Informazione
<< "Noi musulmani abbiamo bisogno di un papa forte", dice il gran
mufti di Sarajevo Mustafa Ceric al settimanale tedesco Zeit in una
lunga intervista. Secondo il gran mufti, Benedetto XVI, che ieri è
rientrato dal viaggio in Turchia, a Ratisbona ha fatto benissimo a
difendere la fede contro la sete di dominio del fanatismo religioso.
(...) "L'imam di Sarajevo il venerdi usava pregare per il Kaiser",
ricorda. >>
(fonte: Il Foglio quotidiano, 2/12/2006)
Incontro internazionale dei Partiti comunisti e operai a Lisbona
Il 10-12 novembre scorso si è svolto a Lisbona il tradizionale Meeting Internazionale dei Partiti Comunisti e operai, a cui hanno preso parte delegazioni di 63 partiti da ogni parte del mondo, mentre 17 partiti, impossibilitati per varie ragioni a partecipare, hanno inviato messaggi o contributi scritti.
Questo "evento" è stato costruito negli anni sopratutto per iniziativa del KKE greco, e infatti le prime otto edizioni si sono svolte ad Atene. Quest'anno il partito organizzatore è stato il Partito Comunista Portoghese (PCP), a conferma di uno sforzo per una maggiore circolarità e socializzazione nella preparazione di questo tipo di Conferenze, divenute la principale occasione di incontro/confronto per la quasi totalità dei Partiti comunisti del mondo.
Questo, già in sé, è un fatto di rilievo: dopo il crollo dell'Urss e la fase di isolamento/smarrimento delle forze comuniste, riprende un dialogo ed un confronto multilaterale che si era per molti anni interrotto, ed emergono anche i primi segni di una volontà di cooperazione e azione comune o convergente. Il tema all’ordine del giorno non è certo quello di una nuova "Internazionale dei comunisti", di cui non esistono certamente oggi le condizioni; lo spirito di questi appuntamenti è viceversa quello di offrire a tutte le forze comuniste e rivoluzionarie un "luogo" ed una occasione di confronto e di coordinamento.
Chi volesse leggere i vari interventi (per ora disponibili solo in inglese, francese, spagnolo, portoghese) potrà rendersi conto di quanto la ricerca sia aperta e non ingessata o precostituita.
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Rifondazione comunista sta puntando tutto sulla Sinistra europea, associazione che è nata nel gennaio 2004 e di cui fanno parte in tutto undici partiti della sinistra radicale continentale. Al punto da trascurare i vecchi compagni dell'Internazionale comunista. E’ un’osservazione non da poco, perchè questo attivismo, questo movimento a livello internazionale dà lo specchio di un movimento interno del Prc. “Se vuole sapere se per noi sono sullo stesso piano la Sinistra europea e l'Internazionale dei partiti comunisti e operai glielo dico subito - dice esplicito Ramon Mantovani, deputato, ex responsabile degli affari internazionali del Prc e membro della commissione esteri – è assolutamente più importante la prima”.
Ovvero, è più importante un movimento che nel nome non ha nemmeno la parola comunista, che include tanti partiti non comunisti e persino un ex socialdemocratico come il tedesco Oskar Lafontaine, ex ministro delle finanze di Gerhard Schroder. “Non deve sorprendere, d'altronde noi ci chiamiamo "Rifondazione" proprio perchè abbiamo sempre mirato a rifondare il comunismo - aggiunge Mantovani - La parola "comunista” non appare neanche nel Gue/Ngl, il nostro gruppo al parlamento europeo la cui sigla sta per "Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica". E questo perchè all'interno dei due gruppi ci sono anche movimenti non comunisti, sarebbe stata una violenza usare quella parola”.
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www.resistenze.org - 18-11-2006
INFORM AZIONI LOGISTICHE
PER PULLMAN E AUTO USCITA OBBLIGATORIA AUTOSTRADA VICENZA EST
Ritrovo corteo ore 13.00 a Villa Tacchi in Viale della Pace; ora partenza corteo entro le 14.00 dalla Caserma EDERLE.
Vicenza è salita prepotentemente alla ribalta delle cronache, negli ultimi tempi. Purtroppo non per le bellezze architettoniche o paesaggistiche che la contraddistinguono, ma perché questa città è stata scelta, all’insaputa dei suoi abitanti, per diventare lo snodo principale delle politiche militari statunitensi. L’aereoporto Dal Molin di Vicenza dovrebbe diventare, secondo gli strateghi del Pentagono, la base logistica più importante dell’esercito americano, proiettando la propria potenza di fuoco nel già martoriato Medioriente. La 173^ Airborne Brigade, attualmente dislocata tra Vicenza e la Germania, si trasformerebbe in una Unità d’Azione, pronta in poche ore a trasferirsi, armi e bagagli, nei vari scenari di guerra.
Questa è la volontà dell’amministrazione Bush.
Qualcosa di nuovo si è invece manifestato nella nostra troppo spesso sonnacchiosa città. Un movimento che, dal basso e in maniera del tutto autonoma, si è sollevato, ha organizzato una resistenza potente a questo progetto, aprendo una contraddizione enorme alla politica “ufficiale”, quella dei partiti, di centrodestra e centrosinistra. Se il governo precedente ha lavorato sottobanco per favorire questo insediamento militare, l’attuale governo ha dimostrato ben poca voglia di contrastarlo. Anzi, il ministro della difesa del governo Prodi ha testualmente definito “coerente e compatibile con le politiche militari del governo” questa nuova base di guerra.
Il movimento vicentino ha posto al centro della propria battaglia due aspetti fondamentali, tra loro concatenati: la tutela del territorio e dei beni comuni, lo spazio cittadino come identità collettiva, da difendere anche e soprattutto in nome delle generazioni future; in maniera altrettanto forte il no alla guerra e il rifiuto di diventare complici, più o meno consapevoli, di un meccanismo che produce lutti, tragedie e sofferenze, che rende la nostra vita quotidiana sempre più incerta e pericolosa. Questo movimento si è allargato proprio perché ha prodotto, nell’immaginario collettivo, l’idea che resistere a questo scempio fosse possibile, nonostante le enormi difficoltà e le pressioni messe in atto da chi vorrebbe speculare e far colare centinaia di migliaia di metri quadri di cemento, o da chi pensa che la guerra e le sue basi siano un modo come un altro per guadagnare soldi, e vede nelle caserme l’unico sistema per esportare democrazia e pace.
Questo intreccio forte ha permesso al movimento vicentino di espandere il proprio consenso anche oltre i confini locali, di far diventare questa lotta come propria da chiunque lo volesse.
Il movimento vicentino contro la nuova base Usa lancia quindi una manifestazione nazionale, da tenersi il 2 dicembre a Vicenza.
Quello che noi vogliamo costruire è un appuntamento che riproduca le dinamiche e le caratteristiche fin qui emerse, nel rispetto della battaglia che i cittadini di Vicenza in primis hanno fin qui condotto, capace di riprodurre in piazza la ricchezza di un movimento moltitudinario, che dia l’idea della sua ricchezza e della sua molteplicità di pensiero, linguaggio e pratica. Una piazza capace idealmente di mantenere assieme tutti coloro che si oppongono alla distruzione del territorio con quelli si oppongono alla guerra e lottano per la pace.
La piattaforma che scaturisce dal dibattito vicentino, marca alcuni punti fondamentali:
- No alla sottrazione e distruzione del territorio e dei beni comuni per la costruzione di presidi militari
- No alla guerra, alla sua mistificazione che la vorrebbe “buona” o “cattiva”, santa o umanitaria. No all’aumento delle spese militari.
- Desecretazione degli accordi riguardanti le basi militari e accesso pubblico alle informazioni
L’Assemblea Permanente di Vicenza, che riunisce comitati, associazioni, movimenti e singoli cittadini, lancia inoltre a tutte/i una campagna verso il 2 dicembre. Proponiamo quindi di costruire, per i giorni 24 e 25 novembre, delle iniziative territoriali davanti alle prefetture, ai municipi, alle basi militari, per lanciare la manifestazione nazionale del 2 dicembre, in solidarietà ai comitati e ai cittadini di Vicenza.
Vicenza, 5 novembre 2006
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STRUTTURA DEL CORTEO IN ORDINE DI POSIZIONE
FAMIGLIE CON BAMBINI, STATUNITENSI PER LA PACE, E ASSEMBLEA PERMANENTE (TESTA DEL CORTEO) QUI SOLO BANDIERE "NO DAL MOLIN" E LO STRISCIONE "DIFENDERE LA TERRA, PER UN UN FUTURO SENZA BASI DI GUERRA"
CAMION con la postazione di Radio Sherwood
COMITATI CITTADINI, ASSOCIAZIONI LOCALI ADERENTI: cooperative, beati, ...
CENTRI SOCIALI
CUB, SINDACATI DI BASE,
CENTRI SOCIALI
PARTITI POLITICI
COMITATO VICENZA EST E RIFONDAZIONE COMUNISTA (CODA CORTEO)
MUSICA E SPETTACOLI ALLA FINE DELLA MANIFESTAZIONE
I Nerovivo, Luca Bassanese, L'Impossibile Banda degli Ottoni, Seven Gnoms e Skart Crew suoneranno alla manifestazione nazionale di sabato 2 dicembre contro l'insediamento di una nuova base militare americana all'aeroporto Dal Molin di Vicenza. I concerti si terranno al parco giochi di via Aeroporti a Rettorgole Le cittadine e i cittadini dell'Assemblea Permanente di Vicenza
PER ADERIRE INVIA UNA MAIL ALL'INDIRIZZO nodalmolin@...
oppure scrivi la tua adesione sul Blog di www.AltraVicenza.it
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ALTRI LINK:
VICENZA. LA GUERRA PREVENTIVA DENTRO CASA
La storia, i pericoli, i documenti e le mobilitazioni contro la nuova base militare USA all'aereoporto Dal Molin
http://www.contropiano.org/Documenti/2006/Ottobre06/DossierDalMolin/Dal-Molin_dossier.asp
Vicenza, 2 dicembre: manifestazione nazionale contro le servitù militari e contro la guerra
VIDEO: "No Usa al Dal Molin". L'intervento del capogruppo PRC al consiglio comunale di Vicenza
http://www.youtube.com/watch?v=gl-0ItBWQYw
Aggiornamenti, approfondimenti e rassegna stampa
http://www.globalproject.info/art-10058.html
Base di Vicenza: Rimodulazione delle forze Usa
http://www.resistenze.org/sito/os/ip/osip6f11.htm