Informazione

"IL MANIFESTO" PROPONE LA SECESSIONE DELLA "PROVINCIA" SERBIA DAL KOSOVO


il manifesto - 06 Luglio 2006

Serbia/Italia
Kostunica in Italia

No alla separazione dal ( SIC ) Kosovo

Sereno, ma non privo di divergenze d'opinione il primo incontro
ufficiale fra il presidente serbo Vojislav Kostunica, in visita oggi
a Roma, ed il nuovo esecutivo Italiano. Kostunica si è intrattenuto
ieri con il ministro degli Esteri D'Alema, con i presidenti delle
commissioni estere di Camera e Senato, con il ministro degli interni
Amato, ed infine con Prodi.
Estremamente cordiali i toni della missione diplomatica serba in
Italia, mentre è aperta la discussione per quello che sarà il futuro
status del Kosovo. Kostunica non ha nascosto l'intenzione di voler
influire sull'orientamento italiano sui Balcani; «ci sono
divergenze», ha detto il presidente, «ma nessuna soluzione imposta
può essere da noi presa in considerazione». Rifiuto secco all'
indipendenza totale del Kosovo, dunque; per Kostunica l'estrema
complessità della situazione fra Serbia e Kosovo richiede il
riconoscimento, da parte della comunità internazionale, di una
soluzione finale negoziata dalle due province ( SIC ) senza ingerenze
esterne, le cui conseguenze potrebbero rivelarsi difficili da contenere.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/06-Luglio-2006/art52.html

(english / italiano / francais)

Ucraina: mobilitazioni anti-NATO, gli squadristi "arancioni" provano
il golpe


=== ITALIANO ===

I documenti sono qui inseriti in ordine cronologico inverso.
Si noti però che nessuno ha riportato in lingua italiana le notizie
relative agli assassinii politici avvenuti in Ucraina nei giorni più
intensi delle proteste anti-NATO, che sono costati la vita a tre
militanti anti-imperialisti. Si noti anche che i militanti
"arancioni" (filo-occidentali) del movimento PORA negli stessi giorni
hanno espresso posizioni favorevoli alla NATO, agitando striscioni
con scritte del tipo "NATO is security!” (vedi più sotto, tra i
dispacci in lingua inglese).

(a cura di IS)

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il manifesto
12 Luglio 2006

notizie Ucraina

Botte da orbi in parlamento Caos per formare il governo

Sta andando a finir male la prima prova «pienamente democratica»
dell'Ucraina: il parlamento uscito dalle elezioni del 26 marzo ieri
ha visto una serie di risse e aggressioni continue messe in opera dai
deputati dell'ex «coalizione arancio», ormai diventati minoranza dopo
la defezione del Partito socialista. I lavori sono stati sospesi e
non si sa se e come potranno riprendere; di fatto la nuova
maggioranza filo-russa (Partito delle Regioni, Partito socialista e
Partito comunista) che dovrebbe dar vita a un governo guidato da
Viktor Yanukovich, non sta riuscendo né a discutere né a votare, con
gli avversari che la definiscono «illegale» e fanno suonare sirene da
stadio in aula per impedire i lavori. I deputati fedeli al presidente
Yushenko e a Yulija Timoshenko puntano a bloccare tutto per provocare
lo scioglimento della Camera e nuove elezioni; anche Yushenko lo
vorrebbe, ma teme che una parte dei suoi lo abbandoni per schierarsi
con Yanukovich, in cambio di posti nel futuro governo. Il paese
appare sull'orlo di un colpo di stato. Chissà se sarà definito
«democratico» da Usa e Ue.

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www.resistenze.org - popoli resistenti - ucraina - 07-07-06

Ucraina: alla Rada creata una nuova coalizione

http:///www.ukraine.ru/text/news/286217.html

7 luglio 2006

Kiev, 7 luglio – Al parlamento dell’Ucraina è stato siglato questa
sera un accordo che prevede la creazione di una coalizione tra il
Partito delle regioni, il Partito Socialista e il Partito Comunista.
“La coalizione ha ricevuto il nome di “anticrisi”, - ha comunicato ai
giornalisti il membro del consiglio politico del Partito delle
regioni Taras Ciornovil. L’accordo è stato firmato dal leader del
Partito delle regioni Viktor Janukovic, dal leader del Partito
Comunista Piotr Simonennko e dal leader del gruppo parlamentare del
Partito Socialista Aleksander Zushko.
In precedenza i membri del gruppo socialista avevano firmato una
dichiarazione in merito alla loro uscita dalla coalizione
“arancione”, e di conseguenza un’altra dichiarazione circa il loro
ingresso in coalizione con il Partito delle regioni e i comunisti. La
direzione del gruppo socialista ha preparato una lettera ufficiale
indirizzata ai leader del blocco Julia Timoshenko e del blocco
presidenziale “Nostra Ucraina”, in cui si informa della decisione
assunta. La coalizione parlamentare ha proposto al posto di primo
ministro dell’Ucraina Viktor Janukovic. In accordo con la
Costituzione, la coalizione propone al presidente della repubblica la
candidatura a primo ministro, e il capo dello stato la sottopone
all’approvazione della Rada Suprema.

Traduzione dal russo per www.resistenze.org di Mauro Gemma

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www.resistenze.org - popoli resistenti - ucraina - 28-06-06

da http://en.for-ua.com/2006/06/22/123930.html
ForUm (Ucraina)

Cosa succederà con il nuovo governo in Ucraina

Dichiarazione di Piotr Simonenko, leader del Partito Comunista di
Ucraina
22 giugno 2006

Parlando al parlamento, il leader del Partito Comunista di Ucraina
Piotr Simonenko ha dichiarato che si è avviato il processo di
disintegrazione territoriale in Ucraina.
La formazione della coalizione di governo crea i prerequisiti per
l’implosione del paese, ha detto Simonenko, aggiungendo che il primo
a soffrirne sarà proprio il popolo ucraino.
Simonenko si oppone con decisione a ciò che sta avvenendo in parlamento.
Secondo il deputato, il processo di adesione dell’Ucraina alla NATO
subirà un’accelerazione.
Verranno messi in vendita gli interessi nazionali per assicurare un
ombrello a protezione della squadra arancione.
Il deputato è convinto che le relazioni con la Russia si
complicheranno ulteriormente e di ciò le conseguenze ricadranno sui
produttori di beni nazionali.
Simonenko prevede una crisi nelle esportazioni della produzione dei
complessi metallurgici, energetici, militari e industriali.
L’annuncio della formazione della coalizione sancisce, secondo il
deputato comunista, l’usurpazione del potere da parte di un gruppo di
corrotti.

Traduzione per www.resistenze.org a cura del
Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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www.resistenze.org - popoli resistenti - ucraina - 28-06-06

da http://www.politcom.ru

Le manifestazioni contro la NATO in Crimea

Tatjana Stanovaja
5 giugno 2006

Sulle lotte anti-NATO in Crimea è intervenuto anche l’autorevole sito
russo di analisi politiche “Politcom.ru”, con il commento di una nota
esperta.

La scorsa settimana gli abitanti di Feodosia hanno impedito le
operazioni di scarico di una nave della marina americana, che
trasportava attrezzature militari per la partecipazione della NATO a
manovre congiunte. Inoltre, alcune centinaia di attivisti
dell’organizzazione giovanile della Crimea “Proryv” hanno bloccato
l’aeroporto di Simferopoli, protestando contro lo scalo di un aereo
della NATO. Le azioni di protesta, che hanno un carattere anti-NATO e
filo-russo, sono anche indirizzate contro il ministro della difesa e
quello degli affari esteri dell’Ucraina, considerati entrambi attivi
sostenitori dell’integrazione euroatlantica tra le elite del paese.

Le azioni di protesta degli abitanti della Crimea sono sostenute dal
Partito delle Regioni, dal blocco di Natalja Vitrenko, dai comunisti,
dai progressisti socialisti e dall’organizzazione “Russkaja obschina
Kryma”. Tali azioni hanno visto accrescere il loro livello
organizzativo: sono state innalzate tende, sono stati allestiti
spettacoli, mentre il porto di Feodosia veniva presidiato persino
durante la notte. La situazione è stata complicata anche dalla
segretezza che circondava l’operazione di trasporto americana. La
versione ufficiale, che parlava di materiale bellico destinato ad
operazioni militari, e neppure della NATO, non ha convinto i
manifestanti. Il deputato del Partito delle Regioni alla Rada Suprema
Jurij Boldyrev ha dichiarato che una delle compagnie petrolifere
americane era stata autorizzata ad effettuare prospezioni nei fondali
del Mar Nero da Kerc a Feodosia. “Questa compagnia procederà a
trivellazioni, alla ricerca del petrolio. Ciò significa che gli
americani stanno creando in Crimea piattaforme petrolifere. Ed è per
difendere la loro proprietà che essi intendono costruire una base
militare a Starij Krym, dove in futuro collocheranno i loro soldati.
Questa non è certo la fase preparatoria di semplici manovre, come ci
vogliono far credere il ministero degli affari esteri e quello della
difesa”, - ha affermato Boldyrev.

Inoltre, i contestatori ritengono che la permanenza del carico
militare nel porto sia illegale: nella Costituzione dell’Ucraina
esiste il divieto allo stazionamento di qualsiasi forza e tecnologia
militare straniera sul territorio nazionale senza l’autorizzazione
della Rada Suprema.

La questione dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO rappresenta uno
dei più scottanti problemi per l’Ucraina. La “coalizione arancione”,
che è giunta al potere alla fine del 2004, ha indicato quale compito
prioritario l’ingresso nell’UE e nella NATO. E’ la direttrice chiave
della politica estera di Viktor Juschenko. Ma non dei suoi avversari
politici: le sinistre e le forze che fanno leva sull’elettorato
orientale si pronunciano categoricamente contro l’adesione alla NATO.
Secondo un sondaggio del centro Razumov, rappresentano circa il 61%
della popolazione.

E’ evidente che il problema dell’integrazione euroatlantica crea una
polarizzazione nel tessuto sociale, che viene utilizzato da
organizzazioni filo-russe come “Proryv”, creata quale contrappeso al
movimento “Fratellanza studentesca”, che si era recentemente mosso
contro la presenza in Crimea della Flotta russa del Mar Nero.

Il tema dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO ha assunto così un
significato particolare nel confronto politico. I sostenitori
dell’ingresso nella NATO cercano di dimostrare di assecondare le
esigenze sollevate dai partiti alleati, mentre i nemici dell’adesione
cercano di sfruttare a loro favore eventuali punti di contatto con i
partiti della “coalizione arancione”. In tal modo, “Nostra Ucraina” e
il Blocco di Julija Timoshenko (le forze “arancioni” filo-
occidentali) hanno cercato di trovare un accordo con il Partito
Socialista (recalcitrante sull’adesione alla NATO) sulla questione
della NATO. Si sarebbe deciso di risolvere la questione riguardante
l’adesione solo attraverso un referendum nazionale. Il Partito delle
regioni, che non ha ancora perso la speranza di vedere formata una
coalizione “arancione-azzurra”, ha dichiarato di voler sostenere
l’idea della convocazione di un referendum. E nel caso si svolgesse
entro due o tre anni e il governo riuscisse a convincere il 60% della
popolazione del paese dell’utilità di tale politica, allora “noi ci
arrenderemmo all’evidenza e saremmo disposti a votare per questo
nella Rada Suprema”, - ha dichiarato Taras Ciornovil (uno dei
segretari del partito).

Si capisce che difficilmente Juschenko acconsentirà a porre al
referendum un quesito chiaro in merito all’ingresso nella NATO,
poiché sa di non poter contare sulla maggioranza dei consensi. Mentre
il Partito delle regioni continuerà ad impegnarsi con tutte le sue
forze sul tema della lotta contro la NATO. Il 22 maggio è stato
lanciato un movimento che si batte per l’attribuzione all’Ucraina
dello status di paese fuori dai blocchi. Promotori del movimento sono
il presidente del consiglio politico del Partito delle regioni N.
Azarov, il deputato V. Zubanov, l’ex presidente dell’Ucraina Leonid
Kravchuk e l’ex segretario di Stato del ministero degli esteri A.
Cialij (…)

Traduzione dal russo di Mauro Gemma per www.resistenze.org

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www.resistenze.org - popoli resistenti - ucraina - 16-06-06

Prima vittoria della mobilitazione contro le esercitazioni della NATO
in Crimea

Dopo i quattro milioni e mezzo di firme raccolte attorno alla
proposta di un referendum anti-NATO, dall’Ucraina arriva un altro
inequivocabile segnale della difficoltà ad affermare il progetto di
annessione dell’ex repubblica sovietica al sistema di alleanze
politiche e militari dell’Occidente, avviato con la cosiddetta
“rivoluzione arancione” dell’inverno 2004-2005.

Anche se l’intero apparato dei media americani ed europei (a suo
tempo così sollecito e interessato a sottolineare tutti i passaggi
della “rivoluzione arancione” e ad enfatizzarne il significato) ha
cercato di minimizzare la portata dell’avvenimento, l’ampiezza delle
mobilitazioni che si sono sviluppate nei giorni scorsi contro le
esercitazioni militari (“Sea Breeze 2006”) dell’Alleanza Atlantica
nel mare e nei porti della penisola di Crimea e, in particolare,
contro l’arrivo, il 27 maggio scorso, di 249 marines nella località
balneare di Feodosia, ha messo in evidenza il radicamento, la
consapevolezza e l’efficacia di un movimento che non intende
arrendersi di fronte alle pretese del “nuovo ordine” imperialista e
con il quale anche le sinistre e i militanti antimperialisti del
nostro paese avrebbero il dovere di interloquire e solidarizzare,
senza considerarlo (come si legge in alcuni distaccati commenti)
quasi alla stregua di un marginale fenomeno di “nostalgia sovietica”
o, peggio, di nazionalismo russo.

Quando il presidente dell’Ucraina Viktor Juschenko ha firmato il
decreto che autorizzava le manovre militari che, nell’ambito del
programma “Partnership per la pace” in vigore dal 1997, per la prima
volta prevedevano lo sbarco a terra di truppe NATO, nessuno era
francamente in grado di prevedere una risposta popolare delle
dimensioni registrate in questi giorni nella penisola del Mar Nero.

Ha cominciato il parlamento locale della Crimea – che è repubblica
autonoma, popolata in maggioranza da russi, in passato parte
integrante della Russia e solo nel 1954, ai tempi dell’URSS,
assegnata all’Ucraina con un decreto di Nikita Krusciov – che, in
seduta straordinaria, ha chiesto la sospensione delle esercitazioni,
in quanto non legittimate dal voto della Rada, e il divieto d’accesso
alle truppe USA e NATO. Nel frattempo le municipalità di alcune
località costiere della Crimea proclamavamo il litorale “zona libera”
dalla NATO e, con l’appoggio dei partiti filo-russi e di sinistra (in
particolare comunisti, progressisti socialisti e “Partito delle
regioni”) che hanno dato vita a un imponente fronte unitario,
invitavano la popolazione a mobilitarsi con incisive azioni di
“disobbedienza civile” per impedire lo svolgimento delle operazioni,
che prevedevano tra l’altro la collocazione sul suolo crimeano di un
enorme quantitativo di materiale bellico. La reazione della società
civile locale suscitava immediatamente un’ondata di solidarietà che
investiva tutte le regioni ucraine e persino la Russia, dove la Duma
(il parlamento ) approvava all’unanimità una mozione di censura della
nuova ingerenza occidentale e il ministro degli esteri Lavrov
ribadiva con toni energici la contrarietà del suo paese all’ipotesi
di adesione dell’Ucraina all’Alleanza atlantica.

All’appello delle amministrazioni locali e dei partiti di opposizione
hanno risposto diverse migliaia di persone che incessantemente, per
parecchi giorni, con picchetti, cortei, blocchi stradali, hanno
letteralmente impedito ogni movimento dei marines, obbligandoli a
trincerarsi in un albergo. Neppure il tentativo di alcune centinaia
di fascisti ucraini appartenenti al movimento “Pora”, convogliati con
autobus in Crimea, di forzare l’assedio è riuscito. La decisa
reazione dei cittadini crimeani ha ben presto costretto i
“rivoluzionari arancione” ad abbandonare il campo, con tutto il loro
bagaglio di armi improprie e di striscioni inneggianti alla “NATO,
baluardo di democrazia e libertà”.

Manifestazioni di massa si sono svolte anche in altre località del
paese, in particolare nella parte orientale, abitata in maggioranza
da russi e russofoni, e naturalmente più ostile al riorientamento
filo-occidentale della politica estera del governo di Kiev. Il
movimento non ha però risparmiato neppure le altre regioni ucraine.
Anche nella capitale si sono registrati picchetti e iniziative di
piazza. Qui, in circostanze poco chiare (e nell’assoluta indifferenza
dei media di tutto il mondo), un giovane manifestante anti-NATO del
movimento “Per l’unità di Ucraina, Russia e Bielorussia” ha perso la
vita, colpito alla testa da un colpo di pistola.

Abbiamo detto dell’ampio fronte politico che si è costruito attorno a
questa vicenda.

Il Partito Comunista di Ucraina (KPU) ha richiesto le dimissioni del
ministro della difesa, Anatolij Gritsenko, e del ministro degli
esteri, Boris Tarasjuk, accusandoli di favorire la permanenza di
truppe straniere sul suolo nazionale, violando in tal modo la
Costituzione, che, tra l’altro, prevede lo status di neutralità per
l’Ucraina. Secondo il leader del KPU, Piotr Simonenko, il suo partito
sarebbe in possesso di informazioni che danno per certi lo sbarco in
forma massiccia di truppe americane sulle coste della Crimea e, in
sostituzione del contingente navale russo presente a Sebastopoli,
l’installazione di una base della marina USA in Crimea.

Ancora più dure le richieste del movimento “Opposizione Popolare”,
guidato dal Partito Progressista Socialista di Ucraina (PSPU).
Natalja Vitrenko, leader del PSPU, ha avanzato la proposta di una
mozione parlamentare di sfiducia nei confronti dello stesso Juschenko
e chiesto l’avvio di un procedimento giudiziario a carico dei
responsabili della sicurezza e del servizio di frontiera per avere
facilitato l’ingresso delle imbarcazioni della NATO nei porti del
paese. La rivendicazione della Vitrenko è stata fatta propria dai
manifestanti di Feodosia, tra i quali risaltava la presenza dei
militanti del suo partito, particolarmente radicato e attivo nelle
regioni del sud-est del paese ed escluso per un soffio dal parlamento
nelle elezioni legislative del marzo scorso, soprattutto in virtù
degli enormi brogli registrati a suo danno.

Decisiva ai fini della riuscita della mobilitazione è stata la
posizione assunta dal principale partito politico ucraino, il
“Partito delle regioni”, diretto dall’ex premier Viktor Janukovic,
estromesso dalla presidenza della repubblica dopo la ripetizione del
voto nelle ultime elezioni presidenziali avvenuta in seguito alla
vittoria della “rivoluzione arancione”. Il “Partito delle regioni”,
prima forza politica del paese con oltre il 30% dei voti e
considerato portavoce degli interessi delle lobby filo-russe, ha
partecipato attivamente alle manifestazioni, impegnando tutti i suoi
uomini presenti in forze nelle amministrazioni locali del sud-est
ucraino, a cominciare dal governo locale della Crimea, e in tal modo
ha offerto un apporto decisivo alla creazione di efficaci forme di
“contropotere” rispetto all’ingerenza del governo di Kiev nella
repubblica autonoma. Ma non si è limitato a questo. Esso si è fatto
promotore di iniziative a livello nazionale, quali la proposta della
formazione di un gruppo interparlamentare alla Rada, in grado di
raccogliere tutti i deputati (i comunisti, innanzitutto) che si
oppongono all’adesione dell’Ucraina alla NATO e che si pronunciano
per la neutralità del paese e il mantenimento di stabili legami con
la Russia e con le altre repubbliche che occupano lo spazio post-
sovietico.

In tal modo, il largo fronte che non ha lasciato sole le popolazioni
della Crimea e che ha visto finalmente unite, su un tema tanto
importante come quello della difesa della pace, dell’indipendenza e
della neutralità, tutte le forze dell’opposizione (e persino pezzi
significativi della sempre più traballante coalizione “arancione”,
come dimostrano la presa di posizione anti-NATO dei socialisti e la
partecipazione alle manifestazioni di alcuni esponenti del “Blocco
Timoshenko”) ha fatto si che la prima fase del braccio di ferro con
il presidente Juschenko si sia conclusa a favore del movimento.

Il comando navale USA, di fronte all’impossibilità per i suoi soldati
addirittura di muoversi in un territorio completamente ostile, ha
deciso che l’intero contingente abbandonasse Feodosia, per fare
ritorno – accompagnato fino all’aeroporto di Simferopoli da migliaia
di dimostranti, che scandivano slogan contro la NATO e inneggianti
all’amicizia con la Russia – nella base militare di Rumsfeld in
territorio tedesco. Uno smacco che gli “yankee”, poco avvezzi a
subire simili umiliazioni, non avevano certo previsto.

Nel frattempo le autorità britanniche annullavano, rinviando “a data
da destinarsi”, un’iniziativa analoga a quella statunitense,
programmata per le prossime settimane.

E’ fuori di dubbio che ci troviamo di fronte a una significativa
vittoria del movimento pacifista e degli antimperialisti della Crimea.

Forse è ancora troppo presto per affermare che esso sarà in grado di
sventare definitivamente ogni progetto annessionista della NATO.
L’importanza strategica del controllo dell’Ucraina, in particolare ai
fini di un ridimensionamento del nuovo ruolo protagonista della
Russia di Putin, è troppo rilevante perché “l’osso venga mollato”
così velocemente.

E’ certo comunque che la rottura del “muro del silenzio” attorno alle
ragioni del popolo di Crimea e la manifestazione della più ampia
solidarietà internazionale (a cominciare da quella del movimento per
la pace europeo) molto possono incidere nei futuri sviluppi della
vicenda.

Mauro Gemma per www.resistenze.org - 15/6/2006

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www.contropiano.it

Crimea: la popolazione locale assedia le truppe della NATO

Alla popolazione filo-russa dell'Ucraina le esercitazioni della Nato
proprio non vanno giù. Di fronte alle proteste i circa duecento
soldati americani giunti in Crimea per preparare le manovre
dell'Alleanza Atlantica in programma per quest'estate si sono
trincerati dentro l'edificio loro destinato e hanno sospeso le
operazioni di carico nel porto di Feodosia.
Se lo slogan preferito dagli abitanti è "Yankees go Home", il
presidente Viktor Yushchenko ha detto che quella di permettere le
esercitazioni è una decisione politica che non cambierà.
Formalmente l'Ucraina è legata alla Nato tanto quanto lo è la Russia,
cioè con un blando accordo di collaborazione ma nelle intenzioni di
Kiev c'è l'ingresso a pieno titolo nell'alleanza.
Sul fronte opposto il consiglio regionale della Crimea ha votato il
divieto di permanenza per le truppe occidentali. Esprimendosi in
russo, il consigliere Sergei Velizhansky ha inveito: "L'esercito e il
governo hanno violato la costituzione permettendo a soldati stranieri
di entrare nel territorio ucraino. Non avevano il diritto di farlo".
La Crimea è entrata a far parte dell'Ucraina solo nel 1954 e nella
penisola è ancorata anche la flotta russa del Mar Nero.
Le manovre internazionali, alle quali dovrebbero partecipare le forze
armate di 17 Paesi, sono viste dall'opposizione come un tentativo
della Nato di impiantarsi nell'area.

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www.resistenze.org - popoli resistenti - ucraina - 05-06-06

Agenzia REGNUM (Russia)
26 maggio 2006

http://www.regnum.ru/english/646824.html

Ucraina: il Partito delle Regioni propone la costituzione di un
gruppo interparlamentare anti-NATO

Il Partito delle Regioni ucraino sostiene l’idea della costituzione
alla Rada Suprema di un gruppo interparlamentare per la neutralità
dell’Ucraina. Lo ha dichiarato il capogruppo parlamentare del Partito
delle Regioni Evghenij Kushnaryov al corrispondente dell’agenzia REGNUM.
Kushnaryov è in sintonia con l’iniziativa del collega di partito
Vladimir Zubanov, che ha proposto ai parlamentari della nuova Rada
Suprema di unirsi in gruppo parlamentare per assicurare lo status
neutrale e non allineato dell’Ucraina nel corso di una tavola rotonda
sul tema “La neutralità dell’Ucraina: problemi e miti”, svoltasi a
Kiev il 22 maggio.
Evghenij Kushnaryov ha ricordato di essersi espresso nella recente
campagna elettorale contro l’adesione dell’Ucraina a qualsiasi blocco
militare, e in primo luogo alla NATO.
Secondo quanto afferma il leader del Partito delle Regioni, queste
idee sarebbero condivise anche dal Partito Comunista e dal Partito
Socialista.
La leadership di quest’ultimo partito ha più volte dichiarato che
l’Ucraina dovrebbe attuare una politica di attiva neutralità.
Se i socialisti (oggi alleati con gli “arancioni” filo-NATO)
dovessero abbandonare questa posizione di principio, subirebbero un
drastico calo di consensi, in primo luogo tra la gente delle
campagne, ha fatto notare il parlamentare.
Non ci dovrebbero perciò essere ostacoli alla realizzazione di un
gruppo comune dei socialisti, dei comunisti e del Partito delle
Regioni che promuova l’idea della legalizzazione dello status di
neutralità dell’Ucraina.

Traduzione per www.resistenze.org a cura del
Centro di Cultura e Documentazione Popolare


=== ENGLISH ===

http://www.nrcu.gov.ua/index.php?id=148&listid=29483
National Radio Company of Ukraine
June 5, 2006

Protest actions against holding "Sea Breeze-2006" exercises keep on
in Crimea

It is for a whole week now that pro-Russian and
left-wing parties' supporters are blocking Feodosia
sea port to which a commercial US "Advantage" entered
with materials and equipment for the construction
project.

---

http://www.nrcu.gov.ua/index.php?id=148&listid=29496
National Radio Company of Ukraine
June 5, 2006

Party of Regions threatening to block work of parliament on June 7

This will be done if the issue of the stay of the
American military in Feodosiya is not included into
the session agenda, chief of the party political
council Yevhen Kushnariov said at a today press
conference.
According to Kushnariov, the Party of Regions will
demand to suspend the presidential decree on
continuation of preparations for the international
military exercises in Ukraine.
"We also demand send the Foreign Minister, Defense
Minister and other officials, who permitted the
military contingent of third nations to Ukraine,
packing," Kushariov said.
As he told the journalists, the Party of Regions will
initiate passing a bill to confirm Ukraine's neutral
status.

---

http://www.interfax.kiev.ua/eng/go.cgi?31,20060605005
Interfax-Ukraine
June 5, 2006

Crimean parliament against holding of Sea Breeze- 2006 exercises

Kyiv - The presidium of the Crimean Supreme Council
has expressed concern about the aggravation of the
situation in the autonomy following the unloading of
U.S. military cargo in Feodosia.
"The presidium of the Supreme Council of the
Autonomous Republic of Crimea is deeply concerned
about the aggravation of the political situation in
the autonomy caused by the thoughtless steps of the
Ukrainian Defense Ministry to unload U.S. military
goods at Feodosia and the arrival of a large group of
U.S. servicemen at Simferopol airport," says a
statement by the presidium received by Interfax on
Monday.
"Given the present situation, the presidium finds it
inexpedient to conduct the Sea Breeze-2006 exercise in
the territory of the autonomy," the statement says.

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http://en.for-ua.com/news/2006/06/05/104101.html
ForUm (Ukraine)
June 5, 2006

Crimea accuses Defense Ministry of “unreasoned actions”

The Presidium of the Verkhovna Rada of Crimea
considers it inexpedient to conduct exercises
“Sea-Breeze-2006” in Crimea.
The presidium delivered a statement, in which it
expressed worry about aggravation of the public and
political situation in the autonomy.
In particular, the statement says that “unreasoned
actions of Defense Ministry as regards unshipping of
US military load in Feodosia port and arrival of US
military men in Simferopol airport caused aggravation
of the situation.”
According to the document, the government of the
Crimea autonomy republic has not even been informed
about the conduct of these exercises, which is a
violation of constitutional regulations as regards the
autonomy authorities.
“Expressing interests of Crimea citizens, Presidium of
the Verkhovna Rada of Crimea appeals to the President
of Ukraine with the request to suspend cooperation of
Defense Ministry of Ukraine with US structures and
NATO on the territory of Crimean peninsula till the
issue is considered by the Verkhovna Rada of Ukraine.
Simultaneously the Presidium appeals to the Verkhovna
Rada of Ukraine with the request to consider the issue
urgently, as any delay can cause further escalation of
protest actions.
In the current public and political situation the
Presidium considers it inexpedient to conduct
exercises “Sea-Breeze-2006” on the territory of the
autonomy,” the statement says.

---

http://www2.pravda.com.ua/en/news/2006/6/5/5380.htm
Ukayinska Pravda
June 5, 2006

Yushchenko legitimated NATO ship

President Viktor Yushchenko implemented NSDC decision
on “Preparation of international military exercises
Sea-Breeze and Tight Knot 2006”.
According to the president’s press service, he signed
the decree on June 3.
Yushchenko stated that NSDC decision confirmed the
necessity of the international military exercises on
the territory of Ukraine.
The president also pointed out that NSDC drew
attention of local authorities to illegitimacy of
power abuse arising from the adopted decisions
forbidding international military exercises.
Local officials are strongly recommended to take
urgent measures stabilizing the situation.
At the same time the Interior Ministry and SBU are
commissioned to immediately expel foreign citizens
taking part in the protest actions on the territory of
Ukraine as well as to take preventive measures of
forbidding them to the country in future.
Interior Ministry and local authorities are
responsible for public security during the military
exercises while the bodies of the prosecutor’s office
should immediately give legal treatment of the
decisions adopted by local officials.
On Saturday the president also forwarded the bill
“Approval of allowing international military forces to
the territory of Ukraine in 2006 to take part in an
international military exercise” to be extra
considered by the Verkhovna Rada.

---

http://www.itar-tass.com/eng/level2.html?NewsID=9645083&PageNum=1
Itar-Tass
June 7, 2006

Feodosia police placed on alert

FEODOSIA - The police of the city of Feodosia,
Ukraine, has been placed on alert, a source in the law
enforcement agencies told Itar-Tass.
According to his information, “if the Supreme Rada
approves today the law on the deployment of foreign
troops in the Crimea, the police and the special task
force will start dispersing the rally held in square
near the port, as well as a picket outside the
sanatorium of the defence ministry, where some 250
U.S. marines are now hiding.”
On Tuesday the new police chief of Feodosia gave
guarantees to members of the city council that the
police would not take extraordinary measures against
the demonstrators on Tuesday night.
He kept his word, but he did not give guarantees for
Wednesday and the subsequent days, however.
People gathered in the square near the port to see
live TV broadcasting of a meeting of the Supreme Rada
from Kiev.
Fifty picketers are staying outside the sanatorium,
where the U.S. servicemen are hiding.
The Crimean parliament adopted a resolution on
Tuesday, which proclaimed the Crimea to be a NATO-free
territory.
The Supreme Rada is going to give a political and
legal evaluation of the stay of the U.S. troops in the
Crimea on its Wednesday meeting.
The MPs will discuss as well the issue on the delivery
of a cargo for the multinational military exercise Sea
Breeze-2006 by a U.S. vessel on May 27 without the
permission of the Supreme Rada.
Trying to legalize in retrospect the stay of the U.S.
troops in Ukraine, President Viktor Yushchenko
submitted to the Supreme Rada the draft law allowing
the coming of foreign troops to Ukraine for taking
part in multinational military exercises in 2006.
The presidential draft law was turned down by the
parliament three times, and, most probably, the same
thing will happen for the fourth time.
The opposition Party of Regions, led by ex-Prime
Minister Viktor Yanukovich, and the Communist Party of
Ukraine, led by Peter Simonenko, categorically oppose
the holding of NATO military exercises in Ukraine.
In addition to that, they favour Ukraine’s
non-membership in any military blocs. The Socialist
Party, led by Alexander Moroz, joined them.
Ukrainian Defence Minister Anatoly Gritsenko said in a
live programme of the 1+1 TV Channel on Tuesday that
if the Supreme Rada did not allow the holding of the
Sea Breeze-2006 military exercise in the Crimea, they
would not be held.

---

http://www.spacewar.com/2006/060608141233.lm6jlldh.html
Agence France-Presse
June 8, 2006

Ukraine-British military exercise postponed

KIEV - Joint Ukrainian-British military exercises that
were to have begun next week have been postponed
indefinitely, the Ukrainian defense ministry announced
Thursday, as anti-NATO protests continued in the
country.
"It has been postponed," a ministry spokesman told
AFP.
The decision to postpone the exercises involving the
Ukrainian and British air forces was made jointly by
the two countries, the Interfax news agency quoted
Ukrainian Defense Minister Anatoly Gritsenko as saying
in Brussels.

---

http://www.regnum.ru/english/654859.html
Regnum (Russia)
June 9, 2006

“Yushchenko wants to strengthen his shaky presidential
chair by NATO bayonets!” – Communists in Lugansk
(Ukraine)

On June 9, Lugansk Communists have staged a picket
against the presence of NATO troops in Ukrainian
territory.
As a REGNUM correspondent informs, about 50 picketers
marched through the city under slogans “No to illegal
military exercises of NATO fire-eaters” and
“Yushchenko wants to strengthen his shaky presidential
chair by NATO bayonets!”
According to the initiators of the action, “the picket
is a decision by Lugansk City Organization of the
Ukrainian Communist Party to show protest against
recent events in Feodosia. What is done in Crimea is
practically repeating the Yugoslavian scenario.”
The protesters also claim that under the pretence of
military exercises Americans are constructing military
bases in Ukraine, and under pretence of peacekeepers
introduce their troops.
“The country is under the threat of a civil war. Ukraine
is a non-allied state,” was resolution of the picket.

---

http://en.for-ua.com/news/2006/06/09/122845.html
ForUm (Ukraine)
June 9, 2006

Activist of All-Ukrainian movement killed in Kyiv

Yuri Khadartssev, activist of All-Ukrainian movement
“For Ukraine, Belarus and Russia”, was killed by two
shots into the head on June 8 in Solomensky district
of Kyiv.
As the political executive committee officials of the
movement reported, Khadartsev was directly responsible
for mobilization of the movement.
The day before the murder, the organization held a
protest action against “military incursion” of an
American ship into Crimea and against NATO military
exercises.
On the day of the murder the heads of All-Ukrainian
movement were supposed to discuss further strategy and
tactics of the action “NATO-stop”.

---

http://www.itar-tass.com/eng/level2.html?NewsID=9807629&PageNum=1
Itar-Tass
June 9, 2006

Kiev police detain suspect in anti-NATO movement activist murder

KIEV - During a search police operation a suspect in
the murder of activist of the Ukrainian national
movement “For Ukraine, Belarus and Russia” (ZUBR) Yuri
Khadartsev was detained, a source in the Kiev police
told Itar-Tass.
The motives for the murder are being investigated.
Criminal proceedings were instituted for the
premeditated murder.
The prosecutor’s office of the Solomensky district in
Kiev is investigating the case, the source said.
Khadartsev was killed by two shots in the head at the
cemetery in the Solomensky district of Kiev on June 8.
According to the ZUBR executive committee, Khadartsev
was in charge of the mobilization of members of the
ZUBR movement.
On the eve of the murder the ZUBR movement held a
picket in front of Verkhovnaya Rada, Ukraine’s
parliament, against the arrival of the US warship in
the Crimea and the NATO military exercises in Ukraine.
On the day the murder was committed the ZUBR
leadership was to discuss further strategy and tactics
of the action “NATO-Stop”.

---

http://www.regnum.ru/english/654053.html
Regnum (Russia)
June 9, 2006

Ukraine: Participants of the anti-NATO rally showed the door to Pora
out of Feodosia

On June 8, a bus with activists of the ‘orange’ Pora
Youth Organization arrived in Feodosia, where a protest
rally against NATO servicemen’s presence in Crimea was
conducted.
Wearing orange T-shirts and holding orange flags,
fixed on long fishing-rods, Pora activists formed a
column, which headed for sea port.
When they approached the rows of more than 500
protesters against NATO's presence in Crimea, carrying
a four-meter long “NATO is security!” banner,
negative reaction of the gathered people followed.
As a REGNUM correspondent informs, the flags and
transparencies were at once ripped, the fishing-rods
were broken, and orange persons were transported back
into the bus, which immediately departed, accompanied
by cheers of the anti-NATO activists.

---

http://www.plenglish.com/article.asp?ID=%
7BED5E83D1-1529-491B-94BC-7C3B455AFE96%7D)&language=EN
Prensa Latina
June 11, 2006

Anti-NATO Protests in Ukraine

Kiev - Communist leaders from Ukraine and Russia have
led large protests in the port of Fedosia, Ukraine, in
the last few days, to reject North Atlantic Treaty
Organization presence in the former Soviet republic.
President of Ukraine's Communist Party Pioter
Simonenko and his counterparts from Russia and Crimea,
Guennady Zyuganov and Leonid Granch, led the
demonstration under pouring rain.
Simonenko accused again the government of Viktor
Yushenko of betraying national interests, and recalled
that after the arrival and illegal unloading of a US
war ship in Fedosia, his group demanded the
application of sanctions.
We demand the resignation and trial of both, Foreign
Minister Boris Tarasyuk and Defense Minister Anatoly
Gritsenko, the progressive Ukrainian leader said.
On his part, Zyuganov made emphasis on the
long-standing friendship between the peoples of Russia
and Ukraine, which has been weakened in the last few
years under Western influence.
Wherever NATO goes, its presence brings blood and
tears, said the Russian leader in reference to
tragedies in the former Yugoslavia and Iraq.

---

http://www.spacewar.com/2006/060611114200.bbjoyifm.html
Agence France-Presse
June 11, 2006

US reservists begin leaving Ukraine after anti-NATO protests

FEODOSIA, Ukraine - About 200 US reservists began
leaving Crimea on Sunday to cheers of "Hurrah!" from
anti-NATO protesters who succeeded in blocking
preparations for military exercises in southern
Ukraine.
A first group of some 100 US military engineers left
their lodgings in Feodosia for Simferopol "from where
they will take a plane and return to their country,"
Ukrainian navy spokesman Volodymyr Bova said. "The
other half will follow tomorrow (Monday)."
....
Washington...was "chagrined" by the fact that the
reservists "could not complete their projects, which
would have been useful for the Ukrainian military,"
the US embassy spokesman in Ukraine, Brent Byers,
said.
....
"Yankee, don't bother to bring your weapons to our
home!" shouted one protester, watching the buses
evacuate the reservists from the region as a crowd of
demonstrators sang patriotic Russian songs.
Ukraine maintained that the troop withdrawal, taking
place about two days earlier than planned, did not
mean the cancellation of the NATO military manoeuvres
in Crimea set to start on June 17, Bova said.
"The holding of the exercises Sea Breeze 2006 will be
decided by parliament," which will consider the matter
on June 14, Bova said.
Sea Breeze 2006 was designed to strengthen ties
between the pro-Western government in Kiev and the
North Atlantic Treaty Organization (NATO).
Washington added that the withdrawal of the reservists
"will in no way influence our willingness to
utlimately cooperate with Ukraine," Byers said.
However opposition to NATO is strong in the Crimean
peninsula, an autonomous region within Ukraine, which
has pro-Russia leanings as it has been the homebase of
the Russian Black Sea fleet since its creation by
Catherine the Great in the late 18th century.
Crimea was transferred to Ukraine in 1954 by then
Soviet leader Nikita Khrushchev but remains populated
largely by Russians.
Besides local protests in Crimea, the planned
exercises also triggered reaction from Moscow, which
warned the United States and NATO not to push too hard
to bring Ukraine into the fold.
....
On Thursday, up to 2,000 anti-NATO demonstrators
protested outside the lodgings in Feodosia of the US
reservists.
While preparations for the Ukrainian-US maneuvers were
continuing, they would be held "only after adoption of
a law" authorizing these and other international
military exercises planned to be held by the end of
the year, Ukrainian Defense Minister Anatoly Gritsenko
said this week.
On Wednesday, Russia issued a sharp warning to the
United States and ex-Soviet republics looking to join
the NATO alliance, saying expansion of the bloc into
lands the Kremlin considers its backyard would have a
"colossal" and negative impact.
The lower house of the Russian parliament, the Duma,
also overwhelmingly approved a "message" to the
parliament of Ukraine expressing the "serious concern"
at Kiev's goal of joining NATO and saying this would
violate treaty agreements between the two countries.
The contentious atmosphere in Ukraine has led to the
postponement of another joint military exercise
between Ukraine and Britain.
The Ukrainian defense ministry said Thursday "in the
current situation" Kiev and London had decided
"unfortunately" to postpone manoeuvres which were
scheduled to start June 12. No new date has been set.

---

http://www.regnum.ru/english/655429.html
Regnum (Russia)
June 12, 2006

Marines departed from Crimea, leaving three politicians dead

The last group of US marines departed from Feodosia,
escorted by police cars.
They headed for Simferopol, to fly from there to
Germany.
The first group of 125 US servicemen left Crimea on
June 11, being brought by buses from Druzhba military
health center to Simferopol airport and further to
Ramstein US military base in Germany by two planes.
Six US servicemen are staying in Crimea to guard 70
containers with construction materials and military
equipment, brought for Sea Breeze-2006 maneuvers.
....
Ukrainian Communist Party Leader Pyotr Simonenko
labeled it as a “victory of the people, who stood up
to defend the constitution, laws, and Ukrainian
territorial integrity.”
At that, he added that the situation should become “a
lesson for all politicians, example of civil
consciousness and courage,” Expert-center informs.
Rallying Crimean residents are going to continue
protest actions, until the Ukrainian Supreme Rada
takes a decision on foreign troops’ presence in
Crimea.
They believe that the presence of a foreign military
contingent in Ukrainian territory contradicts the
country’s constitution, because the Ukrainian Supreme
Rada did not allow it.
Under a concatenation of circumstances, three persons
who openly participated in anti-NATO protests were
killed during protests in Ukraine.
An activist of the Ukrainian ZUBR (For Ukraine,
Byelorussia, and Russia) movement, responsible for
mobilization, Yuri Khadartsev, was killed by two shots
in the head on June 8.
On the same day, a member of Nezhin city council from
the Bloc of Yulia Timoshenko (BYT), Grigory Potilchak,
was killed by two shots in the head.
A member of the Zaporozhye city council from the BYT
faction Viktor Savkin was killed in his 13-year
daughter’s presence on June 10 in Yalta.
On June 6, members of Crimean Legislative Assembly
proclaimed the peninsular “territory without NATO,”
prohibiting transportation of military equipment.

---

http://www.itar-tass.com/eng/level2.html?NewsID=10572137&PageNum=0
Itar-Tass
June 27, 2006

Ukrainian court postpones verdict for anti-NATO protesters

KIEV - The court of the Ukrainian town of Feodosia on
Tuesday postponed, until June 30, the announcement of
the verdict for a group of activists of anti-NATO
protests, a representative of the protesters told
Itar-Tass by telephone.
The defendants face an administrative penalty "for
violating the procedure for holding pickets and
demonstrations," he said.
The protests against the illegitimate visit and
unloading of a U.S. ship rocked Ukraine in the first
days of summer. Many Crimean towns and a number of
political parties rallied against the Sea Breeze 2006
exercise which the parliament had not sanctioned.
Yielding to this pressure, the U.S. military
contingent numbering more than 200 people left Ukraine
on June 11 and 12.
Kiev then ordered police to punish those who disagree
with the foreign policy pursued by "the orange
government," throwing absurd accusations against the
organizers of the pickets.
Among those accused is Nelli Protasova, 70, a 2nd
group invalid, who had joined rallies against the
unsanctioned drill and the bringing of weapons in the
territory of the country.
A representative of the Party of Regions told Tass
that "the Party of Regions keeps a hand on the pulse
of the events taking place in Feodosia after the U.S.
contingent quit Ukraine under the onslaught of
progressive political forces."
The Party "won't let its compatriots be offended,
won't allow to trample on the Constitution, and will
defend their rights," he underlined.


=== FRANCAIS : LIENS ===

Crimée, La population bloque l’OTAN : Ce que ne vous dit pas la
presse Occidentale
De : sarah Pétrovna Struve - mardi 6 juin 2006
http://bellaciao.org/fr/article.php3?id_article=29022

Iouchtchenko exige l'expulsion des étrangers participant aux
manifestations de protestation
Le parlement de Crimée contre les exercices militaires étrangers
La Crimée zone interdite à l'OTAN: une spéculation politique
(Iouchtchenko)
Le ministre ukrainien de la Défense reconnaît qu'un navire américain
a acheminé des armes en Crimée
http://fr.groups.yahoo.com/group/alerte_otan/message/876

"Yankee go home", l'OTAN conspuée en Crimée
7 juin 2006
http://www.lescommunistes.org/article.php3?id_article=942

Les militaires américains quittent l'Ukraine sous la pression des
manifestants
11 juin 2006
http://www.lescommunistes.org/article.php3?id_article=945

Les marines américains contraints de quitter la Crimée
EuroNews, 11 juin 2006
http://www.euronews.net/create_html.php?
page=detail_info&article=363550&lng=2

Zagreb s´engage à changer l´image négative de l´Otan auprès des Croates

ZAGREB,(AFP, 6/07/06) - Le Premier ministre Ivo Sanader qui souhaite
intégrer en 2008 la Croatie dans l´Otan s´est engagé jeudi (6
juillet) devant son secrétaire général, Jaap de Hoop Scheffer, à
changer l´image négative de l´Alliance auprès des Croates,
majoritairement hostiles à l´adhésion.
"Notre devoir est de mettre en place une stratégie de communication à
travers laquelle nous nous engagerons davantage pour expliquer (à la
population) ce qui est l´Otan aujourd´hui, ainsi que l´importance de l
´adhésion croate", a déclaré M. Sanader à la presse, après avoir
rencontré M. de Hoop Scheffer.
Alors que l´intégration à l´Otan en 2008 est un "objectif
stratégique" du gouvernement de Zagreb, seulement 29 % de la
population soutient cette idée et 54 % s´y opposent, selon un récent
sondage.
M. Sanader a expliqué que cette réticence de ses compatriotes s
´expliquait par une confusion mélangeant l´intervention américaine en
Irak et l´Otan.
"L´Otan n´est pas l´Irak mais une alliance qui défend des valeurs du
monde moderne", a-t-il dit.
M. de Hoop Scheffer a affirmé pour sa part qu´"un soutien plus large
à l´Otan (était) nécessaire au sein de la population" croate et
ajouté que l´Otan aiderait le gouvernement croate dans ses efforts.
Il a loué des "progrès énormes" réalisés par la Croatie depuis sa
dernière visite à Zagreb il y deux ans.
Mais il a également exhorté les autorités locales à faire davantage d
´efforts dans la réforme de la défense et du système judiciaire,
ainsi que dans la lutte contre la corruption.
M. de Hoop Scheffer a aussi qualifié de "trop sombres" des
affirmations de certains médias locaux quant à la "lassitude" de l
´Otan dans le processus de son élargissement.
"Je m´attends à un signal positif à Riga et je peux aussi dire qu´il
y aura une suite" concernant la Croatie , a-t-il affirmé.
Fin juin, M. de Hoop Scheffer a déclaré que l´Otan n´adresserait
aucune nouvelle invitation à rejoindre l´Alliance lors de son
prochain sommet à Riga, en novembre.
"Je suis convaincu que les citoyens croates s´attendent à ce que le
gouvernement leur explique pourquoi ils devraient intégrer l´Otan,
mais ils s´attendent aussi à un signal positif des alliés", a ajouté
le chef du gouvernement croate.
Regroupées au sein d´une "charte adriatique", parrainée par les Etats-
Unis qui ont promis leur soutien à une future adhésion, la Croatie ,
la Macédoine et l´Albanie souhaitent vivement recevoir un signal
positif quant à leur intégration, à l´occasion de ce sommet.
Le gouvernement de Zagreb a récemment indiqué que la Croatie
investira d´ici 2015 quelque 1,2 milliard d´euros dans la
modernisation de son armée, qu´elle entend entièrement
professionnaliser dans ce délai, afin de l´aligner aux standards
requis par l´Otan.
D´ici 2010, le budget militaire de la Croatie devrait représenter 2%
du PIB, un montant demandé par l´Otan à tous les futurs adhérents. La
Croatie consacre actuellement environ 1,7% de son PIB à ses forces
armées.


Source : http://fr.groups.yahoo.com/group/alerte_otan/messages
Liste gérée par des membres du Comité de Surveillance OTAN.

Lo sterminio psicologico del popolo jugoslavo

Riproduciamo di seguito un breve, ottimo, raro articolo sulla
questione jugoslava.
Che dice cose giuste ed evidenti, eppure ci fa male leggerlo, per due
motivi: il primo, perchè, pur lamentandola e biasimandola, pretende
di decretare la "morte certa" del popolo jugoslavo; il secondo,
perchè appare sul sito delle analisi politiche di... Forza Italia.
Come è possibile che queste giuste, chiare, ovvie parole di rimpianto
per l'Unità e la Fratellanza dei popoli slavi, che la critica contro
la invenzione tutta politica (razzista) delle "neolingue" e contro le
secessioni - ultima in ordine di tempo, quella montenegrina - non si
possano quasi mai leggere sulla stampa di sinistra, e spuntino fuori
invece laddove meno te lo aspetti? (I. Slavo)


http://www.ragionpolitica.it/testo.5822.morte_una_nazione.html

Morte di una Nazione

di Alexandra Javarone - 5 giugno 2006

Il processo elettorale in Montenegro è giunto al termine:
l'indipendenza è stata legittimata dalla vittoria del «sì» alla
secessione. Questo piccolo Stato, una volta facente parte
dell'annientata Jugoslavia, si affaccia ora all'idea dell'Unione
Europea. Unione che suona più come una contraddizione in un Paese già
devastato dallo spirito separatista. In parte, l'opinione pubblica
guarda con favore all'apertura dell'Europa verso i Paesi dell'Est.
Questo perché la versione ufficiale dei fatti scaturisce da una
millimetrica sottrazione della scomoda, muta realtà: una verità che
trasuda, invece, dalle parole di una giovane croata che abbiamo
intervistato. Si parla d'indipendenza, ma non di regioni instabili,
economie traballanti o problemi sociali. Si fa avanti il programma
dell'ammissione all'Europa, a condizione di solidità politica ed
economica, ma non si auspica una vera tolleranza tra gli Stati slavi.

Varcando le porte di Zagreb, non pare di entrare nella Croazia libera
dalla guerra e dall'oppressione, pare invece di scorgere un'economia
ed un substrato sociale atterriti dallo spettro del comunismo dagli
effetti devastanti dell'isolamento dal mercato mondiale e dal
conflitto degli anni '90: l'eredità di una guerra mossa da spirito di
autodeterminazione nazionalistica e dall'intolleranza verso i propri
fratelli. In una via del centro di Zagreb, ci accoglie in casa Jelena,
una donna di trentacinque anni, un magistrato. Guadagna bene, circa
cinquecento euro al mese, accetta, con piacere immenso, i vestiti
usati portati in dono dall'Italia. Jelena possiede un'automobile
acquistata a rate, la chiama un «flebile sintomo di benessere» dato
che lei ha potuto permettersela solo perché, vivendo con la sua
famiglia non ha grandi spese e non ha progetti per il futuro:
«probabilmente non mi sposerò mai, gli uomini della mia età hanno
combattuto per l'indipendenza e quelli che non sono morti trovano
un'unica consolazione per i drammi, subiti ed inferti, nelle droghe e
nell'alcol».

Lo scorso inverno questo flagello ha portato via anche suo padre
Stevan, un rinomato professore universitario di slavistica. Ha
dedicato, racconta la figlia, una vita intera all'insegnamento del
comune idioma che, pur presentando delle piccole variazioni da regione
a regione, mai avrebbe avuto bisogno del «dizionario delle differenze
tra la lingua serba e croata» (scritto da V. Brodnjak nel 1993).
Stevan ha dovuto veder infrangersi i suoi sogni di partigiano di una
Jugoslavia libera e non contaminata, ma arricchita dalle diversità
culturali. Racconta: «la campagna delle radio e delle televisioni,
mirante alla sconfessione della lingua comune ed a rendere fermo un
nazionalismo artificiale, fu incessante».

È dunque questo il risultato delle manipolazioni operate delle fazioni
dominanti le quali hanno mascherato i loro sotterranei interessi
politici ed economici con un sentimento etnico fin troppo
sopravvalutato, spingendo al reciproco massacro l'ormai defunto Popolo
Jugoslavo, portandolo al rifiuto del suo proprio patrimonio culturale,
alla negazione del passato, dell'indiscutibile mescolanza di etnie ed
a una feroce intolleranza. «L'indipendenza di questi paesi ha posto
fine alla guerra ma nulla potrà dare senso allo sterminio psicologico
del popolo slavo, alla pesante influenza della falsa ideologia
etnico-separatistica dei signori della guerra».

Alexandra Javarone