Informazione


Il seguente resoconto del viaggio di solidarietà di Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus a Kragujevac si può scaricare nella versione completa (formato Word, corredata di fotografie) al link: https://www.cnj.it/AMICIZIA/Relaz0414.doc 
Anche le precedenti relazioni di Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus si possono scaricare alla URL: https://www.cnj.it/NBMSC.htm
Gallerie fotografiche ed ulteriori informazioni sono riportate alla pagina facebook
 http://www.facebook.com/nonbombemasolocaramelle dove è possibile trovare anche aggiornamenti successivi alle stesura del presente Resoconto, relativi ai progetti ed iniziative di solidarietà promosse dalla stessa ONLUS.

Per approfondimenti si vedano anche:
* gli aggiornamenti sulle devastanti alluvioni che hanno colpito le repubbliche jugoslave a partire da maggio di quest'anno:

https://www.cnj.it/AMICIZIA/poplava2014.htm#scuole
* tutto il nostro archivio della documentazione rilevante sulle questioni economiche e sindacali:
https://www.cnj.it/AMICIZIA/sindacale.htm


ONLUS Non Bombe ma Solo Caramelle

Relazione sul viaggio a Kragujevac del 3-6 aprile 2014


Introduzione

Care amiche e cari amici solidali, vi inviamo la relazione del viaggio che abbiamo svolto a Kragujevac tre settimane fa, per la consegna degli affidi a distanza gestiti dalla nostra ONLUS e per la verifica dei numerosi progetti che portiamo avanti insieme ad altre associazioni italiane.

In questa relazione, come d’abitudine, inseriremo alcune foto per illustrare il nostro viaggio, ma ne pubblichremo molte di piu’, per ogni singolo progetto, sulla nostra pagina facebook

https://www.facebook.com/nonbombemasolocaramelle

La pagina viene aggiornata di tanto in tanto, senza precise scadenze, quando abbiamo notizie da fornire; siamo molto soddisfatti del successo che ha, con molte centinaia di visite per ogni nuovo inserimento. Non e’ necessario essere iscritti a facebook per poterla vedere.


Ci sono vari siti che pubblicano di tanto in tanto le nostre relazioni, e due siti che le pubblicano tutte:

sul sito del Coordinamento RSU trovate tutte le notizie sulle nostre iniziative (a partire dal 1999) alla pagina:

http://www.coordinamentorsu.it/guerra.htm


I nostri resoconti sono presenti dal 2006 anche sul sito del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:

https://www.cnj.it/NBMSC.htm


Cronaca del viaggio

3 aprile 2014

Siamo partiti come sempre verso le 9 del mattino a Trieste, utilizzando il glorioso pullmino della Associazione di Solidarieta’ Internazionale Triestina, con il quale viaggiamo da dodici anni ed una macchina. Siamo in 10: Claudia, Erika, Francesco, Gabriella, Gilberto da Trieste, Stefano da Fiumicello, Mariella da Roma, Claudio da Grado, Gianandrea e Lorena da Pordenone.

Bel tempo durante tutto il viaggio, temperatura mite, assenza quasi totale di traffico ad esclusione dell’attraversamento di Belgrado, dove si giunge sempre fatalmente all’ora di punta, e dove l’autostrada (che in un tratto di alcune decine di chilometri e’ gratuita) e’ usata come strada cittadina, con tanto di piazzole per le fermate degli autobus urbani.

Sono pero’ finalmente finiti i lavori di rifacimento del ponte sulla Sava, che rendevano veramente un’avventura attraversare la citta’.

Cio’ che colpisce e’ l’assenza pressoche’ totale di traffico commerciale a sud di Lubiana, fino a Kragujevac. che indica come l’economia dei Balcani sia in crisi ormai da moltissimi anni.

Anche l’eliminazione di alcuni controlli doganali tra Croazia e Slovania riducono un poco i tempi del viaggio.

Alle alle 18 e 30 arriviamo finalmente alla sede del Sindacato Samostalni, dove incontriamo i nostri amici dell’ufficio relazioni internazionali e affidi a distanza.

Consegnamo a Rajko, segretario del Samostalni, il denaro necessario per la realizzazione dei due nuovi progetti che sono abbiamo deciso di realizzare in questo viaggio, il restauro di una nuova scuola nel villaggio di Sabanta e la ricostruzione di un edificio polivalente nel paese di Desimirovac, per 4350 e 9500 euro rispettivamente (vedi piu’ sotto per i dettagli).

Facciamo il controllo delle liste degli affidi da consegnare, ci vengono date le schede relative ai nuovi ragazzi presi in carico.

Purtroppo il numero di affidi che distribuiremo e’ sceso di alcune unita’ rispetto al passato: alcuni sottoscrittori, senza preavviso, hanno smesso di contribuire; ci sono pero’ due affidatari nuovi e tre hanno deciso di continuare questa campagna di solidarieta’ cambiando l’affido, perche’ i ragazzi a loro assegnati hanno finito gli studi. Comunque siamo sempre

Discutiamo il programma dei due giorni successivi, che saranno densissimi di incontri e finalmente alle 22 siamo a cena.



4 aprile 2014

Prima di descrivere il primo impegno della mattina dobbiamo fare un salto indietro nel tempo.

Le leggi sulla privatizzazione delle aziende ancora pubbliche prevede la loro liquidazione entro il 2014 se non troveranno un compratore. I locali attualmente sede del Sindacato sono di proprieta’ della parte ancora in mano pubblica del gruppo Zastava, e quindi c’e’ il rischio molto elevato che vengano venduti.

Per questo motivo l’estate dell’anno scorso avevamo fondato a Kragujevac una nuova associazione, successivamente regolarmente registrata secondo le norme del codice civile serbo.

Questa nuova associazione si chiama Solidarieta’ Internazionale tra i Lavoratori (in Serbo Udruzenje Medjunarodna Radnicka Solidarnost) e tra i socifondatori ci sono quattro rappresentanti del Sindacato (Rajka, Rajko, Delko, Gordana) e quattro delle associazioni italiane (Gilberto da Trieste, Riccardo da Brescia, Fulvio da Torino e Mauro da Lecco).

Lo statuto e le formalita’ burocratiche su cui deve conformarsi l’attivita’ della associazione ricordano molto da vicino le incombenze delle ONLUS italiane.

Abbiamo chiesto al Comune di Kragujevac di fornirci (come per tutte le altre associazioni esistenti in citta’) una sede di farsi carico di alcune spese di funzionamento.

Sono state proposte alcune soluzioni e sembra che ora si sia arrivati alla scelta di un locale adatto a questa funzione, ed e’ li’ che ci rechiamo di prima mattina. E’ in pieno centro citta’, molto vicino all’Hotel Krahgujevac, dove stiamo noi durante i nostri viaggi, non e’ molto grande ma in buone condizioni e parzialmente arredato. I servizi igienici sono praticamente nuovi. Sara’ senz’altro una sistemazione molto conveniente quando si dovra’ abbandonare la sede attuale dell’ufficio adozioni.

[FOTO: Due viste dell’interno della nuova sede]


Dopo questa visita andiamo a Gornja Sabanta, un piccolo villaggio di circa 850 abitanti nella municipalita’ di Pivara, sempre in comune di Kragujevac, a circa 10 chilometri dal centro.

Questa scuola serve anche per i vicini villaggi di Donja Sabanta, Sugubine, Velike Pcelice e Ratkovic, con circa 2000 ulteriori abitanti.

Nella scuola lavorano 15 persone, ed e’ frequentata da 70 alunni, suddivisi in 8 classi piu’ la classe preparatoria (l’ultima delle classi di scuola materna).

Durante l’inverno scorso ci e’ stato richiesto un intervento prioritario di recupero della palestra, che versa in condizioni che ne rendono impossibile l’uso. Qualora poi fosse stato possibile ci erano stati chiesti altri interventi, tutti localizzati nell’ala della scuola dove ha sede la palestra.

Dopo averne discusso nel direttivo della nostra ONLUS e insieme ad altre associazioni abbiamo deciso di prendere a carico questa scuola, in nome dei principi che animano i nostri interventi e che adesso illustro brevemente.

Le scuole, i centri sociali, le associazioni di tutela per persone portatrici di handicap fisici e mentali, i campi profughi, localizzati quasi sempre in zone popolari della città di Kragujevac, ci hanno visti presenti ed interessati a dare una mano per migliorare le condizioni di vita e di studio di chi li frequenta o vi abita, per aiutare ad avere una speranza per il futuro.

Lo facciamo obbedendo alla regola di partire dagli ultimi, che sono poi i disoccupati, le loro famiglie, i loro bambini, gli anziani dimenticati dallo stato e dalla società, gli invalidi, e via dicendo, cercando sempre di non creare discriminazioni tra gli umili, tra i poveri, per salvaguardare la loro dignita’ ed cercare di combattere la disgregazione sociale che sempre si presenta in situazioni cosi’ difficili.

A volte le cose che facciamo dovrebbe realizzarle il Comune, o i vari Ministeri (e su questo le discussioni al nostro interno sono a volte molto infuocate), spesso la nostra e' una operazione di totale supplenza, ma se queste cose non le facciamo noi non le fa nessuno!

Tornando alla Scuola di Sabanta ci erano state inviate durante l’inverno scorso documentazioni fotografiche molto accurate e i preventivi dettagliati di tutti i lavori necessari, tra i quali, come dicevo piu’ sopra, e’ prioritaria la ricostruzione della palestra.

Cosi’ avevamo deciso di intervenire, insieme alla ONLUS Zastava Brescia per la Solidarieta’ Internazionale, consegnando al Sindacato i 4350 euro necessari per questo intervento.

Nel direttivo della nostra ONLUS avevamo definito lasciare alla valutazione di chi e’ presente al viaggio (Claudia, Gilberto e Stefano) la decisione sulle altre articolazioni del progetto.

Non ci serve molto tempo per decidere che prenderemo in carico tutti i lavori indicati nel preventivo che avevamo ricevuto (9680 euro complessivi), e che oltre la palestra riguardano il rifacimento dei bagni in quest’ala della scuola, di un corridoio e di due aule.

Molti intonaci furono danneggiati dai bombardamenti NATO del 1999, che distrussero una fabbrica di munizioni che si trova ad alcuni chilometri dal paese di Sabanta.

Stefano consegna la bandiera della PACE che accompagna sempre i nostri progetti, e ci lasciamo con i nostri nuovi amici con la promessa di rivederci a ottobre, con i lavori finiti.

[FOTO: Tre dettagli della palestra; Le aule da restaurare]


E ora andiamo a Poskurice dove visiteremo la Scuola Primaria Sveti Sava, dove sono finiti i lavori di recupero edilizio presi in carico da noi insieme alle associazioni di Lecco e Brescia a ottobre scorso.

Si tratta di una scuola primaria di campagna, nel villaggio di Poskurice (500 abitanti), a circa 10 chilometri dal centro della citta’di Kragujevac. Quando la avevamo visitata a ottobre scorso si presentava veramente in brutte condizioni, soprattutto i pavimenti erano molto rovinati ma soprattutto molto pericolosi. Solo i servizi igienici erano in ordine.

Anche questo progettoci e’ stato proposto, attraverso il Sindacato Samostalni, dal gruppo di Escursionisti ed Ecologisti ‘’Gora’’ di Kragujevac, i cui associati hanno svolto gia’ una gran quantita’ di lavoro gratuito, rimettendo in sesto il giardino, riportando a nuovo le sedie e i banchi ma soprattutto portando l’acqua nella scuola primaria nel villaggio di Bukorovac.

Riteniamo che questi interventi nelle scuole di campagna siano tra i migliori e piu’ qualificanti in difesa dele fasce piu’ deboli della popolazione che seguiamo perche’, oltre a permettere ai piccoli alunni di studiare e giocare in un ambiente reso dignitoso, restituisce alla comunita’ locale uno spazio pubblico, spesso l’unico del paese, che diventa punto di aggregazione sociale e culturale.

Questa scuola e’ costituita da due aule per gli alunni dalla prima alla quarta classe; c’e’ inoltre un’aula per la classe preparatoria (l’ultimo anno di scuola materna) non utilizzata perche’ non in condizioni di sicurezza. Ci sono anche una palestra ed un’aula per la biblioteca, che raccoglie inoltre ricordi della storia del villaggio e cimeli della civilta’ contadina, uno sgabuzzino ed un piccolo ufficio per le insegnanti e l’amministrazione.

Durante la nostra visita a ottobre 2013 la scuola si presentava in pessimo stato, con i pavimenti molto pericolosi poggiati direttamente su terra battuta (erano stati costuiti nel 1923), la scala di ingresso molto deteriorata. Potete vedere molte foto scattate durante la nostra prima visita sulla nostra pagina facebook nel post che abbiamo pubblicato il 19 dicembre 2013.

Veniamo accolti in modo molto festoso, con la tradizionale offerta del pane e del sale.

[FOTO: Il pane e il sale]


La scuola e’ bellissima, coloratissima con una felice scelta dell’arancione come colore dominante, i pavimenti nuovi e i serramenti messi a posto non fanno nemmeno intuire in quale stato disastroso si trovasse questo edificio solo pochi mesi fa. Le maestre sono felicissime e cosi’ i genitori dei bambini. Anche il Comune di Kragujevac ha fatto il suo dovere, sistemando in opportune bacheche e vetrinette tutto il materiale sulla civilta’ contadina che era precedentemente accatastato alla rinfusa nell’aula della biblioteca (che in realta’ e’ senza libri...)

I bambini hanno preparato per noi uno spettacolino e lo presentano con tutto l’entusiasmo di cui sono capaci.

La bandiera della PACE e’ esposta all’ingresso della Scuola.

E sulla porta la targa che riporta la frase in Italiano e in Serbo:

In nome della solidarieta’ internazionale tra i lavoratori e i popoli

Questa scuola e’ stata restaurata con il contributo di:

Associazione Mir Sada - Lecco

Associazione Zastava Brescia per la Solidarieta’ Internazionale ONLUS

Non bombe ma solo caramelle ONLUS – Trieste

[FOTO: La palestra: prima…     …e dopo i lavori; La sistemazione della biblioteca; Le vecchie lavagne e quelle nuove]


Dopo questa visita ci aspettano per il pranzo alla Scuola Professionale Zoza Dragovic di Kragujevac.

Si tratta di una grossa scuola superiore, con piu’ di mille alunni e circa un centinaio di insegnanti.

Fa parte del gruppo di scuole che piu’ di un anno fa si erano rivolte alle nostre associazioni per realizzare un progetto molto ambizioso, che ci era stato presentato verso la fine del 2012 dall’assessore alle politiche sociali del Comune

Kragujevac e’ la prima citta’ della Serbia che ha avviato il progetto nazionale di inclusione sociale che prevede l’inserimento dei portatori di handicap nelle scuole normali.

Si voleva iniziare con il superamento delle barriere architettoniche che impediscono il libero accesso nelle scuole ai bambini in carrozzina, e su questo era stato chiesto il nostro aiuto, perche’ non c’erano sufficienti risorse economiche.

Si trattava di intervenire su 6 scuole primarie e in questa scuola professionale.

Ne avevamo discusso a fondo nel nostro direttivo e avevamo immediatamente accettato questo progetto, che corrisponde in pieno ai parametri che utilizziamo per valutare le proposte di collaborazione che ci vengono presentate: forte impatto sociale dei progetti, che devono andare incontro a reali bisogni di categorie deboli, e dai costi contenuti, affrontabili dalle (scarse) risorse dellla nostra associazione e di quelle che collaborano con noi.

Alla realizzazione del progetto hanno aderito anche la Associazione Zastava Brescia per la Solidarieta’ Internazionale con 2500 euro e la Associazione Mir Sada di Lecco; quest’ultima ha messo a disposizione 2500 euro devoluti da un loro socio per onorare la memoria della madre scomparsa da poco.

Grazie alle rampe di accesso quei pochi gradini all’ingresso o dentro alcuni corridoi delle scuole non costituiscono piu’ un problema e garantiscono a questi ragazzi una qualita’ di vita certamente superiore (anche dal punto di vista psicologico).

A fine 2012 avevamo presentato domanda alla Chiesa Valdese per avere un loro contributo a valere sull’8 per mille che ricevono da chi attribuisce a loro la propria scelta in fase di dichiarazione dei reddti, e a settembre 2013 (con tutte le rampe gia’ costruite) ci e’ stato conferito un contributo di 14200 euro, che ci permette dunque di finanziare immediatamente un nuovo progetto di pari importo. Come vedrete tra poco il progetto e’ gia’ stato trovato...

Questa scuola professionale ha anche l’indirizzo alberghiero; come segno di ringraziamento la Direttrice ci ha invitati tutti a pranzo, gli allievi cuochi hanno cucinato per noi e siamo stati serviti tavola da un gruppo di emozionatissimi giovaani camerieri.

Uno di loro parla un perfetto italiano; scopriamo che e’ figlio di emigranti in Lombardia che sono dovuti tornare a Kragujevac perche’ hanno perso il lavoro e di conseguenza il permesso di soggiorno.

La Direttrice e’ molto contenta di ricevere la bandiera della PACE, che Stefano le consegna in ricordo di questo incontro e di questo progetto realizzato: ci confessa che aveva visto molte volte questa bandiera in altre scuole dove avevamo gia’ realizzato i nostri progetti, ed e’ molto orgogliosa che anche loro ora facciano parte della rete delle scuole per la pace.

[FOTO: I ragazzi che hanno preparato il pranzo; La consegna della bandiera]


La giornata non e’ ancora finita; alle 17 siamo attesi alla Scuola Politecnica di Kragujevac, la prima delle scuole dove siamo intervenuti, ben otto anni fa. In questa scuola i progetti realizzati sono molti e importanti: nel 2005 su costruita la mensa per gli studenti fuori sede, poi nel 2008 fu inaugurato un centro per i giovani recuperando ben 600 metri quadrati estremamente degradati nel piano seminterrato della scuola; nello stesso anno la scuola fu dotata di un ambulatorio odontoiatrico sociale, dove i quasi 2000 studenti sono seguiti gratuitamente dal servizio sanitario pubblico; infine nel 2009 abbiamo inaugurato una magnifica aula per riunioni. Il gruppo di danza popolare della scuola e’ venuto due volte (nel 2006 e nel 2008) nella nostra regione ed ha tenuto una serie di applauditissimi spettacoli.

Potete trovare le descrizioni molto dettagliate di questi progetti nelle relazioni degli anni dal 2006 al 2009.

Questa scuola festeggia quest’anno il suo centosessantesimo anno di fondazione; sorse nel 1854 subito dopo la fondazione del primo stabilimento della Zastava nel 1853, e divenne la scuola di formazione di tutti i quadri tecnici piu’ qualificati della Serbia e successivamente della Jugoslavia; giunse ad avere fino a piu’ di 3000 studenti. Il Preside e gli insegnati hanno deciso di attribuire una serie di riconoscimenti a chi ha maggiormente contribuito al successo della scuola e cosi’ a marzo si e’ tenuta una grande cerimonia durante la quale sono stati dati vari tipi di riconoscimenti. A noi e’ stata attribuita la ‘’ZLATNA PLAKETA’’ (Targa d’oro) insieme al discendente della famiglia Karadjordjevic, fondatori della scuola, al Comune di Kragujevac e alla fabbrica Zastava. La cerimonia di consegna avviene in modo del tutto informale, amichevole ed affettuoso nella bella sala delle riunioni. La professoressa Mirijana, che introduce la consegna della targa, non riesce a trattenere le lacrime. Il preside Kojic ripercorre la storia dei rapporti delle associazioni italiane con questa scuola e sottolinea bene come la targa che viene consegnata a Gilberto va in realta’ intesa come donata a tutti gli amici italiani, associazioni e singole persone, che da tanti anni portano qui la loro solidarieta’

[FOTO: La consegna della targa]


5 aprile 2014

La giornata comincia per Stefano e per me con una visita alla radio Uzivo Humanitarni, e poi ci vedremo con tutti gli altri alla sede del sindacato. Si tratta di una radio su internet, fondata due anni fa da Branko Lukic, un invalido cieco. Sono regolarmente registrati come associazione di invalidi e come radio privata; sono ospitati in un piccolo appartamento al piano terreno di un edificio di proprieta’ pubblica, non ancora del tutto finito.

La radio e’ nata per contrastare i pregiudizi e lottare contro le discriminazioni a danno delle persone invalide, e per promuovere azioni a loro favore.

Trasmette dibattiti, testimonianze, informazioni legali a tutela dei diritti dei disabili, e tante canzoni, soprattutto musica popolare balcanica.


Se volete sentirla e curiosare sulla loro pagina internet ecco l’indirizzo

http://www.uzivoradio.com/humanitarni-kragujevac.html

Ci chiedono informazioni su di noi, e Stefano fa la storia della nostra associazione, partendo dalla nostra opposizione alla aggressione della NATO alla Jugoslavia, in nome dell’articolo 11 della nostra Costituzione e della nostra formazione culturale e politica di solidarieta’ internazionale e fratellanza tra i lavoratori e i popoli; descrive in dettaglio e con un coinvolgimento emotivo che raramente gli ho sentito (di sicuro perche’ la sede dove ci troviamo muove a una forte commozione) il nostro metodo di intervento a favore dei gruppi sociali piu’ deboli. Dovevamo rimanere li’ non piu’ di 20 minuti, ma ci salutiamo dopo una buona ora di colloquio.

Probabilmente a favore di questa radio apriremo un piccolo progetto, perche’ per arrivarci si deve superare una piccola scala di sei gradini, che pero’ diventano insuperabili per chi sta in carrozzina; a Kragujeevac ci sono tante realta’, che noi abbiamo conosciuto nel corso di tanti anni, che sono potenziali utenti di questa radio che pero’ potrebbero frequentarla solo se ci sara’ una rampa per carrozzione e questo sara’ nostro compito...


Sulla piazza dello storico edificio della direzione della Zastava, dominata dalla statua all’operaio metalmeccanico, ci aspettano in tantissimi per l’assemblea di consegna degli affidi a distanza.

Ho la grande e piacevole sorpresa di rivedere Dejana P., una mia carissima amica che lavora a Belgrado, ma che ha vissuto per alcuni anni a Trieste all’inizio degli anni duemila, e che ci ha aiutato molto nella realizzazione di alcuni progetti. E’ la prima volta che e’ presente alla nostra assemblea. Alla fine mi dira’, che malgrado le tantissime foto e i tanti filmati che ha visto, nulla se non la presenza fisica puo’ trasmettere le emozioni fortissime, il senso vero di amicizia e di affetti che dominano nella grande sala, dove sono presenti i centocinquanta ragazze e ragazzi a cui sara’ consegnata la rata di affido con i loro familiari.

Per me e’ sempre un momento di felicita’ essere qui con loro, ma anche di forte dolore. Come ogni volta mi fa male vedere i volti di questi bambini, di questi ragazzi, di questi adulti che attendono di essere chiamati per ricevere la busta con l’affido e firmare la ricevuta.

Non siamo dei benefattori, ma donne e uomini solidali, ma sara’ chiaro questo concetto? Non siamo li’ con l’ipocrisia di fare genericamente del bene, ma sara’ chiaro?

Tutto questo vieneribadito con forza da Rajko e da me negli interventi iniziali di saluto, viene chiaramernte ricordato che noi siamo qui perche’ crediamo in valori molto precisi, il Lavoro, la Pace, la Liberta' e la Solidarieta' tra i lavoratori e tra i popoli, e siamo convinti che la solidarieta’ e l’unita’ tra i lavoratori e’ il bene piu’ grande che abbiamo nelle nostre mani.

Per quasi due ore stringeremo tante mani, riceveremo tanti abbracci e baci, ci racconteranno i loro problemi, i loro dolori e le loro poche speranze; tanti lasceranno il loro regalo per le famiglie italiane, o un pensiero per la nostra delegazione, soprattutto tante bottiglie di rakija distillata direttamente da loro.


Dopo l’assemblea ci aspetta un altro importante incontro, a Desimirovac, un grosso paese agricolo a una decina di chilometri a nord del centro di Kragujevac.

Il paese ha circa 1600 abitanti e con i villaggi vicini di Opornica (1200) Cerovac (1500) e Gornje Jarusice (1400) si giunge ad un totale di quasi 6000 persone.

Alla fine del 2012, in occasione di una nevicata eccezionale crollo’ il tetto di un edificio di 350 metri quadrati di proprieta’ del Comune, utilizzato come poliambulatorio pubblico, sede di gruppi sportivi e della associazione dei pensionati.

Alla fine dell’estate scorsa ci venne chiesto se potevamo prendere in considerazione la ricostruzione di questo edificio come progetto per la nostra associazione. Ci furono inviate molte foto, e durante il viaggio di ottobre scorso incontrammo irappresentanti dell’associazione degli abitanti del paese. La ricostruzione potrebbe inoltre prevedere l’utilizzo dell’edificio anche da parte degli invalidi con la semplice costruzione di una rampa di accesso. Nel poliambulatorio si potrebbe infine installare una poltrona dentistica per odontoiatria sociale, visto che il problema dei denti e’ uno dei piu’ gravi e diffusi tra la popolazione, poiche’ le spese connesse sono troppo elevate. La prevenzione specie nei bambini sarebbe veramente efficace.

Il progetto era importante ed interessante, perche’ avrebbe riconsegnato alla popolazione un servizio pubblico essenziale, ma l’investimento da fare era al di sopra delle possibilita’ di una associazione come la nostra, anche se in collaborazione con altre.

Ritornati a casa e dopo averne tanto discusso nel direttivo e con altre organizzazioni la nostra proposta fu la seguente: se il Comune avesse garantito la ricostruzione del tetto noi avremmo potuto discutere la possibilita’ di prendere in carico la ricostruzione degli interni, a patto che ci fosse anche lavoro volontario gratuito fornito dagli abitanti.

Cosi’ durante l’inverno scorso abbiamo ricevuto piu’ preventivi. la ricostruzione degli interni costa 21.500 euro, ridotti a circa 13.000 in caso di lavoro volontario gratuito. Su questo ordine di spesa ci si puo’ ritrovare. Finalmente poi avevamo ricevuto dal Comune di Kragujevac una lettera che ci informava che in data 13 febbraio 2014 era stata approvata una delibera che stanziava 2.400.000 dinari (circa 21.000 euro) per la ricostruzione del tetto e il risultato positivo della gara di appalto: la cifra a disposizione permettera’ la ricostruzione del tetto in circa due mesi.

E infine, il 16 marzo, poco prima della nostra partenza, ci arriva l’ultimo preventivo con tutti i dettagli per l’acquisto dei soli materiali necessari alla ricostruzione degli interni. Si tratta di 13.970 euro, e come vedete la cifra e’ praticamente identica ai 14.200 euro che ci e’ stata riconosciuta dall’ufficio 8 per mille della Chiesa Valdese per il progetto realizzato per il superamento delle barriere architettoniche nelle scuole. Anche la casella Desimirovac va a posto!

Molti abitanti sono presenti al nostro arrivo, perche’ vogliono ringraziarci di persona per questo progetto che, se non ci saranno ostacoli, potra’ assere inaugurato durante il nostro prossimo viaggio di ottobre.

Siamo ospiti della associazione degli abitanti del paese e cosi’, con un tipico ottimo abbondantissimo pranzo serbo, si conclude anche questa missione.

Il giorno dopo, con un tranquillo viaggio di ritorno, saremo a casa e inizieremo la preparazione della prossima delegazione, che a ottobre ci portera’ di nuovo a incontrare questi nostri carissimi amici. Prima di noi arriveranno a Kragujevac le associazioni di Torino, Lodi, Brescia e Roma, e ci sara’ sempre continuita’.

[FOTO: L’ingresso dell’edificio; Un interno; Altre viste di interni]


CONCLUSIONI


In Serbia l’occupazione complessiva e’ sempre in discesa, il potere di acquisto dei salari e soprattutto delle pensioni e’ in costante diminuzione, non si vedono speranze per i giovani che sono costretti ad emigrare, soprattutto se dotati di una buona formazione scolastica. La nostra ONLUS tiene duro, consapevole della responsabilita’ che si e’ assunta insieme alle altre associazioni italiane con cui collaboriamo ed al Sindacato dei lavoratori Zastava.

Con molta fatica riusciamo a mantenere il numero di affidi in corso al di sopra di 150, ne abbiamo perduti una ventina, mentre abbiamo ampliato il numero di progetti che vanno incontro a reali bisogni sociali della popolazione di Kragujevac, e che lo stato di poverta’ della citta’ non permette di soddisfare, nel campo della scuola, della sanita’, del disagio fisico e mentale, in tutto cio’ che puo’ regalare una piccola speranza alle nuove generazioni.

Sappiamo bene che le condizioni materiali stanno deteriorandosi sempre piu’ anche qui da noi in Italia, ma siamo anche sicuri che i nostri sostenitori si rendono conto delle gravissime difficolta’ che i lavoratori della Zastava e le loro famiglie continuano a sopportare, e che di conseguenza non mancheranno di sostenere la campagna di affidi, perche’ la crisi non deve minare la solidarieta’ tra lavoratori e popoli, ma anzi rafforzarla, non deve dividere, ma unire, in nome di una globalizzazione dei diritti che, unica, puo’ impedire le guerre tra i poveri e la disgregazione sociale.


ONLUS Non Bombe ma Solo Caramelle

Sede legale: Via dello Scoglio 173 I-34127 Trieste

Codice Fiscale 90019350488 (per sottoscrivere il 5 per mille)


Coordinate bancarie: Banca di Credito Cooperativo del Carso, Filiale di Basovizza,

Via Gruden 23, I-34149 Basovizza-Trieste

Codice IBAN IT18E0892802202010000021816

intestato a ‘’Non bombe ma solo caramelle –ONLUS’’


[FOTO: Un saluto a tutti voi da Tijana, nata nel 1999, un nuovo affido da questo viaggio]





SAD NADZIRE RAČUNE U SRBIJI

A chi apre un nuovo conto bancario in Serbia viene fatta sottoscrivere una liberatoria sul trasferimento dei suoi dati personali negli USA.
Si veda il servizio appena trasmesso sulla TV di Stato:


nedelja, 10. avg 2014, 19:30 -> 19:53

Zašto SAD nadzire račune u Srbiji?

Poslednjih nedelja RTS-u se javilo više gledalaca sa žalbom da su im, prilikom otvaranja računa bilo za firmu ili fizičko lice, u bankama tražili da potpišu saglasnost da Poreska uprava SAD ima pravo uvida u njihove podatke. Takvi uslovi smeju da važe samo za američke poreznike, kažu u Ministarstvu finansija.

Tragom žalbi gledalaca, i novinarka RTS-a otišla je u banku kako bi se raspitala o uslovima za otvaranje računa. Kako joj je rečeno u banci, ukoliko hoće da otvori račun, mora da potpiše saglasnost da američka poreska uprava ima pravo uvida u njene podatke.

Bez toga, kažu službenici, neće moći da otvori račun ni u jednoj banaci jer tu saglasnost traže sve banke, po preporuci Narodne banke.

Zvanično bankari o ovome ne žele da govore. Nezvanično, kažu da je to zbog američke Poreske uprave, odnosno njihovog zakona. Ako se s njim ne usklade, kažu, mogu da zaborave na biznis u Sjedinjenim Američkim Državama.

U Narodnoj banci Srbije ističu da bankama nisu dali nikakvu preporuku.

"Prema informacijama kojima raspolažemo, u toku su aktivnosti u cilju poboljšanja usaglašenosti poreskih propisa na međunarodnom nivou i primene FATSA propisa. Ministarstvo finansija nas je, 2. jula, obavestilo o potpisanoj Potvrdi namere Republike Srbije da zaključi međudržavni sporazum povodom primene tih propisa", navodi se u saopštenju Narodne banke.

U Ministarstvu finansija očekuju da do kraja godine vlade Srbije i Sjedinjenih Američkih Država potpišu sporazum u vezi sa dostavljanjem finansijskih podataka na način regulisan tim zakonom. Ističu da se on ne odnosi na državljane Srbije.

"Radi se o izveštavanju o računima koje lica koja su državljani, ili imaju poslovne interese u Sjedinjenim Državama, drže kod finansijskih institucija sa sedištem u Srbiji. Takve ugovore SAD su potpisale sa više zemalja, a cilj je sprečavanje izbegavanja plaćanja poreza u Americi, i taj propis se ni na koji način ne odnosi na građane Srbije", navodi se u saopštenju Ministarstva.

To znači da banke ne bi trebalo od svih građana da traže da potpišu spornu saglasnost. Onima koji se nađu u takvoj situaciji Zaštitnik građana savetuje da pošalju prigovor Narodnoj banci, na osnovu čega bi i on mogao da reaguje.









Tri članci o novog rata u Evropi

Piše: Marko Santopadre. Prevodila: Jasna Tkalec

1) Sankcije Rusiji predstavljaju ekonomski gubitak za Evropu
2) Ukrajina: došao šef NATO-a, bombardirana bolnica
3) Euro-Majdan, sukobi i obračuni u Kijevu


=== 1 ===

L'articolo originale, in lingua italiana:
Le sanzioni alla Russia fanno male all’Unione Europea (Marco Santopadre, 4 Agosto 2014)
http://contropiano.org/internazionale/item/25612-le-sanzioni-alla-russia-fanno-male-all-unione-europea

Sankcije Rusiji predstavljaju ekonomski gubitak za Evropu

Ponedeljak, 04 augusta 2014

Marco Santopadre

Prije nekoliko sati uprava lowcost kompanije Dobrolet, koju kontrolira Aeroflot, objavila je da je „privremeno“ prekinula od danas sve svoje letove, budući da se našla na listi kompanija na koje se odnose sankcije. „Zbog pritiska bez presedana kompanija Dobrolet kao prevoznik morala je otkazati letove i prodaju karata“navodi lakonsko saopćenje, izdano jučer navečer u kojem se tumači kako su „evropski suradnici“poništili ugovore o osiguranju letilica, suspendirali davanje aeronautičkih informacija i odbili uvažavanje ugovora leasinga te popravki i održavanja aviona, kako su to ranije bili potpisali.
Po tumačenju Evropske Unije ruska low-cost linija – čiji se letovi odvijaju između Moskve i Simferopolja na Krimu – „olakšava integriranje Ruske Federacije sa Autonomnom Republikom Krima, koja je ilegalno anektirana i koja minira ukrajinski suverenitet i teritorijalni integritet.“Malo je važno što je Krim postao dijelom Ukrajine samo prije nekoliko decenija iz čisto administrativnih razloga u to vrijeme u višenacionalnoj državi Sovjetskog Saveza i da je nedavno ponovo postala dijelom Ruske Federacije, nakon referenduma na kojem je sudjelovao ogroman broj građana i koji je bio jednosmjeran iz razloga antiruske agresivnosti novog ukrajinskog nacionalističkog režima.
Činjenica je da su nedavne sankcije koje je Bruxelles donio protiv Moskve ovoga puta pogodile ne samo neke osobe ruske administracije ili lica iz „separatističke“ vlasti u istočnoj Ukrajini, kako je to bilo ranije. Ovoga puta udaranje Moskve pogađa, između drugih stvari, pristup ruskih javnih banaka evropskim tržištima kapitala i uvoz i izvoz oružja; izvoz tehnologija s dvostrukom upotrebom – civilnom i vojnom (a to se praktički odnosi na sve tehnologije) i na kraju prodavanje od strane Evrope Rusiji tehnologije, koja bi mogla poslužiti naftnoj industriji za vađenje nafte iz dubokih voda, na Arktiku i iz stijena škriljevca.
Problem je u tome što će cijeli paket sankcija, najveći protiv Rusije od razdoblja Hladnog rata, imati vrlo ozbiljne posljedice po evropske zemlje, a tu stvar ruski predsjednik Vladimir Putin nije zaboravio objaviti i na nju upozoriti. Štete po ekonomiju evropskog kontinenta, koja je već sama po sebi pomalo ocvjetala, zbog produživanja ekonomske krize, po trajanju najduže u posljednjem vijeku, ne proizlaze iz protusankcija, koje je donijela ruska vlada, a koje imaju sasvim ograničeni učinak na trgovinsku razmjenu i to jedino na području poljoprivrednih proizvoda.
Sankcije i trgovinski rat započet od Bruxellesa i od Washingtona imat će boomerang učinak na neke ključne sektore evropske ekonomije. Jasno je, da će Rusija morati preorijentirati svoj uvoz, izvoz i tehnološku suradnju na druge obale, nezavisnije od zapadnog polja, koje je sa svoje strane pokazalo veliku svadljivost unutar vlastitog prostora. Današnji svijet nije više jednopolaran, kakav je bio prije dvadeset godina. Danas zemlje kakva je Kina, Indija, Iran, Brazil, Južna Afrika, Indonezija i ostale su u stanju stvoriti trajnu i solidnu alternativu Zapadu, koji Moskvi zatvara vrata. Zacijelo preorijentiranje vlastite ekonomije prema drugim kanalima bit će dugotrajno i Moskva će zbog toga imati ozbiljnih posljedica. No sankcije guraju i u stvari prisiljavaju Rusiju i njene saveznike da brzo ostvare nova opredjeljenja i izbore, koje možda ne bi nikada učinili ili bi pak odlučili da ih poduzmu s daleko sporijim ritmom.
Udarac restrikcija koje su odlučile zapadne vlade kako bi kaznile upravljačku klasu Rusije pogađa u prvom redu trgovinu te financijski i energetski sektor cijele Evrope i teško će pogoditi neka evropska poduzeća, velika i mala. Prema nekim analitičarima posljedice će biti toliko ozbiljne , da će predviđanja o rastu evropske ekonomije u Eurozoni, koja je već od samog početka bila kržljava, biti prepolovljena.
Analitičari različitog porijekla - iz Capital Bank of America, iz Merrill Lyncha do Deutsche Asset& Wealth Management i čak Nomura – predviđaju da će udarac sankcija Rusiji iznosti 3 do 5 desetina BDP u godini 2015. A to znači, prema predviđanjima rasta, koja je u srpnju izradio Međunarodni Monetarni Fond (a ta su predviđanja već bila napuhana na samom početku) da će se BDP evropskog kontinenta smanjti od 1,1% na 0,6%. Iako se evropski think tank trude predimenzionirati udarac trgovinskog i tehnološkog rata protiv Moskve, evidentno je da su ekonomski rizici za Evropsku Uniju daleko veći od onih što su ih do sada priznale vlade stare Evrope. A to ne tvrde samo predviđanja. Prvi mjeseci zid protiv zida između Bruxellesa i Moskve već su proizveli evidentne učinke: govori se o stvarnim podacima i neostvarenim prihodima evropskih poduzeća, koji se penju na nekoliko stotina miliona eura. Tisuće evropskih poduzeća već su navelko reducirali trgovinsku razmjenu s Rusijom. Prema izvještaju Nomure na primjer izvoz EU u Moskvu smanjio se za otprilike 16,5% od siječnja do svibnja, još prije donošenja sankcija u pravom smislu te riječi. Naročito će energetski rat nanijeti evroskoj ekonomiji najveće štete. Predviđajući pogoršanje diplomatskih pa potom i ekonomskih i financijskih odnosa između Evrope i Rusije neke su kompanije već uvele protumjere, koje još samo pogoršavaju stanje. Na primjer Royal Bank of Scotland već je najavila daće smanjiti svoju kreditnu liniju prema Moskvi, dok je naftna kompanija British Petroleum – koja posjeduje 20% ruske Rosneft, jednog od poduzeća koje je palo pod izravne sankcije – prijavila velik pad prihoda. Zadnjih mjeseci Societé General i Deutsche Bank izgubile su skoro 20% vrijednosti naslova svojih dionica na evropskim tržištima. Paradiksalno, njemačka bi ekonomija mogla biti jedna od najpogođenijih ako bi se nastavlio gvozdeni stisak između EU i Rusija te ukoliko bi on još više bio produbljen, budući da su poduzeća i banke iz Berlina jako raširene i izložene u Putinovoj zemlji. Što će naravno Washgtonu pričiniti ogromno zadovoljstvo.

(prijevod: Jasna Tkalec)


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L'articolo originale, in lingua italiana:
Ucraina: arriva il capo della Nato, bombardato un ospedale (Marco Santopadre, 8 Agosto 2014)
http://contropiano.org/internazionale/item/25680-ucraina-arriva-il-capo-della-nato-bombardato-un-ospedale

Ukrajina: došao šef NATO-a, bombardirana bolnica

8 .08. 2014

Vode se borbe bez prestanka u Ukrajini, nastavljene nakon prekida vatre kojeg je proklamira pučistička vlada, kako bi se dopustilo nizozemskim i australskim stručnjacima da se približe ostatku putničke letilice srušene sredinom proteklog mjeseca, da pokupe ostatke tijela i istražuju o uzrocima tragedije.

Jučer je doašao, kako bi podržo nacionalistički režim u Kijevu, sekretar NATO-a, Anders Fogh Rasmunssen. Šeg Atlantskoz Saveza u Ukrajini susreo se sa ukrajinskim predsjednikom, oligarhom Petrom Porošenkom, sa premijerom Arsenijem Yatsenjukom, s ministrom vanjskih poslova Pavlom Klimkinom te sa šefom parlamenta Aleksandrom Turhinovim. „Tek sam sletio u Kijev i ovdje se nalazim da dadnem političku podršku NATO-a predsjedniku Porošenku“napisao je Rasmunsen na svom Twitteru čim je stigao u ukrajinsku prijestolnicu. Zatim je, naveliko sniman i fotografiran od medija bliskih vladi potvrdio:“Kako je NATO spreman podržati Ukrajinu“ u slučaju ruske agresije.
Ne navodeći nipošto stotine civilnih žrtava izazvanih bombardiranjem u posljednjim mjesecima gradova i sela, u kojima su stanovnici uzeli oružje u ruke protiv filozapadnog puča prošle veljače, i protiv postavljanja režima, koji diskriminira stanovništvo ruskog jezika i kulture kao i sve ostale etničke manjine u zemlji, zaapadne kancelarije ovih dana inzistiraju na mogućnosti da Moskva možda priprema invaziju istočnih krajeva Ukrajine, pod izgovorom humanitarne intervencije. NATO je optužio Rusiju da je nagomilala na granicama s režimom iz Kijeva oko 20 tisuća vojnika, koji zajedno s onima vojnicima, što borave u Krimskoj republici treba da poduzmu kroz kratko vrijeme invaziju, dok ruska vlada negira to tumačenje i govori o lakoj propagandi njenih ocrnjivača.
A upravo u vrijeme u kojem je Rasmunssen blagosiljao poglavare pučističke vlade Kijeva, nastavljeni su topovski udari po Donjecku i Lugansku. Bolnica u centru Donjecka, koja je već duže vremena pod opsadom trupa vjernih centralnoj vladi u Kijevu, jučer je pogođena grantama, koje su ubile jednog pacijenta i uzrokovale ranjavanje još pet osoba. „Iznenada se osjetila eksplozija, granata je pogodila prozor, sav medicinski pribor je uništen“ ispričala je Ana Kravstova, liječnik u bolnici „Višnjevski“, najvećoj u Donjecku. I jedna stambena kuća u ulici pokraj bolnice pogođena je artiljerijskim granatama, koje su ispalili napadači. Dopisnik Afp (Agence Franse Press) je jučer kazao, da se udari teške artiljerije osjećaju po cijelom gradu i da je noću između utorka i srijede jedna od gotovo središnjih četvrti ustaničkog grada Ukrajine bila bombardirana iz aviona.
Artiljerijska granata eksplodirala je kraj autobusne stanice Gorlovke, ustaničkog mjesta istočne Ukrajine i ubila 5 civila te ranila njih 10. Avionskom bombom uništena je i jedna elektrostanica, tako da je velik dio grada ostao u mraku.
Sa svoje strane ustanici su jučer uspjeli oboriti jedan ukrajinski avion lovac, dok je jako nisko letio iznad Jdanivka, mjesta nedaleko kojeg je prošlog 17 srpnja pao Boening 777 Malaysia Airlines.
Prema glasnogovorniku Vijeća sigurnosti Kijeva, Andriji Lisenko, u posljednja 24 sata borbe u istočnoj Ukrajini prouzročile su smrt 15 vojnika i ranjavanje njih 79. Točnije, u sukobima s pobunjenicima poginulo je sedam vojnikea 79-e brigade vojske, koja je bila prisiljena da se povuče nakon tri dana borbe na ruskoj granici u regiji Lugansk, a poginulo je još i osam graničara.
Na političkoj strani došlo je do promjene u Narodnoj republici Donjeck, pošto je jučer, tokom konferencije za štampu, prvi ministar Aleksandar Borodaj navijestio svoju ostavku u korist Aleksandra Zaharčenka. Borodaj je kazao da će unutar pobunjeničkih snaga zadržati položaj zamjenika predsjednika.

Marco Santopadre

(prijevod: Jasna Tkalec)


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L'articolo originale, in lingua italiana:
Euro-Maidan, scontri e resa dei conti a Kiev (Marco Santopadre, 8 Agosto 2014)
http://contropiano.org/internazionale/item/25694-euro-maidan-scontri-e-resa-dei-conti-a-kiev

Euro-Majdan, sukobi i obračuni u Kijevu

Marco Santopadre

Nakon snažnih sukoba na trgu, koji je postao simbol protesta i koji su sami manifestanti prekrstili u „Euro-Majdan“ eksplodirala je bomba u središtu Kijeva, samo nekoliko metara daleko od trga Nezavisnosti i ranila dva prolaznika
To je samo kraj priče, koja se čini da skreče prema pravom pravcatom obračuni unutar vrlo složene geografije nacionalističkih grupacija desnice i krajnje desnice, što se čitava našla unutar političkog antiruskog te filozapadnog političkog polja, koja je prošlog februara mjeseca nasilno postigla defenestraciju predsjednika Janukoviča i vlade netočno definirane kao „filoruska“ od strane medija gotovo polovice svijeta.
Jučer kad su na trg došli neki gradski stražari i općinski činovnici, u pratnji velike skupine policajaca, naredivši prisutnima da demontiraju šatore i barikade i da konačno oslobode središnji prostor u Kijevu, već devet mjeseci okupiran, aktivisti različitih grupacija, svih manje više ultra desnih, odgovorili su paljenjem automobilkih guma, bacanjem kamenja i nastojanjem da udalje protuustanička odjeljenja policije bacanjem molotov bombi i drvenim palicama.
Ovoga puta neprijatelj nisu bili omrznutu „filorusi“, već predstavnici izabrane i imenovane vlasti pučista, koja postoji zadnjih mjeseci.
Radilo se o sukobu, koji su neki ukrajinski mediji nazvali „bratoubilačkim“, jer su odredi specijalne policije, poslani da očiste ono što je ostalo od Euro-Majdana, bili sastavljeni od dobrovoljaca iz bataljona Kijev-1 i Kijev -2, formiranih od pripadnika osiguranja tadašnjeg pokreta protesta u vrijeme sukoba s predsjednikom Janukovičem, a sada asimiliranim sa službenim snagama sigurnosti.
U sukobima su sudjelovali neki radnici i vatrogasci, koje je Gradska općina poslala da počiste barikade, koje su podigli manifestanti, i koje nikad nisu demontirane, iako ih je na to sve većom žurbom poticala vlada u Kijevu, optužena da ne čini dovoljno, da se maknu barikade i da se prestane s okupiranjem jednog dijela Gradske Vijećnice i drugih javnih zgrada. Tako je gradonačelnik Vitalij Kličko, jedan od vođa protuvladine pobune prošlih mjeseci i lider nacionalističke partije Udar morao prekinuti oklijevanje i odlučiti upotrebu sile.
Trg je jako dugo bio obavijen oblakom gustog ljutog dima, koji se podizao iz zapaljenih automobilskih guma, što su ih potpalili manifestanti i iz šatora, koji su se također zapalili, dok su se dobrovoljci iz paravojnih grupacija, pod zapovjedništvom kijevske Gradske Vijećnice sukobljavali s malobrojnim stotinama neslomivih pripadnika skupina krajnje desnice, kao što je Samoobrana, Pravy (Desni) Sektor i sa kozacimaa.
Sada treba vidjeti da li će sukob u Kijevu imati daljih odjeka na već vrlo klimave odnose, koji se ljuljaju kao na klackalici, između vladinih snaga i paravojnih grupacija krajnje desnice, uključenim u tako zvanu „Nacionalnu gardu“, koja je angažirana na istoku zemlje uz trupe regularne vojske u gušenju pobune stanovništva ustalog protiv puča od prošlog februara mjeseca.

(prijevod: Jasna Tkalec)




(english / italiano)

Ucraina: Volo MH17 abbattuto da un cannoncino 30mm

1) Osservatore Osce: ‘Aereo abbattuto da caccia ucraino’ / MH17: Pockmarks look like from very, very heavy machine gun fire, says first OSCE monitor on-scene
2) Ucraina: dalla Spagna al Donbass per combattere il fascismo
3) Anti-fascist center launched in Ukraine
4) Immenso il numero dei profughi che dall'Ucraina trovano riparo in Russia
5) LETTERA APERTA sulla messa fuori legge del Partito Comunista Ucraino (PCU)
6) Anti-war protests sweep Ukraine (Greg Butterfield / WW, on August 6, 2014)
7) Ukraine: Who will pay for the war? (Sergei Kirichuk / Union Borotba)
8) Oliver Stone: BE SCARED. BE VERY SCARED


Altri link:

Euro-Maidan, scontri e resa dei conti a Kiev (Marco Santopadre, 8 Agosto 2014)

Ucraina: arriva il capo della Nato, bombardato un ospedale (Marco Santopadre, 8 Agosto 2014)

Kusturica: Quello che sta accadendo in Ucraina è la continuazione degli eventi in Jugoslavia (RIA Novosti, 7 agosto 2014)
http://italian.ruvr.ru/2014_08_07/Kusturica-Quello-che-sta-accadendo-in-Ucraina-e-la-continuazione-degli-eventi-in-Jugoslavia-2136/

NATO to Train and Fund Ukrainian Army (TeleSur, 7 August 2014)

Ukrainian offensive against Donetsk raises threat of war with Russia (Christoph Dreier / WSWS, 7 August 2014)

Intera famiglia della città di Pervomaisk massacrata dagli europeisti di Kiev

Impunity reigns for abductions and ill-treatment by pro-Kyiv vigilantes in eastern Ukraine
Amnesty International, 6 August 2014

Capire la Russia
L'attacco, via Ucraina, è simultaneamente contro la Russia e contro l'Europa. Ma la vittoria implica lo sterminio del nemico, non più la sottomissione (Giulietto Chiesa, 5 agosto 2014)

Pepe Escobar, “Western plutocracy goes bear hunting”
http://www.atimes.com/atimes/Central_Asia/CEN-02-010814.html

Bob Parry 7/27 “Blaming Russia as Flat Fact”
http://consortiumnews.com/2014/07/27/blaming-russia-as-flat-fact/

Pepe Escobar, “Crime (Israel) and punishment (Russia)”
http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/MID-02-300714.html

Stephen Cohen, “Kiev’s Atrocities and the Silence of the Hawks”
http://www.thenation.com/article/180667/kievs-atrocities-and-silence-hawks

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Inno del battaglione antifascista di autodifesa popolare "Vostok"
Гимн батальона "ВОСТОК" 1080p HD (Ополчение ДНР)


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PTV News 2 agosto 2014 – Volo MH17: la parola all’OSCE
Il network canadese CBC ha intervistato un inviato dell’OSCE, Michael Bociurkiw. Bociurkiw, un canadese di origine ucraina, è stato tra i primi al mondo ad arrivare sul sito del disastro, quando il relitto del Boeing 777 era ancora fumante. Cosa ha notato l’inviato della missione internazionale dell’OSCE arrivato sul posto?

VIDEO: Osservatore Osce: ‘Aereo abbattuto da caccia ucraino’
Lombardia Russia 3/ago/2014 - In questo video la testimonianza di un osservatore dell’OSCE – un canadese di origine ucraina. Il video mostra le foto della fusoliera dell’aereo malese ‘caduto’ nell’Ucraina orientale, con inequivocabili fori di proiettili sparati da una mitragliatrice e le conclusioni dell’osservatore. Entrambe confermano la versione russa: un aereo Sukhoi-25 ucraino che seguiva da vicino il Boeing malese abbattuto.

PHOTO: The holes in the wreckage of Malaysia flight MH17 are believed to have come from 30mm cannon fire



MH17: Pockmarks look like from very, very heavy machine gun fire, says first OSCE monitor on-scene

BY HARIS HUSSAIN - 7 AUGUST 2014 @ 11:05 AM

KUALA LUMPUR: INTELLIGENCE analysts in the United States had already concluded that Malaysia Airlines flight MH17 was shot down by an air-to-air missile, and that the Ukrainian government had had something to do with it.
This corroborates an emerging theory postulated by local investigators that the Boeing 777-200 was crippled by an air-to-air missile and finished off with cannon fire from a fighter that had been shadowing it as it plummeted to earth.
In a damning report dated Aug 3, headlined “Flight 17 Shoot-Down Scenario Shifts”, Associated Press reporter Robert Parry said “some US intelligence sources had concluded that the rebels and Russia were likely not at fault and that it appears Ukrainian government forces were to blame”.
This new revelation was posted on GlobalResearch, an independent research and media organisation.
In a statement released by the Ukrainian embassy on Tuesday, Kiev denied that its fighters were airborne during the time MH17 was shot down. This follows a statement released by the Russian Defence Ministry that its air traffic control had detected Ukrainian Air Force activity in the area on the same day.
They also denied all allegations made by the Russian government and said the country’s core interest was in ensuring an immediate, comprehensive, transparent and unbiased international investigation into the tragedy by establishing a state commission comprising experts from the International Civil Aviation Organisation (ICAO) and Eurocontrol.
“We have evidence that the plane was downed by Russian-backed terrorist with a BUK-M1 SAM system (North Atlantic Treaty Organisation reporting name SA-11) which, together with the crew, had been supplied from Russia. This was all confirmed by our intelligence, intercepted telephone conversations of the terrorists and satellite pictures.
“At the same time, the Ukrainian Armed Forces have never used any anti-aircraft missiles since the anti-terrorist operations started in early April,” the statement read.
Yesterday, the New Straits Times quoted experts who had said that photographs of the blast fragmentation patterns on the fuselage of the airliner showed two distinct shapes — the shredding pattern associated with a warhead packed with “flechettes”, and the more uniform, round-type penetration holes consistent with that of cannon rounds.
Parry’s conclusion also stemmed from the fact that despite assertions from the Obama administration, there has not been a shred of tangible evidence to support the conclusion that Russia supplied the rebels with the BUK-M1 anti-aircraft missile system that would be needed to hit a civilian jetliner flying at 33,000 feet.
Parry also cited a July 29 Canadian Broadcasting Corporation interview with Michael Bociurkiw, one of the first Organisation for Security and Cooperation in Europe (OSCE) investigators to arrive at the scene of the disaster, near Donetsk.
Bociurkiw is a Ukrainian-Canadian monitor with OSCE who, along with another colleague, were the first international monitors to reach the wreckage after flight MH17 was brought down over eastern Ukraine.
In the CBC interview, the reporter in the video preceded it with: “The wreckage was still smouldering when a small team from the OSCE got there. No other officials arrived for days”.
“There have been two or three pieces of fuselage that have been really pockmarked with what almost looks like machinegun fire; very, very strong machinegun fire,” Bociurkiw said in the interview.
Parry had said that Bociurkiw’s testimony is “as close to virgin, untouched evidence and testimony as we’ll ever get. Unlike a black-box interpretation-analysis long afterward by the Russian, British or Ukrainian governments, each of which has a horse in this race, this testimony from Bociurkiw is raw, independent and comes from one of the two earliest witnesses to the physical evidence.
“That’s powerfully authoritative testimony. Bociurkiw arrived there fast because he negotiated with the locals for the rest of the OSCE team, who were organising to come later,” Parry had said.
Retired Lufthansa pilot Peter Haisenko had also weighed in on the new shootdown theory with Parry and pointed to the entry and exit holes centred around the cockpit.
“You can see the entry and exit holes. The edge of a portion of the holes is bent inwards. These are the smaller holes, round and clean, showing the entry points most likely that of a 30mm caliber projectile.
“The edge of the other, the larger and slightly frayed exit holes, show shreds of metal pointing produced by the same caliber projectiles. Moreover, it is evident that these exit holes of the outer layer of the double aluminum reinforced structure are shredded or bent — outwardly.”
He deduced that in order to have some of those holes fraying inwardly, and the others fraying outwardly, there had to have been a second fighter firing into the cockpit from the airliner’s starboard side. This is critical, as no surface-fired missile (or shrapnel) hitting the airliner could possibly punch holes into the cockpit from both sides of the plane.
“It had to have been a hail of bullets from both sides that brought the plane down. This is Haisenko’s main discovery. You can’t have projectiles going in both directions — into the left-hand-side fuselage panel from both its left and right sides — unless they are coming at the panel from different directions.
“Nobody before Haisenko had noticed that the projectiles had ripped through that panel from both its left side and its right side. This is what rules out any ground-fired missile,” Parry had said.

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Nel frattempo, per occultare le prove il governo di Kiev sferra un violento attacco militare sulla zona… e la dirigenza OSCE è sotto controllo:

Dalla pagina Facebook di Giulietto Chiesa, 7 agosto 2014

"Sorpresa! Il capo della missione OSCE in Ucraina è un ultranazionalista antirusso, cattolico uniate. Si chiama Michail (Mikhailo) Boziurkiv. E' figlio di un altranazionalista della ex Galizia polacca, Bogdan Rostislaw, rifugiato in Canada subito dopo la guerra mondiale dopo trascorsi con la Gestapo nella Galizia filo nazista di Stepan Bandera. Nella sua pagina Facebook, Mikhailo Boziurkiv fa sapere di avere già deciso chi sono stati i colpevoli dell'abbattimento del Boeing malaysiano: i separatisti russi e la Russia. Ciò pur non essendo una specialista, per suo esplicito riconoscimento. 
Ma questo la dice lunga sulla imparzialità e obiettività del suo lavoro. La domanda è la seguente: si può sapere chi ha nominato Mikhailo Boziurkiv in quella delicatissima funzione?"


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Varios españoles se suman a las "brigadas internacionales" de Donetsk
VIDEO: Brigadas Internacionales en el Donbass

VIDEO: Иностранцы едут на юго-восток Украины, чтобы воевать на стороне ополченцев

Ucraina: dalla Spagna al Donbass per combattere il fascismo

Marco Santopadre, 7 Agosto 2014

Se nel campo golpista combattono fin dall’inizio centinaia di mercenari arruolati attraverso la multinazionale statunitense Academi e alcune decine di estremisti di destra arrivati da varie parti d’Europa, Italia compresa, da qualche tempo alle milizie popolari organizzate dagli insorti del Donbass si stanno unendo alcuni volontari stranieri. In nome dell’antifascismo e della solidarietà internazionalista. E’ il caso di tre giovani spagnoli arrivati in Ucraina nelle scorse settimane e che ora combattono nelle ‘Brigate internazionali’ organizzate dai responsabili militari delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Secondo quanto hanno raccontato ad alcuni media dello Stato Spagnolo loro stessi, sono arrivati recentemente a Kiev “con 500 euro in tasca e uno zaino in spalla” e da lì hanno raggiunto le regioni dell’est integrandosi nei battaglioni che resistono all’assedio dell’esercito ucraino e alle milizie delle organizzazioni di estrema destra.

Uno di loro si chiama Rafael Muñoz Pérez, originario di Madrid ma residente dal 2010 nelle Asturie ed ex militante dell’organizzazione giovanile di Izquierda Unida di Gijon. Un altro si chiama Angel ed è un militante dei Collettivi dei Giovani Comunisti di Cartagena, l’organizzazione giovanile del Partito Comunista dei Popoli di Spagna. "Siamo qui affinché il mondo veda che ciò che le televisioni spagnole e nordamericane raccontano non è la verità – spiegano in un video che sta rimbalzando sulle reti sociali – Questa gente non ha nulla a che fare col terrorismo, non sono criminali, stanno solo difendendo le loro case e le loro famiglie”. 
Inoltre, in un post pubblicato sul profilo del Comité Asturianu de Solidaridá cola Ucrania Antifacista, Muñoz assicura che darà “tutto sé stesso per questo popolo come ho fatto finora perché se lo merita. Il vostro lavoro non è meno importante, abbiamo bisogno che diffondiate la verità che i nostri mezzi di comunicazione occultano e affinché il mondo smetta di guardare dall’altra parte come avvenne nelle nostre terre nel 1936”. 
In un aggiornamento del post Muñoz, che i miliziani del Donbass chiamano Republikanieskt (il Repubblicano) informa che a loro due si è aggiunto un terzo volontario proveniente dallo Stato Spagnolo: “Ora siamo in tre”. I volontari stranieri si sono integrati nel Battaglione Vostok – il ‘Battaglione Orientale’ – nel quale combattono già altri volontari stranieri. Secondo la tv libanese Al Manar nelle ultime settimane a Donetsk sono arrivati attivisti provenienti anche da Russia, Francia, Canada, Polonia e altri paesi, per unirsi alle milizie popolari oppure per fornire sostegno logistico e umanitario alle popolazioni colpite dall’assedio governativo e dai bombardamenti. I volontari sarebbero stati messi agli ordini di Igor Strelkov, il comandante delle forze militari della Repubblica Popolare di Donetsk il cui primo ministro, qualche settimana fa, richiamava in un’intervista le similitudini con quanto avvenne in Spagna negli anni ’30. “L’analogia tra quanto avviene oggi in Donbass e la resistenza antifascista in Spagna nel 1936 è evidente. Siamo disposti ad accettare volontari da qualsiasi paese senza eccezione (…) la prima cosa che raccomandiamo ai volontari delle Brigate Internazionali è che agiscano come professionisti in campo civile: medici, infermieri, pompieri, psicologi. Abbiamo bisogno dell’aiuto nei confronti della popolazione civile e della ricostruzione delle infrastrutture distrutte dagli aggressori” spiegava Alexandr Borodayen.


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http://www.workers.org/articles/2014/08/04/anti-fascist-center-launched-ukraine/

Anti-fascist center launched in Ukraine

By Borotba on August 4, 2014

Support Center for Anti-fascists in Ukraine launched in Simferopol, Crimea — Your help is needed!

The objective necessity of a Support Center for Anti-fascists in Ukraine in Simferopol:

Currently, it is extremely difficult for leftist forces opposing fascism in Ukraine to work in the territory controlled by the Kiev government, in particular for the most active left organization — Union Borotba (Struggle). In the cities of the southeast, there were mass arrests of Antimaidan supporters, and today hundreds of people are behind bars. The Security Service of Ukraine now searches and arrests our comrades even for simply posting on social networks (Facebook, Vkontakte), material which is classified as “separatist” propaganda.

Under these conditions, cells of Union Borotba and other left-wing, anti-fascist organizations operate semi-underground. Any prominent leader or organizer immediately becomes the object of reprisals. The organization is now able to work only on the network principle — as a network of small, autonomous groups that direct agitation, propaganda and organization, as well as protect themselves from attacks by neofascist combatants.

Operation of a central leadership of the organization has become impossible in the territory controlled by the Kiev authorities — there is too great a risk of exposure for such a center and for destruction throughout the network.

This situation creates the need for a coordinating center for Borotba and other friendly organizations and leftist groups outside of Kiev government-controlled territory. An example in this respect is the work of the Russian Social-Democrats of the early 20th century to create a center abroad to coordinate the activities of clandestine cells.

Activists involved in the anti-fascist struggle in Ukraine, who risk arrest, torture and even death, need to know that they will not be left without shelter and livelihood if needed, so that they will be able to continue to participate in the struggle for the liberation of Ukraine from the Nazis.

Subjective conditions of the Support Center for Anti-fascists in Ukraine in Simferopol:

Due to repression by the Kiev authorities against Union Borotba and other left-wing and patriotic organizations, many activists were forced to leave the territory of Ukraine. Currently, about 20 members of Union Borotba from Odessa, Dnepropetrovsk, Kiev and other cities, who left Ukraine under threat of arrest or violence, are in the Republic of Crimea in Simferopol. There are also representatives of other leftist groups that fled Ukraine.

For now, emigrant anti-fascists have only their own scarce resources for rent and other necessities; they do not have jobs or other sources of income. At the same time, our comrades do not want to become refugees and receive Russian citizenship — we want to return to Ukraine and defeat the neofascist regime.

Union Borotba, under the direction of Odessa Regional Council Deputy Alexei Albu and Coordinator Victor Shapinov, has already started work on coordinating Borotba and other left-wing forces within Ukraine. From July 5 to 8, the first school for political activists was held near Simferopol, which was attended by 30 people who left Ukraine.

Tasks of the Support Center for Anti-fascists in Ukraine:

1. Coordination and management of the cells of Borotba and friendly leftist organizations.

2. Ensuring secure communication channels and delivery of funds for anti-fascists in Ukraine.

3. Training new political activists who came to the resistance movement in the wake of the Antimaidan protests. Creating a cadre of powerful left-wing political forces, which will be an essential element of the political system of the new Ukraine, liberated from fascism.

4. Creating a press center of left and anti-fascist forces in Ukraine to inform the public about the fight on the territory controlled by the Kiev authorities.

5. Creating promotional materials (leaflets, videos, etc.) for use by the left and anti-fascist forces within Ukraine. Maintaining a constant videoblog for leftist forces of Ukraine, expandable to a full-fledged online channel.

6. Translation of materials of the anti-fascist resistance to foreign languages. Spreading global awareness of the fight by the anti-fascist forces of Ukraine. Dissemination of accurate information about the repression and killings of activists.

7. Maintaining a register of crimes and human rights violations by the Kiev government and its controlled ultraright units.

8. Liaison between the leftist forces in Ukraine and worldwide.

9. Ensuring evacuation of Ukrainian comrades who risk persecution or violence where they live and work.

We, the representatives of the Support Center for Anti-fascists in Ukraine appeal to all progressive movements and organizations as well as individual activists for help. Any, even the most modest, help would be greatly appreciated by the Ukrainian anti-fascist emigrants.



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http://comunicati.russia.it/immenso-il-numero-di-profughi.html

IMMENSO IL NUMERO DI PROFUGHI

6 Agosto 2014 - Secondo le autorità russe, dal 1 gennaio al 1 agosto 168.677 persone si sono rivolte al Servizio Federale per l’immigrazione: 6.347 hanno richiesto lo status di rifugiato, 48.914 l’asilo temporaneo, 28.134 la cittadinanza, 59.858 la residenza temporanea, 19.943 il permesso di soggiorno e 5.481 rientranti nell’ambito del programma di reinsediamento dei connazionali.
Si registra l’arrivo di un numero maggiore di cittadini ucraini che arrivano e rimangono in Russia grazie all’esenzione dall’obbligo del visto. Secondo le autorità russe sono circa 730mila le persone di nazionalità ucraina arrivate dall’inizio del conflitto, delle quali circa l’80 per cento alloggia in zone di confine, mentre altre si spostano per stare con amici o parenti in altre zone del paese.
Più di 585 strutture temporanee ospitano 42.486 persone. Le autorità russe hanno adottato vari regolamenti per facilitare il soggiorno temporaneo dei cittadini ucraini che arrivano sul proprio territorio.

Fonte: http://www.unhcr.it/news/ucraina-crescono-i-bisogni-umanitari-a-fronte-di-un-numero-di-sfollati-interni-che-ormai-supera-quota-117mila


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Also to read:
New Communist Party of Yugoslavia,  Solidarity with the CPU: Fascism will not pass
http://www.solidnet.org/serbia-new-communist-party-of-yugoslavia/ncp-of-yugoslavia-solidarity-with-the-cpu-fascism-will-not-pass-en


---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: MARX VENTUNO <marxventuno.rivista@...>
Date: 06 agosto 2014 17:42
Oggetto: NO alla messa al bando del partito comunista ucraino!
A: 


LETTERA APERTA

ALLA CORTE COSTITUZIONALE UCRAINA

ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

AL CONSIGLIO EUROPEO

 

Dopo le ripetute aggressioni fisiche e le minacce contro i comunisti ucraini, e in particolare contro il Segretario generale del Partito, Pëtr Simonenko, verificatesi in questi ultimi mesi, abbiamo appreso con sgomento la notizia secondo cui il governo di Kiev, che gode del sostegno di forze apertamente neofasciste come “Pravyj Sektor” e “Svoboda”, si accinge ora a mettere fuori legge il Partito Comunista Ucraino (PCU).


Il PCU, riorganizzatosi nel 1993, si è sempre battuto legittimamente nella Rada e nel Paese per evitare  che l’Ucraina diventasse membro della Nato o di altri blocchi aggressivi,  dichiarandosi invece a favore di un nuovo sistema di sicurezza collettivo pan-europeo. Mai, il PCU, si è mosso al di fuori delle leggi e della Costituzione ucraina. Nonostante ciò esso è stato oggetto di aggressioni e intimidazioni di ogni tipo; molte sue sedi sono state attaccate e date alle fiamme e diversi suoi militanti e dirigenti sono caduti sul campo per mano delle forze neofasciste. Sono dinamiche che in Europa si sono già viste, negli anni ’20 e ’30 del Novecento, con sviluppi ed esiti tragici per tutto il mondo.


Mettere fuori legge il PCU vorrebbe dire mettere a tacere la voce dell’opposizione parlamentare più coerente e autenticamente popolare rispetto al nuovo potere, volto a fare dell’Ucraina un altro avamposto della Nato ai confini della Federazione Russa. Vorrebbe dire dunque far compiere un altro passo al Paese verso un regime totalitario, apertamente neofascista.


In questi mesi, da più parti sono venuti autorevoli ammonimenti per fermare questa escalation. La parlamentare europea Gabriele Zimmer, presidente del Gruppo GUE/NGL (Sinistra unita europea/Gruppo della sinistra ecologista), si è rivolta direttamente al presidente Poroshenko per chiedergli di fermarsi prima di rendere irreversibile la deriva autoritaria del suo Paese. Gli stessi ex-ambasciatori italiani a Mosca, Sergio Romano e Ferdinando Salleo, hanno espresso motivate critiche su quanto sta accadendo in Ucraina, anche per responsabilità della Nato.


D’altra parte, se il governo ucraino volesse davvero ispirarsi all’europeismo, esso dovrebbe in primo luogo rispettare e garantire il rispetto di quei principi affermati già nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, ribaditi nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea approvata a Nizza nel 2000.


Da parte nostra chiediamo alla Corte costituzionale ucraina, alla Corte di Giustizia europea e al Consiglio europeo di non avallare questo atto illegittimo, che porrebbe l’Ucraina al di fuori del consesso dei paesi democratici, e di ribadire l’intangibilità dell’Habeas corpus, i principi della libertà di espressione e di organizzazione e il pluralismo politico e culturale come basi essenziali della convivenza civile.


PRIMI FIRMATARI

Domenico Losurdo – filosofo, Università di Urbino

Cesare Procaccini – segretario nazionale del Partito dei Comunisti Italiani

Oliviero Diliberto – docente di Diritto Romano all’Università “La Sapienza” di Roma – già Ministro della Giustizia

Giulietto Chiesa – giornalista, saggista, direttore di Pandora TV

Angelo Baracca - professore di fisica all'Università di Firenze

Marco Albeltaro - storico, Università di Torino

Fosco Giannini, già Senatore della Repubblica e Capogruppo Commissione Difesa al Senato della Repubblica

Ruggero Giacomini - storico della Resistenza e del movimento operaio

Andrea Catone – storico del movimento operaio, condirettore della rivista Marxventuno

Alessandro Hobel , storico del movimento operaio

Maurizio Governatori - artista

Banda Bassotti – Gruppo musicale

Marino Severini – musicista – “voce” e chitarra de “La Gang”  

Angelo d'Orsi - docente di storia delle dottrine politiche, Università di Torino

Giuseppe Casarubbea – storico della società italiana

Luigi Marino – già Capogruppo al Senato della Repubblica

Cristina Carpinelli – Comitato Scientifico CESPI, Milano

Giorgio Inglese  -  docente all’Università di Roma

Donatello Santarone - docente all’Università degli Studi Roma Tre

 Ada Donno – docente di Letteratura, giornalista, co -fondatrice dell’ “Association of Women of the Mediterranean Region”

 Demostenes Floros - analista geopolitico, collaboratore della rivista “Limes”

 Stefano Azzarà - docente di filosofia, Università di Urbino

Federico Martino - docente di Storia del Diritto, Università di Messina

 Delfina Tromboni- storica, direttrice dell’Istituto di Storia della Resistenza di Ferrara

 Andrea Martocchia- dottore di Ricerca in Fisica, storico dell’astronomia; studioso di storia dei Balcani

 

 per adesioni: marxventuno.rivista@...



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Anti-war protests sweep Ukraine

By Greg Butterfield on August 6, 2014

Aug. 5 — Women gather in the dozens to block major highways, carrying signs and banners reading “Save our boys” and “Stop the slaughter.”

Protesters shout down politicians spouting pro-war rhetoric, telling them to “Go fight your own war.”

Young men burn their draft cards, amidst reports of hundreds of soldiers surrendering or deserting to a neighboring country.

Is it a scene from a college town in the U.S. during the 1960s?

No. It’s happening today, in hundreds of cities and villages across Ukraine.

You won’t see it in the corporate media. But people in western, central and even embattled eastern Ukraine are taking to the streets — with women of all ages in the lead — to oppose the new “mobilization law” (military draft) enacted July 22 by the far-right junta of oligarchs, neoliberal politicians and fascists in Kiev.

In the town of Bogorodchany in the Ivano-Frankivsk region, protesters broke into the military registration office and burned draft documents, saying they would not allow their sons to be used as “cannon fodder.”

In Volovka, angry villagers confronted the mayor and military commissioner with a petition to Ukraine President Peter Poroshenko demanding the withdrawal of 50 draft cards to local residents. When no response was received, people blocked the roads and 10 were arrested.

In Novoselytsya in Chernivtsi region, women beat down a far-right politician who tried to break up their anti-draft protest outside a military recruitment office.

Actions like these are taking place daily from the suburbs of the capital, Kiev, to Lviv on the Polish border and from Transcarpathia to the Black Sea.

Videos of some protests, with English-language transcripts, can be viewed at slavyangrad.org and ukraineantifascistsolidarity.wordpress.com.

The imposition of a mandatory 1.5 percent “war tax” on workers’ wages went into effect Aug. 1, further fueling the flames.

The regime’s response to the mass anti-war sentiment? Repression.

Anton Gerashenko, an official of the Ministry of Internal Affairs, announced that police will begin arresting people who agitate against the war on social media. (Navigator, July 29)

Resistance in primarily Russian-speaking southeastern cities like Kharkov and Dnepropetrovsk has been driven underground by relentless repression from Kiev’s official political police, the SBU, and its unofficial death squads, the neo-Nazi gangs.

In these cities and Odessa — where at least 48 people were massacred by the fascists on May 2 — activists have been imprisoned, “disappeared” or forced to flee for their lives to liberated areas like the Donetsk and Lugansk People’s Republics or Crimea, now an autonomous region of the Russian Federation.

Activists living in exile in Simferopol, Crimea, have established a Support Center for Antifascists in Ukraine to build solidarity for political prisoners, share information and help coordinate underground political activity.

The Support Center reported that young men in Kharkov are being rounded up off the streets and forcibly inducted into the brutal war against the Donbass mining region of Donetsk and Lugansk, where people voted overwhelmingly May 11 for independence from the U.S.-backed coup regime.

Mass resistance to the coup, which manifested in large demonstrations last spring, is still there, simmering just below the surface.

But in the West — which the junta considers its base of support — the spreading anti-war movement is causing alarm.

Media openly call for genocide in Donbass

The junta and its backers in Washington were counting on a quick victory over the volunteer people’s militias in Donbass, especially after the fraudulent election of oligarch Peter Poroshenko as president to “legitimize” the coup.

Instead, they were met with a powerful popular resistance, rooted in Soviet-era Ukraine’s deep anti-fascist sentiment, working-class traditions and partisan military tactics.

Several military offensives by the regime — each with more and more powerful weapons, resulting in greater casualties for both civilians and combatants — have failed to crush the resistance, despite horrific carnage by the Ukrainian military targeting homes, schools and hospitals in Donbass.

Lugansk, the besieged capital city of the Lugansk People’s Republic, declared a humanitarian catastrophe on Aug. 5. More than 250,000 people seeking to leave to take refuge in Russia are unable to escape the city, the people’s government reported, as so-called “humanitarian corridors” established by the Ukrainian military have actually been used for target practice. Tens of thousands in the city are without water, food or electricity. (RT.com)

Ukraine continues to lash out at civilians in the suburbs of Donetsk, capital of the Donetsk People’s Republic, as it unsuccessfully tries to blockade the city. Seventeen people, including three children, were killed by shelling in the town of Gorlovka on July 29, while the same day five seniors were killed when a retirement home was shelled in Lugansk.

Eighteen civilians were reported killed in the Donetsk town of Dokuchayevsk Aug. 4.

Ukraine continues to drop white phosphorous bombs, prohibited by international law, most recently in the town of Makeyevka near Donetsk city. (ITAR-TASS, July 30)

At the end of July, the United Nations reported 1,129 people killed and 3,500 wounded in Donbass since Kiev’s “Anti-Terrorist Operation” began, with 100,000 people forcibly displaced. But, as even the U.N. admits, these numbers are partial at best, and the real number of civilian casualties is far greater — perhaps more than 10,000, according to some reports.

As with the Israeli settler state’s war against the Palestinian people, collective punishment — even genocide — is the junta’s weapon of choice.

That was made crystal clear by pro-Kiev journalist Bogdan Boutkevitch, appearing on Hromadske TV, a network funded in part by the U.S. and the Netherlands:

“Donbass, in general, is not simply a region in a very depressed condition; it has got a whole number of problems, the biggest of which is that it is severely overpopulated with people nobody has any use for.

“If we take, for example, just the Donetsk region, there are approximately 4 million inhabitants, at least 1.5 million of which are superfluous. That’s what I mean: we don’t need to ‘understand’ Donbass. …

“Donbass must be exploited as a resource, which it is. … The most important thing that must be done — no matter how cruel it sounds — is that there is a certain category of people that must be exterminated.” (video and English transcript at slavyangrad.org, Aug. 1)

Pentagon: $ for fascist National Guard

Money to keep the war going is running out as austerity programs imposed by the International Monetary Fund and European Union begin to bite.

The harsh Ukrainian winter is not far off. Having made an anti-Russia alliance with the U.S. and NATO, the new rulers in Kiev no longer have access to cheap fuel on credit.

On July 29, CNN, citing Pentagon sources, reported that the Ukrainian military had fired three ballistic missiles against the Donbass, calling this a “major escalation” in the war.

On Aug. 1, a NATO spokesperson confirmed the Ukrainian use of ballistic missiles to the German newspaper Deutsche Welle. Then on Aug. 2, NATO backtracked, calling it a “communication error.”

Why would the Ukrainian military employ such heavy weaponry against an enemy with limited firepower and no air force or large bases?

Similar questions should be asked about Kiev’s deployment of BUK anti-aircraft batteries in eastern Ukraine in connection with the unravelling propaganda campaign to blame the rebel militias for downing Malaysian Airlines flight MH-17 on July 17.

According to intelligence reported by Igor Strelkov, the Donetsk Minister of Defense, at an emergency news conference July 31, Kiev plans to utilize ballistic missiles to hit water treatment facilities in Donetsk and Lugansk, along with a factory in Gorlovka, and unleash toxic chemicals on the civilian population. (slavyangrad.org)

The mass deaths would then be blamed on the rebels, as the junta and the U.S. attempted to do with the Malaysian airliner.

“The idea is so monstrous that it is probably hard to believe, especially for those who haven’t see the bombardment of populated areas by phosphorous bombs, people injured by chemical weapons, howitzers shooting at the city center,” said Strelkov.

It’s in this context that President Barack Obama announced new sanctions against the banking, fuel and defense sectors of Russia July 30, followed two days later by the European Union, after significant arm-twisting by Washington.

Meanwhile, the Pentagon has notified Congress that it plans to increase direct funding to the Ukrainian National Guard by $19 million to “equip and train its … troops to conduct various missions.” (Washington Times, Aug. 1)

That comes on top of $23 million already committed by the U.S. to Ukraine’s military.

As Congress and Obama well know, the National Guard is not only the backbone of Ukraine’s terrorist campaign in the southeast — it is composed of neo-Nazis in uniform, culled from the likes of the Right Sector, Maidan Self-Defense and other fascist gangs by Interior Minister Arsen Avakov.

The brutality and desperation of the Kiev junta and U.S. imperialists increase not only the humanitarian crisis in Donbass, but the danger of an open military confrontation with Russia — whose conquest is the Pentagon and Wall Street’s ultimate goal.


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Ukraine: Who will pay for the war?

By Union Borotba (Struggle) on August 6, 2014

By Sergei Kirichuk
Union Borotba (Struggle)

The militant nationalist sentiments of supporters of the “Anti-Terrorist Operation” (ATO) have always been combined with expectations that the most difficult work for the Kiev government will be done by the West. At first it was thought that the European Union and the International Monetary Fund would pay for European integration, offsetting economic losses from the introduction of new standards. Ukrainians were then told that the IMF would provide money to “stabilize” the economy.

However, we learned that in reality the international financial institution imposes a neoliberal reform plan that includes cannibalistic cutbacks in social spending, increases in utility tariffs, freezing of pensions and salaries, and large-scale privatization — this time with the requirement “to establish control over all the territory of the country.” Thus, the IMF played an important role in pushing the Kiev junta toward a bloody war in the east.

Then, after the tragic destruction of the Malaysian aircraft, predictions widely spread of an imminent invasion by NATO troops, who would quickly inflict a crushing defeat of the “separatists.” Significantly, in the first hours after the tragedy, the notion quickly spread in the Ukrainian segment of social networks that many U.S. citizens were aboard [Flight] MH-17 and a U.S. invasion was inevitable.

However, most Ukrainian citizens simply do not understand the structure of public opinion in the EU and the U.S. The majority of voters, both in the EU and the U.S.,

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