Informazione

Ciao Cynthia ... la terra ti sia lieve


Per chi come i compagni di una radio sono costretti quotidianamente
ad usare le parole come forma di comunicazione, dover parlare in una
giornata come oggi, dover trovare le parole giuste è una impresa
dolorosissima e costosa.

Vogliamo partire da alcune parole chiare: morire è sempre ingiusto,
ma volendo usare le parole di Mao Tse Tung, vogliamo dirvi che ci
sono “morti che pesano piume e morti che pesano come montagne”. Oggi
dobbiamo fare i conti con una morte – quella di Cynthia – che per noi
pesa molto più di una montagna.

Dobbiamo fare i conti con una morte che ci ha privato di una nostra
compagna storica e vitale per tutto il collettivo di Radio Città
Aperta e per i compagni della Rete dei Comunisti di cui era tra i
dirigenti e fondatori. Ma soprattutto ci ha privato improvvisamente
di una compagna che già aspettavamo di ritrovare qui con noi da un
giorno all’altro a fare le cose piccole o grandi che consentono a
questa radio di esistere, resistere e crescere da ventotto anni.

In questi giorni nei nostri comunicati abbiamo preso a prestito le
parole di Lella Costa quando dice che “le parole si comprano solo se
c’è qualcuno disposto a venderle”. In queste parole e nel rifiuto
totale di questo scenario c’è l’essenza del contributo che Cynthia in
questi ventitre anni ha dato all’informazione alternativa, libera e
indipendente. Nessuno può comprarsi la libertà d’informazione se non
c’è qualcuno disposto a venderla senza combattere per difenderla. E’
stata questa l’intuizione di Cinzietta quando in larghissimo anticipo
aveva compreso che i poteri forti stavano mettendo le mani
sull’informazione. Da questa intuizione sono nati negli anni Novanta
il Tribunale per i diritti dell’informazione, l’Associazione delle
Radio Comunitarie, quella sorta di sindacato di base dei giornalisti
come il gruppo Autonomia e Solidarietà che ha portato Cinzietta – lei
che veniva da una piccola- grande radio alternativa – fin dentro la
direzione della Federazione Nazionale della Stampa a rappresentare le
esigenze e le battaglie dei nuovi giornalisti trasformati ormai anche
loro in precari dalla competizione globale, dalla legge 30 e dalla
flessibilità.

Ma Cynthia non era solo una giornalista. Era una giornalista
militante ed una militante comunista.

Quando in centinaia ci siamo attaccati l’adesivo “Giornalista No
Embedded” non pensavamo solo di dover rivendicare il fatto che i
giornalisti non devono farsi arruolare dai signori della guerra e
dalle loro menzogne, ma volevamo riaffermare che eravamo apertamente
contro le guerre di aggressione contro altri popoli e paesi: lo siamo
stati contro l’invasione dell’Iraq ma lo siamo stati anche – ed
apertamente – contro la guerra umanitaria e le menzogne di guerra in
Jugoslavia.

Potremmo stare per ore qui davanti a rimettere insieme i pezzi e gli
episodi del percorso che abbiamo condiviso in tanti anni con Cynthia:
dai blocchi alla base missilistica di Comiso alla lotta per la casa,
dai primi movimenti degli immigrati che hanno trovato spazio e voce
nella loro lingua qui a Radio Città Aperta alle campagne contro
l’inquinamento elettromagnetico, al movimento delle donne contro
l’oscurantismo vaticano e le politiche reazionarie. Affidare uno di
questi settori di lavoro a Cynthia significava metterlo in mani
sicure e meticolose ma significava anche metterlo in mano ad una
compagna che sapeva intessere relazioni umane e politiche
straordinarie, leali e durature.

Ne abbiamo avuto la conferma in questi giorni quando siamo stati
sommersi di messaggi provenienti da ambiti diversissimi ed
estesissimi. Dobbiamo confessarvi che ne siamo rimasti travolti,
sconvolti e sorpresi anche noi. Permetteteci di dirvi che ne siamo
rimasti frastornati ma immensamente confortati in un momento in cui
ci è sembrato che tutto fosse diventato più vuoto e più buio.
Leggendo tra le righe tanti messaggi abbiamo avuto l’impressione che
tanti ci volessero dire che l’esistenza di compagne come Cynthia e di
radio come Radio Città Aperta appare come una specie di presenza
confortante non solo per chi continua a lottare ma anche per chi in
questi anni ha smesso, si è perso, si è disorientato o si è
semplicemente fermato perché gli mancano le parole o non trova più
sufficienti quelle che ha a disposizione.

Proprio per questo vogliamo sottolinearvi un criterio nell’uso delle
parole che Cynthia ha ribadito con forza a tutti coloro che rendono
concreto il progetto di Radio Città Aperta.

Cynthia ha sempre insistito affinché chi trasmette, chi interviene in
una assemblea o in una iniziativa usi sempre la categoria del “noi” e
non quello dell’io. In questa epoca di narcisisti e di individualismo
dilagante questo non è un dettaglio, è il rivelatore di un spirito,
di una mentalità e di un progetto collettivo in cui le capacità di
ognuno sono a disposizione di tutti ed in cui la responsabilità
collettiva assume le responsabilità di ognuno.

Abbiamo visto per strada dei manifesti su cui c’è scritto “comunisti
è bello”. Ecco: anche questi dettagli nell’uso della parole ci dicono
non solo che i comunisti possono essere persone belle come Cynthia ma
che di fronte alla regressione dell’umanità imposta dal modello
capitalista e che oggi è visibile anche a occhio nudo, si può essere
orgogliosamente comunisti e belli anche nel XXI° Secolo come ci manda
a dire l’esperienza di Cuba e l’avanzamento delle forze progressiste
in tutta l’America Latina.

Per questi motivi abbiamo voluto evitare che i tanti fiori che oggi
avreste voluto portare per Cynthia e che sarebbero durati qualche ora
diventassero invece fondi per un ospedale oncologico infantile a
Cardenas a Cuba o vadano ad un ospedale di un campo profughi
palestinese. In questa scelta ci sentiamo confortati dall’aver agito
in totale sintonia con lo spirito e i pensieri di Cynthia.

E forse è anche per questi dettagli che Radio Città Aperta oggi è
piena di compagne e compagni giovani e giovanissimi che avevano
trovato in Cinzietta un punto di riferimento solido, spesso
intransigente sull’uso delle parole ma capace di farti crescere, di
farti acquisire una visione alta ma concreta delle cose.

Oggi abbiamo voluto salutare tutti insieme e a pugno chiuso Cynthia
qui davanti a Radio Città Aperta a cui ha dedicato i suoi ultimi
ventitre anni di vita, insieme a tutti noi e insieme al suo compagno
Roberto.

Abbiamo voluto rendere ad una compagna di vita e di lotta politica
l’omaggio della sua e della nostra gente, di questo nostro popolo
della sinistra sempre in marcia, che qualche volta di disorienta e si
disperde ma che ha sempre saputo che è sufficiente accendere la radio
per trovare le parole giuste nei momenti giusti, una voce che anche
grazie a Cynthia non smetterà mai di remare contro i poteri forti e
la voglia di omologazione.

Noi andiamo avanti perché c’è ancora un mondo intero da conquistare a
da rendere più giusto. La nostra compagna Cynthia siamo sicuri che
camminerà leggera, a testa alta e sorridente insieme a noi



Ciao Cinzietta… che la terra ti sia lieve



Roma 19 gennaio

I compagni

(da www.contropiano.org )

Occupazione fascista dei Balcani e foibe

Il 10 febbraio verrà celebrata la «Giornata del ricordo delle foibe e
dell’esodo degli italiani dalla Venezia Giulia e dall’Istria». Questa
iniziativa, la cui istituzionalizzazione è stata fortemente voluta
dalla destra nostalgica e nazionalista, l’anno scorso è stata
occasione per denigrare la Resistenza jugoslava e italiana,
l’antifascismo, e i comunisti, sulla base di un’operazione di
falsificazione della storia.

I promotori della giornata del 10 febbraio infatti si guardano bene
dal dire “i precedenti” di quei tragici eventi, per loro è come se
non fossero esistite le distruzioni e le stragi di decine di migliaia
di civili jugoslavi operate dall’esercito italiano agli ordini del re
e di Mussolini, la guerra di aggressione e l’occupazione della
Jugoslavia da parte dell’Italia fascista, l’”italianizzazione” voluta
e imposta dal fascismo di zone del nord-est abitate da genti anche di
lingua non italiana.

La questione delle “foibe” è stata, fin dagli anni del primo
dopoguerra, uno dei principali motivi di propaganda del Movimento
Sociale Italiano, il partito erede del fascismo, in funzione
antislava e anticomunista. Per decenni si è parlato di «migliaia di
infoibati solo perché italiani», senza che venissero portate prove
precise al riguardo.

Con l’istituzione della «Giornata del ricordo», avvenuta due anni fa,
hanno trovato un riconoscimento ufficiale questi tentativi di
riscrivere il passato, in modo strumentale, anche al fine del
raggiungimento di ben determinati obiettivi politici oggi. Si tratta,
in generale, di un disegno che, partendo dalle mistificazioni sulle
“foibe”, punta all’equiparazione dei massacratori della repubblichina
di Salò con i soldati e i partigiani che combatterono a fianco degli
alleati contro tedeschi e fascisti, per arrivare a scardinare la
Costituzione della Repubblica nata dalla Resistenza.

E’ necessario reagire a questi volgari tentativi di presentare il
passato in termini revisionistici e per fini chiaramente politici
antidemocratici.

Non si tratta di negare fatti tragici che la guerra e la politica
fasciste hanno provocato, si tratta semmai di averne una conoscenza
corretta, suffragata da fonti, ricerche ed analisi critiche rigorose.


Venerdì 10 febbraio 2006 ore 21

Sala civica di via Argonne
Via Argonne, Parma

Occupazione fascista dei Balcani e foibe

Interverrà Alessandra Kersevan dell’Istituto Storico della Resistenza
del Friuli, verranno proiettate sequenze del documentario inglese
della BBC «Fascist Legacy» (mai trasmesso dalla RAI), sarà letto un
messaggio dello storico Gaetano Arfè, già senatore di Parma.

COMITATO ANTIFASCISTA DI PARMA PER LA VERITA’ SULLA “VICENDA
FOIBE”


From:   iacenterla @ action-mail.org

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When the U.S. with NATO committed war crimes against the people of Yugoslavia during the 78-day bombing of that country many were fooled by fabricated stories made up in the back rooms of Washington and the Pentagon. These lies resembled those used to justify wars from Vietnam to Iraq.

How can you find the real motives for U.S. war? Listen to those closest to the conflicts whose statements are censored from the corporate media. You can get that other side in the new book The Defense Speaks for History and the Future: Opening Defense Statement at the Hague by Yugoslavian President Slobodan Milosevic. But don't just take our word for it:

The U.S./Nato Court trying Slobodan Milosevic was always totally illegitimate. It could never be taken seriously as a court of justice. Milosevic's defense is powerful, convincing, persuasive and impossible to dismiss.
- Harold Pinter, author, playwrite and winner of the 2005 Nobel Prize in Literature.

This books is a vital antidote to the dehumanizing calumny heaped on the defenders of Yugoslavia. Many misled people would benefit greatly if they gave some respectful attention to the side that tried to avoid war and save a multi-ethnic social democracy
 - Michael Parenti

The Defense Speaks for History
and the Future
Opening Defense Statement at the Hague by
President of Yugoslavia Slobodan Milosevic
With an introduction by Ramsey Clark


In Iraq, the whole world now knows, the charge of weapons of mass destruction - WMD - was a fraud and war propaganda. How many people know that the 78-day bombing of all of Yugoslavia, based on the charge of 'mass graves' in Kosovo, was also a fraud and war propaganda - a weapon of mass deception - to justify the U.S. military and corporate takeover of the entire region. Call for special deals on bulk orders of 10 or more! Call (323) 936-5467.


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LIAR'S POKER: The Great Powers, Yugoslavia

and the Wars of the Future

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How was Belgian journalist Michel Collon able to predict the wars unleashed in Yugoslavia, Macedonia and Afghanistan?

By magic powers? Or by a powerful method of analysis?

Liar's Poker illuminates the fundamental interests of the Great Powers and their strategic interests in controlling oil routes and key areas of the world. It offers the reader an efficient guide for understanding international policy for next 20 years. And the true long-term goals of these powers: dominating Russia and China.

Using a unique graphic technique on its large-size pages, Liar's Poker also offers a brilliant demonstration of media lies. How is organized disinformation used to manipulate public opinion and sell a war? The revelations are shocking. Liar's Poker is like a manual, showing step-by-step how to defend yourself from media manipulation in the future.


HIDDEN AGENDA: U.S./NATO Takeover of Yugoslavia
by Ramsey Clark and Various Authors


Confused about why the U.S. bombed Yugoslavia? That's because you never heard about the hidden agenda the dismemberment of this multiethnic country.

Washington and NATO strategists invoked humanitarian principles to justify their war. But they practiced the divide-and-conquer tactics used by empires since the days of Imperial Rome.

Behind the facade of concern for self-determination, they sliced away most of the republics of Yugoslavia, one by one, through economic pressure, political threats and, finally, outright warfare.

This book presents evidence gathered by dozens of nongovernmental hearings in 1999 and 2000 that NATO countries engaged in a decade-long conspiracy to foment war in Yugoslavia in order to split it up.

Now NATO has military bases all over the Balkans, Eastern Europe, the Middle East and Central Asia. They are the Roman legions for Western transnational corporations and Big Oil.

In the 40+ essays presented here, leading anti-war activists and analysts from many countries take up the Hague Tribunal, the occupation of Kosovo, media lies, war crimes and the blatant illegality of NATO aggression. Former U.S. Attorney General Ramsey Clark writes on "Blaming the victim." Former Yugoslav President Slobodan Milosevic, demonized in the Western press, stands up to the NATO tribunal based in the Hague.



NATO In the Balkans: Voices of Opposition
by Ramsey Clark and Various Authors

This book, released in 1998, will give you the secret background and hidden role of the U.S. and Germany in the dismemberment of Yugoslavia.

NATO in the Balkans shows how sophisticated "Big Lie" war propaganda nearly silenced popular debate and opposition.


Authors former U.S. Attorney General Ramsey Clark, Sean Gervasi, Sara Flounders, Thomas Deichmann, Gary Wilson Richard Becker and Nadja Tesich will take you through the ins and the outs, the framework and media lies that led to the series of bloody conflicts that have characterized central Europe in the last years of this century.


And, here's an essential to start off the new year of struggle:


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Certain Days:
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Today's anti-war, anti-globalization, and anti-colonial movements are rooted in the history of earlier struggles for justice, including the mass movements of the 60s and 70s. Many of the Political Prisoners and Prisoners of War featured in this calendar were organizers during that period: members of the Black Panther Party, or the American Indian Movement; Puerto Ricans fighting for their homeland, or white anti-racist allies working in solidarity with oppressed peoples. Many of the Political Prisoners and Prisoners of War featured in this calendar have been in prison SINCE THAT TIME - 30 years or more. Yet these prisoners are not relics of past movements, they are still active in their political work. Free all Political Prisoners!


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by former U.S. Attorney General Ramsey Clark and many others
who had worked together against the Gulf War. The IAC organizes
against U.S. imperialism and war abroad and fights its
reflection of racism, injustice and poverty here in the U.S.



FAR WEST


Da oggi più facile sparare al ladro che viola il proprio domicilio
L'approvazione accompagnata dalla esultanza dei leghisti

Cambia la legittima difesa
Dalla Camera sì definitivo

Castelli: "Riconosciuto il diritto di difendersi"
L'Unione Camere Penali: "Autorizza la legittima offesa"


ROMA - L'aula della Camera ha approvato in via definitiva la legge sulla legittima difesa.
Il provvedimento, fortemente voluto dalla Lega, ha avuto il sostegno di tutta la Cdl.
L'Unione ha votato contro.

La riforma varata autorizza l'uso di armi per difendere la vita e la "borsa". Nell'ipotesi
di violazione di domicilio, infatti, non sarà più punibile chi spara contro il malvivente
o lo colpisce con un coltello per difendere la propria o altrui incolumità. E non sarà
più punibile nemmeno se gli spara per difendere i (propri o altrui) beni, a due
condizioni però: che vi sia "pericolo d'aggressione" e che non vi sia "desistenza"
da parte dell'intruso. Ossia che di fronte all'intimazione del proprietario di casa,
ad esempio, invece di scappare reagisca minaccioso.

Le nuove norme sulla legittima difesa valgono non solo all'interno delle abitazioni
privata, ma anche nei negozi e in ogni luogo dove sia svolta attività commerciale
e imprenditoriale.

"Da oggi i delinquenti Devono avere qualche timore in più e le brave persone, vittime
di aggressioni, qualche problema in meno. E' stato finalmente sancito il principio per
cui un aggressore e un aggredito non sono più sullo stesso piano. E' stato riconosciuto
il diritto dell'aggredito di difendersi" dice il ministro della Giustizia, Roberto Castelli.

Ma gli avvocati non sono d'accordo: "Purtroppo è stata approvata un'altra legge
ingiusta: autorizza la 'legittima offesa' ", dice il presidente dell'Unione delle Camere
Penali Ettore Randazzo, spiegando che i penalisti hanno sempre avversato la legge
"fin dalla sua presentazione in Parlamento, perchè autorizza la 'legittima offesa' anche
nei confronti di chi non rappresenta un pericolo per la incolumità del cittadino".
Randazzo aggiunge che "il nostro sistema era al proposito molto ben maturato e
tutelava soltanto i casi in cui l'aggredito dovesse davvero difendere la sua incolumità
semprechè la difesa fosse proporzionata all'offesa ricevuta".

Il testo era stato approvato al Senato il 6 luglio scorso, ma era da tre anni che giaceva
in Parlamento. Il leghista Luciano Dussin, infatti, da primo firmatario l'aveva presentata
il 26 giugno del 2003. Oggi, l'approvazione della legge rappresenta per la Lega un
nuovo successo politico con una "legge bandiera" da utilizzare in campagna elettorale.

(24 gennaio 2006)

http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/politica/legdif/legdif/legdif.html