Informazione

(hrvatskosrpski / italiano)

Magazzino 18 in Istria tra le polemiche

1) Comunicato del Partito Socialista dei Lavoratori Croato (SRP)
2) KONFERENCIJA ZA ŠTAMPU SRP 5. XII 2013. (Testo della conferenza stampa SRP, Pola 5/12/2013)
3) SRP protiv nastupa "talijanskog Thompsona" u Circolu / SRP: Talijanski Thompson stiže u Istru? (resoconti conferenza stampa SRP su Glas Istre e Regional Express)
4) Cristicchi debutta in Istria tra le accuse (resoconto conferenza stampa SRP su Il Piccolo)
5) Strategia della tensione giornalistica attorno allo spettacolo di Cristicchi in Istria: "Il Piccolo" inventa "gomme tagliate" e "Pola tappezzata di manifesti contro lo spettacolo 'fascista' "


VEDI ANCHE:
Gli strali dello SRP contro Cristicchi
di R. Mandossi Bencic, su La Voce del Popolo del 7/12/2013


N.B. Le rappresentazioni dello spettacolo "Magazzino 18" di Simone Cristicchi in Istria sono state realizzate con "il contributo del ministero degli Affari Esteri italiano"
(fonte:
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/12/08/news/magazzino-18-di-cristicchi-sbarca-nei-teatri-dell-istria-1.8261697 ). Non è un dettaglio. (IS)


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Comunicato del Partito Socialista dei Lavoratori Croato
in merito allo spettacolo teatrale Magazzino 18 di Simone Cristicchi in programma in Croazia e Slovenia


In questi giorni l'artista romano Simone Cristicchi presenterà in Istria il suo nuovo spettacolo teatrale "Magazzino 18". Temi: l'esodo "giuliano-dalmata" e le foibe. Lo spettacolo è stato oggetto di polemiche già dalle prime date a Trieste. Cristicchi afferma che le critiche gli sono state mosse "sia da destra che da sinistra", ma ha reagito eludendo i punti mossigli ed apostofando sul suo profilo facebook i critici come "ottusi", senza d'altronde spiegare il perché. Cristicchi afferma di aver "voluto solamente raccontare la storia di persone dimenticate [in prevalenza gli esuli], di una tragedia taciuta [l'esodo e le foibe]". Non ci sembra l'esodo e le foibe siano vicende taciute visto che il governo italiano le ha istituite come ricorrenza nazionale (Giorno del Ricordo), ma tant'è. Cristicchi assume il ruolo dell'ingenuo innocente, senza rendersi conto del danno alla verità storica che il suo spettacolo ha provocato.


Chi ha criticato il suo spettacolo sono da una parte gli storici cosiddetti "negazionisti" (cioè quelli che rifiutano la manipolazione dei dati da parte degli storici di regime, e la lettura nazionalista e vittimistica che questi ne danno) hanno fatto notare che il contenuto di Magazzino 18 è revisionismo storico; Cristicchi si è difeso affermando che il suo spettacolo vuole solo suscitare emozioni e non fare storia - anche se lo stesso tratta episodi storici molto concreti (ed è questo che l'autore non riesce proprio a capire – oppure fa finta di non capire - viste le posizioni testarde che ha continuato a mantenere), episodi che sono tutt'ora oggetto di acceso dibattito scientifico, lontani dall'assumere un consenso tra gli studiosi; dall'altra parte le associazioni degli esuli hanno criticato Cristicchi a causa della menzione dei crimini dello stato italiano (iniziati ancor prima dell'avvento del Partito Nazionale Fascista al potere) nei territori annessi dopo la I Guerra Mondiale (Istria e Fiume), che inclusero deportazioni, pulizia etnica, snazionalizzazione forzata, e poi pesanti massacri e altri crimini di guerra durante la II Guerra Mondiale nei territori occupati nel 1941 (la costa orientale dell'Adriatico, ma anche nella stessa Istria ed in Slovenia).


Dove sta il problema di Magazzino 18? Di sicuro non nel voler "suscitare emozioni"; piuttosto nel voler suscitarle raccontando episodi drammatici del dopoguerra in modo pesantemente mistificatorio. La mistificazione principale sta nel presentare l'esodo degli italiani dalla Jugoslavia come progetto politico (ripeti mille volte una menzogna e diventerà realtà), in barba a qualsiasi documento ufficiale e non, e in barba alla serie di ostacoli che il governo jugoslavo presentava a chi voleva espatriare acciocché ci ripensi e rimanga a lavorare in Jugoslavia. Un'altra mistificazione racconta delle persecuzioni da parte delle autorità jugoslave nei confronti degli italiani "solo in quanto tali" (altra nota leggenda ormai assunta a pietra miliare dallo stato italiano e dai suoi storici lacchè), italiani che dunque "in quanto tali" finirono nelle famose foibe, che vennero costretti ad andarsene, e che venivano discriminati nella vita pubblica: falsità colossali.


La verità storica è che i cittadini jugoslavi di nazionalità italiana ricoprirono cariche di non poco conto nella Jugoslavia di Tito; la verità è che nelle foibe, dei nemmeno mille cadaveri stimati dagli storici italiani seri (che includono quelli che danno una lettura vittimistica della componente italiana in Jugoslavia), non è ancora stato documentato quanti siano gli italiani, quanti i partigiani, quanti i tedeschi, quanti i morti in contesti differenti, ecc. E poi, degli italiani "infoibati" (termine generico per indicare chi è stato giustiziato o è scomparso per mano partigiana), quanti erano esponenti del regime, quanti i simpatizzanti, quanti gli "innocenti" (ovvero i bambini e quelli che non si schierano)? E' bene rilevare che una buona parte dei "martiri" premiati in occasione del Giorno del Ricordo erano stati a loro volta persecutori fascisti - i cui crimini sono ben documentati – condannati e giustiziati dalle autorità jugoslave (gli unici criminali di guerra italiani sottoposti a giudizio), dimostrando ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la continuità tra il regime capitalista versione fascista e quello in versione liberale o pseudo tale vigente oggi.


Ma oltre alla mistificazione, "Magazzino 18" presenta anche pesanti strumentalizzazioni. Una di queste dipinge il cantautore polese Sergio Endrigo (anche lui emigrato in Italia subito dopo la guerra) come un irredentista anti-jugoslavo, mentre Endrigo è sempre rimasto un grande amico della Jugoslavia, come le sue canzoni nostalgiche dedicate alla sua città abbandonata (Pola) non erano minimamente polemiche verso il governo jugoslavo.


Un'altra strumentalizzazione riguarda i mille operai monfalconesi che decisero di emigrare in Jugoslavia per convinzioni ideologiche, per la sicurezza di mantenere lì un impiego, e per il migliore trattamento riservato ai lavoratori nella Jugoslavia socialista, dove la classe operaia era classe dominante, a differenza dell'Italia capitalista, dove era classe subordinata e bistrattata. Questi monfalconesi vengono presi in giro per la loro scelta, perché molti di loro dopo la rottura con il Cominform nel '48 vennero detenuti nel campo di concentramento di Goli Otok (Isola Calva) come nemici politici (perché avevano supportato l'URSS di Stalin che si preparava ad aggredire la Jugoslavia). Di sicuro non vi finirono "perché italiani", visto anche che i pochi italiani finiti a Goli Otok furono un'esigua minoranza dei prigionieri. Ebbene, sia Endrigo che i monfalconesi si rivolterebbero nella tomba sapendo che i nazionalisti italiani (e Cristicchi) li vittimizzano come "italiani vittime dello slavocomunismo". E' veramente ironico che degli anticomunisti italiani annoverino tra i loro martiri dei comunisti staliniani.


In tutto lo spettacolo l'Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia viene presentata con disprezzo, senza nessun credito verso coloro che per 4 anni combatterono tra sofferenze tremende e a viso aperto il nazifascismo, e che contribuirono a creare una vera democrazia popolare nei territori liberati, riscattando la secolare sottomissione di lavoratori e contadini, dando loro finalmente il potere economico, e con questo la possibilità di decidere del proprio futuro.


Ma da quali fonti ha attinto Cristicchi? Sarebbe meglio dire da quale fonte, visto che, incredibilmente, tutto lo spettacolo si basa su un'unica fonte (!), ovvero l'opera parastorica Ci chiamavano fascisti. Eravamo Italiani, scritta dallo storico improvvisato e parlamentare berlusconiano (e come tale nazionalista e anticomunista, il che equivale a dire antipartigiano) Jan Bernas; opera in continuità con il filone revisionista (e velatamente o apertamente neoirredentista), emerso in piena dopo lo smembramento della Jugoslavia.


Magazzino 18 dunque è un altro tassello atto a calunniare la lotta partigiana, comunista e antifascista, che ha sacrificato i suoi migliori elementi per sconfiggere il fascismo voluto dai grandi industriali e banchieri (al fine di salvare il capitalismo dalla minaccia bolscevica, ma anche per incrementare i profitti dei monopoli) e portare l'umanità sulla strada del progresso, dell'emancipazione e della giustizia sociale. Nessuna Repubblica fondata sul lavoro sarebbe emersa, nessun stato sociale e nessun discorso di eguaglianza, senza la lotta partigiana e l'esperienza degli stati socialisti, dall'URSS alla Jugoslavia.

Anche se il contenuto storico dello spettacolo non è farina del suo sacco, Cristicchi avrebbe almeno dovuto consultare anche altre fonti, meno politiche e più scientifiche. Ma in questo caso forse non avrebbe ottenuto la più che discreta diffusione che invece ha ottenuto.



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KONFERENCIJA ZA ŠTAMPU SRP 5. XII 2013.


Mjesto održavanja: Pula

Vrijeme održavanja: 5. XII 2013.

Tema: „Magazzino 18“ Simone Cristicchi u Istri, fašizacija Hrvatske


U nekoliko istarskih gradova, među kojima u Puli 10. XII najavljena je turneja Simona Cristicchia, sa njegovim performansom „Magazzino 18“. Neupućenima to vjerovatno ne govori puno, pa stoga smatramo svojom dužnošću podastrijeti neke činjenice vezane uz taj događaj.


Tko je ustvari Simone Cristicchi.

Simone Cristicchi je zapravo jedan talijanski pjevač. Njegov angažman u kojem svoje pjevačko umijeće povezuje sa elementima politike počimnje negdje u augustu kada je RAI I emitirao njegov koncert posvećen uspomeni na Sergia Endriga i to ne bi bilo ništa neobično da tom prilikom u izvedbu nije uklopio recital u kojemu opisuje jugoslavene kao nasilne uzurpatore dobara koje su optanti iz Istre i Dalmacije ostavili iza sebe.

http://www.youtube.com/watch?v=sfbtan4Nqyc


Već taj čin više politički nego umjetnički predstavljao je uvredu za uspomenu na Sergia Endriga, koji je u svome privatnom i umjetničkom životu bio inspiriran internacionalizmom i bratstvom među narodima sa obe obale Jadrana.


Slijedeći korak koji je Cristicchi učinio bila je predstava “ Magazzino 18“, koja je glamurozno realizirana uz snažno sponzorstvo esulskog lobija.

Radi se o jednom demagoškom konceptu, u kojem se isprepliću satira i horor i čiji zadatak je relativizacija kompleksnih pitanja uz snažan uticaj na emocije publike.

 https://www.cnj.it/documentazione/IRREDENTE/cristicchi.htm 


Njegovo javno djelovanje u sprezi je sa ANGVD. Osim spomenute predstave tu je još niz propagandnih iredentističko-revizionističkih aktivnosti koje grupa sprovodi, poput ironičnog titlovanja jedne dramatične sekvence iz filma Bitka na Neretvi, koja je objavljena u Bollettino di Trieste, sa ciljem izrugivanja.

 http://bollettinotrieste.com/2013/11/04/esuli-filmato-esclusivo-larmata-yugoslava-di-tito-vuole-rieducare-il-presidente-del-teatro-rossetti-di-trieste/ 


U Italiji je više civilnih i antifašističkih institucija izrazilo svoje neslaganje sa tim aktivnostima i kritički se osvrnulo na ta događanja.

Između ostalih to su učinili:

La Nuova Alabarda iz Trsta

Savez talijanskik partizana ANPI

Nacionalna koordinacija za Jugoslaviju iz Rima CNJ

Comitato Antifascista per la Memoria Storica iz Parme

A povjesničarka Claudia Cernigoi iz Trsta polemizirala je sa Cricchijem u radio emisiji Farenhait na Radio 3, ispravljajući njegovo povijesno i zemljopisno neznanje.  http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2013/11/Fahrenheit-CRISTICCHI.mp3


E sad. U situaciji kad progresivne institucije u Italiji napadaju i argumentirano osporavaju iredentističko djelovanje Cristicchija i kompanije, u kojemu se osim nacionalističkog iredentizma iščitavaju i elementi rasizma prema slavenskim narodima, Istra mu otvara vrata, kao svojevrsnoj inačici Marka Perkovića Tompsona.


Pitamo se kome su u interesu i kome su potrebni takvi aranžmani i mislimo da bi istarska javnost trebala od organizatora dobiti odgovor na to. Pitamo se dalje dali se time daju signali Rimu, Zagrebu, ili ANGVD-u i sličnim grupama.

U Hrvatskoj to ne može imati većeg odjeka, osim što može biti vrlo spretno iskorišteno od fašistoidnih grupa suprotnog predznaka, kao instrument dodatnog nasrtaja na civilizacijska prava pripadnika nedomicilnih nacionalnih zajednica.


Neupitan je međutim cilj ANVGD-a, koji tim i sličnim aktivnostima želi povećati svoj uticaj u Italiji, ali i u bivšim talijanskim provincijama na slavenskom području.


Davor Rakić, predsjednik GO SRP Pula

Ivan Pavićevac, član SRP Pula-Rim



FAŠIZACIJA HRVATSKE

U posljednje vrijeme sve učestalije se govori o „puzajućoj“ fašizaciji Hrvatske. To se čini vjerovatno pod uticajem nedavnih događanja u Vukovaru, rezultata referenduma „u ime obitelji“ i sve agresivnijeg uplitanja klera u politiku.

Pitanje koje se nameće je, gdje su do sada spavali pune 23 godine svi ti mislioci, koji tek sada primjećuju elemente fašizma u Hrvatskoj.

Neofašizam u Hrvatskoj nije od danas i on ne puže, već galami, a u Hrvatsku je ušao još 1990.godine i to na velika vrata, na krilima kontrarevolucije, nakon secesije 1990. Godine.

Ispoljio se: kroz „Božićni Ustav“, kojime je oduzeta dotadašnja konstitutivnost hrvatskim građanima srpske nacionalnosti, izazvan je međuetnički i konfesionalni sukob sa elementima građanskog rata, počinjeno je etničko čišćenje, koje je predstavljalo nastavak onog nedovršenog za vrijeme II sv. rata, u oružanom sukobu i nakon njega počinjeni su teški zločini sa jasnim ustaškim potpisom, počinjen je kulturocid na plastici uništenjem između tri i četiri hiljade spomen obilježja, na smetištu je završila i neutvrđena količina knjiga i dokumenata neprocjenljive vrijednosti, ustaško skandiranje na stadionima dio je kontinuiranog folklora, a danas se nastavlja osporavanjem zakonskog prava na pismo pripadnicima srpske nacionalnosti i razbijanjem i uništavanjem ploča sa ćiriličnim napisima širom Hrvatske, a ovih dana svjedočimo i doslovno atakom na ljudski život u vidu anonimnih prijetnji ubistvom zaposlenicima memorijalnog centra Jasenovac i uredniku internetskog portala Index, što mi u Socijalističkoj radničkoj partiji žestoko osuđujemo i tražimo da se počinioci otkriju.


Fašizacija Hrvatske nije prisutna samo na unutrašnjem planu, već se ona odvija i na vanjskopolitičkom: ulaskom u NATO savez. Podrškom intervencionističke terorističke agresije prema legitimnoj sirijskoj vlasti. Učešćem u okupacionim korpusima protiv trećih zemalja u inozemstvu. Ustupanjem dijela nacionalnog teritorija agresorskim snagama prilikom izvođenja fašistoidnih operacija, poput ustupanja zračnog prostora agresorskim NATO snagama prilikom devastirajućeg bombardiranja SR Jugoslavije 1999. godine i slično.

Ta fašizacija, naročito na unutrašnjem planu ne bi bila tako uspješna bez potpore klera i njegovog uključivanja u politiku. Stoga Hrvatska ako želi spriječiti daljnje širenje štete mora shvatiti da je krajnje vrijeme da odvoji crkvu od države, da udalji vjeronauk iz školskog programa, gdje mu nije mjesto, da revidira podanički konkordat sa Vatikanom i ukine financijsko alimentiranje crkve. To je prvi neophodni korak, koji zadovoljava minimum uvjeta da se sanira dosadašnja šteta i spriječi daljnja.

Vladimir Kapuralin


=== 3 ===
 

SRP protiv nastupa "talijanskog Thompsona" u Circolu


Objavljeno: 06.12.2013 | 14:21Zadnja izmjena: 06.12.2013 | 16:1010 komentara


-  Apsolutno je neprihvatljivo što u organizaciji Zajednice Talijana uskoro u pulskom Circolu možemo očekivati nastup kontroverznog talijanskog pjevača Simonea Cristicchija koji po svom svjetonazoru nije ništa drugo nego talijanski Thomspon, upozorili su na današnjoj konferenciji za novinare članovi Socijalističke radničke partije (SRP), rekavši da potonji svojim performansima vrijeđa dosegnute antifašističke vrijednosti, a njegovi su nastupi, tvrde, zapravo propaganda iredentističko-revizionističkih aktivnosti.

Ivan Pavićevac veli da bi istarska javnost trebala znati tko to zapravo stiže u Istru, tim više što su se protiv njegovih nastupa pobunile brojne civilne i antifašističke institucije u Italiji.

- Cristicchio je tijekom svojih nastupa osobito kroz predstavu "Magazzino 18" promovirao iredentističko-revizionističke stavove, a  predstava je realizirana uz snažno sponzorstvo esulskog lobija. Riječ je o talijanskom pjevaču koji je široj javnosti prvi put svoje stavove predstavio tijekom emitiranja koncerta na nacionalnoj talijanskoj televiziji, a koji je posvetio rođenom Puležanu Sergiu Endrigu.

To ne bi bilo ništa neobično da tom prilikom u izvedbu nije uklopio recital u kojem opisuje Jugoslavene kao nasilne uzurpatore koje su optanti iz Istre i Dalmacije ostavili iza sebe. Manipulira se imenom Sergia Endriga, a u jednoj se izvedbi se čak spominje Puležanka Laura Antonelli, koja je bila istinska antifašistkinja, kazao je Pavićevac.

Na sve se osvrnuo i Davor Rakić kazavši da i sam pripada Zajednici Talijana, ali da je nedopustivo da ovako u tišini netko dozvoljava nastup koji potiče revizionizam. Predsjednik SRP-a Vladimir Kapuralin rekao je da šira javnost ne zna tko to zapravo dolazi i da je neprihvatljivo da se neki gradovi protive nastupu Marka Perkovića Thompsona, dok s druge strane nitko nema ništa protiv njegove talijanske inačice.

Zajednica Talijana treba se oglasiti i jasno reći kome je u interesu ovakva predstava koja je na tragu buđenja fašizma, smatraju SRP-ovci i dodaju da sve to mogu vješto iskoristiti fašističke grupacije te da nastup talijanskog pjevača lako može biti instrument u pokušaju ograničavanja prava pripadnika nedomicilne zajednice.

U nastavku konferencije Kapuralin je ustvrdio da se u posljednje vrijeme sve više govori o "puzajućoj" fašizaciji Hrvatske ponajviše zbog nedavnih događaja u Vukovaru, ali i zbog rezultata referenduma koji je pokrenula inicijativa "U ime obitelji".

- Pitam se gdje su do dosada spavali svi ti mislioci koji tek sad primjećuju elemente fašizma. Neofašizam kod nas nije od danas i on ne puže, već galami i urla, a u Hrvatsku je na velika vrata ušao još 1990. godine, kazao je Kapuralin te dodao da su elementi fašizma prisutni u svim sferama - od politike, sporta, kulture, medija obrazovnog programa pa sve do javne komunikacije i radnih mjesta.  (D. BAŠIĆ-PALKOVIĆ)


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SRP: Talijanski Thompson stiže u Istru?


ZNAJU LI ISTRIJANI TKO IM DOLAZI? 
Na današnjoj konferenciji za tisak u prostorijama SRP-a predstavnici ove stranke željeli su upozoriti istarsku javnost na predstojeću turneju koju bi po Istri i Kvarneru trebao održati  kontroverzni talijanski pjevač  Simone Cristicchi. Ovaj je pjevač  je po mišljenju  Ivana  Pavičevca talijanska inačica Marka Perkovića Thompsona i domaća bi javnost trebala znati da takva jedna osoba nesmetano održava koncerte po Istri. Cristticio je po navodima Pavićevca kroz nekoliko javnih nastupa a ponajviše kroz predstavu Magazzino 18 promovirao iredentističko revizionističke stavove prema periodu drugog svjetskog rata. Pavićevac je okupljenim novinarima pojasnio kako je Simone Cristicchio talijanski pjevač koji je široj javnosti svoje stavove prvi puta predstavio prilikom emitiranja njegovog koncerta  na nacionalnoj televiziji  a koji je bio posvećen u sjećanje na velikana talijanske zabavne glazbe, rođenog Puležana  Sergia Endriga . Tom je prilikom Cristicchio u jednu pjesmu posvećenu Endrigu ubacio recital u kojem se grubo vrijeđaju Slaveni koji su predstavljeni kao nasilni uzurpatori dobara kojeg su optanti iz Istre i Dalmacije ostavili iza sebe. Pavićevac kaže kako je na osnovi osobnog prijateljstva s Sergiom Endrigom ovo bila i stanovita uvreda na račun Endriga koji je bio po njegovim riječima inspiriran internacionalizmom i bratstvom s obje strane Jadrana.  Posebno poglavlje predstavlja već navedena predstava Magazzino 18 koju su osudili mnogi predstavnici civilnih i antifašističkih institucija u Italiji. Svoje neslaganje s ovom predstavom i aktivnostima skorašnjeg gosta pulskog Circola izrazili su La Nuova Alabarda iz Trsta, Savez talijanskih partizana ANPI, Nacionalan koordinacija za Jugoslaviju CNJ iz Rima, Comitato Antifasistica per la Memoria Storica iz Parme. Istarski SRP-vci uvjereni su da bi istarska javnost trebala od Zajednice Talijana dobiti odgovore na pitanje kome je u interesu ovo gostovanje posebno ako se ovo gostovanje stavi u kontekst galopirajućeg buđenja fašizma u Hrvatskoj. (NMF/Foto: Wikipedia)

Objavljeno 05/12/13 u 01:02 PM unutar kategorije Naslovnica •Politika •




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Il Piccolo, 10 dicembre 2013

Cristicchi debutta in Istria tra le accuse


Il Partito socialista dei lavoratori: «“Magazzino 18”, sponsorizzato dagli esuli, ha finalità irredentistiche e va proibito»

POLA. La storia si ripete. Simone Cristicchi porta in Istria il suo “Magazzino 18” ma, ancor prima che si accendano le luci sul palcoscenico, scoppiano le polemiche. Il Partito socialista dei lavoratori - un piccolo partito che, quando ci sono di mezzo la storia tormentata di queste terre e i rapporti tra esuli e rimasti, vede fantasmi dappertutto - muove all’attacco preventivo e arriva persino a paragonare l’artista italiano al controverso cantautore croato Marko Perkovic Thompson, noto per i suoi concerti e posizioni filoustascia.
Alla vigilia della rappresentazione in Istria del musical, ieri sera infatti la “prima” di “Magazzino 18” a Pirano, i vertici del partito che in verità conta davvero poco sullo scacchiere politico istriano e croato hanno convocato una conferenza stampa ad hoc per mettere in guardia la popolazione dai «pericoli» dello spettacolo. Spiegando ai giornalisti che il cantautore italiano, nella sua esibizione in memoria di Sergio Endrigo, ha incluso «un recital nel quale gli jugoslavi vengono definiti come violenti usurpatori dei beni abbandonati dagli optanti dell’Istria e della Dalmazia». I capi del Partito socialista dei lavoratori hanno aggiunto che lo spettacolo è più una rappresentazione politica che artistica nonché un’offesa alla memoria dello stesso Endrigo, nato a Pola e apprezzato «per l’internazionalismo e la fratellanza dei popoli tra le due sponde dell’Adriatico».
Non basta. Hanno definito “Magazzino 18” uno spettacolo che, realizzato con tanto glamour, gode della forte sponsorizzazione della lobby degli esuli, ha chiare finalità irredentistiche e revisionistiche e contiene elementi di razzismo contro i popoli slavi. Morale: «È inammissibile e inaccettabile che l’Istria gli apra le porte». In Italia numerose associazioni civili e antifasciste hanno preso le distanze dal lavoro di Simone Cristicchi, hanno concluso i massimi esponenti del Partito socialista dei lavoratori, invitando la Comunità italiana a spiegare chi abbia interesse a permettere uno spettacolo «che gli schieramenti fascisti potrebbero usare per i loro loschi fini».
Sin qui la conferenza stampa. Quasi tutti i commenti dei lettori apparsi sui siti croati che ne hanno riportato i contenuti vanno però in direzione opposta e ridicolizzano il j’accuse «privo di fondamento» del partito. Radio Pola, parte del sistema radioteleviso pubblico, ha trasmesso un’ampia intervista con Cristicchi incontrando i favori degli ascoltatori tanto che è stata ritrasmessa.
“Magazzino 18”, dopo il debutto di ieri sera a Pirano, sarà riproposto stasera alle 19 alla Comunità degli Italiani di Pola, domani alla stessa ora al Teatro di Umago e giovedì 12 dicembre alle 17.30 al Teatro di Buie riservato per l’occasione agli allievi delle medie superiori italiane dell’Istria e di Fiume. Il tour istriano di Cristicchi è organizzato dall’Università popolare di Trieste, dall’Unione italiana e dalle locali Comunità degli italiani, con il contributo del ministero degli Affari Esteri italiano e della Regione Friuli Venezia Giulia. (p.r.)

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Strategia della tensione giornalistica attorno allo spettacolo di Cristicchi in Istria: "Il Piccolo" inventa "gomme tagliate" e "Pola tappezzata di manifesti"



11 dicembre 2013

“Magazzino 18” a Pola: tagliate le gomme al camion di Cristicchi


Città tappezzata di manifesti contro lo «spettacolo fascista» Tanti applausi e l’affetto dei rimasti nel debutto a Pirano

di Furio Baldassi

TRIESTE. Parte bene ma continua male il mini-tour di Simone Cristicchi e del suo “Magazzino 18” in Istria. Alla standing ovation di Pirano è seguita, ieri a Pola, un’accoglienza, a show non ancora iniziato, quantomeno brutale. Forse, la dimostrazione naturale che certe barriere, soprattutto mentali, resistono. Nei fatti il cantante romano ha trovato la città tappezzata di manifesti contro lo spettacolo “fascista”. E qualcuno ha pensato bene anche di tagliare gli pneumatici del Tir che trasporta l’allestimento di scena.
Certo, il partito socialista dei lavoratori, gruppo politico minimalista, ad essere generosi, aveva già lanciato un avvertimento, accusando l’autore italiano di aver realizzato «un recital nel quale gli jugoslavi vengono definiti come violenti usurpatori dei beni abbandonati dagli optanti dell’Istria e della Dalmazia». Ovviamente senza averlo visto. E aggiungendo che «lo spettacolo è più una rappresentazione politica che artistica». Un po’ di benzina sul fuoco, insomma, anche se il consenso di quella formazione non supera il 2%.
Eppure il debutto a Pirano del suo spettacolo aveva ottenuto le stesse emozionate reazioni di quello visto al Teatro Politeama, a Trieste. Al punto da portarlo a commentare, ieri mattina, di aver vissuto momenti di grande emozione. «Nel momento in cui si sono alzati tutti in piedi ad applaudire, si sono sciolte anche le residue tensioni, se ce n’erano state». A quanto pare non solo c’erano state, ma sono andate avanti, anche se per motivi tecnici non possiamo commentare l’andamento della rappresentazione di ieri sera, anche perchè il cantante, probabilmente turbato, non era raggiungibile.
A Pirano, altra musica. in tutti i sensi. «Ci sono stati dei momenti di grande intensità proprio quando ho letto la poesia sui rimasti, che avevo scritto appositamente per loro. È stato un momento commovente. E mi ha fatto doppiamente piacere, perchè in platea c’erano anche molti sloveni».
Nessuna captatio benevolentiae, peraltro. La rappresentazione messa in scena nella città di Tartini, come conferma lo stesso autore, è stata assolutamente la stessa del debutto triestino. «Non ho voluto cambiare nulla - spiega il cantante - anche se avrei potuto ampliare la parte dei rimasti, cui ho dedicato solo qualche parola in più in fase di introduzione. È stata una mia scelta precisa quella di mantenere la forma originale. Il testo finale è frutto di un equilibrio cercato a lungo, e per questo mi sembrava inutile andarlo a ritoccare».
Dall’accusa di quasi propaganda, insomma, a un momento di riflessione che, assicura Cristicchi, è stato ben recepito da tutti. «Alla fine della rappresentazione mi sono fermato a parlare col pubblico, e ho capito che il mio lavoro è stato inteso come un modo diverso di raccontare la storia. Sono anche rimasto stupito - continua il cantante - dal fatto che tanti, soprattutto giovani, mi hanno raccontato che non sapevano niente della strage di Vergarolla, o ignoravano l’esistenza di figure come quella di Giuseppe Micheletti, il medico che si mise a operare i feriti subito dopo l’esplosione pur avendo perso entrambi i figli».
«L’emozione - ammette - può essere senz’altro paragonabile a quella di Trieste, anche se lì c’era un teatro più grande. Non nascondo che il primo applauso è stato un toccasana. Può darsi, peraltro, che ci sia stato anche chi non ha apprezzato affatto»
Grandi manifestazioni d’affetto, viceversa, dai cosiddetti “rimasti” che lo hanno festeggiato a lungo sotto il palco, affidandogli anche un compito non da poco. «Mi hanno detto - conferma Cristicchi - che adesso il mio compito è di fare il loro ambasciatore in Italia. Mi hanno detto: racconti la nostra storia al resto del paese, faccia conoscere a tutti quelli che non le conoscono le nostre vicissitudini... Un impegno non da poco, ma a questo punto anche un dovere».

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«Questa gomma non è stata tagliata»


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Categoria: Cronaca polese
Creato Giovedì, 12 Dicembre 2013 15:00
Scritto da fs
UMAGO | Ieri pomeriggio abbiamo fotografato la gomma in questione da uno dei due furgoni che accompagnavano Cristicchi. La foto l’abbiamo quindi portata al “Gumi service” di Umago, dove abbiamo parlato con le maestranze, senza dire nulla del problema. Tutti hanno escluso che la gomma fosse stata tagliata. Anzi, ci hanno portato nel magazzino delle gomme, hanno preso un coltello e quindi hanno iniziato a tagliarne una. Era di automobile. Poi siamo passati a quella di un furgone. Il coltello non era riuscito nemmeno a inciderla. Secondo loro il taglio sulla gomma poteva verificarsi solo nel caso il furgone avesse toccato un marciapiede.

Nella foto, vicino al cerchione si vede anche un segno che potrebbe confermare la tesi. La gomma, come ci hanno spiegato al Gumi service, si spacca come fosse di plastica, se cozza contro un marciapiede, ma per bucarla ci vuole il punteruolo. E per dimostrarcelo hanno preso anche quello. Dunque l’ipotesi più attendibile è quella di una circostanza accidentale, non provocata....”. (fs)

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Questura: «Nessuna denuncia in merito»


Dettagli
Categoria: Cronaca polese
Creato Giovedì, 12 Dicembre 2013 15:00
Scritto da gl
“Non è stato denunciato alcun danneggiamento di gomme ai veicoli”. Questa la dichiarazione della portavoce della Questura Istriana, Nataša Vitasović, da noi contattata nella mattinata di ieri circa il taglio di gomme come risultato di un atto vandalico ai danni del Tir dell’équipe di “Magazzino 18” a Pola. La notizia dell’atto vandalico è stata riportata da un quotidiano triestino. Per quanto concerne il fatto che la città sia stata “tappezzata” da manifesti imbrattati, riportato dalla stessa fonte, neanche ciò corrisponde al reale stato delle cose. Sembra infatti che si sia trattato di un caso isolato, precisamente il manifesto davanti alla CI, che sarebbe stato ritirato prima dello spettacolo. (gl)

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«Si alimentano tensione e odio inesistenti»


Dettagli
Categoria: Cronaca polese
Creato Giovedì, 12 Dicembre 2013 15:00
Scritto da gm
Floriana Bassanese Radin, presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana, che è stata testimone dell’arrivo a Umago dell’équipe di “Magazzino 18”, dove ieri sera si è svolto lo spettacolo ci ha dichiarato al telefono: “Leggendo l’articolo su un quotidiano triestino, in cui veniva divulgata la notizia che gli pneumatici del Tir addetto al trasporto dell’allestimento di scena erano stati tagliati nel corso di un atto vandalico, da subito ho temuto il peggio. Ossia che l’appuntamento a Umago non si sarebbe tenuto. Tuttavia, la realtà non corrisponde ai fatti descritti dal giornale. Ho avuto modo di assistere all’arrivo a Umago dei tecnici che mi hanno mostrato i due furgoncini, e non Tir o camion, come riportato nell’articolo, utilizzati dalla produzione per lo spostamento nelle località che interessano la trasferta istriana. Uno di questi furgoncini aveva sì una ruota fregiata. Un danno, come mi hanno spiegato e assicurato i tecnici, che può essere capitato durante il normale tragitto del viaggio. E non, quindi, da attribuire a un’azione vandalica voluta precisamente da un malintenzionato. L’équipe era molto tranquilla e per niente scossa dall’accaduto, che ripeto è da imporre a cause naturali. Sono venuta alla conclusione, con tanto rammarico, che qualcuno ha il proposito di alimentare una situazione di tensione o addirittura di odio, con l’intento di gettare una cattiva luce sullo spettacolo e anche sulla nostra realtà comunitaria”, ha concluso la presidente dell’Assemblea UI. (gm)





Zone grigie e azione antifascista, in Italia. Oggi

Lunedì, 09 Dicembre 2013 11:07 -  Redazione Contropiano

Ad Arezzo, sabato scorso, si è tenuto un interessante convegno organizzato dal Caat (Comitato antifascista e antirazzista toscano), dalla ong “Un Ponte per”, dal Coordinamento nazionale per la Jugoslavia e dalla redazione di Contropiano [oltre all'ANPI di Arezzo, NdCNJ]. 

Il tema del convegno era “I falsi amici”, l’obiettivo dei lavori era quello di affiancare alla classica controinformazione sulle attività e le dinamiche del mosaico neofascista in Italia, anche la discussione sulle contromisure da prendere a fronte dei ripetuti tentativi da parte dei neofascisti di occupare gli spazi politici e sociali storicamente occupati dalla sinistra. L’intervento “nel sociale”, l’infiltrazione e l’appropriazione dalle manifestazioni e delle parole d’ordine antimperialiste, le proteste contro le misure di austerity imposte dall’Unione Europea, vedono sempre più spesso i gruppi fascisti – direttamente e indirettamente - cercare di penetrare nelle pieghe del conflitto sociale in corso per diventare parte di un nuovo senso.

Il lavoro di penetrazione dei fascisti nello spazio politico e sociale che dovrebbe essere occupato dalle forze della sinistra, viene agevolato dall’aver creato negli anni scorsi una “zona grigia” nella quale vengono dichiarate morte le ideologie, le differenze tra destra e sinistra e le contrapposizioni del passato. Emergono obiettivi, interventi nel sociale, spregiudicate azioni di trasversalità culturale che – grazie alla smobilitazione ideologica e politica della sinistra su temi come l’antimperialismo o l’intervento sociale e un drastico abbassamento delle difese immunitarie antifasciste - hanno cooptato non tanti - ma neanche pochi - militanti o intellettuali di sinistra nella pacificazione politica e nella resa ideologica alla collaborazione con gruppi di destra o con un passato di destra. Questo fenomeno è stato definito “rossobrunismo” ed è servito ad agevolare la ripresa e l’estensione dell’influenza dei neofascisti in ambiti politici e sociali che negli anni precedenti gli erano preclusi.

Il convegno di Arezzo è stato aperto dal saluto di Guido Occhini dell’Anpi locale seguito dalla relazione di Laura Vichi del Comitato antifascista che ha presentato il dossier sulla Fondazione RSI di ricerche storiche che ha sede proprio nei pressi di Arezzo. Un dossier ricchissimo di informazioni sulle connessioni e le attività di un centro neofascista che, disponendo di larghi mezzi finanziari, ha creato una sorta di Predappio nel cuore della Toscana. Intorno a questo centro gravitano e si attivizzano sia vecchie conoscenze anche “pesanti” del neofascismo tradizionale sia le nuove generazioni dell'estrema destra. 
Le relazioni di Alessandro De Meo (Un Ponte per..) e Andrea Martocchia (Coordinamento nazionale Jugoslavia) hanno affrontato il tema dell’attività neofascista – in modo particolare di Casa Pound – “a difesa” dei monasteri cristiani in Kosovo dove hanno cercato di inserirsi in progetti di sostegno alla minoranza serba ma che di fatto si sono rivelati un affiancamento acritico della missione militare Kfor seguita ai bombardamenti della Nato sulla Serbia. Martocchia ha fatto un'ampia ricostruzione storica delle contraddizioni insanabili tra l’ossessione antislava del fascismo e l’attuale tentativo di presentarsi come difensori dell’identità cristiana contro la pulizia etnica messa in atto dal “governo del Kosovo”. Il neofascismo di oggi si manifesta diviso in due grandi correnti: una “guelfa” (cattolica, carolingia, tradizionalista) e una “ghibellina” (movimentista, antioccidentale, euroasiatica).

Nel pomeriggio è intervenuto Sergio Cararo per Contropiano/Rete dei Comunisti (vedi la relazione nella sezione documenti del giornale) che ha cercato delineare un'analisi del ruolo e delle connessioni dei fascisti del terzo millennio, partendo però dalla asimmetria evidenziata dalla relazione annuale dei servizi segreti che dedica ben cinque pagine alla “pericolosità sovversiva” dei gruppi della sinistra e solo mezza pagina ai gruppi neofascisti liquidati come innocui, impegnati esclusivamente nel sociale e al proselitismo attraverso il web. Una visione rassicurante smentita invece dai fatti ma indicativa di come gli apparati dello Stato ritengano ancora oggi – a quaranta anni dalla guerra di bassa intensità e dalla stagione delle stragi – i fascisti più integrati per il sistema dominante di quanto lo siano le organizzazioni della sinistra.

E’ toccato ai giovani storici come Claudia Cernigoi, Fabio De Leonardis e Davide Conti approfondire i molti aspetti mistificatori con cui i gruppi neofascisti oggi cercano di riscrivere la storia “ripulendola” dalle pagine più scomode e piegandola alle loro esigenze di camaleontismo. Claudia Cernigoi, storica “di frontiera” in tutti i sensi, ha ricostruito la genesi della forma più diffusa ed insidiosa di travisamento usata dalla destra: il comunitarismo. Il fondatore di questa corrente, l’ex SS belga Thiriart, parlava esplicitamente di puntare a infiltrarsi nei sindacati, nell’informazione e nei movimenti giovanili. Fabio De Leonardis ha decostruito nei dettagli come l’antisionismo dei fascisti non sia altro che antiebraismo mentre l’antisionismo antimperialista abbia tutt’altra ragione sociale e chiave di lettura, inclusa quella della denuncia della connessione tra il progetto coloniale sionista con il fascismo e il nazismo. Davide Conti, altro storico di nuova generazione, ha ricostruito le fasi decisive della guerra di bassa intensità scatenata dal 1966 dagli apparati dello Stato insieme ai neofascisti contro la sinistra. Interessante la ricostruzione – evocata anche da Pasolini nel suo famoso scritto del 1974 – sulla fase prima fascista e poi “antifascista” della stagione delle stragi. Sono poi intervenuti Enzo Brandi della Rete Nowar denunciando i danni provocati dalla rinuncia della sinistra a scendere apertamente in campo contro le aggressioni militari alla Libia e alla Siria che hanno consentito ai fascisti di occupare questo spazio, mentre Martina Pignatti (neopresidente del Ponte per…) ha segnalato la necessità di tenere i fascisti fuori da campagne come il Bds (Boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) verso Israele perché ne distruggerebbero immagine ed efficacia. Pignatti ha anche sottolineato alcuni elementi di dissenso sulla Siria dall’intervento di Brandi. Infine c’è stata una interessante relazione di Ilaria della Brigate di Solidarietà Attiva che ha esposto un dossier in via di messa a punto sull’azione delle associazioni collaterali ai fascisti di Casa Pound sul terreno sociale ed umanitario. Associazioni come la Salamandra (nella protezione civile), Identità e Solidarietà (aiuti umanitari ai popoli), L’Uomo Libero, la Foresta che avanza (naturalismo ed escursionismo) vedono gli attivisti a tempo pieno di Casa Pound presentarsi con casacche diverse per cercare di fare poi sintesi politica “tra gli italiani” coinvolti nelle emergenze (vedi il terremoto in Emilia o l’alluvione a Olbia) e tra le persone di buona volontà che affidano a queste associazioni il loro contributo a operazioni umanitarie. Il dossier è ricchissimo e ben ragionato e per molti aspetti mette i piedi nel piatto delle questioni che il convegno di Arezzo voleva lanciare come allarme e come terreno di mobilitazione delle prossime settimane e nei prossimi mesi. Anche e soprattutto alla luce della necessaria e inevitabile competizione tra le opzioni progressiste e di classe e quelle reazionarie e xenofobe nelle soluzioni con cui fare fronte alla crisi economica, sociale e morale in corso. La “zona grigia” creatasi intorno alla “rivoluzione del 9 dicembre” ne è un esempio drammaticamente calzante.


(castellano / srpskohrvatski / francais / italiano)

L'incubo della Croazia nella Unione Europea

1) La Croazia sfora, scatta l’infrazione UE 
2) Uvoz svinjetine skočio 300 posto, mlijeka 175 i jaja čak 524 posto!
3) Croatie : le chômage dépasse la barre des 30%, et ce n’est pas fini !
4) Bilinguismo a Vukovar, muro contro muro / LA UE PROHIBE EL ALFABETO CIRILICO / Vukovar mette al bando il serbo e il cirillico, Belgrado protesta


=== 1 ===

La Croazia sfora, scatta l’infrazione UE 

Mauro Manzin
www.ilpiccolo.it 23 ottobre 2013

La Croazia al suo risveglio nell’Unione europea sta già vivendo un incubo.
Che si chiama rapporto deficit-Pil. Ora i conti devono essere a posto. E quelli di Zagabria non lo sono affatto. Eurostat, infatti, ha calcolato che dal 2009 al 2012 la Croazia ha speso oltre un miliardo di euro di troppo rispetto a quelle che sono state le sue entrate.

«La strada che ci aspetta non sarà facile - ammette il ministro delle Finanze Slavko Linic - se la Commissione Ue reputerà che le politiche economiche che abbiamo proposto non sono sufficienti ci chiederanno di migliorare il nostro lavoro». E afferma che le prossime misure del governo potrebbero essere un aumento dell’Iva e un taglio degli stipendi dei pubblici dipendenti anche se non vuole specificare di quanto. Del resto la politica dell’Unione europea è chiara: c’è un collegamento molto stretto tra le politiche economiche degli Stati membri e quelle dei fondi strutturali comunitari per cui se un Paese viola ripetutamente il limite del 3% del rapporto deficit pubblico-Pil scattano le procedure di infrazione e il successivo blocco dell’erogazione dei fondi strutturali.

E nel caso Croazia, come specificano fonti vicine all’ufficio del commissario agli Affari economici Olli Rehn, la Commissione inizierà la procedura di infrazione il prossimo 5 novembre, mentre la decisione sarà inviata al Consiglio europeo del prossimo 10 dicembre. La Croazia, dunque, si trova di fronte a un baratro. Appena entrata nell’Ue si deve confrontare con le norme più rigide che ne costituiscono la struttura socio-economica e istituzionale.

Il debito - spiega ancora un quasi rassegnato Linic - si può ridurre solamente in due modi nel nostro Paese: aumentando le tasse oppure introducendo la tassazione degli immobili. Potremmo farcela solo a fronte di un tasso di crescita del Pil pari al 3%, ma questo resta una pia illusione», spiega il ministro.

La metodologia di calcolo di Eurostat ha dimostrato che nel 2012 la Croazia aveva un disavanzo di due punti superiore a quello calcolato dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e il rapporto deficit-Pil era al 5% e non al 3%. Il precedente governo di centrodestra a guida Hdz nel 2011 ha portato il rapporto al 7,8%. «Non vogliamo riversare ogni responsabilità sull’esecutivo che ci ha preceduti - sostiene ancora Linic - ma paghiamo l’eccessivo indebitamento pubblico. Così ci vediamo costretti a varare entro fine mese una legge Finanziaria per il 2014 che porti il rapporto deficit-Pil al 5% anche se ci rendiamo conto che sarà un’impresa molto difficile visto che stiamo vivendo un periodo di crescita zero».

L’adesione all’Ue, poi, ha determinato per la Croazia circa 50 milioni di euro di oneri aggiuntivi. E Linic spera che ogni decisione della Commissione Ue sulla manovra economica di Zagabria venga presa a gennaio. «Ci può essere qualcosa da tagliare sul versante delle spese - ammette il ministro delle Finanze - ma quello che dovremo toccare sarà sicuramente il versante delle entrate». Ergo, nuove tasse.

E gli altri partiti della coalizione di governo Kukuriku (centrosinistra) come la pensano? Il principale partner, ossia i popolari (Hns), non sono contrari alla tassazione degli immobili anche perché, dicono, l’attuale sistema di finanziamento degli enti locali è insostenibile, ma sono altresì convinti che questo non è il momento migliore di introdurre il nuovo balzello visto che la gente è già troppo spiazzata dalle nuove norme europee con cui deve confrontarsi.

Linic non vuole toccare le pensioni anche se il Fondo pensioni ha un deficit catastrofico visto che dai contributi si raccoglie solo la metà dei quasi 300 milioni necessari ad erogare le quiescenze. La pensione media nel Paese è di 260 euro al mese con i quali è quasi impossibile sopravvivere quindi ulteriori tagli sono da escludere. Per il governo Milanovic, dunque, una bella chimera.


=== 2 ===

I produttori croati in allarme: dopo l' adesione all'UE, l' importazione della carne di maiale e' aumentato del 300%, del latte 175, e uova di 524%!

da www.jutarnji.hr/ web

PROIZVOĐAČI HRANE U PANICI 

Uvoz svinjetine skočio 300 posto, mlijeka 175 i jaja čak 524 posto!

Mlijeka u prahu nakon 1. srpnja uvezeno je 2267 posto više nego lani u srpnju


Premda je bilo nagovještaja da će nakon ulaska u EU u Hrvatskoj značajnije pasti cijene hrane , one ne samo da nisu pale nego je veliki uvoz opasno zaprijetio domaćim proizvođačima prehrambenih proizvoda. Jedina promjena koja se dogodila od 1. srpnja je, gotovo šokantno, povećanje uvoza. U srpnju je tako, prema podacima Croatiastočara, gospodarsko-interesnog udruženja koje okuplja stočare i proizvođače mesa i mlijeka, u odnosu na lanjski srpanj uvoz svinjetine skočio 300 posto, mlijeka i mliječnih proizvoda 86, a jaja nevjerojatnih 524 posto.

Vijesti

- Već smo desetljeće svjedoci da naši proizvođači imaju problema sa slabom konkurentnosti svojih proizvoda. Nakon izlaska iz CEFTA-e i ulaska u EU veliki su problemi samo produbljeni jer kriza, velika nelikvidnost i kreditna zaduženja ne daju nadu da možemo biti konkurentni u usporedbi s nekim proizvođačima hrane koji često i dampinškim cijenama osvajaju nova tržišta - kaže Branko Bobetić, direktor Croatiastočara.

Dok je za veliki uvoz svinjetine u srpnju zaslužna turistička sezona, podaci za listopad i studeni mogli bi biti još dramatičniji jer su se brojni trgovački centri uključili u utrku u ponudi svinjskog mesa u sezoni kolinja. No, nažalost, ni u ovim statističkim podacima o velikom skoku uvoza hrane nema podataka koliko su robe uvezli trgovci, a koliko proizvođači hrane. Ipak, Stjepan Kušec, predsjednik Središnjeg saveza uzgajivača svinja, godinama upozorava da je uvoz uništio domaće svinjogojstvo koje zbog preskupih troškova proizvodnje ne može biti konkurentno uvoznoj svinjetini.

Veliki problemi sa stočnom hranom i smanjenom otkupnom cijenom mlijeka već su stavili ključ u bravu na stajama brojnih proizvođača.

Trendovi smanjenja otkupa mlijeka nastavljeni su i ove godine, a samo u protekla dva mjeseca domaće su ga mljekare otkupile 30 posto manje. Stoga i ne čude podaci da je nakon 1. srpnja ove godine svježeg mlijeka uvezeno 175 posto više, vrhnja 33 posto, maslaca 127, sireva oko 50 posto, a mlijeka u prahu čak 2267 posto više.

Na kraju godine cijela domaća proizvodnja bit će oko 500 milijuna litara (tolika je bila i 2002.), a domaće su potrebe oko 900 milijuna litara. Udruge proizvođača mlijeka upozoravaju da je Dukat, primjerice, 2010. imao 10.024 kooperanta, Vindija 4086, a ukupno je 20.567 farmera davalo mlijeko u otkup. U rujnu 2013. broj otkupljivača je prepolovljen, mlijeko je u otkup davao samo 10.691 farmer.

- I europski proizvođači mlijeka odustaju od proizvodnje, godišnje njih do osam posto, ali tamo se farme ne zatvaraju, nego se daju u najam jer je riječ o velikim ulaganjima. I u europskim je zemljama cijena mlijeka išla gore i ne slažem se s vašom tvrdnjom da se mlijeko uvozi zato što je našim mljekarama ono jeftinije nego domaće. Mi smo u zadnje tri godine izgubili 16.000 mliječnih krava i sada taj gubitak treba nadomjestiti - kaže Bobetić.

Zato je Croatiastočar u suradnji s Ministarstvom poljoprivrede, HBOR-om i poslovnim bankama pokrenuo novu mjeru za popunu praznih staja.

Osigurali su kreditne linije za uvoz oko 10.000 rasplodnih junica i uzgoj ženske rasplodne teladi za vlastitu proizvodnju junica.


=== 3 ===


Croatie : le chômage dépasse la barre des 30%, et ce n’est pas fini !


Traduit par Lejla Sadović
Index.hr - mercredi 13 novembre 2013

Les statistiques sont affolantes. Fin octobre, le Service pour l’emploi a recensé 344.444 chômeurs, soit une hausse de 6,4% par rapport au mois de septembre, et de 3,3% par rapport au même mois de l’année précédente. En un mois, 31.456 personnes ont perdu leur emploi, et la hausse infernale du chômage va certainement se poursuivre.

(Avec l’agence HINA) - Au cours du mois d’octobre, 25.933 personnes auraient trouvé un emploi tandis que le Service pour l’emploi croate (Hrvatski zavod za zaposljavanje, HZZ) enregistrait 46.594 nouveaux inscrits, soit une hausse de 3% par rapport au même mois de l’année précédente.

Selon les statistiques du HZZ, la hausse du nombre des chômeurs correspond à la fin de la saison touristique, car beaucoup des nouveaux inscrits du mois d’octobre occupaient des activités liées à ce secteur, telles que l’hôtellerie ou la restauration. Ils représentent 10.236 personnes, soit 32,5 % des nouveaux inscrits. Cependant, certains nouveaux chômeurs travaillaient aussi dans le commerce (5.189 personnes, soit 16,5 %), l’industrie (3.875 personnes, soit 12,3 %), l’administration et les services (2.501 personnes, soit 8 %) et le bâtiment (1.585 personnes, soit 5 %).

Selon le HZZ, 11.157 personnes ont été rayées des listes des demandeurs d’emplois pour diverses raisons telles que des absences répétées aux rendez-vous, le non-respect des dispositions légales, le passage à la retraite ou la reprise des études.

Le plus grand nombre de chômeurs est enregistré dans la ville de Zagreb : 46.786 personnes (13,6% du total national), suivie par la préfecture de Split-Dalmatie (45.975 personnes, 13,3 %) puis celle d’Osijek–Baranja (36.778 personnes, 10,7%).

Un record désastreux bientôt battu ?

La saison touristique avait permis de réduire temporairement le nombre de chômeurs grâce aux emplois saisonniers mais avec l’automne, les chiffres ont recommencé à grimper d’une manière vertigineuse et, selon le Ministre du Travail, Mirando Mršić, la tendance n’est pas près de s’inverser. « Seule une croissance du PIB supérieure à 2% sur une période de deux trimestres consécutifs pourrait assurer une baisse significative du chômage. Ceci n’est pas le cas et il est évident que le nombre de chômeurs continuera à augmenter ».

Il y a un peu moins de douze ans, le chômage battait déjà des records en Croatie. A la fin de janvier 2002, 411.415 personnes étaient inscrites en tant chercheurs d’emplois. L’hiver dernier, le nombre de chômeurs s’est dangereusement rapproché de ce record atteignant presque la barre des 400.000 inscrits et, compte tenu de la situation actuelle, ce record désastreux pourrait être bien vite battu.

Ces statistiques humiliantes démontrent l’inefficacité des mesures prises par l’Etat pour encourager l’emploi. Le gouvernement a échoué à réduire le chômage. L’inefficacité des nouvelles lois sur l’emploi est clairement démontrée par les chiffres suivants : le HZZ enregistrait 306.056 chômeurs en mai 2012, alors qu’ils sont aujourd’hui 40.000 de plus.


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Bilinguismo a Vukovar, muro contro muro 

(fonte “la Voce del Popolo” 29 ottobre 2013)

In Croazia continua il muro contro muro sull’introduzione del bilinguismo nella città martire sul Danubio. Sono durati ieri tre ore i colloqui a Zagabria tra il premier Zoran Milanović e i rappresentanti del Comando per la difesa della Vukovar croata. Ma alla fine non è stato raggiunto alcun accordo sul nodo delle insegne bilingui.

Il presidente del Comando, Tomislav Josić, dopo l’incontro con il premier nella sede del governo, ha dichiarato che non esiste la volontà politica di risolvere la situazione a Vukovar. A questo punto i negoziati sono a un punto morto. I contestatori del bilinguismo continuano a sostenere che i risultati del censimento, stando ai quali i serbi nella città martire rappresenterebbero più di un terzo della popolazione, sono stati falsati. Per evitare controversie di sorta chiedono al premier di adeguare la legge costituzionale sui diritti delle minoranze agli standard europei, ovvero di innalzare al 50 per cento la quota di popolazione minoritaria necessaria perché in una zona venga introdotto il bilinguismo.

Il presidente del Comando per la difesa della Vukovar croata, a dire il vero, nemmeno si attendeva che si sarebbe giunti a un’intesa con le autorità: “È ovvio che non abbiamo trovato un accordo. Il governo e il Sabor, violano la legge. Anche se affermano che applicano l’articolo 8 della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali e l’articolo 16 della Costituzione, in effetti li ignorano. Il censimento della cittadinanza è falsificato e credo che questo sia chiaro a tutti nel Paese, ma ugualmente la legge viene messa in atto in conformità ai risultati del censimento”. Alla domanda se avvierà l’iniziativa per l’indizione di un referendum, ha detto che nulla è escluso e che continuerà a combattere.

Alla riunione, svoltasi a Banski dvori, erano presenti pure il ministro dei Difensori, Predrag Matić, accompagnato da Bojan Glavašević, il sindaco di Vukovar, Željko Sabo e i membri del Comando Tomislav Josić, Vlado Iljikić, Snježana Patko e Željko Maršić. Più tardi si sono aggregati anche il capo dell’Associazione delle forze speciali di Polizia, Josip Klemm e Vučemilović Šimunović, presidente delle Brigate della Guardia. A dare appoggio ai negoziatori, davanti alla chiesa di San Marco, c’erano alcuni manifestanti recanti la bandiera e lo stemma croati, che hanno steso uno striscione con la scritta “Vukovar – città eroica e martire, senza il cirillico.”

Le richieste del Comando, in pratica, sono sempre le stesse: che vengano tolte le insegne bilingui dagli edifici delle istituzioni statali e che non vengano installate nuove tabelle al posto di quelle rimosse dai manifestanti. Attualmente, simili tabelle a carattere latini e cirillici campeggiano sulle facciate che ospitano sei istituzioni, precisamente il Tribunale regionale, rispettivamente quello comunale, la Procura di Stato, l’Istituto per la tutela sanitaria, il Commissariato di polizia e il centro 112.

Nel caso non dovessero venire rispettate queste richieste, i membri del Comando hanno annunciato che organizzeranno da soli il protocollo per la Giornata della memoria di Vukovar. Una prima riunione del genere si era svolta dieci giorni fa a Vukovar. Allora era stato deciso il ritiro dei poliziotti che sorvegliavano le insegne e la rimozione delle transenne che le proteggevano. Già allora il premier aveva ribadito che le insegne non sarebbero state rimosse. Ora che la polizia non è più presente nelle strade le insegne sono facile preda di chi vuole rimuoverle.

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LA UE PROHIBE EL ALFABETO CIRILICO

05/11/2013 | Filed under: EUROPA,LOS BALCANES,SERBIA | Posted by: kopaonik

El ayuntamiento de la ciudad croata de Vukovar ha modificado los estatutos de esta ciudad, declarándola “un lugar de reverencia especial.”
Con esto, la aplicación de las leyes del país sobre los derechos de las minorías étnicas y la creación de letreros bilingües en los edificios públicos se han “retrasado”.
La propuesta de declarar Vukovar “un lugar de reverencia especial” fue presentada por miembros del partido HDZ, y el Partido Croata de los Derechos Dr. Ante Starčević .
Esto significa que la aplicación de la Ley Constitucional sobre Minorías Nacionales en Vukovar será “totalmente retrasada hasta que se hayan cumplido las condiciones”
Inmediatamente después de que fueron presentados en septiembre de las señales escritas en croata y en serbio cirílico, fueron desplazados por la fuerza, a pesar de que eran custodiados por la policía.
Un grupo que organizó protestas contra las señales, ” El Cuartel General para la Defensa de Vukovar, Croacia “, anunció que la ciudad sería declarada un lugar de reverencia especial, que en la práctica significa que no va a tener placas escritas en el alfabeto cirílico.
De la UE, cuyo miembro es Croacia, no se espera ninguna reacción a favor de los derechos tan elementales de una parte de sus ciudadanos. Al fin y al cabo son solo unos serbios.

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da www.viedellest

Vukovar mette al bando il serbo e il cirillico, Belgrado protesta

Croazia, Serbia - 13 novembre 2013

Vukovar, la città martire al confine con la Serbia, ha scelto come lingua ufficiale il croato e come alfabeto quello latino. La decisione di mettere al bando la lingua serba e l'alfabeto cirillico ha scatenato le ire di Belgrado, che la ha denunciata come misura “discriminatoria” nei confronti della folta minoranza serba presente nella città. Slavka Draskovic, capo dell'Ufficio governativo per la diaspora, si è appellata alla dirigenza di Zagabria affinché intervenga per far rispettare la legge croata, che prevede l'uso del bilinguismo nelle località dove le minoranze costituiscono almeno un terzo degli abitanti. “Negare alla comunità serba il diritto alla propria lingua non è la soluzione all'escalation della tensione a Vukovar. Al contrario, il provvedimento aumenta il senso di insicurezza tra i serbi in città”, ha detto Draskovic. In Consiglio comunale hanno votato a favore del bando del serbo 13 consiglieri dei partiti croati “Hdz” e “Hsp As” e un indipendente, tre consiglieri serbi del partito Sdss si sono detti contrari, mentre si sono astenuti otto consiglieri socialdemocratici del partito Sds. Da mesi Vukovar è al centro di un braccio di ferro con le autorità centrali di Zagabria, per la legge sulle minoranze e il bilinguismo, che prevede in effetti in tutta la Croazia iscrizioni e tabelle bilingui in quelle località dove una minoranza costituisca almeno un terzo degli abitanti. Ma veterani di guerra e buona parte della popolazione a Vukovar sostengono che la città - rasa al suolo dai serbi durante la guerra, negli anni Novanta - non può essere considerata alla stessa stregua delle altre. Il serbo e i caratteri cirillici, sostengono, fa tornare alla mente le tragedie e gli eccidi del conflitto, e per questo la città a loro avviso va esonerata dalla legge nazionale. A più riprese sono state distrutte tabelle e iscrizioni in cirillico su edifici pubblici e insegne stradali. Il governo tuttavia è irremovibile, e sostiene che, pur comprendendo lo status particolare di Vukovar, non si può andare contro la legge.





Milano, 11 dicembre 2013
ore 20 presso la Casa Rossa - via Monte Lungo 2  - Milano [MM1 Turro]

La Jugoslavia di ieri, le rovine di oggi

La serata prevede la proiezione di docu-film 
sulla disinformazione strategica e sul Kosovo
Seguirà un dibattito con


Andrea Martocchia - Segretario CNJ (Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia)
Enrico Vigna - Per Forum Belgrado Italia
 
la serata si apre con un aperitivo popolare a buffet con sottoscrizione
 

per info:
cell. 338 3899559 - e-mail lacasarossamilano @ gmail.com
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