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From : Italo Slavetti
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segreteria@...,esteri@...,unitaonline@...,forum@...
Date : Wed, 17 Apr 2002 15:12:26 +0200
Subject : Venezuela

>
> Per la rubrica "Lettere"
>
> Scrivo per esprimere la mia vicinanza e solidarieta' alla
> vostra collega Marisa B. Romani, autrice dell'articolo (che riporto
> di seguito) nel quale giustamente ella plaudiva alla rivoluzione
> popolare che in Venezuela sembrava aver rovesciato Chavez.
>
> Purtroppo, le forze del bieco populista Chavez hanno capovolto
> gli esiti di quel moto di piazza, ed ora il Venezuela e' di
> nuovo in mano al tiranno. Ma noi che siamo democratici e di
> sinistra non ci scoraggiamo certo per questi incidenti di
> percorso: resteremo sempre dalla parte dei compagni dell'esercito,
> della Confindustria e dei sindacati gialli, e contro certi
> maledetti, come Chavez, come Castro, ed a suo tempo come
> quel Salvador Allende che fortunatamente, con un simile colpo
> ma meglio orchestrato, si tolse dai piedi una volta per tutte.
>
> Oggi, in Venezuela quel mascalzone sta nazionalizzando il
> petrolio, vi rendete conto?! Bisogna fermarlo. Avanti dunque
> Marisa, un giorno trionferemo anche in Venezuela (me lo ha
> assicurato un amico dell'ambasciata americana, che di solito
> e' bene informato).
>
> Fraterni saluti
> Italo
>
>
>
> Unità - 12.04.2002
>
> Venezuela, Chavez dimissionario ora è in carcere.
> I suoi cecchini fanno dieci morti
> di Marisa B. Romani
>
> CARACAS Il Venezuela é a una svolta. Hugo Chávez, il
> tenente colonnello che nel 1992 aveva cercato di prendere il
> potere con la forza e nel 1998 era stato eletto Presidente con
> una schiacciante maggioranza di voti, ha dato le dimissioni
> mettendo fine ad uno dei periodi piú difficili della storia del
> paese. Un governo di transizione, capeggiato dal Presidente
> della Confindustria locale, Pedro Carmona Estanga, preparerá al
> piú presto nuove elezioni.
> La frattura all'interno della societá venezuelana, propiziata dalla
> politica populista e demagogica del Capo di Stato, é arrivata al
> suo apogeo quando Carlos Ortega, presidente della CTV
> (Confederación de los Trabajadores de Venezuela) il sindacato
> piú grande del paese e Pe Carmona Estanga di Fedecámaras, la
> Confindustria locale, dopo 48 ore di sciopero hanno deciso di
> prolungarlo ad oltranza. Detonatore del malcontento sfociato in
> scioperi, serrate e manifestazioni era stata, nei giorni scorsi, la
> decisione del presidente Hugo Chávez di imporre cambi ai vertici
> dell'industria petrolifera nazionale PDVSA (Petróleos de
> Venezuela). Nomine che rispondevano a interessi politici senza
> tener conto di meriti o esperienza e contro le quali hanno fatto
> muro dirigenti e operai dell'industria petrolifera, la seconda in
> importanza nel mondo, dalla quale dipende l'80 per cento
> dell'economia del paese.
> Situazione delicata che creava preoccupazione in tutto il mondo
> considerando che il Venezuela é il quarto esportatore di greggio.
> Settimane di tensione erano sfociate nel licenziamento,
> annunciato dal Presidente della Repubblica, durante una
> trasmissione a reti unificate, di vari dirigenti. La risposta non si
> é fatta attendere. CTV e Fedecámaras, hanno decretato
> sciopero e serrata in solidarietá con i lavoratori di PDVSA.
> Tantissime persone sono scese in piazza durante i primi due
> giorni in un clima che diventava sempre piú teso. Nella mattinata
> del terzo giorno in migliaia hanno partecipato ad una delle piú
> grandi manifestazioni che ricorda il paese. Manifestazione
> composta da persone di tutte le etá. La decisione di camminare
> fino alle porte del palazzo presidenziale per chiedere la rinuncia
> del Capo di Stato, presa all'ultimo minuto, dai dirigenti di
> Sindacato e Confindutria, é stata accolta con entusiasmo. La
> reazione, tra i sostenitori del Presidente, convocati da ministri e
> altre persone del governo, non si é lasciata attendere. Un
> cordone umano si é riunito davanti al palazzo di Miraflores
> disposto a difendere Hugo Chávez. Nel momento dello scontro
> tra le due fazioni, divise da una fila di militari, il Capo di Stato,
ha
> occupato gli spazi televisivi con una trasmissione a reti
> unificate, con il chiaro proposito di evitare l'andata in onda delle
> immagini della violenza. Con fare paternalistico, accusando un
> piccolo gruppo di corrotti di mentire al paese, cercando di
> togliere forza alla manifestazione, spiegava che la sua tolleranza
> era stata eccessiva. E intanto francotiratori appostati tra i suoi
> sostenitori, sparavano sui manifestanti che, fino a quel
> momento, erano avanzati in un clima di allegria e serenitá.
> Macchiando di sangue le strade della capitale. Il saldo: quindici
> morti, tra cui un fotografo del quotidiano 2001 e piú di cento
> feriti, tra cui altri colleghi di vari mezzi di comunicazione.
> Mentre si sparava sulla folla inerme Chávez portava avanti un
> discorso segnato da populismo autoritario senza risparmiare i
> consueti insulti ai mezzi di comunicazione. Insulti ai quali dopo
> poco seguiva l'azione. Le varie emittenti televisive venivano
> occupate da militari e le trasmissioni oscurate. Misura
> parzialmente elusa grazie alla collaborazione di alcune
> televisioni satellitari. Le immagini di morti e feriti, che
> nonostante il tentativo di repressione, erano riuscite a superare
> il black out, hanno contribuito allo sgretolamento del potere di
> Hugo Chávez. Gruppi di generali e militari si sono succeduti in
> una serie di dichiarazioni per dissociarsi dal Capo di Stato.
> Alcuni chiedevano scusa per non aver potuto evitare i morti, altri
> spiegavano "Non possiamo accettare un tiranno alla Presidenza
> della Repubblica".
> Voci di movimenti nell'aereoporto militare di Caracas La Carlota
> hanno fatto confluire un gran numero di persone decise ad
> evitare una possibile fuga di Chávez ormai soprannominato
> l'assassino. Intanto due aerei di Cubana de Aviación, la linea
> aerea cubana, atterravano nell'aereoporto internazionale di
> Maiquetía molto probabilmente per offrire una possibile fuga a
> chi, lo ricordiamo, durante i tre anni di governo ha rifornito di
> petrolio a basso costo l'isola di Fidel sciogliendo l'embargo
> americano. Amicizia sventolata in piú occasioni. In realtá
> Chávez non ha mai fatto il passo da tenente colonnello golpista a
> Capo di Stato. Il suo sogno era quello della folla acclamante
> della Sierra Maestra cubana. Né, a farlo riflettere, sono servite
> le stesse dichiarazioni di Fidel Castro, durante la prima visita in
> Venezuela. Di fronte a una platea di studenti, nell'Universitá
> Centrale del Venezuela, il leader cubano disse che sarebbe stato
> un errore storico voler fare in Venezuela, alle soglie del 2000, ció
> che Cuba aveva fatto negli anni '50. La retorica di Hugo Chávez
> ha trovato ben poco seguito nei fatti. Dopo i primi due anni
> trascorsi tra una campagna elettorale e l'altra, ha dimostrato di
> non essere capace di dare seguito a nessuna delle sue promesse
> di giustizia sociale e prosperitá. La povertá é aumentata e la
> corruzione anche. Ha invece creato un crescente clima di tensione
> additando come nemici e responsabili delle sue promesse
> mancate, i mezzi di comunicazione, la classe media, la classe
> imprenditrice e quella operaia organizzata nel sindacato CTV.
> Un sindacato che avrebbe voluto distruggere e sostituire con
> altro asservito alla sua causa. A tal proposito ha convocato, per
> la prima volta, elezioni di base per eleggerne il presidente. Ma il
> clima cominciava a cambiare. Nonostante la pressante
> campagna per portare avanti il suo candidato Aristobulo Istúriz,
> poi nominato Ministro, i sondaggi davano come favorito quello
> dell'opposizione Carlos Ortega. Bande di provocatori hanno
> disperatamente cercato, durante le elezioni, di impedirne lo
> svolgimento. Risultato: solo il 51 per cento dei seggi sono stati
> scrutinati. In questo 51 per cento Carlos Ortega risultava
> vincitore per ampia maggioranza. L' elezione non sará mai
> riconosciuta dal governo. Si, dai lavoratori. Carlos Ortega e
> Pedro Carmona Estanga, presidente di Fedecámaras, si
> uniscono in un un'unica protesta. Il 10 dicembre del 2001 il
> paese si paralizza in seguito a uno sciopero e serrata decisi
> congiuntamente. Alleanza che aveva precedenti solo nel 1958,
> quando l'intera societá venezuelana si uní per scacciare dal
> potere il dittatore Pérez Jiménez. Intanto, di fronte alla
> crescente violenza verbale di Hugo Chávez e soprattutto alla
> scissione tra parole e fatti che portavano il paese verso una
> paralisisi economica, la societá ha iniziato ad organizzarsi
> spontaneamente. Creando un muro compatto e sempre piú solido
> contro il Capo di Stato. All'inizio dell'anno CTV, Fedecámaras e
> Chiesa preparano un documento programmatico per far uscire il
> paese dal pantano in cui ormai agonizzava. Il Capo di Stato non
> ha mai voluto prenderlo in considerazione. E ha risposto
> infiammando la popolazione piú povera verso la quale ha portato
> avanti una politica assistenzialista e populista. Facendo
> crescere da un lato la disoccupazione e dall'altro l'economia
> sommersa. Mentre, propiziava, parallelamente, il sorgere di
> comitati di quartiere armati e addestrati pronti a schierarsi al suo
> fianco in caso di guerra civile.
> Chávez ha cercato partners anche tra la guerriglia colombiana,
> connivenza piú volte denunciata dalla rivista di García Márquez,
> Cambio 16 e da un gruppo di giornaliste venezuelane. Allo
> stesso tempo, é ancora avvolto nel mistero l'aiuto dato dal suo
> governo a Montesinos, che durante mesi é rimasto nascosto in
> Venezuela. Vittima della sua stessa prepotenza e cecitá
> politica, della violenza scatenata senza misurarne le
> conseguenze, Hugo Chávez ha trovato di fronte a sé il fiume
> umano di una societá organizzata decisa ad andare avanti fino
> alle estreme conseguenze. Sciopero e serrata, decretati
> nuovamente lo scorso martedi 9 aprile, nelle prime 24 ore, hanno
> paralizzato il paese. Al giorno seguente, nonostante la pioggia,
> la folla non ha abbandonato la strada. Con acclamazioni di
> giubilo ha aderito allo sciopero a oltranza. Fin dalle prime ore del
> mattino del terzo giorno la folla é scesa nuovamente in piazza,
> sempre piú numerosa. Un vero fiume umano che ha aderito con
> entusiasmo alla decisione di marciare verso il Palazzo
> presidenziale per chiedere la rinuncia del Capo di Stato.
> Sembrava una festa. Ma é finita in tragedia. Cecchini li stavano
> aspettando. I colpi andavano diretti alla testa o al cuore. Le
> immagini di operatori, spesso bersaglio privilegiato degli
> assassini, non lasciano adito a dubbi. E i militari hanno
> abbandonato il Presidente unendosi alla protesta civile per
> appoggiarla, non per propiziare un colpo di stato, come, in
> qualche momento, si é temuto.
> Messo alle strette, il Capo di Stato, dopo aver indossato la
> divisa dell'Esercito, che gli stessi militari gli hanno
> immediatamente imposto di togliere, ha cercato di trattare la sua
> fuga dal paese. Inutilmente. Militari e civili, compatti, ne
> esigevano l'arresto. Solo alla moglie Marisabel che giá da
> qualche mese si era allontanata da lui e ai suoi figli é stato
> permesso di partire per raggiungere Barquisimeto, cittá
> venezuelana dello Stato Apure, dove risiede la famiglia di lei.
> Ora Hugo Chávez é rinchiuso nella caserma di Fuerte Tiuna in
> attesa di essere trasferito in un carcere. Sará giudicato per le
> morti causate dalle bande del suo governo. Nella notte, quando é
> stato reso ufficiale il suo arresto la popolazione é
> esplosa in manifestazioni di giubilo. Nel frattempo incominciava
> la confisca di armi nei "Circoli bolivariani" della capitale. Il
> Ministro della Difesa José Vicente Rangel, una delle persone
> maggiormente legate al Presidente, si é rifugiato presso
> l'ambasciata cilena mentre non si conosce il luogo dove é
> nascosto il figlio, sindaco del Municipio Sucre della capitale. Tra
> i fedelissimi di Hugo Chávez c'era un figlio di italiani, il Ministro
> di Pianificazione Jorge Giordani, ex professore universitario,
> uomo incorruttibile, forse l'unico che ha veramente creduto nel
> sogno di un paese piú giusto. Per ora non si conosce quale sará
> la sua sorte. Il Venezuela esce da uno dei periodi piú difficili
> della sua storia. Il futuro é tutto da costruire. Su basi
> democratiche, peró. Perché le sue strutture democratiche hanno
> dimostrato di essere piú forti di quello che era possibile
> supporre. E la sua popolazione, considerata in passato
> politicamente apatica, ha sorpreso per la capacitá di lotta e
> coscienza sociale. Chi domani prenderá le redini del paese dovrá
> tenere conto di questa nuova realtá.
>
>

International Committee to Defend Slobodan Milosevic www.icdsm.org

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VLAJKO STOJILJKOVIC'S LAST MESSAGE
Translated by Nebojsa Malic and Jared Israel
[Posted 13 April 2002]
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"And when the final battle comes,
Without the light of ancient glory,
For my fatherland, I’ll give my life,
Knowing what I give and why."

These verses by Milan Rakic open the memorial book, "Heroes of the
Fatherland," published by the Federal government, listing all the
killed and missing members of the Yugoslav Army and the Serbian
Ministry of Internal Affairs during NATO’s brutal aggression on
Yugoslavia, "as a sign of deepest respect, eternal gratitude and our
lasting obligation."

They are also the best introduction for what I am about to do. I have
decided, consciously and responsibly, to give up my life, having seen
as to how the DOS is a puppet and criminal government, which has
established a fascist dictatorship in the country, violated both the
Constitution, the laws and elementary justice. Incessantly, with all
means at their disposal – including murder – they persecute those with
different political beliefs. The most brazen examples of their
bestiality are abductions and unconstitutional deliveries of Serbian
and Yugoslav citizens to the "tribunal" in The Hague, especially in the
case of former Serbian and Yugoslav president, Slobodan Milosevic. It
is me, too, that they have decided to abduct, or kill.

By this act of heroism I wish to awaken the consciousness of our
citizens, if that is still possible, to defend Serbia and Yugoslavia
from disintegration, the Serbian people from destruction, and preserve
at least some of the honor and dignity that our people’s legacy of
history and civilization has earned.

For my death, I directly accuse Zoran Djindjic, Vojislav Kostunica,
Dusan Mihajlovic, Vladan Batic and Miroljub Labus, who are the most
responsible for the brazen violations of the Constitution and other
laws; who have put the survival of the country and the Serbian people
at stake; whose abuses of the media, the police and the judiciary have
brought persecution and violence against citizens, ruined the economy
and brought poverty and despair to millions.

With this act I wish to join the ranks of heroes, my police officers,
Army troops and civilians who showed patriotism, heroism readiness and
determination, and gave their lives defending the country and the
people from criminal aggressors: Albanian terrorists and the nineteen
countries of NATO, led by the United States.

Between January 1998 and September 2000, the terrorists and aggressors
in Kosovo-Metohia have killed over 2000 Serbs and members of other
ethnic groups, of which over 300 were law enforcement officers; they
have wounded over 2,500 people, 900 of which were law enforcement
officers; and abducted over 1,500 Serbs, some 50 of them law
enforcement officers. The DOS government shows no interest in caring
for these victims and their families. Meanwhile, slavishly executing
the orders of their foreign masters, it has released criminals and
Albanian terrorists who have been properly tried and convicted.

I give my life as a representative in the Federal Parliament, at the
very steps of the Parliament building (already defiled by DOS), as a
symbol of the ongoing struggle for the Constitution, rule of law and
national dignity. My death will be but a small contribution to the
justified calls for new elections, which will see the triumph of those
who will truly represent the interests of workers, peasants and all
patriotic citizens of this country.

Everyone already knows that the DOS government is not a government of
the people. By promising a better life, they have betrayed and deceived
the people who voted for them. The DOS government is really a hand of
NATO, led by the United States, tasked to obediently secure foreign
military, political and economic interests here, regardless of our
national interests. They accepted this obligation, and were well-paid
for it.

The aggression against our country has continued, only through
different means. Its purpose is to:

- Further fragment Yugoslavia, through the secession of Kosovo-Metohia,
Montenegro, Vojvodina and Raska;

- Physically and spiritually destroy the Serbian people; do everything
to obliterate its history, destroy its soul and leave it without an
identity;

Under the guise of necessary reforms, they have:

- destroyed the economic system, by forcibly closing profitable
domestic enterprises;

- sold off the domestic market, a respectable and until recently still
preserved economic resource of the country;

- fragmented and dismantled the Army, especially through unjustified
attacks and slander of the officer corps, as it is the guarantor of
independence, sovereignty and territorial integrity of the country;

- gutted and manipulated the law enforcement, which is the most
important factor of protecting civilian lives and property, and thus
the country’s security;

- launched an unprecedented, Goebbels-style media campaign to deny and
denigrate the Serbian people’s civilized, economic, technological,
cultural and athletic accomplishments, including its Christian-Orthodox
values. On the other hand, they glorify such Western "values" as
religious cults, narcotics, gun-running and human trafficking, and a
double-standard morality (such as calling the bombing of
civilians "Merciful Angel").

It is a false and slanderous accusation that someone here is for the
isolation of the country, against cooperating with the world and
against integration. In fact all this was imposed on us by those very
Western governments, contrary to international rules. Germany, the US
and Vatican have supported the demands of separatists in the former
Yugoslav republics for secession, and unilaterally recognized them,
which led to the forcible expulsion of over 1 million Serbs from
Slavonia, Baranja, Krajina and Bosnia-Herzegovina.

They have blocked our financial assets and prevented normal economic
cooperation. They have destabilized Yugoslavia through the puppet
regime of Milo Djukanovic in Montenegro, aiding and arming the Albanian
terrorists in Kosovo-Metohia, and finally through armed aggression.

What does it mean to "accept political reality," about which DOS
constantly speaks? Does it mean to be a colony, accepting endless
blackmail and humiliation? When it comes to cooperation, there has to
be a line which none should cross: the defense of vital national and
state interests, and national dignity.

The current DOS government is conducting a policy of capitulation. Why
has it not asked its "friends" in NATO to compensate us for war damage?
Why does it repay old debts for which we are not responsible, without
taking them out of the losses caused by the creditors when they froze
our assets and unilaterally violated trade arrangements? Why do
domestic officials and media refer to Albanian terrorists as "armed
Albanians" and "extremists"? Why is the criminal NATO aggression called
a "NATO intervention", and the murder of civilians with cluster bombs
and depleted uranium simply "air strikes"? Why? There are so many whys.

Will our people just sit by and watch all this? I am certain they will
not. Discontent is palpable: farmer revolts, workers’ strikes, protests
of retirees, the disillusionment of the youth. Discontented workers
assaulted government ministers (for example, at the "Zastava" auto
plant in Kragujevac) and block ministers from touring their enterprises
(for example at "Nisan" in Nis). Health care, education and culture are
falling further into poverty every day, despite the boisterous
announcements of humiliating western "donations" and "aid."

* * *

The most aggressive and widespread subversive and illegal activities,
aimed against the national and state interests, our institutions and
values, are freely and without hindrance conducted by the so-called non-
governmental organizations (NGOs). There are hundreds of them, but the
most destructive are: Humanitarian Law Fund, led by Natasa Kandic;
Yugoslav Lawyer’s Committee for Human Rights, led by Biljana Kovacevic-
Vuco; Helsinski Committee, led by Sonja Biserko; Center for [Cultural]
Decontamination, led by Borka Pavicevic; Open Society Fund (Soros) led
by Sonja Liht; the so-called Association of independent media, (ANEM)
led by Veran Matic; "G-17 plus" led by Labus, Dinkic and some bearded
nonentity; and the "Otpor" movement, which includes many ex-convicts,
drug-users, soccer hooligans and failed students.

These organizations are merely outposts, branches of foreign
intelligence services and the International Monetary Fund, and
represent the infrastructure of the New World Order. Their destructive
and anti-national activities are supported by Serbia’s Civic Alliance
(Goran Svilanovic). One of our famous publicists said of them, "In the
terminology of necrophilia established by our Europeans and their
allies, there are three undisputed truths: Albanian murders are
revenge; NATO murders are collateral damage; Serb murders are
atrocities." Under the guise of free speech and claiming to represent
the interests of our citizens, they peddle ideas and demands for
compliance with intentions, plans and interests of NATO governments.
Among them are justification of the NATO aggression, justification of
the violent secession by former Yugoslav republics; independence of
Montenegro and Kosovo-Metohia, justification of Albanian terrorism;
slanderous and immoral attacks on the true leader of Serbs, Slobodan
Milosevic; and the attempts to convince the world of the
supposed "genetic predisposition of Serbs for genocide." For all this,
these women have been well-paid by their masters. This has been
documented by the police.

By accrediting William Montgomery as the US Ambassador to Yugoslavia,
president Kostunica and the Federal government insulted and humiliated
our citizens and our country. Montgomery is a man who organized,
coordinated and financed the political and economic destabilization of
Yugoslavia from offices in Zagreb and Budapest; with NATO, he
coordinated the bombing, destruction, and murder of civilians. It is
supremely cynical that a Clinton administration official speaks of
humanitarianism and helping the Serbian people, while persisting in the
policies of pressure, blackmail and occupation of our country.

* * *

I want to warn that western intelligence services have blackmailed
certain DOS leaders with the knowledge of their personal life and thus
secured their blind obedience. The people in question are inclined to
homosexuality: Miroljub Labus, Zarko Korac, Dusan Mihajlovic, Bozidaru
Djelic, Aleksandar Radovic and others. Holding positions of
responsibility in the government and blackmailed by foreign powers,
these men are seriously endangering the country's economy and security.

* * *

After the armed aggression of NATO ended, the EU continued its pressure
and blockade of our country, so as to hinder reconstruction and
economic recovery, worsen the citizens’ standard of living and spur
their discontent for the government. Enterprises, banks and
institutions were "blacklisted" and could not deal with EU companies.
On this occasion, I wish to inform the public that the EU delegated the
Dutch Embassy in Belgrade to compile these lists, and it was aided by
the leadership of New Democracy, namely its president Dusan Mihajlovic.
Mihajlovic was involved in a filthy, treasonous task of economic
subversion and destruction of our enterprises. Even more deplorable was
that certain enterprises submitted to blackmail and had to pay sizeable
amounts of money to be taken off the "blacklist."

* * *

I am proud of my record as head of the Ministry of Internal Affairs
between April 1997 and October 2000.

This was an extremely difficult time, a period of great temptations for
our people and our country, of continuing political, economic and media
pressure that eventually escalated into an armed NATO aggression.
Everything was done to subvert the country from within and without, its
politics, economics and security. They tried to forcibly replace the
government and deploy NATO troops in Kosovo-Metohia and Serbia as a
whole. They have organized, trained, and armed terrorists in several
European centers.

Law enforcement shared the fate of the country and the people,
successfully fighting Albanian terrorism and the NATO aggression while
conducting their everyday tasks of protecting the lives and property of
citizens, preventing and solving crimes. The extent to which the
citizens are endangered today, under DOS and the "flowering of
democracy," is illustrated by the fact that in the one year that Mr.
Mihajlovic has been Minister of Internal Affairs, there have been many
times more murders and ten times more abductions than in 3.5 years when
I was on that position.

In protecting the citizens and their property, law enforcement adhered
to the supreme standard of legality and professionalism. By constantly
fabricating untruths and repeating lies, twisting the facts,
insinuating, threatening and persecuting, the DOS authorities believe
they will change the truth, create their own facts and eventually re-
write history.

The most blatant example of DOS lies, their corruption and immorality,
is their incessant repetition of the allegation that in my time, Serbia
had 150,000 police officers, so as to prove there was some sort of
dictatorship. The real number was 21,000, which has been confirmed even
by the current minister. Then there were the lies that members of the
so—called "Otpor" aired here and abroad, about the alleged persecution
of some 100,000 of their members. This is absolutely untrue. Over the
course of 18 months of their illegal operation, only 1000 persons were
identified and arrested for vandalism, destruction of property, assault
on citizens and police officers, illegal weapons possession and causing
major public disturbance. Only 30 persons were charged with
misdemeanors, and another 25 with criminal offenses. This was also
confirmed by Minister Mihajlovic.

During this period, anti-terrorist activities and other internal
affairs in Kosovo-Metohia were conducted on behalf of the Serbian
Ministry of Internal Affairs (MIA) by Vlastimir Djordjevic, Jovica
Stanisic, Sreten Lukic, Zivko Trajkovic, Goran Radosavljevic, Milorad
Lukovic and others. They conducted themselves in accordance with the
law and rules of the service, and demanded the same of their
subordinates. The country’s leadership demanded that, in accordance
with the constitution and the law, the MIA take measures to protect the
lives or our citizens – of every ethnicity – their property and the
country’s security, whether endangered by Albanian terrorists, NATO
aggressors or individual criminals. Individual criminals, who tried to
use the wartime situation, great destruction and civilian casualties
caused by the NATO bombing and the intensive assaults of Albanian
terrorists, were prosecuted to the full extent of the law. In early May
1999, the MIA announced that 616 persons of all ethnic groups in Kosovo-
Metohia were charged with 744 counts of serious crimes. Of that number,
379 were in custody. Among them were 15 law enforcement officers.

For their professional and responsible behavior in conducting their
tasks, our law enforcement was recognized in writing by several members
of the OSCE verification mission, representatives of the International
Red Cross, UNHCR and several foreign journalists.

* * *

My opinion of the so-called Hague Tribunal and its indictments is well-
known. This is a political tribunal, an instrument of western powers –
the US, first of all – created for the purpose of achieving their
geopolitical aims, and to justify the crimes they committed in
violation of international law in the former Yugoslavia.

Albright and Louise Arbour issued the indictments (Slobodan Milosevic
and associates) in the second half of May 1999, when even after two
months of intensive bombing NATO was unable to break the resistance of
the Yugoslav people, its Army and police.

Their purpose was to amnesty the real criminals and blame their
victims. Yet their ambition goes even further, to falsify the history
of the Balkans through "court" proceedings, avoiding the facts about
their dirty involvement in the bloody events in Yugoslavia (theories
of "Greater Serbia," the genocidal nature of the Serbs, Clinton’s words
that Serbs "caused two world wars," charging Serbian intellectuals with
greater-Serbian nationalism, etc.).

Illustrating who has an interest in this tribunal’s existence, though
it is nothing but a farce, is the fact that the United States is almost
its sole financial backer, paying over $100 million per year.

There is no doubt that the unconstitutional abduction and extradition
of Yugoslav President Slobodan Milosevic was part of a widespread and
orchestrated campaign intended to cover the tracks of NATO’s aggression
on Yugoslavia. By launching fabricated stories of Serbs as a people in
need of purification and catharsis, and finding so-called "mass
graves," the DOS authorities were manufacturing public consent for the
illegal extradition.

Jurists know the arguments about the nonexistence of legal basis for
the establishment of ICTY by the UN Security Council. Even though the
Security Council, as the executive body of the UN, is charged with
keeping peace and security in the world, and even allowed to establish
auxiliary bodies for that purpose, it does not by itself have judicial
powers, and therefore cannot bestow the powers it does not possess on
any auxiliary body.

There is no doubt that the FRY Constitution forbids extradition of our
citizens, both to other countries and to international organizations.
That includes the Hague Tribunal.

Article 17, Section III of the FRY Constitution says: "No Yugoslav
citizen shall be stripped of citizenship, exiled from the country or
extradited to another state." The Serbian Constitution (Article 47,
Section II) also says: "No citizen of Serbia shall be stripped of
citizenship, exiled from the country or extradited." Therefore, any law
or decree, passed on any level, allowing for extradition of Yugoslav
citizens to the Hague Tribunal, would be unconstitutional. Any act of
extraditing any of our citizens to the Hague Tribunal would also
violate the Constitution. This is the judgment both of legal experts at
the Belgrade University Law College and the Yugoslav Supreme Court.

That, however, is not the judgment of DOS leaders, obedient quislings
of the West. It is sad and tragic that an uneducated merchant such as
Zoran Zivkovic can proclaim "legal interpretations" of this problem. I
am not surprised by the brazen and tyrannical behavior of Zoran
Djindjic, who breaks the Constitution often and rules as an autocratic
dictator, since this fits his character of a mobster and a criminal. I
am surprised at the conscious but irresponsible behavior of Vojislav
Kostunica, president of Yugoslavia, whose elementary obligation was to
uphold the Constitution and the rule of law. There is no higher
interest of the country, no matter how great the foreign pressure and
blackmail, that would justify violating the Constitution. Otherwise
lawlessness, injustice, insecurity and chaos would ensue, which could
lead to violence and bloodshed. As for the Montenegrin leadership, it
is obvious that Milo Djukanovic is a puppet of the American authorities
used to destabilize Yugoslavia. Leaders of the Yugoslav Coalition are
political turncoats, betrayers of their voters, whose political
influence DOS used to support its destructive aims.

* * *

I have known Slobodan Milosevic since he was very young. I have always
considered him a moral family man, educated, patient and dedicated to
his people. He was modest, but strict, and beloved everywhere he went,
a man of great charisma. I worked with him most closely in my official
capacity as chairman of the Yugoslav Chamber of Commerce, the Serbian
Chamber of Commerce, and the Minister of Internal Affairs of Serbia.
Our families had good, friendly relations. He trusted me very much, and
I always told him the truth. He always insisted on respect for the law,
security of citizens, prevention of crime and security of the country.

Slobodan is a symbol of struggle for peace in this region, a struggle
for our state and national interests. He is a symbol of resistance to
hegemony and world domination.

For the sake of our future, and the future of our children, I wish him
victory at The Hague!

* * *

PS: I can see and hear, even as I die, the orchestrated media campaign
of DOS, conducted by the treated drug addict Ceda Jovanovic:
explanations and rationalizations, replete with malicious comments
about my tragic death, peddled by frenzied NATO reporters, stuttering
self-proclaimed political analysts and fuming spokesmen of the DOS
parties – all aimed at using this event, the death of Slobodan
Milosevic’s "close associate", to further demonize the heroic struggle
of the Serbian people and its leadership to preserve peace, survive and
live in this region, and secure a safe, prosperous and happier future
for our descendants. My only answer to them would be a verse from
Njegos:

In his long statement, which is now posted on Emperoros Clothes, VS
concluded by commenting as follows about his sdeicison to take his own
life. He said:

"A man is born to die but once;
his honor and dignity are forever."

April 2002.

Belgrade

Vlajko Stojiljkovic

Representative, House of Republics

Federal Parliament

***

**********************************
FURTHER READING:
**********************************

Regarding lat year's failed attempt to pass a Yugoslav extradition law,
followed by the outright kidnapping of Slobodan Milseovic, see "The
Treason of Vojislav Kostunica" at http://emperors-
clothes.com/analysis/treas.htm

1) UN Consultant Dr. Hans Koechler writes about the 'tribunal'
in "Illegal Tribunal, Illegal Indictment" which can be read at
http://emperors-clothes.com/docs/prog2.htm

2) The Guardian (London) April 12, 2002 * Foreign Pages, Pg.
15 "Serbian war crimes suspect shoots himself " By Jonathan Steele

3) Agence France Presse April 10, 2002 Wednesday International
News "Facing sanctions threat, Yugoslav government adopts war crimes
bill " By JEAN-EUDES BARBIER

4) The Yugoslav standard of living began to fall sharply soon after the
October 2000 coup. See for example "Is Kostunica setting the stage for
a phony fuel-shortage melodrama?" by Jared Israel Written two weeks
after the October pro-Western coup, the article includes a chart
comparing pre and post-coup prices of basic items. It can be read at
http://emperors-clothes.com/news/price.htm

Also see " Kostunica Coalition Drives Up Prices & Blames...Milosevic,"
by Prof. Michel Chossudovsky. Can be read at http://emperors-
clothes.com/articles/chuss/triples.htm

5) "We Accuse: Washington's Aid Promises Are A Traitorous Lie!" A
devestating critique of the claim that economic necessity forces
Yugoslavia to succumb to Western demands to ship Yugoslav resistance
leaders to NATO's Hague 'tribunal.' It can be read in English at
http://www.icdsm.org/more/accuse-i.htm

In French at
http://emperors-clothes.com/french/articles/promesses-f.htm

In Serbo-Croatian at
http://emperors-clothes.com/serbo-croatian/articles/s-izdaja.htm

In Spanish at
http://emperors-clothes.com/spanish/articles/cazabobos.htm

6) "The Second Act of the Crime Against the Serbian People" President
Slobodan Milosevic at The Hague 'Tribunal' 30 October 2001
http://www.icdsm.org/more/second.htm

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PORUKA KOJU JE
VLAJKO STOJILjKOVIĆ, POSLANIK VEĆA REPUBLIKA SAVEZNE SKUPŠTINE,
SVOJERUČNO NAPISAO, PRE POKUŠAJA SAMOUBISTVA, PRED ZGRADOM SAVEZNOG
PARLAMENTA



"I danas kada dođe do poslednjeg boja,
Neozaren starog oreola sjajem,
ja ću dati život otadžbino moja,
znajući šta dajem i zašto ga dajem".



Ovi stihovi pesnika Milana Rakića su moto spomen
knjige "Junaci otadžbine", koju je publikovala Savezna vlada, u kojoj
se navode imena svih poginulih i nestalih pripadnika Vojske Jugoslavije
i Ministarstva unutrašnjih poslova Srbije, za vreme brutalne agresije
NATO snaga na Jugoslaviju "u znak najdubljeg poštovanja, večne
zahvalnosti i trajne obaveze prema njima".

Ovi stihovi su i najbolji uvod za obrazloženje samog čina,
da svesno i odgovorno odlučim, da dam svoj život, kada sam se uverio da
je dosovsko marionetsko i kriminalno rukovodstvo, zavelo u zemlji
fašističku diktaturu, gazeći Ustav i zakone i elementarnu pravdu. Oni,
neprekidno, svim sredstvima, vrše neviđen progon i nasilje političkih
neistomišljenika, uključujući i likvidacije. Najflagrantniji primeri
njihove bestijalnosti su kidnapovanje i protivustavno isporučivanje
građana Srbije i Jugoslavije Haškom tribunalu, posebno u slučaju bivšeg
predsednika Srbije i Jugoslavije Slobodana Miloševića. I za mene su
doneli odluku da me kidnapuju, ili ubiju.

Ovim herojskim činom želim da probudim savest naših
građana, ukoliko je to još moguće, da odbrane Srbiju i Jugoslaviju od
raspadanja, srpski narod od uništenja i, sačuvaju, bar malo, časti i
dostojanstva našem narodu, koji je to svojom istorijom i
civilizacijskim tekovinama, zaslužio.

Za svoju smrt direktno optužujem Zorana Đinđića, Vojislava
Koštunicu, Dušana Mihajlovića, Vladana Batića i Miroljuba Labusa, koji
su najodgovorniji za bezočno nepoštovanje Ustava i zakona, koji su
doveli u pitanje opstanak zemlje i srpskog naroda, koji su
instrumentalizujući medije i zloupotrebljavajući policiju i pravosuđe
uveli progon i nasilje nad hiljadama građana, upropastili ekonomiju, a
milione građana doveli u socijalnu bedu.

Ovim činom hoću da se svrstam u redove heroja, mojih
policajaca, pripadnika vojske i naroda, koji su ispoljavajući
patriotizam, besprimerni heroizam, spremnost i odlučnost dali svoje
živote braneći zemlju i narod od zlikovaca: albanskih terorista i NATO
agresora 19 zemalja na čelu sa Amerikom. (Podsetio bih, da su u periodu
od januara 1998. godine do septembra 2000. godine teroristi i agresori
na Kosovu i Metohiji ubili preko 2000 Srba i pripadnika drugih
nacionalnosti, od toga preko 300 pripadnika MUP-a, da su ranili preko
2.500 lica, od toga 900 pripadnika MUP-a i da su kidnapovali preko
1.500 Srba, od toga preko 50 pripadnika MUP-a). Za ove postradale i
njihove porodice, dosovska vlast ne pokazuje nikakvu brigu, ali zato, u
isto vreme, servilno sprovodeći zahteve stranih nalogodavaca pušta na
slobodu, pravosnažno osuđene, najveće kriminalce i osvedočene albanske
teroriste.

Svoj život dajem kao poslanik Savezne skupštine, na samom
ulazu u zgradu Skupštine (koju su dosovci već skrnavili), kao simbol
trajne borbe naroda za ustavnost, zakonitost i nacionalno dostojanstvo.
Moja smrt će biti i mali doprinos opravdanim zahtevima za prevremene
izbore, na kojima će pobediti oni koji će predstavljati i zastupati
istinske interese radnika, seljaka i svih građana patriota ove zemlje.

Sada je već svima jasno, da dosovska vlast i nije vlast
ovoga naroda. Oni su, obećavajući bolji život, obmanuli i prevarili deo
građana koji su glasali za njih. Dosovska vlast je, u stvari, produžena
ruka vlada NATO zemalja sa Amerikom na čelu, čiji je zadatak da
poslušno, ne vodeći računa o našim nacionalnim i državnim interesima
realizuju, ovde, strane vojne, političke i ekonomske interese. Te
obaveze su ranije preuzeli i za to su dobro plaćeni.

U stvari, nastavlja se agresija na našu zemlju, samo na
drugi način, ali sa istim ciljem i to:

- dalje drobljenje Jugoslavije, otcepljenjem Kosova i
Metohije, Crne Gore, Vojvodine i Raške;

- fizičko i duhovno uništenje srpskog naroda; učiniti sve
da zaboravi svoju istoriju, da nema dušu, da bude narod bez identiteta;

Uništavaju se i razaraju, pod firmom neophodnih reformi i
promena:

- privredna struktura, nasilnim zatvaranjem domaćih i
uspešnih firmi;

- prodajom domaćeg tržišta, respektivnog i, do sada,
sačuvanog ekonomskog resursa zemlje;

- razbijanjem i demontiranjem vojske, posebno neopravdanim
napadima i blaćenjem starešinskog kadra, kao garanta nezavisnosti i
suverenosti i očuvanja teritorijalnog integriteta zemlje;

- rušenjem policijske organizacije i njenim manipulisanjem,
kao najvažnijeg činioca zaštite života i imovine građana i bezbednosti
zemlje;

- nečuvenom medijskom kampanjom "gebelsovskog" tipa, kojom
se negiraju i osporavaju civilizacijska, ekonomsko-tehnička i kulturno-
sportska dostignuća srpskog naroda, uključujući i njegove hrišćansko-
pravoslavne vrednosti, a na drugoj strani veličaju se tekovine Zapada u
koje spada homoseksualizam, verske sekte, droga, sida, trgovina ljudima
i oružjem, moral dvostrukih standarda (bombardovanje civila cinično
nazvano akcijom "milosrdni anđeo") itd.

Lažna je i podmetnuta teza da je ovde neko za izolaciju
zemlje, da nije za saradnju sa svetom i da nije za proces integracija.
Međutim, upravo su vlade zapadnih zemalja, protivno međunarodnim
normama nametale to nama; podrška nemačko-američko-vatikanskog faktora
separatistima u bivšim jugoslovenskim republikama za otcepljenjem i
njihovo jednostrano priznavanje, što je imalo za posledicu nasilan
progon preko milion Srba sa područja Slavonije, Baranje, Krajine i
Bosne i Hercegovine; blokiranje finansijskih sredstava i onemogućavanje
normalne ekonomske saradnje; destabilizovanje Jugoslavije preko
Đukanovićevog marionetskog režima u Crnoj Gori i pomaganjem i
naoružavanjem albanskih terorista na Kosovu i Metohiji, i na kraju
oružanom agresijom.

Šta znači teza da treba voditi računa o političkim
realnostima, o kojoj stalno govore dosovci? Da li to znači biti
kolonija i stalno prihvatati ucene i uvrede, kojima nema kraja? U
okviru nužne saradnje mora se podvući crta, ispod koje se ne može ići,
a to su odbrana vitalnih, nacionalnih i državnih interesa i
dostojanstva.

Sadašnja aktuelna dosovska vlast vodi politiku
kapitulacije. Zašto ne postavlja "svojim NATO prijateljima" legitiman
zahtev za naknadu pričinjene ratne štete; zašto vraća zaostale dugove,
za koje ne snosimo krivicu, a njih ne prebija sa štetom koju su oni
prouzrokovali, blokirajući naša finansijska sredstva i jednostrano
prekidajući trgovinske aranžmane; zašto domaći zvanični organi i mediji
albanske teroriste i separatiste nazivaju kao "naoružani Albanci"
i "ekstremisti"; zašto zločinačku NATO agresiju nazivaju "NATO
intervencijom", a ubijanje civila bombama sa osiromašenim uranijumom i
kasetnim bombama samo "vazdušnim udarima"; zašto?...Mnogo ima ovakvih
pitanja zašto?

Da li će sve ovo naš narod da gleda mirno? Siguran sam da
neće. Vidljiva su ogromna nezadovostva: bune seljaka, štrajkovi
radnika, protesti penzionera, razočarenje omladine, nezadovoljni
radnici prebijaju aktuelne ministre ("Zastava" Kragujevac), ne
dozvoljavaju ulazak ministra u preduzeća ("Nisan" Niš), kadrovsko,
materijalno i tehničko zaostajanje i osiromašenje zdravstvenih,
školskih i kulturnih ustanova i organizacija, i to uprkos gromoglasnim
najavama o dobijanju uvredljivih zapadnih "donacija" i "pomoći".



* * *



Najširu i najagresivniju podrivačku i protivzakonitu
aktivnost protiv nacionalnih i državnih interesa naše zemlje, njenih
institucija i razaranja sistema vrednosti, slobodno i neometano vrše
tzv. nevladine organizacije, kojih ima više stotina, među kojima
najviše štete čine: Fond za humanitarno pravo sa Natašom Kandić;
Jugoslovenski komitet pravnika za ljudska prava sa Biljanom Kovačević-
Vučo; Helsinški komitet sa Sonjom Biserko; Centar za dekontaminaciju sa
Borkom Pavićević; Fond za otvoreno društvo (Sorošov fond) sa Sanjom
Liht; ANEM tzv. Asocijacija slobodnih medija sa Vedranom Matićem; "G-
17 plus" sa Labusom, Dinkićem i nekim bradatim anonimusom;
Pokret "Otpor" među kojima je veliki broj bivših kriminalaca,
narkomana, agresivnih fudbalskih navijača i propalih studenata.

Nabrojane organizacije su najobičnije agenture, odnosno
filijale stranih obaveštajnih službi, Međunarodnog monetarnog fonda i
predstavljaju infrastrukturu Novog svetskog poretka. Njihovu
destruktivnu i antinarodnu aktivnost podržava i koordinira Građanski
savez Srbije (Goran Svilanović). Jedan naš poznati publicista, za njih
je rekao, da po "ustaljenoj terminologiji nekrofilije naših
evropejaca i njihovih saveznika vladaju tri neprikosnovene istine.
Kada ubijaju Šiptari, to je osveta, žrtve NATO-a su kolateralna šteta,
a kada ubije Srbin to je zločin". U stvari, oni pod firmom slobode
mišljenja i izražavanja interesa naših građana, poturaju ideje i
zahteve za ostvarenje namera, planova i interesa vlada NATO zemalja,
kao što su: opravdanje NATO agresije, opravdanje nasilne secesije
bivših jugoslovenskih republika; osamostaljivanje Crne Gore i Kosova i
Metohije, pravdanje albanskog terorizma, neosnovani i nemoralni napadi
na istinskog vođu srpskog naroda Slobodana Miloševića, pokušavajući da
uvere svet o navodnom "genocidnom genetskom potencijalu Srba". Za sve
ovo, te gospođe (kako neko reče "sa viškom muških hormona") i gospoda,
primaju od svojih nalogodavaca veliki novac (MUP ima podatke o tome).

Davanjem agremana Vilijamu Montgomeriju da bude američki
ambasador u Jugoslaviji, naneta je od strane Savezne vlade i
predsednika Koštunice, velika uvreda, poniženje i sramota građanima i
našoj državi, jer se radi o čoveku koji je iz Zagreba i Budimpešte
organizovao, koordinirao i finansirao aktivnosti na ekonomskoj i
političkoj destabilizaciji Jugoslavije i sa NATO-om koordinirao akcije
bombardovanja i rušenja civilnih objekata i ubijanja građana. Krajnje
je cinično da, čovek iz Klintonove administracije, priča o humanizmu i
pomoći srpskom narodu, koji se ni danas ne odriče sprovođenja politike
pritisaka, ucena i u krajnjem okupacije naše države.



* * *



Upozorio bih na činjenicu da su zapadne obaveštajne službe,
koristeći i zloupotrebljavajući lične nastranosti pojedinih dosovskih
čelnika, ucenile ih, obezbedile uticaj i njihovu slepu poslušnost.
Radi se o ljudima sklonim homoseksualizmu Miroljubu Labusu, Žarku
Koraću, Dušanu Mihajloviću, Božidaru Đeliću, Aleksandru Radoviću i dr.
koji, nalazeći se na odgovornim državnim funkcijama, ozbiljno
ugrožavaju, zbog ucena stranog faktora, bezbednost zemlje i njenu
ekonomiju.



* * *



Po završetku oružane NATO agresije, nastavljeni su
pritisci i blokade zemalja Evropske unije na našu zemlju, kako bi se
onemogućila obnova od ratnih razaranja i ekonomski opravak, pogoršani
uslovi života građana i podstaklo njihovo neraspoloženje prema
aktuelnoj vlasti. Pravljene su "crne" i "bele liste" preduzeća, banaka
i ustanova koje mogu, odnosno ne mogu da imaju poslovne aktivnosti sa
firmama zemalja EU. Ovo je prilika da obavestim javnost da je
sačinjavanje tih spiskova, podelom rada u ime EU, vršila holandska
ambasada u Beogradu, zajedno sa rukovodstvom Nove demokratije, odnosno
njenim predsednikom Dušanom Mihajlovićem. Znači, taj prljavi,
izdajnički posao podrivanja i ekonomskog uništavanja naših firmi radio
je D. Mihajlović. Još je nemoralnije bilo i to što su pojedine firme
da bi se prebacile sa "crne na belu" listu bile ucenjivane i morale da
plate određeni, ne mali, iznos deviznih sredstava.



* * *



Ponosan sam svojim radom u Ministarstvu unutrašnjih poslova
na mestu ministra u periodu od aprila 1997. do oktobra 2000. godine.

To je bio izuzetno težak period, period najvećih iskušenja
za naš narod i zemlju. To je bio period nastavljanja političkih,
ekonomskih i medijskih pritisaka na našu zemlju, koji su eskalirali u
NATO agresiju 19 zemalja. Sve su činili, i spolja i iznutra, da je
politički, ekonomski i bezbednosno destabilizuju. Nastojali su da
nasilno smene aktuelnu vlast i po svojoj volji razmeste NATO snage na
Kosovu i Metohiji i u celoj Srbiji. Direktno su organizovali, obučavali
i naoružavali, u više evropskih centara, teroriste za izvođenje akcija.

Sudbinu države i naroda delili su i pripadnici MUP-a,
uspešno se suprotstavljajući albanskom terorizmu i agresiji NATO,
istovremeno obavljajući svoje redovne zadatke u zaštiti života i
imovine građana, sprečavanju i otkrivanju izvršilaca krivičnih dela
opšteg i privrednog kriminala. (Koliko su danas, pod dosovskom vlašću,
uz "cvetanje demokratije" građana ugroženiji i nesigurniji, govori
podatak da je za godinu dana min. Mihajlovića u Srbiji izvršeno mnogo
više ubistava i deset puta više kidnapovanja ljudi, nego za tri ipo
godine u moje vreme).

Vrhovni postulat u postupanju pripadnika MUP-a, u zaštiti
građana i njihove imovine, je bio zakonitost i profesionalnost. Stalnim
fabrikovanjem neistina i ponavljanjem laži, izvrtanjem činjenica,
insinuacijama, pretnjama i progonom, dosovski čelnici misle da će moći
da izmene stvarne činjenice, daju svoje ocene i u krajnjem izmene
istoriju.

Najizrazitiji primer dosovske laži, njihove pokvarenosti i
prljavog morala je neprekidno ponavljanje broja policajaca u moje vreme
u Srbiji, kako bi se potvrdila navodna diktatura, o izmišljenih 150.000
policajaca, a stvarno ih je bilo 21.000, što je sada i aktuelni
ministar potvrdio. Ili, laži, koje su pripadnici tzv. "Otpora" iznosili
u zemlji i inostranstvu o navodnom progonu 100.000 njihovih članova,
što, apsolutno nije tačno, jer je za godinu ipo dana njihovog
neregistrovanog rada, privedeno i identifikovano, zbog nasilničkog
ponašanja, razbijanja poslovnih prostorija, nanošenja telesnih povreda
građanima i policajcima, pronađenih nedozvoljenih sredstava i oružja i
pravljenja nereda na javnim mestima u većem obliku, samo 1000 lica, od
kojih su prema 30 lica podnete prekršajne prijave i prema 25 krivične
prijave. To je, takođe potvrdio aktuelni ministar Mihajlović.

U ovom periodu antiterorističkim aktivnostima i ostalim
unutrašnjim poslovima na Kosovu i Metohiji, u ime MUP-a Srbije,
rukovodili su Vlastimir Đorđević, Jovica Stanišić, Sreten Lukić, Živko
Trajković, Goran Radosavljević, Milorad Luković i drugi. Oni su
postupali u skladu sa zakonom i pravilima službe. To su zahtevali i od
svojih potčinjenih. Državni i politički vrh je tražio, da u skladu sa
ustavnim i zakonskim obavezama, MUP Srbije preduzima mere na zaštiti
života naših građana svih nacionalnosti njihove imovine i bezbednosti
zemlje, ugroženu, bilo od albanskih terorista. NATO agresora, ili
pojedinih kriminalaca. Prema onim pojedincima iz reda kriminalaca, koji
su, koristeći ratnu situaciju, velika materijalna razaranja i civilne
žrtve usled NATO bombardovanja i intenziviranih napada albanskih
terorista, preduzimane su energično efikasne zakonske mere. (Početkom
maja meseca 1999. godine MUP je objavio da je prema počiniocima
najtežih krivičnih dela na Kosovu i Metohiji podneto 744 krivične
prijave, protiv 616 lica, raznih nacionalnosti, od kojih je 379 bilo u
pritvoru, među kojima i 15 pripadnika MUP-a.

Za profesionalno i odgovorno ponašanje u vršenju poslova
pripadnici MUP-a dobili su pohvale i priznanja i pismena od pojedinih
članova posmatračke misije OEBS-a, najviših predstavnika MKCK-a i UNHCR-
a, kao i pojedinih stranih novinara.



* * *



Moj stav je poznat o tzv. Haškom tribunalu i njegovim
optužnicama. To je politički sud, instrument zapadnih sila, pre svega
Amerike, radi ostvarivanja njihovih geopolitičkih ciljeva, kao i da
opravda zločine, koje su počinili, protivno međunarodnim normama na
području bivše Jugoslavije.

Olbrajtova i Luiz Arbur su podizale navedene optužnice
(Slobodan Milošević i saradnici) u drugoj polovini maja meseca 1999.
godine, kada, ni posle dva meseca intenzivnog bombardovanja, NATO-vci
nisu uspeli da slome otpor jugoslovenskih naroda, njegove vojske i
policije.

Njihov cilj je da stvarne krivce amnestiraju, a žrtve
okrive. Čak imaju i veće ambicije, da preko sudskih odluka krivotvore
stvarne istorijske događaje na Balkanu i izbegnu činjenice o njihovoj
prljavoj ulozi u krvavim događajima u Jugoslaviji (teze o velikoj
Srbiji, o genocidnosti srpskog naroda - Klintonove reči da su Srbi
krivi za izazivanje dva svetska rata, - pripisivane srpskoj
inteligenciji navodni velikosrpski nacionalizam itd.).

O ogromnoj zaintresovanosti za postojanje i rad takvog
suda, koji predstavlja običnu farsu, govori i činjenica da ga, pre
svega, i skoro isključivo, finansira Amerika i to sa preko 100 miliona
dolara godišnje.

Nesumnjivo je, da je protivustavno kidnapovanje i izručenje
predsednika SRJ Slobodana Miloševića, izvedeno u sklopu dirigovane i
opsežne kampanje zatiranja tragova agresije NATO-a na Jugoslaviju, a
pokretanjem orkestriranih priča o Srbima, kao narodu, kome je potrebna
katarza i samoočišćenje, kao i pronalaženjem navodnih "masovnih
grobnica", dosovskim državnim vlastima je trebalo da "isfabrikuju
pristanak" javnog mnjenja za njegovo protivzakonito izručenje.

Pravnicima su poznati argumenti o neutemeljenosti pravnog
osnova za osnivanje Haškog tribunala od strane Saveta bezbednosti.
Naime, iako je Savet bezbednosti kao izvršni organ OUN dužan da se
stara o miru i bezbednosti u svetu, čak i da osniva pomoćne organe, ali
kako on sam nema pravo da vrši sudsku funkciju, on ne može ni svom
pomoćnom organu da prenese ta ovlašćenja koja i sam nema.

Nesumnjivo je da je ustavnim sistemom Savezne Republike
Jugoslavije zabranjeno izručenje (ekstradicija) naših građana -
državljana - kako stranim državama, tako i međunarodnim organizacijama,
pa i Haškom tribunalu.

Ustav SRJ u čl 17. stav 3 propisuje"jugoslovenski
državljanin ne može biti lišen državljanstva, proteran iz zemlje, ni
izručen stranoj državi". Takođe, i Ustav Republike Srbije u čl 47. stav
2, propisuje "građanin Republike Srbije ne može biti lišen
državljanstva, prognan ili ekstradiran". Stoga bi svaki zakon ili bilo
koji niži akt, ma na kom nivou on bio donet, ukoliko bi predvideo
izručenje jugoslovenskih državljana Haškom tribunalu, bio neustavan.
Takođe bi svaki čin ekstradicije našeg državljanina Haškom tribunalu
bio suprotan Ustavu. To je pravno stanovište profesora na Pravnom
fakultetu u Beogradu i Ustavnog suda Jugoslavije.

Međutim, tako ne misle dosovski čelnici - poslušni
kvislinzi zapada. Jadno je i komično kada jedan priučeni trgovac -
Zoran Živković - daje pravna tumačenja o ovoj problematici. Mene ne
čudi samovoljno i drsko ponašanje Zorana Đinđića, koji donosi
protivustavne odluke i vlada po principima autokratske diktature, jer
je to svojstveno njegovom karakteru mafijaša i kriminalca, ali me čudi
svesno, ali neodgovorno ponašanje Vojislava Koštunice, kao predsednika
SRJ, kome je jedna od osnovnih ustavnih obaveza da štiti ustavnost i
zakonitost u zemlji. Ne postoji ni jedan viši interes u zemlji, ma
kakvi spoljni pritisci i ucene bili, da se ne poštuje Ustav i zakon. U
suprotnom, ulazi se u zonu bezakonja, nepravdi, nesigurnosti i opšteg
pravnog haosa, što može da dovede do nasilja i krvoprolića. Što se tiče
čelnika iz Crne Gore, očigledno je da je M. Đukanović džoker američkih
vlasti koji služi za destabilizovanje Jugoslavije, a čelnici iz
Koalicije za Jugoslaviju su politički prevrtljivci, ljudi izdaje svojih
birača, čiji je politički kapital DOS maksimalno iskoristio i istrošio
za svoje destruktivne ciljeve.



* * *



Sa Slobodanom Miloševićem se znam još iz njegovih ranih
omladinskih dana. Uvek sam ga doživljavao kao lično moralnog,
porodičnog, obrazovanog, strpljivog čoveka posvećenom svom narodu. Bio
je skroman, ali i autoritativan i voljen u sredinama gde se nalazio.
Čovek velike harizme. Službeno sam najviše sarađivao sa njim kao
rukovodilac Privredne komore Jugoslavije i Srbije i kao ministar
unutrašnjih poslova Republike Srbije. Održavali smo vrlo iskrene i
prijateljske odnose naših dveju porodica. Imao je veliko poverenje u
mene, istinito sam ga obaveštavao. Uvek je insistirao na poštovanju
zakona, povećanju lične sigurnosti građana, sprečavanju kriminala i
bezbednosti zemlje.

Slobodan je simbol borbe da se očuva mir na ovim
prostorima, da se realizuju ispravni državni i nacionalni interesi
našeg naroda. On je simbol otpora hegemonizmu i dominaciji na
međunarodnom planu.

Radi naše sigurnije budućnosti i budućnosti naše dece,
želim mu da pobedi i u Hagu!



* * *



Post skriptum:

I mrtav vidim i čujem dosovsku orkestriranu medijsku
kampanju tumačenja i objašnjenja, sa zluradim komentarima, moje
tragične smrti, u koju se uključuju ostrašćeni natovski novinari,
mucavi samoproizvedeni politički analitičari, zajapureni portparoli
dosovskih političkih stranaka pod dirigentskom palicom lečenog
narkomana Čede Jovanovića, sa ciljem da se i ovaj događaj, koji se
tiče "bliskog saradnika" Slobodana Miloševića, iskoristi za
satanizaciju herojske borbe srpskog naroda i njegovog rukovodstva
vođene za očuvanje mira, za opstanak i življenje na ovim prostorima, za
sigurniju, bogatiju i srećniju budućnost naših potomaka.

Odgovorio bih im jednim Njegoševim stihom:



"Čovek se rodi da jednom umre,

a čast i obraz ostaju dovijeka".





aprila 2002.god.Beograd

Vlajko Stojiljković,
poslanik Veća republika Savezne skupštine

Sul caso di spionaggio in questione si veda anche:

> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1689
> http://www.icdsm.org/more/ya.htm
> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1665
> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1662

===*===

> http://emperors-clothes.com/news/neigh.htm

=======================================
DETAINED US DIPLOMAT WAS CIA'S MAIN MAN IN THE BALKANS
Agence France Presse [ TUESDAY, MARCH 19, 2002 8:31:22 AM ] [Posted 19
March 2002]
Comments follow
=======================================

BELGRADE

A US diplomat arrested with Serbia's deputy prime minister last week
accused of espionage was the head of the Central Intelligence Agency in
the Balkans, a newspaper claimed in a report to appear on Tuesday.

"From the outset of his interrogation John David Neighbor presented
himself as the head of the CIA in the Balkans," Vecernje Novosti
reported, quoting military sources.

It added that the diplomat remained calm while undergoing a 13-hour
interrogation.

Neighbor was identified by Belgrade as the US diplomat detained by
Yugoslav military police late on Thursday along with Serbian deputy
prime minister, Momcilo Perisic.

The United States said yesterday it had accepted an apology from
Yugoslav Foreign Minister Goran Svilanovic for the diplomat's
mistreatment in Yugoslav military police custody. (2)

State Department spokesman Richard Boucher said Washington considered
the case closed as a "bilateral issue" but denied reports that the
detained diplomat had been involved in any kind of espionage.

"We have received a formal apology from (Svilanovic)," Boucher told
reporters. "We've accepted that apology.... we view it as a public
acknowledgment of the military's inappropriate and excessive actions
and we now consider this closed as a bilateral issue". (1)

Earlier yesterday, Yugoslav President Vojislav Kostunica regretted that
Neighbor had been detained for so long and identified by name and
nationality. (3)

(C) AFP 2002 * Reprinted for Fair Use Only
http://timesofindia.indiatimes.com/articleshow.asp?art_id=4235518

******************
SOME COMMENTS
******************
1) Mr. Boucher complains about the "inappropriate and excessive
actions" of the Yugoslav Army. Aside from the fact that he is lying -
there was nothing excessive about Yugoslav Army actions under
international law - Boucher's remarks exceed in hypocrisy even what he
said when the Belarussian government seized some computers the US
had 'donated' to pro-US NGOs. See 'Speechless in Belarus' at
http://www.tenc.net/news/ind.htm

"Inappropriate and excessive actions." Wasn't it the United States
military that spearheaded the 2.5 month long bombardment of Yugoslavia
about which the New York Times commented, with kindest restraint:

"A broad spectrum of legal scholars agree that there is currently no
simple, straightforward or obvious legal basis for the bombing of
Serbian targets to be found in treaties, the United Nations charter or
binding resolutions or [in] any other written international
code...."('A Word Bolsters Case for Allied Intervention, NY Times,
April 4, 1999, International Section, p. 7)

2. To learn more about "Who is Goran Svilanovic,' go to http://emperors-
clothes.com/news/goran.htm

3. In 'We Have the Right and Duty to Arrest Spies,' I commented
that "Yugoslav President Kostunica responded in his usual two-faced
fashion, first criticizing and then seemingly defending the Army
action, which enjoys overwhelming public support in Yugoslavia."
http://emperors-clothes.com/news/ya.htm

Now we see that, true to form:

"Earlier yesterday, Yugoslav President Vojislav Kostunica regretted
that Neighbor had been detained for so long and identified by name and
nationality."

Poor Mr. Kostunica. He wishes to distance himself from Serbian 'Prime
Minister' Djindjic, a man universally loathed in Yugoslavia. He doesn't
want to criticize the Army, which enjoys popular support. But he also
knows who butters his bread (the US foreign policy establishment) and
so he straddles a narrow fence, with apparent discomfort. He
criticizes...not exactly the arrest of Neighbor, but rather the manner
in which it was carried out. And not exactly that it was abusive. More
that it was done in bad taste.

First Kostunica objects to Neighbor being interrogated for "so long."
This raises the question: what is the acceptable length of time for
questioning a regional chief of the CIA caught receiving stolen
documents from a high government official? Would nine hours be OK? Six?
Three?

As for identifying Neighbor "by name and nationality," why is this
lacking social polish? Should the Yugoslavs instead have announced
about this spy they'd arrested: "Name: withheld. Country: withheld.
Job: CIA Chief of the Balkans"?

-- Jared Israel

SULLO ZELO DISINFORMATIVO DI ANDREA FERRARIO

"Colgo l'occasione per ringraziare il lettore che a suo tempo aveva
segnalato i materiali su cui si basa il presente numero". Cosi’
esordisce Andrea Ferrario, saltuario collaboratore di "Guerre&Pace"
ed "Il Manifesto" - quasi a prevenire legittimi dubbi sulle fonti,
quasi provvidenziali, di certi suoi lanci telematici - nel suo
ultimo "capolavoro", intitolato : "Milosevic e Sharon, un feeling
inevitabile".

Il messaggio si inquadra un po’ arditamente nella campagna di Ferrario
in sostegno al separatismo panalbanese, notoriamente appoggiato a sua
volta dalla NATO (USA in primis) anche attraverso i bombardamenti, ed
e’ motivato anche dal solito intento diffamatorio nei confronti della
persona di Slobodan Milosevic. Quella di Ferrario non e’ infatti una
analisi dei rapporti Palestina/Israele/Jugoslavia : non e’ fatta alcuna
menzione dei comunicati ufficiali del Partito Socialista della Serbia
contro la occupazione israeliana dei Territori Palestinesi, ne’ dello
sforzo diplomatico in senso (viceversa) filo-sionista del nuovo regime
coloniale serbo di Djindjic. Ferrario tralascia ogni considerazione
sull’atteggiamento della lobby filo-israeliana nei media (da Sofri a
Ferrara, dalla Fallaci a Bernard Henry-Levi), oggi giustificazionista
e complice nei confronti dei massacri attuati dal governo Sharon, lobby
che sulla Jugoslavia ha costantemente incitato alla distruzione
esprimendo particolare livore proprio contro Milosevic ed usando
ignobili parallelismi con l’Olocausto. Ferrario non commenta nemmeno
sul ruolo che le ONG israeliane hanno avuto sul campo, nello
squartamento della Jugoslavia, schierate sempre dalla parte dei
micronazionalismi (ad esempio per "Sarajevo assediata", e poi nella
vicenda dei profughi kosovaro-albanesi in Macedonia, primavera 1999).
Semplicemente, con questo ultimo intervento Ferrario cerca di inserire
a bella posta, ma invero "acrobaticamente", elementi di odio contro
Milosevic in un contesto di giusta mobilitazione internazionalista per
la Palestina, evidentemente valutando che per la sua iincessante
campagna antijugoslava "tutto fa brodo".

Nel ragionamento tendenzioso di Ferrario, Milosevic appoggerebbe Sharon
perche’ un anno fa un quotidiano israeliano ha pubblicato una
intervista a Milosevic, nella quale questi una volta avrebbe citato
Sharon come oppositore del separatismo albanese. Tutto il resto del
pezzo sono citazioni da terze persone e letture "fra le righe". Il
paragone tra palestinesi ed albanesi-kosovari, su cui Ferrario ricama
abbondantemente, e’ ovviamente un insulto alla ragione ed allo spirito
generoso della solidarieta’ internazionalista, poiche’ la
Amministrazione Nazionale Palestinese e’ riconosciuta
internazionalmente, ed Israele e’ paese occupante e colonizzatore,
mentre il Kosmet (la cui popolazione e’ da sempre un miscuglio di
componenti, tutte autoctone e nessuna "occupatrice") e’ parte
integrante della Jugoslavia da quando questa esiste, nei suoi confini
internazionalmente riconosciuti.

D’altronde, la newsletter "Notizie Est", benche’ si presenti in una
veste ingannevolmente asettica e professionale, ci e’ nota da anni per
essere tragicomicamente faziosa. Attraverso di essa vengono
diffusi in internet, soprattutto nel pubblico non sempre attento della
sinistra internazionalista italiana, in maniera mirata materiali
tendenziosi come questo su Sharon/Milosevic, tutti tesi a stigmatizzare
politiche ed orientamenti delle sinistre jugoslave ed a demonizzarne i
leader, accusati di volta in volta di attitudini criminali, corruzione,
totalitarismo - addirittura di essere filo-NATO, persino contro la
evidenza delle minacce e delle bombe della stessa NATO, e pure in
questo caso: quando Milosevic viene attaccato anche per avere
contribuito al Trattato di Pace di Dayton, per avere mediato con gli
USA.
La newsletter - su cui passano soprattutto traduzioni italiane di
articoli da organi di stampa del carrozzone-Soros e di altre catene
spesate in Occidente, come AIM - rivolge la attenzione soprattutto
verso la problematica albanese. Affine ad altri siti internet ed
organismi di appoggio all’idea grande-albanese (Comitato di
solidarieta’ con la Kosova, Balkan, REDS, Bandiera Rossa) essa ha
espresso simpatie per l’UCK sin da tempi (non?) sospetti (1998).

(a cura di I. Slavo)


> ------- Forwarded message follows -------
> From: "Notizie Est"
> To: "Notizie Est - Balcani"
> Date sent: Sun, 14 Apr 2002 18:10:32 +0200
> Subject: N.E. Balcani #543 - Serbia/Israele
> Send reply to: balcani@n...
> Priority: normal
>
> "Notizie Est" - http://www.ecn.org/est/balcani
>
> ======================================
> N.E. BALCANI #543 - SERBIA/ISRAELE
> 14 aprile 2002
> ======================================
>
> MILOSEVIC & SHARON: UN FEELING INEVITABILE
> a cura di Andrea Ferrario
>
> [Dopo le quattro settimane di sospensione delle
> pubblicazioni, riprendiamo con un breve numero di
> "Notizie Est" che, pur riferendosi a fonti di un anno
> fa, ci sembra interessante in considerazione degli
> attuali avvenimenti in Palestina. Colgo l'occasione per
> ringraziare il lettore che a suo tempo aveva segnalato
> i materiali su cui si basa il presente numero - a.f.]
>
> Sono molti gli elementi palesi che legano due
> personaggi come l'ex presidente jugoslavo Milosevic e
> l'attuale premier israeliano Sharon, innanzitutto i
> massacri perpetrati a sangue freddo contro civili
> inermi. Quello che e' meno noto, invece, e' che tra i
> due esiste un "feeling" esplicito, come testimoniano
> alcuni fatti.
>
> Lo "Ha'aretz Magazine" di Tel Aviv pubblicava un anno
> fa, e piu' precisamente il 23 marzo 2001, una lunga
> intervista a Milosevic. Tra le tante altre domande
> dell'intervistatore, una riguardava direttamente
> Israele. Alla richiesta di esporre la sua opinione nei
> confronti di Israele in generale e piu' in particolare
> della posizione di Israele riguardo alla Jugoslavia,
> Milosevic rispondeva quanto segue: "Abbiamo sempre
> avuto un atteggiamento positivo nei confronti
> dell'esigenza del popolo israeliano di vivere in pace
> ed essere libero. Ma devo ammettere che,
> sfortunatamente, la nostra buona volonta' non e' stata
> contraccambiata da Israele nei momenti difficili per il
> popolo serbo, quando quest'ultimo era esposto a ogni
> tipo di pressione - da quelle mediatiche ed economiche,
> a quelle armate. In realta', vi e' stato chi ha alzato
> la propria voce contro il separatismo albanese. Sharon,
> per esempio. Ma si e' trattato di rare eccezioni". Si
> noti bene che Milosevic, mentre si premura di citare a
> esempio Sharon, non spende nemmeno mezza parola per i
> palestinesi.
>
> Nel suo commento, che accompagnava l'intervista
> pubblicata da "Ha'aretz Magazine", Adar Primor scriveva
> che "Milosevic ha ricordi positivi di Ariel Sharon.
> L'attuale primo ministro israeliano, quando era
> ministro degli esteri, ai tempi della guerra del
> Kosovo, si era apertamente dissociato dalla campagna
> militare della NATO. Sharon aveva messo in guardia
> dalla creazione di una 'Grande Albania' che avrebbe
> diffuso il terrore islamico in tutta l'Europa,
> aggiungendo che Israele non doveva dare legittimita' a
> un coinvolgimento militare intervenzionista del tipo di
> quello messo in atto dai membri della NATO". Essendo
> Sharon uno degli ultimi uomini al mondo che si puo'
> opporre a una guerra per motivi di convinzioni morali o
> politiche, il suo messaggio risulta del tutto chiaro:
> un Kosovo indipendente avrebbe costituito un precedente
> per una Palestina indipendente e gli albanesi, come i
> palestinesi, sono solo dei "terroristi" islamici che si
> meritano unicamente di essere presi a cannonate. Ma non
> e' tutto, dietro le sue dichiarazioni si puo' leggere a
> chiare lettere il timore che, per quanto improbabile,
> un domani anch'egli potrebbe essere oggetto di un
> voltafaccia da parte dei suoi amici occidentali,
> proprio come e' accaduto al suo collega serbo. Come
> osservava Arjan El Fassed, attivista palestinese
> impegnato nella difesa dei diritti dei profughi,
> "ironicamente, con le sue parole, Sharon ha reso chiaro
> a tutto il mondo che vi e' una similitudine, forse
> addirittura un'identita', tra l'atteggiamento di
> Milosevic nei confronti del Kosovo e quello di Sharon
> nei confronti dei palestinesi" (A. El Fassed,
> "Sanctioning Sharon",
> http://www.mediamonitors.net/arjan13.html). D'altronde,
> c'e' un filo conduttore unico che lega non solo
> Milosevic e Sharon, ma anche lo stesso presidente
> statunitense George Bush, e piu' precisamente quello
> della lotta contro il terrorismo islamico, un filo
> conduttore tornato attuale con le battute di apertura
> del processo all'ex presidente jugoslavo, quando
> quest'ultimo ha rivendicato il suo ruolo di "pioniere"
> nella lotta globale contro il terrorismo di Bin Laden,
> alla quale ha dato il suo "modesto" contributo
> deportando e massacrando gli albanesi. Certo, la
> posizione personale dei tre oggi e' ben diversa: il
> primo sta chiudendo la propria carriera con un mega-
> show miliardario all'Aia, il secondo e' ancora
> impegnato a portare avanti la politica di massacri e
> distruzioni del suo collega di Belgrado, mentre il
> terzo supervisiona il tutto dalla stanza dei bottoni
> piu' grande del mondo. Quello che li accomuna
> indissolubilmente, tuttavia, rimane ancora oggi il
> cumulo di cadaveri e distruzioni che si lasciano dietro.
>
> Dell'intervista concessa da Milosevic a "Ha'aretz
> Magazine" vale la pena di citare un altro interessante
> passo, anche se non riguarda Israele, bensi' il
> maggiore protettore del governo di Tel Aviv, gli Stati
> Uniti. Alla domanda del perche' un uomo apprezzato
> personalmente da molti dei piu' alti politici
> occidentali sia caduto in un "conflitto di dimensioni
> quasi inesplicabili" con gli americani, l'ex presidente
> jugoslavo risponde: "Per essere sincero, io stesso mi
> sono meravigliato di questa animosita'. Ma la risposta
> non e' complicata: [la causa] non e' stata la politica
> americana. E' stata la politica personale dei massimi
> vertici della precedente amministrazione. Spero
> sinceramente che la nuova amministrazione americana
> vorra', basandosi sui propri interessi e sull'interesse
> nazionale americano, trovare la verita' essenziale dei
> motivi della vicinanza tra i suoi predecessori e la
> narcomafia albanese, [formata da] trafficanti in
> schiave bianche, assassini e terroristi. [...]
> Comunque, ho avuto una cooperazione eccellente con gli
> americani. Come banchiere, ho avuto svariati e positivi
> contatti con loro per molti anni. Anche all'inizio
> della crisi nell'Europa Orientale e in Jugoslavia ho
> avuto in quasi tutti gli incontri con rappresentanti
> dell'amministrazione americana contatti buoni e
> cordiali. Li ho avuti anche successivamente, in
> particolare durante i negoziati di Dayton. Perfino dopo
> di essi". Piu' chiaro di cosi'...
>
>
> __________________________________________________________
> "Notizie Est - Balcani" e' una mailing list di notizie sui
> Balcani, pubblicata dal sito web "I Balcani" e archiviata
> su web all'indirizzo:
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>
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> balcani@n...
> ------- End of forwarded message -------
>
>

Subject: THE SUICIDE OF VLAJKO STOJILJKOVIC
Date: Sat, 13 Apr 2002 14:02:31 -0400
From: icdsm@...



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THE SUICIDE OF VLAJKO STOJILJKOVIC
HIS STATEMENT & A COMMENTARY
By D. Baatar and Jared Israel
[Posted 13 April 2002]
=======================================
This past Thursday, in defiance of the Yugoslav Constitution and
the explcit rulings of the Yugoslav Constitutional Court, the
Yugoslav Parliament passed a law authorizing the extradition of
Serbian leaders to The Hague so-called tribunal. (1)

Tragically, following passage of this law, Vlajko Stojiljkovic, an
MP from the Socialist Party of Serbia (SPS), shot himself on the
steps of Parliament. As we post this article he is in a coma.

Mr. Stojiljkovic was the Serbian Minister of Internal Affairs until
the pro-Western coup d'état October 2000. During the bombing
of Yugoslavia, The Hague 'tribunal' accused Mr. Stojiljkovic of
committing war crimes in Kosovo. These were supposedly
carried out at the behest of President Slobodan Milosevic.
Milosevic was kidnapped and taken to The Hague last June and
is now answering those so-called charges.

Mr. Stojiljkovic's Socialist Party of Serbia (SPS) placed Mr.
Stojiljkovic's act in a Serbian tradition of heroic suicide:

"With this act, our comrade Vlajko Stojiljkovic joined those 300
policemen whom he commanded, who gave their lives for the
defence of our motherland in the fight against the Nato
aggressors and Albanian terrorists" in Kosovo, the SPS wrote.

The Western media put forward a different interpretation,
portraying the suicide as an admission of guilt.

MR. STEELE LIES

For example, consider Jonathan Steele in the London Guardian.

"Unlike Mr. Milosevic, with whom he was indicted, Mr.
Stojiljkovic was frequently in Kosovo supervising his men. He
cannot claim to have been unaware of their tactics." (2)

Note that by writing "unlike Mr. Milosevic ...[ Stojiljkovic] cannot
claim to have been unaware of [his men's] tactics," Mr. Steele
creates the impression that a) President Milosevic has conceded
the truth of the so-called tribunal's accusations that his men
committed war crimes in Kosovo but that b) he has defended
himself by denying direct knowledge of said crimes whereas c)
Mr. Stojiljkovic could not have made such a defense because he
was present when crimes were supposedly committed.

There's a problem with Mr. Steele's line of argument.

Anybody watching Slobodan Milosevic's confrontation with The
Hague kangaroo court on video (the 'tribunal' isn't publishing the
transcripts anymore for reasons that will be obvious as you read
on) knows it is nonsense.

>From Day One President Milosevic accused the "tribunal" and
its Kosovo Liberation Army (KLA) "witnesses" of lying through
their teeth.

Never once did he say "you gentlemen from the KLA are telling
the truth but I was unaware of my men's tactics!"

Whether or not you agree with us that Slobodan Milosevic is
telling the truth, you must agree that we are telling the truth about
what he said.

Which raises a career question we should like to put to Mr.
Steele: are you paid a fixed sum per lie or is there a bonus for
quality?

If you would like to read the actual rules of engagement which
the Yugoslav Army employed in fighting the KLA in Kosovo, see
'The Other Side of the Story,' at
http://emperors-clothes.com/book/book1.htm

MR. STOJILJKOVIC TELLS THE TRUTH

Even while smearing Vlajko Stojiljkovic, reports in the Western
media provide ample evidence that his J'Accuse!, his farewell
statement, is right on target. (See below for the short version)

Here is Agence France Presse:

"The US Congress decided to freeze 40 million dollars (46 million
euros) in aid after Belgrade failed to meet its March 31 deadline
for showing that it was cooperating with the tribunal. But US
Secretary of State Colin Powell delayed a decision to cut off the
aid completely and withdraw US support for international loans to
give Belgrade a final chance to meet demands for the transfer of
war crimes suspects.

"On Friday, Washington's ambassador at large for war crimes
issues Pierre-Richard Prosper traveled to Belgrade to deliver a
final warning.

"Everyone recognizes that time is running out, action must be
taken... and we need to see cooperation," said Prosper.
(Agence France Presse, (3))

Doesn't this sound like the US cat is toying with the Yugoslav
mouse?

Zoran Djindjic, the so-called Prime Minister of Serbia, has
declared the law will resolve "all the problems we had with the
Hague court and the American administration". (London
Guardian, (2))

Why do these "problems with the American Administration" arise
whenever the US wants Yugoslavia to expand its cooperation
with The Hague?

It is always the same. The US threatens to cut off financial aid.
(This aid is described as necessary but nobody seems clear
where it goes...) Thereupon Mr. Djindjic, Yugoslav President
Kostunica and others publicly wring their hands declaring that
"we have no choice" but to do what the US demands because
"without this aid we are dead," etc.

The SPS ridicules this recurring melodrama.

The SPS points out that:

* US financial aid never reaches the pockets of ordinary
Yugoslavs; indeed, the Yugoslav people are far worse off than
they were before the October 2000 pro-Western coup d'état
which was supposed to usher in an age of prosperity. (4)

* The only people whom it appears are actually helped by this
game of promising and threatening to withhold financial aid are
Yugoslav President Kostunica and Serbian Prime Minister
Djindjic. By passing Congressional resolutions and dispatching
"special envoys" with "one last final warning" the US and other
Western governments enable Djindjic, Kostunica and their allies
to claim that they "submit only under the most extreme pressure"
- thus hiding from naïve souls the reality: that these two friendly
enemies, Djindjic and Kostunica, are under orders from
Washington. (5)

(In Thursday's vote, these two were joined by the leaders of the
Montenegrin Socialist Peoples' Party. One wonders: how much
"aid" did the leaders of this once-principled Montenegrin party
receive for their votes?)

TRAGIC HEROISM

By shooting himself on the steps of the Federal Parliament,
Stojiljkovic broadcast a protest signal the strongest way he
could.

His short farewell note, which is posted below, and his full
statement, to be posted shortly, says what needs to be said. If he
had, by way of contrast, merely called a press conference to
make these statements, his denunciation of the current
authorities and his call on the people of Serbia to act might well
have been ignored by the Western media and the
Western-dominated Yugoslav media as well.

(Just for the record, on Friday leaders of the SPS held a press
conference to explain the reasons for Vlajko Stojiljkovic's
actions. Though about 70 reporters. including all the major
Yugoslav TV stations. attended, very little was reported in the
media.)

For Vlajko Stojiljkovic to pay with his life in order to send his
very important and much needed message is evidence of his
heroism and true patriotism - his great loyalty to the peoples of
Yugoslavia.

At the same time, it is unfortunate that he failed to foresee that
in the West this act could be presented as evidence of his, and
therefore of Serbian guilt. Moreover, it is, in our opinion, a
mistake to view suicide as a solution to the problems created by
the immensely destructive US Empire, even though these
problems may seem insurmountable. In our opinion, the best
course of action is that which Mr. Milosevic has taken: exposure
of lies and political mobilization. Here is a quote from President
Milosevic:

"I wish to declare here in front of this 'court' that I would never
commit suicide because first of all I do not want to do that to my
children and my family, to make them children of one who
committed suicide.

"Secondly. I would never commit suicide because I have to fight
here, to destroy this 'court' and this mockery of a trial and it's
employers who are using this 'court' against people fighting for
freedom in the world. " (6)

Below is "MY PROTEST AGAINST TREASON," which Vlajko
Stojiljkovic handed over to Parliamentary colleagues just before
the tragedy. He left a longer explanation as well. It will be
posted soon.

To view a facsimile of the Serbo-Croatian text of MY
PROTEST as a pdf file go to
http://emperors-clothes.com/serbo-croatian/articles/stojiljkovic.pdf

or for a jpeg file go to
http://emperors-clothes.com/serbo-croatian/articles/stojiljkovic.htm

***

MY PROTEST AGAINST TREASON
Statement by Vlajko Stojiljkovic - short version

By this act, as a Member of the House of Republics of the
Federal Parliament, I declare my protest against the members of
the current puppet regime of DOS and the Montenegrin "Coalition
for Yugoslavia" which have:

- broken-up of Yugoslavia with the participation of the greatest
enemy of our people, Javier Solana;

- ruthlessly violated the Constitution and the laws of this country;

- conducted a policy of treason and capitulation;

- betrayed national dignity;

- destroyed the economy, thus forcing millions of citizens into
poverty.

I hold directly responsible for my death the following people:

[Serbian Prime Minister] Zoran Djindjic; [Federal President]
Vojislav Kostunica: [Serbian Prime Minister] Zoran Djindjic:
[Federal President] Vojislav Kostunica: [Serbian Interior
Minister] Dusan Mihajlovic: [Serbian Justice Minister] Vladan
Batic: [Federal vice Prime Minister] Miroljub Labus: [Speaker of
the House of Citizens of Federal Parliament] Dragoljub
Micunovic: and leaders of their federal coalition partners from
Montenegro: [Leader of the Socialist Peoples' Party and Head
of Foreign Policy Committee of the Federal Parliament] Predrag
Bulatovic: [Speaker of the House of Republics of the Federal
Parliament] Srdja Bozovic and [Federal Prime Minister] Dragisa
Pesic.

Citizens, patriots of this country will know how to avenge me. A
more detailed message follows.

(more extensive message will follow)

signed:

Vlajko Stojiljkovic

Member of Parliament

***

**********************************
FURTHER READING:
**********************************

Regarding lat year's failed attempt to pass a Yugoslav
extradition law, followed by the outright kidnapping of Slobodan
Milseovic, see "The Treason of Vojislav Kostunica" at
http://emperors-clothes.com/analysis/treas.htm

1) UN Consultant Dr. Hans Koechler writes about the 'tribunal'
in "Illegal Tribunal, Illegal Indictment" which can be read at
http://emperors-clothes.com/docs/prog2.htm

2) The Guardian (London) April 12, 2002 * Foreign Pages, Pg. 15
"Serbian war crimes suspect shoots himself " By Jonathan Steele

3) Agence France Presse April 10, 2002 Wednesday
International News "Facing sanctions threat, Yugoslav
government adopts war crimes bill " By JEAN-EUDES
BARBIER

4) The Yugoslav standard of living began to fall sharply soon
after the October 2000 coup. See for example "Is Kostunica
setting the stage for a phony fuel-shortage melodrama?" by
Jared Israel Written two weeks after the October pro-Western
coup, the article includes a chart comparing pre and post-coup
prices of basic items. It can be read at
http://emperors-clothes.com/news/price.htm

Also see " Kostunica Coalition Drives Up Prices &
Blames...Milosevic," by Prof. Michel Chossudovsky. Can be
read at http://emperors-clothes.com/articles/chuss/triples.htm

5) "We Accuse: Washington's Aid Promises Are A Traitorous
Lie!" A devestating critique of the claim that economic necessity
forces Yugoslavia to succumb to Western demands to ship
Yugoslav resistance leaders to NATO's Hague 'tribunal.' It can
be read in English at
http://www.icdsm.org/more/accuse-i.htm

In French at
http://emperors-clothes.com/french/articles/promesses-f.htm

In Serbo-Croatian at
http://emperors-clothes.com/serbo-croatian/articles/s-izdaja.htm

In Spanish at
http://emperors-clothes.com/spanish/articles/cazabobos.htm

6) "The Second Act of the Crime Against the Serbian People"
President Slobodan Milosevic at The Hague 'Tribunal' 30
October 2001 http://www.icdsm.org/more/second.htm

Subscribe to the ICDSM email list at
http://www.icdsm.org/maillist.htm Receive texts posted at
www.icdsm.org

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THE DEFENSE OF MILOSEVIC - AND THE TRUTH -
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MY PROTEST AGAINST TREASON

After the new attack on Constitution
and national sovereignty and dignity made by
representatives of Belgrade colonial regime by
adoption of unconstitutional "Law on
cooperation with the Hague tribunal", Mr.
Vlajko Stojiljkovic, Member of the Federal
Parliament from the Socialist Party of Serbia
and former Serbian Interior Minister, indicted
for "war crimes" in Kosovo together with
President Milosevic, committed a suicide on the
steps of Yugoslav Federal Parliament. What
follows is his farewell letter handed to
colleagues parliamentarians:



By this act, as a Member of the House
of Republics of the Federal Parliament, I
declare protest against the actual puppet
regime of DOS and Montenegrin "Coalition for
Yugoslavia", due to:

- breaking-up of Yugoslavia with
participation of the biggest enemy of our
people H. Solana;

- ruthless violation of the
Constitution and laws of this country;

- conducting the policy of treason
and capitulation;

- losing the national dignity;

- destruction of the economy and
bringing millions of citizens to social
poverty.

For my death I consider responsible
and directly accuse: Zoran Djindjic, Vojislav
Kostunica, Dusan Mihajlovic, Vladan Batic,
Miroljub Labus, Dragoljub Micunovic, Predrag
Bulatovic, Srdja Bozovic and Dragisa Pesic.

Citizens - patriots of this country
will know how to retaliate.

(more extensive message is following)

signed:
Vlajko Stojiljkovic
Member of Parliament

In the letter, Mr. Stojiljkovic
accuses DOS leaders: (Serbian Prime Minister)
Zoran Djindjic, (Federal President) Vojislav
Kostunica, (Serbian Interior Minister) Dusan
Mihajlovic, (Serbian Justice Minister) Vladan
Batic, (Federal Vice Prime Minister) Miroljub
Labus, (Speaker of the House of Citizens of
Federal Parliament) Dragoljub Micunovic, and
leaders of their federal coalition partners
from Montenegro: (Leader of the Socialist
Peoples' Party and Head of Foreign Policy
Committee of the Federal Parliament) Predrag
Bulatovic, (Speaker of the House of Republics
of the Federal Parliament) Srdja Bozovic and
(Federal Prime Minister) Dragisa Pesic.


===*===


Statement
by President of the Federal Republic
of Yugoslavia Vojislav Kostunica

April 11, 2002

It is not enough to say that this
evening's act by a federal MP, Vlajko
Stojiljkovic, former interior minister
indicted by the Hague Tribunal, was
a tragic event. This is also a warning
to all of us engaged in politics in
this unfortunate country, trying to
find a way out of difficulties that
befell us against our will. This,
however, is also a warning to the
international community, particularly
a part of it, constantly setting
conditions, exerting pressures and
proscribing our behaviour. The Tribunal
is reality. Prejudices about Serbs are
also reality. And accusing the Serbs
for almost every evil that took place
on this soil in the past years is
also reality, however unjust it may
be. Unfortunately, this evening's act,
both painful and accusing, is also
reality.

None of us can escape from
responsibility, even if we wanted to.
I am the first not to escape. Many parties
that are in power today cannot evade
responsibility for what, overwhelmed
by power, they did, and shouldn't'
have, or didn't, but should have.
Those that were in power until yesterday
cannot escape from responsibility for
a haughty and arrogant policy that
has largely brought us into the
situation we are in now. All of us
together cannot escape responsibility for
having failed to regulate cooperation
with the Tribunal by a law far earlier,
instead of allowing ourselves to pass
it in such hafte. This is exactly how we
failed to pass a law that would have
protected the interests of the
individual and the state in a better
way and contributed to finding out the truth
on the wars that went by and crimes
that happened while they lasted. All
of us are responsible for having
failed to initiate criminal
proceedings before our own courts a
long time ago.

The only thing we can do now is to
stop indulging in mutual recriminations
and try, regardless of party
affiliation, to determine the minimum
of national interests we cannot go below
and thus united appear in the world.
We have to find a third way between
total defiance to everything coming
from the world and an absolute and
indiscriminative fulfillment of demands
delivered to us. We have to struggle
to survive, not to disappear. And we
have to realise that it is in the
interest of all of us, and in the
interest of the state in particular,
that those indicted by the Tribunal,
as long as the court lasts, should
have a maximum of legal protection and
all legal assistance we can give to them.

I repeat, for the sake of survival, we
have to try to interpret what
happened this evening, however tragic
the act may be in itself, as closing
a circle of endless mutual
recriminations. Lest a new wave of
misfortunes should reach us.

Dalla rivista mensile "Hrvatska ljevica" (Sinistra croata),
Zagabria, n.ro 3/2002

Editoriale
"LA BALCANIZZAZIONE" COME STRUMENTO DELLA GLOBALIZZAZIONE

A Belgrado, il 15 marzo 2002, si sono incontrati il presidente
della RF della Jugoslavia V. Kostunica, il presidente del Montenegro
M. Djukanovic, i premier della Repubblica di Serbia e del Montenegro,
Z. Djindjic e F. Vujanovic, e l'alto [sic] rappresentante dell' UE
J. Solana. Hanno firmato il Documento Base per riformare le relazioni
tra la Serbia e il Montenegro. L' accordo politico prevede che il
nome attuale della Repubblica Federativa di Jugoslavia cambi in
"Unione di Serbia e Montenegro" (è difficile dire se essa sarà una
unione, oppure una unione più debole della stessa UE). La nuova comunità
sarà formata da due Stati semi-indipendenti, che avranno la Difesa e
la Politica estera unica, mentre l'Economia, la valuta e la dogana
separate.
Perché questo accordo venga ratificato ed eseguito, nell'autunno
prossimo si svolgeranno elezioni per il Parlamento federale, mentre i
Parlamenti attuali delle due repubbliche lavoreranno sulla preparazione
dei nuovi articoli costituzionali. La Serbia ed il Montenegro avranno
mercati separati, ma lavoreranno perché nel futuro abbiano uno stesso
mercato.
Ogni Stato ha il diritto, dopo tre anni dalla firma dell'accordo, di
rivedere il suo status, cioè di uscire dallo Stato comune.
I firmatari del documento non hanno nascosto la soddisfazione per
l'accordo ; anche nell'UE sono entusiasti, mentre gli USA hanno
dimostrato ottimismo ma anche cautela.
Milo Djukanovic ha sottolineato subito dopo la firma che l'accordo
lascia spazio per la definitiva separazione, cioè la decisione del
popolo della Serbia e del Montenegro di uscire da questa debole unione e
di vivere separati in due Stati.
In Croazia quasi tutti i giornali hanno scritto con enfasi : "La
Jugoslavia non ce più "! Vari scribacchini, giornalisti tudjmaniani
hanno dato sfogo alla loro contentezza perché anche l'ultima
composizione statale che si chiamava Jugoslavia sta scomparendo. La
Jugoslavia alla quale loro pensano è scomparsa nel fuoco e nel sangue
dal l991 - 1992, mentre di queste due repubbliche che sono rimaste, di
questa Jugoslavia amputata, usano soltanto il nome per le loro lamentele
sulla cosiddetta schiavitu' del popolo croato nella prima e nella
seconda Jugoslavia.
Cosi abbiamo potuto leggere sulle pagine del quotidiano "Vjesnik" -
che non si smentisce mai - affermazioni secondo cui "il nome statale
che per quasi un secolo in sostanza forzatamente univa vari popoli del
sud slavo [infatti proprio questo significa Jugoslavo, N.d.t.]
formalmente scompare dalla storia", l'esistenza della Jugoslavia "è
stata una sventura storica, particolarmente per i croati, la cui
sottomissione era condizione prima perché la Jugoslavia potesse
sopravvivere", ed è "sparita la traccia del nostro più grande errore",
ovvero "non ci sarà più il nome che ci ricorderà di uno dei più grandi
nostri inganni", e cosi via.

"Balcanizzazione" era in realta' un modo di dire per la disintegrazione
dello Stato che si estendeva dal monte Triglav in Slovenia alla
Djevdjelia in Macedonia, sinonimo di frantumazione, sminuzzamento, e
come sempre nella regia dell'interesse delle grandi e forti potenze che
già da secoli ai Balcani non consentono di finire di essere "un barile
di esplosivo" ; la parte più arretrata e la più disgraziata dell'Europa,
sulla quale il mondo si è diviso in Est ed Ovest, dove è iniziata la
Prima guerra mondiale e sulla quale non hanno mai termine le divisioni,
le migrazioni e guerre tragicomiche con esiti cruenti tra i suoi piccoli
popoli.
Il concetto di "balcanizzazione" è entrato a far parte della lingua
politica e diplomatica da più di un secolo. Cosi per esempio, nell'
era della liberazione dal colonialismo, negli anni Sessanta del secolo
scorso, si parlava di "balcanizzazione" dell' Africa. Alla
"balcanizzazione", oggi, all'inizio del Ventunesimo secolo, è esposto
tutto il mondo : il paradosso è che essa si svolge secondo la volontà,
il dettato e nell'interesse dell'artefice della globalizzazione, lo
Stato più potente del mondo, e di altri Stati forti che gli fanno da
spalla.

La "balcanizzazione" negli stessi Balcani è iniziata in qualche modo nel
periodo in cui lo geografo tedesco A. Zeune chiamo' la penisola del
sud-est europeo - prima denominata Turchia europea, penisola greca,
penisola bizantina, poi penisola illirica - con il nome turco di quella
"parte della montagna vecchia" che si estende dal nord al sud della
Bulgaria, e che sbocca sulla frontiera serbo- bulgara. Allora,
all'inizio del 19-esimo secolo, con l'insurrezione dei serbi e dei greci
contro il potere turco, iniziava anche la "balcanizzazione", nel senso
del nascere di piccoli Stati (nazionali), i quali avrebbero "diviso"
politicamente la penisola, la avrebbero "frantumata" perché si
risolvesse la "questione balcanica".
Ma la "questione balcanica" appare un problema in un senso più largo
della "questione orientale" (dell'Est), quando l'Europa (l'America era
allora lontana, esaltata dal piano Monroe) ha auspicato e voluto
finalmente la scomparsa del grande Impero Ottomano che per secoli la
aveva minacciata e che era il più forte sul Mediterraneo e il Medio
Oriente. La "questione balcanica" è apparsa nel processo della
disgregazione di questo Impero, perché le grandi potenze d'Europa di
allora, ed in primis L'Austria e la Russia, hanno voluto allargare i
loro interessi e il loro potere anche su questa penisola europea. Hanno
voluto che "il malato del Bosforo", ammalatosi già da prima, nel 17. e
18. secolo, si togliesse dai Balcani. Perciò è sorto il motto "I Balcani
ai popoli balcanici", ma la loro sorte doveva essere governata
dall'Austria, dalla Russia, dalla Gran Bretagna, dalla
Francia. La Repubblica Veneta era già scomparsa, l'Italia non era ancora
unificata, mentre la Prussia sarebbe stato lo Stato tedesco con il ruolo
dominante in Europa, ma anche in tutto l' Est di essa, fino
all'unificazione della Germania bismarckiana. La Germania allora avrà il
ruolo principale al Congresso di Berlino nel 1878, nel quale si
decidera' la sorte dei Balcani.
I Balcani si sono "balcanizzati" nella 1. e 2. Guerra balcanica del 1912
e 1913, quando i 4 Stati(erelli) - Grecia, Serbia, Bulgaria e Montenegro
- hanno messo in ginocchio e cacciato la Turchia dai Balcani, tranne
che tra Jedreno e Istanbul, e poi sono entrate in guerra tra loro.
Sui Balcani si svolsero le guerre balcaniche (1912, 1913, 1922, 1991 -
1999) ma si stipularono anche "accordi balcanici" (il primo durante il
principe serbo Mihajlo, il secondo nel 1912, il terzo nel 1913, il
quarto nel 1954), si provo' a formare "federazioni balcaniche"
(dall'idea di Svetozar Markovic fino agli incontri di Tito con Dimitrov
e Enver Hoxha dopo la II Guerra mondiale), si tennero "conferenze
balcaniche" socialdemocratiche, si formarono "federazioni balcaniche" di
partiti comunisti, si svolsero "Giochi balcanici" nello sport.
I popoli balcanici non sono riusciti fino ad oggi ad evitare di farsi
guerra tra di loro, ne' a fare in modo che la penisola appartenesse
veramente a loro ("I Balcani ai popoli balcanici").
I Serbi e i Bulgari hanno combattuto tra di loro varie volte, mentre nel
1913 gli alleati dei Serbi furono i Greci e i Romeni. I Greci e i Turchi
si sono fatti la guerra anche dopo la Prima guerra mondiale. Ed infine
nel 1991, ed anche dopo, sono entrati in guerra tra di loro anche i
popoli che erano uniti nella federazione jugoslava : i Serbi ed i
Montenegrini contro gli Sloveni ed i Croati, i Serbi contro i
Musulmani-bosgnacchi, i Croati contro i Musulmani-bosgnacchi, Serbi
contro Albanesi nel Kosovo e Metohija, e poi Albanesi contro Macedoni in
Macedonia. Ma può darsi che ci saranno ancora guerre tra i popoli dei
Balcani, se i potenti del mondo lo vorranno oppure lo permetteranno.

Sembra che tutti i popoli ancora soffrano perché la loro questione
nazionale non è stata risolta, perciò hanno pretese o intenzioni
vendicative verso il vicino.
La Jugoslavia, la prima e la seconda, è stata una prova perché, almeno
in quella parte della penisola che gli Europei chiamano Ovest dei
Balcani, si ponesse fine alla "balcanizzazione". La prima Jugoslavia ha
voluto formare una cosiddetta nazione jugoslava, benche' vivesse nel
segno dello scontro politico tra i Serbi e i Croati, con il
riconoscimento degli Sloveni, la negazione della specificità dei
Montenegrini, dei Macedoni e dei Musulmani, e l'oppressione degli
Albanesi. La seconda Jugoslavia ha mirato alla fraternità, l'unità e
l'uguaglianza dei sei popoli costitutivi e di una decina di
nazionalità-minoranze, ed è finita di nuovo con un cruento regolamento
di conti tra loro (dopo quelli nella Seconda guerra mondiale,
sopraffatti dalla lotta antifascista unitaria e dalla
rivoluzione socialista).
Se la prima Jugoslavia è nata anche basandosi sul principio
dell'autodeterminazione dei popoli, auspicato dal presidente americano
Wilson ed in base al Trattato di Versailles, e la seconda e' nata con
la forza della lotta comune contro il fascismo europeo, poi con il
Trattato di Jalta, la sparizione della Jugoslavia e' anche il risultato
della politica occidentale, con la quale la "balcanizzazione"
viene instaurata come strumento di egemonia anche nei Balcani, senza
escludere anche il bombardamento e l'ingresso della NATO.

Sia come sia, l'odierno scioglimento nel segno della "balcanizzazione"
è maggiore di quello del passato, e forse non è stato ancora
completato:
le tre entità (popolazioni) nella Bosnia ed Erzegovina sono sotto
protettorato internazionale, caso mai non si scontrassero di nuovo tra
loro ; non si sa se la Serbia e il Montenegro si divideranno
definitivamente ; è incerto cosa sarà del Kosovo, lo scontro tra i
Macedoni e gli Albanesi in Macedonia potrebbe rinfocolarsi di nuovo dopo
essere stato appena fermato.
E dopo tutto non sono ancora state seppellite le idee della grande
Serbia, della grande Albania, della grande Croazia, della grande
Bulgaria (a discapito della Macedonia), della grande Grecia (lo stesso a
discapito della Macedonia), della trasversale musulmana [Ze-tra ; e la
grande Ungheria ... N.d.t.]
Se seguiamo le origini storiche della jugoslavizzazione, vediamo che la
Jugoslavia e' stata costruita e distrutta sia dai Croati, dai Serbi che
dagli Sloveni, evidentemente non senza l'intrigo delle potenze europee
e di quelle mondiali. L'idea della Jugoslavia prima di tutto fu espressa
dai Croati, che vedevano Zagabria quale centro, dal quale si sarebbe
governato. Più tardi l'idea è stata accolta dai Serbi, con l'intenzione
di fare di Belgrado centro di una certa egemonia o dominazione.
Gli Sloveni e i Croati oggi lamentano che la loro appartenenza alla
Jugoslavia sarebbe stata forzata, mentre non appartengono per niente
ai Balcani. Però il loro destino e' stato, ed è, balcanico. In tutti
e due i popoli ora si sta formando una idea secondo cui nel seno della
Jugoslavia sarebbero entrati ingenuamente, oppure che a ciò furono
costretti, ed in qualche modo furono in essa rinchiusi. Ma se non ci
fosse stata la Jugoslavia, sia la prima che la seconda, di Slovenia
non sarebbe rimasto nemmeno tanto quanto ne è rimasto oggi. E nemmeno
della Croazia.
Nel popolo serbo invece si è diffuso il pensiero che si sarebbero
sacrificati più di tutti, sia per la prima che per la seconda
Jugoslavia, e che in ciò si sarebbero giocati la prospettiva di
ridefinire in qualche modo il proprio Stato nazionale.

Tutti si sentono perdenti. Tutti si sentono ancora in collera verso
il proprio vicino.
La "balcanizzazione" dunque si è realizzata ma, ripetiamolo ancora
una volta, forse non ancora fino in fondo. Lo spazio dei Balcani
deve essere ancora sbriciolato perché poi venga unito e controllato
dal capitale corporativo del mondo sviluppato, il quale si prenderà
tutte le sue risorse naturali e secondo i sui comodi impiegherà e
licenzierà la mano d'opera a basso costo in tutte le repubblichette
balcaniche.
Se le cose vengono analizzate nel contesto degli avvenimenti europei
e mondiali, questa "balcanizzazione" - anche se i politici di questi
popoli malvolentieri riconoscono di essere soltanto dei piccoli
statisti -, come nel recente passato, a tutt'oggi è stata provocata
e controllata da parte dei grandi e dei potenti, che nel mondo creano
condizioni di pace o di guerra. E conducono la politica della
globalizzazione nel proprio interesse, il quale consiste nel controllo
e nello sfruttamento di tutta la gente ed i popoli del mondo.
La "balcanizzazione" sugli stessi Balcani, alla fine del 20. secolo
ed all'inizio del 21., alla fin fine si dimostra come una ouverture
della "balcanizzazione" del Caucaso, dell'Asia centrale ed ogni parte
del mondo, in relazione agli interessi di quelli che dettano la
globalizzazione secondo il principio del gioco del domino, provocando
crisi e scontri locali, e amministrandoli. Infatti gli Stati (erelli),
che sono diventati soltanto formalmente indipendenti con la distruzione
della Jugoslavia, già da ora non possono intraprendere niente, ne' in
politica interna ne' in politica estera, senza la benedizione prima
dell'America e poi dall'UE.
Di questo si potrebbe dire ancora molto, ma per ora ci limitiamo
soltanto a questo.

(Trad. a cura della redazione di "Voce Jugoslava" su Radio Citta'
Aperta)

--- In Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli., Radio Città Aperta ha scritto:

E' ORIANA FALLACI CHE DOVREBBE PROVARE VERGOGNA

Editoriale del 12 aprile


Francamente troviamo vergognoso che le contumelie rezziste di una
scrittrice come Oriana Fallaci continuino a trovare tanto spazio sugli
organi di informazione.Troviamo vergognoso che l'istigazione all'odio
razziale -reato punibile in Italia a seguito del decreto Mancino
-venga applicata solo a qualche "nazischello" e non a persone che come
la Fallaci hanno invece accesso ai grandi organi di stampa facendo
molti più danni di uno striscione appeso in uno stadio.

Troviamo vergognoso che si costruisca sul nulla una campagna
sull'antisemitismo mentre si continua a tacere sulle aggressioni
concrete contro l'europarlamentare Luisa Morgantini, contro i
musicisti della 99Posse appena tornati dalla Palestina,contro i
manifestanti il giorno di pasquetta e lo scorso 9 marzo.

Troviamo vergognoso che tre anni fa sia stata scatenata una
aggressione militare contro la Jugoslavia per episodi molto meno gravi
di quelli che il governo israeliano sta realizzando da mesi contro la
popolazione palestinese.

Troviamo vergognoso che su fosse comuni - che in alcuni casi nessuno
ha ancora trovato - e sui campi di concentramento in Jugoslavia si sia
costruita una campagna mediatica senza precedenti e che invece si
taccia e ci si renda complici delle fosse comuni a Jenin o dei campi
di concentramento dove sono rinchiusi e torturati i palestinesi.

Troviamo vergognoso che mentre per aprire i corridoi umanitari nei
Balcani si siano mobilitati migliaia di soldati e decine di
organizzazioni, niente si muova per far arrivare medicinali e generi
alimentari ai palestinesi assediati nelle città e nei campi profughi.

Troviamo vergognoso che giornalisti, uomini di cultura e uomini
politici accettino un ricatto psicologico e manifestino lunedi a Roma
a sostegno della politica della terra bruciata portata avanti dal
governo israeliano.

Troviamo vergognoso che gli israeliani che si battono per la pace e la
fine dell'occupazione della Palestina vengano dipinti come mentecatti,
personaggi folkloristici o traditori.

Troviamo vergognoso che tutto coloro che ci rompono le scatole con
l'importanza del mondo cattolico, ogni volta che c'è una guerra
riscoprono strumentalmente la propria laicità e prendano le distanze
dagli allarmi lanciati dal Pontefice, dai vescovi e dalle autorità
religiose della Palestina accusandoli di essere - anche loro - degli
antisemiti.

Troviamo infine vergognoso che ancora una volta, sulla base di un
ragionamento tragico e fittizio, ci si chieda di accettare il massacro
del popolo palestinese e l'umiliazione dei suoi diritti perché un
altro popolo - cinquanta anni fa - subì una repressione bestiale nel
cuore dell'Europa civilizzata.

Siamo pertanto orgogliosi di essere scesi in piazza a fianco del
popolo palestinese che resiste all'occupazione e insieme agli
israeliani che lottano per la pace e la fine dell'occupazione. Saremo
dunque orgogliosi di tornare nuovamente in piazza a fianco della
resistenza e dei diritti del popolo palestinese e di poter dire ad
alta voce che dello sdegno razzista e antiarabo -e dunque anch'esso
antisemita della Fallaci- non ce ne importa proprio nulla, perché i
corifei del razzismo ci sono semore stati e si sono sempre nascosti
dentro la culla delle cosiddette civiltà superiori.

Saremo dunque orgogliosi di scendere in piazza il prossimo 25 aprile
per ribadire che la resistenza antifascista e contro il nazismo, oggi
si riconosce pienamente nella resistenza palestinese e nella parte
della società israeliana che ripudia il fascismo rappresentato dal
governo Sharon-Peres.


Radio Città Aperta
http://www.radiocittaperta.it

--- Fine messaggio inoltrato ---

IL GIORNO DOPO LO STERMINIO DEL CAMPO DI JENIN
NASCE A ROMA IL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE.
IMMUNITA' GARANTITA A PRIORI PER IL BOIA SHARON.

Gli Stati Uniti grandi assenti. Ciampi a colloquio con Kofi Annan
parla della Palestina

(News ITALIA PRESS)

Roma- È entrato in vigore oggi a Roma, con maestose celebrazioni, lo
Statuto che istituisce la prima Corte penale internazionale (Cpi) con
giurisdizione sui crimini di guerra, genocidio e crimini contro
l'umanità.
L'istituzione del CPI arriva al termine di cinquant'anni durante i
quali il mondo ha vissuto oltre 250 conflitti che hanno provocato la
morte di oltre ottanta milioni di persone. Atrocità per le quali
pochissime volte i responsabili sono stati giudicati e condannati.
La corte, che sarà definitivamente attiva dai primi giorni di luglio,
si verrà a configurare come un organo giudiziario permanente,
indipendente, creato dalla comunità internazionale degli stati al fine
di perseguire i più gravi crimini riconosciuti dal diritto
internazionale: il genocidio, altri crimini contro l'umanità e i
crimini di guerra. La storia di istituzione della CPI inizia il 17
luglio 1998, quando con 120 voti favorevoli, 7 contrari (tra i quali
Cina, Libia, Iraq e Stati Uniti) e 21 astensioni, la Conferenza
Diplomatica delle Nazioni Unite, convocata a Roma cinque settimane
prima, istituiva il Tribunale adottandone lo statuto, da allora
comunemente definito come Statuto di Roma. I tribunali nazionali
continueranno in ogni caso ad avere giurisdizione sui crimini di
competenza della corte che nasce oggi a Roma. In base al principio di
"complementarietà", il tribunale internazionale agirà unicamente nel
caso in cui i tribunali nazionali non avranno una autentica "volontà"
o la "capacità" di farlo. Il Tribunale permanente per i crimini contro
l'umanità avrà giurisdizione su 60 Stati, non potranno quindi essere
imputati coloro i quali commettessero crimini su territori esterni a
quelli degli stati che hanno ratificato. Tra gli stati che non hanno
ratificato il protocollo per l'istituzione della CPI spicca fra tutte
l'assenza degli Stati Uniti, da sempre contrari al progetto.
La cerimonia di oggi è anche stata l'occasione per tornare a parlare
della gravissima crisi in medio-oriente. "In Medio Oriente una
presenza internazionale sul terreno ha già dato buona prova. L'Italia
lo sta proponendo da tempo. È necessaria una forte e diretta funzione
di responsabilità della comunità internazionale": queste le parole
pronunciate da Carlo Azeglio Ciampi al termine di un incontro con il
segretario generale dell'ONU, Kofi Annan.
Il Presidente della Repubblica ha aggiunto anche che "occorre un
immediato cessate il fuoco e l'avvio di un processo politico che,
sulla base delle risoluzioni ONU, offra alle parti la prospettiva di
vedere realizzate le rispettive legittime aspirazioni: indipendenza
per la Palestina, sicurezza e riconoscimento da parte di tutti gli
Stati arabi per Israele".

Per consultare gli articoli dell'IWPR - agenzia pseudogiornalistica
gestita da varie fondazioni occidentali tra cui il carrozzone di
Soros - ai quali Slavetti fa riferimento, si veda il loro sito
http://www.iwpr.net/

---------- Initial Header -----------

From : Italo Slavetti
To : info@...
Date : Thu, 11 Apr 2002 17:08:52 +0200
Subject : I appreciate your work

>
> Dear Sirs,
>
> I have been following your Tribunal Updates for many months,
> and now I wish to express all my gratitude for you precious,
> voluntary work. I have appreciated in particular some latest
> articles on Milosevic written by Mirko Klarin, that are very
> useful to influence the public, telling the people who is
> guilty for all tragic what happened in the Balkans.
>
> I was as happy as Klarin when we all saw Milosevic running
> out of steam in front of the Hague Court (ANALYSIS:
> MILOSEVIC RUNNING OUT OF STEAM; IWPR'S TRIBUNAL UPDATE NO. 259,
> March 18-23, 2002). In fact, this happened because of stress -
> he even got ill - and this was very positive to obstacle him
> from defending himself. I do agree with Klarin that stress is
> a good mean to reach the proper aim at The Hague, that is to
> demonstrate that Milosevic is guilty and thus Serbia/Yugoslavia
> must pay. Actually, the Hague Tribunal has been created precisely
> to this purpose, to condemn Milosevic and a couple of other people.
>
> I agree with Klarin also when he writes that Slobodan Milosevic
> has "paranoid" views and that he is exployting his position
> at The Hague to take revenge against the world as a whole
> (ANALYSIS: MILOSEVIC'S REVENGE; IWPR'S TRIBUNAL UPDATE NO. 260,
> April 1-6, 2002).
>
> I also see, along with Klarin, that it is not true that "the Serbs
> were Milosevic's greatest victims": "This is not true, at least
> not yet", says Klarin, and I must agree, since those sub-human
> fucking bastard Serbs are not yet victims enough, and I hope
> that we will soon succeed in our struggle to bring them into
> total subjugation and erase their rump-State from the world's
> map.
>
> With best regards,
> Italo Slavetti (Italy)
>
>
>
>

JUGOSLAVIA: STOJILJKOVIC, SI E' SPARATO CON UNA PISTOLA

(ANSA) - BELGRADO, 11 APR - ''L'ho visto uscire dal portone del
parlamento e fermarsi sulle scale: per un po' e' rimasto immobile,
poi ha tirato fuori una pistola Beretta e si e' sparato'': e' la
prima testimonianza diretta raccolta dalla televisione di stato
serba Rts sul clamoroso suicidio dell'ex ministro degli interni
serbo Vlajko Stojiljkovic. La vicenda e' avvenuta attorno alle
19:00(ora locale e italiana). Il cadavere e' stato portato via
dall'ambulanza vista passare in precedenza dai giornalisti.
Secondo il testimone di Rts, al momento in cui e' stato caricato
nella lettiga, il corpo aveva ancora delle contrazioni.(ANSA). OT
11/04/2002 19:48

JUGOSLAVIA: STOJILJKOVIC HA LASCIATO MESSAGGIO ADDIO

(ANSA) - BELGRADO, 11 APR - L'ex ministro degli interni serbo
Vlajko Stojiljkovic ha lasciato nel parlamento federale una
lettera nella quale accusa i nuovi dirigenti jugoslavi di
averlo spinto al suicidio. Nella lettera Stojiljkovic accusa
anche i socialisti montenegrini, che hanno votato a favore della
legge di cooperazione con il Tribunale penale internazionale.
(ANSA). OT
11/04/2002 20:11

JUGOSLAVIA: STOJILJKOVIC; PROTESTE, FOLLA URLA 'ASSASSINI'

(ANSA) - BELGRADO, 11 APR - Una piccola folla di un centinaio
di persone si e' radunata davanti al parlamento jugoslavo al
grido di ''assassini, assassini'', dopo aver saputo del tentato
suicidio dell'ex ministro degli interni serbo Vlajko Stojiljkovic.
I dimostranti se la prendono soprattutto con il premier serbo
Zoran Djindjic, che considerano il maggior responsabile del
gesto dell'ex ministro. (ANSA). OT
11/04/2002 20:28

JUGOSLAVIA: TPI, VARATA NEL SANGUE LEGGE COOPERAZIONE / ANSA

(Di Beatrice Ottaviano e Branka Novakovic) (ANSA) - BELGRADO,
1 APR - Nasce sotto funesti auspici la legge di collaborazione
con il Tribunale penale internazionale varata oggi dal Parlamento
federale jugoslavo: uno dei candidati all'estradizione all'Aja,
l'ex ministro degli interni serbo Vlajko Stojiljkovic, si e'
sparato alla tempia appena uscito dal portone dell'edificio,
lasciando ai colleghi deputati un messaggio di accuse contro
la nuova dirigenza democratica e i suoi alleati. Stojiljkovic
non e' morto: ora e' ricoverato in coma nella clinica centrale
di Belgrado, e i medici stanno lottando, ma con poche speranze,
per la sua vita. Il proiettile, sparato secondo un testimone
con una pistola Beretta, ha attraversato il cervello, anche
se ''alcune funzioni vitali sono attive'', riferisce un primo
bollettino ufficioso. Nella lettera con la quale ha motivato
il gesto, l'ex ministro scrive: ''per la mia morte accuso (il
premier serbo) Zoran Djindjic, (il presidente jugoslavo )
Vojislav Kostunica, (il ministro della giustizia serbo) Vladan
Batic, (il vicepremier federale) Miroljub Labus, (il ministro
degli interni) Dusan Mihajlovic''. Ma anche i socialisti
montenegrini, un tempo fedeli a Slobodan Milosevic e ora
alleati alla coalizione democratica serba Dos, e in particolare
''il nemico del popolo serbo (l'alto rappresentante dell'Ue
per la politica estera e di sicurezza) Javier Solana''. Parte
del testo e' infatti consacrata alla delusione per l'accordo
sulla nuova unione fra Serbia e Montenegro che porra' fine
alla Jugoslavia: ''protesto per questa volgare violazione
della costituzione e della legge, per la pessima politica
condotta, per la resa incondizionata e la violazione della
dignita' nazionale, nonche' per la distruzione dell'economia''.
Il foglio era stato consegnato poco prima del tentato suicidio,
attorno alle 19:00 ora locale e italiana, a un deputato del
Partito radicale serbo (ultranazionalista), Filip Stojanovic,
che non ha avuto neanche il tempo di leggerla prima di sentire
lo sparo. Subito dopo l'accaduto, una folla di circa 200
persone si e' radunata davanti al parlamento gridando
''assassini, assassini'' e prendendo a bersaglio in modo
particolare Djindjic e gli Stati Uniti. E' un battesimo
triste, fatto col sangue, quello della controversa legge
sulla collaborazione con il Tpi, che l'anno scorso aveva
provocato una crisi e un rimpasto di governo a causa
dell'opposizione dei socialisti montenegrini. Per poter
estradare Milosevic prima della conferenza internazionale
dei donatori sulla Jugoslavia, il governo serbo era stato
costretto ad adottare un decreto ad hoc, peraltro recentemente
bocciato dalla Corte costituzionale. Solo la paura di un nuovo
isolamento ha spezzato la resistenza attiva dei socialisti
montenegrini e quella, passiva ma non meno incisiva, di
Kostunica, che con il Tribunale penale internazionale ha
rapporti difficili. Il gesto di Stojiljkovic, al di la'
degli esiti - voci parlano di un decesso imminente e comunque
di morte cerebrale - e' destinato a riaccendere una miccia
che sembrava spenta, quella delle estradizioni: la lista
del Tpi e' ancora lunga, mentre quella di chi e' disposto
a collaborare resta molto ridotta. (ANSA). OT
11/04/2002 21:43


Data: 11/04/2002 20:57
Da: goran vlajkovic
A: Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli.
Oggetto: [ML-YU] DEMONSTRACIJE


Ispred Savezne skupstine okupilo se veceras nekoliko
stotina antiimperijalista, koji protestuju zbog
donosenja Zakona o saradnji sa Haskim
tribunalom.Demonstranti burno negoduju i izvikuju
parole protiv poslanika proimperijalistickih
burzoaskih partija koji su izglasali zakon,iz redova
DOS,DSS,SNP i SNS,koji napustaju zgradu Savezne skupstine.
Demonstranti izvikuju antiimperijalisticke parole i
parole protiv Haskog tribunala i proimperijalistickog
jugoslovenskog rezima.

G.V.

Data: 11/04/2002 22:13
Da: tzdyq
A: Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli.
Oggetto: [buncuk@...: [ML-YU] ZAKON O SARADNJI SA TRIBUNALOM]

Latest news:

Parliament of SR Yugoslavia brought new law on cooperation with Hague
tribunal. By bringing such law by majority of votes by proimeprialist
DOS as well as their proimperialist partners from Montenegro, the SNP,
they made possible the extradition of Yugoslav citizens to the Hague
tribunal. This is act of betrayal since Yugoslav Consitituion forbids
extradtion of it's citizens to foreign countries.
This new law allows imperialists to justify their crimes on Balkans by
putting on trial people who fought against them, defending their
country.
After voting, member of SPS and ex minister of interior, Vlajko
Stoiljkovic committed suicide in Parliament building as the sign of
protest for selling Serbian people to Hague tribunal. He left a letter
where he claims new government and new regime is responsible for his
suicide, and that he's being driven by injustice since Albanian
criminals and terrorists are being released from Serbian prisons while
Serbs are being arrested and extradited. His suicide was planned for
over an year when he started writting this letter.
We expect comment of Yugoslav President...

----- Forwarded message from goran vlajkovic -----

From: goran vlajkovic
Subject: [ML-YU] ZAKON O SARADNJI SA TRIBUNALOM

Parlament SR Jugoslavije je danas izglasao Zakon o
saradnji sa Haskim tribunalom.Donosenjem ovakvog
zakona koji je izglasan vecinom glasova poslanika
proimperijalistickog DOS-a i njihovih takodje
proimperijalistickih partnera iz Crne Gore, SNP-a,
omogucena je predaja drzavljana SRJ imperijalistickom
i zlocinackom Haskom tribunalu.Donosenje ovog zakona
predstavlja izdajnicki cin jer ustav SRJ ne
dozvoljava isporucivanje jugoslovenskih drzavljanja
stranim zemljama.Ovaj izdajnicki zakon je donesen kako
bi zapadni imperijalisti na svom zlocinackom sudu mogli
da sude antiimperijalistickim borcima i time opravdaju
razbijanje SFRJ i agresiju na SRJ.
Jugoslovenski burzujski proimperijalisticki rezim
treba da zna da ce jednog dana,zbog ovog izdajnickog
zakona odgovarati pred radnickom klasom i narodima
Jugoslavije.

G.V.


===*===


> http://www.sps.org.yu/aktuelno/2002/04/09-01.html

09.04.2002. godine
Beograd



ZAKON O SARADNjI SA HAŠKIM TRIBUNALOM JE NELEGALAN I PROTIVUSTAVAN

redovna konferencija za novinare Glavnog odbora SPS



Predsednik SPS Slobodan Miloševic vrlo decidno je porucio da ce
pobediti tzv. Haški tribunal, i da je siguran u svoju pobedu jer je
istina jedino sredstvo kojim se koristi, rekao je portparol SPS Branko
Ruzic na konferenciji za novinare, govoreci o poseti Mirka Marjanovica
predsedniku SPS Slobodanu Miloševicu.



Predsednik Miloševic podrzao je nedavno usvojenu Programsku deklaraciju
Socijalisticke partije Srbije iz koje ce proisteci izborni program koji
ce Socijalisticka partija Srbije ponuditi gradanima Srbije kao
alternativu za katastrofalnu vladavinu dosovske vlasti na ovim
prostorima. Takode, zatrazio je energicniju borbu Socijalisticke
partije Srbije na planu razotkrivanja ovog katastrofalnog bilansa
vladavine dosove vlasti i naznacio da se ova vlast prakticno bavi
ekonomijom destrukcije rasprodajom naših preduzeca, otpuštanjem
radnika, te da bi Socijalisticka partija trebalo da deluje pre svega na
tom planu. Nakon ove posete koja predstavlja redovan vid komunikacije
rukovodstva Partije sa predsednikom Miloševicem, svi stavovi organa
Socijalisticke partije Srbije, Izvršnog odbora i Glavnog odbora, i
politika koju SPS vodi kao stranka, dobili su i njegovu potvrdu.
Afirmisan je stav naših organa da zahtevamo raspisivanje vanrednih
izbora na svim nivoima jer jedino na taj nacin vidimo izlazak iz ove
krize u koju je zapala naša drzava i naši gradani i pozdravljena je i
odluka naše Partije da proširimo front borbe protiv dosove vlasti i da
okupimo sve politicke opcije, sve strukovne organizacije, sve
sindikate, dakle, sve one koji su za odlazak ove antinarodne i
antidrzavne vlasti sa pozicije vlasti. Ovakav vid redovne komunikacije
ce i dalje biti odrzavan, a odlasci clanova rukovodstva u posetu našem
predsedniku bice uskladeni sa dinamikom samog sudenja u Haškom
tribunalu.



Stav Socijalisticke partije Srbije po pitanju Zakona o saradnji sa
Haškim tribunalom je vrlo jasan. Mi ne smatramo da je moguce donositi
bilo kakav zakon o saradnji sa Haškim tribunalom koji predvida
izrucenje naših gradana jer bi se time prekršio Ustav. Ukoliko je došlo
do kompromisa kojim se hvali dosovska vlast, a i njihovi koalicioni
partneri iz Crne Gore, koji je verovatno plod politickog pragmatizma
Socijalisticke narodne partije, u svakom slucaju oni su time izneverili
svoja obecanja od pre izbora 2000. godine, a to je da ce se striktno
drzati Ustava. Ukoliko se donese zakon koji u sebi sadrzi odredbu da
moze doci do izrucenja naših gradana, to je direktno kršenje i Ustava
Savezne Republike Jugoslavije i Ustava Republike Srbije. Naravno,
ukoliko vecina koja je trenutno na vlasti na saveznom i republickom
nivou smatra da takav zakon treba doneti, ukoliko plediraju da su
legalisti trebalo bi pre svega da promene Ustav, pa tek onda da budu u
prilici da uopšte razmatraju donošenje jednog takvog zakona koji
predvida izrucenje naših gradana.



Dakle, Socijalisticka partija Srbije ima jasan stav da ne moze biti
donet zakon o saradnji sa Haškim tribunalom pre promene Ustava za koji
SPS ne bi glasao, jer nikad ne bi glasali za to da naši gradani mogu
biti izruceni stranim sudovima, narocito ne ovom politickom tribunalu
koji prezentuje selektivnu pravdu, rekao je Ruzic komentarišuci
donošenje zakona o saradnji sa Haškim tribunalom.



Portparol SPS je istakao da je Socijalisticka partija Srbije izrazila
svoje ogorcenje zbog nenajavljene posete albanskog premijera Pandeljija
Majka tzv. Vladi Kosova koji predstavlja diplomatski skandal, narocito
imajuci u vidu nemili dogadaj u Kosovskoj Mitrovici kada su korišceni
gumeni meci protiv Srba. To samo govori u prilog tezi da je
Socijalisticka partija Srbije bila u pravu kada je pozivala na bojkot
tih tzv. izbora na Kosmetu, obzirom da je veštacki oformljenom
koalicijom Povratak prakticno pruzen legitimitet i legalitet toj tzv.
Skupštini i Vladi Kosova i Metohije, i drzavnom subjektu na prostorima
Balkana. Blagonaklon stav dosovske vlasti prema medunarodnoj zajednici
odlikuje se i u tome da je naše Savezno ministarstvo inostranih poslova
zbog ove posete albanskog premijera samo uputilo protest Vladi
Republike Albanije, što nije dovoljno. Ono što je potrebno, to je pre
svega da ova vlast koja se od pocetka pozivala na vrlo dobre odnose sa
medunarodnom zajednicom i shodno tim dobrim odnosima, omoguci
bezbednosne garancije i povratak svih raseljenih Srba i drugih
nealbanaca na Kosovo i Metohiju, što je bio uslov da bi uopšte moglo da
se govori o raspisivanju nekih izbora na Kosovu i Metohiji.



Na pitanje novinara o zdravstvenom stanju Slobodana Miloševica, Branko
Ruzic je odgovorio da je ono bolje u odnosu na prethodne nedelje i da
je preboleo grip. Medutim, to ne znaci da je zdravstveno stanje
Slobodana Miloševica dobro, iz razloga što on ne uziva adekvatan
medicinski tretman niti ga je uzivao dok je imao grip, vec je njegovo
lecenje bilo svedeno na to da popije jedan aspirin u toku dana što nije
bilo dovoljno, i zato je taj grip dugo trajao.



Ono što je utisak i gospodina Marjanovica, to je da je predsednik
Miloševic bled jer nema prilike da boravi na cistom vazduhu, što je još
jedna od metoda iscrpljivanja kako bi verovatno, kako se nadaju u
Haškom tribunalu, izgubio koncentraciju pri unakrsnom ispitivanju
svedoka. Oni u tome do sada nisu uspeli, i siguran sam da u tome nece
ni uspeti.



Odgovarajuci na pitanje novinara da li ce se neko od optuzenih od
strane Haškog tribunala koji je clan SPS dobrovoljno predati, Branko
Ruzic je istakao da se socijalisti ne izjašnjavaju samo formalno kao
legalisti, vec da suštinski priznaju Ustav kao najviši pravni akt
zemlje, i da se niko od clanova SPS nece dobrovoljno predati Haškom
tribunalu. Ukoliko zakon o saradnji sa Tribunalom bude donet,
postupanje po tom zakonu znaci kršenje Ustava i svako onaj ko bude
kršio Ustav jednog dana ce odgovarati za to, rekao je on.