Informazione

(deutsch / italiano)
 
PSYOPs 
 
1) Psyop: operazione Siria (Manlio Dinucci su il manifesto del 27.9.2016)
2) I “giornalisti comprati” in Europa (Thomas S. Harrington, 10.8.2016)
3) Europa, il bavaglio delle multinazionali sul giornalismo d'inchiesta (Fabio Sebastiani, 25/04/2016)
4) Repubblica e le menzogne di guerra (Francesco Santoianni, 21.1.2016)
5) Obama, da messia a spia (Sputnik News, 12.01.2016) – In un documento intitolato "Disposizioni in materia di diritto militare", il Pentagono ha dichiarato che tutti i giornalisti in futuro dovranno essere catalogati come "combattenti di basso livello" ...
6) Informationskrieg. Die "strategische Kommunikation" der NATO (GFP 28.10.2015)


Milano, venerdì 7 ottobre 2016
alle ore 21:00 presso la Casa Rossa, Via Monte Lungo 2 (MM1 Turro)

nell'ambito del Corso multimediale 2016 di in-formazione sulle questioni internazionali e sul socialismo

ore 19:30 aperitivo popolare

ore 21:00 presentazione del libro di Jean Toschi Marazzani Visconti:

LA PORTA D'INGRESSO DELL'ISLAM

alla presenza dell'Autrice.


Altre info sulla Casa Rossa di Milano: http://casa-rossa.blogspot.it

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Jean Toschi Marazzani Visconti 
LA PORTA D'INGRESSO DELL'ISLAM
Bosnia Erzegovina: un Paese ingovernabile
Frankfurt: Zambon, 2016
Formato: 14x20,5 cm – 240 pagine – 18,00 € – ISBN 978 88 98582 32 7
zambon@...www.zambon.net

Il 14 dicembre 2015 compiva vent’anni il Trattato di Dayton, firmato a Parigi nel 1995 alla presenza dei massimi rappresentanti delle potenze occidentali. L’accordo metteva così fine a tre anni e mezzo di feroce guerra civile in Bosnia-Erzegovina. L’amministrazione Clinton considerava un grande successo aver fermato il conflitto e creato una nazione composta di tre etnie divise in due entità: la Federazione Croata - musulmana e la Republika Srpska. Però aveva distrutto il multiculturalismo in favore del nazionalismo. 
Oggi la Bosnia Erzegovina è nello stesso stato d’allora, congelata dalla costituzione imposta a Dayton, in uno stato di caos contenuto e di odio. Nel corso degli anni si sono alternati Alti Commissari europei al controllo del paese, ma anche altre nazioni sono intervenute nel delicato equilibrio. La Turchia ha una forte presenza. Ricchi finanziamenti giungono da Iran e Arabia Saudita per costruire moschee e scuole islamiche. I campi di addestramento per jihadisti sono ignorati, anche se dalla Bosnia è partito il più alto numero di combattenti per ISIS. Dodicimila islamisti, tra cui diversi terroristi dormienti, giunti dai paesi arabi per combattere a fianco dei musulmani nel 1992, sono da allora residenti in Bosnia...

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Dell'Autrice si legga anche il report "7 e 8 maggio [2016] a Banja Luka":



(srpskohrvatski / italiano)

Vertice del Movimento dei Paesi Non Allineati

1) Report sul XVII Vertice MNOAL – a cura della redazione di Resistência
2) Discorso pronunciato da Raúl Castro Ruz al XVII Vertice del MNOAL
3) 11 KLJUČNIH TAČAKA DEKLARACIJE POKRETA NESVRSTANIH


Due significative foto del Vertice sono visibili alla pagina http://www.globalcir.com/vest/7360


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Il 17° Vertice del Movimento dei Paesi Non Allineati (MNOAL)

20 Settembre 2016

a cura della redazione di Resistência

Traduzione di Marx21.it

Alla chiusura del 17° Vertice, i Non Allineati difendono la pace e la ricostruzione delle Nazioni Unite

E’ finito con successo nell’Isola Margherita, in Venezuela, il 17° Vertice del Movimento dei Paesi Non Allineati (MNOAL), nel corso del quale l’Iran ha passato la presidenza, che sarà esercitata nei prossimi tre anni, alla Repubblica Bolivariana del Venezuela. L’incontro ha approvato la Dichiarazione di Margarita, che ha tra i suoi scopi fondamentali accelerare i processi di rifondazione del sistema dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro, ha affermato che l’obiettivo del movimento è ottenere la democratizzazione del sistema e la trasformazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Il documento comprende 11 linee di azione. La prima è accelerare i processi di cambiamento in seno all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), espandendo i sistemi di direzione dei popoli del Movimento dei Non Allineati, e facendo in modo che i cambiamenti  avvengano nel senso della rifondazione e non solo della trasformazione.

Il testo propone di favorire nuove alleanze, ad esempio con il gruppo dei BRICS, che riunisce Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica; far avanzare programmi di lavoro in consonanza con l’Agenda 2030 dell’ONU, che ha tra i suoi assi centrali la pace e lo sradicamento della povertà come fattori inerenti lo sviluppo sostenibile.

Il documento fa anche riferimento al compito fondamentale di riprendere il programma della democratizzazione della comunicazione sociale, da parte dei paesi del Movimento, come pure quello della pace e della risoluzione dei conflitti mediante la diplomazia di pace mondiale.

Comprende anche la necessita di adottare un progetto verde per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico, e nel punto sette si enfatizza l’importanza di continuare in modo tenace l’appoggio al popolo palestinese che affronta l’illegale occupazione da parte dello Stato di Israele.

Il documento contiene nella linea d’azione otto l’appoggio incondizionato al popolo della Repubblica di Cuba, che affronta un blocco economico, commerciale e finanziario, imposto dal governo degli Stati Uniti da oltre 50 anni, e che costituisce un ostacolo allo sviluppo del popolo cubano.

Altri punti comprendono l’impulso e l’appoggio alla decolonizzazione di Porto Rico, così come la solidarietà e l’attenzione al problema dei rifugiati in Europa, prodotto dei conflitti creati dagli Stati Uniti e dai loro alleati nel Medio Oriente e in Africa.

La Dichiarazione di Margarita menziona anche la lotta contro il terrorismo e i metodi di guerra non convenzionale promossi da settori che cercano di restaurare la tutela coloniale nelle nazioni determinate a essere libere , indipendenti e sovrane.

Unità

Gli oratori durante il 17° Vertice del Movimento dei Paesi Non Allineati hanno sostenuto che è necessario concentrare le forze per portare gli interessi del blocco in altri organismi internazionali, come le Nazioni Unite, sempre con posizioni comuni, con un comportamento unitario che permetta di difendere i propri diritti.

E’ risuonata fortemente nelle plenarie del MNOAL la condanna del colpo di Stato in Brasile e dell’intervento in Venezuela.

Pieno successo

Il 17° Vertice del MNOAL è stato un grande successo per i 120 paesi che costituiscono questo blocco, in particolare il Venezuela, che ha brillantemente ospitato l’evento e che assumerà la presidenza nei prossimi tre anni. Un evento di straordinaria importanza per la Repubblica Bolivariana, vittima di una campagna di diffamazione e di discredito da parte dell’imperialismo statunitense e della destra internazionale, soprattutto il governo di destra e golpista di Michel Temer e del suo ministro degli Esteri José Serra che si è posto, tra gli obiettivi principali, quello di destabilizzare il paese di Bolívar e Chávez.

La Dichiarazione di Margarita ha un inequivocabile carattere di difesa e promozione della pace, della sovranità e della sicurezza per lo sviluppo delle nazioni.

Il MNOAL sorse 55 anni fa, nel 1961, e la sua origine più remota risale alla Conferenza Afroasiatica di Bandung (Indonesia), nel 1955, quando furono stabiliti i suoi principi fondamentali.

Tra questi principi emergono il rispetto dell’indipendenza, dell’autodeterminazione, della sovranità, e la promozione di relazioni di cooperazione sulla base del rispetto reciproco.

Il MNOAL svolge un grande ruolo nella preservazione della pace mondiale, ragion per cui si oppone fermamente all’esclusione sociale, difende la non ingerenza negli affari interni degli Stati, e lotta per il disarmo e ogni forma con cui si manifesta il dominio imperialista.

La presidente del Consiglio Mondiale della Pace, la brasiliana Socorro Gomes, ha partecipato al 17° Vertice del MNOAL. “I movimenti sociali e i difensori della pace in tutto il mondo ammirano il Movimento dei Paesi Non Allineati in quanto comunità di Stati nazionali ampia e rappresentativa, impegnata con i principi della sovranità nazionale e della pace e che non ha mai mancato al suo dovere di solidarietà con i popoli e le nazioni in lotta per i loro diritti”, ha dichiarato.

La presidente del CMP ha rilevato che il Movimento dei Paesi Non Allineati è “un’organizzazione politica, la cui piattaforma è sempre stata quella della lotta contro il colonialismo e l’imperialismo, per un nuovo ordine economico e politico internazionale. Sono sempre risuonate fortemente le voci dei paesi membri che si sono pronunciati su tempi scottanti della politica internazionale, in una chiara dimostrazione dell’attualità del MNOAL come coordinamento internazionale”, ha sottolineato.

Concludendo il 17° Vertice del MNOAL, il presidente Nicolás Maduro ha riaffermato la difesa della pace e ha inneggiato alla “Patria umana”.


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www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 19-09-16 - n. 602

L'unica alternativa di fronte agli enormi pericoli e alle sfide che abbiamo davanti è l'unità, con la solidarietà

Raúl Castro Ruz | granma.cu

19/09/2016

Discorso pronunciato dal Generale d'Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, nel XVII Vertice del Movimento dei Paesi Non Allineati, nell'Isola di Margarita, Venezuela, il 17 settembre del 2016, "58º Anno della Rivoluzione".

Discorso pronunciato dal Generale d'Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidentedei Consigli di Stato e dei Ministri, nel XVII Vertice del Movimento dei Paesi Non Allineati, nell'Isola di Margarita, Venezuela, il 17 settembre del 2016, "58º Anno della Rivoluzione".

Stimato compagno Nicolás Maduro Moros, Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela;
Capi di Stato e di Governo;
Stimati Ministri, delegati e invitati;
Signore e Signori:

Siamo 120 Stati Non Allineati e contiamo oltre che sui Principi di Bandung, con la Dichiarazione dei Propositi, Principi e Ruolo del  Movimento dei Paesi Non Allineati nella Congiuntura Internazionale attuale, approvata nel XIV Vertice a L'Avana. Non si può sottovalutare la nostra enorme forza quando attuiamo uniti.
Nello stesso Vertice del 2006 abbiamo respinto i tentativi di "cambio di regime", ed abbiamo chiamato a garantire che ogni paese rifiuti di ricorrere all' aggressione e all'uso della forza.

Sempre a L'Avana, nel gennaio del 2014 i Capi di Stato e di Governo della comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi - CELAC - con la firma del Proclama dell'America Latina e dei Caraibi come "Zona di Pace", abbiamo riaffermato l'impegno con i principi della Carta delle Nazioni Unite e del Diritto Internazionale; con la soluzione delle differenze  in forma pacifica  e nel pieno rispetto al diritto inalienabile di ogni Stato d'eleggere il suo sistema politico, economico, sociale e culturale, come condizione essenziale per assicurare la convivenza tra le nazioni.

Senza dubbio siamo testimoni dei crescenti attacchi alla sovranità e all'autodeterminazione del Venezuela. Cuba riafferma il suo sostegno senza condizioni al Governo e al popolo venezuelani, all'Unione Civico Militare e al presidente costituzionale Nicolás Maduro Moros (Applausi).
Condanniamo con energia il colpo di Stato parlamentare - giudiziario in Brasile contro la presidente Dilma Rousseff, che costituisce un'azione d'aggressione alla volontà sovrana del popolo che l'ha eletta con più di 53 milioni di voti.

La fraterna Colombia avrà tutto l'appoggio di Cuba per avanzare nel difficile cammino dell'implementazione dell'accordo e nel consolidamento della Pace, giusta e duratura, che il suo popolo merita.
Esprimiamo la nostra fiducia nel fatto che il popolo della Repubblica Araba della Sira sarà capace di risolvere le sue differenze da solo, senza ingerenze esterne indirizzate a promuovere un cambio di regime.

Compagno  Presidente:
È inaccettabile  che ancora oggi il popolo della Palestina continui a essere vittima dell'occupazione e della violenza e che la potenza occupante continui ad impedire la creazione di uno Stato Palestinese indipendente, con Gerusalemme orientale come sua capitale.

Tutti i tentativi di garantire l'autodeterminazione del sofferto popolo sarahaui sono stati frustrati e questo richiede l'azione della comunità internazionale.
Noi siamo solidali con la storica domanda del popolo di Puerto Rico a favore della sua autodeterminazione e indipendenza.
Sosteniamo anche il reclamo della Repubblica Argentina sulle isole Malvine, Sandwich del Sud e George del Sud.

Stimato compagno  Maduro:
Per Cuba, il non allineamento significa la lotta per modificare l'Ordine Economico  Internazionale imposto dalle grandi potenze, che ha portato a che 360 persone possiedano una ricchezza annuale superiore alle entrate del 45% della popolazione mondiale. La breccia tra i paesi ricchi e i poveri cresce. Il trasferimento delle tecnologie dal nord al sud è una mera aspirazione.
La globalizzazione favorisce fondamentalmente  un selezionato gruppo di paesi industrializzati. Il debito dei paesi del sud si moltiplica e somma più di 1700 bilioni di dollari.

Duemilanovecento milioni di persone sono senza lavoro e in miseria.
Milioni di bambini muoiono ogni anno a causa della fame e di malattie curabili. Quasi 800 milioni di persone non sanno leggere né scrivere, mentre più di 1.7 milioni di dollari si dedicano alle spese militari.
Non allineamento significa anche la lotta per eliminare la breccia della conoscenza e per l'uso delle tecnologie dell'informazione e le comunicazioni a favore dello sviluppo e la cooperazione.

Condanniamo la crescente militarizzazione e l'uso aggressivo contro terzi paesi. Il cambio climatico si aggrava e persistono nei paesi sviluppati indici irrazionali di produzione e consumo che minacciano le condizioni d'esistenza della nostra specie. La realizzazione dei diritti umani continua ad essere un sogno per milioni di persone in tutto il mondo.

Gli Stati Uniti e l'Europa utilizzano la manipolazione, la doppia morale, la selettività e la politicizzazione, mentre ondate di rifugiati si ammassano alle frontiere europee senza che si trovino soluzioni giuste, stabili e permanenti che proteggano la loro vita e la loro dignità.

Stimato presidente Maduro:
Sono passati 21 mesi da quando abbiamo annunciato simultaneamente con il presidente Barack Obama, la decisione di ristabilire le relazioni diplomatiche tra Ciba e gli Stati Uniti. Ci sono stati alcuni passi avanti soprattutto in ambito diplomatico e della cooperazione in temi d'interesse reciproco, ma non è stato così nella sfera economico-commerciale, per via della portata limitata, anche se positiva, delle misure adottate sino ad ora dal governo statunitense.

Cuba continuerà a reclamare l'eliminazione del blocco economico, commerciale e finanziario che provoca molti danni e privazioni e che danneggia anche molti altri paesi per la sua portata extraterritoriale. 
Continueremo a domandare che si restituisca alla nostra sovranità il territorio illegalmente occupato dalla Base Navale degli Stati Uniti in Guantánamo.

Senza questo non ci potranno essere relazioni normali, e sarà anche impossibile se non si porrà fine alle altre politiche sempre vigenti, che ledono la sovranità di Cuba, come i programmi sovversivi e ingerenti.
Ratifichiamo la volontà di sostenere relazioni di convivenza civile con gli Stati Uniti, ma Cuba non rinuncerà ad uno solo dei suoi principi, nè realizzerà concessioni inerenti alla sua sovranità e indipendenza (Applausi).
Non cederà mai alla difesa dei suoi ideali rivoluzionari e antimperialisti, né  all'appoggio dell'auto determinazione dei popoli.

Compagno  Maduro:
auguriamo tutto il successo alla fraterna  Repubblica Bolivariana del Venezuela alla guida dei Paesi Non allineati e ci complimentiamo con la  Repubblica Islamica dell'Iran per  il suo lavoro nel mandato appena terminato.
L'unica alternativa di fronte agli enormi pericoli e alle sfide che abbiamo davanti è l'unità con la solidarietà, in difesa dei nostri obiettivi e interessi comuni.

Molte grazie
(Applausi/ Versione stenografica del Consiglio di Stato – Traduzione Gioia Minuti)


=== 3 ===


11 KLJUČNIH TAČAKA DEKLARACIJE POKRETA NESVRSTANIH: Prevazilaženje dugova i izazova koje su ostavili kolonijalizam, neokolonijalizam, neoliberalizam i divljački sistem u kojem su naše ekonomije stavljene u podređeni položaj!


UREDNIK: ERMIN KADIC
21. 09. 2016.

Predsjednik Venecuele Nikolas Maduro objavio je u subotu jedanaest glavnih ciljeva za koje će se Venecuela zalagati tokom svog predsjedavanja Pokretom nesvrstanih država, ističući da će taj mandat biti iskorišten za “snažno i odano zalaganje za sve ono za šta se bore naši narodi”.

1.- Ubrzanje procesa unutar Organizacije ujedinjenih nacija koje će dovesti do njene istinske demokratizacije: proširenje Vijeća sigurnosti UN-a, sa uključivanjem nadolazećih sila sa južne hemisfere; demokratizacija sistema biranja vladajućih organa i donošenja odluka u okviru sistema Ujedinjenih nacija, kao i zalaganje za program zasnovan na kulturi, miru i odbrani samoopredeljenja svih naroda.

Maduro je naglasio da to neće biti reforma, već ponovno osnivanje sistema Ujedinjenih nacija, sa novom bazom, koji će “imati snagu, liderstvo i glasove za odlučujući napredak u procesu konkretizacije i ubrzanja ovih procesa transformacije“.

2.- Zalaganje za priznanje novog međunarodnog ekonomskog poretka, u svjetlu pojave novih organizama, u svjetlu moćnog saveza sa organizacijom Briks (Brazil, Rusija, Indija, Kina i Južna Afrika) kao nadolazećom ekonomskom silom (…), i u svjetlu saveza sa regionalnim blokovima koji su se učvrstili u Aziji, Africi, Latinskoj Americi i Karibima.

3.- Sprovođenje konkretnih planova u okviru “Plana 2030”. Maduro je naglasio da se ovaj program, usvojen prije godinu dana, smatra “velikim prioritetom”.

Maduro je rekao da je kod ove tačke težnja da se prevaziđu dugovi i izazovi koje su ostavili kolonijalizam, neokolonijalizam, neoliberalizam i divljački sistem u kojem su naše ekonomije stavljene u podređeni položaj.

Takođe je istakao da prema posljednjim izvještajima Pokreta nesvrstanih postoji ogroman statistički napredak u društvenim kategorijama kao što su pristup hrani, zdravlje, rad i ljudska prava.

4.- Sprovođenje programa demokratizacije, poboljšanja komunikacije i razmjene informacija u okviru novog međunarodnog poretka. Naglasio je da se mora unaprijedi sve što ima veze sa komunikacijom, “zastavom koju je podigao Pokret nesvrstanih”.

Također je podsjetio da je komandant Hugo Čavez osnovao mrežu TeleSUR, koja je u vlasništvu većeg broja država, i danas predstavlja “prozor za istinu o borbama koje se vode širom Latinske Amerike i Kariba (…), vjerujemo da je došao momenat da se artikuliše sve veća moć komunikacije koju naši narodi stiču kroz bitku ideja”.

5.- Podsticanje politike koja će voditi miru, dijalogu između civilizacija i odbrani samoopredjeljenja naroda, nasuprot politici intervencionizma, ratnim prijetnjama i nekonvencionalnim modelima intervencije. Maduro je pozvao sve države članice Pokreta nesvrstanih da se postojano zalažu za rješavanje sukoba mirnim putem, to jest dijalogom i drugim diplomatskim metodama.

6.- Sprovođenje i širenje ekološkog programa zvanog “zelena agenda” koji već postoji u Južnoj Americi, jer smo “mi, Južnoamerikanci, velike žrtve globalnog zagrijavanja”; iz tog razloga je najavljen rad na nalaženju rješenja kojima bismo se suprotstavili ovom fenomenu koji pogađa planetu Zemlju.

7.- Pronalaženje rješenja za palestinsku stvar. “Moramo nastaviti bezrezervno i uporno podržavatinarod Palestine (…) To je jedna od centralnih neriješenih tema na nivou čitavog čovječanstva, a može se riješiti – na onaj način na koji je Južna Afrika (uključujući današnju Namibiju) oslobođena aparthejda”, naglasio je Maduro.

8.- Konačno okončanje progona i blokade bratske kubanske nacije od strane američke imperije, koja traje više od pet decenija, pogađajući kubanski narod na razne načine.

“Moramo da budemo uz Kubu do konačnog svršetka finansijske blokade (…) Kuba zaslužuje da joj se nadoknade sve ove godine blokade od strane vlade Sjedinjenih Država”, istakao je Maduro.

9.- Konkretizacija procesa dekolonizacije naroda Portorika.

10.- Zalaganje za rješavanje krize na Bliskom istoku, koja je proizvod imperijalističkih bombardovanja i drugih vrsta napada.

11.- Iskorijenjenje terorizma u svim oblicima. Maduro je dodao da se mora voditi borba protiv napada država koje izazivaju destabilizaciju. “Preuzimamo, sa velikim entuzijazmom, svaku inicijativu u borbi protiv terorizma u svim oblicima”, zaključio je.


(Global CIR/Princip.info)



(srpskohrvatski / italiano

Inviamo nuovamente il testo di Mirjana Jovanović Pisani che per un problema tecnico era risultato amputato nel precedente invio)


I sette morituri
GARIBALDINCI - ITALIJANSKI DOBROVOLJCI NA DRINI 1914


Riportiamo qui in anteprima un articolo di Mirjana Jovanović Pisani che uscirà in uno dei prossimi numeri della rivista belgradese Pečat. Esso narra della vicenda, pressoché sconosciuta o almeno dimenticata in Italia, dei sette volontari garibaldini che allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, ben prima dell'entrata dell'Italia in quella guerra, si recarono volontari in Serbia per combattere contro l'Impero Asburgico. Di loro, cinque caddero praticamente subito in combattimento, nella remota località di Babina Glava presso il fiume Drina, al confine meridionale tra la attuale Bosnia-Erzegovina e la Serbia.

A questa storia in passato è stata dedicata scarsa letteratura. In Serbia l'interesse è forse maggiore che non in Italia, come dimostra anche la recente produzione e trasmissione di un documentario televisivo, intitolato "I SETTE MORITURI" (1). In Italia, un fascicolo fu edito dalla Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini (ANVRG) più di mezzo secolo fa (2). L'interesse appare essersi ridestato recentemente, sull'onda delle rievocazioni della Prima Guerra Mondiale in occasione del Centenario: ad esempio, un breve servizio è stato trasmesso da RAI Storia (3); ma a prendere l'iniziativa forse più importante è stata una Sezione ANPI, quella di Marino (RM), che ha prodotto un libricino illustrato scaricabile in rete (4). La cittadina di Marino, sui Castelli Romani, è infatti centrale in questa vicenda, poiché da lì provenivano alcuni dei volontari.

È giusto che l'ANPI abbia voluto fare propria la memoria di un tale episodio, visto che esso dovrebbe naturalmente rientrare nel novero della tradizione democratica e progressista del nostro paese. Infatti i "sette morituri" di Babina Glava, ispirati da concezioni repubblicane e internazionaliste, partirono clandestinamente a fine luglio 1914, a rischio di essere arrestati "ai sensi dell'Art.113 del codice penale" di un Regno sabaudo inizialmente proclamatosi neutrale perché legato alla potenze centrali, gli aggressori Austria e Germania, da un patto tanto simile a certi altri patti in virtù dei quali il nostro paese pavidamente sempre si schiererà dapprima con il più forte e più prepotente, previo poi magari pentirsene attuando tragici voltafaccia. 
L'ideale che muoveva le correnti mazziniane e garibaldine era fondato invece sulla solidarietà tra i popoli e, per quanto riguarda Italiani e Jugoslavi, come farà notare Sandro Pertini, la fratellanza << si era instaurata non soltanto negli anni duri della prima guerra mondiale, ma nel pieno del Risorgimento italiano, quando Giuseppe Mazzini nel 1857 pubblicò le sue "Lettere slave" e previde con estrema lucidità che il moto d'indipendenza degli Slavi del Sud sarebbe stato il più importante, dopo l'italiano, per l'Europa futura. "Il moto slavo" egli scriveva "dura lentamente continuo. Quando un'idea di libera patria, un'aspirazione nazionale si affaccia ad un popolo, nessuna forza può spegnerla o contenderle il più o meno lento sviluppo progressivo sino al trionfo." >> (5)

La Prima Guerra Mondiale avrà esiti comunque tragici. Per i popoli Slavi del Sud essa rappresenterà l'atto costitutivo del comune Stato jugoslavo, ma ancora nella forma immatura della monarchia Karadjordjevic e al prezzo di un numero esorbitante di morti proprio per la parte serba. Per gli Italiani la carneficina ai danni dei ceti più umili della popolazione non sarà da meno, e soprattutto grave risulterà alla fine il deturpamento dell'ideale risorgimentale, che la piccola borghesia peninsulare vorrà sempre più trasformare da moto di emancipazione sociale oltreché nazionale in volontà di prevaricazione con connotati spiccatamente militaristi e addirittura razzisti. È in tale frangente che hanno infatti origine le esagerazioni "dannunziane" relative al confine orientale italiano, dove a zone con composizione nazionale mista si volle assegnare una patente di "irredente" sulla base di concezioni rozze e a loro volta imperial-colonialiste. Il tradimento completo si avrà con il Fascismo, che mentre professava ed applicava le peggiori politiche antislave, riportava l'Italia nell'abbraccio mortale dell'imperialismo germanico. 

Proprio oggi, mentre assistiamo alla ricostruzione forzosa di una Unione Europea carolingia autocratica irrispettosa delle memorie, dei sacrifici e dei diritti dei popoli, è importante che la vicenda dei "morituri" di Babina Glava, assieme a tutto il resto della epopea risorgimentale italiana, siano finalmente liberati dalla ipoteca imposta nei decenni dalle inadeguate classi dirigenti nostrane, per essere restituiti al novero delle aspirazioni più nobili.

A. Martocchia


NOTE
(1) Documentario del regista serbo-italiano N. Lorenzin. Si vedano: https://www.youtube.com/watch?v=gunOKLHEuAI
http://www.mycity-military.com/Kantina/Sedmorica-sa-Drine-I-Sette-Morituri.html
http://www.palo.rs/zabava/sedmorica-sa-drine-i-sette-morituri/1716566/
http://www.rts.rs/page/tv/sr/story/21/rts-2/2277996/sedmorica-sa-drine---i-sette-morituri.html
(2) Asterio Mannucci: VOLONTARISMO GARIBALDINO IN SERBIA NEL 1914. Nel solco della prima guerra mondiale
Roma : Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini, \1960?! 
È in corso una traduzione di questo testo in lingua serbocroata.
(4) Ugo Onorati, Edoardo Scialis: EROI IN CAMICIA ROSSA 1914 - 2014. Cesare Colizza e i martiri di Babina Glava combattenti per la libertà dei popoli.
Marino (RM) : ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA, Sezione" Aurelio Del Gobbo" di Marino, 2014
DOWNLOAD: https://www.academia.edu/20088931/Eroi_in_camicia_rossa_volontari_garibaldini_in_Serbia_nel_1914?auto=download


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                                GARIBALDINCI  -  ITALIJANSKI  DOBROVOLJCI  NA  DRINI  1914
 

Mala ali značajna epizoda o italijansko-srpskoj saradnji na samom početku Prvog svetskog rata gotovo je nepoznata kod nas. Zahvaljujući dokumentima iz rimskih arhiva, biblioteka i muzeja saznalo  se podrobnije o ekspediciji garibaldinskih dobrovoljaca koji su učestvovali u borbi na Drini, gde su, osim dvojice, svi izginuli. Bili su to mladi revolucionari odgojeni na Macinijevim republikanskim idejama koje su podrazumevale kraj svakoj socijalnoj nepravdi i slobodu i ujedinjenje naroda u svojim granicama. Pripadali su naprednoj grupi Italijana za koje je Trojni savez, sklopljen u Beču 1882. god. Između Italije, Austrije i Nemačke, i obnavljan svake pete godine sve do 1912, ostao u nacionalnoj istoriji kao sramotan čin političkog podaništva zbog svog imperijalističkog karaktera i nejasnih klauzula koje su sputavale konačnu nezavisnost Italije.  Nerešeno pitanje severnih pokrajina (Trentino-Alto Adidže, Friuli-Venecija Đulija, Trst), koje su i posle ujedinjenja zemlje 1870. godine ostale pod austrijskom dominacijom, i Aneksija Bosne i Hercegovine na štetu Srbije (1908), pobuđivali su revolucionarni duh tih ljudi i pospešili njihovu odlučnost da pruže pomoć srpskom narodu u borbi za nezavisnost.

Posle Sarajevskog atentata 28. juna 1914. na prestolonaslednika Franca Ferdinanda i neprihvatljivog ultimatuma po Srbiju (23. VII 1914) od strane Austrije bilo je jasno da je rat neizbežan. Srbija, već iscrpljena u balkanskim ratovima (prvi protiv Turaka 1912, drugi protiv Bugara 1913), očekivala je pomoć od sila Antante.

Ali pre no što su se Rusija, Francuska i Engleska (koja je kolebljivo pokušavala da izbegne konflikt) odlučile da uđu u rat, organizovala se tajno u Rimu grupa hrabrih garibaldinaca i rešila da dà svoj doprinos protiv Austrije, tadašnjeg zajedničkog neprijatelja, boreći se uz srpske vojnike kod Višegrada, na vrhu zvanom Babina glava.

Vođena visokim moralnim načelom da se pomogne slabijem, ova grupa dobrovoljaca je htela ne samo da pruži hrabar primer ostaloj italijanskoj mladeži, već i da podstakne svoju zemlju da uđe u rat i okonča konflikt koji je decenijama ranije započeo Đuzepe Garibaldi (Giuseppe Garibaldi). Ovo tim pre što se društveno-politička situacija u Italiji s kraja XIX veka umnogome menjala, upravo u godinama njihovog stasavanja: jenjavali su patriotski duh i slobodarske težnje kojima su prethodnih decenija bili prožeti njihovi očevi boreći se pod Garibaldijem za oslobođenje i ujedinjenje svoje zemlje. Ovi mladi dobrovoljci su nasledili, dakle, ideale svojih predaka. Garibaldinski voluntarizam koji je, u kosmopolitskom smislu, težio ka pravdi i slobodi svih okupiranih naroda bio im je ideja-vodilja u njihovim namerama kada su se u malom mestu Marinu nedaleko od Rima, već poznatom po republikanskoj tradiciji, organizovali i tajno krenuli da se bore u srpskim redovima protiv austrougarskog agresora.

Za nameru garibaldinaca da zvanično pomognu Srbiji zalagao se u početku i general Ričoti Garibaldi (Ricciotti Garibaldi , sin Đ. Garibaldija i Anite, protagonista ranijih ratova za oslobođenje Italije i dobrovoljni učesnik u Grčkoj protiv Turaka 1913); ali ti pokušaji su ostali bez uspeha jer je italijanska vlada proglasila neutralnost zemlje i zatvorila svoje granice. Tako su se na teritoriji Italije formirali tajni komiteti (u Firenci, Savoni, Đenovi) za mobilizaciju dobrovoljaca  u pomoć Srbiji i Francuskoj.

Kada je 3. avgusta 1914. Italija proklamovala neutralnost svoje zemlje, došlo je do razmirica između italijanskih intervencionista, pristalica rata protiv Austrije, i neutralista, pristalica Trojnog saveza. Već samom objavom rata Srbiji, smatrali su intervencionisti, Austrija je pogazila ugovor o Trojnom savezu čiji je karakter trebalo da bude isključivo odbrambeni, te Italija nije morala više da ima nikakve obzire prema tom ugovoru. Stoga je, po mišljenju intervencionista, ovo bio pravi trenutak da se prekine svaka veza sa Centralnim silama. Svog junaka Guljelma Oberdana (Guglielmo Oberdan), koji je 1882. pokušao da ubije Franca Jozefa prilikom posete Trstu, ali kao žrtva špijunaže bio obešen, upoređivali su sa našim Gavrilom Principom i Nedeljkom Čabrinovićem. Za mnoge mlade italijanske revolucionare Sarajevskim atentatom osvećena je žrtva tršćanskog junaka Oberdana.

Ne čekajući na pregovore austrijska vlada je pet dana posle ultimatuma objavila rat Srbiji, a samo dan docnije, 29. jula 1914, krenuli su mladi entuzijasti iz Rima na Drinu. „Najuzvišenija obaveza me primorava da otputujem po svaku cenu još noćas. Radi se o mojoj moralnoj egzistenciji“, šalje telegram svojoj majci jedan od dobrovoljaca iz grupe i zajedno s ostalima kreće prema Bariju.

Bili su to:  Čezare Kolica (Cesare Colizza), 16. X 1884, Marino (Rim), publicista i dobrovoljni učesnik Grčko-turskog rata 1912. godine;

Frančesko Konforti (Francesco Conforti), 21. IX 1891, student prava iz Salerna, takođe garibaldinski  dobrovoljac u Grčkoj protiv Turaka, kod Trikale;

Mario Korvizjeri (Mario Corvisieri), 8. VIII 1885, Castel  Madama (Rim), garibaldinski kapetan iz Grčko-turskog rata.

Nikola Goreti (Nicola Goretti), 12. VIII 1896, Sutri (Viterbo), student, tek završio gimnaziju, najmlađi u grupi;

Vinčenco Buka (Vincenzo Bucca), 20. X 1895, Palermo, čuveni republikanac (generalni sekretar Omladinske republikanske stranke Italije);

Ugo Kolica (Ugo Colizza), 5. X 1882, Marino (Rim), docnije konzul;

Arturo Reali, 24.  IV 1892, Marino (Rim), dosledni republikanac.

Njima se docnije pridružio i Enco Poli (Enzo Polli) iz Splita.

Zbog pojačane kontrole nije im uspelo da pređu preko Barija, pa su morali da nastave za Brindizi i da preko Grčke stignu u Srbiju.

„Stiže vest da iz raznih krajeva naše zemlje treba da krenu mladi italijanski dobrovoljci za Srbiju. Moli se Vaša Visost da, uz budnu pažnju, apsolutno onemogući odlazak ovih dobrovoljaca i postupi, gde je potrebno, s prijavom po članu 113 Krivičnog zakona.“ Ovo je jedan od dokumenata Ministarstva unutrašnjih poslova Italije koji su tih dana stizali prefektima gradova Barija, Ankone, Venecije, odakle je bilo moguće eventualno prebacivanje dobrovoljaca do naše teritorije. No, to nije pokolebalo mlade garibaldince. U Brindiziju su uspeli da se ukrcaju na grčki brod „Mikale“ i stignu u Pirej, a 3. avgusta su se priključili ostalim dobrovoljcima iz Dalmacije, Crne Gore, Bosne i Srbije i došli u Atinu 4. avgusta. Tu su od srpskog konzula dobili dozvolu za ulazak na našu teritoriju. Srpske vlasti u Atini su im ponudile i finansijsku pomoć koju su oni dostojanstveno odbili obrazlažući da ne žele da budu plaćenici već dobrovoljci, i da će put nastaviti o svom trošku. Za njihov dolazak u Solun saznao je tadašnji italijanski konzul i po dužnosti uputio telegram ministru inostranih poslova koji dalje informiše ministra unutrašnjih poslova: „Konzul u Solunu me obaveštava da je grupa od desetorice Italijana otišla da se bori za Srbiju i da treba da stigne još stotinak...“

O nameri garibaldinaca da u većem broju pomognu Srbiju čitamo i iz pisma koje Čezare Kolica šalje iz Užica 17. avgusta poznatom publicisti, garibaldinskom majoru iz balkanskih ratova Mariju Ravasiniju: „...Da ne bismo izneverili naš garibaldizam, nosimo oko ruke crvenu svilenu traku, kako bismo se razlikovali od ostalih... Sutra putujemo prema bosanskoj granici i nikad kao u ovom trenutku nismo bili tako uzbuđeni u žarkom iščekivanju da se ogledamo s našim večnim neprijateljem, na strani srpskog naroda koji vodi pravedan rat. Grupa koju predvodimo Korvizjeri i ja sastavljena je  od Italijana, dezertera austrijske vojske i slovenskih studenata. Pozdravi generala (Ričotija Garibaldija) i prijatelje i reci im da ih očekujemo.“

Grupa je bila priključena komandantu, docnije generalu, Čedi Popoviću koji je imao zadatak da pod komandom pukovnika Dragomira Dimitrijevića organizuje legiju dobrovoljaca koja bi se borila uz regularne srpske trupe. Zajedno sa desnim krilom Šumadijske divizije upućena je prema granici Bosne, blizu Višegrada, gde je trebalo da onemogući napredovanje austrijskih trupa na teritoriji Velikog i Malog Storaža.

Iako slabije naoružana, uspela je četa dobrovoljaca da u neravnopravnoj borbi suzbije napredovanje mnogobrojnijeg neprijatelja i nanese mu velike gubitke.

Ovako opisuje razvoj događaja tog 20. avgusta starešina čete Stojan Radičević: „Naš protivnapad je počeo veoma uspešno. Italijanski dobrovoljci, koji su se već ranije u napadu pokazali kao vrlo hrabri, u jednom trenutku kolebljivosti neprijatelja pojurili su svi skupa prema neprijateljskoj poziciji s poklikom ’dole Austrija’, podstičući i ostale drugove. Sve moje naredbe da se vrate bile su uzaludne i već sam ih izgubio iz vida, jer su svom žestinom jurili niz dolinu neprestano pucajući...“

Po prekidu vatre Radičević je poslao izvidnicu da pronađe dobrovoljce, ali mu je stigla tužna vest: od njih sedmorice petoricu su naši mrtve. “Bili su to: Čezare Kolica, Frančesko Konforti, Mario Korvizjeri, Vinčenco Buka i Nikola Goreti sa puškama u ruci  i zadovoljnim, iskrenim osmehom na još toplim usnama...“

Kako kazuje preživeli Ugo Kolica, prvi je njemu pored nogu pao njegov brat Čezare, pogođen u glavu i grudi. Za njim  Konforti, Goreti i Buka. Korvizjerija, već teško ranjenog, izboli su Austrijanci bajonetima. Ugo Kolica je, bacivši bombu, uspeo da zađe neprijatelju za leđa i da se, zajedno s Polijem i Arturom Realijem, uz mnogo problema, nekako spasi.

Budući da su postigli cilj zbog koga su došli na srpsku teritoriju i saznavši da će Italija ući u rat protiv Austrije, preživeli Ugo Kolica i  Arturo Reali su se vratili u svoju domovinu i tamo nastavili borbu, dobivši prethodno obećanje od komandanta čete Čede Popovića da će njihovi drugovi biti sahranjeni na mestu borbe zajedno sa ostalim palim ratnicima čim srpska vojska zauzme položaje na vrhu Babina glava – što je posle nekog vremena i učinjeno od strane regularnih srpskih trupa. Da bi im se olakšao povratak, dobili su zvaničnu potvrdu na srpskom i francuskom jeziku od Štaba vrhovne komande s potpisom komandanta Dobrovoljačkog odreda Čede Popovića i pukovnika Dragutina Dimitrijevića, šefa Obaveštajnog odseka, u kojoj se navode njihova imena i priznanje za herojstvo palim i preživelim borcima.

Sva sedmorica odlikovana su zlatnom medaljom za zasluge u ratu od strane srpske vlade i kralja Petra Prvog.  Ceremonijal je održan u Rimu 1917. godine na trgu Sjena (Piazza di Siena – Villa Borghese) u prisustvu vojnih i političkih vlasti. Srpska vojna misija predala je medalje preživelim garibaldincima i porodicama odvažno palih junaka.

Adekvatno priznanje svoje otadžbine za ovaj uzvišeni čin nikada nisu dobili, iako su se mnogi republikanci, Društvo garibaldinaca i pojedini članovi porodica poginulih dobrovoljaca zalagali za to. Doktor Đirolamo Goreti (Girolamo Goretti), brat poginulog Nikole, u pismu upućenom italijanskoj vladi 1938. god. moli da se „prizna velika žrtva petorici skromnih junaka čije kosti leže zajedno s kostima hrabrih srpskih vojnika u kosturnici na Gučevu...“

Italijanska vlada dodelila im je samo ratni krst, priznanje koje dobijaju svi učesnici rata, isto ono koje su dobili garibaldinski učesnici boreći se u francuskoj pokrajini Argona pod komandom petorice unuka Đ. Garibaldija (imenom: Bruno, Kostante, Pepino, Menoti, Ričoti II), a čija je prvobitna namera, i to mnogih među njima, bila da dođu u Srbiju.

Zašto su od nje odustali?

Razlog treba tražiti u političkim previranjima tog perioda i novonastalim okolnostima na evropskoj sceni koje su Italiji otvorile nove perspektive, a nama svakako nisu išle naruku.  Zapravo, da bi uvukle Italiju u rat kao svog saveznika sile Antante su joj obećale teritorije koje su tada bile deo Austro-ugarske monarhije, između ostalog Istru, delove Dalmacije i ostrva od Paga do Mljeta. Koliko su se politička zbivanja brzo smenjivala vidi se i iz prepiske generala Ričotija Garibaldija. U pismu republikanskom publicisti Mariju Ravasiniju osuđuje Austriju smatrajući prepotentnim čin Aneksije Bosne i Hercegovine i daje pravo srpskom narodu da se tome odupre, pa čak pregovara sa srpskom delegacijom u Rimu da se tajno pošalju dobrovoljci koje bi on lično predvodio; podstiče italijansku mladež da se organizuje pod parolom  „svaki narod gospodar u svojoj zemlji, živeo srpski narod!“. A samo nekoliko dana docnije, u izmenjenim vojno-političkim okolnostima, pojavljuje se, 6. avgusta, njegovo drugo pismo u listu „Mesađero“ gde kaže da je u dogovoru sa predstavnicima srpskih vlasti u Italiji odlučeno da se ne šalju više dobrovoljci   „...u tu malu ali odvažnu zemlju koja zna hrabro da brani svoju slobodu, jer je epicentar borbe pomeren prema drugim granicama...“  pozivajući da se vrati i grupa dobrovoljaca. Oni su u to vreme već bili na putu za Kragujevac, odakle su 9. avgusta svom prijatelju, takođe garibaldinskom dobrovoljcu, po imenu Vecio Mančini (Vezio Mancini), poslali čuvenu razglednicu koja se pominje s posebnim pijetetom i čiji je sadržaj, sažet u antičkom pozdravu gladijatora (morituri te salutant), nagoveštavao njihovu nameru da će se boriti do smrti.

Svoj zadatak su časno obavili.

Na italijanskom groblju u Beogradu postoji nadgrobna ploča sa već poluizbrisanim imenima i jedva čitljivom posvetom:

„Pristupivši dobrovoljno u srpske redove pali su boreći se hrabro na Babinoj glavi 20. avgusta 1914 – Njihove posmrtne ostatke razneo je ratni vihor ali neka je večna uspomena na veliku žrtvu“ („Accorsi volontari tra le file serbe caddero combattendo a Babina Glava il 20. agosto MCMXIV –  Dispersa la spoglia mortale sia perenne il ricordo del loro sacrificio“).

Uz ovu sedmoricu dobrovoljaca, jer kako prikupljena građa ukazuje više ih nije bilo iz već navedenih razloga, treba pomenuti i mnogobrojne italijanske iredentiste iz pokrajine Venecija Đulija  (Venezia Giulia), Trsta i Dalmacije - teritorija koje su tada sačinjavale Austrougarsku monarhiju, pa se stoga zvanično nisu mogli smatrati Italijanima, ali nam je obaveza da se i njih setimo jer su i oni bili među prvima u ovom revolucionarnom poduhvatu.

Valja odati priznanje i mnogim ostalim garibaldinskim dobrovoljcima koji su se, po tradiciji, borili na srpskoj strani u drugim epohama: u ustanku u Bosni (1875-76) protiv turske okupacije, u kome je u svojoj mladosti učestvovao i kralj Petar Prvi pod pseudonimon Petar Mrkonjić; u Drugom svetskom ratu bili su na strani jugoslovenskih partizana protiv nacifašizma, a svoj doprinos su dali i u nedavnim sukobima u Bosni protiv NATO agresije.

Moralna vrednost tih entuzijasta je upravo u tome što, žrtvujući svoj život, učestvuju u ratnim okršajima koji, zapravo, osporavaju sâm ratni čin kao instrument zavojevača nad narodima koji brane svoju slobodu.

 
Autor teksta:  Mirjana Jovanović Pisani