Informazione



Zone grigie e azione antifascista, in Italia. Oggi

Lunedì, 09 Dicembre 2013 11:07 -  Redazione Contropiano

Ad Arezzo, sabato scorso, si è tenuto un interessante convegno organizzato dal Caat (Comitato antifascista e antirazzista toscano), dalla ong “Un Ponte per”, dal Coordinamento nazionale per la Jugoslavia e dalla redazione di Contropiano [oltre all'ANPI di Arezzo, NdCNJ]. 

Il tema del convegno era “I falsi amici”, l’obiettivo dei lavori era quello di affiancare alla classica controinformazione sulle attività e le dinamiche del mosaico neofascista in Italia, anche la discussione sulle contromisure da prendere a fronte dei ripetuti tentativi da parte dei neofascisti di occupare gli spazi politici e sociali storicamente occupati dalla sinistra. L’intervento “nel sociale”, l’infiltrazione e l’appropriazione dalle manifestazioni e delle parole d’ordine antimperialiste, le proteste contro le misure di austerity imposte dall’Unione Europea, vedono sempre più spesso i gruppi fascisti – direttamente e indirettamente - cercare di penetrare nelle pieghe del conflitto sociale in corso per diventare parte di un nuovo senso.

Il lavoro di penetrazione dei fascisti nello spazio politico e sociale che dovrebbe essere occupato dalle forze della sinistra, viene agevolato dall’aver creato negli anni scorsi una “zona grigia” nella quale vengono dichiarate morte le ideologie, le differenze tra destra e sinistra e le contrapposizioni del passato. Emergono obiettivi, interventi nel sociale, spregiudicate azioni di trasversalità culturale che – grazie alla smobilitazione ideologica e politica della sinistra su temi come l’antimperialismo o l’intervento sociale e un drastico abbassamento delle difese immunitarie antifasciste - hanno cooptato non tanti - ma neanche pochi - militanti o intellettuali di sinistra nella pacificazione politica e nella resa ideologica alla collaborazione con gruppi di destra o con un passato di destra. Questo fenomeno è stato definito “rossobrunismo” ed è servito ad agevolare la ripresa e l’estensione dell’influenza dei neofascisti in ambiti politici e sociali che negli anni precedenti gli erano preclusi.

Il convegno di Arezzo è stato aperto dal saluto di Guido Occhini dell’Anpi locale seguito dalla relazione di Laura Vichi del Comitato antifascista che ha presentato il dossier sulla Fondazione RSI di ricerche storiche che ha sede proprio nei pressi di Arezzo. Un dossier ricchissimo di informazioni sulle connessioni e le attività di un centro neofascista che, disponendo di larghi mezzi finanziari, ha creato una sorta di Predappio nel cuore della Toscana. Intorno a questo centro gravitano e si attivizzano sia vecchie conoscenze anche “pesanti” del neofascismo tradizionale sia le nuove generazioni dell'estrema destra. 
Le relazioni di Alessandro De Meo (Un Ponte per..) e Andrea Martocchia (Coordinamento nazionale Jugoslavia) hanno affrontato il tema dell’attività neofascista – in modo particolare di Casa Pound – “a difesa” dei monasteri cristiani in Kosovo dove hanno cercato di inserirsi in progetti di sostegno alla minoranza serba ma che di fatto si sono rivelati un affiancamento acritico della missione militare Kfor seguita ai bombardamenti della Nato sulla Serbia. Martocchia ha fatto un'ampia ricostruzione storica delle contraddizioni insanabili tra l’ossessione antislava del fascismo e l’attuale tentativo di presentarsi come difensori dell’identità cristiana contro la pulizia etnica messa in atto dal “governo del Kosovo”. Il neofascismo di oggi si manifesta diviso in due grandi correnti: una “guelfa” (cattolica, carolingia, tradizionalista) e una “ghibellina” (movimentista, antioccidentale, euroasiatica).

Nel pomeriggio è intervenuto Sergio Cararo per Contropiano/Rete dei Comunisti (vedi la relazione nella sezione documenti del giornale) che ha cercato delineare un'analisi del ruolo e delle connessioni dei fascisti del terzo millennio, partendo però dalla asimmetria evidenziata dalla relazione annuale dei servizi segreti che dedica ben cinque pagine alla “pericolosità sovversiva” dei gruppi della sinistra e solo mezza pagina ai gruppi neofascisti liquidati come innocui, impegnati esclusivamente nel sociale e al proselitismo attraverso il web. Una visione rassicurante smentita invece dai fatti ma indicativa di come gli apparati dello Stato ritengano ancora oggi – a quaranta anni dalla guerra di bassa intensità e dalla stagione delle stragi – i fascisti più integrati per il sistema dominante di quanto lo siano le organizzazioni della sinistra.

E’ toccato ai giovani storici come Claudia Cernigoi, Fabio De Leonardis e Davide Conti approfondire i molti aspetti mistificatori con cui i gruppi neofascisti oggi cercano di riscrivere la storia “ripulendola” dalle pagine più scomode e piegandola alle loro esigenze di camaleontismo. Claudia Cernigoi, storica “di frontiera” in tutti i sensi, ha ricostruito la genesi della forma più diffusa ed insidiosa di travisamento usata dalla destra: il comunitarismo. Il fondatore di questa corrente, l’ex SS belga Thiriart, parlava esplicitamente di puntare a infiltrarsi nei sindacati, nell’informazione e nei movimenti giovanili. Fabio De Leonardis ha decostruito nei dettagli come l’antisionismo dei fascisti non sia altro che antiebraismo mentre l’antisionismo antimperialista abbia tutt’altra ragione sociale e chiave di lettura, inclusa quella della denuncia della connessione tra il progetto coloniale sionista con il fascismo e il nazismo. Davide Conti, altro storico di nuova generazione, ha ricostruito le fasi decisive della guerra di bassa intensità scatenata dal 1966 dagli apparati dello Stato insieme ai neofascisti contro la sinistra. Interessante la ricostruzione – evocata anche da Pasolini nel suo famoso scritto del 1974 – sulla fase prima fascista e poi “antifascista” della stagione delle stragi. Sono poi intervenuti Enzo Brandi della Rete Nowar denunciando i danni provocati dalla rinuncia della sinistra a scendere apertamente in campo contro le aggressioni militari alla Libia e alla Siria che hanno consentito ai fascisti di occupare questo spazio, mentre Martina Pignatti (neopresidente del Ponte per…) ha segnalato la necessità di tenere i fascisti fuori da campagne come il Bds (Boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) verso Israele perché ne distruggerebbero immagine ed efficacia. Pignatti ha anche sottolineato alcuni elementi di dissenso sulla Siria dall’intervento di Brandi. Infine c’è stata una interessante relazione di Ilaria della Brigate di Solidarietà Attiva che ha esposto un dossier in via di messa a punto sull’azione delle associazioni collaterali ai fascisti di Casa Pound sul terreno sociale ed umanitario. Associazioni come la Salamandra (nella protezione civile), Identità e Solidarietà (aiuti umanitari ai popoli), L’Uomo Libero, la Foresta che avanza (naturalismo ed escursionismo) vedono gli attivisti a tempo pieno di Casa Pound presentarsi con casacche diverse per cercare di fare poi sintesi politica “tra gli italiani” coinvolti nelle emergenze (vedi il terremoto in Emilia o l’alluvione a Olbia) e tra le persone di buona volontà che affidano a queste associazioni il loro contributo a operazioni umanitarie. Il dossier è ricchissimo e ben ragionato e per molti aspetti mette i piedi nel piatto delle questioni che il convegno di Arezzo voleva lanciare come allarme e come terreno di mobilitazione delle prossime settimane e nei prossimi mesi. Anche e soprattutto alla luce della necessaria e inevitabile competizione tra le opzioni progressiste e di classe e quelle reazionarie e xenofobe nelle soluzioni con cui fare fronte alla crisi economica, sociale e morale in corso. La “zona grigia” creatasi intorno alla “rivoluzione del 9 dicembre” ne è un esempio drammaticamente calzante.


(castellano / srpskohrvatski / francais / italiano)

L'incubo della Croazia nella Unione Europea

1) La Croazia sfora, scatta l’infrazione UE 
2) Uvoz svinjetine skočio 300 posto, mlijeka 175 i jaja čak 524 posto!
3) Croatie : le chômage dépasse la barre des 30%, et ce n’est pas fini !
4) Bilinguismo a Vukovar, muro contro muro / LA UE PROHIBE EL ALFABETO CIRILICO / Vukovar mette al bando il serbo e il cirillico, Belgrado protesta


=== 1 ===

La Croazia sfora, scatta l’infrazione UE 

Mauro Manzin
www.ilpiccolo.it 23 ottobre 2013

La Croazia al suo risveglio nell’Unione europea sta già vivendo un incubo.
Che si chiama rapporto deficit-Pil. Ora i conti devono essere a posto. E quelli di Zagabria non lo sono affatto. Eurostat, infatti, ha calcolato che dal 2009 al 2012 la Croazia ha speso oltre un miliardo di euro di troppo rispetto a quelle che sono state le sue entrate.

«La strada che ci aspetta non sarà facile - ammette il ministro delle Finanze Slavko Linic - se la Commissione Ue reputerà che le politiche economiche che abbiamo proposto non sono sufficienti ci chiederanno di migliorare il nostro lavoro». E afferma che le prossime misure del governo potrebbero essere un aumento dell’Iva e un taglio degli stipendi dei pubblici dipendenti anche se non vuole specificare di quanto. Del resto la politica dell’Unione europea è chiara: c’è un collegamento molto stretto tra le politiche economiche degli Stati membri e quelle dei fondi strutturali comunitari per cui se un Paese viola ripetutamente il limite del 3% del rapporto deficit pubblico-Pil scattano le procedure di infrazione e il successivo blocco dell’erogazione dei fondi strutturali.

E nel caso Croazia, come specificano fonti vicine all’ufficio del commissario agli Affari economici Olli Rehn, la Commissione inizierà la procedura di infrazione il prossimo 5 novembre, mentre la decisione sarà inviata al Consiglio europeo del prossimo 10 dicembre. La Croazia, dunque, si trova di fronte a un baratro. Appena entrata nell’Ue si deve confrontare con le norme più rigide che ne costituiscono la struttura socio-economica e istituzionale.

Il debito - spiega ancora un quasi rassegnato Linic - si può ridurre solamente in due modi nel nostro Paese: aumentando le tasse oppure introducendo la tassazione degli immobili. Potremmo farcela solo a fronte di un tasso di crescita del Pil pari al 3%, ma questo resta una pia illusione», spiega il ministro.

La metodologia di calcolo di Eurostat ha dimostrato che nel 2012 la Croazia aveva un disavanzo di due punti superiore a quello calcolato dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e il rapporto deficit-Pil era al 5% e non al 3%. Il precedente governo di centrodestra a guida Hdz nel 2011 ha portato il rapporto al 7,8%. «Non vogliamo riversare ogni responsabilità sull’esecutivo che ci ha preceduti - sostiene ancora Linic - ma paghiamo l’eccessivo indebitamento pubblico. Così ci vediamo costretti a varare entro fine mese una legge Finanziaria per il 2014 che porti il rapporto deficit-Pil al 5% anche se ci rendiamo conto che sarà un’impresa molto difficile visto che stiamo vivendo un periodo di crescita zero».

L’adesione all’Ue, poi, ha determinato per la Croazia circa 50 milioni di euro di oneri aggiuntivi. E Linic spera che ogni decisione della Commissione Ue sulla manovra economica di Zagabria venga presa a gennaio. «Ci può essere qualcosa da tagliare sul versante delle spese - ammette il ministro delle Finanze - ma quello che dovremo toccare sarà sicuramente il versante delle entrate». Ergo, nuove tasse.

E gli altri partiti della coalizione di governo Kukuriku (centrosinistra) come la pensano? Il principale partner, ossia i popolari (Hns), non sono contrari alla tassazione degli immobili anche perché, dicono, l’attuale sistema di finanziamento degli enti locali è insostenibile, ma sono altresì convinti che questo non è il momento migliore di introdurre il nuovo balzello visto che la gente è già troppo spiazzata dalle nuove norme europee con cui deve confrontarsi.

Linic non vuole toccare le pensioni anche se il Fondo pensioni ha un deficit catastrofico visto che dai contributi si raccoglie solo la metà dei quasi 300 milioni necessari ad erogare le quiescenze. La pensione media nel Paese è di 260 euro al mese con i quali è quasi impossibile sopravvivere quindi ulteriori tagli sono da escludere. Per il governo Milanovic, dunque, una bella chimera.


=== 2 ===

I produttori croati in allarme: dopo l' adesione all'UE, l' importazione della carne di maiale e' aumentato del 300%, del latte 175, e uova di 524%!

da www.jutarnji.hr/ web

PROIZVOĐAČI HRANE U PANICI 

Uvoz svinjetine skočio 300 posto, mlijeka 175 i jaja čak 524 posto!

Mlijeka u prahu nakon 1. srpnja uvezeno je 2267 posto više nego lani u srpnju


Premda je bilo nagovještaja da će nakon ulaska u EU u Hrvatskoj značajnije pasti cijene hrane , one ne samo da nisu pale nego je veliki uvoz opasno zaprijetio domaćim proizvođačima prehrambenih proizvoda. Jedina promjena koja se dogodila od 1. srpnja je, gotovo šokantno, povećanje uvoza. U srpnju je tako, prema podacima Croatiastočara, gospodarsko-interesnog udruženja koje okuplja stočare i proizvođače mesa i mlijeka, u odnosu na lanjski srpanj uvoz svinjetine skočio 300 posto, mlijeka i mliječnih proizvoda 86, a jaja nevjerojatnih 524 posto.

Vijesti

- Već smo desetljeće svjedoci da naši proizvođači imaju problema sa slabom konkurentnosti svojih proizvoda. Nakon izlaska iz CEFTA-e i ulaska u EU veliki su problemi samo produbljeni jer kriza, velika nelikvidnost i kreditna zaduženja ne daju nadu da možemo biti konkurentni u usporedbi s nekim proizvođačima hrane koji često i dampinškim cijenama osvajaju nova tržišta - kaže Branko Bobetić, direktor Croatiastočara.

Dok je za veliki uvoz svinjetine u srpnju zaslužna turistička sezona, podaci za listopad i studeni mogli bi biti još dramatičniji jer su se brojni trgovački centri uključili u utrku u ponudi svinjskog mesa u sezoni kolinja. No, nažalost, ni u ovim statističkim podacima o velikom skoku uvoza hrane nema podataka koliko su robe uvezli trgovci, a koliko proizvođači hrane. Ipak, Stjepan Kušec, predsjednik Središnjeg saveza uzgajivača svinja, godinama upozorava da je uvoz uništio domaće svinjogojstvo koje zbog preskupih troškova proizvodnje ne može biti konkurentno uvoznoj svinjetini.

Veliki problemi sa stočnom hranom i smanjenom otkupnom cijenom mlijeka već su stavili ključ u bravu na stajama brojnih proizvođača.

Trendovi smanjenja otkupa mlijeka nastavljeni su i ove godine, a samo u protekla dva mjeseca domaće su ga mljekare otkupile 30 posto manje. Stoga i ne čude podaci da je nakon 1. srpnja ove godine svježeg mlijeka uvezeno 175 posto više, vrhnja 33 posto, maslaca 127, sireva oko 50 posto, a mlijeka u prahu čak 2267 posto više.

Na kraju godine cijela domaća proizvodnja bit će oko 500 milijuna litara (tolika je bila i 2002.), a domaće su potrebe oko 900 milijuna litara. Udruge proizvođača mlijeka upozoravaju da je Dukat, primjerice, 2010. imao 10.024 kooperanta, Vindija 4086, a ukupno je 20.567 farmera davalo mlijeko u otkup. U rujnu 2013. broj otkupljivača je prepolovljen, mlijeko je u otkup davao samo 10.691 farmer.

- I europski proizvođači mlijeka odustaju od proizvodnje, godišnje njih do osam posto, ali tamo se farme ne zatvaraju, nego se daju u najam jer je riječ o velikim ulaganjima. I u europskim je zemljama cijena mlijeka išla gore i ne slažem se s vašom tvrdnjom da se mlijeko uvozi zato što je našim mljekarama ono jeftinije nego domaće. Mi smo u zadnje tri godine izgubili 16.000 mliječnih krava i sada taj gubitak treba nadomjestiti - kaže Bobetić.

Zato je Croatiastočar u suradnji s Ministarstvom poljoprivrede, HBOR-om i poslovnim bankama pokrenuo novu mjeru za popunu praznih staja.

Osigurali su kreditne linije za uvoz oko 10.000 rasplodnih junica i uzgoj ženske rasplodne teladi za vlastitu proizvodnju junica.


=== 3 ===


Croatie : le chômage dépasse la barre des 30%, et ce n’est pas fini !


Traduit par Lejla Sadović
Index.hr - mercredi 13 novembre 2013

Les statistiques sont affolantes. Fin octobre, le Service pour l’emploi a recensé 344.444 chômeurs, soit une hausse de 6,4% par rapport au mois de septembre, et de 3,3% par rapport au même mois de l’année précédente. En un mois, 31.456 personnes ont perdu leur emploi, et la hausse infernale du chômage va certainement se poursuivre.

(Avec l’agence HINA) - Au cours du mois d’octobre, 25.933 personnes auraient trouvé un emploi tandis que le Service pour l’emploi croate (Hrvatski zavod za zaposljavanje, HZZ) enregistrait 46.594 nouveaux inscrits, soit une hausse de 3% par rapport au même mois de l’année précédente.

Selon les statistiques du HZZ, la hausse du nombre des chômeurs correspond à la fin de la saison touristique, car beaucoup des nouveaux inscrits du mois d’octobre occupaient des activités liées à ce secteur, telles que l’hôtellerie ou la restauration. Ils représentent 10.236 personnes, soit 32,5 % des nouveaux inscrits. Cependant, certains nouveaux chômeurs travaillaient aussi dans le commerce (5.189 personnes, soit 16,5 %), l’industrie (3.875 personnes, soit 12,3 %), l’administration et les services (2.501 personnes, soit 8 %) et le bâtiment (1.585 personnes, soit 5 %).

Selon le HZZ, 11.157 personnes ont été rayées des listes des demandeurs d’emplois pour diverses raisons telles que des absences répétées aux rendez-vous, le non-respect des dispositions légales, le passage à la retraite ou la reprise des études.

Le plus grand nombre de chômeurs est enregistré dans la ville de Zagreb : 46.786 personnes (13,6% du total national), suivie par la préfecture de Split-Dalmatie (45.975 personnes, 13,3 %) puis celle d’Osijek–Baranja (36.778 personnes, 10,7%).

Un record désastreux bientôt battu ?

La saison touristique avait permis de réduire temporairement le nombre de chômeurs grâce aux emplois saisonniers mais avec l’automne, les chiffres ont recommencé à grimper d’une manière vertigineuse et, selon le Ministre du Travail, Mirando Mršić, la tendance n’est pas près de s’inverser. « Seule une croissance du PIB supérieure à 2% sur une période de deux trimestres consécutifs pourrait assurer une baisse significative du chômage. Ceci n’est pas le cas et il est évident que le nombre de chômeurs continuera à augmenter ».

Il y a un peu moins de douze ans, le chômage battait déjà des records en Croatie. A la fin de janvier 2002, 411.415 personnes étaient inscrites en tant chercheurs d’emplois. L’hiver dernier, le nombre de chômeurs s’est dangereusement rapproché de ce record atteignant presque la barre des 400.000 inscrits et, compte tenu de la situation actuelle, ce record désastreux pourrait être bien vite battu.

Ces statistiques humiliantes démontrent l’inefficacité des mesures prises par l’Etat pour encourager l’emploi. Le gouvernement a échoué à réduire le chômage. L’inefficacité des nouvelles lois sur l’emploi est clairement démontrée par les chiffres suivants : le HZZ enregistrait 306.056 chômeurs en mai 2012, alors qu’ils sont aujourd’hui 40.000 de plus.


=== 4 ===

Bilinguismo a Vukovar, muro contro muro 

(fonte “la Voce del Popolo” 29 ottobre 2013)

In Croazia continua il muro contro muro sull’introduzione del bilinguismo nella città martire sul Danubio. Sono durati ieri tre ore i colloqui a Zagabria tra il premier Zoran Milanović e i rappresentanti del Comando per la difesa della Vukovar croata. Ma alla fine non è stato raggiunto alcun accordo sul nodo delle insegne bilingui.

Il presidente del Comando, Tomislav Josić, dopo l’incontro con il premier nella sede del governo, ha dichiarato che non esiste la volontà politica di risolvere la situazione a Vukovar. A questo punto i negoziati sono a un punto morto. I contestatori del bilinguismo continuano a sostenere che i risultati del censimento, stando ai quali i serbi nella città martire rappresenterebbero più di un terzo della popolazione, sono stati falsati. Per evitare controversie di sorta chiedono al premier di adeguare la legge costituzionale sui diritti delle minoranze agli standard europei, ovvero di innalzare al 50 per cento la quota di popolazione minoritaria necessaria perché in una zona venga introdotto il bilinguismo.

Il presidente del Comando per la difesa della Vukovar croata, a dire il vero, nemmeno si attendeva che si sarebbe giunti a un’intesa con le autorità: “È ovvio che non abbiamo trovato un accordo. Il governo e il Sabor, violano la legge. Anche se affermano che applicano l’articolo 8 della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali e l’articolo 16 della Costituzione, in effetti li ignorano. Il censimento della cittadinanza è falsificato e credo che questo sia chiaro a tutti nel Paese, ma ugualmente la legge viene messa in atto in conformità ai risultati del censimento”. Alla domanda se avvierà l’iniziativa per l’indizione di un referendum, ha detto che nulla è escluso e che continuerà a combattere.

Alla riunione, svoltasi a Banski dvori, erano presenti pure il ministro dei Difensori, Predrag Matić, accompagnato da Bojan Glavašević, il sindaco di Vukovar, Željko Sabo e i membri del Comando Tomislav Josić, Vlado Iljikić, Snježana Patko e Željko Maršić. Più tardi si sono aggregati anche il capo dell’Associazione delle forze speciali di Polizia, Josip Klemm e Vučemilović Šimunović, presidente delle Brigate della Guardia. A dare appoggio ai negoziatori, davanti alla chiesa di San Marco, c’erano alcuni manifestanti recanti la bandiera e lo stemma croati, che hanno steso uno striscione con la scritta “Vukovar – città eroica e martire, senza il cirillico.”

Le richieste del Comando, in pratica, sono sempre le stesse: che vengano tolte le insegne bilingui dagli edifici delle istituzioni statali e che non vengano installate nuove tabelle al posto di quelle rimosse dai manifestanti. Attualmente, simili tabelle a carattere latini e cirillici campeggiano sulle facciate che ospitano sei istituzioni, precisamente il Tribunale regionale, rispettivamente quello comunale, la Procura di Stato, l’Istituto per la tutela sanitaria, il Commissariato di polizia e il centro 112.

Nel caso non dovessero venire rispettate queste richieste, i membri del Comando hanno annunciato che organizzeranno da soli il protocollo per la Giornata della memoria di Vukovar. Una prima riunione del genere si era svolta dieci giorni fa a Vukovar. Allora era stato deciso il ritiro dei poliziotti che sorvegliavano le insegne e la rimozione delle transenne che le proteggevano. Già allora il premier aveva ribadito che le insegne non sarebbero state rimosse. Ora che la polizia non è più presente nelle strade le insegne sono facile preda di chi vuole rimuoverle.

---


LA UE PROHIBE EL ALFABETO CIRILICO

05/11/2013 | Filed under: EUROPA,LOS BALCANES,SERBIA | Posted by: kopaonik

El ayuntamiento de la ciudad croata de Vukovar ha modificado los estatutos de esta ciudad, declarándola “un lugar de reverencia especial.”
Con esto, la aplicación de las leyes del país sobre los derechos de las minorías étnicas y la creación de letreros bilingües en los edificios públicos se han “retrasado”.
La propuesta de declarar Vukovar “un lugar de reverencia especial” fue presentada por miembros del partido HDZ, y el Partido Croata de los Derechos Dr. Ante Starčević .
Esto significa que la aplicación de la Ley Constitucional sobre Minorías Nacionales en Vukovar será “totalmente retrasada hasta que se hayan cumplido las condiciones”
Inmediatamente después de que fueron presentados en septiembre de las señales escritas en croata y en serbio cirílico, fueron desplazados por la fuerza, a pesar de que eran custodiados por la policía.
Un grupo que organizó protestas contra las señales, ” El Cuartel General para la Defensa de Vukovar, Croacia “, anunció que la ciudad sería declarada un lugar de reverencia especial, que en la práctica significa que no va a tener placas escritas en el alfabeto cirílico.
De la UE, cuyo miembro es Croacia, no se espera ninguna reacción a favor de los derechos tan elementales de una parte de sus ciudadanos. Al fin y al cabo son solo unos serbios.

---

da www.viedellest

Vukovar mette al bando il serbo e il cirillico, Belgrado protesta

Croazia, Serbia - 13 novembre 2013

Vukovar, la città martire al confine con la Serbia, ha scelto come lingua ufficiale il croato e come alfabeto quello latino. La decisione di mettere al bando la lingua serba e l'alfabeto cirillico ha scatenato le ire di Belgrado, che la ha denunciata come misura “discriminatoria” nei confronti della folta minoranza serba presente nella città. Slavka Draskovic, capo dell'Ufficio governativo per la diaspora, si è appellata alla dirigenza di Zagabria affinché intervenga per far rispettare la legge croata, che prevede l'uso del bilinguismo nelle località dove le minoranze costituiscono almeno un terzo degli abitanti. “Negare alla comunità serba il diritto alla propria lingua non è la soluzione all'escalation della tensione a Vukovar. Al contrario, il provvedimento aumenta il senso di insicurezza tra i serbi in città”, ha detto Draskovic. In Consiglio comunale hanno votato a favore del bando del serbo 13 consiglieri dei partiti croati “Hdz” e “Hsp As” e un indipendente, tre consiglieri serbi del partito Sdss si sono detti contrari, mentre si sono astenuti otto consiglieri socialdemocratici del partito Sds. Da mesi Vukovar è al centro di un braccio di ferro con le autorità centrali di Zagabria, per la legge sulle minoranze e il bilinguismo, che prevede in effetti in tutta la Croazia iscrizioni e tabelle bilingui in quelle località dove una minoranza costituisca almeno un terzo degli abitanti. Ma veterani di guerra e buona parte della popolazione a Vukovar sostengono che la città - rasa al suolo dai serbi durante la guerra, negli anni Novanta - non può essere considerata alla stessa stregua delle altre. Il serbo e i caratteri cirillici, sostengono, fa tornare alla mente le tragedie e gli eccidi del conflitto, e per questo la città a loro avviso va esonerata dalla legge nazionale. A più riprese sono state distrutte tabelle e iscrizioni in cirillico su edifici pubblici e insegne stradali. Il governo tuttavia è irremovibile, e sostiene che, pur comprendendo lo status particolare di Vukovar, non si può andare contro la legge.





Milano, 11 dicembre 2013
ore 20 presso la Casa Rossa - via Monte Lungo 2  - Milano [MM1 Turro]

La Jugoslavia di ieri, le rovine di oggi

La serata prevede la proiezione di docu-film 
sulla disinformazione strategica e sul Kosovo
Seguirà un dibattito con


Andrea Martocchia - Segretario CNJ (Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia)
Enrico Vigna - Per Forum Belgrado Italia
 
la serata si apre con un aperitivo popolare a buffet con sottoscrizione
 

per info:
cell. 338 3899559 - e-mail lacasarossamilano @ gmail.com
web casa-rossa.blogspot.it






In evidenza

L’antifascismo come antidoto

Giovedì, 05 Dicembre 2013 11:31
Redazione Contropiano

Quali problemi pongono i ripetuti tentativi da parte dei neofascisti di occupare gli spazi politici e sociali storicamente occupati dalla sinistra? Dalle manifestazioni antimperialiste alle proteste contro le misure di austerity imposte dall’Unione Europea, dalla memoria storica internazionalista alle rivolte di lavoratori e giovani, sempre più spesso i gruppi fascisti – direttamente e indirettamente -  stanno cercando di penetrare nelle pieghe del conflitto sociale in corso per diventare parte di un nuovo senso comune e una nuova identità che mette in soffitta la storia e l’antagonismo delle opzioni tra destra e sinistra, tra fascisti e antifascisti. Impedire che ci riescano diventa ancora più necessario in una fase di acuta crisi sociale e morale del paese. Se ne parlerà sabato prossimo ad Arezzo in un convegno organizzato dal Caat (Comitato antifascista e antirazzista toscano), dall'Anpi, dalla ong “Un Ponte per”, dal Coordinamento nazionale per la Jugoslavia e dalla redazione di Contropiano.


Le quattro organizzazioni promotrici hanno trovato un punto di convergenza sulla base dell’esperienza diretta accumulata nei propri settori di intervento e hanno deciso di portare allo scoperto una battaglia politica, culturale ed ideologica sull’antifascismo oggi più decisiva che ieri.


In questi mesi i gruppi neofascisti hanno cercato di egemonizzare le mobilitazioni contro l’aggressione alla Siria trovando meno resistenze che in passato. Anni fa ci provarono ripetutamente con la solidarietà con la Palestina scontrandosi però con identità politiche della sinistra più solide. In queste settimane e nelle prossime stanno cercando apertamente di infiltrarsi, strumentalizzare ma anche promuovere mobilitazioni di carattere sociale, contro i diktat di Bruxelles e per l’uscita dall’euro in nome del recupero della sovranità nazionale. E’ il caso del prossimo sciopero” dell’Immacolata del 9 dicembre e sul quale riferiamo ampiamente in altri articoli su questo giornale.


Il problema non è solo l’infiltrazione o l’intervento diretto della organizzazioni neofasciste come Forza Nuova o Casa Pound, ma è anche il moltiplicarsi di sigle, reti, pubblicazioni dell’area “rosso bruna” che sta cercando di trarre il massimo vantaggio dalla smobilitazione ideologica e dall’abbassamento delle difese immunitarie che hanno travolto la sinistra polverosa nel nostro paese. Può sembrare ingeneroso il giudizio di “polverosa”, ma chiunque abbia mantenuto in questi anni una pratica antifascista militante non può che ammettere la straordinaria inefficacia sui giovani dell’antifascismo liturgico e costituzionale. Non perché la memoria degli orrori del ventennio fascista vada rimossa – al contrario – ma perchè non è più sufficiente né adeguata storicamente a spiegare ad un ragazzo nel 2013 il perché l’antifascismo debba rimanere un sano antidoto contro il rischio che la “rivelazione” (come la definì Gobetti) della società profonda italiana si ripresenti oggi nel nostro paese e in Europa. Non solo. Si presenta anche il rischio di un antifascismo strumentale, spesso utilizzato per legittimare ideologie come il sionismo o il colonialismo israeliano, attraverso una sorta di monopolio della memoria e sofferenza storica sul periodo della dominazione nazifascista in Europa.


La competizione politica tra le opzioni antagoniste di una sinistra di classe e i gruppi neofascisti oggi si gioca direttamente e frontalmente sul terreno sociale, sul terreno delle soluzioni alla crisi e ai diktat dell'Unione Europea e sul segno progressista e di classe o reazionario e xenofobo delle alternative in campo. L'antifascismo del XXI Secolo è assai più che negli anni passati uno scontro diretto tra opzioni contrapposte nella società e nelle contraddizioni sociali nei settori popolari. 

Il convegno di Arezzo intende provarci e dopo le relazioni di Laura Vichi, Alessandro Di Meo, Andrea Martocchia, Sergio Cararo si saranno gli interventi di storici e ricercatori impegnati da sempre sul terreno dell’antifascismo come Claudia Cernigoi, Davide Conti, Fabio De Leonardis o storici attivisti internazionalisti come Enzo Brandi e Marco Santopadre. E’ previsto anche il saluto iniziale dell’Anpi. L’appuntamento è per sabato 7 dicembre alla Camera del Lavoro di Arezzo dalle 11 alle 18.00.