Informazione


Un fantasma si aggira per l'Europa…

1) La “dolce vita” jugoslava fa il tutto esaurito a Belgrado (Stefano Giantin - Il Piccolo)
2) Altro che Europa: ora a Est rimpiangono il comunismo (Fausto Biloslavo - Il Giornale)


=== 1 ===


La “dolce vita” jugoslava fa il tutto esaurito a Belgrado

La mostra nostalgica sugli oggetti quotidiani di un tempo riapre a furor di popolo mentre il 45% dei rumeni rimpiange Ceausescu e Praga rilancia la Cecoslovacchia

di Stefano Giantin, 24 dicembre 2013

BELGRADO. Il viale del passeggio è come al solito affollato. Bancarelle di souvenir di dubbio gusto, suonatori di strada, gente che va di fretta. Ma negozi e boutique sono mezzi vuoti, in quel di Belgrado. Belgrado che, come tutta la Serbia, aspetta il 2014 senza grandi entusiasmi. Il Pil cresce ma è anemico, la disoccupazione e la povertà non calano, sale il costo della vita. E allora non stupisce quell’assieparsi di persone davanti al numero 14 della centralissima via Knez Mihailova, dove da una settimana si presentano in centinaia ogni giorno. Centinaia di persone che pagano 250 dinari, poco più di due euro, per avviare il motore della macchina del tempo di “Ziveo Zivot”, mostra che promette di riportare indietro tutti i visitatori «ai bei tempi, quelli tra il 1950 e il 1990».
Dolce vita jugoslava, quando «l’uomo medio si alzava alle sei, si lavava i denti con dentifricio nazionale, faceva colazione in un appartamento che odorava di latte caldo, poi andava al lavoro» con la Zastava «nuova di zecca», illustrano i materiali dell’esposizione. Esposizione in pure stile “Good Bye Lenin”, dove i protagonisti sono gli oggetti della vita quotidiana della Jugoslavia socialista, provenienti da collezioni private, spettri di un passato che manca a molti, nei Balcani. Sedili di un vecchio aereo della da poco defunta Jat che nell’anno del massimo splendore, il 1987, volava su «22 rotte interne e 256 internazionali». Le storiche scarpe Borovo, modelli in scala 1:1 di un ufficio standard e di un salotto jugoslavo. Profumi e visioni del Paese che non c’è più. E perfino sapori, con il bar che serve il “C Kafa” a 45 dinari o gli hot dog autarchici venduti al tipico chioschetto modulare “K67” ideato nel 1966 dal designer sloveno Sasa Mächtig, incluso dal MoMA negli oggetti cult di design del XX secolo. Una botta di nostalgia che piace tantissimo, in Serbia, e che ha imposto il bis all’iniziativa. Quarantamila i visitatori di “Ziveo Zivot” al debutto, la scorsa estate, tantissimi altri ora, alla seconda uscita, iniziata poco prima di un Natale che si annuncia assai malinconico.
Nostalgia comune anche ad ampie porzioni dell’Est. Un sondaggio ha appena rivelato che il 45% dei rumeni, malgrado la durezza del regime e la povertà endemica, confessa di aver vissuto meglio sotto Ceausescu. Percentuali che salgono al 60% tra i russi, orfani del comunismo. Praga e Bratislava intanto pensano di rilanciare il marchio “made in Cecoslovacchia”, più conosciuto e apprezzato sui mercati asiatici e africani di quello ceco o slovacco. E telefilm sui “gloriosi” anni Ottanta comunisti vanno di moda a Mosca, Riga e Tallinn.
Nostalgia, viste le asprezze del presente, «normale» anche in Serbia. «Io faccio parte della generazione dei fortunati, sono nata nel 1953», ammette alla mostra di Belgrado Ljilja Stojcevic, indicando «quel passaporto rosso» con la scritta “Sfrj” «che ci faceva viaggiare ovunque». Nostalgia, «orgoglio» per i tempi che furono e «tristezza per quelli attuali», le fa eco Marina, nata tre anni dopo la morte di Tito. Due persone che rappresentano il visitatore tipo. «La metà sono giovani», venuti a vedere i prodotti della Nazione che fu e a toccare con mano quanto sentito in casa a proposito della Jugoslavia. Il resto sono anziani, «e solo qualcuno, una piccolissima parte, ci accusa di aver fatto un’apologia di Tito», spiega davanti alla cassa della mostra la guida Djordje Maletkovic. Un altro Maletkovic, Zivko, fra gli organizzatori della mostra, lo raggiunge subito dopo.
Perché quel titolo? Perché ha letteralmente «un doppio senso, celebra la vita di quei tempi, sicuramente migliore di quella di oggi, e ricorda all’uomo comune come aveva vissuto» pienamente, «un tempo». Cosa manca alla mostra? «Mi sembra fantascienza ascoltare certi ricordi degli anziani», risponde la “Pr”, Tanja Kovac. «Che noia, facciamo un viaggetto all’estero, partiamo subito», dicevano da giovani. E potevano farlo, senza immaginare i futuri problemi economici e di visti dei giorni nostri. E allora gli organizzatori, seppur in ritardo, stanno pianificando pure una sezione dove si ricostruirà anche quello che è rimasto nell’immaginario collettivo balcanico del mercato di Ponte Rosso a Trieste. Trieste, città dove ai “bei tempi” «si andava a fare shopping». E dove la mostra, questo il desiderio degli organizzatori, vorrebbe presto sbarcare.


=== 2 ===

da www.intopic.it   (www.ilgiornale.it)

Altro che Europa: ora a Est rimpiangono il comunismo

Grande successo a Belgrado di una mostra di oggetti della defunta Jugoslavia. Ma anche in altri Paesi orientali c'è chi ricorda volentieri quando si stava peggio

Fausto Biloslavo - Sab, 04/01/2014

La mitica Zastava, il glorioso passaporto rosso scuro della Federativa, una banconota da 5mila dinari con il faccione di Tito occhialuto sono alcune chicche della Yugonostalgia, in mostra a Belgrado.

Alla faccia dell'Europa unita e della globalizzazione i serbi si sono messi in coda, nella centralissima Kneza Mihailova, per rivivere i quarant'anni di socialismo dal 1950 al 1990. Nostalgia canaglia che sta emergendo anche in altri paesi dell'ex Cortina di ferro dalla Romania che sembra rimpiangere il «Conducator» Ceausescu, all'Ostalgia della Germania Est fino al rilancio del marchio «made in Cecoslovacchia». Per non parlare del successo delle serie televisive sugli anni Ottanta del comunismo che vanno di moda a Mosca, ma pure in Bulgaria e addirittura nei Paesi baltici.

Crisi economica, disoccupazione galoppante e pensioni da fame spingono molti nell'Europa dell'Est a rimpiangere i tempi andati. La mostra Yugonostalgica di Belgrado, che ha aperto i battenti prima di Natale, si intitola «Ziveo zivot», «viva la vita». Titolo discutibile, che ti riporta ai tempi di Tito e della bandiera nazionale con la stella rossa in mezzo.

Un'utilitaria Zastava, la 600 del socialismo, è esposta assieme ad una confezione di biscotti Plazma, i Plasmon jugoslavi. Un visitatore ha commentato: «Faccio parte dei fortunati nati nel 1953, quando il nostro passaporto rosso ci permetteva di viaggiare ovunque». Altri pezzi forti sono le magliette ed i ricordi dei campioni di basket della Federativa socialista ai vertici della pallacanestro mondiale.

Non mancano i sedili azzurrini della Jat, la compagnia aerea di Stato, da poco defunta, che volava «su 22 rotte interne e 256 internazionali». I prodotti alimentari dei «Paesi non allineati» si mescolano alle riviste dell'epoca. In copertina sorridono le donnine socialiste, ma con la permanente all'occidentale. Gli hot dog autarchici vengono serviti ad un vero chiosco dell'epoca e si può gustare un caffè socialista al bar spartano del socialismo.

La nostalgia canaglia del passato si sta espandendo a macchia d'olio in molti Paesi dell'Europa orientale. Il 44,7% dei romeni, secondo un recente sondaggio, pensa che il comunismo non era poi così male. Il palazzo più visitato dai turisti a Bucarest è la marmorea «casa del popolo», reggia di Nicolae Ceausescu e signora. Addirittura l'ex caserma di Targoviste, dove il Conducator è stato sbrigativamente fucilato con la moglie, sta diventando un'attrazione turistica. A Praga e Bratislava si riesuma il marchio di esportazione della Cecoslovacchia, preferito dai Paesi africani e asiatici. Lo scorso anno il 32% dei cechi si sono detti convinti che il regime comunista fosse meglio dell'attuale democrazia. In Slovacchia le percentuali sono ancora più alte.

Ostalgie è un neologismo tedesco che indica il rimpianto per la Germania Est e la sua memorabilia. Molte imprese ripropongono marchi obsoleti del periodo comunista come la bevanda Vita-Cola e l'automobile Trabant.

In Ungheria sono tornati di moda l'aperitivo socialista Bambi e i sandali del passato regime. Film come «Goodbye Lenin» sono stati surclassati da serie nostalgiche, che vanno forte grazie al boom delle pay tv nell'Europa dell'Est. In Russia ha grande successo «Gli Ottanta», una commedia sull'ultimo decennio sovietico con la musica occidentale proibita, le lavanderie a vapore ed il mercato nero dei jeans. La serie viene trasmessa anche in Ucraina, Lettonia ed Estonia. In Bulgaria va in onda «Sette ore di differenza», una serie su un ex agente segreto comunista.

La nostalgia del comunismo è alimentata dalla delusione dell'Europa unita e dei governi democratici spesso corrotti o malfunzionamenti come nel passato. Il settimanale Economist lancia l'allarme: il rischio di disordini sociali e rivolte nell'Europa dell'Est, nel 2014, non ha mai raggiunto livelli così alti dalla caduta del comunismo.




(srpskohrvatski / italiano)

Sul centenario della Prima Guerra Mondiale

1) Nove činjenice o Velikom ratu (Mirjana Nikolić - Međunarodni radio Srbija)
2) Ristabilire l'ordine delle cose (Gianmarco Pisa)


=== 1 ===


Nove činjenice o Velikom ratu

Pon, 06/01/2014 - Teorija da je u krhkim međunarodnim odnosima 1914. godine kap koja je prelila čašu bio Sarajevski atentat, te da je zbog toga počeo sukob koji je odneo 15 miliona života, uskoro bi mogla biti potpuno promenjena. Iz Arhiva Srbije ponovo je na svetlo dana izneto pismo koje dokazuje da su planovi za početak Prvog svetskog rata postojali 13 meseci pre atentata.

U susret stotoj godišnjici početka Prvog svetskog rata, sve su češći pokušaji revidiranja istorije, kako bi se kompletan teret za početak Velikog rata prebacio na Srbiju i Rusiju. Poznato je da je na Vidovdan 28. Juna 1914. godine, organizacija „Mlada Bosna“ tačnije njen pripadnik Gavrilo Princip, ubio Austrougarskog prestolonaslednika Franca Ferdinanda. Dolazak princa u Sarajevo na veliki srpski praznik Vidovdan, trebalo je da bude uvreda za Srbe, a tako je Austrougarska htela da pokaže Srbiji, a i celom svetu da je Bosna njen deo i da će tako i ostati. Cilj „Mlade Bosne“ bio je ujedinjenje sa Srbijom i Crnom Gorom, i taj je atentat kroz srpsku istoriju prikazan kao čin borbe za slobodu.

Istoričari podsećaju na do sada prećutkivano pismo tadašnjeg guvernera Bosne i Hercegovine Oskara Poćoreka ministru Austrougarske monarhije Bilinskom, 28. maja 1913. a koje dokazuje da su planovi za Prvi svetski rat postojali više od godinu dana pre atentata u Sarajevu.

Dokument koji je prvi put objavljen još 1928. godine, do sada nije korišćen u naučnim radovima, jer se nije uklapao u stereotip o istoriji početka rata, a početkom godine ga je u Andrićgradu predstavio direktor Arhiva Srbije Miroslav Perišić. On je objasnio da pismo otkriva ne samo namere ratnih krugova Beča da povedu rat, već i stavove prema Srbima, Hrvatima i muslimanima kao i politiku Beča prema pobornicima ideje ujedinjenja Južnih Slovena. "Pismo se završava rečima da se ne sme dozvoliti da dođe do približavanja Zagreba i Beograda, odnosno da Zagreb treba da predstavlja protivtežu Beogradu", naveo je Perišić.

Planovi za rat objašnjavaju donekle ultimatum koji je upućen Srbiji mesec dana posla atentata, a iz kasnijih događaja poznavaocima prilika je jasno da bi do rata došlo, čak i da je Srbija pristala na sve što se od nje tražilo. Član Odbora Andrićevog instituta za obeležavanje godišnjice Prvog svetskog rata Miroslav Jovanović kaže da sarajevski atentat nije bio presudan, nego je bio samo povod za izbijanje velikog svetskog krvoprolića. Austroguarska je povod za početak Prvog svetskog rata stavila na teret Srbije i Rusije, što su kasnije podržali brojni poznati istoričari.

Proslavljeni reditelj i idejni tvorac Kamengrada Emir Kusturica rekao je da ponovno objavljivanje ovog pisma u "Istorijskim sveskama" Andrićevog instituta treba da popravi istorijsku i medijsku sliku o početku rata. "Sarajevski atentat je zloupotrebljen i iskorišćen za progon srpskog naroda i za početak Velikog rata", rekao je Kusturica.
On kaže je da je Gavrilo Princip ubio okupatora Franca Ferdinanda, "rasistu i antisemitu, na kućnom pragu, u zemlji Gavrila Principa, a ne u Beču ili nekom Ferdinandovom letnjikovcu ". Objavljivanje dokumenta o planovima Austrougarske, početak je nastojanja Andrićevog instituta da javnosti stavi na uvid dokumente koji skreću pažnju javnosti sa koloseka propagande, ali i organizovanog zaborava.

Da će se o Velikom ratu pisati puno ove godine nagoveštavaju novinski tekstovi u kojima se podseća da je 1941. godine za svoj rođendan Adolf Hitler dobio na poklon jedini ratni trofej donet iz raskomadane Jugoslavije. Kažu da mu je na lični zahtev iz okupiranog Sarajeva donesena spomen-ploča Gavrilu Principu. Fotografije svedoče da je Hitler dobio ploču na kojoj piše „Na ovom istorijskom mjestu se Gavrilo Princip izborio za slobodu Srbije.“

Svakako, 2014. godina biće cela u znaku obeležavanja stote godišnjece Velikog rata, pa ćemo se detaljima o ovoj temi baviti cele godine. Već su objavljena istraživanja javnog mnjenja koja nam govore da mladi ljudi malo znaju o Prvom svetskom ratu, da Principa polovina građana doživljava kao heroja, a četvrtina kao teroristu, a da jako mali broj ljudi zna koja se zemlja borila sa čije strane. Godina posvećena godišnjici biće prilika da se i ova statistika promeni.

Pripremila Mirjana Nikolić


=== 2 ===

Ristabilire l'ordine delle cose.

Il centenario della prima guerra mondiale e il “Sarajevo 2014”.


Gianmarco Pisa


È difficile pensare che il casus belli della prima guerra mondiale, l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando ad opera di Gavrilo Princip a Sarajevo, sia stato il vero motivo scatenante il conflitto. Soprattutto quando nuovi documenti storici e importanti fonti primarie vengono portati in luce a smentire quello che sempre più si è andato e si va affermando come luogo comune, piuttosto strumentale e pretestuoso.


I piani per scatenare quella che si sarebbe rivelata la prima guerra mondiale possono essere datati a 13 mesi prima dell'assassinio di Sarajevo, vale a dire ben 14 mesi prima della dichiarazione di guerra ufficiale dell'Austria-Ungheria e, di conseguenza, degli Imperi Centrali contro la Serbia, come ha messo in luce il ritrovamento ad Andricgrad, nella Repubblica Serba di Bosnia, di una lettera con i “piani di guerra”.


Si tratta della lettera, adesso nelle disponibilità del Dipartimento di Storia di Kamen-grad, spedita dal Governatore, per conto dell'Austria-Ungheria, della Bosnia e della Erzegovina, Oskar Potiorek, al ministro asburgico Bilinski, il 28 Maggio 1913, nella quale risultano evidenti non solo le intenzioni dei circoli asburgici di dare inizio al conflitto, ma, in particolare, l'atteggiamento della corona e del circuito imperiale nei confronti degli Slavi del Sud: sia in relazione ai rapporti reciproci tra Serbi, Croati e Musulmani, sia, in particolare, nei confronti dei Serbi, di Serbia e di Bosnia, particolarmente invisi all'Impero, quali sostenitori dell'idea dell'unificazione degli Slavi del Sud in quella che sarebbe poi diventata, tempo dopo, la Jugoslavia.


È stato lo stesso Miroslav Perisic, direttore dell'Archivio di Serbia, in occasione della presentazione pubblica del prezioso documento, lo scorso 5 Gennaio, a segnalare l'importanza del testo, quale fonte storica primaria ai fini dell'accertamento delle concause e delle responsabilità dello scoppio del conflitto mondiale, e del suo valore politico, considerando, del resto, quanto possa essere facile immaginare le ragioni per cui, al di là della “fortuita ricorrenza” del centenario della dichiarazione di guerra (1914-2014), sia trascorso tanto tempo dal ritrovamento della lettera, essendo il suo contenuto molto lontano dalla vulgata “ufficiale”, occidentale, di quel conflitto.


Secondo una dichiarazione di Perisic, d'altra parte: «questo documento così importante non era sino a questo momento a disposizione degli storici e non è stato preso in considerazione, di conseguenza, dalla comunità scientifica, sebbene sia stato pubblicato per la prima volta nel 1928 nel giornale Vecernja Posta di Sarajevo». Come riferito da un altro studioso, Miroslav Jovanovic, dell'Istituto Andric, i «fatti di Sarajevo», in particolare, l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando ad opera di Gavrilo Princip, non possono essere considerati, come troppo spesso le cancellerie e le opinioni pubbliche “occidentali” tendono a fare, l'evento-chiave, ma solo il pretesto per dare corso a un piano di guerra che sarebbe poi diventato un tragico e devastante bagno di sangue, con nove milioni di soldati e cinque milioni di civili uccisi.


Gli Imperi Centrali, Austria-Ungheria e Germania, in primo luogo, le stesse potenze che si apprestano adesso a sponsorizzare o promuovere il cosiddetto “forum di pace” del Sarajevo 2014, hanno voluto attribuire le responsabilità di quel bagno di sangue in particolare alla Serbia e alla Russia, mobilitando schiere di storici a supporto di tale tesi, da Chris Clark a diversi altri, ma i fatti, semplicemente, non stanno così. 





Segnaliamo che l'iniziativa di inviare una Lettera collettiva all'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia -ANPI-, per la verifica e l'eventuale ritiro della "iscrizione onoraria" di Simone Cristicchi alla associazione, sta avendo uno straordinario riscontro. 
All'appello hanno aderito partigiani e figli di partigiani, antifascisti, operai, sindacalisti da tutte le regioni del Paese, che in molti casi hanno anche voluto commentare inviando parole di indignazione per l'ondata montante di demagogia revanscista e per il continuo dileggio cui è sottoposta la memoria della Resistenza, e della Resistenza jugoslava in particolare.

Fra pochi giorni il testo sarà inviato agli indirizzi ufficiali dell'ANPI con un lungo elenco di firme.
Invitiamo chi non lo avesse ancora fatto a sottoscrivere, ma anche a diffondere fra i propri contatti l'invito all'adesione, che - ricordiamo - va comunicata all'indirizzo: sam.letteranpi@... 
specificando NOME, COGNOME, CITTA', e indicando eventualmente la appartenenza all'ANPI o il ruolo svolto nell'associazionismo antifascista.

Inizio messaggio inoltrato:

Da: "Coord. Naz. per la Jugoslavia" 
Oggetto: [JUGOINFO] Richiesta di adesione alla Lettera Aperta all'ANPI su Cristicchi
Data: 31 dicembre 2013 15:43:32 CET


Inoltriamo il seguente messaggio, ricevuto dai promotori della Lettera Aperta riprodotta più sotto, alla quale hanno già aderito un centinaio di firmatari.
Per aderire scrivere a: sam.letteranpi@... 
specificando NOME, COGNOME, CITTA', e indicando eventualmente la appartenenza all'ANPI o il ruolo svolto nell'associazionismo antifascista.
----------

Cari  tutti, questa in allegato è una lettera che speriamo possa ricevere la vostra attenzione e conseguente adesione.

 

Riguarda la vicenda del cantautore Simone Cristicchi e dello spettacolo “Magazzino 18” di cui è co-autore.

L’iniziativa specifica è partita in seno a CNJ onlus, ma raccoglie adesione di singoli.

L’obiettivo è politico e culturale. E’ importante, per la storia partigiana dell’Italia, della Jugoslavia e dell’Europa tutta.

 

Lo spettacolo di questo cantautore e del suo co-autore, lo storico Jan Bernas, sta già ricevendo tra il pubblico le scuole dell’Istria e sta proseguendo il suo giro per la penisola.

Le rappresentazioni di "Magazzino 18" in Istria sono state realizzate con il contributo del ministero degli Affari Esteri italiano e probabilmente anche della FederEsuli.

Non vorremmo trovarci questo “spettacolo dei sentimenti” o delle “emozioni” (definizione dell’autore) come bibliografia o come capitolo dei libri di storia dei nostri figli di oggi e di domani, dove fascisti e antifascisti si minestrano troppo superficialmente, favorendo distorsioni storiche e politiche gravi. Le distorsioni alimentano non verità e conflittualità.

 

Sulla pagina facebook di “Magazzino 18”, Cristicchi stesso si esprime e fa conversazione sul tema. Molti soci CNJ, ma anche altri, hanno postato commenti e tentato di aprire un confronto storico-scientifico, con il risultato di vedere i propri post cancellati. Il suo biasimo verso Pertini, che ha riconosciuto sempre i meriti della resistenza partigiana jugoslava, è una delle “perle” espresse dal cantautore, che riserva repliche talvolta d’effetto, ma che dimostrano poca capacità e/o volontà di argomentazione.

 

Riepiloghiamo di seguito una breve ma non esaustiva rassegna sulla questione, in parte già circolata, all’origine della lettera.

 

Questo è uno dei primi scambi ad agosto 2013, tra Cristicchi ed il CNJ, ma sulla questione si sono mossi anche altri. Cristicchi ha intimato al CNJ la rimozione della pagina, attraverso il suo avvocato:

https://www.cnj.it/documentazione/IRREDENTE/cristicchi.htm

 

L’Unione degli Istriani ha approvato il copione modificato andato in scena il 21/10/2013 nelle prove generali, pare con una sorta di ricatto:

http://www.unioneistriani.it/news/comunicati-stampa/200-m18 

 

Di seguito il colloquio con Simone Cristicchi - in occasione del lancio del suo spettacolo "Magazzino 18", con Claudia Cernigoi e Carlo Oliva, RadioTre - trasmissione Fahrenheit di venerdì 1/11/2013

Il file audio (28'): http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2013/11/Fahrenheit-CRISTICCHI.mp3

 

Sul debutto a Trieste nel corrente mese di dicembre 2013:

http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/12/08/news/magazzino-18-di-cristicchi-sbarca-nei-teatri-dell-istria-1.8261697

 

Questo è un comunicato del partito socialista dei lavoratori croato nel merito, pubblicato da varie testate on line e girato in lista cnj:

http://www.marx21.it/internazionale/europa/23285-comunicato-del-partito-socialista-dei-lavoratori-croato-in-merito-allo-spettacolo-teatrale-magazzino-18-di-simone-cristicchi-in-programma-in-croazia-e-slovenia.html

 

Dal 17 al 22 dicembre lo spettacolo è stato rappresentato a Roma. Di seguito l’intervista pubblica a Cristicchi di una giornalista de Il Piccolo di Trieste, dura 4 minuti circa:

http://www.youtube.com/watch?v=cBLamBKxIyk

 

L’intervento ci sembra confermare le critiche mosse fino ad ora allo spettacolo: Cristicchi dichiara che è stato realizzato per far conoscere un pezzo di storia, ma allo stesso tempo, sostiene che non pretende di raccontare la storia ma di essere ascoltato attraverso la rappresentazione di alcuni drammi personali dell’epoca. Afferma inoltre una non verità, nel richiamare fonti storiografiche variegate di destra e di sinistra, a cui avrebbe fatto riferimento, ed invece la fonte principale citata è solo Jan Bernas. La confusione dei piani di lettura si rivela uno strumento di propaganda perfetto, che gioca sull’apparente ingenuità dell’ “artista” sfuggente ed ignaro, un po’ per davvero, un po’ per finta.

 

Ultima notizia, è uscito il libro + CD (si veda il link sotto, nel sito curato dal partito umanista di TS) http://www.freaksonline.it/freaks/magazzino-18-libro-e-cd.html

 

Contiamo che questa lettera, nella sua veste di appello, possa aprire un dibattito o chiarisca la posizione di certi soggetti anche istituzionali.

 

Per comunicare le vostre adesioni e tutte quelle che raccoglierete per la lettera in allegato, Vi preghiamo pertanto di rispondere a questo indirizzo sam.letteranpi@...   indicando:

NOME, COGNOME, CITTA’, EVENTUALE ISCRIZIONE ANPI (SI/NO e sezione), ALTRO (facoltativo: es. professione, qualifica, stato occupazionale etc…)

Grazie a tutti per la collaborazione e un grande saluto

 

Samantha


--------

LETTERA APERTA ALL'ANPI SU CRISTICCHI

Cari Voi tutti, Membri del Comitato Nazionale ANPI, Membri dei Comitati Provinciali, Regionali e Soci dell’Associazione Nazionale PARTIGIANI d’Italia, con i suoi 120.000 iscritti,

in qualità di iscritti all’ANPI e quali antifascisti, figli e nipoti di antifascisti, democratici rispettosi della memoria storica della Resistenza, manifestiamo la nostra preoccupazione ed il nostro stupore nell'apprendere che il Sig. Simone Cristicchi (secondo quanto lui stesso sostiene) è membro onorario dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.

Il Sig. Simone Cristicchi, nell’ambito del suo spettacolo teatrale “Magazzino 18”, che ha come tema la TRASPOSIZIONE di alcuni vissuti drammatici degli esuli d’Istria, di Fiume e Dalmazia, supportato da una direzione artistica, manageriale e da una regia di promozione istituzionale, sembra alimentare a livello mediatico e diffusivo a mezzo web una propaganda politica antipartigiana, che ancor più gravemente si mostra priva di analisi storica, riportando interpretazioni che riteniamo falsino fatti e circostanze, con un esito di palese natura strumentale. La strumentalizzazione delle vicende umane a supporto di idee nazionaliste è resa ancora più insopportabile per il coinvolgimento di minori in scene di violenza, che ci appare presunta ed esagerata.

Evidenziamo inoltre che le tesi, le congetture, i toni delle polemiche, l'accettazione di messaggi e manifestazioni di scherno ed offesa rivolte alla memoria storica della Resistenza sia italiana che jugoslava, presenti nel profilo facebook e in altri siti gestiti dal cantautore, non ci appaiono politicamente ed ideologicamente espressioni vicine alla storia e rispettose dei principi ispiratori dell’ANPI.

Il rifiuto di un confronto scientifico, manifestato da Cristicchi in diverse occasioni e nei diversi spazi di dialogo con il pubblico, molti dei quali gestiti dallo stesso in piena discrezionalità (facilmente reperibili e noti) e il suo apprezzamento verso personaggi quali Maria Pasquinelli* contrapposto ad una continua opera di criminalizzazione della lotta di liberazione del popolo jugoslavo dall'oppressore nazifascista in particolare, costituiscono un'offesa all'Associazione stessa, lo Statuto della quale, nel suo oggetto sociale (art. 2) e soprattutto nel profondo rispetto ed in virtù dell’art. 22 e dell’art. 23, recita:

Possono essere ammessi come soci con diritto al voto, qualora ne facciano domanda scritta:
a) coloro che hanno avuto il riconoscimento della qualifica di partigiano o patriota o di benemerito dalle competenti commissioni;
b) coloro che nelle formazioni delle Forze Armate hanno combattuto contro i tedeschi dopo l’armistizio;
c) coloro che, durante la Guerra di Liberazione siano stati incarcerati o deportati per attività politiche o per motivi razziali o perché militari internati e che non abbiano aderito alla Repubblica Sociale Italiana o a formazioni armate tedesche.

Possono altresì essere ammessi come soci con diritto al voto, qualora ne facciano domanda scritta, coloro che, condividendo il patrimonio ideale, i valori e le finalità dell’A.N.P.I., intendono contribuire, IN QUALITÀ DI ANTIFASCISTI, sensi dell’art. 2, lettera b), del presente Statuto, CON IL PROPRIO IMPEGNO CONCRETO ALLA REALIZZAZIONE E ALLA CONTINUITÀ NEL TEMPO DEGLI SCOPI ASSOCIATIVI, CON IL FINE DI CONSERVARE, TUTELARE E DIFFONDERE LA CONOSCENZA DELLE VICENDE E DEI VALORI CHE LA RESISTENZA, CON LA LOTTA E CON L’IMPEGNO CIVILE E DEMOCRATICO, HA CONSEGNATO ALLE NUOVE GENERAZIONI, COME ELEMENTO FONDANTE DELLA REPUBBLICA, DELLA COSTITUZIONE E DELLA UNIONE EUROPEA E COME PATRIMONIO ESSENZIALE DELLA MEMORIA DEL PAESE.

Per questo, auspichiamo che sia ritirata la tessera di socio ANPI al Sig. Simone Cristicchi, il cui operato e la cui espressione politica non sono riconoscibili in alcun modo nell’essenza dei valori e della cultura della Resistenza partigiana, di ieri e di oggi.


Per aderire: sam.letteranpi@... 





NATO servants in the Balkans

1) Serbia: Chief of the Defence General Staff visits NATO JFC Naples (4.12.2013.)
2) Montenegro: Foreign Minister believes that "NATO has no alternative" (3.1.2014.)
3) Slovenia: Hungarian Gripens In Charge Of NATO Air Control (3.1.2014.)


Also worth to read / listen to:

“NATO is worse than an atavism, it is a threat to 21st century security” – Rick Rozoff
John Robles - Voice of Russia
December 4, 2013
Audio: http://voiceofrussia.com/2013_12_04/NATO-is-worse-than-an-atavism-it-is-a-threat-to-21st-century-security-Rick-Rozoff-3284/

NATO engaged in wars of aggression against small countries – Rick Rozoff
John Robles - Voice of Russia
Recorded on December 7, 2013
Audio: http://voiceofrussia.com/2013_12_11/NATO-engaged-in-wars-aggression-against-small-countries-Rick-Rozoff-0170/
http://voiceofrussia.com/2013_12_11/NATO-engaged-in-wars-aggression-against-small-countries-Rick-Rozoff-0170/

Source of the following texts is the Stop NATO newsletter: 

List home page with archives and search engine: http://groups.yahoo.com/group/stopnato/messages
Stop NATO website and articles: http://rickrozoff.wordpress.com


=== 1 ===

http://www.aco.nato.int/serbian-chief-of-the-defence-general-staff-visits-jfc-naples.aspx

North Atlantic Treaty Organization - Allied Command Operations
December 4, 2013

Serbian Chief of the Defence General Staff visits JFC Naples

Story by Allied Joint Force Command Naples Public Affairs Office 


Naples, Italy: The Chief of the Serbian Armed Forces General Staff, General Ljubiša Diković, paid an official visit to the Allied Joint Force Command Naples headquarters in Lago Patria on Tuesday 3 December till Wednesday 4 December 2013.  
  
The Commander of Allied Joint Force Command Naples, Admiral Bruce W. Clingan, met with Gen. Dikovic to highlight the cooperation between the Serbian Armed Forces and JFC Naples, as well as showcase the proficiency of the headquarters. The two officials discussed ways that NATO could further assist the Serbian Armed Forces in defense reform and implementation of the joint partnership goals. 

He also received a detailed orientation of the organization, tasks and missions of JFC Naples and a tour the new Lago Patria base. Furthermore, he obtained a firsthand impression of the members’ duties in a NATO multinational operations headquarters. Gen. Diković also met with the JFC Naples Assistant Chief of Staff for Civil Military Cooperation and military partnership, Brig. Gen. Richter, to discuss ways that JFC Naples could further assist the Serbian Armed Forces. He also visited the Senior Serbian National Representative, who has been serving in JFC Naples since August 2013.  
  
The visit of General Dikovic was in the framework of the efforts by the operational level command JFC Naples to foster mutual understanding and cooperation with NATO partner nations. 


=== 2 ===

http://rickrozoff.wordpress.com/2014/01/03/montenegro-natos-diminutive-outlet-on-the-adriatic/
http://www.b92.net/eng/news/region.php?yyyy=2014&mm=01&dd=02&nav_id=88861

Tanjug News Agency

January 3, 2014


Montenegrin FM: NATO has no alternative


“NATO today has no alternative. It is the guarantor of every kind of safety to a country and it is important that the citizens of Montenegro understand in the right way that this is the best way for our children and for future development,” Lukšić said.

Montenegro is currently in the Membership Action Plan (MAP), while full membership in NATO is considered to be the next step.

“Given our desire and ambition to be given an invitation for membership in 2014, we will continue with further fulfillment of obligations, and we actively contribute to global stability as a dedicated and reliable partner of the alliance,” he continued.

Lukšić also told the CDM website that the Montenegrin government will in the coming period “intensify the dialogue with citizens on the subject of integration in NATO and offer sufficient arguments so that they understand the benefits of membership in the alliance.”

Lukšić said that Montenegro, with the opening of negotiating chapters 23 and 24, “showed that it was a serious partner of the European Union,” but that it was also “capable of meeting the demanding obligations on the road of European integration.”

He pointed out that the policy of good neighborly relations also continues to be one of the priorities of Montenegro.

Commenting on relations within the Montenegrin ruling coalition, he said that there had been “better moments,” but that it was “quite normal that after a long joint performance of authority there should be friction and different views on certain issues.”



=== 3 ===

http://www.xpatloop.com/news/75506

Hungarian News Agency - January 3, 2014

Hungarian Gripens In Charge Of Nato Air Control Over Slovenia

From now on, Hungary’s Gripen fighters are in control of air space not only in Hungary but also in Slovenia, daily Magyar Nemzet said. Controlling air space is a shared task for NATO allies, and Slovenia has no fighters of its own.

Starting from this year, Hungary is taking over the task from Italy. If any violation of Slovenian air space is reported, Hungary’s Gripens will fly over to clarify the situation, it said. Defence Minister Csaba Hende said in July 2013 that the Hungarian army’s Gripens will join air control operations in Slovenia from 2014, and similar operations in Estonia, Latvia and Lithuania from 2015.

If all goes according to plan, Hungary will have to relocate four Gripens and their crew to Lithuania from 2015 on without compromising its capabilities to defend its own air space.