucraina e allon­ta­nasse il ricordo del comu­ni­smo, uno spi­rito nazio­nale che in realtà non può esi­stere per­ché il nostro paese, nes­suno può negarlo, è for­mato da tante pic­cole comu­nità indi­pen­denti ognuna con una pro­pria diversa cul­tura. Ma la cosa peg­giore è che lo hanno fatto a danno della nostra libertà indi­vi­duale, delle nostre tra­di­zioni, della nostra lin­gua. Prima ci hanno impo­sto le loro scelte eco­no­mi­che che hanno por­tato il dis­se­sto finan­zia­rio e la dis­soc­cu­pa­zione nella regione e poi ci hanno impo­sto pure l’uso della lin­gua ucraina. La mia fami­glia ha sem­pre par­lato russo, io ho sem­pre par­lato russo, per­ché mai dovrei accet­tare senza nem­meno pro­te­stare che a mio figlio venga inse­gnata la lin­gua che parla la gente nell’ovest?», dice Naruto, men­tre osserva Tatiana com­ple­tare un grande graf­fito in nero e aran­cione che raf­fi­gura le bar­ri­cate ed un gruppo di patrioti sol­le­vare in alto la bandiera.

Poi con­clude: «Noi in prin­ci­pio non era­vamo con­tro Euro­ma­j­dan, all’inizio l’abbiamo per­fino appog­giata, poi però quelli di Set­tore Destro ne hanno preso il con­trollo e a quel punto tutto è cambiato…Il paese è cor­rotto, que­sto è vero, e biso­gna fare asso­lu­ta­mente qual­cosa per cam­biarlo, ma non siamo dispo­sti ad accet­tare la dit­ta­tura di un governo fasci­sta che difende gli inte­ressi di Kiev e non rico­no­sce il diritto delle regioni ad avere una pro­pria autonomia».

E Vla­di­mir che un poco in disparte lo ascolta con atten­zione aggiunge: «Ci sarebbe poi da par­lare anche di Yanu­ko­vich. L’ex pre­si­dente era sicu­ra­mente cor­rotto, ma prima di lui lo erano anche Tymo­shenko e Yushenko, eppure loro oggi ven­gono con­si­de­rati degli eroi, men­tre lui che era il nostro uomo, che veniva dalla nostra terra, è dovuto scap­pare altri­menti l’avrebbero ammaz­zato come un cane»

Per que­sti ragazzi il futuro è qual­cosa d’incerto e lon­tano: ora è il momento di pen­sare al pre­sente e non a quanto potrebbe acca­dere: ora è il momento di com­bat­tere per la Repub­blica popo­lare di Done­tsk. «Non so come finirà que­sta sto­ria. Forse entre­remo a far parte della Fede­ra­zione russa o forse diven­te­remo un pic­colo Stato indi­pen­dente che nes­suno vuole rico­no­scere. In ogni caso, non trat­te­remo col governo di Kiev, non dopo i morti di Odessa, non dopo i morti di Mariu­pol. Il tempo delle parole è pas­sato, ora è il tempo di agire», dice Naruto prima di cal­carsi sulla testa il cap­puc­cio e tor­nare tra le barricate.


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Vadim Papura, giovane comunista vittima del massacro fascista di Odessa

6 Maggio 2014

Riceviamo dai compagni del Partito Comunista di Ucraina

Una notizia che ci riempie di dolore.
Un abbraccio ai familiari di Vadim
e ai compagni del Komsomol ucraino.

Il 2 maggio, nella Casa dei Sindacati di Odessa, è stato tragicamente ucciso il nostro compagno Vadim Papura.

Il diciassettenne Vadim era tra coloro che non sarebbero usciti vivi dal rogo della Casa dei Sindacati.

Studente al primo anno dell'Università Nazionale di Odessa Mechnikov, attivista del Komsomol e del Partito Comunista d'Ucraina, quel giorno si trovava nel Campo di Kulikovo. Quando arrivò la notizia che ultras si muovevano in quella direzione, non volle scappare e assieme agli altri compagni si è rifugiato nella Casa dei Sindacati.

Secondo le parole dela mamma Fatima, Vadim partecipava ad ogni possibile manifestazione e assemblea per le sue idee. Quella del 2 maggio è stata l'ultima.

"Mio figlio è morto in quella terribile notte. Non aveva ancora 18 anni. Era lì per lil suo ideale e i suoi principi. E ora non c'è più. Quando hanno dato fuoco alla Casa dei Sindacati, lui era lì dentro. Provando a scappare dal fuoco è caduto dalla finestra. Il mio bambino era là steso a terra con la testa sanguinante".

Не забудем, не простим!
Вечная память Вадиму.





Il Corriere della Sera e la retorica democratica

15 Maggio 2014 
di Francesco Maringiò, vice responsabile Dipartimento Esteri PdCI

L’Ucraina e la democrazia: qual è il ruolo dei nostri media? E quale “democrazia” siamo disposti ad accettare?

«Che cosa c’è di più democratico di un referendum popolare? Gente in coda ai seggi, una scelta chiara fra un sì e un no, la volontà collettiva che si esprime sovrana … Tutto qui? Non proprio. Perché non bastano un’urna e una scheda per celebrare la festa della democrazia» (1). Se estraessimo questa considerazione di Luigi Ippolito, caporedattore ed opinionista del Corriere della Sera, dal resto dell’articolo, non potremo che dichiararci concordi con quanto scrive. Del resto, sin dai tempi di Socrate, abbiamo appreso come il “principio maggioritario” non sia in sé, né necessariamente giusto, né effettivamente “democratico”.

Già Luciano Canfora, alcuni anni fa, ci metteva in guardia contro il «fondamentalismo democratico» (l’espressione è, in realtà, dell’indimenticabile García Márquez) che «racchiude e copre il contrario di ciò che etimologicamente esprime; e, insieme, l’intolleranza verso ogni altra forma di organizzazione politica che non sia il parlamentarismo, la compravendita del voto, il “mercato” politico. (…) Il diverso dal modello parlamentare è il totalitarismo, è il male. Questo modo (…) “di non vedere” la realtà ha colpito in tutte le direzioni, impedendo di comprendere la molteplicità del mondo» (2).
La “democrazia”, l’unica possibile, è in sostanza quella basata su di una procedura ed un corpus di regole che trae la sua legittimazione dal suffragio popolare, prevede il multipartitismo e tutti i sistemi politici che esulano da questa organizzazione non sono, per definizione, “democratici”. Basta vedere come vengono descritti sui quotidiani italiani paesi quali la Russia e la Cina, per non parlare di Cuba o del Venezuela che, senza iuxta propria principia, vengono di volta in volta bollati come regimi a-democratici, anti-democratici (quando non apertamente reazionari, oligarchici,…). Ed in effetti non mi pare che il Corriere faccia eccezione. Infatti, se non ricordo male, non considerò mai illegittima - sarebbe tale stando alle stesse regole della democrazia occidentale - la rielezione di Bush alla Casa Bianca nel 2000, quando la Corte Suprema si rifiutò addirittura di ricontare i voti. Né ebbe particolari remore nel pubblicare con grande rilievo (e scandalo generalizzato) gli interventi di Angelo Panebianco quando questi chiedeva che venisse «ammessa l'esistenza di una “zona grigia” a cavallo tra legalità e illegalità» per permettere così l’impiego della tortura (3).

D’altro canto non mi pare che la “correzione” del nostro sistema democratico attraverso la limitazione indiretta al suffragio e per mezzo della limitazione dell’efficacia degli organismi elettivi (4), sia oggetto di scandalo sulle pagine del Corriere, né sui principali media nazionali. Ed invece il referendum svolto nel fine settimana nell’Ucraina orientale, che ha visto un’affluenza del 75% (su 3 milioni di aventi diritto) e che ha coinvolto l’intera popolazione, viene guardato con sospetto. Per questi cittadini, evidentemente di serie B, «non bastano un’urna e una scheda per celebrare la festa della democrazia».

Ma in un sistema politico quale il nostro che, per sua natura, è fondato sul consenso, diventa essenziale capire il ruolo giocato dagli strumenti di informazione (onnipresenti e multiformi nella nostra società) nell’organizzazione del consenso, proprio perché il limite tra conquista e manipolazione dell’opinione pubblica è molto labile. Per cui bisogna prestare molta attenzione – e diffidare – da questa improvvisa critica della retorica democratica che tende a delegittimare i referendum popolari in Ucraina, semplicemente perché non si vuole accettarne il risultato. Come pure bisogna prestare molta attenzione alle campagne di delegittimazione nei confronti degli oppositori ucraini del nuovo governo golpista (non a caso, in questi giorni, è stata chiesta la messa fuori legge del PC Ucraino) e la permanente delegittimazione del governo di Mosca. La critica della retorica democratica ed il biasimo per le élite, vale sempre per gli altri, ovviamente!

Ma se tutto questo avvenisse solo sulle colonne del Corriere, sarebbe ordinaria amministrazione. Il punto è che, purtroppo, questi argomenti sono fatti propri anche da un pezzo dei gruppi dirigenti della stessa sinistra italiana che, in questa campagna “per la democrazia” annoverano la Russia tra i paesi “antidemocratici” ed arrivano ad abbracciare e sostenere movimenti filo golpisti o filo imperialisti quali le Pussy Riot, i movimenti arancioni, “i ragazzi di Kiev”,…

Eppure già Gramsci, nei Quaderni, ci aveva illuminato sul fatto che «le idee e le opinioni non nascono spontaneamente nel cervello di ogni singolo: hanno avuto un centro di formazione, di irradiazione, di diffusione, di persuasione» (4). Ma non viene loro il dubbio di essere diventati, consapevolmente o meno, strumenti di “irradiazione” di idee e consenso atte a manipolare un pezzo dell’opinione pubblica, quella di sinistra? Forse è giunto il momento di porsi alcune domande. E l’evoluzione della situazione in Ucraina, nella sua brutale dinamica, obbliga tutti a fare delle scelte e dichiarare, senza infingimenti, i propri intendimenti.

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(1) Luigi Ippolito, Troppe Minacce sul referendum ucraino. Non basta una scheda per la democrazia, Corriere della Sera, 12 Maggio 2014.

(2) Luciano Canfora, Critica della retorica democratica, 2002, p.17.

(3) Angelo Panebianco, Il compromesso necessario, Corriere della Sera, 13 agosto 2006; Guerra e stato di diritto, Corriere della Sera, 15 agosto 2006.

(4) La limitazione indiretta al suffragio avviene attraverso l’introduzione di soglie di sbarramento sempre più elevate, difficoltà tecniche alla presentazione delle liste, leggi elettorali maggioritarie,…, mentre la limitazione dell’efficacia degli organismi elettivi è resa evidente da un protagonismo del governo e del premier in prima persona e da uno svuotamento di fatto del ruolo del Parlamento che è sempre più limitato nelle sue funzioni. Tra le altre cose, con questo argomento, si vuole procedere all’abolizione di uno dei due rami: il Senato della Repubblica.

(5) Antonio Gramsci, Il numero e la qualità nei regimi rappresentativi, Quaderni dal Carcere, a cura di V. Gerratana, 1979, p. 1624.