Informazione

UN TERRENO DI CONFRONTO CON LA DESTRA AMERICANA


http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/esteri/niccal4/giustoespa/giustoespa.html

D'Alema: "Giusto espandere la democrazia, anche con la forza"

di GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA - Tema "delicato", soprattutto quando si parla del programma del
centrosinistra per il 2006. Si può esportare la democrazia? E se sì,
con quali mezzi? Massimo D'Alema indica la sua strada sapendo che
quando arriverà sul tavolo di tutta l'Unione sarà un problema.
"Esportare la democrazia con successo vuol dire non escludere a priori
il tema dell'uso della forza", dice il presidente dei Ds al seminario
della fondazione Italianeuropei che ruota intorno al progetto riformista.

Il suo è un discorso tutto incentrato sulla politica estera e oggi
politica estera significa anche come stare nel dibattito guerra-pace.
Platea abbastanza amica, a parte, in prima fila, il comunista Armando
Cossutta che scuote la testa: "Simpatici, questi riformisti, ma dicono
molte cose sbagliate... ".

Il punto di partenza di D'Alema è: "L'idea neocon di esportare la
democrazia è giusta, è un grande obbiettivo", "la sicurezza è
nell'espansione della democrazia" e la questione dovrà essere assunta
dal centrosinistra. Sicurezza e ordine dovranno essere basati "sul
diritto internazionale e non sull'uso della forza", aggiunge l'ex
premier e più tardi, a margine del seminario, D'Alema spiegherà che il
suo riferimento è alle emergenze umanitarie e in un ambito,
naturalmente, multilaterale. Quello che è già avvenuto in Kosovo, in
sostanza. Ma oggi bisogna guardare oltre. "Il multilateralismo -
spiega D'Alema - non deve essere interpretato come condivisione di
impotenze o accettazione dello status quo, ma come un sistema in grado
di intervenire efficacemente, superando la visione ottocentesca della
sovranità nazionale".
È evidente che il presidente della Quercia ha già lo sguardo rivolto
agli impegni di governo del centrosinistra, parla di "un terreno di
confronto con la destra americana".

E che il tema sia all'ordine del giorno, non solo guerra e pace ma
anche Italia e Stati uniti e Europa-Usa, lo testimoniano tutti gli
altri interventi. Sull'uso della forza Piero Fassino ha fatto da
apripista e oggi dice a D'Alema: "È un tema impopolare ma giusto".
Semmai qualche differenza tra segretario e presidente ds emerge quando
si affronta il tema del rilancio europeo. Fassino avverte: "Ripartire
dai Paese fondatori, come dice Massimo, ma coinvolgendo anche gli
altri e soprattutto i protagonisti dell'allargamento. Guai a
immaginare un'iniziativa solo nell'ambito dei Quindici". Sulla
democrazia da espandere Francesco Rutelli osserva: "Qualcuno dice che
gli Usa di Cheney, il Cheney che considera giusta la prigione per
Nelson Mandela, non possono essere paladini della democrazia. Ma loro
una politica ce l'hanno...".

È Giuliano Amato a calare nella realtà prossima ventura la discussione
sull'uso della forza, rispondendo alle domande del direttore di
Repubblica Ezio Mauro che modera il confronto con Prodi e D'Alema. "Il
caso iraniano è davanti a tutti. Ecco, io penso che dobbiamo usare il
soft power, l'Iran ha tutte le risorse per passare da solo
dall'autoritarismo alla democrazia. Se mi chiedete cosa penso dell'uso
della forza per estendere la democrazia dico no, la forza serve a
difendere la democrazia se qualcuno la mette a repentaglio".

È la ferita irachena a pesare su un dibattito che non può essere solo
teorico. Ferita che significa: quale rapporto con gli Stati uniti. E
Romano Prodi è chiarissimo: "Con gli Usa, da presidente della Ue, ho
lavorato benissimo. Ma con loro ho sempre litigato sull'Iraq". Si può
ricucire il legame? "La guerra irachena - risponde Prodi - è stato un
errore storico e su questo punto non voglio aggiustare nulla con gli
Stati Uniti". Dal vertice della commissione Ue la crisi tra Vecchio
continente e Washington deve avere lasciato strascichi più profondi.
Il Professore infatti si scalda: "Sui libri di storia c'è scritto che
ha esportato più democrazia l'Europa o gli Stati uniti?". Domanda
retorica, ovviamente. Ma che dice come uno temi del confronto sul
programma nell'Unione sarà proprio la relazione con l'America, dopo
gli anni dell'opposizione alla guerra e alle politiche di George Bush.

(4 maggio 2005)

segnalato da R. Caputo

From: goran vlajkovic

Subject: League of Yugoslav Communist Youth statement about situation
in Serbia and Montenegro


For four and a half decades, we have lived in socialism which has had
hundreds of faults and thousands of virtues.
Now we were forced into wild capitalism with thousands of faults and
no virtues whatsoever.

Socialism in our country was a nascent social order. It has had to
overcome burden some consequences of the first and second World Wars,
countless inherited problems and capitalist blockade. It has had to
set aside great resources for the defense. Consequently, and
naturally, there was no abundance. Nevertheless, there always was
money forall the necessities, for every individual in the society.
Now, an overwhelming majority of the population has no employment and
will not have it while the vassal bourgeoisie is in power, installed
by NATO bayonets and dollars.
By this vassal regime and NATO countries, Yugoslavia has ceased to
exist. As a result of NATO aggression, Kosovo and Metohija are
occupied and transformed into the largest military base of the NATO
Pact in Europe. With the adoption of the unconstitutional law of
co-operation with the Hague Tribunal, the vassal regime has in fact
legalized NATO aggression against the FR Yugoslavia.
In nearly six years of DOS regime and the current triumvirate,
DSS/SPO/NS, more people have lost their lives than in all the
misfortunes of the 45 years of socialism. Under the rule of the vassal
regime, our country has become the most impoverished country in
Europe. Foreign debt has reached nearly 16 billion dollars. An average
Yugoslav four member family, now owes more than $8,500. Imports are
covered by only 20% (of exports) and foreign trade deficit amounts to
over 6 billion dollars. More than 60% of industrial capacity is not
utilized, partially utilized or is shut down. Close to 40.000
companies are in receivership or close to it. All large companies (or
practically all) were sold for pittance to foreign capital or the
emerging domestic bourgeoisie and during this whole time, not a single
large industrial object had been built.
All that we have was built during socialism.
The number of unemployed exceeds 2 million people. The average wage of
those employed, amounts to considerably less than $2 per day. The
working class is deprived of rights and converted to day labourers of
foreign capitalists and the domestic mafia. With the support of
corrupted union leaders, Europe's most reactionary labour laws were
enacted. By the privatization of state, societal and co-operative
property, foreign and newly emerged domestic capitalists, have stolen
from our people that what was created over decades by the sweat and
blood of our ancestors, our fathers and mothers and us ourselves.
Previous regime has adopted the law, by which participation in the
election is being paid by several tens of thousands of euros.

CC League of Yugoslav Communist Youth-SKOJ
March 2006

( Per le puntate precedenti della serie
"Intellettuali di servizio: Bernard Henri LEVY"
si veda:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1434
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1500
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1538
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2564
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3033
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4739 )


Bernard-Henri Lévy : de Kant aux surgelés Picard

Saïd Branine

Au rayon des livres ostracisés par des médias devenus des succursales
de trusts industriels, l'ouvrage « Une imposture française », de
Nicolas Beau (journaliste au Canard Enchaîné) et Olivier Toscer (du
Nouvel Observateur) paru récemment aux éditions Les Arènes, sera
disposé en tête de gondole. Dans ce pays où une caste de journalistes
psalmodie en boucle la ritournelle de la liberté d'expression, le fait
même de dévoiler quelques vérités ornées de savoureuses vilénies sur
l'écrivassier Bernard-Henri Lévy, suffit à vous rendre aussi
infréquentable qu'un poulet atteint du virus H5N1, auprès de ces
courtisans de basse-cour médiatique.

jeudi 9 mars 2006
Oumma.com


Ne touchez surtout pas aux idoles, la malédiction médiatique s'abattra
sur vous : « Ses innombrables relations dans le monde des affaires ont
fait de lui un intouchable. Plus grave l'écrivain est devenu l'arbitre
des élégances de la presse et des médias en France, distribuant les
bons points et écartant les mal-pensants. Face à lui, des patrons de
rédaction parfois complaisants ou simplement conformistes acceptent
ses diktats ».

Les médias ont donc leur sanctuaire avec leurs idoles, érigées sur les
cimes de leur temple par la pratique du renvoi d'ascenseur, dont BHL
maîtrise tous les rouages techniques. Ses adulateurs se sont adjugés
un monopole sur ces émissions mêlant people et « littérature », qui
accueillent notamment des incultes du showbiz qui n'ont rien à dire,
si ce n'est de communiquer à des téléspectateurs dénués de sens
critique, le titre et le prix de leur livre écrit par d'autres.

Objet d'une vénération vénale par ces flagorneurs journalistiques, la
statuette BHL sait combien cette fidélité mercantile que lui vouent
ces plumitifs d'holding industriels est le meilleur gage de son
invulnérabilité. « Il suffit de trouver dans chaque rédaction des
affidés qui lui doivent tous quelque chose (complément de salaire,
position sociale, honneur quelconque)... et de les activer au gré de
ses besoins promotionnels. Du clientélisme classique appliqué à la
gent intellectuelle. »

Entre deux grattements du torse, l'homme à la chemise débraillée qui
entonne son homélie moralisatrice aux quatre coins du monde refuse la
contradiction, et se révèle un maître-censeur : « Bernard-Henri Lévy
contrôle tout ce qui s'écrit sur lui ou sur ses proches (...) La
censure béachélienne dans la presse française ne passe pas toujours
par les liens d'argent. Dans les médias, Bernard- Henri Lévy passe- à
tort ou à raison- pour une vache sacrée que peu de patrons de
rédaction, de gauche comme de droite , osent défier. »

Depuis des palaces parisiens, le magnat de la philosophie somme avec
une solennité condescendante les musulmans à accepter le droit à la
critique de leur religion, mais ne tolère aucune observation sur sa
personne qu'il a littéralement sacralisée au point d'exiger le
licenciement d'une journaliste du magazine Elle qui a osé égratigner
l'icône. Devant les pratiques staliniennes de notre penseur hexagonal,
le plus hirsute et le plus rustre des talibans fait figure de
référence démocratique. Il est plus périlleux en France de caricaturer
BHL que le prophète Mohammed. : « Le jour même de la publication, le
responsable des pages livre du magazine féminin entre dans le bureau
de Serge Raffy, alors directeur de la rédaction de l'hebdomadaire. Il
est embêté : « On me demande de virer Céline »

La saga du muscadin de la philosophie quelque peu défraîchi peut se
poursuivre. Elle est libellée à grands coups de critiques obséquieuses
commandées en colissimo avant chaque parution de ses opuscules, où il
badigeonne laborieusement sa pensée fluette, vendue comme un sommet de
la réflexion grâce au miracle du marketing littéraire. Parmi les
nombreuses révélations du livre de Nicolas Beau et Olivier Toscer, on
apprend que BHL détient une partie du capital des surgelés Picard.
L'implication de BHL dans la congélation peut surprendre, mais elle
n'est en rien antinomique avec sa démarche philosophique. On peut même
y déceler un point commun. Peut-être est-ce au sein du groupe Picard
que réside le secret de sa réflexion chétive. S'inspirant des recettes
de l'industrie agro-alimentaire, la philosophie de BHL
particulièrement allégée en concept est sans doute calquée sur le mode
de production des surgelés Picard allégés en calories.

Mais l'écrivain-affairiste qui a contribué à la désertification
conceptuelle de la philosophie, a entrepris auparavant la
déforestation du Bénin selon le témoignage du chroniqueur Guy Carlier
rapporté par les auteurs. Ce dernier « a été plusieurs années durant
un collaborateur très proche d'André, le père de Bernard-Henri Lévy.
Il exerçait alors la profession de directeur financier de la BECOB, la
société de la famille Lévy spécialisée dans le commerce de bois. »

Selon Nicolas Beau et Olivier Toscer, Bernard-Henri Lévy est très
impliqué dans la Becob depuis le début des années 1980. Il s'occupe
d'abord de communication interne, puis siège très officiellement comme
vice-président du conseil de surveillance quelques années plus tard.
Guy Carlier souligne à ce sujet : « A ceux qui pourraient penser que
nous vivons une époque étrange, ou un philosophe procède à l'oraison
d'un marchand d'armes, je répondrai que Bernard- Henri Lévy n'est pas
un philosophe. C'est également un mondain, un pilleur de forêt
africaine, un opportuniste... ».

Quant aux conditions de travail des employés gabonais de la BECOB, une
ONG britannique, le Comité Inter-Association Jeunesse et Environnement
(CIAJE) a établi un rapport accablant pour notre amateur de surgelés :
« Les travailleurs (...) se contentent des ruisseaux et rivières pour
s'alimenter en eau (...) Ces travailleurs sont exposées aux maladies
car cette eau est polluée par des poussières d'une autre substance
(...) Les travailleurs sont logés dans des niches mal aérées (...) Les
travailleurs étant considérés comme des semi-esclaves, rien n'a été
organisé dans le sens de leur épanouissement (...) »

Le boursicoteur est-il un philosophe du néant ? Voilà une question
métaphysique qui mettrait en panique tout candidat à l'épreuve de
philosophie du BAC, mais à laquelle Bernard-Henri Lévy peut répondre
en barbouillant une dissertation en un temps record, avec en guise de
conclusion des conseils en placement sur le marché monétaire destinés
au correcteur. Ce philosophe-actionnaire est en effet un squale de la
finance, réécrivant à sa manière une nouvelle version du Capital de
Karl Marx. Notre vendeur de surgelés amoureux des arts, des chiffres
et lettres est un redoutable boursicoteur qui ne semble pas soumis aux
aléas de la spéculation financière.

Un chapitre du livre relate cet épisode au cours duquel l'écrivaillon
du CAC 40 perd plus de 2 millions d'euros après avoir confié cette
somme à la société Etna Finance : « Dans la débâcle, Bernard-Henri
Lévy perd plus de 2 millions d'euros ; Il est fou furieux : Derrière
sa façade d'intello, explique Parent, le patron d'Etna Finance, c'est
un allumé de l'argent, totalement obsédé par cela. » Quand les pertes
commencent à s'accumuler, toujours selon le patron d'Etna Fiance, le
boursicoteur affolé appelle « dix à quinze fois par jour, et de
partout. Il passe des coups de fils d'Afghanistan ou de Marrakech,
argumentant marchés à terme avec une aisance déconcertante ».

Et lorsque le golden boy BHL dilapide ses petites économies, il exige
aussitôt d'être remboursé en recourant à son arme favorite : la menace
au licenciement. Claire Arfi gestionnaire de ses fonds témoigne : « Je
gérais le compte Finaquatre de M. Bernard- Henri Lévy et j'avais pris
des positions sur le marché obligataire américain dont les cours ont
chuté brutalement » dira-elle au juge. Mais devant les menaces
verbales de Bernard-Henri Lévy de me faire perdre mon emploi et malgré
l'avis contraire de mon patron, j'ai préféré le rembourser. »

« Une imposture française » déboutonne un peu plus la chemisette
blanche de BHL achetée à 350 euros l'unité. Un costume de scène
indispensable à l'entretien de sa légende de bohème emphatique. Mais
tout en déboutonnant sa tenue mystificatrice, la succulente estocade
de Nicolas Beau et Olivier Toscer le rhabille chaudement pour
plusieurs hivers, ce qui est particulièrement utile quand on navigue
comme BHL dans le secteur de la congélation.

(français / english / deutsch
+ TELEGRAFICI SUNTI IN LINGUA ITALIANA)

Deutsche Deutsche ueber alle ueber alle in EU ropa

SOURCE: http://www.german-foreign-policy.com/


=== FRANCAIS ===


Démarches concrètes (SUL "MUSEO DEI TEDESCHI" IN BOEMIA)
01/06/2005

PRAGUE/USTI NAD LABEM (Compte-rendu de la rédaction) - Le parlement
européen doit, à l'occasion du soixantième anniversaire de la
capitulation de l'Allemagne nazie, tirer un trait sur le passé et
reléguer "la culpabilité passée définitivement aux oubliettes du
passé". C'est ce que réclament dans une lettre ouverte des
politiciens, des évêques et des journalistes issus de plusieurs Etats
européens, dont le porte-parole de l'opposition pour les affaires
étrangères. Ce document, censément dû à l'initiative de plusieurs
intellectuels pragois, s'inscrit dans la série de tentatives
inlassables de faire passer en force l'interprétation allemande des
péripéties de l'immédiat après-guerre. Parallèlement, la ville d'Usti
nad Labem qui escompte des retombées économiques de l'implantation
d'un "Musée des Allemands en Bohême", a décidé d'apposer une plaque
commémorative pour les "Allemands des Sudètes" qui ont péri pendant la
libération du pays.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/news/art/2005/52580.php


Espace élargi (LA TRANSCARPAZIA TRA INTERESSI STRATEGICI E PRESENZA
ETNICA GERMANICA)
16/09/2005

BERLIN/LEIPZIG/OUJGOROD (Compte-rendu de la rédaction) - Des parties
de territoire de l'Ukraine, de la Slovaquie, de la Roumanie et de la
Hongrie devraient devenir plus indépendantes et soigner leur "culture
pastorale valachienne prénationale". C'est ce que conseille une
organisation de "chercheurs géographiques" proche du ministère des
transports et du logement. Leur centre de préoccupation en ce moment
est surtout la "Transcarpartie", une région frontalière du sud-ouest
de l'Ukraine. Cette région est traversée par des pipe-lines de
pétrole, de gaz et d'éthylène ainsi que par des "corridors de
transports paneuropéens" conçus par l'Union européenne (UE). En
"Transcarpatie" (officiellement "Karpatska Ukraina") les "chercheurs"
de Leipzig ont même trouvé des "Allemands", dont ils veulent sauver
"l'identité" et "l'espace vital". Cette archaïsaton des traits sociaux
et des intérêts économiques par la surenchêre ethnographique est
caractéristique de la politique étrangère allemande. Avec sa tendance
expansionniste elle se trouve à la recherche d'une conception de la
"géographie" et de l' "espace" élargi.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55779


Chasseurs allemands (SULLA F.U.E.V. - vedi anche:
https://www.cnj.it/documentazione/europaquemada.htm )
16/10/2005

BERLIN/TALLINN/MOSCOU (Compte-rendu de la rédaction) -- A l'occasion
d'une rencontre entre les fonctionnaires de l'Union Fédéraliste des
Communautés Ethniques Européennes (UFCE, dont le siège est à
Flensburg, ndt) en Estonie, cette organisation qui est l'avant-poste
de la politique extérieure allemande a rendu plus intense son action
auprès des minorités baltes. Ses activités, définies comme une
"reconnaissance des lieux", se sont déroulées fin septembre et ont
permis aux spécialistes allemands d'élargir leur vision des conflits
de minorités dans les anciens territoires de l'URSS. La population de
langue russe restée sur place est l'objet d'une forte hostilité et
peut ainsi servir les stratégies de tension défavorables à Moscou. En
accord avec le gouvernement de Tallinn, les partenaires de l'Estonie
au sein de l'UFCE menacent le voisin russe de requêtes en réparations
pour les "dommages subis". La propagande ethnico nationaliste des
prétendus baltes allemands ("groupe ethnique") dépasse les "frontières
vers Kaliningrad et la Biélorussie".

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55804


Obtenir plus ensemble! (SUL CONGRESSO MONDIALE DEI MEDIA GERMANOFONI)
30/10/2005

BRUXELLES/COLOGNE (Comte-rendu de la rédaction) - A l'occasion du
troisième "congrès mondial des médias étrangers germanophones"
(thématique: "obtenir plus ensemble!"), sont attendus ce week-end plus
de 3.000 participants. Le but de cette manifestation, organisée par
l'organisation "Internationale Medienhilfe" (IMH, aide internationale
aux médias) est le renforcement des médias germanophones à l'échelle
mondiale, ainsi que leur mise en réseau. Le principal partenaire du
congrès cette année est la communauté autogérée de la population
germanophone de Belgique de l'Est, la Communauté Germanophone
(Deutschsprachige Gemeinschaft, DG). Elle milite depuis des décennies
pour une autonomie toujours plus large, il est reproché aux
politiciens du DG de mettre en oeuvre une politique visant la
fragilisation du lien avec Bruxelles, et le rapprochement avec
l'Allemagne. L'IMH, basée a Hennef (Rhénanie Westphalie), coopère
étroitement avec des instances gouvernementales de la république
fédérale, et a proposé dans le passé un stand aux services de guerre
psychologique des forces armées allemandes.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55801


Dans l'immensité de l'espace (REVISIONISMO STORICO SULLA TV DI STATO
TEDESCA)
11/12/2005

BERLIN/DRESDE (Compte-rendu de la rédaction) - Les stations de
télévision appartenant à l'Etat ont commencé la saison de Noël avec
une vague de téléfilms révisionnistes. Samedi dernier, en première
soirée, le programme ARD a présenté l'épopée des soldats nazis
montrant la lutte héroïque des prisonniers de guerre allemands contre
leurs oppresseurs soviétiques et l'immensité du territoire russe ("So
weit die Füße tragen", soit "Aussi loin que portent les pas"). Déjà
fin novembre l'ARD avait diffusé une série sur le dur sort des
fermiers allemands qui traitaient avec bienveillance leurs serviteurs
noirs dans l'ancienne colonie africaine du Kaiser allemand ("Endloser
Horizont", soit "Horizon infini"). Suivent des grandes productions
cinématographiques sur la passion exploratrice des géologues
allemands, qui les poussent dans un élan scientifique sur tous les
continents. Ce qui est commun à toutes ces productions télévisées qui
ont coûté des millions, c'est qu'elles visent une transposition
schématique de la politique d'expansion allemande et de ses
conséquences. Ce mélange pséudo-historique transmis samedi dernier a
obtenu une audience élevée, emblématique de l'autoreprésentation
allemande.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55829


La perspective de l'auteur (SUL PROGETTO DI "CENTRO CONTRO LE ESPULSIONI")
08/02/2006

BONN/BERLIN/PRAGUE (gfp.com) - Un mécène en vue du "Centre contre les
expulsions" en préparation a été appelé à la tête de l'administration
centrale culturelle allemande. De là-bas, Hermann Schäfer, nouveau
directeur de la culture au sein de la chancellerie, coordonne
également les affaires relatives aux "expulsés". Le "Centre contre les
expulsions", soutenu par Schäfer, est un projet des associations
allemandes "expulsés" (Bund der Vertiebenen, BdV), qui est suspecté de
poussées révisionnistes pangermanistes. Schäfer est un conseiller
scientifique du projet du BdV, et était jusqu'alors président de la
"Maison de l'histoire", appartenant à l'état fédéral. Il a été
responsable de l'exposition "Fuite, Expulsion, Intégration", qui y est
visible depuis fin 2005. Elle comporte de profondes ressemblances avec
une autre exposition, organisée par le "Centre contre les expulsions",
qui doit s'ouvrir courant été prochain au Kronprinzenpalais de Berlin,
propriété de l'état fédéral. A l'occasion de cette manifestation des
"expulsés" ("Chemins imposés"), le commissaire de l'exposition,
Wilfried Rogasch, explique dans un interview radiophonique: "De la
perspective de la victime, il est complètement sans importance (...)
qu'une femme de Prusse orientale de 1944/45 ait été violée puis
assassinée ou qu'une femme juive ait été conduite par des allemandes
en camps de concentration à Auschwitz puis assassinée." Ces propos ne
suscitent aucune critique visible de la part du nouveau chef de
cabinet du ministre délégué à la culture, et donnent le sens dans
lequel s'exerce la nouvelle offensive révisionniste.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55845


Clause de puissance protectrice (L'AUSTRIA "PROTETTRICE" DEL
SUDTIROLO, E LA F.U.E.V.)
19/02/2006

VIENNE/BOLZANO/ROME/FLENSBURG (Compte-rendu de la rédaction) - Une
organisation "ethnique" notoire demande l'inscription d'une clause de
"puissance protectrice" dans la constitution autrichienne et veut
soumettre la population germanophone d'Italie du Nord ("Tyrol du Sud")
à une souveraineté étrangère. Il s'agit plus précisément de militants
de l'"Union Fédéraliste des Communautés Ethniques Européennes" (UFCE),
dont le siège se trouve à Flensburg en Allemagne et qui bénéficie du
soutien actif de plusieurs administrations du gouvernement fédéral
allemand. D'autres organisations germanophones étrangères qui
travaillent avec la UFCE se sont ralliées à cette idée. Tandis que des
hommes politiques italiens protestent contre cette tentative de mettre
une partie de la population de leur pays sous tutelle allemande, le
"parti populaire du Tyrol du Sud" (SVP) membre de la UFCE, accentue le
conflit avec Rome. Le président du SVP, Elmar Pichler Rolle vient
d'initier une pétition de maires d'Italie du Nord au parlement
autrichien, qui reprend la demande de puissance protectrice de la UFCE
et provoque de fortes tensions avec l'Italie. L'Haut Adige, situé dans
le Nord de l'Italie est depuis plusieurs décennies un terrain
d'expérimentation pour une politique ethnique allemande, qui a même eu
recours à des actions terroristes.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55851


Marche commune (TRATTATIVE CON I POLACCHI AI DANNI DELLA BIELORUSSIA)
10/03/2006

BERLIN/VARSOVIE/MINSK (Compte-rendu de la rédaction) - Après la visite
d'état du président de la république polonaise Lech Kaczynski, Berlin
propose à son voisin le contrôle commun de l'Est, et estime les
réticences polonaises comme surmontables. Les cibles de cet
expansionnisme voulu sont l'Ukraine et le Belarus. Pour les élections
présidentielles à venir en Belarus, les allemands tout comme leurs
homologues polonais misent sur une alternance politique, et
encouragent autant que faire se peut l'opposition. Les plans de
renversements à Minsk poursuivis par le duo, sont à l'ordre du jour
suite aux intérêts géostratégiques et éminemment économiques - tout
comme à l'époque des désordres à Kiev à la fin 2004. De plus, une
expansion commune avec la Pologne à l'Est est jugé comme étant un bon
moyen pour se soustraire aux critiques polonaises quant à
l'édification du Centre Berlinois contre l'Exode. La décision quant à
ce centre pourrait être prise à l'occasion des manifestations
principales ("Jour de la patrie") de l'Union des Victimes de l'Exode
(Bund der Vertiebenen, BdV), celui-ci tombant à la fin du printemps.
On annonce qu'à l'occasion de cette manifestation, le président de la
république fédérale Horst Köhler fera partie des orateurs.

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55856


=== DEUTSCH ===


Deutsch-dänische Minderheitenvereinbarungen - Gemeinsam (SUI "TEDESCHI
DI DANIMARCA")
05.03.2005

BERLIN/KOPENHAGEN/BOLZANO (Eigener Bericht) - Anlässlich des 50.
Jahrestages der Minderheitenvereinbarungen zwischen der Bundesrepublik
Deutschland und dem Königreich Dänemark entsendet das Auswärtige Amt
den NATO-Politiker Karsten Voigt nach Flensburg. Voigt ist
,,Koordinator für deutsch-amerikanische Zusammenarbeit" und war
langjähriger Vorsitzender des Parlamentarischen Ausschusses für
,,Verteidigung und Sicherheit" der NATO. Die deutsch-dänischen
Minderheitenvereinbarungen von 1955 kamen wegen des deutschen
NATO-Beitritts zustande und eröffneten der Bundesrepublik ein
weltweites Wirkungsfeld für ethnizistische Propaganda. Die
entsprechenden Vorfeldorganisationen der deutschen Außenpolitik
arbeiten mit Wissen und Unterstützung des Kopenhagener Außenamtes. In
die Berliner Minderheitenaktivitäten werden auch die dänischsprachigen
Verbände im Grenzgebiet eingebunden und dafür mit deutschen
Staatsgeldern in Millionenhöhe belohnt. Teil des überparteilichen
Ethno-Bündnisses ist der Südschleswigsche Wählerverband (SSW).

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1109981734.php


Grenzfragen mit Polen (SULLE RIVENDICAZIONI TERRITORIALI AI DANNI
DELLA POLONIA)
10.04.2005

BERLIN (Eigener Bericht) - Der Deutsche Bundestag soll die Grenze
zwischen Deutschland und Polen ,,vorbehaltlos und völkerrechtlich
verbindlich" anerkennen. Dies fordert die ,,Deutsch-Polnische
Gesellschaft der Bundesrepublik Deutschland" in einem Appell zum 8.
Mai 2005. Wie der Präsident der Gesellschaft, Prof. Dr. Christoph
Koch, im Interview mit german-foreign-policy.com bestätigt, hat die
Bundesrepublik sich im deutsch-polnischen Grenzbestätigungsvertrag vom
14. November 1990 lediglich zum Gewaltverzicht gegenüber dem
Nachbarstaat bereit gefunden. Polen habe damals ,,die
unwiederbringliche historische Chance" gehabt, die vorbehaltlose
Anerkennung seiner Grenzen gemeinsam mit den Siegermächten der
Anti-Hitler-Koalition durchzusetzen, erklärt Koch. Bonn habe
Unstimmigkeiten zwischen Warszawa und den Alliierten ,,kaltblütig
ausgenutzt".

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1113170401.php

Interview mit Christoph Koch
KÖLN - Über die polnische Westgrenze sprach german-foreign-policy.com
mit Prof. Dr. Christoph Koch. Koch ist Vorsitzender der
Deutsch-Polnischen Gesellschaft der Bundesrepublik Deutschland, die
vor wenigen Tagen einen Appell an den Deutschen Bundestag
veröffentlicht hat.

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1113170400.php


Ehrung für Sudetendeutsche - Praktische Schritte (SULLE ONORANZE PER I
TEDESCHI DEI SUDETI)
18.04.2005

PRAHA/USTI NAD LABEM (Eigener Bericht) - Das Europäische Parlament
soll anlässlich des 60. Jahrestages der Kapitulation Nazideutschlands
einen Schlussstrich ziehen und ,,die Schuld an der Vergangenheit
endgültig der Vergangenheit" überantworten. Dies fordern Politiker,
Bischöfe und Publizisten aus mehreren europäischen Staaten, darunter
der außenpolitische Sprecher der Berliner Opposition, in einem Offenen
Brief. Das Schreiben, das von mehreren Prager Intellektuellen
initiiert worden sein soll, reiht sich ein in die unablässigen
Versuche, die deutsche Bewertung des unmittelbaren
Nachkriegsgeschehens (,,Vertreibung") europaweit durchzusetzen.
Unterdessen hat die Stadt Usti nad Labem, die sich von der Errichtung
eines ,,Museums der Deutschen in Böhmen" wirtschaftliche Vorteile
erhofft, die Aufstellung einer Gedenktafel für ,,Sudetendeutsche"
beschlossen, die während der Befreiung ums Leben kamen.

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1113775200.php


Sudetendeutscher Tag - Großer Irrtum (SULLA GIORNATA DEI SUDETI)
16.05.2005

AUGSBURG (Eigener Bericht) - Die Garantiemächte des Potsdamer
Abkommens sollen Bestimmungen des Vertrages zum ,,großen Irrtum''
erklären und die Umsiedlung der Deutschen aus der Tschechoslowakei als
,,fortwirkendes Unrecht'' einstufen. Dies forderte der Sprecher der
,,Sudetendeutschen Landsmannschaft'', der ehemalige bayerische
Landtagspräsident Johann Böhm, am Wochenende in Augsburg. Wie Böhm
erklärt, sei für die ,,Sudetendeutschen'' der 8. Mai 1945 der ,,Tag,
an dem in Böhmen, Mähren und Sudetenschlesien ein neuer Krieg
begann''. Die ,,Deutschen im Osten'' hätten ,,nach Kriegsende
insgesamt am schwersten'' an den Kriegsfolgen tragen müssen, behauptet
der bayerische Ministerpräsident Edmund Stoiber. Die Äußerungen fielen
auf dem alljährlichen ,,Sudetendeutschen Tag'' und knüpfen
ausdrücklich an die Revisionsdebatte der vergangenen Monate an.
Politiker aus Deutschland, Polen, Estland, Lettland und Litauen
versuchen gemeinsam, die Völkerrechtsbeschlüsse von Jalta (Februar
1945) umzustoßen.

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/art/2005/53252.php


Sudetendeutsche Landsmannschaft - Gefährlicher Druck (SUL "MUSEO DEI
TEDESCHI" IN BOEMIA E LE PRESSIONI AI DANNI DI PRAGA)
08.08.2005

USTI NAD LABEM/PRAG/BERLIN (Eigener Bericht) - Deutsche Revisionisten
beteiligen sich an Planungen tschechischer Institutionen zur
Errichtung eines "Museums der Deutschen in Böhmen". Dies geht aus
Presseberichten der Sudetendeutschen Landsmannschaft (SL) hervor.
Damit hängt sich die SL an ein Vorhaben des tschechischen
Ministerpräsidenten Jiri Paroubek, der den sudetendeutschen Widerstand
gegen die NS-Okkupation ehren will. Der moralisch begründete Vorstoß
wird von den politischen Revisionsverbänden in der Bundesrepublik
begrüßt und gilt als Einfallstor für weitergehende Opferforderungen.
Paroubek, der spätestens im September einen Kabinettsbeschluss über
seine Initiative herbeiführen will, bringe damit die Tschechische
Republik "unter gefährlichen Druck", warnt der Europaparlamentarier
Jan Zahradil von der konservativen Oppositionspartei ODS...

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/art/2005/55268.php


Gegen Prag (PESANTI PRESSIONI CONTRO PRAGA)
22.08.2005

BERLIN/WARSZAWA/PRAHA (Eigener Bericht) Der Vorsitzende der deutschen
Linkspartei (ehemals PDS), Lothar Bisky, befürwortet die Errichtung
eines "Zentrums gegen Vertreibungen" und zieht als Standort das
Grenzgebiet zu Polen oder zur Tschechischen Republik in Betracht.
Damit unterstützen alle im Reichstag vertretenen Parteien ein
Revisionsprojekt, das auf Planungen des "Bundes der Vertriebenen"
(BdV) zurückgeht. Nur die konkrete Gestaltung des Zentrums ist noch
umstritten. Während die CDU das Vorhaben nach wie vor gemeinsam mit
dem BdV in Berlin verwirklichen will, sucht es die Bundesregierung
unter einem verschleiernden Namen ("Europäisches Netzwerk Erinnerung
und Solidarität") in Kooperation mit Polen zu errichten. Beide
Varianten zielen auf die weitere Delegitimierung zentraler
Bestimmungen des Potsdamer Abkommens...

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/art/2005/55604.php


Räumliche Progression (LA TRANSCARPAZIA TRA INTERESSI STRATEGICI E
PRESENZA ETNICA GERMANICA)
16.09.2005

BERLIN/LEIPZIG/UZGOROD (Eigener Bericht) - Gebietsteile der Ukraine,
der Slowakei, Rumäniens und Ungarns sollen ihre staatlichen Bindungen
lockern und die "vornationale walachische Hirtenkultur" pflegen. Dies
empfiehlt eine beim Bundesministerium für Verkehr, Bau- und
Wohnungswesen ressortierende Organisation deutscher "Raum"-Forscher.
Ihr Interesse zielt u.a. auf "Transkarpatien", den südwestlichen
Grenzbezirk der Ukraine. Durch das Gebiet führen Öl-, Gas- und
Äthylen-Leitungen sowie ein von der EU postulierter "Paneuropäischer
Verkehrskorridor". In "Transkarpatien" (tatsächlich Karpats'ka
Ukraina) haben die Leipziger "Raum"-Forscher auch "Deutsche" ausfindig
gemacht, denen sie "Identität" und "Lebensraum" sichern wollen. Die
Archaisierung sozialer Merkmale und wirtschaftlicher Interessen durch
ethno-graphische Überhöhung gehört zu den Spezialitäten der deutschen
Außenpolitik. Angesichts ihrer expansiven Tendenzen ist sie auf der
Suche nach einem erweiterten "Raum"-Konzept.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56020


Politische Zukunftsaufgaben (CONGRESSO DEI PRUSSIANI ORIENTALI)
30.09.2005

DRESDEN/OLSZTYN (Eigener Bericht) - Am kommenden Wochenende hält die
deutsche Landsmannschaft Ostpreußen ihren fünften "Kommunalpolitischen
Kongress" ab und kündigt die Durchsetzung einer "gleichberechtigt(n)
Position der deutschen Heimatvertriebenen" bei der "Bewältigung
politischer Zukunftsaufgaben" in Polen an. Die Bemühungen um Einfluss
auf die Innenpolitik des Nachbarlandes gelten polnischen
Gebietskörperschaften, an denen die Berliner Passbürger beteiligt
werden wollen - gegen jedes internationale Recht. Die Nachkommen der
vor 60 Jahren umgesiedelten Deutschen verlangen, ihre "historischen
Ostprovinzen" müssten "als geistiger Begriff im öffentlichen
Bewußtsein in der Bundesrepublik Deutschland und in der Republik Polen
(...) weiterleben". Als Redner soll bei der Ostpreußen-Veranstaltung
der außenpolitische Beauftragte der zukünftigen deutschen
Regierungspartei CDU, Wolfgang Schäuble, auftreten. Schäuble hatte
kürzlich sowohl in Washington wie in Moskau konferiert und Korrekturen
der deutschen Außenpolitik angekündigt.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56049


Deutsche Jäger (SULLA F.U.E.V. - vedi anche:
https://www.cnj.it/documentazione/europaquemada.htm )
16.10.2005

BERLIN/TALLINN/MOSKAU (Eigener Bericht) - Bei einem Funktionärstreffen
der Föderalistischen Union Europäischer Volksgruppen (FUEV) in Estland
hat die Vorfeldorganisation der deutschen Außenpolitik ihre baltische
Minderheitenarbeit intensiviert. Die als "Lageerkundung" bezeichneten
Aktivitäten fanden Ende September statt und erweitern das
Konflikttableau der deutschen Minderheitenspezialisten in den
ehemaligen Gebieten der UdSSR. Die dort verbliebene Bevölkerung
russischer Sprache ist starken Anfeindungen ausgesetzt und eignet sich
für Spannungsstrategien zum Nachteil Moskaus. Gemeinsam mit der
Regierung in Tallinn drohen die FUEV-Partner Estlands dem russischen
Nachbarn "Schadensersatz"-Forderungen an. Die völkische
Ethno-Propaganda der sogenannten Deutsch-Balten ("Volksgruppe") reicht
"über die Grenzen
nach Kaliningrad und Weißrussland".

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/55557


In den Weiten des Raums (REVISIONISMO STORICO SULLA TV DI STATO TEDESCA)
11.12.2005

BERLIN/DRESDEN (Eigener Bericht) - Mit einer Welle revisionistischer
Fernsehfilme läuten die öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten der
Bundesrepublik die Weihnachtssaison ein. Zur Prime-Time präsentierte
das 1. TV-Programm (ARD) am gestrigen Samstag ein NS-Soldaten-Epos,
das den heldenhaften Kampf deutscher Kriegsgefangener gegen ihre
sowjetischen Unterdrücker und die russische Weite zeigt ("So weit die
Füße tragen"). Bereits Ende November hatte die ARD einen Mehrteiler
über das harte Schicksal deutscher Farmbesitzer ausgestrahlt, die in
der früheren Afrika-Kolonie des deutschen Kaisers ihren schwarzen
Lakaien mit Wohlwollen begegnen ("Endloser Horizont"). Es folgen
Spielfilm-Großproduktionen über den historischen Entdeckerdrang
deutscher Geologen, die es aus Wissenschaftsfreude auf sämtliche
Kontinente zieht. Den mit Millionenbeträgen realisierten TV-Stoffen
ist gemeinsam, dass sie eine schematische Umdeutung der deutschen
Expansionspolitik und ihrer Konsequenzen betreiben. Der gestrige
Historienverschnitt hat hohe Einschaltquoten erzielt und ist für das
deutsche Selbstbild emblematisch.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56156


Drehscheibe Berlin (GLI INTERESSI ECONOMICI SU KALININGRAD)
10.02.2006

BERLIN/KALININGRAD (gfp.com) - Das neue russische Gesetz über die
Umwandlung von Kaliningrad in eine Sonderwirtschaftszone wird von der
Berliner Außenpolitik begrüßt und von deutschen Unternehmen als
"Brückenschlag" bezeichnet. Die in Kaliningrad winkenden
Steuervergünstigungen und billigen Energiepreise werde man zu nutzen
wissen, heißt es bei mehreren Unternehmen der Ruhr-Industrie. Berlin
hofft, als "Drehscheibe" für europäische Kaliningrad-Aktivitäten
fungieren zu können und seine Sonderbeziehungen mit Moskau zu
stabilisieren. Das unmittelbar vor der Realisierung stehende
Sonderwirtschaftsprojekt entspricht deutschen Plänen, die bereits Ende
der 1980er Jahre vorsahen, Kaliningrad zum Freihandelsgebiet zu
erklären. Nach der deutschen Vereinigung wurde die Forderung laut, in
dem früheren Königsberg eine "deutsche Teilidentität" zu
verwirklichen. Die tatsächliche Entwicklung der vergangenen Jahre
verhilft den damals als abseitig beurteilten Vorstellungen zu weiterer
Akzeptanz. Selbst die Rückbenennung Kaliningrads in "Königsberg"
findet in der Ostseestadt neue Zustimmung.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56239


Schutzmacht-Klausel (L'AUSTRIA "PROTETTRICE" DEL SUDTIROLO, E LA F.U.E.V.)
19.02.2006

WIEN/BOLZANO/ROM/FLENSBURG (Eigener Bericht) - Eine berüchtigte
Ethno-Organisation verlangt die Einfügung einer "Schutzmacht"-Klausel
in die österreichische Verfassung und will die deutschsprachige
Bevölkerung Norditaliens ("Südtirol") ausländischer Hoheitsgewalt
unterstellen. Bei den Ethno-Aktivisten handelt es sich um Funktionäre
der "Föderalistischen Union Europäischer Volksgruppen" (FUEV), die im
deutschen Flensburg beheimatet ist und sich tatkräftiger Unterstützung
diverser deutscher Regierungsstellen erfreut. Auch deutschsprachige
Körperschaften, die der FUEV im Ausland zuarbeiten, haben sich dem
Ansinnen angeschlossen. Während italienische Politiker gegen den
Versuch protestieren, Teile der Bevölkerung ihres Landes unter
deutsche Kuratel zu stellen, treibt die FUEV-Mitgliedsorganisation
"Südtiroler Volkspartei" (SVP) den Konflikt mit Rom voran.
SVP-Parteiobmann Elmar Pichler Rolle hat eine Petition
norditalienischer Bürgermeister an den österreichischen Nationalrat
initiiert, die die Schutzmacht-Forderung der FUEV aufnimmt und zu
ernsten Spannungen in Italien führt. Das norditalienische Alto Adige
gilt seit Jahrzehnten als Experimentiergebiet deutscher
"Volksgruppen"-Politik, der auch terroristische Aktivitäten nicht
fremd sind.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56249


"Zur Relativierung führen" (CONTRADDIZIONI E PROTESTE SULLA
ISTITUZIONE DI UN "CENTRO CONTRO LE ESPULSIONI"; ALLEANZA DI FATTO CON
GLI "ESULI" ISTRODALMATI)
26.02.2006

BERLIN/ROMA/ZAGREB (Eigener Bericht) - Unter scharfem Protest erklärt
der israelische Historiker Prof. Dr. Moshe Zimmermann seine
Unterstützung für die Stiftung "Zentrum gegen Vertreibungen" für
beendet. Die von der "Vertriebenen"-Initiative geplante Ausstellung
werde "zur Relativierung führen", urteilt der Wissenschaftler in einem
Brief an die Stiftungs-Vorsitzende, die CDU-Bundestagsabgeordnete
Erika Steinbach. Darüber hinaus seien Äußerungen des
Ausstellungs-Kurators Wilfried Rogasch, der deutsche Kriegstote und im
KZ ermordete Juden auf eine Stufe gestellt hatte, "mehr als eine
Provokation". Zu den Themen der Ausstellung, die Rogasch im Sommer im
bundeseigenen Berliner Kronprinzenpalais eröffnen will, gehört die
Nachkriegs-Umsiedlung der italienischsprachigen Bevölkerung aus dem
damaligen Jugoslawien. Verbände der italienischen Umgesiedelten, die
mit dem deutschen "Bund der Vertriebenen" (BdV) kooperieren, nutzen
die deutsche Polit-PR und treiben ihre Entschädigungsforderungen gegen
Kroatien voran. Die deutsch inspirierte Revisionspolitik führt zu
zwischenstaatlichen Spannungen.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56259


Gemeinsamer Marsch (TRATTATIVE CON I POLACCHI AI DANNI DELLA BIELORUSSIA)
10.03.2006

BERLIN/WARSZAWA/MINSK (Eigener Bericht) - Nach dem Besuch von
Staatspräsident Lech Kaczynski bietet Berlin dem polnischen Nachbarn
die gemeinsame Kontrolle des Ostens an und hält Widerstände Warszawas
für überwindbar. Zielgebiete beidseitiger Expansionsinteresssen sind
die Ukraine und Belarus. Bei den bevorstehenden Präsidentschaftswahlen
in Belarus setzen deutsche wie polnische Regierungskreise auf einen
Machtwechsel und unterstützen die Opposition nach Kräften. Die
Umsturzplanungen in Minsk werden vom deutsch-polnischen Duo wegen
geostrategischer und unmittelbar wirtschaftlicher Ziele verfolgt -
ähnlich wie bei den Kiewer Unruhen Ende 2004. Eine gemeinsame
Ostexpansion gilt in deutschen Regierungskreisen außerdem als Mittel,
um polnische Proteste gegen die Errichtung eines Berliner Zentrums
gegen Vertreibungen abzulenken. Die Entscheidung über das Zentrum
könnte bei der diesjährigen Hauptveranstaltung ("Tag der Heimat") des
Bundes der Vertriebenen (BdV) im Spätsommer fallen. Dort ist
Bundespräsident Horst Köhler als Festredner angekündigt.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56277

Elite der Nation (SUL PAN-GERMANESIMO REVANSCISTA DELLA CLASSE
ACCADEMICA TEDESCA)
12.03.2006

SAARBRÜCKEN/WIEN (Eigener Bericht) - Einer der mitgliederstärksten
Akademikerverbände Deutschlands, die Deutsche Burschenschaft (DB),
erhebt in einer aktuellen Publikation territoriale Ansprüche gegenüber
Polen und Russland ("deutsche Ostgebiete"). Auch Österreich sowie
Teile der Tschechischen Republik ("Sudetenland"), Belgiens, Italiens
und Dänemarks seien "deutsch". Außerdem fordert der Verband in der
kürzlich veröffentlichten Sammlung seiner Grundlagentexte die Stärkung
der verstreut lebenden deutschsprachigen Minderheiten in ganz Europa.
Für diese Aufgabe hält der Bundeshaushalt 2006 rund 16 Millionen Euro
bereit. Die mit staatlichen Mitteln geförderte DB zählt etwa 15.000
Mitglieder; viele von ihnen arbeiten in gesellschaftlichen
Schlüsselpositionen. Die Regierungspartei SPD lehnt es ab, sich von
dem völkisch orientierten Akademikerbund grundsätzlich zu
distanzieren. Dessen radikaler Flügel verfügt über enge Kontakte zu
rechtsextremen Kreisen.

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56278

=== ENGLISH ===


The Culprits' Perspective (SULLA ISPIRAZIONE REVISIONISTA DEL "CENTRO
CONTRO LE ESPULSIONI")
2006/02/08

BONN/BERLIN/PRAGUE (Own report) - A prominent promoter of the planned
"Center Against Expulsions" has been appointed to head the federal
government's administration for German culture. Hermann Schaefer, the
new director of the Cultural Affairs Department in the Federal
Chancellery, coordinates also the interests of the "Expellees". The
"Center Against Expulsions," which is promoted by Schaefer, is a
project of the German "Vertriebenen" federations (BdV, Federation of
Expellees), which stands under suspicion of having "Great German"
revisionist tendencies. Schaefer is a scientific advisor to the BdV
project and had been president of the federal government's "House of
History" in Bonn. He is responsible for the exhibit "Flight,
Banishment, Integration", on display there since at the end of 2005.
It has close similarities to plans for an exhibition, to be opened
this summer by the "Federation of Expellees" in the federal
government's Kronprinzenpalais in Berlin. Explaining the basic
approach to the "Expellees" event ("Compulsory Paths"), the curator
responsible for the event, Wilfried Rogasch, explained in a radio
interview: "From the perspective of the victim, it is totally
unimportant (...) whether it is an East Prussian woman 1944/45, who
was raped and murdered or whether it was a Jewish woman who was taken
to the Auschwitz Concentration Camp by Germans and then murdered."
This statement encountered no recognizable criticism from the new
director in the office of the Minister of State for Cultural Affairs
and indicates the thrust of the revisionist offensive.

http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/55973


Border Treaty (SULLE RIVENDICAZIONI TERRITORIALI AI DANNI DELLA POLONIA)
21.05.2005

BERLIN (Own report) - The German Polish Society of Germany demands
that the German Parliament should "unconditionally and in a legally
binding form" recognise the border between Germany and Poland. In an
interview with German Foreign Policy the President of the society,
Professor Christoph Koch confirmed that in the German Polish Border
Treaty of 14th November 1990 Germany merely agreed to forego violence
in its relations with Poland. Poland had had the "unique historical
opportunity" at that time with the support of the anti-Hitler Allies,
to enforce the unconditional recognition of its borders but the German
Government in Bonn had "cold bloodedly" exploited differences between
Warsaw and the Allies.

http://www.german-foreign-policy.com/en/news/art/2005/53372.php