Informazione

I GRANDI AMICI DI ALIJA IZETBEGOVIC

D: (.) Una delle domande a cui il suo libro
non ha risposto in maniera esaustiva è quali
sono stati nel mondo i più grandi amici della Bosnia
Erzegovina durante la guerra?

R: Sono due paesi, per due aspetti distinti:
gli Stati Uniti e l'Iran, i primi sul piano
politico, il secondo su quello materiale. Sullo
stesso piano ci sono anche l'Arabia Saudita,
la Turchia, la Germania e la Malesia. Verso
la Bosnia Erzegovina hanno avuto un
comportamento amichevole il presidente
Clinton, gli uomini di governo dell'Iran,
il re Fahd, il presidente Demirel,
il cancelliere Kohl, il premier Mahathir.
La Germania in poco tempo ha accolto ben
250.000 dei nostri profughi e ha dimostrato
verso di loro una grande umanità.


Dall'intervista ad Izetbegovic pubblicata su DANI dell'1/3/2002
Fonte: NEWSLETTER SETTIMANALE DELL'OSSERVATORIO SUI BALCANI
n. 11/2002 - http://www.osservatoriobalcani.org

SOLANIJA

Glavni grad Solanije ( CG i Srbija ) je Ulcinj.

Zasto?

odgovor: Jer ima Solanu

(M. Antic)

> http://english.pravda.ru/main/2002/03/18/27042.html

Pravda.RU:Top Stories:More in detail

15:40 2002-03-18

YUGOSLAVIA: ANOTHER ACT OF CAPITULATION

The people in plain clothes who broke in a restaurant in
Belgrade destroyed the Serbian-American idyll. The peaceful
talks of Serbias Deputy Prime Minister Momcilo Perisic and
First Secretary of the US Embassy in Belgrade David Neibor
at the Saric motel will mean a failure in the political
career of the former. It will also once again mar the
reputation of the democratic authorities of Serbia and
Yugoslavia. Momcilo Perisic is a close companion to Serbian
Prime Minister Zoran Djindjic, and he was a governmental
official in charge of the army and security services.

Belgrade has already started improving its soiled
reputation. Yesterday evening, President of
Yugoslavia Voislav Kostunica initiated an extraordinary
session dedicated to Momcilo Perisic. The
eaders of the federal and republican governments,
the Foreign Ministry, the General Staff, and
Yugoslavias State Security department discussed
the spy scandal for five hours.

On the sessions conclusion, a document was issued.
It reads as follows: the details and aspects
of the Serbian vice-premiers detention are to be
thoroughly studied to perform the
investigation without any pressure. The incident
has caused the state and military leaders to
create a National Security Council for the
coordination of all security services. The federal
parliament is to support the initiative.

In addition, Belgrade is going to inform the
people more about the activity of the military and
civilian security services. However, beforehand,
the issue is to be seriously analyzed and
approved of.

The Serbian Democratic Party thinks that it
is really very important now to create a mechanism
for civilian and parliamentary control over the
activities of the security services. In
addition, as it is stated in the partys declaration,
the judicial authorities are to investigate
whether the vice-premier of the republican
government has committed a spy crime or not and find
the instigators," Radio Jugoslavija reports.

Momcilo Perisic was the head of Yugoslavias General
Staff between 1993-1998; now, he is the head
of the parliamentary committee for defense and
security. He is suspected of handing over of the
General Staffs secret documents concerning ex-
president Milosevics military activity to the USA.

Perisic and the US diplomat were detained on
March 15 at the moment when the US diplomat was
putting the tapes with the General Staffs secret
materials in the case and was then taken to the
detention center. Perisic was released two days
after the initial interrogations, and protests
from the USA helped free the diplomat as well.

Speaker of the US State Department Richard Boucher
told Belgrade: We protest against actions of
the kind performed by the Yugoslavian army and local authorities.

Yugoslavias Foreign Minister Goran Svilanovic made
excuses to the USA for the hasty actions of
the military services who had detained the US
diplomat illegally." Serbian Prime Minister Zoran
Djindjic promised to punish the head of the military
security service, who is guilty of the
diplomats arrest. ORT Russian television quoted
President Voislav Kostunica, who said the
problem was really acute for the country, as
relations with the USA were delicate. At the same
time, authorities should not be doubtful when it
concerns the revelation of the military secret
that means the actions applied to the Serbian vice-
premier were legal.

The Prosecutors Office will consider the Perisic
case. The vice-premier may be deprived of the
judicial immunity after that.

The accident with Perisic is not so surprising:
it was Serbian Prime Minister Zoran Djindjic and
other members of the government who started delivery
of the state and national interests of the
country when, in contravention of the decision
of the Constitutional Court, Milosevic was
delivered to the Hague tribunal. In addition,
here is another act of capitulation performed by
Djindjic and friends: the live broadcasting of
the sessions in Hague have been suspended in
Serbia.

Sergey Stefanov
PRAVDA.Ru

Translated by Maria Gousseva

In the photo: Momcilo Perisic

Read the original in Russian:
> http://pravda.ru/main/2002/03/18/38335.html

BOLOGNA 20/3
PISA 22/3
RAVENNA 30/3


===*===


"Enduring Freedom"
dalla tolleranza alla libertà ALLA SUA NEGAZIONE

> http://www.contropiani2000.org/calendario/libertaduratura.htm

A tre anni dall'inizio del bombardamento in Jugoslavia
Milosevic sotto processo all'Aja, N.A.T.O. assolta.
Il padrone giudica, non si processa.

Il preteso diritto umanitario che la N.A.T.O. ha teatralmente
impugnato per giustificare il bombardamento nella Repubblica
Federale Jugoslava - massacro della popolazione, negazione dei
diritti, crollo dell'economia, inquinamento ambientale - viene
provvidenzialmente sostituto dalla nuova "emergenza": la lotta al
terrorismo. Ma gli obiettivi sono sempre gli stessi: l'egemonia
politica, militare ed economica nella contesa delle risorse
strategiche. Viene così legittimata la "libertà duratura" di
decimare popolazioni scomode perché in luoghi geograficamente
determinanti, di progettare e utilizzare sistemi d'arma sempre
più aberranti e sofisticati - in linea di principio banditi dal
diritto internazionale - di calpestare i diritti civili, di
ignorare le libertà personali, e nel democratico Occidente di
introdurre nuovi strumenti legali per delegittimare e criminalizzare
il dissenso. Un'emergenza "duratura" che giustifica spese militari,
carcere preventivo, sequestri e irruzioni nelle sedi di media
liberi, repressione di piazza. "Libertà duratura" Il vero
volto dei valori occidentali.
E lì, dove il padrone si dipinge vittima, i bambini muoiono nei
campi profughi e alle donne, ai posti di blocco, viene impedito
di partorire con la dovuta assistenza sanitaria, dignità e sicurezza

il Comitato Cittadino Contro la Guerra

per ricordare i bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia
iniziati la sera del 24 marzo 1999
organizza un incontro con
- Raniero La Valle
- Sandro Provvisionato
- Francesco Strazzari


Mercoledì 20 marzo alle ore 21,00

- nei nuovi spazi autogestiti di Contropiani -
via Fioravanti 24 Bologna

Comitato cittadino contro la guerra - Bologna controguerra@...


===*===


Nell'ambito del ciclo
GLI IMPERIALISMI DEL XXI SECOLO
incontri seminariali sulla fase monopolistica nel nuovo secolo

PISA, saloncino del CIRCOLO UTOPIA, via San Lorenzo 38

22 Marzo - ore 21.30

DAL GOLFO ALL'AFGHANISTAN, PASSANDO PER I BALCANI: LA SFIDA
IMPERIALISTICA TRA USA E UE

Interverranno:
Carla Filosa (rivista "La contraddizione")
Andrea Martocchia (Coordinamento Nazionale per la jugoslavia)
Giorgio Lindi (rivista L'Ernesto Toscano)


===*===


A 3 anni dall'aggressione NATO alla Jugoslavia:

NON SI PUO' TACERE!

contro le guerre imperialiste
dalla parte dei lavoratori e dei popoli oppressi!

Ravenna - Sabato 30 Marzo

Manifestazione

Concentramento:
ore 11 piazzale coop via faentina

assemblea:
ore 14,30 c/o sala Forum viale Berlinguer, 11

---

NON SI PUO' TACERE!
contro le guerre imperialiste
dalla parte dei lavoratori e dei popoli oppressi!

24 marzo del 1999.
Il governo dell'Ulivo, con l'appoggio del Polo, scateno' contro la
Jugoslavia, la più intensa campagna di bombardamenti dopo la
seconda guerra mondiale.
"Effetti collaterali" della "guerra umanitaria": 15mila civili
ammazzati, mezzo milione di profughi, città rase al suolo, un paese
contaminato per secoli dall'uso di proiettili all'uranio e gettato nel
baratro della miseria e costretto a diventare uno Stato vassallo.
Dissero che quello era il prezzo per mantenere la pace e difendere la
democrazia.

7 ottobre 2001.
A soli due anni di distanza il governo del Polo (appoggiato da Ulivo-
DS) ha portato l'Italia a fianco degli USA in un'altra guerra, questa
volta nel cuore dell'Asia, contro l'Afganistan e il suo popolo già
martoriato da vent'anni di conflitti intestini. Con il pretesto di
"colpire il terrorismo" gli USA, l'Europa e la NATO hanno esteso il loro
raggio di morte e sfruttamento.
Risultato: invece di "portare la pace e la democrazia", gli imperialisti
stanno spingendo il mondo nell'abisso di una guerra permanente,
globale, sistematica.
E più la macchina bellica avanza, più i governi borghesi adottano
misure repressive e antidemocratiche, imbavagliano l'informazione,
spaventano l'opinione pubblica per spostarla su posizioni razziste,
autoritarie e militariste, aggrediscono le condizione di vita e di
lavoro dei proletari smantellando le conquiste passate. Gli infiniti
soprusi che il popolo palestinese deve subire, sono l'esempio più
lampante che non c'è posto, nel "nuovo ordine mondiale" targato USA-NATO
per la dignità, la libertà, la giustizia.

Non si può stare nel mezzo tra l'oppresso e l'oppressore, tra la
vittima e il carnefice!

NON SI PUO' TACERE! NON SI PUO' STARE A GUARDARE!

BASTA CON LE GUERRE E L'OPPRESSIONE DEI POPOLI!

CHIUDERE LA BASI AMERICANE IN ITALIA, IN EUROPA E LE SERVITU' MILITARI!

RITIRARE LE TRUPPE DAI BALCANI E DA TUTTI I PAESI OCCUPATI!

SCIOGLIERE LA NATO E CONTRASTARE LA NASCITA DEL NUOVO ESERCITO EUROPEO!

NO ALLE SPESE MILITARI E AL RIARMO!


Coordinamento romagnolo contro la guerra e la NATO

Info / adesioni / comunicazioni / volantini :
tel. 338-9116688
momotombo@...
red-ghost@...

Prime adesioni nazionali:

Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (CNJ)
Comitati contro la Guerra / Milano
Federazione PRC Cesena
Assemblea Antimperialista
Federazione PRC Trieste

---

AUTOBUS DA ROMA

Stiamo organizzando gli autobus da Roma per Ravenna.
Per prenotare: <convgm@...>

Subject: 24. März - Gedenkkundgebung in Wien
Date: Mon, 18 Mar 2002 20:34:19 +0100
From: joesb@...


Wir gedenken der Todesopfer des
Nato-Angriffkrieges auf Jugoslawien 1999 und
aller künftigen Todesopfer der kommenden
Nato-Kriege.

24. März - Angriffstag der Nato auf Jugoslawien
- Gedenkkundgebung um 18 Uhr Stephansplatz, 1010
Wien


Wir erinnern uns!
Die Toten mahnen uns!
Nie wieder Nato-Krieg!

Jugoslawien war das einzige Land auf dem
Balkan, das seinen Weg alleine gehen wollte und
seine Selbstbestimmung und Souveränität
verteidigte. Da dies mit westlicher Integration
und westlichen Koalitionen offensichtlich
unvereinbar ist, wurde es von diesem zum
Schurkenstaat gestempelt. Seit den 80er Jahren
wurde vor allem seitens Deutschland und
Österreich die Zerschlagung Jugoslawiens mit
allen diplomatischen, politischen und
wirtschaftlichen Mitteln vorbereitet, bevor
modernste konventionelle Vernichtungsmittel zum
Einsatz kamen. Bilanz? In 78 Kriegstagen
zerstörten die USA und die Nato das Lebenswerk
einer ganzen Generation: mehr als ein Drittel
des lndustriepotenzials, 100 Brücken, unzählige
soziale, medizinische, Verkehrs-, Informations-
und Bildungseinrichtungen. In Kosovo-Metochien
wurden seit 1999, seitdem der Krieg beendet und
die UCK angeblich entwaffnet wurde, 50.000
Häuser dem Erdboden gleich gemacht, 40
Friedhöfe wurden mit Bulldozern niedergewalzt,
500 Denkmäler wurden a


bsichtlich beschädigt oder abgerissen. Und über
100 Klöster und Kirchen, teilweise aus dem 13.
und 14. Jahrhundert, wurden einfach geplündert,
entweiht, gesprengt und letztendlich
abgetragen.
Ein weiterer ?Kollateralschaden? des Angriffs
war das Völkerrecht, das zum Hindernis für die
neokolonialen Expansions- und
Hegemoniebestrebungen der USA und ihrer
europäischen Verbündeten geworden ist. Wir
werden die westlichen Kriegsverbrechen nicht
vergessen!
Rund 3.000 jugoslawischen Zivilisten wurden
durch die Bombardierungen getötet und 360.000
Serben und Nicht-Albaner, aber auch
oppositionelle Albaner, wurden vertrieben. Seit
dem Einmarsch der KFOR 1999 wurden unter ihrem
?Schutz? 4.000 Serben und andere Bürger
nicht-albanischer Nationalität entführt, über
1.000 Menschen wurden ermordet - darunter auch
unliebsame, d.h. oppositionelle Albaner. Von
1.300 Serben fehlt jede Spur, sie werden
vermisst.
Der erste Tag der Bombardierung hat 72.086.625
Euro gekostet. Allein die Zerstörung der
petrochemischen Industrie in Pancevo hat
74.687.449 Euro gekostet. Insgesamt betrugen
die Kosten des Krieges in Jugoslawien 350
Milliarden Dollar. Von Reparationszahlungen,
die wir nach wie vor vehement fordern, ist nach
wie vor keine Rede, stattdessen wird Serbiens
Industrie privatisiert und zu Billigpreisen
ausverkauft. Der Internationale Währungsfond
und die Weltbank haben dafür einen Kreditrahmen
von 252 Millionen USD zugesichert, von dem aber
bis jetzt, also drei Jahre später und trotz
Auslieferung Slobodan Milosevics an Den Haag,
126 Millionen US-Dollar ausbezahlt wurden. Nach
Beendigung des Krieges wurde aber eine Summe
von 1,3 Milliarden zugesichert, die aber in
Form von Krediten ausbezahlt werden würde.
350 Milliarden haben sie der BR Jugoslawien
durch Krieg und Zerstörung weggenommen und 126
Millionen hat die jugoslawische Regierung
bisher an Kreditgeldern bekommen: ein
schlechter Tausch. Der Zusammenbruch des
Musterlands des Währungsfonds und der Weltbank,
Argentinien, hat die Gefahr der Schuldenfalle
gezeigt, in die sie Jugoslawien hineinhetzen.
Innerhalb kürzester Zeit hat sich das Land
schwer verschulden müssen, doch jeder Dollar
wird mehrfach zurückgezahlt werden - denn dem
Westen geht es nicht um Entwicklung, sondern
einzig um seine Profite.
In den Kriegen der USA und der Nato werden die
neuesten Waffen und andere Technologien zum
Einsatz gebracht. Ihr Wesen aber ist den
vorausgegangenen Weltordnungskriegen gleich:
den Gegner bis zur Kampf- und
Handlungsunfähigkeit zu schwächen, um über ihn
das Diktat ausüben zu können sowie die
Kontrolle über Ressourcen und Territorien zu
erringen.

Die Waffen nieder, die Truppen raus aus dem
Balkan und weltweit, es ist genug!




Subject: 24. März - Gedenkkundgebung des
Nato-Angriffskrieges gegen Jugoslawien
Date: Sat, 26 Jan 2002 12:28:39 +0100
From: joesb@...


78 Tage NATOnalismus in Jugoslawien - und noch
kein bisschen leiser!

Jugoslawien war das einzige Land auf dem
Balkan, das seinen Weg alleine gehen wollte und
sich westlicher Integration und westlichen
Koalitionen nicht anzuschließen gedachte. Wie
üblich wurde es zum Schurkenstaat gestempelt,
bevor modernste konventionelle
Vernichtungsmittel gegen die BR Jugoslawien zum
Einsatz kamen. Bilanz? In 78 Kriegstagen
zerstörten die USA und die Nato das Lebenswerk
einer ganzen Generation: mehr als ein Drittel
des lndustriepotentials, 100 Brücken, unzählige
soziale, medizinische, Verkehrs-, Informations-
und Bildungseinrichtungen. In Kosovo-Metochien
wurden seit 1999, seitdem der Krieg beendet und
die UCK angeblich entwaffnet wurde, 50.000
Häuser dem Erdboden gleich gemacht, 40
Friedhöfe wurden mit Bulldozern niedergewalzt,
500 Denkmäler wurden absichtlich beschädigt
oder abgerissen. Und über 100 Klöster und
Kirchen, teilweise aus dem 13. Und 14.
Jahrhundert, wurden einfach beraubt, entweiht,
gesprengt und letztendlich abgetragen.

An die 3.000 jugoslawischen Zivilisten wurden
durch die Bombardierungen getötet und 360.000
Serben und Nicht-Albaner wurden vertrieben.
Seit dem Einmarsch der KFOR 1999 wurden unter
ihrem ?Schutz? 4.000 Serben und andere Bürger
nicht-albanischer Nationalität entführt, über
1.000 Menschen wurden ermordet, von 1.300
Serben fehlt jede Spur, sie werden vermisst.
Der erste Tag der Bombardierung hat 72.086.625
Euro gekostet. Allein die Zerstörung der
petro-chemischen Industrie in Pancevo hat
74.687.449 Euro gekostet. Insgesamt betrugen
die Kosten des Krieges in Jugoslawien 350
Milliarden Dollar. Von Reparationszahlungen ist
nach wie vor keine Rede, stattdessen wird
Serbiens Industrie entnationalisiert und zu
Billigpreisen ausverkauft. Der Internationale
Währungsfond und die Weltbank haben aber dafür
einen Kreditrahmen von 252 Millionen USD
versichert, von dem aber bis jetzt, also drei
Jahre später und trotz Auslieferung Slobodan
Milosevics an Den Haag, 126 Millionen US-Dollar
ausbezahlt wurden. Nach Beendigung des Krieges
wurde aber eine Summe von 1,3 Milliarden
zugesichert, die aber in Form von Krediten
ausbezahlt werden würde.
350 Milliarden haben sie der BR Jugoslawien
durch Krieg und Zerstörung weggenommen und 126
Millionen hat die jugoslawische Regierung
bisher an Kreditgeldern bekommen: ein
schlechter Tausch. Dazu kommt aber noch, dass
Jugoslawien jetzt schon mit 140 %
Auslandsschulden des Bruttosozialprodukts eines
der meistverschuldeten Länder der Welt ist;
durch diese enormen Kredite wird es nur noch
ärmer werden . siehe Argentinien.
In den Kriegen der USA und der Nato werden die
neuesten Waffen und andere Technologien zum
Einsatz gebracht. Ihr Wesen aber ist den
vorausgegangenen Weltordnungskriegen gleich:
den Gegner bis zur Kampf- und
Handlungsunfähigkeit zu schwächen, um über ihn
das Diktat ausüben zu können sowie die
Kontrolle über Ressourcen und Territorien zu
erringen.

Die Waffen nieder, die Truppen raus aus dem
Balkanraum und weltweit, es ist genug!

Wir gedenken der Todesopfer des
Nato-Angriffkrieges in Jugoslawien 1999 und
aller künftigen Todesopfer der kommenden
Nato-Kriege.

Gedenkkundgebung
24. März - dem Angriffstag der Nato auf
Jugolawien
18 Uhr Stephansplatz, 1010 Wien


**************************************
Jugoslawisch Österreichische
Solidaritätsbewegung JÖSB
PF 217
A-1040 Wien
Tel&Fax: (+43 1) 924 31 61
joesb@...
http://www.vorstadtzentrum.net/joesb
**************************************


===*===


http://www.jungewelt.de/2002/03-19/012.php

Inland
Michael Klarmann

Kulturkampf für den Frieden

Dritte Aachener Friedenstage erinnern an
NATO-Angriff auf Jugoslawien

Anläßlich des sich am 24. März jährenden
Angriffs der NATO auf die Republik
Jugoslawien beginnen am Donnerstag die 3.
Aachener Friedenstage. Die
Veranstaltungsreihe versucht »Kunst als
Grundform der inneren
Konfliktbearbeitung« in den Mittelpunkt zu
stellen. Auftakt ist am 21. März
Jürgen Elsässers Vortrag »Make love and war -
Wie Grüne und 68er die
Republik verändern« im »Che-Haus«. Aachens
Antikriegsbündnis erinnert am
Sonnabend mit einer Mahnwache in der Innenstadt
an den Kriegsbeginn.

Entstanden sind die Aktionstage, so Gerhard
Diefenbach, Vorsitzender des
Aachener Friedenspreis e.V., als sich das von
SPD und Grünen
regierte »Deutschland 1999 zum ersten Mal nach
60 Jahren wieder direkt an
einem Krieg beteiligte« und man darüber
»entsetzt« war. Junge Aachener
Künstler regten daraufhin an, mit
»Diskussionsforen, Filmen und kulturellen
Veranstaltungen über Krieg, seine Ursachen und
Hintergründe aufzuklären«.
Die dramatische internationale Entwicklung, so
Diefenbach, mache das heute
notwendiger denn je.

* http://www.comlink.apc.org/
aachener-friedenspreis

E' finalmente pronta la versione sottotitolata in italiano di tre
cortometraggi, inediti in Italia, sui crimini di NATO ed UCK in
Kosovo-Metohija e Serbia meridionale.

I filmati sono in parte basati su immagini della TV americana ARTN e
della britannica REUTERS TV. Si noti che in Italia non e' finora
circolata nessuna documentazione video sulle stragi compiute da NATO/UCK
in Kosmet dopo la occupazione (giugno 1999). I filmati sono consigliati
per la proiezione nell'ambito delle iniziative per il terzo anniversario
dell'inizio dei bombardamenti.

Titoli dei tre cortometraggi:

"PAPA', DOVE DORMIREMO DI SERA?"
sugli effetti del bombardamento della cittadina rurale di Aleksinac

KOSOVO - IL LUOGO DEL DELITTO
immagini della provincia dopo l'arrivo della KFOR

C'ERA UNA VOLTA LA FATTORIA GARIC
"...tra Djakovica e Decani, la casa dei Garic era l'unico focolare
serbo rimasto..."
primo premio al Festival del cortometraggio di Belgrado, giugno 2000

produzione RF di Jugoslavia, 1999-2000

Per il lavoro di sottotitolazione il CNJ deve sostenere un costo non
indifferente, pertanto chiediamo alle realta' locali che vogliono avere
le prime copie del video una sottoscrizione adeguata.

PER ORDINARE IL VIDEO INVIARE UN FAX AL NUMERO: 06-4828957
indicando l'indirizzo al quale spedire la cassetta e le modalita' con
cui viene effettuato il versamento.

Ricordiamo che per i versamenti a favore del CNJ e' stato aperto il
seguente conto postale:

Conto Bancoposta n.73542037 (ABI 07601 CAB 03200 CIN N)
intestato a Gallucci E. e Pavicevac I., Roma

Posledice ratnih razaranja na ekosisteme Fruske gore

Opustoseno 10.000 hektara sume

> http://www.danas.co.yu/images/null.gif

Novi Sad - Nacionalni park Fruska gora je podrucje koje je
najintenzivnije bombardovano u Srbiji za vreme NATO agresije, kaze
biolog Vida Stojsic, prezentujuci na nedavnoj tribini koju su
organizovali Zavod za zastitu prirode Srbije i Ekoloski pokret Novog
Sada, video materijal i rad strucnih ekipa, nastao nakon dvogodisnjeg
posmatranja ostecenog terena.
U periodu od 4.aprila do 8.juna 1999. godine na Frusku goru baceno
je 300 do 500 razornih bombi i dva kontejnera kasetnih bombi, a dosad
su
evidentirana i 103 kratera od bombi, iznosi Stojsic i dodaje da je od
25.000 hektara parka devastirano oko 10.000 hektara, pri cemu je na
podrucju od 13 hektara potpuno unisten zivi svet, stvaran hiljadama
godina.
Stradale stoletne bukove i hrastove sume, ali i retke botanicke
vrste, kao sto su orhideje, sase i jedrenka, a ugrozen je i pticji
svet.
Unistena su gnezdista orla krstasa, najredje vrste u Srbiji, koja je
na
Fruskoj gori imala tri gnezda.
Podrucja koja su najvise stradala u bombardovanju su Iriski venac,
Paragovo, Crveni cot, Duboca, Ravne i Kraljeve stolice. Najvise je
unisten prostor oko TV tornja i centra za rekreaciju Elektrovojvodine.
Tu je pronadjeno 10 kratera, a stradala je suma hrasta kitnjaka i
graba
stara 117 godina. U prolece 2000. godine strucne ekipe su pokusale
sadnjom da obnove sume, ali se zbog suse primilo samo 50 odsto
sadnica,
kaze Stojsiceva i dodaje da je u toku obnova turisticko-rekreativnog
centra na tom terenu.
Na Dubocasu su evidentirana 34 kratera, a bombe su unistile oko 4
hektara zbunja i drveca. Na Kraljevim stolicama je ogroman krater
velicine 15x15 metra, a unistena je retka suma hrasta kitnjaka stara
112
godina. Pokusana je obnova, ali to vrlo tesko ide. Strucne ekipe su
ocenile da je potrebno saditi pionirske vrste drveca, medju kojima je
breza najpogodnija. Na Iriskom vencu stabla su unakazena od kasetnih
bombi, a krosnje su unistene na visini od osam do 10 metara. Za vreme
sanacije su posecena sva ostecena stabla, a secina je ostavljena zbog
spontanog obnavljanja, sto je dalo rezultate - pojavili su se novi
izdanci srebrne lipe, graba i bagrema.
Krajem prosle zime zbog mnogo snega, padala su stabla na
podrucjima
koja su najvise bombardovana. Izvaljena su stabla bukve i lipe, a
steta
se procenjuje na oko 3.000 kubika. Kao posledica toga doslo je do
erozije zemljista, narocito u dubokim jarugama Strazilova, Kalinog
potoka, Skevine jame na Kraljevim stolicama, Rakovcu na Dubocasu i
Hajduckom bregu na Crvenom cotu.
Vida Stosic tvrdi da sumsko voce i bilje nije bilo zatrovano, i da
su radioaktivni stroncijum pronasli samo u gljivama.
Nakon utvrdjene stete, ekipe Zavoda za zastitu Srbije i
Nacionalnog
parka Fruske gore uradile su projekat sanacije i revitalizacije suma,
kojima rukovodi inz. Branko Kovacevic. Do sada su zatrpani svi
pronadjeni krateri. U toku je sanacija i priprema zemljista za
rekultivaciju. Zakljuceno je da je na nekim terenima moguce
samoobnavljanje suma graba, bukve i lipe, dok je za najugrozenije
terene, poput Kraljevih stolica, potrebna dugogodisnja intervencija,
odnosno sadnja drveca, od kojih je najpogodnija breza.
Nikola Aleksic, predsednik Ekoloskog pokreta grada Novog Sada,
dodao
je da veliku stetu parku nanose i neplanske sece, te je zbog toga
organizovano stanovnistvo fruskogorskih naselja da dezura i brani sume
od toga.
N. Lalic - Jankov

http://www.danas.co.yu/

> http://www.ansa.it/balcani/jugoslavia/20020315200932162562.html

JUGOSLAVIA: 'SPY STORY' A BELGRADO, ARRESTATO VICEPREMIER

(ANSA) - BELGRADO, 15 MAR - Si e' guadagnato la stima dei suoi
concittadini grazie al coraggio con cui, unico fra i vertici
militari del pasato regime, si e' opposto all'avventura militare
di Slobodan Milosevic in Kosovo: ora l'ex capo di stato maggiore e
attuale vicepremier serbo Momcilo Perisic rischia l'accusa piu'
infamante per un ex militare, quella di spionaggio a favore di altri
paesi. Perisic e' stato arrestato la notte scorsa da agenti
in borghese, secondo l'agenzia Beta. Fonti del Dos, la coalizione
democratica al potere in Serbia, hanno detto al quotidiano 'Danas'
in edicola domani che l'ordine di arresto e' stato dato dal
consigliere per la sicurezza del presidente federale Vojislav
Kostunica, Rade Bulatovic, ed eseguito da militari. La stessa sera, un
funzionario dell'ambasciata americana che stando a radio B-92
segue le vicende del Tribunale penale internazionale, e' stato
arrestato in un ristorante della capitale ''mentre era in compagnia
di un alto funzionario del governo serbo'', hanno informato i
portavoce della sede diplomatica Usa a Belgrado annunciando una
protesta formale. I portavoce non hanno precisato se il
funzionario serbo fosse Perisic ne' hanno fornito altri dettagli,
a parte il fatto che l'americano e' stato trattenuto per 15 ore e
malmenato. Secondo 'Danas', del cui articolo l'agenzia Beta pubblica
un estratto, addosso al funzionario Usa e' stata trovata una
cassetta contenente la registrazione di una seduta dello stato
maggiore convocata dal comandante Nebojisa Pavkovic. Perisic e'
stato accompagnato oggi da quattro automobili della polizia
militare nella sede del governo, tanto che si e' parlato di una sua
liberazione. Ma pare che non sia andata cosi' e che il vicepremier sia
per lo meno agli arresti domiciliari, dato che le forze armate
affermano di tenerlo ''sotto controllo'' e che i suoi avvocati
hanno protestato per una ''detenzione illegale che dura da oltre 20
ore''. Il partito di Perisic, il Movimento per una Serbia democratica,
ha duramente condannato l'arresto chiedendo l'immediata
liberazione del suo leader. Il governo serbo e' stato altrettanto
fermo, anche se piu' cauto: ha parlato di ''illogicita' e omissioni
nell'attivita' dei servizi militari''. Perisic e' stato condannato
a 20 anni di reclusione in contumacia a Zagabria per il bombardamento
di Zara del 1991, quando era comandante della zona. Nel novembre
del 1998 ha ingaggiato una polemica con Milosevic sulla guerra
kosovara, e' stato cacciato da capo di stato maggiore e ha fondato
il suo partito aderendo all'opposizione democratica e al Dos.
Alcuni media inquadrano la misteriosa accusa di spionaggio nei
confronti di Perisic nella lunga telenovela del braccio di ferro fra
Kostunica, che controlla l'esercito, e il premier serbo Zoran
Djindjic che guida l'esecutivo serbo e ha l'appoggio della polizia.
(ANSA). OT
15/03/2002 20:09

> http://www.ansa.it/balcani/jugoslavia/20020315222532162680.html

JUGOSLAVIA: DIPLOMATICO FERMATO, 'ENERGICA' PROTESTA USA

(ANSA) - WASHINGTON, 15 MAR - Gli Stati Uniti si sono detti
oggi ''indignati'' per la detenzione e il maltrattamento di un
diplomatico americano Belgrado da parte della polizia militare
jugoslava. Il diplomatico stava cenando in un ristorante della capitale
jugoslava con il vice-primo ministro Momcilo Perisic quando gli
agenti militari hanno fatto irruzione nel locale, malmenando i due
uomini e trascinandoli poi in un luogo sconosciuto, dove sono
rimasti segregati per 15 ore. ''Un funzionario dell'ambasciata
americana che si e' incontrato con Perisic in un ristorante
pubblico, e' stato arbitrariamente arrestato, aggredito fisicamente,
detenuto e isolato dal mondo per 15 ore da ufficiali militari'',
ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, Richard Boucher. Il
diplomatico e' stato alla fine rilasciato e condotto all'ambasciata
senza avere avuto bisogno di cure mediche. ''Gli Stati Uniti sono
indignati per questa detenzione ingiustificata di un diplomatico
statunitense'', ha detto il portavoce, rendendo noto che
Washington ha protestato ''energicamente'' presso le autorita' di
Belgrade e la presidenza jugoslava. Boucher ha espresso la
preoccupazione di Washington non solo per la detenzione del
diplomatico, ma anche per quella di ''un dirigente eletto del governo
civile jugoslavo''. Secondo una fonte anonima, l'obiettivo
dell'operazione della polizia militare era proprio Perisic, ex capo
di stato maggiore dell'esercito licenziato dall'ex presidente Slobodan
Milosevic in seguito alle sue critiche alla politica di Belgrado in
Kosovo. (ANSA). FS
15/03/2002 22:25

> http://www.ansa.it/balcani/jugoslavia/20020316172032163090.html

JUGOSLAVIA: RILASCIATO VICEPREMIER SOSPETTATO SPIONAGGIO

(ANSA-AFP-REUTERS) - BELGRADO, 16 MAR - Il viceprimo ministro
serbo Momcilo Perisic, arrestato giovedi' notte a
Belgrado assieme a un diplomatico americano per sospetto di
''spionaggio e rivelazione di segreti militari'' - iniziativa che ha
provocato polemiche tra le autorita' di Belgrado e una irata
reazione di Washington - e' stato rilasciato oggi dalla magistratura
militare. Perisic e' uscito dal tribunale militare nel primo pomeriggio
e si e' allontanato su un'auto in compagnia del figlio Igor, senza
rilasciare dichiarazioni. Il tribunale militare ha annunciato, in un
comunicato diffuso dall'agenzia Tanjug, di aver rilasciato Perisic - un
ex generale gia' capo di stato maggiore dell'esercito jugoslavo -
e altri due uomini, che erano stati arrestati assieme a lui e al
diplomatico statunitense dai servizi di informazione dell' esercito in
un ristorante della capitale. Il diplomatico era stato liberato ieri,
dopo 15 ore di detenzione. Nel comunicato, il tribunale precisa che,
in seguito all' interrogatorio, il giudice istruttore ha concluso
che ''non c' erano basi giuridiche'' perche' la detenzione dei tre
venisse prolungata ''in questa fase della procedura''. Il procuratore
militare - aggiunge il tribunale - decidera' sul seguito da dare al
procedimento giudiziario, sul quale nello stadio attuale ''non e'
possibile comunicare altri fatti ed elementi'' a causa del segreto
istruttorio. Raggiunto dall'agenzia Beta, Perisic ha confermato di
essere stato rilasciato e ha detto di ''non sentirsi colpevole'', ma
di non poter dire ''niente di piu'''. Il presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica aveva dichiarato stamani di essere ''pronto a fare di tutto
per stabilire l' intera verita''' sugli arresti, prospettando una
convocazione del Consiglio supremo dell'esercito, pur aggiungendo
di ritenere che ''la legalita' della procedura di arresto non
dovrebbe essere messa in discussione''. Kostunica aveva definito
la vicenda ''assai delicata, considerate le nostre relazioni delicate
con gli Stati Uniti''. Kostunica, che e' anche comandante supremo
delle Forze armate jugoslave, si era incontrato ieri sera con il
procuratore militare e con il capo dei servizi di informazione
dell' esercito, generale Aca Tomic. Gli Stati Uniti hanno protestato,
dicendosi ''indignati'' per la ''detenzione ingiustificata'' del
loro diplomatico. Il primo ministro serbo Zoran Djindic ha accusato la
dirigenza militare jugoslava di aver fabbricato ad arte uno scandalo
per imbarazzare il Paese, sostenendo che i servizi di
informazione militari, che non avrebbero informato degli arresti ne'
i superiori ne' le autorita' politiche, sono fuori controllo. La
vicenda ha esacerbato la tensione tra il governo Djindjic, riformista
filo-occidentale, e Kostunica, un nazionalista moderato. Il
giornale 'Danas', senza citare fonti, ha scritto che nella '24 ore'
del diplomatico sono state trovate registrazioni audio di riunioni
svoltesi allo stato maggiore dell'esercito. Secondo il ministro
dell'Interno serbo Dusan Mihajlovic, il diplomatico - identificato come
John David Neighbor, primo segretario d'ambasciata - ha detto che
il nastro e' stato messo a sua insaputa nella valigetta.
(ANSA-AFP-REUTERS). DIG
16/03/2002 17:20

> http://www.ansa.it/balcani/jugoslavia/20020316201432163242.html

JUGOSLAVIA: RILASCIO PERISIC, ESERCITO RIBADISCE ACCUSE

(ANSA-AFP-REUTERS) - BELGRADO, 16 MAR - Le Forze armate jugoslave
hanno difeso l'arresto del vicepremier serbo Momcilo Perisic - poi
rilasciato oggi pomeriggio dopo quasi 48 ore di detenzione -
accusandolo di aver consegnato allo straniero documenti segreti,
mentre il ministro degli Esteri Goran Svilanovic si e' scusato con
gli Stati Uniti per la vicenda. In un comunicato citato dall'agenzia
Tanjug, lo stato maggiore del'esercito afferma che i servizi di
informazione militari hanno proceduto agli arresti dopo aver seguito,
''per un lungo periodo'', le attivita' del colonnello Miodrag Sekulic,
uno dei fermati. Questi ''offriva senza autorizzazione'' documenti
militari segreti a Perisic, che a sua volta ''aveva consegnato alcuni
di questi (...) a un cittadino straniero''. ''Durante una di queste
azioni, il 14 marzo alle 19:35, gli organi di sicurezza dell'esercito
jugoslavo hanno interrotto tale attivita' illegale'', aggiunge lo
stato maggiore. Quanto ai rapporti con Washington, inaspriti dalla
vicenda, il ministro degli Esteri Goran Svilanovic ha detto alla
radio B-92: ''Ho espresso (all'ambasciatore americano William
Montgomery) le mie scuse personali e quelle del governo jugoslavo
per la procedura contro il diplomatico americano''. Alcuni mezzi
di informazione belgradesi hanno avanzato l' ipotesi che i documenti
asseritamente sequestrati al diplomatico fossero prove contro l'ex
presidente Slobodan Milosevic, sotto processo all'Aja davanti al
Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (Tpi) per genocidio,
crimini di guerra e contro l'umanita'. Tra due settimane, inoltre - il
31 marzo - scade il termine entro il quale, secondo il Congresso degli
Stati Uniti, le autorita' di Belgrado devono consegnare altri
sospettati e dimostrare concretamente la loro cooperazione con il
Tpi, pena la cessazione degli aiuti finanziari Usa. Secondo Ivan
Jankovic, giurista e presidente del Centro di azione anti-guerra di
Belgrado, dietro la vicenda ci sarebbe il tentativo di ambienti
militari di ostacolare la giustizia internazionale. ''I servizi
segreti hanno guidato questo Paese per decenni e ora non vogliono
perdere la loro posizione. Sono pronti a tutto e anche capaci di
causare un incidente internazionale'', ha detto Jankovic all'agenzia
Reuters. Momcilo Perisic e' stato capo di stato maggiore dell'esercito
jugoslavo dal 1994 al novembre 1998, quando Milosevic lo
destitui' dopo le sue critiche sull'operato delle forze serbe in
Kosovo. Il generale fondo' quindi un suo partito, che si uni' alla
coalizione che rovescio' Milosevic nell'ottobre 2000. Nel gennaio
2001 fu nominato viceprimo ministro del governo serbo,
incaricato delle questioni di sicurezza. (ANSA-AFP-REUTERS). DIG
16/03/2002 20:14


>http://www.stratfor.com/fib/topStory_view.php?ID=203509
>
>Serb Arrest Points to Coup Against Djindjic
> 16 March 2002
> Summary
>
>Yugoslav military security service personnel arrested
>Serbian Deputy Prime Minister Momcilo Perisic March 14 on charges of
>espionage. The move was likely part of an effort by Serb
>nationalists to depose pro-Western Serbian Prime
>Minister Zoran Djindjic. Djindjic will probably be able
>to foil the plot, if he can survive the weekend.

> http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020304195132151676.html

BOSNIA: KARADZIC, FRANCIA ''DUBBI INAMMISSIBILI''

(ANSA) - PARIGI, 4 MAR - La Francia ha definito oggi ''intollerabile
ed inammissibile'' che si rimetta in discussione la sua volonta'
di arrestare Radovan Karadzic, in riferimento alle accuse della stampa
tedesca secondo le quali il tentativo di arrestare l'ex dirigente
serbo bosniaco e' fallito per colpa di un ufficiale francese. ''Tutto
cio' che mira a mettere in questione la nostra volonta' e la nostra
determinazione su questo tema e' intollerabile e inammissibile'', ha
detto il portavoce del ministero degli esteri, Francois Rivasseau. Il
presidente Chirac, ha ricordato, aveva espresso giovedi il suo
''profondo rincrescimento'' per la mancata cattura di Radadzic,
dicendosi certo che ''la prossima volta ci si riuscira'''. (ANSA). TA
04/03/2002 19:51

> http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020304190232151590.html

BOSNIA: KARADZIC, FRANCESI DI NUOVO SOTTO ACCUSA /ANSA

(ANSA) - SARAJEVO, 4 MAR - La tradizionale devozione alla causa serba
della Francia di Francois Mitterrand al tempo della
guerra in Bosnia (1992-95) sarebbe ancora viva e un ufficiale
francese sarebbe all'origine del fallimento dell'operazione lanciata
giovedi' scorso dalla Forza Nato in Bosnia (Sfor) per catturare
l'ex leader serbobosniaco Radovan Karadzic. Le accuse vengono da
un diplomatico americano citato da un quotidiano tedesco, secondo
cui una conversazione telefonica tra un ufficiale francese e un
funzionario della polizia di Foca avrebbe vanificato l'azione della
Sfor nei dintorni della citta'. Non e' la prima volta che i francesi
vengono accusati di proteggere Karadzic che - in questo tutte le
fonti concordano - in oltre sei anni di latitanza si e' sempre
spostato all'interno dell'area di competenza della Divisione francese,
che comprende anche la zona di Foca. Il caso piu' clamoroso
risale all'estate del 1997 quando si susseguivano con insistenza
le voci circa un'imminente operazione di cattura del ricercato
eccellente, ma i piani - secondo le accuse della stampa americana -
furono abbandonati perche' rivelati a Karadzic dal maggiore
Herve' Gourmelon, immediatamente rimpatriato. Che Gourmelon - prima
portavoce dell'Onu durante la guerra poi come ufficiale di
collegamento con la Sfor - fosse filoserbo era notizia di pubblico
dominio a Sarajevo. E anche che fosse diventato col tempo
intimo di Karadzic e dei suoi consiglieri. Parigi, pero', respinse
le accuse di sabotaggio dei piani Nato ma dovette ammettere che con
i sospetti criminali di guerra aveva avuto ''relazioni che sono
potute sembrare discutibili''. Per sottolineare i tradizionali legami
franco-serbi si ricordano in particolare due episodi. Nel giugno
1992 la visita a sorpresa di Mitterand a Sarajevo, da tre mesi
assediata, fa allontanare il pericolo di un intervento di forza
dell'occidente contro i serbi. Nel novembre 1998 un ufficiale distaccato
alla Nato di Bruxelles, Pierre Bunel, ricalca la celebre frase
dell'ormai defunto presidente - finche' vivro' la Francia non fara' la
guerra alla Serbia - passando a Belgrado i piani d'intervento
dell'Alleanza sul Kosovo nel caso non avesse ritirato le truppe dalla
provincia. Oggi a Sarajevo, la Sfor ha smentito una qualsiasi fuga
di notizie relativa all'operazione di giovedi' scorso nei dintorni di
Foca e comunque, secondo fonti diplomatiche occidentali, l'operazione
non sarebbe stata lanciata per la cattura di Karadzic ma
come forma di pressione per indurlo a consegnarsi spontaneamente,
evitando scontri e il pericolo di spargimenti di sangue. Lo
confermano, secondo le stesse fonti, le modalita' con cui l'azione
e' stata condotta: la platealita' e la grande visibilita' di uomini e
mezzi blindati, carri armati ed elicotteri, le perquisizioni porta a
porta di interi villaggi, tutto si differenzia da precedenti operazioni
di
cattura dei sospetti criminali di guerra: Momcilo Krajisnik fu sorpreso
nel sonno alle tre di mattina nella casa dei genitori a Pale da
commando che lo portarono via in pochissimo tempo e prima che la
popolazione locale se ne potesse accorgere. (ANSA) COR*VD
04/03/2002 19:02

> http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020304163232151277.html

BOSNIA: KARADZIC; NATO, SOLO SPECULAZIONI SU 'FUGA NOTIZIE'

(ANSA) - BRUXELLES, 4 MAR - ''Sono pure speculazioni, non c'e'
alcuna prova a nostra conoscenza per corroborarle'': lo ha
affermato questo pomeriggio a Bruxelles il segretario Nato George
Robertson, dopo le informazioni riportate da diversi organi di
stampa circa una presunta fuga di notizie durante le operazioni
lanciate nei giorni scorsi in Bosnia dalla Sfor per cercare di catturare
Radovan Karadzic. Al termine di un colloquio con il comandante
supremo delle forze Nato in Europa, il generale Usa Joseph
Ralston, Robertson ha dichiarato che ''le notizie riportate dalla
stampa oggi circa una fuga di notizie verso le autorita'
serbo-bosniache sul raid di Celebici sono pure speculazioni:
non c'e' alcuna prova a nostra conoscenza per corroborarle''. Stando
al capo della missione di osservatori diplomatici Usa in Kosovo,
Shaun Byrnes, citato dal quotidiano tedesco 'Hamburger
Abendblatt', un ufficiale francese della Sfor, in una telefonata
con un ufficiale della polizia serbo-bosniaca, avrebbe dato
informazioni sull'operazione in corso contro Karadzic. Fonti Nato
avevano indicato questa mattina che la Sfor stava ''verificando le
informazioni di stampa'' sulla vicenda. (ANSA). CEF
04/03/2002 16:32

> http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020304131632150940.html

BOSNIA: KARADZIC, VERIFICA NATO SU PRESUNTA 'FUGA NOTIZIE'

(ANSA) - BRUXELLES, 4 MAR - La Sfor, la forza di pace a guida
Nato in Bosnia, ''sta verificando le informazioni di stampa'' su
una presunta fuga di notizie durante le operazioni lanciate la
settimana scorsa per tentare di catturare l'ex-leader serbo- bosniaco
Radovan Karadzic, ricercato dal Tribunale dell'Aja per crimini di
guerra nella ex Jugoslavia (Tpi). Lo hanno indicato oggi a Bruxelles
fonti alleate. ''Stiamo verficando: per ora ci sono solo notizie
di stampa. Se opportuno, sara' avviata poi una inchiesta'' hanno
precisato le fonti. Stando al capo della missione di osservatori
diplomatici Usa in Kosovo, Shaun Byrnes, citato dal quotidiano
tedesco 'Hamburger Abendblatt', un ufficiale francese della Sfor,
in una telefonata con un ufficiale della polizia serbo-bosniaca,
avrebbe dato informazioni sull'operazione in corso contro Karadzic.
(ANSA). CEF
04/03/2002 13:16

> http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020303214332150652.html

BOSNIA: KARADZIC; CATTURA FALLITA PER TELEFONATA, FONTE USA

(ANSA-AFP) - AMBURGO (GERMANIA), 3 MAR - Un ufficiale francese e'
all'origine del fallimento dell'operazione lanciata
giovedi' scorso dalla Forza Nato in Bosnia (Sfor) per catturare
l'ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic, secondo un
diplomatico americano citato dal quotidiano tedesco 'Hamburger
Abendblatt' in edicola domani. ''Un ufficiale francese ha vanificato
l'azione'', ha detto al giornale Shaun Byrnes, capo della missione
degli osservatori diplomatici statunitensi in Kosovo. Un altro
diplomatico di un Paese dell'Europa occidentale (non identificato)
che partecipa alla Sfor ha spiegato al quotidiano amburghese che
un ufficiale francese aveva parlato per telefono, alle 6:26 di
giovedi' mattina, con un ufficiale superiore della polizia
serbo-bosniaca
a Foca. Secondo quella che viene presentata come l'intercettazione
fatta da uno dei Paesi della Sfor - come avviene per tutte le
conversazioni telefoniche attraverso cellulari - l'ufficiale serbo
avrebbe chiesto al suo interlocutore: ''Che succede? Perche' la Sfor
sta pattugliando qui tutta la notte?''. L' ufficiale francese avrebbe
risposto: ''Foca e dintorni sono sempre interessanti per noi, oggi
in particolare''. ''Perche?'', avrebbe chiesto il serbo. ''E' noto
a tutti'', avrebbe replicato il francese. Due successive operazioni
lanciate dalla Forza di stabilizzazione Nato in Bosnia giovedi'
e venerdi' - presso la localita' di Celebici, non lontano dalla
frontiera
con il Montenegro - sono fallite. La ricerca dell'ex leader politico
dei serbi di Bosnia e' ''tuttora in corso'', ha detto oggi un
portavoce della Sfor, senza fornire particolari. Karadzic e' ricercato
dal Tribunale penale internazionale dell'Aja sulla ex Jugoslavia
(Tpi), che lo accusa di genocidio e crimini di guerra per il conflitto
in Bosnia (1992-95). (ANSA- AFP). DIG
03/03/2002 21:43

> http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020228194132148218.html

BOSNIA: COLPO A VUOTO DELLA NATO CONTRO KARADZIC / ANSA

(ANSA) - SARAJEVO, 28 FEB - E' fallita questa mattina un'operazione
lanciata dalla Nato nel sud est della Bosnia per la cattura
di Radovan Karadzic, ricercato dal Tribunale penale internazionale
per genocidio e crimini contro l'umanita'.
Dopo una segnalazione di intelligence, le truppe della Sfor, in
prevalenza americane, hanno compiuto una massiccia incursione nel
villaggio di Celebici (nella Republika Srpska), ma poi hanno dovuto
ammettere che ''Karadzic non e' stato trovato in quella localita'''
e accontentarsi del sequestro di armi in tre depositi illegali.
Nonostante in passato siano circolate voci di analoghe fallite
azioni, e' la prima volta che la Forza di stabilizzazione della Nato
(Sfor) ammette di aver tentato di catturare l'ex leader serbo
bosniaco, latitante da oltre sei anni. Anche se non riuscita - ha detto
la Sfor - l'operazione dimostra ''le capacita' e la determinazione
della Forza di pace per arrestare, con la forza se necessario, le
persone accusate di crimini di guerra''.
L'operazione e' scattata all'alba di oggi quando decine di blindati
hanno circondato Celebici, a est da Foca presso il confine
montenegrino, bloccando tutte le vie d'accesso, e dei commando si
sono calati dagli elicotteri nella frazione di Jecmenista. Sono
state interrotte le linee telefoniche, l'erogazione di energia
elettrica e verso le otto sono incominciate le perquisizioni, mentre
diversi
elicotteri sorvolavano la zona.
''Hanno perquisito 40 edifici - ha detto il premier serbo bosniaco
Mladen Ivanic, che ha protestato per il ''comportamento
violento'' della Forza di pace - in 18 dei quali sono entrati
usando l'esplosivo''.
Secondo le fonti locali, i soldati hanno fatto irruzione anche nella
chiesa di Celebici, e' stata chiusa la scuola e a tutta la popolazione
e' stato impedito di uscire dalle abitazioni.
Radovan Karadzic e il suo comandante militare Ratko Mladic sono
stati incriminati dal Tribunale dell'Aja (Tpi), per la prima volta,
nell'estate del 1995 con l'accusa di genocidio e crimini contro
l'umanita', ma per molto tempo, nonostante alcune voci, sembrava
mancare completamente la volonta' politica dell'occidente di
assicurarli alla giustizia.
Le pressioni per la cattura o la resa di Karadzic si sono intensificate
da quando e' iniziato il processo all'Aja all'ex presidente
jugoslavo Slobodan Milosevic. Nelle ultime settimane si sono susseguite
le voci circa i movimenti del ricercato eccellente proprio nel
sudest della Bosnia dove oggi si e' svolta l'operazione della Sfor,
in prossimita' di quel confine montenegrino che Karadzic
passerebbe di frequente per andare nel suo paese d'origine dove vivono
la madre e il fratello.
La comunita' internazionale e in particolare gli Stati Uniti stanno
cercando di tagliare i canali ''semi-ufficiali'' di finanziamento per la
sua scorta, e si sono intensificate le pressioni sulle autorita'
serbobosniache per la sua cattura e quella di altri venti ricercati
dalla
giustizia internazionale.
Analogamente sono aumentate le pressioni su Belgrado per l'arresto
di Mladic che - secondo le ripetute affermazioni del Tpi - vive
in Serbia sotto la protezione dell'esercito jugoslavo.
Ieri un settimanale serbobosniaco ha scritto di una ''ultima offerta''
a Karadzic, che gli sarebbe stata fatta due settimane fa
dall'amministrazione Usa e dal Tpi, di consegnarsi volontariamente
entro la fine di marzo in cambio di uno sconto sui capi d'accusa.
Poiche' Karadzic non avrebbe dato alcuna risposta, il giornale ha
annunciato ieri un'imminente tentativo di cattura da parte delle
teste di cuoio britanniche, sostenute da unita' speciali americane.
(ANSA) COR*VD
28/02/2002 19:41


THE TIMES LONDON

March 04, 2002

Phone trap for French 'traitor' who saved Karadzic
By Daniel McGrory

NATO chiefs are investigating claims that a French Army captain tipped
off
sympathisers of Radovan Karadzic that special forces were launching a
raid on his mountain hideout last week.
It is said that the betrayal by the French officer in a telephone call
to a
senior Bosnian policeman gave the war crimes suspect and his entourage
just
enough time to escape as US Special Forces were closing in.

British Intelligence reportedly monitored the conversation between the
French captain, who has not been named, and the senior police officer
based
in Foca, who passed on the warning immediately to one of Dr Karadzicâ??s
bodyguards.

As a Nato enquiry began yesterday, the role of some in the French
contingent
was under scrutiny amid longrunning allegations that officers with
pro-Serb
sympathies have compromised previous attempts to arrest the 57-year-old
former Bosnian Serb President, who is wanted on charges of genocide by
the
International Criminal Tribunal for the Former Yugoslavia in The Hague.

Last year a French Army officer was jailed for treason for passing Nato
secrets to the Serbs during the Kosovo War.

This latest accusation will cast further doubt on Natoâ??s ability to
capture Dr Karadzic and his wartime military commander, General Ratko
Mladic.

The French captain is alleged to have telephoned his Bosnian Serb ally
at
6.26am on Thursday morning, just as helicopters carrying the American
troops were taking off from their base at Tuzla and armoured vehicles
belonging to the Nato-led peacekeeping force were sealing off all routes
leading to Celebeci, where Dr Karadzic was said to have been hiding in a
lumber factory.

Security sources who have heard the brief conversation say that the
Bosnian
policeman sounds suprised and somewhat indignant at being telephoned so
early at home in Foca and asks the Frenchman, who he clearly knows:
â?¶What
do you want? Why are you calling me?â?» The captain, who is in Bosnia as
part
of the Sfor stabilisation force, quickly replies: â?¶You should pay
attention
to Foca.â?»

Clearly puzzled by the remark, the policeman asks why and is told:
"You know Foca is always of interest to us.â?»

The hilltop town, 40 miles southwest of the capital, Sarajevo, remains a
bastion of support for Dr Karadzic and others on the run from the war
crimes
tribunal. The former child pscyhiatrist is believed to regularly use
hideouts in Foca.

The Bosnian policeman is then heard muttering his thanks to the French
traitor and immediately telephones one of the leaders of Dr Karadzicâ??s
private army of bodyguards.

His entourage were staying just six miles away in Celebeci, a remote
hilltop village, where Intelligence sources say that Dr Karadzic and
around 80 of his staff and his armed minders had arrived late on Tuesday
night.

They had appeared in a fast-moving column of 4 x 4 vehicles, with Dr
Karadzic in a Range Rover with blacked-out windows. It is thought that
they had slipped across the border from his native Montenegro, where his
mother still lives and where he now spends most of his time.

A Nato spy in Celebeci reported â?¶eye contactâ?» with Dr Karadzic and
two hours before the helicopters took off on their mission there was
â?¶hard
Intelligenceâ?» that he had not moved.

The revelation that the police chief in Foca could so easily contact Dr
Karadzicâ??s camp is evidence of why Nato forces have repeatedly failed
to
bring the wartime leader to justice, with leaks within its own ranks and
collaboration with local security authorities.

Security sources say that after the tip-off, bodyguards pushed Dr
Karadzic
into one of three indentical vehicles, which set off in different
directions across mountain tracks as they were not sure how close Nato
troops had reached. Others stayed behind and there are reports of them
fighting a long battle with US Special Forces as they escaped through
the
forests.

One of Dr Karadzicâ??s senior bodyguards boasted at the weekend that
they were also able to monitor Natoâ??s radio transmissions, which
helped
them to pick which route to use for their leader. Western security
sources
doubt that claim and say that it was solely the treachery of the French
officer that was to blame.

For the past 48 hours Nato chiefs have been investigating the
intercepted
telephone call to decide if this was â?¶an accident or betrayalâ?». One
Nato source said: â?¶It could have been a courtesy call from the French
officer to warn a local police chief not to be surprised by the sight of
lots of Nato armour and the fact that a couple of minutes after this
call,
all the phones would be cut off as well as power and water.

"But after careful analysis it does seem this was betrayal. The
question we have to ask is why the officer did it and we stop it
happening
again.â?»

A Nato inquest was already under way after some in the alliance
criticised US military chiefs for taking so long to react to the tip-off
that Dr Karadzic was in Celebeci and then insisting that only American
troops should have the glory of making the capture.

Last night Nato would not say where the French suspect was being held
or what would be done with him.



+++ NATO-Offizier warnte Karadzic +++

BELGRAD, 4. März 2002. Der ehemalige Präsident der Republika
Srpska Radovan Karadzic wurde von einem NATO-Offizier vor
der Verhaftung gewarnt. Wie der enge Vertraute Karadzics
Miroslav Toholj erklärte, wurden die Sicherheitsleute von
Karadzic daraufhingewiesen, dass etwas geschehen sollte.
Darufhin wurde die notwendigen Massnahmen für die Sicherheit
Karadzics getroffen.

Toholj ist der Vizepräsident des Internationalen Komitees
zur Wahrheit über Radovan Karadzic.

TANJUG / AMSELFELD.COM




+++ Karadzic-Festnahme: Franzosen als Sündenbock der USA +++

LONDON, 9. März 2002. Die konservative britische Tageszeitung
"Guardian" berichtet, daß die USA absichtlich französische
Offiziere der Sabotage bei der versuchten Festnahme von Radovan
Karadzic beschuldigten. Unter Berufung auf Militärkreise wird
über die Empörung der Franzosen berichtet, die den Amerikanern
als Sündenbock für deren mißlungene Mission dienen sollten.

SRNA / AMSELFELD.COM

LA NATO - CHE AVEVA PROGRAMMATO L'ATTACCO ALLA RF
DI JUGOSLAVIA CON ALMENO UN ANNO DI ANTICIPO -
SMARRISCE CD-ROM CONTENENTE I PIANI PER LA AGGRESSIONE


Feature - Stern/Guardian report on lost NATO computer, March 2, 2002
Did NATO begin planning the bombing of Yugoslavia a year before it
actually happened?
Fascinating story about war in the electronic age. If true, none of
what you heard about the bombing was true...(Guardian Feb 21, 2002).

> http://www.guardian.co.uk/Archive/Article/0,4273,4360126,00.html

CD-rom of key Nato secrets feared sold

John Hooper in Berlin
Guardian

Thursday February 21, 2002


The United States military's European
Command last night appealed for the
return of a CD-rom said to be packed
with a wealth of secret military
information on the Balkans.
In a report to be published today, the
German magazine Stern said the disk had
turned up in a laptop computer auctioned
on the internet.
The details on the disk were apparently
compiled for Nato's bombing of Kosovo.
US European Command, based in Stuttgart,
said: "If someone says that they
have classified information, they should
safeguard that information and turn it in
to the appropriate authorities". It
would not say whether a CD was missing or an
investigation was planned.
Stern said the disk carried a "Nato secret"
classification. It suggested that
American forces were preparing for the
conflict almost a year before the first
bomb was dropped. Stern said the CD
contained plans, aerial photographs and
the geographical coordinates of 53
potential military targets in Serbia,
Montenegro and Bosnia-Herzegovina.
There were indications on the disk
that the data had been compiled between
April and September 1998, and that they
had been put on the CD in February
1999, the month before Nato began bombing.
The targeting of sites in Bosnia, a
Nato-friendly country, suggests a belief that
Slobodan Milosevic might have tried to
seize installations there.
The laptop containing the disk was
reportedly bought for just DM118 (£38) in
an internet auction by someone in Herten,
near Düsseldorf.
Stern said the seller, from Schweinfurt
in Bavaria, said he had bought the
computer in an army surplus sale.


Guardian Unlimited © Guardian Newspapers Limited 2002

Subject: [ML-YU] SRJ (translation)
Date: Fri, 15 Mar 2002 18:11:39 +0100 (CET)
From: Nemanja
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TRANSLATION:

Agreement about redefining relations between Serbia and
Montenegro, signed by Solana, Kostunica, Labus, Djindjic, Djukanovic and
Vujanovic, represents the end of FR Yugoslavia. It's very clear that
Yugoslav federation is being abolished by order of Western imperialists
due easier accomplishment of imperialist interests in this area.
The establishing of proimperialist puppet government with
Kostunica by counterrevolutionary coup d'etat on October 5th, was not
enough for Western bourgeoisie, but they also felt an urge to break FRY
as an core around which, the working class could reunite and create and
antiimperialist and antiglobalist country. Also, the signing of this
agreement exposed the true proimperialist nature of Kostunica's,
Djindjic's and Djukanovic's regime and their willingness to obey all
orders from western governments.
Marxists-leninists of Yugoslavia will never accept this shameful
decision of Western imperialists and domestic bourgeoisie, and will
continue it's struggle for yugoslav idea. First step in renewal of
socialist Yugoslavia should be struggle for overthrowing of
proimperialist regime of Kostunica, Djindjic and Djukanovic, as well as
the proimperialist bourgeois regimes of Slovenia, Croatia and Macedonia.
An firm struggle is also needed for expelling the NATO from Bosnia and
Herzegovina and from Kosovo, and for removal of quisling regimes
established by orders and with help of the West.
Imperialism maybe won a battle, but it's the reunited working
class of Yugoslavia who will win the war along with all the opressed and
exploited in the world.

DOWN WITH THE IMPERIALISM!
DOWN WITH THE GLOBALISM!
DOWN WITH THE REGIME OF KOSTUNICA, DJINDJIC AND DJUKANOVIC!
LONG LIVE YUGOSLAVIA!

G.V.

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From: goran vlajkovic
Date: Fri, 15 Mar 2002 06:00:45 -0800 (PST)
Subject: [ML-YU] SRJ

Sporazum o redefinisanju odnosa Srbije i Crne Gore
koji su potpisali
Solana,Kostunica,Labus,Djindjic,Djukanovic i
Vujanovic,predstavlja kraj SR Jugoslavije.Sasvim je
jasno da se jugoslovenska federacija ukida po nalogu
zapadnih imperijalista,radi laksih ostvarivanja
prljavih imperijalistickih interesa na ovim
prostorima.
Zapadnoj burzoaziji nije bilo dovoljno to sto je
kontrarevolucionarnim pucem na vlast u Beograd
5.oktobra,postavila marionetski proimperijalisticki
rezim na celu sa Kostunicom,vec je osetila potrebu da
razbije i SRJ,kao jezgro oko koga bi se u buducnosti
mogla okupiti jugoslovenska radnicka klasa,i stvoriti
drzava koja bi imala antiimperijalisticku i
antiglobalisticku vladu.Takodje potpisivanje ovog
sramnog sporazuma pokazuje i pravu proimperijalisticku
prirodu rezima Kostunice,Djindjica i Djukanovica,i
njihovu teznju da slusaju sve naloge imperijalistickih
zapadnih vlada.
Marksisti-lenjinisti Jugoslavije nece nikada
prihvatiti ovakvu sramnu odluku zapadnih imperijalista
i domace proimperijalisticke burzoazije,i nastavice
svoju borbu za jugoslovensku ideju.Prvi korak u obnovi
socijalisticke Jugoslavije treba da predstavlja bitka
za zbacivanje proimperijalistickih burzujskih rezima
Kostunice,Djindjica i Djukanovica,kao i
proimperijalistickih burzujskih rezima u
Sloveniji,Hrvatskoj i Makedoniji.Takodje je potrebno
povesti i odlucnu borbu za proterivanje NATO
okupatorskih trupa iz Bosne i Hercegovine i Kosova i
zbacivane sa vlasti kvislinskih rezima uspostavljenih
uz pomoc i po nalogu zapadnih imperijalista.
Imperijalizam je mozda dobio jednu bitku,ali ce rat
sigurno dobiti jugoslovenska radnicka klasa u
zajednickoj borbi sa svim potlacenim i eksploatisanim
u svetu.

DOLE IMPERIJALIZAM!
DOLE GLOBALIZAM!
DOLE REZIM KOSTUNICA,DJINDJIC,DJUKANOVIC!
ZIVELA JUGOSLAVIJA!

G.V.

===*===

------------- Begin Forwarded Message -------------

From: petokraka78@...

Subject: Solana Destroys Yugoslavia

HTTP://WWW.STOPNATO.ORG.UK
---------------------------

[Today is a really sad day. Under the leadership of Javier Solana, the
same man who as NATO Secretary General led the illegal aggression on
Yugoslavia in 1999, the European Union has just brokered a deal to wipe
Yugoslavia off the world map in a top down processes that most Yugoslavs
reject. The deal was brokered between Solana, Milo Djukanovic (the
President of Montenegro), Zoran Djindjic (the Prime Minister of Serbia),
and Vojislav Kostunica (the President of Yugoslavia). Djukanovic is the
leader of the Democratic Socialist Party (DPS) in Montenegro, a
far-right neoliberal creation that is a regional hub for mafia activity,
cigarette smuggling and money laundering.
Elections in Montenegro have been deeply flawed and the DPS as well as
its junior partner the Liberal Union have used voter intimidation,
particularly of state employees to stay in power. The majority of
Montenegrins oppose indipendence, yet through manipulation and Western
support the DPS has managed to maintain a narrow margin over its closest
rivals the Socialist Peoples Party (SNP) [although the SNPs party base
is still firmly pro-Yugoslav and opposed to NATO, the leadership has in
recent months moved away from its grass-roots constituency as it has
moved with pro-Western forces in Yugoslavia on several key legislative
items]. Djindjic on the other hand is the un-elected Prime Minister of
Serbia who was appointed by a DOS dominated Parliament as a key
condition of Western aid to FRY. He has never held more than 5% of
popular support in the country, and his neoliberal views and particular
brand of collaborationist Serbian nationalism is sharply at odds with
the majority of the Yugoslav population. Nonetheless he has
unconstitutionally arrogated to himself all the powers of the elected
position of the Serbian Presidency, which is still held by the still
popular Socialist Party of Serbia. In any case support for the
preservation of Yugoslavia is overwhelming, and the current process is
being imposed from above opening the way for the final destruction of
the Federal Republic of Yugoslavia's territorial integrity, and thereby
completing the US and German goal of destroying Yugoslavia once and for
all through a maximalist anti-Yugoslav program that would serve to
sharpen divisions between all southern Slavs in order to weaken the most
likely focus of resistance to NATO occupation of this imensily strategic
region. This move was also given the green light by the Federal
President Kostunica, whose popularity is dropping daily in the polls as
a result of mismanagement and impotence in the face of
daily NATO pressures to alter the whole framework of Yugoslav society
and impose a narrow-ethnic chauvinist and archly-capitalist social
framework on the countries peoples. Most parties have been compromised
on the issue of coloboration with the occupying powers and Yugoslavs
will not be given a choice to choose in a referendum between this new
Western created arrangement and the indigenously created FRY in a
plebistice. A new "Union of Serbia and Montenegro" (USM) is to be
proclaimed in accordance with US policy towards the region, which was
the only country not to recognize FRY as a sovereign state since it was
reconstituted in 1992, refering to it instead as "Serbia and Montenegro"
(a formulation in which the provinces of Vojvodina and Kosovo
were considered as semi-independent states as well). The official
American narrative on Yugoslavia's dissolution, regarding seccession
issues, is now being imposed in order to further divide and weaken any
potential resistance to NATO and to destroy the ability of anyone state
or people in the region to effectively resist the new colonial regime.
Thankfully this is still not a fait-accompli, but the new Western funded
elites have proven adept at passing unpopular laws in the past, such as
the new labour law which recently dismantled the "social ownership"
which was the foundation of property relations in Yugoslavia in favor of
a completely privatized system and retrenched substantial labour rights
severely despite mass-protests throughout Yugoslavia (ignored in the
Western press, these demos attracted 50,000+ people in Belgrade at their
peak earlier this year). This process is occuring in the context of an
election campaign in NATO-member Hungary were the ruling neoliberal
Fidesz party is continuing with "Greater Hungarian"
policies that seek to legally integrate Hungarian minorities living in
neighboring countries into Hungary's governing structures, reverse the
Benes Decress, some portions of the post-WWI Versaille order and the use
the Hungarian state with the full-backing of the EU, the United States
and NATO to implement neoliberalism abroad. Furthermore, the popular
LDK in Kosovo, whose non-violent leader Ibrahim Rugova is the most
popular figure in Kosovo, has, despite wining recent elections, been
forced by the US to accept a "power-sharring" agreement with KLA
extremists, including the appointment of Bajram Rexhepi to the position
of Kosovo PM. Rexhepi represents the most extreme current of Albanian
nationalism and is completely at odds with the majority of the Albanian
population whose moderate views are in accord with Rugova's LDK (which,
again, received the most votes in the recent elections).
Thus the United States is backing all the forces throughout the still
existing Federal Republic of Yugoslavia that favor fractious, narrow
ethno-nationalist politics, coupled with a strong comitment to
neoliberal capitalist values. As these injustices mount real Balkan
patriots will have to see that their interests lie in unity with other
ethnic groups and not division. All groups in the region have a proud
history of anti-fascist and anti-imperialist resistence, let's do
everything in our efforts to ensure that these traditions gain new wind
in the coming years. The task will be difficult, but resistance to
"the internationals" is already rife throughout
the region. I am confident it will over time, of necessity, eventually
coalesce into a progressive force that will overcome current
limitations.
Let's hope this day comes sooner or later, not just for the Balkans, but
for the world. Remember the Balkans has been the graveyard of many
Empires, burrying one more wouldn't be too much to ask now would it?]

Serbia, Montenegro Sign Accord
By ALEKSANDAR VASOVIC
.c The Associated Press

BELGRADE, Yugoslavia (AP) - Serbia and Montenegro signed a historic
accord Thursday to radically restructure their federation, dropping the
name Yugoslavia and granting greater autonomy to prevent the country's
final breakup.

The agreement, reached under mediation by the European Union, was signed
by Yugoslav President Vojislav Kostunica, Montenegrin President Milo
Djukanovic, EU foreign policy chief Javier Solana and other Serbian and
Montenegrin officials.

The new country, consisting of two semi-independent states, will be
renamed Serbia and Montenegro, Kostunica said after the signing
ceremony. Both republics will share a defense and foreign policy, but
will maintain separate economies, currencies and customs services for
the time being.

``This document sets the shape of completely new relations between the
states of Serbia and Montenegro,'' Kostunica said. ``This step means a
break with the previous regime'' of former Yugoslav President Slobodan
Milosevic.

``Amid the threat of disintegration in the Balkans, we are moving toward
integration and peace and stability in the region,'' he said.

Yugoslavia first was formed in 1918 as the Kingdom of Serbs, Croats, and
Slovenes, and Montenegro gave up its statehood to join. The country was
occupied by Nazi Germany during World War II, then tightly controlled
under the communist regime of Marshal Tito for four decades after the
war.

Yugoslavia began to unravel along ethnic lines during Milosevic's reign.
Slovenia, Croatia, Macedonia and Bosnia-Herzegovina all declared their
independence by 1992.

Serbia and Montenegro stayed together when the other republics started
leaving Yugoslavia in the early 1990s. But their alliance began to
crumble in 1997 when Djukanovic distanced himself from Milosevic and
began advocating independence for Montenegro.

Kostunica said the political accord calls for new federal elections in
the autumn, and that the parliaments of both republics as well as the
federal Yugoslav parliament would set to work on constitutional changes.
The country's new name will not take effect until lawmakers in all three
chambers ratify the accord.

Solana praised the agreement, saying Montenegro and Serbia ``should have
no doubt'' about the EU's support.

``This is an important day and a step toward the stability in the region
and in Europe,'' Solana said. ``This is not the end of anything, but a
beginning of a new chapter that will bring you closer to the European
Union.''

Djukanovic, who is likely to face an avalanche of criticism in
Montenegro for giving up a planned independence referendum for the small
republic this spring, said he expected Serbs and Montenegrins to ``have
a positive approach toward this agreement'' and predicted it would win
parliamentary approval.

The tiny Adriatic republic continued its independence drive even after
Milosevic's ouster in 2000. Milosevic is now on trial before the U.N.
war crimes tribunal in The Hague, Netherlands, for atrocities his forces
committed in the Balkans in the 1990s.

Branko Ruzic, the spokesman for Milosevic's Socialist Party, called the
event ``the most shameful date in the history of the Serbs.''

``We went to bed in one state, and we woke up in another,'' Ruzic said,
adding that the Socialists are for ``preserving the current
Yugoslavia.''

Montenegro's 650,000 people remain bitterly divided on whether to remain
in a federation with Serbia, whose approximately 10 million people
effectively determine Yugoslav affairs.

A draft of the agreement, obtained by The Associated Press, said that
after three years, ``the member states will be entitled to institute
proceedings for a change of the state status, that is, withdrawal from
the state union.''


The pro-Serbian faction in Montenegro praised the agreement.

``The dangerous divisions in Montenegro were averted. Djukanovic stopped
on the brink, and we approve of this,'' said Dragan Soc, the leader of
the Montenegrin Peoples' Party.

Kostunica said his office as federal president would remain and that the
new country would have one seat in the United Nations, just as
Yugoslavia does now, although Montenegrin and Serbian officials would
rotate as envoys to U.N. headquarters in New York.

The accord was a major policy victory for the West, which has opposed
Montenegrin secession, fearing the breakup could encourage other
independence-minded groups in the region - in particular, ethnic
Albanians in Kosovo and Macedonia.

Arguing that secession also would hurt Montenegro's economy and slow
down the process of integrating it into mainstream Europe, the EU has
been pushing for a new Yugoslav constitution that would preserve a joint
state while granting the two republics greater self-governance.

AP-NY-03-14-02 1011EST