Le 15 septembre, deux militants communistes qui ont été arrêtés à Odessa par les forces spéciales ukrainiennes dans le cadre de l’enquête contre le groupe clandestin "Armée Rouge Ukrainienne". Vladislav Wojciechowski et Nicolas Popov sont accusés de "création d’une organisation terroriste". Deux pistolets automatiques et des explosifs auraient été découverts lors de l’arrestation. Vladislav Wojciechowski, un des membres fondateurs de Borotba, avait été gravement blessé par les fascistes lors de l’assaut et l’incendie de la maison des syndicats le 2 mai derniers, à Odessa, où 38 antifascistes avaient été tués.
Informazione
Iniziative segnalate
PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI - PANDORA TV - RETE DEI COMUNISTI - COMITATO DONBASS ANTINAZISTA - ASSOCAZIONE MARX XXI
nell'ambito di arte Padova 2014
Padova, venerdì 14 novembre 2014
dalle ore 16.30 alle ore 17.30
Fiera di Padova - Padiglione 1 Sala conferenze
Viaggio nella Memoria con Bogdan Bogdanovic
a cura di Bruno Maran
Conferenza con videoproiezione per coniugare l’architettura con la Memoria attraverso i monumenti realizzati dall’architetto jugoslavo, urbanista, sindaco di Belgrado dal 1982 al 1986, una delle figure più eminenti della cultura jugoslava del ‘900.
http://www.artepadova.com
all'interno del sito modalità per il biglietto ridotto di ingresso alla Fiera
evento Facebook: https://www.facebook.com/events/854626587892601/
alle ore 15.30 presso la Casa del Popolo "Bruno Tosarelli" - via Bentini 20
(Zona Corticella - Quartiere Navile - Bus 27–97–98 / parcheggio libero a 100 metri, in Passaggio Marescalchi)
con il patrocinio di Quartiere San Donato e Quartiere Navile
ANPI Com. Prov. BOLOGNA - ANPI Com. Prov. PERUGIA
presentano:
TERRITORI LIBERI DELLA RESISTENZA ITALIANA
testimonianze e interpretazione storiografica
* Saluti
Renato Romagnoli “Italiano”, Presidente ANPI Provinciale di Bologna
Giovanni Simoncelli, Presidente ANPI Provinciale di Perugia
* Il Territorio Libero di Norcia e Cascia
interviene:
Andrea Martocchia, curatore de “Il Territorio Libero di Norcia e Cascia”
con testimonianze video di partigiani e protagonisti
* La Libera Repubblica di Montefiorino
interviene:
Ermenegildo Bugni “Arno”, partigiano e protagonista, Segretario ANPI Provinciale di Bologna
* Le Repubbliche Partigiane nella storiografia
interviene:
Renato Covino, storico, professore Ordinario all'Università di Perugia
PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI - PANDORA TV - RETE DEI COMUNISTI - COMITATO DONBASS ANTINAZISTA - ASSOCAZIONE MARX XXI
PRESSO IL CENTRO CULTURALE DI S. MARIA DELLE GRAZIE, VIA POERIO 32
Verso la terza guerra mondiale? Fermiamola!
Pericolosi venti di guerra soffiano nel nostro pianeta.
Una gravissima crisi economica, la peggiore che il capitalismo ricordi, sta imperversando trascinando con se le fragili conquiste che le classi sociali più povere erano riuscite a conquistare con durissime lotte.
Il capitalismo non intende pagare la crisi da esso stesso prodotta, perché non vuol rinunciare ai suoi grandi margini di profitto.
Per far questo è disposto a tutto, anche a scatenare guerre imperialistiche per indebolire i paesi che possono mettere in discussione la sua supremazia.
Quanto sta avvenendo nel mondo, con le guerre che si stanno espandendo in Europa (Ucraina), in Asia e in Africa, sono parte di un disegno complessivo dell’Imperialismo USA e dei suoi alleati per mantenere il predominio economico e militare nel mondo.
Questa è la vera causa che rischia di provocare una vera e propria terza guerra mondiale.
In epoca di sviluppo degli armamenti nucleari, è chiaro a quali pericoli vanno incontro i popoli della terra.
Per queste ragioni diciamo che è necessario intensificare la lotta unitaria di tutti i sinceri antifascisti, antimperialisti, democratici, contro la guerra, per la pace, per la riduzione delle spese militari e per lo smantellamento di tutte le armi nucleari nel mondo.
RISPONDENDO ALL'APPELLO PER UN CONTROSEMESTRE POPOLARE DI LOTTA IN OCCASIONE DELLA PRESIDENZA ITALIANA DELL'UNIONE EUROPEA
Ne parliamo con:
GIULIETTO CHIESA (giornalista, “Pandora TV”)
MANLIO DINUCCI (giornalista de “il Manifesto”)
FRANCESCO MARINGIÒ (vice responsabile esteri PdCI)
SERGEY DIACHUK (giornalista di Odessa, Ucraina)
SERGIO CARARO (Rete dei Comunisti, direttore di Contropiano)
ANTONIO MAZZEO (portavoce NO MUOS)
Coordina il confronto la prof.ssa Laura di Lucia Coletti
Verranno proiettati alcuni brevi filmati che testimoniano i massacri nel DONBASS, commentati da Sergey Diachuk.
Organizzano: Partito dei Comunisti Italiani, Pandora TV, Rete dei Comunisti, Comitato veneto di solidarietà con il DONBASS Antinazista, Associazione MARX XXI
PER L'INFORMAZIONE CORRETTA E LA VERITA'
МИЛАН PIAZZA MERCANTI 6 ДЕКАБРЯ 2014: 14-19 ЧАСОВ ПРОТЕСТА
ЗА МИР В УКРАИНЕ И ДОНБАССА В БОРЬБЕ ПРОТИВ ФАШИЗМА
Contestiamo la sistematica disinformazione attuata quotidianamente dai mezzi d'informazione che, agli ordini del governo italiano di Renzi, appoggia il regime golpista di Kiev guidato da Poroshenko, amico della Germania, e Yatseniuk, amico degli Stati Uniti, che hanno consegnato l'Ucraina ad un pugno di Oligarchi multimiliardari, di banderisti, e di squadristi distruggendo economia e convivenza.
Vogliamo denunciare la presenza di nazisti nel parlamento e nel governo di Kiev, e i crimini contro l'umanità perpetrati nell'Ucraina orientale (Donbass) nel silenzio e nell'indifferenza delle cosiddette «democrazie» occidentali.
Vogliamo che si parli: 1) delle migliaia di civili assassinati dai battaglioni euronazisti della Junta di Kiev, 2) dei profughi fuggiti dal Donbass in Russia, dei bombardamenti ucraini pagati anche con le tasse degli italiani, 3) delle fosse comuni di civili dove sono stati barbaramente interrati centinaia di civili innocenti assassinati dai battaglioni fascisti di Kiev, 4) della pulizia etnica antirussa, 5) della delirante demonizzazione del Presidente russo Vladimir Putin, 6) del massacro-pogrom della Casa dei sindacati di Odessa, 7) dell'aereo malese abbattuto dai caccia ucraini, dell'uso delle bombe al fosforo da parte del governo di Kiev, 8) della miseria e crisi economica portata al popolo ucraino dalla dal golpe violento del Majdan guidato dai nazisti di Svoboda e Pravy Sektor, 9) della sistematica persecuzione degli oppositori, degli antifascisti e dei comunisti da parte degli euronazisti che comandano a Kiev, 10) dell'inaccettabile embargo contro la Russia che danneggia solo le aziende italiane dettato al servile governo italiano dagli Usa, dalla UE e dalla NATO.
CON LA NOVOROSSIJA, E LE REPUBBLICHE POPOLARI DI DONETSK E LUGANSK
COMITATO UCRAINA ANTIFASCISTA DI MILANO-DONBASS ANTINAZISTA https://www.facebook.com/groups/1438748413061877/?fref=ts Https://www.facebook.com/groups/267860163403095/?fref=ts
CHIUNQUE E' INTERESSATO CI SCRIVA COMUNICANDO I RIFERIMENTI E LA DISPONIBILITA' A PARTECIPARE AL PRESIDIO E A DIFFONDERE LE INFORMAZIONI PER SALVARE IL POPOLO DEL DONBASS.
Evento FB: https://www.facebook.com/events/331534220361177/
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58936
PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI - PANDORA TV - RETE DEI COMUNISTI - COMITATO DOMBASS ANTINAZISTA - ASSOCAZIONE MARX XXI.
Sabato 6 dicembre 2014
alle ore 14.00 in Piazza Mercanti
MILANO - 6 DICEMBRE 2014: PRESIDIO ORE 14-19 PER IL DONBASS
PRESIDIO ANTIFASCISTA E ANTINAZISTA A MILANO
PER LA SALVEZZA DEL POPOLO DONBASS DALL'AGGRESSIONE DELLA JUNTA EUROFASCISTA DI KIEV
CONTRO LA PULIZIA ETNICA E L'ODIO ANTIRUSSO FINANZIATI DA STATI UNITI D'AMERICA E UNIONE EUROPEA, CIA E NATO.
COMITATO UCRAINA ANTIFASCISTA DI MILANO - DONBASS ANTINAZISTA
Stiamo organizzando un presidio a Milano che ponga al centro dell'attenzione pubblica la vicenda della guerra della Junta Euro Nazista di Kiev contro il popolo del Donbass, con momenti informativi che mettano in luce cosa sta realmente accadendo, e con la presenza delle sole bandiere usate dai partigiani antifascisti della Novorossija, delle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk, incluse quelle Russe, dell'Unione Sovietica e quella antifascista di San Giorgio e le bandiere degli antifascisti ucraini.
Intendiamo anche dare indicazioni per aiutare economicamente chi giornalmente è bombardato dall'artiglieria ucraina e raccogliere firme da portare al Consiglio Comunale di Milano chiedendo che vengano inviati aiuti umanitari ai bambini e alla popolazione civile del Donbass invaso dall'Esercito Ucraino sponsorizzato dall'Unione Europea dagli Usa, dalla Nato e dalla Cia.
Vogliamo smascherare la disinformazione sistematica operata dai mezzi d'informazione che, così come il governo italiano, Renzi e la Mogherini, appoggiano il sanguinario regime nazional-fascista di Poroshenko, servitore della Germania, e di Yatseniuk, servitore degli Stati Uniti, che hanno svenduto l'Ucraina agli Oligarchi corruttori e sfruttatori.
Vogliamo denunciare la presenza di nazisti nel governo di Kiev, e i crimini contro l'umanità perpetuati nel silenzio e nell'indifferenza delle cosiddette «democrazie» occidentali.
Vogliamo che si parli delle migliaia di civili assassinati dai battaglioni euronazisti della Junta, dei profughi fuggiti in Russia dal Donbass bombardato dall'artiglieria ucraina pagata anche con le tasse degli italiani, delle fosse comuni di civili dove sono stati rinvenuti i cadaveri di centinaia di innocenti assassinati dai battaglioni fascisti di Kiev, della pulizia etnica antirussa, della delirante demonizzazione del Presidente russo Vladimir Putin, per coprire i crimini di guerra dei governi occidentali complici delle stragi ad opera dei banderisti in Ucraina, del massacro.pogrom della Casa dei sindacati di odessa, dell'aereo malese abbattuto dai caccia ucraini, dell'uso delle bombe al fosforo da parte dell'aviazione degli ukri, della miseria e crisi economica portata al popolo ucraino dalla follia fascista del golpe del Majdan, della persecuzione degli oppositori, degli antifascisti e dei comunisti da parte degli euronazisti che comandano a Kiev a Kharkov, Odessa e da per tutto, dell'assurdo embargo contro la Russia che si ritorce contro le aziende italiane che non possono più lavorare con un mercato in espansione, della occupazione militare dell'Italia da parte della Nato e della presenza di quasi cento testate nucleari nel Nord Italia.
CHIUNQUE E' INTERESSATO CI SCRIVA COMUNICANDO I RIFERIMENTI E LA DISPONIBILITA' A PARTECIPARE AL PRESIDIO E A DIFFONDERE LE INFORMAZIONI PER SALVARE IL POPOLO DEL DONBASS.
Evento FB: https://www.facebook.com/events/331534220361177/
Spanish students eject Ukrainian fascist thugs (By Alfie Cook / WSWS, 18 October 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/10/18/spai-o18.html
Agresiones de grupos de extrema derecha que trataron de impedir una charla antifascista en Alcorcón (19 octubre, 2014)
http://lamanchaobrera.es/agresiones-de-grupos-de-extrema-derecha-que-trataron-de-impedir-una-charla-antifascista-en-alcorcon/
New York protest says, ‘Odessa, Donbass, we are with you’ (By Workers World staff on November 7, 2014)
http://www.workers.org/articles/2014/11/07/new-york-protest-says-odessa-donbass/
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=IvggR94zqBs
PdCI Ancona: Tenstimonianze dall'Ucraina (24/10/2014)
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=DhpNJ1w4aGo
2. le formazioni neonaziste (PDF 1,1MB)
3. la persecuzione dei giornalisti (PDF 0,7MB)
Kiev, i fascisti assaltano il parlamento ed aggrediscono i deputati (16 Settembre 2014)
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=5vpaLPzmwxU
Simferopol, Crimea On Sept. 20, the 15th day following a cease-fire agreement brokered by Russia and the Organization for Security and Cooperation in Europe, Ukrainian troops loyal to the far-right junta in Kiev bombed a chemical plant in Donetsk, sending a mushroom-shaped cloud over the capital city of the Donetsk People’s Republic…
La compagna è candidata del PCU alle prossime elezioni parlamentari e sulla sua pagina FB, il golpista Avakov, fa riferimento proprio alla candidatura della Aleksandrovskaja alla carica di deputato. Avakov, che ricordiamo soggiornò in Italia (nel carcere di Frosinone...) ha commentato che la Aleksandrovskaja è stata tratta in arresto perché nel corteo si gridava "l'Ucraina non è uno stato".
E' dunque chiarita la natura politica dell'arresto della Aleksandrovskaja e degli altri compagni.
Di Avakov è utile ricordare che da più parti viene accusato come mandante del tentato omicidio del sindaco di Kharkov Gennadij Kernes. >>
https://www.facebook.com/premiogoebbels/photos/np.99711030.1137191587/1553693021530878/?type=1&ref=notif¬if_t=notify_me
A essere colpito è chi ha ricoperto un incarico statale almeno per un anno nel periodo dal 25 febbraio 2010 al 22 febbraio 2014. Non è un caso che sia stato fissato questo limite temporale... Va ricordato, infatti, che lo stesso Poroshenko è stato ministro del Commercio e dell'Economia sotto Yanukovich, anche se per meno di un anno: dal marzo al dicembre del 2012.
Insomma, la scure del regime nazista "euro-friendly" si abbatte su centinaia di migliaia di semplici cittadini, impiegati e funzionari che nella maggior parte dei casi non hanno ricoperto alcun ruolo politico ma solo burocratico, che ora rischiano il posto di lavoro. E ad impugnare questa scure sono proprio quei trasformisti e riciclati, buoni per tutte le stagioni, che facevano parte del precedente governo o erano comunque tra i più stretti collaboratori di Yanukovich. >>
Attivisti e collaboratori del sito hanno spesso subito attacchi da parte dei fascisti e della polizia: clamoroso è stato l'arresto di Konstantin Dolgov, principale organizzatore del progetto, che venne accusato di aver incendiato dei bancomat della Privatbank di Kolomojskij.
GLAGOL ha spesso riportato la notizia delle manifestazioni organizzate in Italia e nel resto d'Europa, e questo probabilmente è uno dei motivi per cui l'SBU ha voluto metterlo fuori uso.
Il sito GLAGOL criticava aspramente anche il Partito delle Regioni e il potere del clan Yanukovitch, ma come per altri siti e testate giornalistiche, né le forze dell'ordine né altri organi dello stato avevano, prima del golpe, osato provocazioni nei confronti degli attivisti. >>
di Franco Fracassi, 23 ottobre 2014 – È stato uno dei capi della rivolta di Maidan, Lyashko oggi è a capo del famigerato battaglione nazista Azov. Il suo Partito radicale è in lotta col partito del presidente Poroshenko per la conquista della maggioranza in parlamento. Per Amnesty si tratta di un criminale di guerra. «Alle scrofe di Mosca va tagliata la gola!»…
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/posts/719988484749075
Le fotografie del meeting: http://kprf.ru/photoreports/270.html >>
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/posts/722009531213637
Approfittando dell'attuale assenza dal parlamento, è iniziata una campagna atta a screditare il PCU e contestualmente a sdoganare gruppi di sinistra, estremamente minoritari, che puntano nelle loro dichiarazioni ad essere accreditati da Poroshenko e dalla giunta.
Tra questi, alcuni ex parlamentari del PCU, che usciti dal partito e dal gruppo parlamentare dopo il golpe ebbero la possibilità dal golpista Turchinov di formare un gruppo parlamentare, guadagnandosi così "l'indulgenza" della giunta.
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/posts/722449917836265
<< Nell'Ucraina della giunta, basta una denuncia anonima per perdere il posto. Vitalij Igorevich Lukashuk, decano della Facoltà di sociologia Karazin di Kharkov è stato rimosso dal suo incarico dopo una denuncia anonima di un "patriota", inoltrata al Ministero dell'Istruzione e della Scienza. L'accusa è quella di aver espresso posizione "separatiste" sulla pagina del social network VKontakte. Tuttavia nel profilo di Lukashuk (ora rimosso) non apparivano prese di posizione di tal genere, solo interventi di critica verso la demolizione ad opera di teppisti nazionalfascisti del monumento a Lenin di Kharkov. >>
Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 11/11/2014
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/posts/723122864435637
<< Nelle ultime udienze del processo contro il Partito Comunista d'Ucraina è stato evidenziato che i tribunali amministrativi non hanno la competenza per la messa al bando dell'organizzazione e che la procedura con cui è stato avviato il processo (su richiesta del Ministero della Giustizia, a sua volta spronato da Turchinov, allora presidente ad interim) peccherebbe di "incostituzionalità".
Di fronte alla situazione di stallo, sono arrivate le dichiarazioni del capo dei Servizi (SBU), Valentin Nalivajchenko, il quale ieri ha dichiarato che il PCU potrebbe essere messo al bando per motivi di "sicurezza nazionale ", in quanto sia la struttura centrale che le organizzazioni territoriali sostengono e collaborano con le milizie "filorusse" del Donbass. Le dichiarazione di Nalivajchenko, che ha dichiarato di disporre di nuovo materiale e nuove prove contro i comunisti, potrebbero portare all'apertura di un nuovo procedimento contro il PCU, questa volta però da discutere in parlamento: un parlamento, quello uscito dalle ultime elezioni farsa, in mano ai nazionalisti e agli oligarchi, dove nessuna forza di sinistra è rappresentata. >>
Partito Comunista di Grecia (KKE) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
17/09/2014
La risposta dell'Alto rappresentante della politica estera dell'UE all'interrogazione del gruppo del KKE al parlamento europeo, in relazione ai tentativi di mettere al bando e rendere illegale il Partito Comunista di Ucraina è stata provocatoria. Il gruppo parlamentare del KKE ha espresso la seguente dichiarazione nel suo comunicato stampa:
"Il pieno sostegno dell'Unione Europea al reazionario governo ucraino ed al suo obiettivo di bandire il Partito Comunista di Ucraina ed incrementare gli atti di persecuzione contro i comunisti è stato confermato dal rappresentante della Politica estera dell'Unione Europea C. Aston, con la sua risposta all'interrogazione del gruppo parlamentare del KKE, il quale ha denunciato la persecuzione del Partito Comunista di Ucraina da parte del governo di quel paese.
La Commissione UE etichetta il governo ucraino come "la scelta del popolo ucraino dopo eque e democratiche elezioni", nascondendo che è giunto al potere attraverso un colpo di stato, in cui i gruppi nazi-fascisti armati hanno preso parte, con il pieno sostegno dell'UE e dei suoi alleati, la NATO e gli Stati Uniti. La Commissione giustifica l'inaccettabile decisione di sciogliere il gruppo parlamentare del Partito Comunista di Ucraina, affermando che ciò è avvenuto "per ragioni procedurali", mentre per quanto riguarda il procedimento giudiziario avviato dal governo ucraino per dichiarare illegale il Partito Comunista dell'Ucraina si limita ad affermare che "seguirà da vicino tutti gli sviluppi riguardanti il caso".
L'ipocrita mero auspicio dell'Alto Rappresentante della UE che "Qualsiasi azione legale debba (...) garantire la correttezza e il rispetto delle norme internazionali riconosciute (...) in particolare per quanto riguarda il rispetto dei diritti politici, civili e umani" e che "Questi impegni e principi sono sanciti anche nell'accordo associazione UE-Ucraina che è stato firmato di recente", è provocatorio.
E' provocatorio perché la campagna anti-comunista è un obiettivo dichiarato del governo ucraino, obiettivo che è accompagnato da persecuzioni, attacchi, minacce e atti di terrorismo contro i comunisti da parte dei partiti borghesi e delle bande fasciste del "Pravy Sektor", ecc., che sostengono il governo. Sono questi i principi stabiliti nell'accordo di associazione tra Ucraina ed UE, questa è l'attuazione del proclami dell'UE sulla "democrazia": l'elevazione dell'equazione anti-storica tra comunismo e fascismo come ideologia ufficiale dell'Unione Europea, insieme ai divieti sull'attività dei comunisti, i simboli comunisti e l'ideologia comunista.
L'anticomunismo accompagna e sostiene la linea politica antipopolare, il nazionalismo, l'abolizione dei diritti democratici e delle libertà del popolo, che vengono imposte dal governo ucraino per servire gli interessi affaristici locali che esso rappresenta, così come gli interessi dei gruppi monopolistici di UE ed USA che stanno consolidando la loro posizione in questo paese e in tutta la regione, massacrando il popolo, nel loro scontro contro i capitalisti russi.
Il KKE rafforzerà la sua solidarietà con i comunisti ed i lavoratori dell'Ucraina, al fine di rafforzare la loro lotta affinché i lavoratori possano lasciare il loro segno sugli sviluppi del conflitto con i capitalisti, il loro potere e le loro unioni imperialiste.
Sette quotidiani ed undici riviste sono stati messi al bando dal regime golpista ucraino di Poroshenko. Non si tratta soltanto di organi d'informazione politici, ma finanche di magazines di musica e letteratura. La loro colpa è di essere scritti in lingua russa. Per tutti l'accusa è di "fomentare il separatismo". Qualcuno vuole farlo notare ai tipi di Amnesty e "Reporter senza frontiere" ed ai sinistrati che urlano contro i "regimi liberticidi, che opprimono la libertà di stampa"?
Ukraine has banned 18 newspapers and magazines
The State Committee for Television and Radio Broadcasting of Ukraine has withdrawn the certificate of state registration of seven newspapers and 11 magazines within the national information space. This is stated in the press service of the State Committee.
“State Committee of Ukraine in cooperation with law enforcement agencies, the State Registration Service of Ukraine, Ukrpochtoy and with the support of the public take steps to clean up the national information space of the separatist press,” it said in a statement.
In particular, the State Registration Service recognized as null and void the certificate of registration of the following print media: Collection of Ukraine, Pivdennyy regіon; Novorossiysk Calendar; newspapers Novorossiysk Courier, Russian World of Ukraine, Russian Culture in Ukraine, Russian Blok.Ukraina, Chervona Zirka, and Red Star; as well as magazines Rosіyska mova lіteratura, Navchalnih, Russian language, literature and culture in schools and universities, Rosіysky profіl (Russian Profile), Rosіysky rock (Russian rock), Russian Personalities.
Earlier, it was reported that the National Council of Ukraine on Television and Radio Broadcasting at its meeting on October 15 decided to ban the broadcasting of Russian TV channel 365 Days and Belarus TV Channel 24.
Traduzione dal russo di Mauro Gemma
Sono due gli autori della tragedia in Ucraina: l'oligarchia del paese, che ha instaurato la sua dittatura, e l'imperialismo occidentale, che aspira alla dominazione del mondo. La storia insegna: quando il grande capitale ha bisogno di consolidare il suo potere, nutre volentieri le falangi degli autori di pogrom nazisti. I magnati ucraini hanno imparato a trasformare il potere in denaro, e il denaro in potere. E' con la loro benedizione che contro i civili sono usate armi proibite. E mentre raccolgono la loro sanguinosa mietitura, Washington e Bruxelles si fregano le mani.
Si continua a dividere l'Ucraina. Una guerra feroce è scatenata nei mezzi di informazione di massa. Sono definite terroriste le persone che difendono le proprie case, il proprio diritto a vivere secondo i costumi degli antenati e a parlare nella lingua madre. Con il denaro sottratto ai cittadini, vengono costruite bugie mostruose e vili indirizzate contro i fratelli slavi. Poiché incontra una strenua resistenza in Novorossya, la giunta di Kiev cerca di dividere i popoli della Russia e dell'Ucraina con fossati anticarro e filo spinato.
In questo contesto, i giovinastri fascisti sono in prima fila nelle aggressioni ai comunisti. I nostri compagni del Partito Comunista di Ucraina e del Komsomol sono attaccati e perseguitati per le loro convinzioni. Il 2 maggio tra i morti nella Khatyn di Odessa c'erano i nostri compagni. Sul partito incombe la minaccia della messa al bando. Il feroce anticomunismo è il segno distintivo dell'isteria delle forze di ultradestra.
La crisi in Ucraina è un'enorme tragedia per il suo popolo. Per il suo superamento la posizione della Russia dovrebbe distinguersi per coerenza e determinazione. Il PCFR è convinto della necessità di riconoscere le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, di stabilire con esse relazioni tra stati.
Il Donbass ha bisogno di aiuto immediato e massiccio. Ma i convogli di aiuti umanitari di carattere governativo sono ancora insufficienti. Il ritardo sull'accordo per il loro passaggio alla frontiera mette in pericolo la salute e persino la vita di molte persone. Il PCFR, da parte sua, conduce un lavoro sistematico per la spedizione in Novorossya di carichi con generi di prima necessità.
Questo ci impongono il dovere di essere solidali, i principi di umanesimo e la convinzione che la vittoria sugli eredi di Bandera è possibile e necessaria. I veri patrioti dell'Ucraina sono sostenitori della sua unità con la Bielorussia e la Russia. Essi devono poter contare su un sostegno quotidiano.
Il nostro partito esprime la convinzione che al primo posto della politica estera della Russia debbano stare gli interessi dell'avvicinamento tra i popoli che facevano parte dell'Unione Sovietica. E' arrivato il momento di correggere gli errori compiuti, di rafforzare con determinazione i legami con gli amici, ristabilire quelli del passato e acquisirne di nuovi.
Il PCFR dichiara: gli eredi prepotenti dell'UPA e dell'UNA-UNSO vanno fermati senza indugio! Facciamo appello a tutte le forze progressiste del mondo alla mobilitazione per lottare contro la guerra, il nazismo e l'imperialismo. Il capitale continua a seminare odio e inimicizia tra le persone.
I crimini dei barbari devono essere fermati!
Giù le mani dal Partito Comunista di Ucraina!
Pace al Donbass!
Per la fratellanza tra i popoli slavi!
Il Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa
Ukraine : Pas d’échange pour les deux prisonniers communistes
http://www.resistenze.org/sito/te/po/uc/poucel12-015150.htm
English: The crisis in Ukraine and its deep roots – http://cprf.ru/2014/09/1108/
Español: Crisis en Ucraina y sus raìces profundas – https://docs.google.com/file/d/0B6ubbrisn9iHMWRLeW5wWHB3Zkk/edit?pli=1
and Russian – https://docs.google.com/file/d/0B6ubbrisn9iHOE1saVBTZzI5Y1k/edit?pli=1 ]
TRAD.: La crisi in Ucraina e le sue profonde radici (Gennadij Zjuganov, PCFR 5 settembre 2014)
http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/10/la-crisi-in-ucraina-e-le-sue-profonde-radici/
http://www.carmillaonline.com/2014/09/20/i-ribelli-donbass/
http://www.marx21.it/internazionale/area-ex-urss/24530-la-crisi-ucraina.html
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=HNkB7gIYFew
<< Il miliardario sionista, nonché ex collaborazionista delle SS e delle Croci Frecciate in Ungheria, George Soros chiede all'Europa di difendere fino alla morte il regime golpista ucraino e di partecipare con ancora più veemenza alla guerra totale degli Usa contro la Russia. >>
La prima fabbrica occupata nel Donbass - Un esempio da seguire (24 Ottobre 2014)
http://www.marxismo.net/index.php?option=com_content&view=article&id=5858&catid=139&Itemid=571
Ukraine : une première usine occupée et autogérée dans le Donbass – un exemple à suivre ! (lundi 27 octobre 2014)
http://www.lariposte.com/spip.php?page=newsletter&id_article=2171
Solidarietà con i ribelli antifascisti del Donbass
INCONTRO CON IL GIORNALISTA DI ODESSA SERGHEJ DIACHUK
organizza: comitato veneto per il donbass antinazista
partecipano: ross@, slai cobas per il sindacato di classe, tuttinpiedi
di Fabrizio Poggi, su Il Manifesto del 15.10.2014
Macerie d'Europa. Il Donbass è il forziere delle risorse industriali e naturali del Paese, qui la classe operaia è il 40% degli occupati. Non solo la Nato, in gioco nell’est finanza e magnati con il loro abuso della rivolta popolare anti Majdan«Nelle regioni di Donetsk e Lugansk è stata scatenata una lotta di classe in cui banditi, emarginati e tutta una marmaglia randagia combatte contro la classe di biznesmen, liberi professionisti, farmer e tutti coloro che hanno bisogno dell’autorità come garanzia dei diritti e delle libertà», scrivevatempo fa Tsensor.net, emanazione del partito «Patria» di Julja Timoshenko. E comasscrewing.ru: «Nel Donbass siamo testimoni di una delle ultime rivoluzioni proletarie. Proletariato industriale ed elementi declassati lottano contro le classi dei contadini, dei piccolo-borghesi e degli oligarchi». Dunque, oltre e al di là della guerra scatenata dal governo ucraino contro le Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, c’è qualcosa di più profondo che agita la società civile della Novorossija?
È azzardato parlare di un movimento popolare che, difendendo terra e diritti, lotta anche su obiettivi di classe?
Che a Kiev siano al potere un governo e una Rada «legittimati» da milizie neo-naziste, con qualcosa di più di semplici tendenze fasciste, pare fuori discussione. Dati alle fiamme libri su Russia e Urss; gli ucraini proclamati portatori dei geni di una razza superiore; disciolta la frazione parlamentare del Partito comunista ucraino e lo stesso partito sottoposto ad assalti quotidiani, con la prospettiva di essere messo fuori legge (proprio oggi dovrebbe essere in discussione alla Rada un progetto di legge sul divieto «dell’ideologia comunista»); deputati assassinati; giovanissimi studenti fatti sfilare col saluto romano: non c’è bisogno di indagare sui massacri dei battaglioni neonazisti (teoricamente, non controllati dal governo) per inquadrare le scelte di Poroshenko e Jatsenjuk in una linea che mira a fare di Kiev l’avamposto diretto nell’assalto economico-militare occidentale alla Russia.
Chi combatte contro chi, per chi e per cosa nel Donbass? Quanta parte hanno le dispute tra oligarchi dell’ovest e dell’est del paese anche nella crisi in Novorossija? E’ stato solo politico il licenziamento tre giorni fa del magnate Sergej Taruta da governatore della regione di Donetsk, da parte del magnate Pëtr Poroshenko? L’oligarca Kolomojskij (governatore di Dnepropetrovsk) ha scatenato le bande neonaziste contro l’oligarca del Donbass Rinat Akhmetov (secondo Forbes il terzo più riccotra quelli dell’ex Urss) solo per impedirgli di finanziare i separatisti? Gli assalti, a suo tempo, del clan della Timoshenko alla «famiglia» degli Janukovic erano dettati da pure idee «liberali»? E poi i vari Pinchuk, Novinskij, Kosjuk, Tighipko e Zhevago e Bojko: tutte personificazioni di perfette sim- biosi tra cariche amministrative e d’affari.
E quindi, il sostegno aperto alla cosiddetta «azione anti-terrorismo» di Kiev, rientra sola- mente nel disegno di allargamento a est sia della Nato che monopoli europei, oppure nasconde anche interessi della finanza mondiale e di quella ucraina a spartirsi le risorse della regione? Una regione (abitata per il 57% da ucraini, 38,2% russi e altre 30 nazionalità) che è il forziere delle risorse industriali e naturali di tutta l’Ucraina, con una classe operaia che costituisce il 40% degli occupati. Nella sola area di Donetsk (dal 1924 al 1961 si chiamò Stalino, per gli stabilimenti di acciaio – stal — presenti) è concentrato il 20% dell’intera produzione industriale ucraina: miniere, metallurgia, chimica, macchinario pesante, elettroenergetica. E, oltre a quello che è uno dei bacini carboniferi più grandi d’Europa, anche gas (il solo metano è calcolato in 118 mlrd m3) e giacimentidi quarzo, graniti, ferro, alluminio grezzo, mercurio.
Il sito anarco-sindacalista Rabocij put (Rp; La via operaia), ancora in febbraio scriveva che «all’inizio delle proteste di Majdan, moltissimi manifestanti non condividevano le posizioni dei nazionalisti
e degli “eurointegranti”. Le persone, soprattutto delle regioni occidentali del paese, protestavano contro il governo che le aveva ridotte a estrema povertà. Con questi indirizzi, nazionalisti e fascisti avevano raccolto anche i lavoratori e le proteste si erano allargate alle regioni centrali e orientali, in cui non si può certo parlare di spirito nazionalista o ultradestro».
Anche Borotba, di ispirazione trotskista, affermava che «Euromaidan ha avuto un certo supporto di massa tra chi sperava in un avvicinamento alla Ue per migliorare le proprie condizioni di vita: un’illusione reazionaria, ma sufficiente a mobilitare una parte della popolazione contro Janukovic. Sotto la maschera di lotta alla corruzione, c’era un movimento reazionario composto principalmente da intellettuali liberali piccolo-borghesi, elementi sottoproletari e ceto medio impoverito».
Secondo Rp, «per evitare la sollevazione rivoluzionaria delle masse, i circoli più reazionari della bor- ghesia videro l’unica via d’uscita in una dittatura apertamente reazionaria; Janukovic non appoggiò tale piano, forse contando sui metodi della democrazia borghese. La destra ucraina, appoggiata da imperialisti europei e americani, dette vita a Majdan per far fuori Janukovic e arrivare alla più reazi- onaria dittatura borghese». A conflitto iniziato, sempre a detta di Rp, la classe operaia del Donbass non avrebbe «agito autonomamente, ma seguendo le indicazioni ora di una, ora di un’altra parte della borghesia. Ai meeting per dire “no alla guerra”, non si è mai detto a quale guerra ci si riferisca. Gli organizzatori dei meeting non hanno bisogno della guerra di classe, bensì della vittoria sui loro rivali in affari al potere a Kiev. Nella Repubblica di Donetsk si rappresentano gli interessi della pic- cola e media borghesia del Donbass, che, pur non d’accordo con gli oligarchi locali, persegue comun- que la conservazione della proprietà! Non ci sarebbe stata nessuna guerra, se la borghesia e “l’oligarchia di Donetsk”, non avessero temuto per le proprietà, che i clan borghesi di Dneprope- trovsk, di Kiev e dell’occidente volevano togliere loro».
Che in generale, in Ucraina, fosse in corso una guerra tra clan per una nuova ripartizione delle ultime proprietà statali, fino all’estate scorsa lo scriveva anche RIA Novosti: «Per la fine dell’anno, l’Ucraina prevede di vendere 164 grosse imprese statali, che potrebbero essere spartite tra i milio- nari danneggiati da Janukovic», a scapito di concorrenti quali «il re del Donbass Rinat Akhmetov, il magnate chimico Dmitri Firtash e Sergej Levochkin. Si perpetuano le guerre tra oligarchi e clan regionali, attraverso cui si è formato il capitale originario sulla spartizione della proprietà sovietica. È in atto una elementare ripartizione della proprietà».
In ogni caso, all’epoca di Majdan e contrapposto a Majdan, nel sudest ucraino prese piede un movi- mento in difesa dei diritti nazionali, democratici e sociali, che rifletteva il malcontento della popol- azione verso il governo degli oligarchi e che cercava di resistere alle violenze fasciste. Non solo. In più occasioni, vari dirigenti della Novorossija hanno parlato del primato della proprietà collettiva su quella privata, della nazionalizzazione della grande proprietà, proclamando i principi del potere popolare. E l’appoggio popolare e dei lavoratori non è mancato. In effetti, tra passi indietro e contr- asti tra i dirigenti della repubblica, inevitabili in un movimento di massa che, di per sé, esprime le più varie tendenze ideali o ideologiche, sembra che non tutto sia chiaro nella loro visione dell’anticapitalismo, dell’antifascismo e dei diritti civili, tra tendenze monarchiche e ammiccamenti a certa destra europea. E anche l’iniziale minaccia di nazionalizzazioni delle proprietà degli oligarchi del Donbass è via via stata corretta in proposte di accomodamento coi magnati. Nei giorni scorsi si è annunciato di puntare alla conservazione di uno spazio economico comune con l’Ucraina, attra- verso la concessione al Donbass dello status di zona offshore. Ma ora la guerra con Kiev è al primo posto.
A fine agosto il sito Classwar scriveva: «La rivolta nel Donbass è iniziata non solo come lotta di liber- azione nazionale. I fondatori della Repubblica di Donetsk parlavano di uno stato “sociale”, contrap- posto al precedente stato oligarchico ucraino. “Repubblica senza oligarchia e corruzione” — era lo slogan anti-capitalista dei ribelli. Ma mentre le milizie versano il sangue al fronte, la borghesia va al potere. Uno dopo l’altro, ci sono progetti di Costituzione intesi a consolidare il carattere capitalista delle nuove strutture pubbliche, con promesse esplicite di inviolabilità del grande capitale».
E ancora Rp: «I leader di Donetsk parlano solo della lotta contro gli oligarchi. Non hanno mai fatto cenno alla lotta contro la borghesia in generale, dato che loro stessi sono borghesia. Per raggiungere la pace, è necessario non appoggiare nessuna delle parti in conflitto, dato che questa e quella sono nemiche della classe operaia». Sembrerebbe quasi un richiamo a porsi, sin da ora, sulla strada della «costruzione del socialismo in un solo» distretto regionale… Ma intanto la guerra va avanti.
LA RESISTENZA ANTIFASCISTA NEL DONBASS
1. La guerra popolare nell’est dell’Ucraina è una guerra di classe, nazionale (contro l’imperialismo americano ed europeo) e sociale (rovesciamento del potere oligarchico ed avvio di un sistema politico fondato sulla democrazia diretta ed il potere popolare) insieme. Come ebbe ad intuire già Lenin e poi come riaffermato con forza da Stalin, quando la borghesia abbandona la bandiera dell’indipendenza nazionale spetta ai comunisti raccoglierla e saldarla con la lotta di classe. Ed infatti, dopo la rivoluzione d’Ottobre, tutte le rivoluzioni vittoriose hanno saldato la lotta per l’indipendenza e la dignità nazionali dall’oppressione imperialistica con la lotta per la trasformazione socialista della società: è successo in Cina, in Corea, in Vietnam, a Cuba, in Algeria, in Angola e Mozambico ed in altri paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, anche se poi in alcuni di questi paesi (Algeria, Egitto, Indonesia, ecc.) la rivoluzione sociale non è stata portata a termine o addirittura si è avviato un processo controrivoluzionario (Egitto e Indonesia). E’ successo recentemente, tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI in Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua che costruiscono un nuovo modello di società socialista e vi sono le condizioni in altri paesi dell’America Latina per unire la lotta per l’indipendenza economica dall’imperialismo con le trasformazioni sociali (Brasile, Argentina, Cile, Uruguay).
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