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Da: Partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana <partigiani7maggio @ tiscali.it>
Oggetto: Aggiornamenti verso il 75.mo anniversario della Liberazione
Data: 7 marzo 2020 17:31:03 CET
Rispondi a: Partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana <partigiani7maggio @ tiscali.it>
 
 
 
 
 
Le nostre attività per la memoria del contributo dei partigiani jugoslavi alla Liberazione della Penisola procedono quest'anno, in cui cade il 75.mo anniversario, più intensamente che mai.

Dopo la positiva esperienza del restauro del Cimitero Partigiano Internazionale di Pozza-Umito (Acquasanta Terme), la nostra onlus di riferimento Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (Jugocoord) aumenta la posta presentando ai due Comuni di Acquasanta (AP) e di Valle Castellana (TE) un progetto, denominato "Memoria e Natura tra Acquasantano e Castellano", per l'integrazione e la valorizzazione socio-economica, ambientale e culturale tra i rispettivi territori.
 
Architrave del progetto è la creazione e pubblicizzazione di un asse escursionistico – il "sentiero del partigiano Drago" – di collegamento tra Castellano e Acquasantano, di grande significatività storica dal punto di vista della memoria antifascista.
Anche se la celebrazione pubblica del 76.mo anniversario della strage di Pozza (11 marzo) quest'anno non si terrà a causa dei provvedimenti di contenimento del coronavirus, nei prossimi giorni saremo in quei territori per la formale richiesta di patrocinio ai Comuni e l'avvio delle iniziative legate al nuovo progetto.
 

Per quanto riguarda le altre località individuate nell'ambito della campagna "Rete della memoria e dell'amicizia per l'Appennino centrale" di Jugocoord:
 
Montecavallo (MC): la scorsa estate sono stati effettuati i rilievi del rudere dell'eremo della Romita, sono in corso contatti e valutazioni per l'intervento di ripristino.
 
* Colfiorito (Foligno PG): alla celebrazione del 76.mo anniversario della fuga dal campo di concentramento delle "Casermette", con il patrocinio e la partecipazione del Comune, purtroppo non ha fatto seguito alcuna risposta, da parte di quest'ultimo, alla nostra richiesta di apposizione di una targa commemorativa, tanto che saremo costretti ad adire le vie legali per l'accesso agli atti. 
Già la precedente giunta comunale aveva ridimensionato il nostro progetto con la discutibile motivazione (Comunicazione 23/5/2019) che "l'inserimento di un monumento di fronte alla sede dell'ente parco ne altera significativamente l'immagine e ne condizionerebbe eventuali ampliamenti e modifiche dell'assetto planimetrico" (sic – in un contesto sotto vincolo della Sovrintendenza e purtuttavia già sfregiato da numerose interferenze commerciali-pubblicitarie!?); perciò avevamo acconsentito ad "optare per la semplice collocazione di una targa sulla parete già individuata con dimensioni consone alla parete e alla sagoma dell'edificio". Ciononostante, non abbiamo avuto successivi riscontri. Nel frattempo, nel territorio comunale si continuano a celebrare Giornate della Memoria dell'Olocausto e della deportazione nazifascista dai borghi montani, nelle quali mai viene fatto alcun accenno alla esistenza di un campo di concentramento per antifascisti sul territorio stesso....


* Altamura (BA): A seguito della sottoscrizione (26/11/2019) dei Disciplinari tra la Regione Puglia e gli Enti proprietari dei luoghi e archivi ammessi al finanziamento nell’ambito della misura “Luoghi della Memoria e Archivi Storici" presenti nel territorio pugliese, per il sito dell'ex “Campo 65” di Altamura sono stati stanziati 53.070 euro. Sono stati altresì specificati i rispettivi obblighi e il cronoprogramma degli interventi, da avviare entro il 31 dicembre 2019 e concludere entro il 29 febbraio 2020 (fonte). Il consigliere regionale Enzo Colonna in merito ha scritto:
<< Il progetto del “Campo 65”, situato tra Altamura e Gravina, interessa un luogo che durante la 2^ guerra mondiale fu campo di prigionia di militari alleati (tra i più grandi d’Italia), poi, campo di addestramento per i partigiani slavi e infine, nel dopoguerra, centro per i profughi provenienti dalla Venezia Giulia, dalla Dalmazia, dall'Africa. (...) Per questo luogo si prevedono interventi quali: il restauro conservativo dei dipinti murali presenti sulle pareti interne di una delle baracche del Campo [si veda il nostro report]; la realizzazione di un portale web per la diffusione della cultura del ‘900 e la conservazione della memoria storica, anche attraverso l’inserimento di questo bene nel sistema informativo “CartApulia” (la Carta dei Beni Culturali della Regione Puglia); la realizzazione di una mostra itinerante multimediale con l’obiettivo di creare percorsi culturali tematici che legano il territorio pugliese a eventi e tematiche di carattere storico, politico e internazionale come la 2^ guerra mondiale; percorsi di valorizzazione e fruizione attraverso pannelli monitori e didascalici sulle vicende del Campo; una pubblicazione sul primo periodo relativo alla storia del Campo negli anni 1942-43. >>


* Casale Cappelli (L'Aquila): nella località il 5 maggio 1944 si svolse un conflitto fra nazisti e partigiani conclusosi con l'uccisione di un partigiano, Giovanni Vicenzo, e la cattura e il ferimento di Dušan Radonjić e Nikola Basekić, uccisi successivamente. Il Casale, luogo tradizionale di iniziativa commemorativa il 25 aprile da parte dei paesani di Paganica e Collebringioni, è in fase di progressivo decadimento. Qualche anno fa si è riusciti a sostituire la lapide ma le mura di cinta sono in fase di progressivo degrado sino a comprometterne la residua tenuta: sono perciò in corso contatti e valutazioni per un intervento che includa la messa in sicurezza con impermeabilizzazione della parte superiore. 
 
Sempre in tema di jugoslavi nell'Aquilano, e più precisamente sui Battaglioni speciali per "allogeni" (sloveni e croati della "Venezia Giulia" – Julijska Krajina o meglio Primorje per gli sloveni), istituiti dall'Italia fascista per meglio controllare questi neo-cittadini italiani abili alle armi ma considerati inaffidabili, è disponibile il nuovo saggio di Riccardo Lolli: I BATTAGLIONI SPECIALI A L’AQUILA
 

ALTRE SEGNALAZIONI:
 
Alvaro Tacchini: GUERRA E RESISTENZA NELL'ALTA VALLE DEL TEVERE 1943-1944 (Petruzzi Editore, 2016)
Ai margini del convegno tenuto ad Anghiari il 7 settembre 2019 abbiamo avuto il piacere di conoscere Alvaro Tacchini, autore di questo libro fondamentale per ricostruire le attività della Brigata "Pio Borri" e la presenza, all'interno di essa, del "Distaccamento Lubiana" inquadrato nel I Battaglione. Tacchini, che è presidente dell’Istituto per la Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti” ed autore di dettagliate ricerche sulla Resistenza nell'Alta Valle del Tevere, ci ha gentilmente concesso tre toccanti immagini di Dušan Bordon...
 
Gian Luigi Cavanna, Romano Repetti: COMANDANTI PARTIGIANI GIUNTI DA LONTANO (Edizioni Pontegobbo, 2018)
Notiamo con soddisfazione la pubblicazione di sempre nuove ricerche e testi dedicati al contributo dei partigiani stranieri, e segnatamente jugoslavi, alla Resistenza italiana. Questo libro in particolare è dedicato ad alcune figure della Lotta di Liberazione nel Piacentino: Istriano, Gaspare, Montenegrino, Capitano Mack, Giovanni lo Slavo, il Greco e persino ex militari della Wermacht. Il libro va segnalato per il dettaglio ed rigore scientifico con cui sono costruite le vicende dei protagonisti, fino ai contrasti, alle persecuzioni politico-giudiziarie ed alla damnatio memoriae cui furono di fatto condannati nel dopoguerra da una Italia ingrata e prona verso nuovi padroni.
 
Matteo Petracci: PARTIGIANI D’OLTREMARE (Pacini Editore, 2020)
Il nuovo libro di Petracci è dedicato a ricostruire la storia della "Banda Mario", attiva nel Maceratese, ed in particolare del gruppo di somali, eritrei ed etiopi che ne fecero parte. << Il gruppo era stato portato in Italia nel 1940, per partecipare alla Mostra Triennale delle Terre d'Oltremare, a Napoli, e fu bloccato nel capoluogo partenopeo dall'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Dopo circa tre anni furono spostati nelle Marche, in un ex campo di internamento femminile, e, successivamente all'8 settembre del 1943, alcuni di loro (tra i quali due donne) fuggirono e si unirono a un gruppo partigiano: la Banda Mario.
La Banda Mario era un gruppo molto particolare, in quanto composto, oltre che da italiani, anche da ebrei stranieri (provenienti dall'allora Cecoslovacchia, dalla Polonia) o italiani, britannici (provenienti da diversi campi di prigionia), sloveni, croati e montenegrini (provenienti da campi di internamento o prigionia distribuiti nel territorio), sovietici (portati in Italia per costruire le fortificazioni della Linea Gotica e poi scappati), sudafricani e, infine, un austriaco, che aveva disertato. In totale erano circa 10 le nazionalità rappresentate e 3 le religioni professate ... >> (M. Petracci).L a Banda Mario prendeva nome dal suo comandante, il capodistriano Mario Depangher: attorno a lui si concentrò un discreto numero di partigiani delle nazionalità più disparate, tra i quali alcuni jugoslavi. Jugoslavo era anche il vicecomandante Jule “Giulio” Kačič di Lubiana, che sarà immortalato nella canzone partigiana “Il tamburo della Banda Mario” per la sua passione musicale che esprimeva con questo strumento. Sul lavoro di Petracci si veda ad esempio l'articolo uscito sul Manifesto.
 
Wu Ming sulla "RESISTENZA MIGRANTE"
Il collettivo di scrittori Wu Ming ha intrapreso anch'esso un percorso di approfondimento del contributo dei combattenti di origine straniera alla Resistenza italiana. Benché l'uso dell'attributo di "migranti" possa apparire una forzatura, vista la netta diversità delle ragioni politico-sociali della presenza degli stranieri in Italia  oggi e durante la II G..M., non possiamo non riconoscere che l'accostamento con l'attualità ha una sua indubbia efficacia retorica... Si vedano le rassegne messe online dai Wu Ming su questo tema:
La resistenza «italiana»: multietnica, creola, internazionalista e migrante (Wu Ming 1, 12.05.2019 – disponibili anche un VIDEO e una TRASCRIZIONE)

 

I nostri progetti in quanto parte della
campagna Rete della memoria e dell'amicizia per l'Appennino centrale 
di JUGOCOORD si avvalgono dei contributi 5 per mille devoluti alla associazione:

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indicando in dichiarazione dei redditi il 
codice fiscale 97479800589

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I PARTIGIANI JUGOSLAVI NELLA RESISTENZA ITALIANA
Storie e memorie di una vicenda ignorata

Roma, Odradek, 2011
pp.348 - euro 23,00

Per informazioni sul libro si vedano:
Il sito internet: http://www.partigianijugoslavi.it
La scheda del libro sul sito di Odradek: http://www.odradek.it/Schedelibri/partigianijugoslavi.html
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Con la collaborazione di Jugocoord Onlus.
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