Informazione

[ The original text, in english: Nuclear War against Iran
by Michel Chossudovsky - January 3, 2006
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=%20CH20060103&articleId=1714
]

La guerra nucleare contro l'Iran

by Michel Chossudovsky
GlobalResearch.ca

3 gennaio 2006

[ Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova;
adattamento a cura del CNJ.

Si veda alla URL originale per i molti utili hyperlinks:
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=%20CH20060103&articleId=1714


Si noti che, secondo alcune fonti, dal 20 marzo 2006 la borsa
petrolifera iraniana ha previsto di cominciare a contrattare in euro -
"petroeuri" al posto dei "petrodollari": << on March 20, 2006
- everybody's favorite Middle Eastern Nation, Iran - is scheduled to
begin trading oil for <http://en.wikipedia.org/wiki/Petroeuro>
Petroeuros on their own "newly minted" Iranian Oil Bourse [IOB] >> - e
questo potrebbe essere un motivo ben concreto, per gli statunitensi,
per aggredire l'Iran come è già stato fatto con l'Iraq.
La suddetta fonte, maliziosamente, aggiunge: << March 20 2006 (or
March 23, 2006, when the Federal Reserve System will cease
publication of the M3 monetary aggregate), once again the date of
Israeli "Purim" festivity, as it was on March 20, 2003, when the
"Coalition of Willing" started to bomb Iraq? (As "Purim" is
considered, see the "Book of Esther" and the described there holocaust
of Babylonian populace organized by a conspiracy of local Jews) >>
(Fonte: http://it.groups.yahoo.com/group/marxiana , Wed, 21 Dec 2005)

(a cura del CNJ) ]


Lo scatenamento di una guerra spudorata con l'uso di testate nucleari
contro l'Iran è ora nelle sue fasi finali di pianificazione.
I partners della coalizione, che comprende gli USA, Israele e la
Turchia, si trovano in 'uno stadio avanzato di preparazione'.
Sono state condotte diverse esercitazioni militari, che hanno avuto
inizio nei primi mesi del 2005. A loro volta, in dicembre, in
previsione di un attacco sponsorizzato dagli USA, le Forze Armate
Iraniane hanno dato luogo a manovre militari su larga scala nel Golfo
Persico.
Fin dall'inizio del 2005, vi sono stati intensi movimenti diplomatici
fra Washington, Tel Aviv, Ankara e il quartier generale della NATO a
Brussels.
Questi i recenti sviluppi: il Direttore della CIA, Porter Goss, in
missione ad Ankara, ha fatto richiesta al Primo Ministro Recep Tayyip
Erdogan 'di fornire appoggio politico e logistico per attacchi aerei
contro obiettivi nucleari e militari Iraniani.' Da come viene
riferito, Goss ha richiesto 'una speciale cooperazione da parte
dell'intelligence Turca per aiutare a preparare e a monitorare
l'operazione.' (DDP, 30 dicembre 2005).
D'altro canto, il Primo Ministro Ariel Sharon ha dato il via libera
alle Forze Armate Israeliane per lanciare degli attacchi per la fine
di marzo:

"Tutti gli ufficiali di grado superiore Israeliani si sono pronunciati
per la fine di marzo 2006 come termine ultimo per scatenare
un'aggressione militare contro l'Iran... Inoltre la data della fine di
marzo coincide con la relazione che la IAEA (Agenzia Internazionale
per l'Energia Atomica) deve presentare all'ONU, relativamente al
programma energetico nucleare Iraniano. I responsabili della politica
di Israele credono che le loro minacce possano influenzare la
relazione, o almeno forzare il tipo di ambiguità che possono venire
utilizzate dai loro sostenitori stranieri per promuovere sanzioni del
Consiglio di Sicurezza o giustificare l'azione militare di Israele."

(James Petras, Il termine ultimo per la guerra Israeliana: l'Iran in
un nodo cruciale, Global Research, December 2005)

Il piano militare appoggiato dagli USA è stato approvato dalla NATO,
anche se non risulta chiaro, a questo punto, quale sia la natura del
coinvolgimento della NATO negli attacchi aerei pianificati.


'Colpisci e terrorizza'

I vari componenti dell'operazione militare sono strettamente sotto il
Comando USA, con la coordinazione del Pentagono e del Quartier
Generale del Comando Strategico USA (USSTRATCOM) presso la base
dell'Aviazione Militare di Offutt in Nebraska .
Le azioni annunciate da Israele dovranno avvenire in stretta
coordinazione con il Pentagono. La struttura di comando
dell'operazione è centralizzata ed in ultima analisi sarà Washington
che deciderà quando dare inizio alle operazioni militari.
Fonti militari USA hanno confermato che un attacco aereo sull'Iran
dovrebbe implicare uno spiegamento a larga scala, paragonabile ai
raids USA di bombardamenti 'colpisci e terrorizza' effettuati
sull'Iraq nel marzo 2003:

"Gli attacchi aerei Americani contro l'Iran dovrebbero ampiamente
superare la portata dell'attacco Israeliano del 1981 contro il centro
nucleare di Osiraq in Iraq, e dovrebbero assomigliare di molto ai
giorni del 2003 che hanno aperto la campagna aerea contro l'Iraq.
Usando la forza completa dei bombardieri operativi 'invisibili' B-2,
fatti partire dalla base di Diego Garcia o in volo direttamente dagli
Stati Uniti, possibilmente coadiuvati dai caccia invisibili F-117 di
stanza ad al Udeid in Qatar, o posizionati nel teatro delle operazioni
da qualche altra località, dovrebbero essere presi di mira le due
dozzine di siti nucleari sospetti.
I pianificatori militari dovrebbero adeguare la loro lista degli
obiettivi in modo da rispettare le preferenze dell'Amministrazione,
visti i limiti agli attacchi aerei che dovrebbero colpire solo le
strutture essenziali - o gli Stati Uniti potrebbero optare per una
serie di attacchi di ben più vasta portata contro un insieme largo di
obiettivi che hanno relazione con armi di distruzione di massa, così
come contro forze convenzionali e non convenzionali che potrebbero
essere usate per contrattaccare le forze USA presenti in Iraq."

(Vedere Globalsecurity.org a
http://www.globalsecurity.org/military/ops/iran-strikes.htm)

In novembre, il Comando Strategico USA ha guidato una importante
esercitazione per 'un piano di attacco globale', dal titolo
'Illuminazione Globale', che prevedeva un attacco simulato con l'uso
di armi convenzionali e nucleari contro un 'nemico fittizio'.
A seguito dell'esercitazione 'Illuminazione Globale', il Comando
Strategico USA ha dichiarato uno stato avanzato di fattibilità (Vedere
la nostra analisi più in sotto).
Mentre gli articoli della stampa Asiatica stabilivano che il 'nemico
simulato' nell'esercitazione 'Illuminazione Globale' era la Corea del
Nord, la tempistica di queste manovre suggerisce che queste sono state
condotte in previsione di una attacco pianificato contro l'Iran.


Consenso per la Guerra Nucleare

Finora non si è levata nessuna voce di dissenso dall'interno
dell'Unione Europea.

Sono in corso consultazioni fra Washington, Parigi e Berlino.
Contrariamente all'invasione dell'Iraq, che aveva visto l'opposizione
a livello diplomatico della Francia e della Germania, Washington sta
costruendo 'un consenso' sia nell'ambito dell'Alleanza Atlantica sia
all'interno del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Questo consenso
riguarda la conduzione di una guerra nucleare, che potenzialmente
potrebbe coinvolgere una larga parte della regione dell'Asia Centrale
e del Medio Oriente.

Inoltre, un numero di stati Arabi confinanti, direttamente coinvolti,
sono partner taciti del progetto militare USA/Israele. Un anno fa, nel
novembre 2004, alti ufficiali dell'esercito Israeliano hanno
incontrato al quartier generale della NATO a Brussels i loro
corrispondenti di sei nazioni gravitanti sul bacino del Mediterraneo,
Egitto, Giordania, Tunisia, Marocco, Algeria e Mauritania. Veniva
sottoscritto un protocollo NATO-Israeliano. A seguito di questo
incontro, venivano effettuate manovre militari congiunte al largo
della costa della Siria con la partecipazione degli USA, Israele e la
Turchia, e, nel febbraio 2005, Israele prendeva parte a esercitazioni
militari e 'a manovre anti-terrorismo' insieme a diversi paesi Arabi.
I media, tutti in coro, hanno in modo inequivocabile fatto riferimento
all'Iran come una 'minaccia alla Pace Mondiale'.
Il movimento contro la guerra ha ingoiato le menzogne dei media. Il
fatto che gli USA ed Israele abbiano programmato un olocausto nucleare
in Medio Oriente non fa parte dell'agenda contro la guerra/contro la
globalizzazione.
Gli 'attacchi chirurgici' vengono presentati all'opinione pubblica
mondiale come un mezzo per prevenire l'Iran nello sviluppo di armi
nucleari.
Ci dicono che questa non sarebbe una guerra ma un'operazione militare
di 'peace-keeping', nella forma di attacchi aerei diretti contro gli
impianti nucleari Iraniani.


Mini-nukes, mini-bombe nucleari: 'Innocue per i civili'

Gli articoli di stampa, mentre rivelano solo alcuni aspetti
dell'agenda militare, servono in modo largo a distorcere la natura più
ampia delle operazioni militari, che contemplano l'uso preventivo di
armi nucleari di tipo tattico.
L'agenda di guerra si fonda sulla dottrina dell'amministrazione Bush
della guerra nucleare 'preventiva', secondo l'Analisi della Situazione
Nucleare del 2002.

La disinformazione mediatica è stata usata in modo estensivo per
nascondere le conseguenze devastanti di un'azione militare che implica
testate nucleari contro l'Iran. Il fatto che questi attacchi
chirurgici dovrebbero avvenire con l'uso di armi sia convenzionali che
nucleari non è oggetto di dibattito.
Secondo una decisione del Senato USA del 2003, la nuova generazione di
armi nucleari tattiche o 'mini-nukes a basso potenziale', comunque con
un potenziale esplosivo superiore ad un terzo della bomba di
Hiroshima, vengono attualmente considerate 'innocue per i civili',
dato che l'esplosione avviene nel sottosuolo.

Attraverso una campagna propagandistica che ha arruolato a sostegno
'autorevoli' scienziati nucleari, le mini-nukes vengono presentate
come uno strumento di pace più che ordigni di guerra. Ora, queste
bombe atomiche a bassa potenzialità sono state definite ad 'uso sul
campo di battaglia', il loro uso è stato previsto in un passaggio
successivo della 'guerra contro il Terrorismo' portata avanti
dall'America, accanto agli armamenti convenzionali:

"Funzionari dell'amministrazione argomentano che le armi nucleari a
basso potenziale sono necessarie come valido deterrente contro gli
stati canaglia [Iran, Corea del Nord]. La loro logica comporta che le
armi nucleari esistenti sono troppo distruttive per essere impiegate,
tranne che in una guerra nucleare a tutto campo. I nemici potenziali
realizzano tutto questo, e quindi non considerano la minaccia di una
rappresaglia nucleare come credibile. Invece, armi nucleari a bassa
intensità sono meno distruttive, e allora plausibilmente possono
essere usate. Queste dovrebbero essere molto più efficaci come
strumenti di deterrenza."

(Oppositori colti di sorpresa per la soppressione dei fondi per la
ricerca sulle armi atomiche; 'Defense News', 29 novembre 2004)

In una logica completamente rovesciata, le armi nucleari vengono
presentate come un mezzo per costruire la pace e per prevenire 'danni
collaterali'. A questo riguardo, il Pentagono ha indicato come le
`mini-nukes' (con un potenziale inferiore alle 5000 tonnellate di
esplosivo) siano innocue ai civili, dato che le esplosioni 'avvengono
sotto terra'. Ognuna di queste `mini-nukes', nondimeno, costituisce,
in termini di esplosione e di un potenziale fallout radioattivo, una
frazione significativa della bomba atomica fatta cadere su Hiroshima
nel 1945. Valutazioni sul potenziale per le bombe su Nagasaki e
Hiroshima indicano rispettivamente 21.000 e 15.000 tonnellate di
esplosivo. In altre parole, le mini-nukes a basso potenziale hanno una
capacità esplosiva pari ad un terzo della bomba di Hiroshima.
(http://www.warbirdforum.com/hiroshim.htm)

---
SCHEDA: Mini-nukes
La capacità di penetrazione nel suolo della bomba nucleare B61-11 è
abbastanza limitata. I test hanno dimostrato che può penetrare per
soli 20 piedi (circa 6 metri) in un terreno secco, cadendo da
un'altezza di 40.000 piedi (circa 12 Km). E così, sprofondando nel
sottosuolo prima della detonazione, una parte dell'energia
dell'esplosione si trasferisce all'onda d'urto sotterranea in modo più
rilevante rispetto ad una esplosione in superficie. Quindi, provando
ad usare una bomba di questa natura in un ambiente urbano si avrebbe
come risultato un massiccio numero di perdite civili. Anche al livello
più basso del suo intervallo di potenziale fra 0.3-300 kiloton,
l'esplosione nucleare farà semplicemente saltare per aria un enorme
cratere di materiale radioattivo, dando origine su una vasta area ad
un campo letale di radiazioni gamma.
(http://www.fas.org/faspir/2001/v54n1/weapons.htm)
[FOTO: Gbu 28 Guided Bomb Unit-28 (GBU-28)]
---

La nuova definizione di testata nucleare ha reso confusa la
distinzione fra armi convenzionali e armamenti nucleari:

"'Si tratta di un unico insieme (costituito da armi nucleari e
convenzionali). Ovviamente, questo implica che le armi nucleari stanno
per essere sottratte alla speciale categoria di armi di ultima
risorsa, come una sorta di armi estreme, per essere trasferite nella
cassetta degli attrezzi, come uno strumento qualsiasi' ha dichiarato
Hans Kristensen."
(Japan Economic News Wire, op. cit.)

Noi ci troviamo a un punto cruciale pericoloso: i pianificatori
militari prestano fede alla loro stessa propaganda! I manuali militari
stabiliscono che questa nuova generazione di armi nucleari sono
'sicure', quando usate in un campo di battaglia. Non sono più ordigni
di ultima risorsa. Non esistono più impedimenti od ostacoli politici
per il loro uso. In questo contesto, il Senatore Edward Kennedy ha
accusato l'Amministrazione Bush di avere sviluppato 'una generazione
di armi nucleari meglio utilizzabili'.
La comunità internazionale ha accettato la guerra nucleare in nome
della Pace Mondiale. 'Rendere il Mondo più sicuro', questa è la
giustificazione per scatenare una operazione militare che potrebbe
potenzialmente sfociare in un olocausto nucleare. Ma gli olocausti
nucleari non stanno sulle prime pagine dei giornali! Secondo quel che
dice Mordechai Vanunu,

"il governo Israeliano sta preparandosi ad usare armi nucleari nella
sua prossima guerra contro il mondo Islamico. Qui dove vivo, la gente
parla spesso di Olocausto. Ma ogni singola bomba nucleare costituisce
in sé un Olocausto. Può ammazzare, devastare città, distruggere intere
popolazioni." (Vedi l'intervista a Mordechai Vanunu del dicembre 2005)


Unità di Comando per Attacchi dallo Spazio e da Terra

Un attacco nucleare preventivo con l'uso di armi nucleari tattiche
dovrebbe essere coordinato all'esterno del Quartier Generale del
Comando Strategico USA, alla base dell'Aviazione Militare di Offutt in
Nebraska, in collegamento con le unità di comando USA e della
coalizione nel Golfo Persico, con la base militare di Diego Garcia,
con Israele e la Turchia.
Secondo questo nuovo mandato, lo USSTRATCOM ha la responsabilità di
'sovrintendere un piano di attacco generale' con l'uso di armi sia
convenzionali che nucleari. In gergo militare, viene previsto che
assuma il ruolo di 'integratore globale incaricato delle missioni di
Operazioni Spaziali; di Operazioni di Informazione; della Difesa
Missilistica Integrata; del Comando e Controllo Generale; di
Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione; di Attacco Globale e
Deterrenza Strategica...'
Nel gennaio 2005, all'inizio del progetto di campagna militare diretta
contro l'Iran, lo USSTRATCOM veniva identificato come 'il Comando
Combattente guida per l'integrazione e la sincronizzazione degli
sforzi del Ministero della Difesa nella lotta contro le armi di
distruzione di massa.'
Per rendere effettivo questo mandato, veniva creata una nuova unità di
comando, la Joint Functional Component Command Space and Global Strike
, con la sigla JFCCSGS.
Lo JFCCSGS ha il mandato di dirigere il lancio di un attacco nucleare,
in accordo con l'Analisi della Situazione Nucleare del 2002, approvata
dal Congresso USA nel 2002. L'Analisi sottolinea l'uso preventivo di
testate nucleari non solo contro gli 'stati canaglia', ma anche contro
la Cina e la Russia.
Da novembre, lo JFCCSGS sembra essere in 'uno stato avanzato di
operatività', in seguito alla gestione di manovre militari importanti.
Di conseguenza, agli inizi di dicembre, dal Comando Strategico USA è
stata fatta la dichiarazione che l'unità di comando aveva conseguito
'una capacità operativa per attaccare rapidamente obiettivi in tutto
il mondo usando armi nucleari o convenzionali.' Le esercitazioni
condotte in novembre avevano considerato 'un paese immaginario, che
però doveva rappresentare la Corea del Nord'. (Vedi David Ruppe, 2
dicembre 2005).

"La nuova unità [JFCCSGS] ha 'soddisfatto i requisiti necessari per
dichiarare una possibilità di inizio operazioni ' dal 18 novembre. Una
settimana dopo questo annuncio, l'unità ha portato a conclusione una
esercitazione di posto-di-comando, soprannominata 'Illuminazione
Globale', collegata con un'altra manovra, definita 'Scudo Vigilante',
condotta dal Comando Difesa Aerospaziale del Nord America, o NORAD,
incaricato della difesa missilistica per l'America del Nord.
'Dopo l'assunzione nel 2002 di diverse nuove missioni, il Comando
Strategico USA è stato riorganizzato per creare una migliore
cooperazione e correlazione inter-funzionale; - così si è espresso il
Capitano della Marina Militare James Graybeal, portavoce principale di
STRATCOM - dal maggio di quest'anno, lo JFCCSGS ha reso pubblico il
proprio concetto di piano operativo e ha iniziato a sviluppare i suoi
requisiti per operazioni giorno per giorno e un processo integrato di
pianificazione.'
'La prestazione di comando durante l' 'Illuminazione Globale' ha
dimostrato l'ottimale grado di preparazione per eseguire la sua
missione di verificare lo spazio integrato e le capacità di un attacco
generale, in grado di scoraggiare e dissuadere gli aggressori e,
quando indicato, di sconfiggere gli avversari per mezzo di decisive
azioni globali congiunte in appoggio a STRATCOM,' - questo ha aggiunto
Graybeal, senza diffondersi su 'nuove missioni' della nuova unità di
comando, che conta su un personale di circa 250 unità.
Specialisti nucleari e fonti governative hanno puntualizzato che una
delle sue principali missioni dovrebbe essere la messa in opera della
strategia nucleare del 2001 che include una opzione di attacchi
nucleari preventivi contro gli 'stati canaglia' con armi di
distruzione di massa."

(Japanese Economic News Wire, 30 dicembre 2005)


Concept Plan (CONPLAN) 8022

Lo JFCCSGS è in uno stato avanzato di preparazione per provocare
attacchi nucleari diretti contro l'Iran o la Corea del Nord.
La realizzazione operativa dell'Attacco Globale viene definita come
CONCEPT PLAN (CONPLAN) 8022, e viene descritta come 'un piano
effettivo che la Marina e l'Aviazione militari traducono nell'attacco
integrato dei loro sottomarini e bombardieri' (Ibid).

"CONPLAN 8022 è 'il piano complessivo di copertura per il tipo di
scenari strategici pre-programmati che comportano l'impiego di armi
nucleari. Nello specifico si focalizza su questi nuovi tipi di
minacce, l'Iran e la Corea del Nord, proliferatori (nucleari) e
perfino terroristi potenziali. Non esiste nulla che dica che non si
possa usare il CONPLAN 8022 anche in scenari limitati contro obiettivi
Russi e Cinesi.'"

(secondo Hans Kristensen, del Nuclear Information Project , riportato
da Japanese Economic News Wire, op cit)

La missione di JFCCSGS è la messa in opera del CONPLAN 8022, in altri
termini di scatenare una guerra nucleare contro l'Iran.
Il Comandante in Capo, vale a dire George W. Bush dovrebbe informare
il Ministro della Difesa, che a sua volta dovrebbe dare istruzioni ai
vertici militari per l'attivazione del CONPLAN 8022.
Il CONPLAN si distingue dalle altre operazioni militari in quanto non
contempla lo spiegamento di truppe di terra.

"Il CONPLAN 8022 è differente dagli altri piani di guerra in quanto
prevede un'operazione su piccola scala e niente 'scarponi sul
terreno'. Il tipico piano di guerra racchiude in sé un amalgama di
forze, di aria, di terra, di mare, e prende in considerazione le
logistiche e le dimensioni politiche necessarie a sostenere queste
forze nel proseguo delle operazioni... Il piano di attacco generale è
aggressivo, provocato dalla percezione di una imminente minaccia e
messo in essere da un ordine presidenziale."

( William Arkin, Washington Post, maggio 2005 )


Il ruolo di Israele

Sin dal 2004, Israele sta immagazzinando sistemi d'arma convenzionali
e nucleari, in previsione di un attacco contro l'Iran. Questa riserva,
che è finanziata con l'aiuto militare degli USA, è stata ampiamente
completata nel giugno 2005. Israele ha preso in consegna dagli USA
molte migliaia di 'armi intelligenti per lanci aerei' (missili
intelligenti, sic!), comprendenti circa 500 bombe anti-bunker, che
possono essere usate anche per sganciare bombe nucleari tattiche.

Il B61-11, che è la 'versione nucleare' della 'convenzionale' BLU 113,
può essere lanciata allo stesso modo della bomba anti-bunker
convenzionale. (Vedi Michel Chossudovsky,
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO112C.html , vedere anche
http://www.thebulletin.org/article_nn.php?art_ofn=jf03norris ).

Inoltre, come riferito nel 2003, i sottomarini Israeliani della classe
Dolphin, equipaggiati con missili USA Harpoon armati con testate
nucleari, sono ora diretti verso l'Iran. (Vedi Gordon Thomas,
http://www.globalresearch.ca/articles/THO311A.html)

---
SCHEDA: Fine di aprile 2005. Vendita di micidiali armamenti a Israele:
le bombe anti-bunker GBU-28.
In coincidenza con la visita di Putin in Israele, l'Agenzia di
Cooperazione per la Sicurezza e la Difesa USA ( DSCA-Ministero della
Difesa) ha annunciato la vendita ad Israele di 100 bombe supplementari
anti-bunker, prodotte dalla Lockheed Martin. Questa decisione è stata
considerata dai media USA come 'un avvertimento all'Iran riguardo alle
sue ambizioni nucleari'.
La vendita riguarda la più grande e più sofisticata "Guided Bomb
Unit-28 (GBU-28) BLU-113 Penetrator" (inclusa l'unità di controllo
guida WGU-36A/Be e l'equipaggiamento di supporto). La GBU-28 viene
descritta come 'un'arma speciale di penetrazione in centri di comando
protetti, localizzati profondamente nel sottosuolo.' Il fatto in
questione consiste che la GBU-28 è fra le armi 'convenzionali' al
mondo più micidiali, usata nell'invasione dell'Iraq del 2003, e in
grado di provocare migliaia di morti attraverso impressionanti esplosioni.
L'Aeronautica Militare Israeliana ha previsto di usare le GBU-28 sui
suoi aerei da combattimento F-15.
(Vedere il testo delle informazioni rilasciate dalla DSCA su:
http://www.dsca.osd.mil/PressReleases/36-b/2005/Israel_05-10_corrected.pdf
)
---


Estensione della guerra

Teheran ha confermato che, se attaccata, risponderà con lanci di
missili balistici diretti contro Israele (CNN, 8 febbraio 2005).
Questi attacchi potrebbero avere anche come obiettivi istallazioni
militari in Iraq e nel Golfo Persico, cosa che ci porterebbe
immediatamente in uno scenario di escalation militare e di guerra totale.
Al presente, ci sono tre distinti teatri di guerra: Afghanistan, Iraq,
e la Palestina. Gli attacchi aerei contro l'Iran potrebbero
contribuire a scatenare una guerra di più ampia portata nella regione
del Medio Oriente e dell'Asia Centrale.
Inoltre, l'attacco pianificato contro l'Iran dovrebbe anche essere
inteso in relazione al ritiro, venuto a proposito, delle truppe
Siriane dal Libano, che ha aperto un nuovo spazio per il dispiegamento
delle forze di Israele.
Un altro fattore è la partecipazione della Turchia all'operazione
militare USA-Israele, in seguito all'accordo dell'anno scorso
raggiunto da Ankara e Tel Aviv.
Più recentemente, Teheran ha rafforzato le proprie difese aeree
tramite l'acquisizione di 29 sistemi anti-missile Tor M-1 dalla
Russia. In ottobre, con la collaborazione di Mosca, 'un razzo Russo ha
portato in orbita un satellite spia Iraniano, il Sinah-1." (vedere
Chris Floyd )

"Il Sinah-1 è solo il primo di diversi satelliti Iraniani pronti per i
lanci Russi nei prossimi mesi.
Così, gli Iraniani avranno presto una rete satellitare in grado di
dare loro un immediato avvertimento di un attacco Israeliano, anche se
questa risulterà essere una pallida eco delle molto più potenti spie
spaziali Israeliane ed Americane che possono localizzare il minimo
movimento delle barbe dei mullah a Teheran.
In più, secondo notizie del Sunday Times, il mese scorso la Russia ha
sottoscritto un contratto da un miliardo di dollari per vendere
all'Iran un sistema avanzato di difesa che possa distruggere missili
guidati e bombe a guida laser. Anche questo sarà pronto nei prossimi
mesi." (op.cit.)


Guerra terrestre

Mentre una guerra terrestre non è prevista dal CONPLAN, i
bombardamenti aerei potrebbero condurre, attraverso il processo di
escalation, ad una guerra terrestre. Truppe Iraniane potrebbero
attraversare il confine Iran-Iraq ed affrontare le forze della
coalizione all'interno dell'Iraq. Le truppe e/o le Forze Speciali di
Israele potrebbero invadere il Libano e la Siria.
Dati gli ultimi sviluppi, Israele progetta di condurre manovre
militari e l'impiego di Forze Speciali in zone montagnose della
Turchia, confinanti con l'Iran e la Siria, con la collaborazione del
governo di Ankara.

"Ankara e Tel Aviv sono giunte ad un accordo che permette all'esercito
Israeliano di condurre manovre militari nelle zone montagnose [in
Turchia], che confinano con l'Iran. ... [Secondo] ... un quotidiano
degli Emirati Arabi Uniti (UAE), in seguito ad un accordo raggiunto
fra il Capo di Stato Maggiore dell'esercito di Israele, Dan Halutz, e
ufficiali Turchi, Israele può eseguire varie manovre militari nelle
zone confinanti con l'Iran e la Siria. [La punteggiatura corrisponde
qui e nel seguito]. Dan Halutz era stato in Turchia, pochi giorni prima.
Citando alcune fonti senza nominarle, il quotidiano degli UAE va a
sottolineare: La parte Israeliana ha fatto richiesta di non eseguire
le manovre d'inverno a causa delle difficoltà di passare per i
territori montagnosi vicino ai confini con l'Iran.
I due, Hakari e Bulo [trascrizione fonetica, non riscontrati], stanno
per prendere parte alle manovre che non sono state ancora programmate.
Queste unità sono le più importanti unità speciali dell'esercito di
Israele e il loro compito è quello della lotta al terrorismo e di
combattere secondo i canoni della guerriglia.
In precedenza, la Turchia aveva accettato che piloti Israeliani
vengano addestrati nello spazio aereo confinante con l'Iran. Le
notizie [dell'accordo] sono state fornite nello stesso tempo in cui
ufficiali Turchi stanno cercando di evitare l'accusa di collaborazione
con l'America in operazioni di spionaggio contro i paesi confinanti
Siria ed Iran. Dalla settimana scorsa, la stampa Araba sta pubblicando
vari articoli sulla buona disposizione di Ankara o, almeno,
sull'accordo di principio per mettere in atto trattative sull'uso del
suo territorio e dello spazio aereo per azioni contro l'Iran."

(E'temad Website, Teheran, in persiano, 28 dicembre 2005, traduzione
dei Servizi di Monitoraggio della BBC)


Commenti conclusivi

Le implicazioni sono opprimenti.
La cosiddetta comunità internazionale ha accettato l'eventualità di un
olocausto nucleare.
Quelli che decidono hanno finito per fagocitare la loro stessa propaganda.

Nell'Europa Occidentale e nell'America del Nord si è sviluppato un
consenso politico rispetto alle aggressioni aeree con l'uso di armi
nucleari tattiche, senza considerare le loro devastanti conseguenze.
Questa avventura militare guidata dal profitto in termini ultimi
minaccia il futuro dell'umanità.
Nei prossimi mesi, quello che è necessario sarà una maggior spinta,
nazionale ed internazionale, che rompa la congiura del silenzio, che
crei consapevolezza sui pericoli, che porti questo progetto bellico in
prima linea del dibattito politico e dell'attenzione dei media, a
qualsiasi livello, che affronti e costringa i leader politici e
militari a prender una ferma posizione contro la guerra nucleare
portata avanti dagli USA.
Per concludere, quello che viene preteso sono sanzioni
internazionalmente estese dirette contro gli Stati Uniti d'America e
contro Israele.


Michel Chossudovsky è l'autore del best seller internazionale "The
Globalization of Poverty " pubblicato in undici lingue. È Professore
di Scienze Economiche all'Università di Ottawa ed è il Direttore del
Centro di ricerche sulla Globalizzazione, a www.globalresearch.ca .
Inoltre è collaboratore dell'Enciclopedia Britannica.
Il suo libro più recente porta il titolo: America's 'War on Terrorism'
(La "Guerra al Terrorismo" dell'America, Global Research, 2005.

Articolo collegato: Planned US-Israeli Attack on Iran
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=%20CH20050501&articleId=66
by Michel Chossudovsky

© Copyright Michel Chossudovsky, GlobalResearch.ca , 2006

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CACCIA ALLE STREGHE


Fonte: marxiana @ yahoogroups.com

Data: Sat, 21 Jan 2006 12:50:13 +0100
Da: "Renato Caputo"
Oggetto: Fw: Taglia sui professori di sinistra

Taglia sui professori di sinistra

Beh proprio come succedeva nelle università (e nelle scuole) agli
inizi del fascismo (dopo chiaramente non c'era più bisogno neppure di
taglie erano già tutti al confino o all'estero)
geo

Caccia alle streghe all'università di Los Angeles

di Alessandra Farkas

su Corriere della Sera del 20/01/2006

Associazione di ex studenti della Ucla mette «taglia» di 100 dollari
per chi denuncia un professore «troppo di sinistra»

A mezzo secolo dalla fine del Maccartismo in America, la «caccia alle
streghe comuniste» è più viva che mai. Almeno in una delle più
prestigiose università americane, l'University of California a Los
Angeles (Ucla) dove un'organizzazione di ex studenti conservatori ha
istituito una «taglia» di 100 dollari per chiunque denunci un
professore «troppo di sinistra». La controversa iniziativa, rivelata
dal sito del Los Angeles Times, ha scatenato un putiferio di
polemiche in un Paese che si sente sempre meno libero dopo lo
scandalo di Intercettopoli: il programma di intercettazioni senza
mandato, segrete ed illegali, ordinate alla Nsa (National Security
Agency) dall'amministrazione Bush, dopo le stragi dell'11 settembre.

L'entrata di Ucla

Il ruolo di Grande Fratello, questa volta, spetta a un'associazione
di laureati, la Bruin Alumni, guidata dal ventiquattrenne Andrew
Jones, ex leader studentesco repubblicano che ha lanciato la
campagna «Smaschera i radicali della Ucla», sguinzagliando dei veri e
propri studenti-spie nel campus per raccogliere materiale -
trascrizioni di seminari, registrazioni segrete di dibattiti e
discussioni tra docenti - per incastrare i prof ritenuti di
idee «eccessivamente liberal». Le segnalazioni - ricompensate con 100
dollari per ogni corso monitorato - hanno già portato alla
elaborazione di una hit parade dei «Dirty 30», i 30 insegnanti
ritenuti «più pericolosi» perché promotori in cattedra di idee
liberal e di sinistra. I 30 sono stati subito messi alla gogna sul
sito Internet del gruppo www.uclaprofs.com, che offre dettagliati
profili biografici e accademici, infarciti di giudizi ipercritici.

Nella lista nera sono finiti alcuni degli studiosi più autorevoli e
rispettati della UCLA, dal docente canadese Peter McLaren,
definito "il peggio del peggio" al filosofo Douglas Kellner, accusato
di aver paragonato l'amministrazione Bush ad "un Reich".

Immediate le reazioni dei diretti interessati. E' un'iniziativa
orripilante che trasuda maccartismo da tutti i pori", punta il dito
McLaren, mentre la storica Ellen DuBois, finita anche lei nell'elenco
dei cattivi, ha definito le accuse di Bruin Alumni come «un
abominevole invito a una caccia alle streghe contro i professori».
Anche due docenti che facevano parte del comitato scientifico della
Bruin Alumni, lo storico di Harvard Stephan Thernstrom e il prof
emeritus Jascha Kessler, hanno deciso di dimettersi, in segno di
protesta. «Non siamo affatto d'accordo con questi metodi da
vigilantes, hanno protestato, le tattiche del gruppo sono
antidemocratiche, controproducenti ed illegali». «Stiamo solo
cercando di rifar quadrare l'ago di una bilancia che nei campus
americani pende da sempre in favore della sinistra», si difende
Jones. Ma intanto il Los Angeles Times rivela che «il gruppo ha già
raccolto 22.000 dollari da 100 sponsor esterni», tra cui
l'industriale discografico di destra Arthur N. Rupe e Linda Chavez,
ex commissaria dei diritti civili durante l'amministrazione Reagan e
oggi leader di un'associazione della Virginia che si batte per
abolire le quote pro donne e pro minoranze.

Diritti dell'uomo o diritto del più forte ?

Intervista a Jean Bricmont,
autore di « Impérialisme humanitaire »
(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

Nel suo nuovo lavoro, « Impérialisme humanitaire », Jean Bricmont
denuncia l'utilizzazione dei diritti dell'uomo come pretesto per
giustificare le aggressioni contro i paesi del Sud del mondo.
Incontro con un pacifista ed un intellettuale impegnato.

Intervistano: Joaquim Da Fonseca & Michel Collon


In che modo un professore di fisica teorica è arrivato a scrivere un
libro sull'imperialismo ?

Jean Bricmont. Mi sono sempre interessato di politica, comunque in
modo non attivo. Faccio risalire l'inizio del mio impegno al 1999 : è
stato suscitato dalla guerra contro la Jugoslavia. I motivi umanitari
invocati dagli Stati Uniti per giustificare questa aggressione mi
hanno reso perplesso. In modo identico sono stato colpito dalla
mancanza di opposizione della sinistra - e la medesima cosa, in parte,
vale per l'estrema sinistra - di fronte a questa aggressione. Sono
stato invitato a tenere delle conferenze in tutti i tipi di ambienti:
chiese protestanti, movimenti musulmani, circoli studenteschi,
Attac... Il mio lavoro « Impérialisme humanitaire » è, fra l'altro,
una reazione alle preoccupazioni e ai discorsi manifestati dalle
persone e dai gruppi incontrati allora in quelle conferenze. Questo
libro è anche una risposta all'atteggiamento di certi militanti
politici che si definiscono di sinistra. In nome dei diritti
dell'Uomo, costoro legittimano le aggressioni contro paesi sovrani. O
limitano a tal punto la loro opposizione che questa diventa
puramente simbolica.

I diritti dell'uomo, nella spazzatura ?

Jean Bricmont. Difendo le aspirazioni contenute nella Dichiarazione
universale dei diritti dell'Uomo del 1948. Questa comprende un insieme
di diritti economici, sociali, politici ed individuali. Il problema
sopraggiunge quando il non-rispetto, reale o supposto, di questi
diritti serve a legittimare la guerra, l'embargo e altre sanzioni
contro un paese. Quando i diritti dell'Uomo divengono pretesto di una
ingerenza violenta. Di più, la Dichiarazione spesso viene letta con
una visione parziale. Quando si parla di rispetto dei diritti
dell'uomo, i diritti economici e sociali sono spesso considerarti
relativamente poco importanti in confronto ai diritti individuali e
politici. Consideriamo la qualità delle cure per la salute a Cuba. Si
tratta di uno sviluppo del tutto ragguardevole di un diritto
socio-economico. Purtroppo questo viene del tutto ignorato. Ammettiamo
che Cuba corrisponda perfettamente alla descrizione molto critica che
ne fanno Reporters sans frontières; questo non sminuisce per nulla
l'importanza della qualità delle cure per la salute. Quando si parla
di Cuba, se si esprimono delle riserve sul rispetto dei diritti
politici ed individuali, bisognerebbe, almeno, fare menzione
dell'importanza dei diritti economici e sociali di cui i Cubani
beneficiano. Allora, potremmo domandarci, cosa sono più importanti: i
diritti individuali o le cure per la salute? Tuttavia, nessuno ragiona
in questo modo. I diritti alla casa, all'alimentazione, alla sicurezza
dell'esistenza o alla salute sono in generale ignorati dai difensori
dei diritti dell'uomo.

Esattamente, il suo libro indica che questi elementi sono ignorati
nelle campagne mediatiche contro i paesi socialisti, come Cuba o la
Cina. Lei scrive che quattro milioni di vite avrebbero potuto essere
salvate se l'India avesse adottato la via cinese.

Jean Bricmont. Gli economisti Jean Drèze e Amartya Sen stimano che,
partendo da una base similare, la Cina e l'India hanno seguito
percorsi di sviluppo differenti e che la differenza tra i sistemi
sociali di questi due paesi ha comportato 3,9 milioni di morti in più
in sfavore dell'India.
In America latina, ogni anno si sarebbero salvate 285.000 vite se il
sistema cubano per la sanità e la nutrizione fosse stato applicato. Io
non affermo che le buone prestazioni nei campi sociali ed economici
possono giustificare le deficienze di altri diritti. Ma non si
affermerà l'inverso: il rispetto dei diritti individuali e politici
non può giustificare che i diritti sociali ed economici siano beffati.
Perché i difensori dei diritti dell'uomo non tengono mai conto di
questo assunto? Ritorniamo a Cuba. La mancanza di libertà individuali
può essere giustificata dai buoni risultati delle cure per la salute?
Discutiamo di questo. Se, a Cuba, fosse in carica un regime
filo-occidentale, sicuramente non si sarebbero ottenuti così buoni
risultati per le cure sanitarie. Per lo meno, questo è quello che si
deduce se si va a constatare lo stato sanitario nei paesi
'filo-occidentali' dell'America latina.
Dunque, in pratica ci si trova davanti ad una scelta: che tipo di
diritti sono i più importanti, i socio-economici o i politici e
individuali? Sarebbe auspicabile usufruirne di tutti allo stesso
tempo. Il presidente venezuelano Chavez, per esempio, tenta di
conciliarli. Ma la politica d'ingerenza americana rende difficile
questa conciliazione nel terzo mondo.
Quello che voglio sottolineare, è che non spetta proprio a noi
Occidentali, che beneficiamo dei due tipi di diritti, a fare questa
scelta. Piuttosto, noi dovremmo dedicare le nostre energie per
permettere uno sviluppo indipendente dei paesi del terzo mondo.
Sperando che al limite lo sviluppo favorisca l'emergenza di questi
diritti.

La sensibilità per i diritti dell'uomo e la percezione del dovere di
ingerenza si presentano con forti differenze, a seconda che si guardi
al Nord o al Sud del mondo ?

Jean Bricmont. Nel 2002, poco prima della guerra contro l'Iraq, mi
sono recato a Damasco (Siria) e a Beirut (Libano). Vi ho incontrato un
certo numero di persone. Dire che queste erano tutte contrarie alla
guerra contro l'Iraq rileva un puro eufemismo. E questo valeva anche
per l'università americana di Beirut. L'anti-americanismo, e
l'opposizione feroce contro Israele, si potevano tagliare con il
coltello ! Quando sono ritornato in Belgio, non ho percepito nessuna
eco proveniente da laggiù! Consideriamo la questione del disarmo
dell'Iraq. Alcuni membri del CNAPD [Coordinamento Belga anti-guerra]
mi affermavano che bisognava imporre questo disarmo, certamente non
dal punto di vista militare, ma attraverso mezzi pacifici. Se tali
dichiarazioni venissero espresse in Medio Oriente, la gente vi
risponderebbe direttamente: 'E Israele, perché non è necessario
disarmare questo paese?'
In America latina e soprattutto nel mondo arabo-musulmano, la
percezione del diritto internazionale è totalmente differente dalla
nostra, anche da quella della sinistra e dell'estrema sinistra. Queste
ultime non sembrano interessate molto a ciò che pensano le popolazioni
direttamente interessate dalle nostre ingerenze.

Perché questo? Perché ci crediamo l'ombelico del mondo, per etnocentrismo?

Jean Bricmont. Al momento della decolonizzazione e della guerra del
Vietnam, la sinistra ha proposto una nuova riflessione, ed ha difeso
un punto di vista anti-imperialista in materia economica, militare,
sociale. In seguito, questa riflessione è stata resa sottile
dall'ingerenza in nome dei diritti dell'uomo. L'opposizione al
neo-colonialismo è stata sostituita dalla volontà di aiutare i popoli
del Sud a lottare contro i loro governi dittatoriali, inefficaci,
corrotti... I difensori di questa opzione non si rendono conto
dell'ampiezza della voragine che li separa dai popoli del terzo mondo.
Questi non accettano generalmente l'ingerenza dei governi occidentali
nei loro affari interni.
Certamente, molti di loro aspirano a governi più democratici o più
onesti. Ma con quali obiettivi? Innanzitutto perché i loro dirigenti
assicurino una gestione razionale delle loro risorse naturali, per
ottenere i prezzi più favorevoli per le loro materie prime, perché i
loro governanti li proteggano dalla dominazione esclusiva e tirannica
delle multinazionali ed anche per costruire degli eserciti efficaci.
Quando, da noi, alcuni parlano di governi più democratici, non è
proprio a questo che fanno completamente riferimento. Dei governi
verosimilmente democratici al Sud rassomiglierebbero di più a quello
di Chavez che all'attuale governo Iracheno.

Allora, ci sarebbe ancora un fondo d'ideologia coloniale?

Jean Bricmont. Può essere, ma in un quadro di un linguaggio
post-coloniale. La colonizzazione, tutti la condannano. Quelli che
difendono le guerre attuali affermano che le ingerenze umanitarie sono
'completamente differenti' dal colonialismo. Perciò è giocoforza
constatare la continuità nel cambiamento.
Le ingerenze sono state dapprima legittimate dal cristianesimo, poi da
una missione civilizzatrice. Ed anche dall'anti-comunismo. In ogni
tempo, la nostra pretesa superiorità ci autorizza a commettere una
serie di azioni mostruose.

Qual è il ruolo dei media nella diffusione di questo «imperialismo
umanitario»?

Jean Bricmont. Fondamentale. Nel caso della guerra in Jugoslavia, i
media si sono impegnati a preparare l'opinione pubblica a tale
aggressione. Rispetto all'Iraq, i giornalisti ripetono senza posa:
'Nondimeno, è stato bene che Saddam Hussein sia stato rovesciato.' Ma
in quale misura è legittimo che gli Stati Uniti abbiano rovesciato
Saddam Hussein? Ecco una domanda che non viene mai posta dai giornali.
Gli Iracheni considerano questa ingerenza come benefica? Se sì, perché
sono più dell'80% a sostenere la partenza degli Stati Uniti ? La
stampa critica gli Stati Uniti, ma la critica è rivolta soprattutto ai
mezzi utilizzati nel corso della guerra e dell'occupazione, non al
principio stesso dell'ingerenza.

Con un presidente democratico, gli Stati Uniti sarebbero meno inclini
a condurre delle guerre ?

Jean Bricmont. Questo dipenderà molto dal modo in cui andrà a
terminare l'occupazione dell'Iraq. Negli Stati Uniti, si levano molte
voci per il ritiro delle truppe. Un clima di panico si è impiantato in
numerosi settori della società. Se, come nel Vietnam, la guerra
Irachena terminerà con una catastrofe per gli Americani, i fatti
potrebbero assumere una piega significativa in un certo tempo. Se si
arrivasse ad un ritiro non traumatico, senza rimetterci troppo le
penne, gli USA allora potrebbero in tempi molto brevi ripartire verso
una nuova guerra. Però, è una illusione, molto viva, credere che i
democratici siano meno aggressivi o che non esaltino gli interventi
militari.

Perché la risposta dei progressisti europei alla guerra è così debole?

Jean Bricmont. Effettivamente, gli ecologisti, la sinistra socialista,
i partiti comunisti tradizionali, i trotskisti e la maggior parte
delle ONG hanno dato prova di una opposizione debole. Queste correnti
sono state ridotte di spessore dall'ideologia dell'ingerenza
umanitaria, abbandonando nel loro programma qualsiasi serio
riferimento al socialismo. Una parte di questa sinistra ha sostituito
i suoi obiettivi iniziali di miglioramenti o di rivoluzioni sociali
con la lotta per i diritti dell'uomo. Dato che è difficile, per questi
movimenti, difendere una guerra degli USA contro la Jugoslavia o
l'Iraq, essi adottano questa posizione, assai comoda, del «Ne', Ne'».
Questa permette di evitare tutte le critiche: «Ne' con Bush, ne' con
Saddam». Io posso comprendere, evidentemente, che Saddam Hussein non
sia amato. Ma il «Ne', Ne'» va ben al di là di questa constatazione.
In primo luogo, questa posizione non riconosce la legittimità del
diritto internazionale. Non si fanno distinzioni fra aggressori e
aggrediti. Per fare un paragone, sarebbe stato difficile, durante la
seconda guerra mondiale, fare affermazioni del tipo «Ne' Hitler, Ne'
Stalin» senza essere considerati dei collaboratori.
In secondo luogo, questa formula se ne infischia della forza nociva
degli Stati Uniti dopo il 1945. Dopo la fine della seconda guerra
mondiale, gli USA sono intervenuti in tutte le parti del mondo per
sostenere o installare forze della conservazione, reazionarie, dal
Guatemala al Congo, dall'Indonesia al Cile. In ogni dove, si sono
impegnati ad uccidere la speranza di cambiamento sociale dei poveri.
Sono loro, e non Saddam Hussein, che vogliono abbattere Hugo Chavez.
La guerra del Vietnam, non l'ha fatta mica Saddam. Anche se si fanno
concessioni sui discorsi di demonizzazione contro Milosevic o Saddam
Hussein, metterli sullo stesso piano, sul palcoscenico mondiale, degli
USA è completamente ingiusto e falso.
Infine, quello che mi disturba di più in questo «Ne', Ne'» è la
posizione che noi assumiamo a fronte della nostra stessa
responsabilità nell'adottare questi slogans. Quando noi vediamo dei
politici del terzo mondo che non ci piacciono, è necessario cominciare
a discuterne con le persone che vivono laggiù, e farlo con delle
organizzazioni che rappresentano le masse, non con dei gruppuscoli o
con degli individui isolati. Bisogna vedere se le loro priorità sono
le stesse delle nostre. Io mi auguro che il movimento altermondialista
metterà in atto dei canali che permettano una comprensione migliore
dei punti di vista del Sud. Per ora, la sinistra occidentale ha la
tendenza a rimanere nel suo angolo, e così esercita scarsa influenza
là dove agisce, facendo indirettamente il gioco dell'imperialismo, con
la demonizzazione dell'Arabo, del Russo, del Cinese... in nome della
democrazia e dei diritti dell'uomo. Di questo noi siamo principalmente
responsabili, questo è l'imperialismo dei nostri paesi! Dunque,
cominciamo da noi a concentrarci su questo. E in modo efficace.


Jean Bricmont. « Impéralisme humanitaire. Droits de l'Homme, droit
d'ingérence, droit du plus fort? », ed. Aden, 2005, 253 pagine, 18 euros.

Si può farne richiesta alle edizioni Aden :
http://www.rezolibre.com/librairie/detail.php?article=98

Vedere anche la biografia di Jean Bricmont a :
http://www.michelcollon.info/bio_invites.php?invite=Jean%20Bricmont

Jean Bricmont - Qualche riflessione sulla violenza, la democrazia e la
speranza:
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-03-16%2017:32:42&log=invites

Jean Bricmont - Europei, ancora uno sforzo se desiderate unirvi al
genere umano!
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2003-02-16%2018:24:22&log=invites

Jean Bricmont & Diana Johnstone - Le due facce della politica americana
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2001-11-07%2018:35:48&log=invites

SULLA GUERRA IN IRAQ E LE SUE CAUSE, VEDERE ANCHE
il nuovo libro "Bush, le cyclone" :
http://www.michelcollon.info/bush_le_cyclone.php

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MORE LINKS (CASTILLANO/FRANCAIS/ENGLISH/ITALIANO):

Axis for Peace - In Defence of International Law
(Jean Bricmont*, Voltaire.net)

A figure of the anti-imperialist movement, Jean Bricmont, opened the
round table discussion on humanitarian interference during the
conference Axis for Peace 2005. In this text, taken from his most
recent book, "Impérialisme humanitaire. Droits de l'homme, droit
d'ingérence, droit du plus fort?" ("Humanitarian imperialism. Human
rights, right of interference, law of the strongest? "), he explains
that peace can only be based on international law and that the right
to interfere, like the manipulation of human rights, serves as a
disguise for the law of the jungle...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=19753&s2=20
http://www.voltairenet.org/article134093.html

Axis for Peace - Défense du droit international
(par Jean Bricmont)

http://www.voltairenet.org/article132463.html

Axis for Peace - Defensa del derecho internacional (Jean Bricmont)

http://www.voltairenet.org/article133618.html

HUMANITARIAN IMPERIALISM, interview with Jean Bricmont

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4690

Droits de l'Homme ou droit du plus fort?
Interview de Jean Bricmont, auteur d'Impérialisme humanitaire

http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2006-01-06%2010:02:17&log=articles
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4686

Le « devoir d'ingérence », nouvel habit de l'expansionnisme (par Jean
Bricmont)

http://www.voltairenet.org/article131461.html
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4664

Il "dovere di ingerenza", nuova veste dell'espansionismo

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4664

Présentation de l'ouvrage:
"Impérialisme humanitaire. Droits de l'homme, droit d'ingérence, droit
du plus fort ?"
par Jean Bricmont (Éditions Aden, 2005)

http://www.rezolibre.com/librairie/detail.php?article=98
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4615
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-11-07%2011:27:10&log=invites
http://www.legrandsoir.info/article.php3?id_article=2845

Da: Promemoria
Oggetto: gravissima provocazione a Trieste
Ricevuto il: 20/01/2006 21:54

A Trieste provocazione gravissima: il vicesindaco di AN, Paris
Lippi, con notevoli precedenti missini, proibisce al Coro Partigiano
Triestino P. Tomazic, di avolgere la propria celebrazione in
Risiera, ex lager nazista, per la Giornata della memoria. Oltre al
fatto che un (ex) fascista si arroga il diritto di decidere chi
possa o non possa accedere alla Risiera è gravissima la motivazione,
che vuole criminalizzare la Resistenza, quella vera, quella che fa
ancora paura e da fastidio.
Vi allego il comunicato del Coro Partigiano Triestino con la
preghiera di diffonderlo il più possibile
Sandi Volk

[Vedasi anche il manifesto del Coro, "incriminato" dal vicesindaco
fascista: https://www.cnj.it/immagini/coro201105.jpg ]

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Trieste,20 gennaio 2006


Comunicato stampa
(con preghiera di pubblicazione)


Il Coro Partigiano Triestino Pinko Tomazic ha
deciso di organizzare anche quest'anno in occasione della " GIORNATA
DELLA MEMORIA " l'ormai tradizionale " Fiaccolata per la pace, la
convivenza e la memoria ". La fiaccolata dovrebbe concludersi
all'interno della Risiera di San Sabba - Monumento Nazionale, dove
il Coro Partigiano canterà alcune canzoni dedicate alle vittime del
nazifascismo.
A tale proposito, il direttivo del Coro ha
richiesto all'amministrazione comunale di Trieste di poter
prevedere, come era già avvenuto in passato, che l'apertura della
Risiera fosse prolungata in modo da favorire lo svolgimento della
parte conclusiva dell'iniziativa, in quanto l'orario normale arriva
fino alle ore 19.00.
In risposta alla richiesta sopra citata, il coro
riceveva un diniego al prolungamento dell'orario di apertura e
quindi del relativo concerto all'interno della Risiera. Considerando
che il problema fosse di natura prettamente burocratica, il Coro ha
riformulato la propria richiesta, prevedendo l'anticipo della
Fiaccolata e quindi facendo coincidere la conclusione della
celebrazione con il normale orario di apertura.
Quest'oggi però il Vicesindaco di Trieste Paris
Lippi ha comunicato al Coro, che non avrebbe nessuna difficoltà
nell'assicurare la presenza del Coro Partigiano alle celebrazioni
della Giornata della Memoria, ma che alcune cose davvero gravi
accadute nel corso dell'ultimo anno influivano su tale decisione.

Riportiamo letteralmente quanto scritto dal Vicesindaco:

"Alla luce dei manifesti che avete affisso qualche mese fa in città
in occasione della ricorrenza della Vostra fondazione, che
riportavano l'immagine di truppe titine, comuniste, infoibatrici e
criminali, portatrici di odio, di distruzione e di morte e che hanno
riaperto nel cuore e nella mente della cittadinanza lo sgomento per
il ricordo di quanto commesso, non si ritiene auspicabile la Vostra
presenza in una simile ricorrenza e in un luogo sacro qual è la
Risiera di San Sabba che testimonia a tutti e a ognuno il monito
affinché l'odio del passato,la sua istigazione e i crimini commessi
non abbiano più a ripetersi."

Il Coro Partigiano Triestino Pinko Tomazic
comunica alla cittadinanza, che la Fiaccolata per la pace, la
convivenza e la memoria ed il breve concerto in ricordo di tutte le
donne ed i tutti gli uomini che hanno sofferto e sono morte/i per
colpa del nazismo e del fascismo, si svolgerà comunque.

Pertanto tutte e tutti che credono negli
ideali di pace e di eguaglianza sono invitate/i a partecipare alla
Fiaccolata che si svolgerà il 26 gennaio con ritrovo alle ore 17.30
davanti allo stadio Rocco da dove alle 18.00 partirà il corteo che
proseguirà fino alla Risiera di San Sabba.


Il direttivo del Coro Partigiano Triestino Pinko Tomazic


Prime adesioni: ANPI, SKGZ, COMITATO PER LA PACE, LA SOLIDARIETA' E
LA CONVIVENZA DANILO DOLCI, PROMEMORIA, ZASTAVA TRIESTE, COMITATO
PER ILMONUMENTO AI CADUTI DI SERVOLA, SANT'ANNA E COLONCOVEZ,
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA.